Università della Terza Età Cinisello Balsamo Storia dell ...
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Università della Terza Età
Cinisello Balsamo
Storia dell’Arte Storia dell’Arte
Contemporanea
a.a. 2016 – 2017
Dott.ssa Francesca Andrea Mercanti
1.
Persistenze neoclassiche
nella cultura ottocentesca.nella cultura ottocentesca.
Jean – Auguste – Dominique
Ingres
Neoclassicismo: “Movimento culturale fiorito tra la metà del
Settecento e i primi decenni dell’Ottocento. Delineatosi in
parallelo all’intensificarsi delle ricerche archeologiche, può
essere ricollegato ad atteggiamenti tipici del pensiero illuminista,
in particolare alla volontà di recuperare l’originaria semplicità
naturale tramite l’accostamento a quella che si configurava
come una condizione iniziale della storia dell’umanità.
Nato nell’ambito delle arti figurative, il neoclassicismo intendeva Nato nell’ambito delle arti figurative, il neoclassicismo intendeva
proporre, contro i toni mossi e le irregolarità del barocco, quei
modelli di compostezza e armonia che allora sembrarono
rintracciabili solo nell’arte antica.
Il suo maggior teorico fu J.J. Winckelmann , che propugnò un’arte
fatta di equilibrio, elegante precisione e serenità, esente da
dismisure di stile e da espressioni di personalità.[…]”
Enciclopedia dell’Arte , Garzanti, 2009, p. 852.
- Recupero e ripresa del classicismo- Recupero dell’arte greca e romana in scultura e architettura- Recupero dell’arte quattrocentesca e cinquecentesca italiana in pittura- Abbandono stilemi figurativi carichi ed opulenti tipici del baroccotipici del barocco- Scelta di soggetti prevalentemente mitologici o storici- Rigore ed ordine- Utilizzo del Canone di Policleto
- Proporzioni matematicamente corrette
Policleto, Doriforo (ca 450 a.C.) copia romana in marmo, Museo Archeologico, Napoli.
L'opera raffigura probabilmente Achille con la lancia.
Per realizzarla Policleto procedette a una serie di misurazioni di giovani fino ad arrivare a trovare un modulo matematico, che legasse le varie parti anatomiche.anatomiche.
Le sue scoperte, trascritte nel perduto trattato del Canone, sono oggi note a noi tramite le citazioni di autori successivi. Da esse si evince come Policleto arrivò alla conclusione che, stabilita la misura di un elemento quale il dito o la testa, tutte le proporzioni si potessero calcolare armoniosamente.
Ad esempio, nel Doriforo, la testa è 1/8 dell'altezza, mentre 3/8 sono occupati dal busto e 1/2 dalle gambe.
RIPROPOSIZIONE IN TERMINI SETTECENTESCHI DEGLI STILEMI FIGURATIVI ED ESTETICI DELLA FIGURATIVI ED ESTETICI DELLA
CLASSICITA’ E DELL’ARTE GRECA E ROMANA
Antonio Canova, Amore e Psiche che si abbracciano, 1787-1793, gruppo scultoreo in marmo, Musée du
Louvre, Parigi
Antonio Canova, Amore e Psiche in
piedi, 1796 - 1800 marmo, Muséedu Louvre, Parigi
Il soggetto, tratto dall'Asino d'Oro di Apuleio, ritrae il bacio con cui Amore riporta in vita Psiche, caduta nell'Ade per riporta in vita Psiche, caduta nell'Ade per aver aperto il vaso consegnatole da Proserpina, contravvenendo il divieto di Venere.
Antonio Canova, Le tre
Grazie, 1812–1816, marmo, Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo
In una lettera datata 11 giugno 1812, Giuseppina di Beauharnais, invita Canova ad Beauharnais, invita Canova ad iniziare un gruppo scultoreo raffigurante Le tre Grazie che venne invece ritirata dal figlio di Giuseppina, Eugenio di Beauharnais, che la portò con sé in Russia.
Jacques – Louis David, Il giuramento degli Orazi, olio su tela, 1784, Louvre Parigi
Il soggetto dipinto nel quadro, come già accennato, è esplicitamente desunto dall'Horace di Corneille, nel quale si narra della guerra scatenatasi tra le città
di Roma e Albalonga sotto il regno di Tullio Ostilio.Per porre fine alla belligeranza, che stava spargendo sin troppo sangue, si
decise di affidare le sorti del conflitto ad un duello armato tra due gruppi di campioni, ciascuno in rappresentanza delle due città: la scelta dei Romani
cadde sui tre fratelli Orazi, mentre Albalonga inviò per il combattimento i tre fratelli Curiazi.
Ciò malgrado, il vincolo che legava Roma ed Albalonga, prima delle ostilità, Ciò malgrado, il vincolo che legava Roma ed Albalonga, prima delle ostilità, era molto saldo, tanto che numerose famiglie provenienti da città diverse si erano unite tra di loro con intrecci matrimoniali. È questo il caso di Sabina,
moglie del romano Orazio, e di Camilla, moglie promessa di Curiazio, albano; si trattava di una situazione assai spinosa, in quanto ambedue le donne erano destinate a perdere i fratelli per mano del marito, o a perdere un marito per
mano dei fratelli. Per questo motivo, entrambe tentarono di opporsi allo scontro in armi, ma invano.
Jacques – Louis David, Le Sabine, olio su tela, 1794-1795, Louvre, Parigi
Il tema raffigurato è infatti un seguito del leggendario Ratto delle Sabine, e precisamente
l'epilogo di tre anni successivo al violento rapimento: i Sabini, tentando di riprendere le loro donne rapite dai
romani guidati da Romolo, si scontrarono con essi. I contendenti decisero di battersi a duello, ma
l'intervento delle donne Sabine con i loro bambini fece l'intervento delle donne Sabine con i loro bambini fece cessare ogni ostilità.
Il centro del dipinto è infatti occupato da Ersilia, che spalanca le braccia, le donne sabine e i bambini nati dall'unione con i Romani, che cercano di impedire lo
scontro tra Tazio, Romolo e gli eserciti delle due città.
Jacques-Louis David, La morte di Marat, 1793, Museo Reale delle Belle Arti del Belgio, Bruxelles
Caravaggio, Deposizione, 1602 –1604, Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano
Cultura Ottocentesca
- Nuova classe sociale identificata nella borghesia- Nascita di nuove scienze, come l’antropologia, e potenziamento di scienze già esistenti, come la medicina, la chimica e la fisica- Concezione storicistica- Nascita della moderna concezione del viaggio- Avvento della Rivoluzione Francese che dà origine a una nuova società- Avvento della Rivoluzione Francese che dà origine a una nuova società- Rivoluzione industriale- Orizzonti filosofici nuovi e più ampi (Schopenhauer ed Hegel)- Nascita e diffusione dei primi movimenti in favore delle unità nazionali- Viaggi di James Cook e ampliamento commerci verso est in Australia e Nuova Zelanda- Nuovi generi in musica e letteratura- Fondazione Stati Uniti d’America (4 luglio 1776): nuovi territori da colonizzare, nuovi commerci e ampliamento degli orizzonti culturali
Jean – Auguste – Dominique
Ingres (1780 – 1867) si colloca, con la sua biografia e la sua opera
artistica, non solo a cavallo tra due artistica, non solo a cavallo tra due secoli ma anche tra due culture e
due epoche.
Nato nel 1780 a Montauban, svolse il suo primo apprendistato nella bottega paterna e successivamente
affinò la sua tecnica e le sue conoscenze presso l’Accademia di Belle Arti di Tolosa, dove si accostò
all’arte di Raffaello.Nel 1796 compì un primo soggiorno a Parigi, dove ebbe la possibilità di studiare presso l’atelier di Jean – Louis la possibilità di studiare presso l’atelier di Jean – Louis David, e dove apprese gli ideali neoclassici e sviluppò l’armonia che contraddistingue le sue opere, espressa
nelle linee tenui e nell’uso naturalistico del colore.In questo periodo si affermò anche come ritrattista per l’alta borghesia, divenendo tanto famoso da arrivare a
ritrarre addirittura l’imperatore, Napoleone Bonaparte.
Nel 1806 si recò a Roma per un soggiorno di studio; svoltosi presso la Villa Medici a Roma (tuttora di proprietà francese),
fu permesso grazie a una borsa di studio, premio per il posizionamento al secondo posto al concorso Prix De Rome
con il dipinto Scipione e Antioco del 1801.In questo periodo si dedicò soprattutto al tema delle
bagnanti, ma realizzò anche paesaggi, disegni, ritratti ed episodi storici ispirati al Rinascimento italiano.episodi storici ispirati al Rinascimento italiano.
Durante il soggiorno romano si accostò in prima persona e senza mediazioni all’arte di Raffaello, che divenne da questo
momento il suo modello dichiarato.Gli anni romani furono così fortunati che l’artista decise di
prolungare il suo soggiorno in città ben oltre il termine della sua borsa di studio e di aprire uno studio privato.
Nel 1841 rientrò a Parigi, dove venne accolto trionfalmente con importanti partecipazioni e commissioni.
Gli vennero commissionati i disegni per le vetrate sostitutive della cappella di Notre Dame, i cui pezzi originali erano andati
perduti durante la Rivoluzione Francese.perduti durante la Rivoluzione Francese.Nonostante nel 1846 tenne la sua prima esposizione pubblica
alla Galleria des Beaux Arts, la sua piena e unanime consacrazione avvenne nel 1855, quando espose 43 opere
all’Esposizione Universale di Parigi.
La carriera di Jean – Auguste –Dominique Ingres fu segnata in
generale da un grande successo di pubblico e di critica, ma alla caduta di
Napoleone Bonaparte (di cui fu a lungo protetto e pittore ritrattista ufficiale) e protetto e pittore ritrattista ufficiale) e
in unione ad alcune difficoltà economiche e familiari, ebbe grandi
difficoltà a mantenere se stesso e la sua famiglia
Napoleone I sul trono imperiale,
1806, olio su tela, Musée de
l'Armée, Parigi
Concepito come opera di propaganda politica atta a celebrare l'imperatore francese,venne originalmente commissionato per la sede del Corpo legislativo. Quando venne esposto al Salon, ricevette giudizi pressoché negativi dai contemporanei, che lo considerarono "gotico", "barbaro" e non verosimile al soggetto ritratto.
La mano sinistra di Napoleone poggia sulla coscia mentre la destra regge uno scettro raffigurante mentre la destra regge uno scettro raffigurante una statuetta di Carlo Magno. Un secondo scettro, che termina con lo stemma della Mano della giustizia, è appoggiato al braccio sinistro dell'imperatore.
La corona d'alloro è un evidente riferimento agli imperatori dell'antica Roma.
Al di sotto del trono vi è un tappeto raffigurante il simbolo imperiale dell'aquila, la bilancia, simbolo di Giustizia, e una firma criptica dell'artista: un veduta ideale "da dietro", della Madonna della
Seggiola di Raffaello, il dipinto preferito da Ingres, che compare citato anche in altre sue opere.
Raffaello Sanzio, Madonna
della seggiola, 1513 – 1514, olio su tavola, Galleria Palatina, Palazzo Pitti, Firenze
L'opera si trova nelle collezioni medicee fin dalla prima metà del Cinquecento, ed era sicuramente nata per una collocazione privata, a giudicare dal formato della tavola. La presenza della "sedia camerale", la complessità compositive e altri dettagli hanno fatto ipotizzare che l'opera fosse nata su commissione di papa fosse nata su commissione di papa Leone X, e da lui inviata ai suoi parenti a Firenze.
Jean – Louis David, Bonaparte supera le Alpi al
Gran San Bernardo, 1801, olio su tela, Castello di Malmaison
Jean – Louis David, L'incoronazione dell'imperatore Napoleone I
e dell'imperatrice Giuseppina nella cattedrale di Notre-Dame de
Paris il 2 dicembre 1804, 1805 – 1807, olio su tela, Louvre, Parigi
David qui ritrae il momento dell'incoronazione di Napoleone, con ben ottanta invitati, tutte persone realmente esistite. È studiatissimo da David, per mostrare la nuova aristocrazia. Si basa sulle linee verticali che slanciano l'opera. Tutti gli sguardi si
concentrano sulla corona, che Napoleone tiene alta nelle mani e sta per posare sulla testa della moglie Giuseppina. C'è una grande attenzione e minuzia nella realizzazione
di tutti i particolari e nella esaltazione dei simboli imperiali.La scena si svolge il 2 dicembre 1804 nella Cattedrale di Notre Dame a Parigi, a
differenza di tutte le altre incoronazioni di re francesi realizzate nella Cattedrale di Reims - se si esclude quella di Enrico IV, avvenuta a Chartres. È questo il primo
simbolo secondo il quale Napoleone era intenzionato a rompere con la tradizione simbolo secondo il quale Napoleone era intenzionato a rompere con la tradizione delle monarchie dell ancien regime, svolgendo poi la famosa autoincoronazione che è
ben visibile, col papa Pio VII seduto sulla destra benedicente e quasi impotente di fronte al gesto dell'Imperatore, tanto che quest'ultimo gli dà anche le spalle.
Napoleone, al centro della scena, appare in atteggiamento quasi sacrale in quanto è monarca della legge divina ed egli stesso deve obbedienza a Dio. Il classicismo
dell'ambiente, i decori e la corona d'alloro, riflettono inoltre il fascino di Napoleone per i fasti e le glorie dell'Impero romano. La presenza di dignitari, come pure la
famiglia Bonaparte, mostra il supporto per il nuovo regime. Essi costituiscono la nuova nobiltà Impero (ufficialmente istituita nel 1808), una nobiltà basata sul merito.
La bagnante di
Valpinçon, 1808, olio
su tela, Louvre, Parigi
Originalmente intitolata Femme assise, l'opera ricevette ottimi giudizi dalla critica d'arte nel 1808 per la delicatezza cromatica. Ebbe fra i suoi acquirenti Leonard Valpinçon (da cui il Leonard Valpinçon (da cui il nome).Dopo essere appartenuto alla collezione Pereire, il dipinto venne acquistato nel 1879 dal museo del Louvre dov'è tutt'oggi situato.
Giove implorato da Teti,
1811, olio su tela, Musée
Granet, Aix-en-Provence
Il dipinto, a destra, sul gradino basso, reca la scritta “Ingres. Rome”, segno inequivocabile della sua realizzazione durante il soggiorno romano dell’artista.
Il tema della composizione è tratto dal primo canto dell’Iliade, tratto dal primo canto dell’Iliade, dove Teti chiede e ottiene da Giove di ostacolare i greci per far sì che Achille torni a combattere.
Ingres non riuscì a vendere la composizione che rimase nel suo studio fino al 1834, anno in cui pervenne, tramite acquisto, al governo francese. Questi la inviò ad Aix en Provence, sotto richiesta di Granet.
La grande odalisca, 1814, olio su tela,
Louvre, Parigi
Il dipinto raffigura un'odalisca distesa nel letto di un harem mentre si fa vento con una ventaglio di piume. Se si esclude il suo turbante, la donna, voltata di schiena, è ritratta completamente nuda e viene
ripresa nel momento stesso in cui ruota la testa per osservare lo spettatore.
Il dipinto cita numerose altre opere: la testa dell'odalisca riprende i soggetti femminili tratti dallo Sposalizio della Vergine e
dalla Madonna del Belvedere di Raffaello, mentre la posizione della donna cita il tema della Venere distesa, come la Venere di donna cita il tema della Venere distesa, come la Venere di
Urbino di Tiziano, della quale Ingres citò il materasso semidisfatto, analogamente a come fece, anni dopo, Manet nella sua Olympia. In particolare la posa di spalle ricorda la Venere Rokeby di Velazquez,
con la quale ha in comune anche le deformazioni anatomiche. Sempre da un'opera di Raffaello, La Fornarina, Ingres riprese il
turbante della donna, mentre la presenza di combinazioni di colori freddi, gli arti estesi della donna e la sua testa piccola omaggiano
il Parmigianino.
Raffaello Sanzio, Sposalizio della
vergine, 1504, olio su tavola, Pinacoteca di Brera, Milano
Raffaello Sanzio, Madonna del
Belvedere, 1506, olio su tavola, Kunsthistorisches Museum, Vienna
Tiziano, Venere di Urbino, 1538, olio su tela, Galleria degli Uffizi, Firenze
Diego Velázquez, Venere Rokeby, 1648 ca., olio su tela, National Gallery, Londra
Raffaello Sanzio, La Fornarina, 1518 –1519, olio su tavola, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Roma
Raffaello Sanzio, Il trionfo di
Galatea, 1512, affresco, Villa Farnesina, Roma
Il voto di Luigi XIII, 1824, olio
su tela, cattedrale di
Montauban
Raffaello Sanzio, Madonna
sistina, 1513 – 1514, olio su tela, Gemäldegalerie, Dresda
Apoteosi di Omero, 1827, olio su tela, Louvre,
Parigi
Il dipinto è considerato il manifesto del Neoclassicismo, ma quando venne esposto al Salon ricevette il plauso e
l’ammirazione anche dei poeti romantici. Al centro della composizione, che rinvia alla raffaellesca Scuola di Atene,
davanti alla faccia di un tempio ionico esastilo siede Omero coronato da una Vittoria librata in aria, su un alto piedistallo. Il sommo poeta è circondato dai Grandi, antichi e piedistallo. Il sommo poeta è circondato dai Grandi, antichi e
moderni, divisi in due schiere. Sulla scalinata, al centro, vi sono due donne che personificano l'Iliade e l'Odissea (una ha il pugnale e l'altra il remo). I personaggi sono disposti quasi in una simmetria che però risulta rotta dal grande, possente e
serio angelo che incorona Omero. Doppia fonte di luce che deriva dal cielo e dalla parte frontale.
Raffaello Sanzio, La scuola di Atene, 1509-1511 circa, affresco, Palazzi Apostolici, Stanze Vaticane, Stanza della Segnatura (Musei
Vaticani, Città del Vaticano)
Il Bagno turco, 1862,
olio su tavola, Louvre,
Parigi
Originalmente di forma rettangolare, il dipinto venne terminato nel 1862 dopo oltre tre anni di lavoro. Il suo primo committente fu il principe Napoleone che lo restituì al pittore poco tempo dopo. Successivamente l'opera venne trasformata in un tondo e trasformata in un tondo e vennero aggiunti nuovi particolari, quali la bagnante coricata nella vasca e il tavolo imbandito sullo sfondo. Dopo essere appartenuta all'ambasciatore turco Kahlil Bey, che la acquistò per ventimila franchi, l'opera passò a nuovi acquirenti fino al 1911, anno in cui entrò a far parte della collezione del Louvre.
Man Ray, Le Violon
d'Ingres, 1924, fotografia alla gelatina sali d’argento, J. Paul Getty Museum, Los Angeles