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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Economia Corso di Laurea Triennale in Economia e Amministrazione delle Imprese Finanziarie Tesi di Laurea in Gestione e Controllo dei Rischi nell‟Intermediazione Finanziaria “Compartecipazione Armatoriale e il Crac della Parmalat del Mare: il caso Deiulemar” Relatore: Candidato: Ch.ma Prof.ssa Ciro Izzo Rosa Cocozza Matricola: 507001143 Anno Accademico 2011-2012

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Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Facoltà di Economia

Corso di Laurea Triennale in Economia e Amministrazione

delle Imprese Finanziarie

Tesi di Laurea in Gestione e Controllo dei Rischi

nell‟Intermediazione Finanziaria

“Compartecipazione Armatoriale e il Crac della „Parmalat

del Mare‟: il caso Deiulemar”

Relatore: Candidato:

Ch.ma Prof.ssa Ciro Izzo

Rosa Cocozza Matricola: 507001143

Anno Accademico 2011-2012

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“Se non ci può essere vittoria,

allora combatterò per sempre.”

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INTRODUZIONE………………………………………………………………

CAPITOLO I

IL DIRITTO DELLA NAVIGAZIONE E IL SISTEMA DEI CARATI: LA

COMPARTECIPAZIONE ARMATORIALE

1. Il diritto della navigazione e la compartecipazione armatoriale: una prima

definizione……………….…………………………………………………….….2

1.1 La natura giuridica della nave………………………………………………...5

2. La compartecipazione armatoriale, il sistema dei carati e l‟impresa di

navigazione: L‟armatore……………………………………………………….....6

2.1 La compravendita della nave…………………………………………………8

2.2 L‟obbligazione parziaria…………………………………………………..…11

2.3 Le obbligazioni Deiulemar………………………………………………..…13

3.La diffusione campana e torrese nella partecipazione

armatoriale…………………………………………...…………………………...16

CAPITOLO II

IL CRAC DEIULEMAR: LA „PARMALAT DEL MARE‟

1. Deiulemar compagnia di navigazione S.p.A.: Il percorso………………….…20

1.1 Le navi di proprietà del gruppo………………………………………………24

1.2 L‟impero dello shipping: Le scatole cinesi……………………..……………27

1.3 Lo schema di Ponzi. Somiglianze……………………………………...…….34

1.4. Il fallimento…………………………………………………...……………..37

2. Kpmg, la società di revisione…………………………………………...……..40

2.1. Gli ultimi bilanci. (2009-2010)…………………………………...…………44

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CAPITOLO III

LO STUDIO DEL SETTORE E LE GARANZIE OFFERTE

1.Lo studio del settore d‟azione della compagnia………………………………56

1.1. Segnali di criticità: l‟andamento degli indici settoriali………………….….59

2. Il ruolo Deiulemar e la fiducia dei risparmiatori……………………….……..66

2.1. Le modalità di diffusione……..……………………………………….……67

CONCLUSIONI…………………………………………………………………70

BIBLIOGRAFIA………………….……………………………………………..72

SITOGRAFIA…………………………………………………………………....74

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Introduzione

“Gli anni successivi al ‟top' borsistico del 2000 sono stati

caratterizzati da un costante declino dei mercati azionari e della

scena economica generale, punteggiata, negli ultimi due anni, da

scandali e crack finanziari che hanno coinvolto grandi gruppi

industriali e finanziari americani (Enron, WorldCom), europei

(Adecco) ed italiani (Cirio, Parmalat).” 1

E‟ passato quasi un decennio, e la crisi finanziaria s‟è manifestata

ancora più duramente negli anni 2007-2012 andando a colpire

risparmiatori, imprese, perfino le più solide, e interi settori, ed è

proprio su uno di questi casi che il lavoro si articolerà, per sviscerare

numeri, fatti e notizie che non tutti i giorni sono portati alla ribalta dai

mass-media, inquadrando soprattutto la crisi del settore del trasporto

navale e dei noli.

Quando nei primi giorni di gennaio 2012 si diffuse la notizia, in città

non si parlava d‟altro, che tu fossi invischiato o meno, l‟argomento del

giorno, al bar, dal barbiere o a tavola, non poteva che essere quello: la

compagnia di navigazione „Deiulemar‟ in crisi. Io sono nato e

cresciuto, salvo una piccola parentesi al nord, a Torre del Greco, e

nonostante si viva all‟ombra di un vulcano attivo, il Vesuvio, nessuno

aveva mai dormito sonni irrequieti, fino alla notizia delle difficoltà

finanziarie di una delle più grandi compagnie armatoriali d‟Europa,

nel campo dei trasporti marittimi. La paura dei piccoli e grandi

1 TURRI D., (2004). Finanza di impresa al bivio, a cura di Baseggio L., Editore Franco Angeli,

Milano, Italia.

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risparmiatori, di perdere quanto accumulato in una vita di sacrifici,

soprattutto in mare essendo i torresi un popolo di naviganti, ed

inizialmente etichettata come bufala, ha nei mesi assunto le

dimensioni di una voragine dai contorni illimitati. Nel presente lavoro

conto di ricostruire le strade percorse dalla storica e un tempo gloriosa

società di via Tironi, che tanto ha dato allo sviluppo economico della

Campania e del sud in generale, e che di colpo tutto ha tolto, lasciando

l‟ennesimo profondo rammarico di quello che poteva essere e non è

stato, fino a meritarsi il soprannome di „Parmalat del mare‟.

L‟elaborato tratterà non solo della compagnia fallita e quindi dei suoi

bilanci alla ricerca di eventuali segnali di criticità, ma anche di tutte le

altre società legate tramite un filo inscindibile al progressivo

svuotamento della stessa, per poi arrivare alla rassegna di tutti i

possibili responsabili dei mancati controlli, da Consob alla società di

revisione Kpmg, e alle autorità, poiché “tutti sapevano”, però nessuno

ha mai deciso di approfondire. Infine il lavoro proverà a tracciare le

linee delle ripercussioni economiche cittadine e campane con uno

sguardo rivolto alla tradizione della partecipazione armatoriale, al

vetusto mondo del sistema dei carati e dell‟obbligazione parziaria e ai

numeri della crisi del settore dei trasporti marittimi.

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CAPITOLO I

IL DIRITTO DELLA NAVIGAZIONE E IL SISTEMA

DEI CARATI: LA COMPARTECIPAZIONE

ARMATORIALE

SOMMARIO : 1.Il diritto della navigazione: una prima definizione. -1.1 La

natura giuridica della nave. 2. La compartecipazione armatoriale, il sistema dei

carati e l‟impresa di navigazione: L‟armatore. -2.1 La compravendita della

nave. -2.2 L‟obbligazione parziaria. -2.3 Le obbligazioni Deiulemar. 3.La

diffusione campana e torrese nella partecipazione armatoriale.

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1. Il diritto della navigazione e la compartecipazione armatoriale: una

prima definizione.

Il diritto della navigazione, è l‟insieme delle norme regolanti la materia

della navigazione, sia essa marittima, o esercitata su fiumi, laghi e canali.

In dottrina la stessa nozione di navigazione è controversa, secondo

alcuni, va identificata con il trasporto per acqua e per aria di persone o

cose, mentre a parere di altri andrebbe a riferirsi a ogni movimento, per

acqua e per aria, di un mezzo galleggiante o volante adibito a svolgere

una qualsiasi attività. La navigazione è qualificata dai mezzi con i quali

si attua, che possono essere:

Nave;

Aeromobile;

Veicolo spaziale;

Altresì è qualificata dall‟ambiente nella quale si svolge:

Mare;

Acque interne;

Spazio aereo;

Spazio extra-atmosferico;

Ed infine, la navigazione è definita dalle finalità che con essa si

perseguono, che siano private o pubbliche, commerciali o di altra natura.

Il diritto della navigazione è un diritto speciale, cioè un complesso di

norme delle quali:

Talune introducono istituti tipici esclusivi del diritto della

navigazione e totalmente ignoti al diritto comune;

Talune integrano la disciplina di diritto comune, per la parte in cui

le norme generali non dispongono;

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Talune modificano le norme di diritto comune, come ad esempio

le norme sulla locazione di nave si distinguono dalla locazione in

generale;

Altre infine sono addirittura antitetiche rispetto ai principi

fondamentali di diritto comune;

Giova ricordare che il diritto speciale dispone una disciplina particolare

che prevale sul diritto comune, è di fatti un diritto autonomo perché gode

di autonomia giuridica, scientifica e legislativa:

Giuridica poiché si fonda su un sistema autonomo di norme che

impone il ricorso al diritto comune solo in via sussidiaria e dopo

che sia riuscita vana l‟estensione analogica dei propri disposti

normativi speciali;

Scientifica perché nel nostro ordinamento la materia della

navigazione è caratterizzata dal concorso di elementi pubblicistici

e privatistici ed i rapporti scaturenti sono organizzati in modo

organico e sistematico;

Legislativa poiché la materia trova organica sistemazione nel

codice della navigazione;

Le fonti del diritto della navigazione sono individuate dall‟articolo 1 del

codice della navigazione: “In materia di navigazione, marittima, interna

ed aerea, si applicano il presente codice, le leggi, i regolamenti, le

norme corporative e gli usi ad essa relativi. Ove manchino disposizioni

del diritto della navigazione e non ve ne siano di applicabili per

analogia, si applica il diritto civile.2”

Le norme del codice costituiscono il diritto generale della navigazione

rispetto alle norme di diritto della navigazione contenute nelle altre leggi

2ARTICOLO 1, disposizioni preliminari del codice della navigazione, approvato con R.D. 30 marzo

1942, n. 327

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che si pongono come diritto speciale; queste ultime, se anteriori al

codice, conservano la loro efficacia nei limiti del principio “lex posterior

generalis non derogat legi priori speciali”, se posteriori invece,

modificano o integrano l‟ordinamento stabilito dal codice.

In proposito della nozione di nave, invece, il codice all‟articolo 136

sancisce che sia nave “qualsiasi costruzione destinata al trasporto per

acqua, anche a scopo di rimorchio, di pesca, di diporto, o ad altro

scopo.”; trattasi di una definizione assai lata che fa coincidere la

navigazione con il trasporto su acqua, inteso non nel significato ristretto

di persone o di cose, da un luogo all‟altro, bensì nel significato più

ampio di spostamento per un qualsiasi fine. Elementi essenziali della

nave sono “l‟attitudine a galleggiare e l‟attitudine a navigare”, intesa,

la seconda, in senso materiale e risultante da un insieme di condizioni

quali la forma dello scafo, le dimensioni, il sistema di direzione, la

governabilità. La distinzione tra le varie tipologie di navi è così

effettuata:

Navi „maggiori‟: sono le navi d‟altura destinate alla navigazione

di alto mare.

Navi „minori‟: sono le navi costiere destinate alla navigazione

lungo le coste continentali ed insulari dello Stato a distanza non

superiore alle venti miglia e le navi adibite alla navigazione

interna.

Navi „mercantili‟: sono le navi di proprietà privata o pubblica,

esercitata da soggetti privati o pubblici, per il raggiungimento di

uno scopo diverso da quello militare

Nave „militare‟: cioè la nave da guerra o ogni altra nave adibita al

servizio delle forze armate dello Stato, alle dipendenze di un

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comandante militare; ad esse non si applicano, di regola, le norme

del diritto della navigazione.

1.1 La natura giuridica della nave

Nell‟affrontare il problema della qualificazione giuridica, la disciplina

legislativa, considera la nave nella sua entità fisica facendola rientrare

nella categoria delle “cose composte”, cioè risultanti dalla combinazione

di più elementi unificati da una sola destinazione. Si tratta dunque di

oggetti di diritto e la dottrina italiana respinge ad oggi perentoriamente la

teoria che configurava la nave come persona giuridica. Le “res

connexae” conservano la loro individualità anche se dovessero mutare le

singole parti che le compongono. La nave quale “res connexa” è

formata:

Di parti costitutive materialmente inseparabili;

Di parti costitutive materialmente separabili;

Di pertinenze: ossia cose vincolate funzionalmente al mezzo, in

quanto destinate al servizio e all‟ornamento di esso, che

mantengono la loro individualità e sono sempre separabili;

Da accessori: destinati al servizio e all‟ornamento del mezzo ma

ad esso fisicamente congiunti e che non concorrono

all‟individuazione del mezzo stesso;

Se le parti separabili possono avere proprietari diversi e quindi vicende

giuridiche proprie, lo scopo della nostra analisi si dovrà soffermare sulle

parti inseparabili, poiché in questi casi non è concepibile un dominio

separato e l‟appartenenza di esse a proprietari diversi fa sorgere un

regime di comproprietà che per la nave è espresso in carati.

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2. La compartecipazione armatoriale, il sistema dei carati e

l‟impresa di navigazione: L‟armatore

La nave, intesa nella sua interezza, è divisibile in ventiquattro quote di

proprietà chiamate carati, ognuno dei quali è suscettibile di ulteriore

divisione in frazioni. Ciascun comproprietario assume il nome di

“caratista”; ad ognuno di essi è associato lo “ius utendi”, cioè al diritto

di godere del bene si deve rilevare che non appare possibile una

utilizzazione frazionata della nave, poiché la gestione di questa non può

essere oggetto di attuazione pro-quota. Il mezzo nautico comunque

potrebbe essere utilizzato separatamente dal singolo partecipante e per

un certo tempo, in periodi successivi (es. viaggi stagionali) a seguito di

accordo in tal senso tra i comproprietari. In simile ipotesi però, l‟uso del

bene da parte del compartecipante troverebbe fondamento nell‟eventuale

accordo fra le parti e non più nell‟articolo 1102 del codice civile, che

disciplina la comunione di beni, e attribuisce a ciascun condomino la

facoltà di servirsi della cosa comune purché non ne alteri la destinazione.

La figura ricoperta dai primi obbligazionisti Deiulemar, in un primo

momento doveva essere non dissimile da quella del caratista, possessore

di una frazione di carati, per poi andarsi a confondere, con

l‟ingrandimento della compagnia, fra le migliaia di obbligazionisti che

acquisivano titoli emessi dalla società, regolari e non, per reperire

liquidità.

Può essere inoltre utile ai fini di inquadramento della realtà della

compartecipazione armatoriale, la definizione di armatore così come

viene data dall‟articolo 195 del codice della navigazione: “Armatore è

chi assume l‟esercizio della nave, quindi il concetto dell‟esercizio

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prescinde dalla proprietà del veicolo, perché può presupporre anche un

diritto reale limitato (es. usufrutto) o anche un rapporto obbligatorio

(es. contratto di locazione). Il concetto di esercizio prescinde anche

dall‟armamento, ovvero la fornitura di tutto il necessario per la

navigazione. Quindi un soggetto che provveda ad armare la nave non ne

assume l‟esercizio, ma questo viene assunto dall‟armatore”3.

Per poter classificare meglio l‟attività svolta dall‟armatore, il codice

della navigazione stabilisce che essa sia configurata come „impresa di

navigazione‟ quando vi sia l‟utilizzo di una nave o di un aeromobile4. Se

l‟esercizio della nave avesse i requisiti per essere classificato come

impresa di navigazione, allora si applicherà il codice della navigazione,

qualora si tratti di esercizio professionale di un‟attività economico-

produttiva, sarà definita impresa come dal codice civile e quindi

applicata relativa disciplina, a cui si aggiungerà la disciplina del codice

di navigazione. Con riguardo all‟armatore, prima di assumere l‟esercizio

della nave, dovrà fare dichiarazione di „armatore‟ all‟ufficio di iscrizione

della nave o del galleggiante.

3 ARTICOLO 195, L‟armatore e l‟esercente, codice della navigazione, approvato con R.D. 30 marzo

1942, n. 327 4 ARTICOLO 196, Esercizio ed impresa, codice della navigazione, approvato con R.D. 30 marzo

1942, n. 327

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2.1 La compravendita della nave

Un‟ulteriore analisi si può sviluppare sui modi di acquisto della proprietà

della nave, che ci torneranno utili in futuro, poiché si inquadrano nella

teoria dei modi d‟acquisto della proprietà mobiliare con le particolarità

stabilite per i mobili registrati. Il codice della navigazione tuttavia non

disciplina la compravendita di nave, essa è riconducibile alla normativa

dettata dal codice civile e ad una prassi straniera recepita in formulari di

lingua inglese comunemente utilizzati anche nel nostro paese.

Il formulario più diffuso è il “Norwegian Sales Form” che prevede il

seguente schema:

Il venditore, all‟atto della firma, assume immediatamente

l‟obbligazione di vendere la nave;

Il compratore invece si obbliga di depositare solo il 10% del

prezzo presso terzi fiduciari con riserva di gradimento;

La vendita diventa definitiva dopo due visite alla nave da parte

del compratore correlata a due rispettive manifestazioni di

gradimento;

Al termine di queste due visite ispettive il compratore ha la facoltà

assolutamente discrezionale di accettare o rifiutare la nave;

Dopo l‟accettazione del compratore la nave deve essere immessa

in bacino nel luogo in cui è prevista la consegna per la visita della

parte immersa;

La nave viene quindi consegnata al compratore con contestuale

pagamento del saldo del prezzo e liberazione delle somme già

depositate;

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Il venditore rilascia una dichiarazione di vendita (“bill of sale”)

che è atto unilaterale di dismissione di proprietà che deve essere

trascritto nel pubblico registro di iscrizione della nave.

Il Norwegian form, celeberrimo formulario del 1993, è stato di recente

ripensato dall‟ „Associazione Norvegese Shipbrokers‟ („NSA‟), in

collaborazione con „BIMCO‟, ma nonostante gli sforzi il vecchio form

fornisce ancora le basi concettuali al nuovo, che aggiunge solo le

clausole che spesso venivano inserite dagli operatori di settore.5

In particolare, tra le novità più rilevanti, si ritiene utile segnalare le

modifiche alla clausola relativa al pagamento del deposito, che adesso

lascia le parti libere di indicare la percentuale dello stesso (in precedenza

fissata al 10%), prevedendo l‟applicazione automatica del 10% nel caso

di silenzio. La clausola, inoltre, dispone oggi chiaramente che il deposito

debba essere versato entro 3 giorni dal verificarsi delle seguenti

condizioni: firma del contratto, scambio dello stesso tra le parti e

conferma da parte del depositario dell‟avvenuta apertura del conto

deposito. Poiché nella pratica l‟apertura di un conto deposito richiede

tempo e molta documentazione, la clausola adesso pone espressamente

un obbligo a carico delle parti di fornire al depositario tutta la

documentazione necessaria a tal fine. Anche la clausola concernente il

tempo ed il luogo di consegna è stata emendata, nel senso di prevedere

una finestra temporale ben definita entro cui il venditore è legittimato a

dare la “Notice of Readiness”. Inoltre, la nuova clausola dispone che se

la nave non è pronta per la consegna entro la data di cancello il

compratore ha un termine di 3 giorni (nel precedente formulario erano 7)

per accettare la nuova data di cancello proposta dal venditore.

5 Tratto da: www.SHIP2SHORE.it, “il magazine settimanale on-line di shipping, porti, trasporti e

logistica”, 2012.

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L‟accettazione di tale nuova data, viene chiarito, non costituisce però

una rinuncia da parte del compratore al diritto al risarcimento dei danni

per inadempimento del venditore.

Infine, segnaliamo le variazioni alla clausola relativa ai documenti che

devono essere scambiati tra le parti al momento del “closing” e

sostanzialmente consistenti in un allineamento con quelli comunemente

previsti nell‟attuale prassi del mercato.

Chiarita la fattispecie dell‟impresa di navigazione e la figura

dell‟armatore, e come si effettua una compravendita, senza dimenticare il

secolo e oltre di tradizione di associazionismo armatoriale, risulterà già

più comprensibile l‟attività della compagnia di navigazione „Deiulemar‟,

che sarà approfondita nei successivi paragrafi e capitoli.

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2.1 L‟obbligazione Parziaria

Il concetto di partecipazione parziaria consiste nell'unione di capitali di

più investitori per il finanziamento di un progetto economico concreto e

deriva dalle “parti” che compartecipano all'acquisto e alla gestione della

nave. La peculiarità di una partecipazione parziaria consiste nel rimborso

dell'intero capitale proprio versato, ed in una rendita minima prestabilita.

Il capitale proprio versato dai soci cointeressati sarà garantito da

obbligazioni di un ente bancario rinomato al valore nominale. Inoltre la

rendita minima sarà garantita da un fondo risparmi straordinario.

Strettamente collegata alla partecipazione parziaria è la disciplina dettata

dal codice civile in merito all‟obbligazione parziaria, l‟articolo 1314

invero detta:

”Se più sono i debitori o i creditori di una prestazione divisibile e la

obbligazione non è solidale, ciascuno dei creditori non può domandare

il soddisfacimento del credito che per la sua parte, e ciascuno dei

debitori non è tenuto a pagare il debito che per la sua parte”. Ciò che

accomuna l'obbligazione parziaria e l'obbligazione solidale è la pluralità

soggettiva dalla parte del debitore o dalla parte del creditore e l'identità

della prestazione oggetto dell'obbligazione.

Ciò che, invece, distingue l'obbligazione parziaria dall'obbligazione

solidale è la modalità dell'adempimento in quanto, mentre

nell'obbligazione solidale ciascun debitore è obbligato ad eseguire

l'intera prestazione e ciascun creditore può esigerla per intero (con

effetto liberatorio per ciascun debitore ed estintivo per ciascun

creditore), nell'obbligazione parziaria ciascun debitore è obbligato solo

per la quota di partecipazione al rapporto obbligatorio e ciascun creditore

può esigere una quota della prestazione analogamente commisurata alla

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sua quota di partecipazione. Nel caso reale preso in analisi, le

obbligazioni emesse dalla „Deiulemar Compagnia di Navigazione

S.p.A.‟, sono state dapprima una vendita di frazioni di carati e dal 1984

in poi delle obbligazioni con cedola unica annuale, regolari e non, che

garantivano interessi altissimi, e la possibilità di poter richiedere la

restituzione del capitale in qualunque momento, questo ovviamente

avveniva negli uffici privati del „capitano‟ Michele Iuliano,

amministratore unico, per molti anni, della compagnia, e si fondava sulla

parola da questi data.

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2.3 Le obbligazioni Deiulemar

Nel lontano biennio 1969-1970, dall‟intuizione di Michele Iuliano,

Giovanni Della Gatta, e Giuseppe Lembo la „Deiulemar compagnia di

Navigazione S.p.A.‟ acquistò la prima nave per il trasporto di merci,

anche grazie all‟aiuto di diversi caratisti, anche se inizialmente per

modesti importi. E‟ solo dal 1984 che la compagnia inizia ad emettere, in

sette tranches, delle obbligazioni contabilizzate per degli importi via via

crescenti nel tempo. Nella tabella 2.1.1 sottostante6 sono elencate,

classificate per anni, tutte le obbligazioni emesse, prima e dopo

l‟autorizzazione della Consob, che avverrà solo per quelle del 20077,

escludendo migliaia di obbligazioni non contabilizzate, e

successivamente definite irregolari dalla società stessa:

Tabella 2.1.1 (Obbligazione contabilizzate)

Data Emissione Importo in euro Scadenza Tasso Interesse

20/11/1984 75.500 31/12/2018 7%

10/10/1985 559.600 31/12/2018 7%

14/10/1987 783.500 31/12/2018 7%

29/12/1987 1.318.895 31/12/2018 7%

10/10/1996 2.941.100 31/12/2018 7%

30/09/1998 1.009.295 31/12/2018 5,83%

17/12/2007 33.772.000 2018 5,8%

6 Tratto da: www. DEIULEMAR.it, archivio comunicati nell‟area investitori, 2012.

7 Fonte: Avvocato GIUSEPPE COLAPIETRO, difensore obbligazionisti Deiulemar, intervista 2012.

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Riepilogate nella tabella 2.1, com‟è già stato detto, vi sono le

obbligazioni deliberate e iscritte in bilancio, per un complessivo di

40.459.890 euro, proprio come sottolineato nel comunicato della società

stessa: “Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A. rende noto che le

obbligazioni rivenienti da prestiti obbligazionari emessi nell‟ambito di

regolari procedure societarie, come riportati nel bilancio relativo

all‟esercizio chiuso il 31 dicembre 2010, ammontano agli importi della

seguente tabella”89

. La compagnia ha emesso tale comunicato nel

febbraio 2012, ossia quando già la società aveva manifestato tutti i propri

problemi finanziari, e come si potrà notare nel comunicato, viene

sottolineato l‟aggettivo „regolare‟ che riguarda le procedure societarie

normali per l‟emissione di obbligazioni. Ciò avviene poco prima che la

società sia costretta ad ammettere, con un ulteriore comunicato, la

presenza di titoli obbligazionari non regolari tramite la voce

dell‟amministratore unico Roberto Maviglia: ”E‟ emersa la circolazione

di certificati obbligazionari emessi nel corso degli anni al di fuori delle

regolari procedure societarie e, pertanto, connotati da formale e

sostanziale irregolarità”10

. I primi segnali di irregolarità, sono proprio le

metodologie di acquisto di tali certificati obbligazionari, l‟operazione

infatti avveniva in uffici distaccati, spesso in contanti e sulla sola fiducia

della firma di un uomo, Michele Iuliano, ritenuto un benefattore da

un‟intera città e dagli obbligazionisti stessi.

Le obbligazioni, etichettate solo successivamente dalla società come

irregolari, sono state distribuite in tutta la Campania e anche in altre

regioni, tra i vari possessori risulteranno anche personaggi dello

8 Tabella 2.1.1

9 Tratto da: www.DEIULEMAR.it, archivio comunicati nell‟area investitori, 2012.

10 CAPUOZZO N., MOIZO A. (2012). www.SHIP2SHORE.it

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spettacolo e dello sport, attirati da tassi di interesse che in alcuni casi

sfioravano il 14%11

. Molti obbligazionisti Deiulemar ritenevano la

società più sicura di una banca, preferendo i certificati del „capitano‟ sia

per i rendimenti più alti che per la possibilità di un anonimato, che in

banca non è possibile. La situazione che andava degenerando in città, ha

costretto la società a fare un censimento delle obbligazioni cosiddette

irregolari, tenutosi nel mese di marzo 2012; infatti come da intervista

all‟Avvocato Giuseppe Colapietro, del programma „Piazza Pulita‟ del

canale televisivo „La7‟, che indagava sulle difficoltà della compagnia di

navigazione, risulta: ”C‟è stato un rapporto di fiducia, che comunque ha

reso la città abbastanza ricca, ma si è capito che ci fosse qualcosa che

non è andato in maniera regolare… l‟importo delle obbligazioni che c‟è

fuori non è di 41 milioni di euro, ma si parla anche di 700 milioni di

euro. Come può una società oggi dire: “io non so cosa c‟è fuori, non so

quante obbligazioni ci siano, siamo costretti a fare un censimento”12

.”

Pochi giorni dopo, l‟amministratore unico Roberto Maviglia, subentrato

all‟ex amministratore Michele Iuliano, confermerà che il buco nero delle

obbligazioni „parallele‟ aveva raggiunto la forbice fra i 600 milioni e gli

800 milioni, la cifra che già da tempo si era ipotizzata. Ad oggi, fuori

bilancio, risultano quasi 720 milioni di euro di certificati obbligazionari,

firmati da circa 12.000 risparmiatori (10.578 accertati in un primo

censimento, e si suppone ve ne siano altri non partecipanti allo stesso),

letteralmente su un pezzo di carta dall‟inesistente valore legale, se non

per la firma personale, dell‟ex amministratore unico Michele Iuliano,

meglio conosciuto con il soprannome di „capitano‟.

11

Fonte: Avvocato GIUSEPPE COLAPIETRO, difensore obbligazionisti Deiulemar, intervista 2012. 12

Tratto da: „PIAZZA PULITA‟, programma di approfondimento di „La7‟, intervista all‟avvocato

Giuseppe Colapietro, 15/3/2012.

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- 16 -

2.3 La diffusione campana e torrese nella partecipazione

armatoriale.

Risalgono a secoli fa le prime notizie riguardanti la pratica armatoriale in

Europa, la partecipazione armatoriale nello specifico era conosciuta fin

dal secolo XII, quando un‟alleanza di città diede vita alla „Lega

Anseatica‟ detenendo il monopolio dei traffici marittimi per molti secoli,

nei mari del nord. In Campania, terra dalle lunghe tradizioni marinare, si

distinse Amalfi, una delle quattro „Repubbliche Marinare‟. Amalfi ebbe

una storia gloriosa e precoce di potenza marittima, e le navi amalfitane

battevano i mari insieme a quelle veneziane quando le altre repubbliche

ancora dovevano affermarsi. La città campana non occupò mai vasti

territori ma ebbe il dominio commerciale nel Mediterraneo meridionale

ed orientale molto prima di Venezia. Se la sua storia di indipendenza e di

navigazione iniziò molto presto, anche la decadenza arrivò presto,

principalmente a causa dell'arrivo dei Normanni nel Meridione, che

soppressero le autonomie locali per dar vita al grande stato del Regno di

Sicilia, oltre che per la rivalità delle nascenti repubbliche di Pisa e

Genova. Ma vi era anche un‟altra piccola realtà che cresceva all‟ombra

del Vesuvio; il ceto armatoriale della cittadina di Torre del Greco

nacque e si sviluppò a partire dalla seconda metà del XIX secolo, quando

alcune famiglie, che già avevano iniziato a praticare il cabotaggio13

con

due o tre piccoli navigli, fecero il salto di qualità acquisendo un

13

Secondo i linguisti l'etimologia della parola risalirebbe al termine spagnolo càbo, capo, per cui

cabotaggio significherebbe la navigazione da capo a capo, da porto a porto. Il cabotaggio quindi si

riferisce a una navigazione che di solito avviene generalmente sottocosta meno rischiosa quindi

rispetto ad esempio alla traversata in mare aperto.

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- 17 -

bastimento con una capacità di carico prossima o di poco superiore alle

200 tonnellate di stazza, rientrante nella classe brigantino-goletta.

Con l‟aumentare della capacità del carico, il costo del nolo influì meno

sulla mercanzia trasportata, quindi gli interessi dell‟armatore erano nelle

mani del comandante del bastimento, che doveva raggiungere il porto di

destinazione nel più breve tempo possibile, incrementando così i noli.

Altra regola fondamentale che si cercò di rispettare, nei limiti del

possibile, fu quella che il bastimento non doveva mai viaggiare scarico.

Fino alla prima metà dell‟800 i maestri d‟ascia furono i padroni assoluti

nelle costruzioni di barche, barchette, feluconi, gozzi e paranzelli. Il

commercio marittimo, per essere competitivo, richiedeva navigli con una

crescente capacità di carico, ma la legge impediva che i bastimenti di

stazza superiore alle 50 tonnellate, venissero costruiti senza progetti

stilati da personale specializzato. “Con l‟avvento dei costruttori di prima

e seconda classe, i cantieri di Torre del Greco, dopo il 1870, furono

ampliati per costruire navigli di maggiori grandezze, facendo passare i

brigantini-goletta da 27 metri a 35 metri e facendo salire la capacità di

carico da 190 a 250 tsl14

ed oltre.”15

Tale progresso non si ebbe però con il cambio dei materiali di

costruzione, difatti dai cantieri torresi scesero in mare solo vascelli in

legno, e quando la propulsione velica non fu più sufficiente per ovvi

motivi commerciali, si costruirono motovelieri. Il bastimento in legno a

vela fu la nave per eccellenza per gli armatori torresi fino al secondo

decennio del 1900. Agli inizi del XX secolo nessun armatore di Torre

del Greco possedeva piroscafi nella propria flotta. Dopo le due guerre

mondiali la flotta posseduta dalla classe armatoriale torrese era del tutto

14

Tonnellate di stazza lorda. 15

ALTIERO C.A., FORMICOLA A. (2008), Navi e Armatori di Torre del Greco.

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svanita, requisita e iscritta a naviglio ausiliario dello Stato. Nonostante i

ritardi ed i risarcimenti non adeguati, grazie all‟abilità manageriale

acquisita , alcuni armatori svilupparono una fortunata attività armatoriale

a partire dagli anni settanta, e fino ad un biennio fa erano ritornati

prepotentemente ad imporsi nel mercato dello shipping16

. Alla metà degli

anni ‟90, gli armatori torresi e napoletani scoprirono i cantieri cinesi,

capaci di garantire navi a bassissimo costo di manodopera, quasi la metà

dei prezzi europei, e soltanto qualche mese fa, l‟armamento campano

deteneva circa il 50% delle navi italiane. Gli armatori torresi, nonostante

la caduta dei gruppi „Dimaiolines‟ e „Deiulemar‟ possono contare nella

loro schiera ancora diversi nomi illustri, fra i più importanti ricordiamo i

Fratelli D‟Amato, Bottiglieri e altre compagnie come „Perseveranza di

navigazione‟ e „SetSea S.p.A. shipping company‟. Dietro queste realtà

spesso vi erano delle intere dinastie, famiglie dedite all‟attività

armatoriale da secoli, occorre perciò citare le più famose: “Albanese,

Altiero, Borrelli, Bottiglieri, Capano, Coscia, Del Gatto, Della Gatta, Di

Donna, Di Rosa, Ferrara, Frulio, Gaglione, Gambardella, Garofalo,

Iacomino, Lembo, Lisita, Lofaro, Magliulo, Malinconico, Mazza, Miele,

Montella, Palomba e D‟Amato, Perna, Polese, Sallustro, Scarfogliero,

Speranza, Villano, Vitiello”.17

Ai giorni nostri, il contributo degli investitori torresi e non solo, poiché

molti indicano come altri bacini di fonti i comuni limitrofi quali

Ercolano e Torre Annunziata, utilizzano sovente investire nelle grosse

società di armamento che possono garantire tassi d‟interesse maggiori

rispetto alle altre opportunità d‟investimento.

16

Termine inglese che descrive il processo fisico di trasporto via mare di beni e merci. 17

ALTIERO C.A., FORMICOLA A. (2008), Navi e Armatori di Torre del Greco.

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CAPITOLO II

IL CRAC DEIULEMAR: LA „PARMALAT DEL MARE‟

SOMMARIO : 1. Deiulemar compagnia di navigazione S.p.A.: Il percorso

-1.1. Le navi di proprietà del gruppo. -1.2. L‟impero dello shipping: Le scatole

cinesi. -1.3. Lo schema di Ponzi. Somiglianze. -1.4. Il fallimento. 2. Kpmg, la

società di revisione. -2.1. Gli ultimi bilanci. (2009-2010).

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1. Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A.: Il percorso.

Nel campo armatoriale di Torre del Greco la „Deiulemar‟ nasce nel

1967, e i suoi soci fondatori Giovanni Della Gatta, Michele Iuliano e

Giuseppe Lembo, dopo lunghe esperienze per mare, appoggiati dai

rispettivi gruppi familiari, accomunano le loro forze per l‟acquisto di un

piroscafo varato nel 1949 di 2.458 tsl, ribattezzato „White Pony‟. La nave

dopo cinque anni di attività sarà demolita da una ditta di La Spezia.

Nello stesso periodo, il 1968, viene eseguito l‟acquisto di un Pf 18

di

2.701 tsl al quale viene dato il nome „Giulia‟, ma anche questa nave sarà

ceduta e demolita nel 1973. Con atto del 19 giugno 1969 è costituita la

“Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A.” con sede in Cagliari e

con ufficio in Torre del Greco alla via Roma, 14. Dall‟acronimo dei tre

imprenditori Della Gatta, Iuliano e Lembo, nasce la denominazione „DE-

IU-LE-MAR‟. La prima nave della nuova società è denominata „Gina

Iuliano‟, acquisto del settembre 1970, ed è un piroscafo di 4.815 tsl

varato in Danimarca ventuno anni prima. Sempre nel 1970 è costituita

una nuova società denominata “Fontanamare Compagnia di

Navigazione” con sede in Cagliari. Negli anni successivi vengono

acquistate e cedute diverse navi, incrementando progressivamente la

flotta societaria. La strategia adottata nei primi anni di attività è basata

sull‟impiego di navi di proprietà prevalentemente con contratti a tempo e

sull‟acquisto di navi sempre più veloci ed efficienti. Successivamente la

società decide di modificare la propria strategia incrementando sia il

rinnovamento della flotta, sia una consistente attività di noleggio di navi

di terzi per sfruttare al massimo i contratti attivi sottoscritti. All‟inizio

18

Abbreviazione usata per indicare un piroscafo.

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- 21 -

degli anni ‟80 l‟attività di noleggio di navi da trasporto di terzi viene

incrementata sempre più, rispetto all‟impiego di flotta di proprietà

societaria. Nel 1994 viene a mancare il comandante Giovanni Della

Gatta al quale succedono i figli capitani Pasquale ed Angelo che già da

tempo affiancavano il padre nell‟attività di famiglia. Negli anni dal 2001

al 2004, pur continuando a potenziare la flotta di proprietà, viene

consolidata l‟attività di noli, la flotta societaria contava 14 unità, con una

capacità complessiva pari a tonnellate 1.305.319.

Successivamente la società, proseguendo nell‟attuazione della sua

politica di rinnovamento e di riposizionamento strategico della flotta, va

avanti con la dismissione delle navi dotate di caratteristiche tecniche

obsolete, con l‟obiettivo , tra l‟altro, di focalizzare l‟attività nel settore

dei trasporti di merci secche alla rinfusa19

.

Nell‟ambito dell‟evoluzione descritta, a partire dal 2002, la società, in

presenza di una volatilità particolarmente elevata nel mercato dei noli,

privilegerà i contratti a tempo detti „Time charter party‟ in luogo dei

contratti a viaggio, i „Voyage charter party‟.

Tra le novità del periodo, abbiamo i noli dell‟anno 2003, con contratti

„Time charter party‟ di due navi di tipo „Kamsarmax‟20

, la „Micaela

Lembo‟ e la „Filomena Della Gatta‟, con l‟opzione di acquisto della

nave a partire dal terzo anno di decorrenza del contratto.

Il 1° Giugno 2005, per poter gestire più efficacemente l‟attività di

trasporto marittimo viene costituita la „Deiulemar Shipping S.p.A.‟, dove

confluisce tutta la flotta, distaccandola dal complesso delle attività

differenti esercitate. Negli anni recenti, a partire dalla costituzione della

19

Fonte: ALTIERO C.A., FORMICOLA A. (2008), Navi e Armatori di Torre del Greco 20

Il termine Kamsarmax identifica quelle navi, quasi esclusivamente utilizzate per il trasporto della

bauxite, che possono accedere al porto di Kamsar in Guinea. I limiti dimensionali sono costituiti dalla

lunghezza che non deve superare i 229 m.

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- 22 -

società gemella Deiulemar Shipping S.p.A., sono state commissionate

nuove navi, alcune delle quali dovevano essere consegnate anche nel

2012. Il 27 luglio 2005, la Deiulemar Compagnia di Navigazione ha

stipulato con la „Clio Marine Inc‟ un contratto per la costruzione di una

BC21

modello „Kamsarmax‟ DWT22

82.300 M.T.23

, costruita in Giappone

presso il cantiere „Tsuneishi Corporation‟ corredandola dei più moderni

standard tecnici-ambientali. Il 27 ottobre 2006, con lo stesso cantiere

giapponese vengono stipulati altri due contratti per la produzione di navi

gemelle da DWT 82.100 M.T. tipo BC „Kamsarmax‟, con consegna entro

il 2009 per una, e 2010 per l‟altra.

Successivamente sono iniziati i rapporti con i cantieri cinesi „New Times

Shipbuilding‟ per la produzione di tre BC di 176.000 DWT da

realizzarsi, una per la Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A., e le

altre due commissionate da Deiulemar Shipping S.p.A., con consegna tra

il 2010 e il 2011. Nel frattempo nel 2008 viene costituita la società

„DILCA‟ in compartecipazione con la società „CARERI‟ di Novara, con

presidente del consiglio di amministrazione il capitano Leonardo Lembo,

e membro dello stesso consiglio, il capitano Michele Iuliano. La nuova

società, nello stesso anno, acquista due navi da adibire al trasporto di

LPG24

: la „Ocean Prima‟ e la „Ocean Primary‟ battenti bandiera del

Regno Unito. I due comandanti Lembo e Iuliano, erano in

contemporanea rispettivamente, membro del consiglio di

„CONFITARMA‟ e amministratore unico della società „Deiulemar

Compagnia di Navigazione S.p.A.‟, e ricoprivano entrambi numerosi

altri ruoli, fino ai recenti scandali.

21

Nave “Bulk Carrier”, in italiano detta “Portarinfuse” 22

“Dead Weight Tonnage”: Stazza portata lorda. 23

Megatonnellate. 24

“Liquefied petroleum gas”, Gasiera: è un tipo di nave cisterna adatto al trasporto di gas di petrolio

liquefatto.

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- 23 -

Il 3 febbraio 2012, un comunicato sul sito della società dichiara:

“DEIULEMAR COMPAGNIA DI NAVIGAZIONE S.p.A. a socio unico:

accettazione nomina nuovo amministratore unico e comunicazioni in

ordine alla situazione societaria.

La DEIULEMAR COMPAGNIA DI NAVIGAZIONE S.p.A. a socio unico

rende noto che, in data odierna, l‟Avv. Roberto Maviglia ha accettato la

nomina ad amministratore unico, con una funzione di garanzia della

società, dei creditori e degli investitori, deliberata dall‟assemblea dei

soci tenutasi in data 28 gennaio 2012.”

Maviglia sostituiva lo storico amministratore Michele Iuliano, lo

ricordiamo detto „capitano‟, che morirà il 9 maggio dello stesso anno,

colto da malore durante una perquisizione nella sua casa della guarda di

finanza.

Il capitano Leonardo Lembo è membro del c.d.a. della Deiulemar

Shipping, e si interessa, nell‟ambito della società , dell‟ufficio noleggio e

compra/vendita, del ramo riguardante le assicurazioni, la parte legale e la

gestione dei contratti derivati singoli, è membro della Commissione

Navigazione Oceanica di Confitarma. Per quanto riguarda le risorse

umane impiegate, le persone imbarcate sulle navi sono più di 300 a

rotazione, nello shipping sono utilizzati 50 impiegati. Le sedi legali

erano situate a Torre del Greco, in via Tironi, 3, per la Deiulemar

Compagnia di Navigazione S.p.A. e in via Marconi, 21, per la Deiulemar

Shipping S.p.A.

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- 24 -

1.1 Le navi di proprietà del gruppo.

Il gruppo, afferente alle famiglie fondatrici della Deiulemar Compagnia

di Navigazione S.p.A., è spesso stato diviso in due generazioni, la prima

generazione fondatrice della società da cui l‟attività ha avuto inizio, e la

seconda, creata dai figli dei soci fondatori della prima compagnia.

Le navi di proprietà, tra acquistate, da ritirare, e con consegna successiva

al fallimento, al maggio 2012, risultavano in un numero pari a 20, più 45

noli di navi da terzi. Queste 20 navi facevano però capo a diverse

società, tra controllate, controllanti e collegate: dal bilancio consolidato

della società di revisione „Kpmg‟25

esse risultavano appartenere in

numero di 16 alla Deiulemar Shipping S.p.A. che ne controllava 14

direttamente e 2 tramite la controllata „Ledi Shipping‟, le altre navi erano

di proprietà della Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A. nel

numero di 3, e altre 2, le gasiere, in comproprietà con la società

„DILCA‟. Le altre non sono mai state ritirate, o vendute, a causa dei

problemi di liquidità che hanno portato la società al fallimento. Nel caos

generato dalla crisi, l‟elenco più aggiornate delle motonavi di proprietà,

o in qualche modo attribuibili al gruppo sono elencate nella tabella 1.1.1

a pagina seguente.

25

„KPMG‟ è un Network di servizi professionali alle imprese, specializzato nella revisione e

organizzazione contabile, nella consulenza manageriale e nei servizi fiscali, legali e amministrativi.

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- 25 -

Tabella 1.1.1 (Navi risultanti al maggio 2012)

Nome Nave Proprietario Tipo-Dtw In servizio dal

Leonardo lembo Deiulemar Shipping BC 75.473 Marzo 1996

Pasquale Della Gatta Deiulemar Shipping BC 75.473 Luglio 1996

Giovanni Iuliano Deiulemar Shipping BC 75.473 Marzo 1997

Filippo Lembo Deiulemar Shipping BC 75.473 Luglio 1997

Filomena Lembo Deiulemar Shipping BC 75.473 Luglio 1997

Giuseppe Lembo Deiulemar Shipping BC 172.632 Febbraio 1999

Gina Iuliano Deiulemar Shipping BC 122.760 Marzo 1990

Luciana Della Gatta Deiulemar Shipping BC 122.760 Luglio 1990

Giovanni Della Gatta Deiulemar Shipping BC 64.796 Novembre 1987

Micaela Della Gatta Deiulemar Shipping BC 82.551 2009

Valeria Della Gatta Deiulemar C.d.N. DCN26

82.100 Agosto 2009

Hull-1435-Giappone Deiulemar Shipping BC 82.551 2009

Hull 1436-Giappone Deiulemar Shipping DCN 82.100 Marzo 2010

Città di Torre del Greco Deiulemar Shipping DCN 176.000 Mai ritirata

Hull 117629-Cina Deiulemar Shipping DS27

176.000 2011

Hull 117631-Cina Deiulemar Shipping DS 176.000 Mai ritirata

LPG Ocean Prima Deiulemar Shipping GASS 4.026 2007

LPG Ocean Primary Deiulemar Shipping GASS 4.026 2007

Michele Iuliano Deiulemar C.d.N.28

BC 82.551 Settembre 2006

Stefania Lembo Deiulemar C.d.N. BC 82.117 2010

26

La „Valeria Della Gatta‟ è una „Bulk-Carrier‟ di classe „Capesize‟ 27

Anche le ultime motonavi sono „Bulk-Carrier‟ di classe „Capesize‟, la classe indica la dimensione,

e la tipologia di stretto che possono attraversare. Nello specifico originariamente queste classi erano

adibite alla circumnavigazione dell‟Africa poiché troppo grandi per gli stretti di Suez e Panama. 28

Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A.

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Particolare è la situazione delle motonavi fatte costruire in Cina, nei

cantieri „New Times Shipbuilding‟, due di esse, l‟ „Alberta Della Gatta‟ e

quella che doveva chiamarsi la „Raffaele Iuliano‟, non sono mai state

ritirate dalla Deiulemar, fatto ancora più simbolico visto che la seconda

era stata ribattezzata „Città di Torre del Greco‟ “per dare ai cittadini-

obbligazionisti una dimostrazione tangibile di dove fossero stati investiti

i loro soldi”29

. La Città di Torre del Greco è stata venduta a Dynacom e

anche l‟Alberta Della Gatta verrà venduta dal cantiere: il collegio dei

curatori fallimentari, dopo un‟attenta analisi della situazione e di un

contenzioso che stava sorgendo con l‟istituto di credito finanziatore della

commessa, ha optato per non ritirarla perdendo gli anticipi versati negli

esercizi passati. A prendere in consegna la nave è stata infatti la banca

Deutsche Schiffsbank che l‟ha immediatamente rivenduta alla società

greca Sea Traders SA (Gruppo Dynacom) per circa 38 milioni di dollari.

Il prezzo unitario originariamente pattuito da Deiulemar nel marzo del

2008 per tre navi gemelle era invece di 82 milioni di dollari. La vendita

della nave, se da un lato libererà la società torrese da ogni contenzioso

con Deutsche Schiffsbank, dall‟altro rappresenta una notizia meno buona

per i creditori e per i quasi 12 mila risparmiatori che avevano investito

nella società circa 720 milioni di euro e non potranno contare su questo

asset nell‟attivo fallimentare.

29

CAPUOZZO N., MOIZO A. (2012), Deiulemar non ritira le navi appena costruite in Cina.

www.SHIP2SHORE.it

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1.2 L‟impero dello shipping: Le scatole cinesi.

“E‟ grazie ai soldi degli investitori che è cresciuto quest‟impero, 20 navi

di proprietà in giro per il mondo, hotels, e tanti immobili, tra cui

l‟antichissimo palazzo „D‟Avalos‟ a Napoli, perfino il palazzo della

questura torrese è loro, tutta Torre del Greco è loro, sono così potenti

che le vie hanno preso il loro nome.”30

Decine di società, incastrate ad arte per un progressivo svuotamento

della società iniziale, la Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A.,

tutto al fine di occultare proprietà e tesori degni di un impero, e farli

finire nei paradisi fiscali, “una truffa premeditata” secondo l‟Avvocato

Giuseppe Colapietro che difende un gruppo di obbligazionisti.

Spoliazione della società e utili portati all‟estero attraverso trust aperti in

paradisi fiscali, a ricostruire questo scenario è stata anche la Guardia di

Finanza. Il Procuratore della Repubblica, Raffaele Marino, ha spiegato

che un‟importante condotta distrattiva è stata messa in essere e riguarda

la spoliazione nel 2005 dell‟azienda da parte delle tre famiglie Della

Gatta, Iuliano e Lembo, quando ormai il debito si era consolidato e non

era più estinguibile. Quell‟anno la Deiulemar Compagnia di Navigazione

cedette quasi interamente la flotta di proprietà alla nascente Deiulemar

Shipping, depauperando così il proprio patrimonio e contestualmente

evitando che utili futuri potessero restare in società, dove oramai il

dissesto finanziario era conclamato. Quell‟anno 11 navi vennero vendute

da Deiulemar Compagnia di Navigazione a Deiulemar Shipping per 145

milioni di euro mentre, secondo le stime di mercato date dai tecnici

incaricati dalla procura, il loro valore ammontava a 291 milioni.

Con lo svuotamento della Deiulemar Compagnia di Navigazione, l‟utile

prodotto dalle navi distratte fu portato all‟estero, attraverso la

30

Tratto da: „PIAZZA PULITA‟, programma di approfondimento di „La7‟.

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- 28 -

lussemburghese Poseidon International S.A. e ulteriori tre fiduciarie

lussemburghesi controllanti la Poseidon stessa. In seguito sono stati

utilizzati ulteriori schermi giuridici costituiti da alcuni trust di diritto

estero e ripartiti tra la nuova generazione delle tre famiglie, cioè i fratelli

Angelo, Pasquale e Micaela Della Gatta, i fratelli Filippo e Leonardo

Lembo e Giovanna Iuliano. Non è bastato il danno agli obbligazionisti,

s‟è scoperta anche una milionaria truffa al fisco: gli utili venivano

ripartiti su soggetti di diritto estero che fungevano solo da filtro e non

erano caratterizzati da alcuna operatività, consentendo alla nuova

generazione delle tre famiglie dei soci fondatori di eludere le tasse

presentando delle dichiarazioni dei redditi infedeli. Nel caso specifico è

stata contestata anche l‟aggravante della transnazionalità per aver creato

in più di uno Stato (Malta, Lussemburgo, Portogallo e Irlanda) società e

trust finalizzati sia a far perdere le tracce dell‟attività e dei beni inseriti

nel patrimonio della Deiulemar Compagnia di Navigazione, sia ai fini di

evasione ed elusione fiscale31

. In tale giro quindi i soci avrebbero

incassato i soldi dietro lo schermo di trust offshore, ma fare luce

sull‟architettura societaria delle „due‟ Deiulemar e su eventuali legami

fra esse è impresa tutt‟altro che semplice.

Il socio unico della compagnia è Deiulemar Holding S.p.A., società a sua

volta controllata (la cessione da parte delle tre fiduciarie

precedentemente proprietarie è dell‟aprile 2008, ma è stata registrata

solo poche settimane fa) dal socio unico Lamain S.A., società di diritto

lussemburghese. Questa è stata costituita (evidentemente ad hoc per

l‟acquisizione di Deiulemar Holding) nel marzo 2008, con sottoscrizione

di tutte le quote da parte di Taggia LXVII - Consultadoria e Servicos,

31

Tratto da: www.SHIP2SHORE.it, “il magazine settimanale on-line di shipping, porti, trasporti e

logistica”, 2012.

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Sociedade Unipessoal Lda, società di Madeira, creata nel 2005 dalla

conterranea MLGT Madeira – Management&Investment, S.A., il cui

responsabile è l‟avvocato Manuel Freitas Pita, dello studio legale

portoghese Morais, Leitão, Galvão, Teles, Soares da Silva. Pita è

specializzato nella consulenza alle aziende interessate ad approfittare

delle particolarità legislative e fiscali di Madeira. Socio unico di

Deiulemar Shipping è invece la lussemburghese Poseidon International

S.A., costituita nel 2005 (anno di fondazione di Deiulemar Shipping) con

sottoscrizione di tutte le azioni da parte di Société Européenne de

Banque S.A., il cui azionista unico è Intesa Sanpaolo Holding

International S.A. (naturalmente controllata dalla nostrana Intesa

Sanpaolo), il cui direttore Christophe Velle, non a caso, ha presieduto dal

2007 al novembre 2011 il consiglio di amministrazione di Poseidon,

insieme a Sébastien Schaack. Supponendo che, in entrambi i casi, i veri

proprietari siano velati da accordi fiduciari intercorsi con i

summenzionati veicoli finanziari lussemburghesi, l‟unico legame

evidente, fra le due Deiulemar, che si evince da tutto ciò è rappresentato

dal fatto che, quando Poseidon viene costituita nel 2005, il presidente del

c.d.a. è (lo rimarrà fino all‟agosto 2007, prima di lasciare a Velle) il

romano Ferdinando Cavalli, oggi membro del c.d.a. di Lamain, in

rappresentanza della quale ha partecipato all‟assemblea di approvazione

del bilancio 2010 di Deiulemar Holding32

. Il bilancio consolidato del

2005 della capogruppo, fornisce molte prove di collegamenti fra le

società della famiglia „Deiulemar‟, come da Immagine 1.2.1:

32

MOIZO A.(2012), I complicati intrecci della galassia Deiulemar. www.SHIP2SHORE.it

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- 30 -

Immagine 1.2.133

(Bilancio consolidato)

Il bilancio consolidato, nei rapporti con le controllate, esplicitamente

dichiara: “Nel corso del 2005 i rapporti economico/finanziari con la

società controllata Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A. hanno

riguardato il pagamento del secondo acconto IRES, per l‟anno 2005 e

l‟incasso di riserve di utili, oltre la restituzione di un versamento in

conto futuro aumento di capitale. I rapporti con le società controllate al

100%, sono stati di natura esclusivamente economica e a condizioni di

mercato”.

Altri collegamenti, tra varie società facenti capo al gruppo Deiulemar,

sono desumibili dalla „Relazione sulla gestione e bilancio dell‟esercizio

chiuso al 31 dicembre 2008‟ questa volta quella diffusa dalla controllata

„Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A.‟ in cui vi è la sezione

“Rapporti con le imprese controllanti, controllate, collegate ed altre”:

33

Bilancio consolidato 31/12/2005, Deiulemar Holding S.r.l., capitale sociale 45.000.000 di euro.

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“Nel corso dell‟esercizio Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A.

ha intrattenuto, con le società indicate nella seguente tabella, rapporti di

natura commerciale e finanziaria. Si tratta in ogni caso di rapporti posti

in essere nell‟ambito della normale attività di gestione, regolati

comunque a condizioni contrattuali stabilite dalle parti in linea con le

ordinarie prassi di mercato34

”. In tale sezione è presente la tabella costi,

ricavi, crediti e debiti della capogruppo Deiulemar Holding S.p.A. e

delle controllate, riportata nell‟Immagine 1.2.2:

Immagine 1.2.2 (Costi e Ricavi del gruppo)

(Nella tabella si notino i quasi nulli ricavi prodotti dalla capogruppo.)

In estrema analisi sui rapporti intercorrenti fra il gruppo, e del complesso

rapporto di partecipazione fra le decine di società messe in piedi dalle

famiglie torresi, possono essere riportati una serie di comunicati societari

riguardanti le cessioni o scissioni di rami d‟azienda:

34

Bilancio d‟esercizio chiuso il 31/12/2008, Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A., a socio

unico.

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- 32 -

“DEIULEMAR Compagnia di Navigazione S.p.A. a socio unico,

comunica che, in data odierna, l‟assemblea straordinaria della

società ha approvato il progetto di scissione parziale del proprio

ramo d‟azienda relativo al trasporto carichi liquidi e alla gestione

dei contratti derivati sui noli nella società DEIULEMAR Tankers

S.r.l.. Per effetto delle valutazioni dei crediti-debiti relativi ai

contratti delle navi tankers, preposte al trasporto di carichi

liquidi, e di tutti i contratti derivati sui noli di cui la DEIULEMAR

Compagnia di Navigazione S.p.A. è attualmente titolare, il ramo

scisso assume, allo stato, un valore di € 2.746.019, con

conseguente diminuzione del patrimonio netto di DEIULEMAR

Compagnia di Navigazione S.p.A. a seguito della scissione da €

60.607.468 a € 57.861.449. II rapporto debitorio relativo alle

obbligazione emesse dalla DEIULEMAR Compagnia di

Navigazione S.p.A resterà integralmente in capo alla stessa

DEIULEMAR Compagnia di Navigazione S.p.A.35

“DEIULEMAR Compagnia di Navigazione S.p.A. a socio unico

comunica che, in esecuzione della delibera di assemblea del 16

novembre 2011, è stata perfezionata la cessione del ramo

d‟azienda relativo alle navi di proprietà, ai relativi contratti di

nolo, al personale di bordo e quello amministrativo dedicato,

all‟avviamento, agli altri rapporti, ivi compresi i debiti relativi ai

finanziamenti navali, ed alle altre componenti attive e passive del

ramo d‟azienda stesso, mediante cessione della società

interamente partecipata “LEDI SHIPPING S.r.l.”, conferitaria

del predetto ramo d‟azienda, al prezzo di Euro 27.338.569,19,

determinato sulla base della perizia effettuata sul ramo d‟azienda

35

Comunicato del 30 settembre 2010, dell‟amministratore unico Michele Iuliano.

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- 33 -

stesso, applicando il metodo analitico patrimoniale con rettifica

reddituale.36

“Compagnia di Navigazione S.p.A. a socio unico, comunica che,

in data odierna, l‟assemblea dei soci ha autorizzato l‟operazione

di cessione del ramo d‟azienda relativo alle navi di proprietà

“Stefania Lembo“ e “Valeria Della Gatta“ congiuntamente ai

relativi contratti di nolo, al personale di bordo e quello

amministrativo dedicato a dette navi, all‟avviamento relativo alla

gestione delle stesse, agli altri rapporti e alle altre componenti

attive e passive del ramo d‟azienda ivi compresi i debiti relativi ai

finanziamenti navali, da attuarsi mediante conferimento del ramo

di azienda stesso nella società interamente partecipata “LEDI

SHIPPING S.r.l.” e successiva vendita della integrale

partecipazione nella società medesima al prezzo da determinarsi

in relazione alla valutazione peritale del ramo d‟azienda

conferito, effettuata sulla base del metodo analitico patrimoniale

con verifica reddituale.37

36

Comunicato del 29 dicembre 2011, dell‟amministratore unico Michele Iuliano. 37

Comunicato del 16 novembre 2011, dell‟amministratore unico Michele Iuliano.

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1.3 Lo schema di Ponzi. Somiglianze.

La crescente richiesta di credito tramite l‟emissione di nuove

obbligazioni Deiulemar, come già constatato con cifre sempre crescenti e

interessi stratosferici, ha attratto in società un vero tesoro in oltre 40

anni, 720 milioni di euro, che a buon diritto fa sostenere all‟Avvocato

Giuseppe Colapietro che: “l‟impatto sui risparmiatori è stato peggiore

rispetto ai due miliardi volatilizzatisi nel crac Parmalat, poiché la

Parmalat era una multinazionale quotata, e vantava risparmiatori

piccoli o anche piccolissimi ma su scala mondiale. Nel caso della

Deiulemar Compagnia di Navigazione, quella cifra è enorme vista la

zona ristretta, manda in crisi un‟intera regione, e l‟impatto su zona più

circoscritta, sarà molto più dannoso.38

La società con quei soldi acquisiti, è cresciuta rapidissimamente, uno dei

segnali che sono stati sottovalutati dagli addetti ai controlli, da „Kpmg‟ a

Consob, ed è riuscita a pagare effettivamente gli interessi promessi, fino

al gennaio 2012, quando la crisi di settore, e la società ormai svuotata da

ogni utile, ha fatto collassare il castello fragile eretto. L‟Avvocato Linda

Di Donna ha paragonato l‟attività degli ultimi anni, ad un vero schema di

Ponzi39

, poiché una volta resisi conto di non poter rientrare più dal debito

accumulato, i soci hanno tentato la fuga con il tesoro distratto tramite i

trust internazionali. Lo schema di Ponzi, è bene ricordarlo, prende il suo

nome dall‟inventore Charles Ponzi, un italo-americano considerato il più

grande truffatore della storia statunitense. E‟ un modello economico di

vendita truffaldino che promette forti guadagni alle vittime a patto che

queste reclutino nuovi "investitori", a loro volta vittime della truffa.

38

Fonte: Avvocato GIUSEPPE COLAPIETRO, difensore obbligazionisti Deiulemar, intervista 2012. 39

Avvocato Linda Di Donna, iscritta nel registro praticanti di Torre Annunziata, abilitata alla

professione forense, intervista 2012.

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- 35 -

Lo schema di Ponzi permette a chi comincia la catena e ai primi

coinvolti di ottenere alti ritorni economici a breve termine, ma richiede

continuamente nuove vittime disposte a pagare le quote. I guadagni

derivano infatti esclusivamente dalle quote pagate dai nuovi investitori e

non da attività produttive o finanziarie. Il sistema è naturalmente

destinato a terminare con perdite per la maggior parte dei partecipanti,

perché i soldi "investiti" non danno alcuna vera rendita né interesse,

essendo semplicemente incamerati dai primi coinvolti nello schema e

saranno usati inizialmente per rispettare le promesse. La diffusione della

truffa spesso diventa di tale portata da renderla palese, portando alla sua

interruzione da parte delle autorità. Le caratteristiche tipiche sono:

Promessa di alti guadagni a breve termine;

Ottenimento dei guadagni da escamotage finanziari o da

investimenti di "alta finanza" documentati in modo poco chiaro;

Offerta rivolta, all'epoca in cui fu architettata la truffa, ad un

pubblico non competente in materia finanziaria;

Investimento legato ad un solo promotore o azienda.

Risulta evidente che il rischio di investimento in operazioni che sfruttano

questa pratica è molto elevato. Il rischio è crescente al crescere del

numero degli iscritti, essendo sempre più difficile trovare nuovi adepti.

Man mano che il giro aumenta, il truffatore naturalmente comincia ad

intravedere il momento in cui non restituirà più nulla a fronte dei

versamenti che, nel frattempo, sono cresciuti nei mesi assieme alla

fiducia per il fantomatico operatore di borsa. Un bel giorno il truffatore

contatta simultaneamente tutte le vittime e come di consueto propone un

investimento. Questa volta, però, garantisce rendite davvero elevatissime

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e tutti saltano sul carro con cifre importanti. Nel frattempo il giro delle

vittime è arrivato a diverse decine, centinaia di persone. All‟ uomo basta

incassare tutto e scomparire nell‟ombra. In Italia, Stati Uniti e in molti

altri Paesi, questa pratica è un reato, essendo a tutti gli effetti una truffa.

Molti dei punti qui dibattuti, assomigliano in modo raccapricciante alla

vicenda Deiulemar, a partire dalle obbligazioni con rendimenti stellari,

per passare alla crescente quantità di obbligazioni emesse, e finendo a

prendere soldi a prestito da risparmiatori, non consci delle attività

sempre minori di un impresa svuotata, per dirottare gli utili altrove

lasciando tutti al verde, venendo meno a quelle promesse a cui tutti

credevano. Si deve altresì precisare che il paragone può risultare fin

troppo duro e forzato, per un gruppo che comunque ha sempre creato

utili da una reale attività di navigazione, ma che può rendere l‟idea di

uno schema volto a salvare la propria persona da una situazione ormai

insostenibile, nello specifico caso la figura dei soci fondatori, piuttosto

che privilegiare i risparmiatori.

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1.4 Il fallimento.

“Cronaca di una morte annunciata. E‟ fallita la quarta compagnia di

navigazione d' Europa, protagonista di un crac da tempo previsto e dello

stesso ordine di grandezza della Parmalat, che ha messo in ginocchio la

quarta città della Campania, Torre del Greco, che in questo pessimo

clima si avvia al voto, domenica prossima. La notizia è volata in fretta

ieri mattina dal tribunale di Torre Annunziata fino alle strade di Torre

del Greco, sede dei tanti uffici della Deiulemar. La Compagnia di

navigazione Deiulemar ha 720 milioni di debiti per 10 mila creditori

accertati attraverso un censimento, al quale però non hanno aderito si

presume un paio di migliaia di altri risparmiatori. E nella cittadina

vesuviana c' è stata, agli studi dei legali, la corsa dei tanti che avevano

versato denaro contante in cambio di una ricevuta «impropriamente -

dicono gli avvocati - chiamata "obbligazione"». Proprio come una gara

per cercare di ottenere prima possibile l' iscrizione al dichiarato

fallimento. Il finale di partita arriva dopo mesi di dubbi, paure dei

creditori di non riavere mai più i loro soldi e pubbliche dichiarazioni

degli armatori, culminate nella lettera firmata dal capitano Michele

Iuliano poi deceduto.40

Dopo mesi di silenzio (sopra si legge un estratto da “La Repubblica”), la

stampa nazionale dava risalto a quanto già si vociferava da mesi: E‟ il 2

maggio 2012, con sentenza del tribunale di Torre Annunziata, viene

dichiarata fallita la Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A., il

destino della società armatrice è ora nelle mani di tre curatori

fallimentari nominati dal magistrato del tribunale di Torre Annunziata

Massimo Palescandalo: sono Antonella De Luca di Napoli, Vincenzo

40

Tratto da: CERVASIO S. (2012), La Deiulemar è fallita Torre del Greco trema. “La Repubblica”.

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Mascillo di Milano e Giorgio Costantino di Bari, docenti universitari di

diritto tributario. La sentenza scritta dal collegio di giudici composto da

Palescandalo, Francesco Coppola e Linda D'Ancona, è arrivata dopo la

presentazione di un' istanza di fallimento inoltrata al tribunale di Torre

Annunziata da sette creditori che avevano fatto ricorso agli avvocati per

crediti che ammontavano complessivamente a 2,7 milioni. Nei giorni

precedenti la società armatrice aveva presentato un concordato

preventivo in cui si rendevano disponibili i beni della compagnia e in

parte dell' altra società del gruppo, la Shipping. I giudici hanno ritenuto

l'offerta inferiore a quello che i creditori potrebbero recuperare dal

fallimento, ma c‟è comunque l‟aspetto negativo: la sentenza ha lasciato a

casa molti dipendenti della compagnia. Successivamente è finita in

manette tutta la dinastia di armatori, accusati di associazione per

delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, truffa aggravata ai

danni dello Stato, infedele dichiarazione dei redditi, riciclaggio e raccolta

abusiva del risparmio. Destinatari delle ordinanze di custodia cautelare

sono: i fratelli Angelo e Pasquale Della Gatta, la madre dei due, Lucia

Boccia, finita agli arresti domiciliari, la sorella Micaela Della Gatta,

Giuseppe Lembo, l'unico fondatore superstite dell'impero Deiulemar,

agli arresti domiciliari, i suoi figli Filippo e Leonardo Lembo, la sorella

Maria Luigia Lembo, solo arresti domiciliari per la vedova di Michele

Iuliano, morto per un infarto pochi mesi prima e carcere anche per

Giovanna Iuliano figlia di quest‟ultimo. La finanza ha, inoltre, eseguito

il sequestro di beni per un valore di circa 323 milioni di euro. In

particolare, i provvedimenti riguardano 10 motonavi, partecipazioni

societarie e beni immobili e scaturiscono dall‟attività investigativa

relativa all‟ingente bancarotta. Questa prima tranche di sequestri,

risalenti al luglio 2012 è stata successivamente integrata da sequestri per

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30 milioni di euro, aggiungendo un edificio in via Crispi a Napoli, una

villa in via Marina Piccola a Capri e numerose abitazioni che affacciano

sulle strade dello shopping di Torre del Greco, un patrimonio dunque da

350 milioni di euro.

Col rovesciamento di fortuna della società, l'intera cittadinanza si è

rivoltata contro i proprietari della compagnia di navigazione

trasformando così il fallimento della società in un gigantesco problema

di ordine pubblico. In questi mesi, si sono susseguiti episodi di violenza

nei confronti dei familiari degli armatori sfociati nella profanazione della

tomba di Michele Iuliano.

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- 40 -

2. Kpmg, la società di revisione.

„KPMG‟ è un Network di servizi professionali alle imprese, specializzato

nella revisione e organizzazione contabile, nella consulenza manageriale

e nei servizi fiscali, legali e amministrativi. Il Network „KPMG‟ è attivo

in 152 Paesi del mondo con oltre 145 mila professionisti. E‟ presente in

Italia da oltre 50 anni, con più di 3 mila professionisti, 169 Partner, 28

sedi sull‟intero territorio nazionale e oltre 5.000 clienti41

.

Fa parte delle cosiddette „Big Four‟, ovvero le quattro società di

revisione che a livello mondiale si spartiscono la grande parte del

mercato; le altre tre "big" sono Pricewaterhouse Coopers, Deloitte &

Touche e Ernst & Young. Fino al 2002 a queste si aggiungeva Andersen

(ex Arthur Andersen) prima del fallimento seguito allo scandalo Enron

negli Stati Uniti.

Secondo una recente analisi de „Il Sole 24 Ore‟, „KPMG‟ ha una quota di

mercato pari al 28,1%. Seguono Ernst & Young con il 27,4%,

Pricewaterhouse Coopers con il 27,3% e Deloitte & Touche con il

17,1%42

.

La „KPMG‟ è stata assegnata alla revisione legale dei conti Deiulemar in

due occasioni, per il triennio 2005-2008, e successivamente in un

assemblea del 30 aprile 2010 si disponeva: “Come ultimo punto

all‟ordine del giorno, l‟Assemblea, su proposta motivata del Collegio

Sindacale, ai sensi dell‟art. 13, comma 1, del D. Lgs. n. 39 del 201043

,

ha deliberato il conferimento alla società di revisione „KPMG S.p.A.‟,

dell‟incarico di revisione legale dei conti, della durata di nove esercizi

41

Tratto da: www.KPMG.com 42

Tratto da: „Il Sole 24 Ore‟, 8 ottobre 2009. 43

“La spa che ha già affidato il controllo contabile al revisore esterno deve tenere presente che, in

caso di rinnovo, la proposta del revisore all‟assemblea deve essere formulata dal Collegio sindacale

sulla base di un parere motivato.”

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sociali, per gli esercizi con chiusura dal 31 dicembre 2010 al 31

dicembre 2018.”

Tale revisione non avverrà mai dato il fallimento nel 2012 della

compagnia stessa, ma la relazione della società di revisione, del 2008,

appare tutt‟altro che efficace, mancando di mordente, e dei cosiddetti

controlli „a campione‟, pronti ad attestare la veridicità di quanto

dichiarato in bilancio. Una società di revisione ha dei compiti

investigativi e di controllo e non certo di formale attestazione di quanto

dichiarato, se ciò accadesse verrebbero meno i presupposti della loro

esistenza. Di seguito sarà riportato il contenuto della relazione del 2008,

rilasciata da „KPMG‟, attestando la correttezza di quanto dichiarato dalla

Deiulemar Compagnia di Navigazione:

“Relazione della società di revisione ai sensi degli artt. 116 e 156 del

D. Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58e dell’art. 2409 ter del Codice Civile”

“All‟azionista della

Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A.

1. Abbiamo svolto la revisione contabile del bilancio d‟esercizio,

costituito dallo stato patrimoniale, dal conto economico, dal

prospetto dei movimenti del patrimonio netto, dal rendiconto

finanziario e dalle relative note esplicative, della Deiulemar

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Compagnia di Navigazione S.p.A. chiuso al 31 dicembre 2008. La

responsabilità della redazione del bilancio in conformità agli

International Financial Reporting Standards adottati dall‟Unione

Europea, nonché ai provvedimenti emanati in attuazione dell‟art.

9 del D. Lgs. N. 38/05, compete all‟Amministratore Unico della

Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A.. E‟ nostra la

responsabilità del giudizio professionale espresso sul bilancio e

basato sulla revisione contabile.

2. Il nostro esame è stato condotto secondo i principi e criteri per la

revisione contabile raccomandati da Consob. In conformità ai

predetti principi e criteri, la revisione è stata pianificata e svolta

al fine di acquisire ogni elemento necessario per accertare se il

bilancio di esercizio sia viziato da errori significativi e se risulti,

nel suo complesso, attendibile. Il procedimento di revisione

comprende l‟esame, sulla base di verifiche a campione, degli

elementi probativi a supporto dei saldi e delle informazioni

contenuti nel bilancio, nonché la valutazione dell‟adeguatezza e

della correttezza dei criteri contabili utilizzati e dalla

ragionevolezza delle stime effettuate dall‟Amministratore Unico.

Riteniamo che il lavoro svolto fornisca una ragionevole base per

l‟espressione del nostro giudizio professionale.

3. A nostro giudizio, il bilancio d‟esercizio della Deiulemar

Compagnia di Navigazione S.p.A. al 31 dicembre 2008 è conforme

agli International Financial Reporting Standards addottati

dall‟Unione Europea, nonché ai provvedimenti emanati in

attuazione dell‟art. 9 del D. Lgs. N. 38/05; esso è pertanto redatto

con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la

situazione patrimoniale e finanziaria, il risultato economico, le

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variazioni del patrimonio netto, ed i flussi di cassa della

Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A. per l‟esercizio

chiuso a tale data…”44

La società di revisione con questa attestazione del 12 giugno 2009

certifica la validità di quanto contabilizzato dall‟amministratore unico

della Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A., la stessa società che

poco più di due anni più tardi sarà dichiarata fallita, forse anche grazie

alla negligenza degli organi di revisione e controllo.

44

Tratto da: KPMG, Relazione sulla gestione, 2008.

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- 44 -

2.1 Gli ultimi bilanci. (2009-2010)

L‟ultimo bilancio della Deiulemar Compagnia di Navigazione, è quello

riguardante l‟esercizio chiuso in data 31/12/2010, e approvato sei mesi

dopo il 10/06/2011; nonostante la crisi della compagnia sia iniziata

ufficialmente nel gennaio 2012, il relativo bilancio dell‟esercizio chiuso

il 31/12/2011 sarebbe stato approvato solo in giugno 2012, cioè dopo la

dichiarazione di fallimento, avvenuta nel maggio 2012. Quest‟ulteriore

analisi tenterà di individuare all‟interno degli ultimi due bilanci, per il

biennio precedente al fallimento, segnali e notizie d‟interesse per lo

studio finale del crac della società.

“RELAZIONE SULLA GESTIONE AL BILANCIO ESERCIZIO 2009

Signor azionista,

il risultato dell‟esercizio chiuso al 31 dicembre 2009, sottoposto alla

Sua approvazione, evidenzia un utile finale al netto delle imposte di

€/mil 1,3 dopo ammortamenti per €/mil 1,6…

Nel corso del 2009, l‟economia internazionale, che l‟anno precedente

aveva fatto segnare una brusca caduta di tutti gli indici, ha mostrato una

sostanziale stabilizzazione per poi cominciare a manifestare segnali di

timida ripresa negli ultimi mesi. Il migliore momento del quadro

generale si è verificato parallelamente all‟andamento dei mercati

finanziari che hanno recuperato velocemente terreno dai minimi del

primo trimestre 2009. Nonostante persistano dati poco incoraggianti

soprattutto con riguardo ai livelli occupazionali, e le colossali risorse

pubbliche messe in campo dai governi occidentali per contrastare la

crisi hanno appesantito i conti pubblici al limite della sopportazione, la

ripresa sembra consolidarsi. Nel 2009 il Prodotto Interno Lordo è sceso

del 3,4% rispetto al 2008, ma a partire della seconda metà dell‟anno si

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registrano timidi segnali di ripresa e si prevede una crescita

dell‟economia mondiale del 3,9% nel 2010 e del 4,3% nel 2011.

Analogamente al miglioramento del quadro generale anche per l‟attività

marittima e per il mercato dei noli il 2009 ha fatto registrare una

sostanziale inversione di tendenza. L‟andamento del valore dei noli, che

era letteralmente precipitato a partire dai livelli record della primavera

2008, ha avviato una ripresa che ha consentito il recupero di condizioni

di mercato più remunerative. La situazione riflette, per un verso, un

migliore bilanciamento tra domanda ed offerta mondiale di navi

mercantili, per un altro, il riassorbimento di importanti default di

operatori internazionali che aveva accentuato la caduta delle quotazioni

dei noli e penalizzato i conti delle imprese rischiando di paralizzare il

mercato. L‟evoluzione del mercato e le contromisure attuate dalle

imprese di navigazione hanno consentito un posizionamento idoneo a

sostenere il diverso quadro di riferimento…

L‟attività caratteristica svolta dalla Società è il trasporto marittimo

internazionale di merci rinfuse secche e in misura ridotta il trasporto dei

carichi liquidi. Nel corso dell‟esercizio, la Società ha continuato

l‟attività di noleggio di navi di terzi giungendo ad occupare una

posizione di rilievo nel mercato degli operatori nazionali e

internazionali, utilizzando durante l‟anno 34 navi…

I principali risultati economici di Deiulemar Compagnia di Navigazione

S.p.A., relativi all‟esercizio 2009, sono riassunti nella tavola che segue

(Tabella 2.1.2009):

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Tabella 2.1.2009 (Risultati economici 2009)

I risultati economici dell‟esercizio 2009 evidenziano una leggera

flessione rispetto ai dati dell‟esercizio 2008 per effetto della congiuntura

economica negativa ampiamente descritta nei paragrafi precedenti. Ciò

non ha impedito l‟attuazione dei piani strategici predisposti dal

management che hanno consentito alla Società di mantenere e

consolidare la propria quota di mercato.

I ricavi netti, pari a €/mil 491, diminuiscono del 1,61% rispetto allo

stesso dato del 2008 mentre i costi operativi aumentano (3,12%). Anche

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- 47 -

i costi del personale subiscono un incremento (15,09%) per l‟entrata in

esercizio in data 25 agosto 2009 della MN Valeria Della Gatta…

Principali indici (Tabella 2.1.2009/2):

Tabella 2.1.2009/2 (Indici 2009)

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- 48 -

… RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE AL BILANCIO CHIUSO

AL 31/12/2009

Signori soci,

nel corso dell‟esercizio chiuso il 31/12/2009 la nostra attività è stata

ispirata alle Norme di Comportamento del Collegio Sindacale

raccomandate dai Consigli Nazionali dei Dottori Commercialisti e

Ragionieri. In particolare: Abbiamo vigilato sull‟osservanza della legge

e dell‟atto costitutivo e sul rispetto dei principi di corretta

amministrazione. da richiedere la menzione nella presente relazione.

Abbiamo esaminato il bilancio chiuso al 31/12/2009 in merito al quale

riferiamo quanto segue:

Non essendo a noi demandato il controllo analitico di merito sul

contenuto del bilancio, abbiamo vigilato sull‟impostazione generale data

allo stesso, sulla sua generale conformità alla legge per quel che

riguarda la sua formazione e struttura e a tale riguardo non abbiamo

osservazioni particolari da riferire . Abbiamo verificato l‟osservanza

delle norme di legge inerenti la predisposizione della relazione sulla

gestione e a tale riguardo non abbiamo osservazioni da riferire.45

Molteplici sono gli spunti di riflessione estraibili dagli stralci di bilancio

di esercizio 2009. Nel rivolgersi agli azionisti, vengono da subito

indicate le motivazioni di un utile inferiore all‟esercizio precedente,

individuando nella crisi del settore dei noli, dipingendo a tinte fosche lo

stesso subito dopo il boom degli anni precedenti. In verità si parla anche

di minimi accenni di ripresa, ma questo seppur cauto ottimismo risulterà

infondato. Come vedremo nello studio del settore d‟azione della società,

nel prossimo capitolo, negli anni la situazione non è affatto migliorata,

45

Relazione sulla gestione e bilancio dell‟esercizio chiuso al 31 dicembre 2009.

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- 49 -

complicando e aggravando la crisi di liquidità della Deiulemar

Compagnia di Navigazione. Nella tavola dei principali risultati

economici, si scorgono invero dei numeri da società sana, considerando

il peggioramento del mercato forse si iniziano ad intravedere dei bilanci

infedeli, volti a tranquillizzare la platea dei creditori. Gli indici, ROE,

ROI e ROS sono positivi, anche se è impossibile valutare in questa sede

se il premio a rischio è abbastanza elevato da giustificare una preferenza

dell‟attività rischiosa rispetto ai titoli “sicuri”, così come balza all‟occhio

un indice di liquidità immediata molto positivo, che rappresenterebbe

una grande capacità della società di coprire le passività correnti con

cassa e crediti a breve, la stessa capacità di liquidità che mancherà di lì a

poco, o che forse non c‟è mai stata. Superfluo interpretare invece quanto

comunicato dal collegio sindacale, che ha vigilato, a quanto risulta dalla

relazione, sullo svolgimento corretto e sull‟osservanza delle leggi: nella

personalissima opinione di chi scrive, probabilmente un collegio

sindacale compiacente che ha chiuso gli occhi dinnanzi a ciò che

accadeva. Passiamo ora al risultato dell‟anno successivo:

“RELAZIONE SULLA GESTIONE AL BILANCIO ESERCIZIO 2010

Signor azionista,

il risultato dell‟esercizio chiuso al 31 dicembre 2010, sottoposto alla

Sua approvazione, evidenzia un utile finale al netto delle imposte di

€/mil 2,0 dopo ammortamenti per €/mil 2,8.

Prima di passare all‟analisi della situazione economica, finanziaria e

patrimoniale della Società, riteniamo utile fornire alcuni cenni sulla

situazione economica generale e del mercato in cui opera la Società.

Nel 2010, l‟economia mondiale ha continuato a riprendersi dalla grave

recessione in cui era entrata durante la crisi finanziaria internazionale.

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- 50 -

Soprattutto nella prima metà dell‟anno, la ripresa è stata sostenuta dalle

misure di stimolo monetario e fiscale, dall‟ulteriore normalizzazione

delle condizioni di finanziamento su scala mondiale e dal miglioramento

del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese…

Il ritmo della ripresa è stato tuttavia piuttosto diseguale tra le diverse

aree geografiche. Le economie avanzate hanno registrato livelli

di crescita che raramente hanno segnato incrementi del PIL superiori al

3%, mentre quelle emergenti hanno visto incrementi significativamente

più alti, con punte particolari riferite ai paesi asiatici, come l‟India e la

Cina, anche intorno al 10%...

Analogamente al generale miglioramento del quadro economico anche

l‟attività marittima e conseguentemente il valore dei noli hanno fatto

registrare una sostanziale crescita. Più specificamente, il valore dei noli

è aumentato per le navi panamax e supramax mediamente del 30%, in

controtendenza rispetto alle grandi navi capesize, le cui rate di nolo

sono diminuite di circa il 21%. La positiva evoluzione del mercato

sopradescritta è dovuta alla crescita dei quantitativi trasportati, alla

tipologia delle principali rotte (Brasile – Cina) caratterizzate da lunghe

distanze che portano le navi alla caricazione (ballasting), fenomeno che

riduce la capacità della flotta mondiale e dalla congestione nei porti a

testimonianza dell‟inadeguatezza di alcune strutture portuali di fronte al

crescente volume di merci trasportate. Tali fattori hanno contribuito ad

attenuare le conseguenze del forte aumento della flotta mondiale di bulk-

carrier che nel 2010 è cresciuta di circa il 10% attestandosi

a 8.154 unità con l‟entrata in esercizio di 957 nuove navi a fronte di 115

demolizioni.

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- 51 -

I principali risultati economici di Deiulemar Compagnia di Navigazione

S.p.A., relativi all‟esercizio 2010, sono riassunti nella tavola che segue

(Tabella 2.1.2010):

Tabella 2.1.2010 (Risultati economici 2010)

* Nel corso dell’esercizio 2010, la Società, come più ampiamente descritto nei successivi paragrafi, ha posto in essere un’operazione di scissione parziale con la quale ha scorporato nella Deiulemar Tankers S.r.l. il ramo d’azienda relativo al trasporto dei carichi liquidi ed alla gestione dei contratti derivati sui noli. Questo ramo, al 31 dicembre 2009, non rappresentava un’attività operativa cessata né era classificato come destinato alla vendita o alla distribuzione e, pertanto, il presente prospetto di conto economico presentato ai fini comparativi è stato rideterminato al fine di evidenziare il risultato del ramo oggetto di scissione separatamente dalle attività operative in esercizio.

Nel corso dell‟esercizio 2010 la Società ha mantenuto e consolidato la

propria quota di mercato come evidenziato dai risultati economici che

mostrano un miglioramento rispetto ai dati dell‟esercizio 2009. I ricavi

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netti, pari a €/mil 198, registrano un aumento così come i costi

operativi, pari a €/mil 189, rispetto agli stessi dati del 2009 e, per effetto

dell‟aumento dei costi del personale (+63,06%) per l‟entrata in

esercizio in data 31 marzo 2010 della MN Stefania Lembo, il margine

operativo lordo si è attestato a €/mil 5,11 con una diminuzione del

26,83%. Dopo gli ammortamenti l‟utile operativo è di circa €/mil 2,3…

Principali indici (Tabella 2.1.2010/2):

Tabella 2.1.2010/2 (Indici 2010)

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- 53 -

…RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE

AL BILANCIO CHIUSO AL 31/12/2010

Abbiamo valutato e vigilato sull‟adeguatezza del sistema amministrativo

e contabile nonché sull‟affidabilità di quest‟ultimo a rappresentare

correttamente i fatti di gestione, mediante l‟ottenimento di informazioni

dai responsabili delle funzioni, dal soggetto incaricato del controllo

contabile, e l‟esame dei documenti aziendali e a tale riguardo non

abbiamo osservazioni particolari da riferire. Abbiamo verificato la

rispondenza del bilancio ai fatti ed alle informazioni di cui

abbiamo conoscenza a seguito dell‟espletamento dei nostri doveri e non

abbiamo osservazioni al riguardo...

Considerando anche le risultanze dell‟attività svolta dall‟organo di

controllo contabile, risultanze contenute nell‟apposita relazione

accompagnatoria al bilancio medesimo, proponiamo all‟Assemblea di

approvare il bilancio dell‟esercizio chiuso al 31/12/2010 così come

redatto dagli amministratori.”

Ancora una volta, nell‟ultima redazione di bilancio di una compagnia

che dopo solo un anno sarà in crisi, si lanciano messaggi ottimistici di

una ripresa del mercato dei noli, di alcune tipologie di navi che non

compongono in modo principale l‟armata Deiulemar. Più che agli utili in

rialzo rispetto all‟anno precedente, si ponga l‟attenzione su gli indici di

redditività d‟impresa. Con il solo ROE in rialzo dello 0,8% rispetto allo

stesso indice dell‟anno 2009, e ROI e ROS in calo anche forte. Si attesta

su buoni livelli l‟indice di liquidità immediata, un 177,5% di capacità di

coprire le passività a breve, ma con la società che soli 6 mesi dopo

sprofonderà in una crisi di liquidità. Nel quadro disegnato, il collegio

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- 54 -

sindacale parla di un regolare svolgimento dell‟attività che fa sorgere più

di qualche dubbio e perplessità. Con una società di revisione “distratta”,

con la Consob che non tutela gli investitori non avviando attività

ispettive in merito a gravi incongruenze tra la situazione del mercato

d‟azione della società Deiulemar Compagnia di Navigazione S.p.A. e il

bilancio della stessa, il disastro non poteva che essere questione di mesi.

Non è facile non accorgersi di 720 milioni di obbligazioni non regolari

emesse in 40 anni, ma la storia ci insegna, che la „Parmalat‟ di turno è

dietro l‟angolo. Senza certezze, la sfiducia degli investitori ha ragion

d‟essere, la crisi finanziaria degli ultimi anni è senza dubbio dovuta

anche a questo.

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- 55 -

CAPITOLO III

LO STUDIO DEL SETTORE E LE GARANZIE

OFFERTE

SOMMARIO : 1.Lo studio del settore d‟azione della compagnia. -1.1. Segnali

di criticità: l‟andamento degli indici settoriali. 2. Il ruolo Deiulemar e la

fiducia dei risparmiatori. -2.1. Le modalità di diffusione e i perché. 3. Azioni

intraprese e doveri di Consob e Banca d‟Italia.

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- 56 -

1.Lo studio del settore d‟azione della compagnia.

La crisi finanziaria innescatasi negli Stati Uniti, dovuta al crollo del

castello dei titoli „Sub-prime‟, un dollaro sempre più debole ed un caro-

bunker senza freni, la recessione che attanaglia le economie occidentali:

è il 2008, l‟Europa è più che condizionata dalle vicende oltreoceano,

eppure in quell‟anno lo shipping ha raggiunto risultati importanti e non

previsti. In effetti gli operatori del settore sono molto scettici su un

proseguimento della crescita anche negli anni a seguire, la crisi mondiale

è sulla bocca di tutti. Il paracadute è stato l‟apprezzamento dell‟Euro sul

Dollaro, nonostante le previsioni future di crescita in ribasso dal 5,2% al

3,7%, l‟alternativa alla „banconota verde‟ ha fatto sì che in Italia ci fosse

una sostanziale rivalutazione del potere di acquisto, la moneta italiana è

stata rivalutata del 47-48% dall‟introduzione della moneta unica. I 100

dollari a barile del petrolio erano considerati il valore soglia, dopo la

quale le navi non avrebbero continuato le loro tratte, eppure sopra i 120,

ancora sono lì tra gli oceani. I traffici marittimi stavano subendo un

riposizionamento dalle economie più mature a quelle emergenti, e per il

„vecchio continente‟ era stata prevista una quota di partecipazione ad

essi pari ad un terzo. Sempre nel 2008, si considerava lo stato di salute

delle flotte italiane fuori discussione, grazie ai continui processi di

ammodernamento delle flotte e delle tecnologie, nonostante i timori di

„credit-crunch46

‟. C‟era da considerare anche il fattore dollaro, per

aumentare le stime positive: Se facciamo un excursus storico notiamo

che il momento più drammatico si colloca nel 1985, quando

l‟equivalente di un Euro di oggi valeva 0,55 dollari (allora il dollaro era

46

Con il termine stretta del credito, in inglese „credit-crunch‟, si indica un calo significativo (o

inasprimento improvviso delle condizioni) dell'offerta di credito al termine di un prolungato periodo

espansivo, in grado di accentuare la fase recessiva.

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arrivato a valere 3.470 Lire). L‟altro picco negativo si è verificato nel

2001, all‟avvicendamento della moneta di conto. Poi il mercato ha

ripreso a salire raggiungendo il top nel 2008 con 1 euro scambiato a 1,58

dollari (ovvero un dollaro costa 1.217 Lire) dunque costa un terzo

rispetto a 23 anni prima. Il trend è inequivocabile: l‟effetto dollaro sul

mercato dei noli è diretto: più il dollaro scende, più i noli aumentano.

La Cina era considerata qualche anno fa, il vero motore trainante del

settore, gli oltre 125 aeroporti in costruzione, i 50.000 km di rete stradale

in progetto, facevano impennare l‟aspettativa di richiesta di petrolio e

carbone. La borsa di Shanghai positiva, in salita del 9,3% faceva ben

sperare in crescite a due cifre anche negli anni successivi. La Cina è il

maggiore importatore di „iron-ore47

‟ al mondo, ma molti attendevano a

partire dal 2010 un aumento del carbone. Purtroppo però la recessione

incombente iniziava a far temere una diminuzione delle importazioni,

prefigurando un accenno di crisi del settore del „Dry-Bulk‟. I primi

effetti iniziano a manifestarsi nella congestione dei porti, specie quelli

australiani, centinaia di navi in rada48

con attese medie di 30 giorni. La

flotta ha iniziato a crescere ad un ritmo doppio rispetto alla domanda e

nonostante la richiesta nel settore del „liquid cargo‟ non mancasse, il

peso eccessivo dell‟offerta ha colpito dritto al cuore del settore.

Nonostante i tentativi di diversificazione del gruppo Deiulemar, la crisi

arrivò di lì a poco, investendo diversi operatori del mondo dello shipping

a livello internazionale, il primo “protagonista” in negativo fu una

società di Singapore, l‟ „Armada Pte Ltd‟ specializzata nel comparto

„dry-bulk‟ spiazzata, dopo le previsioni entusiastiche, dal crollo del

47

Minerale di ferro. 48

La rada è un'estensione di mare più o meno vasta (generalmente una insenatura naturale o

artificiale), circondata da coste, dove le imbarcazioni e le navi possono ancorare e sostare in sicurezza

al riparo dei venti e dalle correnti.

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- 58 -

„Baltic Dry Index49

‟ e dall‟insolvenza di alcuni clienti e dall‟effetto

domino conseguente. I successivi 5 mesi risulteranno molto delicati

poiché banche e armatori prese dal panico in questo momento

congiunturale si trovano in difficoltà a remunerare gli investimenti fatti.

Insomma la tanto lodata flotta italiana giovane e moderna potrebbe

anche in futuro non rivelarsi un investimento eccellente almeno dal

punto di vista finanziario, giocando a favore ad esempio di quegli

armatori greci che preferiscono equilibrare l‟età media del proprio

tonnellaggio fra navi più e meno nuove.

In un ultimo sussulto di grandezza, la Deiulemar Shipping ottiene per

prima la certificazione EMAS50

, inserendo i nuovi loghi dapprima sulla

portarinfuse Angelo Della Gatta e poi su tutte le altre navi della flotta, è

il canto del cigno. E‟ Peppino D‟Amato il primo in Italia a lanciare il

grido d‟allarme, sottolineando come il settore sia caratterizzato da una

costante ciclicità, spesso con ascese medie di un anno e mezzo e declini

duraturi dai quattro ai cinque anni. Dopo tre anni positivi, la discesa è

stata più un tonfo, una caduta lunga che può arrivare a toccare il

decennio. In un mercato in recessione, le scelte Deiulemar sembreranno

inopportune, ben quattro navi nuove in arrivo fino al 2010, anche se

parte ordinate nel 2005, con un settore alle prese con una crisi

attanagliante. L‟espansione della Deiulemar è ora massima, con un 2009

disastroso alle spalle, la società sosteneva un sostanziale pareggio.

49

Il Baltic Dry Index („BDI‟) è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli

delle principali categorie delle navi dry bulk cargo. Malgrado il nome indichi diversamente, esso

raccoglie i dati delle principali rotte mondiali e non è ristretto a quelle del Mar Baltico. 50

EMAS, Eco-Management and Audit Scheme, è uno strumento volontario creato dalla Comunità

Europea al quale possono aderire volontariamente le organizzazioni (aziende, enti pubblici, ecc.) per

valutare e migliorare le proprie prestazioni ambientali e fornire al pubblico e ad altri soggetti

interessati informazioni sulla propria gestione ambientale.

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- 59 -

1.1 Segnali di criticità: l‟andamento degli indici settoriali

La crisi economica e finanziaria, che inizialmente sembrava ristretta al

sistema finanziario e al mondo americano, ha invece riversato

pesantemente i propri effetti sull‟economia reale a livello globale,

provocando un significativo e diffuso deterioramento delle condizioni di

mercato in gran parte dei business e delle aree geografiche in cui operava

la Società. A partire dal terzo trimestre 2008 le principali economie

avanzate registravano una contrazione del PIL generata da una serie di

fattori quali una forte frenata dei consumi, una improvvisa mancanza di

fiducia dei rapporti tra banche e la conseguente stretta creditizia. Nel

periodo in esame si registra anche una contrazione delle esportazioni

cinesi dovuta sia alla diminuzione della domanda globale, sia alla

riduzione della produzione nel periodo successivo alle olimpiadi 2008.

Gli effetti della crisi si sono manifestati anche nel trasporto marittimo

per la correlazione esistente tra le merci trasportate e la domanda di

materie prime, come testimoniato dall‟andamento del mercato relativo a

navi „panamax‟ e „capesize‟ „Bulk Carrier‟, utilizzate nel settore di

mercato in cui operava prevalentemente il gruppo Deiulemar. Quanto

detto, può essere sintetizzato nei grafici seguenti che si basano sui dati di

fonte „Baltic International Exchange51

‟ che evidenziano un andamento

del mercato crescente nei primi mesi dell‟esercizio e fortemente

decrescente nella seconda metà del 2008, in concomitanza con la fase

più acuta della recessione. In particolare, nel 2008, i valori medi dei noli

delle navi panamax e capesize risultano inferiori entrambi del 13%

rispetto agli stessi dati del 2007, Grafici 1.1.1 e 1.1.2:

51

Fonte: CONFITARMA, costituisce la principale espressione associativa dell'Industria Italiana della

Navigazione.

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Grafico 1.1.1 (BCI= Baltic Capesize Index)

Grafico 1.1.2 (BPI= Baltic Panamax Index 2008)

Nel corso del 2009, l‟economia internazionale, che l‟anno precedente

aveva fatto segnare una brusca caduta di tutti gli indici, ha mostrato una

sostanziale stabilizzazione per poi cominciare a manifestare segnali di

timida ripresa negli ultimi mesi dello stesso anno. Il migliore momento

del quadro generale si è verificato parallelamente all‟andamento dei

mercati finanziari che hanno recuperato velocemente terreno dai minimi

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- 61 -

del primo trimestre 2009. Nonostante persistano dati poco incoraggianti

soprattutto con riguardo ai livelli occupazionali, e le colossali risorse

pubbliche messe in campo dai governi occidentali per contrastare la crisi

abbiano appesantito i conti pubblici al limite della sopportazione, si

registrano timidi segnali di ripresa. La situazione riflette, per un verso,

un migliore bilanciamento tra domanda ed offerta mondiale di navi

mercantili, per un altro, il riassorbimento di importanti default di

operatori internazionali che aveva accentuato la caduta delle quotazioni

dei noli e penalizzato i conti delle imprese rischiando di paralizzare il

mercato. In particolare, il primo semestre 2009 ha fatto osservare una

riduzione della domanda di trasporto e conseguentemente del livello dei

noli che hanno registrato una flessione rispetto ai livelli record espressi

nel primo semestre 2008. Successivamente, a partire dal secondo

semestre il mercato dei noli per i carichi secchi, trainato dalla forte

domanda cinese, è tornato a toccare livelli di alta remunerazione come si

può osservare dall‟andamento del „Baltic Dry Index‟52

, Grafico 1.1.3 a

pagina seguente:

52

BDI: indice quotato a Londra che rappresenta il costo dei noli navali sulle rotte maggiori

per il trasporto dei materiali di base “secchi”.

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Grafico 1.1.3 (BDI= Baltic Dry Index 2009)

Si può notare dall‟andamento del „Baltic Dry Index‟ che dopo le forti

riduzioni registrate alla fine del 2008 risale del 288%, da un minimo di

773 punti agli inizi di gennaio fino a 3005 punti a fine dicembre.

L‟andamento del mercato dei noli (relativo a navi panamax e capesize

nel 2009-2010) può essere sintetizzato nei grafici seguenti che si basano

sui dati di fonte „Baltic International Exchange‟, relativi alla tipologia di

navi „Bulk Carriers‟, Grafici 1.1.4, 1.1.5:

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Grafico 1.1.4 (BCI= Baltic Capesize Index 2009)

Grafico 1.1.5 (BPI= Baltic Panamax Index 2009)

Analogamente al generale miglioramento del quadro economico anche

l‟attività marittima e conseguentemente il valore dei noli hanno fatto

registrare una sostanziale crescita nella prima parte di 2010. Più

specificamente, il valore dei noli è aumentato per le navi panamax e

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- 64 -

supramax53

mediamente del 30%, in controtendenza rispetto alle grandi

navi capesize, le cui rate di nolo sono diminuite di circa il 21%, Grafici

1.1.6, 1.1.7:

Grafico 1.1.6 (BCI 2010)

Grafico 1.1.7 (BPI 2010)

53

Navi ancora più piccole delle panamax, in genere non superano le

60.000 DTW.

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Successivamente, a partire dal secondo semestre, il mercato dei noli per i

carichi secchi ha avuto un andamento decrescente, come si può osservare

dall‟andamento del „Baltic Dry Index‟ che ha fatto registrare nel 2010

una media di 2.752 punti contro una media di 2.602 punti nel 2009

in aumento del 5,76%, Grafico 1.1.8:

Grafico 1.1.8 (BDI= Baltic Dry Index 2010)

Per concludere, dopo una rassegna degli indici più importanti nel

triennio 2008-2010, non si può che notare, che gli indici dei noli per

carichi secchi, abbia subito una brusca frenata, ma caratterizzata da

elevata volatilità e impossibilità di previsione.

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- 66 -

2. Il ruolo Deiulemar e la fiducia dei risparmiatori

Il „capitano‟ era garanzia di ricchezza, tutta la città lo venerava, quasi

come un “padrino”, e quando le prime manifestazioni di insolvenza e la

crisi stavano emergendo, c‟era ancora chi si fidava di lui. Michele

Iuliano in quarant‟anni aveva creato un‟aura di fiducia tutto intorno a ciò

che creava. Deiulemar per i torresi non era una compagnia di

navigazione, era molto di più, era la banca di fiducia, era un futuro

migliore. Molte persone avevano investito i risparmi di una vita e non

solo, ci sono testimonianze di persone che avevano venduto casa per

investire nella società, molti altri invece speravano che gli interessi

maturati potessero essere la tranquillità, un po‟ come una pensione.

C‟è in giro chi ringrazia di essere riuscito ad acquistare casa, e non aver

perso un soldo, c‟è chi sperava di far sposare le figlie o chi

semplicemente non ha mai ritirato un solo euro di interesse, e forse non

vedrà più i suoi risparmi, anche se una parte, quella si, dal fallimento

dovrebbe riaverla.

Torre del Greco era ed è una delle città più ricche intorno al Vesuvio e in

Campania in generale, aveva subito nell‟ultimo mezzo secolo diverse

variazioni d‟economia, infatti se lentamente morivano l‟attività legata al

corallo, la pesca ed anche i fiori, l‟attività armatoriale aveva fatto da

contrappeso, tenendo in vita una città che nell‟ultimo decennio ha avuto

pochi sbocchi lavorativi ed economici, ed ha visto tanti torresi emigrare,

passando da oltre 103.000 abitanti del 1981 ai 90.000 di oggi. E‟ anche

vero che questa inversione di crescita è un po‟ un affare comune a tutte

le città d‟Italia sotto il mezzo milione, ma chi vive la città lo sa, non si

respira un‟aria dismessa, ma neanche si crede più al lavoro. Deiulemar è

stata il petrolio trovato e poi un sogno finito in tragedia, è l‟emblema

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dell‟Italia che non sa crescere senza dare scandalo; sperando che la

vicenda con sé porti come dote anche l‟altra grande capacità italiana,

rinascere.

2.1 Le modalità di diffusione e i mancati controlli

Per capire come si diffondevano le obbligazioni in città, bisogna

dapprima capire la realtà cittadina e fare delle ipotesi. Torre del Greco è

senza dubbio una città, ma non una metropoli, il suo numero di abitanti

basterebbe ad essere capoluogo di provincia, ed è comunque una città del

sud. La mentalità un po‟ „provinciale‟ degli abitanti probabilmente è

stata terra fertile per un gigantesco e inarrestabile meccanismo di „passa-

parola‟, da torrese in torrese s‟è sparsa la notizia degli interessi alti

pagati dalla compagnia Deiulemar, un po‟ come una moda o un grande

pettegolezzo. Nessun intermediario od offerta pubblica è rientrato nella

vendita delle obbligazioni irregolari, altrimenti sarebbe stato impossibile

per la società farla franca per così tanto tempo. I dubbi persistono però

sulla grande “pubblicità” di cui godeva la Deiulemar in tutta Italia, dei

personaggi famosi s‟è già parlato, quindi probabilmente gli addetti ai

lavori e i conoscenti del settore avevano segnalato la possibile fonte di

ricavi extra. La società di Torre del Greco era inserita all‟interno di un

elenco speciale, vale a dire quello degli “emittenti diffusi”. Questi ultimi

non sono altro che compagnie con partecipazioni di controllo rilevanti e

che hanno l‟obbligo di informare la Consob circa qualsiasi oscillazione

di prezzo. La domanda è quindi semplice, che fine hanno fatto le

ispezioni della Commissione? Non è la prima volta che si verificano

queste “distrazioni” fatali per i risparmiatori, purtroppo ci si accorge

della gravità delle cose quando è troppo tardi.

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In verità qualcosa negli ultimi decenni s‟è mosso: nel 2002 la Banca

d‟Italia ha inviato all‟autorità giudiziaria una segnalazione ai sensi

dell‟articolo 331 del codice di procedura penale, denunciando l‟anomalo

volume dei prestiti obbligazionari iscritti a bilancio negli esercizi 1999 e

2000. Nel 2006 sempre la Banca d‟Italia ha negato alla Deiulemar

l‟autorizzazione, all‟epoca necessaria ai sensi dell‟articolo 129 del

T.U.B.54

, ad emettere un prestito obbligazionario di 50 milioni destinato

ad un‟offerta pubblica di sottoscrizione presso il pubblico indistinto55

.

Dino Piero Giarda, Ministro per i rapporti con il Parlamento, si è limitato

a ripercorrere la vicenda, facendo però alcune rivelazioni: “I debiti in

questione erano contratti direttamente dall‟amministratore unico. Tale

dato risulta confermato dalle indagini da ultimo svolte dalla società di

revisione „KPMG‟, la quale, nell‟ambito della nota del 16 aprile scorso,

ha dichiarato, che alla data della nota, non sono emersi elementi che

portino a ritenere che la gestione delle obbligazioni irregolari sia

transitata nella contabilità della società e nei conti bancari ad essa

intestati. La Consob ha, infine, precisato che è tuttora in corso l‟attività

istruttoria svolta dalla stessa e, in particolare, attende le risposte alle

richieste di collaborazione trasmesse alla Guardia di finanza e alla

Banca d‟Italia”. Consob sulla vicenda, interpellata da un‟obbligazionista

s‟è limitata ad emettere un comunicato: “È opportuno precisare anche

che le obbligazioni emesse dalla Deiulemar non sono garantite dalla

Consob, la Commissione è un‟Autorità indipendente di controllo dei

mercati finanziari, un ente pubblico che effettua la vigilanza, tra gli

54

ARTICOLO 129 T.U.B., Le emissioni di valori mobiliari e le offerte in Italia di valori mobiliari

esteri di importo non superiore a cento miliardi di lire o al maggiore importo determinato dalla Banca

d'Italia sono liberamente effettuabili ove i valori mobiliari rientrino in tipologie previste

dall'ordinamento e presentino le caratteristiche individuate dalla Banca d'Italia in conformità delle

deliberazioni del CICR. 55

CAPUOZZO N., MOIZO A. (2012), Deiulemar ricorre al fallimento, www.SHIP2SHORE.it

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altri, sulle società quotate nei mercati regolamentati e sulle operazioni

di sollecitazione del pubblico risparmio, e non presta alcuna forma di

garanzia relativa agli emittenti soggetti alla sua attività di controllo. Lo

stesso controllo che la Commissione effettua sui prospetti depositati per

ottenere l‟approvazione alla pubblicazione è un controllo di completezza

e non implica alcun tipo di giudizio sulla bontà degli investimenti”, di

fatto catalogando l‟episodio estraneo come se esulasse dalle proprie

competenze. Nonostante tutto, sotto accusa finiranno anche coloro che

dovevano vigilare, a partire dalla Consob, accusata tra gli altri da

„federconsumatori‟, al collegio sindacale, passando per Banca d‟Italia e

senza dimenticare le banche che detenevano ingenti quantità di denaro

proveniente dalle cedole irregolari, e nulla hanno fatto per segnalare

l‟anomalia.

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Conclusioni

In estrema sintesi sorge la necessità di fare alcune precisazioni: il

processo contro i responsabili del fallimento della Deiulemar Compagnia

di Navigazione S.p.A. inizierà l‟11 marzo 2013 a Roma, oltre alle varie

accuse a carico, gli armatori sono accusati di avere immobili e conti

intestati a dei prestanome, in Italia e all‟estero, la caccia al tesoro non si

è ancora conclusa. Il caso discusso in questo lavoro potrebbe presentare

pertanto diverse variazioni da quanto inquadrato fin ad ora, tutto risiede

in quello che accadrà nei processi futuri e nei possibili risvolti giudiziari

ad essi interconnessi. L‟analisi fin qui sviluppata intendeva ripercorrere

le strade del gruppo armatoriale „Deiulemar‟, dalle tradizioni di una terra

profondamente legata al mare, dal successo della società ai perché del

crollo della stessa, tentando di tracciare i confini del baratro aperto dal

fallimento, e sperando di trovare possibili segnali di criticità che i

risparmiatori avrebbero dovuto cogliere, certo non senza difficoltà. Gli

errori ci sono stati e sono stati molteplici, della fiducia cieca ed

incondizionata dei risparmiatori si è parlato, come si è parlato degli

interessi elevatissimi, ma non si è detto di come i risparmiatori

evadessero le tasse non pagando quanto dovuto sulle cedole ed i relativi

rendimenti: si può affermare che essi fossero conniventi fino a che la

pianta ha dato i frutti, per poi scagliarsi contro la compagnia appena essa

è entrata in difficoltà, di fatto, facendo emergere situazioni non regolari

che potevano essere denunciate prima. Una platea così vasta di

obbligazionisti, lo ripetiamo 12.000 circa, ha investito per decenni nella

società senza mai accorgersi del progressivo svuotamento, nessuno è

stato capace di cogliere le difficoltà delle stessa a dispetto della crisi di

un settore dagli indici volatili ed imprevedibile, e non si sono mai posti

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dubbi sulle operazioni della compagnia di navigazione nonostante i

sempre più complicati intrecci fra società, famiglie, trust e fiduciarie. Nel

caso di una società quotata, un‟analisi del genere sarebbe forse arrivata

prima, così come i controlli della Consob e della Banca d‟Italia. Proprio

Consob avrebbe dovuto notare l‟incongruenza di ciò che la società

dichiarava rispetto a ciò che realmente accadeva nel contesto

armatoriale, un contesto vecchio, con leggi vecchie, aggirate da un‟intera

città per molti anni tramite un rapporto di complicità con una società

malata. Il lavoro si è posto altresì lo scopo di precisare i numeri di una

realtà poco chiara, infatti non era mai stato creato un resoconto

dettagliato delle operazioni messe in essere, prima e dopo il fallimento,

dal gruppo Deiulemar, sperando di organizzare correttamente le poche e

sparute notizie che si potevano raccogliere dai mezzi di stampa, dagli

attori della vicenda e da internet, sull‟intricata questione. Senza tener

conto delle difficoltà emergenti dalla crisi, il lavoro ha lasciato trasparire

qualche spiraglio di luce sia sul settore armatoriale campano, visti i

crescenti costi dei trasporti diversi da quelli marittimi, e vista

l‟espansione economica della Cina, sia sulla restituzione, seppur in parte,

dei capitali persi dagli obbligazionisti torresi e non solo. Infine si

lasciano aperti dei quesiti sul come reagirà la realtà cittadina e dell‟area

vesuviana ad un crollo così forte dell‟economia locale, e se questo colpo

potrà essere riassorbito in pochi anni o porterà ad una profonda

recessione, ma per questa ulteriore analisi occorrerà del tempo.

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BIBLIOGRAFIA

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www.brocardi.it

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Ringraziamenti

Dopo un percorso lavorativo così pieno, ma che mi ha dato

molte soddisfazioni nella preparazione dell‟elaborato finale, ci

sono molte persone che devo ringraziare per il loro supporto e

aiuto. In primis alla Professoressa Cocozza vorrei esprimere la

mia gratitudine, senza Lei non avrei mai avuto il coraggio di

scegliere un argomento che alla fine s‟è rivelato intenso,

profondo e coinvolgente ma più di tutto reale, e vorrei

ringraziarla per la disponibilità e per l‟aiuto che mi ha fornito.

Nell‟ambito delle ricerche sull‟argomento devo menzionare le

persone che non conoscevo e che mi hanno aiutato senza

battere ciglio fornendomi così tanto materiale sul quale

poggiare il mio elaborato, l‟Avvocato Giuseppe Colapietro e lo

scrittore/giornalista Andrea Moizo, a loro va la mia più

profonda gratitudine.

Non posso non ringraziare tutti coloro che mi hanno

supportato, che sia stato un aiuto piccolo o grande, un grazie

sentito va anche a Sergio Barbieri per l‟avventura alla

biblioteca Vittorio Emanuele III, a Francesca Esposito

letteralmente il mio angelo custode, ad Alessia Vitiello per aver

ascoltato i miei incessanti sproloqui e a mia Madre per aver

sacrificato il suo tempo per adattarsi ai miei orari. Infine

ringrazio tutti quelli che sentono di aver dato anche un minimo

contributo al mio lavoro.

-Ciro