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Liceo statale Galileo Galilei Caravaggio | Anno 18 NR. 1 Lettera da Hong Kong Hong Kong. Sono veramente a Hong Kong! Ancora non rie- sco a crederci: nonostante i tre mesi che sono qui non riesco ancora a rendermi conto di es- sere in questa fantastica città e che ci dovrò rimanere ancora per ben altri sette!

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Underground, il giornalino del Liceo Galilei di Caravaggio

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Liceo statale Galileo GalileiCaravaggio | Anno 18

NR. 1

Lettera da Hong Kong

Hong Kong. Sono veramente

a Hong Kong! Ancora non rie-

sco a crederci: nonostante i tre

mesi che sono qui non riesco

ancora a rendermi conto di es-

sere in questa fantastica città

e che ci dovrò rimanere ancora

per ben altri sette!

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ANNO XVIII NUMERO 1perVERBA

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Orizzontali1. Congiuntivo presente di invol-vere. 8. Il bambino protagonistade «La storia». 13. Kurt, autore di«Mattatoio n. 5». 15. Il genereletterario di Jacopone da Todi. 17.Appellativo che nei «Malavoglia»distingueva lo ‘Ntoni anziano daquello giovane. 18. Luogo della di-sfatta romana durante la se-conda guerra punica. 19. Inquinal’aria. 21. È all’origine delle vicendedel 23 verticale. 22. Lo erano i«Canti» di Dino Campana. 24. Ilfiume che è anche un dio per laLega Nord. 25. Quella Sacra an-nulla i matrimoni. 26. UcciseroGuido Rossa (sigla). 27. 99 ro-mano. 28. La sua dottrina soste-neva che Gesù non fosse dellastessa sostanza di Dio. 30. Èl’opposto della sintesi. 33. Nucleiarmati proletari. 35. Vi cadeva lapioggia cara a D’Annunzio. 37.Provincia pugliese (sigla). 38. Lo sischiaccia per accendere. 39. Ilnome di Manzoni per i suoi amicilombardi. 41. Letto inglese. 42. Eranel deserto in un film di BernardoBertolucci. 44. Per Brecht non fa-ceva differenza fondarla o rapi-narla. 45. Molto povero. 47. Basi-lio, cardinale e umanista bizan-tino. 49. L’interiezione di chi èscettico. 50. Moneta greca. 51.Sacerdoti in latino. 53. Paese na-tale di Parini letto alla rovescia.55. Nelle lettere precedeva ladata. 56. «Hanno» in francese.57. Fiume russo breve nel nomema lungo nel corso. 58. Il titolo

del nuovo romanzo di AlessandroBaricco.

Verticali2. Non valutato. 3. Poliziottodella Ddr. 4. Asino selvatico. 5.Lega nazionale dilettante. 6. Peril Vangelo rende liberi. 7. Piazzagreca. 8. Congiunzione latina. 9.Belare sena capo nè coda. 10. Unodei tre ragazzi della brigata del«Decameron». 11. Sconfissero iRomani al 18 orizzontale. 12. EastDakota Educational Cooperative.14. Articolo indeterminativo. 16.Che proveniva dalla Spagna. 18.Sono le parti anteriori degli occhi.20. Elsa, creatrice del personag-gio del 8 orizzontale. 23. Poemadi Omero. 26. Berlusconi la in-dossò per ricevere Blair e suamoglie. 29. Vende carburante. 31.

Erano «muscosi» per Manzoni. 32.Dedalus, protagonista del «Ri-tratto dell’artista da giovane» diJames Joyce. 34. Insieme di pro-dotti da mangiare. 35. Terrore osentimento di immedesimazionecon la natura. 36. Che grava suqualcosa o qualcuno. 40.L’azienda della famiglia Moratti.41. Voci di corridoio alle quali sipresta molta attenzione. 43. L’in-conscio di Freud. 46. Il campio-nato di basket professionisticoamericano. 47. Provincia pugliese(sigla). 48. Società della salute.51. Valutazione di impatto am-bientale. 52. Versione dialettaledi un aggettivo dimostrativo. 53.Ottiero, scrittore italiano (sigla).54. Si oppone a out. 55. Protago-nista femminile di «Bianca» diNanni Moretti (iniziali).

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Underground

LICEO STATALE GALILEO GALILEI CARAVAGGIO 2009

Underground

ANNOXVIII NUMERO 1SOMMARIOr

ATTUA

LITÀ

4 Catena di smontaggioSe questo è un lavoratore. Lo stranocaso di France Telecom

6 Talent showFattore X cercasi

8 PallavoloIl cielo azzurro di Polonia 2009

IL LICEO

10 Lettera da Hong KongLa città dai mille volti

14 Bergamo ScienzaBando ai libri

17 Lezione di vita ai Riuniti di BergamoConsumo di droghe,terapia intensiva,donazione e trapiantod’organi

CLUB

18 If you see him, say thanksLa vita, la musica e lamagia di Bob Dylan, unmenestrello senza età

21 La nascita degli deiVecchi e nuovi idoli nellamusica

23 RecensioniUp: diventare adulti in unacasa volante

SEG

RETE

SILL

ABE

27 Tra paura di cadere e voglia di volareIl futuro che fa paura, il passato da ri-cordare, il presente da vivere

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ANNO XVIII NUMERO 1ATTUALITÀ

SE QUESTO ÈUN

Venticinque persone che si suicidanoall’interno dell’azienda Frace Télé-come: è un dato sconvolgente, pareun’ecatombe, un bollettino diguerra.

Dispiace non conoscere esattamente il motivo del-l’azione di queste persone: sarebbe interessantesottoporre tutti i dipendenti di quell’azienda a unquestionario sulle loro condizioni di lavoro, anchese i risultati paiono intuibili.Negli ultimi decenni stiamo assistendo ad un no-tevole cambiamento nel mondo del lavoro: il pre-cariato è un fenomeno sempre più diffuso, i licen-ziamenti sempre più incombenti, l’ansia crescente,le aziende si fondano solo sul calcolo quantitiativodei propri risultati, mai sulla qualità del processodi lavoro.Capita anche che i dipendenti facciano ore ed oredi straordinari solo per compiacere i superiori,pensino sempre e solo al lavoro, a come migliorarele proprie prestazioni per aiutare quell’azienda chesi spaccia solo per «grande famiglia», ma legamidi sangue non ci sono, e di certo i grandi capi nonsi farebbero scrupoli ad accompagnare lavoratori

e relativi effetti personali alla porta.Alcuni chiamano queste persone troppo deditealla propria occupazione «lavoratori modello»; iopenso più che altro che siano fanatici, e come ogniforma d’ossessione, nemmeno quella per il lavoropuò essere considerata positiva.Questi individui, spesso troppo presi dalla lorovita nell’azienda, si chiudono in loro stessi: ed èproprio qui che, a mio parere, comincia la trage-dia.Diventano progressivamente più soli, sempre piùdeboli, quelle quattro mura che una volta eranofamiglia diventano gabbia, e quell’azienda che al-l’inizio riempiva d’entusiasmo e speranza, riescesolo ad amplificare l’angoscia.Altro grande problema del mondo moderno è ilprecariato, argomento che dopo le dichiarazionidel ministro dell’economia Giulio Tremonti («èmeglio il posto fisso») è tornato di grandissima at-tualità in Italia.Bella scoperta quella del ministro, si potrebbe nonproprio educatamente osservare, se non fosse cheproprio solo ora, anche a causa dei fatti accadutiin Francia, ci si accorge di come la precarietà, lapaura di essere lasciati a casa o in cassa integra-zione, sia uno spettro più reale che mai.Eppure i «grandi capi» questo non lo capiscono,tant’è che il presidente di Confindustria Emma

Il lavoro dei dipendenti dev’es-sere posto sopra al resto. Lavita delle imprese ha giratoper troppo tempo attorno aicorsi di Borsa e al breve ter-mine, a scapito delle condizionidi lavoro e delle relazioni so-ciali. Francois Sarkozy

Il fatto Le paroleNegli ultimi mesi 25 dipendenti di France Télé-com, azienda francese di telecomunicazioni, sisono suicidati per cause legate al loro lavoro: ilclima di tensione all’interno dell’azienda, gli in-viti pressanti a una maggiore produttività, l’ec-cesso di stress, il rischio o la certezza di esseretrasferiti o addirittura licenziati ha spinto a to-gliersi la vita dirigenti e semplici operai.

di Fabio Ubbiali4a F

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LICEO STATALE GALILEO GALILEI CARAVAGGIO 2009

Non credo che la mobilità di per sè sia unvalore penso che in strutture sociali comela nostra il posto fisso sia la base su cuiorganizzare il tuo progetto di vita e la fa-miglia. La variabilità del posto di lavoro,l'incertezza, la mutabilità per alcuni sonoun valore in sè, per me onestamente no.Giulio Tremonti (19 ottobre)

Riteniamo che la cul-tura del posto fisso èun ritorno al passatonon possibile, che pe-raltro in questo Paeseha creato problemi.Emma Marcegaglia(20 ottobre)

Marcegaglia ha osato sostenere che ilposto fisso sarebbe solo un ritorno alpassato.Certo, alle grandi aziende i precari co-stano meno, e per loro è comodocosì; speriamo di non dover aspet-tare una «France Télécome ita-liano» perché cambino idea.Ma i potenti sono molto similitra loro: non si assumono moltirischi, preferiscono parlare edesporsi dopo i fatti.Così ha fatto anche il presidenteSarkozy.Ma i suoi collaboratori e France Té-lécome avrebbero dovuto accorgersiprima di questa situazione e provarea far qualcosa per scongiurare le tra-gedie che sono successe.E’ facile giudicare a fatto compiuto, peròè doveroso constatare che in questo mondoche sembra d’ispirazione pitagorica, dove i nu-meri sono la base di tutto, non c’è più spazio perquel pizzico di umanità che dovrebbe essere pernodi ogni rapporto interpersonale, sia esso tra amici otra datore di lavoro e dipendenti, e che probabilmenteavrebbe modificato la “scelta” almeno di una parte diquei venticinque.

LAVORATORE

Ug

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ATTUALITÀ

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ANNO XVIII NUMERO 1

di Sara Scotti5a C

Qualcuno lo considera uno deitanti reality-show della tv, qual-cun altro un programma musi-cale, altri ancora un’occasioneper ascoltare delle canzoni cheda un po’ le radio non propon-gono: il conduttore di questoprogramma invece lo definisceun vero e proprio «tempio dellamusica», e non a torto. Stiamoparlando del talent show diRai2 che negli ultimi tre anni haimpazzato tra giovani e non: X-

Factor. Il pro-g r a m m anasce in In-ghilterra conil nome di«Pop Idol» econsiste nellascoperta digiovani talentiche, settimana

dopo settimana, si sfidano can-

tando le canzoni che i capi-gruppo e i vocal-coach asse-gnano loro. I partecipanti sonodivisi in tre categorie: i giovani(dai 16 ai 24 anni), i gruppi vo-cali e gli «over» (ragazzi dai ven-ticinque anni in su); ciascungruppo è capitanato da quelliche poi saranno i giudici delprogramma: Marco Castoldi (inarte Morgan), un ex dei «Blu-vertigo», Mara Maionchi, notadiscografica scopritrice tra glialtri di Tiziano Ferro e GiannaNannini, e da quest’anno , a so-stituire Simona Ventura, Clau-dia Mori, moglie del «molleg-giato» Adriano Celentano.Scopo del programma è trovarecantanti con quel noto «fattorex» determinante per fare car-riera. Obiettivo raggiunto. In-fatti il primo anno il timbro divoce particolare della ex cas-

siera di Abbiategrasso GiusyFerreri si è fatto strada tra igrandi della musica, e lo stessodestino è toccato l’anno scorsoa Noemi, ragazza dalla forte ri-sata e dall’ugola d’oro. Il fattorepositivo che distingue questoreality da molti altri in televi-sione è il fatto che la musica quiè messa davvero al primoposto: non sono inscenati litigiper fare audience, non ci sonoconflitti tra i concorrenti: lesfide sono leali e corrette, ba-sate solo sulla voce, sulla perso-nalità e sulla capacità di comu-nicare e trasmettere emozioni alpubblico. Gli unici a litigare nelprogramma sono i tre giudici,che difendono a spada tratta iloro protetti e commentanodando opinioni diverse alle per-formance dei cantanti. France-sco Facchinetti, presentatore

CERCASIFATTORE

Il fattore positivoche distinguequesto reality damolti altri è il fattoche la musica qui èmessa davvero alprimo posto

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diversi evanno a toc-care granparte dei ge-neri musicalie a riprenderegli artisti pas-sati e contem-

poranei. Questo rende il pro-gramma musicalmente davverointeressante perché con i lorovocal-coach i cantanti non si li-mitano a riproporre i brani, ma-

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del programma, li tiene a bada,e ha il compito di mediare tragiudici, cantanti e pubblico.Altra personalità importante delprogramma è Luca Tommasini,uno scenografo di fama inter-nazionale, capace di ambientareogni canzone e rendere testo emelodia palpabili anche con gliocchi. Ogni settimana, come già detto,ai cantanti viene affidata unacanzone; i brani sono sempre

gari imitando l’originale, macreano nuovi arrangiamenti eadattano la canzone a se stessi,evitando copie mal riuscite emostrando quella che è la loropersonalità musicale, il loro X-Factor. Quindi, aspiranti cantanti ditutta Italia, fatevi avanti! Magarinon ve ne rendete conto ma ilfattore-x che avete dentro puòfare di voi le nuove stelle dellamusica italiana! Ug

La giuria

Da destra: Mara Maion-chi, Morgan e Claudia

Mori

I vincitori diventatifamosi

Giusi Ferreri

Noemi

Gli unici a litigarenel programmasono i tre giudici,che difendono aspada tratta i loroprotetti

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ANNO XVIII NUMERO 1

cieloazzurrodi

Il

Sono brave e sono belle,sono le nostre azzurredella pallavolo, che

quest’anno hanno portato l’Ita-lia dai palazzetti dello sport po-lacchi in vetta alla classifica eu-ropea.Battendo l’Olanda con un deva-stante tre a zero le ragazze dicoach Barbolini hanno conqui-stato il meritatissimo titolo, chedifenderanno con le unghie econ i denti fino al prossimo eu-ropeo.

Duramente sconfitte alle scorseolimpiadi di Pechino, alle qualituttavia si erano qualificatecome favorite, le azzurrehanno lavorato molto ed eccoarrivata la vittoria: e che vittoria!Hanno disputato un girone as-solutamente impeccabile, conotto partite vinte su otto, comeera successo anche nella mera-vigliosa cavalcata del 2007; solodue set sono sfuggiti alle grinfieazzurre…nulla di che.Il cielo del volley internazionale

di Sara Scotti5a C

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si è perciò riconfermato azzurro:e come non potrebbe? Una superiorità davvero schiac-ciante quella italiana, anche se fa-cendo i nomi delle campionesse,si può dire quasi scontata. La no-stra palleggiatrice è Leo LoBianco, considerata la migliore almondo nel suo ruolo; TaiAguero, il fenomeno cubano ita-lianizzato a partire dal 2007, è ilnostro opposto. E che dire dei la-terali? Francesca Piccinini e An-tonella Del Core: tra le veteranedella nazionale; per non parlaredelle centrali Barazza e Gioli, an-ch’esse tra la più forti al mondo,come anche la Cardullo, libero difama internazionale. Ma pensiamo alla finale: il tara-flex di Lods in Polonia avrebbepotuto crollare sotto la forzadelle nostre ragazze. Hanno di-sputato una finale perfetta finitacon i parziali di 25-16, 25-19, 25-20 , e conclusa con un magnificoace su battuta firmata Aguero;nessuna come lei si meritava direalizzare il punto della vittoria,soprattutto dopo la brutta vi-cenda che l’ha colpita durante ilperiodo delle scorse olimpiadi,con la morte della madre, le dif-ficoltà di tornare a Cuba e di es-sere presente invece in Cina perle gare. In Polonia la storia è stata decisa-mente un’altra: le danze in campodelle ragazze a fine gara sonostate un ballo liberatorio, gli ab-bracci gioiosi di atlete,dirigenti eallenatori il simbolo della finedelle tensioni e dei timori: Pe-chino è stata scongiurata: questasquadra ce la ricorderemo dav-vero per molto tempo!

Nessuna comeAguero si meritavadi realizzare ilpunto della vittoria,dopo la bruttavicenda che l’hacolpita durante le

ultimeolimpiadi

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Eleonora Lo Bianco

Jennifer Barazza

Francesca Piccinini

Antonella Del Core

Taymaris Aguero

Simona Gioli

Paola Cardullo (libero)

Il sestetto campione d�Europa

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ANNO XVIII NUMERO 1IL LICEO

13 novembre 2009

Hong Kong. Sono veramente aHong Kong! Ancora non riesco acrederci: nonostante i tre mesi chesono qui non riesco ancora a ren-dermi conto di essere in questafantastica città e che ci dovrò rima-nere  ancora per ben altri sette!Dopo 78 giorni (la mia miglioreamica sta tenendo il conto) che ho

lasciato l'Italia mi sembra di essereancora a casa, ma la mia casaadesso é qui, e scrivo dalla piccolacameretta azzurra che divido conla mia «host sister», perché le casea Hong Kong hanno spazi moltor i s t r e t t i !La vita hon-konghina èuguale e allostesso tempodiversa daquella italiana:la scuola oc-

di Micol Mauro4a I

Lettera da HHong KongLettera da HLa città dai mille volti

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Le relazioni tracompagni di classenon sono moltointime a causa dellacompetitivitàesagerata

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cupa la maggior parte della gior-nata dei ragazzi, inoltre la pres-sione a studiare che viene eserci-tata dai genitori è esasperata; gli ac-cessi limitati all’università  sonomolto ambiti (solo il 40% dei ra-gazzi riesce a raggiungerli),così  ognuno segue «tutorial les-sons» tutti i giorni, domenichecomprese. Di conseguenza, le re-lazioni tra compagni di classe nonsono molto intime a causa dellacompetitività esagerata. La scuola in inglese differisce

Lettera da Hong KongHong Kong

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IL LICEO

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ANNO XVIII NUMERO 1

molto da quella italiana: le le-zioni hanno una durata di 35 mi-nuti e bisogna frequentare la classetutti i pomeriggi fino alle 16.00.Ma al sabato non c'è scuola! Le materie sono opzionali: per ac-cedere alla «pubblic examination»occorrono cinque materie, chepossono essere scelte tra storia,geografia, economia per l'indirizzoartistico; matematica, chimica, fi-sica per quello scientifico; inoltreé possibile frequentare materiecome economia domestica o cu-cito. È difficile anche per i ragazzidel posto riuscire studiare in in-glese: il sistema di valutazionenon é basato su numeri assoluti,come i nostri sei, sette, otto: il mi-gliore della classe in ogni singolaprova riceve una «A» mentre glialtri si «accontentano» delle letteresuccessive in base a quanto si sonoallontanati dalla prestazione delpiù bravo. L’università dura quattro  anni,anche se da quest'anno è stata in-trodotta  un nuova  legge per cuigradualmente sarà ridotta a tre.Molti studenti universitari sonostranieri e anche questo contribui-sce a far sì che i genitori spinganoi loro figli allo studio, poiché senon riescono a entrare nell'univer-sità, sono costretti a svolgere lavoriche a molti appaiono non digni-tosi.Ma Hong Kong è così: banchierimilionari e anziani che per la pen-sione troppo bassa devono racco-gliere i giornali per poi vendere lacarta; vecchi e giovani; cinesi e«wester»; Inghiterra e Cina. Quo-tidianamente qui convivono per-sone con culture e mentalità com-pletamente differenti, il cosmopo-

litismo é alla base della crescita diquesta stupenda città. La mia«host mother» é cinese, mentre ilmarito malese: tipico esempio difamiglia hongkonghina; come tuttigli asiatici non sono molto espan-sivi, ma comunque pazienti e gen-tili.Hong Kong,infatti, é genti-lezza e la po-polazione lo-cale è sempred i spon ib i l e ,cerca di aiutare gli altri ogniqual-volta si presenta l'opportunità;anche se solo i giovani conosconol'inglese perfettamente, le persone

anziane cercano di spiegarsi agesti. Molte volte le parole sonosuperflue!La vita é frenetica, sempre «ina  hurry», mentre la domenica èl'unico giorno di riposo, non es-sendoci altre vacanze se non quelledel «Chinese new year» e quelle(brevi) natalizie. Ci sono, però, anche aspetti dellavita di Hong Kong decisamentespiacevoli. Ritengo ad esempio chel’atteggiamento di chiusura delloStato cinese non permetta moltalibertà: a partire dalla divisa, chedeve essere perfettamente «tidy»,fino alla impossibilità  di avere unfidanzato prima della fine delle

Il cibo ècompletamentediverso dal «cinese»che mangiamo noiin Italia

Chinese Box di Wayne WangAnno: 1997Genere: DrammaticoAttori: Jeremy Irons, Gong LiDurata: 115 minuti circa

Ambientato a Hong Kong (patria delregista), comincia con la notte diSan Silvestro 1996 e si chiude il 30giugno 1997, il giorno della "restitu-zione", del passaggio della città dal

protettorato britannico al go-verno della Cina popolare. Unoscrittore-giornalista inglese, ma-lato terminale di leucemia, è inna-morato senza speranza di una exragazza di vita che sogna di spo-sare un ricco cinese. Da un ro-manzo di Paul Théroux.

fonte: www.corriere.it

Il film

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scuole superiori.Il cibo cinese è completamente di-verso dal «cinese» che mangiamonoi in Italia: speziato, con salse dalcolore e odore incomprensibili eindescrivibili; solo dopo alcunesettimane si riesce a dimenticare lapizza, anche perché qui l'unica of-ferta di questo tipo é Pizza Hut! Eanche questo è Hong Kong: carnee frutta in un solo piatto, budini difagioli e «sweet corn», riso inbianco e «peanuts» fritte.A Hong Kong puoi trovare gratta-cieli di 60 piani nuovissimi vicinoa vecchi edifici semipericolanti,così c'è la possibilità di ammirarele fantastiche ville sulla collina delPeak o le abitazioni quasi distruttedei «New Territories». La maggiorparte della popolazione abita neigrattacieli, ma essendo così densa-mente popolati nessuno conosce ipropri vicini. Nonostante il nu-

mero molto elevato di abi-tanti, infatti, la città nonha conosciuto unagrande espansione terri-

toriale, motivoper cui inmedia in ungrattacielo cisono 360 ap-p a r t a m e n t i . Il meravigliosodi Hong Kongsono proprio i

contrasti che  stanno a contattoogni giorno: Hong Kong è rumoree silenzio, sole e buio pesto, luci,insegne per le strade e parchioscuri, vita e quiete, ordine e disor-dine, gioia e tristezza... HongKong è tutto questo: e sì, non cisono parole per descrivere questameravigliosa città.

La storia

Nel 1841, durante la Prima Guerradell’Oppio, la zona di Hong Kong

e i piccoli villaggi di pescatori furonooccupati dalla Gran Bretagna.Col Trattato di Nanchino dell'anno se-guente l'Isola di Hong Kong, e la peni-sola di Kowloon nel 1860, furono for-malmente ceduti dalla Cina alla GranBretagna.La parte rimanente dell'area di HongKong fu temporaneamente cedutaalla Gran Bretagna per 99 anni, apartire dal 1 luglio 1898.Il 30 giugno 1997, allo scadere delperiodo di controllo britannico,tutto il territorio è tornato alla Re-pubblica Popolare Cinese. La «resti-tuzione» è stata il frutto di un ac-cordo tra Cina e Gran Bretagna, laDichiarazione Congiunta Sino-Bri-tannica del 19 dicembre 1984, in cuisi stabiliva che tutto il territoriosarebbe diventato dal 1 luglio 1997una Regione Amministrativa Spe-ciale della Repubblica Popolare Ci-nese.Nella Dichiarazione Congiunta,Deng Xiao Ping formulò il principio

di «un paese, due sistemi» con cui silasciava libertà amministrativa a HongKong, pur delegando alla Cina i compitidi politica estera e difesa per un pe-riodo di 50 anni, fino al 2047.L'ultimo governatore britannico diHong Kong è stato Christopher Fran-cis Patten dal 1992 al 1997.

fonte: Wikipedia

A Hong Kong puoitrovare grattacielidi 60 pianinuovissimi vicino avecchi edificisemipericolanti

Ug

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V i è mai capitato di volervi mettere dall’altra parte dellacattedra? Di provare ad essere, ad esempio, la guida in unmuseo o in una mostra, e non lo spettatore? Alcuni stu-denti del Liceo hanno potuto provare questa esperienza,grazie alla partecipazione a Bergamo Scienza.Bergamo Scienza è una manifestazione che si svolge inCittà e in alcune zone della provincia, come Treviglio,nella quale sono racchiusi molti eventi di argomento

Felice è colui che ha potutoconoscere la causa dellecose

Virgilio, Georgiche

di Daniele Tomasoni4a D

scientifico: quest’anno, la settimaedizione si è svolta dal 3 al 18 ot-tobre, ed ha offerto al pubblicocomplessivamente 124 eventi tramostre, laboratori, conferenze,

spettacoli e concerti. Assieme aivolontari, ad accompagnare i visi-tatori negli stand sparsi per tutta lacittà ci sono stati gli studenti, que-

st’anno provenienti da 19 istituti ditutto il territorio: anche da noi, allafine dell’anno scorso, si sonoaperte le iscrizioni, a cui hanno

Bando a lbri

a Bergamo Scienzagli studenti fanno da guida

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IL LICEO

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aderito 30 studenti, attualmente inquarta e quinta.Alcuni di loro avevano già parteci-pato ad un’edizione precedentedella manifestazione; i nuovi arri-vati, invece, hanno frequentato unbreve (ma interessante!) corso dicirca due ore sul ruolo dell’anima-tore, condotto nella nostra scuolada un esperto nel campo dell’ani-mazione nei musei. Quindi, sisono divisi i compiti: c’è chi hascelto la visita guidata «Mimuovo… Dunque sono!» a Ber-gamo, chi invece ha preferito ac-compagnare le classi in visita alMuseo Interattivo di Treviglio,aperto alla mostra-laboratorio in-terattivo ExplorAzione, e assistereil personale nel laboratorio interat-tivo di biologia.A Bergamo, i nostri galileianihanno accompagnato le classi invisita, composte soprattutto dabambini provenienti dalla scuolaelementare; il loro lavoro consi-steva nel seguirle e mostrare loro ipiccoli giochi con cui sperimentarela differenza tra le reazioni volon-B

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tarie e le reazioni involontarie delnostro corpo, per poi aiutarli a mi-surare la resistenza con uno stru-

mento apposito.C o m m e n t a

così una ragazza

di quinta: «Avevo già partecipato aBergamo Scienza come guidal’anno scorso, e lì avevo parlato delcuore. Quest’anno, benché l’argo-mento fosse diverso e un po’meno interessante, penso che siastato più ‘emozionante’, perchédovevo non solo spiegare ai visita-tori, soprattutto bambini di circadieci anni, il funzionamento degliexhibit, ma anche assisterli, intera-gire con loro, assisterli mentre nescoprivano il funzionamento: c’èstato più contatto con la gente, e

questo mi ha fatto molto piacere».A Treviglio, invece, i nostri hannolavorato nel Museo interattivo,aperto ormai da quasi due anni nelpadiglione di Piazzale Cameroni:in esso si trovano oltre quarantapostazioni dedicate a meccanica,

t e r m o l o g i a ,elettromagneti-smo, ottica eacustica. Eccosolo alcunidegli strumentipresenti: il gi-

roscopio, il flauto di Pan, il tubo diNewton, il diavoletto di Cartesio,un rilevatore di radioattività, unmodello dell’occhio umano, il can-none elettromagnetico. E moltoaltro ancora, in grado di soddisfaretante curiosità: sapete che è possi-bile costruire un carrello con delleruote non circolari? O come mai icolori delle stampanti sono pro-prio magenta, ciano e giallo? Op-pure che una sveglia degli anni ’50emette moltissime radiazioni?Il compito degli studenti qui eraaffiancare chi spiegava gli exhibitalle classi in visita, anche in questocaso provenienti da elementari emedie del circondario, e negli ul-timi minuti seguire invece i ragazziche si soffermavano alle posta-zioni più interessanti. La domenica, invece, alcuni hannopartecipato al laboratorio di biolo-gia, nel quale i visitatori dovevanoscoprire chi produce ossigeno echi anidride carbonica tra lievitoed alghe, e le differenze tra questidue gas: per farlo i partecipanti do-vevano preparare delle «palline» dilievito ed altre di alghe, grandiquanto il caviale, utilizzando unasoluzione di alginato di sodio

Qui accanto, una delle attrazioni del

laboratorio di chimica: un

«panettone» all’ossigeno. Nella

pagina precedente, l’interno del

Museo Interattivo di Treviglio

Dovevo non solospiegare aivisitatori, mainteragire con loro,assisterli, dice unaragazza di quinta

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e cloruro di calcio; poi graziea un misuratore di acidità si sco-priva quale gas è prodotto e da chi. «È stato molto bello assistere i ra-gazzi in visita al laboratorio, ancheperché fa piacere condurli a ri-spondere correttamente alla do-manda che gli abbiamo posto!Oltre a questo, ho imparato comefunziona il lavoro della guida eanche qualche applicazione di ciòche ho studiato a scuola che nonsapevo», dice una ragazza diquarta. Insieme al laboratorio dibiologia, non potevano mancarequello di chimica e di fisica: nelprimo gli spettatori sono rimastistupiti da botti e fiamme provocati«giocherellando» con idrogeno eossigeno, mentre nel secondoerano in scena le magie del vuoto,con fenomeni come l’acqua freddache bolle o la schiuma da barbache si gonfia; infine si è parlatoanche delle onde sonore.Chi si è perso Bergamo Scienza,quindi, ha da mangiarsi le mani: senon vi hanno convinto gli esempisopra, lasciate che i numeri di que-sta edizione lo facciano: 87.176

A sinistra, ragazzi e genitori al lavoro nel laboratorio di

biologia. Sotto, spiegazione delle «magie del vuoto» al

laboratorio di fisica

presenze in 124 eventi in 60 luoghidiversi, 1551 i volontari di cui 1250studenti impegnati come guide, 37conferenze con ospiti illustri comeil Premio Nobel John F. Nash o ilfondatore di Wikipedia JimmyWales. E se per voi ancora nonbasta, sappiate che gli spettacolicomprendevano un concerto jazze una serata d’intrattenimento con-dotta da scienziati e inviati de «LeIene», che hanno portato in piazza4.500 persone. Che dire? «A presto!», o, più preci-samente, all’anno prossimo, conl’ottava edizione di BergamoScienza; invito soprattutto rivoltoai ragazzi delle future terze e

Chi si è persoBergamoScienza hada mangiarsi lemani. Lo dicono inumeri di questaedizione

quarte, per partecipare comeguide: la manifestazione si aprirà il2 ottobre 2010, ma le iscrizioni al-corso per diventare guide parti-ranno già dalla fine di quest’annoscolastico. Ug

H

I numeri di Bergamo Scienza

124 eventi60 luoghi

87.176 presenze1.551 volontari

1.250 studenti37 conferenze

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I numeri di Bergamo ScienzaI numeri di Bergamo ScienzaI numeri di Bergamo Scienza

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cui1.551 L

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Cinque novembre 2009. Anche que-st’anno gli Ospedali Riuniti di Ber-gamo hanno aperto le loro portealle scuole. Avviata nel 2004, l’ini-ziativa «Lezione di…vita» intendesvolgere prevenzione ed educa-zione sanitaria nei confronti deicittadini. Protagonista dell’espe-rienza questa volta è stata la classe4a F del Liceo scientifico-lingui-stico «Galileo Galilei» di Caravag-gio.

di Laura Arenghi4a F

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ai «Riuniti» di Bergamo

20 40 60 80 100

“Riuniti”, Bergamo

Ospedale “Niguarda”, Milano

Azienda Ospedaliera, Padova

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87

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fonte: Nord Italian Transplant

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Azienda Ospeda voa, PadrielAzienda Ospeda av

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IL LICEO

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Ad accoglierla vi era il dottorCossolini, coordinatore di area aiprelievi e trapianti della provinciadi Bergamo. Egli ed altri esperti,con l’ausilio di presentazioni e fil-mati al pc, hanno parlato di pre-venzione di incidenti stradali, do-nazione e trapianto d’organi.Il primo a prendere la parola èstato il dottor Picciché, coordina-tore Asl, il quale ha illustrato gli ef-fetti delle sostanze psicoattive, cioèalcol e droga.Tra giovanie donne èincremen-tato il con-sumo dialcol seb-bene sianole categoriepiù a rischio.Sesso, età epeso corpo-reo influi-scono infattisugli effettie se si ag-g i u n g o n os o s t a n z es t u p e f a -centi, questiaumentanoe s p o n e n -zialmente.

ducente stesso. Se il guidatore ri-sulta ebbro scatta la confisca delmezzo, il ritiro della patente (da unminimo di tre mesi fino a un mas-simo di due anni) e il processo. Laprocedura è la stessa anche in casodi guida sotto l’effetto di droga.La parola è passata poi a Teresa,volontaria del 118, che ha illustratole funzioni di questo servizio. Il 118 fu istituito nel 1992 quandoil governo volle unificare il sistema

Tra giovani e donneè incrementato ilconsumo di alcol,sebbene siano lecategorie più arischio

Consumo di droghe›

Ô

Quali trapianti a Bergamoperiodo: gennaio-giugno 2009

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1* intestino, fegato, pancreas, milza, stomaco

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1ocmaotlza, s

Gian Battista Rizzi (Polizia localedi Bergamo) ha fotografato la si-tuazione della sicurezza stradale.In Italia dal 5 al 20% degli intervi-stati ammette di essersi messo allaguida dopo aver bevuto e il 30-50% dei decessi sono alcol-corre-lati. Gran parte degli incidenti puòessere evitato adottando misure disicurezza passiva, a tutela del con-ducente, e attiva, attuata dal con-

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la nostra volontà. In Italia sonosolo un milione 100 mila i donatorivolontari. Chi volesse compierequesto gesto d’amore, può farlopresentandosi all’Asl o iscriven-dosi all’Aido.L’equipe dei Riuniti ripeterà l’ini-ziativa con altre classi, stavoltaperò nei locali del Liceo, nellaprossima primavera.

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Grazie all’ottimo lavoro che viene svolto nelle terapie intensive, e ad unaccurato e costante programma di formazione del personale, ai Riuniti

vengono segnalati come possibili donatori tutti i pazienti decedutiper lesioni irreversibili al cervello che purtroppo non siamo riusciti asalvare. Non tutti poi diventano donatori effettivi per due motivi: o

perché il defunto si era dichiarato contrario alla donazione in vita operché, pur essendoci il consenso, gli organi prelevati non sono idonei al

trapianto, per il sussistere di infezioni, neoplasie o altre patologie. Sul primoaspetto stiamo lavorando molto e, da molti anni, organizziamo diverseiniziative e campagne di comunicazione per dare un’informazione corretta aicittadini, a cominciare dai ragazzi delle scuole. La scelta di donare o no èlibera e va rispettata, l’importante è che venga presa da tutti i cittadini,per evitare ai familiari una dolorosa interpretazione della volontà del propriocaro in un momento tragico e improvviso. Sul secondo aspetto invece è piùdifficile lavorare. Abbiamo un’organizzazione tale da permetterci diintervenire prontamente per mantenere gli organi in ottime condizioni finoal trapianto e per eseguire accurati esami per valutare la loro funzionalità,ma se questi sono malati ogni nostro sforzo è inutile.

Mariangelo CossoliniCoordinatore al prelievo e trapianto d’organi della provincia di Bergamo

In Italia dal 5 al20% degliintervistatiammette di essersimesso alla guidadopo aver bevuto

Incidenti stradali

di emergenza territoriale a livellonazionale. Esso rappresenta ilprimo soccorso sul territorio, chedeve essere rapido, competente egarantito da un’ospedalizzazioneidonea.Il dottor Riva ha poi spiegato ilruolo della terapia intensiva: essacura pazienti medici, chirurgici etraumatizzati, ognuno dei qualipresenta funzioni vitali compro-messe o insufficienti che devonoessere sostituite artificialmente ocon intervento. Ogni anno l’84,8%dei degenti ricoverati si rimette,mentre il15,2% purtroppo non cela fa.Nell’ultima parte della conferenzail dottor Cossolini ha affrontato ilproblema del trapianto e della do-nazione di organi. Secondo lalegge n. 91 del 1 aprile 1999, unavolta maggiorenni bisogna dichia-rare il proprio consenso o dissensoalla donazione, in modo da evitareai nostri cari di dover interpretare

Cura i pazienti chepresentino funzionivitali compromesseo insufficienti. Ognianno l’84,8% deidegenti ricoverati sirimette

Terapia intensiva

Una volta maggiorenni bisognadichiarare il proprio consenso

o dissenso alla donazione. InItalia i donatori volontari sono

solo un milione e 100 mila

Donazione d’organi e trapianto

Ug

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ANNO XVIII NUMERO 1CLUB

Bo

b D

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nIf you see him,

Sembra strano, maquando si nominano imusicisti che hannosegnato la storia dellamusica, uno dei primi

nomi che mi viene in mente èquello di Bob Dylan. Oggi sessan-tottenne, tuttora all’attivo, non èsolo un importante cantautore, maè un musicista senza tempo checon la sue parole, scava importantiimpronte nel background diognuno di noi.Robert Zimmerman, vero nome diBob Dylan, nasce a Duluth nelMinnesota il 24 maggio del 1941.Nel periodo in cui nel mondo in-furiava la seconda guerra mon-diale, il gio-

vane Robertavverte ilpugno in faccia

del caos verso tutti quelli che si af-facciavano alla vita. Altro periodo che segna profonda-mente l’animo di Bob Dylan è laguerra fredda che scatterà con laRussia. Dirà in seguito Dylan:«All’improvviso i russi che ave-vano combattuto al nostro fiancoerano diventati i nostri nemici».Da sempre grande amante dellamusica, inizia a suonare all’età didieci anni nel 1957 e aiutato da unamico impara a suonare la chitarra(prima di allora da autodidatta suo-nava il pianoforte). La musica chesegna la sua formazione passa dalcountry al folk, e i suoi idoli sonoHank Williams, Woody Guthrie,

Lefty Frizzel, Chuck Berry, FatsDomino.Bob Dylan inizia la carriera di mu-sicista nel 1959 a Minneapolis. Nel1961 decide di andare a New Yorke giocarsi il tutto per tutto nel ten-tativo di affermarsi definitiva-mente. Arriva nella metropoli il 24gennaio. E come ha ricorda piùvolte, va spesso a trovare in ospe-dale il suo idolo Woody Guthrie,ricoverato in gravi condizioni, vit-tima del morbo detto «Corea diHuntington». Nel frattempo iniziaad esibirsi in vari locali del Green-wich Village (il quartiere degli ar-tisti), come il «Gaslight», il «CafèWha?», a volte anche solo comearmonicista piuttosto che comecantante. È nell’estate del 1961 cheDylan conosce John Hammond,

p rodu t to r e

La vita, la musica e la magia di un

di Fabio Orsini5a C

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say thanksdella casa discografica CBS, ilquale resta impressionato da que-sto giovane con gli occchi di ghiac-cio. L’amicizia con il critico delNew York Times Robert Shelton,una voce influente nel campo mu-sicale, contribuisce in maniera fon-damentale all’affermazione di Bobcome artista emergente. È un pe-riodo importante per la musicaamericana e mondiale, quello: pas-sano ancora degli anni prima che iBeatels, i Rolling Stones o i TheWho soffino un po’ di nuova vitanel panorama musicale.Il 1963 segna la grande svolta perBob Dylan con il disco «The free-wheelin’ Bob Dylan», che lanciadefinitivamente l’artista: da «Blo-win’ in the wind», canzone che di-venta un successo internazionale,a «A hard rain’s a-gonna fall» , pas-sando per «Don’t think twice, it’sall right». Il successivo LP «Thetimes they are a-changin’» restatuttora il disco di maggior impe-gno sociale e politico di Dylan,con capolavori come «With Godon our side», «The lonesome deathof Hattie Carroll», «When the shipcomes in», «North country blues»e naturalmente la title-track «Thetimes they are a-changin’».Tutt’oggi Bob Dyaln vanta all’at-tivo più di cinquanta album. La suaproduzione musicale, partendo dalfolk, attraversa il periodo country,il blues, fino a sfociare nell’elet-trico e nel rock&roll. Grande arti-

sta, meraviglioso cantastorie, conuna voce al limite tra il sacro e ilprofano, Bob Dylan è capace distenderti: non a caso i suoi fanssono milioni in tutto il mondo, diogni età, razza e ceto sociale. Ed'altronde chi non ha mai sentitouna sua canzone?Se lo avete fatto potete capire dicosa sto parlando. Perché ascoltareuna sua canzone, ascoltarla vera-mente dico, ti trasporta nel suomondo che diventa vostro: voi ve-dete la stessa ragazza in «Like aRolling Stone», la stessa finestra in«It ain’t me, babe», la stessa spiag-gia in «Sara», le stesse montagne in«Girl from the north country». Le sue canzoni sono così: un versoconduce ad un altro verso, comequando il piede sinistro fa unpasso in avanti e quello destro losegue. Non si ha bisogno di pas-sare per le stesse esperienze per ca-pire ciò canta: le vivi ascoltandolo.Nella sua biografia Dylan scriverà:«Non so esattamente quando mivenne in mente di scrivere can-

zoni. Non sono le canzoni a venireda te a farsi invitare a casa. Non ècosì facile. È necessario conosceree capire qualcosa, ma anche andareoltre i particolari», e forse è questoche lo rende unico: la grande capa-cità di trasformare la musica in im-magini, di raccontarti una storia edi farti vivere quella storia. Non èun caso che «Like a Rolling Stone»sia stata eletta la miglior canzonedei 50 anni di rock&roll, e che nel

2001 Dylan siastato insignitocon l’Oscar per«Things HaveC h a n g e d » ,brano portantedella colonnasonora del film«Wonder Boys»di Curtis Han-son.

Andate a vedere un concerto diBob Dylan e capirete come ci sisente a stare di fronte a questogrande genio della musica: tuttoesprime energia ed è uno dei pochiche riesce ad unire ancora tantepersone di generazioni così diversee a portarle in un «limbo», dovenon esiste età, non esiste nulla.Esiste solo lui. Andate a ve-

menestrello senza età

Forse è questo che lorende unico: lacapacità ditrasformare lamusica in immagini,di raccontarti unastoria e di fartivivere quella storia

Il disco d�esordio

1963The Freewheelin’Bob Dylan

Sotto, Dylan in

un’immagine dei

primi anni della

sua carriera

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CLUB

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derlo dal vivo o solo guarda-telo suonare. Tutto gira attorno alui. Non vi accorgerete nemmenodella persona che avrete a fianco. Isuoi musicisti lo guardano in con-tinuazione mentre suonano e que-sto perché Bob Dylan, oltre ad es-sere un ammaliatore, non suona lesue canzoni sempre allo stessomodo ma ogni volta cambia ac-cordi, cambia tonalità e la canzonepur essendo sempre la stessa, ènuova, è magica, è diversa.Il mio consiglio: comprate l’ultimoalbum di Bob Dylan, «Togetherthrough life». Lo strillo del presuntuoso ragazzofolk è invecchiato un grado allavolta e sentendolo ora sembra lavoce di un vecchio vagabondosenza età, ma le sensazioni cheBob Dylan ti dà sono le stesse. C’èamore per la musica in quello checanta, c’è la voglia di donare nono-stante il cosiddetto cattivo carat-tere: Bob Dylan non parla mai,Bob Dylan scappa in limousinedopo i concerti, eppure BobDylan dice: «mi importa molto al-trimenti non starei qui». Tempo fa in un intervista, alla do-manda se fosse soddisfatto di tuttociò che ha fatto, rispose: «Ho sem-pre voluto fermarmi quando ero altop, non volevo spegnermi lenta-mente: non ho mai voluto esserequalcuno di cui si parlava al pas-sato, ho sempre cercato di esserequalcuno che non sarebbe maistato dimenticato. E dunque misembra che, in un modo o in unaltro, ci sia riuscito, che abbia fattoquello che desideravo”. Ascoltare Bob Dylan non è rivi-vere il passato, ogni sua singolacanzone è così attuale che pare

senza tempo. A volte i brani dicono cose pro-babili, a volte le canzoni diconocose che non hanno niente a che

fare con la verità o con quello chesi vuole dire, ma altre volte ci di-cono cose che tutti sanno esserevere.

Ug

Ipse scripsitOh, who did you meet, my blue-eyed son?Who did you meet, my darling young one?I met a young child beside a dead pony,I met a white man who walked a black dog,I met a young woman whose body was burning,I met a young girl, she gave me a rainbow,I met one man who was wounded in love,I met another man who was wounded with hatred,And it's a hard, it's a hard, it's a hard, it's a hard,It's a hard rain's a-gonna fall.

A Hard Rain’s A-Gonna Fall

How many roads must a man walk downBefore you call him a man?Yes, 'n' how many seas must a white dove sail

Before she sleeps in the sand?Yes, 'n' how many times must the cannon balls flyBefore they're forever banned?The answer, my friend, is blowin' in the wind,The answer is blowin' in the wind.

Blowin’ In The Wind

If you get close to her, kiss her once for meI always have respected her for busting out and gettin' freeOh, whatever makes her happy, I won't stand in the wayThough the bitter taste still lingers on from the night I triedto make her stay.

If You See Her, Say Hello

Ho sempre volutofermarmi quandoero al top, nonvolevo spegnermilentamente: non homai voluto esserequalcuno di cui siparlava al passato

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La nascitadegli

Ieri

C’è stato un tempo in cuila musica era vistacome qualcosa di di-

vino, la si considerava una forzacapace di svegliare le coscienze at-

traverso le pa-role delle can-zoni. Così al-

cuni dischi sono entrati nella sto-ria, non solo per il valore musicale,ma anche per il messaggio chehanno saputo trasmettere, e conloro indimenticabili sono rimastigli artisti che li hanno creati.

Gli anni Duemila hanno portatoscoperte tecnologiche, migliora-menti dal punto di vista medico euna qualità della vita superiore, mainsieme alle «cose belle» hanno

portato anche«cose brutte» :la minacciapersistente diuna fine delmondo a causadel surriscalda-mento globale,l’estinzione divarie specieanimali e l’au-

mento della povertà nel Terzomondo. Nonostante tutto questo,c’è qualcosa che tiene legate le per-sone alla vita e molte volte quelqualcosa è la musica.Sembrerà strano, ma la maggiorparte dei nuovi artisti nascono pla-tonicamente dai format televisivi,la gavetta di un artista ora si riducead un televoto. Ma cosa spingegiovani e no a seguire questi nuovitalent show?È come se i giovani sentissero co-stantemente il bisogno di po-

di Fabio Orsini5a C

La maggior partedei nuovi artistinasconoplatonicamente daiformat televisivi, lagavetta di un artistaora di riduce a untelevoto

Vecchi e nuovi idoli

Da sinistra, in

senso orario:

Lucio Battisti,

Fabrizio De

André, Francesco

De Gregori,

Vasco Rossi,

Luciano Ligabue ›

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Oggi

tersi immedesimare ogni annocon un nuovo cantante. Ragazzibelli, alcuni con molto talento, chesperano di diventare famosi, equando ci riescono, se ci riescono,rimangono sulle scene un paio dianni: il tempo di venir sostituiti odi essere dimenticati da coloro cheprima li amavano. Tutti crescono ecome si abbandonano i giocattoli,si abbandonano anche gli idoli cheda piccoli ci facevano sognare. La bravura di un cantante sta nelcrescere insieme al suo pubblico, onel rimanere sempre fedele a sestesso? Una domanda forse daporre più che all’artista a quelli chelo sostengono.E che fine fanno i musicisti che «cela fanno» e poi scompaiono? Tor-nano alla loro vita precedente o ca-dono in depressione per non avercoronato del tutto il loro sogno?I pochi che ce la fanno sul serio,quelli che rimangono nel cuoredelle persone sono i veri fortunati.

Si ricordano Giusy Ferreri, Noemi,usciti da «X Factor»; Marco Cartae Alessandra Amoruso, usciti da«Amici di Maria de Filippi», masono sulla scena da troppo pocotempo per capire dove le lorostrade li porteranno.I talent show oggi attirano. Bastipensare al quantitativo di personeche si presentano ai provini: molti,non più giovani, tentano il tuttoper tutto; altri, giovanissimi, cicredono veramente. Un tempo invece era più difficilesfondare. La professione di musi-cista era vista di «cattivo occhio»;però se ce la facevi, rimanevi vera-mente nel cuore delle persone. Nesono un esempio artisti comeLucio Battisti, Francesco De Gre-gori, Fabrizio De Andrè, VascoRossi, Luciano Ligabue. Cosa ave-vano loro in più dei ragazzi dioggi? Cosa trasmetteva la loro mu-sica? In che modo sono diventatie continuano ad essere idoli per

generazioni diogni tipo? Èvero che tuttociò che dovevaessere fatto e

scritto, nel panorama musicale, ègià stato fatto oppure semplice-mente i musicisti sanno che persfondare servono solo canzonette,mentre le vere canzoni non fannovendere più? Allora se non ven-dono, lo stesso pubblico è cam-biato. Chi compra i dischi ogginon vuole canzoni impegnative.Forse perché di male nel mondoce ne è già troppo e sono sempredi più quelli che vogliono solo di-vertirsi e dimenticare le brutturedella vita.E così i grandi messaggi li trovi nei«vecchi» e nelle loro poesie in mu-sica.

Chi compra i dischioggi non vuolecanzoniimpegnative. Così igrandi messaggi litrovi nei «vecchi» enelle loro poesie inmusica

In alto,

Alessandra

Amoroso; qui

accanto, Marco

Carta

Ug

Cosi` cantarono i �vecchi�Fabrizio De AndréQuando in anticipo sul tuo stupore verranno achiederti del nostro amore,a quella gente consumata nel farsi dar rettaun amore così lungo tu non darglielo in fretta«Verranno a chiederti del nostro amore», 1973

Mi sono guardato piangere in uno specchio dineve, mi sono visto che ridevo, mi sono visto di spalle che partivo. Ti saluto dai paesi di domani che sono visioni di anime contadine in volo per il mondo

«Anime salve», 1996

Francesco De GregoriFa’ che gli sia dolceanche la pioggia nelle scarpe,anche la solitudine

«Santa Lucia», 1976

Un uomo con le spalle larghe la fortuna non sanemmeno cos’è, ogni sera fa cadere le stelle, ogni mattina leraccoglie con te, e se bastassero le cartoline te ne manderebbeogni anno e poi potresti vederlo piangere, proprio come gli uomini non fanno

«Spalle larghe», 1987

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Carl è un bambino di noveanni e come tutti i bambinidella sua età ha molti sogni

da realizzare: ma quello che gli stapiù a cuore è diventare un esplora-tore; questa sua ispirazione gli de-

riva della sua forte ammirazionenei confronti del famoso esplora-tore Charles F. Muntz, che, gi-rando il mondo con il suo aereo,scopre ogni giorno qualcosa dinuovo e interessante: nuove specieanimali, vegetali…Un giorno, mentre sta giocando aimmaginare di un essere un pilotaesploratore nel giardino vicino a

casa sua, arriva di fronte a una casadisabitata e diroccata da cui pro-viene una voce di bambina. Così,incuriosito, decide di entrare e quitrova una bambina, Ellie, che,dopo averlo messo alla prova, glipermette di entrare a far parte delsuo club, che ha come unico mem-bro componente lei.Da questo momento i due ra-

di Ileana Paris2a F

DDiivveennttaarree aadduullttii iinn uunnaa ccaassaa vvoollaannttee

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gazzini, accomunati da un’in-solita aspirazione di divenire esplo-ratori, passeranno molto tempoinsieme, seguendo le vicende diCharles F. Muntz.Carl ed Ellie si sposano e trascor-rono insieme un’esistenza con ilsogno di andare in America Latinadove il loro idolo è impegnato arendere vera una nuova specie ani-male, che non viene però ricono-sciuta dal mondo scientifico e chelui, invece, vuole rendere vera.Purtroppo il loro sogno non si av-vera, almeno per Ellie che, malatae anziana, muore.A questo punto Carl, sentendo lamancanza della moglie e senten-dosi in colpa per non essere riu-scito a far in modo che il suosogno s’avverasse, inizia a pensarea un modo per riuscire a raggiun-gere con la sua dimora, simbolodella presenza di Ellie, le cascatedel Sud America, luogo in cui illoro «eroe» aveva fatto la scopertae dove abitava.Dopo giorni e mesi di progetti,con l’aiuto di un bambino dei boysscouts, che in realtà si era propo-sto di aiutarlo a vivere meglio lasua vecchiaia, riesce ad attaccare ipalloncini al tetto della sua casa e,dopo un lungo e faticoso viaggio,riesce a raggiungere queste tantosospirate cascate.Qui riesce ad avere un incontronella dimora di Charles F. Muntz,che gli spiega il motivo per cui nonè più tornato in patria: vuole di-mostrare al mondo intero e so-prattutto a tutti gli scienziati chenon gli credono, che egli ha sco-perto una nuova specie di animale,uno struzzo gigante dalle piumemulticolori, e che quindi è deciso

a catturare. A questo punto, Carl,che , durante il suo soggiorno inquel luogo, prima della visita al-l’esploratore, aveva incontrato e siera affezionatoa questo ani-male, cerca diimpedirgli intutti i modi dicatturarlo. Carl riuscirànel suo intento,infatti riuscirà a mettere in salvoquesto struzzo e, infine, orgo-glioso della buona azione com-piuta e felice di essere riuscito arealizzare il sogno di Ellie, con lasua casa volante, ritorna nella suacittà natia, dove, per ringraziare ilragazzino dell’ aiuto che gli ha for-nito, decide di consegnargli l’ul-tima medaglia dei giovani esplora-tori, la stessa che Ellie aveva con-segnato a lui quando si erano in-contrati per la prima volta e Carlera entrato a far parte del club diEllie.

I temi che vengono trattati in que-sto film, nonostante sia un’operaper bambini, sono molto profondi.Infatti, in questo film d’ anima-zione sono presenti tematiche cheper un bambino non sono com-prensibili: l’invecchiare da soli, isogni non realizzati, la memoria dichi ci ha lasciati, il rapporto gio-vani-anziani, argomento sul qualein questo periodo si discute moltoperché i giovani delle nuove gene-razioni non portano nessun ri-spetto per le persone anziane ,nemmeno se membri delle loro fa-miglie.Personalmente ritengo questo filmmolto significativo, ci suggeriscecome comportarci in alcuni pe-

riodi della vitae trasmette al-cuni valori fon-damentali, tracui il rispettoper le personepiù grandi.Ci insegna chela vita dome-

stica e l’ amore coniugale sono, infondo, una grande avventura, maprima o poi arriva il momento disalutare il passato e di concedersiai nuovi affetti.Non è facile, ma bisogna avere ilcoraggio di farlo e indicare ad altrila via per crescere, per diventareuomini. Noi siamo quello che ci hanno in-segnato. La nostra vita è disseminata dainostri padri e loro, quando non cisono più, rivivono in noi . È que-sta l’eternità.Consiglio a tutti di guardarlo, èmolto divertente e anche commo-vente.

I temi che vengonotrattati in questofilm, nonostante siaun’opera perbambini, sonomolto profondi

La scheda del filmUpRegia: PeterDocter, BobPetersonSceneggia-tura: Bob PetersonDoppiatori: Giancarlo Giannini, Arnoldo Foà,Neri MarcorèMusiche: Michael GiacchinoPaese e anno: Usa 2009Genere: animazione, commedia, avventuraDurata: 96 minuti

Ug

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SEGRETE SILLABE

Tra paura di caderee voglia di volare

Il futuro a volte fa paura. Che sia l’interrogazione delgiorno dopo o l’università da scegliere. Il futuro è ildomani e il domani di tanti domani. Siamo qui, con

il passato da ricordare il presente da vivere e un futuroda scrivere. Da soli. Con responsabilità sempre piùgrandi e che a volte fanno paura; scelte da prendere inbase a un’idea del momento. A volte non ci pensiamo e viviamo giorno dopo giornosenza preoccuparci che un giorno queste giornate ugualifiniranno. Altre volte lo aspettiamo, impazienti, convintidi essere abbastanza forti per costruircelo da soli, il no-stro futuro, di essere pronti a spiccare il volo verso l’etàadulta. Altre volte, poi, lo temiamo e ci attacchiamo alpresente: agli amici di oggi, a queste giornate similiscandite da scuola e divertimento, ai nostri piccoli grandiamori. Non vogliamo perderli, così come non vogliamoperdere la libertà e la serenità che ci distinguono. Siamo qui, divisi tra l’impazienza dell’età adulta e lapaura del vuoto. E ripensi a quando eri pic-colo, così deciso quando ti chiedevano:«Cosa vuoi fare da grande?». Adessoquesta domanda spesso ti manda incrisi; tu che da bambino avevigrandi progetti e volevi cambiare ilmondo, vivevi di sogni e nient’al-tro. Perchè eri bambino ed era giu-sto che fosse così. Crescere signi-fica anche aprire gli occhi di fronteal mondo, e scoprire con amarezzache il mondo del lavoro non è poi

così facil-

mente accessibile, e fare quello che da piccoli era il no-stro sogno non ci permetterebbe di vivere, mangiare epagare le tasse. Noi che vivevamo di sogni, adesso sco-priamo quanto i soldi contino davvero nel mondo. Crescere è difficile, e incredibilmente bello. È scoprireogni giorno nuove cose, nuove emozioni, ma anchenuove delusioni. È vivere con la vertigine, a metà tra lapaura di cadere e la voglia di volare, in un modo un po’diverso da quello che canta Jovanotti in «Mi fido di te». E allora vivi, vivi davvero guardando prima il presente esolamente dopo il futuro; non rischiare di perderti neldomani lasciando correre ciò che succede oggi. Vivi eguarda il mondo con occhi bambini e adulti allo stessotempo. Non dimenticarti cosa vuol dire divertirsi e rideredelle piccole cose, e allo stesso tempo fuggi la superfi-cialità. Sii te stesso sempre e comunque, impara dal-l’esperienza perchè solo cadendo puoi rialzarti. Credinell’amicizia e fai di tutto per tenerla viva, perchè è unamano tesa che ti aiuterà a rial-zarti. E mangia ridi piangifai ciò che ti pare per sen-

tire che ci sei. Ballacorri salta senti il

tuo corpo. Nonrischiare diesistere senzavivere. Tu seiqui, adesso.Abbi co-scienza di te,oggi, per ca-

pire chi vuoi es-sere domani.

di S. R.

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I miei poveri versiI miei poveri versinon sono belle, millantate parole,non sono afrodisiaci follida ammannire ai potentie a chi voglia blandire la sua sete.I miei poveri versisono brandelli di carnenera disfatta chiusa,e saltano agli occhi impetuosi;sono orgogliosa della mia bellezza;quando l’anima è satura dentrodi amarezza e dolorediventa incredibilmente bellae potente soprattutto.Di questa potenza io sono orgogliosama non d’altre disfatte;perciò tu che mi leggifermo a un tavolino di caffè,tu che passi le giornate sui libria cincischiare la noiae ti senti maestro di critica,tendi il tuo arcoal cuore di una donna perduta.Lì mi raggiungerai in pieno.

Alda Merini (1931-2009)

FOGLIO APERIODICO GRATUITO

A CURA DISilvia Ambrosini

GRAFICA E IMPAGINAZIONE:Filippo De Mariano

HANNO SCRITTO SU QUESTO NUMERO:

Laura ArenghiMicol MauroFabio OrsiniIleana Paris

S. R.Sara ScottiDaniele TomasoniFabio Ubbiali

Se vuoi pubblicare un articolo sul prossimo numero, invialo all’indirizzo e-mail

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