UnA voCe tUttA nostrA - fabi.it · 16 DIrItto In PILLoLe Il Contratto a tempo determinato 17 Arte...

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[email protected] a cura del Coordinamento FABI Giovani Il bimestrale young di Musica & Concerti Suoni dolci & meno dolci Attualità I giovani e la storia UNA VOCE TUTTA NOSTRA MY GENERATION edizione web del bimestrale d'informazione a cura del Coordinamento FABI Giovani - numero zero in attesa di registrazione

Transcript of UnA voCe tUttA nostrA - fabi.it · 16 DIrItto In PILLoLe Il Contratto a tempo determinato 17 Arte...

[email protected] cura del Coordinamento FABI Giovani

Il bimestrale young di

Musica & ConcertiSuoni dolci & meno dolci

AttualitàI giovani e la storia

UnA voCe tUttA nostrA

MY GENERATION edizione web del bimestrale d'informazione a cura del Coordinamento FABI Giovani - numero zero in attesa di registrazione

Direttore responsabileLando Maria Sileoni

Capo redattoreLodovico Antonini

Comitato di redazioneMattia PariFrancesca AzimontiPaolo BaldassarraElisa Bianca Gallinaro Stefano MainiBruno MarazzinaSimona MisticoniSimona OrtolaniMassimo PellegrinoMirko Vigolo

CollaboratoriFlavia GamberleMoby Dick

Hanno collaborato a questo numero:Marco PezzellaFabio Mascagna

editing:Mariapaola Diversi

Grafica di CopertinaSilvia Catalucci

edizione webMarco Ammendola

ImpaginazioneMajakovskij comunicazione

03 eDItorIALe Una voce tutta nostra

04 AttUALItà BAnCArIA I giovani e la storia Lavorare in... Spagna

08 CerCA LAvoro

09 sPort Olimpiadi Roma 2020 Campionati Mondiali di Short Trach Junior. Sledge Hockey - Fantastica Italia. Slittino - Zoeggler,10 con lode!

11 LetterAtUrA Il fenomeno "libertà"

13 CIneMA Film di oggi e di ieri

14 MUsICA e ConCertI Suoni dolci e meno dolci

15 weB Banche e social networks

16 DIrItto In PILLoLe Il Contratto a tempo determinato

17 Arte Matisse, la seduzione di Michelangelo

18 estero Madrid è un passo avanti Quattro salti in padella

21 CItAzIonI

My Generation è la risposta a quanti pensa-no che il sindacato sia una fortezza inac-cessibile ai giovani, un residuato del vec-chio millennio, che tutela e dà la parola

soltanto a lavoratori già garantiti e over 35.Per la FABI non è così. E l’iniziativa editoriale che vi presentiamo, autono-mamente curata e gestita dal Coordinamento Gio-vani, è la dimostrazione che il nostro sindacato crede davvero nella capacità di elaborazione politica delle nuove generazioni e non ne ha per niente paura.Il nuovo bimestrale web dei Giovani FABI sarà il banco di prova per valorizzare le idee, le proposte e i talenti di tutti i nostri iscritti con meno di 35 anni, che rappresentano la categoria di lavoratori che più di tutte le altre sta pagando il caro prezzo della de-regulation del mercato del lavoro e dello smantel-lamento del welfare.C’è chi li chiama “generazione tradita” o, “genera-zione Tuareg”, perché - come i popoli nomadi del Sahara - anche loro vivono in un “deserto”: quello della precarietà lavorativa ed esistenziale.Noi pensiamo che il primo passo per fare uscire i giovani da questa emergenza sia renderli protago-nisti delle loro idee e, quindi, del loro futuro. My generation nasce con questa coraggiosa ambi-zione.

Lando Maria SileoniSegretario Generale FABI

Coraggio, ragazzi: la FABI è con voi !

Aprile / Maggio 2011 3

di Mattia Pari Coordinatore Nazionale FABI Giovani

Editoriale

E ditoriale

Una voce tutta nostra in un Paese che parla molto dei giovani, ma che li ascolta poco. Il progetto si può sintetizzare così, con semplicità, perché non occorrono grandi parole neanche per raccontare gli obiettivi più ambiziosi.

Queste pagine elettroniche viaggeranno nel web e saranno la testimo-nianza del nostro pensiero. Rappresenteranno lo strumento con il quale condivideremo idee ed interessi. Parleremo di grandi sistemi, di società, di lavoro, di persone, ma anche di sport, cinema, arte e musica. Parleremo di tutto, ma soprattutto lo faremo da giovani per i giovani.Perché la prospettiva non è una banalità e la realtà, per essere autentica, ha bisogno di tutte le visuali.Con questa consapevolezza la FABI ha istituito nel 2000 il Coordinamento Giovani e con la stessa convinzione propone oggi un giornale dedicato al mondo giovanile. Scriveremo senza compromessi, con la romantica pre-sunzione e lo slancio ideale tipici della nostra età, perché questa finestra sul mondo nasce per voi e per noi ed è una straordinaria occasione che non ci faremo sfuggire.I giovani per i giovani, senza intermediari. Così ha voluto la FABI: solo voi e noi. Un filo diretto per raccontare il presente e immaginare il futuro. Pagine virtuali, quindi, come luogo d’incontro e confronto. Un’agorà dove tutti sono invitati e dove tutte le opinioni avranno cittadinanza. Affideremo alle parole e al web le nostre speranze e priorità; ci faremo carico di lottare per l’occupazione, continueremo a contrastare la preca-rietà, incoraggeremo forme di previdenza complementare e proseguire-mo, in sintesi, tutti quei temi di cui la FABI in questi anni si è fatta carico. Tuttavia, lo faremo dalla prospettiva di chi è “oggetto in discussione”, di chi quei problemi li vive in prima persona.La nascita di questo giornale, alla vigilia del rinnovo del Contratto Nazio-nale di Lavoro, è la dimostrazione più eloquente del ruolo che la nostra Organizzazione sindacale vuole dedicare ai giovani. E noi, di certo, non ci tireremo indietro. Insieme realizzeremo una rivo-luzione pacifica, che ci darà voce, senza il bisogno di urlare per essere ascoltati, come troppo spesso i giovani sono costretti a fare.Perché il nostro sindacato ci ascolta e ci sostiene.Perché se è vero che saremo i protagonisti del futuro, è altrettanto vero che dobbiamo vivere nel presente. E nessuno ci può imporre il silenzio, se non quello intelligente dell’alternanza nel dialogo. Faremo un giornale magari dal sapore acre, forse un po’ acerbo ed imperfetto.Ma saremo pungenti quanto basta e, soprattutto, inguaribilmente veri.Buona lettura e buon lavoro

Una voce tutta nostra

A ttualità

Qualche decina di anni fa, l’assunzione

in banca rappresentava sicurezza del

posto di lavoro, certezza economica, la

possibilità di costruire una famiglia, re-

alizzare progetti e sognare in grande.

Nel corso degli ultimi anni, queste certezze sono

state sradicate. Oggi i giovani in banca sono assunti

prevalentemente con contratti precari e, prima di

avere e ottenere un contratto a tempo indetermi-

nato, possono passare molti anni.

Slittano i sogni, i progetti, la famiglia, slitta il do-

mani all’eterna ricerca di un posto di lavoro “fisso”

che nemmeno la Banca può più assicurare.

Oggi i giovani non godono di un tessuto sociale par-

ticolarmente favorevole, basti pensare che con il si-

stema contributivo la pensione sarà circa il 40% dello

stipendio, (chi oggi va in pensione percepisce invece

circa l’80% dell’ultima retribuzione). Il contratto pre-

cario inquadra poi spesso i nuovi lavoratori in livelli

retributivi inferiori rispetto al passato.

Ci rimane solo la Previdenza Complementare e il

Fondo Pensione, che in alcuni casi invece favoriscono

maggiormente le giovani generazioni.

Tutti parlano di giovani, tutti guardano ai giovani

4

I GIovAnI e LA storIA

attualità 5attualità 5

di Mirko Vigolo Componente Esecutivo NazionaleFABI Giovani.

per parlare del futuro, preoccupati per porre le basi di

un domani, dimenticandosi troppo spesso che noi pri-

ma del domani dobbiamo vivere il presente.

I giovani non devono essere penalizzati, ma moti-

vati anche nel presente, se si vogliono realmente porre

le fondamenta di quella casa che si chiama FUTURO.

Senza discriminazioni, senza disparità di trattamen-

to economico, senza penalizzazioni sul sistema sociale

del Paese.

Solo in questo modo, potremo VERAMENTE pen-

sare e parlare di giovani, ai giovani e per i giovani.

LA FABI In PrIMA LIneA Per I GIovAnI

Da Unicredit a Intesa San Paolo, dal Gruppo UBI

al Monte dei Paschi di Siena, da questi grandi Gruppi

a tante piccole banche locali nel corso degli ultimi due

anni, grazie all’impegno della FABI, insieme alle altre

organizzazioni sindacali, sono stati stabilizzati circa

4000 giovani precari.

Ricordiamo che questo scenario di positività è da

inserire nel contesto negativo dell’attuale mercato del

lavoro, dove la disoccupazione giovanile sfiora il 30%.

Aprile / Maggio 2011

Tra speranza ed opportunità: fotografie in bianco

e nero di un mondo del lavoro in forte crisi..

A ttualità

LAvorAre In… sPAGnA

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attualità 7Aprile / Maggio 2011

La crisi ha colpito il sistema economico in maniera violenta, ripercuotendosi sul tasso di disoccupazione, in costante crescita

no del Paese iberico.

Basta fare un giro nel sito del prin-

cipale sindacato spagnolo, la UGT,

sotto la sezione dedicata ai giovani

lavoratori, per comprendere quan-

to profonda sia la preoccupazione

per il futuro della Spagna.

Le informative traboccano di nu-

meri chiaramente insostenibili: di-

soccupazione al 33% sotto i 35 anni,

oltre il 40% per i lavoratori under

30. È evidente che un Paese non può

pensare di risollevarsi, se non dà ai

propri giovani la possibilità di lavo-

rare, se struttura una riforma del la-

voro senza adottare – come si legge

sul sito sindacale – alcuna misura

specifica per il contenimento del-

la disoccupazione, e anzi, renden-

do il licenziamento più semplice ed

economico, dando inoltre ampia li-

bertà alle imprese in termini di ri-

duzione della giornata lavorativa e

mobilità territoriale.

Oggi gran parte dei contratti è gesti-

ta dalle agenzie interinali, con rin-

novi di giorni o addirittura ore: im-

possibile anche solo immaginare un

futuro in queste condizioni.

I giovani spagnoli hanno bisogno di

certezze e sono ben consapevoli che

per guardare avanti occorre punta-

re sul lavoro di qualità.

Le parti sociali hanno, a tal propo-

sito, recentemente raggiunto un

accordo con il Governo, dedicato ai

giovani fino ai 30 anni, che preve-

de incentivi per assunzioni a tempo

indeterminato, tutele per chi accede

al mondo del lavoro attraverso pro-

grammi formativi, regolarizzazione

della contribuzione per chi lavora-

va senza contributi nei 4 anni pre-

cedenti.

Nell’opuscolo informativo, che de-

scrive con soddisfazione le caratte-

ristiche dell’accordo, si legge una

stima interessante: nel 2020 solo il

15% di chi non ha specifiche qua-

lifiche professionali troverà un im-

piego.A testimonianza di come la profes-

sionalità sia compresa e adottata

come strumento indispensabile per

mettere al riparo il proprio domani.

solare e mediterranea,

espressione di un irresisti-

bile spirito vitale, la Spagna

è stata forse una delle mete

preferite negli ultimi anni da molti

giovani in cerca o di una prospet-

tiva, che magari renda giustizia ai

titoli di studio duramente consegui-

ti, o semplicemente di un impiego

qualsiasi: tutte cose che nel nostro

Paese, tristemente, scarseggiano.

Ma qual è la reale situazione spa-

gnola oggi?

La crisi ne ha colpito il sistema

economico in maniera violenta, ri-

percuotendosi sul tasso di disoc-

cupazione, in costante crescita (1

spagnolo su 5 non lavora), divenu-

to il più alto d’Europa per quanto

riguarda i giovani. Parliamo di 4,7

milioni di persone. E l’esercito di di-

soccupati continua ad aumentare.

Il governo ha cercato di affrontare

la situazione con una riforma del la-

voro, che non convince e che è sta-

ta duramente contestata nel primo

sciopero generale dell’era Zapatero,

lo scorso settembre.

Anche l’aumento dell’età pensiona-

bile a 67 anni non ha di certo aiu-

tato a sedare le persistenti preoc-

cupazioni internazionali. In marzo

la nota agenzia di rating Moody’s ,

infatti, ha abbassato il rating sovra-

di Elisa Gallinaro,

Componente Esecutivo Nazionale

FABI Giovani

toro Assicurazioniricerca a Messina, giovani diplomati/laureati da in-serire nei seguenti ruoli: Promotori Finanziari e Intermediari Assicurativi

Banca Mediolanum: ricerca in tutta Italia gio-vani da inserire nel ruolo di Family Banker.

Ina Assitaliaa La Spezia l’opportunità di inserirsi con il ruolo di Con-sulente Assicurativo, chiedendo come requisito princi-pale una età compresa tra i 20 ed i 30 anni. La stessa Società, a Torino e Cirie’ offre il ruolo di Consulente Previdenziale, mentre a Vicenza e a Mestre cerca Con-sulenti Commerciali

Fire S.p.A. (Soc di recupero crediti) per la nuova apertura di una sede a Milazzo (ME), cerca Operatori di recu-pero crediti e Team Le-ader.

di Massimo PellegrinoComponente Esecutivo Nazionale FABI Giovani

C erca lavoro

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Aprile / Maggio 2011

S port di Stefano Maini Componente Esecutivo Nazionale FABI Giovani

Sport 9

Giovani atleti vinconooLIMPIADI, roMA 2020?

La capitale si è candidata per le Olimpiadi, Roma 2020 ?La Capitale si è candidata per le Olimpiadi del 2020, quin-

di è stato definito il Comitato esecu-tivo con la presidenza di Mario Pe-scante e vice presidenti Alemanno (sindaco di Roma) e Petrucci pre-sidente del Coni)Resta forte il problema dei finan-ziamenti: servono circa 10 miliardi.Ci auguriamo di poter trovare le ri-sorse necessarie per rilanciare in modo forte l’immagine del nostro

paese e poter riuscire a dare una for-te spinta al volano economico.

CAMPIonAtI MonDIALI DI sHort trACH JUnIor

La giovane squadra femmini-le, composta da Ylenia Tota (16 anni !) Elena Viviani e le sorelle Martina ed Elena

Valcepina, si è laureata Campione Mondiale, battendo le super favo-rite star di Canada, Cina e Corea.Così giovani e così forti le ragazze azzurre tengono alto l’onore e il pre-stigio dello sport in rosa italiano.

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di Stefano Maini Componente Esecutivo Nazionale FABI Giovani

S port

"La finale con la repubblica Ceca non dico che sia stata facile, ma ormai eravamo gasatissimi, già sicuri di una medaglia, quindi, abbiamo giocato tranquilli”

sLeDGe HoCKeYFAntAstICA ItALIALa nazionale, nata soltanto set-te anni fa, conquista il suo primo titolo continentale superando per 2-0 la Repubblica Ceca.

La prima volta che in Italia si è parlato di sledge hockey è stato negli anni che hanno preceduto i Giochi Olimpici

di Torino quando si è dovuto allesti-re dal nulla la Nazionale, messa in campo per la prima volta nel 2005 agli Europei, in cui finimmo ultimi subendo 56 reti senza segnarne una.Il CIP ( Comitato Italiano Paraolim-pico) con entusiasmo ha voluto con-tinuare, allestendo collegiali tecnici e ospitando formazioni europee in stage per far crescere l’esperienza dei giocatori e, finalmente, il sor-prendente risultato è arrivato.Il vice capitano Gianluca Cavaliere, commenta così: “La partita più diffi-

cile è stata la semifinale con la Nor-vegia, nessuno avrebbe scommesso su di noi. Avevano persino già af-fidato agli arbitri italiani la finalis-sima, dando per scontata la nostra sconfitta e, invece, abbiamo sapu-to ribaltare la situazione. La fina-le con la Repubblica Ceca non dico che sia stata facile, ma ormai era-vamo gasatissimi, già sicuri di una medaglia, quindi, abbiamo giocato tranquilli”.Bravi ragazzi, avete dimostrato che la forza di volontà e l’abnegazione possono averla vinta anche sui pro-nostici sfavorevoli. Un bellissimo messaggio agli sport ricchi e famosi!

sLIttIno - zoeGGLer,10 Con LoDe!

Armin nella stagione dei suoi 37 anni entra defini-tivamente nella leggenda dello slittino.

Dopo aver conquistato il suo sesto titolo Mondiale, a fine gennaio, sul-la più bella pista di slittino a Cesa-na Pariol (Italia), conquista anche la sua decima Coppa del Mondo e diventa il più vincente della storia!Il “cannibale” dello slittino ha pure raggiunto il record assoluto di 54 vittorie in Coppa del Mondo. Nu-meri incredibili per ogni sport.

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di Stefano Maini Componente Esecutivo Nazionale FABI Giovani

Aprile / Maggio 2011 letteratura

di Moby DickL etteratura

Il fenomeno «Libertà» "Libertà è un capolavoro del romanzo americano. Non si limita a raccontarci una storia avvincente: la profon-da intelligenza morale del suo autore inonda di luce nuova il mondo che crediamo di conoscere".

The New York Times Book Review

Con Le correzioni, pubblicato negli Stati Uni-ti una settimana prima dell’undici settembre, Jonathan Franzen aveva già messo d’accordo gran parte di critica e pubblico, ma l’accoglien-

za riservata a Libertà ha il sapore della consacrazio-ne. «Great American Novelist»: è la didascalia con cui Time accompagna la fotografia di Franzen sulla coper-tina del 23 agosto. Un riconoscimento, questo, che ra-ramente tocca agli scrittori.«Se Libertà non è il Grande Romanzo Americano – rincara il Telegraph – onestamente non so cosa possa

esserlo. La ragione per celebrarlo non è che fa qualcosa di nuovo, ma che fa qualcosa di an-tico, qualcosa che si credeva morto, e lo fa alla grande». Ma Franzen, pur essendo riuscito in quello che da tempo dichiarava come suo intento, tiene a una precisazione: «Del modello ottocentesco uso solo l’esperienza del romanzo che ti porta via da te, il desiderio di tornare a casa per riprenderlo. Ne abbiamo molto bisogno», dice in un’intervista sulvenerdì di Repubblica. E sottolinea: «Il lavoro preparatorio dei miei libri è concentrato sui temi di oggi». Un lavoro preparatorio che, nel caso di Libertà, è durato nove anni, una gestazione fatta di riflessioni e appunti e studi, di raccolta e orchestrazione, al ter-mine della quale – dice la leggenda – Franzen avrebbe scritto senza interruzioni le seicento pagine del suo nuovo romanzo. I fatti, poi, stanno a dimostrare che forse non è andata proprio così, e che Franzen ha lavorato a lungo di cesello, intervenendo sulla trama e sui personaggi fino al momento della messa in stampa. Alcuni episodi hanno trasformato l’uscita di Libertà in un evento di costume: il primo reading del libro è stato annullato a causa del furto degli oc-chiali dell’autore, Obama è stato fotografato mentre inaugurava le sue vacanze con una copia del libro sottobraccio. E poi, naturalmente, il plauso unanime della critica, inclusa Michiko Kakutani, il critico più autorevole del New York Times, che era stata definita da Franzen come «la donna più stupida della città». Ma lei, alcuni anni dopo, non ha avuto problemi a defini-reLibertà «un esaltante capolavoro», impegnandosi in un lungo elogio alla maestria e all’in-telligenza narrativa di Franzen. La Kakutani non è stata l’unica a mettere da parte orgoglio ed eventuali questioni personali a favore dell’amore per la letteratura di qualità: Oprah Winfrey,

il nuovo romanzo di Jonathan Franzen

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Letteratura

L etteratura di Moby Dick

nonostante il rifiuto di Franzen di partecipare al suoBook Club con Le correzioni (rifiuto seguito da aspre polemiche), ha rinnovato l’invito. E Franzen, questa volta, ha accettato. Può darsi che, come l’autore con-fida al venerdì, l’evoluzione della sua prosa – meno caustica, meno concentrata sull’effetto e sul sarca-smo – sia davvero «un resoconto di quello che è successo all’autore… E io, – ha detto Franzen, – non sono più incazzato».

Ciò che è evidente, al di là dei sorri-si o delle critiche che episodi come questi possono strappare, è che Libertà è il grande romanzo di un grande autore. Jonathan Franzen raccoglie i cocci del Nuovo Sogno Americano, raccontando gli anni Duemila – quelli di Bush, di Endu-ring Freedom, delle lobby governa-tive, dell'ecologia, dei trust-fund e dei quartieri che cambiano volto – attraverso l’esplorazione dei le-gami familiari, nostro malgrado (o per fortuna) indissolubili. In balia di un orizzonte su cui si scontrano dovere e desiderio, i personaggi di Franzen combattono una battaglia in cui tutti cercano il proprio posto e inseguono l'illusione di «sentirsi speciali», davvero. In prima linea

troviamo Walter e Patty Berglund, con la loro famiglia colta, progres-sista, rispettosa dell'ambiente, ben inserita e benestante, ma azzoppa-ta da dubbi e incidenti di percorso sempre più difficili da ignorare: la ri-volta del figlio Joey – che va a vivere dai rozzi e repubblicanissimi vicini –, l'insoddisfazione di Patty – che da stella del basket universitario si vede tramutata in casalinga con troppo tempo a disposizione per rimugi-nare sul passato –, i compromessi che Walter si trova ad accettare – condannare una specie di uccellini blu all'estinzione o permettere che un'intera montagna venga sventra-ta? –, fino al complesso di inferio-rità che un po' tutti nutrono verso il vecchio amico Richard Katz, fasci-noso ma volubile musicista rock e terzo vertice di un triangolo rimasto, per anni, soltanto platonico. Jona-than Franzen intreccia il presente ai ricordi, il matrimonio alla politi-ca, il desiderio di fuggire alla paura di deludere, e ci consegna all’espe-rienza di una verità agghiacciante: il raggiungimento del bene impli-ca – sempre – l’attraversamento del male. E la moltiplicazione delle possibilità ha in sé il germe dell’an-goscia: «se sono libero di scegliere, allora come devo vivere?»

"LIBertà" JonAtHAn FrAnzen

2011Supercorallipp. VI - 626 € 22,00ISBN 9788806191115Traduzione di Silvia Pareschi

13

di Moby Dick

Aprile / Maggio 2011 Cinema 13

di Paolo BaldassarraComponente Esecutivo Nazionale FABI Giovani

C inema

DI oGGI…wIn-wInll primo film che consigliamo di cer-care nelle sale è “Win-Win” (regia di Jaap van Heusden - Olanda 2010, 83’). La pellicola si sviluppa attorno alle vicende di un signor “mastica-numeri” (Oscar Van Rompey) che grazie alle sue capacità riesce a far realizzare ingenti profitti alla ban-ca per la quale cura l’intermediazio-ne mobiliare, ma questo impegno continuo, lo allontana da se stesso fino ai limiti dell’alienazione. Il sot-totitolo di questo film è “BUY LOW SELL HIGH”, e per molti lettori di questo giornale ha un significato le-gato alla propria quotidiana attività lavorativa. Il film è abbastanza “di nicchia” e trovarlo nelle sale italiane

non sarà molto semplice; bisogna stare poi attenti a non confonderlo con “Win win”, commedia statu-nitense del 2011 presentato al Sun-dance festival e in uscita negli Stati Uniti proprio a marzo 2011. Questa insolita presenza in quasi contem-poranea di due film con lo stesso titolo è uno stimolo ulteriore alla ricerca e alla visione del film.

DI IerI…teMPI MoDernIUn salto indietro di 74 anni ed ecco-ci al film “storico” di cui raccoman-diamo la visione: Tempi moder-ni (Modern times USA 1936, 87’). Scritto, interpretato, diretto e pro-dotto dal grandissimo Charlie Cha-plin. In un mondo industriale che va

sempre più meccanizzandosi, l’o-peraio Charlot alla catena di mon-taggio, perde la propria condizione di uomo alle prese con la macchina, dovendo assecondarne i ritmi sem-pre più disumani dovuti alla ridu-zione progressiva delle pause tra un turno e l’altro (ci ricorda qualche iniziativa di “illuminati” manager italiani contemporanei…). Diventa così, fagocitato dalle maglie della modernissima “macchina inferna-le”, parte dell’ingranaggio. Rico-verato forzatamente per problemi nervosi, dopo le dimissioni dall’o-spedale s’imbatte in numerose altre disavventure, dall’arresto per l’aver capeggiato una manifestazione non autorizzata (cui non sapeva neppu-re di stare partecipando), alla liber-tà ottenuta per aver sventato una rivolta dei galeotti. Riacquisita la libertà, torna a impiegarsi in lavori occasionali, incontra una monella di cui s’innamora e, tra varie peripe-zie, finisce con l’intraprendere con lei, mano nella mano, il cammino verso nuove possibilità. La sconvol-gente attualità di questo film ci deve spingere alla ricerca di un buon no-leggiatore dove trovarne una copia.

Film da non perdereUn salto indietro di 74 anni ed eccoci al film “storico” di cui consigliamo la visione: "tempi moderni" di Charlie Chaplin

Musica & concerti14

M usica & concerti a cura di Bruno Marazzina Componente Esecutivo Nazionale FABI Giovani

JovAnottIorA (UnIversAL 2011)

Dal rap alla samba,dal bossanova a sonorità africane,dalla dance a qualche riferimento anni '80,qualche "passo"di tango,per poi pas-sare ad accenni medioevali e non solo.

Lorenzo ama spaziare e sperimentare, mescolare ge-neri musicali di tutte le latitudini senza mai perdere il suo stile unico ed inimitabile:il "megamix" è esplosivo.Poeta, pittore di parole,cantautore ormai raffinato e straordinario interprete vocale riesce sempre ad emo-zionare. D.J. nell'animo, ecclettico nello spirito.Punto di riferimento assoluto;da non perdere in con-certo dove si trasformerà,come sempre,in "animale"da palco.Si balla,si viaggia,si pensa,si sogna,ci si commuove e si spera. Più disincantato ma sognatore,eterno pensiero positivo in continua evoluzione. Una marcia in più per questo doppio cd: lo definireste"pop"?Semplicemente Lorenzo-Jovanotti!

Marco Pezzella

MotörHeADtHe wörLD Is YoUrs (eMI 2010)

Per chi non ci credeva Lemmy suona il blues, e che blues: la mitica Ace of Spades. Il celebre brano dei Motörhead è stato reinciso da Lemmy per lo spot di una famosa birra e poi inserito

come bonus track nell’ultimo cd del gruppo inglese . Il ventesimo album di questa pietra miliare del rock si chiama The Wörld is Yours, disco imperdibile per gli appassionati. Due anni dopo l’uscita di Motorizer, Lemmy e i suoi tornano a centrare il bersaglio con un disco carico di rock duro e puro, teso fino allo spasimo e, soprattutto, incredibilmente veloce. La line up del gruppo è mutata molte volte dal lontano 1975, sempre con Ian Fraser Kilmister (alias Lemmy) al centro, ed è sempre stata un trio. Nonostante le dichiarazioni, i Motörhead hanno fuso punk rock ed heavy metal, ponendo le basi dello speed metal (la musica dei Me-tallica per intenderci). La costante è, però, una sola: Lemmy e i suoi suonano solo quello che gli piace e lo fanno alla grande.

Bruno Marazzina

suoni dolci e meno dolci

W eb

web 15

nonostante la congiuntura non proprio favorevole, le previsioni per i prossimi anni vedono aumentare gli

investimenti nelle reti aziendali. Il 50% dei gruppi bancari intervistati prevede un aumento dei propri in-vestimenti, mentre il 36% prevede di lasciarli invariati, tutto quanto in favore di un aumento della digita-lizzazione allo sportello ed un'inte-grazione con i principali social net-works e community. Il web 2.0 nelle reti Intranet ed Internet riesce sia a ridurre i costi, sia a garantire tem-pestività e qualità sugli interventi e sulle decisioni da prendere.

Gli strumenti utilizzati all'interno delle reti Intranet che hanno inizia-to a prendere definitivamente pie-de vanno da forum a blog aziendali, passando da wiki e strumenti di col-

laborative real time editing per l'e-diting collaborativo di pagine web, documenti di testo, fogli di calcolo e presentazioni; il podcasting ren-de invece più semplice la pubblica-zione di messaggi e contenuti. Una valida alternativa anche agli archivi cartacei, consentendo un conside-revole risparmio sia in termini eco-nomici che ambientali.

Ma gli istituti bancari non si interes-sano ai social networks ed al web 2.0 solo in qualità strumenti, ma come veri e propri veicoli di business. Non è di molto tempo fa la notizia dell'investimento di 450 milioni di dollari da parte della Goldman Sa-chs – assieme la gruppo russo Digi-tal Sky Technologies - su Facebook, portando il valore del più noto dei social networks a 50 miliardi di dol-lari e più forte sui mercati di borsa

di compagnie come eBay, Yahoo e la Time Warner.

Ora anche la JP Morgan sta entran-do pesantemente all'interno del bu-siness dei social networks: in col-laborazione con la Digital Growth Fund di Chris Sacca ha deciso di investire su Twitter (il principale network di microblogging) ben 400 milioni di dollari, facendo così lievi-tare il valore di mercato dell'”uccel-lino” a 4,5 miliardi di dollari. Con i 300 milioni di utenti attuali e come obiettivo quello di raggiungere i 600 milioni di iscritti di Facebook l'investimento non sembra affatto avventato, soprattutto in previsio-ne di un affiancamento al mondo pubblicitario da parte di Twitter che potrebbe raddoppiare gli introiti in cassa degli attuali proprietari. An-che le banche diventano 2.0.

Banche e social networksAnche gli istituti bancari sono entrati a pieno titolo all'interno dei social networks, sia come fruitori che come investitori. Dal 6° Rapporto sulle Intranet delle Banche realizzato da ABI Lab, in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano, emerge che gli istituti bancari stanno diventando sempre più 2.0.

di Fabio Mascagna

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Contratti atipici & nazionale

D iritto in pillole

Il Contratto di Lavoro a Tempo Determinato prevede un ter-mine finale di durata ed è di-sciplinato dal DLgs 368 del

06.09.2001. Può essere stipulato quando vi siano ragioni di ordine tecnico, produttivo, organizzati-vo o sostitutivo, come ad esempio l’incremento della manodopera per picchi di lavoro temporanei o la sostituzione di lavoratori assen-ti per malattia, maternità e/o ferie. Il Contratto a tempo determinato deve essere un atto scritto, in cui devono essere riportate le ragioni specifiche dell’assunzione. La du-rata del rapporto di lavoro inizia-le non può essere superiore ai 36 mesi; in caso di durata inferiore il contratto può essere prorogato una sola volta, ma la durata massi-

ma non può comunque essere su-periore alla durata massima di cui sopra. Il lavoratore a T.D. ha diritto a ricevere il medesimo trattamento di quelli assunti a tempo indetermi-nato che svolgano la stessa attività e nel medesimo inquadramento, a meno di accordi sindacali aziendali che possano prevedere deroghe. Il trattamento di Pensione obbligato-ria (INPS) e la Malattia sono regola-ti secondo quanto già stabilito per i lavoratori assunti a Tempo Indeter-minato. Mentre la previdenza com-plementare è oggetto di demando alla contrattazione di secondo livel-lo e quindi il contributo aziendale dipende dagli accordi in essere ed è generalmente diverso da quello per gli assunti a tempo indeterminato. Le ferie, invece, spettano pro quo-

ta, secondo la durata del contratto di lavoro. Nessuna discriminazio-ne per quanto riguarda l’iscrizio-ne al Sindacato o la partecipazione del lavoratore a scioperi e/o alle as-semblee sindacali, se previste nel-la sua unità produttiva. Per quan-to riguarda la formazione, nessun tipo di addestramento o formazione è previsto nel CCNL dei bancari per il contratto a termine (il contratto di inserimento ha un minimo di 16 ore - accordo interconfederale del 2004 - mentre per l’apprendistato il periodo e le modalità della forma-zione sono previste dalla Regione competente per il luogo di assunzio-ne). Infine, il lavoratore assunto con questa forma contrattuale può esse-re licenziato solo per giusta causa e non per giustificato motivo.

Il contratto a tempo determinato

Il contratto a tempo determinato

di Simona OrtolaniComponente Esecutivo Nazionale FABI Giovani

A rte

La mostra raccoglie più di 180 opere tra sculture, di-pinti, disegni e gouaches découpées ed espone alcu-

ni capolavori dell’ artista francese difficilmente concessi in prestito, come la celebre scultura Lo Schiavo (Musée Matisse di Nizza) il grande dipinto Il ratto d’Europa (National Gallery of Australia di Canberra) e il magnifico Busto in gesso, bouquet di fiori (MASP di San Paolo del Bra-sile). Nato nel 1869 a Le Cateau-Cam-brésis in Francia, Henry Matisse è oggi considerato uno dei maggiori artisti del XX secolo. Nonostante sia vissuto durante uno dei periodi più tragici della nostra storia, nella sua opera non vi è traccia di soffe-renza: i suoi dipinti sono un mondo a parte, in cui si trova pace, calma, serenità, colore e luce. Copiava dap-prima i grandi maestri, che vedeva al Louvre, poi fu influenzato dagli impressionisti, da Paul Cézanne, Gauguin, Van Gogh e Paul Signac, ma anche dall'arte giapponese. Fu la personalità più rappresenta-tiva dei Fauves, un gruppo di pit-tori che espose per la prima volta al Salone d’Automne di Parigi nel 1905, suscitando scandalo e clamo-re tra il pubblico. Il loro nome de-riva dall’espressione che il critico d’arte Vauxcelles usò per descrive-re la sala in cui esponevano: "cage

aux fauves" cioè una "gabbia delle belve", per la “selvaggia” violenza espressiva del colore. Il colore ac-ceso, paragonato dagli artisti stessi a un “tubetto di dinamite”, il rifiu-to delle leggi prospettiche tradizio-nali e la voglia di comunicare sono il contributo dei fauves alla nascita dell’espressionismo. Questi artisti si avvalevano del colore e della li-nea per esprimere i loro sentimen-ti, volevano proiettare nell’oggetto la propria vita interiore, piuttosto che rappresentare oggettivamen-te la realtà. Matisse fece del colore l’elemento vitale dei suoi dipinti e approfondì, soprattutto dopo il pe-riodo Fauve, la forza della linea, la musicalità dell’arte e il senso della decorazione. La visione emoziona-le dell’arte e l’armonioso accosta-mento di oggetti e figure nelle sue opere, esprimevano quella “gioia di vivere” che per Matisse era il valore più alto dell’arte.Accanto allo studio del colore e della linea, tutta l’opera di Matisse è pie-na di un grande amore per la scul-tura, da lui descritta come “ras-serenante” e come “riposo per la mente”. L’approfondito studio sulla plasticità dei corpi e sulla semplifica-zione della forma porte-rà all’invenzione delle gouaches découpées. L’elemento pittorico

e quello scultoreo sono finalmen-te riconciliati: “Ritagliare a vivo nel colore mi ricorda il procedimento diretto della scultura. Invece di di-segnare il contorno e inserire il co-lore, disegno direttamente il colo-re”.La mostra del Museo di Santa Giu-lia accompagna il visitatore alla sco-perta dello stretto legame fra scul-tura e pittura nell’arte di Matisse, analizzando in particolar modo il rapporto con l’opera di Michelan-gelo. Del genio fiorentino Matisse ammirò soprattutto la semplifica-zione della forma,“si potrebbe far rotolare una statua di Michelangelo - affermava - dall’alto di una colli-na fino a far scomparire la maggior parte degli elementi di superficie: la forma rimarrebbe comunque in-tatta”.Appuntamento da non perdere.

Matisse, la seduzione di MichelangeloFino al 12 giugno al Museo di Santa Giulia di Brescia è in programma l’affascinante esposizione su Matisse.

Aprile / Maggio 2011

di Simona MisticoniComponente Esecutivo Nazionale FABI Giovani

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E stero / viaggi

Madrid è un passo avantiCrisi o no, la capitale spagnola continua a crescere. Vive 24 ore su 24. Costruisce musei, grattacieli, aeroporti.

MADRID no te espera. Ma-drid non ti aspetta. È come la parlata, torrenziale, dei suoi abitanti: ti travolge,

ti stordisce e non attende risposta. Perché ha troppo da dire, da fare, da vedere, va sentire. Altro che sie-sta! Capitale “altolocata” per natura (è quasi a 700 metri sul livello del mare) deve la sua fama recente alla movida: la regola d'oro è fare una

siesta prima di cena e poi alle 22:30 si parte. Prima tappa una grigliata o una paella in uno dei famosi risto-ranti di Calle Cava Baja, dove si può addirittura incontrare la famiglia reale, o per chi preferisce una cena light gustare le speciali tapas locali. Madrid è piena di locali doble cara, ristorante e disco bar. A mezzanot-te la serata è appena iniziata: si può andare a bere qualcosa in qualche

Le torri Kio, in Plaza de Castilla. Progettate da Philip Johnson e John Burgee, si fronteggiano inclinate di 30° gradi e formano la Puerta de europa

19Aprile / Maggio 2011 Estero / viaggi

E stero / hanno viaggiato per noi

nata come piatto domenicale dagli orticoltori dell'Hoya de Bugnol – un'area fertile alle spalle di Valencia – che

amavano cuocere le loro verdure in-sieme al riso e alla carne dei conigli selvatici che cacciavano nelle vici-nanze, ha preso il nome dal conte-nitore in cui la si prepara. Una pa-della, appunto. Una grande teglia in metallo da mettere sul fuoco per cuocere il riso nell'olio. Il risultato? Un piatto di arroz seco valenciano che è diventato icona ga-stronomia internazionale: una foto-

Quattro salti in PaellaIl nome deriva dal recipiente nel quale si prepara il mitico arroz seco (riso) di Valencia. Dentro ci si può mettere di tutto: carni, pesci, molluschi, verdure. Tutto serve, infatti, a far esplodere il sapore del riso. Una vera bomba.

lounge bar dove viene suonata buo-na musica dal vivo, aspettando l'una di notte per decidere in quale disco-teca (a volte più di una) concludere la serata. Per coloro che non amano le nottate di baldoria, la domenica mattina c'è il Rastro, il mercato delle pulci. Molto turistico e ormai forse snaturato come quasi tutti i bric-à-brac, il Rastro è - comunque - pieno di umanità e ha ancora riti e segreti che solo pochi conoscono, come ad esempio la bottega delle aceituinas: piccola e stretta, con piastrelle luci al neon e un'insegna sbiadita che danno un tono mediorientale, ven-de soltanto olive, ma di tutti i tipi immaginabili, infilate in decine di varietà di spiedini. La coda è lunga,

ma va fatta: è un piacere della vita condividere un immenso cartoccio di olive miste, seduti sulle panche di pietra della piazza, sfogliando ma-gari i libri appena comprati nelle bancarelle vicine. Merita una visita il Museo del Prado, la più famosa pinacoteca spagnola. Non vi è alcun segreto o rito che permetta di evita-re la coda. I recenti ampliamenti di circa 22,000 metri quadrati, curati dall'architetto Rafael Moneo, con-fermano che Madrid non si conser-va a lungo uguale a se stessa nep-pure nei musei! Un altro esempio è l'apertura della CaixaForum, un’ex centrale elettrica diventata uno spazio espositivo sorprendente fin dall'ingresso, con un giardino ver-

ticale che è già uno dei set preferiti dai fotografi di moda. Altro luogo sorprendente è il giardino tropica-le ospitato dentro la stazione ferro-viaria di Atocha, riprogettata dallo stesso Mineo del Prado. Né il nuovo Prado né la CaixaForum, però, sono riusciti a riprendersi il ruolo di ico-na della modernità che dal 1996 è appannaggio delle torri Kio (Kuwait Investiment Office), i due grattacieli inclinati di 15 gradi al centro di Plaza de Castilla. Persino Filippo II, che 449 anni fa fece di Madrid la capi-tale di Spagna, ammetterebbe che non c'è arco di trionfo più adeguato all'ansia di superare se stessa che la città dimostra.

20 Estero / viaggi

H anno viaggiato per noi di Simona MisticoniComponente Esecutivo Nazionale FABI Giovani

grafia in giallo intenso della Spagna, così come la sangria lo è in rosso. I colori nazionali, non caso.In tempi più recenti, si sa, la glo-balizzazione ha finito per trasfor-mare la paella in un “non piatto”, proprio com'è avvenuto per la piz-za. In un “riso con... qualsiasi altro ingrediente”, nel preparare il quale si pretende ogni volta di approssi-marsi all'origine della ricetta, in re-altà allontanandosene sempre più. Ma bisogna anche non esagerare nel rifugiarsi in un'ortodossia che fini-rebbe per risultare prima di senso. Quella della paella, dopotutto, resta una ricetta popolare, non codificata: ecco perché lascia spazio a innume-revoli contaminazioni. Senza conta-re che il riso - star della gastronomia locale che dal '97 può fregiarsi della denominazione di origine protetta – si presta facilmente ai più diversi abbinamenti.

rICettA PAeLLA vALenCIAnAIngredienti per quattro persone: g 250 di fagioli bianchi secchi, g 500 di pollo, g 500 di coniglio, g 500 di taccole, g 500 di riso, un pomodoro, uno spicchio d'aglio, una bustina di zafferano, olio extra vergine d'oliva, sale e peperoncino in polvere.Preparazione: mettere i fagioli bian-chi a bagno per una notte. Pelare il pomodoro e tagliarlo a cubetti; mon-dare e lavare le taccole; lavare, asciu-gare, tagliare a piccoli pezzi il pollo e

il coniglio, quindi, condire con sale e peperoncino. In una capace padella, scaldare quattro cucchiai d'olio ex-tra-vergine d'oliva e farvi rosolare lo spicchio d'aglio pelato e tritato, il pollo e il coniglio. Aggiungere le verdure, lasciar rosolare e unire un litro d'acqua circa. Lasciar cuocere per 20 minuti, unire il riso e lo zaf-ferano, aggiustare di sale, mescolare accuratamente e far cuocere per altri 20 minuti, finché l'acqua non sarà completamente evaporata. Un segreto? Usa il brodo vegetale al posto dell'acqua: lo ottieni mettendo in una casseruola acqua, una cipolla, una carota e un gambo di sedano.

LA sPAGnA DeI vInI: vItIGnI e BUoI DeI PAesI tUoI…La Spagna, che vanta 63 denomina-zioni di origine (Do equivalente del-la nostra Doc), si distingue per l'uso prevalentemente di vitigni autocto-ni. Tra quelli a bacca rossa il più rap-presentativo è il tempranillo, da cui

si ottengono anche i grandi vini della Rioja, unica DoCa ( denominazione di origine qualificata) del Paese; tra i vitigni a bacca bianca il più utiliz-zato è l'airén, mentre dall'albarigno si ottengono i bianchi più interes-santi. Le aree vinicole più rilevanti sono: Rioja, nota per i rossi; Ribera del Duero, con vitigno principale il tinto fino; Priorato, piccola regione di antica tradizione enologica voca-ta ai vini rossi, con vitigni principa-li la carignena e la garnacha; Rias Baixas, nota per i vini bianchi; Pe-nedès, la regione del Cava, con tre vitigni principali xarello, parellada e mocabeo, oltre ad un crescente uso di chardonnay; Jerez, patria del vino fortificato ottenuto dai tre vitigni a bacca bianca, palomino, moscadel e pedro ximénez; Valdepegnas, Na-varra (apprezzato per i rosati garna-cha) Somontano, Rueda (verdejo il vitigno principale) e Toro.

In tempi più recenti, si sa, la globalizzazione ha finito per trasformare la paella in un “non piatto”, proprio com'è avvenuto per la pizza

21Aprile / Maggio 2011 Citazioni

di Moby DickC itazioni

Io ho riposto la mia causa nel nulla.M. Stirner

attualità generAtion22

A ttualità di Mattia pari

viaggi estero

FEDERAZIONE A U T O N O M AB A N C A R I I T A L I A N I

Quando il sapere condiviso fi niscenella trasparenza

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