UNA VOCE dalle due torri - Sant'Ambrogio · 2018-10-20 · UNA VOCE dalle due torri Informatore...

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UNA VOCE dalle due torri Informatore della Basilica di Sant' Ambrogio in Milano PiazzaSant'Ambrogio, 15 - Tel. 02/86450895- Fax 8693839- E-mai!: [email protected]. c.c.P. 26958207 ORARI SS. MESSE Prefestive: S. Nicolao: ore 17.30 in Basilica: ore 18.30 Festive: in Basilica: ore 8.00 - 10.00 - 11.00 (Capitolare in lingua latina) - 12.15- 18.00- 19.00 (le messe delle 11.00 e 18.00 sono sospese in luglio e agosto) 17.15 Vespri Feriali: in Basilica: ore 7.30- 8.00- 9.00- 18.30 (la messa delle 8.00 è sospesa il sabato) ORARI SS. CONFESSIONI Tutti i giorni dalle 7.30 alle 9.30 e dalle 17.30 alle 19.00 INDIRIZZI E NUMERI DI TELEFONO DEI SACERDOTI Mons. ERMINIO DE SCALZI, Abate Parroco Piazza S. Ambrogio, 15 Te!. 02.863866 Mons. BIAGIO PIZZI, Arciprete Piazza S. Ambrogio, 15 Te!. 02.86451300 Don ENRICO PARAZZOLI, Assistente Oratorio Piazza S. Ambrogio, 25 Te!. 02.86450795 Don UMBERTO OLTOLINI Piazza S. Ambrogio, 15 Te!. 02.72010716 Mons. FRANCO VERZELERI, Abate emerito Via Lanzone, 13 Te!. 02.86451948 Diacono GIULIANO BERETTA Te!. 02.89401063 Pasqua: passione per la vita La notte diPasqua ha rovesciato il nostro destino. Pasqua è la vittoria della vita sulla morte, della gioia sulla sofferenza, dell'amore sull'odio, della speranza sulla paura che vivere sia solo un "esse- re per la morte". E questo non è vero solo per l'uomo, ma è il sospiro segreto di tutta la creazione che geme e anela ad un compimento, dove non ci sarà più né lutto, né lacrime, né dolore, ma gioia e pace, cieli nuovi e terra nuova. Spaventosa sarebbe la vicenda umana se il silen- zio sepolcrale del sabato santo fosse durato per sempre e se la tomba di Cristo fosse rimasta chiusa. Se il Signore non fosse risorto, i nostri peccati ci seguirebbero imperdonabili. Se il Signore non fosse risorto, non ci sarebbe nessuna prospettiva di veder premiato il bene, almeno in un'altra vita e sconfitto il male. Se il Signore non fosse risorto, per chi soffre nel corpo e nello spirito non resterebbe che la rasse- gnazione disperata o la rivolta inutile ed assurda. Se il Signore non fosse risorto, non la vita ma la morte sarebbe il destino finale di ognuno di noi. MARZO 2005 Basilica di S. Ambrogio - Cristo risorto. Affresco di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone

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UNA VOCEdalle due torriInformatore della Basilica di Sant' Ambrogio in MilanoPiazzaSant'Ambrogio, 15 - Tel. 02/86450895- Fax 8693839- E-mai!: [email protected]. c.c.P. 26958207

ORARI SS.MESSE

Prefestive: S.Nicolao: ore 17.30in Basilica: ore 18.30

Festive: in Basilica: ore 8.00 - 10.00 - 11.00 (Capitolare inlingua latina) - 12.15- 18.00- 19.00(le messe delle 11.00 e 18.00 sonosospese in luglio e agosto)17.15 Vespri

Feriali: in Basilica:ore 7.30- 8.00- 9.00- 18.30(la messa delle 8.00 è sospesa il sabato)

ORARI SS. CONFESSIONI

Tutti i giorni dalle 7.30 alle 9.30 e dalle 17.30 alle 19.00

INDIRIZZI E NUMERI DI TELEFONO DEI SACERDOTI

Mons. ERMINIO DE SCALZI, Abate ParrocoPiazza S. Ambrogio, 15 Te!. 02.863866

Mons. BIAGIO PIZZI, ArcipretePiazza S. Ambrogio, 15 Te!. 02.86451300

Don ENRICO PARAZZOLI, Assistente OratorioPiazza S. Ambrogio, 25 Te!. 02.86450795

Don UMBERTO OLTOLINI

Piazza S. Ambrogio, 15 Te!. 02.72010716

Mons. FRANCO VERZELERI, Abate emeritoVia Lanzone, 13 Te!. 02.86451948

Diacono GIULIANO BERETTA Te!. 02.89401063

Pasqua: passioneper la vita

La notte diPasqua ha rovesciato il nostrodestino.Pasqua è la vittoria della vita sulla morte, dellagioia sulla sofferenza, dell'amore sull'odio, dellasperanza sulla paura che vivere sia solo un "esse-re per la morte".E questo non è vero solo per l'uomo, ma è ilsospiro segreto di tutta la creazione che geme eanela ad un compimento, dove non ci sarà più nélutto, né lacrime, né dolore, ma gioia e pace, cielinuovi e terra nuova.Spaventosa sarebbe la vicenda umana se il silen-zio sepolcrale del sabato santo fosse durato persempre e se la tomba di Cristo fosse rimastachiusa.

Se il Signore non fosse risorto, i nostri peccati ciseguirebbero imperdonabili.Se il Signore non fosse risorto, non ci sarebbenessuna prospettiva di veder premiato il bene,almeno in un'altra vita e sconfitto il male.Se il Signore non fosse risorto, per chi soffre nelcorpo e nello spirito non resterebbe che la rasse-gnazione disperata o la rivolta inutile ed assurda.Se il Signore non fosse risorto, non la vita ma lamorte sarebbe il destino finale di ognuno di noi.

MARZO 2005

Basilica di S. Ambrogio - Cristo risorto.Affresco di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone

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2 UNA VOCE dalle due torri

I

Ma la Pasqua c'è e noi possiamo sperare che atutti, di là da questi giorni di delusione e di pena,è riservato un eterno destino di gloria.Sappiamo che nel Signore risorto, la nostra vita èal riparo; non al riparo dalle preoccupazioni,dalle sofferenze, ma al riparo dalla disperazione edallo scacco finale dell' esistenza. Sappiamo chegià fin d'ora, anche in questo mondo, esiste unnuovo e più alto modo di vivere.

lo credo allora che la nostra fede nella risurrezio-ne di Gesù debba divenire «passione per lavita». "Perché cercate tra i morti colui che è vivo?»(Lc 24,5).

Se le celebrazioni del Signore risorto terminasse-ro in chiesa, con i riti del Triduo pasquale, avrem-mo neutralizzato la novità della Pasqua.

I luoghi della testimonianza della fede nellarisurrezione sono là dove si elaborano le con-dizioni perché la vita fiorisca, perché l'allelujapasquale non sia un canto gregoriano dentro altempio, ma un annuncio di gioia per la vita diogni uomo.

Questa gioia deve essere anzitutto celebrata den-tro il rito, ma poi deve essere vissuta e ricercatadentro uno stile di vita che annunci la nostra fedenella risurrezione.

Mai come oggi l'umanità aspira alla vita e mai

come oggi questa vita è insidiata e disistimata:guerre, terrorismo, attentati fanatici e vili, leggicontro le creature umane che ancora non hannovisto la luce, disastri ecologici, droga parlano diautodistruzione dell'uomo.

La Pasqua ci invita ad impegnarci tutti perchéil valore della vita prevalga su tutte questeforze negative. Essere dalla parte della vita èvivere la Pasqua.

L'invito à a vivere questa Pasqua con un gran-de amore per ciò che è novità di vita, per lagemma che sboccia, per la vita che nasce, per l'a-more che fiorisce tra due giovani, per ogni gestodi pace, per chi opera per la giustizia, per chivuole un mondo più giusto, più pulito.

La prospettiva della vita eterna a cui ci apre larisurrezione, non solo non sminuisce la nostrapassione per la vita umana, ma la rende piùintensa, sapendola orientata ad una gioia senzafine.

Non solo non ci impedisce di appassionarci allavicenda terrena, ma dà al nostro impegno civile esociale un ardore nuovo e una significazione piùalta.

Buona Pasqua+ Erminio de Scalzi

IL CRISTO DEL BERGOGNONETra i tesori della nostra Basilica va messo neldovuto risalto l'affresco di Ambrogio da Fossa-no, detto il Bergognone, oggi nella cappella delbattistero. Oggi, perché all'origine faceva partedella decorazione presbiteriale. L'attribuzioneal maestro lombardo è tradizionale e unanime,suffragata dall'analisi stilistica. Per la data zio-ne, attualmente si preferiscono gli ultimi annidel Quattrocento. Due stemmi Crivelli sull'arcorinascimentale che incornicia !'immagine ciparlano della committenza.Siamo abituati a guardare troppo in fretta lecose, perfino le immagini sacre, contrariamen-te a quanto facevano i nostri antenati. Fermia-moci perciò un attimo a decifrare quel chevediamo. In piedi su un altare, Cristo risortomostra le piaghe. Due angeli lo affiancano reg-gendo due dei tradizionali strumenti della pas-sione, la tunica rossa e la croce. Ai piedi diGesù, un drappo nero reca la scrittura: Egosum primus et novissimus et vivus et fui mor-tuus et ecce sum vivens in saecula seculor ethabeo claves mortis et inferni. Sono parole delprimo capitolo dell'Apocalisse riferite a Cristo:

«lo sono il Primo e l'Ultimo e il Vivente. lo eromorto, ma ora vivo per sempre e ho poteresopra la morte e sopra gli inferi».Ed ecco il messaggio che ci trasmette quest'im-magine. In primo luogo la centralità di Cristo,com'è ovvio. Ma di Cristo risorto, senza delquale - dice san Paolo - la nostra fede è vana.Ora, il Cristo risorto è inseparabile dal Cristodella Passione e della Morte, attraverso laquale ci ha redenti; ed ecco il perché dellacroce vicina. Il contatto con Cristo avvieneprincipalmente nell'Eucaristia, per questo quiil Cristo ci appare sull'altare, dove, non solooffre il suo corpo e il suo sangue in sacrificio alPadre per la nostra salvezza, ma rimane tra noie per noi sotto le specie del pane consacratoanche dopo la celebrazione della Messa. E que-sto Cristo, morto e risorto per noi, sarà ancheil nostro giudice, come recita la scritta.C'è quindi molto da meditare, per noi comeper i fedeli che frequentavano la Basilica alloscadere del XV secolo.

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D.M. Dolz

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UNA VOCE dalle due torri 3

Celebriamola nostra PasquaCiascuno ha la sua strada per

andare da Dio; magari qualcunopiù geniale e fervoroso ne puòinventare di nuove e bellissime; maDio ha scelto una via maestra perarrivare a Lui: la Chiesa, con la suatradizionale pedagogia che è laLiturgia.

In questi giorni della SETTIMA-NA SANTA, in cui Dio concentra ilmeglio del suo gesto santificatoresul suo popolo, non ci sono per-messe le nostre genialità, ma l'ob-bedienza piena di trepidazione eumiltà alle indicazioni della ChiesaMadre e Maestra.

Celebrare con piena comprensio-ne e partecipazione i riti delSANTO TRIDUO; fare i nostrisacramenti pasquali della CON-FESSIONE e COMUNIONE; rinno-vare assieme in modo cosciente eufficiale le PROMESSE BATTESI-

MALI nella veglia di sabato;lasciarsi preparare dalle messe deiprimi tre giorni e dalle CATECHE-SI complementari di giovedì esabato... sono i gesti irrinunciabilida compiere in questi giorni. Devo-no stare al primo posto della nostraattenzione. Anzi per la anime piùattente, questa settimana non deveavere distrazioni d'altro genere: è lasettimana d'ESERCIZI SPIRITUA-LI di tutta la comunità più viva.

La domenica delle Palme fa da

portale: come Gerusalemme accol-se con gioia Gesù, che entrava nellasua città per iniziare l'opera di sal-vezza, così ogni cristiano, la nostracomunità accoglie con gioia ilSignore che ci viene a rinnovare lasua pasqua di salvezza per noi. L'u-livo è allora il segno dell'accoglien-za che ci riconcilia con Lui e ciriconcilia tra noi. Portandolo acasa è il richiamo alla pace con Dioe pace tra i fratelli: il vero segnoaugurale di una Buona Pasqua!

PER VIVERE LA SETTIMANA SANTAE LA PASQUA

Domenica delle PALME -20 marzoInizio della SEITIMANA SANTAOre 10.30 (nel piazzale antistante la Basilica): Benedizione deirami di ulivo e di palma, Processione e S. Messa.

Lunedì SANTO - 21 marzoOre 16.00 (in Basilica): S. Messa con la celebrazione del Sacra-mento dell'Unzione dei malati.Ore 17.00 (in Oratorio): preghiera della Settimana Santa pertutti i ragazzi e Confessioni.

Martedì SANTO - 22 marzoOre 17.00 (in Oratorio): preghiera della Settimana Santa pertutti i ragazzi e Confessioni.Ore 21.00: Presso il Santuario della Madonna delle Grazie,preparazione comunitaria e confessione individuale, per leparrocchie dell'area Martyrum.Mercoledì SANTO- 23 marzoOre 17.00 (in Oratorio): preghiera della Settimana Santa pertutti i ragazzi e Confessioni.In Basilica, possibilità delle Confessioni lungo tutta la giornata.

Giovedì SANTO- 24 marzoOre 9.30 (in Duomo): S. Messa CrismaleOre 14.30: (in Oratorio): ritrovo dei Cresimandi e Rito dell'Ac-coglienza degli OLI SANTI.

Inizio del TRIDUO PASQUALEOre 21 (in Basilica): S. Messa "nella Cena del Signore" e ritodella Lavanda dei piedi" ("Mandato").

Venerdì SANTO- 25 marzoOre 9.30 (in Cripta): celebrazione della Liturgia delle Ore aper-ta a TUTTI.Ore 15.00 (in Basilica): celebrazione della Passione del Signo-re.Ore 18.00 (in Basilica): solenne Via Crucis.La Basilica resta aperta per la preghiera fino alle ore 22.Le offerte che si raccolgono oggi saranno destinate ai Cristianidella Terra Santa.

Sabato SANTO - 26 marzoOre 9.30 (in Cripta): celebrazione della Liturgia delle Ore aper-ta a TUTTI.In Basilica, possibilità delle Confessioni lungo tutta la giornata.Ore 21 (in Basilica): solenne Veglia Pasquale presieduta daMonsignor Abate con celebrazione del Battesimo.

Domenica 27 marzo - PASQUA DI RESURREZIONE55. Messe secondo l'orario domenicale.Ore 11 (in Basilica): S. Messa Pontificale presieduta da Mons.Erminio De Scalzi.

NELLA SE'ITIMANA SANTAI SACERDOTI SONO SEMPRE

A DISPOSIZIONE PER LE CONFESSIONI

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4 UNA VOCE dalle due torri

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LUNEDÌ SANTO - ore 16.00S. MESSA CON LA CELEBRAZIONE DEL

SACRAMENTO DELLUNZIONE DEI MALATI

Sono molti i passi dei Vangeli da cui trasparela premura di Cristo Signore per i malati: Eglili cura nel corpo e nello spirito e raccomandaai suoi di fare altrettanto.Ma il segno principale di questa premura è ilsacramento dell'Unzione degli Infermi, istituitoda Gesù e fatto conoscere da S. Giacomo e dasempre poi celebrato dalla Chiesa. Dice S. Gia-como: "Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nellagioia salmeggi. Chi è malato, chiami a sé i pre-sbiteri della Chiesa e preghi su di lui, dopo averlounto con olio, nel nome del Signore. E la pre-ghiera fatta con fede salverà il malato: il Signorelo rialzerà e se ha commesso peccati, gli sarannoperdonati". (5,13-15). La celebrazione delSacramento dell'Unzione dei Malati comporta:

l'imposizione delle mani fatta dai presbiteridella Chiesa,la preghiera della fede,l'unzione con l'olio degli infermi, consacratodal Vescovo il giovedì santo.

Esso dona conforto e consolazione. Aiuta a

sopportare cristianamente il dolore. Perdona ipeccati. A volte, dona anche la guarigione, senei disegni di Dio può giovare alla nostra sal-vezza. Ricevuto davanti alla comunità, offre adessa un segno e una testimonianza di fede perun dolore vissuto in comunione con Cristo.

. Chi volesse ricevere il Sacramento dell'Un-zione deve comunicare il suo nome presso laSegreteria parrocchiale (02 8645 08 95).

. Lo possono ricevere tutti i malati gravi,senza riferimento necessario al pericolograve di morte; le persone molto avanti inetà, la cui vecchiaia determini uno stato disalute precaria; chi sta per subire, o ha subi-to, un grave intervento chirurgico e stenta arimettersi.

. Condizione per riceverlo con frutto è esserein grazia di Dio. Perciò è opportuno, anziconsigliabile, prepararsi anche con il Sacra-mento della Riconciliazione. (Il Sacerdote èdisponibile a venire anche in casa).

PROGRAMMA DEL MESE DI MARZO 2005Domenica 6 marzo

Ore 10-16: "Domenica insieme" per genitori e figli del gruppo di 3a ELEMENTAREOre 15.30: (in Basilica): S. Messa di chiusura dell'Assemblea Diocesana di Azione Cattolica.

Venerdì Il marzo

Ore 21 (in Basilica): "Il volto del Cristo, giudice della storia" (don Virginio Colmegna).

Domenica 13 marzo

Ore 10-16: "Domenica insieme" per genitori e figli del gruppo di SaELEMENTARE.

Martedì 15 marzoOre 21 (in Oratorio): "Percorso Genitori" con don Mirco Bellora, Parroco a S. Maria del Suf-fragio.

Giovedì 17 marzo

Ore 21 (in Oratorio): incontro Giovani delle Parrocchie del Centro storico in preparazionealla GMG di Colonia. rVenerdì 18 marzo

Ore 21 (in Basilica): Meditazione musicale in preparazione alla Pasqua, proposta dal Corodell'Università Cattolica di Milano diretto dal MOAngelo Rosso.

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UNA VOCE dalle due torri 5

IL DONO DELLINDULGENZA DURANTEL"ANNO DELLEUCARISTIA"

Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, il 17dicembre 2004, nell'udienza concessa ai Modera-tori della Penitenzieria Apostolica, ha volutoarricchire di indulgenze alcuni atti di culto edi devozione verso il SS.mo Sacramento. Conquesto dono il Papa vuole, nel corso dell'Annodell'Eucaristia, che durerà fino al prossimo otto-bre, stimolare ognuno di noi ad una più profondaconoscenza, ad un più intenso amore verso l'Eu-caristia e ricavame sempre più abbondanti fruttispirituali.Viene concessa l'Indulgenza Plenaria a tutti esingoli fedeli ogni volta che partecipano conattenzione e pietà ad una sacra funzione o adun pio esercizio svolti in onore del SS.moSacramento solennemente esposto o conserva-to nel tabernacolo. Per esempio, quando si par-tecipa:

al canto dei Vespri, che in Basilica ognidomenica vengono celebrati alle 17.15;all'adorazione del 1o venerdì del mese;alla processione eucaristica;

alla prima Messa dei Sacerdoti e celebra-zioni giubilari di ordinazione sacerdotaleed episcopale.

Le condizioni per acquistare l'indulgenzasono: la confessione sacramentale, la comu-nione eucaristica e la preghiera secondo l'in-tenzione del Sommo Pontefice, con l'animototalmente distaccato verso qualunque pecca-to.Gli ammalati che sono impediti di recarsi inchiesa, potranno conseguire l'Indulgenza Ple-naria, in casa propria o dovunque si trovino amotivo dell'impedimento, se, con distacco daogni peccato e con l'intenzione di confessarsie comunicarsi appena lo potranno, compiran-no spiritualmente la visita pensando allapresenza reale di Gesù nel Sacramento del-l'altare e reciteranno il Padre Nostro e ilCredo, aggiungendo una preghiera per ilPapa e una pia invocazione a Gesù sacra-mentato (per es.: "Sia lodato e ringraziatoogni momento il Santissimo Sacramento").

LA COMUNIONE SULLA MANOIn questo anno dedicato in modo particolareall'Eucarestia, è importante richiamare anchele modalità con cui ci si può accostare allacomunlOne.

Ricevere la Santa Eucarestia sulla mano per farela comunione al Corpo di Cristo è stato il modoseguito da tutte le Chiese per circa mille anni.Possediamo bellissime testimonianze dei Padri,databili dalla fine del II secolo, che sottolineanola ricchezza di significato delle mani protese adaccogliere il Dono. Valga per tutti l'esortazione disan Giovanni Damasceno (VIII secolo): «Avvici-niamoci con la coscienza pura e con grande fede[...]e poste le mani a forma di croce, riceviamo ilCorpo del Crocifisso». In seguito è invalso l'uso diricevere la comunione direttamente nella boccadei fedeli. Questo modo è diventato tradizionale.Dal maggio 1989 «accanto all'uso della comunio-ne sulla lingua la Chiesa permette di dare l'Euca-ristia deponendola sulle mani dei fedeli, proteseentrambe verso il ministro, ad accogliere con rive-renza e rispetto il Corpo di Cristo». I fedeli sonoliberi pertanto di scegliere tra i due modi legittimiper ricevere la comunione e il ministro dell'Euca-restia si attiene a questa scelta. Nell'invito delSignore: «prendete» è implicito il gesto di conse-gnare il Pane a mani che lo prendono.La mano compie gesti che esprimono l'intenzione

della persona. C'è la mano che di fronte al cibo loafferra: esprime un preteso diritto a possedere.C'è la mano che prende il nutrimento come fruttofaticosamente meritato con il proprio lavoro. C'èla mano che prende un cibo offerto in dono, è lamano del povero, che nulla ha da dare e che nullapretende: tende la mano vuota, certo che la gene-rosità del Signore la riempirà con il suo Dono.Chi tende le mani per la comunione accoglie ilDono con riconoscenza e con gioia, con rispetto econ venerazione, perché è il Corpo di Cristo.Chi riceve la comunione sulla mano, presentaal ministro entrambe le mani; pone la manodestra sotto la mano sinistra; sulla mano sini-stra riceve con fede il Corpo di Cristo e rispon-de: <<Amen»;rivolto all'altare, davanti al mini-stro prende l'ostia consacrata con la manodestra e, facendo attenzione a non lasciarcadere nessun frammento, subito si comunica.Coloro che intendono ricevere il Corpo del Signo-re, per avere parte ai frutti del Sacramentopasquale, vi si devono accostare con purezza ecoscienza e con buone disposizioni spirituali. Per-ciò la Chiesa prescrive che «nessuno, consapevo-le di essere in peccato mortale, per quanto sicreda contrito, si accosti alla Santa Eucare-stia, senza permettere la confessione sacra-mentale» .

(a cura di d. Biagio)

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6 UNA VOCE dalle due torri

I

In morte di Cesare HeninIn quella grande famiglia che è la parrocchia, ognilutto è per tutti un momento di condivisione di unintenso dolore. Questo dolore si fa ancora più par-tecipato, quando a lasciarsi è una persona cono-sciuta, cara, che ha condiviso da vicino - e anchecon qualche responsabilità -la vita della comunità.Sto parlando del carissimo Cesare Henin chesiamo venuti a salutare, non avendo potuto farlonel momento del suo definitivo distacco da noi. Lamorte non ci ha lasciato il tempo per esprimere aCesare quel "grazie" che pure meritava a parte ditutta la comunità che egli ha amato e servito.Ma la morte solo apparentemente interrompe ildialogo con chi ci ha lasciato: nella fede noi sappia-mo che chi muore non rompe una relazione, ma latrasforma, specie con i suoi cari. Con essi il dialogoriprende dolcemente e silenziosamente, dischiu-dendo nuovi orizzonti di presenza e di più teneraconfidenza.

* * *

Quello che stiamo vivendo è il momento in cui lachiesa affida un fratello alla misericordia di Dio esi sofferma, pensosa, di fronte all'evento piùumano della vita: la morte.li pensiero della morte - anche per chi non crede -costringe a riflessioni inevitabili:

richiama il destino ultimo di tutti, nessunoescluso;ci parla della fugacità e brevità che segna lavicenda umana;ricorda la consapevolezza del limite del nostroesistere dando ci la misura giusta della vita.

Se uno non pensa alla morte, rischia di assumeredavanti alla vita e agli altri lo sguardo arrogante dichi si sente signore e padrone.Quando invece - come oggi - ci si trova a guardarein faccia alla morte, si è portati a vedere la vita conuna sensibilità diversa, con una mitezza di animoche ci rende più umani.* * *

E per chicrede si ag-giungonoaltre rifles-sioni.C'è una dif-ferenzaabissale tracoloro chealla do-manda:dove sono inostri mor-ti? rispon-dono: vivo-no dentrodi noi, nelnostromondo...

SENIORES

Questo è solo unmodo elegante perdire che essi nonesistono più.No, la fede ci auto-rizza invece a dire:"l£ anime dei giustisono nelle mani diDio, essi sono nellapace".Se questo è vero -come è vero -accompagniamoalla sepoltura ilnostro Cesare contanta tristezza, mainsieme anche conla serena certezza di chi affida un amico alla bontàdi Dio.Cesare è solo entrato nel mondo invisibile: una pre-senza infinitamente dolce e rassicurante -quella diDio -lo accoglie nella sua casa per una vita che noichiamiamo "eterna".E dentro queste consolanti certezze, sentiamo ilbisogno -prima di congedarci definitivamente dalui - di conservare, come dolce ricordo di una per-sona cara, alcuni tratti della figura di CesareHenin.

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)

Vorrei anzitutto ricordare il suo amore per lasua sposa e la sua famiglia.Farò fatica pensarlo disgiunto dalla sua sposa.Erano una coppia esemplare; e, dicendo "esempla-re", dico una coppia "normale", così come dovreb-bero essere tutte, con le fatiche e le gioie che com-porta il volersi bene. Ma qui con un tratto partico-lare, questo: si vedeva che Cesare e Mariuccia sivolevano bene. Mi pare di poter dire che lorohanno realizzato veramente quello che tutti gli

sposi sidicono ilgiorno del-le nozze:"lo accol-go te comemio sposo,mia sposa,e promettodi amarti eonorartitutti i gior-ni dellamia vita,nella gioiae nel dolo-re, nellasalute e

A L..

l A.d 'A I nella ma-

nna Ulm co gruppo nm rgento l tt ' "a la... .

RICORDO DI CESARE HENINlo penso che noi tutti parrocchiani abbiamo avuto diversi modi e diverseoccasioni di conoscere, apprezzare, amare Cesare Henin: una bella, cara,insostituibile presenza nella nostra Parrocchia.In ogni ambito Cesare era operativo, disponibile, aperto, sereno: al fedelecomputer, al tavolo della Mostra dell'Antiquariato con la sua competenza, inBasilica nei momenti di preparazione di liturgie ordinarie e straordinarie;disponibile, aperto e sereno anche al suo telefono di casa e nei fortuiti incon-tri per la strada insieme alla cara Mariuccia.In particolare vogliamo ricordarlo noi del gruppo Anni d'Argento, comeamico e "docente" illuminato e documentatissimo su argomenti di grandeinteresse per noi.Grazie Cesare!

LJ

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ricordo. D DD D D~e ~Per Cesare la malattia è stata lunga e sofferta: ma D DD D D §I 00

P?rtat~ se~I?re CO? .dignità grande'.:Jino al D DD D D § ~gIOrno In CUI11suo fiSICOnon ha retto plU; D « 'Ocercando di minimizzarne la gravità per non D DD D D 6 Ngravare su chi gli stava accanto. Ci si accorgeva DD D D ~però di quanto glisegnassela vita; e DD D D::~una sopportazione a volte sentita come tacito Lf: DD D D :~rimprovero al nostro facile lamento per croci" DD D D ~_~

ben più lievi e leggere della sua. j DD D D ~E, infine, mi piace ricordare che Cesare ha vis- g ~ DD D,«D 6suto tutto questo nella fede: J DD D ~D zuna fede da messa quotidiana, dove spesso procla- ~ DD D ~D ~mava la Parola e serviva all'altare; una fede da pre- :j DD;:SD ~ ~se.nzafedele agli appuntamenti della comunità cri- 1-1 DD ~D D 2stIana; :E « 3!:

una fede umile e convinta, sentita come un bene ~ «DD ~D Dda lasciare in dono ad Elisabetta e a Marta. L'ere- ..- ~DD ~D Ddità più bella che papà Cesare lascia loro è l'esem- o ~~ §DD ~D Dpio di come ci si deve voler bene in quel patto d'a- .:g ~11'\ !2DD ~D jDmore che è il matrimonio e la testimonianza 8 1 ~umile, mai ostentata, di una fede semplice e forte. ~ 6 w o ~

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Tante altre cose potremmo dIre, tante tre conSI- ~ 11'\ o zderazioni potremmo fare. Le affidiamo alla pre- 02 ~ ~~ o ~

ghiera di questa eucarestia che celebriamo per lui ~ N -':E ~ ~oe Per i suoi cari. vooo--' c( c( c( 2&Q ~o

+ Erminio de Scalzi ~ ~ . o ~ §z" wC/) > ~Bw ..- U o 0--

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LETTUREDI PAOLO ZANNA :~ rm Q ~~~ ~ '"u ~ I- ~::J c... 3l\fSnV)

Dolori e gioie si alternano nella vita d'ognuno. Loscrittore li esprime o le rappresenta, croci e albe diuna Pasqua quotidiana. Lo fanno le accorate e

sempre attuali invocazioni di Giovanni Papini nel- ~ D!'intensa preghiera nel suo Cielo e terra (1943): :. D"Ama tutti, Cristo, quelli che offendono e quelli g [j wche si difendono, ama coloro che tacciono e quelli ~ D ~che disgroppano l'affanno con le parole, quelli che D 2

curano i corpi, quelli che ammaestrano la mente e ~ ~guidano lo spirito. ... Dopo la tua resurrezione D ~doveva cominciare la resurrezione quotidiana D ~ ~delle nostre anime, qui sulla terra". D:5 ~Così oggi piace scoprire come anche i pastori ren- D ....

dano la poesia della propria vocazione e missione. D :ECome mons. Tonino Bello nel suo Maria donna dei ~ ~nostri giorni, in cui risplende Colei che "serbava e: 1-1"-tutte queste cose meditandole nel Suo cuore" o il ~ Lf: t o::~parroco milanese don Mirko Bellora che ci propo- ~ ". ~ne Il Signore della danza, seducente, "felice perché ~ I- ~ o '" -si dona, perché condivide" un Lei (la Parola) e un ~ w o ~Lui (Gesù Cristo). A Pasqua, ci può suggerire. ~ 6 ;:5 1-1 w"Ripartiamo da Lei. _~ N ~ ~Ripartiamo da Lui. <>< ~ ~ o:: zÈ tempo di fidarsi e di gettare le reti al largo ~ ~ J ~ ~[come ha ripetuto il Papa]. O N ~c( ~Il Vangelo non è superato. ~ U w .Non è mai stato raggiunto". ~ 0" u cn.. ~

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III

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