UNA FOGLIATA DI LIBRI - Carbonio Editore

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UNA FOGLIATA DI LIBRI A CURA DI MATTEO MATZUZZI L idea di mandare in galera una persona mi tormentava. Ho co- minciato a pensare che il carcere non fosse più compatibile con il mio senso della giustizia, la mia concezionedella dignità umana . Lo ha detto Gherardo Colombo all Huffington Post. Tutto il romanzo di Daniele Menca- relli è la ricerca di qualcuno che, in quel carcere minore che è il reparto psichiatrico di un ospedale dove ha ambientato la suastoria, la pensi come Colombo, o abbia quel medesimo tor- mento, stia dentro quel dubbio: sta a me decidere dove e comedebba vivere un uomo che con intenzione o senza, con passione o senza, con consapevo- lezzao senza,abbia commessoun rea- to? Sta a me decidere la misura del bene e del male? E soprattutto: quella misura esiste? La differenza tra i due istituti, penitenziario e medico, non conta molto, e non solo perché hanno più affinità che divergenze in questo c è una delle evidenze, non inedite ma pur sempre sconvolgenti, che questo libro porta alla luce. La condizione che Mencarelli descrive, quella di un ventenne che negli anni Novanta vie- ne sottoposto a un trattamento sanita- rio obbligatorio, pur molto precisa, è universale. In tutti noi c è un tratto, un geneinapplicabile, informe, divergen- te, talvolta persino inintelligibile, che può starsene nascosto o sovrastarci, rincorrerci o guidarci, scombinarci sempre o scapigliarci ogni tanto. La salvezzarichiesta da tutto, e che alla fine del libro Mencarelli chiede per i vivi e i morti, per i pazzi di tutti i tempi, ingoiati dai manicomi della sto- ria èl accoglienza di quel tratto, di cui si può essere dispensatori se si è uomini comeColombo.Conuna parola più immediata, e d immensa gittata, quella salvezzaè la libertà. Prima di essere un romanzo sulla malattia mentale, sugli istituti psi- chiatrici, sulla rabbia, sulla poesia, questo è un libro sulla libertà, sul fatto che ciascuno di noi è garante e respon- sabile di quella altrui, su che immensa sfida sia concederla e conservarla. Daniele, il protagonista, non appe- na arriva in ospedalee viene ricovera- to, dice a un operatore sanitario: Io non so cattivo, non ho mai fatto male a nessuno (spessoMencarelli ricorre al dialetto e forse è la sola peccadel suo lavoro, perché lo rende artificioso, sebbene a un certo punto si legga: Parlare in italiano mi costa fatica ). Quell operatore sanitario ha una spe- cie di contentezza nello sguardo e sor- ride –“ il mio sconforto lo rende felice e in questa scenainiziale c è il seme del libro, quel sadismo inevitabile che s appropria di chi vuole curarci e lo fa per mestiere o per amore, per parente- la o per affinità. Cometutti o quasi tut- ti i ricoverati, Daniele è lì perché esa- gera, è incontenibile, febbrile, iroso, vasto, del tutto inadatto a contenersi. Non c è bisogno, per impazzire, d es- sere schizofrenici, di soffrire di un qualche scompenso: a volte è suffi- ciente essere smisurati. E impressio - nante leggere un libro così adesso che transitiamo dall uomo misura di tutte le cose che tanti disastri ha com- binato, all uomo che misura tutte le cose per non venirne travolto, per non morire. (SimonettaSciandivasci) L amore godedi ottima reputazione tra gli uomini, dell odio, invece, è sempremeglio nonparlare: Ma questo sentimento agisce molto più spessoe più profondamente dell amore, perché è ben comune che l innamoramento passi eche l odio, invece, resti e consu- mi le persone in modo eccezionale. Non esiste lieto fine, redenzione, un paesaggiosu cui posare lo sguardoper consolarsi, un sorriso improvviso che concedauna tregua nell ultimo roman- zodi Sandro Frizziero. Sommersioneè la storia di un uomo ormai vecchio e stanco, che ha solcato il mare per tutta la vita, prima per lavorare su una nave che smaltiva in acqua gli scarti indu- striali, poi comepescatore.E un uomo senza nome, il protagonista, cattivo di una cattiveria che nascondeun segreto e comunque non lo perdona per i pec- cati commessi.Impreca, ognioccasione Tutti i diritti riservati PAESE : Italia PAGINE : 6 SUPERFICIE : 36 % PERIODICITÀ : Quotidiano DIFFUSIONE : (25000) AUTORE : M Atteo M Atzuzzi 13 maggio 2020

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UNA FOGLIATA DI LIBRIA CURA DI MATTEO MATZUZZI

L ’ idea di mandare in galera unapersona mi tormentava. Ho co-

minciato a pensare che il carcere nonfossepiù compatibile con il mio sensodella giustizia, la mia concezionedelladignità umana”. Lo ha detto GherardoColomboall ’Huffington Post.

Tutto il romanzo di Daniele Menca-relli è la ricerca di qualcuno che, inquel carcere minore che è il repartopsichiatrico di un ospedale dove haambientato la suastoria, la pensi comeColombo, o abbia quel medesimo tor-

mento, stia dentro quel dubbio: sta amedecidere dove e comedebba vivereun uomo che con intenzione o senza,con passione o senza, con consapevo-lezza o senza,abbia commessoun rea-to? Sta a me decidere la misura delbene e del male? E soprattutto: quellamisura esiste? La differenza tra i dueistituti, penitenziario e medico, nonconta molto, e non solo perché hannopiù affinità chedivergenze – in questoc’è una delle evidenze,non inedite mapur sempre sconvolgenti, che questo

libro porta alla luce. La condizioneche Mencarelli descrive, quella di unventenne che negli anni Novanta vie-ne sottoposto a un trattamento sanita-rio obbligatorio, pur molto precisa, èuniversale. In tutti noi c’è un tratto, ungeneinapplicabile, informe, divergen-te, talvolta persino inintelligibile, chepuò starsene nascosto o sovrastarci,rincorrerci o guidarci, scombinarcisempre o scapigliarci ogni tanto.

La salvezzarichiesta da tutto, e chealla fine del libro Mencarelli chiede“ per i vivi e i morti, per i pazzi di tutti itempi, ingoiati dai manicomi della sto-ria ” è l’accoglienza di quel tratto, dicui si può essere dispensatori se si èuomini comeColombo.Conuna parolapiù immediata, e d ’immensa gittata,

quella salvezzaè la libertà.Prima di essere un romanzo sulla

malattia mentale, sugli istituti psi-chiatrici, sulla rabbia, sulla poesia,questoè un libro sulla libertà, sul fattocheciascuno di noi è garantee respon-sabile di quella altrui, su che immensa

sfida sia concederla e conservarla.Daniele, il protagonista, non appe-

naarriva in ospedalee viene ricovera-to, dice a un operatore sanitario: “ Ionon so’ cattivo, non homai fatto male anessuno” (spessoMencarelli ricorre aldialetto e forse è la sola peccadel suolavoro, perché lo rende artificioso,sebbene a un certo punto si legga:“ Parlare in italiano mi costa fatica ” ).Quell’operatore sanitario ha una spe-cie di contentezza nello sguardoe sor-

ride –“ il mio sconforto lo rende felice ”– e in questa scenainiziale c’è il semedel libro, quel sadismo inevitabile ches’appropria di chi vuole curarci e lo faper mestiere o per amore,per parente-la o per affinità. Cometutti o quasi tut-ti i ricoverati, Daniele è lì perché esa-gera, è incontenibile, febbrile, iroso,vasto, del tutto inadatto a contenersi.Non c’è bisogno, per impazzire, d ’es-sere schizofrenici, di soffrire di unqualche scompenso: a volte è suffi-ciente esseresmisurati. E’ impressio -nante leggere un libro così adessoche transitiamo dall ’uomo misura ditutte le coseche tanti disastri ha com-binato, all ’uomo che misura tutte lecoseper non venirne travolto, per nonmorire. (SimonettaSciandivasci)

L ’ amore godedi ottima reputazionetra gli uomini, dell ’odio, invece, è

sempremeglio nonparlare: “ Maquestosentimento agisce molto più spessoepiù profondamente dell ’amore,perchéè ben comune che l’innamoramentopassi eche l’odio, invece, resti e consu-mi le persone in modo eccezionale.Non esiste lieto fine, redenzione, unpaesaggiosu cui posare lo sguardoperconsolarsi, un sorriso improvviso checoncedauna tregua nell ’ultimo roman-zo di Sandro Frizziero. Sommersioneè

la storia di un uomo ormai vecchio estanco, cheha solcato il mare per tuttala vita, prima per lavorare su una naveche smaltiva in acqua gli scarti indu-striali, poi comepescatore.E ’ un uomosenza nome, il protagonista, cattivo diuna cattiveria chenascondeun segretoe comunque non lo perdona per i pec-cati commessi.Impreca, ognioccasione

Tutti i diritti riservati

PAESE : Italia

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SUPERFICIE : 36 %

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AUTORE : M Atteo M Atzuzzi

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èbuonaper unabestemmiachegli escedal profondo, maledice il mondo e isuoi abitanti, la suasolitudine è imper-fetta perché ovunque vada viene ac-

compagnatodall ’infelicità, chenon rin -nega e non respinge mai nessuno.“ Uninfelice non è solo neppure quando

cammina o scherza,perché l ’infelicitàgli resta accanto in ogni momento” . Vi -ve su un’isola destinata a sparire dallecartine geografiche senzatroppe ceri-monie: “ Non c’è futuro sull ’isola che, aben vedere,altro non èche unacicatri-

cedel mare,un postaccio,insomma,do-ve non cresce nulla ” . Esistono vite chesono tragiche e nient ’altro, rassegnatee autocompiaciute della propria mise-ria. L ’anonimo pescatore ha una figliacon cui non parla, una moglie, santadonna, che lo ha reso vedovo troppopresto. “ Chepoi, a dirla tutta, la Cinziaquestebestemmie pareva volertele ca-vare a forza dal cuore. Se le meritava

proprio. Ognigiorno le ripetevi cheerauna deficiente, una ritardata; ti venivaautomatico, comedarle uno schiaffo sealzavalo sguardopiù del dovutoduran-te i tuoi rimproveri ” .Nessuno,nemme-no lui, si ricorda quando è stato il gior-no in cui ha cominciato a picchiare lamoglie, l ’unica cosa che rammenta èche l ’hasempre fatto e adessocheè ri-mastoda solo,va a trovarla in cimitero,a provare ad augurarle un eterno ripo-so,in silenzio, perché il pescatore nonhamai le parole giustedapronunciare.“ E poi il silenzio è il miglior commentoal mistero di questavita, chedon Anto-nio e i suoi sodali, guarda caso,risolvo-no con parole così trite e ritrite da ri-sultare scandalose.Il silenzio descriveperfettamente l’esseregettati nel mon-

do senza preavviso. Insomma, comecommentare ciò che ti è toccato in sortese non tacendo, come fai tu a giorni al-terni, oppure bestemmiando di conti-nuo?”.Ha il diavolo in corpo,ed èpienodi sensidi colpa questouomo chese siguarda allo specchio si vergognadi ciòche è diventato, di ciò che ha commes-so.Conil diavolo gli toccheràconvivereper sempre,odiando il prossimo su co-me sestesso.“ Odi gli alberi, l ’erba, lezanzare, le api e i gabbiani, e tutte lebestie indegne del creato, prima tra tut-te l ’uomo” :Non esistenostalgia e nem-menoassoluzione,a volte ciò che rima-

ne degli uomini sonoelenchi di pene edi disgrazie, di ingiustizie e piccolezze,miseria autentica senzanessunanobil-tà. (GiorgiaMecca)

Combattiamo per scrivere libri chenon cambiano il mondo, nonostan-

te il nostro talento e i nostri sforzi sen-zariserve, le nostre speranzepiù stra-vaganti. Viviamo le nostre vite, faccia-mo qualunque cosa,e poi dormiamo –è così semplice e ordinario. Pochi sal-tano dalle finestre o si annegano oprendono pillole; più persone muoio-noper un incidente; e la maggior partedi noi, la grande maggioranza, muoredivorata lentamente da qualche ma-lattia o, seè molto fortunata, dal tem-

po stesso.C’è solo questo comeconso-lazione: un’ora qui o lì, quando le no-stre vite sembrano, contro ogni proba-bilità e aspettativa, aprirsicompletamente e darci tutto quello

che abbiamo immaginato, anche setutti tranne i bambini (e forse ancheloro) sanno che queste ore sarannoinevitabilmente seguite daaltre moltopiù cupe e difficili. E comunque amia-mo la città, il mattino; più di ogni altracosa speriamo di averne ancora”. Leore, che diventano squarci nel tempo

doveesiste la possibilità di essere feli-ci, è il titolo che Virginia Woolf avevapensato di dare in origine a LasignoraDalloway,uno dei suoi romanzi di mag-gior successo.Il titolo invece era statoaccantonato e ripreso molti anni dopoda Michael Cunningham che conque-sto romanzohavinto il Pulitzer e cheèstato ripubblicato dopo vent’anni conuna nuova prefazione dell ’autore. Letre donne che abitano questa storia –Virginia Woolf, una contemporaneareincarnazione di Clarissa Dalloway eLaura Brown, casalinga degli anni cin-quanta tratteggiata sulla falsariga del-la madre dell ’autore –ci raccontano diincroci di vita possibili, di esistenzeattraversate dalla possibilità e dalrimpianto di non essere o non essere

state abbastanza,del desiderio di nonessereordinarie e della consapevolez-za di esserlo spesso fin troppo. Sonotre donne che conosciamo bene – an-che visivamente grazie alla trasposi-zione cinematografica di qualche an-no fa –maè sulla carta cheacquistano

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Il confine tra disperazione e felicità èsottilissimo. Il suo punto di caduta,

doveva a spegnersi l ’abissodell ’uomo,haper nomesolitudine. E’ lì chespari-sceogniurgenzadi “ quella chechiama-novita” . Lo sperimenta il protagonistadeLacivettacieca,capolavoro di SadeqHedayat – intellettuale iraniano di fa-miglia aristocratica per censoecultura,nomadetra Europa e Asia (il libro, invi-so in patria al governo di Reza ShahPahlavi,verrà pubblicato a Bombaynel1936),che morirà suicida a Parigi nel

1951–ora propostoper la prima volta initaliano direttamente dal persiano,gra-zie alla prestigiosa firma di Anna Van-zan.

Un miniaturista di portapenne, fra-gile e illuso, messoin scaccoda un’u-manità cheegli disprezza, si perde nel-l ’oblio dei ricordi e in un flussomorbo-sodi amore e odio: all ’inizio per un’im-maginaria “ femme fatale” , poi, aritroso negli incubi e nelle allucinazio-ni dovute anche all ’oppio, per la con-cretissima moglie. E compie un viaggio

ipnotico nel vortice della sofferenzapiù atroce del corpo e dell ’anima.Avanti e indietro tra duemondi, quellodell ’ombra e quello della luce, in balìadell ’Acheronte, senza il coraggio dicompiere fino alla fine il tragitto. Chiu-dendosi nella sua “ miniatura ” : la stan-zadi casadacui solo unpertugio lo col-legacon il mondodi fuori. Non potendovedere soddisfatta la propria bramosiasprofonda in labirintiche tentazioni disuicidio e di violenza, spossatodall ’os-sessiva attrazione per la morte – pro -pria e dell ’amata – perché l ’unica che“ ci libera dagli inganni della vita ”. Elei? La “Sgualdrina ”, com’è chiamata,preda e cacciatrice allo stessotempo,incapace di volergli bene, si chiude asua volta in una catena di tradimenti.

Ma tutto è reale e tutto è finzione. An-che la girandola di personaggi–che vi-vono forse solo nelle visioni della “ ci-vetta”, l ’autore-protagonista, appunto,simboleggiato non a caso dall ’uccelloche rappresenta la sfortuna nella tra-dizione persiana –colti nella loro disu-manità avarae a-relazionale.

Un ’opera sconvolgente, scritta conprosa febbrile, venata di anticlericali-smo ed erotismo, perciò indigesta an-che al regime teocratico degli ayatol-lah odierni, per quanto siaconsideratafondante la letteratura persiana con-temporanea, al pari di un Poe o di unKafka per l’occidente, autori cui in ef-fetti Hedayat viene di frequente acco-stato. Romanzo impastato di lirismo,potente quanto –a tratti – abominevo-

le. Perché mette in scenatutto il deca-dimento cui può giungereun’anima ab-bandonata, o che volutamente, testar-damente,si accanisce contro il proprio“io” per colpire un mondo invece in-sensibile all ’altrui miseria.

Com’è facile, allora, pensare cheproprio la solitudine sia l’equilibrio ingrado di tenere insieme il puzzle. Ilcantuccio del proprio niente ove reci-dere ogni legame, ancorché per il de-siderio di “ conoscere meglio me stes-so” .E ’ la risposta impacciata alla do-manda che sottotraccia da sempreassale il cuore: esiste la felicità? Mavano è il tentativo di afferrarla, viag-giando solo all ’altezza dei propri bi-sogni, e non, anche, delle proprie fe-rite. (RobertoPaglialonga)

vera lucentezza, tra le pagine e le pie-ghe dei loro pensieri. Laura, cheaspetta il secondo figlio e medita il

suicidio, che vive in una casa dovenessunodesidera e soffre, dove“ è pos-sibile che abbia varcato una linea in-visibile: la linea che l ’ha sempre sepa-rata da quello che avrebbe preferitosentire, da chi avrebbe preferito esse-re ” . Laura legge il libro della Woolf enelle sue parole trova conforto, trovaun mododi sentire la realtà che le ren-

depossibile affrontare la sua.Clarissaè una scrittrice newyorchese insoddi-sfatta, “ infantile, che manca di incisi-vità” e che si prende cura dell ’ex fi-danzato Richard, gravemente malato

di Aids e acui deve il soprannome MrsDalloway. E poi c’è Virginia, unaWoolf che non si sente all ’altezza discrivere, una stravagante dotata cheperò “ sente uno spaziovuoto dentro disé, sorprendentemente piccolo, dovesembravaavesserodimora i sentimen-ti più forti ” . Una storia che si svolgenell ’arco di una giornata, una giornatache mostra la vita di tre donne legateda un filo invisibile ma tenace, donnechespargono nel racconto fragili rose.La signora Dalloway disse cheavrebbecompratolei i fiori. (GaiaMontanaro)

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AUTORE : M Atteo M Atzuzzi

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Daniele MencarelliDaniele Mencarelli

TuttochiedesalvezzaMondadori, 204pp., 19 euro

Michael Cunningham

Leore

La nave di Teseo,272pp., 12euro

SadeqHedayat

Lacivetta cieca

Carbonio Editore, 135 pp., 14,50euro

Sandro FrizzieroSandro Frizziero

SommersioneFazi, 189pp., 16euro

Tutti i diritti riservati

PAESE : Italia

PAGINE : 6

SUPERFICIE : 36 %

PERIODICITÀ : Quotidiano

DIFFUSIONE : (25000)

AUTORE : M Atteo M Atzuzzi

13 maggio 2020