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prof. Marco Stancati
Public speaking ?
Un percorso con diverse slide,
alcuni filmati, qualche citazione, molti gesti, molte parole,
qualche sospiro, qualche rantolo…
Public Speaking? Non è un corso per imbonitori
«Al termine del Corso i partecipanti sono in
grado di:
• Comprendere il profilo del proprio
uditorio ed entrarci velocemente in
sintonia.
• Utilizzare le migliori tecniche di
icebreakers, improvvisazione e humour
in aula .
• Organizzare i discorsi e renderli brillanti,
efficaci e convincenti.
• Utilizzare i migliori strumenti di supporto
visivo e uditivo alla comunicazione.
• Gestire il gruppo, risolvere ogni
obiezione e trattare con le persone ostili.
• Parlare di fronte alle telecamere.
• Rispondere a qualsiasi domanda e
gestire le interviste.
• Dominare ogni situazione
2
Da una pubblicità via email:
corso di Public Speaking o
meglio di…
«Consigli e tecniche di
comunicazione efficace per
ottenere Leadership, Carisma e
SUCCESSO»
prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Obiettivi di questo modulo
1. Acquisire consapevolezza de:
– l’importanza prioritaria di organizzare i
contenuti per un’esposizione chiara ed efficace
– la gestione dello stress prima, durante
e dopo una performance in pubblico
– le potenzialità comunicative del proprio corpo e delle propria voce
– la funzionalità di uno stile partecipativo
e motivante
– l’irrinunciabilità dell’ascolto, l’attenzione ai
«ritorni» (feedback)
– la gestione dell’interattività
2. Tradurre progressivamente la
consapevolezza, e gli strumenti
acquisiti, in comportamenti
funzionali. Nella quotidianità e
nella straordinarietà 3
Articolazione del modulo
Primo tempo • “riscaldamento” sulla comunicazione
• cosa pensiamo, cosa sappiamo del public speaking
• analizziamo un video (con un grande «interprete»)
• «andiamoci dentro» per una visione sistematica e
partecipata
• allestiamo una cassetta degli attrezzi
Secondo tempo • proviamo a mettere in pratica
4 prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Quali sono le vostre attuali
convinzioni sul P. S.?
• In quali occasioni avete parlato in pubblico finora?
• Cosa evitare parlando in pubblico?
• Cosa aiuta ?
• Cosa può aiutare a stabilire e a mantenere un contatto costante
con il pubblico?
• Qual è la posizione da preferire nel parlare?
• In caso di sforamento dei tempi, che cosa è più utile fare?
• In caso di interruzione polemica, cosa fare?
• Come dare segnali di feedback?
• I migliori “parlatori”. Facciamo i nomi…
5
in VAJONT di Marco Paolini
6
la narrazione comunicativa
SIGN
prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Analizziamo il video ricorrendo ad una metodologia che abbiamo già usato
Brainstorming
• metodo selettivo/decisionale consistente in una sessione
intensiva di dibattito volte a stimolare proposte e a identificare
una soluzione
• le regole: esclusione di ogni giudizio critico; accettazione di
ogni forma di proposta; produzione del maggior numero di
idee; sintesi delle idee espresse.
7 prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Area strategica
Il video ci ha fatto vivere un momento particolare di comunicazione.
Ripercorriamo velocemente i «razionali» del processo comunicativo
PROCESSO DI SCAMBIO
DI INFORMAZIONI
E DI INFLUENZAMENTO RECIPROCO
CHE AVVIENE,
IN UN DETERMINATO CONTESTO,
FRA DUE O PIÙ PERSONE.
8 prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Area strategica
i3 livelli della comunicazione
• Verbale: ciò che diciamo
• Paraverbale: tono, timbro, volume, inflessione della voce
• Non verbale: gestualità, prossemica, postura, atteggiamento
9 prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Area strategica
Comunicazione verbale
L’efficacia è determinata essenzialmente dalla
CHIAREZZA e dalla INCISIVITÀ. Tendenzialmente:
• parole positive o neutre anziché negative (lavoratore e non
dipendente)
• termini concreti anziché astratti (cozze e non mìtili)
• verbi associati alle percezioni e alle sensazioni fisiche anziché
termini concettuali (vedere, osservare, aggiungere… anziché
rilevare, monitorare, implementare…)
• voci riferite alla specie anziché al genere (camion anziché veicolo)
• frasi brevi
• poche incidentali
• rispetto dei tempi assegnati
10 prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Area strategica La comunicazione non verbale
CINESICA (gestione della gestualità e
della mimica)
Gesti; espressioni facciali; movimenti delle
gambe, del tronco, del bacino, della testa e
degli occhi rivelano emozioni e regolano
l'interazione verbale
PROSSEMICA
(spazio e distanze nella comunicazione
verbale e non verbale)
11
• Tutti noi abbiamo uno spazio
personale, una distanza che ci
avvolge, ci separa e ci protegge
dal resto del mondo, e abbiamo
delle aspettative su come le
altre persone dovrebbero
comportarsi.
Eventuali «invasioni» da parte
di terzi ci fanno reagire.
• Tranne che in particolari
condizioni e/o situazioni, ci
aspettiamo che questa nostra
“bolla” sia rispettata dagli altri,
altrimenti possiamo sentirci
esposti, imbarazzati, infastiditi o
minacciati. 12
La bolla prossemica
Spazio pubblico
Spazio sociale
Spazio personale
Spazio intimo
45 cm……………..
120 cm…………..
350 cm………………
prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Area strategica
LA CONGRUENZA TRA I 3 LIVELLI
La comunicazione è tanto più efficace quanto più sono
coerenti i livelli verbale, paraverbale, non verbale
L’incongruenza dei livelli è causa, invece, di equivoci, di
scarsa affidabilità e di minore capacità di persuasione
Nei casi di incongruenza le componenti paraverbali e non
verbali sono prevalenti sul contenuto verbale
13 prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Area strategica
IL PROCESSO COMUNICATIVO in sintesi
RUMORI
EMITTENTE RICEVENTE
MESSAGGIO
CANALE
MESSAGGIO
DECODIFICA
FEED-BACK
CODIFICA
RICEVENTE EMITTENTE
14
prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
15
il canale è il mezzo che viene utilizzato per la trasmissione del messaggio (giornali, radio, televisione, voce...) il codice è l'insieme di regole convenzionali utilizzate per esprimere il messaggio (lingua, gergo, simboli, segnali…) il ricevente (o destinatario) è il soggetto a cui il messaggio viene rivolto il feedback è il ''messaggio di ritorno'' dal ricevente all'emittente (i ruoli si invertono) il rumore: qualsiasi disturbo, sia di tipo fisico (alto volume della TV) che di tipo psicologico (pregiudizi), che causi una distorsione del messaggio
Legenda
l'emittente, o fonte trasmissiva, è il soggetto da cui la comunicazione viene prodotta. il messaggio è rappresentato dai contenuti e significati che l'emittente vuole trasmettere al destinatario
prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
17
La parola: quello strumento irrinunciabile
«Le parole servono a
comunicare e raccontare storie.
Ma anche a produrre
trasformazioni e cambiare la
realtà.
Quando se ne fa un uso sciatto e
inconsapevole e se ne
manipolano deliberatamente i
significati, l’effetto è il
logoramento
e la perdita di senso. Se questo
accade, è necessario sottoporre
le parole ad una manutenzione
attenta, ripristinare la loro forza
originaria, renderle di nuovo
aderenti alle cose»
G. Carofiglio La manomissione delle Parole,
2010 RCS Libri Spa Milano
Public Speaking:
is the process of speaking to a group of people in a
structured, deliberate manner intended to inform, influence,
or entertain the listeners (“è il parlare ad un gruppo di persone in modo strutturato, con lo scopo
dichiarato di informare, influenzare o intrattenere gli ascoltatori»)
Dopo questa rapida panoramica su alcuni
«fondamentali» della comunicazione, eccoci al
19
Nell’ipotesi peggiore…ci si parla addosso
che è la negazione stessa del comunicare
(perfino con sé stessi)
Nell’ipotesi migliore…si parla per
comunicare, cioè per entrare in rapporto
dialettico con gli interlocutori
prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
La retorica e l’oratoria sono nate tanti
anni prima nell’area mediterranea.
Insomma
dalle parti nostre
20
Oggi «public speaker»,
ieri…
prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
• La retorica è la forma antica di studio della comunicazione. Da
sempre gli uomini sono stati affascinati dalle grandi capacità
comunicative di alcuni di loro di ottenere degli effetti di
coinvolgimento e persuasione sul pubblico degli ascoltatori
• Più di 2000 anni fa, in Grecia, il parlare in pubblico era un’attività
fondamentale per la partecipazione dei cittadini alla vita della polis.
L’arte della retorica veniva studiata, analizzata, raffinata e
trasmessa alle nuove generazioni. E così a Roma
21 prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Public
speaker! Non
mi cita mai
nessuno ,
cavolo!!
Marco Tullio
Cicerone:
nel suo De Oratore il
corso più completo per
Public Speaker
22
23
magnifico interprete e sostenitore
della funzionale complementarietà
dell’ ACTIO,
e cioè del linguaggio del corpo e dei gesti
a integrazione della parola
“ … Sed haec omnia perinde sunt ut aguntur. Actio, inquam, in
dicendo una dominantur. Sine hac summus orator esse in
numero nullo potest, mediocris hac instructus summos saepe
superare. …
…quae sic ab illo esse acta constabat oculis, voce, gestu, inimici
ut lacrimas tenere non possent…” *
23
24
magnifico interprete e sostenitore
della funzionale complementarietà (se
non la supremazia)
dell’ ACTIO,
e cioè del linguaggio del corpo e dei gesti
a integrazione della parola
“…Tutti questi ornamenti dipendono però dal modo in cui vengono
presentati. L’actio, intendo, è il fattore preponderante nell’oratoria; senza
questa il migliore degli oratori può non valere nulla, mentre un oratore
mediocre, abile in questa, spesso può superare i migliori…
…E tutti concordavano sul fatto che egli pronunciasse queste parole
accompagnandole con degli sguardi, un tono di voce e dei gesti tali
che neppure i nemici potevano trattenere le lacrime…” (Cicerone sta
parlando della capacità affabulatoria di Gracco)
24
L’ACTIO presuppone
di
• essere padrone dei contenuti
• averli metabolizzati
• sentire di proporre qualcosa che è
profondamente nostro
25 prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Le mappe mentali aiutano la metabolizzazione
e la rappresentazione dei contenuti
26 Marzo 2010. Aula Blu1 Città Universitaria. Corso prof. M. Stancati «Pianificazione dei Media nelle strategie d’impresa»
“Quando arrivo sul set, mi
occupo subito con scrupolo
di rivedere le mie battute
del giorno. Comincio a
tagliare o aggiungere
parole, in modo da
sistemarlo per bene nello
stomaco. Le parole
devono uscire dagli
occhi. Se uno non pensa
quel che dice, l’occhio lo
rivela…Per questo faccio in
modo che il dialogo mi
corrisponda, diventi
profodamente mio.”
Jean Gabin 27
Di parte del materiale che
segue sono grato a Giacomo
Mason che lo ha elaborato e lo
ha messo generosamente a
disposizione su Internet.
Questo il suo sito/blog: http://www.intranetmanagement.it/
28
Dopo questa prima visione d’insieme sul «parlare in
pubblico», entriamo in maniera più analitica nel tema
tenendo conto anche del contesto tecnologico
G. Mason
prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
P r i n c i p i d i b a s e
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
F o r m e d i e s p r e s s i o n e
G e s t i o n e d e l p u b b l i c o
C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a
S o m m a r i o
1)
2)
3)
4)
5)
29
Esami all’università
Interrogazioni
Tesi di laurea
Lezioni classiche
Conferenze
Orientamento al copione
Scarso rilievo della CNV
Setting inadeguati
Poche varianti a disposizione
Frattura culturale stabilita tra gli attori
Scarsa attenzione ai destinatari
Pochi feed-back
P r i n c i p i d i b a s e
Perché il passato (spesso) non ci aiuta
Occasioni tipiche Problemi tipici
31
P r i n c i p i d i b a s e
Comunicare in pubblico non è…
Leggere un discorso scritto
Recitare un discorso imparato a
memoria
Leggere delle slide
Seguire rigidamente un copione
predefinito
Perché?
Perché ci sono
gli altri
32
P r i n c i p i d i b a s e
Comunicare è entrare in relazione
Parlare in pubblico significa innanzitutto rivolgersi
al altri, e non a noi stessi
La comunicazione in pubblico è innanzitutto un
processo di relazione con qualcuno
Entrano in gioco relazioni, contenuti, aspettative,
motivazioni, culture, vissuti di un gruppo di
persone. Aspetti che entrano in gioco nel processo
di comunicazione
33
Le cose scritte non servono per
un discorso; devono essere
tradotte nella forma comune del
parlare spontaneo Mark Twain
P r i n c i p i d i b a s e
Il discorso pubblico è un evento dinamico
34
P r i n c i p i d i b a s e
Nel discorso pubblico è protagonista la persona
Vince la spontaneità – Sono così preparato
che posso dimenticarmi del copione
Vincono i vissuti – Le cose che dico sono
filtrate dalle mie emozioni, dalla mie storie,
dalla mia testimonianza
Vince l’orientamento agli altri – Gli altri
sono così importanti che mi dimentico di me
Vince la relazione – Nessun contenuto è
così importante da dimenticare chi ho di
fronte
Tono colloquiale
Importanza di storie
e narrazioni
Non pensare: “come
sto andando?” ma:
“che sta succedendo
in aula”
Copione flessibile e
capacità di adattamento
35
Comunicare significa attivare un processo di
ascolto e di inferenze non totalmente
circoscrivibile. Può significare:
Convincere
Emozionare
Insegnare
Spingere ad una azione
Condividere qualcosa
P r i n c i p i d i b a s e
La comunicazione è un atto pragmatico
La comunicazione
è un atto
pragmatico
(orienta un
comportamento)
36
Quali sono le aspettative del
destinatario?
• Capire qual è il problema
• Ascoltare soluzioni
• Capire come fare rispetto a un problema
• Apprendere strumenti
• Indurre all’azione
• Illustrare una particolare soluzione
• Convincere rispetto alla propria soluzione
• Insegnare un insieme di concetti
Quali sono i miei obiettivi?
P r i n c i p i d i b a s e
Capire i propri obiettivi e le aspettative
37 prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
P r i n c i p i d i b a s e
Valutare il contesto
• La comunicazione efficace adatta il proprio stile e i propri
contenuti all’audience
• Dobbiamo pensare all’interesse del pubblico più che al
nostro, e regolarci di conseguenza
• Guardare le cose e la situazione dall’ottica del pubblico:
«Perché questa cosa mi conviene? Cosa mi tornerà utile?
Quali sono i vantaggi per me?»
38
40
Una considerazione preliminare:
l’abito fa il monaco
così così
Non è ovviamente la stessa cosa. Ogni eventuale rottura degli schemi è opportuno
che sia motivata e spiegata (implicitamente o esplicitamente)
Non verbale
55%
Paraverbale
38%
Verbale
7%
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
La ricerca di Albert Mehrabian
Contatto visivo
Postura
Gesti
Tono di voce
Volume
Variazioni e pause
Informazioni
L’efficacia della
comunicazione
dipende solo per
il 7%
dalle parole
41
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Il “cosa” e il “come”
Senza “come” non c’è alcun “cosa”
Noi non decodifichiamo messaggi,
ma interpretiamo segnali
Non vi sono significati se non all’interno di
un “contesto”
Il “come” determina il “cosa”
Come
Cosa
LNV
Contesto situazionale
Contesto sociale
Contesto culturale
42
Per farsi capire dalle
persone, bisogna parlare
prima di tutto ai loro occhi Napoleone
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Gli occhi sono il primo contatto
43
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
L’importanza del contatto oculare
• Aiuta a tenere sotto controllo la
situazione
• Mantiene il contatto anche durante le
pause
• Mostra interesse reale per gli
interlocutori
• Garantisce la percezione del feedback
44
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Il contatto visivo corretto assicura il «riconoscimento»
• Mentre parlate al pubblico cercate di guardarlo
veramente,
• Nel caso di un pubblico vasto, dividetelo in una
serie di “zone” alle quali rivolgervi di volta in volta
• Fissate la persona per qualche secondo, poi
scegliete un altro punto per altri 2-3 secondi, e
così via (bisogna allenarsi un po’.)
• Vi state rivolgendo a persone con le quali siete
realmente in contatto. Fate in modo che ad ogni
contatto visivo possiate dire reciprocamente: “ci
siamo visti!”
45
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Contatti oculari sbagliati
Fissare ossessivamente una sola persona
per tutto il tempo. ???
Fare uno scanning a grande velocità di tutta
la platea (guardare tutti e nessuno)
Guardare nel vuoto e ogni tanto
“tornare sulla terra”
Voltare le spalle al pubblico e/o guardare
costantemente lo schermo
46
La postura rappresenta il modo con cui usiamo il corpo per
comunicare. Il 70% della comunicazione è corporea. Che
lo vogliamo o no
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
La postura
Il corpo va quindi usato come canale di comunicazione. E’ meglio stare in piedi e muoversi
47
Aiuta a bruciare energia nervosa
Focalizza l’attenzione su di noi e non sui
supporti (slide)
Permette maggiori modulazioni rispetto a
quello che diciamo
Tiene alto il livello di attenzione del
pubblico
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Perché muoversi?
48
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
La postura migliore: in piedi e in movimento
State il più possibile al centro, in modo da guardare
tutti
Mettetevi in modo da potervi avvicinare alle persone
Non mettete barriere tra voi e gli altri. Non
nascondetevi dietro leggii o cattedre
Usate tutto il corpo e non solo una mano
Scegliete un punto baricentro. Muovetevi, ma tornate
poi sempre al punto focale, e ad una posizione neutra
49
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
La postura migliore: in piedi e in movimento
Ovviamente non sempre sarà possibile:
• perché gli organizzatori potrebbero aver optato
per una modalità più statica
• perché la logistica è infelice
• perché un colpo della strega vi ha colpito
all’improvviso
• perché, più banalmente, vi siete stancati
50
Quanto più il linguaggio del corpo è impedito
o sacrificato…
tanto più dobbiamo contare sul contatto oculare,
sulla forza delle parole e sulla modulazione della voce
50
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Posizione rispetto al pubblico
51
Le disposizioni ad «u» sono da privilegiare
negli incontri formativi perché sono quelle
che garantiscono la migliore interattività
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Alcune posture sbagliate
Il camminatore
compulsivo
Adamitico
Mani in tasca
Arroccato
Caffettiera
52
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Lo speaker e lo schermo
Il rapporto con il pubblico si basa
sul contatto visivo: cercate di non
dare le spalle alla platea
Non impallate la proiezione con il
corpo
Evitate di girarvi e sbracciarvi
toccando lo schermo. È il
pubblico che va «abbracciato»,
non lo schermo. Citate il dato
guardando la platea, e facendo
riferimento, ad esempio, al codice
colore: “la colonna verde
evidenzia…”
53
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Oratore e schermo (2)
Parlate vicino allo
schermo, in modo da
evitare l’effetto «partita di
tennis»
Anche se vi muovete,
restate vicini allo schermo,
quando commentate le slide,
e ogni volta che vi riferite ad
esse
Oppure guardatele insieme
al pubblico, dallo stesso
punto di vista e, se
possibile, dallo stesso
livello
54
Annunciare i
contenuti della
slide che segue
prima di
mostrarla
(bisogna sapere
la sequenza a
memoria e/o
avere sotto gli
occhi una
versione a slide
rimpicciolite)
Slide uno
Anticipo il titolo e i contenuti della slide due
Slide due
Slide tre
Anticipo il titolo e i contenuti della slide tre
Commento la slide uno
Commento la slide due
Commento la slide tre
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Esporre con le slide: anticipare i contenuti
55
a ________
b ________
c ________
La slide a____________________________________________________________________ b____________________________________________________________________ c____________________________________________________________________
Il commento Le slide non vanno lette
ma commentate, sono un
supporto alla nostra
esposizione, non viceversa.
Girarsi per leggerle
diminuisce attenzione e
comprensione
Dobbiamo parlare con i
nostri interlocutori, non
con lo schermo.
Se lo riteniamo utile,
possiamo in alcuni casi, lo
abbiamo già detto, leggere
insieme lo schermo ma, in
questo caso, stando in
mezzo al pubblico:
assumendone cioè lo
stesso punto di vista
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Esporre con le slide: non leggere, ma commentare
56
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Gestualità
La gestualità non è un fattore di disturbo ma uno
strumento in più per essere efficaci nel nostro
discorso.
Ricordate che l’efficacia comunicativa passa per il
corpo. I gesti danno “corpo” alle nostre parole e le
rendono efficaci
La gestualità fa parte del nostro registro comunicativo
nelle occasioni informali. Dobbiamo metterla in gioco
anche in quelle “ufficiali”
Un oratore “asettico” non risulta «più scientifico,» ma
solo più disinteressato al pubblico e all’argomento.
Annoia (o corre seriamente questo rischio).
57
La gestualità non va presa in prestito
dagli altri, ma
va educata la propria
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
I gesti devono essere in sintonia con le nostre
abitudini
e le nostre inclinazioni naturali.
Insomma con la nostra personalità, perché
esprimono il nostro stile
58
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Usare la gestualità
Usate gesti semplici e
definiti con le mani per
richiamare un concetto
Usate tutto il corpo
Siate semplici e naturali.
Lasciate che il corpo
accompagni le parole
59
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Gestualità fuori controllo
Gesti ossessivi
Tic nervosi Sistemarsi
60
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Gestualità (fuori controllo)
Tic nervosi
Semiparesi
Braccia incrociate
Gesti ripetuti
Attenzione: queste
tipologie di
gestualità sono
sbagliate solo nel
caso in cui siano
fuori controllo e/o
inutilmente
prolungate
Nulla vieta, ad
esempio, di
incrociare talvolta
le braccia, se
viene naturale e se
il gesto è
appropriato al
contesto
61
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
In alcuni casi la Postura e la Gestualità sono dovute
a una sindrome…
…ossessiva-compulsiva (nel caso di specie, la tricotillomania)
…depressiva
Che siano sindrome dello speaker o di qualcuno del pubblico
rendono difficile la comunicazione o la precludono del tutto
tra i soggetti interessati.
A. Artaud
12962
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Gestualità fuori controllo e disfluenze verbali
Gesti ossessivi
Tic nervosi
Sistemarsi
63
anche quando si presentano come vere sindromi (come
la balbuzie) possono essere corrette (o curate)…
Quattro Oscar agli Academy Awards 2011
(+ l’Oscar dei logopedisti)
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
La voce
La voce è uno strumento, e come tale va usata e controllata
per rendere più efficace il proprio discorso
No
Si
64
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
La voce
Se iniziate a voce bassa, il volume tenderà a zero
rapidamente. Nervosismo e ansia tendono a spegnere e a
strozzare le voci troppo basse
Parlate a voce un po’ più alta del normale: come se parlaste
al fondo della platea
Progressivamente troverete il registro giusto e
progressivamente il pubblico si sintonizzerà
65
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Pause e tono
Usate l’intonazione e il ritmo per variare i diversi
aspetti del discorso (come quando parlate in modo
colloquiale)
Le cose importanti devono “suonare” importanti
(come quando sottolineate le parole in un libro)
Usate le pause in modo strategico, per dare enfasi al
discorso e dare modo al pubblico di assimilare
(dopo una domanda retorica, dopo un concetto teorico
nuovo, dopo l’apertura di un nuovo argomento, dopo
l’esposizione di una tesi insolita)
66
Ora, voi vi chiederete, ma come facciamo a realizzare un
obiettivo tanto ambizioso?
(pausa lunga)
La risposta si chiama: progetto “Nettuno”
(pausa)
Le fasi del progetto sono 3:
(pausa)
La prima, che parte a marzo e riguarderà i clienti a
(pausa)
La seconda che partirà a giugno e riguarderà i clienti b
(pausa)
La terza, che partirà a settembre e riguarderà i clienti c
Il progetto Nettuno nasce proprio per realizzare questo
obiettivo ambizioso. Il progetto è fatto da tre step che
partiranno a marzo, giugno e settembre, per le diverse
fasce di clientela che abbiamo visto,
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Usare le pause
67
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Usare le intonazioni
le parole chiave di questi anni sono personalizzazione e
libertà di accesso. Il progetto Nettuno serve proprio a
diversificare i canali di accesso ai servizi bancari, ed è
proprio questa la sua forza: ci consentirà non solo di
allargare il portafoglio dei servizi, ma anche di renderli più
flessibili
Possiamo dirlo così
le parole chiave di questi anni sono personalizzazione e
libertà di accesso.
Il progetto Nettuno serve proprio a diversificare i canali di
accesso ai servizi bancari, ed è proprio questa la sua
forza
ci consentirà non solo di allargare il portafoglio dei servizi,
ma anche di renderli più flessibili
68
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
I paradossi dell’ansia
Parlare in pubblico crea ansia (in
parte è legato al nostro vissuto
culturale: maestre e altre figure
“autorevoli”)
Primo paradosso: l’ansia è un
aspetto positivo
Secondo paradosso: per ridurre
l’ansa bisogna muoversi, non irrigidirsi
Terzo paradosso: più ci
concentriamo sul pubblico (e non su
noi stessi) e più l’ansia diminuisce 69
Decidete per tempo il look (abbigliamento e modo di apparire)
Muovetevi (non restate immobili ad attendere il vostro turno)
Scaricate la tensione ricorrendo a qualsiasi attività rassicurativa
Mettete nel conto le domande difficili
Concentratevi sul pubblico
Attenzione ai giochi ripetuti con mani e capelli (danno un’idea di
compulsività)
Scegliete facce amiche (quelle che annuiscono o sorridono), all’inizio
Non cercate di nascondere i vostri stati d’animo (dichiarateli, se vi aiuta)
V e r b a l e e n o n v e r b a l e
Gestire l’ansia
70
71
…un breve «trattato», in chiave narrativa, sui 3 livelli di
comunicazione
SIGNS: un corto di grande successo, ma anche…
F o r m e d i e s p r e s s i o n e
Errori più frequenti
Rinchiudersi nel proprio ruolo
(sono un docente e parlo da docente…)
Voler dire tutto
(ho lavorato un anno sul progetto e ora vi beccate 3000
slide…)
Linguaggio specialistico
(bancario, medico, filosofico, informatico…)
73
L’errore più grave nell’espressione è quello di usarne
solo una, quella ritenuta adatta al proprio ruolo.
(Scienziato, venditore, docente, ecc.)
Si possono invece utilizzare varie forme espressive, a
seconda del momento (colloquiale, rigorosa, seria,
scherzosa, personale, aneddotica, ecc.)
F o r m e d i e s p r e s s i o n e
Primo errore: rinchiudersi nel ruolo
74
Il secondo errore è quello di avere la pretesa di dire
“tutto”.
Un buon oratore sa eliminare ciò che non serve
perché è ridondante, inadeguato, o può essere dedotto
dalla platea stessa
Il tempo e la pazienza dell’audience non sono infiniti.
Bisogna concentrarsi innanzitutto sull’essenziale.
F o r m e d i e s p r e s s i o n e
Secondo errore: voler dire tutto
75
Io cerco sempre di scrivere secondo il
principio dell’iceberg: i sette ottavi di ogni
parte visibile sono sempre sommersi.
Tutto quel che conosco è materiale che
posso eliminare, lasciare sott’acqua.
Ernest hemingway
F o r m e d i e s p r e s s i o n e
Il principio dell’iceberg
76
Alzi la mano chi di voi doveva depositare al volo un assegno
in banca e si è trovato di fronte una fila chilometrica…
Il progetto Nettuno nasce per permettere il deposito
direttamente dai bancomat
F o r m e d i e s p r e s s i o n e
Il principio dell’iceberg applicato ai discorsi
Il progetto Nettuno è pensato per diversificare i canali d’accesso
alla Banca. Grazie al progetto Nettuno sarà possibile in breve
tempo effettuare depositi monetari e di assegni presso i
bancomat, oltre a poter effettuare una serie di pagamenti fiscali,
accedere tramite internet a servizi personalizzati ed evoluti di
home banking come il controllo del conto e dei titoli, il controllo
carte di credito e l’effettuazione di bonifici e infine di usufruire di
servizi telefonici sofisticati grazie al nuovo sistema di post
selezione vocale.
77
Se lo diciamo così, probabilmente è più efficace:
F o r m e d i e s p r e s s i o n e
Terzo errore: usare un linguaggio specialistico
Il terzo errore è quello di trincerarsi il linguaggio, usando:
un linguaggio specialistico (marketing, tecnologia, scienza, ecc.)
un eloquio pseudo-colto (tale strategia è prodromica ad
un’approccio omnicomprensivo…),
l’utilizzo di frasi fatte (vogliamo creare valore attraverso una
sinergia costruttiva…)
Un buon oratore usa il linguaggio in modo efficace e concreto,
adattandosi al contesto. Il linguaggio deve servire ad unire, e non
a separare, chi parla e chi ascolta
78
F o r m e d i e s p r e s s i o n e
Usare un linguaggio “concreto”
Niente scorciatoie linguistiche: frasi fatte o tecnichese
Niente modi manierati o da persona “colta”
Parlare concretamente di cose concrete
Usare un linguaggio semplice, e termini accessibili a tutti
Usare le immagini (lento come una tartaruga, forte come un gorilla…)
Per ogni concetto fornite un esempio. Unite astratto e concreto
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Procedete dal noto all’ignoto. Partite da ciò
che si suppone sia conosciuto, per introdurre
cose nuove
Andate dal semplice verso il complesso.
Iniziate con le cose più facilmente
comprensibili, e aggiungete elementi via via
che procedete
Partite dal condiviso per arrivare al
discutibile. Cominciate con lo stabilire delle
cose che siano condivise da tutti, per evitare
di doverci poi tornare sopra
F o r m e d i e s p r e s s i o n e
La dinamica dell’esposizione
Es: partire da alcuni numeri
risaputi o da fatti noti al cliente.
Oppure da episodi pubblici noti
Es: partire da un’esigenza, un
problema o a un bisogno del
cliente per arrivare alla “nostra”
soluzione
Es: partire da una descrizione di
massima, per entrare poi nei
dettagli
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Il nostro progetto prevede di riprogettare il sito usando ASP e XML come
linguaggi di base. Riprogettare il sito web in linguaggio ASP e XML ci
consentirà di avere delle pagine dinamiche a aggiornabili facilmente
senza costi aggiuntivi. Inoltre sarà possibile avere con facilità flussi di dati
alternativi, come i Feed RSS, che potranno essere visti anche da PDA e
cellulari
F o r m e d i e s p r e s s i o n e
La dinamica dell’esposizione parte dal noto e condiviso
Ma che ce ne facciamo delle pagine
dinamiche?
Ma alla fin fine quanto costerà mai
aggiornare a mano qualche paginetta?
Ma che cacchio sono l’ASP, l’XML, I Feed
RSS, i PDA? Mi sa che mi stanno vendando
fumo…
Flussi di dati alternativi? Ma questa è roba
da informatici. Mi sa che ho sbagliato
riunione…
?
81
F o r m e d i e s p r e s s i o n e
Esempio riprogettato
Signori, siamo qui perché abbiamo un paio di problemi
Il primo e che tutte le volte che dobbiamo aggiornare una pagina sul
nostro sito ci vuole mezz’ora. Noi aggiorniamo in media 8 pagine al
giorno: in un anno fanno 15.000 euro di spese.
Se gli utenti vogliono scaricare le notizie sul cellulare o su un computer
più piccolo non possono farlo e stanno arrivano mail di clienti furenti.
E infine non siamo in grado di erogare, oggi, i servizi evoluti di cui
parliamo da tempo.
La soluzione sta in due parole: ASP e XML. Se avete un attimo di
pazienza vi spiego di che si tratta
82
Aneddoti personali
Storie e narrazioni
Parabole
Domande dirette
Citazioni da film
Metafore
Paragoni
Immaginate che…
F o r m e d i e s p r e s s i o n e
Come aumentare l’efficacia e l’interesse
L’esposizione “classica”, ovvero dichiarativa (modello lezione) dovrebbe
essere affiancata da altre forme, che aumentano l’efficacia e l’interesse in
determinati momenti
Ruolo emotivo (interessare)
Ruolo cognitivo (spiegare)
83
F o r m e d i e s p r e s s i o n e
L’uso delle storie
E’ un luogo comune che l’esposizione debba
essere asettica e impersonale. Al contrario,
raccontare storie vissute in prima persona o
aneddoti aumenta l’efficacia complessiva
dell’esposizione. Questo perché:
• La storia ci coinvolge narrativamente
• Nel particolare capiamo meglio i concetti
generali
• Una storia trasforma l’astratto in concreto
• Nella narrazione i protagonisti siamo noi stessi
84
85
RIDONDANZE e REITERAZIONI
funzionali
leggendo insieme un brano celeberrimo di…
Osserviamo ora con attenzione
86
di William Shakespeare scrittore, poeta, commediografo,
drammaturgo…ma anche attore e regista.
Attentissimo quindi a tutte le componenti della
recitazione, che è una forma di public
speaking
F o r m e d i e s p r e s s i o n e
Ridondanze e reiterazioni funzionali
V’ha detto il nobile Bruto che Cesare era uomo ambizioso di potere: se tale era, fu certo grave colpa, ed
egli gravemente l’ha scontata. Qui, col consenso di Bruto e degli altri - ché Bruto è uomo d’onore, come lo
sono con lui gli altri - io vengo innanzi a voi a celebrare di Cesare le esequie.
Ei mi fu amico, sempre stato con me giusto e leale; ma Bruto dice ch’egli era ambizioso, e Bruto è
certamente uomo d’onore. Ha addotto a Roma molti prigionieri, Cesare, e il lor riscatto ha rimpinzato le
casse dell’erario: sembrò questo in Cesare ambizione di potere?
Quando i poveri han pianto, Cesare ha lacrimato: l’ambizione è fatta, credo, di più dura stoffa; ma Bruto
dice ch’egli fu ambizioso, e Bruto è uomo d’onore.
Al Lupercale - tutti avete visto - per tre volte gli offersi la corona - e per tre volte lui la rifiutò. Era ambizione
di potere, questa? Ma Bruto dice ch’egli fu ambizioso, e, certamente, Bruto è uomo d’onore. Non sto
parlando, no, per contraddire a ciò che ha detto Bruto: son qui per dire quel che so di Cesare.
Oh, amici, fosse stata mia intenzione eccitare le menti e i cuori vostri alla sollevazione ed alla rabbia, farei
un torto a Bruto e un torto a Cassio, i quali sono uomini d’onore, come tutti sapete. Non farò certo loro
questo torto… 87
G e s t i o n e d e l p u b b l i c o
Un buon attacco
Un buon attacco è molto importante per la buona
riuscita di tutta la presentazione. E’ necessario:
dare una buona impressione (competenza e
credibilità, chi sono e perché sono qui)
interessare fin da subito la platea (sintonizzarsi e
interagire)
essere espliciti e senza misteri (perché siamo
qui, che cosa faremo)
cercare di non iniziare “sottotono” (vitalità)
Ricordate
che
comunque
“niente è
perduto”
89
Decidete subito il livello di interattività annunciando quando si
raccoglieranno le domande (alla fine o si può interrompere?)
Prima di rispondere a una domanda, ripetetela ad alta voce per farla
sentire a tutti e per allineare le aspettative sulla risposta
Ascoltate la domanda guardando la persona, ma rispondete a tutti
Spesso è necessario riformulare le domande, perché possano
avere una risposta adeguata (domande confuse, polemiche,
asserzioni mascherate da domande, ecc,)
G e s t i o n e d e l p u b b l i c o
Gestione delle domande e dell’interazione
90
G e s t i o n e d e l p u b b l i c o
Errori nell’interazione con il pubblico
Buona domanda! (dovete spiegare sempre perché è buona)
Polemizzare con qualcuno (ne uscirete sempre male)
Fare comunella con qualcuno (state parlando a un gruppo, i rapporti
privati vanno tenuti da parte)
Criticare gli interventi (ogni intervento è sempre il benvenuto e la
persona ci sta facendo un regalo). Le persone vanno gratificate per
Il loro sforzo (che a volte è notevole). Ringraziate e date sempre
segnali positivi!!!!
Dare risposte confuse (se non sapete la risposta, ditelo!)
Non dare spiegazioni di ciò che fate (spiegate sempre che cosa
state facendo e perché, ad es. se usate la lavagna a fogli mobili)
91
G e s t i o n e d e l p u b b l i c o
Come mantenere alta l’attenzione?
Cambio di registro (da scientifico a aneddotico, da teorico a
esemplificativo, ecc.)
Chiedere un feedback («quanti si riconoscono in questa
affermazione, quanti…», trasformare un punto della relazione
in una domanda)
Adesione per alzata di mano («quanti di voi hanno mai fatto /
detto / scritto un… ?»)
Giochi/ Prove (facciamo finta di essere una …)
Metacomunicazione («siete talmente attenti che è perfino
imbarazzante questo totale silenzio», nel caso abbiate il
dubbio che si siano addormentati)
92
G e s t i o n e d e l p u b b l i c o
Che cosa significa ascoltare attivamente?
Dare segnali di feed-back (ad es. con il capo
o con
la voce)
Usare la postura appropriata (sguardo
attento,
corpo non stravaccato…)
Negoziare la “rotta” che deve prendere il
discorso
(ad es. facendo domande)
Cooperare alla creazione del contenuto
(integrando
con proprie esperienze) 94
Polemica
G e s t i o n e d e l p u b b l i c o
Casi problematici
Indifferente
Giocherellone
Scettico
Timido
Dominante
Chiacchierone
95
Nella comunicazione efficace dobbiamo
mostrare prima il disegno del “puzzle”,
e poi i singoli pezzi
C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a
Il principio del «puzzle»
o, se preferite, della «sinopia» (cioè un disegno sottostante, una traccia)
Scenario, direzione,
mappa del percorso
97
C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a
Dare lo scenario, bruciare le notizie
Esplicitare in modo chiaro gli obiettivi e il
percorso
Mostrare l’agenda completa dei lavori
Illustrare la/le tesi principali
Se possibile, anticipare le conclusioni
Ribadire sempre a che punto siamo del
percorso
98
Dal noto all’ignoto
Dal semplice al complesso
Il filo conduttore
Ripetizioni
e
approfondimenti
C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a
Trovare un filo conduttore
99
Quel è il mio scopo?
Vendere? Convincere? Condividere? Insegnare? Partecipare
obiettivi?
Qual è la cosa o le cose principali che voglio comunicare?
Quali sono gli argomenti o gli esempi correlati a queste cose?
Quali altre informazioni posseggo che siano pertinenti all’argomento?
Sono soddisfatte in modo chiaro le risposte che cosa, come,
quando, dove, perché?
C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a
Le domande da porsi
Qual è il filo conduttore?
100
Crea una base comune di partenza, allineando le conoscenze-base dell’uditorio
rispetto agli elementi di scenario più generali
Anticipa tutti i contenuti e permette una loro panoramica (che cosa diremo, che cosa
faremo assieme)
Anticipa, se possibile, le conclusioni, o la tesi principale, in modo da fornire una
traccia all’uditorio (La mia tesi è questa…)
Posta l’uditorio ad avere una aspettativa comune (parleremo di questo e non di
quello)
Stabilisce alcune “regole di convivenza” all’interno dell’aula (pause, interazione,
eccetera)
C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a
Il ruolo dell’introduzione
101 prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Hanno citato perfino
quel postero ingrato e
parolaio di Cicero !..e
io ?? Che ho
scritto…
103
Lui ha scritto “Sulla Retorica”.
In effetti l’hanno scopiazzata in tanti.
Lui è Aristotele ! Il
più grande dei
filosofi.
prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
104
Così va meglio…
Grazie!
Nella «Retorica»
studia le tattiche che
il comunicatore
utilizza per
influenzare i
pensieri, le idee e i
comportamenti del
pubblico
prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Un salto di oltre venti secoli e leggiamo i consigli di TED per vedere cosa possiamo prendere
105
• Sogna in grande. Punta a creare la tua migliore presentazione in assoluto. Svela qualcosa di mai visto prima. Fai qualcosa che il pubblico ricorderà per sempre. Condividi un’idea che potrebbe cambiare il mondo.
• Mostraci chi sei davvero. Condividi le tue passioni e i tuoi sogni… e anche le tue paure. Sii vulnerabile. Parla dei tuoi fallimenti, oltre che dei tuoi successi.
• Rendi semplice la complessità. Non cercare di
impressionare con troppo sfoggio intellettuale. Non parlare per astrazioni. Spiega! Offri esempi. Racconta storie. Sii preciso.
• Sintonizzati con le emozioni del
pubblico. Facci ridere! Facci piangere! • Non esibire il tuo ego. Non vantarti. È il modo
migliore per allontanare il pubblico.
I 10 comandamenti
prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Un salto di oltre venti secoli e leggiamo i consigli di TED per vedere cosa possiamo prendere
106
• Non sei lì per vendere qualcosa. Anche se non te lo abbiamo specificamente chiesto, non parlare della tua azienda o della tua associazione. E non ti venga in mente di vendere prodotti o servizi, e nemmeno di chiedere fondi.
• Commenta pure gli interventi degli altri oratori. Sia per apprezzare che per criticare. Le controversie animano il dibattito! L’adesione entusiasta è potente!
• Non leggere il tuo intervento. Gli appunti possono andar bene. Ma se devi scegliere tra leggere e divagare, allora leggi pure!
• Finisci di parlare entro i tempi stabiliti. Fare diversamente significa rubare tempo alle persone che ti seguono. Non te lo permetteremo.
• Prova prima il tuo intervento di fronte a un amico fidato… per controllare tempi, chiarezza e impatto.
Il futuro delle presentazioni secondo
Duarte Design
1. La guerra dei tablet determinerà il futuro
delle presentazioni («Tablet war will shape future of
presentations”)
2. Il trionfo dell'autenticità («Authenticity trumps “spin”»)
3. Hand made by [inserire il nome] («Hand made by
[insert name here]”)
4. Aumenteranno le no slide zones («Increase
in NO SLIDE ZONES») 107 prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Insomma: c’è qualcosa di nuovo anzi
d’antico…(nei punti 2, 3 e 4)
1. La guerra dei tablet determinerà il futuro delle presentazioni
I tablet stanno creando nuovi modi per interagire con i clienti con contenuti
ricchi ed esperienze coinvolgenti. L'iPad può passare di mano in mano durante
una riunione: le presentazioni fatte per essere tenute in mano e viste da vicino
richiederanno soprattutto storie navigabili e brevi videoclip.
Per progettare un'esperienza anche tattile e interattiva rispetto a una solo
visuale-cognitiva ci vorranno una nuova estetica e nuove sensibilità.
2. Il trionfo dell'autenticità
Bisogna comunicare in maniera autentica.
Il mondo è così instabile e mutevole che le persone temono il futuro e credono
sempre meno alle "verità" dei governi e delle imprese. Cresce il bisogno di
autenticità e di trasparenza nella comunicazione. L'autorità è out, la sincerità
è in.
Facciano attenzione i comunicatori: il pubblico sa distinguere tra le due,
nonostante tutti i vostri sforzi. . 108
prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
…c’è qualcosa di nuovo anzi d’antico…
3. Hand made by [inserire il nome]
Uno dei modi per apparire più sinceri e autentici è presentare slide o disegni
fatti da voi. In Duarte Design nelle riunioni interne tutte le presentazioni sono
disegni fatti a mano e passati allo scanner. Lo stesso risultato si ha disegnando
su una lavagna mentre si parla. Se non sapete disegnare, raccontate una
storia sulla base del vostro hobby preferito, con foto fatte da voi.
4. Aumenteranno le NO SLIDE ZONES
L'oratore si alzerà in piedi e parlerà. Si sarà preparato, ma parlerà senza slide.
Lo vedremo prima ai livelli manageriali più alti, ma l'abitudine si trasmetterà
presto anche agli altri livelli.
Le persone supereranno il bisogno di attaccarsi alla coperta di slide Powerpoint
piene di testo e mal progettate. Presenteranno solo con sé stessi, oppure si
impegneranno a creare supporti visivi veramente fantastici
109 prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Avviamoci alla conclusione. Cosa vogliamo?
• Parlare bene?
Allora basta assimilare la tecnica delle cose che abbiamo esplorato oggi
• Comunicare bene?
La tecnica non basta. Occorre un atteggiamento mentale
110 prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Parlare? Prima… leggere e ascoltare
perché il vero comunicatore è…
111 prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
…e un «narratore in ascolto»* usa gli strumenti
della retorica ma non dimentica mai che alla base
della comunicazione c’è il metodo socratico
dell’ironia e della maieutica che ci consente di
riconoscere l’altro come interlocutore, prima che
come pubblico
* la definizione/sintesi «narratore in ascolto» è di Roberta Casasole
112
Socrate: il grande ostetrico della verità
prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Non possiamo dimenticare un fatto basilare: leggere (su carta o sul web: basta obbligarsi a non saltare le righe) aiuta a organizzare il pensiero. Se la capacità di affrontare testi complessi e di argomento astratto va riducendosi, si riduce anche la possibilità di strutturare un ragionamento decente su argomenti complessi e astratti.
Cioè, nella sostanza, si diventa incapaci di interrogarsi su tutto ciò che non sia cronaca nera, tifo sportivo o gossip. E anche di gestire e orientare una gamma di emozioni più ampia di "devo scappare", "devo aggredire", "devo avere".
…leggere e ascoltare. Per esempio Anna Maria Testa
113
Forse è il momento giusto perché ciascuna persona di buone risorse e buona volontà si proponga si scambiare attivamente conoscenza con quanti le stanno attorno. E, possibilmente, non solo coloro che sente affini. Di fare la sua parte con l'obiettivo di costruire, sul territorio e nel web, una rete informale, amichevole e accessibile, empatica (ricordiamoci delle competenze linguistiche se vogliamo parlare a molti) di trasmissione della conoscenza.
… ascoltiamo, per esempio, Anna Maria Testa
114
prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
E', forse, anche il momento giusto perché ciascuno di noi, oltre a diffondere ciò che sa, si proponga di imparare ogni giorno qualcosa di quello che non sa, connettendo dati nuovi per produrre nuove idee. E accettando, con questo, il rischio di dover modificare la trama che definisce il suo paesaggio mentale. Sì, è un esplicito invito alla militanza del sapere.
… ascoltiamo per esempio Anna Maria Testa
115
prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
Parafrasando…
…il mio è un esplicito invito ad essere non “bravi
parlatori” ma “comunicatori in ascolto” e quindi un esplicito invito alla
116
prof. Marco Stancati Sapienza Università di Roma
118
Parole e citazioni che ho usato di più («nuvola» realizzata sulla base degli appunti di altro partecipante)
119
La sinopia (come abbiamo già detto) è importante.
Avere un disegno sottostante, una traccia, una
scaletta, una mappa è fondamentale.
Per collocare ogni cosa al suo posto.
Per costruire qualsiasi cosa…anche un corso
come questo.
121
Queste quelle di Roberta, in fase di recepimento dei contenuti, pensate per sé e per
gli altri
122
E adesso mettiamoci alla prova
Raccontando, recitando il nostro CV. Però con il tono di una
narrazione mettendo insieme elementi informativi, conoscitivi,
comunicativi, emozionali togliendo quella patina di asetticità
clinica che fa dei CV un documento burocratico che dichiara
titoli e percorsi ma non riesce a rappresentare la nostra
personalità.
Insomma quello che vi chiedo di proporre è una sorta di
biografema «partecipato» perché…
123
…perché un Curriculum - ribadisco -
elenca tappe , competenze ed obiettivi
ma certamente non racconta
chi siamo come ci dice, con la forza
coinvolgente della sua poesia,
Wislawa Szymborska
Scrivere un Curriculum
Cos’è necessario?
E’ necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
il curriculum dovrebbe essere breve.
E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.
L’appartenenza a un che, ma senza perché.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio in vista.
E’ la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta. WISLAWA SZYMBORSKA . La poesia è tratta
da “Vista con granello di sabbia”
129124
125
Si può fare. Anche in un luogo «deputato»
http://www.comunicazione.uniroma1.it/docentepag.asp?iddocente=64995&idcattedra=
126
Sono da sempre attratto dagli elenchi. Un giorno
mi piacerebbe scrivere libri di elenchi. E sono
sicuro che l’elenco delle cose per cui vale la pena
vivere è un esercizio fondamentale per ricordarsi
ciò di cui siamo fatti. Una carta costituente di
noi stessi. Mi piacerebbe passare il tempo ad
ascoltare cosa scrivono le persone, le loro dieci
cose che danno senso alla vita…
Ecco il mio elenco. Ecco le dieci cose per cui, per
me, vale la pena di vivere:
1. La mozzarella di bufala aversana
2. Billy Evans che suona Love Theme From
Spartacus
3. Portare la persona che più ami sulla tomba
di Raffaello Sanzio e leggerle l’iscrizione
latina che molti ignorano
4. Il gol di Maradona del 2 a 0 contro
l’Inghilterra ai Mondiali di Mexico ‘86
5. L’Iliade
6. ….
7. ….
8. ….
9. ….
10. ….
oppure
127
E allora liberiamo il public speaker che è in noi:
• “narrando” il nostro Curriculum Vitae
• oppure raccontando le dieci cose per le quali vale la pena di vivere
Tre possibilità (con relativi consigli):
15 minuti: esposizione libera
7 minuti: racconta i fatti/le tappe fondamentali
• per la tua esistenza
• per la tua vita professionale
3 minuti: racconta una metafora, un aneddoto che sia significativo
della tua personalità
Come parlare in pubblico e convincere gli altri - Dale Carnegie; Bompiani
Come Parlare In Pubblico - Vittorio Galgano; Vittorio Galgano Editore
Come si presenta con le slide - Giacomo Mason ; Tecniche Nuove
La manomissione delle parole - Gianfranco Carofiglio; Rizzoli editore
Parlare in pubblico - Scott Berkun; Tecniche Nuove
Parlare in pubblico - Cesare Sansavini; Giunti Demetra
Presentare per convincere - Paul Le Roux; Lupetti
The Minto Pyramid Principle: Logic in Writing, Thinking, & Problem Solving - Barbara Minto, Financial
Times Prentice Hall
La trama lucente - Anna Maria Testa, Rizzoli editore
E, per l’organizzazione dei contenuti e lo scrivere, il sito di Luisa Carrada:
http://www.mestierediscrivere.com/
Per le mappe mentali:
http://www.thinkbuzan.com/
http://mappementaliblog.blogspot.com/
Oltre ai grandi classici già citati, qualche indicazione per
gli approfondimenti:
128 128
http://www.comunicazione.uniroma1.i
t/docenti/Marco-Stancati
Grazie per l’attenzione!
Marco Stancati