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UN OMAGGIO A OLTRE 150 ANNI DI AMICIZIA ITALO-BELGA ATTRAVERSO LUOGHI E PROTAGONISTI DELLA DIPLOMAZIA di Ugo Colombo Sacco di Albiano

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UN OMAGGIOA OLTRE 150 ANNI

DI AMICIZIA ITALO-BELGAATTRAVERSO LUOGHI

E PROTAGONISTI DELLA DIPLOMAZIA

di Ugo Colombo Sacco di Albiano

UN OMAGGIO A OLTRE 150 A

NNI DI AMICIZIA ITALO-BELGA

Ugo Colombo Sacco diAlbiano (nato a Torino nel1952) è entrato nella carrieradiplomatica nel 1981.Ha prestato servizio al

Cairo, a Mosca, a Bruxelles,nonché alla RappresentanzaDiplomatica Permanented‘Italia presso le Nazioni Unitein Roma.È attualmente Direttore

Centrale Vicario del Ministerodegli Esteri per i Temi Globalie i Processi G8/G20 presso la

Direzione Generale per la Mondializzazione.Già professore a contratto presso l‘Università Statale di

Milano, lettore presso la Katholieke Universiteit di Leuven ecorrispondente presso l‘Institute for the Study of Social Justicedella Sophia University di Tokio, ha collaborato a varie rivisteoccupandosi di diplomazia economica, vaticanistica e arte. Hapubblicato:

Giovanni Paolo II e la nuova proiezione internazionaledella Santa Sede, Giuffrè; Milano, 1997. Prefazione delProf. Tullio Scovazzi;

Kyoukou yohane pauro ni sei to sekaisejij, Hakkoushoseibonokishi sha, Nagasaki, 1998;

John Paul II and World Politics, International PublishingHouse Peeters, Leuven, 1998. Prefazione di Padre GiuseppePittau, all’epoca Rettore della Pontificia UniversitàGregoriana;

L‘Ambasciata d‘Italia a Bruxelles, a cura dell’AmbasciatoreGaetano Cortese, Stabilimenti Tipografici Carlo ColomboS.p.A., Roma, 2000;

L’Ambassade d’Italie à Bruxelles, a curadell’Ambasciatore Gaetano Cortese, StabilimentiTipografici Carlo Colombo S.p.A., Roma, 2000;

Giovanni Paolo II sulla scena del mondo. Magisterosociale, dialogo e diplomazia, Saggistica Paoline, Milano2004. Prefazione del Nunzio Apostolico alle NazioniUnite, Mons. Celestino Migliore;

Juan Pablo II. 25 años en la escena mundial, Bibliotecade Autores Cristianos, Madrid, 2004. Prefazione delNunzio Apostolico alle Nazioni Unite, Mons. CelestinoMigliore;

Dove la Diplomazia incontra l’Arte. Le sedi storiche delMinistero degli Esteri, Roma, 2006;

Il Circolo del Ministero degli Affari Esteri, Roma, 2008;L’Energia della Materia, co-curatore insieme a C.

Biasini Selvaggi, edizioni bilingue italiano-inglese e italia-no-cinese, Roma, 2008.Ha realizzato, con P. F. Santovetti, la progettazione

artistica del volume a cura di S. Damiani e con testi di M.Marin, Fondazione Italia Giappone. I primi dieci anni, edi-zione bilingue italo-giapponese, Roma, 2009.

Lodola, Elektro Faber, Milano, 2010. Prima monografiainternazionale illustrata dedicata all’artista neo-futurista ita-liano Marco Lodola, presentata all’Expo Universale diShanghai. Al volume è associato, su iniziativa dell’Autore, ilvideo-disco Luminoise con la registrazione integrale dellaperformance neo-futurista di Andy & Syria alla 53esimabiennale di Venezia.

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Montura ordinaria indossata del conte Camillo Benso diCavour, Ministro degli Esteri alla nascita del Regno d’Italia,immagine riprodotta per gentile concessione del MuseoNazionale del Risorgimento di Torino.

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L’Ambasciatore Gaetano Cortese presenta le Lettere credenziali a Sua Maestà il Re dei Belgi, Salone Impero, Palazzo Reale, foto di Mario Cianchetti.

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Il Palazzo di Avenue Legrand ha compiuto cento anninel 2007: in occasione di questo anniversario, moltiamici belgi ed italiani mi chiesero cortesemente di

potere ottenere una ristampa dell’opera, ormai esaurita,“L’Ambasciata d’Italia a Bruxelles” da me fermamentevoluta e pubblicata a mia cura nel 2000 per valorizzare –era la prima volta – la Residenza degli Ambasciatorid’Italia in Belgio. In essa confluirono felicemente: i testidell’amico e collega Ugo Colombo Sacco di Albiano checon certosina pazienza reperì suggestive immagini d’epo-ca; le valutazioni artistiche dell’Architetto Berta Truyols edegli addetti scientifici Liesbeth De Belie e Joost VanderAuwera; il servizio fotografico dedicato alla Residenza dalMaestro Claudio Rensi; varie schede e ed immagini pro-piziate dal mio predecessore, Francesco Corrias.

Per venire incontro a questi desiderata e tenuto contoche il 2011 è stato l’anno del 150° dell’Unità d’Italia,una ricorrenza da celebrarsi anche con forte memoriadell’apporto storico belga nell’epopea risorgimentale,ho ritenuto da parte mia di proporre a Colombo Saccodi ristrutturare ed ampliare estesamente la pubblicazio-ne ed il suo corredo iconografico così da pervenire aduna nuova opera, a sua firma, ripensata per essere all’al-tezza delle citate ricorrenze. Egli ha accolto con entusia-smo la proposta. Viene così alla luce un volume che,oltre a sviluppare ed integrare con immagini nuove, gliargomenti trattati nell’edizione del 2000, introduce unaopportuna ed elegante serie di messe a fuoco tematichededicate a: un inizio secolo italo-belga in chiave europea

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CENTO ANNI ADAVENUE LEGRANDAmbasciatore Gaetano Cortese

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Claude Lamoral di Ligne dinanzi al Parlamento siciliano in qualità di Vice Re, 1669, dipinto ubicato nel Salone degli Ambasciatori, Castellodi Beloeil, Belgio. Immagine riprodotta per gentile concessione dei Fondi Archivistici del Castello stesso. Il dipinto fa parte di un ciclo cherappresenta anche L’ingresso del principe di Ligne a Londra (1660) e L’udienza del Re. Due discendenti del personaggio esercitarono fun-

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zioni diplomatiche in Italia: Eugène-François-Charles-Lamoral (1808-1880), Ambasciatore straordinario a Roma nel 1848 presso la SantaSede, con copertura anche del Regno di Sardegna; Henri-Eugène-Florent-François-Joseph-Lamoral (1881-1960), Addetto di Legazione epoi Segretario di 2° Classe presso la Santa Sede (1905-1906).

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dell’Ambasciatore Patrick Nothomb; i ricordi di dueAmbasciatori, Francesco Corrias e Jean De Ruyt; unsecolo di relazioni culturali italo-belghe del giàPresidente dell’Academia Belgica, Walter Geerts; leresidenze diplomatiche a Roma degli Ambasciatori belgipresso il Quirinale e la Santa Sede; l’Academia Belgica;San Giuliano dei Fiamminghi; i percorsi d’onore per lapresentazione delle lettere credenziali diplomatichepresso il Palazzo Reale di Bruxelles e il Quirinale; la sagadel casato Errera tra Venezia e Bruxelles; l’album foto-grafico inedito dell’Ambasciatore Carlo Durazzo dedi-cato alla cerimonia del fidanzamento a Bruxelles tra ilprincipe Umberto di Savoia e la principessa Maria Josédel Belgio; il castello di Val Duchesse dove il 26 giugnodel 1956 si inaugurarono i lavori della conferenza inter-governativa che diede origine ai Trattati di Roma cheistituirono la CEE e la CEEA; la nuova sede delMinistero degli Esteri belga “Egmont 2”, ecc.

Colombo Sacco ha tenuto particolarmente a che fossiil prefatore del libro e sono molto lieto di accogliere lasua richiesta.

I vocaboli “centenario” e 150° evocano, inevitabil-mente, un continuum tra passato e presente, richiaman-do il trascorrere inesorabile del tempo; è per questo chei due appuntamenti sono da evidenziare. Gli ambientidel Palazzo di Avenue Legrand hanno mantenuto neglianni tutto il loro fascino e la loro eleganza, coniugandofelicemente le loro vicende con grandi eventi ed amman-tandosi di un’alone che unisce politica, diplomazia, eco-nomia, scienza e relazioni sociali nel segno della tradi-zione e della bellezza.

Questa nuova iniziativa editoriale matura in una fasestorica di Bruxelles che vede l’esito dei salienti cambia-menti dell’ultimo ventennio: essi hanno portato ad unamodernizzazione della città, rendendola una dellemetropoli più all’avanguardia in Europa sotto più puntidi vista: dall’arte all’economia, dal lavoro all’architettu-ra, dai costumi al tempo libero.

Il tessuto urbano della città è mutato, sono cambiatimolti palazzi ed architetture, sono nate aree verdi ispi-

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Ritratto di Ercole Giuseppe Lodovico Turinetti, marchesedi Priero (Torino 1658-Vienna 1726), immagine di reper-torio. Dopo essere stato all’Aja quale osservatore delleFiandre e provincie limitrofe, il marchese ricevette dalprincipe Eugenio l’esercizio in suo nome delGovernatorato dei Paesi Bassi austriaci. Creò la“Compagnia di Ostenda” che, in concorrenza conl’Olanda e l’Inghilterra, stabilì nel 1720-22 traffici com-merciali con le Indie Orientali e la Cina, realizzando rile-vanti benefici per i Paesi Bassi Austriaci.

Sigillo in cristallo di rocca del marchese Ercole di Prierorecante il suo ritratto, autore sconosciuto, 1714, imma-gine riprodotta per gentile concessione del suo discen-dente Alberto, attuale marchese di Priero. Egli svolseun ruolo centrale negli accordi segreti (8-XI-1703)che propiziarono l’alleanza austro-sabauda consen-tendo a Vittorio Amedeo II la liberazione di Torino el’indipendenza del Ducato dalla Francia.

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rate ad una nuova visione ingentilita della vita urbana, sisono aperti nuovi orizzonti e compiuti progressi di gran-de rilievo: Bruxelles ha acquisito il meritato appellativodi piccola Parigi. Non è un caso che gli architetti delPalazzo di Avenue Legrand provenivano dalla VilleLumière su esplicita richiesta del committente, ilPrincipe Pierre di Caraman-Chimay.

Il legame inscindibile del Palazzo con la storia dellerela zioni diplomatiche italo-belghe risale però al 17luglio 1919: è in quell’anno che Mario Ruspoli di PoggioSuasa diventò il primo Ambasciatore d’Italia a fissare laresidenza nel Palazzo di Avenue Legrand. È un momen-to di metamorfosi europea vasta e complessa. Il mondo,reduce dalla traumatica esperienza della grande guerra,deve misurarsi con i suoi strascichi politici, sociali, eco-nomici e culturali.

È da quell’anno, ormai così lontano, che la presenzadiplomatica italiana in Belgio registra un netto innalza-mento di prestigio con il passaggio della nostra rappre -sentanza dallo status di Legazione a quello di Ambasciata,una evoluzione che (salvo il temporaneo offuscamentonell’infausto periodo dal 14 giugno del 1940 all’8 maggio1946) ha scandito la crescita dei rapporti bilaterali conpiù di quattro generazioni di diplomatici.

Festeggiare il primo secolo di vita del Palazzo di AvenueLegrand, vissuto da protagonista, e il 150° dell’Unitàd’Italia significa invitare indirettamente gli italiani, i belgi egli amici dei nostri due paesi a fare una carrellata suglieventi bilaterali dal 1861 ad oggi e che sono approdatiall’attuale stato di eccellenza delle relazioni bilaterali.

Mi è particolarmente gradito, in questo contestoricordare, per il suo elevatissimo valore simbolico incampo culturale, il “Festival Europalia Italia 2003”*,organizzato in Belgio contestualmente al Semestre diPresidenza Italiana dell’Unione europea. Le tre princi-pali mostre di quell’anno (Pompei, gli Este, Tiziano)furono ideate per evidenziare che, nel lungo arco ditempo dall’antichità romana ai giorni nostri, i valoriumanistici e cristiani sono stati indissolubilmente intrec-ciati alla formazione della cultura europea. Che dire poi

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La Rotonda o Sala Italiana del Castello di Laeken, imma -gine d’epoca riprodotta per gentile concessione della“Direzione generale della Comunicazione Esterna-Cancelleria del Primo Ministro” e dell’ “Istituto Realedel Patrimonio Artistico” belgi. È con il Re Leopoldo IIIche – negli anni Trenta – il Castello divenne la sede ove isuccessivi Sovrani belgi assunsero stabilmente dimora.

* Il nome Europalia trae origine dalla contrazionedelle parole “Europa” e“Opalia”, una festa romanache celebrava l’abbondanza delle messi. I belgi che isti-tuirono nel 1969 Europalia auspicavano l’ampliamen-to della dimensione cul turale di un’Europa in via dicostruzione e l’affermazione del Belgio e di Bruxellesnell’incremento di questa dimensione. Superpotenzaculturale univer salmente riconosciuta, l’Italia fu ilprimo Paese ad aprire la cadenza biennale di questofestival pluridisciplinare, mondialmente apprezzato.

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L’Ambasciatore Gaetano Cortese e la sua Consorte Sidsel Marie Hover nella Hall del Palazzo Caraman-Chimay.

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dei contatti progettualmente fecondi, nonché umana-mente e spiritualmente arricchenti, avuti conl’Ambasciatore Patrick Nothomb, nella sua qualità diCommissario straordinario del Festival, ilRappresentante Permanente d’Italia presso l’UnioneEuropea, Ambasciatore Umberto Vattani (attualePresidente della Venice International University), ilPresidente del Palais des Beaux-Arts di Bruxelles (sedetradizionale delle principali mostre del festival), ilvisconte Etienne Davignon, il Direttore generale dellostesso Ente, Paul Dujardin, grandi propiziatori del suc-cesso di Europalia 2003 Italia? L’incontro tra questecapacità di mobilitazione delle risorse umane con quel-le parimenti brillanti del Commissario di parte italiana,l’Ambasciatore Antonello Pietromarchi, è riuscito acompiere il piccolo miracolo di attrarre al Festival più diun milione di spettatori e visitatori.

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I coniugi Arnolfini, olio su tavola, Jan van Eyck, 1434,immagine riprodotta per gentile concessione dellaGalleria Nazionale di Londra e da noi scelta ademblema delle prestigiose, antichissime consuetudinidi rapporto tra i territori italiani e belgi: il XV secolovide casi ecla tanti di capillare presenza italiana inBelgio quali quelli del casato chierese dei Villa, segna-lati banchieri e commercianti a: Forrest, Namur,Anversa, Alost, Courtrai, Grammont, Villevorde,Bruxelles, Tournai, Herrenthals, Lierre, Bruges,Arras, Gand, Ypres, Diest. La scena di van Eyck rap-presenta la cerimonia di fidanzamento, tra GiovanniArnolfini, un mercante di Lucca che si era trasferito aBruges, e Giovanna Cerami, anche lei di origine luc-chese e figlia di un ricco mercante che viveva a Parigi.

La Tribuna degli Uffizi, 1772-1778, olio su tela diJohann Joseph Zoffany (Francoforte 1733 – Strand-on-the Green 1810), Castello di Windsor, immagineriprodotta per gentile concessione della CollezioneReale. In primo piano centrale si osserva – fra le altretele – La Venere di Urbino realizzata dal Tiziano nel1538 ed attualmente custodita nella Galleria degliUffizi a Firenze. All’iconografia di Venere è stata dedi-cata la Mostra di Europalia Italia 2003, curata daOmar Calabrese, “La Venere svelata. La Venere diUrbino di Tiziano”.

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Il regista Pupi Avati al cinema UGC De Brouckère nel2003 per il gala d’apertura del festival “Passato e pre -sente del cinema italiano: 60 anni di cinema attraverso60 film” in occasione di Europalia Italia 2003, immagi -ne riprodotta per gentile concessione di MariellaBraccialini, Direttore di Sintesi – Cinéma italien.

Il regista Dino Risi all’Istituto Italiano di Cultura nel1999 per la retrospettiva “Dino Risi au delà du rire”,alla destra del Maestro si scorge l’allora Ambasciatored’Italia in Belgio, Gaetano Cortese, immagine ripro-dotta per gentile concessione di Mariella Braccialini.

Il regista Ettore Scola all’Atomium nel 1995 per “100anni di commedia italiana”, immagine riprodotta pergentile concessione di Mariella Braccialini.

Il regista ed attore Alberto Sordi a Bruxelles nel 1994 perla “VI Biennale del cinema italiano”, immagine riprodot-ta per gentile concessione di Mariella Braccialini. Lafoto è stata scattata alla presenza dell’allora Consoled’Italia Riccardo Guariglia e dell’allora Direttoredell’Istituto Italiano di Cultura, P. Kizeridis.

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Il contributo scritto per questo volumedall’Ambasciatore del Re dei Belgi, barone PatrickNothomb (in servizio diplomatico a Roma nei primi anniin cui ero Capomissione a Bruxelles ), contiene illumi-nanti e felici considerazioni sulle ragioni dell’inesaustoprocesso di rafforzamento dell’amicizia tra i due paesi.

Confesso al lettore che le partecipi ed incisive paroledel barone Nothomb riportano alla mia mente il grade-volissimo ricordo del nostro primo incontro nell’elegan-te evento conviviale da lui organizzato nella Residenzaromana, alla vigilia della mia partenza per la Missionediplomatica presso il Re dei Belgi.

Le fertili riflessioni, infine, che il già Direttoredell’“Academia Belgica” a Roma, Professor Walter Geerts,ha generosamente consegnato a questo libro mi paionoaggiungere una eloquente conferma del per corso di grandesuccesso che hanno ormai imboccato i rapporti italo-belgi.

Come e più che nei primi cento anni, sono certo cheil Palazzo di Avenue Legrand, così come quello di viaSan Teodoro, con i loro ricchi e splendidi saloni, conti-nueranno ad essere insostituibile cenacolo per la valo-rizzazione dei principi “fondanti” della storica amiciziatra Italia e Belgio, per la promozione del comune impe-gno nella costruzione dell’Europa, per l’irradiazione deivalori europei nel mondo intero.

Avendo abitato nel Palazzo brussellese, apprezzoancor più come i suoi ideatori, gli architetti pariginiHumbert, siano riusciti a conferire vitale, artistica e dura-tura concretezza alle aspirazioni espresse dal committen-te originario, il Principe Pierre di Caraman-Chimay.

Le tradizioni di ospitalità della diplomazia italiana vitrovano una quinta di prestigio: la struttura architetto-nica scandisce, infatti, abilmente la grazia degli spaziinterni, secondo gli intelligenti artifici di un movimentoche sa conferire ai saloni e alle salette qualità sceniche dipregevole e suggestivo effetto.

Nella sua vita secolare, la Residenza è stata testimonedi episodi che hanno segnato il corso della diplomaziaitaliana nella Capitale del Belgio.

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L’Apollo di Pompei, dettaglio, 1° secolo avanti Cristo, pre-sentato nella Mostra di Europalia Italia 2003 “Da Pompeia Roma” a cura di Pietro Giovanni Guzzo e Eric Gubel.

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Essa ha visto passare personalità di vari Paesi: ospitidestinati ad essere ora attori, ora spettatori di eventi diparticolare importanza nella storia del Novecento e deiprimi anni di questo secolo.

I rapporti tra l’Italia e il Belgio sono stati tradizional-mente improntati ad una antica e consolidata amiciziache rimonta alle prime scelte di politica estera del neo-nato Regno d’Italia, che prescelse il Belgio – anche inquanto Stato all’avanguardia mondiale nel processo diindustrializzazione di metà Ottocento – tra i primi Paesiove aprire una rappresentanza diplomatica.

Tale decisione si innestò sul fertile terreno preparato,un decennio addietro, dalle relazioni diplomaticheinstaurate dal Regno di Sardegna, attraverso la nominapresso il Re dei Belgi quale Inviato Straordinario eMinistro Plenipotenziario di Alberto Lupi di Montaltoin data 24 febbraio 1851.

All’alba del nuovo millennio, l’Italia ha assunto unagrande visibilità nel Regno del Belgio.

L’Ambasciata costituisce in certo qual modo unpunto di riferimento importante di questa presenza dialto profilo, illuminata dalla posizione strategica diBruxelles nel contesto europeo ed in quello mondiale.

È mio auspicio che il lettore possa cogliere in questolibro gli spunti felicemente offertigli da Colombo Saccodi Albiano per ulteriori “fili di lettura” consoni ai suoiinteressi: dalla esemplificazione di una particolare visio-ne del vivere e del convivere umano, ad una visita gui-data attraverso salotti e sale di rappresentanza tra i piùalti della città di Bruxelles, da una meditazione sullesoluzioni adottate per racchiudere e scandire spazi inarmonia con le molteplici esigenze di una Residenzadiplomatica, all’approfondimento di pagine significativedella storia italo-belga e tout court della storia europea.

Sarò soprattutto lieto se il racconto e le immagini delvolume riusciranno ad esprimere il sentimento di ammi-razione per le energie spese, senza risparmio, da quanti(committente, architetti, artisti, Ambasciatori italiani,Autorità belghe), succedutisi nella Residenza, hannocontribuito ad evitare al Palazzo Caraman-Chimay –

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Ricostruzione tardo ottocentesca di una scena d’internofiamminga, immagine della Fratelli Alinari che evi -denzia il costante fascino in Italia della scuola pittori -ca delle Fiandre.

Il Console onorario d’Italia a Gand (dall’1978)Armando Barillari e sua moglie Vera in colloquio conl’Ambasciatore del Belgio a Roma Onckelinckx. Lafotografia fu scattata nel novembre del 1993 sull’atti-co della Residenza belga finitima ai Fori Imperiali inoccasione di un ricevimento di una delegazione Belga.

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malgrado il trascorrere del tempo e le mutazioni deicostumi – una parabola discendente.

Energie che hanno assicurato invece la permanentevitalità di un centro di scambi di idee e di raffronto delleprogettualità, al servizio dei due Paesi e della loro azionefutura in vista dell’obiettivo prioritario di questo ventune-simo secolo: la costruzione dell’Unione Politica Europea.

Mi preme qui rinnovare un grato pensiero agli innu-merevoli belgi ed italiani che hanno reso un’indimenti-cabile esperienza umana e professionale i miei anni tra-scorsi a Bruxelles, dal 1999 al 2003, facendone una delletappe più affascinanti della mia carriera.

Concludendo, credo di esprimere l’auspicio di moltisoggetti pubblici e privati nel porgere un particolarmentesentito ringraziamento all’autore di questo volume, UgoColombo Sacco di Albiano e tutti coloro che hanno asse-condato la sua fatica, intesa quale tangibile testimonianzadegli eccellenti legami di amicizia italo-belgi.

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Ermanno Mola di Nomaglio in costume militare fiam-mingo in occasione del Ballo a Palazzo Cisterna del 16febbraio 1870, albumina, dipinta a mano e firmata dalfotografo Henry Le Lieure (Torino), cm.10,2x13,4,1870, immagine riprodotta per gentile concessione diGustavo Mola di Nomaglio. Essa è un’altra – tra le millerinvenibili nel nostro Paese – conferma dell’attrazionedegli italiani per la storia fiamminga.

Scalone d’Onore, Castello di Laeken, immagine direpertorio.

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