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Il Giornale dell’Istituto “E. Vittorini” di Lentini (SR) Liceo scientifico - Liceo linguistico - Liceo delle Scienze Umane - Liceo Classico
www.liceovittorini.net Gennaio 2016- N° 1
FRANCOFONTE GORGIA POLIVALENTE
Malala: un esempio da seguire
Durante il trimestre di quest‟ anno scolastico oltre ai "soliti" autori di letteratura inglese, autori che spesso ci sembrano noiosi per il periodo in cui hanno vissuto, così diverso dal nostro, abbiamo studiato Malala, au-trice di un libro in lingua inglese "I'm Malala". Malala è una ragazza nata nel 1997 a Mingora, un distretto del Pakistan. Malala dal 2009 ha iniziato a scrivere, anonimamente, per un blog, nel quale ha
iniziato a esporre le sue idee riguardo l'educazione e le difficili condizioni di vita dei pakistani e di tutti coloro che vivono sotto le minacce dei talebani. Per mezzo di un documentario girato da un reporter del New York Times l'identità di Malala viene rivelata. In questo documentario Malala appare timida, ma no-nostante la sua timidezza rivela quali sono i suoi sogni e mostra come lei, la sua famiglia e tutti i pakistani sono costretti a vivere ogni giorno. Il sogno più grande di Malala è quello di poter continuare a studiare. Eh già, Studiare! Co-sa che per noi è scontata, Malala invece ogni volta che deve andare a scuola deve nascondere i libri sotto il burka, la scuola di Malala non ha un‟insegna perché i talebani potrebbero farla esplodere. I talebani non vogliono che ci sia-no delle donne istruite e così le ragazze pakistane per andare a scuola rischia-
Gli alunni della scuola secondaria di primo
grado "Enrico Fermi" e i loro docenti sono
arrivati nell'istituto puntuali alle nove del
mattino e, dopo essere stati accolti dalla do-
cente Responsabile di Plesso, prof.ssa Ma-
ria Lucia Raciti, dal docente Funzione Stru-
mentale per l‟orientamento, prof. Leonardo
Brunetto, e da due studentesse, sono stati
accompagnati nell'aula conferenze. Qui il
prof. Brunetto ha mostrato una presentazio-
ne della scuola, utilizzando file multimediali
che hanno attirato subito l'attenzione dei ra-
gazzi. A completare la presentazione sono
intervenute due eccellenze dell'istituto: Giu-
seppe Gurrisi, vincitore della medaglia di
bronzo alle Olimpiadi Internazionali di Astro-
nomia, e Cristian Borrometi, vincitore dei
Campionati Nazionali di Kick Boxing.
Successivamente le classi dell'istituto "E.
Fermi" sono state guidate nei laboratori di
fisica, informatica e lingue. Nel Laboratorio
di Fisica gli studenti delle seconde, quarte e
quinte classi del Liceo, coordinati dalla do-
cente di Fisica Anna Lucia Daniele e
dall‟assistente tecnico Alfredo Formosa,
hanno svolto e spiegato
una serie di esperimenti di
Termologia, Termodinami-
ca, Acustica ed Elettroma-
gnetismo. I ragazzini, atti-
vamente coinvolti dai ra-
gazzi poco più grandi di lo-
ro, hanno più volte posto
domande e provato a dare
delle spiegazioni agli esperimenti a cui
hanno assistito divertiti e incuriositi.
Nell'aula di informatica, il prof. Brunetto ha
mostrato ai ragazzi le attività che vengono
svolte quotidianamente grazie all'uso dei
computer e delle LIM, presenti in tutte le
classi dell'istituto.
Il docente di Lingua Inglese Alfio Caraccio-
lo, infine, utilizzando file multimediali, ha
presentato ai ragazzi le possibilità fornite
dalla scuola per quanto riguarda l'appren-
dimento della lingua inglese, grazie agli
stage all‟estero che si svolgono annual-
mente.
Al termine di queste attività la prof.ssa Or-
nella Spina, docente di Disegno e Storia
dell‟Arte, ha, dapprima, illustrato ai ragazzi
le modalità di svolgimento delle lezioni di
Storia dell'Arte, con l'aiuto di un video rea-
lizzato dai ragazzi del secondo anno e, in
seguito, ha mostrato ai ragazzi le varie
aree dell'istituto, soffermandosi sui dipinti
realizzati dagli alunni sulle pareti della
scuola.
I ragazzi, infine, sono stati congedati, ma
non prima di aver salutato e ringraziato ca-
lorosamente gli alunni del liceo "E. Vittori-
ni" che li hanno accompagnati per l'intera
visita.
Giovanna Mallia Oriana Burrone IV B
Liceo Scientifico Francofonte
“Liceali per un giorno” In pieno svolgimento l’attività di orientamento in entrata gli studen-
ti degli istituti secondari di primo grado al Liceo Scientifico “Elio
Vittorini”
no la vita. Malala, continuando a diffondere l'idea che bisogna lottare per ottenere i propri diritti, comincia a ricevere delle minacce e il 9 ottobre del 2012 un talebano le spara e la ferisce. Trasferita all'ospedale di Birmin-gham in Inghilterra sopravvive e ritorna più forte di prima. Nell'ottobre del 2014 riceve il premio Nobel per la pace e nel discorso alle Nazioni Unite dice che anche i giovani devono lottare perché possono contribuire a mi-gliorare le proprie condizioni e che soprattutto le donne devono alzarsi in piedi per lottare per i propri diritti. Malala dice che al mondo ci sono delle cose più potenti delle armi, e sono un libro, una penna e un insegnante. Studiare Malala è stato interessante proprio perché è una ragazza della no-stra età, piena di coraggio pronta a mettere in gioco la proprio vita per non rinunciare ai propri diritti. Basterebbe leggere solo alcune righe del suo libro per imparare ad amare ciò che abbiamo, per imparare a non desiderare le cose superflue. Basterebbe leggere il prologo del libro, nel quale Malala mentre si trova a Birmingham in Inghilterra ripensa al suo paese ed espri-me il desiderio di volerci ritornare e credo che per desiderare ciò si debba avere molto coraggio. Coraggio perché tornare nel suo paese vorrebbe dire rinunciare all'acqua che scorre dai rubinetti, alla luce che si accende con un solo click, tutte cose a cui non pensiamo perché ci sembrano scontate e dovute. Dovremmo imparare a riflettere ed apprezzare di più ciò che abbia-mo.
Simona Scalora VA Liceo Scientifico
Sono aperte le iscrizioni per l’anno scolastico 2016-2017
ISTITUTO “ELIO VITTORINI”ISTITUTO “ELIO VITTORINI”ISTITUTO “ELIO VITTORINI”
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Il giorno 9 ottobre Francofonte, in occa-
sione del quinto anniversario della pre-
matura scomparsa del caporal maggiore
degli alpini Sebastiano Damiano Ville, ha
ricordato la sua morte e l‟ha resa eterna
cointestandogli la più storica e conosciu-
ta piazza del paese, piazza Dante.
La giornata commemorativa è iniziata
alle 9.00, quando tutti gli alunni del liceo
scientifico di Francofonte, accompagnati
dai docenti e dal preside, si sono recati
in Chiesa Madre per assistere alla Santa
Messa. Grazie al parroco che ha cele-
brato la Messa, alla presenza dei genito-
ri e dei familiari del giovane alpino scom-
parso, dei suoi commilitoni, dei suoi su-
periori e delle autorità civili e militari, il
ricordo di Sebastiano è stato vivo e forte.
Una folla inusua-
le gremiva la
chiesa e il suo
sagrato.
Al termine della
Messa, tutti i pre-
senti si sono
spostati presso
la piazza Dante. Qui il sindaco ha sottoli-
neato che "un popolo senza ricordi è un
popolo senza storia, il ricordo deve tra-
smettere quei valori per i quali Sebastiano
ha combattuto ed è morto". Alle parole del
sindaco è seguito un lungo e commosso
applauso degli astanti.
Ha poi preso la parola il colonnello che era
a capo della squadra di Sebastiano. Nella
sua cronaca dell'avvenimento ci ha fatto
La mimetica non è un gioco Svoltasi a Francofonte la cerimonia di commemorazione per Sebastiano Ville giovane alpino francofontese
rivivere le ultime drammatiche ore di vita del
militare, sottolineando il suo coraggio e la
sua determinazione nel salvare vite umane.
In conclusione tutta la folla si è rivolta verso
la lastra celebrativa, fino ad allora coperta da
un drappo azzurro. Accompagnati dal volo di
colombe bianche e palloncini tricolore, gli al-
pini hanno intonato il silenzio e salutato il
giovane compagno.
Marika Blancato VA Liceo ScientificoFrancofonte
Per gli oltre trecento
alunni del liceo scien-
tifico “E. Vittorini” e
dell‟istituto tecnico
commerciale
“Alaimo”, giorno 17
novembre 2015 è
stata una vera festa.
L‟incontro con l‟arci-
vescovo Monsignor Salvatore Pappalardo è stato vissuto con
l‟entusiasmo e la vivacità che caratterizzano gli adolescenti.
Nell‟auditorium della scuola, appositamente predisposto per l‟oc-
casione, il vescovo è stato calorosamente accolto dai Dirigenti
scolastici delle due scuole, dal corpo docente e da tutti gli alunni
che lo hanno salutato con un fragoroso applauso di benvenuto. Il
monsignore, dopo aver gioito per l‟accoglienza ricevuta, è andato
subito al tema della sua visita: invitare i giovani alla riflessione sui
drammatici fatti di cronaca. Tutti gli alunni, attenti al suo discorso,
hanno partecipato con viva emozione e numerose sono state le
domande da loro poste sugli attentati. Successivamente gli inter-
venti si sono spostati sul ruolo della chiesa oggi e sul rispetto del-
le persone umane. Monsignore ha invitato gli astanti ad accettarsi
per come si è, nelle proprie diversità, al fine condiviso di un mon-
do di pace. La visita si è conclusa dopo un‟ora circa con l‟invito a
rispettare Dio e il prossimo.
Per gli alunni e per tutti i presenti l‟incontro con l‟arcivescovo ha
trasmesso la gioia di vivere insieme e un senso di fiducia per-
ché… “insieme si può!”
Umberto Piedigace - Carlo Sciacca
IIB Liceo Scientifico Francofonte
Scuola in festa a Francofonte
Al Polivalente la visita pastorale del Vescovo di Siracusa Monsignor Pappalardo
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Nei primi giorni di dicembre 2015, dieci alunni del nostro istituto, hanno preso parte al Convegno Internazionale Pirandelliano,
arrivato quest'anno alla sua 52esima edi-zione, partecipando sia con la produzione di un cortometraggio, “L’ultimo ciak,” sia con la stesura di un saggio breve. Come ogni anno, il Convegno presentava un tema centrale (quest'anno l'opera tea-trale “Questa sera si recita a soggetto”), sul quale i vari relatori hanno dibattuto, alla presenza di alunni delle classe quarte e quinte provenienti da scuole di tutta Italia. Le giornate, ben organizzate e ben struttu-rate, prevedevano per la mattina nei giorni uno, due e tre dicembre, la partecipazione
a conferenze, tenutesi presso il Teatro Co-munale “Luigi Pirandello”, nel cuore del centro storico di Agrigento. I relatori-professori, italiani e non solo (Canada e Polonia), hanno ana-lizzato l'opera dal loro punto di vista, soffer-mandosi in modo par-ticolare su tematiche specifiche, attraverso l'esposizione di analisi e ricerche che hanno compiuto nel corso dei loro anni di studio. Nei pomeriggio dei pri-mi due giorni, invece, sono stati creati dei laboratori teatrali diret-ti da professionisti, il cui compito era quello di coinvolgere più ra-gazzi possibili nella rappresentazione del-la suddetta opera tea-trale, per realizzare una performance che sarebbe poi andata in scena la sere dalla premiazione dei cor-tometraggi e dei saggi brevi presentati. L'ultimo giorno è stato diviso, nella mattina-ta con la conclusione del convegno, nel po-
“Questa sera si recita a soggetto” meriggio con la visita guida sia alla casa natia di Pirandello sia alla Valle dei Templi. La sera, tutti i ragazzi si sono recati presso
il Teatro comunale dove è stata messa in scena una rappresentazione davvero parti-colare di “Questa sera si recita a soggetto”. Gli studenti, non sono hanno rivisitato il lessico dell'opera, introducendo quasi tutti i dialetti della penisola, ma sono stati origi-nali anche nella messa in scena. Infatti i personaggi della storia non si trovavano sul palco, come usualmente succede, ma “entravano in scena”, da tutto il teatro, dai vari palchetti, dalla porte principale, dal pubblico stesso, da dietro le quinte. E' sta-ta una rappresentazione originale dell'ope-ra che ha permesso non solo di vedere con i propri occhi l'opera in sé, di non facile lettura, ma anche di vedere realizzate le analisi che sono state oggetto di discussio-ne in questo 52esimo Convegno Pirandel-liano.
Matteo Grimaldi VA Liceo scientifico
Senza di Lei “la vita sarebbe un errore”, si afferma che Lei sia il battito che scandisce la nostra vita e che regola le nostre emo-zioni. C‟è chi la critica e c‟è chi la ama ma per certo sappiamo che è poesia, e proprio come questa, è nata con l‟uomo. Col passare del tempo si è creata una im-maginaria divisione tra chi la ascolta sol-tanto e chi, come me, ha la possibilità di suonarla, tra chi si compiace nell‟idea che stimola, come fa un dipinto, e chi vuole de-cifrare il messaggio che essa trasmette e capire, come fosse una lingua straniera, tutte le sue strutture e la sua essenza. Per esperienza personale posso confer-mare quanto molti affermano perché il pri-mo approccio con Lei è sempre difficile e complicato come scalare una montagna. Per questo a volte si tende ad abbandona-re l‟impresa, è solo quando si arriva in vet-ta che ci si accorge non solo di non di
avere raggiunto l‟ob-biettivo, ma di avere trovato un‟ altra vetta, ancor più alta da sca-lare. Proprio in questa difficoltà sta il segre-to della sua interpretazione prendendo il tutto come una sfida tra te e Lei. Continuando nella nostra metaforica scala-ta, non mancheranno di certo soddisfazioni e gratitudine da parte di coloro che apprez-zano o la “canzonetta napoletana” o il tuo “virtuosismo romantico”. Provate ad immaginarvi mentre studiate quello spartito e capite come affrontare quella fatidica tastiera nera e bianca, stres-sati e spossati dalla fatica, quando all‟im-provviso arriva una chiamata, quella chia-mata la settimana successiva vi vuole sul palco di un teatro con il vostro “miglior ne-mico” e magari con un‟orchestra di cin-quanta elementi alle spalle ed un pubblico del quale potete sentire il respiro sul volto, al cui applauso ed al cui favore si scuotono in voi quelle emozioni che faranno del vo-stro “miglior nemico” la cosa più indispen-sabile e che scioglieranno tutte le vostre ansie e difficoltà in una gioia infinita. Come faccio a sapere tutto ciò?...L‟ho vissuto! Ciro Messina VA- Liceo scientifico
Musica è…
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La “QUaRTa pagina”
Aspettando Luca Lissoni “Sotto il paradiso” parla del gioco d‟azzardo. Lev, il protagonista, giovane di 18/19 anni, innamorato della sua migliore amica Aglaja, dovendo scrivere la tesina per gli esami di ulti-mo anno, sceglie come ar-gomento il gioco d‟azzar-do. Nel suo paese si apre una nuova sala da gioco “Il paradiso del giocatore” do-ve Lev andrà ad investiga-
re per aiutare Maddalena, un‟amica di famiglia di Aglaja, ma nel frattempo conosce Elena, una ra-gazza che lavora al “paradiso” e di cui subisce il fascino. Si avvicina anche lui al gioco d‟azzardo e spesso fa calcoli di probabilità o cerca strata-gemmi per le macchinette. Scopre che sotto il “paradiso” vi sono altri due piani dove avvengo-no scommesse: il primo è il “purgatorio” dove si scommette sui giocatori del “paradiso”, il secon-do è “l‟inferno” dove dei ricchi scommettono su fatti reali, anche sulla vita degli altri: ad esempio l‟intervento al cuore della madre di Aglaja.
Questo libro, anche se improntato sul gioco, tocca argomen-
ti molto importanti e profondi come l‟amore - Lev è attratto
da Aglaja e da Elena - e l‟aiuto verso il prossimo – Madda-
lena - (Roberta Scapellato). In generale conoscevo le cause
del gioco perché mi sono documentata sulla ludopatia, ma
non conoscevo così a fondo l‟argomento e soprattutto le di-
verse categorie di giocatori (Anastasia Raiti). Da questo li-
bro ho imparato, attraverso la „‟speranza matematica”, che ogni volta che si gioca
si perde sempre qualcosa (Sofia Petruzzello). Ho capito come sono progettate
tutte le macchine da gioco e quante probabilità si hanno di vincere: nessuna (Sara
Strazzeri). Mi ha particolarmente colpito il personaggio di Elena, la ragazza perdu-
ta, durante la narrazione Elena viene soprannominata „‟diavolessa‟‟, ma proce-
dendo con la lettura, Elena si dimostra un personaggio dal carattere indifferente
(Elisa Agliolo). Non mi sarei mai aspettata che l’autore scegliesse di far innamora-
re Lev di ben due ragazze dal carattere completamente opposto, ma dopo tutto mi
è piaciuta particolarmente questa idea. (Francesca Di Mauro). Inizialmente la tra-
ma del romanzo non mi aveva colpita molto poiché dava l‟impressione di un libro
incentrato solo sulla matematica e sulle statistiche, e il fatto che venivano più vol-
te menzionati: paradiso, inferno e purgatorio, mi
confondeva. Poi però avanzando nella lettura mi
rendevo conto di quello che tutti i personaggi
avevano a che fare con essi (Sara Messina).
Mi ha particolar-
mente trasmesso
emozioni la parte
in cui Lev, arrivato
all‟inferno vede
che si scommette
sulla riuscita di un
importante inter-
vento chirurgico, perché non credevo e non
riesco a credere che possano davvero esiste-
re queste cose. (Anastasia Raiti) Io sono un
tipo di persona che davanti ad un libro non si
emoziona. Però, il romanzo mi ha suscitato
ansia in alcune parti. Inoltre, è riuscito a far
nascere in me una sensazione di curiosità per
quanto riguarda le slot- machine. (Antonio
Cortese). La lettura di questo libro non mi ha
provocato emozioni forti, ma qualche volta mi
è scappato un sorriso mentre leggevo. Mi so-
no rispecchiata più volte in Lev, soprattutto
perché anche mio padre gioca online a burra-
co. Ovviamente mio padre non si avvicina mi-
nimamente ai giocatori descritti nel libro, ma
utilizza il suo tempo rilassandosi davanti al
computer (Simona Mugno). Questo libro, fin dai
primi capitoli mi è piaciuto molto, non è stato af-
fatto noioso, ma molto avvincente e leggero da
leggere. Solo il finale mi ha lasciato un po‟ delu-
so perché non si capisce se Lev riesce a com-
piere la sua „‟missione‟‟ (Luca Grimaldi) Alla fine
di ogni capitolo mi veniva la curiosità di leggere il
capitolo successivo, però sommariamente non
mi ha suscitato emozioni forti. (Sofia Petruzzello)
L‟unica curiosità che mi ha creato è quella di re-
carmi all‟interno di una sala giochi per vedere co-
me si comportano davvero le persone che gioca-
no d‟azzardo. (Alessio Scordo) Ho capito che
non entrerò mai in un circolo vizioso come quello
perché so i rischi che posso correre. (Roberta
Scapellato) Quello che più mi „‟incantava‟‟ era co-
me l‟istante in cui il giocatore premeva il tasto
della slot, fosse sufficiente a dare al giocatore
stesso. una felicità molto grande. (Sara Messina)
Lissoni dichiara di aver tratto ispi-razione con “Il giocatore” di Do-stoevskij. Ho notato che c‟è una somiglian-za nel modo di raccontare le sen-sazioni del giocatore russo e di Maddalena: quella sensazione che porta entrambi i personaggi ad essere come inebriati dal gio-co, come se in quel momento non esistesse nessuno al di fuori del gioco. (Andrea Ossino) In entrambi i libri è presente il calcolo statistico, però in Dostoevskij è usato per scegliere come
giocare, o su cosa puntare, Lis-soni lo usa per far capire che con il gioco d‟azzardo è impos-sibile avere una vincita effettiva di denaro. (Luca Grimaldi) La cosa che ho notato è che lo stile di entrambi è grossomodo simile. Le emozioni che mi han-no suscitato sono state le stes-se: soprattutto ansia (Antonio Cortese). Entrambi gli autori parlano di questo argomento non per fare una morale espli-cita, ma spiegano cosa è il gio-co, come funziona e come può essere pericoloso (Sofia Petruzzello). Dostoevskij fa ca-pire come il gioco faccia perde-re il senso della realtà e del tempo, Lissoni, invece di stu-diare la psiche di un singolo giocatore, mostra i vari stadi della perdizione al gioco e co-me si sviluppano in vari tipi di giocatore (Sergio Mangiameli). Il linguaggio più semplice di Lissoni, mi viene più facile da apprezzare, non che Dostoev-skij non mi piaccia, ma la scrit-tura del testo, probabilmente più sofisticata, per via di epo-che diverse, non me la rende scorrevole. (Giuliana Ranno). I due autori hanno una passione in comune.
II A