Un anno al righi - M.P.D.R.C€¦ · Prof.ssa Maria Siclari Funzione strumentale I.T.S.G " A....
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Un anno al righi ANNO 1 NUMERO 1 A.S. 2009-2010
Il progetto “giornalino scola-
stico” ha inteso dare concretez-
za ad alcune linee indicate nel
POF ed ha rappresentato una
delle attività più avvincenti e
allo stesso tempo più ricche di
potenzialità formative. Nato
principalmente dal desiderio di
documentare in modo anche
multimediale la vita della scuo-
la: fatta di giovani e adulti che
insieme formano una comunità
ed una storia. Comunicare e
riscoprire la parola scritta per
diventare protagonisti della
propria crescita , dare un senso
al proprio vissuto scolastico e
lasciare traccia di sé e del pro-
prio lavoro quotidiano . Sono
stati questi i presupposti che
hanno guidato gli allievi dell’
Istituto nella produzione di
“Un anno al Righi” che racco-
glie alcune delle numerose ini-
ziative realizzate nell’ambito
dell’attività didattica , selezio-
nate e rese fruibili all’esterno.
Condividere esperienze con
compagni, docenti, genitori ed
adulti in genere è stato gratifi-
cante per i ragazzi ed ha fatto
accrescere la loro voglia di rac-
contarsi. Creare, inventare e
riflettere. Per me aiutare gli
allievi a realizzare questo gior-
nalino ha rappresentato
un’occasione di grande valore
didattico, convinta che un gior-
nale scolastico come ogni altra
forma di educazione pedagogi-
ca, è riservata a chi vuole esse-
re sempre un “principiante
dell’ apprendere e del conoscere
e vuole “ imparare ad impara-
re” ed a “ far imparare”. L’
iniziativa ha rappresentato
qu ind i , innanz i tu t to ,
l’esplicitazione di un vero ed
impareggiabile amore educati-
vo per le giovani generazioni e
per “quell’ imparare ad impa-
rare” e “fare imparare” che ,
credo sia la metafora per far
acquisire il senso e il significato
assiomatico di Scuola .
Ora non mi resta che augu-
rare “ BUON VIAGGIO” a
tutti coloro che leggeranno
queste pagine e attraverse-
ranno il variegato e sor-
prendente mondo che “Un
anno al Righi” rappresen-
ta .
Prof.ssa Maria Siclari
Funzione strumentale
I.T.S.G " A. RIGHI"
REGGIO CALABRIA http//www.itgrighi.rc.it
e-mail [email protected]
L‟ anno scolastico 2009/2010 è
iniziato all‟insegna di molte
novità per la nostra scuola
prima fra tutte l‟arrivo del
nuovo dirigente scolastico, il
dottor Francesco Praticò.
Questo cambiamento ha con-
tribuito al rinnovo dell‟offerta
formativa e all‟arricchimento
della didattica, il tutto è avve-
nuto in linea con gli anni pre-
cedenti in cui il nostro Istituto
si è sempre distinto come luo-
go di formazione e di cultura.
Tante sono state le attività
scolastiche ed extra; è stato
un anno impegnativo, ma
molto stimolante, che ci ha
visto protagonisti della no-
stra formazione e ciò è avve-
nuto anche grazie al Dirigente
che ha permesso ai nostri do-
centi di mettere a disposizio-
ne della scuola le loro profes-
sionalità e le “passioni perso-
nali”. Questo giornalino vuole
essere un ringraziamento al
nostro Dirigente poiché senza
la sua incessante ricerca di
dialogo e la sua disponibilità
non sarebbe stato possibile
realizzare tutte le attività che
descriviamo in queste pagine.
Al nuovo Dirigente va quindi
tutta la nostra stima e fiducia
ed il riconoscimento per il
proficuo e sereno lavoro.
Antonino Branca IV B
Tra le numerose ed interessanti
iniziative che sono state proposte
durante la “ Settimana dello stu-
dente”, che ha visto noi studenti
protagonisti attivi, quella che è
sembrata utile al fine di una più
ampia conoscenza della nostra cit-
tà è stata la passeggiata archeolo-
gica. Alle ore 11.00 del 17 febbraio
2010 le prime classi del “Righi”si
sono riunite per partecipare ad
una interessantissima visita guida-
ta nella zona archeologica della
città di Reggio.
Il professore Arillotta, nostra gui-
da, ci ha spiegato, in modo esau-
riente, la storia di Reggio Cala-
bria, città tra le più importanti
della Magna Grecia, fondata nel
VIII secolo a.C da alcuni coloni
Calcidesi, che avevano già fondato
Zancle ( Messina ). La sua posizio-
ne geografica privilegiata la favorì
molto dal punto di vista culturale
e commerciale, grazie anche ai nu-
merosi scambi marittimi con le
città limitrofe.
Il percorso si è articolato con la
visita ai resti del periodo greco e
romano, situati tra il lungomare
Falcomatà e il corso Vittorio E-
manuele. Risalenti al VI secolo
a.C, le due file parallele di grossi
blocchi di arenaria tenera, sono i
resti di un impianto termale di e-
poca romana che testimoniano il
legame di Reggio con Roma, della
quale fu città confederata e attivo
Municipio durante il periodo Im-
periale. Attigui alle terme, dei
grossi blocchi di pietra che faceva-
no parte di una cinta muraria risa-
lente al periodo della Magna Gre-
cia, sono testimonianza di quello
che è definito il periodo “aulico”
della nostra città. Alle ore 13.00
la nostra visita si è conclusa. È
stata un‟esperienza interessante
che ci ha permesso di conoscere
più a fondo e di guardare con
occhi più attenti e curiosi dei
pezzi di storia della nostra città
che spesso, per distrazione, non
s e m p r e g u a r d i a m o c o n
l‟interesse dovuto.
Jacopo Pellicanò
Simone Sebastiano Morabito
Vincenzo Patafi I A
UN ANNO AL RIGHI
Il giorno 20 febbraio,le classi prime dell‟Istituto “Righi”
hanno partecipato alla conferenza tenuta dal prof. Arillot-
ta, noto storico reggino e padre del nostro professore di Di-
segno, sulla storia di Reggio. Le informazioni sono state
interessanti e l‟uditorio si è rivelato attento e partecipe al
dibattito che si è aperto dopo l‟intervento del relatore.
L‟attenzione si è focalizzata soprattutto su quegli elementi
che solitamente non sono inseriti in un discorso storico
“canonico” : abitudini di vita quotidiana, giochi di strada,
miti e leggende. L‟interesse per questi aspetti della storia
della nostra città ha indotto alcuni alunni a impegnarsi, nei
giorni successivi, nella ricerca di vecchi miti eziologici. Tra i
tanti quello che spiega la nascita della vite particolarmente
interessante perché legato ad un settore dell‟economia della
città. Antonella Repaci IB
2
con sopra disegnata la gerbera.
La manifestazione ha effettua-
to diverse tappe e si è conclu-
sa il 18 maggio a Peschiera del
Garda (Verona). Gli studenti
hanno poi proseguito il loro
percorso davanti ad alcuni
luoghi simbolo della lotta alla
„ndrangheta: la Procura gene-
rale, davanti alla quale il 3
gennaio scorso fu fatta esplo-
dere una bomba, e la Questu-
ra, per fare un applauso al co-
raggio dei poliziotti. La mani-
festazione si è conclusa presso
l'Arena dello stretto “Ciccio
Franco”, con l‟intervento del
procuratore Grasso e dei rap-
presentanti delle scuole reggi-
ne e non. Il discorso di Grasso
è stato da monito a tutte le
nuove generazioni,
un‟esortazione a combattere la
mafia inseguendo la verità e
non rimanendo indifferenti
davanti ad una società dove
persiste la concezione “che sin
dall'infanzia ci insegnano a
farci i fatti nostri”. Grasso
ha poi concluso: “ l'indiffe-
renza è il terreno più fertile
su cui questo groviglio di
erbacce prospera e si rige-
nera”.
Davide Ripepi III B
Le classi terza e quarta sezione B
del nostro Istituto, insieme a mi-
gliaia di studenti, hanno sfilato
per le vie di Reggio Calabria in
occasione della «Gerbera Gialla
2010», la manifestazione itineran-
te promossa dal coordinamento
antimafia “Riferimenti” in ricor-
do delle vittime della criminalità
organizzata. La partecipazione
dell'Istituto è stata fortemente
voluta dal dirigente scolastico
Dott. Francesco Praticò, molto
sensibile alle problematiche della
legalità e sempre pronto ad acco-
gliere le iniziative che coinvolgo-
no i giovani e mirano all'arricchi-
mento della loro personalità e
maturità. Gli alunni, aiutati dalle
docenti Giuseppina Buonsanti e
Maria Siclari, hanno realizzato
uno striscione sul tema. Prima
tappa dell‟iniziativa via Apollo,
che è stata intitolata a Gennaro
Musella, imprenditore salernitano
ucciso con un‟autobomba il 3
maggio del 1982 a Reggio Cala-
bria. La targa è stata scoperta
alla presenza del procuratore na-
zionale antimafia Piero Grasso,
del presidente della Regione Giu-
seppe Scopelliti, del presidente di
“Riferimenti” Adriana Musella
(figlia dell’imprenditore ucciso),
del componente della Commissio-
ne antimafia Giuseppe Lumia,
della deputata Maria Grazia La-
ganà e di sindaci del reggino. Il
corteo degli studenti, colorato da
striscioni, bandiere e da migliaia
di gerbere gialle, è stato accolto in
via Musella da lenzuoli bianchi
appesi alle finestre e da una
«pioggia» di cartoncini bianchi
LA GERBERA GIALLA
E' un fiore per non dimenticare per esprimere la forza dell'amore sull'odio e sulla violenza; forza che non conosce resa, supera qualsiasi
barriera e vince anche la morte.
E' un fiore che nasce dal dolore e
dalle lacrime dei lutti.
E' la vita che rinasce attraverso l'im-pegno di tutti e di ognuno per pren-dersi la propria rivincita, così come maggio su novembre, perchè nessuno sia stato sacrificato invano e il silen-zio non uccida per la seconda volta, perchè la memoria sia più della pol-
vere e della complicità.
E' un messaggio di reazione e di spe-ranza che trasmettiamo ai giovani, perchè lo recepiscano e lo facciano
proprio.
A loro affidiamo rinascita e riscatto, a loro il compito di costruire una
nuova storia.
Adriana Musella
Presidente di Riferimenti
UN ANNO AL RIGHI 3
Conoscere luoghi nuovi,
usi e culture differenti,
socializzare ed impara-
re. Ogni anno le classi
sono invitate dal diri-
gente scolastico e dai
professori a partecipare
alle visite guidate che si
svolgono o nella nostra
regione oppure sul terri-
torio nazionale.
Quest‟anno la meta è
stata Larderello, frazio-
ne del comune di Poma-
rance, in provincia di
Pisa. Lo scopo principa-
le del viaggio è stato
quello di conoscere ed
approfondire meglio la
fasi di estrazione
dell‟energia geotermica;
il paese, infatti, è stato
il leader mondiale del
settore fino agli anni
‟50.
UN ANNO AL RIGHI
La scuola offre a noi studenti
la possibilità di vivere nuove
esperienze, di imparare e an-
che di sperimentare un ap-
proccio diverso allo studio.
Questo inizio d‟anno è stato
ricco di eventi fra i quali la
realizzazione del progetto
“Linguaggi, tecniche ed e-
spressioni: per conoscere sé
stessi e la realtà”, al quale
abbiamo partecipato insieme
ad altri allievi dell‟Istituto. Il
primo giorno eravamo tutti
emozionati e curiosi di poter
entrare, se pur in maniera a-
matoriale, nel mondo della
recitazione e del teatro.
Ci sentivamo tutti un po‟ degli attori!
Tutti insieme e coordinati dalle pro-
fessoresse Maria Siclari e Giuseppina
Buonsanti abbiamo scelto di cimen-
tarci nella rappresentazione teatrale
“Cavalleria Rusticana”. Ognuno di noi
ha avuto ruoli differenziati: chi si è
occupato della scenografia, chi delle
musiche e chi ha provato a recitare.
L‟attività si è svolta in uno spazio
comunicativo adatto ad attivare for-
me di scambio culturale, intellettuale
ed umano, di rispetto dell‟altro, di
collaborazione e di interattività ope-
rativa.
Uno strumento adeguato alla didatti-
ca perché ha favorito in noi adolescen-
ti l‟acquisizione di competenze pratico
-elaborative, uso del corpo in fun-
zioni espressive, confronto con il
personaggio.
Alice Gelsomino
Marzia Liò
II A
Singolare è stata la visita
ai soffioni boraciferi, nella
Valle dei Diavolo, dove ha
luogo un particolare feno-
m e n o g e o t e r m i c o :
l‟emanazione di vapori
caldi dal sottosuolo. Il get-
to di vapore esce rumoro-
samente dal terreno, 150
decibel, da una profondità
di oltre 700 metri con una
temperatura di circa 130
gradi.
Oltre queste manifestazio-
ni naturali, sul territorio
abbiamo visitato l‟intrico
di vapordotti che conflui-
scono alle moderne centrali
geotermoelettriche, e il
Museo della Geotermia.
Questo Museo è stato fon-
dato alla fine degli anni
'50 ed è dedicato alla sto-
ria dello sfruttamento del
calore terrestre dalle sue
origini fino ai giorni nostri.
Esso ripercorre la storia
dell'energia geotermica in
tutti i suoi aspetti: dalla
ricerca alla perforazione
fino ai diversi sistemi di
utilizzo del fluido geoter-
mico per la produzione di
energia elettrica, termica e
meccanica ricorrendo
all'ausilio di interessanti
modellini e attrezzature
originali. Visitare Larde-
rello è molto suggestivo
per via del rumore,
dell‟odore (non gradevole)
e dei vapori, che fanno
sembrare l‟area un girone
infernale.
Alessio Raffa
4
UN ANNO AL RIGHI
Durante la Settimana dello Stu-
dente, dedicata al recupero e
all‟approfondimento, i nostri in-
segnanti, grazie alla disponibilità
del nostro Dirigente dottor Fran-
cesco Praticò, ci hanno proposto
la visione di “Avatar”, film in
3D, molto atteso al cinema. Il
film, espressione di una vera e
propria rivoluzione nell‟ambito
della produzione cinematografica
è stato un momento ricreativo
per tutti noi ragazzi. Effetti spe-
ciali e tecniche all‟avanguardia
sono gli elementi che hanno con-
tribuito a rendere “Avatar” uno
dei maggiori colossal della storia
del cinema. Ma è veramente un
film così stupefacente come molti
lo hanno definito? In effetti non
pochi critici hanno rilevato alcu-
ne “pecche”: la storia semplice e
banale; i personaggi divisi nel
classico buoni/cattivi ed, infine,
la storia d‟amore tra i protagoni-
sti con il classico lieto fine. Ma,
cosa più grave, a mio parere, è la
difficoltà di individuare un mes-
saggio. Forse il regista ha voluto
evidenziare il contrasto tra gli
umani e la perfezione che si po-
trebbe raggiungere attraverso la
tecnologia? L‟ unica nota positi-
va è che il male è rappresentato
dall‟avidità e non dall‟ evoluzio-
ne tecno- scientifica della qua-
le viene riconosciuta l‟utilità.
Consiglio la visione di questo
film a chi vuole svagarsi e fug-
gire dai pensieri della realtà
quotidiana. Per chi è in cerca
di contenuti forti e toccanti
consiglio, invece, i bei vecchi
film di una volta.
Vincenzo De Angelis IB
l‟asinello che rappresentano il
rispetto verso le creature, i cenoni
e le feste, simbolo dell‟unione fa-
miliare, e la stella cometa come
guida dell‟umanità, ovvero meta-
fora della vita. Un‟attenzione
particolare è stata data alla figu-
ra di Gesù Bambino che
“rappresenta gli umili e esorta al
rispetto del diverso, del debole,
dell’emarginato”. L’incontro ha
r a p p r e s e nt a t o , p e r n o i ,
un‟occasione per riflettere sui
messaggi d‟amore, di pace, fratel-
lanza e solidarietà. Valori che
vanno preservati se si vuole un
mondo migliore. La cerimonia si
è conclusa con l‟omaggio alle au-
torità di alcune statuette, realiz-
zate nel laboratorio di disegno del
“Righi” .
Francesco Valore
Marco Porchi IIIA
Mercoledì 16 dicembre 2009 al
Palazzetto Botteghelle di Reggio
Calabria si è svolta la manifesta-
zione intitolata “Natale con i gio-
vani”, organizzata dal Presidente
“Sport e cultura” della V circo-
scrizione Prof. G. Maceri.
L‟incontro ha visto la partecipa-
zione di diverse scuole medie e
superiori tra le quali il geometra
“A. Righi”. Ospite dell‟occasione
Sua Eccellenza Monsignor Vitto-
rio Mondello che, durante la ceri-
monia liturgica, ha sottolineato
“l’importanza del Natale visto co-
me necessità di recuperare il valore
religioso della festività. Il Natale
non è solo cenoni e regali ma ricor-
dare Dio che si è fatto uomo per
trasmettere agli uomini un messag-
gio di speranza”. L’Arcivescovo,
durante l‟omelia, si è poi soffer-
mato a parlare dei segni della ri-
correnza: l‟albero di natale, em-
blema della condivisione, il bue e
5
UN ANNO AL RIGHI
BORSE DI STUDIO
Essere alunni del Righi significa entrare
nella storia del nostro Istituto. Una sto-
ria fatta di premi, che in tanti anni han-
no riconosciuto l‟impegno scolastico di
moltissimi alunni. Questi premi sono
stati intitolati a docenti e personaggi
legati all‟Istituto che con l‟impegno e la
dedizione hanno reso straordinaria la
loro vita professionale. Ogni anno gli
alunni che si sono distinti per ottimi
risultati partecipano alla selezione per
vincere le borse di studio intestate a
Dino Gentilomo, Mario De Marco, An-
tonino Sgroi e Santo Versace. A questi
si aggiungono anche i tre primi classifi-
cati nel concorso “Dante” in ricordo
della professoressa Domenica Rossi
Gangemi, illustre docente di lettere al
Righi. La premiazione avviene di solito
a ridosso delle feste natalizie con una
cerimonia molto partecipata, che vede
uniti Dirigente Scolastico, alunni, geni-
tori, docenti, ex docenti, ospiti. Un mo-
mento di pura condivisione. Queste oc-
casioni confermano, ancora una volta,
che il Righi è davvero un Istituto
“speciale”.
Giovanni Imbesi
IVA
CORSO DI AUTOCAD AVANZATO
Quest‟anno io ed alcuni alunni delle
classi IV abbiamo partecipato ad un
PON attivato nella nostra scuola con
i fondi strutturali. Il progetto dal ti-
tolo “ AUTOCAD AVANZATO” ha
coinvolto alcuni allievi delle IV ed è
stato svolto dall‟architetto Contu e
dal professore Catanese. Il corso ha
avuto luogo presso la sala computer
del nostro istituto ed è durato 50 ore.
Durante le lezioni abbiamo appreso
l‟utilizzo di questa versione di Auto-
cad chiamata:“Autocad Architectu-
re”, un programma parametrico, che
dà la possibilità di lavorare con ele-
menti architettonici già definiti, come
solai tetti, pareti e scale . Con
l‟utilizzo di questo programma abbia-
mo potuto realizzare piante, prospet-
ti, sezioni e viste 3D . Per noi alunni
questa è stata un‟esperienza molto
importante, perché ci ha permesso di
apprendere nuove tecnologie che ci
saranno molto utili per il nostro futu-
ro professionale. Questa iniziativa si
inserisce nel piano dell‟Offerta For-
mativa del nostro Istituto che è sem-
pre attento alla qualità della nostra
formazione. Marcello De Franco
IV A
MA SIAMO DAVVERO TUTTI “AMICI”?
Tra tutte le tematiche affrontate durante le lezioni di italiano quella di cui vorrei parlarvi è
l‟amicizia., un sentimento basato su dei valori, come la generosità, il rispetto reciproco, la fiducia,
la sincerità e la stima. L‟amico è quella persona speciale, difficile da trovare. È‟ una persona che
conosce tutti i nostri pregi ma anche i nostri difetti, con la quale possiamo confidarci e che non ci
tradirà mai… All‟amico puoi chiedere un consiglio, ed è sempre pronto ad ascoltarti senza giudi-
carti. La scuola ha un ruolo importante a riguardo, perché all‟interno di un gruppo classe potreb-
bero nascere vere amicizie, che possono durare nel tempo. L‟adolescenza è il periodo nel quale
ognuno di noi matura, pensa al futuro, comincia a delineare la propria personalità. Quest‟ultima
viene sicuramente influenzata dalla gente che si frequenta. Dunque non dobbiamo divenire amici
di una persona solo perché ci offre qualcosa, dobbiamo “selezionare” chi potrebbe essere un no-
stro “vero” amico. Spesso a scuola osservo ciò che succede intorno a me durante le lezioni e mi
accorgo che questo sentimento non è molto condiviso…L‟amico fa solo finta di esserlo, o perché
gli conviene o per sfruttarti: il vero amico è quello che ti convince a non star fuori dalla scuola ma
fa di tutto per farti entrare. È‟ quello che non ti offre del “fumo”, ti fa capire che stai sbagliando
a non dichiarare le tue colpe ed è sempre pronto ad aiutare, non solo chi è suo amico, ma anche
tutti gli altri. Emanuele Fiorenza II B
6
Che cos’è l’educazione
ambientale Il percorso educativo perseguito dal Labo-
ratorio di Educazione ambientale
dell‟Istituto tecnico per geometri, ha
l‟obiettivo di favorire negli alunni una
presa di coscienza dell‟importanza di ogni
elemento dell‟ambiente che li circonda;
ambiente di cui si è spesso dimenticato, o
addirittura perso, il patrimonio culturale,
ambientale ed economico legato alla natu-
ra. Da ciò nasce l‟importanza di riscoprire
una rete di saperi che vanno da quelli
strettamente scientifici (caratteristiche
idriche, ambientali, geopedologiche, ecc) a
quelli produttivi e culturali (produzioni
tipiche, sapori, tradizioni). L‟educazione
ambientale è oggi un investimento sociale
perché i giovani imparino ad osservare le
caratteristiche del proprio territorio al
fine di salvaguardarne le peculiarità e
contribuire a progettarne uno sviluppo
compatibile con le risorse di cui l‟ambiente
è dotato. E‟ fondamentale costruire nei
giovani una moderna coscienza civica
capace di riconoscere i diritti della natura
che hanno acquisito pari dignità dei diritti
umani.
Abbiamo deciso di realizzare un
prodotto ecologico che una volta si
faceva in tutte le famiglie: il sapone
di casa. Il sapone anticamente
veniva realizzato con tutti i residui
della lavorazione del maiale o della
torchiatura delle olive e così si rici-
clavano tutti gli scarti grassi otte-
nendo un prodotto utile e di qualità.
Il sapone si realizzava con diversi
sistemi: a freddo o a caldo.
Noi abbiamo utilizzato il metodo a
freddo utilizzando una vecchia ri-
cetta tramandata dagli anziani di S.
Stefano d‟Aspromonte e, perciò,
abbiamo sciolto la farina nell‟acqua,
a parte abbiamo sciolto anche la
soda in acqua. Abbiamo, poi, unito
le due soluzioni aggiungendo l‟olio
d‟oliva e un po‟ di essenza di berga-
motto .
La reazione di saponificazione è
immediata ma è necessario me-
scolare per circa 30 minuti affin-
ché gli ingredienti siano ben a-
malgamati.
Infine abbiamo versato il com-
posto ancora liquido in varie for-
mine e dopo qualche giorno di
asciugatura abbiamo ottenuto il
nostro sapone che sgrassa a fondo
la pelle e non provoca nessun tipo
di reazione allergica. Può essere
usato anche per lavare i panni
ma ciò che conta è che, essendo
formato solo da sostanze natura-
li, è completamente biodegrada-
bile quindi non inquina
l‟ambiente. .
Anche questo significa vivere in
una casa ecologica !
POF “Un mondo di rifiuti”
La “Fattoria della Piana” è una so-
cietà cooperativa di Candidoni, in
provincia di Reggio Calabria, che
oltre a raccogliere il latte dei soci, per
trasformarlo nei propri caseifici in
ottima mozzarella, ha un proprio
allevamento di 900 vacche. La parti-
colarità di questa azienda è, però,
nella presenza di impianti per la pro-
duzione di biogas alimentati sia dal
liquido residuo della lavorazione del
latte, sia dal letame dei capi di be-
stiame. La fattoria raccoglie anche
residui delle aziende ortofrutticole
della Piana di Gioia Tauro che con-
tribuiscono ad alimentare
l‟impianto. Tutto ciò che normal-
mente andrebbe a finire nelle discari-
che viene recuperato e fatto fermen-
tare per recuperare e sfruttarne il
potenziale energetico. Con questi
impianti il biogas viene trasformato in
energia elettrica ed energia termica da
utilizzare nella fabbrica mentre
l‟eccesso di produzione di energia viene
immesso in rete e serve a soddisfare il
fabbisogno di ben 1700 famiglie ! Que-
sto sistema consente , quindi, non solo
di non inquinare l‟ambiente ma anche
di produrre energia a basso costo e
senza produzione di anidride carbonica
che contribuirebbe ad un aumento
dell‟effetto serra. L‟azienda ha vinto
prestigiosi premi per queste innovazio-
ni che, si spera, possano essere da sti-
molo per risanare la depressa economia
della regione Calabria.
Lorenza Gattuso IV A
Energia rinnovabile
Allegato di Educazione ambientale a cura della prof. ssa Paola Nasti
Rendiamo più ecologiche le nostre case !!
7
Il giorno undici del mese di
aprile dell‟anno domini due-
miladieci intorno all‟ora nona
giungemmo nel territorio
comunale di Sant‟Eufemia
dell‟Aspromonte, dal quale
loco ebbe inizio il nostro vi-
aggio conclusosi infine in
agro di Seminara. La lunga
camminata, di circa dieci
miglia, era stata organizzata
in modo tale che si potesse
rilevare e riscoprire il sito
ove, originariamente, si e-
stendeva l‟antica via romana
denominata “Annia Popilia”.
Il percorso nell‟entroterra
calabro mostrò ai nostri occhi
di viaggiatori la sua morfolo-
gia e il diffuso e devastante
intervento dell‟uomo sulla
natura.Possiamo ora affer-
mare, senza tema di essere
smentiti, che la verdeggiante
ed imponente flora arborea,
visibile agli occhi delle anti-
che genti che percorrevano
tale cammino, ormai non
esiste più o quantomeno non
se ne ha più alcuna traccia
rilevante vista l‟opera com-
piuta già per mano degli
antichi romani, che dalle
foreste calabre trassero il
legname pregiato per la co-
struzione delle loro navi, e
dagli agricoltori che, successi-
vamente, occuparono i siti
ormai disboscati trasforman-
do definitivamente l‟antico
originario paesaggio boschi-
vo. Giunti al luogo ove la
strada si biforca per portare
al paese di Solano, nei pressi
del fabbricato occupato dalla
“Calabria pesca” ci inoltram-
mo lungo un viottolo poco
frequentato che ci condusse
nel paesaggio dell‟entroterra;
nei pressi di tale luogo fu
chiaramente visibile l‟azione
antropica palesatasi in for-
ma di percorsi asfaltati e
dimore agresti.
Inoltrandoci lungo il sentie-
ro il paesaggio pian piano
iniziò a mutare ….. dappri-
ma scomparvero alla vista gli
imponenti tralicci conducenti
l‟alta tensione, consentendo a
noi viaggiatori che percorre-
vamo l‟antico sentiero di
camminare, qualora ci pia-
cesse, alzando il naso all‟insù
per osservare il cielo limpido
e turchino, che, per nostra
fortuna, ci accompagnò fino
a sera; …. intanto la stradel-
la, dapprima asfaltata, si
trasformò in un sentiero in
terra battuta, con numerose
biforcazioni atte a condurre
verso possedimenti agricoli
privati. Grave fu, però, il
nostro disappunto
nell‟osservare, lungo il ciglio
della stradina, discariche di
rifiuti provenienti da demoli-
zioni edilizie: eternit, cemen-
to, mattonelle e sanitari
smontati, abbandonati abusi-
vamente a lordare, inquinare
e deturpare il territorio.
Riprendendo il viaggio per
ritrovare l‟antica strada,
finalmente lasciammo alle
nostre spalle gli ambienti
irrimediabilmente compro-
messi dai materiali abbando-
nati dagli umani, ritrovando-
ci in una cornice di verde in
cui l‟occhio, vagando sperdu-
to, incontrava lungo il suo
guardo infinite distese di
oleiferi alberi d‟ulivo ad ab-
bellire il paesaggio, insieme
ad arbusti e campi fioriti
dove al fine, probabilmente,
giaceva, nascosta da profondi
cumuli terrosi e perigliosi e
pungenti rovi, l‟antica e tan-
to cercata, eppur da noi
giammai vista, via Popilia.
Nuovamente, avvicinandoci
ad altre zone abitate, ci tro-
vammo a scavalcare fili spi-
nati limitanti suoli privati
dove villici adempivano al
proprio lavoro con la tran-
quillità derivante dall‟antica
indole rurale e dalla serena
tranquillità del luogo.
Giunti in una radura assolata
trovammo ristoro sotto anti-
chi ed imponenti alberi di
quercia, accorgendoci, però,
che tubazioni portanti so-
stanze aeriformi capaci di
produrre calore e foco (in era
moderna detti metanodotti)
passavano a noi vicino eppur
senza un visibile e sgradevole
impatto sull‟ambiente circo-
stante.
Qui ci soffermammo per sfa-
mare il povero stomaco e
riposar le nostre stanche
membra oramai tormentate
dai tanti, ma ( credevamo noi
miseri ! ) ormai prossimi alla
fine chilometri percorsi. Da
lì, dopo liete libagioni ed
abbondanti mangiate ripren-
demmo il cammino, divenuto
ormai estenuante anche per
via dello stomaco appesanti-
tosi a discapito delle nostre
bisacce ormai vuote.
Intrapresa l‟ardita discesa di
un fianco collinare, affacciato
su un ameno paesino da noi
non identificato, ormai di-
spersi nel verde assoluto da
cui soltanto
l‟attraversamento di rivi e
fiumare ci avrebbe condotto
al termine del viaggio, il no-
stro animo iniziò a vacillare
….. dovevamo andare avanti
…..nulla ci avrebbe scorag-
giato …. forse ….. ma ormai
la fatica pervadeva le nostre
membra ….Discesa l‟ardua
collina, denominata “Il colle
del ruzzolo” in quanto in
gran numero i viaggiatori
persero, visibilmente e mate-
rialmente, contatto col terre-
no levandosi prima in aria e
successivamente ruzzolando
in terra con gran disappunto,
si presentarono ai nostri an-
cor fiduciosi occhi di scopri-
tori di antichi luoghi, i ruderi
di un mulino abbandonato:
allegri e stupiti da tale visio-
ne, non pensammo realmente
cosa ciò volesse significare
…. non nell‟immediato!
Solo dopo un breve percorso
comprendemmo: un nuovo
ostacolo si opponeva al no-
stro incerto cammino !!
Un rivo acquoso, che antica-
mente consentiva alla ruota
del mulino di effettuare il suo
lavoro di molitura di grana-
glie e olive, si parava dinanzi
a noi impedendoci di prose-
guire e minacciando i calzari
firmati degli sprovveduti
fanciulli e del giovin signore,
che (misero lui!) portava la
nobilissima e preziosa appa-
recchiatura di rilevamento
territoriale, nota al volgo
contemporaneo come GPS.
… ma ormai nulla poteva
fermarci !!
Superammo anche
quest‟ardua impresa, mentre
il famigerato GPS, di esclusi-
va proprietà dell‟agrimensore
docente, membro della spedi-
zione, comunicava che ormai
solo cinquecento metri sepa-
ravano il gruppo dal luogo di
arrivo… stessa comunicazio-
ne che segnalava ormai da
ore …. forse tanta moderna
tecnologia in così antichi
spazi aveva perso
l‟orientamento … così come
la nostra guida !!!!!
Ed infine l‟ultima ardua sali-
ta si presentò agli occhi dei
giovani … giovani sì, anche
se del gruppo itinerante face-
van parte individui che,
anagraficamente ottuagena-
ri, all‟atto pratico dimostra-
vano di esser molto più pim-
panti di alcuni insegnanti e
di tutti i miseri fanciulli, non
adusi all‟uso degli arti infe-
riori quotidianamente sosti-
tuiti da elementi roteanti
provvisti di motore, e, perciò,
ormai ridotti con la lingua di
fuori … ma ormai eravamo
giunti e le provate donzelle,
le insegnanti, i professori
tutti, riuscirono a ritrovarsi,
sani, salvi e sommamente
stanchi al punto di raduno
dove stazionammo ancora,
ansiosamente, in attesa del
famigerato mezzo di locomo-
zione motorizzato che ci a-
vrebbe riaccompagnati alle
nostre usuali dimore dove
poter, al fine, riposare le no-
stre membra ormai dolenti
per aver “non- percorso”
l‟antica via Annia Popilia…..
Pietro Giunta III F
Resoconto romanzato di un’escursione effettuata dagli alunni Fotia, Giunta, Toscano e Vespia della III F nell’ambito del progetto in rete,
finanziato dalla Regione Calabria, per lo studio del’antica via Annia Popilia. Finalizzata all’identificazione delle specie vegetali, con la
prof.ssa Nasti, e al rilievo topografico dell’area con il prof. Guarnaccia. Coordinatrice: prof.ssa Feola
8
Questo il titolo di un con-
corso indetto dal “LIONS
CLUB” di Reggio Cala-
bria, insieme alla facoltà
d i I n g e g n e r i a
dell‟Università degli studi
Mediterranea, cui hanno
partecipato gli alunni del-
la quarta A e C con un
rilievo da loro realizzato.
Il lavoro denominato
“Caposud”, coordinato
dal prof. Francesco Guar-
n a c c i a , h a a v ut o
l‟obiettivo di determinare
il punto più a sud
dell‟Italia peninsulare nel
tratto costiero tra Melito
Porto Salvo e Palizzi Ma-
rina. Rilievi eseguiti nel
Il “Righi” offre agli studenti un per-
corso formativo che consente di ap-
profondire le conoscenze in diversi
campi. Quest‟anno l‟equipe formata
dagli alunni : Chindemi, De Maio,
Gatto, Gattuso, Malara, Marino, Mel-
luso, Santi, Serra, Sgroi, Silva, Toma-
selli è stata impegnata nel progetto
“Un mondo di rifiuti”. Rivolto a tutti
gli alunni dell‟Istituto, è stato presen-
tato e coordinato dalla docente di
estimo Paola Nasti. Il progetto è sta-
to finalizzato a valorizzare le piccole
cose, a far diventare gli alunni, in
questo caso, grandi “ingegneri” del
riciclo con poco. Si vive in una società
consumista e nel quotidiano si produ-
cono quintali e quintali di rifiuti. Co-
me confermato dal TG 5, domenica 3
gennaio 2010, con il solo pane inven-
duto che si getta a Milano, si sfame-
rebbe un intero paese del Terzo Mon-
do ! Il progetto scolastico è stato arti-
colato in uscite e lavori di gruppo in
aula. Particolarmente interessante
è stata per i ragazzi la visita pres-
so l‟ “Isola Ecologica”( ROM 95 ),
sita nella città di Reggio Calabria.
Il locale, inizialmente sequestrato
alla mafia, è stato realizzato con
materiali riciclati e i dipendenti
della cooperativa sono proprio i
ROM che effettuano la raccolta
differenziata dei rifiuti ingom-
branti . La squadra del Righi si è
impegnata a realizzare un albero
di Natale e un presepio, dato il
periodo natalizio, con materiale
riciclato. Le lattine usate sono
servite a realizzare gli addobbi
mentre i rami sono stati realizzati
con canne di bamboo. Il presepio è
stato invece realizzato interamen-
te in cartapesta ottenuta con car-
ta di giornale. Con quest‟iniziativa
i ragazzi hanno voluto rivolgere la
loro attenzione ad un Natale di-
verso , un Natale “povero” ma
“ricco” perché hanno contribuito
nel loro piccolo a creare meno rifiu-
ti e hanno capito che l‟armonia del
Natale non è creata solo da un pino
artificiale o da luci colorate, ma
anche da un comportamento ri-
spettoso dell‟ambiente.
Maria Teresa Chindemi II A
La ricerca scientifica
nella Scuola secondaria
mese di maggio utiliz-
zando il GPS in modali-
tà RTK, hanno eviden-
ziato che Palizzi si tro-
va più a sud di circa 20
m rispetto a Melito e il
risultato sorprende in
quanto, dalla cartografia,
sembrerebbe l‟opposto a
causa delle deformazioni
cartografiche. La presen-
tazione del lavoro è avve-
nuta nell‟aula magna del-
la facoltà di Ingegneria
venerdi 11 giugno e hanno
relazionato gli alunni Mar-
co Laface e Jolanda Gemel-
li di IV C e Marcello De
Franco di IV A. Alla mani-
festazione hanno partecipa-
to anche il nostro Preside e
la vicepreside, prof.ssa
Buonsanti, che hanno ma-
nifestato grande apprezza-
mento per il lavoro svolto
dai ragazzi. Alla realizza-
zione del progetto hanno
collaborato anche le prof.
Leotta e Nasti e il tecnico
del laboratorio di Topogra-
fia Giuseppe Spanò.
Marcello De Franco
IV A
9
“Linux for Human being", que-
sto è il nome del progetto di in-
formatica svoltosi in concomi-
tanza con la settimana dello stu-
dente dell‟Istituto tecnico per
geometri “A.Righi”. Un proget-
to di breve durata che però ha
permesso a mol-
ti alunni e alcu-
ni professori di
conoscere il
mondo libero
dell'informatica,
il cosiddetto
"opensource", ed
ha avuto come
oggetto l'uso di un sistema
GNU/Linux, non solo gratuito
ma anche libero (in quanto esen-
te da licenze o contratti) e libe-
ramente scaricabile da internet.
Il progetto è stato sviluppato
con il sostegno del Dipartimento
di ambiente e territorio anche
per le implicazioni ecologiche
dell‟uso di questi sistemi; infatti
il suddetto GNU permette di
essere usato su computer datati
(durante il progetto si è riuscito
a installare Linux su un vecchio
pc risalente alla fine degli '80,
permettendogli la navigazione
web e altre funzioni principali
più velocemente che su pc mo-
derni) e quindi è una soluzione
molto più conveniente sia econo-
micamente che ecologicamente
perché consente di non gettare
via pc vecchi o, comunque , ob-
soleti che, come molti non san-
no, sono una tra le più pericolose
fonti di inquinamento.
Il progetto è stato organizzato
dalla prof.ssa Paola Nasti e cu-
rato dall'alunno Marino Giovan-
ni di quinta C che, partendo dal-
la storia del Sistema Operativo
informatico “Ubuntu Linux”, è
arrivato al S.O. GNU fino al
kernel Linux e alla nascita di
“Ubuntu” che ha permesso ai
"comuni mortali" l'utilizzo del
sistema Linux criticato, in passa-
to, per la sua presenta complessi-
tà a causa della mancanza di una
interfaccia semplice per l'utente.
Importante è la definizione chia-
ra del concetto di
opensource che si
può ricavare dal-
le parole di Nel-
son Mandela che
definì chiaramen-
te il significato di
“Ubuntu”, spesso
tradotto dall‟africano come
“fratellanza”, mentre il vero si-
gnificato della parola è "Io sono
ciò che sono, per merito di ciò
che siamo"… e quale frase espri-
me l'opensource meglio di que-
sta? Aiutarsi per raggiungere uno
scopo comune avendo come prin-
cipio di base la libertà e l'abban-
dono delle catene rappresentate
dalle licenze proprietarie di siste-
mi come Microsoft Windows e
Apple Macintosh, che hanno fat-
to diventare l‟informatica un
enorme business ed espandere
enormemente un fenomeno ille-
gale come la pirateria, unica so-
luzione per non pagare le costose
licenze!! Per i partecipanti al cor-
so Gnu/Linux si sono aperti gli
orizzonti di un nuovo mondo in-
formatico apparso come una ri-
voluzione, un trionfo della liber-
tà, della velocità, della semplici-
tà ed anche del divertimento; un
mondo in cui ognuno è libero di
disporre di tutti i software dispo-
nibili, in maniera gratuita e lega-
le senza distinzioni di colore della
pelle, nazionalità e disponibilità
economica.
Giovanni Marino V C
IL RIGHI A
CORRIREGGIO
Il 25 Aprile si è svolta, come
ogni anno da ben 28 anni, la
manifestazione di Legambien-
te entrata nella storia della
città di Reggio. Una corsa nel-
la quale anziani, bambini,
mamme con i passeggini posso-
no riappropriarsi della Via ma-
rina che torna ad essere a mi-
sura di pedone. La Corrireggio
è anche l‟occasione per parlare
dei problemi della città e della
regione, infatti è stata dedica-
ta agli “invisibili” cioè agli
immigrati di cui tanto si è di-
scusso ultimamente dopo i fat-
ti di Rosarno e perciò ha corso
anche un folto gruppo di ra-
gazzi africani provenienti pro-
prio da Rosarno.Hanno inoltre
partecipato alla manifestazio-
ne, in rappresentanza della
nostra scuola: Antonino Cami-
niti di IV A e il prof. di topo-
grafia Francesco Guarnaccia
ottenendo buoni piazzamenti.
Come non ricordare anche il
tenero bassotto che, in braccio
alla sua padrona, ha tagliato il
traguardo della gara ? Da non
dimenticare, inoltre, i tanti
volontari che si impegnano per
la riuscita della manifestazio-
ne, così come hanno fatto an-
che Lorenza Gattuso e Giovan-
na Serra di IV A mettendo in-
sieme i pacchi gara per i parte-
cipanti.
10
sui poveri rami e tronchi, vi si
afferrò con le zampette e,
giunta la notte, cominciò a
cantare tanto dolcemente che
la vite si sentì via via rinasce-
re. Per dieci notti, le note tril-
lanti salirono verso le stelle,
finché esse si commossero e
fecero discendere un po‟ della
loro forza sulla povera pianta
mutilata.
Allora la vite sentì scorrere in
sé una linfa nuova; i suoi nodi
si gonfiarono, le sue gemme si
aprirono. I primi pàmpini
verdi fremettero alla brezza, e
tenui riccioli verdi, i viticci, si
allungarono per avvolgersi
come una delicata carezza
i nto r no a l l e za m p i ne
de l l ‟u c c e l l ino . Qua n d o
l‟usignolo volò via, già gli aci-
ni del primo racimolo comin-
Narrano i cantastorie calabresi che ci fu un
tempo remoto in cui la vite era una semplice
pianta ornamentale: non produceva né fiori né
tanto meno frutti. Venne la primavera e il
contadino decise di tagliarla: “Questa pianta
dà ombra ai seminati” disse “la ridurrò più
piccola che sia possibile”. Detto fatto: il conta-
dino la potò così energicamente che della verde
pianta non rimasero che pochi rami nudi e
corti. La vita pianse e un usignolo ebbe pietà
di lei: “Non piangere” disse “io canterò per te,
e le stelle si muoveranno a compassione”. Volò
La morra è un gioco antichissimo
che risale all‟antico Egitto ma
diffuso anche in Grecia.
Nell‟epoca dell‟antica Roma an-
che Cicerone espresse alcune opi-
nioni su questo gioco. Alcuni
dipinti dell‟Ottocento presentano
i giocatori della morra nelle fasi
del gioco. Anche i soldati nelle
trincee, durante la grande guerra,
nelle notti fredde ci giocavano,
tanto per “svagarsi”. A questo
gioco si può partecipare a coppie
o a squadre e consiste
nell‟indovinare il numero com-
plessivo delle dita che i giocatori
stendono simultaneamente con
un rapido movimento del braccio.
Guadagna un punto chi indovina
questo numero. La tattica di que-
sto gioco consiste nel confondere
l‟avversario con una velocità ec-
cessiva di gesti e parole fino a
intontirlo, aumentando sempre
più il tono della voce. Questo
gioco è stato considerato “gioco
d‟azzardo” sin dal Medioevo per-
ché provocava litigi. Di solito
c‟era in palio un litro di vino e
spesso la violenza gestuale provo-
cava malintesi che sfociavano poi
in risse agevolate dall‟alcol che
veniva consumato. Oggi non è
più così, infatti la morra viene
considerata come una partita di
calcio basata sull‟ “incertezza”, e
un giocatore poco accorto perde-
rà facilmente contro uno dotato
di maggiore intuito e attenzione,
qualità necessarie per essere con-
UN ANNO AL RIGHI
clamato un bravo giocatore di
“Morra”. Numerose associazioni
in tutta Italia stanno cercando di
recuperare questo gioco per inse-
rirlo tra le tradizioni popolari
italiane. Noi studenti durante il
cambio dell‟ora ci divertiamo a
giocare e per ciascuno di noi è
una conquista quando si riesce ad
indovinare il numero che costitui-
sce la somma delle dita lanciate.
E‟ un momento di relax che serve
a scaricare la tensione di eventua-
li interrogazioni.
Gianmarco Fresca I B
ciavano a dorarsi alla luce
dell‟alba. La vite era diventa-
ta una pianta fruttifera. E
che pianta! Il suo frutto pos-
sedeva la forza delle stelle, la
d o l c e z z a d e l c a n t o
dell‟usignolo, la luminosa
letizia delle notti estive. Se
verrete in Calabria, vedrete
queste piante: ceppo basso
con grossi tralci aggrovigliati
a fior di terra, tralci ricchi di
verdi pàmpini.
Antonella Repaci
I B
11
UN ANNO AL RIGHI
Il Quotidiano in classe è una ini-
ziativa offerta a noi studenti
dall‟Osservatorio Permanente
Giovani Editori e si prefigge di
avvicinare il mondo di noi giova-
ni a quello dei quotidiani.
Aderendo a questo progetto, le
nostre docenti di lettere si sono
riconosciute nell‟affermazione
dell‟Osservatorio secondo la qua-
le “Un giovane che non legge è
un giovane più povero di cultura,
di idee e di opportunità”. Per
questo motivo in un giorno stabi-
lito di ogni settimana,
dall‟ottobre ai primi di giugno, la
prof.ssa M. Siclari docente di let-
tere ci ha guidato alla lettura di
due quotidiani a confronto :
“Il Corriere della Sera” e “Il Sole
24ore”.
La lettura dei giornali è stata uno
strumento efficace che ci ha ac-
compagnato nel nostro processo
educativo e formativo.
Tanti sono stati gli stimoli, abbia-
mo discusso su come leggere un
quotidiano, quali articoli privile-
giare, in che modo commentarli,
come imbastire una lezione di sto-
ria, italiano ed educazione civica.
Notevole è stato l‟interesse dimo-
strato da noi ragazzi per questa
attività, utilissima sia per prepa-
rarci alle nuove tipologie della pri-
ma prova scritta agli esami di Sta-
to, sia per mantenerci aggiornati
costantemente su quello che
succede nel mondo e soprat-
tutto per imparare a sviluppa-
re un orizzonte di pensiero au-
tonomo e critico.
Lorenza Gattuso
IVA
Gli integratori dietetici sono pillole,
liquidi o polveri solubili in acqua che,
assunti, rilasciano in modo più con-
centrato proteine, vitamine e sali mi-
nerali che aiutano il nostro corpo a
sostenere quelle attività fisiche che
richiedono un consumo di energia
notevole. Di questo si è parlato du-
rante la settimana dello studente
all‟ITSG “A. Righi” di Reggio Cala-
bria, dove ha avuto luogo un congres-
so sull‟Educazione alla Salute. Sono
stati messi in evidenza i pro e i contro
di questi “ausiliari” del nostro corpo e
uno degli esperti ha sottolineato come
l‟utilizzo degli integratori aiuti il no-
stro corpo a compiere attività che
richiedono molte energie, aggiunga
tutto quello che durante i nostri pasti
non assumiamo, come alcuni tipi di
proteine e vitamine, sostenga le atti-
vità sportive che compiamo ogni gior-
no. Come per ogni cosa, però, anche
per l‟utilizzo degli integratori c‟è il
rovescio della medaglia. Se usati scor-
rettamente possono provocare danni
seri a un individuo.
L‟uso prolungato può, infatti, causa-
re problemi renali e scompensi al me-
tabolismo. All‟intervento dell‟esperto
ha fatto seguito un ampio dibattito
durante il quale i ragazzi hanno mani-
festato grande curiosità e interesse.
Successivamente si è svolto un gioco
che prevedeva due schieramenti:
i “pro” integratori e i “contro” inte-
gratori. I ragazzi si sono divisi in
due gruppi e ognuno ha fatto una
lista dei vari motivi per cui si soste-
neva il proprio “partito” così da dar
vita a un vero e proprio dibattito
politico.
Ernesto Bolaffi IIID
12
Tra il 20 e il 27 Aprile le tre quinte
dell’I.T.S.G “A. RIGHI ” hanno
vissuto un intenso viaggio
d’istruzione sull’isola di Malta. La
destinazione del nostro viaggio
sono state le varie cittadine
dell’isola, St. Julian’s, la Valletta e
Mdina. Luoghi di incomparabile
bellezza, ricchi di storia e tradizio-
ni, situati al centro del Mediterra-
neo, da secoli luogo ideale per gli
scambi culturali, per il dialogo tra
i popoli e le religioni. La sua ricca
storia soggetta a varie dominazioni
e il suo territorio sono molto simili
a quelli della nostra terra. Il viag-
gio ha rappresentato per noi
l’occasione ideale per conoscere
parte della cultura maltese e so-
prattutto approfondire la nostra
conoscenza della lingua inglese. Il
viaggio proposto dal Comune di
Reggio Calabria, che da anni orga-
nizza queste vacanze-studio per
promuovere la conoscenza
dell’inglese soprattutto tra noi gio-
vani, ha previsto un corso di lin-
gua, visite guidate dell’isola e alcu-
ni momenti d’intrattenimento. Il
corso si è articolato in varie fasi: la
prima, test d’ingresso per valutare
il nostro livello di preparazione; la
seconda, inserimento e formazione
delle varie classi; la terza, corso di
lingue vero e proprio con lezioni
partecipate basate prevalentemen-
te sulla conversazione,
giochi logici per potenziare lo spiri-
to di collaborazione e l’intuito ed
esercizi di grammatica. Il corso si è
svolto nel complesso scolastico Ju-
nior College di Msida, con inse-
gnanti di madre lingua della Link
School of English per un totale di
20 ore. La presenza al corso di
algerini, libici e anche qualche ita-
liano, ci ha permesso di conoscere
più da vicino culture diverse dalla
nostra e di interagire in un conte-
sto multietnico per uno scambio
culturale. Le visite hanno consen-
tito di ammirare le bellezze natu-
rali che i magnifici edifici costruiti
nei secoli dai vari popoli che hanno
dominato Malta. Ricordiamo la
Cattedrale di San Giovanni a La
Valletta e il Giardino Harbour. A
Mdina abbiamo assistito ad una
rappresentazione storica e visitato
un piccolo centro di lavorazione
artigianale della filigrana, del ve-
tro e della terracotta. Rilassanti le
passeggiate a St. Julian’s nei pres-
si dell’hotel Golden Vivaldi. Non
sono mancati dei momenti ricreati-
vi: come la gara di disegno, la cac-
cia al tesoro e un pomeriggio di
intrattenimento musicale. Il viag-
gio d’istruzione ha rappresentato
per noi alunni un momenti di
grande importanza culturale ma
anche formativo e di grande valen-
za umana. Un “tempo scuola” di-
verso, ma non per questo meno
formativo.
Ileana Tavilla VA
UN ANNO AL RIGHI
13
In occasione della settimana
“dello studente”, svoltasi
all‟interno del nostro istituto, noi
alunni delle Quinte classi abbia-
mo partecipato ad una conferen-
za veramente interessante dal
titolo “Reggio metropolitana in
un‟ottica di governance cittadi-
na”, tenuta dal dottor Giuseppe
Tuccio, presidente di Cassazione,
il quale con la sua ben nota facili-
tà di parola, ha ammaliato e co-
involto emotivamente tutti i pre-
senti, delineando quelle che po-
tranno essere, in un futuro non
molto lontano, gli scenari che
coinvolgeranno a vario titolo la
nostra città .«La governance me-
tropolitana - ha spiegato il relato-
re- è un processo che coinvolge e
valorizza le varie culture presenti
sul territorio e contribuisce a far
diventare il cittadino protagoni-
sta della propria storia». A noi
reggini è affidato il compito di
rilanciare la nostra città metro-
politana, ha poi continuato il
dott. Tuccio, per riscoprire la
nostra identità classica e per re-
cuperare sia la dignità dell‟uomo
che la storia del nostro territorio,
ricca di cultura, che non ha mai
accettato di essere omologata. Il
percorso tracciato è pertanto
quello di restituire all‟antica no-
bile “Polis” reggina il proprio
ruolo baricentrico, in particolare
sotto il profilo culturale e delle
relazioni istituzionali nel bacino
del Mediterraneo. L‟obiettivo è
tanto prestigioso quanto impe-
gnativo e per perseguirlo bisogna
impegnarsi.
Alla interessante conferenza ha
fatto seguito, a distanza di orni,
un‟altra importante manifesta-
zione presso l‟Aula magna
“Quistelli” dell‟Università degli
Studi Mediterranea, dove abbia-
mo partecipato ad un convegno
su “Reggio metropolitana, per
l‟amicizia mediterranea”, orga-
n izzat o dal l ‟Ass oc iaz ione
“Giornate Mediterranee”, il cui
presidente ed infaticabile promo-
tore delle varie iniziative, aventi
quasi sempre valenza e respiro
internazionale è sempre il dott.
Tuccio. Anche in questa circo-
stanza si sono succeduti, al tavo-
lo dei relatori, prestigiosi nomi
della cultura umanistica sia ita-
liana che mediterranea.
Vincenzo Cammarere VB
livello nazionale dal Centro Pri-
stem per i giochi matematici che,
dopo qualche mese, ha inviato
via e-mail alla responsabile dei
giochi della nostra scuola, la
prof.ssa Gabriella Filocamo, i
nominativi dei primi tre classifi-
cati, del nostro Istituto, per ogni
categoria. Come confermato dalle
statistiche pubblicate dal Centro
Pristem, il nostro istituto è in
linea con i risultati nazionali nel-
la categoria C2, avendo raggiunto
una media di 1,7 quesiti svolti
correttamente contro la media
nazionale di 2,3 , supera la media
nazionale nella categoria L1, a-
vendo svolto correttamente 3,6
quesiti su 3,2 a livello nazionale,
e nella categoria L2 ha uno stac-
co netto con ben 4,8 quesiti svolti
Albert Einstein paragonava il
nostro cervello ad un paracadute:
entrambi funzionano quando si
aprono. I giochi matematici sono
un valido strumento per “aprire”
la mente dei ragazzi, orientarli,
aiutarli a ragionare correttamen-
te, interessarli alle discipline
scientifiche. Come tradizione,
anche quest‟anno il nostro istitu-
to ha partecipato all‟iniziativa
proposta dall‟Università della
Bocconi di Milano riguardante i
giochi matematici. Nel mese di
novembre una trentina di studen-
ti si sono confrontati con proble-
mi “rompicapo”, posti sotto for-
ma di giochi, suddivisi in tre ca-
tegorie di difficoltà. La correzione
degli elaborati è avvenuta a Mila-
no, dalla commissione preposta a
correttamente contro i 3,4 della
media nazionale.
Le professoresse di matematica del
nostro istituto, delegate dal Diri-
gente scolastico avv. Francesco
Praticò, hanno premiato i primi
classificati di ciascuna categoria a
livello scolastico: Cotroneo Arian-
na di I D e De Angelis Vincenzo di
I B a pari merito (cat. C2), Ripepi
Davide di II B (cat. L1) e Vilasi
Andrea di V A (cat. L2), ognuno
dei quali ha ricevuto un lettore
MP3/MP4 da 4GB con radio FM e
display a colori 1,5”.
Andrea Vilasi V A
UN ANNO AL RIGHI
14
L‟ITSG “A.Righi” con le classi
Prime e Seconde, nel mese di a-
prile, ha partecipato, ad un viag-
gio di istruzione di tre giorni, per
visitare alcuni luoghi del Barocco
siciliano come Ragusa, Siracusa e
Caltagirone.
Il 28 aprile, dopo un viaggio du-
rato 5 ore, siamo arrivati a Ragu-
sa Ibla, una ridente cittadina,
situata sui Monti Iblei, con un
centro storico ricco di monumenti
in stile Barocco.
In particolare il Duomo di San
Giorgio, la cattedrale di San Gio-
vanni Battista e il portale di San
Giorgio.
Terminata la visita siamo andati
in un ristorante del luogo a pran-
zare e appena usciti, per
l‟imprevisto di una pioggia – di-
luvio, durata più di due ore, visto
che nessuno di noi era attrezzato
con l‟ombrello, ci siamo bagnati,
anzi inzuppati come Dio coman-
da, dalla testa ai piedi.
La pioggia a cielo aperto, ci ha
permesso di ridere e scherzare
come poche volte nella vita. Il
gioco del bagnarsi, del passeggia-
re sotto la pioggia è stato un mo-
mento di piena allegria. Rientrati
in albergo, ci siamo sistemati e
abbiamo cenato e trascorso la
notte a Siracusa.
La mattina del 29, colazione in
albergo, e partenza per l‟isola di
Ortigia, detta così, ci ha spiegato
la nostra guida per la sua forma a
“quaglia”. Nella cui parte finale,
cioè il “becco”, si trova il castello
Maniace, fortezza militare di ori-
gine spagnola, con grandi capan-
noni dove i militari spagnoli cu-
stodivano le armi e dalle cui feri-
torie uccidevano i nemici che ten-
tavano di assalire il maniero. Il
suo bellissimo affaccio offre
l‟opportunità di sentire il rumore
del mare e vedere Siracusa da un‟altra
angolazione. Al centro dell‟isola si tro-
va il Duomo con una bellissima e altis-
sima facciata barocca, ma che conserva
sapientemente i resti della grandezza
classica greca. La guida ha spiegato che
già in epoca greca, Ortigia rivestiva un
ruolo di centro politico e amministrati-
vo e che ha mantenuto anche nelle epo-
che successive. Nell‟isolotto caratteriz-
zato dalla fonte Aretusa, sorgente di
acqua dolce che sgorga da una grotta a
pochi metri dal mare, vi era la sede del
palazzo del tiranno, quello di Dionigi
prima e di Gerone II poi. Nel Medioevo
e sino ai primi dell‟Ottocento, l‟isola è
stata contenuta all‟interno di poderose
mura che l‟avevano resa una piazza
d‟armi e furono abbattute in epoca ot-
tocentesca. Abbiamo inoltre visitato il
Santuario della Madonna delle Lacrime
e il teatro greco, con le latomie, antiche
cave di pietra, e, qui, all‟interno
dell‟orecchio di Dionisio alto circa 30
metri … abbiamo dato spazio ai nostri
polmoni per mettere a prova l‟eco con
le nostre urla.
Nel pomeriggio siamo andati a visitare
Noto, gioiello del Barocco siciliano.
Architettonicamente definito “giardino
di pietra” perché viene utilizzata, per le
costruzioni, la tenera pietra locale, di
colore tra il dorato e il rosato, ricca-
mente intagliata. Bellissima la facciata
della Cattedrale con ampi spazi e una
scalinata che le dà un‟aureola di regali-
tà.
L‟ultima tappa è stata la visita alla
cittadina di Caltagirone … ridente e
bellissima, posizionata su un cucuzzolo
di collina, la cui attività economica
principale è la lavorazione della cera-
mica, lavorazione che abbiamo visto
dal vivo visitando una fabbrica dove
abbiamo anche acquistato dei tipici
souvenir per le nostre famiglie. Altra
attrazione del luogo è la lunghissima
scalinata con 180 scalini decorati con la
tipica ceramica del luogo. La risalita è
stata dura tanto che arrivare in
cima è stata una bella impresa.
Nel pomeriggio i prof., prima di
partire per Reggio Calabria, ci
hanno lasciati liberi per mezz‟ora
in modo da godere le bellezze del-
la cittadina. E‟ stata una gita
divertente, educativa e costrutti-
va, personalmente ho imparato
molte cose osservando il patrimo-
nio storico- ambientale di queste
tre bellissime città. Soprattutto,
però, perché ci sono stati tanti
momenti di svago e di allegria in
albergo, per la strada e sul pul-
lman, come quando ci siamo
“inzuppati” di pioggia o dentro
l‟orecchio di Dionisio che ha
“subìto” la forza delle nostre ur-
la.
Giovanni Sereno
IIC
Quando frequentare la scuola è un piacere..
tanto da urlare di gioia..
UN ANNO AL RIGHI
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UN ANNO AL RIGHI
In questo particolare momento
storico, il nostro Istituto, aperto
al territorio e sempre attento alla
formazione integrale dei suoi al-
lievi, non poteva non accogliere
con entusiasmo l‟invito a parteci-
pare alla Cerimonia per il 196°
anniversario della fondazione
dell‟Arma dei Carabinieri, tenuta
il 5 giugno, nella Scuola Allievi
“Fava-Garofalo” della nostra
città. Il cerimoniale prevedeva
uno schieramento imponente con
la fanfara del battaglione
“Sicilia”, il gruppo Bandiera del-
la Scuola Allievi di Reggio Cala-
bria, una compagnia speciale e lo
Squadrone Eliportato Cacciatori.
Nel piazzale della caserma, che
faceva da sfondo alle splendide
coreografie dei militari in alta
uniforme, si diffondevano, scan-
diti dalle fanfare, i ritmi di mar-
cia. Uno spettacolo suggestivo
soprattutto per chi, come noi ra-
gazzi, non aveva mai assistito dal
“vivo” ad una parata militare.
Il lungo elenco di onorificenze
assegnate ci ha permesso di costa-
tare come l‟Arma agisca nel se-
gno de l la cont inu i t à e
dell‟impegno a favore della comu-
nità, nella lotta a tutto campo
contro la criminalità organizzata,
e non solo. Abbiamo, inoltre, po-
tuto conoscere più da vicino il
corpo che fu istituito da Vittorio
Emanuele I di Savoia, re di Sar-
degna, con lo scopo di fornire al
Piemonte un corpo di polizia si-
mile a quello francese delle
“Gendarmerie”. Forte emozione
ha suscitato la cerimonia dedica-
ta alla consegna di premi e bene-
merenze ai militari che si sono
distinti in brillanti operazioni,
dando prova di coraggio e attac-
camento alla divisa, mettendo, a
volte, a repentaglio la loro stessa
vita.
E‟ stata una cerimonia ricca di
momenti emozionanti e partico-
lari, colma di figure da cui pren-
dere esempio, di modelli di eroi-
smo vero, da imitare, per far ri-
fiorire e crescere il nostro Territo-
rio, non più all‟insegna della cri-
minalità, ma del riscatto e della
legalità. Forse dovremmo, più
spesso, partecipare a queste ma-
nifestazioni che ci coinvolgono
emotivamente e potenziano quel
senso di appartenenza che non
sempre mostriamo di avere.
Paolo Caridi II B
Saverio Ripepi IIA
Con la legge 211 del 20 Luglio del
2000, la Repubblica Italiana ha
proclamato il 27 Gennaio la
“Giornata della Memoria” in ri-
cordo dello sterminio e delle per-
secuzioni del popolo ebraico, dei
deportati militari e politici nei
campi nazisti. Di fronte alle atro-
cità della storia, si impone l‟alto
dovere della testimonianza e del
ricordo, nella speranza che tali e
spaventosi eventi, non avvenga-
no mai più.
Per non dimenticare, il nostro
Istituto ha accolto l‟iniziativa
promossa dal Sole 24Ore che, in
quella particolare giornata, ha
trasmesso, in diretta video, la
testimonianza di Liliana Segre,
sopravvissuta agli orrori di
Auschwtz. Nella sala delle riunio-
ni, in cui è stata allestita una mo-
stra sulla Shoah, abbiamo potuto
assistere e rivivere, insieme ai
nostri docenti, quella tragica
esperienza, dalla quale abbiamo
tratto insegnamenti fondamenta-
li per il nostro percorso di crescita
come cittadini consapevoli.
La testimonianza della signora
Segre, infatti, ha suscitato in noi
interrogativi e sentimenti di sde-
gno. Nella voce della donna si
avvertiva un dolore ancora vivo
mentre raccontava degli orrori
subiti: dall‟espulsione dalla scuo-
la, alla liberazione da parte dei
russi.
Ricordare ed essere testimoni, per
noi giovani, è un dovere ed un
impegno, per non tradire ancora
una volta le vittime di quel geno-
cidio. Dobbiamo difendere nei
nostri rapporti quotidiani quei
valori di libertà, giustizia, fratel-
lanza che garantiscono agli uomi-
ni di poter vivere insieme, al di là
delle differenze culturali, religiosi
e sociali.
Tomaselli Lucia IV A
Serra Giovanna IV A
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