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Direttore EditorialeGennaro Montuori

Hanno collaborato: M. CarratelliM. CuccoI. Della RagioneC. MontuoriA. PapaM. Parlato

In redazione: Cinzia Montuori

I servizi fotografici sono di: Raffaele Esposito

Copertina e poster di:Gennaro Uccello

Impaginazione eideazione grafica:Gennaro [email protected]

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del corriere espresso:

4 EDITORIALE

6 25 ANNI DOPO.GRAZIE ANCORA

8 NESSUNO COME EL MATADOR CAVANI

12 TUTTI VOGLIONOLA COPPA ITALIA

14 BENE, BRAVO, BI...GON

18 CIAO FRANCO,CI MANCHERAI

20 IL GIOCATORE DEL MESEMAREK HAMSIK

22 SPROFONDO ROSSI: MA ORA NON LO ROVINIAMO

24 LA FOTO DEL MESE

26 NAPOLI, QUANTIPUNTI LASCIATIPER STRADA

32 NAPOLINOVARA

30 FRANCINI.DIFENSORECOL VIZIO DEL GOL

36 LECCENAPOLI

40 ROMANAPOLI

44 NAPOLIPALERMO

48 BOLOGNANAPOLI

52 TIFOSE DOCMONICA SARNELLI

56 LO SPAZIODEI TIFOSI

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Gli articolisti forniscono la propriaprestazione a titolo spontaneo,gratuito e assumendosla responsabilità.

Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. 4267/92 del 28/3/92.

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Carissimi lettori, venticinque anni fa, proprio in questo mese (il 10 Mag-gio), il Napoli conquistava il primo Scudetto della nostra storia e tuttinoi tifosi dobbiamo sentirci in dovere di ricordarlo e di festeggiarlo. Non

potremmo mai dimenticare quella rosa fortissima che, guidata da Bianchi e daFerlaino e sul campo dai due capitani Maradona e Bruscolotti,ci portò in trionfomandando un’intera città in delirio. A ripercorrere quello straordinario successoci ha pensato per noi il grande Mimmo Carratelli. Inoltre, tra qualche giorno, avremo la possibilità di centrareil poker di Coppe Italia, esattamente a cinquant’anni di distanza dal primo dei tre trofei già conquistati, e diquesto ce ne parlerà Mauro Cucco. Inoltre, all’interno del giornale, parleremo di Cavani, ovvero del bomberdei record, di Hamsik, che ha rinnovato il suo contratto, ed una pagina dedicata anche a Francini, terzino go-leador del passato. Ma è giusto sottolineare come non sia stato ricordato nel modo migliore il caro Franco Man-cini, una amico ed un ex-azzurro che ci ha tragicamente lasciati. Badando all’attualità purtroppo gli ultimirisultati dicono che siamo fuori dalla Champions, ma nel calcio, si sa, tutto può accadere. C’è ancora qualcheresidua speranza visto che in queste ultime giornate di campionato tutte le squadre se la stanno giocando aviso aperto come mai prima d’ora. Auguriamoci che, come accaduto in precedenza, i risultati delle altre possanofavorirci nella corsa al terzo posto. Non ho intenzione di bocciare questa squadra, non l’ho mai fatto quest’annoe non lo faccio nemmeno adesso. La disfatta di Bologna non mi induce ad accusare gli azzurri anche perché hosempre detto che tredici giocatori non possono mantenere un ritmo elevato per le tre competizioni. Quelli cheboccio però sono: il presidente De Laurentiis, per non aver mantenuto la parola data in quanto non ha investitonel mercato di gennaio come avrebbe dovuto per potenziare la squadra con innesti decisivi, e boccio il PochoLavezzi, il quale viene sempre meno nei momenti topici della stagione non riuscendo mai a dimostrare di essereun vero fuoriclasse. Anche Mazzarri nelle ultime uscite ha commesso qualche errore ma gli va dato atto di averfatto sempre bene finora. Vi rinnovo il consueto appuntamento televisivo con “Tifosi Napoletani” tutti i giovedì,sulle frequenze di Canale 34, una delle televisioni più di qualità dell’emittenza campana, con un parterre eduna veste rinnovata. La trasmissione sarà visibile anche in streaming live sul nostro sitowww.tifosinapoletani.it, attraverso il quale potrete anche interagire con noi e con il nostro giornale e goderedi una sezione riservata alle News sempre ricca ed aggiornata. Un abbraccio a tutti voi e come sempre, dalprofondo del cuore, Forza Napoli e regalateci almeno la Coppa Italia!

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na cavalcata in testa dalla settima giornata, con la vittoriasiglata da Maradona all’Olimpico contro la Roma, sino alla trente-sima (campionato a 16 squadre), vincendo il primo scudetto contre punti di vantaggio sulla Juventus, e vincendolo con una gior-nata di anticipo, campo imbattuto, maggior numero di vittorie (15)e di partite vinte in trasferta (7), minor numero di sconfitte (3),battendo la Juve in casa e fuori, schierando 18 giocatori con Ma-radona (10 gol) e Carnevale (8) in vetta ai cannonieri. Fu la primaMa.Gi.Ca (Maradona, Giordano, Carnevale). Una difesa di ferro(Garella, Bruscolotti e Ferrara, battitore libero Renica, Moreno Fer-rario stopper). Centrocampo con Bagni, De Napoli e Ciccio Ro-mano, la tata come lo chiamava Maradona, giunto in ottobre amettere ordine. Volpecina, Caffarelli e Muro ragazzi di casa.

La vittoria attesa sessantuno anni. La vittoria esaltata daDiego. La vittoria di una città. La vittoria fissata definitivamenteil 10 maggio 1987 col pareggio al San Paolo (1-1) contro la Fioren-tina, gol di Carnevale e Baggio al suo campionato d’esordio in serieA. Quella domenica la Juventus pareggiò a Verona e l’Inter fu bat-tuta a Bergamo. Le rivali più irriducibili rimasero staccate. Fra i re-cord, 13 partite utili consecutive dalla prima giornata allatredicesima (7 vittorie, 6 pareggi).

La cavalcata portò il Napoli alla sua prima Coppa dei Campioninelle due perfide partite d’esordio contro il Real Madrid. Camposenza pubblico in Spagna per squalifica, insulti dei madridisti agliazzurri e gara sfortunata. Partitissima al San Paolo “gelata” dal goldi Butragueño, el Buitre, l’avvoltoio. Eliminati con rancore.

Il giorno in cui il Napoli, con Maradona, vinse il primo scu-detto, il 10 maggio 1987, radio e giornali raccomandarono: “Napo-letani, lasciate le vostre macchine a casa e recatevi a piedi allostadio. Dopo sarà più bello festeggiare la vittoria passeggiando”.Pochissimi usarono l’automobile. Conclusa la partita, la città di-ventò la vera protagonista della vittoria. Con una fantasia unica eoriginale, con una tempestività sorprendente, con un dispiega-mento di colori e teloni, i napoletani d’ogni ceto e quartiere tra-sformarono il paese del sole nel paese dello scudetto.

Fu tutto un addobbo di striscioni e bandiere. Le strade e lepiazze furono fulmineamente dipinte di azzurro. Ci furono caro-selli di auto dappertutto, auto azzurre con lo scudetto sul cofano.Via Caracciolo fu una fiumana di auto azzurre. Fu festa grande aMergellina e al Vomero, grande animazione alla Sanità, a Forcella,ai Quartieri Spagnoli dove ci fu la festa più bella, festa di popolo.

Industriali e commercianti improvvisati avevano prodotto evendevano coccarde, sciarpe, cappellini, pupazzi, palloncini, distin-tivi, orologi, cravatte, portachiavi, trombe, tamburi, tappi, bottigliedi spumante, torte, poster giganteschi, bengala, botti , magliettecol nome di Maradona, parasoli, t-shirt, camicioni, lampadine ecandele, barattoli di bevande. Molti avevano le facce dipinte di az-zurro col triangolino tricolore.

Pare che il business spontaneo dello scudetto fruttasse venti mi-liardi di lire. Gioia e ricchezza. Artigiani, venditori ambulanti, com-mercianti, piccole industrie e laboratori produssero tutto ciò chec’era da produrre per festeggiare la vittoria. L’economia del vicolo el’ingegno popolano realizzarono un appassionato boom economico.

Ai Quartieri Spagnoli una fabbrica improvvisata, e subitoscomparsa, produsse centinaia di teloni giganteschi coi quali ven-nero avvolte molte facciate di palazzi. Per stendere gli striscionida casa a casa, i tifosi salirono sul tetto degli autobus. Dipinserodi azzurro scalinate, palazzi e fontane. Pittori di strada dipinserostraordinarie gigantografie di Maradona su marciapiedi e vie. Pit-tori acrobatici si issarono sui muri delle case per dipingere Diegoa grandezza smisurata. Su un palazzo di cinque piani, dipinseroun Maradona alto cinque piani e il pittore lasciò appena lo spazioa una finestra che sbucava dal petto del pibe. Ai decumani, il diodel Nilo fu ammantato di azzurro e, in testa, gli misero una grantuba azzurra col tricolore. La statua di Nettuno venne vestita conmaglietta e pantaloncini dei colori del Napoli e, sul tridente, fuposto un grande scudetto. La statua di Dante, nell’omonimapiazza, ebbe uno scudetto su un braccio e un pallone sul piede si-nistro. Ci fu un ironico corteo di bar e con i colori di tutte le squa-dre del campionato.

In cima all’altoforno numero 4 dell’Italsider, a Bagnoli, a 120metri dal suolo sventolò una bandiera azzurra con lo scudetto. Idipendenti del San Carlo appesero uno striscione sulla facciata delteatro: “Azzurri siete la decima di Beethoven”. In un vicolo teseroquesto striscione: “Meglio uno scudetto da leoni che 22 daAgnelli”.

Da balcone a balcone gli striscioni furono centinaia con scritteindimenticabili. “Comm’è bella ‘sta nuttata, si è ‘nu suonno nunme scetate”. “E me diciste sì ‘na sera ‘e maggio”. “Scusate il ritardo”diceva uno striscione parafrasando il titolo di un film di MassimoTroisi. Sul muro del cimitero di Poggioreale apparve questa scritta:“E non sanno che se so’ perso”. Apparvero le immagini di San Gen-narmando con questa poesiola: “San Gennà, non ti crucciare / tulo sai, ti voglio bene, / ma ‘na finta ‘e Maradona / squaglia ‘o sanghedint’ ’e vvene”. La gente cantò: “O mama, mama, mama, sai perchémi batte il corazòn? Ho visto Maradona, ho visto Maradona e,mammà, innamorato son”. Sgorgarono poesie, motti , canzoni eparodie di canzoni napoletane: “E pe’ fa chistu scudetto / vuò sapècomme facette / s’è accattate Maradona / ha futtuto Berlusconi /Bagni, Renica e Garella / pe’ te fa ‘sta squadra bella”.

Ferlaino si camuffò in una Cinquecento per girare la città ecommuoversi all’entusiasmo dei napoletani. Da Firenze, dove vi-veva la sua malinconica degenza dopo l’ictus, Italo Allodi fece per-venire i suoi auguri commossi. Aveva contribuito molto a crearequel successo, ma già nessuno si ricordava di lui.

A mezzanotte i fuochi artificiali illuminarono il golfo. La festadurò sino all’alba. Il giorno dopo, la città fu straordinariamente pu-lita e ordinata. Negli uffici, l’assenteismo calò addirittura dal 15 al10 per cento. Chi aspettava la Napoli dei pazzarielli, il caos, l’entu-siasmo balordo, per criticare e condannare come sempre, restò de-luso. Della festa, e per lungo tempo, restarono le strade e i palazzidipinti di azzurro, gli scudetti giganteschi dipinti ovunque, un’eu-foria pacata e una gioia misurata.

Qualcuno commentò: “Per i napoletani lo scudetto è stata laprima vera occasione per potere gridare tutti insieme non solo Vivail Napoli, ma anche Viva Napoli”.

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Mimmo Carratelli

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NESSUNO COME EL M

Come lui nessuno al mondo. Come lui nessuno in maglia azzurra.L’oro di Napoli in questo momento si chiama Edinson Cavani, pertutti el Matador (o anche Matad’or), l’uomo venuto dal Sudamericache da due anni a questa parte sta trascinando gli azzurri nell’élitedel calcio europeo grazie alla sua moltitudine di reti. Finora si con-tano un qualcosa come 65 gol (tra campionato e coppe) nelle soleultime due stagioni, di cui una cinquantina (49) soltanto in Serie A.Numeri da capogiro, numeri impressionanti per un calciatore cheha soli 24 anni e che è destinato a diventare uno dei più grandi go-leador della storia del calcio. Edinson Cavani rappresenta il proto-tipo dell’attaccante moderno, la faccia pulita del gol, l’atleta di Cristoche svaria su tutto il fronte offensivo, che corre all’impazzata, cherimpiega persino in difesa per aiutare i propri compagni e che poiinfonde la sua esplosività nell’area di rigore avversaria castigandoportieri bravi e meno bravi. Il Napoli non ha mai avuto un attaccantecosì, un fuoriclasse del gol: nessuno ha mai accumulato un qualcosacome 65 reti nei primi due anni in azzurro, nessuno è mai riuscitoa portarsi per due anni di fila oltre quota 20 gol nella classifica deicannonieri del campionato italiano. Ebbene Cavani c’è riuscito: 26gol nella passata stagione, 23 nell’anno corrente. El Matador ha su-perato ben due volte il record di Antonio Vojak, bomber degli anniTrenta, che era stato l’unico azzurro finora ad aver segnato la bel-lezza di 22 reti in una sola stagione (nel 1932-33). Soltanto lui s’èavvicinato a Cavani riuscendo a realizzare 40 reti nel suo primo bien-nio sotto il Vesuvio. Ma Edinson è riuscito a stracciare tutti i recordstabiliti dai grandi goleador della storia del Napoli. Insomma, con-siderando soltanto le reti messe a segno in A nelle loro prime duestagioni partenopee, Cavani ha fatto meglio di Careca (32 gol dal1987 al 1989), Vinicio (34), Altafini e Savoldi (entrambi 30), Mara-dona (25), Giordano (15) e tanti altri ancora. El Matador ha battutotutti, campioni di ieri (come i memorabili Sallustro, Sivori e Jepp-son) così come i primi bomber dell’era De Laurentiis (Sosa e Calaiò).Per di più da quando gioca nel Napoli ha nettamente migliorato lasua media-gol rispetto a quand’era al Palermo: è passato da un gologni tre partite e poco più (3,16) ad una rete ogni gara e mezzo (1,4).C’è poco da fare e tanto da dire: nessuno è come lui. Nessuno riescea far emozionare più di lui. Alcuni gli preferiscono Lavezzi, perché

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ATADOR CAVANIGennaro Montuori

magari il Pocho va ad inebriare i tifosi grazie ai suoi dribbling edalle sue veroniche. Altri lo paragonano a Maradona ma solo e sol-tanto per gli stessi attimi di gioia che sta facendo regalare alla pro-pria tifoseria negli ultimi tempi. Ma, a dirla tutta, Cavani è il verouomo della provvidenza. Giusto elogiare anche Lavezzi per i suoivirtuosismi, ma il Matador è uno che gonfia la rete. E far muoverela rete vale molto di più di uno scatto per saltare un avversario. Igol sono tutto nel calcio e Cavani è un goleador nato. E’ lui il verofuoriclasse del Napoli. E’ lui l’elemento più forte di questa squadra.Più forte di tutto, più forte di tutti, più forte anche dei critici e degliscettici, i quali non credevano minimamente che quest’anno po-tesse ripetere la brillante stagione passata, per di più con un orga-nico più debole rispetto a quello dell’anno scorso. Ebbene Cavani èandato oltre tutto questo, facendo ricredere anche i più pessimisti,coloro che probabilmente o non sanno ancora riconoscere quandoun ragazzo ha la stoffa del campione puro oppure non hanno sa-puto dar fiducia ad un calciatore che è innanzitutto un uomo vero.Le sue parole, pronunciate una settimana fa, sono ricche di signifi-cati: “Voglio portare il Napoli più in alto possibile, voglio vincere. Quisono felice e la mia famiglia si trova bene: la città ci ha accolto moltobene e questo ti fa dare sempre qualcosa in più in campo”. Queste sonoparole di un uomo ambizioso, di un’atleta che ama la maglia e lacittà in cui gioca, un servo di Dio che nella fede ha trovato il suoequilibrio interiore e quindi la sua forza. I tifosi apprezzano tuttoquesto, sentono il loro idolo molto più vicino ai loro cuori di quantonon lo siano stati altri calciatori che hanno vestito l’azzurro. Cavaniè uno di loro, uno di noi. Anche per questo è inimitabile. Nessunocome lui. E grazie a Dio Edi gioca nel Napoli.

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TUTTI VOGLIONO LA

ante aspettative, un unico trofeo. Quest’anno la Coppa Italia non è mai stata così ambita e non si tratta della solita frasedi circostanza che gli addetti ai lavori dichiarano quando si è ormai alla fine della stagione in cui sono già stati scritti tantiverdetti. La vorrebbe la Juve (ovviamente) e la vorrebbe il Napoli (altrettanto ovviamente) ma soprattutto la vorrebberoper svariati motivi ognuno dei protagonisti a cui prenderà parte alla finalissima del 20 Maggio all’Olimpico. E’ vero, infatti,che la Vecchia Signora vorrebbe essere la prima squadra a conquistare la cosiddetta “Stella d’Argento”, onorificenza chespetta a chi conquista almeno 10 volte il trofeo nazionale, e che ad esempio Alex Del Piero voglia concludere la sua carrierain bianconero vincendo l’ultimo titolo rimastogli a disposizione (a prescindere dallo Scudetto); ma è altrettanto vero cheper il Napoli questa Coppa Italia varrebbe di più. Perché molteplici sono i significati che porterebbero alla sua conquista emolteplici sono le componenti che desidererebbero centrarla a tutti i costi. Innanzitutto la gente di Napoli. Dopo anni buie tristi la tifoseria azzurra aspetta con ansia di poter cantare vittoria ed alzare al cielo un trofeo che serva a rimpinguareuna bacheca che non va aggiornata da almeno poco più di un decennio. A tanto, infatti, ammonta il periodo che separadall’ultimo titolo conquistato dalla società azzurra (la Supercoppa italiana del 1990-91, guarda un po’ ai danni della Ju-ventus). Quindici se consideriamo gli anni che separano la finale del prossimo 20 maggio dall’ultima Coppa Italia centratadal Napoli nel 1987 (insieme al Primo Scudetto) grazie a Diego Armando Maradona e Bruno Giordano che di quella edizionedella coppa nazionale ne fu capocannoniere. In più è trascorso praticamente mezzo secolo dal primissimo successo del clubpartenopeo con la Coppa Italia del 1962 conquistata dal Petisso Pesaola allenatore e Rosario Rivellino calciatore. In mezzoil bis del 1976 grazie alle reti di Beppe Savoldi. Del racconto di quelle tre finali vinte ne abbiamo già parlato (qui trovate evi-denziati i tabellini per richiamare quelle tre storiche sfide) ma ri-menzionarle, seppur brevemente, è stato inevitabile.Perché ciò dimostra quanto tempo sia ormai passato dai tempi dei trionfi e dall’epopea di Maradona ad oggi. Il popolo az-zurro ha sete di successo e vorrebbe tornare ad esultare per una vittoria che conta. Così come ci spera anche il PresidenteAurelio De Laurentiis, il quale avrebbe così una grande occasione per ribadire, ancora una volta ed a suon di risultati, l’af-fidabilità e la compiutezza del suo progetto centrando il primo trofeo della sua gestione in soli otto anni. La Coppa Italia:tutti la vogliono, tutti la cercano ed ognuno di loro per un motivo diverso. La sognano i vari Hamsik, Cavani, Gargano eLavezzi, tutti alla ricerca del loro primo trofeo italiano. Paolo Cannavaro assapora il gusto di vincerla da capitano. Insomma,ogni singolo calciatore ha il suo buon motivo per non desiderarla. Tra questi c’è sicuramente Walter Mazzarri che dopo undecennio di onorata e brillante carriera (mai esonerato e sempre in crescendo) meriterebbe un prestigioso riconoscimento,il primo in assoluto. Il tecnico toscano vorrebbe scucirsi di dosso la mera etichetta dell’essere un “bravo allenatore” per co-minciare a sentirsi anche lui un uomo “vincente”. Lui (Mazzarri) che ha voglia di prendersi quella coppa sfuggitagli nel2009 (sempre all’Olimpico) soltanto ai calci di rigore quando allenava la Sampdoria. Ad esultare, quel giorno, fu Goran Pan-dev: a quel tempo attaccante-goleador della Lazio, ora risorsa infinita proprio del Napoli di Mazzarri. Il macedone è unaltro di quelli che vorrebbero a tutti i costi la Coppa: per lui sarebbe la quarta in carriera, proprio come il Napoli in caso disuccesso finale. Due poker niente male. Due poker che si augurano gli oltre 30mila cuori azzurri che invaderanno la Capitalealla ricerca di nuova gloria. Tutti la sognano, tutti la vogliono vincere: la Coppa Italia non è mai stata così desiderata.

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COPPA ITALIAMauro Cucco

TABELLINI FINALI VINTE21 Giugno 1962 Roma (Stadio “Olimpico”)

NAPOLI – SPAL 2-1

NAPOLI: Pontel (46’ Cuman); Molino, Gatti, Girardo; Rivellino,Corelli, Mariani; Ronzon; Tomeazzi, Fraschini, Tacchi All. Pe-saola

SPAL: Patregnani; Muccini, Oliveri, Gori, Cervato, Riva; Del-l’Omodarme, Massei, Mencacci; Micheli, Novelli All. Montanari

Arbitro: Bonetto di TorinoReti: 12’ Corelli (N), 16’ Micheli (S), 78’ Ronzon (N)

13 Giugno 1987 Bergamo (Stadio “Atleti Azzuri d’Italia”)

ATALANTA – NAPOLI 0-1 (ANDATA 0-3)

ATALANTA: Piotti; G.Rossi (75’ Perico), C.Gentile, Icardi, Progna; Strom-berg, Bonacina, Compagno; Magrin, Limido (54’ Cantarutti) All. Sonetti

NAPOLI: Garella; Ferrara, Volpecina (46’ Bruscolotti), Ferrario, Bigliardi;Bagni, De Napoli (75’ Caffarelli), Romano; Carnevale (60’ Muro), Gior-dano, Maradona

Arbitro: Longhi di RomaRete: 85’ Giordano (all’andata 67’ Renica, 71’ Muro, 77’ Bagni)

29 Giugno 1976 Roma (Stadio “Olimpico”)

NAPOLI – VERONA 4-0

NAPOLI: Carmignani; Bruscolotti, La Palma, Burgnich, Vavassori; Orlan-dini, Massa, Juliano, Braglia; Savoldi, Esposito, Braglia All. Delfrati

VERONA: Ginulfi; Bachlecher, Sirena, Guidolin (77’ Vriz), Catellani;Nanni, Franzot, Mascetti; Luppi (67’ Macchi), Moro, Zigoni All. Valca-reggi

Arbitro: Lattanzi di RomaReti: 75’ aut. Ginulfi, 77’ Braglia, 79’, 86’ Savoldi

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BENE, BRAVO,

ene, bravo, Bi…gon. Il presidente del Napoli Aurelio DeLaurentiis ha voluto premiare il lavoro di Riccardo Bigon con altriquattro anno di contratto. E bene ha fatto, vuoi perché si trattadi un giovane dal futuro assicurato, vuoi perché il figlio di Alber-tino Bigon, colui che vinse il secondo scudetto e la supercoppaitaliana nel 1990, ha davvero lavorato bene nei fatti e nei numeridi bilancio. Avremmo allora preferito ascoltare parole di elogioben più articolate dal presidente azzurro e non solo sentir direche il diesse è un bravo ragazzo ed una persona perbene. E’ indi-scutibile affermare che suo lavoro è stato eccezionale e sul camposi sono visti i risultati ottenuti, seppur con un budget striminzitodi investimento mirato prima a sfoltire la rosa e poi a ridurre gliingaggi della precedente gestione ubriacata ed ingolfata da cifrea nove zeri. Il suo lavoro è iniziato il 7 ottobre del 2009, giornoin cui ha avuto inizio l’era Mazzarri. Di affari ne sono stati fatti,di buoni e di cattivi. Andiamo con ordine. Il primo vero affare èstato Andrea Dossena acquistato nel mercato di riparazione del2009 dal Liverpool. Operazione da 4 milioni, anche se c’è da direche l’esterno azzurro non si è mai espresso a quei livelli che tuttiricordavano ai tempi dell’Udinese e della Nazionale. Poi è toccatoall’affare migliore che si potesse realizzare, quello del mercatoestivo successivo, Edinson Cavani, preso in prestito con dirittodi riscatto dal Palermo ad una cifra intorno ai 12 milioni di euro.

Secondo qualcuno l’affare Cavani è stato avviato solo dopo unachiacchierata a cena tra il manager Anellucci ed il vice presidenteEdo De Laurentiis. Magari si tratta solo di una leggenda di mer-cato, fatto sta che fortunatamente il Matador sbarcò a Napoli enon altrove, visto che quel mercato è da ricordare soprattutto peri grandi addii. Quello ad esempio doloroso e, soprattutto vele-noso di Fabio Quagliarella, ceduto alla Juventus sempre con laformula del prestito con diritto di riscatto. Peccato poi aver ce-duto un altro bomber come German Denis all’Udinese, prima inprestito poi a titolo definitivo. Nonostante ciò, bravo comunqueBigon a riuscire sfoltire una rosa piena zeppa di zavorra da unpunto di vista di ingaggi e piazzare giocare a destra e manca inprestito o in comproprietà. Siamo quasi ai giorni nostri, visto econsiderato che l’ultimo mercato è senza dubbio il peggiore dellagestione Bigon, vuoi per danaro speso, vuoi per risultati ottenutisul campo ed infortuni annessi. Prendi il caso Donadel, presorotto e mai utilizzato in stagione. Oppure i vari Britos pagatotroppo caro per essere solo un buon difensore. E Dzemaili, cer-tamente un giocatore di qualità, ma non ancora in grado di essereconsiderato un top player, visto che è stato pagato la bellezza di10 milioni. Per continuare ad esempio con Santana ceduto al Ce-sena  gennaio. Lo stesso Inler è apparso al di sotto delle aspetta-tive rispetto all’investimento. Per non parlare poi dei flop di

mercato. Dal “principito”Sosa, a Chavez passando perFideleff. Tutti argentini a te-stimonianza che di Lavezzi cen’è uno solo. Già, perché ladomanda che tutti si pon-gono senza trovare ancorauna risposta è la seguente:Vargas chi l’ha voluto?Troppo 12 milioni di euro perun giocatore di prospettivama ancora troppo acerbo peril calcio italiano. Giusto che sifaccia le ossa, aspettando ilsuo turno. Anzi la considera-zione che viene spontanea èla seguente: basta operare sulmercato sudamericanoquando in Italia ci sono gioca-tori già sperimentati. Sba-gliando si impara, si dice.Soprattutto si migliora. E al-lora ecco spuntare i nominuovi per il prossimo mercatocome quelli di Ramirez delBologna e di Giovinco delParma. Sperando ovviamenteche Lavezzi resti con la ma-glia azzurra.

B

Altri quattro anni di contratto per il diesse azzurro:da Dossena a Vargas, passando per il Matador.

Ecco tutti i colpi di Riccardo

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BI..GON Manuel Parlato

GENNAIO 2009Arrivi

R. Nome da ModalitàC Samuele Dalla Bona Iraklis fine prestitoD Andrea Dossena Liverpool definitivo (4 milioni €)D Mario D’Urso Lecco fine prestitoC Cosmo Palumbo Lecco fine prestito

ESTATE 2010 - GENNAIO 2011Arrivi

R. Nome da ModalitàP Nicolás Navarro River Plate fine prestitoD Francesco Bruno Fano fine prestitoD Emílson Sánchez Cribari Lazio definitivoD Mario D’Urso Aversa Normanna fine prestitoD Luigi Vitale Livorno fine prestitoC Nicolás Amodio Piacenza fine prestitoC Manuele Blasi Palermo fine prestitoC Samuele Dalla Bona Verona fine prestitoC Jesús Dátolo Olympiakos fine prestitoC Luca Giannone Lecco fine prestitoC José Ernesto Sosa Bayern Monaco definitivoC Hassan Yebda Benfica prest. con dir. di riscattoC Massimiliano Ammendola Crociati Noceto fine prestitoA Cristian Bucchi Cesena fine prestitoA Edinson Cavani Palermo prest. con dir. di riscattoA Camillo Ciano Lecco fine prestitoA Roberto De Zerbi CFR Cluj fine prestitoA Nicolao Dumitru Empoli pr. con dir. di risc. comp.A Lorenzo Insigne Cavese fine prestitoA Cristiano Lucarelli Parma prest. con dir. di riscattoA Piá Torino fine prestitoA Marcelo Zalayeta Juventus via Bologna risoluz. compartecipaz.

PartenzeR. Nome a ModalitàP Nicolás Navarro risoluzione contrattoD Francesco Bruno Atletico Roma prestitoD Matteo Contini Real Saragozza riscatto cartellinoD Mario D’Urso Fondi prestitoD Alessandro Diana Cavese prestito[58]D Francesco Monda Sanremese prestito[67]D Leandro Rinaudo Juventus prest. dir. risc. (0,6 mil. €)C Nicolás Amodio Portogruaro prestito[68]C Mariano Bogliacino Chievo prest. con dir. di risc.[69]C Luca Cigarini Siviglia prest. con dir. di risc.[70]C Samuele Dalla Bona Atalanta prest. con dir. di riscattoC Jesús Dátolo Espanyol prest. con dir. di riscattoC Luca Giannone Matera prestitoC Crescenzo Liccardo Paganese prestitoC Daniele Mannini Sampdoria rinnovo compartecip.C Cosmo Palumbo Aversa Normanna prestitoC Massimiliano Ammendola Aversa Normanna prest. con dir. di riscattoA Emanuele Calaiò Siena risoluz. compartecip.A Camillo Ciano Cavese prestitoA Roberto De Zerbi risoluzione contrattoA Germán Denis Udinese compartecipazioneA Erwin Hoffer Kaiserslautern prest. con dir. di riscattoA Lorenzo Insigne Foggia compartecipazioneA Piá Portogruaro definitivoA Fabio Quagliarella Juventus prest. dir. risc. (4,5 mil. €)A Umberto Varriale Avellino compartecipazioneA Marcelo Zalayeta Kayserispor definitivo

ESTATE 2011Arrivi

R. Nome da ModalitàP Roberto Colombo svincolato[23]P Antonio Rosati Lecce definitivo[24]D Miguel Ángel Britos Bologna definitivo[25]D Francesco Bruno Avellino fine prestitoD Mario D’Urso Fondi fine prestitoD Federico Fernández Estudiantes definitivo[26]D Ignacio Fideleff Newell’s O.B. definitivo[18]D Leandro Rinaudo Juventus fine prestitoC Nicolás Amodio Portogruaro fine prestitoC Davide Bariti Triestina compartecipazione[18]C Mariano Bogliacino Chievo fine prestitoC Luca Cigarini Siviglia fine prestitoC Samuele Dalla Bona Atalanta fine prestitoC Marco Donadel svincolato[27]C Blerim Džemaili Parma definitivo

R. Nome da ModalitàC Luca Giannone Matera fine prestitoC Gökhan Inler Udinese prest. con dir. di risc.[28]C Crescenzo Liccardo Paganese fine prestitoC Daniele Mannini Sampdoria risoluz. compart.[29]C Cosmo Palumbo Aversa Normanna fine prestitoC Mario Santana svincolato[23]A Cristian Bucchi Pescara fine prestitoA Edinson Cavani Palermo [20]A Cristian Chávez San Lorenzo definitivo[22]A Camillo Ciano Cavese fine prestitoA Nicolao Dumitru Empoli risc. compartecip.[30]A Erwin Hoffer Kaiserslautern fine prestitoA Lorenzo Insigne Foggia risoluz. compart.[31]A Cristiano Lucarelli Parma prestito[32]A Goran Pandev Inter prestito[21]

PartenzeR. Nome a ModalitàP Matteo Gianello svincolato[33]P Gennaro Iezzo svincolato[33]P Luigi Sepe Pisa prestitoD Francesco Bruno Giulianova prestitoD Emílson Sánchez Cribari svincolatoD Alessandro Diana Aversa Normanna prestitoD Daniele Donnarumma Nocerina prestitoD Walter Guerra Viareggio prestitoD Armando Izzo Triestina prestitoD Francesco Monda Aversa Normanna prestitoD Christian Piccirillo Aversa Normanna prestitoD Víctor Ruiz Valencia definitivo[34]D Fabiano Santacroce Parma pr. con dir. di ris. com.[19]D Luigi Vitale Bologna prestito[35]C Nicolás Amodio risoluzione contratto[36]C Davide Bariti Vicenza prestito[18]C Manuele Blasi Parma definitivo[19]C Mariano Bogliacino Bari definitivo[37]C Luca Cigarini Atalanta prestito[18]C Carlo Colella Ebolitana prestitoC Samuele Dalla Bona risoluzione contratto[38]C Vincenzo Gatto Aversa Normanna prestitoC Luca Giannone risoluzione contrattoC Crescenzo Liccardo Portogruaro prestitoC Raffaele Maiello Crotone prest. con dir. di risc.[39]C Daniele Mannini Siena compartecipazione[40]C Cosmo Palumbo Monza compartecipazione[41]C Michele Pazienza svincolatoC José Ernesto Sosa Metalist definitivo[17]C Hassan Yebda Benfica fine prestitoA Cristian Bucchi risoluzione contratto[36]A Camillo Ciano Crotone prest. con dir. di risc.[42]A Alessandro De Vena Triestina prestitoA Germán Denis Udinese risoluz. compartecip.[43]A Nicolao Dumitru Empoli prestito[44]A Erwin Hoffer E. Francoforte prest. con dir. di risc.[45]A Lorenzo Insigne Pescara prestitoA Fabio Quagliarella Juventus riscatto cartel. (10,5 mln €)A Simone Simeri Melfi compartecipazioneA Umberto Varriale Aversa Normanna prestito

GENNAIO 2012Arrivi

R. Nome da ModalitàD Daniele Donnarumma Nocerina fine prestitoD Armando Izzo Triestina fine prestitoD Christian Piccirillo Aversa Normanna fine prestitoC Carlo Colella Ebolitana fine prestitoA Mehdi Kabine Carpi definitivo[48]A Soma Novothny[49] Veszprém prest. con dir. di risc.[50]A Eduardo Vargas Univ. de Chile prest. con dir. di risc.[51]

PartenzeR. Nome a ModalitàD Daniele Donnarumma Carpi prestitoD Armando Izzo Avellino compartecipazione[52]D Christian Piccirillo Ebolitana prestitoD Leandro Rinaudo Novara prestito[53]C Giuseppe Iuliano Pro Patria compartecipazioneC Mario Santana Cesena prestito[54]A Cristian Chávez San Lorenzo prestito[55]A Mehdi Kabine Carpi prestito[48]A Giuseppe Mascara Novara definitivo[56]A Gennaro Signorelli Aversa Normanna prestito

Tutte le operazioni di mercato della gestione Bigon

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CIAO FRANCO, CI

“Ciao guagliò”. La sigaretta sempre pronta, anche tra il primo e il secondo tempo di una partita. In fondo cosaavrebbe potuto dire il suo maestro di sempre, il boemo dalla sigaretta sempre accesa, Zdenek Zeman. FrancoMancini era uno che ti diceva in faccia quello che pensava, sputando anche il fumo dalla bocca. Sembrava un

“orso”, così come lo chiamavano i suoi amici del primo Foggia dei Miracoli. Gli occhi spiritati, lo sguardo sempre acceso,ma soprattutto il riflesso del felino. Tra i pali era come un gatto, con i piedi bravo almeno quanto il Baresi dei portieri.Già, perché è stato lui il precursore tra i numeri uno italiani a giocare palla al piede fuori dai pali. Un po’ pazzerello cometutti i grandi portieri lo era, Mancio One. Come Higuita, il colombiano dalla chioma folta, quello del colpo dello scor-pione. Mancini era semplicemente l’Higuita di Matera. Peccato che il destino se lo sia portato via così in fretta. Destinobeffardo, così come lo fu in quella stagione sfortunata del Napoli, 2000-2001, quella della retrocessione. L’anno in cuiproprio al suo maestro di vita e di pallone venne affidato il Napoli. Durò poco, troppo poco la Zemalandia azzurra. E al-lora anche per lui quella avventura divenne insopportabile, come un’onta, quella della retrocessione in B, così comequella di essere messo da parte da chi venne al posto del boemo. Non ce ne voglia Emiliano Mondonico, ma fu propriolui a metterlo da parte per fare spazio ad Alberto Fontana.

Al suo funerale c’erano proprio tutti, dal boemo Zeman che piangeva come un bambino ai mille tifosi che hanno vo-luto rendere omaggio per l’ultima volta all’Higuita di Matera. Tifosi, ma anche dirigenti venuti da ogni e dove comePeppino Pavone, il diesse del Foggia dei miracoli, ma anche i colleghi come Marco Storari ed Emanuele Manitta. Sullasua bara tutte sciarpe di tutti i gruppi organizzati del Foggia calcio e con una maglia del Manfredonia, del Pescara, madal Napoli neppure un telegramma, una telefonata alla moglie Chiara.

Altra nota stonata, poi ripresa da Zeman, è che dopo la sua morte il Pescara è sceso comunque in campo nel doloredi aver perso il grande Franco. Una

settimana dopo è mortoanche il povero Morosini etutti i campionati si sono fer-mati e su tutti i campi poi siè osservato un minuto di rac-

coglimento.

Io lo ri-cordo con affetto

Franco Mancini, dopo unNapoli Empoli giocato sulneutro di Benevento, sta-gione 2001-2002. I suoicompagni lo lasciarono a

piedi, per fargli uno scherzo.E lui, senza pensarci su poi

troppo chiese un passaggio in autofino a Napoli e senza farsi troppi pro-

blemi sciorinò tutte le pecche della sta-gione precedente, quella dell’amara

retrocessione. L’ho rivisto l’ultima volta a Sa-vignano Irpino nel ritiro del nuovo Foggia deiMiracoli, a fianco al maestro di sempre,

Zeman che se l’era portato anche a Pescara,l’ultimo giro sulla giostra  famosa in tutto

il modno e chiamata Zemanlandia. CiaoPsyco ci mancherai! 

Ma dal Napoli nessun messaggio...

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MANCHERAIGennaro Montuori

La carriera di Franco Mancini

Appassionato di musica reggae e per hobby suonava la bat-teria.

Viveva a Manfredonia con la moglie e i suoi due figli, cittàdove si sono svolti i suoi funerali e dove è sepolto.

A lui, il 19 aprile 2012 è stata intitolata la curva nord dellostadio Pino Zaccheria di Foggia.

Nel corso della sua carriera ha collezionato 240 presenze in9 campionati disputati in Serie A e 175 presenze in Serie B.

Cresciuto nella squadra locale del Matera, nella quale giocatre stagioni in Serie C2 (1984-1985, 1985-1986, 1986-1987),passa al Bisceglie dove verrà poi prelevato ad ottobre dal Fog-gia.

Con i satanelli nell’arco di tre anni effettua la scalata dallaSerie C1 alla Serie A, disputando complessivamente nove sta-gioni di cui quattro in Serie A nel 1991-1992, 1992-1993, 1993-1994 e 1994-1995.

Nell’estate del 1991, dopo la promozione in Serie A, giocatitolare nell’undici di Zdenek Zeman. Al termine della pausa in-vernale, nella sua prima stagione passata in Serie A, risulta ilterzo portiere per media voti, dietro a Fabrizio Lorieri e LucaMarchegiani. Al termine della prima stagione in Serie A, Mancinirimane uno dei pochi elementi della rosa a non subire lo stra-volgimento societario voluto dai Casillo[9], e viene così ricon-fermato per la stagione successiva.

Nel 1995 gioca con il Foggia due gare in Serie B prima di es-sere dato in prestito alla Lazio (visti anche gli infortuni di LucaMarchegiani e di Fernando Orsi) con cui colleziona 6 presenzenel campionato 1995-1996; rientra a Foggia l’anno successivodove disputa la sua ultima stagione da rossonero nel campio-nato di Serie B 1996-1997.

Successivamente trova un posto da titolare nel Bari per lestagioni 1997-1998, 1998-1999 e 1999-2000. A ottobre del 2000passa al Napoli col quale retrocederà a fine stagione.

Sotto la guida di Luigi De Canio difende i pali partenopeinell’anno 2001-2002 giocando tutte le 38 partite, e nell’annosuccessivo disputa 27 gare da titolare mentre nelle restantipartite vengono schierati tra i pali Marco Storari in tre occa-

sioni ed Emanuele Manitta per otto volte. Il portiere mate-rano l’anno seguente va a vestire la maglia del Pisa in SerieC1 dall’inizio della stagione 2003-2004 fino al gennaio 2005,per poi trasferirsi alla Sambenedettese, con la quale gioca iplay-off terminati con l’eliminazione subita dal Napoli di EdyReja.

Nel 2005-2006 si trasferisce al Teramo mancando la qualifi-cazione ai play-off e l’anno successivo difende la porta della Sa-lernitana.

Nella stagione 2007-2008 passa titolare al Martina in SerieC1, con cui rescinde il contratto nel mese di gennaio 2008, e altermine della stagione passa alla Fortis Trani, club di Promo-zione Pugliese. L’avventura termina nel mese di dicembre conil definitivo ritiro dal calcio giocato.

Carriera da allenatore

Nella stagione 2009-2010 è stato allenatore in seconda e al-lenatore portieri del Manfredonia in Seconda Divisione.

Nella stagione 2010-2011 è stato l’allenatore dei portieri nelFoggia, nello staff di Zdenek Zeman.

Dal giugno 2011 fino al 30 marzo 2012 ha ricoperto l’inca-rico di allenatore dei portieri nel Pescara, nuova squadra del tec-nico boemo.

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IL GIOCATORE DEL MESE

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IL GIOCATORE DEL MESEMauro Cucco

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Fino al 2016:il futuro è azzurro

ir o’ Marek quant’è bello…e sarà ancora più bello poterloammirare per tanti altri anni. Almeno da qui fino al 2016. Per-ché la favola tutta azzurra d’uno scugnizzo dal piedino fatatonon poteva subire una brusca interruzione. Sarebbe stata unaferita troppo atroce per un popolo che ha saputo regalare unmare d’affetto ad un ragazzotto arrivato dall’Est quand’erapoco più che sedicenne e che all’ombra del Vesuvio ha vissutola sua vera consacrazione calcistica. Marek Hamsik ed il Na-poli: avanti ancora insieme, a dispetto dei detrattori e del mer-cato che per poco (l’estate scorsa) non stava per farlo emigrareal Nord, lì dove il richiamo del Dio denaro sarà magari anchepiù forte, ma nulla è paragonabile alla passione ed al caloreche solo la torcida partenopea è in grado di trasmettere. Chebello il Marek napoletano: quello degli oltre 50 gol in magliaazzurra, quello dalle oltre 200 presenze tra campionato ecoppe, quello che ha preferito metter radici in città sposandola compagna di sempre, Martina Franova, e dando alla luce isuoi due figli Christian (nel 2010) e Lucas (2012). Il rinnovodel contratto vagava nell’aria già da un bel po’ di tempo: l’ac-cordo era stato già trovato nello scorso mese di Novembre edera stato finanche pre-annunciato dal presidente De Lauren-tiis agli inizi di Gennaio nonché ribadito dallo stesso patronnel mese di Marzo. Bisognava soltanto aspettare che le partisi incontrassero, che il suo manager Juraj Venglos arrivassein Italia e che il presidente apponesse la sua firma in calce. DeLaurentiis ha sempre dispensato elogi per un calciatore cheha sempre stimato prima di tutto come uomo e poi comeatleta: “Marek è un ragazzo corretto, ha sposato in pieno la nostracausa. Tra l’altro, è una persona educata e garbata. Quando aveva20 anni, sembrava che ne avesse 30, ha sempre avuto la testa sullespalle e fa parte della nostra famiglia. Sappiamo che è un gran-dissimo elemento di grandissimo spessore umano e grandissimamaturità. Ha una grande capacità atletica di gioco. Ha l’educa-zione che è un prezzo immenso”. L’adeguamento (fino alla sogliadei 2 milioni di euro l’anno) ed il prolungamento del contratto(fino al 2016) sono stati sanciti ufficialmente lo scorso 19Aprile. Lo stesso Marekiaro s’è dimostrato entusiasta di que-sta scelta dichiarando quanto segue sul proprio sito ufficiale:“Il mio rapporto con Napoli e con il Napoli è fortissimo, sono felicedi continuare a dare il mio contributo a questo progetto. E sonoorgoglioso di continuare ad indossare questa maglia ancora permolti anni”. Il rinnovo del contratto di Hamsik, uno dei granditalenti di cui dispone il Napoli, è il chiaro segnale che il clubdel presidente De Laurentiis non vuole adagiarsi sugli obiet-

tivi raggiunti. Anzi, l’asticella risulta essere sempre più alta,le ambizioni sempre più crescenti ed i sogni di gloria semprepiù pressanti. Una mossa ponderata quanto indispensabilequella del rinnovo di Marekiaro per costruire un Napoli sem-pre più forte, sempre più ricco di talento, sempre più vincente.E poi il nuovo accordo ha scalfito anche l’animo dello stessoHamsik facendogli ritrovare la perduta vena realizzativa:prima la magia contro il Lecce, poi lo splendido inserimentoin area col Palermo (sua vittima preferita alla quale ha già se-gnato 6 gol) lo hanno portato a totalizzare finora 11 gol sta-gionali (di cui 9 in campionato). A questo punto, per segnarel’inizio di un nuovo ciclo in concomitanza con il nuovo ac-cordo economico, ad Hamsik non resta che fare quello chenon ha potuto fare fino ad ora: vincere il suo primo trofeo inmaglia azzurra. Vir o’ Marek quant’è bello…il 20 Maggio?

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SPROFONDO ROSSI, MA OR

elio Rossi ha sbagliato. In tutto il polverone che si èalzato forse l’unica cosa certa è questa. Ha sbagliato elo sa anche lui. Non tanto nelle azioni quanto più neimodi. Senza fare troppo i moralisti, se il tecnico violaavesse rifilato a Ljajic solo un paterno sganassone lacosa poteva anche finire lì, e mandarlo via da Firenzesarebbe stato sicuramente eccessivo. Anche perché ilbuonismo a tutti i costi ha abbondantemente stancato.Ma vedere un uomo di quasi sessant’anni che si scagliasu un ragazzino di venti come a volerlo pestare è statoobiettivamente sconvolgente e anche un po’ squallido.

Detto questo sarebbe bello poter tirare una bella

riga e andare avanti. Rossi ha avuto ciò che meritava el’ha accettato senza fiatare, con grande dignità. Segnoche l’uomo c’era e c’è, segno che gli è solo partita un at-timo la brocca, e la brocca a questo mondo può partirea chiunque.

Ora però deve accettare l’inevitabile balletto media-tico che gli si è creato intorno, tra puritani e indulgentiè una guerra senza esclusione di parole: in taluni casiil mantra “qualcuno pensi ai bambini” è abusato piùdella parola “prometto” in campagna elettorale. Questoper tacere di alcuni giornalacci serbi che sono passatiaddirittura alle offese e agli insulti. D’altronde ogni

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A NON LO ROVINIAMOAntonio Papa

buona nazione che si rispetti ha la sua irrinunciabilequota di imbecilli, e noi come loro di certo non fac-ciamo eccezione. Ciò che è veramente triste è che la ul-traventennale e rispettabile carriera del misterromagnolo sarà per sempre segnata da questo episodio.Non per il miracolo Salernitana né per la la Championscon la Lazio, né tantomeno per la sorpresa Palermo;Delio Rossi da oggi in poi sarà ricordato come quelloche ha picchiato Ljajic, venti secondi che contano piùdi vent’anni.

Ecco, se volessimo fare un passo avanti rispetto alpassato sarebbe opportuno evitare quest’ultimo pas-

saggio. Rossi è un allenatore con degli attributi grossicosì, qualità umane riconosciute e un cursus honorumimportante. Bollarlo come “il picchiatore” per un at-timo di follia sarebbe ingeneroso ma soprattutto ingiu-sto.

Auspicare che faccia ammenda dei suoi peccati è su-perfluo perché l’avrà fatto da solo dopo dieci minuti.Possiamo solo augurargli che ritrovi presto la serenitàe una nuova panchina. Concediamo seconde e terzechance ai detenuti, figuriamoci ad un uomo che inpochi secondi ha macchiato un curriculum finora im-macolato. 

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LA FOTO DEL MESE

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di R

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NNAPOLI, QUANTI PUNTI LA

el corso di una stagione virtuosa ed impegnativa, consumatasi tra campionato, Coppa Italia e soprattuttoChampions League, sono innumerevoli le occasioni in cui il Napoli, proprio come accaduto di recente al Dall’Ara diBologna, ha fallito l’opportunità di aggrapparsi al podio dell’alta classifica, il ché significa (ovviamente) partecipareanche alla prossima edizione della vecchia cara Coppa dei Campioni. Quante gare buttate alle ortiche dalla squadradi Mazzarri, quante partite che sembravano essere in pugno. Oltre alla disfatta di Bologna si contano almeno altridieci incontri in cui gli azzurri avrebbero potuto guadagnare tra i 15 ed i 20 punti in più rispetto a quelli accumulatifinora. Ovvio, il dispendioso di energie nel duro impegno di Champions ha inevitabilmente logorato la formazionepartenopea che, nel corso della stagione, s’è pure dimenata in Coppa Italia raggiungendo la finalissima dell’Olimpico.Ma, contestualmente, il Napoli avrebbe potuto finanche centrare più comodamente il terzo posto.

4° GIORNATA, 21 Settembre 2011: CHIEVO-NAPOLI 1-0Il Napoli è alla sua quarta partita in meno di dieci giorni avendo giàdisputato i primi due turni di campionato (lo sciopero dei calciatorifece rinviare la prima giornata) e l’esordio di Champions a Manchester.Mazzarri opta per un massiccio turn-over ed al Bentegodi di Veronascendono così in campo almeno sette ricambi che però non si dimo-streranno all’altezza dei titolari. Contro un Chievo non proprio irresi-stibile sarebbe stato sufficiente non perdere ed invece fu sconfitta:errore elementare di Fideleff e rete di Moscardelli.

7° GIORNATA, 15 Ottobre 2011: NAPOLI-PARMA 1-2E’ l’anticipo di campionato che precede l’attesissimo big-match diChampions contro il Bayern Monaco al San Paolo. Scende in campo unNapoli psicologicamente bloccato e senza dubbio distratto dal presti-gioso confronto con i bavaresi. Il Parma, guidato dall’ex Colomba, giocameglio e si porta in vantaggio. Nella ripresa rimedia il subentrante Ma-scara realizzando il gol di un pareggio che, tutto sommato, potevaanche starci. Ma ad 8’ dalla fine la difesa azzurra si lascia bucare daGiovinco che serve un assist perfetto per il tap-in vincente di Mode-sto.

10° GIORNATA, 29 Ottobre 2011: CATANIA-NAPOLI 2-1Al Massimino gli azzurri passano immediatamente in vantaggio conCavani che si sblocca tornando al gol dopo quasi un mese e mezzo. Gliazzurri però non riescono né ad archiviare la gara né a difendere lo 0-1 e le seconde linee (turn-over obbligato in vista del ritorno col Bayernall’Allianz Arena) combinano guai. La rimonta degli etnei, in superio-rità numerica per l’espulsione di uno sciagurato ed inguardabile San-tana (schierato peraltro fuori ruolo in mezzo al campo) è inevitabile.

11° GIORNATA, 29 Novembre 2011: NAPOLI-JUVENTUS 3-3Manuale di come costruire una performance super per poi gettarla alvento in malo modo. Al termine del primo tempo gli azzurri domanola Vecchia Signora conducendo per 2-0. Nella ripresa la Juve accorciama il Napoli, trascinato da uno straordinario Pandev (autore di unadoppietta), si riporta sul doppio vantaggio (3-1). Da lì però ha iniziola clamorosa rimonta dei bianconeri che pareggiano 3-3 con Pepe al77’.

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Isaia Della RagioneIsaia Della Ragione

SCIATI PER STRADA!

18° GIORNATA, 16 Gennaio 2012: NAPOLI-BOLOGNA 1-1Il Napoli comincia a dare segnali di crisi quando si trova costretto adaffrontare un avversario che, una volta trovato il gol del vantaggio, siarrocca in difesa con dieci uomini dietro la linea del pallone bloccandocosì le corsie esterne ed ogni varco per vie centrali. I felsinei al primo(e unico) tiro in porta fanno gol: ma era soltanto il 14esimo del primotempo ed il Napoli ha sprecato un’intera partita per poter rimontareraccapezzando solo il pareggio con Cavani (di rigore).

21° GIORNATA, 1° Febbraio 2012: NAPOLI-CESENA 0-0Stessa, identica, situazione verificatasi nella gara col Bologna, con unadifferenza: i romagnoli non passano mai in vantaggio ma il Napoli nonriuscirà mai a sfondare la porta difesa da un super Antonioli. Il Cesenaè retrocesso da ultimo della classe in Serie B e questo è un dire tutto.

29° GIORNATA, 25 Marzo 2012: NAPOLI-CATANIA 2-2Il Napoli denota serie difficoltà nel difendersi in presenza dei calci piaz-zati battuti dagli avversari. Dopo i primi 45’ terminati a reti bianchegli azzurri si portano sul 2-0 grazie alle reti di Dzemaili e Cavani, ma isiciliani rimontano grazie a due deviazioni da calci d’angolo con Spollie Lanzafame, quest’ultimo in gol a 5’ dalla fine.

31° GIORNATA, 7 Aprile 2012: LAZIO-NAPOLI 3-1All’Olimpico c’era in ballo un vero e proprio spareggio-Champions: gliazzurri avevano la possibilità di agganciare i biancocelesti al terzoposto (a 3 punti) ed andare in vantaggio nel conteggio degli scontri di-retti. Ma il tutto svanisce anche perché il Napoli, una volta pervenutoal pareggio con Pandev dopo il gol del laziale Candreva, non infondemai il colpo del ko subendo, anzi, le reti di Mauri e Ledesma per il 3-1finale. Un match-ball sprecato.

32° GIORNATA, 11 Aprile 2012: NAPOLI-ATALANTA 1-3Dopo la sconfitta rimediata nella Capitale tutti si aspettavano unaprova d’orgoglio da parte degli uomini di Mazzarri che invece prendonosottogamba l’incontro con in bergamaschi e non approfittano così delpasso falso della Lazio che perde con la Juventus. Subìto lo 0-1 di Bo-naventura, gli azzurri pareggiano con Lavezzi ma gli orobici finisconoper vincere la gara con Bellini e Carmona.

35° GIORNATA, 29 Aprile 2012: ROMA-NAPOLI 2-2Ricordo molto recente, ancora una volta l’Olimpico è stregato. Primotempo letteralmente “regalato” ai giallorossi che passano in vantaggiocon Marquinho. Nella ripresa Mazzarri dà la scossa ai suoi che si sca-tenano con Zuniga (pari) e Cavani (gol dell’1-2). Una serie di occasionisciupate sotto porta fa sì che i partenopei non chiudano il match la-sciando alla Roma la possibilità di pareggiare con Simplicio all’88’.

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di Orsi Vincenzo e Figli S.n.c.

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FRANCINI: DIFENSORE Oggi nel calcio moderno non ci si potrebbe meravigliare più di

niente, ma negli anni ’80 era piuttosto raro vedere un difen-sore segnare tante reti. Per di più il vizio del gol è un connotato

che difficilmente apparteneva a chi si dimenava tra fascia sinistra edil ruolo (all’occorrenza) di centrale difensivo. Ma Giovanni Franciniaveva, evidentemente, un legame particolare con il gol: era uno deipochi che aveva il compito di non farli segnare agli avversari ma cheal tempo stesso riusciva ad avere il fiuto del bomber di razza. Francini,toscano classe ’63 di Massa-Carrara, era l’uomo che era solito farsi tro-vare al posto giusto nel momento giusto. Egli era un abile corridoredella corsia mancina come pochi se ne vedevano in giro all’epoca ma,oggettivamente, anche ai giorni nostri dal momento che tante squadrevanno a pescare all’estero esterni sinistri provetti a causa della carenzadi giovani italiani in quel settore laterale del campo. Gianni Franciniè un calciatore che è rimasto nel cuore dei tifosi del Napoli, squadrain cui approda nell’estate del 1987, dove vi rimase fino al 1994 vin-cendo la Coppa Uefa del 1989, il secondo Scudetto della storia del clubazzurro e la Supercoppa italiana del 1° Settembre 1990 (5-1 alla Ju-ventus). In totale Francini collezionò la bellezza di 184 presenze (re-lative soltanto al campionato) e 10 reti più 3 sigilli in ambito europeo.Il Napoli del presidente Ferlaino lo acquistò dal Torino, la squadra incui crebbe dopo aver iniziato nelle giovanili del Molicciara Massa. Inmaglia granata, con la quale esordì in Serie A nel 1980, oltre un cen-tinaio di presenze ed 8 gol con nel mezzo una parentesi in B nelle filedella Reggiana. Dicevamo i gol. Nonostante fosse un difensore di fa-scia, Francini si ritrovava spesso e volentieri nei tabellini dei marcatorie ciò avvenne anche in partite piuttosto importanti, una su tutte quel“maledetto” ritorno del primo turno della Coppa Campioni del 1987-88 contro il super-Real Madrid di Santillana, Hugo Sanchez e Butra-

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COL VIZIO DEL GOLMauro Cucco

gueno. Sotto lo sguardo ed il tifo dei 90miladel San Paolo (nessun errore di stampa:90mila) gli azzurri dovevano ribaltare il 2-0 del Bernabeu e giocarono i più bei 45’della storia: proprio Francini sbloccò subitoil risultato in avvio ma poi, dopo aver spre-cato tante occasioni per raddoppiare, fu ElBuitre a gelare un Napoli comunque stel-lare. Francini si rese poi protagonista anchenell’edizione 1988-89 della Coppa Uefa,quella che poi portò al trionfo nella magicanotte di Stoccarda. Il terzino toscano eli-minò praticamente da solo i tedeschi dellaLokomotiv Lipsia nei 16esimi di finale se-gnando un gol all’andata in Germania (ri-sultato finale 1-1) e poi mettendo la suafirma anche nella sfida di ritorno realiz-zando il primo dei due gol dei partenopei.Ma non è finita qui: memorabili sono le suefirme nei successi contro Juventus (3-1 alSan Paolo) e Bologna (2-4 al Dall’Ara) chevalsero la conquista dello Scudetto nel1989-90. Di lui si ricordano anche dei golrifilati alla Roma (all’Olimpico), all’Avellinoed al Genoa. Per Francini anche 8 presenzenella Nazionale del ct Vicini e la partecipa-zione alla sfortunata edizione degli Europeidel 1988.

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Doveri di Roma 6

Fontana 5Morganella 5,5

Lisuzzo 6Centurioni 5,5

Paci 5(78’ Dellafiore s.v.)

Gemiti 5,5Porcari 5

Radovanovic 5,5(56’ Pesce 5,5)

Jensen 5,5Caracciolo 5Mascara 5,5

(78’ Rubino s.v.)A disp.: Coser, Rinaudo,Mazzarani, Morimoto.

All.: Tesser 5

NOTE: 30.000 spettatori.Angoli: 6 a 5 per il Napoli

Recuperi: 0’ pt, 4’ st.

De Sanctis 6Campagnaro 6Cannavaro 6,5Aronica 6Maggio 7Gargano 6,5Inler 6(77’ Vargas s.v.)Dzemaili 7Zuniga 6,5(90’ Dossena s.v.)Hamsik 6,5(92’ Ammendola s.v.)Cavani 6,5A disp.: Colombo, Fernan-dez, Fideleff, Britos.All.: Mazzarri 6,5

2 0

34a Giornata 21/04/2012

21’

37’

di Carmine Montuori

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Tagliavento di Terni 6,5

De Sanctis 6Campagnaro 6

(62’ Fernandez 6)Cannavaro 6,5

Aronica 6,5Maggio 7

Gargano 7Inler 6,5

Dzemaili 6,5Zuniga 7

Hamsik 7(71’ Vargas 5,5)

Cavani 7(85’ Dossena s.v.)

A disp.: Colombo, Fideleff,Britos, Ammendola.

All.: Mazzarri 7

NOTE: 15.000 spettatori circa.Angoli: 2 a 1 per il Napoli

Recuperi: 1’ pt, 3’ st.

Benassi 5,5Oddo 5,5Esposito 5Tomovic 5,5Cuadrado 5Delvecchio 5Giacomazzi 5(61’ Bojinov 5,5)Blasi 6Brivio 5,5(71’ Di Matteo 6)Muriel 5(57’ Corvia 5,5)Di Michele 5,5A disp.: Petrachi, Carroz-zieri, Obodo, Bertolacci.All.: Cosmi 5,5

0 2

recupero 33a Giornata 25/04/2012

6’

51’

di C.M.

37

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Rizzoli di Mirandola 6,5

De Sanctis 5,5Fernandez 5Cannavaro 6Aronica 6,5Maggio 6,5

Gargano 6,5Inler 7

Dzemaili 5,5(52’ Pandev 6,5)

Zuniga 6,5Hamsik 6,5Cavani 6,5

(73’ Lavezzi 5,5)A disp.: Colombo, Britos,

Fideleff, Dossena,Vargas.

All.: Mazzarri 6,5

NOTE: 25.000 spettatori circa.Angoli: 8 a 7 per il Napoli

Recuperi: 0’ pt, 3’ st.

Lobont 6Rosi 6,5Kjaer 5,5Heinze 6Taddei 6Pjanic 5(73’ Simplicio 7)Gago 5,5(80’ Greco s.v.)Marquinho 6,5Borini 5,5Totti 6,5Bojan 6(73’ Tallo 6,5)A disp.: Curci, Josè Angel,Perrotta, Piscitella.All.: Luis Enrique 6,5

2

35a Giornata 28/04/2012

41’

87’

48’

67’

2

41

di C.M.

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De Marco di Genova 5

Viviano 6Pisano 6

Munoz 5,5Labrin 5,5

Milanovic 5(63’ Zahavi 5,5)

Bertolo 6(70’ Aguirregaray 6)

Donati 5,5Migliaccio 5,5

Barreto 6Ilicic 6

(50’ Mehmeti 5,5)Hernandez 5,5

A disp.: Tzorvas, Vazquez,Bacinovic, Budan.

All.: Mutti 5,5

NOTE: 41.397 spettatori.Angoli: 5-3 per il Palermo

Recuperi: 2’ pt, 4’ st.

De Sanctis 6,5Fernandez 5,5(85’ Britos s.v.)Cannavaro 7Aronica 6,5Maggio 6,5Gargano 6,5Inler 6,5Hamsik 7(81’ Dossena s.v.)Zuniga 6Pandev 7,5(76’ Lavezzi 6)Cavani 6,5A disp.: Colombo, Grava,Fideleff, Vargas.All.: Mazzarri 7

0

36a Giornata 01/05/2012

15’ rig.

35’

2

45

di C.M.

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Bergonzi di Genova 5

De Sanctis 6Cannavaro 6Aronica 5,5

Britos 5(72’ Dossena 5)

Maggio 5,5(55’ Lavezzi 5)

Gargano 5,5Inler 5,5

(68’ Dzemaili 5)Hamsik 5,5

Zuniga 5Pandev 5Cavani 6

A disp.: Colombo, Grava, Fideleff, Vargas.

All.: Mazzarri 5,5

NOTE: 27.000 spettatori circa.Angoli: 5-4 per il Napoli

Recuperi: 1’ pt, 4’ st.

Agliardi 7Antonsson 6,5Cherubin 6,5Loria 6,5Garics 6Perez 6(83’ Taider 6)Mudingayi 6Morleo 6Diamanti 6,5(80’ Belfodil s.v)Acquafresca 6(58’ Rubin 6,5)Di Vaio 6A disp.: Stojanovic,Sorensen, Crespo, Casini.All.: Pioli 7

2 0

37a Giornata 06/05/2012

17’

64’

49

di C.M.

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TIFOSE DOC

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eapolitan Nu_Classic” è lasigla dell’attuale progetto (che rivisitai “nuovi” ed i “vecchi” classici dellacanzone partenopea) in concerto e sucd, di Monica Sarnelli.

Monica Sarnelli (dalla prima pun-tata, ad ottobre 1996), tra l’altro, è la“voce” in sigla della soap di RaiTre “UN POSTO AL SOLE”, che pro-prio in questi giorni festeggia, nel se-dicesimo anno consecutivo diprogrammazione, l’incredibile tra-guardo delle 3.500 (tremilacinque-cento) puntate.

Dopo una parentesi negli anni ’90,in cui incide in italiano (Romantica,1994; Le cose che non diro’, 1995) edin inglese (Plays …, 1993), torna alleorigini, riscoprendo le sonorità napo-letane, con gli albums “Lazzare felicivolume 1” (2004), “Lazzare felici vo-lume 2” (2007) e la raccolta antologica“Neapolitan power i feel” in cui inter-preta brani come: Chesta sera di NinoD’Angelo, Campagna di James Senesee Franco Del Prete, Lazzarella di Ric-cardo Pazzaglia e Domenico Modugno,la classica O surdato ‘nnammurato diAniello Califano, Maruzzella di RenatoCarosone, oltre a tanti brani del suo“mito” Pino Daniele come: Terra mia,A me me piace ‘o blues, Chi tene ‘omare, Canzone nova, Assaie e Lazzarifelici. In queste incisioni, di “vecchiclassici” e “nuovi classici” della canzonepartenopea, la “produzione artistica” egli “arrangiamenti” sono di Gigi DeRienzo; alla batteria “spicca” Agostino

Marangolo; le chitarre sono di FrancoGiacoia; alle tastiere c’e’ Ernesto Vi-tolo; gli “ospiti speciali” sono tanti e di“grande prestigio”: Peppino Di Capri,James Senese, Enzo Gragnaniello,Lino Cannavacciuolo, Marcello Cola-surdo, Marco Zurzolo, Solis StringQuartet, Alfonso Deidda, Sha One, Pa-trix Duenas.

Nel 2004 partecipa al Premio Ca-rosone; Nel 2005, con Sal Da Vinci eGigi Finizio, e’ in concerto adAgnano per il “G.P. Lotteria”; Nel2007 e’ protagonista in diretta suSKY - con Gigi D’Alessio, AlessandroSiani e Sal Da Vinci - alla festa per ilritorno in serie A della SSC Napolidallo stadio San Paolo di Napoli; Nel

2008 e’ in concerto al “Leuciana Fe-stival” al Belvedere di San Leucio(CE); Nel 2008 “duetta” con NinoD’Angelo, alla serata finale della “Pie-digrotta”, sul palco di Piazza del Ple-biscito a Napoli (con “ospiti illustri”quali: Sophia Loren e Pippo Baudo);Nel 2010 e’ su RAIUNO - con LucioDalla, Jose’ Feliciano ed altri - prota-gonista in “Napoli prima e dopo”; Nel2010 e’ su RAIDUE in “NAPOLIRACCONTA”, programma di GiorgioVerdelli, con la conduzione di EnzoDe Caro.

È stata anche conduttrice, dal1994 al 2003, di Ritmi Urbani, “sto-rica ed innovativa trasmissione musi-cale”, in onda ancora oggi sulletelevisioni locali della Campania.

Attualmente, con la sua band, e’ intour nelle piu’ belle piazze italiane conil suo progetto “NEAPOLITANNU_CLASSIC”. A novembre 2011 hadebuttato al Teatro Sannazaro di Na-poli con lo spettacolo, di storie e can-zoni, “NAPOLI PLEBISCITO ITALIA”,scritto da Monica Sarnelli con DarioAndreano.

In questi giorni (maggio 2012), staultimando il nuovo album “NAPOLIPLEBISCITO ITALIA” parte prima,che contiene le canzoni dell’omonimospettacolo teatrale.

Monica Sarnelli“N

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LO SPAZIO DEI

Il piccolo Luciano tifa Napoli

Paolo, Daniele e Paolo. In curva B per la prima volta insiemea Zio Vincenzo e Zia Simona56

La supertifosa del Napoli Diletta Mereu figliadi Marco e Rosaria

Gennaro Montuori insieme a Michele, Marco e Isaia

del gruppo di Bacoli

Il piccolo tifoso Christian

Rosanna Simonetti

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Via Salita dei

Principi, 47

NAPOLI

081.0383642

Un gruppo di ragazzi della parrocchia s. Alfonso e s. Atanasioche grazie a don Lello Pescicolo hanno potuto assistere

ad una partita del Napoli allo Stadio San Paolo

Corcione con il nipotino Luigi tra Vargas e Zuniga

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TIFOSI

Ilenia piccola tifosa del Napolida Marina Grande di Sorrento

Mena & Marco.Due cuori azzurri

ed un'unica capanna...Il San Paolo!

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