UBS outlook Energia

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Energia Risorse in mutamento UBS outlook Impulsi per la gestione aziendale 2013 Analisi L’energia si fa più cara Prospettive Vento, clima ed energie fossili Soluzioni Ecienza energetica come opportunità

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EnergiaRisorse in mutamento

UBS outlookImpulsi per la gestione aziendale2013

AnalisiL’energia si fa più cara

ProspettiveVento, clima ed energie fossili

SoluzioniEffi cienza energetica come opportunità

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Contenuto

Editoriale ........................................................................................................................3In sintesi .........................................................................................................................4

Parte 1 – AnalisiL’energia si fa più caraIl panorama energetico svizzero ......................................................................................6Mutamenti del mercato svizzero dell’elettricità ................................................................9

Parte 2 – ProspettiveVento, clima ed energie fossiliLa svolta pilotata delle fonti di energia primarie .............................................................14Energie rinnovabili: le fonti energetiche del futuro ........................................................21

Parte 3 – SoluzioniEffi cienza energetica come opportunitàEffi cienza energetica: la migliore fonte di energia alternativa .........................................28Effi cienza energetica conviene ......................................................................................36

Illustrazione di copertina: www.gettyimages.com

www.ubs.com/outlookNo SAP83418D-130183418F-130183418I-1301

Il presente opuscolo è una pubblicazione di marketing che non soggiace alle disposizioni legali in materia di indipendenza dell’analisi fi nanziaria.

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Editoriale

Energia: cambiamento in meglio?

Cara lettrice, caro lettore,

il governo elvetico è convinto che la Svizzera possa e debba soddisfare e soddisferà il suo fabbi-sogno energetico a medio termine senza centrali atomiche. Almeno questo è ciò che prevede la Strategia energetica 2050 per la Svizzera. Quando, come e con cosa si dovrà sostituire l’energia atomica verrà deciso nel corso della consultazione.

Certo è che sarà necessario ridurre i consumi energetici. Entro il 2050 il Consiglio federale vuole praticamente dimezzare i consumi medi per persona e anno rispetto ai consumi del 2000. Ed è altrettanto certo che bisognerà aumentare notevolmente l’effi cienza energetica: stando a quanto affermato dal Consiglio federale, nell’industria, nel commercio e nel settore dei servizi vi è an - cora un notevole potenziale di risparmio. Per sfruttarlo appieno sarebbe opportuno, ad esempio, fi ssare degli obiettivi di effi cienza vincolanti con le aziende.

UBS realizza fi n da subito questo obiettivo. Fra le altre cose abbiamo avviato un parteneriato con l’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC) e promuoviamo il suo modello PMI. Ai nostri clienti PMI rimborsiamo la metà del contributo del primo anno e ricompensiamo le misure soste-nibili con il bonus UBS di effi cienza energetica; a pagina 37 trovate ulteriori informazioni sul nostro impegno. (A proposito di impegno: in qualità di azienda operante a livello internazionale, siamo consapevoli della nostra responsabilità e agiamo di conseguenza. Per questo, in sei anni abbiamo ridotto del 40% le emissioni di CO2 del nostro Gruppo rispetto al 2004.)

Una svolta esplosivaIl nuovo orientamento strategico della politica energetica svizzera rende l’approvvigionamento energetico del Paese un tema estremamente scottante. Sia a livello tecnologico, che economico o politico, la svolta energetica pone enormi sfi de sotto ogni punto di vista.

Anche per l’economia svizzera: cosa può fare per rimanere competitiva, nonostante il probabile aumento dei prezzi energetici e gli investimenti – presumibilmente elevati – necessari per incre-mentare l’effi cienza energetica?

In quest’edizione di UBS outlook dedicata all’energia, i nostri esperti analizzano il tema sotto diversi punti di vista e delineano possibili scenari. Con queste informazioni, auspichiamo di poterle fornire degli elementi utili per prendere le sue decisioni.

Le auguriamo una piacevole lettura

Christine Novakovic, Responsabile Corporate & Institutional Clients

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In sintesi

Parte 1 – Analisi:L’energia si fa più cara

Il panorama energetico svizzeroL’energia è il motore pulsante della nostra società. Senza energia non ci sono luce, calore, mobilità né benessere. Uno sguardo al panora-ma energetico svizzero.Pagina 6

Mutamenti del mercato svizzero dell’elettricitàLa domanda è in aumento. Inoltre, un’elevata sicurezza dell’approvvi-gionamento, l’uscita dal nucleare e la creazione di nuove capacità produttive non si ottengono a costo zero. Pagina 9

Parte 2 – Prospettive:Vento, clima ed energie fossili

Fonti di energia primarie nella svolta pilotataLa svolta energetica è determinata da forze di mercato e politica ener-getica. Quali tendenze si profi lano, cosa condiziona il mix delle fonti di energia primarie e come questo mix evolverà nei prossimi anni.Pagina 14

Le fonti energetiche del futuro sono rinnovabiliChe si tratti di energia idrica, da biomassa, solare, eolica, mareo-motrice o geotermica: in futuro le energie rinnovabili diverranno sempre più importanti. In partico-lare la quota di energia eolica e so-lare evidenzierà una forte crescita.Pagina 21

Parte 3 – Soluzioni:Effi cienza energetica come opportunità

Effi cienza energetica: la migliore fonte di energia alternativaL’effi cienza energetica consente di risparmiare energia e ridurre le emissioni di CO2. L’aumento dei prezzi energetici stimola gli investimenti su questo fronte. Il vero impulso proviene però da una normativa più rigida per tutelare l’ambiente e garantire l’approvvi-gionamento energetico.Pagina 28

L’effi cienza energetica convieneNel quadro della partnership realiz-zata con l’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC), UBS sostiene fi nanziariamente i clienti azien-dali che adottano il modello PMI dell’AEnEC e migliorano la propria effi cienza energetica.Pagina 36

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Energie wird kostbarer Thema

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L’energia si fa più cara

Finora, in Svizzera l’energia era relativamente conveniente. L’auspicato abbandono del-l’energia atomica, il crescente consumo energetico e le quan-tità di petrolio estratto ormai prossime al limite, comporte-ranno tuttavia a lungo termine uno spostamento verso forme di energia rinnovabili. In Sviz-zera, l’elettricità sembra avviata verso un ulteriore rincaro: un approvvigionamento sicuro di energia a impatto zero ha il suo prezzo.

Analisi

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Analisi L’energia si fa più cara

Sibille DussEconoma, UBS SA

Caesar LackEconomo, UBS SA

Il panorama energetico svizzero

In Svizzera il consumo lordo di energia pro capite, intorno ai 40 000 kilowattora (kWh) all’anno, è coperto per circa il 70% da fonti che nei prossimi decenni dovranno essere sostituite, facendo lievitare i prezzi. Il consumo lordo di energia totale degli svizzeri dovrebbe ormai aver raggiunto il suo apice.

L’energia è il motore pulsante della nostra società. Si cela nei prodotti che consumiamo ogni giorno e fa girare l’economia. Senza energia non c’è luce, calore o mobilità. Essendo relativamente poco costosa, fi nora l’energia ha dato pochi grattacapi all’economia. La situa-zione però è destinata a cambiare: la crescita dei consumi a livello globale, la quantità di pe-trolio estratto ormai quasi al limite e l’uscita dal nucleare perseguita da molti Paesi a lungo termine provocheranno un massiccio sposta-mento verso forme di energia sostenibili. Nel prossimo futuro, in assenza di innovazioni tecniche eccezionali, ciò comporterà probabil-mente un aumento dei prezzi.

Il consumo energetico della SvizzeraNel 2011 il consumo lordo di energia della Sviz-zera ammontava a circa 1130 000 tera joule (TJ) ovvero 314 terawattora (TWh) che, conver-titi, danno una cifra pro capite di circa 40 000 kWh, pari a 3,5 tonnellate di gasolio. Le spese dei consumatori fi nali per l’energia hanno raggiunto 31,2 miliardi di franchi (5,3% del PIL), vale a dire circa 3900 franchi pro capite. A parte l’energia idroelettrica e il legno, la Sviz-zera è praticamente sprovvista di fonti ener-getiche. Quindi, approssimativamente l’80% del consumo di energia è coperto da importazioni di petrolio, prodotti petroliferi e combustibili nucleari. La Svizzera ha speso circa 17,5 miliardi nel 2012 per le importazioni energetiche e nello stesso periodo ha esportato elettricità per un valore di circa 6,5 miliardi di franchi. Al netto quindi circa 11 miliardi di franchi, pari all’1,9% del PIL, sono andati all’estero per co-prire il fabbisogno energetico del Paese.

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Consumo energetico lordo della Svizzera

Figura 1

In migliaia di terajoule

Importazioni nette di elettricità

Gas Energia idroelettrica Combustibili nucleari

Altre energie rinnovabili

Legno Scorie Carbone

Prodotti petroliferi

Consumo lordo totale

Fonte: Ufficio federale dell’energia UFE, UBS

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L’energia si fa più cara Analisi

«Tendenzialmente, un aumento dei prezzi dell’energia dovrebbe far sì che il consumo energetico totale della Svizzera perlomeno non cresca ulteriormente.»

La fonte di energia di gran lunga più importante per la Svizzera, con una quota del 44%, è rappresentata dai prodotti petroliferi, seguiti dai combustibili nucleari con il 25%, dall’energia idroelettrica con l’11% e dal gas con il 10%. Il legno e le altre energie rinnovabili raggiungono il 5% (cfr. fi gura 1).

Fabbisogno complessivo stagnante, intensità energetica in caloDal 1950, in Svizzera il consumo di energia è aumentato in media del 3% annuo. La cre-scita demografi ca ed economica stimola la domanda, il progresso tecnico e gli sforzi di in-centivazione dell’effi cienza energetica hanno invece effetti di riduzione dei consumi. La curva ha registrato un netto appiattimento negli anni passati, imputabile alla fl essione dell’inten-sità energetica del PIL (consumo di energia per ogni franco di PIL prodotto al netto dell’in-fl azione). L’intensità energetica, in calo dalla metà degli anni Ottanta, è scesa da 0,75 kWh a 0,58 kWh per franco di PIL, per effetto di in-crementi di effi cienza e misure di risparmio (cfr. fi gura 2). Negli ultimi anni, l’abbassamento dell’intensità energetica ha addirittura segnato una netta accelerazione ed ora scende con una tale rapidità da controbilanciare la crescita economica. Ciò si manifesta nella stagnazione dei consumi energetici totali degli ultimi anni. Nel 2011 si è persino osservato un forte calo del consumo totale. Il 2010 ha probabilmente rap-presentato il punto di svolta. Tendenzialmente, un aumento dei prezzi dovrebbe produrre un’ulteriore fl essione dell’intensità energetica, con la conseguenza che il consumo energe -tico totale della Svizzera perlomeno non cresce-rebbe ulteriormente.

I trasporti, la principale causa del consumo energeticoNel 2011 i settori economici dell’industria e dei servizi hanno consumato rispettivamente il 19,2% e il 15,6% dell’energia; con una quota del 36,5% i trasporti si collocano al primo posto, seguiti dalle famiglie con il 27,2%. Le

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Intensità energetica del PIL

Figura 2

In kWh per franco di PIL al netto dell’inflazione ai prezzi del 2005

Totale Energia Petrolio

Fonte: Seco, Ufficio federale dell’energia UFE, UBS

varie fonti di energia hanno impieghi diversi a seconda del ramo economico. Ad esempio, il carbone, i rifi uti industriali e la nafta pesante vengono utilizzati esclusivamente nel settore industriale, a forte intensità energetica, mentre nel comparto dei servizi si usa quasi esclusi-vamente olio combustibile leggero. Tuttavia, in sostanza nel 2011 il consumo di prodotti pe-troliferi è diminuito per tutte le utenze. Il mag-gior calo si è registrato nelle famiglie, con –21,9%, seguite dai servizi con circa il 20%.

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Minor fabbisogno totale nel settore dei serviziIl consumo energetico è fortemente correlato all’attività (cfr. fi gura 3). Nell’industria, che presenta una notevole intensità energetica, se-gnano di gran lunga i maggiori consumi i pro-duttori di cemento e calcestruzzo. A confronto, il comparto metalli e ferro ne utilizza meno di un decimo, un consumo comunque molto al di sopra della media di 1327 TJ per posto di lavoro a tempo pieno, riscontrata nei rami in-dustriali esaminati.

Il terziario mostra tendenzialmente un con-sumo energetico relativamente basso. Al suo interno, l’istruzione si colloca al primo posto mentre nel 2009 il minor consumo di energia si è osservato nel settore credito e assicura-zioni, con soli 38 TJ per posto di lavoro a tempo pieno.

Atteso un aumento dei prezzi energeticiLa produzione globale di petrolio è prossima al suo apice e, secondo la strategia energetica della Confederazione, tra qualche decennio anche l’energia atomica apparterrà al passato. Questo mette in discussione il 70% delle fonti attuali. L’odierno 15% delle energie rin-novabili dovrà quindi aumentare in misura consistente, con un probabile incremento dei

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Scala a sinistra

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Consumo energetico totale dei diversi settori

In terajoule per posto di lavoro a tempo pieno

Fonte: Ufficio federale dell’energia UFE, UBS

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Figura 3

prezzi. Questi sviluppi racchiudono opportunità, ma anche rischi per l’economia svizzera e gli investitori, che approfon-diremo nei seguenti articoli.

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L’energia si fa più cara Analisi

Carsten SchlufterAnalista, UBS SA

Mutamenti del mercato svizzero dell’elettricità

Il mercato svizzero dell’elettricità attra-versa una fase di mutamento. L’uscita dal nucleare e la creazione di nuove capacità produttive non si ottengono a costo zero. Inoltre, la domanda cresce.

La fornitura di energia a imprese e famiglie è in tutto il mondo una delle maggiori sfi de del nostro tempo. La domanda è destinata ad aumentare nei prossimi decenni, non solo nelle economie in forte crescita dei paesi emer -genti, ma anche nei paesi avanzati. In Svizzera, il Consiglio federale ritiene che, in assenza di misure di risparmio, la domanda potrebbe pas-sare dagli attuali circa 60 TWh a circa 90 TWh nel 2050. Le cause vanno ricercate soprattutto nella prevista espansione demografi ca, nel maggior numero di apparecchi elettrici e nella crescente elettrifi cazione dei trasporti. Inoltre è stata annunciata l’uscita dal nucleare. Tutto ciò trasformerà il mercato svizzero dell’elettricità.

La strategia energetica della Svizzera di fronte a radicali trasformazioniA maggio 2011, nel quadro della nuova stra-tegia energetica, il Consiglio federale ha pub-blicato le «Prospettive energetiche 2050». Gli adeguamenti strategici riguardano sia il fronte dell’offerta, cioè il parco di centrali elettriche («ampliare l’offerta di energia elet-trica») sia quello della domanda («ridurre il consumo di energia elettrica»). Occorre inoltre continuare ad importare energia elettrica, ampliare e modernizzare le reti di distribuzione e incentivare la ricerca in campo energetico.

A seguito della decisione di non sostituire più le centrali atomiche giunte al termine e di abbandonare questa controversa tecnologia, è necessario procedere a una graduale con-versione del sistema svizzero di approvvigiona-mento. Le cinque centrali nucleari esistenti dovranno essere disattivate alla fi ne del loro ci-clo di vita, tra il 2019 e il 2034. La lacuna che prevedibilmente si verrà a creare dovrà essere colmata innanzitutto con il potenziamento

delle centrali idroelettriche e delle energie rin-novabili, come vento e sole. Si sta valutando anche un aumento della produzione di energia elettrica da combustibili fossili (impianti di co-generazione, centrali a gas a ciclo combinato). Nel 2011, in Svizzera l’elettricità è stata ge-nerata per il 53,7% dalle centrali idroelettriche, per il 40,7% dal nucleare e per il 5,6% da impianti alimentati da combustibili fossili e altro, percentuali che soprattutto a partire dalla fi ne di questo decennio subiranno forti variazioni.

Un importante pilastro di questa strategia energetica riguarda inoltre la domanda. Si tratta di provvedimenti volti a ridurre sensibilmente l’atteso incremento della domanda di energia elettrica grazie a una maggiore effi cienza. I principali interventi riguardano il settore delle costruzioni. È inoltre previsto lo sviluppo delle reti di distribuzione fi no alla realizzazione di «smart grid» (reti intelligenti).

Il legislatore decide direttamente la politica energetica, infl uenzando così indirettamente gli investimentiUna politica energetica effi cace si articola intorno a tre obiettivi. In primo luogo deve ga-rantire la sicurezza degli approvvigionamenti, cioè l’energia elettrica deve essere disponibile in qualsiasi momento, poiché i blackout pro-vocano generalmente gravi conseguenze a fa-miglie e imprese, oltre a danni per miliardi all’economia. In secondo luogo, l’energia elet-trica deve avere un costo accessibile, sia in termini di tariffe assolute che in rapporto ad altri Paesi. Prezzi elevati possono essere all’o r-igine di svantaggi comparativi, soprattutto per i settori ad alta intensità energetica. In terzo luogo, occorre contenere gli effetti negativi sull’ambiente della produzione di energia elet-trica. Questo obiettivo è tuttavia diffi cile da valutare. Ad esempio, le centrali nucleari prati-camente non rilasciano CO2, ma non per questo vantano un bilancio ecologico ineccepibile, se si tiene conto dello smaltimento delle scorie o degli effetti dei possibili incidenti.

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Il mix di generazione elettrica, cioè le fonti da cui si ricava l’energia (fossili, nucleari o rinnova-bili), dipende dal quadro legislativo, che infl ui-sce in misura determinante sulle decisioni d’in-vestimento delle imprese approvvigionatrici, in quanto la costruzione delle centrali elettriche richiede capitali ingenti e un orizzonte d’inve-stimento estremamente lungo (30 anni e oltre). Le modifi che delle leggi in materia energe -tica possono avere ricadute negative sui margini della produzione di elettricità e inoltre, una volta creato un mix, non è semplice cambiarlo. La realizzazione di nuove centrali e la sosti-tuzione delle vecchie è legata a investimenti mi-liardi. Sia gli organi politici che gli investitori hanno quindi interesse a conciliare le rispettive posizioni, oltre che a una politica energetica affi dabile e di lunga durata. Il Consiglio federale, con questo mutamento della sua strategia, ha formulato le condizioni a lungo termine che determineranno gli investimenti dei produttori.

Liberalizzazione del mercato nell’UE: un quadro eterogeneoNella maggior parte dei Paesi, compresa la Svizzera, il prezzo per l’utilizzo della rete è re-golamentato, essendo le reti di trasmissione e distribuzione dell’elettricità un esempio di mo-nopolio. Per la produzione si distingue invece tra un modello di prezzo regolamentato e uno di mercato liberalizzato. Nel primo caso, le tariffe sono stabilite da un’autorità di regola-mentazione statale, mentre nel secondo il prezzo si basa essenzialmente sulla domanda e l’offerta. In alcuni Paesi esistono forme miste, come accade negli Stati Uniti, dove vi sono cen-trali interamente regolamentate ed altre sog-gette ai prezzi di mercato. L’UE ha avviato sin dagli anni ’90 la completa liberalizzazione dei mercati dell’elettricità, ormai in larga parte rea-lizzata, seppure ancor oggi la Francia ad esem-pio si oppone a una totale apertura del mercato.

A nostro parere, le esperienze di liberalizzazione fatte all’interno dell’UE forniscono un quadro eterogeneo. Subito dopo l’apertura del mercato, i prezzi sono crollati. Tuttavia, sulla scia del pro-gressivo assottigliamento delle capacità delle centrali, di un aumento della domanda di ener-gia elettrica, di un forte rialzo dei prezzi delle materie prime (carbone e gas), nonché dell’in-troduzione dello scambio di quote di emissioni di CO2, nell’Europa centrale il livello dei prezzi è

gradualmente salito sino a raggiungere circa EUR 85/MWh nell’estate del 2008. La succes-siva recessione e le misure di potenziamento dell’effi cienza energetica hanno però generato un calo della domanda, mentre l’espansione della capacità produttiva, soprattutto nel campo delle energie rinnovabili, ha incrementato l’offerta, facendo scendere i prezzi a circa EUR 40/MWh (situazione a fi ne gennaio 2013).

Pur avendo indubbiamente centrato l’obiettivo della sicurezza degli approvvigionamenti, la liberalizzazione ha anche dato vita a maggiori fl uttuazioni dei prezzi. Impossibile tuttavia sa-pere se con un mercato regolamentato i prezzi sarebbero più o meno aumentati. L’incenti-vazione delle energie rinnovabili da parte dello Stato ha inoltre provocato distorsioni del mer-cato e ne ha notevolmente infl uenzato il modello. Nella sola Germania, la capacità delle centrali eoliche è cresciuta di circa 2 GW all’anno e quella dell’energia solare di 5, fi no a raggiungere gli 8 GW. A fi ne 2012, il totale della capacità in termini sia di energia eolica che di fotovoltaico superava i 30 GW, attestan -dosi quindi a un livello 20 volte maggiore della capacità installata delle centrali nucleari sviz-zere, attualmente di 3,4 GW, seppure occorra distinguere tra la capacità degli impianti e l’effettiva produzione di energia elettrica.

Attualmente, in molti Paesi europei è in corso un dibattito sul ritorno a un modello di prez zo misto o regolamentato. Sia le imprese che gli organi politici propendono sempre più per un allontanamento dal modello liberalizzato. Per le imprese approvvigionatrici infatti gli attuali prezzi di produzione, in virtù dell’eccesso di ca-pacità, sono troppo bassi per costruire ad esempio nuove centrali a gas, come auspicato invece dalla politica in Germania al fi ne di compensare le oscillazioni della produzione di energia eolica e solare. I gestori delle cen -trali stanno anche rifl ettendo sull’opportunità di chiudere permanentemente gli impianti non redditizi. Tutto ciò va a scapito della sicu-rezza degli approvvigionamenti. In Gran Bretagna, il governo porta avanti i suoi piani di costruzione di nuove centrali atomiche. Al momento si delinea tuttavia una situazione in cui i potenziali investitori sarebbero disposti eventualmente a realizzare nuovi impianti solo a prezzi garantiti a lungo termine, pari a oltre

Analisi L’energia si fa più cara

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il doppio degli attuali prezzi di mercato. Appare quindi sempre più chiaro che il modello di mercato europeo non funziona come previsto.

Positivo bilancio intermedio della politica energetica svizzeraSe si considera il raggiungimento degli obiet -tivi di politica energetica, la Svizzera presenta un posizionamento relativamente buono, con un’elevata sicurezza degli approvvigionamenti, un basso livello di emissioni di CO2 e prezzi per il cliente fi nale competitivi. Dal 2009 il mer cato svizzero dell’energia elettrica è parzialmente liberalizzato. I grandi clienti con consumi supe-riori a 100 MWh all’anno possono scegliere i propri fornitori e dal 2014 è prevista l’estensione di questa libertà di scelta a tutti i clienti. Finora tuttavia sono pochi gli utenti che hanno usu-fruito di questa possibilità. Nel 2013 la società Swissgrid ha acquisito la proprietà della rete di trasmissione svizzera ed è ora responsabile non solo della sua gestione, ma anche del suo rinnovamento e potenziamento.

In Svizzera, l’apertura del mercato ha avuto una scarsa incidenza sui prezzi dell’elettricità. Se-condo Elcom, nel 2013 i prezzi per i privati e le aziende sono scesi di circa l’1%, raggiungendo in media rispettivamente 19,4 e 19,3 centesimi per kWh. Gli abbassamenti dei prezzi sono stati motivati in particolare con la riduzione delle tariffe per l’utilizzo delle reti, mentre le imposte e le prestazioni a favore degli enti pubblici sono aumentate del 6–7%.

Da un confronto con altri Paesi europei emerge che i prezzi dell’elettricità in Svizzera sono senz’altro competitivi, con tariffe spesso netta-mente inferiori a Germania, Italia e Austria. I prezzi praticati in Germania alle famiglie sono i più alti d’Europa e superano le tariffe medie svizzere di quasi il 50%. Il motivo va ricercato innanzitutto nelle tasse e imposte notevol -mente più elevate, con cui in Germania viene fi nanziato il potenziamento delle energie rin-novabili. In Svizzera i prezzi per le utenze private sono comunque più alti che in Francia e Fin-landia, che presentano una quota altrettanto elevata di energia nucleare e idroelettrica nell’ambito del mix di generazione elettrica e di conseguenza bassi costi di produzione. Tutta-via, mentre in Svizzera le tasse e le imposte sono inferiori a quelle di altri Paesi europei parago-

nabili al nostro, i costi per il trasporto dalla centrale al consumatore (tariffa per l’utilizzo della rete) sono più alti.

Il futuro del mercato svizzero dell’elettricitàCome accennato, le esperienze fatte in Europa con la liberalizzazione del prezzo sono etero-genee. Per la Svizzera, un vasto modello di mer-cato resta un’alternativa valida; riteniamo altresì probabile un’intensifi cazione dei legami con la rete europea. Il mercato europeo dell’energia elettrica offre infatti il vantaggio di essere suf-fi cientemente grande per compensare le even-tuali oscillazioni della domanda. Si può quindi presupporre un miglioramento della sicurezza degli approvvigionamenti. Il legislatore po-trebbe comunque regolamentare il prezzo per le forme di produzione più convenienti, come ad esempio le centrali idroelettriche, limitando gli aumenti per i consumatori. D’altro canto, un sistema di prezzi regolamentato consente di creare incentivi per la costruzione di nuove centrali. Negli Stati Uniti ad esempio, la regola-mentazione delle centrali è ampiamente diffusa

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e garantisce la sicurezza degli approvvigiona-menti a prezzi concorrenziali.

Il mix di generazione elettrica adatto alla Sviz-zera dovrebbe tenere presenti i tre obiettivi della politica energetica: prezzo, sicurezza degli approvvigionamenti e ambiente. Data la sua struttura topografi ca, la Svizzera si trova nella fortunata condizione di poter produrre 35 TWh, vale a dire una quota elevata di elettricità, sfruttando l’energia idroelettrica, una tecnolo-gia che a nostro parere in Svizzera è possibile e opportuno potenziare. L’energia idroelettrica, oltre ad essere sostenibile ed ecologica, garan-tisce prezzi convenienti e sicurezza degli approv-vigionamenti. Alla luce soprattutto delle possi-bili sovvenzioni (incrociate) e dell’au mento delle tasse, consideriamo invece critica l’eventuale intensifi cazione dell’energia eolica e in una certa misura anche dell’energia solare. Come mostra l’esempio della Germania, le nuove energie rinnovabili possono contribuire notevolmente alla produzione di energia elettrica, ma l’incre-mento di tasse e imposte ad esse associato costituisce uno svantaggio competitivo non tra-scurabile. Si aggiunga poi che la posizione geografi ca della Svizzera va giudicata negativa-mente ai fi ni di uno sfruttamento effi cace dell’energia eolica. Lo stesso dicasi del fotovol-taico, benché in questo caso il potenziale di incremento appaia maggiore.

La costruzione di nuove centrali atomiche ha subito un costante rincaro negli ultimi anni, dovuto a progressi tecnologici e maggiori re-quisiti di sicurezza. In Finlandia il prezzo di un reattore da 1,6 GW nel 2005, all’inizio della costruzione, era stato calcolato in EUR 3 mi-liardi. Ora la messa in esercizio è prevista per il 2016 e il totale dei costi ha raggiunto EUR 8,5 miliardi, quasi il triplo. Data l’incerta redditività, giudichiamo improbabile la costruzione di nuove centrali nucleari in Svizzera. Per contro un ampliamento delle centrali alimentate da combustibili fossili (carbone o gas) sarebbe più conveniente, ma determinerebbe un maggiore impatto sull’ambiente. Attualmente, molti Paesi puntano sulle centrali a gas, che presen-tano una fl essibilità e possibilità di program-mazione elevate ed emissioni di CO2 dimezzate rispetto alle centrali a carbone.

Conclusioni riguardo ai mutamenti del mercato svizzero dell’energia elettrica Il mercato svizzero dell’energia elettrica si trova di fronte a un profondo mutamento. Nei pros-simi anni, la politica e gli investitori, ma anche le imprese approvvigionatrici dovranno pren-dere decisioni che avranno ricadute intense e a lungo termine sui prezzi dell’elettricità e sulla sicurezza degli approvvigionamenti. Noi preve-diamo i seguenti sviluppi:1. tutte le attuali tecnologie di produzione evi-denziano pro e contro. Se le centrali atomiche e a carbone non si possono realizzare senza un sostegno politico, per varie ragioni diamo una valutazione critica degli impianti eolici in Sviz-zera. A nostro avviso, le alternative più probabili sono un potenziamento dell’energia idroelet-trica e di altre energie rinnovabili (fotovoltaico, biomassa), nonché la costruzione di nuove centrali a gas;2. una buona società di gestione può contri-buire a migliorare l’effi cienza delle reti energe-tiche, a ridurre i prezzi dell’elettricità e a mante-nere alta la sicurezza degli approvvigionamenti. In Paesi come Gran Bretagna, Spagna e Italia, le società di gestione delle reti sono da lungo tempo un fattore di successo. Grazie alla loro struttura privata contribuiscono a generare in-vestimenti in moderne reti elettriche; la rego-lamentazione della loro attività consente una gestione più effi ciente delle aziende e una ridu-zione delle tariffe per l’utilizzo delle reti, mentre per gli investitori rappresentano allettanti opportunità d’investimento in un settore con ricavi stabili e rendimenti interessanti;3. le misure di effi cienza energetica hanno un’elevata priorità nell’ambito della strategia na zionale; è quindi auspicabile portarle avanti e incentivarle. Con una migliore effi cienza ener-getica gli utenti possono ridurre il fabbisogno alla fonte, con una conseguente minore neces-sità di nuove centrali. In effetti, l’effi cienza energetica è spesso defi nita il «miglior combu-stibile alternativo». I provvedimenti fi nalizzati all’effi cienza energetica possono dunque con-tribuire a ridurre i prezzi e le fatture per l’elettricità;4. l’uscita dal nucleare, che con circa 25 TWh produce una grossa parte dell’energia elettrica, e il rinnovamento del parco di centrali richie-dono denaro. Nel lungo periodo prevediamo pertanto un incremento dei prezzi dell’energia elettrica per i consumatori.

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Energie wird kostbarer Thema

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Vento, clima ed energie fossili A medio-lungo termine, l’ener-gia eolica e il fotovoltaico assumeranno un ruolo chiave nell’approvvigionamento energetico. Un’analisi obiettiva non lascia però dubbi: con ogni probabilità, anche tra 20 anni la loro quota nel mix di energie primarie sarà relativamente contenuta. Anche nel 2030 l’offerta energetica sarà presu-mibilmente guidata da gas naturale e carbone.

Prospettive

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UBS outlook14

Prospettive Vento, clima ed energie fossili

Forze di mercato e politica energetica decretano la svolta energetica. Per gli in-vestitori è interessante capire quali ten-denze si profi lano, cosa condiziona il mix delle fonti di energia primarie e come questo mix evolverà nei prossimi anni.

La combinazione di fonti globali di energia primarie (il mix di energie primarie) di regola muta molto lentamente. Questo perché nel settore Energia gli investimenti hanno orizzonti molto ampi e l’infrastruttura lunghi cicli di vita. Tra il 1980 e il 2009 la quota del carbone nel mix di energie primarie è salita di poco (dal 25 al 27%), così come le quote di energia idrica e da biomassa. I veri cambiamenti si sono visti invece su petrolio e gas naturale. La quota di petrolio si è contratta da quasi il 43 al 33%, mentre quella di gas naturale è pas-sata dal 17 al 21%. È nettamente aumentata anche la quota di energia atomica ed energie rinno vabili, anche se resta marginale in termini assoluti.

L’industria elettrica è il settore economico a maggior consumo di energia primaria, dove è

La svolta pilotata delle fonti di energia primarie

di particolare importanza (cfr. fi gura 4). Negli ultimi quarant’anni, la domanda globale di cor-rente elettrica è triplicata, evidenziando quindi una crescita notevolmente superiore al consumo energetico in generale, che invece è «solo» raddoppiato. Poiché l’elettricità si ottiene solo tramite trasformazione di energia primaria, parliamo in questo caso di energia secondaria. Il mix di generazione elettrica, ossia la fonte da cui si produce elettricità, è cambiato negli ultimi anni (cfr. fi gura 5). Il carbone è la fonte principale con una quota del 41%. Ma anche gas naturale, forza idraulica ed energia nu-cleare giocano un ruolo notevole nella genera-zione elettrica e il loro impiego è molto au-mentato negli ultimi decenni. Si sono imposte anche le energie rinnovabili, benché la loro quota globale resti relativamente esigua.

37%

13%8%

7%

19%

16%

Ruolo particolare dell’industriaelettrica come maggiore consumatoreConsumo di energia primaria per settori economici

Figura 4

Generazione dicorrente elettrica

Altri settoridell’Energia

Industria

Trasporti

Edilizia

Altri

Fonte: International Energy Agency – Key World Energy Statistics 2010

1 Inoltre si fanno ipotesi sulla crescita economica, sull’andamento demografi co e sul progresso tecnico. La grande incertezza soprattutto nei presupposti politici signifi ca che i risultati non vanno interpretati come previsioni ma piuttosto come proiezioni in grado di dare un’idea degli sviluppi, purché si verifi chino determinate ipotesi.

Carsten SchlufterAnalista, UBS SA

41%

21%

6%3%

13%

16%

Carbone e gas sono indispensabiliper la produzione elettrica

Figura 5

Mix di generazione elettrica per fonti di energia

Fonte: International Energy Agency – Key World Energy Statistics 2010

Petrolio

Carbone

Gas

Energia atomica

Potenza idraulica

Altre (incl. energierinnovabili)

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UBS outlook 15

Vento, clima ed energie fossili Prospettive

Composizione del mix di energie primarie

Attualmente il petrolio occupa la quota maggiore nel mix di energie primarie e aumenterà ancora in termini asso-luti. Ma la quota di petrolio è continuamente diminuita negli ultimi 40 anni e continuerà a farlo.

Il carbone è al secondo posto nel mix di energie globale e nei prossimi anni aumenterà in misura superiore alla media in termini assoluti, fi no al 2020, quando la quota relativa dovrebbe iniziare a calare.

Il gas naturale è l’unica materia prima capace di incre-mentare la propria quota sia relativa che assoluta. La domanda di gas dovrebbe aumentare a una velocità doppia rispetto a carbone e petrolio.

Le energie rinnovabili aumenteranno in termini assoluti nei prossimi anni ma la loro quota risulterà solo legger-mente potenziata. Le fonti energetiche fossili continue-ranno così a dominare.

33%

21%

27%

6%

2% 10%

1%

Dominano le fonti energetiche fossili (petrolio,carbone, gas)

Fonte: International Energy Agency – World Energy Outlook 2011International Energy Agency – Key World Energy Statistics 2010

Petrolio

Carbone

Gas

Energia atomica

Potenza idraulica

Biomassa

Energie rinnovabili

Attuale mix di energia primaria globale

Scenari del mix di energie primarieL’orientamento politico in materia energetica nei vari Paesi è la vera incognita quando si tenta di proiettare il mix di energie primarie nel fu-turo.1 Ecco perché vengono defi niti vari scenari a seconda del grado di determinazione nell’at-tuare gli obiettivi di politica ambientale. Nel suo scenario di base (maggiore probabilità di verifi carsi) l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), alle cui stime più recenti ci riferiamo in questo capitolo, prevede che gli attuali orienta-menti, obiettivi e programmi politici vengano perseguiti anche in futuro. Lo scenario di riferi-mento adotta la poco probabile ipotesi che non vi saranno ulteriori misure di infl uenza politica e che quindi gli attuali obiettivi verranno abbandonati in futuro. Il terzo scenario pre-vede l’attuazione di obiettivi ambientali partico-larmente rigidi, soprattutto per quanto attiene alla protezione del clima.2

Secondo lo scenario di base, l’incremento della domanda energetica mondiale salirà di circa il 40% entro il 2035. Nello scenario di riferimento la domanda aumenterà di oltre il 50% mentre nel rigido scenario di tutela del clima la crescita si fermerà al 23%. Tutti gli scenari prevedono comunque un incremento della domanda. La quota di fonti energetiche fossili scenderà solo leggermente, dall’81 all’80% nello scenario di riferimento, al 75% nello scenario di base e al 62% in quello di protezione del clima. Le fonti fossili si confermano in tutti e tre gli scenari le principali risorse energetiche anche nel 2035.3

2 La AIE defi nisce questo scenario di protezione del clima anche come scenario 450 perché sottintende la volontà politica di limitare la concentrazione di gas serra a 450 parti per milione di CO2 equivalente. 3 Altri istituti di energia e gruppi energetici giungono a simili risultati nei propri studi.

«Tutti gli scenari prevedono un incremento della domanda di energia fi no al 2035 – a seconda dello scenario tra il 23 e il 50%.»

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Gas naturale ed energie rinnovabili conquistano quote

Fonte: International Energy Agency – World Energy Outlook 2011International Energy Agency – Key World Energy Statistics 2010

PetrolioCarbone

GasEnergia atomica

Potenza idraulica Energie rinnovabiliBiomassa

Sviluppo previsto del mix di energia globale

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Prospettive Vento, clima ed energie fossili

Petrolio: perde sempre più quota nel mix di energie primarieIl petrolio registrerà il tasso di crescita di gran lunga più basso tra tutte le principali fonti di energia. Il petrolio è utilizzato soprattutto nei trasporti. In altri settori, come la generazione elettrica e l’industria, dovrebbe venire sostituito da alternative più convenienti, come il gas naturale.

La domanda di petrolio, solo moderatamente in aumento a livello globale, è sostenuta dal ripido incremento della domanda dai Paesi emergenti (Cina, India e Medio Oriente su tutti), dove le stime dell’OCSE indicano che il numero di persone del ceto medio e quindi di poten ziali acquirenti di automobili salirà di circa tre miliardi nei prossimi 20 anni.4 Nei Paesi OCSE è previsto invece un continuo calo della domanda di petrolio. Questa fl essione nei Paesi industrializzati è legata alla migliorata effi cienza delle tecnologie motoristiche. Inoltre, alcuni Paesi avanzati intendono ridurre la propria dipendenza dalle importazioni di petro-lio puntando su una diversifi cazione del proprio mix nazionale di energie. Queste preoccupa-zioni sono condivise anche dai Paesi emergenti, come Cina e India. Poiché fi nora nei trasporti nessuna fonte energetica è riuscita a sostituire degnamente il petrolio per la sua convenienza e facilità d’uso, non esistono alternative, almeno sul fronte dei veicoli privati.

Tendenze nel settore petroliferoLa crescente attività estrattiva di olio di scisto e le varie riserve di olio non convenzionali, come sabbie bituminose o asfaltene: scisti bitu-minosi sono rocce che contengono bitume od oli fl ussanti, utilizzati soprattutto negli Stati Uniti. La sabbia bituminosa è uno stadio pre-liminare del petrolio, composta da una miscela di argilla, silicati, acqua, greggio e altre so-stanze; i maggiori giacimenti di sabbia bitumi-nosa si trovano in Canada e Venezuela. La AIE prevede una produzione in netta crescita. Le nuove tecnologie hanno permesso di sfruttare questi giacimenti e l’elevato prezzo del petrolio li ha resi economicamente redditizi. L’estrazione di olio di scisto in America del Nord conviene solo a partire da un prezzo del petrolio di circa 50 dollari USA/barile. Con l’estrazione, le quantità di produzione da nuovi giacimenti di olio di scisto diminuiscono rapidamente dopo la prima perforazione. L’infrastruttura negli Stati Uniti non ha poi saputo stare al passo con questi sviluppi, e quindi sono necessari nuovi investimenti. I giacimenti di olio di scisto in Nord America non rivestono ancora un ruolo signifi cativo per il mix di energie globale; bisognerebbe estrarre olio di scisto in tutto il mondo. Questo olio è presente anche in molti

«Nella generazione elettrica e nell’industria, in futuro il petrolio dovrebbe venir sostituito da alternative più convenienti come il gas naturale.»

4 Kharas, Homi, «The emerging middle class in developing countries», OECD Development Centre, Working Paper No. 285, gennaio 2010

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UBS outlook 17

Vento, clima ed energie fossili Prospettive

altri posti al mondo (ad esempio nei bacini pa-rigini) e potrebbe diventare determinante per la sicurezza dell’approvvigionamento. I metodi di estrazione (soprattutto il fracturing, che immette grandi quantità di acqua e sostanze chimiche nel terreno) sono ancora controversi e quindi lo sviluppo subisce spesso battute d’arresto sulla scorta dei dubbi per la sostenibilità ambientale.

Sviluppo di giacimenti petroliferi in acque profonde dell’Atlantico al largo delle coste bra-siliane: nel 2006 furono individuati grandi giacimenti petroliferi davanti alle coste del Bra-sile. Le stime sulle quantità di petrolio estrai -bili divergono molto. La cosa certa è che queste riserve potrebbero rendere il Paese uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo. Tro-vandosi in acque profonde e in parte sotto due chilometri di spessi strati salini, l’estrazione dai giacimenti è tecnicamente molto diffi cile e richiede ingenti investimenti nei prossimi anni. Secondo i piani dell’azienda petrolifera statale, Petrobras, entro il 2016 si investiranno circa 142 miliardi di dollari USA nello sviluppo di queste riserve.

Carbone: i Paesi emergenti trascinano la crescitaLa domanda di carbone è sostenuta soprattutto dalla produzione di energia elettrica, che rap-presenta circa due terzi della domanda. Nella generazione elettrica il carbone è di gran lunga la fonte principale, con una quota del 41%. In Cina l’attuale quota di carbone raggiunge persino circa l’80% e in India il 70%.

Negli ultimi anni la domanda di carbone dai Paesi emergenti è addirittura esplosa. Questa regione si conferma il principale mercato di sbocco anche per il futuro. Cina, India e Indo-nesia fanno insieme quasi il 90% della cre -s cita futura della domanda di carbone dai Paesi non OCSE. La quota cinese sulla domanda globale di carbone dovrebbe superare in pochi anni il 50%.

Nelle nazioni industriali avanzate il carbone tende ad essere sostituito da gas ed energie rin-novabili, e quindi la sua domanda si contrae. Questo perché la combustione di carbone e le relative emissioni di anidride carbonica sono dannose per il clima. L’inquinamento da com-bustione del carbone diventa sempre più un

problema serio nei Paesi emergenti asiatici. Con una politica più rigorosa (scenario di tutela ambientale), secondo l’AIE la quota di car bone nel mix di energie dovrebbe scendere al solo 16% entro il 2035. Il carbone ha però impor-tanti vantaggi dal punto di vista della politica energetica. È relativamente conveniente e offre a molti Paesi un buon grado di sicurezza nell’ap-provvigionamento. Le riserve carbonifere ba-sterebbero ancora per quasi 150 anni agli attuali livelli di sfruttamento. Diversamente dal petro-lio, le riserve di carbone sono geografi camente meglio distribuite.

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Tendenze nel settore del carboneSviluppo di tecnologie che consentono una com-bustione più eco-sostenibile: il punto debole del carbone come fonte energetica sta nelle ele-vate emissioni prodotte in fase di combustione e trasformazione in elettricità. La tecnologia car-bondioxide capture and storage (CCS) per-mette di separare e raccogliere nel sottosuolo i gas di CO2 dannosi evitando che fi niscano nell’atmosfera. Finora queste tecnologie CCS non hanno avuto successo visto che sono costose e l’infrastruttura è assente. L’impiego di tecnologie CCS in centrali elettriche solitamente viene sovvenzionato dalla mano pubblica. Un ulteriore fattore di incertezza sta nella tendenza verso un maggiore impiego di gas non con-venzionale, che abbassa il prezzo del gas natu-rale rendendolo quindi più competitivo. Resta ancora da capire fi no a che punto la tecnologia CCS saprà affermarsi.

Trasformazione e gassifi cazione del carbone: la gassifi cazione sotterranea del carbone (under-ground coal gasifi cation, UCG) è una soluzione interessante soprattutto per Paesi con riserve carbonifere che consentono solo un ridotto grado di sfruttamento. La gassifi cazione rende utilizzabili giacimenti carboniferi inadatti a un’estrazione diretta di carbone. La liquefazione del gas così prodotto è fattibile solo a un prezzo del petrolio relativamente elevato. Ma per ri-durre la dipendenza dalle importazioni di petro-lio si procede anche alla liquefazione del car-bone, un procedimento impiegato con successo in Cina, Sudafrica e Stati Uniti.

Gas naturale: grandi opportunità nei prossimi decenniLa domanda di gas è sostenuta soprattutto dal settore della generazione elettrica e la sua quota nel mix di elettricità salirà ancora fi no al 2035, questo perché il gas ha emissioni di CO2 nettamente inferiori rispetto al carbone, effi -cienza termica e fl essibilità operativa maggiori, necessità di investimento minori e tempi di costruzione inferiori. Il settore edilizio (riscalda-mento e acqua sanitaria) è la seconda fonte di domanda di gas, anche se si prevede una cre-scita alquanto ridotta. Nell’industria e nei trasporti risiede invece un maggiore potenziale di crescita.

Dai Paesi non OCSE deriva oltre l’80% della crescita della domanda e, proprio come per pe-trolio e carbone, anche qui gioca un ruolo determinante la domanda dalla Cina. Secondo lo scenario di base, nei Paesi non OCSE la domanda dovrebbe aumentare di circa il 2,4% all’anno portando la quota sul mix di energie primarie dal 14 al 19% entro il 2035. Anche nei Paesi OCSE la domanda di gas continuerà ad aumentare (0,7% all’anno).

In un rapporto uscito nell’estate 2011 la AIE parla di un’imminente «era d’oro del gas». Gli autori rimandano ai vantaggi del gas sul fronte della domanda: l’utilizzo fl essibile, la relativa sicurezza tecnica e il miglior bilancio ambientale rispetto ad altri combustibili fossili. In più si aggiungono vantaggi sul lato dell’offerta in ter-mini di sicurezza nell’approvvigionamento: la dimensione delle riserve di gas conosciute e l’ampia distribuzione geografi ca di questi gia-cimenti. Nell’ottica dei tre obiettivi primari della politica energetica, redditività economica, sicu-rezza dell’approvvigionamento ed eco-compati-bilità, il gas naturale dovrebbe essere valutato positivamente in quasi tutte le regioni.

Tendenze nel settore del gas naturaleSfruttamento ed estrazione mondiale di riserve di gas non convenzionali: sono di partico -lare importanza i giacimenti di gas di scisto negli Stati Uniti. Si tratta di gas naturale legato in rocce sedimentarie scistose. Le riserve di gas di scisto sono enormi e potrebbero soddisfare il consumo nordamericano per decenni. Queste riserve di gas sono importanti anche per l’in-dipendenza dalle importazioni. Negli Stati Uniti la quota di gas di scisto sull’intera produzione di gas nazionale è salita dal 1% nel 2000 all’at-tuale circa 25%, comportando il crollo del prezzo di gas naturale nel Paese. Anche se la questione è ancora politicamente dibattuta, nel prossimo futuro gli Stati Uniti potrebbero ad-dirittura esportare se continuassero ad incre-mentare in modo costante la produzione di gas metano. Le riserve di gas non convenzionali sono ben distribuite a livello geografi co, e la AIE ritiene che tutte le regioni del mondo dispon-gano di risorse di gas estraibili che, tenendo fermo l’attuale tasso di consumo, potrebbero bastare per almeno 75 anni. A livello globale

Prospettive Vento, clima ed energie fossili

«In un rapporto uscito nell’estate 2011 l’Agenzia internazionale dell’energia parla di unimminente ‹periodo d’oro del gas›.»

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la quota di gas non convenzionali sull’intera produzione di gas è del 13%, ma nel 2023 po-trebbe salire al 22%. In Europa la Polonia è in prima linea nello sviluppo di giacimenti di gas non convenzionale. Affi nché questo sviluppo possa continuare sono necessari ingenti investi-menti in infrastrutture, come la realizzazione di condutture e la costruzione di terminali GNL (liquefi ed natural gas, raffreddato e portato allo stato liquido per la riduzione del volume). Come per il scisto bituminoso, anche qui sono forti i dubbi in materia di eco-compatibilità dei processi estrattivi. A ogni perforazione occorre pompare da circa 7500 a 20 000 metri cubi di acqua (e sostanze chimiche). La preoccupa-zione riguarda soprattutto l’elevato consumo idrico e il rischio di contaminazione delle falde acquifere.

Il gas naturale liquefatto (GNL) rafforza il com-mercio internazionale di gas: la tecnica di raf-freddare il gas naturale a meno 163 °C, di lique-farlo riducendo quindi notevolmente il suo volume, viene impiegata già da diversi decenni. Negli ultimi dieci anni la sua diffusione è au-mentata, consentendo l’apertura di nuovi centri di estrazione. Il gas naturale può quindi anche essere estratto in territori remoti e trasportato ai mercati al consumo ovunque nel mondo. Questo sviluppo condurrà nel tempo a una glo-balizzazione dei mercati regionali del gas. Le regioni potrebbero aumentare lo scambio reci-proco di volumi e i prezzi del gas, oggi ancora

geografi camente molto divergenti, potrebbero trovare un equilibrio.

Energia atomica: futuro incertoL’energia atomica ha vissuto una sorta di piccola rinascita negli ultimi anni visto che non pro-duce emissioni di CO2, ma comporta un grande problema di smaltimento. Dopo l’incidente nucleare di Fukushima l’opinione pubblica in al-cuni Paesi è cambiata rispetto alla sicurezza dell’energia nucleare.

Attualmente sono attivi 433 reattori atomici con una capacità totale di circa 372 gigawatt; concentrati soprattutto in Stati avanzati e Paesi dell’ex Unione Sovietica. 63 centrali sono in corso d’opera e 160 in fase di ordinazione o già progettate, la maggior parte di queste nei Paesi emergenti, soprattutto in Cina e India. Ciò rifl ette il fatto che la crescita della domanda sarà sostenuta principalmente (circa l’80%) dai Paesi non OCSE. L’AIE prevede un tasso di cre-scita annua del 5,6% in questi Paesi, ma ritiene che, nei prossimi decenni, anche nelle nazioni industrializzate avanzate si annunci un leggero incremento dell’offerta di energia atomica. Dal nostro punto di vista, gli elevati costi d’inve-stimento potrebbero tuttavia frenare il pro-getto. Tra i vantaggi del nucleare si conta l’ele-vata disponibilità degli impianti, che riescono così a soddisfare l’esigenza di sicurezza dell’ap-provvigionamento e di diversifi cazione. Inoltre, l’energia atomica non genera praticamente gas

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dannosi per il clima e quest’ultimo argomento ha assunto un’importanza notevole proprio a fronte del grande dibattito sul clima degli ul-timi anni. Ma ci sono anche svantaggi. Da un lato serpeggiano i timori, rafforzati dall’inci-dente di Fukushima, sulla sicurezza tecnica degli impianti nucleari. Dall’altro i dubbi a pro-posito di uno smaltimento e uno stoccaggio sicuro e durevole delle scorie radioattive e dell’abbattimento delle centrali più obsolete non sono ancora stati completamente fugati. Tendenze nel settore dell’energia atomicaDiverse preferenze nei singoli Paesi: anche in futuro confl uiranno investimenti nell’energia atomica. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno recentemente avviato la costruzione di un reat-tore nello Stato federale della Georgia. In

Europa sono in fase di costruzione nuovi im-pianti in Finlandia e Francia. A causa dell’irrigi-dimento dei requisiti di sicurezza e dei mag -giori costi di costruzione nonché della ridotta redditività e dei maggiori rischi di pianifi ca -zione non ci aspettiamo però un vero potenzia-mento dell’energia atomica negli Stati Uniti e in Europa. Anzi: in seguito all’incidente in Giap-pone, la Germania ha comunicato la chiusura di tutte le sue centrali entro il 2022. Svizzera e Italia hanno annunciato, diversamente dai precedenti piani, di non avere intenzione di rea-lizzare nuovi impianti. Tuttavia, ciò comporta ulteriori investimenti in ambito di sicurezza, ma-nutenzione, smaltimento e abbattimento. La nuova costruzione di reattori continua comun-que soprattutto in Cina, Russia, India e Corea del Sud.

Prospettive Vento, clima ed energie fossili

«Grazie all’elevata disponibilità degli impianti l’energia atomica riesce a soddisfare l’esigenza di sicurezza dell’approvvigionamento.»

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UBS outlook 21

Vento, clima ed energie fossili Prospettive

Energie rinnovabili: le fonti energetiche del futuro

Tra le energie rinnovabili fi gurano quella idrica, da biomassa (legno, torba), solare, eolica, geotermica e mareomotrice. La quota di energia eolica e solare nel mix di elettricità aumenterà notevolmente dall’attuale 3% circa.

Energia eolicaL’elettricità ottenuta dal vento ha già conqui-stato un posto fi sso nel mercato energetico glo-bale e la sua quota nel mix elettrico aumen terà sensibilmente in futuro. Le nuove installa -zioni da 40–50 gigawatt l’anno – approssimati-vamente pari alla capacità di 40–50 centrali nucleari – e l’ulteriore crescita negli anni a venire non lasciano dubbi (cfr. fi gura 6).

Nonostante l’evoluzione positiva del mercato, i produttori e la maggior parte dei fornitori eu-ropei e statunitensi hanno affrontato anni dif-fi cili. Sulla scia della crisi dei mercati fi nanziari, i parchi eolici hanno avuto un accesso limitato ai mezzi di fi nanziamento, con pesanti ripercus-

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Domanda globale di turbine eoliche

Figura 6

Nuove installazioni all’anno in megawatt

America Resto del mondo AsiaEuropa

Fonte: dati di mercato, stime UBS

Stime

sioni sulla domanda. Al contempo si è assistito a un massiccio crollo del prezzo del gas negli Stati Uniti (cfr. fi gura 7), che – almeno oltreo-ceano – mette in dubbio la competitività del-l’energia eolica. Mentre la maggior parte dei Paesi europei eroga incentivi fi ssi per i nuovi impianti, negli Stati Uniti si verifi ca il cosiddetto effetto «yo-yo»: poiché gli incentivi tendono ad avere una durata limitata di 12 mesi, in alcuni anni si è instaurato un ciclo «boom-bust», quando progetti privi di incentivi si trovano in con correnza diretta con fonti energetiche fossili (in primis gas), attualmente più redditizie. A causa dell’effetto combinato della normativa in-certa e della fl essione dei prezzi del gas, negli Stati Uniti la domanda è stata soggetta a forti oscillazioni che hanno inciso negativamente sull’intera catena di creazione del valore (calo dello sfruttamento delle capacità e pressioni sui prezzi).

Alexander StiehlerAnalista, UBS SA

Page 22: UBS outlook Energia

UBS outlook22

Prospettive Vento, clima ed energie fossili

Il boom del gas non convenzionale (shale gas) induce il crollo del prezzo del gas negli Stati UnitiPrezzo del gas in USD/MMBtu

Fonte: Bloomberg

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Figura 7

Negli ultimi anni la domanda si è mantenuta su livelli costantemente elevati solamente in Cina, peraltro fortemente dominata da imprese locali. Nel 2013 prevediamo per questo mercato una modesta crescita a due cifre. Lo sviluppo di nuovi mercati di nicchia è inarrestabile: attual-mente, soprattutto il Sudafrica e l’America Latina investono nel potenziamento dell’energia eolica. Negli ultimi anni, il panorama europeo è stato teatro di due dinamiche. Da un lato assi-stiamo al costante ampliamento delle capacità in alto mare (offshore), sebbene anche qui l’euforia iniziale si sia smorzata. Via via confron-tate con gli ostacoli posti dall’allestimento e dal collegamento delle reti, alcune imprese sono infatti già rimaste scottate da spese diffi cili da arginare e ritardi dei progetti, che a nostro av-viso non dovrebbero tuttavia impedire alle atti-vità offshore di agire da motore della domanda nei prossimi anni. Dall’altro lato si sono fatti sentire gli effetti della crisi dei mercati fi nanziari, che in alcuni Paesi (come ad esempio la Spa-gna) ha comportato drastici tagli agli incentivi penalizzando di conseguenza la domanda.

«Nell’energia eolica riteniamo che l’attività offshore agirà da motore della domanda nei prossimi anni.»

Page 23: UBS outlook Energia

UBS outlook 23

Vento, clima ed energie fossili Prospettive

Energia solare (fotovoltaico)La Germania è considerata la culla dell’utilizzo commerciale dell’energia solare, avviato nel 1990 con il programma nazionale «1000 tetti al fotovoltaico», a cui tra il 1999 e il 2003 è subentrato il programma «100 000 tetti al foto-voltaico». Da allora, la domanda globale è tuttavia trainata dai consumatori tedeschi (cfr. fi gura 8), che anche nel 2012 vi hanno con-tribuito per il 25%. Ciò rappresenta un serio ri-schio di concentrazione per tutti i produttori, in quanto il mercato è fortemente vincolato alle normative di singoli Paesi. Per gli anni a venire prevediamo un netto indebolimento del predo-minio tedesco e, pertanto, una più sana ripar-tizione della domanda tra i Paesi. Anche la di-pendenza dalla domanda di singoli mercati si sta allentando. Gli esempi negativi come quello della Spagna nel 2008 (crollo del mercato nel 2009) o, in tempi più recenti, del boom in Italia (crollo nel 2012/13) non dovrebbero più scuo-tere il mercato nel suo complesso.

In Svizzera è stato stanziato un fondo di incen-tivi con un budget fi sso da destinare tra l’altro all’energia solare. La situazione è diversa rispetto ad altri Paesi europei (come ad esempio la Ger-mania), che mettono a disposizione un incen-tivo fi sso a cui in linea di principio può accedere

in misura illimitata chiunque dichiari un im-pianto fotovoltaico. Per effetto del meccanismo di incentivazione elvetico, il mercato interno ha mantenuto dimensioni relativamente con-tenute. Nel 2012 sono ad esempio stati instal-lati solamente 150–170 MW (pari circa allo 0,5% del mercato mondiale), di cui stando a quanto comunicatoci da Swisssolar in occa-sione di alcuni colloqui, solo circa 50 MW sono stati sovvenzionati con il fondo. I restanti in-centivi sono stati forniti dai cantoni e da investi-tori che confi dano in future sovvenzioni. La domanda eccede di gran lunga il budget del fondo di incentivi.

Attualmente si vaglia l’opportunità di rivedere il meccanismo di incentivazione. Tra le proposte avanzate fi gura quella di una sovvenzione di-retta per la realizzazione di impianti fotovoltaici su tetto di piccole dimensioni (ad esempio sotto forma di un rimborso del 30% dei costi di investimento tramite sovvenzioni senza succes-sivi indennizzi). Grazie all’effi ciente infrastruttura elvetica, l’introduzione di nuovi meccanismi di incentivazione potrebbe imprimere notevole slancio al mercato nell’arco di pochi trimestri. Complessivamente, in Svizzera si contano circa 350 MW di potenza fotovoltaica installata. Nonostante le dimensioni fi nora relativamente

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Domanda globale di moduli solari (fotovoltaico)

Figura 8

Nuove installazioni all’anno in megawatt

Germania Spagna Italia

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Grecia Francia

USAResto dell’Europa

India

Cina

Resto del mondo

Canada

Australia Corea Giappone

Fonte: dati di mercato, stime UBS

Stime

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UBS outlook24

Fase shake-out dell’industria solareIl calo dei prezzi e la pressione competitiva dall’Asia garantiscono consolidamento

Tempo

Prezzo/watt

Figura 9

Maturitàdi mercato

Innovazione Poca maturità dimercato/espansione

Adeguamento delmercato (Shake-out)

Dimensioni del settore Situazione attualeEntrata/uscita della concorrenza Costi del modulo solare

Fonte: Citi Group, UBS

Prospettive Vento, clima ed energie fossili

contenute del mercato interno, le imprese attive nel settore offrono circa 10 000 posti di lavoro locali (situazione al 2011), sebbene il 90% dei prodotti fotovoltaici svizzeri sia desti-nato all’export.

Per il 2013 e gli anni successivi vediamo un notevole potenziale di crescita in Nord America (Stati Uniti in testa) e Asia (soprattutto Cina, India e Giappone). Il governo di Pechino ha re-centemente reso nota l’intenzione di raddop-piare abbondantemente le nuove installazioni a 10 GW nel 2013. Già oggi la maggior parte dei moduli solari proviene dalla Cina (quote di mercato della produzione di moduli: Cina ca. 71%, Europa 9%, Giappone e Stati Uniti 7% ciascuno, resto del mondo 6%).

Poiché al giorno d’oggi i moduli dei marchi af-fermati non presentano pressoché alcuna diffe-renza in termini di qualità, i produttori europei riescono ormai diffi cilmente a ottenere premi di prezzo per i propri prodotti. La pressione sui prezzi esercitata dall’Asia alimenta pertanto un consolidamento all’interno del settore a causa della ridotta base dei costi (cfr. fi gura 9). In un’ottica europea riteniamo che le opportunità migliori si presentino alle aziende attive nel

campo delle attrezzature fotovoltaiche e agli installatori che operano nella parte inferiore della catena del valore.

Siamo dell’avviso che la concorrenza asiatica possa offuscare le prospettive a lungo termine per la produzione di celle, wafer e moduli in Europa. Da agosto 2011 sono usciti di scena ben 25 rinomati produttori statunitensi ed europei (pari circa al 10–15% della capacità di mercato). Non appena nei Paesi soleggiati verrà raggiunta la cosiddetta parità di rete – quando cioè il fotovoltaico costerà quanto l’elettricità ot-tenuta da fonti convenzionali – il mercato dei moduli solari dovrebbe espandersi a prescindere dal contesto normativo. Ipotizzando ulteriori rincari dell’energia, molti Stati dell’Europa meri-dionale e centrale potrebbero tagliare questo traguardo nei prossimi anni. Già oggi, in alcuni Paesi le famiglie pagano per la corrente tradi-zionale importi superiori agli incentivi percepiti per i propri moduli solari. In Germania, ad esempio, i prezzi dell’energia applicati ai consu-matori fi nali eccedono le sovvenzioni per il fotovoltaico. Il problema risiede tuttavia nell’as-senza di accumulo di elettricità: la produzione di energia tocca infatti il picco massimo quando le famiglie ne hanno meno bisogno (cfr. fi gura 10).

«Non appena nei Paesi soleggiati verrà raggiunta la parità di rete, il mercato dei moduli solari dovrebbe espandersi a prescindere dal contesto normativo.»

70 000

60 000

50 000

40 000

30 000

20 000

10 000

024 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23

Difficile pronosticare l'offerta di energie rinnovabili

Figura 10

Profilo 24 ore in megawatt, produzione di energia in un giorno di sole in Germania(19.6.2012)

Nucleare Idrica, petrolio, altro Gas SolareLignite Carbon fossile Vento

Nota: splende molto sole ma il vento soffia appena.

Fonte: European Energy Exchange, UBS

Page 25: UBS outlook Energia

UBS outlook 25

Vento, clima ed energie fossili Prospettive

Anche tra vent’anni le fonti energetiche fossili, soprattutto gas naturale e car-bone, saranno le principali risorse prima-rie. Malgrado il forte incremento, anche nel 2030 le energie rinnovabili deterranno solo una piccola quota del mix di energie primarie.

Anche nel 2030 le fonti energetiche fossili domineranno l’offerta. Probabilmente il gas na-turale prenderà sempre più piede nei prossimi due decenni. La sua eco-compatibilità, l’elevata disponibilità e le infrastrutture migliorate, unite a prezzi convenienti, spingeranno la domanda di gas naturale. Verranno sensibilmente poten-ziate in particolare le sue capacità di genera-zione di corrente elettrica, visto che il gas natu-rale, rispetto al carbone, emette solo la metà di CO2. Altri vantaggi sono l’elevata effi cienza, i minori costi di capitale e i tempi di costruzione più brevi. Prevediamo che sarà l’unica fonte fos-sile la cui quota di mix energetico nel 2030 presenterà una crescita rispetto a oggi. In pochi

decenni il gas naturale salirà al primo posto tra le fonti di energia primaria. La quota di gas naturale nel mix di generazione elettrica è già oggi molto signifi cativa in molti paesi (cfr. fi gura 11). La sua quota dovrebbe allargarsi visibilmente nei prossimi 10–20 anni in quasi tutti i paesi con un elevato consumo energetico in particolare negli Stati Uniti, in Cina e India.

Il carbone gioca un ruolo centrale. Sull’onda della necessità di nuove centrali per la genera-zione di elettricità, Cina e India registreranno la maggiore crescita nella domanda di carbone. Potranno contare sui propri giacimenti car-boniferi, che giustifi cano la realizzazione di cen-trali a carbone. Entrambi i paesi infl uenzeranno in modo determinante il mercato del carbone prima che la crescita rallenti a partire dal 2020. Questo rallentamento si basa sul presup posto che gli aspetti ambientali conquistino un inte-resse maggiore da parte della politica energe-tica. Al contrario, il petrolio potrebbe continuare a perdere quote di mercato. Come già emerso

Conclusioni: cresce l’importanza del gas naturale

100%

80%

60%

40%

20%

0%2010 2030 2010 2030 2010 2030 2010 2030 2010 2030 2010 2030 2010 2030 2010 2030 2010 2030 2010 2030 2010 2030

USA Germania GB Francia Italia Spagna Giappone Cina India Russia Brasile

Il ruolo del gas naturale dovrebbe aumentareMix di generazione elettrica in vari Paesi

Figura 11

Carbone Gas Petrolio Potenza idraulica Energia atomica Energie rinnovabili

Fonte: UBS

Page 26: UBS outlook Energia

UBS outlook26

Prospettive Vento, clima ed energie fossili

negli ultimi anni e testimoniato dall’aumen -tato prezzo, il dispendio e i costi per l’estrazione cresceranno ancora.

Nella svolta energetica pilotata, le energie rinno-vabili assumeranno un ruolo chiave: il loro contributo dovrebbe però restare marginale nel prossimo futuro. Il grande vantaggio è che non rilasciano gas dannosi per il clima e soddi-sfano così i requisiti della politica ambientale. Ricevono quindi il sostegno politico in molti paesi. Ma il loro grande difetto sta in una pro-duzione di energia soggetta a grandi oscillazioni (il vento non sempre soffi a a dovere e anche il sole non splende ogni giorno) e nella mancata competitività a livello di costi. In tema di accu-

mulazione ci sono poi ancora grandi ostacoli da superare. Spesso non conviene investire in energie rinnovabili alle condizioni di mercato; un investitore che opera solo guidato da con-siderazioni economiche eviterebbe in molti casi di investire sia nell’eolico sia nel fotovoltaico. Inoltre, un mercato sostenuto in modo pura-mente artifi cioso con sovvenzioni, proprio in un contesto in cui gli Stati devono risparmiare, rischia di restare presto vittima di manovre di ri-sparmio, come è accaduto di recente al solare in Europa. Nonostante la forte crescita, le ener-gie rinnovabili rappresenteranno solo una pic-cola quota del mix di energie primarie anche fra 20 anni.

«Le energie rinnovabili assumeranno un ruolo chiave, il loro contributo dovrebbe però restare marginale nel prossimo futuro.»

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UBS outlook 27

6 solarserver, Februar 2012

Effi cienza energetica come opportunità

A prescindere dal fatto che in futuro l’energia venga ottenuta da fonti fossili o rinnovabili, la risposta alla scarsità energetica e al cambiamento climatico è la stessa: si tratta di utilizzare l’energia con la massima effi -cienza. Anche a lungo termine, l’effi cienza energetica è la stra-tegia più conveniente e offre enormi opportunità all’econo-mia svizzera.

Soluzioni

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UBS outlook28

Efficienza energetica: la migliore fonte di energia alternativa

Alexander StiehlerAnalista, UBS SA

L’effi cienza energetica consente di rispar-miare energia e ridurre le emissioni di CO2. L’aumento dei prezzi energetici stimola gli investimenti su questo fronte. Il vero impulso proviene però da una normativa più rigida per tutelare l’ambiente e ga-rantire l’approvvigionamento energetico.

«Less is more» potrebbe recitare il motto per i prossimi decenni. Oltre alle energie rinnovabili, l’effi cienza energetica è la risposta a domande come l’auspicata riduzione del consumo di fonti fossili. Risparmiando energia direttamente alla fonte è possibile abbassare i costi, preservare le risorse e contenere le emissioni. A imporre l’esigenza di edifi ci e apparecchiature effi cienti è soprattutto la crescente urbanizzazione in atto nei Paesi in via di sviluppo. Già nel 2010 il 50% della popolazione mondiale viveva in città, consumava il 75% dell’energia e produ-ceva l’80% delle emissioni di gas serra.

Quello dell’effi cienza energetica non è un tema nuovo, visto che già nel periodo dal 1974 al 1990 ha generato vantaggi medi annui globali di circa l’1,9%. Dal 1990, il calo dei prezzi energetici e l’assenza di stimoli per l’argomento hanno tuttavia riportato il valore a circa l’1% annuo. Negli ultimi anni si è nuovamente deli-neata una controtendenza. L’AIE (Agenzia Inter-nazionale per l’Energia) confi da che entro il 2030/35 i risparmi energetici torneranno al 2% annuo. Secondo lo scenario di tutela ambien-tale tracciato dall’AIE, che prevede un percorso verso una «crescita verde», entro il 2030/35 circa il 50% della riduzione di CO2 deriverà da misure di effi cienza energetica.

Dal punto di vista economico vale la regola che per ogni dollaro USA investito nell’effi cienza energetica si possono risparmiare circa due dol-lari di investimenti in elettricità e fi no a quattro dollari in costi elettrici nel ciclo di vita di un prodotto.1 Uno studio condotto su incarico di ABB rivela che l’88% delle società attive nel

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UBS outlook 29

Effi cienza energetica come opportunità Soluzioni

Strumenti di illuminazione e frigoriferi

Circa un quinto dell’elettricità globale prodotta è desti nato all’illuminazione. La società Osram rivela che quasi il 70% delle risorse viene consumato da strumenti di illuminazione per i quali già oggi esistono alternative migliori. A seconda della tecnologia (tipo di lampadina) è possibile risparmiare dal 30 all’80% di energia. Il periodo di ammortamento per la sostituzione di lampadine a 60 watt con una lampada a LED è inferiore a un anno negli edifi ci commerciali e va da uno a tre anni negli immobili residenziali. Attualmente, la pene-trazione del mercato delle lampade a LED è inferiore al 2%.

L’effi cienza energetica dei frigoriferi è stata notevolmente potenziata nel corso degli anni. Se nel 1973 il consumo era in media ancora superiore a 2000 kWh per anno3, i modelli

moderni consumano solamente tra 80 e 550 kWh all’anno (a seconda delle dimensioni e della dotazione con o senza congelatore).4 Rapportando questi dati con il consumo di elettricità medio di una famiglia di tre persone in Germania (3908 kWh all’anno)5, i frigoriferi moderni rappresentano mediamente solo circa il 7% della domanda di elettricità annua di un’economia domestica. Un modello degli anni 70 consumava in un anno una quantità di corrente pari a quella che oggi consuma in sei mesi un nucleo familiare di tre persone con tutti gli apparecchi elettrici.

3 Nahal S., et al., 20124 www.stromverbrauchinfo.de5 Uffi cio federale dell’energia, Svizzera

settore industriale riconosce l’effi cienza energe-tica come fattore chiave per il proprio successo nei prossimi due decenni.2 Le imprese con elevati consumi energetici sembrano particolar-mente attente al tema della competitività anche in Svizzera.

Un’infrastruttura che invecchia e l’aumento dei prezzi energetici, senza dimenticare la poli-tica, stimolano a investire nel mercato dell’effi -cienza energetica. I politici hanno compreso da tempo che questa è la soluzione più conve-niente per far fronte alle sfi de poste dalla scarsità di energia e dal cambiamento climatico. L’UE punta a una riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il 2020 rispetto al livello del 1990 e a un contestuale potenziamento dell’effi cienza energetica.

In Svizzera è attualmente in corso il processo politico di defi nizione della strategia energetica fi no al 2050, che prevede una serie di misure. Sotto il profi lo quantitativo, il Consiglio federale si è prefi sso l’obiettivo di ridurre entro il 2035 il consumo energetico medio annuo pro capite del 35% rispetto al livello del 2000. Sul versante del miglioramento dell’effi cienza, i principali interventi interesseranno il settore edilizio (ina-sprimento delle norme per edifi ci di vecchia e nuova costruzione). Alla diffusione delle ener-gie rinnovabili si accompagneranno inoltre la modernizzazione e l’ampliamento delle reti elettriche.

Anche gli Stati Uniti hanno introdotto diverse iniziative già dal 2003. A fronte dell’elevato con-sumo energetico interno, mediamente supe-riore del 60% rispetto alla media OCSE, il Paese non può fare a meno di misure volte a pro-muovere l’effi cienza energetica. Il problema non riguarda tuttavia solo i Paesi avanzati. Secondo le stime dell’AIE, nei prossimi decenni le emis-

1 Nahal, S., Lucas-Lecin, V., Dolle, J., King, J., «Less is more – Global Energy Effi ciency», Bank of America Merrill Lynch, marzo 20122 ABB, «ABB Review – Technology matters», 3/2011

«I politici hanno compreso da tempo che l’effi cienza energetica è la soluzione più conveniente per far fronte alle sfi de.»

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UBS outlook30

Soluzioni Effi cienza energetica come opportunità

sioni di CO2 aumenteranno sensibilmente anche nei Paesi emergenti e in via di sviluppo (cfr. fi gura 12).

La questione dell’effi cienza energetica gioca un ruolo di primo piano soprattutto nella costruzione di nuove infrastrutture. I quattro grandi Paesi emergenti Brasile, Cina, India e Russia puntano a ridurre le emissioni di CO2 e ad aumentare l’effi cienza energetica. Entro il 2020, l’intensità di CO2 per unità di pro dotto interno lordo rispetto al 2005 do-vrebbe ridursi del 40–45% in Cina, mentre l’In-dia punta a un calo del 20–25%. Il Brasile ha avviato diverse misure, tra le quali il National Climate Change Plan per aumentare l’effi cienza energetica in vari settori o il National Energy Effi ciency Action Plan per abbassare il consumo elettrico del 10% entro il 2030 (ad esempio sostituendo dieci milioni di vecchi frigoriferi, co-struendo e rinnovando le reti elettriche e mi-gliorando l’effi cienza degli edifi ci). Anche il Bra-sile ha comunicato nel 2009 di voler ridurre i

gas serra di quasi il 40% entro il 2020. L’inten-sità energetica in Russia è tre volte superiore alla media OCSE a causa della forte presenza di industria pesante. Uno degli obiettivi prioritari del Paese è quindi quello di raggiungere una migliore effi cienza dell’industria entro il 2030, quando l’intensità energetica dovrebbe scen-dere del 56% rispetto al 2005 e l’effi cienza degli edifi ci salire del 50%.6

L’offerta di milioni di apparecchi diversi rende il mercato dell’effi cienza energetica estrema-mente frammentato in termini di prodotti e mo-delli operativi. Il consumo di energia primaria complessivo mondiale può essere suddiviso in tre segmenti: edifi ci (circa 40% del fabbisogno), industria e trasporti (circa 30% ciascuno).

Un’illuminazione più effi ciente (LED), un mi-gliore isolamento degli edifi ci, climatizzatori più effi cienti, processi e impianti produttivi più effi caci o pneumatici che riducono l’attrito dei veicoli sono esempi di come produttori e con-sumatori possono utilizzare meglio l’energia. I megatrend come il cloud computing aumen-tano notevolmente la scarsa effi cienza dei centri di calcolo, che attualmente operano con una capacità media pari appena al 20–25%.

6 Nahal, S., Lucas-Lecin, V., Dolle, J., King, J., «Less is more – Global Energy Effi ciency», Bank of America Merrill Lynch, marzo 2012

45

35

25

15

5

02005 20072006 2015 2020 2025 2030 2035

Figura 12

In miliardi di tonnellate

Fonte: US Energy Information Administration (EIA)

Paesi OCSEPaesi non OCSE

Stima

Emissioni globali di CO2

Page 31: UBS outlook Energia

UBS outlook 31

Effi cienza energetica come opportunità Soluzioni

Normative legali di effi cienza energetica per gli edifi ci residenziali nei Paesi europei

per nuovi edifi ci per costruzioni esistenti

Paese in generale specialmente per l’aerazione

Utilizzo di energie

rinnovabili

Certifi cati energetici

Certifi cati energetici

Incentivi per lavori di

effi cienza energetica

Finlandia sì sì sì sì sì sìNorvegia sì no no no no noSvezia sì sì no sì no noPolonia sì no no sì no sìUngheria sì no no sì no sìGermania sì sì sì sì sì sìItalia sì no sì sì sì sìSvizzera sì sì no sì sì sìGran Bretagna sì sì sì sì sì sìSlovacchia sì no no sì sì sìFrancia sì sì no no sì sìBelgio sì no no sì sì sìAustria sì no sì sì sì sìPaesi Bassi sì sì no no no sìDanimarca sì no no no sì sìSpagna sì sì sì sì sì sìRepubblica Ceca no no sì no sì sìPortogallo sì no no sì sì sìIrlanda sì sì sì sì no sì

Fonte: 70. Euroconstruct Summary Book, dicembre 2010, UBS

Figura 13

«I megatrend come il cloud computing aumentano notevolmente l’effi cienza dei centri di calcolo, che attualmente operano in modo molto ineffi cace.»

Gli edifi ci sono miniere d’oro in termini di potenziale di risparmioIl segmento degli edifi ci genera il 40% della domanda di energia e offre il migliore poten-ziale di risparmio sui consumi. Secondo l’AIE, tra il 2030 e il 2050 sarà possibile risparmiare dal 30 al 50% di energia. L’effi cienza ener-getica offre quindi una semplice opportunità per ridurre i costi di manutenzione. A stimolarla sono elevati prezzi energetici, norme più severe e la disponibilità di tecnologie comprovate a prezzi accettabili. La forza trainante consiste a nostro avviso in una normativa più rigida per gli edifi ci di vecchia e nuova costruzione. Poiché molti Paesi hanno riconosciuto il vantaggio degli investimenti nel risparmio energetico, la domanda di misure che incrementino l’effi -cienza degli edifi ci è sensibilmente aumentata negli ultimi anni. Diversi Paesi hanno già in-

trodotto standard di costruzione e strumenti di classifi cazione per migliorare le informazioni sulla sostenibilità degli stabili esistenti. In questo modo possono appurare con esattezza lo stato generale dei propri immobili e riconoscere la necessità di interventi politici con l’aiuto di stru-menti di governo. La fi gura 13 mostra i prin-cipali strumenti di classifi cazione della sosteni-bilità e degli standard per Paese nonché i più importanti criteri di valutazione.

Page 32: UBS outlook Energia

UBS outlook32

Soluzioni Effi cienza energetica come opportunità

Gli standard e le classifi cazioni presentano tut-tavia notevoli differenze e non tutti perseguono lo stesso obiettivo, il che rende impossibile un confronto universalmente valido. Nella maggior parte dei Paesi europei vigono disposizioni di legge molto più severe rispetto, ad esempio, agli Stati Uniti. Lo standard Minergie-P adottato in Svizzera prescrive un’effi cienza energetica che in parte supera anche dell’85% le direttive USA (ad esempio il Minnesota Energy Code per gli edifi ci scolastici, cfr. fi gura 14). Con lo standard Minergie-A viene addirittura azzerato il consumo energetico per impianti di riscal-damento e meccanici.

La parola magica nel settore edilizio è smart building (edifi ci intelligenti). Questi impiegano prodotti di illuminazione più effi cienti (ad esempio LED), impianti di riscaldamento, aera-zione e climatizzazione moderni, un migliore isolamento e una moderna gestione energetica (controllo computerizzato). La fi gura 15 illustra diverse possibilità per risparmiare energia. Raffreddamento, riscaldamento e illuminazione sono le principali fonti di consumo e offrono il maggiore potenziale di risparmio.

350

300

250

200

150

100

50

0Legge energeticaUSA/Minnesota

LEEDPlatino

Legge svizzeravincolante

StandardMinergie-P

La Svizzera ha direttive molto più rigide sugli edifici

USA Svizzera

Figura 14

In kilowattora per metro quadrato per anno

Fonte: INTEP Example, State of Minnesota, Educational Building, swiss cleantech Association

«Raffreddamento, riscaldamento e illuminazione sono le principali fonti di consumo e offrono il maggiore potenziale di risparmio.»

Consumo di energia nei nuclei familiari e negli immobili commerciali USASuddivisione secondo lo scopo di utilizzo

Figura 15

Famiglie

Illuminazione16%

Riscaldamento9%

Impianto diclimatizzazione

20%

Frigoroferi10%

Acqua calda 10%

Elettronica 11%

Computer 4%

Cucina 5%

Pulizia bagnata 7%

Altro 4%

Adeguamento energetico 4%

Immobili commerciali

Illuminazione28%

Riscaldamento6%

Impianto diclimatizzazione

17%

Aerazione 12%

Frigoroferi 9%

Acqua calda 2%

Elettronica 5%

Computer 5%

Altro 13%

Adeguamentoenergetico 3%

Fonte: Energy Information Administration, Annual Energy Outlook 2011 & JMP Securities, LLC, UBS

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UBS outlook 33

Effi cienza energetica come opportunità Soluzioni

14%

19%

22%15%

30%

Patrimonio edile obsoleto negli USA

1990–2000

1980–1989

1970–1979

1960–1969

Prima del 1960

Figura 16

Anno di costruzione delle case plurifamiliari

Fonte: Energy Efficiency in Buildings. Transforming the Market, aprile 2009(World Business Council for Sustainable Development)

7 Fonte: Eurima 2004

Nei Paesi emergenti la continua urbanizzazione, unita all’aumento del reddito e a un migliore accesso alla tecnologia, dovrebbe alimentare la domanda di edifi ci a effi cienza energetica. Per contro, la sfi da principale nei Paesi industrializ-zati consiste nell’elevato numero di edifi ci ob-soleti. Se si osserva la sostanza edile negli Stati Uniti fi no al 2000, ad esempiosi nota che il 45% delle case plurifamiliari è stato realizzato prima del 1970 e che solo nel 14% dei casi si è cercato di migliorare l’effi cienza con dotazioni più moderne dopo il 1990 (cfr. fi gura 16).

A seguito dell’inasprimento delle leggi e del rincaro dei prezzi dell’energia, in Francia gli edi-fi ci di nuova costruzione possono emettere annualmente solo 10 chilogrammi di CO2 per metro quadrato (dati aggiornati al 2012), a fronte di un consumo medio di 60 chilogrammi dal 1950 al 1975. Entro il 2020 l’obiettivo è quello di arrivare a soli 2 chilogrammi di CO2 per metro quadrato all’anno.7 Nonostante questa tendenza, l’AIE prevede un incremento globale della domanda di energia per edifi ci e di emissioni di CO2 (aumento del 60% entro il 2050), provocato dall’espansione demogra -fi ca e dalla crescente domanda di immobili (au-mento del 30–40% dal 2008 al 2035). Questa tendenza fa a sua volta lievitare la domanda di fonti fossili.

I processi industriali celano un enorme potenziale di risparmioConsiderata la molteplicità di applicazioni, il set-tore industriale dispone di svariate possibi lità per aumentare la propria effi cienza. Prendiamo ad esempio il motore elettrico. Circa due terzi dell’elettricità utilizzata nei processi industriali globali azionano motori elettrici come venti-latori, pompe o compressori. Sorprende notare che solo il 10% circa dei motori è dotato di un sistema di controllo del numero di giri: nove motori su dieci continuano a girare a pieno regime, indipendentemente dal fabbisogno energetico. Secondo ABB, un controllo riduce il consumo energetico anche del 50%. Un’altra possibilità per ridurre i consumi consiste nell’im-piego di robot per la produzione, che miglio-rano la qualità di realizzazione, riducono i tempi morti e abbassano notevolmente il consumo energetico. Il robot per la verniciatura «Flex-Painter» di ABB, ad esempio, ha contribuito a dimezzare il consumo energetico mondiale per la verniciatura di automobili. Oltre alle applica-zioni summenzionate, sono disponibili sviluppi improntati all’incremento dell’effi cienza per molti altri settori. In particolare, l’impiego di se-miconduttori (applicazioni IT) ha infl uito in modo sostenibile sul controllo dei macchinari riducendone costantemente i consumi.

Nei trasporti le potenzialità si trovano nei veicoli a gas ed elettriciIl settore dei trasporti si contraddistingue per un’elevata capacità innovativa e per la costante riduzione dei consumi per chilometro, tuttavia l’aumento del consumo energetico e delle emis-sioni di CO2 dovuto al massiccio incremento della domanda nei Paesi in via di sviluppo supera i vantaggi derivanti dall’effi cienza (in partico-lare per via della forte crescita economica e de-mografi ca).

Page 34: UBS outlook Energia

UBS outlook34

Soluzioni Effi cienza energetica come opportunità

Downsizing per i veicoli – maggiore potenza e coppia nonostante la cilindrata inferiore (esempio VW Passat)

Quarta generazione1998–2005

Quinta generazione2006–2009

Sesta generazione2011–

Modello Passat 2.0 Passat V5 Passat 4motion Comfortline Sportsline V6 4motion TSI Comfortline TSI Highline

Cilindrata cm3 2000 2400 2800 1800 2000 3200 1400 1400

Sauger/Turbo Sauger Sauger Sauger Turbo Turbo Sauger Turbo Turbo

Consumo l/100 km 8,6 10,3 10,5 7,6 7,9 9,8 6,6 6,6

Potenza CV 116 170 193 160 200 250 122 122

Coppia Nm 172 220 280 250 280 330 200 200

Fonte: Dati aziendali, UBS

Figura 18

14 000 000

12 000 000

10 000 000

8 000 000

6 000 000

4 000 000

2 000 000

099 00 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15

Tendenza dei veicoli a gas in Asia/Pacifico e Sud AmericaNumero veicoli dal 1999 al 2015

Stima

Figura 17

Asia/Pacifico Nord America AfricaEuropa Sud America

Fonte: dati storici di NGV Global, stime Macquarie Capital (US) 2012

Il grande dilemma è capire in che direzione si sviluppa il trend dopo l’«era del petrolio». A lungo termine, si sta imboccando la strada delle auto elettriche. Elevati costi per le batterie, autonomia ridotta e infrastrutture carenti hanno tuttavia impedito fi nora una forte pene-trazione del mercato. Inoltre, in molti Paesi dell’America Latina e dell’Asia la preferenza va ai veicoli a gas (cfr. fi gura 17). Già oggi in Argentina il 15,3% del totale dei veicoli è ali-mentato a gas, in Bolivia il dato si attesta al 20,5%, in Colombia al 6,9%, in Perù al 6,6% e in Brasile al 3,4%. Il primato in assoluto spetta al Pakistan con il 61,1%. L’andamento dei prezzi del gas negli Stati Uniti potrebbe condurre a una sua riconsiderazione anche nelle nazioni industrializzate, visto che i veicoli a gas comportano anche risparmi economici. In Brasile, il costo supplementare di un veicolo a gas viene ammortizzato in soli 8 mesi e in Argentina in 16 mesi. Durante il ciclo di vita di un’automobile (in media dieci anni), in questi Paesi è quindi possibile risparmiare da 7000 a 17 000 dollari USA. Inoltre, stando ad alcuni studi, un veicolo a gas emette circa il 25% di CO2 in meno rispetto allo stesso veicolo ali-mentato a benzina o diesel.8

A prescindere da quali risorse si imporranno nelle singole regioni, nei prossimi anni vi sa-ranno opportunità di ogni tipo per aumentare l’effi cienza. Il grande tema nel settore auto-mobilistico è il downsizing (cfr. fi gura 18), ossia il ridimensionamento della cilindrata dei motori

8 Fonte: Blair M., 2012

grazie a incrementi di effi cienza (ad esempio il miglioramento del controllo del motore, l’uti-lizzo di turbocompressori, la riduzione dell’at-trito interno con l’utilizzo di materiali più lisci e la riduzione della massa trasportata).

Vi sono inoltre altre possibilità, come pneuma-tici che riducono l’attrito con il terreno (a bassa velocità fi no al 10%, a velocità superiori del 5%) o la tecnologia start-stop, che riduce i costi della benzina fi no al 25% a seconda del traf-fi co (nella media cittadina/interurbana il rispar-mio dovrebbe essere del 5–10%). Per i prossimi anni, i docenti del Politecnico di Zurigo si aspet-tano un incremento dei veicoli ibridi, ma solo nelle regioni economicamente solide. Le alter-

Page 35: UBS outlook Energia

UBS outlook 35

0 20 40 60 80100120140160180

1973 1980 1990 2000 2006

63%

Senza misure di efficienza il consumo sarebbe superiore del 63%

Figura 19

In exajoule (1 Exajoule ≈ 278 terawattora), dal 1973 al 2006

Fonte: BofA Merrill Lynch, AIE

Consumo energetico effettivoRisparmi energetici grazie a una migliore efficienza

* In base a dati dell’EA 11, un gruppo di 11 paesi per i quali sono disponibili dati sugli ultimi 40 anni.Questi paesi rappresentano circa l'80% della domanda energetica secondo la AIE.

Domanda teorica di energia senza miglioramenti in termini di efficienza energetica

9 Fonte: Guzzella L., 2011 10 Fonte: Scenario della tutela ambientale AIE

Effi cienza energetica come opportunità Soluzioni

«In un mondo dalle risorse limitate, la domanda deve adeguarsi all’offerta ridotta.»

native quali le auto completamente elettriche dovrebbero rimanere prodotti di nicchia nel breve termine a causa degli svantaggi tecnici ed economici, mentre si diffonderanno i più eco-nomici motori Otto e diesel. Se le condizioni quadro resteranno favorevoli (ad esempio bassi prezzi del gas nelle regioni ad alta domanda e ampliamento delle reti di stazioni di riforni-mento), la quota di veicoli alimentati a gas naturale dovrebbe aumentare notevolmente.9

Conclusioni: la risposta è effi cienza energeticaL’energia è il motore pulsante della nostra so-cietà. Si cela nei prodotti che consumiamo ogni giorno e trascina la nostra economia. In un mondo dalle risorse limitate, la domanda deve adeguarsi all’offerta ridotta. In questo conte-sto, la risposta è data dall’effi cienza energetica e dalle energie rinnovabili. Secondo i dati AIE, uno sguardo al 1973 rivela che senza misure di effi cienza energetica negli edifi ci, nei trasporti, nelle centrali e nelle applicazioni industriali, l’attuale consumo energetico sarebbe superiore di almeno il 63% (cfr. fi gura 19). Il tema dell’ef-fi cienza energetica ci accompagnerà indub-biamente anche in futuro. Una maggiore effi -cienza a livello di consumatore fi nale offre un enorme potenziale per ridurre le emissioni di CO2 e preservare le risorse fossili.10

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L’efficienza energetica conviene Per ridurre i costi di esercizio e rimanere competitive, in futuro le aziende dovranno attuare un consumo notevolmente più effi ciente dell’energia. Nell’ambito del suo partenariato con l’Agenzia dell’ener-gia per l’economia (AEnEC), UBS sostiene fi nanziariamente la clientela aziendale che sceglie il modello PMI dell’AEnEC.

La svolta energetica causerà un rincaro dei prezzi dell’energia (ved. anche pagina 9). Un aumento dei costi energetici, per le aziende signifi ca maggiori costi d’esercizio, che ridur-ranno a loro volta la redditività e la competi-tività delle aziende stesse. Per rimanere compe-titive esse non potranno pertanto far altro che risparmiare energia. Tuttavia, ciò sarebbe riduttivo: «Chi vuol sempre risparmiare, è perduto» ammoniva già Theodor Fontane (1819–1898). Perché chi si limita a consumare meno elettricità, produce anche meno. La chiave del successo risiede dunque in una mag-giore effi cienza energetica. Le aziende devono imparare a produrre di più con molta meno energia. Per questo ci impegniamo fi n d’oggi per l’aumento dell’effi cienza energetica presso la nostra clientela aziendale. A questo scopo,

abbiamo avviato un partenariato con l’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC). Con il denaro del rimborso della tassa d’incentivazione sul CO2 promuoviamo il modello PMI del-l’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC).

Redditizio per principioUna maggiore effi cienza energetica non si ottiene gratuitamente. Gli investimenti volti ad aumentare l’effi cienza energetica convengono solo se permettono alle azienda di realizzare un Return on Investment (ROI) in tempo utile. L’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC) raccomanda pertanto di norma solo misure d’effi cienza sensate dal punto di vista econo-mico e ammortizzabili in quattro anni (otto anni per le misure sull’impiantistica e l’involucro edilizio).

Check-up energetico e accordo sugli obiettivi Il modello PMI dell’Agenzia dell’energia per l’economia (AEnEC) comincia con il check-up energetico: il consulente AEnEC valuta l’azienda in occasione di una visita sul posto, analiz-zandone il potenziale di aumento dell’effi cienza energetica. Durante la visita esamina i processi

Soluzioni L’effi cienza energetica conviene

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L’effi cienza energetica conviene Soluzioni

«Gli investimenti nell’effi cienza energetica sono interessanti per le aziende soltanto se consentono di generare un Return on Investment (ROI) in tempo utile.»

produttivi e l’impiantistica o l’involucro edilizio. Sulla base della visita allo stabilimento, il consu-lente AEnEC stila quindi una lista di misure concrete. Dopodiché la direzione e il consulente AEnEC stabiliscono quali misure attuare e quanta energia e CO2 risparmiare. Un accordo sugli obiettivi congiunto defi nisce gli obiettivi di effi cienza per i dieci anni successivi. In questo periodo l’azienda attua le misure nel modo concordato e rileva annualmente i dati sui con-sumi effettivi con uno strumento online. Gra zie a questo reporting l’azienda ed AEnEC vedono se l’effi cienza energetica aumenta come atteso oppure se sono necessarie altre mi-sure. Siamo convinti di questo modus ope -randi e sosteniamo fi nanziariamente la clientela aziendale UBS se sceglie il modello PMI di AEnEC: da un lato paghiamo noi la metà della prima quota annua per il modello PMI (che copre il check-up energetico e lo sviluppo delle misure; il rimborso dell’altra metà può ad esempio essere richiesto agli altri partner regio-nali di AEnEC), dall’altro premiamo le misure sosteni bili con il bonus UBS di effi cienza ener-getica.

Maggiori informazioni sul modello PMI sono disponibili sul sito www.ubs.com/pmi-energia

Dare il buon esempio

UBS si impegna per la tutela ambientale in tutti i processi aziendali. La nostra poli -tica ambientale è orientata alla sostenibi -lità e deve creare valori a lungo termine. Ci adoperiamo al fi ne di contenere il più possibile gli effetti della nostra attività sull’ambiente. Ad esempio dal 2000 ad oggi abbiamo incrementato di oltre il 30% la nostra effi cienza energetica in Svizzera. Tra il 2004 e il 2012 abbiamo ridotto le emissioni di CO2 della nostra azienda del 40%. Ed entro il 2016 intendiamo dimez-zare l’impronta ecologica (emissioni di CO2) del Gruppo rispetto ai valori del 2004.

* Partecipiamo ai costi del check-up energetico e corrispondiamo il bonus UBS di effi cienza energetica fi no ad esaurimento degli incentivi da noi stanziati per questa iniziativa (presumibilmente fi no al 2014).

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EditoreUBS SA, Marketing Svizzera Casella postale, 8098 Zurigo

in collaborazione con

UBS SA, CIO WM ResearchCasella postale, 8098 Zurigo

RedazioneKathrin Wolff Schmandt

Autori Sibille Duss, Caesar Lack, Carsten Schlufter, Alexander Stiehler, Christian Rintelen

Layout CIO Digital & Print Publishing

Stampa Multicolor Print AG, Baar

Gestione della produzioneBarbara Litschi

Materiale fotografi coGetty Images, iStockphoto, Dreamstime, Franz Rindlisbacher

Indirizzo di [email protected]

Indirizzo di ordinazioneUBS SAPrinted and Branded ProductsCasella postale, 8098 Zurigo

[email protected]/outlook

Numero di ordinazione SAP 83418D-130183418F-130183418I-1301

Stampato nel marzo 2013

Nella serie UBS outlook sono anche stati pubblicati:

Industria metalmeccanica ed elettrica (disponibile in tedesco e francese)Numero di ordinazione SAP 83418D, 83418F

Commercio all’ingrosso (disponibile in tedesco e francese)Numero di ordinazione SAP 80711D, 80711F

Commercio di materie prime (commodity trading)(disponibile in inglese)Numero di ordinazione SAP 83193E

Successione aziendale (disponibile in tedesco e francese)Numero di ordinazione SAP 81976D, 81976F

La pubblicazione trimestrale vi tiene aggiornati sugli sviluppi riguardanti economia mondiale, congiuntura, franco e mercato immobiliare svizzero UBS outlook Svizzera.

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UBS SA Casella postale, CH-8098 Zurigo www.ubs.com

Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono state oggetto di accurata ricerca. Non è possibile tuttavia fornire alcuna garanzia in merito alla loro correttezza. Le valutazioni e le opinioni espresse possono differire da quelle uffi ciali di UBS SA. Per facilitare la lettura del testo ci permettiamo di utilizzare unicamente la forma maschile.

Edito in italiano, francese e tedesco. Stampato in Svizzera nel marzo 2013.© UBS 2013. Il simbolo delle chiavi e UBS sono fra i marchi protetti di UBS. Tutti i diritti riservati.