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L. Gagliardini G. Palmerio LABORATORIO DI ECONOMIA POLITICA

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L. Gagliardini G. Palmerio

LABORATORIO DI ECONOMIA POLITICA

LABORATORIO DI ECONOMIA POLITICAL. G

agliardini

G. P

almerio

CONTENUTI MULTIMEDIALI

• test autocorrettivi• dizionario economico IT-EN• sintesi attive• aggiornamenti

PER L’INSEGNANTE

• verifi che e laboratori integrativi

MICROECONOMIA

U1 L’economia politica U2 La teoria dell’utilità, della domanda e dell’offerta U3 La teoria della produzione e del costo U4 La teoria dei prezzi e dei mercati U5 Il reddito nazionale U6 La distribuzione del reddito nazionale

MACROECONOMIA

U7 La moneta e le banche U8 Il mercato fi nanziario U9 Il commercio internazionale U10 I rapporti economici internazionali U11 I problemi dello sviluppo economico U12 La politica economica

APPARATO DIDATTICO COMPLETAMENTE RINNOVATO: NUOVI LABORATORI E NUOVI ESERCIZI DA SVOLGERE IN OGNI CAPITOLO E A FINE UNITÀ

L. Gagliardini G. Palmerio

LABORATORIO DI ECONOMIA POLITICA

Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o altrimenti contras-segnato), è da considerarsi copia di saggio-campione gratuito, fuori commercio (vendita o altri atti di disposizione vietati art. 17, c/2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26.10.1972, n. 633, art. 2, lett. d).

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LABORATO

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Prezzo al pubblicoEuro 25,80

Economia politica.indd 1 23/02/11 10:55

unità di apprendimento

L’economia poLitica

1 Natura della scienza economica 4

1 L’oggettodellascienzaeconomica 4 2 Analisidelcomportamentoindividuale esociale 5 3 Ilprincipioedonisticoodeltornaconto 6 4 Leleggieconomiche 6 5 Irapportitral’economiapoliticaelealtre scienzesociali 7 5.1 Rapportitral’economiapolitica elapoliticaeconomica 8 5.2 Rapportitral’economiapolitica elascienzadellefinanze 8 5.3 Rapportitral’economiapolitica elastatistica 9 5.4 Rapportitral’economiapolitica eildiritto 9 5.5 L’economiamatematicael’econometria 9 5.6 Rapportitral’economiapolitica elastoria 9 6 Ilmetododell’economiapolitica 10 7 Microeconomiaemacroeconomia 12

prove e test 14

2 L’evoluzione della scienza economica 16

1 Ilperiodoframmentario 16 2 Ilmercantilismo 16

3 Lafisiocrazia 17 4 Lascuolaclassica 17 5 Lascuolastorica 18 6 Lascuolaneoclassicaomarginalista 19 7 Gliindirizziscientificitralafine dell’OttocentoegliinizidelNovecento 20 8 L’analisikeynesiana 21 9 Glisviluppipost-keynesiani 21 10 Lereazioniall’indirizzokeynesiano 22 11 Leanalisicontemporanee 22

prove e test 24

3 I concetti di base della scienza economica 26

1 Ibisogni 26 2 Ibenieiservizi 27 3 Classificazionedeibeni 27 4 Reddito,consumo,risparmio,investimento ecapitale 28 5 Produzioneecicloproduttivo 29

prove e test 30

LaboratoriodieconomiapoLitica DAL micro AL mAcro • L'utilità della matematicaper lo studio dei fenomeni economici 32

mipreparoperlaverifica 34

IndIce

1

microeconomia

unità di apprendimento

La teoria deLL’utiLità, deLLa domanda e deLL’offerta

1 L’utilità 38

1 L’utilità:nozione 38 2 Laleggedell’utilitàmarginale decrescente 38 3 Lascaladiutilitàel’equilibrio delconsumatore 40 4 Lecurvediindifferenzael’equilibrio delconsumatore 42 5 L’utilitàeloscambio 46 5.1 Loscambio:aspettigenerali 46 5.2 Ilpresuppostodelloscambio 46 5.3 Limitediconvenienzadelloscambio 47 6 Ifattoricheinfluenzanoigusti degliindividui 48 prove e test 50

2 La domanda e l’offerta 52

1 Nozionedimercato 52 2 Ladomandaindividualeeladomanda collettivadiunbene 52 3 Andamentodelladomandaindividuale 53 4 Andamentodelladomandacollettiva 54 5 Rappresentazionegrafica 54 6 Spostamentidellacurvadidomanda 55 7 Relazionetralaquantitàdomandata diunbeneeiprezzideglialtribeni 55 8 Relazionetralaquantitàdomandata

diunbeneeilredditodiunindividuo 55 9 L’elasticitàdelladomanda 56 10 Larenditadelconsumatore 57 11 L’offertaindividualeel’offertacollettiva diunbene 57 12 L’andamentodell’offerta 58 13 L’elasticitàdell’offerta 59

prove e test 60

3 La formazione dei prezzi 62

1 Laleggedelladomandaedell’offerta 62 2 Laformazionedelprezzodiequilibrio 63 3 Glispostamentidellecurvedidomanda edioffertacollettive 64 4 Ilprezzodiequilibrionelbreveenellungo periodo 64 5 Ilcontrollodeiprezzi 66 6 Ilcontrollodeimercati 67

prove e test 68

LaboratoriodieconomiapoLitica DAL LocALe AL gLobALe • Un regolamento per il vino 70

mipreparoperlaverifica 72

unità di apprendimento

La teoria deLLa produzionee deL costo1 La produzione 76

1 Dallematerieprimeaiprodottifiniti 76 2 L’impresaeilrischio 77 3 Ifattoriproduttivi 77 4 Leproprietàdeifattoriproduttivi 78 5 Laproduttivitàdeifattori 79 6 L’equilibriodelproduttore 81

7 Gliisoquanti 82 8 Larappresentazionedell’equilibrio delproduttoremediantegliisoquanti 83 9 Laterra(onatura) 83 10 Illavoro 84 11 Ilcapitale 85

2

3

12 Ilprogressotecnico 86 13 Lepossibilitàdiproduzione 87

prove e test 88

2 Il costo di produzione 90

1 Ricavi,costieprofitti.Ilcostototale 90 2 Ilcostomedio 91 3 Ilcostomarginale 92 4 Lecurvedelcostomedioedelcosto marginale 92 5 Limiteall’espansionedellaproduzione perlasingolaimpresa 93 6 Ilpuntodifuga 93 7 L’impresamarginale 94 8 Icostinelbreveenellungoperiodo 95

prove e test 963 La moderna impresa industriale 98

1 Lesocietà 98 2 Ilfinanziamentodelleimprese 101 3 Lesocietàfinanziarie 102 4 Leimpresemultinazionali 103 5 Iltessutoproduttivoitaliano 104 5.1 Lepiccoleemedieimprese 104 5.2 L’artigianatoeillavoro adomicilio 105 5.3 Nuovetendenzenelmondo dellavoro 105

prove e test 108

LaboratoriodieconomiapoLitica DAL micro AL mAcro • L'indice di competitività regionale e la posizione dell'italia 110

mipreparoperlaverifica 112

unità di apprendimento

La teoria dei prezzie dei mercati

1 La concorrenza pura 116

1 Lediverseformedimercato 116 2 Lecaratteristichedellaconcorrenzapura 116 3 Ladeterminazionedelprezzoinregime diconcorrenzapura 117 4 Ivantaggidelmercatodilibera concorrenza 118 5 Ivantaggidellaliberaconcorrenza: illiberismoeconomicoo“laissezfaire” 119 6 Lecriticheal“laissezfaire” 120

prove e test 122

2 Il monopolio 124

1 Caratterigenerali 124 2 Ilmonopolioeladiscriminazione deiprezzi 126 3 Ilmonopolioel’interventopubblico 127 4 Imonopolipubblici 129

prove e test 130

3 Altre forme di mercato 132

1 Laconcorrenzaimperfettaomonopolistica 132 2 L’oligopolioeilduopolio 133 3 Imercaticontendibili 134 4 Lecoalizioniindustriali 135 5 Monopsonioeoligopsonio 136 6 Ilmonopoliobilaterale 137

prove e test 138

4 Teorie sulla determinazione dei prezzi 140

1 Equilibriparzialiedequilibriogenerale 140 2 Lateoriadelvalore-lavoro 141 3 Leteoriebasatesulcostodiproduzione 143

prove e test 144

LaboratoriodieconomiapoLitica DAL micro AL mAcro • È giusto privatizzare l'acqua? 146

mipreparoperlaverifica 148

4

unità di apprendimento

iL reddito nazionaLe

1 La contabilità economica nazionale 152

1 Ilprodottonazionalelordo 152 2 Ilredditonazionalelordo 153 3 Ilprodottointernolordo(PIL) 154 4 Diversedefinizionidelredditonazionale 156 5 Leinterrelazionitraisoggettidelsistema economico 157 6 Gliimpieghidelredditonazionale 158 7 Ilbilancioeconomiconazionale 160

prove e test 162

2 Il consumo e il risparmio nel reddito nazionale 164

1 Ilrisparmionelredditonazionale 164

2 Reddito,consumo,capitale einvestimentonellamicroeconomia enellamacroeconomia 165 3 Ilredditonazionaleelateoria keynesiana 165 4 Ilmoltiplicatoredelreddito 168 5 Ilcalcolodelmoltiplicatore keynesiano 168

prove e test 172

LaboratoriodieconomiapoLitica DAL LocALe AL gLobALe • Debito pubblico e privato e crisi finanziaria 174

mipreparoperlaverifica 176

unità di apprendimento

La distribuzione deL reddito nazionaLe

1 La rendita 180

1 Diversitipididistribuzionedelreddito 180 2 Leprincipalicategoriedireddito 181 3 Larendita 182 4 Sviluppisuccessividelconcettodirendita 183 5 Larenditamonopolisticaoquasi-rendita 184 6 L’azionedelloStatocontrolarendita 185

prove e test 186

2 L’interesse 188

1 Definizione 188 2 Teoriesull’interesse 189 3 L’esistenzadidiversisaggidiinteresse 190 4 Relazionetratassodiinteressealungo termineetassodiinteresseabrevetermine 190 prove e test 192

3 Il salario 194

1 Ilsalariomonetarioeilsalarioreale 194 2 Diversitipidisalario 194 3 Salarioecostodellavoro 195 4 Domandaeoffertadilavoro 195 5 Diversipossibiliandamentidellacurva dioffertadilavoro 197 6 IlmercatodellavorosecondoKeynes 197 7 Ilmercatodellavoronellarealtàodierna 198 8 L’influenzadeimovimentidipopolazione sull’offertadilavoro 198 9 Ledifferenzesalarialitraidiversi gruppidilavoratori 199

prove e test 200

4 Il profitto 202

1 Profittonormaleedextra-profitto 202

5

6

2 Leteoriesulprofitto 202 3 Redditimisti 203

prove e test 204

5 Il conflitto tra capitale e lavoro. I sindacati 206

1 Lecondizionidivitadeilavoratorinella primafasedelcapitalismo 206 2 L’evoluzionedelpensieroeconomico esociale 206 2.1 Ilpensierodeiclassici 206 2.2 Ilpensierosocialista 207

2.3 Ilpensierodeicattolici 207 2.4 IlpensierodiMarx 208 3 Nascitaesviluppodeisindacatioperai 209 4 IlsindacatooggiinItalia 210 5 Lalegislazionedellavoro 211

prove e test 212

LaboratoriodieconomiapoLitica DAL gLobALe AL LocALe • globalizzazione e relazioni sindacali: il caso "Pomigliano d'Arco" 214

mipreparoperlaverifica 216

unità di apprendimento

La moneta e Le banche

1 Concetti generali sulla moneta 220

1 Ilbaratto 220 2 Leoriginidellamoneta 220 3 Ragionipercuivennerousaticomemoneta imetallipreziosi 221 4 Lefunzionidellamoneta 222 5 L’usodell’oroedell’argentocomemoneta. Lacartamoneta 223 6 Isistemimonetari 224 6.1 Ilsistemamonometallico 224 6.2 Ilsistemabimetallicoelalegge diGresham 225 6.3 Ilsistemacartaceo 226 6.4 Lamonetabancaria 227 6.5 Ilvaloredellamoneta 229 6.6 Comesimisuranolevariazioni delvaloredellamoneta 230 7 Lateoriaquantitativadellamoneta 231 7.1 Leprimeformulazioni 231 7.2 LaformulazionediFisher 231

7.3 Sviluppisuccessividell’equazione diFisher 233 7.4 Criticheallateoriaquantitativa dellamoneta 233 prove e test 234

2 La domanda di moneta 236

1 Domandaeoffertadimoneta 236 1.1 Ladomandadimoneta 236 1.2 L’offertadimoneta 237 2 L’equazionediCambridge 238 3 Lateoriakeynesianadellamoneta 238 4 Lateoriadellesceltediportafoglio 241

prove e test 242

3 L’offerta di moneta e le banche 244

1 Lacreazionedimoneta 244 1.1 LaBancacentrale 244

7

macroeconomia

1.2 Criteriinbaseaiqualivienedecisa laquantitàdimonetadacreare 245 1.3 Icanaliattraversocuilamoneta vieneimmessanelsistema economico 247 2 Lebancheeilmoltiplicatore deidepositi 250

prove e test 252

4 La politica monetaria. L’inflazione 254

1 Lapoliticamonetariaeisuoiobiettivi 254 2 Glistrumentidellapoliticamonetaria 255 2.1 Lamanovradeltassoufficiale disconto 256 2.2 Effettiinternazionalidellamanovra deltassoufficialedisconto 257 2.3 Leoperazionidimercatoaperto 257 2.4 Lavariazionedelcoefficiente diriservaobbligatoria 257 3 L’inflazione 258 3.1 Laposizionedeiquantitativisti 259 3.2 L’inflazionedadomanda 259 3.3 L’inflazionedacosti 260 3.4 LateoriadiPhillips 260 3.5 Lastagflazione(ostagninflazione) 260 3.6 L’inflazioneimportata 261 4 Glieffettidell’inflazione 262 4.1 Conseguenzesullaproduzione 262 4.2 Conseguenzesulladistribuzione delredditotraigruppisociali 264 4.3 L’inflazionedanneggiaicreditori eavvantaggiaidebitori 264 4.4 L’inflazioneelefinanzedelloStato 265

5 Lepoliticheantinflazionistiche 266

prove e test 268

5 Le banche e il sistema bancario italiano 270

1 Labanca 270 1.1 Funzionieoperazionidellebanche 270 1.2 Latuteladeidepositanti 271 1.3 Lestanzedicompensazione 272 2 Isistemibancari 273 2.1 Ilmodellodellabancamista elasceltadellaspecializzazione 273 2.2 LebanchedopoilTUbancario:dal binomio“bancaordinaria”e“istituto dicreditospeciale”alla“banca” 274 3 Lineamentidell’ordinamentobancario italiano 275 3.1 IlCICRelaCommissioneperlatutela delrisparmio 275 3.2 Ilcosiddetto“divorzio”dellaBanca d’ItaliadalTesoro 276 3.3 IlGovernatoredellaBancad’Italia 276 4 Unionemonetariaetendenzeevolutive delsistemabancarioitaliano 277 4.1 Ilprocessodiconcentrazione 277 4.2 Ilprocessodiprivatizzazione 277

prove e test 280

LaboratoriodieconomiapoLitica DAL gLobALe AL LocALe • Le risposte alla crisi finanziaria: nuovi vincoli ai bilanci pubblici o una diversa politica monetaria? 282

mipreparoperlaverifica 284

unità di apprendimento

iL mercato finanziario

1 Il finanziamento dell’economia e gli intermediari non bancari 288

1 Grandezzerealiegrandezzefinanziarie 288 2 Ilfinanziamentodell’economia 289 3 Ilmercatomonetarioeilmercatofinanziario 291 4 Glistrumentifinanziari 293 5 Gliintermediarifinanziari 294

prove e test 296

2 Il mercato mobiliare e la Borsa 298

1 IlmercatodiBorsa 298 2 L’organizzazionedellaBorsaitaliana 299 3 L’autoritàdicontrollodelmercatomobiliare: laCONSOB 300 4 Lasollecitazionedelpubbliorisparmio 301

prove e test 302

8

unità di apprendimento

iL commercio internazionaLe

1 La teoria del commercio internazionale 320

1 Leragionidelloscambiointernazionale 320 2 Lateoriadeicosticomparati 321 2.1 IlcasoincuiciascunPaese haunvantaggionellaproduzione diunbene 321 2.2 IlcasoincuiunPaesehaunvantaggio ugualenellaproduzionedientrambi ibeni 322 2.3 IlcasoincuiunPaesehaunvantaggio nellaproduzionedientrambiibeni, mamaggioreperunodeidue: ilparadossodiRicardo 323 3 L’equilibriodelmercatointernazionale deibeni 325 4 LateoriadiHeckscher-Ohlin 325 5 LateoriadelciclodelprodottodiHirsch eVernon 326

prove e test 328

2 La politica commerciale 330

1 Protezionismoeliberoscambio 330

2 Glistrumentidelprotezionismo 330 2.1 Idazidoganali 330 2.2 Icontingenti 331 2.3 Isussidiall’industrianazionale 331 3 Altristrumentidipolitica commerciale 332 3.1 Ildumping 332 3.2 Latariffadaziariaeitrattati dicommercio 333 3.3 Laclausoladellanazione piùfavorita 333 3.4 Drawbacketemporaneaimportazione infranchigia 333 4 Lebarrierenontariffarie 333 5 Cennisullastoriadellapolitica commercialeitalianaeinternazionale 334

prove e test 336

LaboratoriodieconomiapoLitica DAL gLobALe AL LocALe • il problema degli squilibri esterni 338

mipreparoperlaverifica 340

3 Rendimento, rischio e speculazione 304

1 Ilrendimentodeititolieifattori chenedeterminanoilprezzo 304 1.1 Ilrendimentodiazioni eobbligazioni 304 1.2 Ifattorichedeterminanoilprezzo deititoli 305 2 Larelazionetrarendimentoeprezzo dimercatodiuntitolo 306 3 Larelazionetramercatomonetario emercatofinanziario 306

4 IcontrattidiBorsaelaspeculazione 307 5 Ilriportoeicontrattiapremio 308 6 Ilrischiodell’investimentoinazioni eimezziperridurlo 310 prove e test 312

LaboratoriodieconomiapoLitica DAL gLobALe AL LocALe • L'innovazione finanziaria e la trasformazione del settore bancario 314

mipreparoperlaverifica 316

9

unità di apprendimento

i rapporti economici internazionaLi

10

1 La bilancia dei pagamenti e il cambio 344

1 Lafunzionedelleriservevalutarie 344 1.1 L’esigenzadiunamoneta concuiregolaregliscambi internazionali 344 1.2 Ipagamentiinternazionaliinregime diconvertibilitàdellemonete 344 1.3 L’importanzadelleriservevalutarie 346 2 Labilanciadeipagamentidaunpunto divistacontabile 347 3 LanecessitàperunPaesediavere labilanciadeipagamentiinequilibrio 348 4 Labilanciadeipagamentidell’Italia 350 5 Ilmercatovalutarioeladeterminazione delcambio 352

prove e test 354

2 Le relazioni monetarie internazionali Dal sistema aureo a Bretton Woods 356

1 Ilsistemaaureo 356 1.1 Ipresuppostidelsistemaaureo 356 1.2 Ladeterminazionedelcambio eipuntidell’oro 357 1.3 L’aggiustamentodellebilance deipagamenti 358 2 Icambiflessibilieilcontrollo deicambi 363 2.1 Ilcrollodelsistemaaureo 363 2.2 Ladeterminazionedelcambio inregimedicambiflessibili 364 2.3 LateoriadiCassel 364 2.4 Levariazionidelcambio el’aggiustamentodellebilance deipagamenti 365 2.5 Gliinconvenientideicambiflessibili eimovimentidicapitali 367 2.6 Ilcontrollodeicambielapolitica valutaria 368 3 IlsistemadiBrettonWoods 369 3.1 GliaccordidiBrettonWoods 369 3.2 Ilsistemadeicambi 370 3.3 L’aggiustamentodellebilance deipagamenti 371

prove e test 374

3 Le relazioni monetarie internazionali Da Bretton Woods all’UEM 376

1 LasituazioneinEuropa dopolaSecondaguerramondiale 376 2 Losviluppodelmercato deglieurodollari 377 3 Iproblemidellabilanciadeipagamenti UsaneglianniSessanta 378 4 Gliswapseidirittispeciali diprelievo 379 5 Ildoppiomercatodell’oro 380 6 Lanecessitàdelritornoaunacerta flessibilitàdeicambi 381 7 IlcrollodelsistemadiBrettonWoods 382 8 Lacrisienergeticaeglisquilibri dellebilancedeipagamenti 383 9 IlSistemamonetarioeuropeo(SME) 384 10 L’Unionemonetariaeuropea(UEM) 385

prove e test 390

4 La cooperazione economica internazionale 392

1 Laliberalizzazionedegliscambi dopolaSecondaguerramondiale 392 2 IlGATTeilWTO 392 3 LaCEE(oggiUE) 395 3.1 Caratterigenerali 395 3.2 Gliorganicomunitari 396 3.3 Lapoliticaagricola 397 3.4 L’AttoUnicoEuropeo 398 4 LaCECAel’EURATOM 399 5 L’OECEel’OCSE 400 6 LaFAO,l’ILOel’UNESCO 400 7 Laglobalizzazione 401

prove e test 402

LaboratoriodieconomiapoLitica DAL gLobALe AL LocALe • crisi finanziaria e protezionismo 404

mipreparoperlaverifica 406

unità di apprendimento

i probLemi deLLo sviLuppo economico

1 Le fluttuazioni cicliche 410

1 Ilcicloeconomico 410 2 Lequattrofasidelcicloeconomico 411 3 Teorieesogeneeteorieendogene delciclo 412 4 LeteoriediMarxediSchumpeter 412 5 Leteoriebasatesull’interazione tramoltiplicatoreeacceleratore 414

prove e test 416

2 Lo sviluppo economico 418

1 Crescitaesviluppo 418 2 LateoriadellosviluppodiRicardo 418 3 Marxelosviluppoeconomico 419 4 LateoriadiSchumpeter 420 5 Ilristagnosecolare 420 6 LosviluppodeiPaesiindustrializzati 421 6.1 Aspettigenerali 421 6.2 Ilprocessoditerziarizzazione dell’economia 422 7 LosviluppodiunPaesearretrato 422 7.1 Aspettigenerali 422 7.2 Possibiliinterruzionidelprocesso disviluppo 423 7.3 Alcuniproblemiparticolari 424 8 Ilimitidellosviluppo 424

9 Gliindicidellosviluppoeconomico 425 10 Ambienteesvilupposostenibile 428

prove e test 430

3 Il problema del sottosviluppo 432

1 Lecaratteristicheprincipali deiPaesiinviadisviluppo 432 2 Ilcircoloviziosodellapovertà 434 3 Comerimuoveregliostacoli allosviluppo 436 4 IPaesisottosviluppatieilcommercio internazionale 438 5 Leprospettivedicrescita deiPaesiinviadisviluppo 440 6 Problematichedeldebito deiPaesipoveri 442 7 Unariflessionesucommercio internazionaleesviluppoeconomico 444

prove e test 446

LaboratoriodieconomiapoLitica DAL gLobALe AL LocALe • oltre il Pil: come misurare il benessere economico? 448

mipreparoperlaverifica 450

11

unità di apprendimento

La poLitica economica

1 I sistemi economici 454

1 L’economiadimercato 454 2 LeeconomiedeiPaesiinvia disviluppo 455 3 Leeconomiedeiregimi“fascisti” 455 4 Leeconomiepianificate 456

4.1 Leprincipalicaratteristiche 456 4.2 Irapportieconomici internazionali diun’economiapianificata 458 4.3 Leriformeeconomiche inRussia 459

prove e test 460

12

2 L’intervento dello Stato nell’economia 462

1 Introduzionestorica 462 2 Gliinterventiditipocongiunturale 462 3 Unapprofondimento:letesideikeynesiani edeimonetaristiaconfronto 465 4 Politichedeiredditiepolitiche deiprezzi 466 4.1 Lapoliticadeiredditi 466 4.2 Lepolitichedeiprezzi 467 5 Leassicurazionielasicurezzasociale 468 5.1 Leassicurazioni 468 5.2 Lasicurezzasociale 469 6 AltriinterventidelloStato nell’economia 470 6.1 L’istruzione 471 6.2 L’assettodelterritorioeladifesa dell’ambiente 471 6.3 Lapoliticaindustriale 472 6.4 Lapoliticaagricola 472 6.5 Politichedellavoro edell’occupazione 474 7 L’“economiadell’offerta”elariduzione dell’intervento 474

prove e test 476

3 Storia e problemi dell’economia italiana 478

1 L’evoluzionedell’economiaitaliana daglianniVentiaoggi 478 1.1 Cennisulperiodofascista 478 1.2 IlboomdeglianniCinquanta 478 1.3 Ilrallentamentodellosviluppo neglianniSessanta 480 1.4 LastagflazionedeglianniSettanta 480 1.5 Ladisoccupazione,problema daglianniOttantaaoggi 481 2 Laprogrammazioneeconomica 483 3 IlMezzogiorno 484 4 Leimpresepubblicheeleprivatizzazioni 486 5 Obiettiviestrumentidellapoliticaeconomica italiananell’Unionemonetariaeuropea 488

prove e test 490

LaboratoriodieconomiapoLitica DAL gLobALe AL LocALe • La politica economica possibile nell'Unione monetaria europea 492

mipreparoperlaverifica 494

griglia di valutazione 496

prove e testUnità 2

Punteggio totale: 100 punti

1 Vero o falso?

Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.1 punto ogni risposta esatta

1. L’utilità marginale ponderata di un bene esprime il rapporto tra l’utilità marginale di un bene e quella di un altro bene V F

2. La legge dell’utilità marginale decrescente afferma che all’assunzione di successive dosi di un bene l’utilità totale aumenta in misura decrescente per-ché l’utilità marginale diminuisce V F

3. Sono utili per un individuo i beni e servizi che gli procurano giovamento V F

4. L’utilità totale è il piacere che l’individuo trae dal soddisfacimento di tutti i suoi bisogni V F

5. L’utilità marginale della moneta è inversamente proporzionale alla quantità di moneta di cui un indi-viduo dispone V F

6. La ragione di scambio tra due beni rappresenta la quantità di un bene necessaria per acquistare un’unità dell’altro bene V F

7. L’utilità economica è soggettiva V F

8. Tutti gli economisti hanno concordato sulla misura-bilità dell’utilità dei beni economici V F

9. Nel caso in cui i prezzi dei beni siano diversi l’indivi-duo tenderà a raggiungere l’uguaglianza delle utilità marginali V F

10. In genere l’utilità iniziale è la più elevata e quella marginale la più bassa V F

11. La scala di utilità rappresenta l’utilità fornita da suc-cessive dosi di un bene V F

12. L’utilità di un bene può anche essere negativa V F

13. Il punto di saturazione nella soddisfazione di un bi-sogno è raggiunto quando l’utilità marginale è mas-sima V F

14. L’utilità marginale ponderata esprime il rapporto tra l’utilità marginale di un bene e quella di un altro bene V F

15. Il cambiamento delle condizioni socio economiche può modificare i gusti degli individui V F

16. Nel baratto il prezzo di un bene non è definito in termini monetari V F

Punti .......... /16

2 Scelte multiple

Indica l’unica affermazione corretta.2 punti ogni risposta esatta

1. L’utilità totale:

a) è decrescente perché il piacere diminuisce ma-no a mano che un bisogno viene soddisfatto

b) cresce in modo discontinuo a seconda dell’in-tensità del bisogno

c) cresce in modo continuo perché è la somma delle utilità delle singole dosi di un bene

d) aumenta in modo decrescente perché l’utilità marginale diminuisce

2. L’utilità marginale: a) è decrescente perché successive dosi di un

bene procurano meno piacere b) rimane invariata perché ogni singola dose di un

bene procura lo stesso piacere c) tende ad aumentare fino a quando non viene

raggiunto il punto di sazietà d) ha un andamento variabile perché dipende dai

gusti degli individui

3. La quantità di un bene necessaria per acquistare un’unità di un altro bene costituisce:

a) il presupposto dello scambio b) l’utilità marginale del bene c) la ragione di scambio d) l’utilità marginale ponderata del bene 4. Secondo la teoria delle curve di indifferenza la posi-

zione di equilibrio del consumatore: a) è il punto in cui la retta di bilancio è tangente

alla curva di indifferenza più alta b) è data da tutti i punti situati tra gli assi e la retta

di bilancio c) è il punto in cui la retta di bilancio è tangente

alla curva di indifferenza più bassa d) è data da tutti punti situati sulla retta di bilancio

5. La soddisfazione procurata dall’ultima dose di un bene costituisce:

a) l’utilità totale del bene b) l’utilità marginale ponderata del bene c) l’utilità marginale del bene d) l’utilità negativa del bene

6. Se per acquistare due litri d’olio è necessario ce-dere 3 chilogrammi di carne la ragione di scambio dell’olio in termini di carne è:

a) due b) due terzi c) tre mezzi d) tre

7. Nel caso in cui i prezzi dei beni siano diversi l’indivi-duo tenderà:

a) a uguagliare le utilità marginali b) a scegliere il bene che ha prezzo inferiore c) a uguagliare le utilità marginali ponderate d) a scegliere il bene che gli sembra più utile

Punti .......... /14

IL MERCATO FINANZIARIO

298

Unità 8

1 Il mercato di Borsa

Come abbiamo visto (� Capitolo 1), i titoli azionari, quelli obbligazionari e i derivati sono definiti dalla legge strumenti finanziari.

È necessario specificare che non tutti gli strumenti finanziari sono quotati (cioè ammessi alle negoziazioni di Borsa). Se l’emittente di strumenti finanziari (come le imprese, sia quelle bancarie sia quelle industriali, gli enti pubblici e lo Stato) decide di ricorrere al mercato “aperto” dei capitali, rivolgendosi agli investitori privati e istituzionali, allora i titoli saranno collocati e negoziati in Borsa.

La Borsa è un mercato organizzato per la negoziazione di strumenti finanziari rappresentativi di quote di capitale di un’impresa (azioni)

e di debiti (obbligazioni) o da questi derivati ( futures, opzioni).

Oltre alle Borse valori, in cui si contrattano titoli, esistono le Borse merci, in cui si con-trattano le principali materie prime (dette commodities: per esempio, ferro, rame ecc.) e alcuni prodotti omogenei di largo mercato come il grano e altri tipi di cereali.

Ma cosa sono oggi le Borse valori?Solo in alcuni casi sono ancora dei luoghi fisici dove si svolgono le contrattazioni, come, per esempio, Wall Street a New York o il Kabutocho a Tokyo, o ancora Parigi, Londra e Francoforte.

Piazza Affari a Milano è invece un esempio di “mercato virtuale” in quanto la sede sto-rica della Borsa (Palazzo Mezzanotte) ospita oggi Borsa italiana s.p.a., che è operativa dal 2 gennaio 1998 ed è una società privata le cui azioni sono possedute da banche, SIM (che, come abbiamo visto nel Capitolo 1, sono imprese, diverse dalle banche e dagli altri intermediari finanziari, autorizzate a svolgere i servizi di investimento), associazioni di emittenti e altri attori del mercato finanziario. Le contrattazioni sono garantite da un sistema informatico che consente il collegamen-to tra le sale operative delle SIM autorizzate a effettuare negoziazioni in conto proprio e/o conto terzi, nonché alla ricezione e alla trasmissione di ordini.

In passato (fino al 18 luglio 1994), le Borse valori erano anche in Italia dei luoghi fisici ed erano gestite dalle Camere di commercio (in tredici sedi capoluogo di provincia in tutta Italia) sotto il controllo dell’autorità di regolamentazione del mercato mobiliare, la CON-SOB (Commissione nazionale per le società e la Borsa), dell’allora ministero del Tesoro

Il mercato mobiliaree la Borsa

2

La quotazionein Borsa

Borsa italiana s.p.a.

Le Borse valori

La Borsacome mercato

La Borsa comemercato

regolamentato

I warrants

Il sistema telematico della Borsa valori

Le competenze della Borsa italiana

Dizionario economico

IT-ENSPAZIO WEB

12Il mercato mobiliare e la Borsa

299

La Borsa come mercato

regolamentato

I warrants

Il sistema telematico della Borsa valori

Dal mercato ufficiale a quello

regolamentato

Le competenze della Borsa italiana

e della Banca d’Italia. La Borsa oggi non è più un mercato ufficiale, gestito da un organo di diritto pubblico (come era il Consiglio di Borsa). Inoltre, in precedenza, il sistema di negoziazione era “alle grida” e così la contrattazione di un titolo avveniva in un deter-minato momento della seduta di Borsa, durante la quale gli agenti di cambio intorno a un recinto (corbeille) “gridavano” i prezzi ai quali erano disposti a vendere o ad acquistare fino a che non si perveniva alla fissazione di un prezzo unico.

Oggi le azioni, i warrants, i diritti di opzione e le obbligazioni convertibili quotati in Borsa vengono negoziati attraverso il sistema telematico della Borsa valori, costituito da una rete di elaboratori e terminali, che permette di gestire automaticamente l’incrocio tra la domanda e l’offerta di strumenti finanziari.

Il warrant è un’opzione emessa da una società, per l’acquisto di una certa quantità di sue azioni a un prezzo prefissato e a una scadenza solitamente a medio-lungo termine. I warrants sono generalmente sottoscritti congiuntamente a un’emissione di obbligazioni, ma possono essere negoziati separatamente. Nel momento in cui vengono esercitati com-portano l’emissione di nuove azioni da parte della società in cambio del pagamento del prezzo cosiddetto “di esercizio”.

La Borsa italiana è stata privatizzata (assumendo la denominazione di Borsa italiana s.p.a.) ed è oggi un mercato regolamentato, nel senso che la CONSOB ha approvato il Regolamento del mercato così come è stato deliberato dall’assemblea degli azionisti della società di gestione del mercato.

Più in generale, infatti, i mercati regolamentati (secondo quanto è disposto dal regolamento della CONSOB) sono mercati di servizi fi-nanziari, gestiti da una società per azioni anche senza scopo di lucro (società di gestione) e autorizzati dalla CONSOB.

Un mercato regolamentato è riconducibile a quello che in passato era il mercato ufficia-le. La differenza sta nel fatto che, mentre prima non era possibile avere altri mercati oltre a quello di Borsa (a eccezione di quello che era definito Terzo mercato, in cui avvenivano operazioni fuori mercato tra gli operatori di titoli non scambiati sul listino ufficiale o in attesa di quotazione), adesso, con la recente riforma legislativa del mercato finanziario dettata da ultimo dal Dlgs 58/98 (Testo Unico in materia di intermediazione finanziaria), è possibile la costituzione anche di mercati non regolamentati (come per esempio i siste-mi di scambio organizzati, SSO).

2 L’organizzazionedellaBorsaitaliana

La Borsa italiana s.p.a. si occupa dell’organizzazione e della gestione dei mercati mobiliari italiani.

Le sue competenze sono: la definizione dell’organizzazione e del funzionamento dei mercati, la disciplina dei requisiti e delle procedure di ammissione e permanenza sul mercato per le società emittenti e per gli operatori, la vigilanza e gestione del mercato, la gestione dell’in-formativa societaria. La Borsa italiana svolge attività organizzative, produttive, commerciali e promozionali per assicurare la competitività e lo sviluppo dei mercati da essa gestiti, con l’obiettivo di massimizzare nel tempo la possibilità per i vari attori di negoziare alle migliori condizioni di liquidità, trasparenza e competitività e di sviluppare servizi a elevato valore ag-giunto per la comunità finanziaria, perseguendo la massima efficienza e redditività.

8

c noscenze e abilità • Distinguere caratteri, strumenti e soggetti del mercato monetario e del mercato finanziario • Conoscere l’organizzazione e il funzionamento del mercato mobiliare, e i titoli che vi vengono

negoziati • Conoscere le operazioni della Borsa e gli strumenti per ridurre i rischi legati alla speculazione

La Borsa è un mercato dove sono comprate e vendute azioni, obbligazioni e altri strumenti finanziari. Non è detto che si tratti di un luogo fisico: in Italia, per esempio, Piazza Affari, a Milano, è oggi un “mercato virtuale”, dove le contrattazioni avvengono tramite un sistema informatico che collega le sale operative degli intermediari autorizzati ad acquistare e vendere titoli e gestisce in modo automatico l’in-crocio fra la domanda e l’offerta. Fino al 1994 le contrattazioni si svolgevano invece in un luogo e in un momento preciso e gli agenti di Borsa “gridavano” i prezzi ai quali erano disposti a comprare o vendere.

unità di apprendimento Il finanziamento dell’economia e gli intermediari non bancari

287

1

a nostra analisi partirà da una distinzione fon-damentale: quella fra grandezze reali (quan-tità di beni e servizi) e grandezze finanziarie (quantità di moneta, azioni, obbligazioni),

che finanziano e rendono possibili le prime. È nel mercato monetario e in quello finanziario che i soggetti che dispongono di fondi li trasfe-riscono a coloro che li richiedono, mediante gli strumenti finanziari. Vedremo come funziona il mercato della Borsa (dove sono scambia-te azioni, obbligazioni e altri strumenti fi-nanziari) e in particolare la Borsa italiana e le autorità che vigilano su di essa. Pren-deremo infine in esame il rendimento dei valori mobiliari (azioni, obbligazioni ecc.) e i fattori che ne determinano il prezzo, fra i quali spicca la domanda e l’offerta di titoli sul mercato. Questo ci permetterà di affron-tare l’argomento dei contratti di Borsa, della speculazione borsistica e dei rischi connessi all’acquisto e alla vendita di titoli.

L

1. Il finanziamento dell’economiae gli intermediari non bancari

Grandezze reali e grandezze finanziarie Soggetti e operazioni del mercato monetario

e finanziario Vari tipi di strumenti finanziari Gli intermediari e i promotori finanziari

2. Il mercato mobiliare e la Borsa Strumenti finanziari e relativi mercati Caratteri e organizzazione della Borsa valori Il controllo del mercato mobiliare

3. Rendimento, rischio e speculazione Azioni e obbligazioni La speculazione di Borsa Gli strumenti per ridurre i rischi

IL MERCATO FINANZIARIO

Presentazione

Apre l'unità un breve testo con agganci alla vita quotidiana,

alla storia, all’attualità

Sono indicate le conoscenze e abilità da acquisire nel percorso

di apprendimento

I titoletti laterali permettono di seguire la scansione con cui sono presentati gli argomenti principali

Soluzioni grafiche evidenziano i concetti-chiave del testo

Un abstract iniziale introduce gli argomenti esposti progressivamente nell'unità

LABORATORIO DI ECONOMIA POLITICA

COMPRENSIONE DEL TESTO

Unità 5

174

LABORATORIO DI ECONOMIA POLITICA Dal locale al globale

SPUNTI PER LA RIFLESSIONE E IL DIBATTITO

175

rima della crisi fi nanziaria internazionale, che è esplosa nel 2008 e si è trasmessa in tempi brevi al settore reale dell’economia, i fattori di squilibrio erano considerati, esclusivamente o quasi, il disavanzo pub-

blico e il debito pubblico.Poi si è visto che la crisi ha avuto origine dall’inde-bitamento privato, delle famiglie in particolare, come nel caso dei mutui subprime negli Stati Uniti, ma non solo in quel Paese. E inoltre si è posto l’accento sugli eccessi della fi nanza derivata, sulla rischiosità degli in-vestimenti, sul comportamento delle banche.Una rifl essione più approfondita su quanto è avvenuto ha portato a individuare almeno tre fattori di squili-brio: l’indebitamento pubblico, l’indebitamento priva-to (delle famiglie e delle imprese), gli squilibri delle bilance dei pagamenti, in particolare il cronico, inin-terrotto (dal 1972), crescente disavanzo della bilancia delle partite correnti degli Stati Uniti.L’esperienza ha mostrato che non c’è un legame di-retto tra disavanzo pubblico e disavanzo estero di un Paese. Due esempi signifi cativi sono il Giappone e gli Stati Uniti.Il Giappone, nel corso degli anni Novanta del secolo scorso, ha registrato un saldo della bilancia dei paga-

menti di parte corrente stabilmente positivo, mentre il bilancio pubblico passava da un surplus pari all’1,9% del Pil nel 1990 ad un defi cit pari al 6,3% del Pil nel 2000.L’analisi dell’evoluzione dell’economia americana mo-stra come gli Stati Uniti dal 1972 a oggi abbiano sem-pre avuto un disavanzo della bilancia corrente dei pa-gamenti, cioè in sostanza della bilancia commerciale più i servizi (l’unica eccezione è l’anno 1991 caratteriz-zato dal pareggio di tale bilancia) mentre nello stesso periodo il bilancio pubblico (cioè il bilancio federale) è stato in alcuni anni in disavanzo e in altri in surplus.Il debito pubblico del Giappone è da anni superiore al 150% del Pil (dal 154% del Pil nel 2004 è arrivato nel 2009 a valori superiori al 200% del Pil), ma non è un fattore di instabilità dell’economia di quel Pae-se. Infatti il surplus della bilancia corrente dei paga-menti giapponese è da sempre notevolmente elevato e quindi nessun detentore di titoli del debito pubblico giapponese (anche non residente in quel Paese) può temere che il Tesoro giapponese non sia in grado di restituire il capitale di quel titolo, anche in dollari. Se, viceversa, un elevato rapporto tra debito pubblico e Pil caratterizza l’economia del Messico o dell’Argenti-na, ossia di Paesi che hanno un defi cit estero cronico, allora tale rapporto può essere un forte fattore di in-stabilità per l’economia.Fin qui abbiamo fatto degli esempi estremi. In Italia, che ha già un debito pubblico elevato, un suo aumen-to determina prevalentemente un aumento dei tassi di interesse rispetto a quelli dei Paesi più virtuosi come la Germania. Tale fenomeno tuttavia non si sta mani-festando in questa fase di recessione, durante la quale

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false, spiegando le ragioni della tua scelta

1. L’esperienza ha mostrato che c’è un legame diretto tra disavanzo pubblico e disavanzo estero di un Paese V F

Perché ………………………..….........………………..

……………….......………………………………………..

2. Nel rapporto tra debito aggregato e Pil l’Italia si colloca al di sotto della media dei Paesi dell’Unione europea V F

Perché ………………………..….........………………..

……………….......………………………………………..

PDebito pubblico e privatoe crisi finanziaria

3. In Italia oltre la metà del debito pubblico è rappresentata da titoli di Stato V F

Perché ………………………..….........………………..

……………….......………………………………………..

2. Completa scegliendo tra i termini sotto elencati

correnti, economica, famiglie, 2010, fi nanziaria, disavanzo, avanzo, 2008, invisibili

Un’analisi più approfondita della crisi ……………..

esplosa nel ………… ha evidenziato che le cause sono

almeno tre: l’indebitamento pubblico, l’indebitamento

1. Pensi che la crisi fi nanziaria di questi ultimi anni abbia modifi cato lo stile di vita della tua famiglia? Se sì, specifi ca quali cambiamenti hai osservato.

2. Acquisteresti titoli pubblici o privati se tu avessi del denaro da investire oppure preferiresti acquistare dei beni immobili? Sapresti a chi rivolgerti se ti trovassi nella condizione di investire i tuoi risparmi?

3. Ritieni che in un periodo di crisi fi nanziaria sia azzardato fare degli investimenti e sia preferibile invece non risparmiare e acquistare beni di consumo?

i tassi di interesse sui BOT sono scesi quasi al livello dello 0%, fenomeno che mostra in modo inequivocabi-le come la fi ducia nei titoli del debito pubblico italiano è superiore alla fi ducia in qualunque titolo emesso da qualunque banca o istituzione privata anche al livello internazionale.La crisi fi nanziaria ci suggerisce che fi nora è stato dato troppo rilievo ai disavanzi pubblici e al debito pubbli-co (dal Trattato di Maastricht al Patto di stabilità e cre-scita) e troppo poco al debito privato.Ed ecco, nell’Unione europea, farsi strada il concet-to di debito aggregato come indice di stabilità (o di sostenibilità) dell’economia di un Paese. Il debito ag-gregato è la somma del debito pubblico e del debito privato di un Paese.Il debito pubblico è il debito delle Pubbliche ammini-strazioni ed è costituito in gran parte dai titoli di Stato e di altri enti pubblici, che vengono acquistati da fa-

miglie, imprese, banche, ecc. In Italia i titoli di Stato (BOT, BTP, CCT ecc.) rappresentano circa l’82% del debito pubblico. Il debito privato è quello delle fami-glie e delle imprese.Alla fi ne del 2009 il debito pubblico italiano era qua-si il 116% del Pil. Nell’Unione europea solo la Grecia ha un rapporto tra debito pubblico e Pil così eleva-to. Però l’Italia ha un risparmio delle famiglie assai elevato. Se si considera il rapporto tra debito aggre-gato e Pil, l’Italia ha un valore pari a quasi il 234%, signifi cativamente al di sotto della media dell’Unione Europea (258%). Dei grandi Paesi solo la Germania si trova in una situazione signifi cativamente miglio-re (203%), mentre la Francia si attesta all’incirca sul nostro livello (231%), e su livelli ben peggiori del no-stro si attestano il Portogallo (331%), il Regno Unito (283%), la Spagna (273%), i Paesi Bassi (271%), la Da-nimarca (270%), la Svezia (269%).

privato delle ………….. e delle imprese, gli squilibri

delle bilance dei pagamenti e in particolare il crescente

……………… della bilancia delle partite …………. degli

Stati Uniti.

3. Rispondi alle seguenti domande

1. Che cosa esprime il debito aggregato?

2. Da che cosa si deduce la grande fi ducia di cui continuano a godere presso i risparmiatori i titoli del debito pubblico italiano?

3. In quale caso il rapporto debito pubblico/Pil diventa un forte fattore di instabilità per l’economia?

La teoria deLL’utiLità, deLLa domanda e deLL’offerta

42

Unità 2 1L’utilità

43

potrebbe acquistare 2 etti di formaggio in più, oppure un etto di formaggio e 2 di arance, oppure 4 etti di arance. Ma vediamo subito che nessuna di queste sostituzioni sarebbe per lui conveniente. Infatti la rinuncia al 4° etto di carne gli provocherebbe una diminuzione di utilità pari a 2.000, mentre il consumo di 2 etti di formaggio in più (4° e 5°) gli darebbe una soddisfazione uguale a 800 (500 + 300) e quello di un etto di formaggio e 2 etti di arance o di 4 etti di arance gli procurerebbe una utilità ancora minore. Pertanto, la posizione in cui l’individuo consuma 4 etti di carne, 3 di formaggio e 2 di arance è la situazione in cui la sua utilità totale è la massima possibile. Infatti in questa situazione l’ultimo euro speso nell’acquisto dei diversi beni dà all’individuo la stessa utilità.

4 Lecurvediindifferenzael’equilibriodelconsumatore

Finora abbiamo parlato della soddisfazione di un individuo come di un’entità misurabile.

esempio.Infatti abbiamo detto che il 2° etto di carne dà a una certa persona un’utilità pari a 6.000, mentre il 1° etto di formaggio le procura un piacere uguale a 3.000; quindi pos-siamo dire che il consumo del 2° etto di carne le dà un’utilità doppia di quella che le deriva dal 1° di formaggio.

Questa è stata per lungo tempo l’impostazione degli economisti e in particolare della scuola inglese dell’Ottocento, che, seguendo la tradizione della filosofia morale, consi-derava la soddisfazione psichica come un’entità misurabile. L’economista italiano Vilfredo Pareto (1848-1923) adottò invece un altro indirizzo: egli affermava che il piacere non può essere misurato e che al concetto di scala di utilità va sostituito quello di curva di indifferenza. Le curve di indifferenza erano già state introdotte dall’inglese Edgeworth nell’analisi economica e Pareto le usò per rap-presentare graficamente l’equilibrio del consumatore. Vediamo pertanto che cos’è una curva di indifferenza.

esempio.Consideriamo un individuo che consuma 2 beni, ad esempio carne e formaggio, e riportiamo le quantità di questi su di una coppia di assi cartesiani, come indicato in figura 3. Ciascuna combinazione possibile dei 2 beni è rappresentata da un punto nel piano. Ora, come risulta dalla tabella 2 a pagina 46, la stessa utilità può essere ottenuta con com-binazioni diverse dei 2 beni: ad esempio il consumo di 4 etti di carne e di uno di formaggio dà all’individuo un’utilità pari a 23.000 (8.000 + 6.000 + 4.000 + 2.000 + 3.000 = 23.000), ma

anche il consumo di 3 etti di carne e 2 di formaggio gli procura la stessa soddisfazione totale (8.000 + 6.000 + 4.000 + 3.000 + 2.000 = 23.000). Possiamo esprimere ciò senza fare al-cun riferimento all’utilità ed alla sua misurabilità, dicendo semplicemente che le 2 combinazioni di beni sono indifferenti per il soggetto. Infatti, affermava Pareto, nella realtà non riusciamo a misurare il piacere o la soddisfazione delle persone, ma possiamo rilevare se un individuo pre-ferisce una data combinazione di beni ad un’altra, o se queste sono per lui indifferenti.

La figura 3 rappresenta graficamente le 2 combinazioni menzionate: il punto A indica la pri-ma e il punto B la seconda.

In generale possiamo ritenere che le combinazioni di beni indifferenti per un individuo siano molte, anzi infinite. Infatti, entro certi limiti, la diminuzione del consumo di un bene può essere compensata dall’aumento del consumo di un altro bene. Quindi, sviluppando il nostro esem-pio, possiamo fare l’ipotesi che tutte le combinazioni di carne e di formaggio riportate in ta-bella 3 siano indifferenti per il soggetto considerato. Ognuna di queste combinazioni individua sul piano cartesiano un punto, le cui coordinate rappresentano la quantità di carne e quella di formaggio. Unendo tali punti, si ottiene una curva simile a quella del diagramma di figura 4, che è nota come curva di indifferenza, poiché tutti i punti situati su di essa rappresentano combinazioni dei 2 beni “indifferenti” per l’individuo considerato. Non vi sarà una sola curva di indifferenza, ma ve ne saranno tante (al limite un numero infi-nito). Infatti, se consideriamo il nostro esempio, possiamo supporre che il consumo di 4 etti di carne e 3 di formaggio sia preferito a quello di 3 di carne e 2 di formaggio, dato che la prima combinazione comporta un maggior consumo di entrambi i beni.

Dalla scala di utilità…

2

carne

4

3

1

0 1 3 formaggio

2

4

B

A C figura 3

Piacere misurabile Scala di utilitàUtilità data all’individuo

dalle successivedosi di un bene

Piacere non misurabile Curva di indifferenza

Preferenza o indifferenzadell’individuo

per determinatecombinazioni di beni

... alla curva di indifferenza

Stessa utilità marginale pondera-ta per ogni bene acquistato

Stessa utilità marginale per ogni bene acquistato

Beni con prezzi uguali

Individuo con redditogiornaliero fisso

che acquista beni

Beni con prezzi diversi

Dizionario economico

IT-ENSpazio web

La teoria deLL’utiLità, deLLa domanda e deLL’offerta

40

Unità 2

3 Lascaladiutilitàel’equilibriodelconsumatore

esempio.Finoraabbiamoconsideratounindividuocheconsumaunsolobene.Larealtàèna-turalmentepiùcomplessae,perfareunpassoavanti,prendiamoinesameunapersonacheconsuma,adesempio,trebeni:carne,formaggioearance.Facciamol’ipotesichequestoindividuoabbiaunredditogiornalierodi24euro:comelodistri-buirànell’acquistodeitrebeni?Supponiamopersemplicitàcheilsoggettononrisparmi,maspendailsuoredditocompletamentenell’acquistodiquestibeni.Che quantità comprerà di carne, che quantità di formaggio e quante arance?

Per sapere come il reddito verrà distribuito nell’acquisto dei diversi beni dobbiamo co-noscere due elementi: l’utilità che le successive dosi di ciascun bene danno all’indi-viduo, cioè la scala di utilità dell’individuo, e i prezzi dei vari beni. La scala di utilità (che riflette i gusti di un individuo) è costituita dall’utilità che le successive dosi di ciascun bene danno all’individuo.

esempio.Usiamounaunitàdimisuraugualeperitrebenieconsideriamoognidosepariaunetto.Supponiamoche,datiigustidell’individuo,ilconsumodel1°ettodicarneglidiaun’utilitàparia8.000,quellodel2°un’utilitàdi6.000,quellodel3°un’utilitàugualea4.000,ecosìvia,secondolatabellaseguente.

Analogamente,supponiamoche,datiigustidell’individuo,ilconsumodeisuccessiviettidiformaggioediarancegliarrechiutilitàsecondolaprogressioneindicatanellatabella.Latabellarappresenta,quindi,lascaladiutilitàdell’individuochestiamoconsiderando.Facciamol’ipotesi,persemplicità,cheunettodicarneabbialostesso prezzodiunettodiformaggioediunodiaranceechetaleprezzosiaugualea2euro.Poichéilconsumodel1°ettodicarnedàall’individuounasoddisfazioneparia8.000,mentreil1°ettodiformaggiounpiacereugualea3.000eil1°diaranceunasoddisfazioneparia800,epoichéquestibenihannotuttilostessoprezzo,ilsoggettocompreràdapprimaunet-todicarne,spendendo2euro.L’individuoinfattiagisceinmododaavere sempre la massima utilità(principiodelmassimorisultato).Ora,ilconsumodiun2°ettodicarnedàall’individuounasoddisfazioneparia6.000,cheèsempresuperioreall’utilitàchegliprocurailconsumodel1°ettodiformaggio(3.000)odel1°diarance(800).Quindil’individuoconsumeràun2°ettodicarne.Perlostessomotivoilsog-gettocompreràun3°ettodicarneprimadiiniziareilconsumodelformaggioodellearance.Dopoaveracquistato3ettidicarne,però,lapersonachestiamoconsiderandoinizieràaconsumareilformaggio.Infattiilconsumodiun4°ettodicarneglidarebbeunasoddisfazione

La scala di utilità

tabella 2

Dosi Utilitàgoduta Utilitàgoduta Utilitàgoduta dall’individuoinseguito dall’individuoinseguito dall’individuoinseguito alconsumodicarne alconsumodiformaggio alconsumodiarance

1°etto 8.000 3.000 8002°etto 6.000 2.000 5003°etto 4.000 1.000 2004°etto 2.000 500 05°etto 1.000 300 negativa6°etto 500 0 negativa 7°etto 400 negativa negativa8°etto 0 negativa negativa9°etto negativa negativa negativa

Uguaglianza delle utilità

marginali ponderate

L’equilibrio del consumatore

Dizionario economico

IT-ENSpazio web

1L’utilità

41

pari a 2.000, mentre il consumo del 1° etto di formaggio gli procura un’utilità pari a 3.000. Poiché il prezzo di un etto di carne è uguale a quello di un etto di formaggio, l’individuo com-prerà un etto di quest’ultimo bene. Il soggetto finora ha consumato 3 etti di carne e uno di formaggio; ha quindi speso 8 euro (euro 2 × 3 + euro 2 × 1 = euro 8). Egli continuerà ad acquistare i beni finché il suo reddito di 24 euro non sarà esaurito. Continuando in questo modo, l’individuo arriverà alla situazione in cui consuma 6 etti di carne, 4 di formaggio e 2 di arance. Ora egli ha speso tutto il suo reddito (infatti euro 2 × 6 + euro 2 × 4 + euro 2 × 2 = euro 24), e le utilità marginali dei tre beni sono uguali tra di loro.

In conclusione, quando i prezzi dei beni sono uguali tra di loro

il consumatore distribuisce il suo reddito nell’acquisto dei diversi beni in modo che ogni bene acquistato abbia per lui la stessa utilità marginale.

Solo in questo modo infatti egli ottiene la massima utilità totale. Nella realtà però i beni hanno solitamente prezzi diversi.

esempio.Supponiamo, nel nostro esempio, che il prezzo di un etto di carne sia pari a 4 euro, quello di uno di formaggio a 2 euro e quello di uno di arance a 1 euro. Che farà l’individuo considerato? Spendendo 4 euro egli ora può consumare un etto di carne, o 2 etti di formaggio, o uno di formaggio e 2 di arance, oppure 4 etti di arance. Tra queste 4 possibilità il soggetto sceglierà la prima, perché questa gli dà la massima uti-lità. Infatti il 1° etto di carne gli dà una soddisfazione pari a 8.000, mentre i primi 2 etti di formaggio gli procurano un piacere uguale a 5.000 (3.000 + 2.000); il consumo di un etto di formaggio insieme con 2 di arance gli dà un’utilità pari a 4.300 (3.000 + 800 + 500) e quello di 4 etti di arance una soddisfazione uguale a 1.500 (800 + 500 + 200 + 0). Quindi l’individuo consumerà dapprima un etto di carne. Che cosa farà successivamente, cioè dopo aver speso i primi 4 euro? Di nuovo acquisterà un etto di carne: infatti il consumo del 2° etto di carne gli dà una soddisfazione maggiore di tutte le altre combinazioni di beni che egli può comprare con 4 euro. Procedendo in questo modo, l’individuo arriva ad un punto in cui consuma 4 etti di carne, 3 di formaggio e 2 di arance. In questa situazione egli spende tutto il suo reddito (euro 4 × 4 + euro 2 × 3 + euro 1 × 2 = euro 24), e le utilità marginali dei singoli beni divise per i rispettivi prezzi (cioè le utilità marginali ponderate) sono uguali tra loro. Infatti l’utilità del 4° etto di carne è pari a 2.000, quella del 3° etto di formaggio a 1.000 e quella del 2° etto di arance a 500, per cui, dividendo per i rispettivi prezzi, abbiamo:

2.000/4 = 1.000/2 = 500/1

L’ utilità marginale ponderata è il rapporto tra l’utilità marginale di un bene e il prez-zo del bene stesso. Pertanto, quando i prezzi dei beni sono diversi

l’individuo tende a raggiungere non l’uguaglianza delle utilità margi-nali, ma l’uguaglianza delle utilità marginali ponderate.

Quando le utilità marginali ponderate dei beni sono uguali tra di loro, il consumatore ha raggiunto la massima soddisfazione possibile, chiamata anche posizione di massimo edonistico individuale, o equilibrio del consumatore. Vediamo perché. esempio.Quando il soggetto consuma 4 etti di carne, 3 di formaggio e 2 di arance, spende tutto il suo reddito, per cui potrebbe accrescere il consumo di uno di questi beni solo se dimi-nuisse quello di un altro. Se ad esempio rinunciasse ad un etto di carne (che costa 4 euro),

Uguaglianza delle utilità

marginali ponderate

L’equilibrio del consumatore

I numerosi esempi sono visivamente staccati rispetto alla corrispondente trattazione teorica

Le tipologie di Laboratorio, partendo dall’analisi di un argomento, permettono

di ampliare l’ambito della riflessione: “dal micro al macro” e “dal locale al globale”.

Si istituisce così uno stretto legame fra il campo microeconomico

e quello macroeconomico, fra il contesto nazionale e quello mondiale

Ogni scheda di Laboratorio è corredata di esercizi di comprensione del testo

e di spunti per la riflessione e il dibattito

Gli schemi e le tabelle intercalati nel testo permettono di fissare i concetti essenziali

72

MI PREPARO PER LA VERIFICAUnità

73

Totale complessivo della prova: 100 punti Spazio webVerifica

GriGlia di valutazione a paGina 496

2

1. La domanda varia al variare del prezzo ma il prezzo non varia al variare della domanda V F

2. La domanda individuale di un bene varia in senso opposto al prezzo V F 3. L’equilibrio del consumatore che acquista beni con prezzi diversi si ottiene quando sono

uguali le utilità marginali ponderate dei beni consumati V F 4. La scheda di offerta individuale di un bene rappresenta la quantità che un venditore produ-

ce in relazione alla domanda dei consumatori V F 5. Il prezzo di equilibrio rimane immutato indipendentemente dal tipo di periodo economico V F 6. L’introduzione della moneta ha modificato le modalità dello scambio V F 7. La ragione di scambio è il motivo per cui nasce lo scambio di beni tra due individui V F 8. L’utilità marginale di un bene cresce mano a mano che aumenta la quantità assunta di quel

bene V F 9. Giornali e libri hanno scarsa utilità per individui quasi analfabeti V F10. Le curve di indifferenza sono state utilizzate dagli economisti inglesi dell’ottocento per rap-

presentare graficamente l’equilibrio del consumatore V F11. È considerato breve periodo il tempo minimo necessario per la produzione di un qualsiasi

bene V F12. L’utilità totale è una funzione crescente della quantità V F13. Il prezzo di equilibrio è sempre determinato dalla domanda V F14. Lo scambio si arresta quando gli individui non traggono più vantaggio da esso V F15. L’utilità è un concetto oggettivo V F16. Anche i beni dannosi se soddisfano un bisogno sono utili V F17. Con la politica di controllo dei mercati si riduce un’offerta sovrabbondante che potrebbe

fare abbassare bruscamente il prezzo V F

1) Quantità di beni che un venditore è disposto a vendere in corrispondenza dei diversi prezzi 2) Quantità che tutti i venditori sono disposti a vendere in corrispondenza dei diversi prezzi 3) Quantità di un bene che un individuo richiede in corrispondenza dei diversi prezzi 4) Quantità di un bene che tutti gli individui sono disposti ad acquistare in corrispondenza dei

diversi prezzi

a) Scheda di domanda individuale b) Scheda di offerta di mercato c) Scheda di offerta individuale d) Scheda di domanda collettiva 1... 2... 3... 4...

1) Beni di prima necessità a) Beni a domanda elastica 2) Beni secondari b) Beni a domanda rigida 3) Beni di lusso 1... 2... 3...

1. L’elasticità della domanda esprime: a) la variazione dei consumi al variare del reddito b) la variazione della quantità domandata al variare del prezzo c) la variazione nel tempo della domanda collettiva d) la variazione che subisce la domanda di mercato per effetto della pubblicità

2. Il prezzo di un bene: a) aumenta all’aumentare della domanda b) aumenta al diminuire della domanda c) diminuisce all’aumentare della domanda d) non subisce variazioni al variare della domanda

3. Nel caso di beni con prezzi diversi la posizione di massimo edonistico individuale è raggiunta: a) quando, speso tutto il reddito, si uguagliano le utilità marginali ponderate dei diversi beni b) quando il reddito è distribuito in modo che ogni bene acquistato ha la stessa utilità

marginale c) prima che l’utilità cominci a decrescere d) quando l’individuo riesce a soddisfare completamente tutti i suoi bisogni

1 Vero o falso?

Indica se le seguenti

affermazioni sono vere

o false.

1 punto ogni risposta esatta

Punti …../17

2 Corrispondenze

Individua le corrispondenze

corrette.

1 punto ogni risposta esatta

Punti …../7

3 sCelTe mulTiple

Indica l’unica affermazione

corretta.

2 punti ogni risposta esatta

Punti …../14

4. All’assunzione di successive dosi di un bene: a) diminuisce l’utilità totale c) diminuisce l’utilità marginale b) cresce l’utilità marginale d) crescono entrambi i tipi di utilità 5. All’aumentare del reddito diminuisce il consumo dei beni: a) inferiori c) secondari b) di lusso d) primari

6. Dati due beni complementari all’aumentare del prezzo di uno dei due: a) diminuisce la domanda di entrambi b) aumenta la domanda di entrambi c) aumenta soltanto la domanda di uno dei due d) diminuisce soltanto la domanda di uno dei due

7. L’equilibrio del mercato si realizza: a) quando il numero dei compratori uguaglia quello dei venditori b) in corrispondenza del prezzo più conveniente per l’insieme dei venditori c) quando tutta la merce risulta venduta d) al prezzo che rende uguali la quantità domandata e la quantità offerta

1. Da che cosa è data la scheda di domanda collettiva? 2. Come varia la domanda di un bene in funzione dei prezzi dei suoi complementari e succe-

danei? 3. In relazione a quali elementi, oltre il prezzo, può essere misurata l’elasticità della domanda? 4. Perché nel breve periodo l’offerta è anelastica? 5. Che cosa afferma la legge del’utilità marginale decrescente? 6. In quale caso la regola secondo cui all’aumento del reddito cresce la domanda di beni su-

bisce un’eccezione e perché? 7. Quali concetti la scuola inglese dell’Ottocento e l’economista Vifredo Pareto hanno rispet-

tivamente utilizzato per rappresentare graficamente l’equilibrio del consumatore? 8. Da che cosa è costituita la scala di utilità di un individuo?

1. Descrivi le politiche che possono essere attivate dallo Stato nel caso in cui il prezzo di equilibrio di un bene sia molto elevato. (max 10 righe)

2. Chiarisci il ruolo assunto dal potere pubblico, a partire dagli anni Novanta, rispetto al mercato, individuandone gli strumenti. (max 8 righe)

3. Esamina il grafico a destra. Che cosa rappresentano, rispetti-vamente, la retta e il punto C? Perché il punto H non è di equili-brio? (max 4 righe)

4. Spiega perché la curva di domanda individuale è valida solo per un breve periodo. (max 6 righe)

5. Definisci il concetto di elasticità dell’offerta e precisa la tenden-za dell’offerta, in relazione all’elasticità, nel breve e nel lungo periodo. (max 8 righe)

Supponi di disporre di 60 euro che vuoi utilizza-re per acquistare CD, libri e poster. Se il prezzo unitario di ciascuno di questi beni è di 10 euro, in base ai dati forniti nella tabella a destra:a) quale combinazione dei beni può darti la

massima utilità? b) perché questa è la scelta più razionale che

puoi fare?

4 QuesiTi a risposTa singola

Rispondi utilizzando

al massimo tre righe di quaderno.

Fino a 3 punti ogni risposta

Punti …../24

5 TraTTazione sinTeTiCa di argomenTi

Sviluppa i quesiti rispettando

il numero di righe di quaderno

suggerito.

6 punti ogni tratta- zione esauriente

Punti …../30

6 problemi a soluzione rapida

HC

Bene y

Bene x

Risolvi il problema proposto.

8 punti per una soluzione corretta ed

esauriente

Punti …../8

unitàdel bene Cd libri poster

1 210 200 1852 200 185 1753 185 180 1704 180 170 1605 173 165 1506 160 140 120

punteggio totale realizzato ............... /100

prove e test

14

Unità 1

15GriGlia di valutazione a paGina 496

Natura della scienza economicaSpazio web Verifica 1

Punteggio totale: 100 punti

1 Vero o falso?

Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.1 punto ogni risposta esatta

1. L’oggetto della scienza economica è lo studio delle azioni umane rivolte a risparmiare i beni e ridurre i bisogni V F

2. Utilizzando il metodo induttivo gli economisti formu-lano leggi generali partendo dall’osservazione della realtà V F

3. La macroeconomia studia grandezze relative a uni-tà economiche elementari V F

4. L’attività di scambio presuppone che gli individui ab-biano consumi superiori al livello di sussistenza V F

5. Il cosiddetto circuito economico è caratterizzato dalla duplice attività di produzione e di consumo della ricchezza V F

6. Nel corso del XIX secolo si sono avuti studi essen-zialmente macroeconomici V F

7. Nel sistema economico ad economia capitalistica i problemi economici riguardo cosa, come e per chi produrre vengono decisi da un sistema di prezzi di mercato V F

8. In base al principio edonistico gli individui, nel loro agire economico, cercano di ottenere il massimo risultato qualunque sia lo sforzo necessario per ot-tenerlo V F

9. Il problema economico di base è determinato dalla scarsità di risorse rispetto ai bisogni V F

10. L’analisi delle entrate e delle spese sostenute dallo Stato e dagli enti pubblici per procurarsi i mezzi necessari alla soddisfazione dei bisogni pubblici è l’oggetto di studio della Scienza delle finanze V F

11. Le leggi formulate dalla scienza economica hanno valore assoluto e valgono sempre qualunque sia il sistema economico di riferimento V F

12. La nascita della scienza economica coincide con gli studi di Karl Marx sul comportamento delle diverse classi sociali in cui è divisa la società V F

13. La scarsità di beni economici non è un problema esclusivo dei Paesi poveri ma coinvolge anche buo-na parte dell’Occidente V F

14. Storicamente l’analisi microeconomica ha precedu-to quella macroeconomica V F

15. Attualmente prevalgono due tipi di sistemi econo-mici V F

Punti .......... /15

2 Scelte multiple

Indica l’unica affermazione corretta.2 punti ogni risposta esatta

1. La politica economica: a) verifica empiricamente le leggi economiche b) analizza le entrate e le uscite dello Stato c) fissa gli obiettivi economici dello Stato d) regola l’attività economica degli individui

2. è proprio dell’economia matematica: a) applicare il ragionamento matematico alla

scienza economica b) misurare quantitativamente i fenomeni econo-

mici c) descrivere e interpretare i fatti economici d) regolare mediante norme l’attività economica

degli individui

3. Soddisfare bisogni illimitati con beni limitati è proprio: a) dell’economia matematica b) della storia economica c) dell’economia politica d) dell’econometria

4. In base al principio edonistico gli uomini cercano: a) di minimizzare i propri costi b) di massimizzare i propri utili c) di ottenere il massimo risultato con il minimo

sforzo d) di spendere il meno possibile rinunciando a

soddisfare bisogni voluttuari

5. La descrizione e l’interpretazione dei fatti economi-ci attiene:

a) all’economia politica b) alla statistica c) al diritto d) alla storia

6. Le teorie economiche espresse in forma matema-tica prendono il nome di:

a) modelli b) previsioni c) metodi d) norme economiche

7. Il procedimento mediante il quale si passa dalle grandezze microeconomiche a quelle macroecono-miche è chiamato:

a) metodo induttivo b) aggregazione c) previsione d) metodo deduttivo

8. La verifica empirica delle leggi economiche è ogget-to specifico:

a) della statistica b) dell’economia matematica c) dell’econometria d) della microeconomia e della macroeconomia

secondo la grandezza di riferimento

9. Il circuito economico è chiuso dall’attività: a) di scambio b) di consumo c) di produzione d) di distribuzione

10. La ricchezza delle nazioni fu scritto da: a) Karl Marx b) Adam Smith c) John Maynard Keynes d) John Kenneth Galbraight Punti .......... /20

3 Corrispondenze

Indica le corrispondenze corrette.1 punto ogni risposta esatta

1) Regolamentazione dell’attività economica2) Verifica empirica delle leggi economiche3) Interpretazione dei fenomeni economici4) Misurazione dell’attività economica5) Espressione in forma matematica

a) Economia matematicab) Dirittoc) Econometriad) Statisticae) Storia

1... 2... 3... 4... 5...

Punti .......... /5

4 Quesiti a risposta singola

Rispondi utilizzando al massimo tre righe di quaderno.Fino a 3 punti ogni risposta

1. Che differenza c’è tra il metodo deduttivo e il meto-do induttivo?

2. In quale rapporto sta l’economia politica con la storia economica?

3. Da che cosa è determinato il comportamento dell’homo economicus?

4. L’economia politica ha dei rapporti con il diritto?

5. Che differenza c’è tra la microeconomia e la ma-croeconomia?

6. Economia politica e politica economica sono la stessa cosa?

7. Quali sono nell’ordine le attività del circuito economico?

8. Con quale opera si suole far coincidere la nascita della scienza economica?

Punti .......... /24

5 Trattazione sintetica di argomenti

Sviluppa i quesiti rispettando il numero di righe di quaderno suggerito.6 punti ogni trattazione esauriente

1. L’economia soggettivista ha elaborato il principio edonistico. Esponi tale principio e individua alcune azioni economiche quotidiane in cui è possibile ri-scontrare l’applicazione del principio edonistico.

(max 9 righe)

2. Evidenzia i legami e le differenze tra la scienza eco-nomica, la psicologia e la sociologia.

(max 9 righe)

3. Utilizzando concetti economici di base di tua cono-scenza esemplifica due grandezze macroeconomi-che e due grandezze microeconomiche.

(max 6 righe) 4. Supponi di leggere tre saggi. Il primo descrive le

vicende di un conflitto, il secondo analizza le cau-se economiche che lo hanno determinato, il terzo giunge a formulare una teoria secondo la quale è possibile prevedere che ripresentandosi certe cir-costanze potrebbe verificarsi un nuovo conflitto. Attribuisci ad ognuno di essi il proprio ambito disci-plinare e spiega i motivi della tua scelta.

(max 6 righe)

5. Considera queste affermazioni: – Tizio, disponendo di un reddito mensile di 2.000

euro, ne destina 1.500 al consumo. Quando il suo reddito sale a 2.500 euro, il suo consumo giunge a 1.750 euro.

– Il consumo di Tizio è una funzione crescente del suo reddito.

Indica quale di queste affermazioni attiene all’eco-nomia e quale all’econometria e spiega perché.

(max 6 righe)

6. L’esperienza dimostra che, se le disponibilità eco-nomiche di un individuo crescono, aumenta il suo consumo di beni. Esprimi questo concetto in forma matematica e indica se quanto hai esposto attiene all’econometria o all’economia matematica.

(max 4 righe)

Punti .......... /36

Punteggio totale realizzato ......... /100

Ogni sezione di esercizi è dotata di un punteggio che permette

allo studente (con l’assistenza dell’insegnante e grazie alla griglia

di valutazione a fine volume) di giudicare la propria preparazione

Gli esercizi di fine capitolo (Prove e test) sono articolati secondo un criterio

di difficoltà crescente e comprendono anche le tipologie della Terza prova

Alla fine di ogni unità è presente una simulazione del compito in classe (Mi preparo per la verifica) con le stesse caratteristiche degli esercizi di fine capitolo

Il punteggio (e la griglia a fine volume) permettono l’autovalutazione

Test autocorrettivi per ogni capitolo e ogni unità, con punteggio, utili per l’autovalutazione dell’apprendimento.

Glossario in italiano e in inglese dei principali termini tecnici presenti nel testo: una selezione utile per memorizzare i concetti e acquisire padronanza dell’inglese economico, riferimento linguistico principale della disciplina.

Brevi testi che riassumono i contenuti di ogni capitolo, da completare inserendo i termini cor-retti: allo stesso tempo una verifica e un efficace strumento per il ripasso.

Gli aggiornamenti normativi della disciplina, garantiti periodicamente.

Dizionario economico

IT-ENSpazio web

Spazio web Verifica

Sintesi attivaSpazio web

CONTENUTI MULTIMEDIALI

2

c noscenzeeabilità•Conoscere la teoria dell’utilità e il rapporto tra l’utilità e il fenomeno dello scambio�•Interpretare la teoria dell’equilibrio del consumatore secondo l’analisi della scala di utilità e

quella delle curve di indifferenza�•Conoscere e interpretare l’andamento della domanda individuale e collettiva anche attraver-

so l’utilizzo di rappresentazioni grafiche�•Conoscere e interpretare l’andamento dell’offerta individuale e collettiva anche attraverso

l’utilizzo di rappresentazioni grafiche•Riconoscere gli effetti delle variazioni della domanda e dell’offerta sui prezzi e come si deter-

mina il prezzo di equilibrio nel breve e nel lungo periodo

Di fronte a un forno si ammassano gli acquirenti che attendono il loro turno per essere serviti. Nella vetrina di un negozio di abbigliamento spicca l’invogliante pub-blicità di uno sconto. Si tratta di immagini molto diverse fra loro: la foto più vecchia risale infatti agli anni drammatici della Seconda guerra mondiale, quando in Italia i beni di prima necessità scarseggiavano. Entrambe, tuttavia, colgono due importanti aspetti del meccanismo

da cui dipende la formazione del prezzo dei beni. Quando il prezzo di un bene diminuisce, aumenta la quantità domanda-ta di esso (per questo gli sconti vengono tanto pubblicizzati!). Viceversa quando un bene scarseggia (come è accaduto in Italia col pane durante la Seconda guerra mondiale), il suo prezzo si impenna. In tal caso lo Sta-to può imporre ai produttori del bene un “prezzo politico”, più basso di quello che si stabilisce naturalmente sul mercato. Ma in questo modo la domanda di pane dei consumatori supera l’offerta dei produttori: ecco perciò che di fronte ai negozi si formano lunghe code e qualcu-no resta senza pane.

unità diapprendimento

l termine di questa unità ti sarà chiara la natura di alcuni im-portanti fenomeni economi-ci: la domanda e l’offerta dei beni nel mercato e la forma-

zione dei loro prezzi. Per comprendere questi meccanismi è necessario partire dalla nozione di utilità di un bene, e da una sua importante precisazione, l’utilità marginale. Quando avremo compreso perché quest’ultima tende a decrescere via via che cresce la quantità di beni a disposizione, potremo individuare i presupposti e i limiti di convenienza degli scambi di beni fra individui.Introdotta la nozione di scambio, potremo passare a quella di mercato, il luogo dove si incontra-no (virtualmente) gli individui che domandano un bene e quelli che lo offrono. Descriveremo poi l’andamento della domanda e dell’offerta dei beni in relazione ai loro prezzi.A questo punto saremo in grado di comprendere un ulteriore processo: domanda e offerta varia-no al variare del prezzo dei beni, ma con le loro variazioni determinano, a loro volta, la variazione del prezzo di equilibrio dei beni. Sapere come si formano i prezzi ci permetterà infine di capire quali sono gli strumenti per controllarli.

A

1. L’utilità Il significato economico di utilità Utilità totale e marginale La legge dell’utilità marginale decrescente L’equilibrio del consumatore La scala di utilità e le curve di indifferenza L’utilità e lo scambio La ragione di scambio Il presupposto dello scambio Limite di convenienza dello scambio

2. Ladomandael’offerta La domanda individuale e collettiva L’elasticità della domanda L’offerta individuale e collettiva

L’offerta nel breve e nel lungo periodo L’elasticità dell’offerta

3. Laformazionedeiprezzi La legge della domanda e dell’offerta La formazione del prezzo di equilibrio

nel breve e nel lungo periodo Controllo dei prezzi e dei mercati

la teoria dell’utilitÀ,della domanda e dell’offerta

La teoria deLL’utiLità, deLLa domanda e deLL’offertaUnità 2

1 L’utilità:nozione

Il consumo dei beni e dei servizi (mangiare del pane, indossare un abito, guidare un’au-tomobile) dà alla persona una sensazione di piacere o di soddisfazione, che nella scienza economica è chiamata utilità. Quindi:

l’utilità di un individuo è il piacere che egli ricava dal consumo dei beni.

Occorre distinguere il significato che il termine “utile” ha nel linguaggio comune e nel linguaggio economico. Nel linguaggio comune è utile ciò che è giovevole, vantaggioso; mentre nel linguaggio economico è utile qualunque bene che sia atto a soddisfare un bisogno. Quindi in economia anche le bevande alcoliche e le sigarette sono utili, perché procurano piacere a chi le consuma, anche se possono danneggiare la salute.

L’utilità è un concetto soggettivo. Infatti un dato bene per un individuo può avere una grande utilità e per un altro un’utilità scarsa o nulla. Le sigarette sono utili per i fuma-tori perché danno loro piacere, mentre non sono utili per coloro che non fumano.

2 Laleggedell’utilitàmarginaledecrescente

esempio.Consideriamooraunindividuocheconsumaundatobene,adesempiolacarne.Eglihafameemangiaunabistecca.Iprimibocconiglidannounnotevolepiacere,però,manmanocheegliconsumaisuccessivibocconi,ciascunodiquestigliprocureràunasoddisfa-zioneviaviaminore,perchélasuafamediminuisce.Infattiilsuobisognodimangiarevieneappagatomanmanocheegliconsumalabistecca.Glieconomistidell’Ottocentoritenevanocheilpiacerefossemisurabile.Quindi,seguendolelo-roteorie,possiamofarequestoesempio:supponiamocheilprimobocconedicarnediaall’in-dividuochestiamoconsiderandoun’utilitàparia10;ilsecondo,perleragionivistesopra,gliprocureràunpiacereminore,ugualea9;ilterzoun’utilitàancorapiùbassa,pari,supponiamo,a7,50;ecosìvia.Quandol’individuoèsazio,unulteriorebocconeglidaràunasoddisfazioneugualea0,eunaltroancoraglidaràfastidio,cioègliprocureràpiacerenegativoo disutilità.Possiamodescrivereedampliarel’esempiofattomediantelatabellaapaginaseguente.Inessaabbiamosuppostocheilsoggettoabbiapocafame,perchédopoil6°bocconeègiàsazio,percuiil7°glidàun’utilitàparia0.Consideriamol’individuodopochehamangiato2solibocconi:l’utilitàtotaledicuieglihagodutooraè10+9=19;l’utilitàdell’ultimobocconeè9.Consideriamoilsoggettodopochehaconsumato3bocconi:l’utilitàtotaleoraè10+9+

Utilità e soddisfazione

Soddisfazione e vantaggio

Soggettività dell’utilità

1 L’utilitàDizionario

economico IT-EN

Spazio web

1L’utilità

+7,50=26,50;l’utilitàdell’ultimobocconeviceversaè7,50.Secontinuiamoinquestomodofinoal6°,vediamoche,manmanochel’individuomangialasuabistecca,l’utilitàtotaledaluigodutaaumenta,masenoi,dopoogniboccone,consideriamol’utilitàdatadall’ultimodiquestisoltanto,notiamocheessadiminuisce.L’utilitàdell’ultimobocconesichiama utilità marginale.Quindi,man mano che l’individuo mangia la sua bistecca, l’utilità totale cresce,ma l’utilità marginale diminuisce.L’utilitàtotaleaumentainmisuraviaviadecrescente.Questaanalisièvalidaperqualunquebeneeingeneraleparleremodidosidiunbene.Nelcasodellabisteccaledosisonoibocconi.

Pertanto l’utilità totale è il piacere che l’individuo trae dal consumo di una data quantità di un bene.

L’utilità marginale è il piacere che l’individuo trae dall’ultima dose di un bene.

L’utilità totale è crescente; l’utilità marginale è decrescente. La “legge dell’utilità marginale decrescente” è assai importante nella scienza economica.

esempio Possiamorappresentaregraficamentequantoabbiamodettofinora.Seriportiamolacarnesull’ascissael’utilitàtotalesull’ordinata,abbiamoildiagrammadifigura1.Seinveceriportiamosull’ascissalacarne,masull’ordinatal’utilitàmarginale,abbiamoilgraficodifigura2.

Daiduediagrammisideduconoleproprietàprecedentementeenunciate:manmanocheaumentailconsumodicarne,l’utilitàtotalecresce,mainmisuraviaviaminore.L’utilitàmar-ginalequindièdecrescente.Nelpuntoincuilacurvadellafigura1diventaorizzontale(dal6°al7°boccone),l’utilitàtotaleèmassimael’utilitàmarginaleèugualea0.Questoèilpuntodellasazietà,opunto di satu-razione.Seilconsumodicarnevienespintoaldilàdiquestopunto,l’utilitàtotalediminuisceequellamarginaledivienenegativa.Laposizioneelaripiditàdellecurvevarianodasoggettoasoggetto,mal’andamentodellecurveèugualeperqualunqueindividuo,poichépertuttièvalidalaleggedell’utilitàmarginaledecrescente.

L’utilità marginale della moneta dipende dalla quantità di moneta a disposizione dell’individuo. Pertanto, se una persona è ricca e ha molta moneta, l’utilità marginale della moneta per questa persona sarà bassa; se viceversa una persona è povera, l’utilità marginale della moneta per lei sarà elevata. Di solito, per semplificare l’analisi dei problemi economici, si suppone che l’utilità marginale della moneta sia costante.

tabella 1

2

36,40

utilità totale38,4536,9532,40

26,50

19

10

0 1 3 4 5 6 7 8 carne2

utilità marginale

109

5,90

4

0 1 3 5 6 7carne

7,50

2,05

4 8

figura 1 figura 2

L’utilità marginale della moneta

Bocconi Utilitàgoduta dall’individuo considerato

1°boccone 102°boccone 93°boccone 7,504°boccone 5,905°boccone 46°boccone 2,057°boccone 08°boccone –1,50

La teoria deLL’utiLità, deLLa domanda e deLL’offertaUnità 2

3 Lascaladiutilitàel’equilibriodelconsumatore

esempio.Finoraabbiamoconsideratounindividuocheconsumaunsolobene.Larealtàèna-turalmentepiùcomplessae,perfareunpassoavanti,prendiamoinesameunapersonacheconsuma,adesempio,trebeni:carne,formaggioearance.Facciamol’ipotesichequestoindividuoabbiaunredditogiornalierodi24euro:comelodistri-buirànell’acquistodeitrebeni?Supponiamopersemplicitàcheilsoggettononrisparmi,maspendailsuoredditocompletamentenell’acquistodiquestibeni.Che quantità comprerà di carne, che quantità di formaggio e quante arance?

Per sapere come il reddito verrà distribuito nell’acquisto dei diversi beni dobbiamo co-noscere due elementi: l’utilità che le successive dosi di ciascun bene danno all’indi-viduo, cioè la scala di utilità dell’individuo, e i prezzi dei vari beni. La scala di utilità (che riflette i gusti di un individuo) è costituita dall’utilità che le successive dosi di ciascun bene danno all’individuo.

esempio.Usiamounaunitàdimisuraugualeperitrebenieconsideriamoognidosepariaunetto.Supponiamoche,datiigustidell’individuo,ilconsumodel1°ettodicarneglidiaun’utilitàparia8.000,quellodel2°un’utilitàdi6.000,quellodel3°un’utilitàugualea4.000,ecosìvia,secondolatabellaseguente.

Analogamente,supponiamoche,datiigustidell’individuo,ilconsumodeisuccessiviettidiformaggioediarancegliarrechiutilitàsecondolaprogressioneindicatanellatabella.Latabellarappresenta,quindi,lascaladiutilitàdell’individuochestiamoconsiderando.Facciamol’ipotesi,persemplicità,cheunettodicarneabbialostesso prezzodiunettodiformaggioediunodiaranceechetaleprezzosiaugualea2euro.Poichéilconsumodel1°ettodicarnedàall’individuounasoddisfazioneparia8.000,mentreil1°ettodiformaggiounpiacereugualea3.000eil1°diaranceunasoddisfazioneparia800,epoichéquestibenihannotuttilostessoprezzo,ilsoggettocompreràdapprimaunet-todicarne,spendendo2euro.L’individuoinfattiagisceinmododaavere sempre la massima utilità(principiodelmassimorisultato).Ora,ilconsumodiun2°ettodicarnedàall’individuounasoddisfazioneparia6.000,cheèsempresuperioreall’utilitàchegliprocurailconsumodel1°ettodiformaggio(3.000)odel1°diarance(800).Quindil’individuoconsumeràun2°ettodicarne.Perlostessomotivoilsog-gettocompreràun3°ettodicarneprimadiiniziareilconsumodelformaggioodellearance.Dopoaveracquistato3ettidicarne,però,lapersonachestiamoconsiderandoinizieràaconsumareilformaggio.Infattiilconsumodiun4°ettodicarneglidarebbeunasoddisfazione

La scala di utilità

tabella 2

Dosi Utilitàgoduta Utilitàgoduta Utilitàgoduta dall’individuoinseguito dall’individuoinseguito dall’individuoinseguito alconsumodicarne alconsumodiformaggio alconsumodiarance

1°etto 8.000 3.000 8002°etto 6.000 2.000 5003°etto 4.000 1.000 2004°etto 2.000 500 05°etto 1.000 300 negativa6°etto 500 0 negativa 7°etto 400 negativa negativa8°etto 0 negativa negativa9°etto negativa negativa negativa

Uguaglianza delle utilità

marginali ponderate

L’equilibrio del consumatore

Dizionario economico

IT-ENSpazio web

1L’utilità

paria2.000,mentreilconsumodel1°ettodiformaggiogliprocuraun’utilitàparia3.000.Poichéilprezzodiunettodicarneèugualeaquellodiunettodiformaggio,l’individuocom-preràunettodiquest’ultimobene.Ilsoggettofinorahaconsumato3ettidicarneeunodiformaggio;haquindispeso8euro(euro2×3+euro2×1=euro8).Eglicontinueràadacquistareibenifinchéilsuoredditodi24eurononsaràesaurito.Continuandoinquestomodo,l’individuoarriveràallasituazioneincuiconsuma6ettidicarne,4diformaggioe2diarance.Oraeglihaspesotuttoilsuoreddito(infattieuro2×6+euro2×4+euro2×2=euro24),eleutilitàmarginalideitrebenisonougualitradiloro.

In conclusione, quando i prezzi dei beni sono uguali tra di loro

il consumatore distribuisce il suo reddito nell’acquisto dei diversi beni in modo che ogni bene acquistato abbia per lui la stessa utilità marginale.

Solo in questo modo infatti egli ottiene la massima utilità totale. Nella realtà però i beni hanno solitamente prezzi diversi.

esempio.Supponiamo,nelnostroesempio,cheilprezzodiunettodicarnesiaparia4euro,quellodiunodiformaggioa2euroequellodiunodiarancea1euro.Chefaràl’individuoconsiderato?Spendendo4euroegliorapuòconsumareunettodicarne,o2ettidiformaggio,ounodiformaggioe2diarance,oppure4ettidiarance.Traqueste4possibilitàilsoggettosceglieràlaprima,perchéquestaglidàlamassimauti-lità.Infattiil1°ettodicarneglidàunasoddisfazioneparia8.000,mentreiprimi2ettidiformaggiogliprocuranounpiacereugualea5.000(3.000+2.000);ilconsumodiunettodiformaggioinsiemecon2diaranceglidàun’utilitàparia4.300(3.000+800+500)equellodi4ettidiaranceunasoddisfazioneugualea1.500(800+500+200+0).Quindil’individuoconsumeràdapprimaunettodicarne.Checosafaràsuccessivamente,cioèdopoaverspesoiprimi4euro?Dinuovoacquisteràunettodicarne:infattiilconsumodel2°ettodicarneglidàunasoddisfazionemaggioredituttelealtrecombinazionidibenicheeglipuòcomprarecon4euro.Procedendoinquestomodo,l’individuoarrivaadunpuntoincuiconsuma4ettidicarne,3diformaggioe2diarance.Inquestasituazioneeglispendetuttoilsuoreddito(euro4×4+euro2×3+euro1×2=euro24),ele utilità marginali dei singoli beni divise per i rispettivi prezzi(cioèleutilitàmarginaliponderate)sono uguali tra loro.Infattil’utilitàdel4°ettodicarneèparia2.000,quelladel3°ettodiformaggioa1.000equelladel2°ettodiarancea500,percui,dividendoperirispettiviprezzi,abbiamo:

2.000/4=1.000/2=500/1

L’ utilità marginale ponderata è il rapporto tra l’utilità marginale di un bene e il prez-zo del bene stesso. Pertanto, quando i prezzi dei beni sono diversi

l’individuo tende a raggiungere non l’uguaglianza delle utilità margi-nali, ma l’uguaglianza delle utilità marginali ponderate.

Quando le utilità marginali ponderate dei beni sono uguali tra di loro, il consumatore ha raggiunto la massima soddisfazione possibile, chiamata anche posizione di massimo edonistico individuale, o equilibrio del consumatore. Vediamo perché. esempio.Quandoilsoggettoconsuma4ettidicarne,3diformaggioe2diarance,spendetuttoilsuoreddito,percuipotrebbeaccrescereilconsumodiunodiquestibenisolosedimi-nuissequellodiunaltro.Seadesempiorinunciasseadunettodicarne(checosta4euro),

Uguaglianza delle utilità

marginali ponderate

L’equilibrio del consumatore

La teoria deLL’utiLità, deLLa domanda e deLL’offertaUnità 2

potrebbeacquistare2ettidiformaggioinpiù,oppureunettodiformaggioe2diarance,oppure4ettidiarance.Mavediamosubitochenessunadiquestesostituzionisarebbeperluiconveniente.Infattilarinunciaal4°ettodicarnegliprovocherebbeunadiminuzionediutilitàparia2.000,mentreilconsumodi2ettidiformaggioinpiù(4°e5°)glidarebbeunasoddisfazioneugualea800(500+300)equellodiunettodiformaggioe2ettidiaranceodi4ettidiarancegliprocurerebbeunautilitàancoraminore.Pertanto,laposizioneincuil’individuoconsuma4ettidicarne,3diformaggioe2diaranceèlasituazioneincuilasuautilitàtotaleèlamassimapossibile.Infattiinquestasituazionel’ultimo euro speso nell’acquisto dei diversi beni dà all’individuo la stessa utilità.

4 Lecurvediindifferenzael’equilibriodelconsumatore

Finora abbiamo parlato della soddisfazione di un individuo come di un’entità misurabile.

esempio.Infattiabbiamodettocheil2°ettodicarnedàaunacertapersonaun’utilitàparia6.000,mentreil1°ettodiformaggioleprocuraunpiacereugualea3.000;quindipos-siamodirecheilconsumodel2°ettodicarneledàun’utilitàdoppiadiquellachelederivadal1°diformaggio.

Questa è stata per lungo tempo l’impostazione degli economisti e in particolare della scuola inglese dell’Ottocento, che, seguendo la tradizione della filosofia morale, consi-derava la soddisfazione psichica come un’entità misurabile. L’economista italiano Vilfredo Pareto (1848-1923) adottò invece un altro indirizzo: egli affermava che il piacere non può essere misurato e che al concetto di scala di utilità va sostituito quello di curva di indifferenza. Le curve di indifferenza erano già state introdotte dall’inglese Edgeworth nell’analisi economica e Pareto le usò per rap-presentare graficamente l’equilibrio del consumatore. Vediamo pertanto che cos’è una curva di indifferenza.

esempio.Consideriamounindividuocheconsuma2beni,adesempiocarneeformaggio,eriportiamolequantitàdiquestisudiunacoppiadiassicartesiani,comeindicatoinfigura3.Ciascunacombinazionepossibiledei2benièrappresentatadaunpuntonelpiano.Ora,comerisultadallatabella2apagina46,lastessautilitàpuòessereottenutaconcom-binazionidiversedei2beni:adesempioilconsumodi4ettidicarneediunodiformaggiodàall’individuoun’utilitàparia23.000(8.000+6.000+4.000+2.000+3.000=23.000),ma

Dalla scala di utilità…

... alla curva di indifferenza

Stessautilitàmarginalepondera-taperognibeneacquistato

Stessautilitàmarginaleperognibeneacquistato

Beniconprezziuguali

Individuoconredditogiornalierofisso

cheacquistabeni

Beniconprezzidiversi

Dizionario economico

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1L’utilità

ancheilconsumodi3ettidicarnee2diformaggiogliprocuralastessasoddisfazionetotale(8.000+6.000+4.000+3.000+2.000=23.000).Possiamoesprimereciòsenzafareal-cunriferimentoall’utilitàedallasuamisurabilità,dicendosemplicementechele2combinazionidibenisonoindifferentiperilsoggetto.Infatti,affermavaPareto,nellarealtànonriusciamoamisurareilpiacereolasoddisfazionedellepersone,mapossiamorilevareseunindividuopre-ferisceunadatacombinazionedibeniadun’altra,osequestesonoperluiindifferenti.

Lafigura3rappresentagraficamentele2combinazionimenzionate:ilpuntoAindicalapri-maeilpuntoBlaseconda.

Ingeneralepossiamoritenerechelecombinazionidibeniindifferenti perunindividuosianomolte,anziinfinite.Infatti,entrocertilimiti,ladiminuzionedelconsumodiunbenepuòesserecompensatadall’aumentodelconsumodiunaltrobene.Quindi,sviluppandoilnostroesem-pio,possiamofarel’ipotesichetuttelecombinazionidicarneediformaggioriportateinta-bella3sianoindifferentiperilsoggettoconsiderato.Ognunadiquestecombinazioniindividuasulpianocartesianounpunto,lecuicoordinaterappresentanolaquantitàdicarneequelladiformaggio.Unendotalipunti,siottieneunacurvasimileaquelladeldiagrammadifigura4,cheènotacomecurvadiindifferenza,poiché tutti i punti situati su di essa rappresentano combinazioni dei 2 beni “indifferenti” per l’individuo considerato.Nonvisaràunasolacurvadiindifferenza,mavenesarannotante(allimiteunnumeroinfi-nito).Infatti,seconsideriamoilnostroesempio,possiamosupporrecheilconsumodi4ettidicarnee3diformaggiosiapreferitoaquellodi3dicarnee2diformaggio,datochelaprimacombinazionecomportaunmaggiorconsumodientrambiibeni.

2

carne

4

3

1

0 1 3 formaggio

2

4

B

A C figura 3

Piaceremisurabile ScaladiutilitàUtilitàdataall’individuo

dallesuccessivedosidiunbene

Piacerenonmisurabile Curvadiindifferenza

Preferenzaoindifferenzadell’individuo

perdeterminatecombinazionidibeni

prove e testUnità 2

Punteggio totale: 100 punti

1 Vero o falso?

Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false.1 punto ogni risposta esatta

1. L’utilità marginale ponderata di un bene esprime il rapporto tra l’utilità marginale di un bene e quella di un altro bene V F

2. La legge dell’utilità marginale decrescente afferma che all’assunzione di successive dosi di un bene l’utilità totale aumenta in misura decrescente per-ché l’utilità marginale diminuisce V F

3. Sono utili per un individuo i beni e servizi che gli procurano giovamento V F

4. L’utilità totale è il piacere che l’individuo trae dal soddisfacimento di tutti i suoi bisogni V F

5. L’utilità marginale della moneta è inversamente proporzionale alla quantità di moneta di cui un indi-viduo dispone V F

6. La ragione di scambio tra due beni rappresenta la quantità di un bene necessaria per acquistare un’unità dell’altro bene V F

7. L’utilità economica è soggettiva V F

8. Tutti gli economisti hanno concordato sulla misura-bilità dell’utilità dei beni economici V F

9. Nel caso in cui i prezzi dei beni siano diversi l’indivi-duo tenderà a raggiungere l’uguaglianza delle utilità marginali V F

10. In genere l’utilità iniziale è la più elevata e quella marginale la più bassa V F

11. La scala di utilità rappresenta l’utilità fornita da suc-cessive dosi di un bene V F

12. L’utilità di un bene può anche essere negativa V F

13. Il punto di saturazione nella soddisfazione di un bi-sogno è raggiunto quando l’utilità marginale è mas-sima V F

14. L’utilità marginale ponderata esprime il rapporto tra l’utilità marginale di un bene e quella di un altro bene V F

15. Il cambiamento delle condizioni socio economiche può modificare i gusti degli individui V F

16. Nel baratto il prezzo di un bene non è definito in termini monetari V F

Punti .......... /16

2 Scelte multiple

Indica l’unica affermazione corretta.2 punti ogni risposta esatta

1. L’utilità totale:

a) è decrescente perché il piacere diminuisce ma-no a mano che un bisogno viene soddisfatto

b) cresce in modo discontinuo a seconda dell’in-tensità del bisogno

c) cresce in modo continuo perché è la somma delle utilità delle singole dosi di un bene

d) aumenta in modo decrescente perché l’utilità marginale diminuisce

2. L’utilità marginale: a) è decrescente perché successive dosi di un

bene procurano meno piacere b) rimane invariata perché ogni singola dose di un

bene procura lo stesso piacere c) tende ad aumentare fino a quando non viene

raggiunto il punto di sazietà d) ha un andamento variabile perché dipende dai

gusti degli individui

3. La quantità di un bene necessaria per acquistare un’unità di un altro bene costituisce:

a) il presupposto dello scambio b) l’utilità marginale del bene c) la ragione di scambio d) l’utilità marginale ponderata del bene 4. Secondo la teoria delle curve di indifferenza la posi-

zione di equilibrio del consumatore: a) è il punto in cui la retta di bilancio è tangente

alla curva di indifferenza più alta b) è data da tutti i punti situati tra gli assi e la retta

di bilancio c) è il punto in cui la retta di bilancio è tangente

alla curva di indifferenza più bassa d) è data da tutti punti situati sulla retta di bilancio

5. La soddisfazione procurata dall’ultima dose di un bene costituisce:

a) l’utilità totale del bene b) l’utilità marginale ponderata del bene c) l’utilità marginale del bene d) l’utilità negativa del bene

6. Se per acquistare due litri d’olio è necessario ce-dere 3 chilogrammi di carne la ragione di scambio dell’olio in termini di carne è:

a) due b) due terzi c) tre mezzi d) tre

7. Nel caso in cui i prezzi dei beni siano diversi l’indivi-duo tenderà:

a) a uguagliare le utilità marginali b) a scegliere il bene che ha prezzo inferiore c) a uguagliare le utilità marginali ponderate d) a scegliere il bene che gli sembra più utile

Punti .......... /14

GriGlia di valutazione a paGina 496

1 L’utilitàSpazio web Verifica

3 Corrispondenze

Indica le corrispondenze corrette.1 punto ogni risposta esatta1) Utilità che l’individuo ricava dal consumo dell’ultima

dose di un bene2) Rapporto tra l’utilità marginale di un bene e il suo

prezzo3) Piacere che l’individuo trae dal consumo dei beni4) Utilità che l’individuo trae dal consumo di una data

quantità di un bene

a) Utilitàb) Utilità marginalec) Utilità totaled) Utilità marginale ponderata

1... 2... 3... 4...

Punti .......... /4

4 Quesiti a risposta singola

Rispondi utilizzando al massimo tre righe di qua-derno.Fino a 3 punti ogni risposta

1. Come avveniva lo scambio prima dell’introduzione della moneta?

2. Quale fattore può modificare i gusti individuali nel lungo periodo?

3. Qual è il presupposto dello scambio? 4. Che cos’è la ragione di scambio tra due beni? 5. La parola utilità nel linguaggio economico ha lo

stesso significato che nel linguaggio comune? 6. Perché l’utilità è un concetto soggettivo? 7. Che cosa rappresenta la posizione di massimo edo-

nistico individuale e quando si realizza? 8. Che cosa rappresenta la retta di bilancio nell’analisi

economica di Pareto?Punti .......... /24

5 Trattazione sintetica di argomenti

Sviluppa i quesiti rispettando il numero di righe di quaderno suggerito.6 punti ogni trattazione esauriente

1. Definisci le curve di indifferenza e spiega la loro funzione nell’analisi economica di Pareto.

(max 8 righe)

2. Distingui come il consumatore distribuisce il suo reddito nell’acquisto dei beni a seconda che i prezzi dei beni siano uguali tra di loro o diversi.

(max 6 righe) 3. Definisci i concetti di utilità totale e di utilità margi-

nale e, servendoti di un esempio, evidenzia la loro differenza. (max 10 righe)

4. Illustra che cosa rappresenta la “scala di utilità” e da che cosa è costituita. (max 6 righe)

5. Sintetizza il suggerimento che la legge del livella-mento delle utilità marginali ponderate può dare al consumatore. (max 5 righe)

Punti .......... /30

6 Casi pratici

Risolvi i quesiti proposti.6 punti ogni riposta corretta ed esauriente

1. Dati i valori indicati nella tabella:

a) costruisci la curva dell’utilità totale

b) individua l’utilità mar-ginale della terza e della quinta dose del bene

2. Utilizzando i dati forniti nella seguente tabella (che contengono combinazioni che danno la stessa utili-tà all’individuo):

a) costruisci la curva di indifferenza b) descrivi e motiva l’andamento di tale curva

(max 3 righe)

Punti .......... /12

Dosi Utilità totale

12345678

100190270340400450490520

Combinazione pesce carne

A 4 1

B 3 2

C 2 3,5

Punteggio totale realizzato ......... /100

LABORATORIO DI ECONOMIA        POLITICA

Comprensione del testo

Unità 2 LABORATORIO DI ECONOMIA        POLITICA

appiamo che la riduzione dell’offerta di un bene ha come conseguenza l’aumento del suo prezzo di mercato. Sulla base di que-sto principio l’Europa è intervenuta di re-cente per ridurre lo squilibrio tra doman-

da e offerta di vino limitando l’offerta attraverso la regolamentazione dei diritti d’impianto e reimpian-to e premiando l’estirpazione dei vigneti. L’intento è quello di contenere la produzione con l’obiettivo di aumentare il livello medio dei prezzi e sostenere il reddito degli agricoltori. In un contesto locale la politica europea produrrebbe gli effetti desiderati anche se ad esserne danneggiati sarebbero i consumatori che si troverebbero a dover pagare un prezzo più alto. Ma cosa accade in un con-testo globale? Quali saranno i reali effetti di questa misura? In un articolo di S. Castriota e M. Delmastro apparso sul sito www.lavoce.info nel luglio 2010 si sottolinea come l’Unione europea non sia un’economia chiusa e non abbia l’esclusiva della produzione del vino. “Nuo-vi” produttori (Australia, Cile, Sud Africa, Argentina e Stati Uniti) stanno invadendo con i loro prodotti i mercati mondiali, il che tende a vanificare gli effet-

ti della strategia comunitaria di contenimento della produzione in ambito europeo. Tale strategia è inol-tre molto costosa in quanto l’Unione europea, in un periodo di risorse scarse, ha stanziato più di un mi-liardo di euro per il triennio 2009-2011 per incentivare l’estirpazione di vigneti spesso improduttivi. Tuttavia il problema principale del settore risiede nel calo strutturale dei consumi domestici e nella crescente concorrenza dei Paesi del cosiddetto Nuovo Mondo e difficilmente può essere risolto imponendo misure volte a limitare l’offerta. Gli economisti di lavoce.info fanno notare come, no-nostante il sistema economico stia cambiando veloce-mente, i problemi, e le relative soluzioni, si ripropon-gono quasi immutate nel corso del tempo.

1. Indica se le seguenti affermazioni sono vere o false, spiegando le ragioni della tua scelta.

1.Lacrisidelmercatovitivinicolofranceseèdovutaauneccessodiproduzione V F

Perché………………………..….........………………..

……………….......………………………………………..

2. La politica comunitaria ha danneggiato particolar-menteilsettoreagroalimentareitaliano V F

Perché………………………………..…………………..

……………….......………………………………………..

3.LaPACassorbegranpartedelbilanciodell’Unioneeuropea V F

sUnregolamentoperilvino

Perché………………………………..…………………..

……………….......………………………………………..

4.LapoliticadellaPACtendeafavorireiconsumatori V F

Perché………………………………..…………………..

……………….......………………………………………..

2. Completa scegliendo tra i termini sotto elencati

aumentare, Spagna, Terzo, Francia, aperta, Cile, divie-ti, chiusa, Nuovo, ridurre, Argentina, premi

La regolamentazionedei diritti di impiantoe reimpian-toei…………all’estirpazionedeivignetiprodurrebberol’effettodesideratodi……….losquilibriotradomandaeoffertadivinosel’Europafosseun’economia…….....

LABORATORIO DI ECONOMIA        POLITICA

LABORATORIO DI ECONOMIA        POLITICA Dal locale al globale

spUnti per la riflessione e il dibattito

1. Ritienigiustolimitarel’offertadivinoattraversolaregolamentazionedeidirittid’impiantoereimpiantoepremiando l’estirpazionedeivigneti,opensichesarebbepiùopportunosollecitare ladomandadeiconsumatori?

2. Pensichecisiauncollegamentotra ilcalostrut-turaledelconsumodivino,lamaggioreconsapevo-lezzadeidanniprodottidall’usodibevandealcolicheelamaggioreseveritàdellenormedelcodicedellastradasultassoalcolemicoconsentitoachiguida?

3. Ritieni corretta la pubblicità televisiva di bevandealcoliche,ancheinoraridifasciaprotetta,conside-ratocheilconsumodialcolèalterzopostoinItaliatralecausedimorteealprimopostotralecausedimortedeigiovanitra i15ei29annidovuteaincidentistradali?

In un articolo apparso sull’Economic Journal nel 1907, Charles Gide analizzava le cause della crisi del mercato vitivinicolo francese individuandole non nell’eccesso di produzione, bensì nella carenza di do-manda. Mentre si può limitare per legge la produzione di vino, non si può certo imporre ai singoli individui di incrementare il consumo di bevande alcoliche. Se-condo Gide, per ristabilire un equilibrio tra domanda e offerta, i viticoltori avrebbero dovuto restringere la propria produzione, puntando sulla qualità. Più di cento anni dopo il tentativo del legislatore comunitario di riequilibrare “d’ufficio” domanda e offerta in un’economia ormai globalizzata appare costoso e inutile. Di questo sembrano essere consa-pevoli anche i viticoltori italiani che sanno di dover puntare sulla tradizione vinicola e sulla qualità del

prodotto piuttosto che sulle limitazioni dell’offerta, infatti se il vino costerà più del valore percepito dal consumatore, questi acquisterà un altro prodotto. Il caso del vino è emblematico della politica agricola comune (PAC) che da tempo assorbe gran parte del bilancio dell’Unione europea e che spesso appare il frutto di pressioni lobbistiche piuttosto che di misu-re finalizzate ad aumentare l’efficienza. I sussidi alla produzione nell’ambito della PAC hanno fatto salire artificialmente i prezzi dei beni agricoli generando sovrapproduzione e danneggiando i consumatori. I nuovi regolamenti hanno drasticamente ridotto gli stimoli a produrre. Mentre in precedenza il reddito degli agricoltori comunitari veniva sostenuto princi-palmente a mezzo di sussidi, dagli anni Novanta si è cominciato a dare maggiore applicazione al sistema delle “quote” di produzione, in modo da garantire agli agricoltori un livello minimo dei prezzi dei prodotti e da ripartire equamente tra i vari Paesi comunitari le quote di produzione. Tale politica ha però avuto un esito sostanzialmente negativo, in particolare per l’Italia che, non avendo saputo ottenere quote ade-guate alla sua capacità produttiva e al suo fabbisogno interno, ha visto molto penalizzato il proprio settore agroalimentare. Il settore agricolo appare, dunque, ancora un’area in cui gli interventi dell’Unione euro-pea non hanno prodotto i benefici attesi, tanto che la maggior parte degli economisti sostiene che le ingen-ti risorse finanziarie dovrebbero essere utilizzate in modo più efficace, ad esempio attraverso investimen-ti strategici e sostegno all’innovazione.

InuncontestoglobaleinvecedoveiPaesidelc.d.……….Mondo(traiqualiAustralia,………,SudAfrica,………..eStatiUniti)stannoinvadendoconiloroprodottiimer-catimondiali, lastrategiadicontenimentodellaprodu-zioneinambitoeuropeorischiadiesserevanificata.

3. Rispondi alle seguenti domande

1.Suqualeprincipioeconomicosibasalapoliticaagri-colaeuropeadicontenimentodellaproduzione divinopersostenereilredditodegliagricoltori?

2.Comeèvariataneltempolapoliticacomunitariaasostegnodelredditodegliagricoltori?

3.Che cosa sarebbe stato necessario fare secondoCharlesGideperristabilirel’equilibriotradomandaeoffertadivino?