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PUBBLICATO A CURA DEL

COMUNE DI ROMA AS SESSORATO ALLE POLITICHE CULTURALI

SOVRAINTENDENZA Al BENT CULTURALI

Sovraintendente Eugenio La Rocca

BULLETTINO DELLA COMMISSIONE ARCHEOLOGICA COMUNALE DI ROMA

SUPPLEMENTI

FtI

Comitato scientifico EUGENIO LA ROCCA coordinatore - FABRIzI0 BISCONTI, FRANCESCO BURANELLI, MARIA ANTONIETTA FUGAZZOLA DELPINO, ANNA GALLINA ZEvI, ADRIANO LA REGINA, ALMAMARIA MIGN0sI TANTILLO, ANNA MARIA REGGIANI, ANNA MARIA SCUBINI MORETTI

Comitato di redazione LUISA FRANCHI DELL'ORTO capo redattore - CLAUDIO PARIsI PRESICCE coordinatore -

MADDALENA CIMA, MARIA GABRIELLA CIMINO, SUSANNA LB PERA, PAOLA Rossi, EMILIA TALAMO,

FRANCESCA CEcI segreteria

Direttore responsabile ANNA MURA SOMMELLA

CALOGERO BELLANCA

LA POLITICA DI TUTELA DEl MONUMENTI DI ROMA DURANTE IL GOVERNATORATO

<<L'ERMA>> di BRETSCHNEIDER

CALOGERO BELLANCA

Antonio Muñoz La politica di tutela del monumenti di Roma durante ii Governatorato

© Copyright 2003 by <L'ERMA> di BRETSCHNEIDER

Via Cassiodoro, 19 - Roma

Pro getto grafico:

<<L'ERMA>> di BRETSCHNEIDER

Tutti i diritti riservati. E vietata la riproduzione

di testi e illustrazioni senza ii permesso scritto dell'editore.

Bellanca, Calogero Antonio Munoz : la politico di tutela dci monumenti di Roma durante ii Gover-

natorato / Calogero 13e1!anca. - Roma : LErma" cli I3RETSCHNEIDER, c2002. -

425 p. ill. 31 cm. - (Bullettino della Cornrnissione archeologica comunale di

Roma. Supplementi 10)

ISBN 8$-8265-219-X

CDD 21. 720.945632

1. Munoz, Antonio 2. Monumenti restaurati - Roma 1909-1960

INDICE

Ringraziamenti P. 7

Presentazione 9

Introduzione > 13

1. PROFILO BIOGRAFICO >> 15

2. MUOZ E LA CULTURA DEL RESTAURO >> 25

2.1. PROFILO STORICO-CULTURALE E LEGISLATIVO >> 25

2.1.1. La prima formazione, i congressi, ii confronto europeo >> 32

2.2. IL RESTAURO, LA RIFLESSIONE E L'OPERATIVITA >> 42

2.3. SToRico DELL'ARCHITETTURA E DOCENTE >> 46

2.4. ANTOLOGIA DI SCRITTI SU ANTONIO Muoz >> 51

3. ILRESTAURO >> 59

3.1. L'ATTIVITA NELLA SOPRINTENDENZA 1909-1928: CRITERI B METODI >> 59

3.2. I LAVORI PIU SIGNIFICATIVI >> 67

3.2.1. Ii complesso del Ss. Quattro Coronati >> 68

3.2.2. II tempio di Portuno cosiddetto della Fortuna Virile >> 76

3.2.3. San Giorgio al Velabro >> 97

3.2.4. Santa Sabina >> 104

3.2.5. Santa Balbina >> 122

3.3. ANTOLOGIA DI SCRITTI SUL RELSTAURO >> 130

4. LA DIREZIONE DELLA X RIPARTIZIONE ANTICHITA E BELLE ARTI DEL GOVERNATORATO (1929-1944) >> 139

4.1. CULTURA URBANA E PIANI REGOLATORI AL TEMPO DI MUI1OZ >> 144

4.2. CRITERI B METODI OPERATIVI NEL RESTAURO >> 150

4.3. I LAVORI PItT SIGNIFICATIVI >> 168

4.3.1. L'isolamento del Campidoglio e gli interventi sul Colle Capitolino >> 168

4.3.2. 11 tempio di Venere e Roma >> 178

4.3.3. I Fori Imperiali p. 186 4.3.4. Ii Mausoleo di Augusto >> 199 4.3.5. Ii tempio di Apollo Sosiano >> 207 4.3.6. Il portico degli Dei Consenti >> 210

5. L'ATTIVITA COME ARCHITETTO >> 215 5.1. I MusEl >> 230

CONCLUSIONI >> 239

BIBLIOGRAFIA > 245

APPENDICI >> 253

A. Repertorio bibliografico delle pubblicazioni di Antonio Muñoz dal 1903 al 1961 >> 253 B. Repertorio delle fonti archivistiche dal 1909 al 1929 >> 268

Indice dei monumenti repertoriati >> 269 C. Repertorio delle fonti archivistiche dal 1929 al 1944 >> 360

Indice dei monumenti repertoriati >> 361 D. I rapporti con Corrado Ricci nel carteggio conservato a Ravenna >> 397 E. Le collezioni conservate a Roma e la biblioteca di Mufloz a Venezia >> 400

Indice delle illustrazioni >> 405

Indice dei nomi >> 413

Indice dei luoghi >> 421

RINORAZIAMENTI

Ringrazio ii Dipartimento di Storia dell'Ar-chitettura, Restauro e Conservazione dei Beni Architettonici dell'Università di Roma "La Sa-pienza" per l'attenzione prestata allo svolgi-mento di questo lavoro.

Sono particolarmente grato al prof. Giovanni Carbonara per ii costante e sollecito interesse in ogni fase della ricerca. Ringrazio altresI i proff. Maria Piera Sette, Paolo Fancelli e Ales-sandro Spiridione Curuni per le attenzioni ri-servatemi e per le precisazioni fornitemi. Un pensiero particolare va alla memoria del prof. Gaetano Miarelli Mariani che mi ha sostenuto nella ricerca.

Sono riconoscente ancora a Renato Bonelli per alcune indicazioni a me offerte unitamente ad interessanti ricordi personali su Antonio Mufloz.

Ringrazio ancora Manlio Barberito, Vincenzo Di Gioia, Italo Faldi, Oreste Ferrari, Margheri-ta Loifredo, Ilaria Toesca, mons. Victor Saxer, presidente della Pontifica Accademia Romana di Archeologia, mons. Annibale Hari, dell'Univer-sità di Cassino, insieme al conte Lucos Cozza ed alla contessa Viviana Pecci Blunt per altri suggerimenti.

Un riconoscente pensiero va alla memoria dei professori Richard Krautheimer, Carlo Pietran-geli e Federico Zeri che vollero concedere, ognuno nel propnio ambito, preziose indicazioni.

Sono particolarmente grato ai direttori ed al personale tutto degli archivi, delle biblioteche e dei musei presso i quali la ricerca si è sviluppata in questi anni: Archivio Centrale dello Stato, Ar-chivio Capitolino, Archivio e Biblioteca della X Ripartizione del Comune di Roma, Museo di Roma e Gabinetto Comunale delle Stampe, Ar-

chivio del Centro di Studi per la Storia dell'Ar-chitettura, quindi l'Istituto di Studi Romani, la Fondazione Marco Besso, la Biblioteca Nazio-nale Centrale "Vittorio Emanuele II" di Roma, la Biblioteca Apostolica Vaticana, l'Archivio Ge-nerale dell' Ordine dei Padri Predicatori, 1'Archi-vio della Curia Generalizia dei Padri Gesuiti, l'Archivio Storico dell'Abate Primate della Con-federazione Benedettina, il Pontificio collegio Armeno, ii Pontificio collegio Russicum, la Bi-blioteca dell'Istituto di Archeologia e Storia del-l'Arte, la Biblioteca Hertziana e l'Ecole Françai-se, infine la Biblioteca Classense di Ravenna e la Fondazione Giorgio Cmi a Venezia.

Ringrazio i soprintendenti e funzionari del-l'Amministrazione dei Beni Culturali statali e comunali di Roma che negli anni si SOflO avvi-cendati nel loro delicato incarico: Francesco Zurli, Mario Lolli Ohetti, Pio Baldi, Roberto Di Paola, Ruggero Martines, Adriano La Regina, Claudio Strinati e, in particolare, Eugenio La Rocca per la partecipazione e le facilitazioni ri-cevute nello studio anche delle pratiche corren-ti e per gli accessi ad alcuni monumenti.

Grazie all'architetto Raffaele Viola, della So-printendenza per i Beni Arc hitettonici, per ii Pae-saggio e per il Patrimonio stonico artistico e de-moantropologico di Roma, per la paziente e amichevole collaborazione offerta negli anni agevolandomi nella consultazione degli archivi, unitamente alla dott. ssa Maria Giulia Barberini della Soprintendenza Speciale per il Polo Mu-seale di Roma, agli architetti Giangiacomo Mar-tines, Claudia Del Monte e Maria Grazia Filetici della Soprintendenza Archeologica di Roma, ol-tre alle dott. sse Luisa Cardilli, Lucia Cavazzi,

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Paola Ciancio Rossetto, Giuseppina Pisani Sar-torio, Anna Maria Sommella, Maria Elisa Tittoni e Paola Virgili della Sovraintendenza Comunale ai Beni Culturali e ancora le dott.sse Paola Pa-van, Emiliana Ricci, Maria Orazia Massafra e Anita Margiotta, Donatella Germanô, Claudia Pantanetti e Rita Boni, con ii dottor Michele Franceschini e Marco Pasquali, la dott.ssa Leti-zia Sementilli, Carlo Buzzetti e Angela Carbona-ro. Aggiungo un sentito ringraziamento a Clau-dio Parisi Presicce e Francesca Ceci per l'aiuto offerto alla redazione del volume.

Un particolare ringraziamento esprimo a Car-los Aspiros Costa, Maestro Generale deli' Ordi-ne dci Padri Predicatori insieme a fra Giusep-pe Innocenzo Venchi, fra Jan Zajac e fra Ramón Hemández.

Ringrazio ancora i rettori, i superiori, i parro-ci delie chiese e deile istituzioni religiose all'in-terno delle quali sono stati effettuati sopralluo-ghi, rilievi architettonici e riprese fotografiche.

Desidero infine ringraziare, per le segnala-zioni e i giudizi stimolanti, gli amici e colleghi Lia Barelli, Maurizio Caperna, Rossana Manci-ni, ilaria Pecoraro e Maria Olimpia Zander, nonchd tutti coloro che mi hanno accompagna-to, negli anni, in numerosi sopraliuoghi coa-diuvandomi nell'esecuzione dei rilievi e delle elaborazioni grafiche: rammento fra gli altri gli architetti Marco Catino, Kabalan Dandah, Pao-lo De Rose e Monica Ungarelli.

Ringrazio, per ii fiducioso appoggio Maria Chiara Petruzzellis e la mia famiglia, in partico-lare mia madre e mio zio Giuseppe di Franco.

PRESENTAZIONE

Affrontare lo studio della figura di Antonio Mufloz significa entrare decisamente nelle vi-cende storico-artistiche, archeologiche, urbani-stiche e di restauro della città di Roma, Se-guendole per piiì di un trentennio. Ma non si tratta di anni qualsiasi, bensI di quelli che han-no contribuito a conferire alla città, in espan-sione e continua rimodellazione, come capitale del nuovo regno d'Italia, gran parte del suo vol-to attuale e, precisamente, del suo piü presen-tabile, degno e nobile volto attuale; quello giun-to a maturazione nei primi anni cinquanta, precedente agli straordinari e devastanti svilup-pi urbanistici dei decenni successivi, prolunga-tisi fino a tutti gli anni ottanta ed ancora oggi attivi, pur se in maniera piü diffusa sul territo-rio e, forse per questo, meno evidente.

La sistemazione dell'area centrale di Roma, a partire dai grandi monumenti (come il teatro di Marcello e il tempio di Apollo Sosiano) e sino al piü diffuso arredo urbano (colonnotti e cate-ne, ringhiere e parapetti d'ispirazione antica, fontanelle, scale e gradinate, muretti in tufo e travertino ecc.), che ancora oggi segna stabil-mente l'immagine urbana, prende corpo in que-gli anni, cancellando o mettendo sotto tono i tentativi, non privi di qualita, d'inizio secolo, compresa qualche timida sperimentazione li-berty, e va a costituire un 'linguaggio comune', forse modesto ma di grande importanza, che lega settori anche lontani della città e che so-prattutto rappresenta, per i cittadini, un rassicu-rante e familiare riferimento, un solido e quan-to mai 'romano' elemento di memoria.

La 'città borghese' d'inizio Novecento si as-sesta, nei suoi aspetti piü positivi (che, a mio

avviso, sono cosa molto diversa dalle esalta-zioni architettoniche imperiali dei tardi anni trenta, le quali si avvalgono piuttosto dell'ope-ra e della mentalità di architetti quali A. Brasi-ni, M. Piacentini o lo stesSo V. Ballio Morpur-go, come le vicende della sistemazione di piazza Augusto Imperatore insegnano) proprio in quel periodo. Gran parte di cia si deve al-l'intelligenza, all'equilibrio, al senso storico, in una parola, alle capacità e alla cultura di Mufloz, come Calogero Bellanca chiaramente dimostra; in primo luogo a lui in persona, ma anche a chi con lui ha lavorato, come I. Ci-smondi e A.M. Colini. Questo, senza voler con-siderare il ruolo di stimolo e di sicuro indiriz-zo culturale che si deve riconoscere a C. Ricci.

Ma anche un certo modo di fare urbanistica e di preservare, realmente, la città dall'assalto della speculazione, per via archeologico-monu-mentale, si deve ascrivere a merito di Mufloz, nel suo ruolo, prima, di soprintendente statale poi comunale. Cia insieme ad un lavoro conti-nuo per "la città di Roma" e ad una "vita" da y

-vero spesa "per i monumenti", come recita il bel titolo del volume che qui si presenta; tutto cia ben risulta dall'accorata e garbatissima let-tera che Muñoz stesso invia, nel luglio del 1922, a U. Giovannoni in difesa dell'operato in-stancabile proprio e del suo ufficio, ingenero-samente definito, dall'illustre professore, come quello di "un caporale e 4 soldati".

Non a caso, già nel corso degli anni Cm-quanta, Muñoz fu uno dei primi a rivalutare l'opera di G. Bottai a favore di Roma e, piü in generale, dei monumenti; e non a caso la ricca stagione artistico-architettonica, oltre che di rin-

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novamento giuridico-amministrativo, bottaiana si riverbera, pur con qualche scarto cronologi-co, nell'opera di Muñoz e di chi con lui si trove ad operare.

Non si vuole qui affermare che tutto allora sia stato fatto nel migliore dei modi, né che sia-no mancati errori o grossolanità - basti solo pensare alla fretta che fu imposta a molti lavo-ri - ma solo riconoscere che, comunque, ii ri-sultato ottenuto, nel suo complesso felice, è sta-to tale anche e, forse, soprattutto per la qualità e l'irnpegno dei suoi interpreti e realizzatori.

Cia che Bellanca, nel suo testo, non trascura giustamente di criticare è invece una contestazio-ne preconcetta e ideologica dell'attività di Mufloz e del Governatorato, fondata su una grossolana e sornmaria assimilazione del loro operato al regi-me fascista tout court ed alle sue responsabilità. Corn' è già avvenuto per 1' architettura del Venten-nio, va ora perseguita una rivalutazione, critica-mente e storicamente fondata, anche del restauro architettonico, delle sisternazioni archeologiche e urbanistiche e di tanti aspetti della politica cultu-rale del tempo, che ci hanno lasciato testimonian-ze positive e stimolanti.

L' Autore esplicitamente afferma di non voler giungere a conclusioni ma, piuttosto, aprire e sostenere una meritevole linea di ricerca, nfl-novata con spunti realmente storici e autentica-mente liberi; ad essa egli contribuisce con una messe di dati e ricerche notevole, frutto di piii d'un decennio, ormai, d'indagini svolte con re-golanità in fondi archivistici pubblici e privati italiani ed europei, oltre che tramite l'interro-gazione diretta delle singole architetture. Tutto 66 secondo un metodo che discende principal-

mente dall'insegnarnento di maestri come G. Dc Angelis d'Ossat, G. Zander e R. Bonelli.

Non va qui dirnenticato che, per molti casi esemplari, sono stati individuati e indagati con attenzione elaborati grafici utili alla migliore comprensione degli interventi, mentre altri sono stati appositarnente predisposti anche a fini esplicativi e quasi didascalici della rnateria trat-tata. L'auspicio è che ii volume susciti altre ri-cerche e che lo stesso Autore possa presto for-nirci ulteniori approfondirnenti su fatti e figure del periodo.

La Sovraintendenza Cornunale ai Beni Cultu-rali di Roma è oggi quanto mai attiva, sotto la direzione di Eugenio LaRocca, e svolge ap-pieno la sua opera di promozione e difesa del-la cultura e delle sue manifestazioni e testirno-nianze artistiche. In questo modo l'eredità di Muñoz, di Colini e di C. Pietrangeli risulta vi-tale e sembra quasi che, a distanza di circa set-tant'anni, sia ripresa una fioritura d'iniziative che risponde in modo aggiornato ai problemi allora rimasti insoluti, per il rnutare della vo-lontà politica e per il sopraggiungere della guer- ra, ed a ciO che la cultura odierna ed i proble-mi della città contemporanea richiedono.

E nostro compito ringraziare la casa editrice "L'Erma" di Bretschneider per la grande com-petenza e la cura messe nella stampa e nell'al-lestimento del presente volume. Un doveroso augurio, infine, all'Autore, per il proseguimen-to dci suoi studi, ed alla Sovraintendenza, che ha voluto pubblicare questo lavoro, per la sua attività odierna e futura.

GIOVANNI CARBONARA

Nel ricordo di mio padre

INTRODUZIONE

In questi ultimi anni in Italia ed in alcuni pae-si europei si sono intensificati studi e pubbli-cazioni su fatti e figure della storia del restau-ro fra Ottocento e Novecento. A Roma si segnalano, dopo le anticipazioni di Carlo Ce-schi del 1970 e Gaetano Miarelli Mariani del 1979, alcuni scritti di Alberto Racheli ed Elisa-betta Pallottino del 1995 cui si aggiungono le riflessioni di Giovanni Carbonara, nel 1996 e 1997, e di Maria Piera Sette, ancora nel 1996, che affrontano gli anni in cui si trova ad ope-rare Antonio Mufloz.

Si rammentano altresI gli Atti del XXIV Con-gresso di Storia dell'Architettura, del 1991; quindi un volume a cura di Luisa Cardilli del 1995 che raccoglie una serie di saggi sugli anni controversi del Governatorato di Roma (1926-1944), aprendo una serie d'ulteriori approfon-dimenti sul periodo in esame.

Infine i recenti Atti del convegno di studi su Antonio Maria Colini, archeologo a Roma,

l'opera e l'eredità del 1998, edito nel 2000. Questa ricerca si pone, quindi, come un prose-

guimento di tali esperienze proponendo, tuttavia, interpetrazioni e valutazioni in parte diverse.

Lo studio ha inteso ripensare l'operato di Mufloz in un'ottica complessiva che ha porta-to a rivedere alcuni giudizi negativi fatti propri da una parte della storiografia corrente.

Si è deciso d'indagare, oltre aIl'operatività, il rilevante contributo di studi e l'ambito cultura-le entro ii quale A. Muñoz si h formato. E cos! riemersa tutta una serie di dati, aperta alle ac-quisizioni teoretiche, storiografiche e finanche normative, che ha consentito una piü precisa messa a fuoco del personaggio.

Ii lavoro si è dunque impostato sull'analisi dell'attività propria di restauro, cercando di ri-conoscerne sempre le matrici teoriche di rife-rimento e la complessità di criteri e tecniche d' ogni intervento.

La trattazione è stata divisa per fasi crono-logiche e si cercato d'individuare gli speci-fici settori distribuiti nei cinque capitoli, ognuno dei quali si presenta, in certo modo, indipendente quanto a riferimenti e bibliogra-fia, si da poter utilmente essere letto senza necessità di continui richiami o rimandi ad altre sezioni del libro. Tale accorgimento ha forse prodotto un certo appesantimento di note e qualche ripetizione, specie riguardo ai contributi di maggiore importanza; nel con-tempo ha conferito una certa autonomia ad ogni capitolo in sd, cos! da portarlo a costi-tuire quasi una sorta di sezione monografica sul tema trattato.

Ii volume ha inizio coi necessari richiami bio-grafici, mentre nel secondo capitolo Si affronta-no il profilo storico-culturale e legislativo; quin-di si approfondisce, in chiave storica, la prima formazione di Antonio Muñoz passando in ras-segna ordinatamente anche i congressi degli in-gegneri e architetti del tempo, sì da precisare i contorni del dibattito europeo, cui ii nostro autore non resta estraneo.

Segue la sezione dedicata agli interventi sul patrimonio che sono stati indagati nei loro mdi-rizzi metodologici e nei riferimenti applicativi tramite lo spoglio delle relative pubblicazioni.

Dunque, viene qui esaminata contemporanea-mente la figura di Mufloz come storico dell'ar-chitettura e docente universitario, concludendo

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ii capitolo con un'antologia di scritti che lo ri-guardano.

Nel terzo capitolo si entra nel vivo deli' atti-vita svolta all' interno della Soprintendenza ne-gli anni fra ii 1909 ed ii 1928 e si traccia un quadro della storia del restauro architettonico romano che assume un'importanza primaria per la comprensione della reaità attuale deil'ar-chitettura. Ne emerge come Mufloz si accosti alle preesistenze gradualmente, attraverso studi, ispezioni, saggi, seguendo si gli orientamenti ge-nerali del suo tempo (Camillo Boito e Gustavo Giovannoni), le direttive dei superiori (Corrado Ricci) e le istruzioni del Consiglio Superiore delle Antichità e Belle Arti, ma riuscendo ad adottare soluzioni diversificate per singoli ele-menti e interventi architettonici. Oltre ad una sintesi dei suoi Scritti sul restauro si esaminano cinque lavori giudicati piü significativi.

Gli interventi sono quelli relativi alla chiesa e al convento dei Santi Quattro Coronati, al tern-pio di Portuno cosiddetto della Fortuna Virile, alla chiesa di San Giorgio al Velabro, alla chie-sa di Santa Sabina e a quelia di Santa Balbina, nei quali è stato possibile individuare tematiche, interne al restauro, che comprendono gli aspet-ti delia liberazione e delia riconfigurazione spa-ziale per giungere alla reintegrazione di alcuni elementi e concludersi con un adattamento mu-scale dei reperti.

Ii quarto capitolo affronta 1' altro grande mo-mento deli' attività di Muñoz, la Direzione del-la X Ripartizione, Ufficio Antichità e Belle Arti del Governatorato di Roma.

L' intervento sulle preesistenze archeologiche sara prevalente, con notevoli implicazioni nelle

trasformazioni urbane. Ii centro storico sara ii luogo dove si manifestano alcune controverse tenderize, dagli 'sventramenti' a quelle piü equi-librate definite daila teoria del 'diradamento'. Anche per questa sezione sono stati individua-ti alcuni lavori esemplari: l'isolamento del col-le capitolino e gli interventi sul colle omonimo, il ternpio di Venere e Roma, i Fori Imperiali, il Mausoleo di Augusto, ii tempio di Apollo So-siano e il portico degli Dei Consenti.

Infine nell'ultimo capitolo si individuano al-cune realizzazioni di Muñoz piü propriamente ar-chitettoniche fra le quali si distinguono gli adat-tarnenti liturgici, alcune ridotte inserzioni su preesistenze, la creazione di aree verdi, molti epi-sodi di arredo urbano e gli allestimenti museali.

Si rammenta che i capitoli 2.3. Storico del-

l'architettura e docente; 3.2.4. Santa Sabina, e 4.3.1. L'isolamento del Campidoglio e gli in-

terventi sul Colle Capitolino, sono riproposti da saggi già pubblicati rimasti neila sostanza inalterati pur con qualche modifica o aggior-namento.

Nel complesso si tratta, quindi, d'un insieme di riflessioni su Muñoz e il suo tempo matura-te nel corso di quasi un decennio. In particola-re questo volume trae origine da una ricerca avviata negli anni 1992-95 nell'ambito del dottorato di ricerca in Conservazione dei Beni Architettonici presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza".

L'intento del lavoro è di agevolare l'approc-cio alle complesse vicende del restauro a Roma nel periodo che comprende i prirni trenta-qua-ranta anni del Novecento, giungendo agli even-ti della seconda guerra mondiale.

1. PROFILO BIOURAFICO

Antonio Muñoz nasce ii 14 marzo del 1884 in Roma, a palazzo Gambirasi presso la chiesa di S. Maria della Pace, da Augusto e da Ange-la Zen. La famiglia paterna, originaria di Cuen-ca nella Castiglia, si era stabilita a Roma sul fi-nire del XVIII secolo e vi era rimasta "perché Don Juliano, figlio di Don Ignacio, e come lui ufficiale maggiore ... presso 1'Ambasciata di Spagna, dopo aver sposato una romana, non aveva voluto tornare in Patria ... e aveva dato ai suoi figli la cittadinanza romana"1.

Ii giovane Antonio nel 1902 si iscrive alla Re-gia Università di Roma e nel 1906 consegue la laurea in Lettere a pieni voti; l'anno seguente frequenta il corso di perfezionamento in storia dell' arte tenuto da Adolfo Venturi.

Nel 1905, solo per pochi mesi, frequenta cor-si all'Académie des Beaux Arts a Parigi. Nel medesimo tempo, nei primi anni del Novecen-to, ha la possibilità di compiere viaggi di Stu-dio in Turchia, a Costantinopoli, in Libia, a Tri-poli, quindi in Austria e Russia, pubblicando fin

dal 1903 i suoi primi saggi sulla rivista L'Arte. Nonostante la giovane eta, Muñoz ha già pub-blicato vari saggi e curato, inoltre, la prepara-zione della mostra italo-bizantina a Grottaferra- ta nel 19052.

Nel 1909 ottiene la libera docenza, per titoli, in Storia dell'arte presso l'Università di Napoli, ma la famiglia, contraria al suo trasferimento da Roma, lo esorta a partecipare ad un concor-so presso la Regia Soprintendenza ai Monu-menti di Roma, Aquila e Chieti. Antonio Muñoz risulta vincitore ed il 10 agosto 1909 entra nel ruolo organico degli ispettori dei mo-numenti, dei musei, delle gallerie e degli scavi di antichità, con lo stipendio annuo di lire 2.5003.

Da ispettore, è assegnato in un primo momento all'ufficio esportazione, con decreto dell'8 otto-bre 1909, ma questo incarico non gli risulta molto gradito; infatti si contano vane assenze dall'uffi-cio come dimostra un telegramma di richiamo del dicembre 1910.

A.M. COUNT, Studioso ed artista, in L'Urbe, xxiii,

1960, os. 2-3, PP. 17-24. 2 Un profilo di quesli primi vivaci anni di studio di

Antonio Munoz sulI'arte medievale è tracciato da Mario Salmi, ii quale 10 ricorda fin dal 1911: "quando venni a Roma... per seguirvi ii perfezionamento in storia dell'arte alla scuola animatrice di Adolfo Venturi. L'allora giova-ne ispettore... aveva già una larga notorietà nel campo degli studi quale indagatore dell'arte bizantina... Dive-nimmo amici e durante ii mio soggiorno romano che si protrasse fino a! 1914... potei apprezzare un'altra altività del Munoz quella di... reslauratore". Si veda M. SALMI,

Ricordo di tempi 1,assoti, in L'Urbe, XXIII, 1960, 2-3,

pp. 52-53.

Per una rassegna completa delle pubblicazioni sulla storia dell'arte medievale in particolar modo bizantina e sulla Roma medievale si veda I'Appendice A, Repertorio bibliografico.

Si veda la cartella personale di Antonio Mufloz, co-municazione del 31 luglio 1909, Archivio Slorico della So-printendenza ai Beni Ambientali e Architettonici di Roma. Ulteriori notizie in menlo si possono trovare nell'altra car-tella personale, conservala presso l'Archivio Centrale del-10 Stato, Fondo AA.BB .AA., 1946-1950, Div. I, B. 100.

Si veda la cartella personale di Antonio Mufloz, A.S. Sopnintendenza Roma, telegramma del 18 dicembre 1910, firmato da Corrado Ricci.

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FIG. 1 - Antonio Munoz (da L'Urbe, XXIII, 2-3, 1960).

Muñoz volge dapprima la sua attenzione ad alcune chiese di Roma ed anche in particolare, alla via Appia5 ; contemporaneamente avvia un' intensa attività scientifica pubblicando studi su Nuova Antologia, sul Bollettino d'Arte e su Vita d'Arte.

Nel 1911 ottiene di trasferire la libera docen-za dall'Università di Napoli a quella di Roma.

Con decreto Ministeriale del 26 marzo 1912 è prornosso, con un primo scatto di anzianità di servizio, allo stipendio di L. 3.000. Una relazio-ne del 1912 (Ritrovamenti e restauri, pubblicata sul Bollettino d'Arte), testimonia l'intensa atti-vita in precedenza condotta come ispettore pres-so la Soprintendenza.

Ii 3 agosto del 1914 Mufloz assume la fun-zione di direttore incaricato della Soprinten-denza, per supplire alla vacatio del precedente soprintendente ai monumenti, Goffredo Badia-11, sospeso dalla carica6 (figg. 1-2).

In quegli anni, dal 1909 al 1914, conduce, da ispettore, interventi soprattutto sulla chiesa dei Ss. Quattro Coronati in Roma, per la sistemazio-ne della tomba di Raffaello nel Pantheon, sulla villa dei Quintili lungo la via Appia e sulla catte-drale di Atri in Abruzzo. Tuttavia ii giudizio espresso, il 17 luglio 1914, dalla Commissione composta da Domenico Onoli, Giacomo Boni, Agenore Socini, Gaetano Moretti, Giuseppe Ge-rola non si esprime in modo definitivo, sul suo operato, raccomandando un successivo "oppor- tuno periodo di pratica"7.

Dal 1914 51 avviano i contatti con Gustavo Giovannoni; una iniziale opportunità è fornita da un primo intervento di restauro al chiostro della chiesa di S. Salvatore in Lauro, sempre in Roma. Inoltre sembra opportuno segnalare la partecipazione di Mufloz alla commissione per i lavori dei pilastri alla Basilica di S. Pietro8.

Ii terremoto della Marsica del 17 gennaio 1915 lo vede impegnato in prima persona su in-carico del Direttore Generale delle Antichità e

A. Munoz, Restauri e nuove indagini su alcuni numenti della via Appia, Roma 1913.

6 La nomina a direttore incaricato giunge a Mufloz per-ché e necessario ricoprire ii posto lasciato da Goifredo Ba-diali, sospeso per l'inchiesta aperta a suo carico in merito a relazioni private intercorse con alcune imprese. Si veda la cartella personale Goffredo Badiali, A.S. Soprintenden-za Roma, B. 1169.

Si veda la cartella personale di Antonio Munoz, co-municazione del 17 luglio 1914.

8 DaIla relazione di Mons. Giuseppe Cascioli, Roma 30

Aprile 1914 si legge che oltre al collegio della Reverenda Fabbrica di S. Pietro composto dagli ingegneri BonannI, Schneider, Giovenale e Rosi si aggiunsero Francesco Gui, Adolfo Apolloni, Alberto Bessnard, Eduardo Chicarro, Al-berto Galli, Luigi Cavenaghi, Salvatore Nobili, Antonio Mufloz, Gustavo Giovannoni, Pio Joris e Max Roeder, per risolvere ii problema delle nuove decorazioni del pilastri cos! pure per ii rivestimento marmoreo degli interpilastri da eseguire con sobrietà di colon. A tal fine si veda G. CASCIOLI, Nuovi lavori dei pilastri alla Basilica di San Pietro, Roma 1914.

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Belle Arti, Corrado Ricci, egli si reca sul posto per avviare "le riparazioni piü urgenti" e "ii re- cupero degli oggetti d'arte"9.

Nel novembre del 1916 declina l'incarico di occupare la cattedra di Storia dell'Arte medie-vale e moderna nella R. Università di Pisa, de-siderando conservare 1' ufficio di Soprintenden-te ai Monumenti10.

Nonostante le difficoltà degli anni di guer-ra, nel 1919 Muñoz riesce a completare un primo lotto d'interventi sulla chiesa di S. Sa-bina in Roma. Nello stesso tempo cura ii con-solidamento delle volte alla Domus Aurea e lavora sui monumenti medievali di Anagni (cosiddetto Palazzo di Bonifacio viii, Palazzo comunale, Cattedrale), al duomo di Viterbo, all'abbazia di Casamari ed alla villa d'Este di Tivoli.

Come studioso di storia delI'arte e di storia dell'architettura nel 1918 pubblica, fra i primi, alcuni studi sul barocco, L'elogio del Borromi-

ni e l'anno seguente Roma Barocca, ricevendo l'apprezzamento di Eberhard Hempel. Queste ricerche continueranrio con le monografie dedi-cate a Carlo Maderno, a Pietro da Cortona ed a Domenico Fontana.

1119 marzo 1921 Mufloz è nominato 'Diret-tore dei monumenti di Roma' da una commis-Sione composta da Manfredo Manfredi, Vittorio Spinazzola, Roberto Paribeni, Agenore Socini,

FIG. 2 - Un Munoz inconsueto, caricatura (da Strenna

dci Romanisti, I, 1940, p. 43).

V. nota 3, lettera di Corrado Ricci del 17 gennaio 1915. 0 Ibidem, lettera dell' 8 novembre 1916 inviata dal so-

printendente Mufloz a! Ministero dell'Istruzione Pubblica, in A.C.S., Fondo AA.BB .AA., Div. I, B. 100.

° Guglielmo Dc Angelis d'Ossal rende Iributo "all'o-pera critica" di Antonio Munoz e gli riconosce it merito d'aver risollevato gli studi sul barocco. DeAngelis vede Muñoz come il continuatore di H. WöLFFLIN e del suo Renaissance und Barock, edito a Monaco nel 1888. Muñoz produrrà una serie di saggi scientifici e divulgativi dedi-cati ai temi delta storia dell'arte e delta storia dell'archi-tettura, differenziandosi dal "suo antico maestro Adolfo Venturi". Cfr. G. DE ANGELIS D'OSSAT, Alla scoperta del barocco, in L'Urbe, xxiii, 1960, 2-3, PP. 25-27.

Muboz e inserito nella seconda generazione d'allievi di

Adolfo Venturi, insieme a Lionello Venturi, Roberto Lon-ghi, Mario Salmi, Giuseppe Fiocco e Valerio Mariani. Si veda it volume, AA.Vv., Adolfo Venturi e l'insegnainento della storia dell'arte, cat. mostra, Roma 15 dicembre 1992-13 febbraio 1993, Roma 1992.

Nella rassegna bibliografica allegata in Appendice A si pub riconoscere l'intero corpus delle pubblicazioni per Ic quali Mufloz merita d'essere inserito, a pieno titolo, nd processo formalivo della storia dell'arte e delta storia del-l'architettura barocche. Dopo gli iniziali studi di J. BURCKHARDT, Der Cicerone, eine Anleitung zuni Gentiss der Kunstwerke Italiens, Basel 1855, e Ic codificazioni di Heinrich Wölfflin (cit., 1888), C. GURLITT, Geschichte des Barockstiles in Italien, Stuttgart 1887 e soprattutto H. Eu-GER, Francesco Borromini Umbau von S. Giovanni in La-

It¶ -

FIG. 3 - Muñoz con Vittorio Emanuele III al Tempio

della Fortuna Virile (Museo di Roma, Archivio Foto-grafico Comunale).

Giovan Battista Giovenale, Francesco Pellati12. Nello stesso anno avvia l'isolamento del tempio della Fortuna Virile nel Foro Boario, dopo "la-boriose trattative con la congregazione Armena, proprietaria di S. Maria Egiziaca", e lo condu-ce "a buon fine nel 1925" (fig. 3).

Si segnalano, in quegli stessi anni, fra i nu-merosi interventi attuati, quelli in S. Prassede dal 1914 (ricomposizione del pavimento) al 1926 (riapertura del transetto con la sistemazione mu-seale d' alcuni frammenti della schola canto rum e del ciborio), in S. Giorgio al Velabro (1925-26) e, fra ii 1927 e il 1929, in S. Balbina.

Antonio Muñoz conserva la direzione dci mo-numenti di Roma alla divisione della Soprin-tendenza ai Monumenti medievali e moderni da quella alle Gallerie e Opere d'Arte (3 novembre 1926). Nello stesso periodo s'incrementano gli incarichi pubblici: nel marzo del 1927 è chia-mato a far parte della 'Nuova Commissione Edi-lizia del Governatorato'; e, nel novembre dello stesso anno, della Commissione preposta all'e-same del piano regolatore della città di Roma.

Dal 3 maggio 1928 partecipa ai lavori della Commissione permanente per la 'sorveglianza artistica dci lavori di ultimazione' della basili-ca di S. Paolo in Roma. Dal successivo 16 giu- gno e invitato a far parte del gruppo di studio,

terano, Wien 1903 e ALois RIEGL, Die Entstehung der Ba-

rockkunst in Ram, edito a Vienna neT 1908 a cura di Arthur Burda e Max Dvoiák, cronologicamente le sue riflessioni si presentano insieme a queue di MAX DvoiAK, France-

sco Borromini nis Restaurator del 1907, di OSKAR POL-

LAK, Der Architekt im XVIII Jahrhundert in Rom del 1910,

di KONRAD ESCHER, Barock and Klassizismus. Studien zur Geschichte der Architektur Roms, Leipzig 1910, di ERNST BRINCKMANN, Kunst des Barocks und Rokokos, Berlin

1919 e 1923 e di DAGOBERT Fau y, BeitrOge zur Geschi-

chte der romischen Barockarchitektur del 1924. Diversa-mente l'Italia s'inserisce nel filone degli studi sul barocco attraverso i contributi di S. FRASCHETTI, Ii Bernini, Mila-no 1900, B. CRoce, Studi sulia letteratura italiana del Sei-

cento, Bari 1910, C. Ricci, Architettura barocca in Italia, Bergamo 1912 ed i fondamentali Atti del x Congresso In-

ternazionale di Storm deli 'arte, Roma 1910, cui lo stesso Mufloz partecipa con una relazione sulle, Caratteristiche

principali deii'arte barocca, editi nel 1922, pp. 337-341. Negli studi sul barocco A. Mufloz non solo sara ricor-

dato da alcuni studiosi, suoi contemporanei, per la mono-grafia Roma Barocca, ma Eberhard Hempel nel suo Fran-

cesco Borromini, Wien 1924, dichiara d'essersi ispirato al saggio di Murqoz, Formazione artistica del Borroinini del 1919, P. 9.

Un secondo riconoscirnento Si deve a NINA CAFLISCH,

Carlo Ivladerno, MUnchen 1934, p. vii. In anni pitt recen-

ti la Roma Barocca di Mu goz se rivelata fondamentale per tutte le elaborazioni successive, che l'hanno spesso uti-lizzata come riferimento essenziale. Paolo Portoghesi la sera del 24 aprile 1997 in Castel Sant'Angelo in occasio-ne della presentazione del volume L'architetiura della Ba-

silica di san Pietro Storia e Costruzione (Atti del Conve-gno Internazionale di studi Roma, Castel Sant 'Angelo,

7-10 novembre 1995), ha testimoniato la sua riconoscenza ad Antonio Mudoz per i primi stimoli ricevuti nello studio dell'architettura della Roma Barocca. Per questi riferimenti

si veda C. BELLANCA, Antonio Muiioz storico deil'archi-

tettura e docente, in AA.Vv., La fhcolta di Architettura

dell'universitd di Roma "La Sapienza" do/ic origini al Duemila, discipline, docenti, studenti, a cura di V. Fran-chetti Pardo, Roma 2001, pp. 133-139.

12 Si veda la cartella personale Antonio Mufloz, A.C.S., Fondo AA.BB .AA., Div. I, B. 100, Relazione della Corn-missione giudicatrice del Concorso al posto di Direttore dell'Ufficio dci Monumenti di Roma, siglata dal Ministro Benedetto Croce.

13 A. Muiqoz, Ii restauro del Tentpio della Fortuna Vi-

rile, Roma 1925.

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composto da Maccan, Giovannoni e Brasini, per la sistemazione dell'area compresa fra ii monumento a Vittorio Emanuele H e to scab-ne dell'Ara Coeli.

Tra ii 1923 e ii 1927 compie numerose mis-sioni all'estero; dapprima, nel 1923, a Praga, per on ciclo di conferenze sull'architettura barocca in Italia, quindi, nel 1925, ad Oslo e Copenaghen, infine a Beigrado nel 1927'.

Con un Regio Decreto del 18 marzo 1929 Muñoz, so proposta del governatore Francesco Boncompagni Ludovisi, è comandato a prestar servizio presso ii Govematorato di Roma con la funzione di direttore capo della Ripartizione del-le Antichità e Belle Anti. "Questa designazione, già approvata dal Capo del Governo, determinerà I' unificazione dei Servizi delle Antichità e Belle Arti del Govematorato, che veniva da tempo in-vocata at fine del piü rapido e armonico svolgi- mento dei problemi artistici e archeologici "15

Contemporaneamente la direzione della Regia So-printendenza ai Monumenti del Lazio è affidata in on primo tempo con una reggenza all'architet-to Gianfranco Venè dal 27 maggio al 31 dicem-bre 1928, quindi è assunta dali' architetto Alberto Terenzio che la reggerà dali' 10 gennaio 1929 al 28 luglio 1950. Dal 1929 si avvia la seconda fase dell' attività scientifica ed operativa, forse quella sino ad oggi piii conosciuta, ma fonte di tanti equivoci, per cui it Nostro è stato criticato da al-cuni autori degli anni Sessanta e Settanta.

Fra le opere pubbhche realizzate in Roma, dab 1929 al 1944, con l'assidua partecipazione di Antonio Maria Cohni, Paolo Salatino, Raffaele De Vico ed altri si possono ricordare:

- la direzione dei primi iavori per il restauro e la sistemazione dei quattro templi repubbli-cani di largo Argentina (1929);

- il riordinamento e l'allestimento deli'Anti-

quarium, già magazzino archeoiogico comunale; - l'attuazione del Museo di Roma nell'ex

Pantanella at foro Boario (1927); - l'istituzione della Galieria d'Arte Moderna

in Campidoglio; - la direzione dei lavori per i'apertura della

via dei Monti, (via dell'Impero (1932); della via del Mare (1932) e la sistemazione di piazza Ve-nezia con le esedre arboree;

- l'isolamento del Colle Capitolino (1930-33) (fig. 4);

- l'apertura della via del Circo Massimo (1934)16.

Al tempo del Governatorato di Giuseppe Bot-tai, Muñoz dirige la progettazione e l'esecuzione dei lavori di restauro del tempio di Venere e Roma (1935) e del parco di Traiano (1936) (fig. 5); mentre successivamente continuerà con l'iso-lamento defl'Augusteo (1934-38) e con lo scavo del Ludus Magnus ( 1938); quindi con la ricom-posizione parziale del tempio di Beilona. Altri la-vori vengono effettuati, tra ii 1936 e il 1937, alle terme di Diocleziano e sull'Aventino, insieme al restauro deli'Albergo dell'Orso e alla sistemazio-ne dell'obelisco di Axum condotto a Roma a seguito delle guerre dell'Africa orientale.

Sempre come direttore della Ripartizione An-tichità e Belle Arti, Muñoz si trova a collabo-rare at Piano Regolatore Generale del 1931 ed è membro della Commissione per la redazione del nuovo piano, nominata il 18 marzo 1930 e composta da Cesare Bazzani, Armando Brasini, Alberto Caiza Bini, Edmondo Del Bufabo, Gustavo Giovannoni, Cesare Palazzo, Roberto Panibeni, Marcello Piacentini, Paolo Salatino.

Nello stesso tempo, mentre continua l'attività di studio e di pubblicazione dci lavoni condotti, in-

14 resoconti ufficiali di tutte queste missioni 50150 Fe-peribili in A.C.S., Fondo AA.BB.AA., Div. I, B. 100.

15 Ibidein, comunicazione del 16 ottobre 1928 e comu-nicazione del 31 maggio 1930.

IS Mufioz Si occupa con attenzione del piano dellA-ventino e delle zone di rispetto intorno alla via Appia An-

tica ed alla via Latina. Gran parte delle notizie personali di questi anni si trovano raccolte in alcune cartelle presso l'Archivio delta x Ripartizione del Comune di Roma, Fon-do Governatorato, custodito presso l'Archivio Capitolino: B. 80, f. 2, Sott. a; B. 129, f. 1; B. 149, f. 2. Sott. d; B. 188. f. 2, Sou. a; B. 215, f. 1, Sott. b e Sott. d.

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FIG. 4 - Antonio Mufloz presenta al Re Vittorio Emanuele iii il plastico dell'isolamento del lato meridionale del Campidoglio da lui progettato (da L'Urbe, XXIII, 2-3, 1960).

crementa un altro aspetto, meno conosciuto, della sua operosità: quello di 'architetto autodidatta'.

Si tratta d'esperienze diverse e distribuite nel tempo, variamente ubicate. Una prima serie di realizzazioni architettoniche si ritrova sull'A-ventino, nella basilica dei SS. Bonifacio e Ales-sio: la tomba del pittore Mancini e la riapertu-ra della cappella del Sacramento. Si segnalano inoltre, nel 1927, la tomba del generale Arman-do Diaz in S. Maria degli Angeli, la tomba del principe Ruspoli all'Ara Coeli; quindi la casa per gli esercizi spirituali dei Gesuiti, fra ii 1928 e il 1929, poi l'adattamento al rito cattolico rus-so della chiesa di S. Antonio nel Pontificio Col-legio Russicum (1929). In quegli anni seguono

anche il progetto e la realizzazione del 'con-ventino' di S. Giorgio al Velabro, l'altana di pa-lazzo Clementi in piazza Campitelli, il viridario antistante la basilica di S. Cecilia in Trastevere.

Dal 1930 egli espone come pittore in alcune biennali veneziane e nelle quadriennali roma-ne' 7 , aderisce inoltre al gruppo di artisti del Cir-colo della Cometa patrocinato dalla famiglia Pecci-Blunt (fig. 6). Nel 1931 fa parte della de-legazione italiana alla conferenza di Atene corn-posta fra l'altro, da G. Giovannoni, L. Serra, A. Lensi, R. Micacchi, F. Pellati, L. Marangoni, A. Maiuri, C. Anti, A. Terenzio, G. Chierici, F. Va-lenti, R. Filangeri di Candida, G. Guidi, A. Co-lini, A. Calza Bini, B. Pace, L. Pernier. Muñoz

17 Mufloz espone alle prime edizioni della Quadrienna-le, nell'edizione del 1931 presenta un olio, "Occhi verdi", nel 1935 due dipinti sempre ad olio: "Interno" e una "Re-surrezione", quindi nell'edizione del 1939 ancora due oh

"Natura morta" e "Vasi di scavo", quindi nel 1943 un olio "dalla Caffarella" (il suo ritiro estivo) e infine nell'edizio-ne del 1952 si trova un "Fiori".

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FIG. 5 - Visita di Mussolini, accompagnato da Antonio Mofloz, al Parco di Traiano, durante i lavori di sistema-zione (da A. Muioz, It parco di Traiano, Roma 1936).

presenta una relazione avente per titolo Les mo-numents antiques dans l'ambiance de la yule moderne: l'exemple de Rome.

Fra ii 1936 e ii 1939 conclude gli interventi in S. Sabina (fig. 7) con la riproposizione d'u-na semplificata schola cantorum, l'inserimento del soffitto ligneo e le estese integrazioni nel pavimento.

Nella nota di qualifica che annualmente si compilava, a cura del Ministero, si legge (1940) che egli riceve la laurea ad honorem in archi- tettura nel Politecnico di Praga18.

Tuttavia, per meglio delineare la sua corn-plessa figura, bisogna ricordare anche l'interes-se verso alcuni temi d'attualità urbana, pubbli-cati su L'Urbe, e inoltre la traduzione insieme a Corrado Ricci, dal tedesco, del manuale di storia dell'arte dello Springer; infine i molte-

plici contatti con le accademie e gli istituti stra-nieri residenti in Roma.

Egli è anche stato una distinta figura di 'roma-nista'; alcuni suoi scritti dedicati a "fatti e figure" della sua città si trovano pubblicati in vane sedi. E ricordato altresI come poeta per una serie di so-netti romaneschi (fig. 2). Inoltre ha tenuto per lun-ghi anni il corso di Stonia dell'arte medievale e moderna presso l'Istituto di Studi Romani.

Completa efficacemente il suo profilo il testo della nota di qualifica del 1943: "funzionario di non comune cultura e di spiccata competenza in materia artistica e archeologica, ha reso par-ticolari servizi nella tutela del patrimonio arti-stico e naturale. Tra l'altro risulta di parlare e leggere francese, tedesco e spagnolo ... legge ed un pO parla l'inglese e il russo". In tutte le note di qualifica, siglate dai direttori generali del

18 Si veda la cartella personate di Antonio Mufloz, A.C.S, Fondo AA.BB .AA., Div. i, B. 100.