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senzaetà salute & f amiglia Direttore scientifico Paolo Crepet n.58 LUGLIO- AGOSTO 2013 euro 3,00 NINO BENVENUTI il pugilato insegna Nuovo brand “STARBENE” per promuovere il territorio LAZIO, SANITA’ la cura Zingaretti BELLI D’ESTATE I SEGRETI PER AFFRONTARE IL SOLE TURISMO SANITARIO BUSINESS ITALIANO

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salute & famiglia

Direttore scientificoPaolo Crepet

n.58 LUGLIO- AGOSTO 2013 euro 3,00

NINO BENVENUTIil pugilato insegna

Nuovo brand “STARBENE”per promuovere il territorio

LAZIO, SANITA’la cura Zingaretti

BELLI D’ESTATEI SEGRETI PER AFFRONTARE IL SOLE

TURISMO SANITARIOBUSINESS ITALIANO

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22 FORMAZIONEFinalmente un corso in comunicazione politica 30 BELLEZZA

/CAPELLI L’hairstyist delle star consiglia

34 BELLEZZA/LA STORIAIl Capitano e il sorriso degli italiani

in questo numero 4 Torino: Crepet e il successo del Progetto Ascolto Giovani

10 PRIMO PIANO, Turismo sanitario: business italiano Nasce Venezia Starbene

14 RAI, La Storia d’Italia raccontata dalle nonne

18 SPORT/INTERVISTA, Nino Benvenuti e i valori del pugilato

24 SPECIALE/BELLI d’ESTATE, Pelle, capelli, corpo e mente

38 INCHIESTA, Sanificazione e sterilizzazione: lavatrici industriali

43 CULTURA Il modello universitario secondo San Marino

48 REGIONE LAZIO, Intervista esclusiva al Presidente Zingaretti

Senzaetà compie dieci annie abbiamo imparato a volare

Uno dei motti incrollabili della Pixel, agenzia di comunicazione ed editore della rivista Senzaetà, è: “se non si cresce, si torna indietro”. Oggi che festeggiamo i nostri dieci anni di vita questa sfida è – e resta – ancora più valida.Forti del senso di instabilità e di ansia che carat-terizza la vita quotidiana del giornalista... abituati da circa trent’anni a ritmi di lavoro incandescen-ti e a tensioni nervose che teniamo a bada come un buon giocatore d’azzardo... costretti a balenare nelle burrasche delle crisi ricorrenti, locali, nazio-nali e internazionali, globali e no global, persisten-ti, diffuse, nuove, antiche e ritrovate, in ogni setto-re, dall’industria della carta stampata a quella del petrolio, dall’Uomo Ragno all’industria del caffè... dopo aver sostituito lo zucchero con le mentine (leggi dolcificanti), le sigarette con le cartine e adottato senza vergogna l’autotrazione a gas, la re-dazione all’unanimità ha deciso: rilanciamo! Abbiamo progetti. Abbiamo volontà e competen-za. Vogliamo crescere. Non è il caso di citare il Bach del gabbiano Livingstone ma una volta che hai imparato a volare, bisogna assolutamente cer-care di arrivare più in alto.Così, dopo aver crea-to contenuti con opinion leader ed esperti su cui spicca il direttore scientifico Paolo Crepet, la rivi-sta Senzaetà ha aperto una redazione romana e ha gettato le basi per quella milanese. Poi ha consoli-dato un sito molto contattato con parallelo sbarco su facebook. Adesso rilancia potenziando la pre-senza cartacea, soprattutto diversificando i canali: l’ambizioso progetto di un Tg web della Salute – in preparazione – si intreccia con l’opportunità di costituire un canale televisivo. SENZAETA’ TV non nasce però da solo: sarà il frutto di un team di professionisti che punta in alto. L’auspicio è volare più forte e più su. Con l’aiuto, l’attenzione e l’apprezzamento di tutti voi che ci leggete e ci conoscete. Da oltre dieci anni.

luca [email protected]

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SuCCESSO dEL “PROgETTO ASCOLTO gIOvANI”

Al SAlone del libro di Torino SAlA STrAcolmA per pAolo crepeT

Centinaia di persone hanno assistito alla conferenza del prof. Paolo Cre-pet che al Caffè letterario del Lin-

gotto ha parlato dei risultati del “Progetto Ascolto Giovani”, voluto dal Presidente del Consiglio regionale Marche Vittoriano So-lazzi. Grande soddisfazione per aver concre-tizzato un progetto interattivo che ha portato oltre 2500 maturandi a porre interessanti do-mande a Crepet che grazie al sistema diretto degli sms in sala, ha potuto rispondere alla

maggior parte degli studenti. Un’idea nata al Lingotto e conclusasi sem-pre a Torino, un anno dopo, durante il Salone del Libro, dove la Regione Marche ha il suo stand. Un Caffè Letterario stracolmo di gente, con tanti giovani accovacciati a terra pur di ascol-tare le parole del prof. “Non è facile catturare l’attenzione di tanti ragazzi a questa età – ha detto il Presidente del Consiglio regionale, Vittoriano Solazzi – ma il confronto con i maturandi della nostra regione è risultato spontaneo, diretto, sincero: questo progetto si è rivelato uno strumento efficace e interattivo per non farli sentire soli e accompagnarli in un periodo importante e difficile della loro vita”.Il “Progetto Ascolto Giovani” è un passo im-portante per le politiche giovanile del Consi-glio regionale Marche e a Torino non a caso con tale evento si è aperto il ricco programma che vede lo stand della Regione Marche es-

sere ancora una volta protagonista in questa manifestazione che è tra le più importanti a livello nazionale e internazionale. “Non abbiate paura dei vostri limiti – ha det-to Crepet ai giovani presenti in gran numero al Caffè leterario – Affrontateli e cercate di superarli. Cercate di conoscere questo mondo che è meraviglioso e non ascoltate i consigli geria-trici di cui l’aria è piena. Assumetevi le vostre responsabilità e liberate la vostra creatività”. E la creatività è stato infatti il tema della con-ferenza torinese.“Noi siamo andati in tutte le province mar-chigiane – ha proseguito Crepet – non per parlare ma per ascoltare i giovani. Per innescare la voglia di concretizzare un loro progetto. L’auspicio è che anche le altre re-gioni facciano quello che il Consi-glio regionale delle Marche ha fat-to con questi incontri: contribuire a far si che le generazioni migliori-no e siano superiori a quelle che le hanno precedute.” Dopo l’intervento di Crepet sono state proiettate alcune imma-gini del dvd multimediale rea-lizzato dal Consiglio regionale sugli incontri e contenente le interviste ai ragazzi e le miglia-ia di sms inviati dagli studenti durante le conferenze. Moltissime le domande del pubblico cui Crepet ha rispo-sto in modo franco e diretto coinvolgendo tutti i presenti in un clima di ottimismo e di au-spicata volontà di contribuire a costruire un futuro migliore per i nostri giovani.

Ilaria Iobbi

Sopra, Paolo Crepet.Qui il presidente del Consiglio regionale Marche Vittoriano Solazzi

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Sentinella del diSagio: lo pSicologo in farmaciaIl Presidente di Federfarma Ancona, Luigi Galatello Adamo, ha presen-tato nella sede di via I°Maggio 142/b, il progetto “Lo psicologo in farma-cia” portato avanti dalla responsabile Annamaria Quatrini, psicologa e psicoterapeuta. L’iniziativa che durerà fino ad ottobre, vede la provincia di Ancona prima a livello italiano ad attivare in via sperimentale tale iniziativa che in molti territori è avviata in modo non organizzato e non in rete. Qui invece lo scopo è di dare un servizio in più al cittadino: una consulenza specifica. Il progetto infatti al momento coinvolge altre tre psicologhe (Clarice Orsi, Elisa Orsetti e Luisa Annibaldi) e vi aderi-scono 10 farmacie in tutto il territorio provinciale. Un progetto dunque mai proposto prima nelle Marche e di cui pre-venzione, ascolto e sostegno sono le parole chiave. La figura dello psi-cologo si mette difatti a disposizione come consulente in quello che si rivela un sempre più forte punto di aggregazione per quanto riguarda le problematiche della salute: la farmacia.

Una tappa emozionante e densa di contenuti, quella del festival internazionale Adriatic Way tenutasi a San Ginesio. Nella concomitanza con i festeggiamenti della

bandiera arancione, che qui è ormai conquista tradizionale per uno dei più bei borghi italiani che sposa la bellezza e genui-nità del territorio con l’accoglienza e l’eccellenza dei prodotti enogastronomici, sono intervenuti il presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca accolto dal sindaco Mario Sca-gnetti, e gli ospiti d’onore Guido Oldani, poeta e scrittore, Carla Mattii artista della fotografia e il gastronomo B seppe Bigazzi che ha ricordato l’importanza della spontaneità in cucina, come nelle piccole grandi cose quotidiane. La cena di gala con la perfetta miscela dell’arte culinaria di Moreno Cedroni e dei vini di Angela Velenosi, ha visto le premiazioni degli ospiti sotto la conduzione del giornalista Luca Guazzati. La eccellente organizzazione di Adriatic Way, dovuta alla regia attenta di Francesca Bollettini, coglie ancora una volta nel segno eviden-ziando come la strada dell’eccellenza passa per il modello e lo stile di vita marchigiani.

Gli incontri sono previsti inizialmente con cadenza mensile ma con possibilità di implemento in base ai riscontri, alle presenze e al gradi-mento da parte dei cittadini. Motivo che ha portato a questa iniziativa è stato il massiccio incremento di vendita di farmaci legati a proble-matiche psicologiche (su 200 cittadini-utenti che entrano in una far-macia, più del 30% richiede una consulenza in materia psicosomatica, psicologica o psicoterapica). Federfarma Ancona ha specificato inoltre che è già attivo e funziona il sito trovalafarmacia.it che riporterà a breve anche tutte le date e gli incontri con lo psicologo segnalando l’elenco delle farmacie aderenti a questo progetto.

AdRIATIC WAystile e cucina emozionano a San Ginesio

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SIgARETTE ELETTRONICHE, ARRIvANO I dIvIETI

romA - il consiglio Superiore di Sanità ha reso al ministro un parere in merito alla eventuale collocazione delle siga-rette elettroniche contenenti nicotina tra i medicinali, pur in assenza di una esplicita destinazione d’uso in tal senso (me-dicinali “per funzione”), nonché su una metodologia per la valutazione della pericolosità di tali articoli messa a punto dall’istituto superiore di Sanità.il consiglio Superiore di sanità raccomanda che le sigarette non siano utilizzate dalle donne in gravidanza o in allatta-mento; che ne venga vietato l’utilizzo nelle scuole (al fine di non esporre la popolazione scolastica a comportamenti che evocano il tabagismo); che venga regolamentata la pubblici-tà di tali dispositivi, al fine di evitare il rischio di induzione al tabagismo e che le ricariche abbiano la chiusura di sicurezza a prova di bambino.inoltre il consiglio ha raccomandato di mantenere il divieto di vendita ai minori di anni 18 di sigarette elettroniche con presenza di nicotina; ha indicato alcune prescrizioni relative all’etichettatura e alle informazioni da fornire al cittadino, sia per le sigarette elettroniche che per le cartucce di ricari-ca ed il monitoraggio di possibili sovradosaggi da nicotina attraverso gli interventi effettuati dalle strutture di pronto Soccorso del SSn.

villa pini SUl piede:lo specchio della salute PORTO POTENZA PICENA - Oltre 150 podo-logi, fisioterapisti, studenti in arrivo da diverse regio-ni, in particolare del Centro Italia, infermieri e medici alla “Giornata del Piede” dell’Istituto Santo Stefano di Porto Potenza Picena (Mc) dal titolo “Il piede, uno specchio della salute”, promosso dalla clinica Villa dei Pini di Civitanova Marche ed organizzato grazie al Centro di Formazione Permanente del Santo Stefano. “Un momento centrale di confronto scientifico in que-sto campo – ha sottolineato Enrico Brizioli, ammini-stratore delegato dell’Istituto di Riabilitazione Santo Stefano – e che mostra l’importanza dell’approccio multidisciplinare per curare i disturbi del piede. Que-sto approccio è alla base del Centro specializzato di Villa dei Pini, struttura del Gruppo Santo Stefano, che in neanche due anni di attività ha avuto grande riscontro ed è già diventato punto di riferimento per il Centro Italia”. Il convegno è stata anche l’occasio-ne per una riflessione sulla spending review e sui tagli che stanno interessando il sistema sanitario. Antonio Aprile, direttore generale di Villa dei Pini, ha infat-ti criticato la logica dei ‘tagli lineari”, insistendo sulla necessità di valorizzare le eccellenze ed ogni sinergia pubblico-privato.“ Molti gli interventi dei centri impe-gnati nella cura del piede: oltre a Villa dei Pini, l’Isti-tuto Ortopedico “R. Galeazzi” di Milano, l’Università di Bologna, Ospedali Riuniti di Ancona e l’Ospedale di Fermo. La giornata di lavori, che ha visto come re-sponsabile scientifico Enrica Pagliari, si è sviluppata in tre sessioni: la prima sul piede geriatrico, la seconda sulla patologia osteoarticolare dell’arto inferiore, la ter-za sessione dedicata alla parte dermatologica.

“IL LATTE DELLA MAMMA NON SI SCORDA MAI”

ANCONA - Successo della “due giorni” promossa dal ministero della Salute per sensibilizzare all’allattamento al seno per la tappa di Ancona, l’ultima della Campagna nazionale di promozione 2013 “Il latte della mamma non si scorda mai” che ha già toccato le città di Trieste e di Raven-na. La nutrizione con il latte materno lascia una positiva e permanente traccia nella vita non solo del bambino, ma anche della mamma. “Allattare al seno è un gesto naturale e salutare che merita riconoscimento sociale e supporto familiare”. Tra gli argomenti trattati, l’importanza dell’al-lattamento al seno e l’impegno delle strutture ospedaliere e territoriali; i benefici per la mamma e il bambino; l’alimentazione complementare. Poi i mini corsi di massaggio infantile. L’importanza del “pelle a pelle”, al sostegno dei padri e dei nonni, ai rischi che corrono le mamme la-voratrici (in gravidanza e dopo il parto).

Il direttore generale Aprile e la dott.ssa Pagliari

Il tendone della manifestazionea piazza Cavour

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Un nuovo motore di sviluppoIl Turismo Sanitario

IN TuTTE LE REgIONI ITALIANE

ALLA RICERCA dELL’ECCELLENZA

PER LA SALuTE E IL BENESSERE SIA

PER IL FISICO CHE PER LA MENTE:

è LA vACANZA dEL FuTuRO

Se l’Italia è il Bel Paese, lo sia fino in fondo. Ovvero costruisca attor-no al visitatore, al turista, sia esso italiano o straniero, un pacchetto su misura, un’accoglienza completa... anche curando il suo benessere psicofisico! Oggi che tutti cercano di catturare nuovi clienti e di offrire quel che di meglio hanno “dentro casa”, esiste una nuova opportunità di business. Da cogliere al volo: è il Turismo Sanitario.Perchè di eccellenze, nel campo della salute, ne abbiamo tante: valorizziamole!Qualche esempio? Terme, cliniche specializzate, centri di estetica e fisiofitness, centri per il recupero di soggetti a rischio, per disin-tossicazione, attrezzatissime spa e centri sportivi di riabilitazione, ippoterapia e maneggi, massaggi e trattamenti vari (dermocosmesi, dimagrimento, bellezza) e per il semplice riposo benefico, al mare, in montagna e in collina. Abbiamo il mare, le isole, abbiamo le Alpi, abbiamo le dolci campa-gne che accompagnano vita rurale, dieta mediterranea ed enogastro-nomia sopraffina, con i migliori chef del mondo. Poi, inutile soffermarsi su quello che tutti conoscono: c’è cultura,

storia e arte con patrimoni unici e irripetibili.Quello che mancava finora, è mettere insieme tutte queste cose, soprattutto la salute e la vacanza, per un Turismo innovativo.Abbiamo allora realizzato, dopo uno studio attento di base, un pro-getto ambizioso e positivo, teso a lanciare un modello di promozione del territorio forse inaspettato. E’ un portale, un format informativo e d’approfondimento che in più lingue illustra l’eccellenza di un territorio a cominciare dal punto di vista sanitario. Si chiama STARBENE e funziona già in Veneto, che lo ha lanciato in rete con il nome di Venezia Starbene. Vi invitiamo a visitarlo: proprio in questi giorni è partita la campa-gna pubblicitaria la cui immagine simbolo ospitiamo anche noi in quarta di copertina. Qui di seguito intervistiamo una delle responsabili, Silvia, che si occupa dell’organizzazione e implementazione dei contenuti del portale.STARBENE è sostanzialmente una piattaforma web che permette di approfondire un altro aspetto del territorio: ciò che offre dal punto di vista sanitario accanto alle eccellenze turistiche di cui le nostre

Primo Piano turismo&salute

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regioni sono piene. Questo è il portale della salute che porta alla co-noscenza di un pubblico più vasto la possibilità di passare le vacanze curandosi nel migliore dei modi. Se mens sana in corpore sano era l’antico motto romano sempre vali-do, STARBENE però va oltre. E’ un brand che apre un nuovo tipo di business: il turismo sanitario.Negli ultimi anni il turismo della salute si è largamente diffuso diventando un mercato vero e proprio, molto redditizio sia per gli operatori che ne hanno saputo interpretare la richiesta estera, sia per quelle regioni che si sono sapute muovere nel web per presentare questo segmento mirato. Con la popolazione che invecchia a ritmi più veloci di quello che immaginiamo, con il ritardo che nell’informazione e nelle struttu-re, tutta Europa accusa, oggi il format web che stiamo descrivendo permette di andare avanti con i tempi.Avete notato che ultimamente a fronte della crisi di ogni settore, sono aumentate le esigenze di un numero sempre più alto di stranieri benestanti che preferiscono venire in Italia? Questo per una serie complessa di motivi: il clima, per operazioni chirurgiche o di estetica,

per seguire terapie per il benessere del fisico o della psiche, diete di dimagrimento, disintossicazione, talassologia etc etc... Unendo il godimento di una vacanza alla possibilità di curarsi nelle mani di eccellenti specialisti di casa nostra.Ciò significa in pratica: soggiorni mediamente più lunghi, anche con familiari al seguito; prenotazioni non soggette a fattori legati alla stagionalità; il coinvolgimento di vacanzieri-utenti che sono buoni consumatori e con ottime potenzialità di acquisto. Va da sè che il business è già presente: lo studio della sola regione Veneto, attraver-so il portale Venezia Starbene, dà questi numeri impressionanti: 4 milioni di utenti l’anno che si informano e “vedono” le potenzialità del Turismo Sanitario locale. Oltre 1100 pazienti nei primi due anni che vengono qui, con oltre 11milioni di euro di ricavi per il settore. Dunque, StarBene è una formula che funziona in modo mirato e innovativo, uno strumento efficace per la ricerca – e la valorizzazione - delle migliori strutture sanitarie e per organizzare una vacanza con l’accoglienza su misura.

Julian burnett

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NASCE vENEZIA STARBENE il primo portale integrato sulla sanità e il turismo in Italia

Silvia Benedetti,Editor - in -chief Venezia Starbene

come è nato il progetto venezia Star-bene?Questo progetto nasce dalla necessi-

tà del sistema sanitario italiano di individuare strategie di sviluppo e fonti di reddito nuove. L’attuale congiuntura economica e i pesanti tagli imposti alle Regioni da parte del gover-no spingono infatti le nostre strutture sani-tarie a rinnovarsi e a promuoversi in maniera più efficace. In questo ambito, il settore del Turismo della Salute offre possibilità di cre-scita e uno slancio internazionale che l’Italia non può più sottovalutare.cosa offre questo programma di promozio-ne? Si tratta della prima piattaforma web sani-taria italiana e la sua prima declinazione na-zionale è veneta con il portale integrato sulla Sanità e il Turismo Venezia Starbene conce-pito per il vasto mercato russo. Il portale è bilingue (italiano e russo). Innovativo, interattivo e dinamico, guida gli

utenti russi attraverso le migliori offerte del territorio veneto in termini di strutture ospe-daliere d’avanguardia e delle migliori cure specialistiche offerte. Inoltre questa piattaforma presenta all’utente le bellezze di una terra ospitale e generosa e lo aiuta nella ricerca delle strutture turistiche che rispondano alle sue specifiche esigenze di viaggio. Il percorso di assistenza e turistico personalizzato è gestito direttamente dall’or-ganizzazione di Venezia Starbene. Questo programma permette così di pro-muovere efficacemente le eccellenze sanitarie italiane attraverso l’immenso potenziale turi-stico del nostro territorio. perché avete scelto di iniziare con il merca-to russo?Si tratta di una popolazione particolarmen-te sensibile alle bellezze dell’Italia e legata al nostro Paese da un’affinità storico-culturale secolare. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un

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NASCE vENEZIA STARBENE il primo portale integrato sulla sanità e il turismo in Italia

TuRISMO dELLA SALuTE: QuALCHE dATO

• Un mercato che rappresenta un giro di affari di 12 miliardi di euro in europa.• Principali Paesi di “accoglienza”: Germania, Svizzera, Francia, Cipro, Romania etc.• I visti turistici per l’Italia rilasciati ai cittadini russi sono passati dai 340 mila nel 2009 ai 630 mila nel 2012 (con un au-mento di quasi il 90%).• La spesa dei turisti russi in Italia è stata di circa 900 milioni di euro (2012).

aumento esponenziale delle presenze di tu-risti russi in Italia, visitatori che dispongono quasi sempre di una capacità di spesa elevata. Inoltre il ricorso alle cure mediche all’estero è abituale per una fascia significativa della po-polazione russa.Quali sono i vantaggi competitivi della vo-stra offerta?Questa strategia di promozione, nata con noi e protetta da copyright, offre contratti di esclusiva a tutti i partecipanti. Questi beneficiano della nostra profonda conoscenza del mercato russo (universo dei media, settore delle assicurazioni mediche, agenzie di viaggio etc.) Inoltre una strategia di comunicazione capil-lare è stata concepita per promuovere il pro-getto in Russia, una strategia che si incardina su tre pilastri: promozione attraverso i canali tradizionali della stampa russa (principali quotidiani nazionali), un’attività quotidiana di “socialnetworking” e un intenso program-

ma di comunicazione destinato a pazienti e turisti potenziali, medici, sportivi, agenzie di viaggio, assicurazioni etc.

visita il sitowww.veneziastarbene.it

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Nonne italiane, donne mature, “maestre”, celebri e non, da nord a sud: chi sono e quale Paese rappresentano? È il viaggio televisivo iniziato dalla RAI con il programma

“ALLO SPECCHIO - L’Italia è un paese fondato sulle Nonne”, in onda dal 7 luglio al 4 settembre, su RAI STORIA e RAITRE.Le nonne svolgono una vera funzione sociale: in molte famiglie rappresentano la tradizione, la memoria e sono portatrici di valori positivi tutti al femminile.Parlare delle nonne italiane e delle “donne maestre” vuol dire an-che ripercorrere insieme, in un modo diverso, la storia d’Italia, una storia fondata sul lavoro delle donne, che spesso sono anche le nostre nonne.L’idea degli autori, Paola Severini Melograni e Maurizio Gianotti, è stata quella di realizzare una trasmissione nella quale, attraverso le storie di nonne celebri e non, si racconta il loro rapporto non solo con le nipoti ma con l’universo femminile tutto intero, dell’I-talia contemporanea.Le protagoniste rappresentano un esempio importante per l’evolu-zione del nostro Paese e per l’emancipazione femminile. Si parla di nonne e di donne, provenienti anche da grandi fami-glie, che hanno lasciato un segno nei loro ambiti sociali, che sono l’imprenditoria, la cultura, la politica, il giornalismo, lo spettacolo. Un viaggio nel passato prossimo e nell’attualità, che potrà rappre-sentare degnamente il “racconto della nostra vita familiare e civile”.In ogni puntata a prendere per mano le protagoniste è Paola Se-verini insieme ad una “commentatrice”, una donna più giovane, la co-protagonista.“Allo specchio” propone così un racconto singolare tessuto di storie personali e generazionali che attraversano e illuminano la storia del nostro Paese.

STORIA d’ITALIA, LA RACCONTANO LE NONNE

Giulia Maria Crespi, imprenditrice

Maria Pia Bonanate, giornalista e scrittrice

“Allo SpeCChio,l’itAliA è un pAeSe FondAto Sulle nonne”in onda su rAi SToriA dal 7 luglio al 25 agosto, ogni domenica alle ore 12.00, e su rAiTre dal 17 luglio al 4 settembre, tutti i mercoledì all’1.00.Conduzione: Paola SeveriniAutori: Paola Severini e Maurizio GianottiSigla – Arrangiamento di Federico capranicaProduzione rAi SToriA e SuperAngeli 2 s.r.l. - roma Segretaria di produzione - Ricerca immagini: nicoletta di benedetto

INTELLETTuALI

ATTRICI

gIORNALISTE

IMPRENdITRICI.

dONNE

A CONFRONTO

NEL PROgRAMMA RAI

Progetti televisione

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Maria Pia Bonanate, giornalista e scrittrice

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Plein Air estate a cavallo

SAN VICINO – La riscoperta della natura appenninica mantiene più alto il suo fascino... a cavallo! Oltre a raduni di fuoristrada, parchi acquatici e parchi av-ventura, trekking panoramici, percorsi in mountain bike, incentivati dall’Associazione Amici del Monte San Vicino, c’è da sempre, radicato nella località di Pian Dell’Elmo, un uomo che con i cavalli ha instaurato un legame indissolubi-le: Gabriele Chiucchi. Proprietario del Centro Ippico “Il Gaucho”, guida esperta e istruttore di equitazione, è sempre pronto a condividere la sua passione sia per lezioni a tutti i livelli, sia per passeg-giate più impegnative nelle faggete secolari del monte. Ciò che lo caratterizza è il suo modo di fare, a volte inusuale, di comunicare con questi possenti animali anche solo con uno sguardo. “Mi fido dei miei cavalli prima di tutto” ci dice Gabriele e forse è anche per questo che i suoi animali sono liberi di vagare senza impedimenti nei campi attorno al ma-neggio. Di pari passo va l’albergo “Hotel Ristorante San Vicino” gestito dalla moglie Antonella e dal figlio Diego, con deliziose e rustiche ricette culinarie. Una dimensione in cui la genuinità e l’accoglienza sono le qualità fondamentali per vivere a contatto con la natura. Certo è che occorre viverlo questo Monte per poterne ap-prezzare sino in fondo i suoi sapori, i suoi profumi tipica-mente appenninici e le emozioni che è capace di generare.

ilaria iobbi

IL gAuCHO: l’uomo che parla ai cavalli

Il gaucho Centro Ippicoloc.pian dell’elmo, 11Apiro (mc)Gabriele Chiucchi 333 9082562Hotel SanvicinoStrada loc.pian dell’elmo, 11Apiro (mc) - 0733 618126www.ilgaucho.it www.hotelsanvicino.it

nellA SplendidA riServA nATUrAle

del monTe SAn vicino c’è Un mondo

pArAllelo che ASpeTTA Solo

di eSSere “riScoperTo”.

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BISOgNA TORNARE Ad INvESTIRE: IL MAdE IN ITALy HA ANCORA APPEAL

AbbiAmo chieSTo aL dIrettore GeneraLe Ubi bAncA popolAre di AnconAnUnzIo tartaGLIa rUoLI e IMPeGno Per Una eFFicAce riceTTA AnTicriSi

la banca oggi ha un ruolo delicato e importante, sia nella crisi econo-mica come stampella per sostenere

chi lavora, sia nei confronti del territorio... Qual è la strategia, la linea di “comporta-mento” di Ubi banca popolare di ancona

in questo momento?“Anche le Banche stanno pesantemente sof-frendo questa situazione e non fanno più gli utili degli anni passati. Come Banca Popolare di Ancona, abbiamo chiuso il 2012 in sostan-ziale pareggio, riuscendo a stento a coprire i

nostri costi di gestione. E pensare che sia-mo una delle banche più solide della regio-ne, grazie ad un processo di ristrutturazione partito nel 2007 e al fatto di essere parte di UBI Banca, il terzo gruppo bancario italia-no. I tassi di interesse sono scesi tantissimo

Economia banche

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Nunzio TartagliaDirettore Generale della Banca Popolare di Ancona

(Euribor a 0,10-0,20%) ed i margini che ci sono oggi, praticamente dimezzati negli ul-timi quattro anni, ci inducono a non poter assumere rischio di credito come un tempo; in poche parole, tenendo ben presente che gestiamo denaro della clientela, non pos-siamo più sbagliare. Per intenderci: se pri-ma potevamo consentirci un errore ogni 20 pratiche di finanziamento, oggi il rapporto al quale dobbiamo attenerci è di un errore ogni 50 richieste”.Qual è poi il suo apporto, cosa ha messo in più a livello personale lei come nuovo diret-tore generale?“Forse andrò contro corrente, ma voglio in-fondere ottimismo e fiducia nel futuro. Credo infatti che la nostra realtà sia meno peggio di quanto pensiamo e di quanto viene rappre-sentata. E’ vero, siamo in difficoltà, ma non sull’orlo del baratro. Ci siamo andati vicini al default, nel novembre 2011, ma ci siamo fermati prima. Molti pensano che le nostre aziende vadano tutte male, non è così. Il 70% sono in equilibrio stabile, guadagnano meno che in passato, ma non sono scalfite dalla cri-si; esiste invece un 30% del quale, il 10% ha dovuto chiudere, un altro 10% è fortemente a rischio e un ulteriore 10%, pur di fronte ad anomalie di bilancio significative, ha discrete possibilità di farcela.Si tratta di una valutazione fatta su 60 mila aziende nostre clienti, quindi su riscontri og-gettivi”.Secondo la sua esperienza e il suo punto di vista, le marche sono ancora una regione virtuosa? punti deboli e punti di forza della economia locale?“Il modello marchigiano funziona ancora, ma va aggiornato e ripensato. Chi lo ha fat-to, nel 2012 ha chiuso meglio che nel 2007, cioè prima della crisi. La globalizzazione ha accorciato le distanze; oggi con una mail o una videoconferenza si può raggiungere ogni angolo del mondo e proporre il proprio pro-dotto, che però deve essere competitivo e innovativo sul mercato. Ce la possiamo fare, perché il “made in Italy” ha ancora un grande appeal in tutto il mondo: meccanica, agroa-limentare e abbigliamento vanno forte. Ma ci vuole una struttura manageriale moderna, fatta di uomini che conoscano innanzi tutto (almeno) l’inglese e che siano disposti a tra-scorrere – se serve - anche 3-4 notti della set-timana lontano dalla loro sede abituale. Con la globalizzazione dei mercati, sappiamo che in molti sono venuti da noi a prendersi una fetta della nostra torta, noi dobbiamo essere pronti a fare altrettanto all’estero. Ma, ripeto, occorrono prodotti di qualità ed investimenti in ricerca e in comunicazione; insomma una

dimensione aziendale al passo con i tempi ed in continua evoluzione. cosa si può fare per migliorare l’accesso al credito delle imprese marchigiane? cosa fa la banca per aiutare la ripresa?“Sappiamo che se il nostro sistema econo-mico ha retto è perché in passato si è stati molto lungimiranti a risparmiare la ricchez-za accumulata dagli anni Cinquanta a prima della crisi. Ora è necessario che gli impren-ditori tornino ad investire – magari pun-tando all’export e non pensando di trovare acquirenti sotto casa come è stato per tanti anni - con progetti credibili, sostenibili e se possibile aggregativi. Detto questo, ci rendia-mo conto che per aiutare la ripresa dobbiamo tornare a rischiare e fare la nostra parte anche noi. Per questo UBI Banca ha lanciato una campagna nazionale molto importante allo scopo di concedere mutui casa alle giovani coppie e a lavoratori atipici e finanziamenti a start-up innovative capaci di presentare busi-ness plan credibili.

Non solo. Visto che le Aziende che stanno affrontando meglio la crisi sono quelle capaci di competere all’estero, il 18 giugno all’Esa-gono abbiamo ospitato la seconda edizione dell’UBI International Open Day, l’evento dedicato a tutte le imprese, piccole, medie e grandi, interessate ai mercati esteri. Si tratta di un’occasione unica per incontrare, a chilo-metro zero, gli specialisti di internazionaliz-zazione d’impresa, affiancati da commerciali-sti, avvocati e altri professionisti provenienti da Asia, Nord Africa, Medio Oriente, Sud America, Europa Centrale e dell’Est. la Ubi banca è anche impegnata nel socia-le e per i giovani, nel sostenere associazioni e sport, etc... questo è un impegno che an-drà avanti nel tempo? in quale direzione?“La nostra banca, il nostro Gruppo sono sempre stati sensibili al sociale, sostenen-do attività culturali, sportive e di solidarie-tà. Nonostante il perdurare delle difficoltà economiche, continueremo a farlo. Penso al sostegno a Musicultura, alle stagioni teatrali delle Muse e del Pergolesi; al Club Scherma e all’Aurora Basket Jesi, non dimenticando di sostenere associazioni come lo IOM e Semi di Pace, al servizio delle popolazioni più de-boli e in difficoltà”.

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lA vitA in puGno I valori del pugilato nelle parole di Nino Benvenuti

Calzettoni pieni di stracci come guan-toni per picchiare su un sacco di uta riempito di granturco.

Inizia così la vita da campione di Nino Ben-venuti, un grande pezzo di storia dello sport italiano e mondiale, negli anni in cui gli ita-liani il pugilato lo cercavano anche in tv e radio, con i primi eventi sportivi mediatici, vivendo con trepidazione ogni match. L’epoca dei grandi delle dodici corde.Benvenuti è tra loro. Centoventi incontri da dilettante e uno solo perso; novanta incontri da professionista, di cui ottantadue vittorie (35 per KO), un pa-reggio e sette sconfitte. Tra i pochi non nativi americani ad aver con-quistato e difeso più volte il titolo mondiale dei pesi medi nella storia del pugilato mon-diale. Campione olimpico nel 1960 a Roma, campione mondiale dei superwelter tra il ‘65

e il ‘66, campione mondiale dei pesi medi tra il ‘67 e il ‘70, premiato con la coppa Val Bar-ker a Roma 1960 come miglior pugile tecni-co (arrivando davanti a Cassius Clay), premio Fighter Of the Year nel ’68 come pugile che più si distinse durante l’anno. Due suoi matchs, il primo della storica trilo-gia con Griffith (‘67) e quello contro l’argen-tino Monzòn (‘70), vincono il premio Match Of The Year. Nel ‘71 inizia una nuova vita, a 33 anni, con un bagaglio da campione ma “povero” per al-tre cose, come lui stesso ha dichiarato. Poi il giornalismo, la vita da papà, nonno, bis-nonno, libri autobiografici. È lui la persona giusta per parlarci dei valori dello sport.innanzitutto, cosa vuol dire stare su un ring?Avere il coraggio di affrontare la vita dentro

le 12 corde. Non c’è la possibilità di uscire, devi affrontare una realtà che tu hai scelto. Ho iniziato la boxe per arrivare a partecipare ad una Olimpiade. Ho esaudito il mio sogno vincendola. A quel punto avrei potuto smettere di com-battere.…invece è andato avanti ed oggi è annove-rato tra i campioni del pugilato, insieme a miti stranieri come cassius clay, griffith, Sugar ray robinson. Ha conosciuto anche primo carnera. cosa può dirci di loro dalla sua privilegiata pro-spettiva?Essere avvicinato a nomi di così grande valo-re e prestigio mi onora. Carrera è stato il primo campione del mondo italiano. Per me, che l’ho conosciuto, ha lasciato un ri-cordo altrettanto grande del campione come

L’intervista sport

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lA vitA in puGno I valori del pugilato nelle parole di Nino Benvenuti

dell’uomo. Emile Griffith, un avversario leale e corret-to, un pugile fra i più grandi della categoria. Un’amicizia diventata profonda dopo tre duri matchs, per 45 round, e rimasta tale per la vita. Cassius Clay-Mohamed Alì, il più gran-de. Lui ha rinventato il pugilato di un certo tipo: tecnica pugilistica ed un atteggiamento sul ring da show man. Un personaggio di cui si parlerà per sempre. Unico! Sugar Ray Robinson, il campione dei medi, che, nella sua categoria, non ha più avuto ri-vali.Qual è l’insegnamento principale che vie-ne dal pugilato? cosa ha di diverso da altri sport, magari più “mediatici”? e’ forse più “pulito”?Il pugilato è lo sport che tutti i ragazzi do-vrebbero praticare e conoscere per i valori

etici che insegna. Sembrerà strano, ma è lo sport che insegna a confrontarsi nel rispetto delle regole. A livello mediatico, oggi, sono altri gli sport che hanno più “audience”. Siamo nell’epoca dell’apparire, più dell’essere, e, per citare Don Abbondio “il coraggio se non ce l’hai, non te lo puoi dare”: dote indispensabile per uno sport pulito come il pugilato.Qual è il suo rapporto con le giovani gene-razioni?Con loro ho dei confronti frequenti, con gli studenti delle scuole di Roma, ad esempio, come l’Istituto Pacinotti. Una fucina affamata di insegnamenti corretti e formativi.Sport e sacrificio: cosa può dire sul tema a chi ha il desiderio di abbracciare il mondo pugilato?È il connubio che è alla base di una crescita

corretta per diventare “cittadini del mondo”. Questo è l’insegnamento dell’arte del pugi-lato.chi è nino benvenuti nella sua seconda vita, quella post pugilato, e oggi?Il Benvenuti di oggi è quello che, pur soddi-sfatto della vita sportiva, continua a mettersi in gioco. Il mio motto è “Il più devo ancora compierlo”. È da poco uscito il mio terzo li-bro, in collaborazione con Mauro Grimaldi, prefazione di Rino Tommasi, edito da Libre-ria Sportiva Eraclea Roma, dal titolo “L’isola che non c’è”. In questo libro ho voluto raccontare la mia adolescenza e la mia Terra, l’Isola d’Istria, e questa è la mia storia. Come descrivo nel libro “la vita mi ha dato molto, ma ha rubato la mia prima giovinezza.

maria chiara la rovere

Nelle foto, Nino Benvenuti pugile (mentre combatte contro Emile Griffith e mentre esulta dopo una vittoria).Oggi è commentatore sportivo.

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Fare Politica è fare qualcosa di utile per migliorare la società e la comunità in cui viviamo e lavoriamo. Occorre allora

prima di tutto comunicare bene e in modo trasparente che cosa sia questo qualcosa.Nella società in cui tutto diventa comuni-cazione e tutto dipende dalla comunicazio-ne, proprio la Politica stenta a farsi carico del presente e del quotidiano, comunicando male, seppure moltissimo, il suo essere davve-ro... al servizio del cittadino. Abbiamo allora pensato come Agenzia Pi-xel di Comunicazione, di organizzare per la prossima stagione autunnale un master de-dicato ai “comunicatori”.Il corso si presenta come un ambizioso quanto innovativo pro-getto di creare una scuola. Non si tratta di una Scuola dove si fa della Politica ma una Scuola che fa la Politica.motivazioniIntendiamo, per Politica, il creare negli indi-vidui una coscienza civile, un impegno, dove non si lavora per un’opportunità transitoria ma per una ferma, duratura, costruttiva con-sapevolezza e responsabilità. Troppo spes-so dei sani principi politici oggi diventano, nell’uso e nell’abuso comune, aride formule e asfittici slogan, vuote parole senza applica-zione utile e pratica. La Comunicazione non può e non deve prestarsi a mera strumenta-lizzazione in tal senso. Non quella fatta da professionisti responsabili e competenti. Il corso vuol proporre esperienze formative di un metodo che abbia l’obiettivo di supera-

re superficiali letture che propinano politica di secondo livello, quella che si nutre di frasi fatte e di slogan, sommersa negli orpelli di apparato, negli interessi dei partiti e nei ca-villi della burocrazia. Questo non giova all’opinione pubblica, che rassegnata a proclami e promesse, a cartelloni e show, finisce per ingrossare le fila dell’anti-politica non distinguendo più idee, program-mi, ideologie e capacità. Questo non è quello che desiderano i giovani, sempre più consa-pevoli di essere cittadini europei.attoriI docenti illustreranno un percorso di espe-rienze, utile per orientarsi nell’attuale mondo della politica e della comunicazione. Sono

personalità di indubbia rilevanza nazionale, ognuno in campi diversi, con la capacità di trasferire conoscenza mirata nel settore de-scritto. Hanno già aderito Paolo Crepet, Oli-viero Toscani, Stefano Folli. Molte sono le personalità ed i professionisti del web, della tv e dei media contattati. Seguiteci sul sito www.senzaeta.it per gli aggiornamenti.a cHi e’ direttoQuesto corso di formazione in Comuni-

cazione politica, intende scavare in profon-dità, senza cercare spazi in latitudine, nelle coscienze individuali e nelle regole demo-cratiche della partecipazione coinvolgendo chi opera come addetto ai lavori nel settore. Nei vertici delle amministrazioni pubbliche e private, nelle segreterie di partito, nelle reda-zioni delle testate giornalistiche, nelle asso-ciazioni, nelle fondazioni e nei circoli dove la cultura si intreccia e si arricchisce di strategie, riflessioni e metodologie della Politica.miSSionTale master vuol essere un contributo utile a scoprire, una volta di più, come da una cor-retta comunicazione di intenti e di impegni, nasce la Politica che fa bene al cittadino e fa crescere, migliorandone la caratteristiche di forza e di libertà, la società del futuro. Non sarà dunque fuori tema, per l’Agenzia Pixel di comunicazione, editore di una rivi-sta come Senzaetà, occuparsi per una volta di Politica: è anch’essa – e principalmente – un fatto sociale.data e programma: l’appuntamento è a ottobre, a Gabicce, in una location d’ec-cellenza dove il full immersion di 4 giorni non peserà con un soggiorno di contenuti ed emozioni. Il programma sarà definito e diffuso ad agosto, con la collaborazione della Regione Marche e dell’Ordine dei giornalisti.

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SALuTE E MOdA per affrontare IL SOLE

Bellezza, benessere, moda: l’estate è anche que-sto. Mai perdere la testa, intanto…nel senso che anche i capelli pretendono accortezze particolari, di salute e – perché no – di stile. Ma non perderla soprattutto quando si parla di esposizione al sole e protezione della pelle. C’è poi un aspetto da non dimenticare in tutte le stagioni: quello psico-fisi-co, fondamentale, perché il benessere ha sempre un dentro e un fuori, più livelli, tante dimensioni.Tra consigli e punti di vista, tra salute e moda, vogliamo soffermarci, innanzitutto, su un aspet-to delicato: come fronteggiare i rischi sempre più emergenti (lo dicono i dati) del sole sulla pelle? un vademecum sulla questione delle protezioni è doveroso. Partiamo da qui.

a cura di maria chiara la rovere

Belli d’estate

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CREME SOLARI: QuALI, COME E PERCHE’Come sceglierle e utilizzarle correttamente

Estate: tempo di tintarella per gli amanti dell’abbronzatura o per chi ama passeggiare e fare attività all’aperto. La pelle si trova ad affrontare rischi che vanno dai più lievi (semplici scottature) ai più seri (tumori della pelle). Valgono certo i vecchi adagi - non esporsi nelle ore più calde, usare creme solari - ma la questione è complessa, visto che negli ultimi anni l’incidenza di tumori della pelle, sia melanomi che carcinomi, è cresciuta nonostante un aumento nel consumo di filtri solari.Ce lo rivela Piergiacomo Calzavara-Pinton, direttore della Clinica Dermatologica degli Spedali Civili di Brescia e presidente della SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia medica, chirur-gica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse. “Le cause del fenomeno – ci dice – sono essenzialmente tre: creme solari non completamente efficaci e non scelte correttamente, errori nell’applicazione, errori nelle modalità di esposizione solare”.

Piergiacomo Calzavara-Pinton, direttore della Clinica dermatolo-gica degli Spedali Civili di Brescia e presidente della SIdeMaST

creme SolAri non compleTAmenTe eFFicAci e non ScelTe correTTAmenTe

non tutte le creme solari proteggono adeguatamente sia da da Uvb che da UvA. Una crema che protegga solo da Uvb, e quindi dall’ustione solare, induce a passare più tempo al sole, assorbendo una quantità molto più elevata di UvA, che non scottano ma hanno un’azione rilevante per tumori cutanei e fotoinvecchiamento. non bisogna cercare sulla confezione solo il valore SpF (che indica solo la protezione da Uvb) ma anche il valore di protezione da UvA (UvA-pF).alcune creme solari, inoltre, non sono fotostabili, cioè perdono rapidamente la loro capacità di filtro mentre dovrebbero ragionevolmente mantenerlo per almeno 2 ore. Altre sono poco resistenti all’acqua.Il valore SPF indica, infine, un rapporto tra quanto è fil-trato e quanto è trasmesso alla cute. Un filtro 30 indica che passa 1/30 della radiazione (3,3%), un filtro 50 farà passare 1/50% (cioè il 2%). Per contro si può dire che il primo filtra il 96,7% mentre il secondo il 98%. Quindi è sbagliato pensare che un filtro 50 sia il doppio di un 30 e così via.

ERRORI NELL’APPLICAZIONEI valori SPF e UVA-PF sono calcolati applicando la crema 2mg/cm2. Questa quantità è molto più alta di quanto usualmente applicato: nes-suno utilizza un tubetto di circa 40 gr ad ogni applicazione. Ridu-cendo la quantità applicata i valori SPF e UVA-PF calano in modo esponenziale. Acquistare una crema con alto SPF ma non applicarla nella quantità giusta quindi non serve. Il prodotto va, poi, applicato una ventina di minuti prima delle espo-sizioni e va riapplicato regolarmente. Va, inoltre, applicato uniforme-mente su tutta la superficie corporea, incluso capillizio, orecchie (parti-colarmente nei soggetti con pochi capelli) e labbra.

ERRORI NELLE MODALITà DI ESPOSIZIONE SOLAREUn antisolare non serve per moltiplicare il tempo passato al sole ma per proteggere durante un’esposizione della stessa durata a cui ci esporrem-mo senza, o poco più.Il sole a latitudini tropicali o equatoriali e in montagna contiene una quantità di ultravioletti anche di 3-4 volte quello a cui siamo abitua-ti ma non ce ne accorgiamo perché gli UV sono invisibili. Dobbiamo quindi ridurre proporzionalmente la quantità di tempo al sole.

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Primo piano il farmacista consiglia

Parlare del mondo dei solari o degli integratori con un farmacista come il dott. Roberto Catanzaro, della Farma-

cia del Piano, ad Ancona, è come tirar due calci al pallone con Maradona. Non si sa da dove cominciare... “Al di là dei prodotti che abbiamo qui – ci spiega – e non sono pochi, la cosa più importante è il servizio che noi possiamo dare come farmacisti. Qui il nostro ruolo è fondamentale: siamo un po’ l’esperto consulente che aiuta ad orientarsi... perchè vede, il problema non è una marca o un pro-dotto anzichè un altro”. che cosa chiede la gente avvicinandosi il grande caldo, l’estate, il solleone? “Fermo restando che la pubblicità dei pro-dotti specifici è forte e ogni farmacia sceglie in base alla propria esperienza e professiona-lità, i cittadini quando entrano in farmacia sono di due tipi. Chi cerca il consiglio giusto per tenersi in forma e in buona salute, chi ha bisogno urgente invece di una medicina perchè sta male. Parlando del primo caso si aprono in genere due scenari relativi ad ali-mentazione e dermocosmesi. Due fasce di prodotti che sono venduti con il consiglio del

farmacista. Consiglio che in sinergia con il prodotto crea normalmente un effetto bene-fico di rassicurazione, quasi psicologico.”intende dire che gli effetti non sono poi così “veri”?“No, non è questo. Se ad esempio parliamo di vitamine, in natura esistono alimenti senza dubbio migliori e più sani che una semplice compressa. Se poi andiamo sull’integratore... va preso con discrezione. Questo è solamente il mio parere. In realtà può servire a chi fa molto sport o ha sudorazione eccessiva. Biso-gna sapere che un integratore ha bisogno di essere dosato dal medico, anche perchè può interferire sulla diuresi, sulla circolazione del sangue, etc. etc”.dunque difficile consigliarne uno anzichè un altro... e quando le mamme le chiedono fosforo per i ragazzi che devono fare l’esa-me?“Alle mamme dico è meglio far mangiare del pesce! A parte gli scherzi, è meglio osservare uno stile di vita consono al periodo degli esa-mi e avere un’alimentazione sana. torniamo alle creme solari...“Si chiedono soprattutto nei casi di grande

Belli d’estate

orienTArSi nel

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è Sempre più

dIFFICILe:

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del doTT. roberTo

Catanzaro :

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A bASSo coSTo”

Farmacista-consulente... fra solari e vitamine per gli esami!

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il dott. roberto catanzaro viene da un’esperienza nel mondo della gran-de impresa dove ha lavorato per 15 anni, prima di laurearsi in Farmacia e arrivare... alla sua impresa, appun-to la Farmacia del piano, ad Anco-na. Un’esperienza polivalente che si riversa nell’impostazione manageria-le data alla “azienda farmacia” che dirige come un direttore d’orchestra, spingendo su varie iniziative di ser-vizio, sull’attività di analisi interna e sulla spiegazione e comunicazione dei prodotti, ribadendo il ruolo di farma-cista e consulente moderno, che aiuta il cittadino ad orientarsi nel mondo della sanità e dei farmaci.

esposizione al sole: chi fa un viaggio ai Ca-raibi o in barca... comunque la protezione è sempre obbligatoria. Esistono ottimi prodot-ti affidabili: soprattutto per bambini o chi ha problemi di pelle”. linee particolari?“Si cerca sempre la qualità e a basso costo, ma la pubblicità in molti casi non aiuta. Piutto-sto è importante far capire il prodotto e come utilizzarlo”.le donne chiedono linee cosmetiche parti-colari per l’estate?“Ci si trucca meno e solo la sera, in genere, meno rossetti e fondotinta e poi dipende dall’età e da esigenze particolari...”.la farmacia sente la crisi e il calo di consumi?“Per quanto riguarda la crisi in parte si, no per il calo dei consumi. E’ ovvio che l’introduzio-ne dei farmaci equivalenti ha modificato in parte alcuni rapporti economici; ma la farma-cia oltre ad essere un’ insostituibile istituzione per il cittadino è anche un’azienda. E come tutte le aziende va curata… in sinte-si anche noi, come farmacie, facciamo parte della piccola e media industria Marchigiana. ”.

il farmacista manager

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CON IL CALdO, MAI “FuORI dI TESTA”

La stagione più calda mette a dura pro-va capelli e umore? In fatto di capelli, abbiamo interpellato una storica voce

del settore. Consacrato già nel 1966 dalla copertina di Vogue Italia firmata da Helmut Newton, e diventato fine creatore di teste e stili, per le sfilate dei grandi nomi della moda, come Valentino, Versace, Fendi, Ferrè, Mila Schon, Lancetti, e per le star del cinema, da Anita Ekberg a Charlize Theron. E poi premi internazionali, costante impegno nel sociale e nell’arte, tre libri che ne raccon-tano l’entusiasmante storia professionale, a cavallo di due secoli. Il suo atelier, nel cuo-re di Roma, ci parla di un mondo votato alla Bellezza, nel senso più ampio del termine.“I capelli sono un inno alla bellezza, la corni-ce di un volto di donna”, ci racconta, tanto per cominciare, Sergio Valente, con il fare di chi, pur sapendo il fatto suo - e non poco - risco-pre ogni giorno un mestiere ed una vocazione declinati in passione.“Per questo bisogna rispettarli e non mortifi-carli, soprattutto d’estate. In primis, ci vuole un buon operatore che sappia consigliare. Poi

diventa essenziale la cura: un buon taglio e un buon colore, meno estremi possibile. No ai tagli ‘che bucano’, no ai colori estremi. Al contrario, la moda del momento sembra quella delle ‘teste bicolore’, dell’effetto di un cappello scuro alla sommità ma con punte decolorate. Un forte contrasto non è estetico, ma è ri-flesso di una moda importata dall’America, in particolare dalla Sarah Jessica Parker di Sex and the City. Una moda anche mal in-terpretata da chi lavora, creando brutte copie e affibbiando anche a tipi mediterranei, come la Ferilli (per fare un esempio), forzate punte gialle solo perché di tendenza. Si crea un’o-mologazione, spesso dagli effetti ridicoli”. e la moda dello shatush, sfoggiata anche da teste celebri?“Innanzitutto ciò che va di moda bisogna prenderlo centellinato e personalizzato. In tv siamo invasi da teste bicolore. Lo chiamano shatush. Ma che vuol dire? Lo shatush è in realtà una sciarpa sottilissima, morbidissima, costosissi-ma, oggi illegale perché fatta con il pelo di

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CON IL CALdO, MAI “FuORI dI TESTA”

un’antilope che vive sugli altopiani dell’Hi-malaya. Insomma, nel settore si usano dei ter-mini inappropriati, che confondono…come ‘trucco e parrucco’ sui set cinematografici: non significa nulla. Io sono sempre per la verità con i clienti: hanno naturalmente desideri di cose nuove, e noi dobbiamo proporre novità, ma senza dire sciocchezze, e con definizioni comprensibili”.cosa proporre, dunque, a livello di colore, tagli e style?“Piccole graffiature, striature, anche un bion-do California, appena alcuni punti più chiari. La resa finale, comunque, dipende sempre dalla maestria del nostro lavoro, meticoloso e paziente, soprattutto quando si tratta, appun-to, di cose leggere e delicate. L’estate è soprattutto libertà: o capelli mol-to corti o lasciati lunghi. In questo secondo caso, la moda ci propone cerchietti e accessori colorati: mi sta bene perché l’estate è colore, luce, abbronzatura. Per i corti, una volta lavati si possono asciugare appena con un tovaglio-lo e poi si applicano prodotti nutrienti, fon-damentali. La linea vera e propria dei capelli

si darà a settembre, con il ritorno alle attività, rigorosamente guardando i tratti somatici e la tendenza, ma senza esagerare, come detto”.Quali prodotti e quante volte lavare i capel-li?“Soprattutto molto olio. In estate si fanno più docce, bagni, e ci vuole molta più attenzio-ne ai capelli, di qualsiasi tipo. Uno shampoo leggero, con ph bassissimo, in modo che non

perdano lucentezza, e prodotti come l’olio, soprattutto per capelli ricci e aridi. Serve molto nutrimento perché solo camminando per strada, si danneggiano. Libertà, dunque, ma molta cura, scegliendo prodotti adatti al proprio capello e linee solari protettive. Il costo non è il vero discrimine, buoni articoli si trovano ovunque, dal supermercato all’alta profumeria. Bisogna farsi consigliare dagli

esperti, che possono fare una diagnosi del capello. Per il lavaggio, basta un solo sham-poo (poche gocce) e non serve una schiumata enorme, che sfibra solo il capello. Si sciacqua e si effettua, se serve, un secondo shampoo con leggerissima schiuma. Il lavaggio si può fare, di norma, 2 volte alla settimana; se c’è un’esigenza maggiore (andando al mare, ad esempio), si può fare un leggero shampoo a giorni alterni: una sciacquata e poi un pro-dotto nutriente”.e la moda dei capelli bianchi o grigi?“La consiglio poco. Quando ci sono diverse rughe, ad esempio, questo stile tende ad in-vecchiare molto. Il capello grigio, inoltre, prevede un taglio ottimo, sempre. Il bianco è una buona scelta solo nei casi di un bel viso o di un bel bianco candido. D’altronde, ormai, meglio optare per il colore, che oggi è senza ammoniaca e poco ossigeno, rispetto al passato, ed è per questo che non si vede più quel biondo stoppaccio-so”.

maria chiara la rovere

no Alle “TeSTe bicolore”.

e a SetteMbre SI SCeGLIe

lA lineA per ripArTire

Nelle foto, Sergio Valente con le attrici Helen Mirren, Sharon Stone, Edwige Fenech. A sinistra, l’atelier Sergio Valente, affacciato su Piazza di Spagna, a Roma.

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La Bellezza è a due vie ma parte sempre da un percorso interno. La Bellezza non ha stagioni perché volersi bene è una strada che viene da lontano per arrivare altrettanto

in là, con l’obiettivo di un benessere reale, cioè solo quello che intreccia corpo, mente, anima, in un tutto indissolubile. A ben pensarci, l’assunto sembra scontato ma in realtà è una sfida quotidiana, che ognuno affronta un po’ in solitudine e con il tempo come criterio da calcolare e, sì, a volte, sfidare per rita-gliarsi uno spazio di quiete. È questo il racconto di 20 anni di esperienza nel settore benessere, nelle parole di Beatrice Capo-grosso, l’ideatrice del progetto Beautystudio, nelle Marche, ad Osimo, segno tangibile di un mondo del wellness che ha rivisto le sue peculiarità in chiave olistica, ampliando i propri settori di pertinenza per offrire al cliente la possibilità di scoprire una dimensione della bellezza fisica e mentale.Una crescita non da poco, arrivata, in fin dei conti, con un’azio-ne semplice: “Mettere amore nelle cose che si fanno – ci dice – tenendo ben fermo un motto: fai il tuo lavoro con passione, c’è così poca concorrenza… Un’idea che ha portato i suoi frutti grazie ad una giusta sintonia di gruppo e sentimento condivi-so”. E se la cura della persona è mestiere e passione, la crescita è un dictat, per se stessi e per i propri interlocutori. Così le possibilità sono aumentate. Dall’estetica di base, come lo smalto semipermanente, il trucco sposa, i trattamenti com-pleti per ritrovare forma ed equilibrio psico-fisico, con tecnolo-gie avanzate, fino ad uno spazio benessere esclusivo ed intimo. Qui l’ambiente, creato per essere vissuto rigorosamente in una o due persone, utilizza calore, pietra, acqua, colore, sapienza dei massaggi per rilassare, distendere e modellare (da quello ayur-vedico con fango a quello con cristalli e pietre a quello postura-le o neuro-distensivo fino al “tocco dell’anima”), la completezza di un approccio gustativo e olfattivo, con frutta e tisane. Un luogo della mente, oltre che del corpo. Di più, in una strada di tasselli da aggiungere nel tempo, Be-autystudio propone, oggi, una nuova area olistica per incontri meditativi, seminari e conferenze, consulenze di naturopatia e omeopatia, e per lezioni di yoga, in collaborazione con l’asso-ciazione Rajas. Il concetto di centro estetico cede così defini-tivamente il posto a quello di centro di benessere totale per corpo e mente, offrendo ai propri utenti una strada che guarda all’equilibrio e dunque ad una vera e propria “filosofia della per-sona”, in cui ogni gesto, percorso, consiglio è mirato, nato sul caso specifico, nella sua irripetibile unicità.

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Vita all’aria aperta e tempo libero: l’e-state è anche occasione per ripensare lo stile di vita e prendersi cura di sé

e della propria famiglia, magari rivedendo le opzioni di consumo. Diversi indicatori mostrano una famiglia italiana più attenta a ciò che acquista, con scelte sempre più consapevoli e “sostenibili”. Le borse della spesa, oltre ad essere ormai per legge tutte “eco”, contengono sempre più “bio”. Una buona notizia che abbiamo indagato con Giorgio Grottini, titolare Vallebio (Ancona), tra i pionieri che già nel 1990, con la famiglia, ha scelto di convertire il proprio business di allora (molitura del grano) anche in chiave biologica, spinto da colui che è considerato l’imprenditore “profeta del biologico” in Ita-lia, Gino Girolomoni.“Anche l’Italia ha finalmente intrapreso – dice Grottini – una via che vede nella salu-brità e sostenibilità i criteri di selezione dei propri acquisti. Lo dicono i dati (anche ISMEA), lo vedo quotidianamente sul territorio. Dal 2006, quando ho inaugurato il negozio specializ-zato Vallebio, ad Ancona, la nostra realtà è cresciuta in base alle esigenze, sempre più definite, dei clienti, con una gamma di pro-dotti che vanno dagli alimenti confezionati

a quelli freschi, dal banco salumi ai prodotti da forno, reparto orto-frutta e spezie, fitote-rapico, prodotti per vegetariani e vegani, per l’infanzia, bevande, cura della persona e igie-ne della casa, con un’ampia scelta di marchi e peculiarità, per dare ad ognuno la possibilità di trovare l’articolo più adatto.”chi è il vostro cliente?Chi sceglie un’armonia fra il proprio essere e benessere fisico e mentale, ed il pianeta; i vegetariani; chi ha intolleranze alimentari.Qual è il valore aggiunto del biologico?Ogni prodotto “biologico” o “eco” o “bio”, con logo UE o logo biologico nazionale o privato, deve essere fatto secondo severe regole UE, che consentono di utilizzare solo sostanze naturali, richiedono pratiche ben definite per produzione di piante e allevamento di bestia-me. Gli operatori del settore sono sottoposti a controlli per garantire che l’acquisto di ar-ticoli a etichetta biologica indichi una pro-duzione che ha dato benefici ad ambiente, animali, comunità rurali.i prodotti più acquistati in estate?Bevande analcoliche, frutta, ortaggi, prodotti lattiero-caseari, latte e yogurt, gelati. Vanno sempre i biscotti e i dolci, come pasta, riso, pane e sostituti del pane. Per la cura della persona, i solari, i prodot-ti per punture di insetti, i rimedi fitoterapici

per gonfiori, insonnia, etc. Le bevande a base di erbe (che possiamo miscelare davanti al cliente, dandogli preziose informazioni), ad esempio, possono essere raffreddate: un buon escamotage per bere di più.per l’estetica?Anche per i cosmetici, i consumatori preferi-scono quelli che oltre a produrre effetti este-tici ne hanno di salutari. Noi abbiamo ditte che, oltre ad utilizzare ri-gorosamente ingredienti naturali, non testa-no prodotto e ingredienti su animali né usano ingredienti testati su animali.

PERCHE’ ACQuISTARE BIOCONSAPEvOLMENTEla testimonianza di un imprenditore del biologico dal 1990.

Giorgio Grottini, titolare Vallebio, Ancona

ingresso vallebio, supermercato Prodotti Biologici-Erboristeria, Centro Mirum via valenti 1, ancona, www.vallebio.it

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Primo piano la storia

Nello studio milanese ad angolo, pie-no di finestre, del dott. Marco Pa-setti, erede della famiglia Ciccarelli

di Cupra Marittima, nipote del “Capitano” di cavalleria Clemente, quadri d’autore e ricordi personali mescolano passione e storia di chi, nato farmacista, si ritrova a capo di uno dei più famosi brand italiani.Pasta del Capitano inventa il primo jingle-tormentone della pubblicità del dopoguerra. Attraverso la simpatia e la grinta di Delia Scala, il sorriso smagliante di Giorgia Moll e le battute al fulmicotone di Carlo Dapporto ha accompagnato intere generazioni all’uti-lizzo del dentifricio e alla scoperta che l’igie-ne personale, dal dopoguerra in poi, è segno oltre che di salute, di fascino ed eleganza.Ma il libro che Pasetti pubblica oggi contiene più di una bella storia. Più che curiosità e segreti della “famiglia che ha fatto sorridere gli italiani”. Fra le righe scopriamo che “la formula del Capitano” è passione, tenacia e un’incredibile capacità d’intrapresa. Innata, familiare, nel dna di una famiglia che tramanda tale valore e tale ric-chezza in modo straordinariamente diretto.Così risaliamo ai trisavoli, quando nel 1835 un Pietro Ciccarelli si laurea in Chimica e

Farmacia fra alambicchi e magiche pozio-ni... C’era la Repubblica romana di Mazzini quando un altro trisavolo, Ciriaco, partecipa da carbonaro alle battaglie per l’Italia del do-mani, arruolandosi nella guardia civile della Repubblica a Montolmo (oggi Corridonia). Suo figlio Nicola si laurea a Macerata, (ov-vio, in farmacia) sposando una compaesana di Petriolo. Quattro i figli: il primogenito Clemente sarà l’icona, il brand dell’azienda con i suoi baffi e la postura orgogliosa. Una fotografia che ha attraversato ogni im-magine, strategia, innovazione di marketing resistendo alle mode con la forza della perso-nalità. Oggi si direbbe “quel Clemente buca lo schermo”: un testimonial così diventa pre-sto il successo personificato della “Pasta den-tifricia del Capitano”. Ma non solo: vulcanica creatività, pensa al benessere dei soldati in marcia, creando anche il miracoloso callifugo Ciccarelli. Laureatosi manco a dirlo in far-macia, si arruola nel “Savoia Cavalleria”. Ma la sua storia d’amore alquanto contrastata è pari al difficile sviluppo della sua prima for-mula dentifricia, varata niente meno che nel 1905, quando a lavarsi i denti erano pochissi-mi italiani. La cultura dell’igiene era lontana

Belli d’estate

quando il fascino e l’eleganza del sorriso vanno oltre la salute: il rilancio del marchio italiano più famoso dalla formula vincente di clemente all’intuito e alla tenacia di un’intera famiglia

IL CAPITANO CHE CONvINSE gLI ITALIANI A LAvARSI I dENTI

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Marco Pasetti, nato a Milano nel ‘39, è farmacista. dopo la laurea, effet-tuato il servizio militare come Ufficiale in Sanità, entra nell’azienda di famiglia e sotto la guida dello zio nicola dal 1964 compie tutti i percorsi della carriera manageriale fino a diventare nel 1970 direttore generale e nel 1977 amministratore unico, carica che ricopre tuttora, azionista di maggioranza. presidente per due mandati di Unipro (settore di confin-dustria per cosmetica e profuni) nella sua vita ha dimostrato con i fatti una personalità poliedrica e grandi capacità imprenditoriali che unite alla tenacia e alla passione hanno permesso al marchio di famiglia pasta del capitano di tenere il mercato di fronte ai colossi multinazionali e alla globalizzazione. L’ultima sfida vinta è quella di scrittore: è sua la storia di famiglia “La formula del Capitano” in libreria per Mursia. Ma non è un caso: la vena di scrittore gli deriva dal padre aldo Pasetti, giornalista, inviato de il popolo d’italia, del corriere lombardo, di epoca e finalista al premio bancarella, autore di romanzi come “omega 9” e “il balcone”.

e per sciacquarsi la bocca si usava sabbia o gesso... Sarà il figlio di Clemente (morto nel 1941) Nicola, zio di Marco Pasetti, a svilup-pare il prodotto, come si suol dire adesso. Trasferitisi a Milano, i Ciccarelli inaugurano il metodo “casa e bottega” diremmo da buoni marchigiani, con il laboratorio farmaceutico sotto l’abitazione. Il callifugo è fatto con una grossa impastatri-ce. La formula della pasta dentifricia invece è prodotta in tubetto con sovraimpressa la foto di Clemente. Una scelta emblematica: la personalizzazione di un prodotto a forte valenza medico scien-tifica che privilegia e mostra serietà, fiducia, qualità. Con inizi difficili.Alcuni diranno: “Hanno fatto i soldi con il callifugo, se li mangeranno con il dentifricio”. Ma questi non conoscono lo zio Nico prima e il “dottorino” poi – come lo chiamavano per la giovane età – ossia lo stesso Marco Pasetti. La svolta si chiama Carosello. Investimento coraggioso ma ragionato, per la scelta vincen-te: in epoca di outsourcing, qui si fa il contra-rio. Tutta la produzione viene portata “dentro casa”.Ai tempi dei giganti Durban’s, Binaca e Col-gate, multinazionali con ben altra potenza di

fuoco, lo zio Nico era il tipo che arrivando in taxi in azienda chiamava la receptionist e faceva regalare al tassista un tubetto omaggio di “Pasta del Capitano” pensando: “Se ne ri-corderà e farà passaparola”. Se infine il farmacista ha avuto sempre dop-pia anima di medico e commerciante, l’era Pasetti, in casa Ciccarelli, porta l’imprendi-tore e – inevitabilmente – il manager ad oc-cuparsi di tutto. “Le farmacie del futuro saranno a metà fra supermercato e presidio sanitario” preconizza Pasetti. Saggiamente. La sua formula anticrisi resta salda: l’orticel-lo non ha un’erbetta fuori posto e conta sulla forza e sull’unione di dipendenti fedelissimi. Perciò non cede un millimetro a colossi o globalizzazione. Ma c’è un altro valore aggiunto in questa storia aziendale: anche l’ultima generazione, Monica e Luca, figli di Marco, arriva ai verti-ci manageriali. Ora tirano loro.Gavetta e preparazione, tenacia, passione, soddisfazione. Quando tanta storia da difendere non pesa, allora c’è spazio, ancora, per grandi successi.

luca guazzati

oggi al timone

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Si è sempre più bombardati, soprattutto sul web, dalla pubblicità delle cliniche

odontoiatriche dei Paesi dell’Est e questo porta il fenomeno del Turismo Odontoiatrico ad una sempre maggior diffusione. Ma come tutte le pubblicità alcune possono essere ingannevoli. Occorre infatti leggere tra le ri-ghe: per le cure dentali si parla sempre di impianti, di ponti, mai di terapie di mantenimento o di recupero. Che considerazione avrebbero di noi dentisti italiani i nostri pazienti se dovessimo pro-porre nei nostri piani terapeutici solo impianti?

L‘odontoiatria italiana è ancora riconosciuta come la migliore non solo grazie ai vari nomi di eccellenza. Esiste una qualità diffusa a livello medio alto dove il paziente può essere consigliato e trovare la possibilità di essere curato secondo più piani di trattamento. Come pure da noi bisogna essere attenti a non cadere in mano agli abusivi, così anche all’Est occorre sapere prima... da chi ci facciamo mettere le mani in bocca!Sicuramente è il lato economico ad attrarre: la proposta di risparmio, attraverso la formula del “tutto compreso” tra viaggio, albergo e terapie è allettante. Per alcuni poi pensare di fare tutta la cura in pochi giorni sembra una cosa modernissima e pratica. Ma i protocolli terapeutici sono fatti anche per rispettare i tempi

biologici. Certo che mettendo il tutto sotto la luce di un viaggio “turi-stico”, compreso albergo, terme, massaggi post trattamento di relax, la cosa funziona: ma poi il conto finale è per il trattamento odontoiatrico o per il soggiorno?Di fatto sono cifre inferiori, ma sono da pagare immediatamente e in contanti, non ci sono certo le agevolazioni di pagamento che il denti-sta di fiducia può fare. Inoltre è sempre bene controllare se ci può essere detrazione fiscale e ricordare che in caso di un eventuale contenzioso, visto che sicura-mente la sede arbitrale è all’estero, bisognerà affidarsi ad un avvocato straniero con costi... che fanno perdere ogni velleità di recupero.In Italia la branca odontoiatrica è per la maggior parte privata ed ha dei costi di gestione molto alti a partire dal personale qualificato, dai prodotti certificati, procedure di sterilizzazione, sedi, strumentazione. Tra aumenti IVA e aumenti del carico fiscale, alla fine si giustifica l’aumento generale dei prezzi a tutti i livelli. E’ notizia di questi giorni che anche la Croazia è entrata a far parte della Comunità Europea, ma in Europa ogni Nazione ha ancora molti problemi ad ogni livello e le regole di una buona concorrenza basata sulla qualità e sulla formazione dei professionisti è ancora lontana.L’ANDI, Associazione Nazionale Dentisti Italiani ha lanciato da tempo l’allarme perché di fronte ad un mercato così “succulento” come alcuni lo definiscono, si perde di vista l’obiettivo che non è quello bie-camente mercenario di fare soldi ma curare la gente ed essere attenti ai loro bisogni.Credo che solo il Dentista di fiducia possa dare la massima tranquilli-tà al paziente, come il Medico di base. Sa la sua storia personale, lo conosce, conosce i suoi problemi di sa-lute e anche di liquidità e può trovare con lui la soluzione più adatta. Perché la salute ha un prezzo inestimabile e occorre difenderla con professionalità e sicurezza.

Dott.ssa Daniela SanchiPresidente Provinciale ANdISezione di Pesaro-Urbino

tUriSmo odontoiatrico riSparmio e SicUrezza: obiettivi compatibili?

dentistiFocus

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Inchiesta Sterilizzazione

IL Loro tarGet è IL SISteMa SanItarIo neLLa SUa CoMPLeSSItà: oSPedaLI, CLInIChe PrIVate, CaSe dI CUra a LUnGa deGenza. il loro obieTTivo è lA SoddiSFAzione e lA TUTelA dell’UTenTe FinAle, il pAzienTe e L’oPeratore SanItarIo. Per raGGIUnGerLo, Le LaVanderIe IndUStrIaLI, attorI imporTAnTi e reSponSAbili dellA SicUrezzA del noSTro SiSTemA SAniTArio nazIonaLe, PUntano SULLa QUaLItà e SULLa teCnoLoGIa SoStenIbILe. SPendInG reVIew PerMettendo

Ripensare la logica dei tagli lineari alla sanità sulla base di costi e fabbisogni della collettività. L’impegno del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin apre

uno spiraglio sul futuro della sanità italiana, messo a dura prova dai provvedimenti della Spending Review. Questa legge ha imposto, infatti, ad Asl e ospedali di tagliare del 5% i contratti di fornitura che vanno dai servizi di lavanderia industriale (sanificazione dei tessili e sterilizzazione dello strumentario chirurgi-co) alle pulizie alla mensa ai dispositivi medici. La particolarità sta nel pensare di imporre il livello più basso per i prezzi di riferimento dei beni e servizi sanitari senza considerare che la conseguenza inevitabile non può essere altro che lo scadimento qualitativo dei servizi offerti alla collettività. Tale taglio ai servizi di pulizia comporta un tasso più alto di infezioni ospedaliere e il conseguente peggioramento dello stato di salute della popolazione...L’aTTiviTà deLLe Lavanderie indusTriaLiLenzuola, coperte, camici, mascherine, ferri chirurgici, cassette del pronto soccorso. Non basta un semplice lavaggio. Si tratta di dispositi-vi medici a tutti gli effetti, oggetto del lavoro di imprese specializzate, il cui target è rappresentato dal sistema sanitario nella sua complessità:

ospedali, cliniche, comunità socio sanitarie e assistenziali, che si occu-pano di degenza o di assistenza. Obiettivo è la soddisfazione dell’utente finale del servizio: il degente e l’operatore sanitario. L’attività di sanificazione e sterilizzazione dei dispositivi medici si è notevolmente specializzata negli ultimi anni attraverso processi alta-mente automatizzati. Il lavaggio e noleggio dei dispositivi, infatti, sono solo due momen-ti del processo integrato che include anche la scelta e l’acquisto dei dispositivi, ritiro, sanificazione, sterilizzazione, stiratura e piegatura, confezionamento e consegna, gestione guardaroba, controllo dei pro-

SAniFicAzione e STerilizzAzione

deI dISPoSItIVI MedICI:

Un inveSTimenTo per il FUTUro,

non Un coSTo dA AbbATTere

LA TuTELA dELLA SALuTE PASSA ATTRAvERSO LA QuALITà dEI SERvIZI SANITARI

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cessi e rintracciabilità dei prodotti. igiene, vaLore aggiunTo Il mercato delle lavanderie industriali è caratterizzato da una crescente domanda di prodotti e servizi sostenibili, dalla flessibilità di gestione ed erogazione di servizi sempre più personalizzati, dal recupero di ef-ficienza delle risorse (costi, consumi, professionalità dei collaboratori). Per questo, il valore aggiunto di queste imprese consiste nella garanzia di igiene, nella sostenibilità, nella capacità di innovazione dei prodotti e dei processi industriali, nell’affidabilità. Le imprese di lavanderia industriale, sono anche prime e dirette re-sponsabili dell’aspetto igienico-qualitativo degli strumenti e prodotti forniti. Esse possono determinare qualità e quantità di risorse neces-sarie (idriche ed energetiche), contribuire a ridurre gli impatti am-bientali, orientare le scelte degli utenti verso l’uso e il riutilizzo di prodotti tessili eco-compatibili, migliorare l’accoglienza e il benessere delle strutture sanitarie.Le aziende hanno infatti raggiunto risultati soddisfacenti in materia di sostenibilità ambientale, riducendo del 30% i consumi energetici e del 60% quelli di acqua.

Con l’adozione di detergenti eco-compatibili, sono stati abbassati i livelli di fosforo e tensioattivi immessi nell’ambiente. Alla luce di tutto ciò, ulteriori riduzioni di costi, che comporterebbero inevitabilmente altre riduzioni di risorse, non sarebbero compatibili con la sostenibilità del sistema sanitario. Ancor più in questa fase storica del nostro Paese, in cui i problemi di assistenza socio sanitaria devono fare i conti con le attuali necessità del contenimento delle spese, nonché con i cambiamenti sociali e de-mografici, quali l’invecchiamento della popolazione, l’aumento della non autosufficienza degli anziani, le disponibilità di terapie/diagnosi ad alto costo. Con tali presupposti, nei prossimi 3-4 anni la domanda “potenziale” di beni e servizi sanitari, e quindi di spesa, continuerà a salire. Ma a fronte di un incremento della domanda assistenziale non saran-no disponibili pari risorse e questo indurrà, a sua volta, un aumento del deficit della sanità. Per questo, le risorse finanziarie utilizzate per la tutela della salute di un Paese potrebbero essere considerate più nell’ottica di investimento per il futuro che come un costo da abbattere.

LENZuOLA PuLITE IN CORSIA: TAgLIAMO ANCHE QuELLE?come SoprAvvivono le diTTe che lAvorAno per i Servizi oSpedAlieri di SAniFicAzione e STerilizzAzione

Tradizionalmente le Aziende Ospedaliere includono nei servizi no core prestazioni come igiene e sanificazione, raccolta e smaltimento rifiuti, pasti e lavanderia, per cui negli anni si è andato creando un mercato di operatori qualificati; oggi a questi servizi se ne aggiungo-no altri che in passato erano gestiti prevalentemente internamente, tra i quali quelli relativi alla sterilizzazione dello strumentario chirur-gico e dei kit procedurali.Molteplici sono infatti per l’Azienda Ospedaliera i vantaggi derivanti dall’affidamento di un servizio no core, come quello di sterilizzazio-ne, a fornitori qualificati:- ottimizzazione della spesa sanitaria e certezza dei costi;- eccellenza nella qualità del servizio offerto;- garanzia che il processo di sterilizzazione venga effettuato secondo le direttive imposte dalla normativa cogente in merito alla rintraccia-bilità dei Dispositivi Medici;- costi di periodica manutenzione impiantistica e strutturale della centrale di sterilizzazione sostenuti dalla società appaltatrice;- recupero delle risorse professionali operanti nelle centrali di steri-

lizzazione per la riallocazione in seno all’organizzazione dell’Azienda Ospedaliera. Tuttavia, dal 2012, la situazione finanziaria a livello Europeo e le conseguenti misure di spending review adottate dal Governo Italiano, che influenzano la riorganizzazione del Sistema Sanitario Nazionale, hanno comportato, tra altro, la diminuzione dei posti letto, la riorga-nizzazione dei reparti ospedalieri e una riduzione dei costi per l’acqui-sto di beni e servizi. Dunque le Società appartenenti a settori come Sanificazione del tessile e Sterilizzazione, opereranno nei prossimi periodi in un nuovo contesto di mercato che impatterà sull’andamen-to dei volumi di vendita e produttività. Solo le società e le aziende più strutturate sopravviveranno, garanten-do ancora qualità del servizio.Proprio tale processo di aziendalizzazione delle strutture sanitarie ha posto peraltro le basi per una visione evoluta del servizio sanitario erogato, ponendo massima attenzione al concetto più importante per un settore così delicato: la qualità. Ma se cresce la qualità cresce anche la spesa pubblica...?

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Se va in crisi la lavanderia industriale

e in camera operatoria?

La sterilizzazione dello stru-mentario chirurgico è il servizio a più alto valore aggiunto. Lo strumentario, una volta utiliz-zato, viene ritirato, ricondizio-nato, sottoposto a ciclo di ste-rilizzazione e riconsegnato alle sale operatorie per un nuovo utilizzo. Nel mercato delle la-vanderie industriali italiano, per il segmento relativo ai servizi di sterilizzazione di strumentario chirurgico, la domanda è costi-tuita esclusivamente da struttu-re sanitarie pubbliche. La steri-lizzazione dei tessili riguarda i kit sterili utilizzati negli inter-venti chirurgici per l’allestimen-to del campo operatorio e la ve-stizione dell’equipe. I tessili, una volta utilizzati, vengono ritirati, ricondizionati, sottoposti a ciclo di sterilizzazione e riconsegnati in kit alle sale operatorie per un nuovo utilizzo.

Vista la situazione di crisi, abbiamo deciso di ap-profondire e conoscere

uno dei settori che si può ben definire fra i servizi base: la sani-ficazione del tessile. Alle lenzuola pulite e all’igie-ne nei luoghi sanitari come ad esempio un ospedale, una casa di riposo o le terme, non si può davvero rinunciare. Abbiamo intervistato il presi-dente e amministratore delegato di SERVIZI ITALIA, Luciano Facchini.il settore lavanderie industria-li prova a “tenere” e fare massa critica di fronte alla crisi, qua-li sono secondo lei le azioni e iniziative da svolgere? come si può rendere più consapevoli i vertici dirigenziali della sanità alla irrinunciabilità del servi-zio?Nel Sistema Sanitario Nazionale, al pari dei processi di esternaliz-zazione già in atto nella Pubblica Amministrazione, l’outsourcing ha progressivamente acquisito una crescente importanza per due ragioni: da un lato il decen-tramento della gestione sanita-ria, dal livello centrale al livello regionale, dall’altro l’introduzio-ne di una visione “manageriale” nell’ambito sanitario che richia-ma essenzialmente ad un’esigen-za di ottimizzazione della spesa pubblica e sanitaria.occorre però rendere più noti e conosciuti i punti di forza come risparmio energetico e altri vantaggi del servizio sanifica-zione...Il 2 aprile 2011 la SERVIZI ITALIA ha inaugurato il nuovo sito produttivo di Genova Bol-

zaneto, il più moderno stabili-mento di lavanderia industriale non solo in Italia ma in tutta Europa, dove si concentrano i massimi livelli di tecnologia ed automazione industriale. La realizzazione del sito produt-tivo è stata concepita inoltre nel rispetto del recupero energetico e di calore dalle fonti prodotte (es. recupero vapore acque dalla condense, scambiatori di calore da vapore ed acqua calda, utiliz-zo di dispositivi a basso consu-mo) per cui le attività produttive di ricondizionamento di bian-cheria e tessili in genere avviene nel rispetto della sostenibilità ambientale e qualitativa. La società redige il Bilancio di Sostenibilità, che si inserisce dunque nel percorso di crescita del Gruppo, con l’obiettivo di co-municare e consolidare il sistema di relazioni tra Servizi Italia e i sistemi territoriali di riferimento, in termini economici, occupazio-nali, sociali e ambientali.Secondo la sua esperienza il settore in italia è all’avanguar-dia per tecnologia e know how, macchinari e applicazioni?Purtroppo le società apparte-nenti al settore del mercato delle lavanderie industriali, soffrono la crisi economica e finanziaria ed hanno poca propensione agli in-vestimenti in tecnologia. Pochi operatori come Servi-zi Italia hanno negli anni in-vestito in ammodernamenti/adeguamenti dei siti produttivi di lavanderia al fine di adegua-mento alla normativa applicabile ed innovazione tecnologica. O anche in costruzione di centrali di sterilizzazione di strumenta-

rio chirurgico, nel rispetto della normativa vigente relativa ai di-spositivi medici, nella garanzia della rintracciabilità del proces-so/prodotto mediante l’utilizzo di appositi sistemi informativi e sistemi tecnologici che permet-tono di identificare i dispositivi in modo automatico (es. UHF, datamatrix)la sua azienda come si inseri-sce in un ambito così specializ-zato?Servizi Italia è leader di mercato in Italia per tutte le linee di busi-ness erogate. I servizi di sterilizzazione dello strumentario chirurgico sono quelli a più valore aggiunto, in quanto le attività del processo richiedono personale qualificato, rigoroso rispetto della normati-va vigente relativa ai dispositivi medici, garanzia della rintraccia-bilità del processo/prodotto nella costante considerazione della responsabilità che la Società ha verso l’utilizzatore finale dei ser-vizi forniti: i pazienti.

Inchiesta Sterilizzazione

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LA SERvIZI ITALIA AI RAggI X: LA SCHEdA

Servizi italia nasce nel 1986 come so-cietà operante nel settore della proget-tazione, costruzione ed installazione di lavanderie e servizi di lavanolo. la sede è a Castellina di Soragna (Pr), quota-ta al segmento STAr del mTA di bor-sa Italiana. Servizi Italia è il principale operatore nel settore dei servizi inte-grati di noleggio, lavaggio e sterilizza-zione di materiali tessili e strumentario chirurgico per le strutture ospedaliere. con una piattaforma produttiva, tecno-logicamente all’avanguardia, articolata in stabilimenti di lavanderia, centrali di sterilizzazione biancheria, centrali di sterilizzazione di strumentario chirur-gico e numerosi guardaroba, la Società, che insieme alle società controllate ita-liane ed estere formano il Gruppo Ser-vizi italia, si rivolge principalmente alle aziende sanitarie pubbliche e private del centro/nord italia e dello Stato di S paolo in brasile, con un’offerta ampia e diversificata.le linee di sviluppo strategico del Gruppo consistono in quattro punti fondamentali: Consolidamento della leadership in italia attraverso l’aggiu-dicazione di gare d’appalto e cross-selling e acquisizione di nuove società target. Sviluppo delle attività all’estero e crescita dimensionale in brasile. ot-timizzazione gestionale attraverso la riduzione costi e ricerca di efficienze produttive e sinergie. Sviluppo e focus su servizi ad alto valore aggiunto.

COSA FA SERVIZI ITALIAIl modello di Business di Servizi Italia si articola in tre business units:- Servizi di STERILIZZAZIONE STRUMENTARIO CHIRURGICO- Servizi di STERILIZZAZIONE BIANCHERIA- Servizi di LAVANOLOIl servizio di lavanolo è l’attività storica di core business di Servizi Italia. Gli articoli tessili e di materasseria noleggiati al cliente, dopo l’utilizzo presso i presidi ospedalieri, vengono ritirati e ricondizionati (lavaggio, essiccazione, stiratura, piegatura) nelle lavan-derie industriali della società e di seguito riconsegnati per un nuovo utilizzo.FATTORI DI ECCELLENZA DEL GRUPPO- Radicata presenza sul territorio e posizione strategica rispetto agli enti ospedalieri clienti, a vantaggio della necessaria rapidità e continuità di erogazione dei servizi;- Mercato con forti potenzialità di crescita (sterilizzazione biancheria e strumentario);- Durata pluriennale dei contratti (durata media 4 anni per il lavanolo e sterilizzazione biancheria, 6 anni per sterilizzazione stru-mentario chirurgico, fino a 25-30 anni nei casi di project financing) con alto tasso di rinnovo e ampia visibilità anche sulla pianifi-cazione delle attività, inclusi gli investimenti necessari per massimizzare la produzione;- Forte attenzione alla sicurezza e alla sostenibilità ambientale.

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“FAcciAmo

le coSe che

Servono Al

MoMento GIUSto”

il commenTo

del direTTore

FrAnco bUSco

Se il personale scarseggia e la crisi incombe, anche nella Sanità, la velocità

nell’avere i risultati delle analisi di laboratorio però non può ve-nire meno. Così, ecco il nuovo importan-te investimento dell’Inrca per i cittadini. Nella struttura dell’ospedale geriatrico di Ancona, è stata inaugurata nei giorni scorsi la nuovissima piattaforma ana-litica per esami di Biochimica Clinica.In un contesto di evoluzione organizzativa i Servizi comples-si come il Laboratorio Analisi hanno l’esigenza di riesaminare periodicamente i propri proces-

si operativi attraverso strumenti metodologici come l’analisi dei flussi di lavoro. E’ ciò che è stato fatto prima di impostare la gara di service che ha poi portato all’acquisizione di questa nuova strumentazione proposta dalla ditta Roche.Alla simbolica inaugurazione voluta dalla Direzione del La-boratorio nella persona del dott. Franco Busco, per condividere il bel momento insieme ai rap-presentanti della Ditta Roche, il taglio del nastro è toccato al Direttore scientifico dott.ssa Fabrizia Lattanzio, insieme ad alcuni Direttori di U.O. al Re-sponsabile dell’Area Gestione Tecnica, Ing. Teobaldo Servilio

e ai suoi collaboratori.Il laboratorio di Analisi Chimi-co Cliniche e Molecolari dell’I-stituto INRCA è impegnato da anni nel migliorare la qualità delle proprie prestazioni. Nonostante i “tagli” continui prodotti a tutti i livelli, il Servi-zio ha cercato di riorganizzarsi per offrire ai pazienti prestazio-ni di elevata qualità. La popolazione che afferisce al Centro Prelievi è prevalen-temente anziana e il personale infermieristico coordinato dalla dott.ssa Giordana Profili espri-me professionalità e cortesia nei confronti dei pazienti, rara a trovarsi.I pazienti, quelli più “abituali”,

L’informatica velocizza le analisi... e l’Inrca spinge l’acceleratore!

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LA PIATTAFORMA ANALITICA Ad ELEvATA AuTOMAZIONE la nuova strumentazione – spiega il direttore del la-boratorio Analisi chimico cliniche e molecolari, dott. Franco busco - rappresenta un sistema di automazio-ne integrato sia della fase preanalitica (check-in dei campioni, centrifugazione, stappatura e aliquotazione di tutti i campioni) che di quella analitica costituita da Strumenti cobas 6000 progettati appositamente per i volumi e la tipologia delle prestazioni che afferiscono al laboratorio Analisi dell’inrcA. la gestione auto-matizzata della fase preanalitica e il consolidamento dell’area “siero” ha consentito di sopperire alla con-tinua riduzione di personale a seguito della Spending review, di migliorare la sicurezza e la standardizza-zione del processo analitico, con riduzione anche del tempo di risposta dei referti.

pur nel rispetto della privacy vengono chiamati “affettuosa-mente” per nome evocando mo-menti passati dove la persona veniva trattata con un po’ più di umanità e non, come si usa dire oggi, come “cliente”.“Il cambiamento più impor-tante in Laboratorio – afferma il direttore Busco - è avvenuto nel 2010 con l’introduzione del nuovo Sistema Informati-co (LIS) e informatizzazione di tutti i reparti con possibilità di disporre dei referti in tempo reale. I Medici dell’Ospedale oggi possono visionare i risultati dia-gnostici di qualsiasi paziente, anche di altro reparto, evitando quindi la ripetizione di test già eseguiti. Sempre nell’obiettivo di migliorare l’appropriatez-za delle richieste da parte dei medici prescrittori, vengono ef-

fettuati incontri periodici con i Clinici dell’ Ospedale per discu-tere sulle novità nella Diagno-stica di Laboratorio e condivi-dere insieme profili e protocolli per fare le cose che servono al momento giusto”.Il Servizio offre poi ai pazienti che afferiscono al Centro Pre-lievi la possibilità di richiedere l’invio dei Referti o tramite le Poste Italiane o meglio ancora tramite Internet.Inoltre il Centro Prelievi è dota-to di un sistema di prelievo che di fatto elimina errori nella fase di accettazione quando ven-gono prodotte le etichette con codice a barre: in pratica tutto viene fatto automaticamente da uno strumento che “produce” una scatoletta personalizzata con scritto nome e cognome del Paziente, contenente le pro-vette già pronte e etichettate!!

il taglio del nastro del laboratorio inrca con il direttore busco e la direttrice scientifica lattanzio, all’ ospedale Geriatrico di Ancona

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Applausi, emozioni e soddisfazione ad Ancona per l’incontro conclusivo del progetto “Ri-Generiamoci”, progetto

di educazione alla solidarietà tra le generazioni incentrato sulle cure in età anziana. L’iniziativa vede l’INRCA come promotore e coordinatore, tramite il team di ricerca composto da Valentina Tombolesi, Sara Santini e Giovanni Lamura, del “Centro Studi e Ricerche Economico-Sociali per l’Invecchiamento” dell’istituto. Tra i soggetti coinvolti spiccano l’AVULSS, l’AUSER, la Residenza Protetta e Centro Diurno per anziani non autosufficienti “L. Benincasa”, e la classe IIIA della Scuola Media “G. Leopardi” dell’I-stituto Comprensivo “Novelli Natalucci” di Ancona. Fra gli obiettivi del progetto, promuovere la conoscenza e la solidarietà tra le generazioni, stimolando una visione della vecchiaia non come età della sola non autosufficienza, ma anche di una fase in cui è possibile essere attivi, ad esempio come volontari. Lo scorso settembre, i ragazzi della Scuola Media Leopardi avevano sottolineato alcuni aspetti problematici nella relazione tra giovani ed anziani: mentalità diverse, mancanza di lavo-ro per i giovani. Grazie a Ri-Generiamoci essi hanno cambiato la loro opinione sugli anziani e hanno trovato dei punti di contatto per instau-rare una relazione di amicizia e aiuto reciproco. Ecco uno dei commenti di un giovane: “Ho una visione più ampia degli anziani, ragiono di più sulla loro situazione e cerco di offrire loro il mio appoggio”.

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nonno, voglio conoScerti meglio

SUcceSSo deL ProGetto

inrcA “rI-GenerIaMoCI”

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L’Inrca ha celebrato, con il V Congresso dedicato a Incontri tematici in Riabilitazione, la memoria del dott Pasquale Pace, primario scomparso cinque anni fa.

Una figura che ancor oggi tutti ricordano e a cui l’Inrca ha inteso dedicare proprio questo quinto appuntamento. Su una disciplina tanto cara al dott. Pace, la riabilitazione appunto. Toccante l’apertura da parte della moglie di Pace, la quale ha ringra-ziato l’Inrca ed in particolare l’attuale direttore dell’Unità di Riabil-tazione Oriano Mercante che ha avuto questa idea. Nicola Pace, il fratello, nonché Direttore dell’Unità di Ortopedia dell’Ospedale di Jesi ha sottolineato sia l’aspetto umano che quello professionale di quest’uomo che tanto ha dato a questa disciplina. Numerosi i temi intorno ai quali sono gravitati gli interventi e tante le parole chiave: lungodegenza post-acuzie, percorsi riabilitativi e soprattutto: migliore qualità della vita dell’anziano. Il congresso ha visto come co-protagonisti, accanto all’Inrca, l’Istitu-to Santo Stefano di Porto Potenza Picena (Grupo Kos) e la Simfer (Società Italiana di Medicina Fisioterapica e Riabilitativa). ad aprire i lavori: giorgio caraffa, direttore Sanitario asur mar-che, claudio maffei direttore Sanitario inrca, mario ferraresi, presidente gruppo Santo Stefano, vincenzo maria Saraceni, presidente Simfer, fabrizia lattanzio, direttore Scientifico inrca. In questa “duegiorni” l’obiettivo è stato quello di aprire una riflessio-ne multidisciplinare sulla gestione della persona anziana con proble-mi cronici legati alla deambulazione, sulle politiche di tutela della popolazione che invecchia, sia in ambito domiciliare che residenziale. Il congresso era suddiviso in più sessioni, quali l’analisi dei livelli di standard assistenziali nella Regione marche, le sindromi cliniche, che prendono in considerazione malattie cosiddette età-correlate e

l’importanza della prevenzione delle cadute nell’anziano.Questi e tanti altri gli argomenti affrontati, da specialisti del mondo sanitario-riabilitativo in una due giorni di utile e aperto confrono. Il congresso, rivolto a tutte le professioni sanitarie, nello splendido scenario di Portonovo, si è concluso 25 maggio con altri interventi su problematiche sempre collegate agli aspetti riabilitativi quali: il Par-kinson, la nutrizione e in generale tutte le malattie neurovegetative.

SuCCESSO dEL CONgRESSOSuLLA RIABILITAZIONEdedicato a pasquale pace

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inTerviSTA

Al preSidenTe

FederFArmA

mArche,

pASqUAle

d’aVeLLa:

L’IMPeGno,

lA criSi,

IL MeSSaGGIo

SanItà chi ascolta la voce dei cittadini?

Pasquale d’AvellaPresidente Federfarma Marche

Farmacia anticrisi

Con il presidente di Fe-derfarma Marche, Pa-squale d’Avella, affron-

tiamo la delicata situazione della sanità in una regione, le Marche, che fino a ieri costituiva un mo-dello virtuoso in Italia. Ma oggi la crisi si fa sentire anche qui e anche sulle farma-cie che hanno iniziato ad usci-re allo scoperto come categoria, lanciando sempre più chiari messaggi di presenza, volontà di partecipazione, rivendicazione di un ruolo tanto delicato quan-to insostituibile. presidente, i farmacisti come

affrontano la crisi attuale?“Non siamo meno esposti di al-tre categorie. Nelle Marche il ‘modello’ so-ciosanitario segna il passo, nel momento critico generale, stret-to nella morsa della spending rewiew. Malgrado i tagli e le restrizioni di ogni genere e a fronte della necessità di garantire il servi-zio farmaceutico ai cittadini, le farmacie marchigiane stanno subendo una forte pressione. Pensiamo ad esempio ai turni festivi e notturni; un costo eleva-to affrontato dalle circa duecen-

to farmacie che settimanalmente rimangono aperte per soddisfare le richieste di salute dei cittadini marchigiani”.Un servizio prezioso che ha sempre più credito, visto che le farmacie sono un presidio, come dire, completo …“Prima di parlare del ruolo sul territorio, oggi sottovalutato quando non dimenticato, occor-re sottolineare come per legge la farmacia è abilitata a svolge-re servizi base come le analisi di prima istanza, il controllo della pressione, l’elettrocardio-gramma; in alcune regioni, per

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SanItà chi ascolta la voce dei cittadini?

esempio in Toscana e in Um-bria, effettua anche le prenota-zioni come terminale del CUP (Centro Unico di Prenotazione), contribuendo così in modo ve-ramente rilevante alla riduzione delle liste d’attesa. Esistono poi progetti per ospita-re in farmacia lo psicologo o altri specialisti, come il fisioterapista, il nutrizionista o il dietologo. Questo dà la possibilità di dia-gnosticare precocemente il diabete e altre sindromi me-taboliche che predispongono all’infarto, prima causa di deces-so in Italia. Inoltre, la farmacia potrebbe

fare per conto della Regione e in convenzione con essa molte attività di screening semplici e fattibili, come ad esempio quello per la prevenzione del tumore al colon retto. Invece, l’Asur taglia il numero pro capite dei panno-loni per incontinenza, e lo passa da 120 a 60, senza neanche in-terpellarci.e il progetto marche?“Siamo avanti su questo: ab-biamo firmato l’accordo con la Regione sulla ‘distribuzione per conto’ dei farmaci compresi nel PHT (cioè l’elenco dei farmaci per la continuità assistenziale ospedale/territorio).

Non è certo stato un accordo vantaggioso per le farmacie, ma almeno è ripartita la contratta-zione.”Federfarma, incontrando prima delle ultime elezioni politiche i nostri candidati marchigiani, aveva lanciato un forte appello. Quali le vostre richieste?“Anzitutto abbiamo chiesto una nuova stagione di concertazione: i nostri parlamentari dovrebbero ascoltare la voce dei reali bisogni sanitari dei cittadini; quella che viene recepita e trasmessa dal farmacista fortemente coinvolto nel sistema sanitario locale e a quotidiano contatto con la po-

polazione. Politici e amministratori dovreb-bero coinvolgerci nei processi di riforma e nei piani sociosanitari e riconoscere il ruolo fondamen-tale che svolge la farmacia rurale. Che deve essere messa in condi-zioni di operare in modo efficace e economicamente sostenibile. Con gli accorpamenti di uffici e servizi comunali, ormai sem-pre più la farmacia rappresenta lo Stato, la Regione, il Sistema Sanitario costituendo un presi-dio pubblico di prima istanza, in tutti i paesi e le piccole città dell’entroterra.

luca guazzati

lA FArmAciA

come preSidio

pUbblico

SUl TerriTorio,

rUolo prezioSo

che vA SoSTenUTo

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ATENEO gIOIELLO, nel cuore di San Marino

Se piccolo è bello, qui è anche tranquillo, efficiente, relazionale. e gli sbocchi professionali sono tangibili. ecco il segreto della formazione universitaria.

Cultura università

Un’ “azzurra vision”, un “paese azzurrino” in un contesto di monti, selva,

castelli. È la visione affettuosa di San Marino che il poeta ro-magnolo Pascoli restituisce, in due celebri versi. Terra da sem-pre vocata alla pace e alla libertà, fatta di roccia e verde, la piccola Repubblica dal 1985 ha scel-to di legare il suo nome ad una nuova sfida di cultura e forma-zione: un’Università al passo con i tempi ma con il sapore antico di un sapere che nasce più nel-la quiete e tranquillità che nella frenesia del mondo moderno, in un contesto familiare e di picco-lo centro, seppur a breve distanza da luoghi di grandi movimenti,

come la riviera romagnola.Di più, c’è forse qui il seme di una svolta necessaria: un’Uni-versità costruita intorno agli studenti e non il contrario, un rapporto docenti-studenti non ingessato ed una didattica meno statica e meno sganciata dal re-ale. Insomma, un luogo di con-fronto e riflessione piuttosto che una catena di montaggio delle menti, in cui l’incontro con il mondo del lavoro avviene molto presto e l’effettiva possibilità di un impiego è alta. La stranezza la sentiamo al pri-mo respiro: dov’è la babilonia di file brulicanti tipica di alcuni luoghi del sapere? Nulla di ciò, entrando nel cuore di pietra di

un centro storico afono di moto-ri, la parte alta del Monte Titano, che ospita case medievali, angoli suggestivi, balconi fioriti.Ciononostante lì la vita pulsa di studenti, professionisti, studio-si, ricercatori, grandi nomi della cultura arrivati a dare, proprio negli ultimi tre decenni, il loro apporto a questo angolo di sape-re in divenire costante, ibrido di storia e modernità, che è l’Uni-versità degli Studi della Repub-blica di San Marino. Non è un caso che abbia sede nell’Antico Monastero di Santa Chiara, de-gli inizi del XVII secolo. L’affascinante struttura è il cuore suggestivo di un piccolo cam-pus universitario in cui lo stretto rapporto studenti-docenti è la prima “stranezza” che balza agli occhi, un rapporto che li vede in-terloquire, fianco a fianco, in una sinergia proficua. La stessa strut-tura sembra dettare l’approccio: concentrazione, rispetto, premi-nenza del rapporto umano come autentico valore dell’insegna-mento e della ricerca, all’interno di una comunità universitaria unita quanto variegata nella pro-venienza, da diverse parti dell’I-talia e dell’Europa.Chi la frequenta ci racconta di una sorta di grande famiglia, in cui l’Università, aperta da matti-na a sera, diventa punto di rife-rimento anche per alcune sem-plici problematiche quotidiane. Nelle aule, 60/70 studenti, men-tre passeggiando all’interno del

monastero si notano le cellette a disposizione per lo studio ed il consulto con i tutors, che seguo-no da vicino gli studenti. E poi biblioteche, laboratori ed una se-rie di servizi informatici a dispo-sizione tutti i giorni e veramente fruibili. Aspetto non da poco perché la formazione sia reale. Non mancano le attività ricreati-ve sportive e musicali: gli studen-ti dell’Università di San Marino, tanto per fare un esempio, hanno partecipato di recente ai campio-nati internazionali universitari a squadre a Vienna e a Budapest.L’essere a misura di studente di questi luoghi è confermato dal-le diverse agevolazioni e sconti a disposizione degli universitari nei trasporti, e presso negozi e ristoranti.Ma c’è ancora di più e lo si legge nelle esperienze post-universi-tarie dei laureati, come in eventi quali il Salone del Mobile o la Biennale di Venezia, dove l’Uni-versità porta i frutti dell’impegno dei ragazzi: l’obiettivo saliente sembra voler offrire una conti-nuità tra formazione e lavoro, uno stretto rapporto con il tes-suto imprenditoriale dei territo-ri circostanti come del contesto italiano, e di quello europeo e mondiale. Un asset preminente per l’Ateneo di San Marino.Gli stage formativi hanno infatti portato già a diverse assunzioni di laureati dal Titano; si cerca di promuovere i progetti degli studenti presso riviste, eventi di

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settore, e con open day mirati; mentre alcuni laureati in Design lavorano già a Londra e a Mila-no in studi importanti. La stessa scelta dell’offerta formativa ri-guarda corsi di laurea che per-mettono un buon assorbimento da parte del mercato del lavoro, come Ingegneria Civile, Disegno Industriale, Ingegneria Gestio-nale. Quest’ultimo attivato pro-prio di recente sulla scorta dei dati Istat che la pongono tra le lauree con la percentuale più alta di occupati in tutto il panorama universitario.Possibilità significative, di questi tempi, che si aggiungono a ma-ster in linea con i temi più at-tuali e futuribili, come Medicina Geriatrica, Medicina Estetica, Chirurgia Estetica, Sicurezza e qualità dell’alimentazione in età evolutiva, Disturbi Specifici dell’Apprendimento, Strategia e Pianificazione delle Orga-nizzazioni, degli Eventi e degli Impianti Sportivi, Criminologia e Psichiatria forense, Comuni-cazione, Management e Nuovi Media.

maria chiara la rovere

La rICetta: SInerGIa STUdenTi-docenTi e concreTo

InGreSSo neL Mondo deL LaVoro, Per InGeGnerI e deSIGner

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Nicola ZingarettiPresidente Regione Lazio

LE PAROLE

d’ORdINE

dEvONO ESSERE:

EFFICIENZA,

TRASPARENZA

MERITO E QuALITà

presidente, la prima domanda è dove-rosa: come ci si sente nei panni del commissario in una situazione mol-

to grave per la sanità? ritiene che nel suo mandato potrà finire l’emergenza drammatica del commissaria-mento e potrà tornare a una delega normale per la Sanità?Che la situazione della sanità laziale fosse difficile lo sapevo, perché abbiamo studia-to bene i documenti ufficiali e, soprattutto, perché già prima del voto ho avuto modo di parlare con i principali attori del sistema sa-nitario regionale. Quindi ho preso l’incarico commissariale con la consapevolezza delle difficoltà, ma anche con le idee chiare sul da farsi: in primo luogo, siamo intervenuti sulla governance, creando un’unica direzione per la sanità e avviando il processo di internalizzazione dell’Asp, che garantirà 6mln di risparmio l’anno e darà al Lazio un sistema potenziato di valutazione e controllo della salute. Abbiamo quindi introdotto nuovi criteri per la nomina dei direttori, eliminando il rischio di ingerenze della politica, e fissato parametri di valutazione dell’attività svolta dai direttori generali delle aziende ospedaliere. E poi, con il decreto che contiene le linee guida per gli atti aziendali, firmato a giugno, abbiamo avviato una grande riforma delle strutture della sanità. Queste sono le premesse per ristrutturare dalle fondamenta il sistema della salute del Lazio e, quindi, per portarlo fuori dalla sta-gione commissariale.più tecnicamente: quanto è difficile tagliare in un settore come la sanità, dove ogni ramo secco, che pure c’è, rappresenta però servi-

zi che riguardano la salute dei cittadini, la materia più delicata e personale?Non amo il verbo tagliare, perché dà un’idea distorta di quello che è necessario fare per ri-mettere in piedi il sistema sanitario del Lazio. Le parole d’ordine devono essere invece effi-cienza, trasparenza, merito, qualità. La buona amministrazione produce risparmi. Per la prima volta, nel Lazio sono stati intro-dotti standard di cura per le strutture sanita-rie: erogheremo risorse in base all’efficienza degli interventi, facendo risparmiare l’ammi-nistrazione e dando cure migliori ai cittadini. Nel frattempo, abbiamo cominciato a ridise-gnare la rete della salute nel Lazio, a parti-re dall’organizzazione delle strutture e degli ospedali. Con il decreto di giugno ridisegnia-mo in maniera radicale la strutturazione delle 12 Asl regionali e di tutte le aziende ospe-daliere. Dal 2014, il numero dei Distretti passerà da-gli attuali 55 a 48; i Direttori generali potran-no stipulare accordi finalizzati a razionalizza-re le risorse; interverremo inoltre sulle unità operative di Asl e ospedali. Il criterio che stiamo cercando di introdurre è quello dell’eliminazione di ogni fattore di spreco o di burocrazia, favorendo invece la comunicazione, le forme di collaborazione interistituzionale e la programmazione con-divisa.nonostante l’ultimo pesante decreto che ha eliminato molte sovrastrutture complesse, i posti di lavoro sono stati salvati: qual è la strategia di questa “cura dimagrante”?La strategia è quella di premiare il merito, la competenza e la qualità. Perché nel Lazio ce n’è moltissima, ma fatica a emergere.

zInGarettI: “voglio ridare dignità ad un’istituzione mortificata da sprechi e dal malaffare!”

L’ente pubblico informa

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Il discorso che ho fatto agli attori della sanità è molto chiaro: dobbiamo portare a compi-mento un cambiamento non è più rinviabile. E lo dobbiamo fare insieme. Per questo stiamo convocando tutte le rap-presentanze: dobbiamo confrontarci sulla ri-organizzazione della rete ospedaliera e sulla costruzione delle cure di prossimità. E dobbiamo riscrivere insieme il sistema di regole e della sanità laziale. L’obiettivo è quello di arrivare, entro sei mesi, a una legge quadro che dia al Lazio un nuovo modello di sanità. È necessario andare avanti con determina-zione, perché il sistema non può più tollerare forme di spreco o disorganizzazione. In questi giorni ho anche fatto alcuni esempi. Non possiamo accettare che negli ultimi cin-que anni siano stati tagliati oltre 5000 posti letto, soppressi decine di reparti, chiusi e depotenziati decine di ospedali, ma che nel frattempo la struttura dirigenziale sia rimasta praticamente identica. Oggi abbiamo casi limite di ospedali con 17 posti letto e 16 primari, cioè praticamente un primario per posto letto. Capisco i timori e le resistenze al cambia-mento, ma non possiamo permetterci di fer-marci.chiederà aiuto a livelli istituzionali supe-riori (statali, europei) o la regione può au-torisollevarsi dal deficit in cui si trova?Il compito di riportare a una gestione corret-ta le risorse destinate alla sanità, e quindi eli-

minare il disavanzo che storicamente si crea in campo sanitario, spetta alla Regione. Ma è un percorso che non va affrontato in solitudine: dobbiamo essere in grado di in-staurare un dialogo leale e proficuo con il Governo, con il Mef, con la Corte dei Conti, con le strutture sanitarie. Un forte dialogo interistituzionale è una del-le innovazioni che stiamo portando e una delle chiavi che ci aiuterà a uscire dal guado. In questo senso, alcuni passi già li abbiamo fatti. Uno dei primi successi della nuova am-ministrazione è stato lo sblocco da parte del Governo di 540mln di euro per la sanità del Lazio, come riconoscimento della bontà del percorso di risanamento avviato. Ora occorre andare avanti, in un’ottica di condivisione su scelte fondamentali per la vita di milioni di persone.lei gode di stima e fiducia da un vasto elet-torato, che si riconosce nei modi schietti e pratici di governo adottati: cosa si sente di dire al cittadino visto questo primo perio-do da governatore e anche oltre la materia sanitaria?Uno dei grandi obiettivi che mi sono dato quando ho scelto di dedicarmi alla Regione Lazio è quello di ridare dignità a un’istitu-zione mortificata dagli sprechi, dalla malage-stione e, in alcuni casi che abbiamo letto tutti, anche dal malaffare. Ai cittadini dico quindi che mi impegno per fare in mondo che possano tornare a fidarsi di questa importantissima amministrazione.

Caro presidente...

Molti cittadini ritengono che stante la crisi e con i tagli effettuati, anche i ti-cket in sanità dovrebbero essere tolti o diminuiti: il ministro Lorenzin ha fatto promesse in proposito, Lei che ne pensa?Sul tema ticket è in atto una grande e utile discussione a livello nazionale. Con la consapevolezza, però, che qualsiasi decisione non può prescindere dal reperi-mento delle risorse necessa-rie a garantire ai cittadini servizi e i livelli essenziali di assistenza. Quello che posso dire è che questo argomento fa parte di un discorso più generale sul-le forme di tassazione diret-te o indirette che, negli anni, sono state introdotte per fi-nanziare i servizi: spesso a scapito dei cittadini e delle amministrazioni locali, ri-spetto all’amministrazione centrale. e, spesso, mi permetto di dirlo portando avanti una politica di riduzione fiscale demagogica che ha promes-so ai cittadini il taglio delle tasse e, non solo non lo ha realizzato, ma ha aumenta-to altre forme di tassazione, come, appunto, i ticket ospe-dalieri.

Lei presidente fuma? Che ne pensa della sigaretta elettronica?non fumo, e, visto che par-liamo di salute, sconsiglio vivamente a tutti di farlo, in qualsiasi forma.

In mezzo alla gente per ascoltare necessita’ e problemi

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Almerino Mezzolani, assessore alla SaluteRegione Marche

MEZZOLANI:

“RAFFORZIAMO

LA RETE CON uNA

PRESENZA AdE-

guATA dI MEZZI

E PERSONALE”

Il servizio va ricalibrato sul territorio re-gionale in modo da garantire una pre-senza capillare dei mezzi di soccorso del

118, senza costi aggiuntivi rispetto al budget assegnato. La giunta regionale ha approvato la delibera che autorizza l’Asur a individuare numero, tipologia, dislocazione e disponibili-tà orarie delle Potes (ambulanze del 118 con medico a bordo), a seguito del parere espresso dalla V Commissione assembleare nei giorni scorsi.“Il processo di riforma della rete ospedalie-re richiede il potenziamento del servizio di urgenza ed emergenza territoriale in modo da assicurare che ogni comunità sia tutelata – afferma l’assessore alla Salute, Almerino Mezzolani – Superare la frammentazione dei piccoli ospedali e la loro riconversione in

strutture sociosanitarie rappresenta una ne-cessità imposta dai stringenti vincoli di bilan-cio e dall’evoluzione della domanda di servizi che richiede una diversa offerta sanitaria ter-ritoriale. Il primo passo è quello del rafforza-mento della rete dell’emergenza, in modo da assicurare un’adeguata presenza di mezzi e di personale nell’arco della giornata”.L’Asur provvederà alla collocazione delle Potes previste (in numero maggiore rispetto alle indicazioni nazionali) sulla base dei para-metri di popolazione e superficie territoriale, senza tralasciare la dislocazione esistente dei mezzi di soccorso con infermieri a bordo e di quelli gestiti dal volontariato. Tutti insieme garantiranno la sicurezza e la funzionalità del servizio di emergenza e ur-genza.

Emergenza sanitaria Marche, parte la riorganizzazione

marcHe prima regione italiana

Sui trapianti i dati parlano chiaro: il 35,4 per milioni di popolazione di donatori utilizzati, fanno delle Marche la prima Regione italiana; 485 le cornee prelevate e 107 membrane amniotiche, numeri che pongono la Banca degli occhi di Fabriano ai vertici nazionali; gli 81 trapianti (fegato e rene) permettono di raggiungere la nona posizione tra i maggiori Centri italiani. A fine 2012, dopo sette anni e sei mesi di attività di trapianto, sono stati realizzati 541 trapianti. E’ alta, inoltre, la capacità di attrattiva del Centro Trapianti dell’Azienda Ospeda-liero universitaria ospedali Riuniti Ancona: dei 164 pazienti in lista di attesa rene, su 86 marchigiani 78 vengono da fuori regione, mentre per il fegato su 22 soggetti in lista di attesa 12 sono di fuori.

L’ente pubblico informa

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LEgA dEL FILO d’ORO dI OSIMO, uNA PdL PER LA “PARTICOLARE SPECIFICITà”.

Sviluppo e potenziamento dell’attivi-tà di prelievo e trapianto di organi e tessuti: lo prevede la Giunta regionale Marche che ha stanziato 290.000 euro per l’attuazione dei progetti a valenza regionale per il 2013. “L’implementazione del settore ha dato nel corso degli ultimi anni risulta-ti molto importanti – ha detto l’asses-sore alla Sanità, Almerino Mezzolani – esiti ottimi, sia per quanto attiene alla donazione che per l’aspetto tra-piantologico vero e proprio, che hanno

elevato la Regione Marche tra le prime a livello nazionale e qualificato il setto-re come eccellenza sanitaria”. “Visti i risultati davvero eccezionali – rimarca Mezzolani – abbiamo rite-nuto giusto confermare e consolidare i progetti già individuati e attuati nel 2012. Particolare attenzione verrà an-cora riservata all’attività di formazione per continuare a far crescere il settore in un’ottica di coinvolgimento dei vari Reparti, Divisioni e settori collegati”. Sono tre i progetti presentati dal Co-ordinatore regionale: ‘Formazione e informazione sulla donazione di or-gani e tessuti’, ‘Potenziamento attività di prelievo di organi, cornee e tessuti ossei’, e il progetto per ‘Coordinatori delle Marche’.

saniTa’, PoTenZiaTa L’aTTiviTà di Pre-Lievo e TraPianTo di organi e TessuTi

Mezzolani: “Attestazione che age-vola l’utilizzo dei contributi sta-tali e Ue”

“La Regione riconosce la particolare specifi-cità dell’attività multidisciplinare svolta dalla Lega del Filo d’Oro di Osimo, organizzazio-ne non lucrativa di utilità sociale, quale punto insostituibile per l’assistenza, l’educazione, la riabilitazione, il recupero e il reinserimento delle persone sordocieche e dei pluriminorati psicosensoriali”. È il solo articolo della proposta di legge del-la Giunta regionale, trasmessa all’Assemblea legislativa, per conferire il riconoscimento all’Associazione e consentirle l’utilizzo dei contributi dello Stato e dell’Unione europea a favore delle attività svolte. “Un’attestazione doverosa che sottolinea il grande lavoro compiuto negli anni da que-sta eccellenza sociosanitaria marchigiana, a beneficio di numerosi utenti e di numerose famiglie di tutta Italia – commenta l’asses-sore alla Salute, Almerino Mezzolani – Una struttura all’avanguardia, in grado di offrire servizi sanitari, diagnostici, educativi e riabi-litativi di elevata qualità. Quella di Osimo dispone di un centro di ri-cerca a supporto di tutte le sedi della Lega presenti sul territorio nazionale e di un cen-

tro documentazione che rappresenta un rife-rimento importante, a livello nazionale, per le disabilità gravi. Nella sede di Osimo, inoltre, vengono gesti-te anche due scuole paritarie: una materna e una elementare, a testimonianza dell’impe-gno a favore dei non vedenti privi di udito e dei pluriminorati psicosensoriali. Professionalità che la Regione riconosce e sostiene attraverso questa proposta di legge, con l’obiettivo di agevolare, alla Lega, l’utiliz-zo dei fondi statali ed europei disponibili per le attività multidisciplinari svolte”. Il primo Centro di riabilitazione della Lega del Filo d’Oro è sorto a Osimo nel 1967. Nel 2000 il Centro residenziale di Osimo è stata accreditata dalla Regione Marche e può ospitare utenti provenienti da tutte le regioni italiane. Equipe specialistiche assicurano interventi riabilitativi anche nella fascia d’età tra i 0 e i 4 anni per rendere maggiormente funzio-nali i residui sensoriali nella fase più precoce possibile. Nel 2011 il Centro residenziale di Osimo ha ospitato 296 utenti, per un totale di 16.556 giornate effettive per ricoveri a tempo pieno, 3.519 giornate a degenza diurna e 1.450 ore per trattamenti ambulatoriali e domiciliari.

MezzolAni: “viSti i RiSultAti

dAvveRo eCCezionAli ABBiAMo Ritenuto GiuSto

ConFeRMARe e ConSolidARe i pRoGetti

AvviAti nel 2012”

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IL PIEdE dIABETICOUlcera del piede diabetico: la cura

Un’UlcerA nel piede

diAbeTico è UnA

condizione minAccioSA

Per L’Intera GaMba,

perTAnTo non vA

SoTTovAlUTATA mA

cUrATA con ATTenzione

AvvAlendoSi dei

ConSIGLI deL ProPrIo

dIabetoLoGo.

La cura di un’ulcera plantare prevede che sia curata l’ulce-ra ed eliminata la causa: l’iperpressione.Il primo passo sarà quindi il cosiddetto debridement

dell’ulcera che consiste nell’eliminare tutti i tessuti non vitali fino ad arrivare a tessuti ben sanguinanti.Spesso questo intervento è mal accettato dal paziente perchè non ne comprende le reali motivazioni.L’ipercheratosi, infatti, può mostrare solo una piccola ulcera-zione, nascondendo un’ulcera sottostante di dimensioni molto più vaste che verrà evidenziata solo attraverso l’operazione di debridement.Questa manovra è tuttavia indispensabile: l’ipercheratosi non è un tessuto vitale capace di rigenerare cellule viventi e tende, anzi, a soffocare il tessuto vitale sottostante.Se non si elimina l’ipercheratosi non si avrà mai guarigione dell’ulcera.Il debridement è però solo il primo passo nella cura dell’ulcera plantare, è fondamentale eliminarne la causa: l’iperpressione.Anche se abbiamo fatto un bellissimo debridement e una corretta medicazione, ma rimettiamo il piede in una scarpa qualsiasi, non avremo eliminato l’iperpressione che continuerà ad offendere l’ulcera plantare.Un passo indispensabile sarà quindi lo scarico del piede.

Il riposo a letto o l’uso della carrozzella sono difficilmente compatibili con il lungo tempo necessario a guarire l’ulcera: basti pensare alla necessità di alzarsi di notte e prendere la carrozzella per andare in bagno. La terapia ottimale, in termini medici di gold standard, è un apparecchio che scarica completamente il piede pur permet-tendo una relativa mobilità.È stato merito della scuola Italiana aver individuato i primi materiali a rigidità modulabile in grado di adeguarsi entro certi limiti alle normali variazioni della circonferenza del piede e della gamba. L’uso di questi apparecchi consente una guarigione dell’ulcera plantare in percentuale molto elevata e in tempi relativamente brevi. Nei soggetti in cui è controindicato l’uso dell’apparec-chio di scarico (vene varicose, instabilità posturale, ulcera o amputazione pregressa dell’altro piede, cecità) può essere usata una scarpa preformata con un plantare adeguatamente scavato in corrispondenza dell’ulcera. Deve essere chiaro, comunque, che sia con l’uno che con l’altro la deambulazione deve essere limitata il più possibile.Si parla di piede diabetico quando la neuropatia diabetica e/o l’arteriopatia degli arti inferiori compromettono la funzione o la struttura del piede.

Medicina il piede

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Centro Ortopedico Marchigiano

Via Flaminia 309/310 Torrette di Ancona (AN)

Tel.071/2181277 [email protected]

Centro Ausili Via Dell’Industria n.2

Falconara Marittima (AN) Tel.071/2181277 [email protected]

NewGedam Via Pergolesi n.44

Potenza Picena (MC) [email protected] www.neriteam.it

www.plantaresensomotorio.itIl piede neuropatico e il piede ischemico sono però profon-damente diversi tra loro.Tuttavia nella gran parte dei soggetti, soprattutto di età avanzata, coesiste sia la neuropatia che la vasculopa-tia, e si parla quindi di piede neuroischemico.Una complicazione grave di un piede diabetico con un’ul-cera aperta è l’infezione, che è spesso la vera causa che porta all’amputazione.I progressi nella cura del diabete hanno portato ad un allungamento delle aspetta-tive di vita dei diabetici ma, i problemi principali oggi, sono quelli legati alle com-plicanze croniche del diabete, sia microangiopatiche (reti-nopatia, nefropatia, neuropa-tia) che macroangiopatiche (cardiopatia ischemica, arteriopatia degli arti infe-riori, arteriopatia dei tronchi sovraaortici).Tra le complicanze del diabe-te, il “piede diabetico” assume un ruolo sempre più rilevante.È questa la complicanza che

comporta per i diabetici il maggior numero di ricoveri ospedalieri, e per la quale i costi sono ingenti.L’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha stimato in 250 milioni il numero di diabetici nel 2025 rispetto ai 120 milioni stimati nel 1996, si può pensare a quale dimen-sione assuma questo proble-ma: stime sempre dell’OMS dicono infatti che circa il 15% dei diabetici andrà incontro nella sua vita a un’ulcera del piede che richiede cure mediche.Il problema più rilevante legato al piede diabetico è il rischio di amputazione con perdita di tutto il piede: nei diabetici vengono eseguite più del 50% di tutte le am-putazioni maggiori, sopra la caviglia.Nell’84% dei casi l’ampu-tazione viene effettuata come estrema conseguenza di un’ulcera del piede che non guarisce e si aggrava, pregiudicando le condizioni generali del paziente.

58 senzaetà

Casa del volontariato Roma

un pony della solidarietà chiamato CARITAS

Per la casa del Volontariato la Caritas dioce-sana di Roma aderisce, da circa sette anni, al Progetto “Pony della Solidarietà”, o “Aiuto

alla Persona”, che attraverso le segnalazioni-aiuto raccolte dalla Casa del Volontariato della popo-lazione anziana residente nel Municipio di Roma Centro Storico e del X, la Caritas attiva una pre-senza domiciliare “leggera” al fine di contrastare il forte senso di solitudine che vivono gli ultrasessan-tacinquenni nel proprio domicilio. Il servizio “Aiuto alla Persona” è un’attività di assistenza domiciliare rivolta ad anziani soli, malati e famiglie in difficoltà, svolta da volontari, appositamente formati, coordi-nati da un gruppo di esperti. Il progetto mira ad al-leviare le sofferenze delle persone fragili, attraverso un intervento che privilegia ascolto e condivisione incontrando le persone nel loro habitat, e a stabilire una relazione che possa far sentire queste persone meno sole e più supportate da una rete territoria-le solidale. Ovviamente, lì dove ci fosse necessi-tà, la Caritas risponde anche ai bisogni materiali. Oltre all’assistenza domiciliare “leggera” svolta nel territorio del I e X Municipio, che comprende la compagnia, piccole commissioni, disbrigo pratiche burocratiche e accompagnamenti, i volontari si oc-cupano della consegna dei pasti a domicilio, dell’as-sistenza ai malati di SLA e del sostegno per adulti e famiglie in stato di disagio psico-sociale.La Caritas diocesana di Roma, attraverso una co-stante collaborazione di rete, in questi anni ha se-guito più di 300 persone. L’attività è stata affidata quasi totalmente ai volon-tari impegnati nei territori con il coinvolgimento delle parrocchie presenti nelle aree interessate. Tale situazione ha creato non solo una condivisione e una partecipazione tra le comunità e i cittadini, ma anche una maggiore sensibilità di questi verso le ri-chieste di aiuto.

nicoletta di benedetto

NEL NOSTRO vIAggIO TRA LE STRuTTuRE ASSOCIATIvE CHE CONSENTONO ALLA CASA dEL vOLONTARIATO dEL COMuNE dI ROMA dI PORTARE AvANTI I PROgETTI dI SOLIdA-RIETà NON Può MANCARE LA CARITAS, L’ORgANISMO PASTORALE dELLA CEI - CONFE-RENZA EPISCOPALE ITALIANA, CHE HA LO SCOPO dI PROMuOvERE LA TESTIMONIANZA dELLA CARITà NELLA COMuNITà ECCLESIALE ITALIANA

la Caritas italiana è nata nel 1971 per volere del papa pa-olo vi, sotto l’impulso del rinnovamento avviato dal Con-cilio vaticano ii. la struttura è presente su tutto il terri-

torio nazionale attraverso le diocesi: sono 220 le Caritas diocesane impegnate sul territorio con i Centri di Ascolto, gli osservatori delle povertà e delle risorse, le Caritas parrocchiali, i Centri di accoglienza. la giustizia sociale e l’attenzione per gli ultimi co-stituiscono l’articolo 1 dello Statuto.

senzaetà 59

Per chi cerca aiuto, un telefono d’argentoTante le questioni sociali per una città come Roma, altrettante le associazioni che operano al fianco della capitale per supportare le fra-gilità. Tra queste “Il Telefono d’Argento”, che partecipa ai progetti coordinati dalla Casa del volontariato di via Corridoni.

È nata nel 2001, presso la parrocchia di san Ro-berto Bellarmino, per

soddisfare le esigenze sociali del territorio parrocchiale, e suc-cessivamente si è trasformata in Onlus con campo di azione este-so e sei sedi nel II Municipio. Presidente è Rossella D’Ago-stino, il Vice Giampiero Banini, la segretaria Lidia Simoncini. Circa settanta i volontari, per far fronte alle molteplici e comples-se richieste di aiuto che arrivano alle sei linee telefoniche di cui dispone, per essere vicina soprat-tutto agli anziani, assistendoli. Ma i volontari rispondono anche alle richieste di chi, abitando da solo, non è in grado di gestire la propria quotidianità e di chi vive in condizioni di abbandono e fragilità. Offrono compagnia a domicilio, aiuto nelle piccole commissioni, come accompagnare i richieden-ti ad una visita medica, andare a prendere le medicine in farma-cia, assistenza per pratiche am-ministrative. Piccoli gesti che diventano azio-ni insormontabili per chi non è in grado di svolgerli. Il Telefono d’Argento non è

strutturato solo per interventi di aiuto ma si prende cura anche della vita ricreativa dei suoi as-sistiti, con la consapevolezza che oggi la solitudine è l’apprensione più grande per anziani, persone che vivono da sole e per molti che non rientrano più nella per-centuale “produttiva” della socie-tà. Ha così attivato una serie di ini-ziative di svago e impegno cultu-rale, tra cui:• corsi di computer e di ta-blet studiati per la terza età, in classi di 8/10 persone, con frequenza settimanale e della durata di 10/12 lezioni, alla fine dei quali i frequentanti possono ricevere il giornalino on-line dell’associazione per essere informati su attività e iniziative per la terza età.•Aperta-Mente Anziani, ini-ziativa per la prevenzione dell’invecchiamento, studiata per mantenere la memoria in allenamento. Il corso si svolge in classi di 15/18 iscritti, ha frequenza setti-manale e la durata di 3 mesi.

n. d. b.

Tra le attività ricreative, Anzianinsieme, progetto che si svolge perio-dicamente da aprile a giugno e prevede visite settimanali (ore 10,00-13,00) durante le quali un minibus da 21 posti con all’interno due vo-lontari ed una guida, accompagnano gli iscritti a visitare le bellezze artistiche di Roma. L’iniziativa è rivolta anche a persone con difficoltà motorie, in quanto i percorsi sono particolarmente attenti a queste esigenze.

SPORTELLIpresso Assessorato ai Servizi Sociali del ii Municipio, via Frescobaldi:Sportello di Ascolto Psicologico (giovedì ore 9,00-13,00)Sportello Legale (venerdì ore 9,00-13,00)tUtte Le attIVItà ed I SerVIzI Sono CoMPLetaMente GratUItI.

LE SEdISede S. Roberto Bellarmino - tel. 06 8557858Sede S. Maria della Mercede - tel. 06 8840353Sede Sacro Cuore - tel. 06 8083541Sede S. Croce - tel. 06 3222976Sede S. Agnese - tel. 06 86207644Sede Sacri Cuori - tel. 06 86210008Servizio telefonico attivo tutto l’anno con orario 10.00-12.00 e 17.00-20.00.

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ConTenuTi e modaLiTà oPeraTive deL Corso eCeTis

Il corso, sperimentato in quattro diversi paesi europei (IT, FR, ES, CZ), ha una durata di 40 ore, di cui 25 in presenza e 15 di lavoro individuale, ed è suddiviso nei seguenti moduli: •Modulo I: il processo di valutazione e l’accreditamen-to delle competenze professionali. •Modulo II: principi tecnici della valutazione•Modulo III: il processo di valutazione e di accredita-mento delle competenze •Modulo IV: metodi e strumenti per la valutazione delle competenze acquisite attraverso l’esperienza lavorativa. •Modulo V: Comunicazione dei risultati della valuta-zione delle competenze professionali.

Prosegue incessante l’attivi-tà di ricerca e sperimentazione di nuovi modelli formativi e di percorsi di valutazione delle competenze in ambito europeo da parte di COOSS Marche Onlus. In questi giorni è in pre-parazione ad Ancona il meeting relativo al progetto ECETIS di cui è responsabile per la COOSS Marche la Dott.ssa Francesca Cesaroni a cui parteciperanno i 7 partners europei : Passeport Europe (Francia), Foro Técnico de Formación (Spagna), Uni-versity of Vigo (Spagna), CO-OSS MARCHE (Italia), DC VISION (Repubblica Ceca), RRAVM (Repubblica Ceca).Dalla fine degli anni 90, il rico-noscimento delle competenze professionali è considerato un

ECETIS “european Competencies evaluation: training integrated Scheme”

elemento chiave per favorire l’oc-cupazione in Europa. La Com-missione Europea ha ribadito l’importanza della mobilità come strumento di crescita occupazio-nale; presupposto essenziale per la sua attuazione è il riconosci-mento delle competenze profes-sionali dei singoli individui. E’ evidente, quindi, la necessità di sviluppare procedure, strumenti e tecniche, condivisibili a livello europeo, per valutare ed accredi-tare anche l’esperienza informale e la formazione non formale ac-quisita dai lavoratori. Ad oggi, non esiste in Europa una meto-dologia comune per valutare le competenze: nonostante alcuni paesi abbiano già sviluppato del-le linee guida, fin’ora non c’è stato alcun tentativo di armonizzare la

a cura di nicolò Scocchera

Cooperazione modelli formativi

senzaetà 61

Il progetto è coordinato da ANFH, una associazione nazio-nale francese che si occupa della formazione continua dello staff ospedaliero e sanitario. L’associazione, che opera per conto del Ministero della Salute, amministra fondi per la formazione di circa 900.000 persone in tutta la Francia.

formazione dei valutatori a livel-lo europeo. Come precisa la Dott.ssa Ce-saroni, il progetto ECETIS si propone di sperimentare un per-corso formativo per valutatori di competenze nel settore socio-sa-nitario, partendo da un modello pilota creato da UNED Madrid (Università Nazionale di Edu-cazione a Distanza), adeguan-dolo alle diverse necessità dei paesi partecipanti e rendendolo quindi fruibile a livello europeo. Nel medio termine, ECETIS intende fornire procedure di va-lutazione qualitative da applicare nei luoghi di lavoro, per facili-tare il monitoraggio periodico e continuo delle prestazioni degli operatori. Nel lungo termine, ECETIS si pone l’obiettivo di sviluppare un percorso formativo standard a livello Europeo, che possa adattarsi a tutte le situa-

zioni di valutazione delle com-petenze e contribuire alla crea-zione di una cultura comune di valutazione. ECETIS ha iniziato il suo per-corso con la definizione di un repertorio comune di compe-tenze per valutatori. Sulla base delle competenze identificate e del percorso formativo proposto dalla Spagna, ogni partner ha proposto un corso sperimentale a discenti che operano nel settore socio-sanitario, al fine di valutare, correggere e validare il prodotto finale. Il corso intendeva formare un gruppo di professionisti, che operano nel settore socio-sanita-rio, alla pratica della valutazione, fornendo loro la base teorica e gli strumenti pratici per riconoscere le competenze e le conoscenze acquisite con modalità informali e non formali.

niccolò Scocchera

L’ESPERIENZA FORMATIvA IN ITALIAin italia, cooSS ha sperimentato il percorso forma-tivo in due diverse sessioni: la prima fra gennaio e febbraio 2013, la seconda fra maggio e giugno 2013. due docenti esterni si sono alternati nella formazio-ne: il dr. Leonardo andino ed il dr. roberto Penna. hanno partecipato 20 discenti (8 nel primo corso e 12 nel secondo), tutti coinvolti nel settore socio-sani-tario ed in qualche modo impegnati nella valutazio-ne informale di addetti ed operatori all’interno della propria realtà lavorativa. la valutazione delle competenze acquisite dai discen-ti nei confronti del corso è stata raccolta tramite un questionario semi-strutturato, somministrato prima e dopo l’esperienza formativa per poterne misurare in qualche modo l’apprendimento. nei questionari è stato dato ampio spazio a commenti e suggerimen-ti da parte dei partecipanti, analizzati in un secondo momento unitamente al feedback fornito dai docenti. i risultati della valutazione hanno dato luogo ad una revisione della struttura del corso e alla individuazio-ne dei contenuti ritenuti più idonei e pertinenti. La seconda sessione del corso è risultata quindi più rispondente alle aspettative ed ai bisogni dei parte-cipanti, ed ha ottenuto una valutazione più positiva rispetto alla prima sessione.

I risultati finali della sperimentazione verranno presentati in occasione della conferenza finale, che si terrà a Parigi il 6 settembre 2013. In questa occasione, verranno tratte delle conclu-sioni su questa esperienza, in termini di replica-bilità e sostenibilità dell’iniziativa. Per informazioni Progetto ECETIS: la Respon-sabile Dott.ssa Francesca Cesaroni email: [email protected] -tel: +39 071 50103212

meeting vigo (Spagna)

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assistenza domiciliare integrata: quale situazione in italia?

diritto&Sanità

Passare dall’ospedale al domicilio comporta l’attivazione di un sistema di cui spesso abbiamo sentito parlare ma che non sempre conosciamo in modo approfondito, seppur tocchi una corda importante delle necessità di molte famiglie. Si chiama ADI. Cos’è, quali sono vantaggi e criticità, e come siamo messi, in Italia, a livello della sua diffusione? La questione è complessa e apre infiniti quesiti. Abbiamo, intanto, chiesto le prime utili delucidazioni al nostro esperto di Diritto Sanitario, Debora Benedettelli.

L’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) è una forma di assistenza rivolta

ai pazienti che si trovano in una fase della loro malattia (stabiliz-zata, parzialmente, totalmente, temporaneamente o permanen-temente non autosufficienti) e che necessitano di un’assistenza continuativa, che può variare da interventi esclusivamente di tipo sociale (pulizia dell’appartamen-to, invio di pasti caldi, disbrigo di pratiche amministrative, ecc.) ad interventi socio-sanitari (sup-porto psicologico, attività riabili-tative, assistenza infermieristica, interventi del podologo, ecc.). Diversi sono i vantaggi che si ottengono con l’ADI: il mala-to può rimanere il più a lungo possibile nel conforto di propria residenza e dall’altra c’è una di-minuzione dei costi per i ricoveri ospedalieri inessenziali. Appare evidente quindi che il passaggio all’ADI sia necessario, ma a questa oggettiva necessità si associa quella, di pari importanza, di valutare il “metodo” più idoneo per ottenere la sua realizzazio-ne. Occorre in pratica valutare e sviluppare un modus operandi che incentivi l’ADI nel pieno rispetto della salute del paziente incrementando, di conseguenza, una presa in carico del paziente cronico che si articoli attraverso forme associative di vario livello ed una presenza costante dell’as-sistenza infermieristica. Dalla recente relazione Adempi-mento “mantenimento dell’ero-gazione dei LEA” attraverso gli

indicatori della griglia Lea, pub-blicata nel mese di ottobre 2012, dal Ministero della Salute si ap-pura un incremento dell’ADI ma i dati sono eterogenei. Dai dati, ad esempio, si appura che la quo-ta di anziani trattati in assistenza domiciliare integrata è aumenta-ta nel tempo (da 3,6 a 4,1% tra il 2005 e il 2010), ma anche una forte diversità tra regioni ed alcu-

ne delle quali presentano addirit-tura valori al di sotto dell’obietti-vo del 3,5% stabilito dal Quadro strategico nazionale 2007-2013: una forte variabilità si riscontra tra le regioni del Nord e quelle del Sud, poiché, quest’ultime, ad eccezione di Abruzzo e Basilica-ta, presentano valori al di sotto di tale obiettivo.

PerCenTuaLe adi risPeTTo aL ToTaLe deLLa PoPoLaZione anZiana (>=65 anni), Per regione anno 2010

Debora Benedettelli, avvocato ed esperto di diritto amministrativo sanitario

piemonte valle d`aoSta lombardia p.a. bolzano p.a. trento veneto friUli v.g. ligUria em. romagna toScana Umbria marcHe lazio abrUzzo moliSe campania pUglia baSilicata calabria Sicilia Sardegna italia

% anziani trattati in adi 2010

2,160,434,270,423,575,556,783,4611,602,317,673,534,684,913,302,121,805,032,821,522,524,12

casi trattati anziani adi 2010

21.915

114

84.194

376

3.617

54.194

19.580

15.005

114.325

20.065

16.001

12.373

52.598

13.984

2.317

19.657

13.431

5.946

10.605

14.127

8.051

502.475

popolazione residente nella aSl >=65 anni

1.015.217

26.637

1.971.180

89.890

101.198

975.726

288.821

433.408

985.549

867.010

208.516

350.016

1.123.067

284.764

70.189

929.087

744.808

118.274

375.714

928.359

319.073

12.206.503

L’unica Asl che ha dichia-rato di non aver attivato il servizio ADI per l ’anno 2010 è LOCRI (Cala-bria).elaborazioni: Ministero Salute - Dir. Generale del Sistema Informativo e Statistico Sanitario - UfFICO statisticafonti: Modello FLS21 - quadro H; Casi anziani trattati in ADI. Rete di assistenza: Corri-spondenze ASL-Comuni Popolazione ISTAT residente al I° gennaio 2010 di età superiore o uguale a 65 anni

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assistenza domiciliare integrata: quale situazione in italia?

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nonni&nipoti

ecco i consigli dei nostri lettori per riempire le giornate dei più piccoli. che siate ge-nitori, zii, nonni, cugini, continuate a rivelarci cosa fate insieme ai vostri bimbi per passare il tempo, cosa inventate, costruite, raccontate. Scriveteci a [email protected].

pannoccHie artiSticHe e “corn dollS”

Che si fa oggi?!

“Una pannocchia di granturco può diventare di tutto! Tra i nostri giochi all’aperto, ad esempio, non possono mancare creazioni come le bamboline e gli animaletti di pannocchia o i disegni decorati con chicchi di mais, foglie e barba di pannocchia. In alcuni paesi le bamboline di mais appar-tengono ad antiche tradizioni. Così in Repubblica Ceca e Slovacchia, dove, nel Museo Nazionale della cittadina di Martin, un intero piano è dedicato alle figure popolari fatte con le foglie di mais.

Per fare le bamboline, si devono tirare in su le foglie della pannocchia senza romperle e legarle insieme: è la testa del pupazzo. Per fare le braccia si possono lasciare alcune foglie ai lati. Si taglia la punta della pannocchia in modo che il pupazzo stia meglio in piedi. I fili sulla punta, la barba della pannocchia, si possono legare sulla testa come capelli. Con gli stuz-zicadenti si fissano alla pannocchia i semi per gli oc-chi. Con i fiori e le foglie si può abbellire il pupazzo a piacimento. Con il tutolo della pannocchia, inoltre, privato dei chicchi, si può fare un simpatico anima-letto: le foglie per orecchie, stuzzicadenti come zam-pette, gli occhietti fatti con carta e colori. Si possono, poi, disegnare persone da vestire con le foglie di mais, per capelli la barba della pannocchia, e tanti chicchi per la cornice. Attenzione alle sorprese…nei chicchi si può sempre trovare un vermicello che banchetta!”

Nonna Giovanna e nonno Aldo

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NeuroSchiaviMarco della luna/paolo Cioni

Manuale operativo di diritto sanitario per gli operatori della sanità territoriale A cura di debora Benedettelli e Gilberto Gentiliintroduzione di Francesco Bevere

Il desiderio di dominare gli altri, di conquistare, di comandare, di impadronirsi, di sottomette-re è da sempre il principale motore della storia dell’uomo. La manipolazione mentale investe la società nel suo insieme, al fine di coordina-re la consapevolezza e i comportamenti degli esseri umani. La pubblicità commerciale e la propaganda politica sfruttano ampiamente la possibilità di indurre la psiche in confusione tra il reale e l’irreale, costruendo nella società falsi paradigmi economici, politici e militari. Ancora, gli informatori scientifici delle casa farmaceu-tiche spingono all’uso dei psicofarmaci in veste di soluzione o ausilio in molti aspetti della vita. Economia, marketing, istruzione, fede, comuni-cazione. Tutto è controllato dall’alto e pianifi-cato per ottenere determinati effetti, o almeno così sembra leggendo le pagine di Neuro Schiavi (Macro Edizioni, 2011, pp.535). Tutti gli ambiti vengono messi a nudo e analiz-zati seguendo una matrice manipolatoria, rive-lando operazioni di controllo insospettabili. Quali sono gli strumenti più pericolosi per la nostra incolumità psichica? Quando incorriamo nella sfera legale? Come utilizzare la chimica e la fisica in nostra difesa? Gli obiettivi che si ricercano attraverso questo saggio sono dunque un’analisi dei mezzi di manipolazione, una piena comprensione del rapporto potere-profitto, ed un’informazione riguardante le scoperte neuro-scientifiche più recenti.

leonardo bonvini

“Il vero successo di questo manuale sta nel fatto di aver acceso un faro sull’importanza della sanità territo-riale in un momento molto critico per la sanità del nostro Paese e nella capacità di raccontare, capitolo per capitolo, quali siano gli aspetti più rilevanti da focalizzare per affrontare efficacemente le nuove sfide e forni-re una risposta appropriata ai bisogni di salute dei cittadini”.Dalla prefazione di Francesco Be-vere, Direttore Generale della Pro-grammazione, Ministero della Sa-lute.Edizioni Panorama della Sanità, 2013, pp.320.

“Anziani all’aria aperta”imparare l’orto... e la vitaJane Gilliard e Mary Marshall

Come si fa un orto in città, attività con gli animali, giardinaggio e demenza, sono questi alcuni temi trattati nel libro: “Anziani all’aria aperta”, una raccolta di progetti di vari auto-ri legati al mondo della demenza. Il lavoro è stato pubblicato da Edizioni Centro Studi Erickson e curato da Jane Gilliard e Mary Marshall, assistenti sociali da tempo impe-gnate su questo fronte sociale. Fa parte di una collana dedicata all’assistenza quotidia-na degli anziani destinata a chi se ne occu-pa per lavoro, volontariato o semplicemente per legami familiari e affettivi. L’argomento centrale è l’importanza del contatto con la natura, fonte di emozioni e sensazioni spesso più profonde di altre, che viene affrontato in modo semplice e persuasivo sotto tutti i pun-ti di vista (attività fisica, necessità fisiologica, aiuto psicologico) dando spunti e ispirazioni per rendere più ricca e significativa la vita dei nostri anziani. Il filo conduttore è nel propor-re risposte alla domanda: “Come, nella vita di ogni giorno, possiamo aiutare l’anziano a migliorare la sua vita pur in presenza di un’ir-reversibile diminuzione di capacità? E come può aiutarsi lui per primo?”.

Scaffale

Che si fa oggi?!

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editore Pixel

redazione via Valenti, 1 - 60131 Ancona - Tel. 071.2901110

direttore responsabile Luca Guazzati - [email protected]

coordinatore di redazione Maria Chiara La Rovere

Hanno collaboratoAlessandra Battistelli, Debora Benedetelli, Silvia Benedetti, Leonardo

Bonvini, Julian Burnett, Nico Coppari, Nicoletta Di Benedetto, Anna Fata, Ilaria Iobbi,

Katia Marilungo, Nicolò Scocchera, Paola Stefanucci, Valentina Zoppi.

grafica Elisabetta Pincini

segreteria di redazioneHelga Riderelli

comitato Scientificodirettore

prof. Paolo Crepet,avv. Giovanni Conti, legale,

dott.ssa Maria Lucchetti, Inrca, prof.ssa Marieli Ruini, antropologa, Un. La Sapienza,

dott. Rosario Altieri, Presidente AGCI dott.Alberto Busilacchi, ortopedico

Stampa ROTOPRESS Loreto

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dal 15 marzo 2013al 6 maggio 2013iscrizioni a numero chiuso

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L’HOTEL LONDRA & CARGILL è situato nel centro storico di Roma, a circa 400 mt da Via Veneto, la strada più famosa d’Italia, a pochi passi dalla bellissima Piazza di Spagna e ben collegata alla stazione ferrovia-ria "Roma Termini".L’hotel dotato di parcheggio e perfet-tamente cablato, è collocato nell’antica Piazza Sallustio, circon-data di ristoranti e negozi, in un’area sede di numerose banche e ministeri. L’ideale per ospitare ad alti livelli workshop, congressi e conferenze di aziende nazionali e internazionali.

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