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TERZIARIO TURISMO COMMERCIO SERVIZI aprile | 2018 La fotografia di un settore in grande difficoltà nel dossier realizzato da Trade Lab e Filcams. Di Labio: “Sulla guerra dei prezzi la politica deflattiva di Amazon sta giocando un ruolo fondamentale” di ROBERTA MANIERI INSERTO D’INFORMAZIONE DELLA FILCAMS CGIL ELETTRONICA DI CONSUMO, serve una nuova strategia L’ elettronica di consumo sta subendo profonde trasformazioni, anche a causa dell’espandersi dell’e-commerce. Un mondo complesso, composto da tanti segmenti e diversi canali di vendita che incidono fortemente sulla distribuzione. Trade Lab, la società di analisi e consulenza – che insieme al Ce.Mu, il Centro studi multiservizi della Filcams, predispone report periodici sul terziario – ha elaborato per un corso di formazione della Filcams Cgil di Firenze un approfondimento sul settore, mettendo in luce le trasformazioni e le difficoltà. Secondo i dati elaborati, gli elettrodomestici rappresentano il macro-segmento più rilevante di questo mercato (41%), mentre i due settori che negli ultimi anni hanno mostrato il più elevato livello di innovazione sono la telefonia, grazie agli smartphone (31%) e l’informatica (24%) con i tablet. La distribuzione dei prodotti di elettronica di consumo complessivamente è molto frammentata, ossia caratterizzata da un numero rilevante di formati distributivi che si ripartiscono le quote di mercato attraverso posizionamenti e tipologie di offerta differenziati. Il livello di multicanalità è particolarmente spiccato, oltre che rappresentato da casistiche singolari per ciascun segmento. Ci sono i Gsa, ovvero le grandi superfici alimentari: ipermercati e supermercati come Auchan, Carrefour, Esselunga, Ipercoop. Poi i Gss, cioè le grandi superfici specializzate, grandi superfici di elettronica, catene F

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TERZIARIO

T U R I S M O • C O M M E R C I O • S E R V I Z I

aprile | 2018

La fotografia di un settore in grandedifficoltà nel dossierrealizzato da Trade Lab e Filcams. Di Labio:“Sulla guerra dei prezzila politica deflattiva di Amazon sta giocandoun ruolo fondamentale”

di ROBERTA MANIERI

I N S E R T O D ’ I N F O R M A Z I O N E D E L L A F I L C A M S C G I L

ELETTRONICA DI CONSUMO,serve una nuova strategia

L’elettronica di consumosta subendo profondetrasformazioni, anche acausa dell’espandersi

dell’e-commerce. Un mondocomplesso, composto da tantisegmenti e diversi canali di venditache incidono fortemente sulladistribuzione. Trade Lab, la società dianalisi e consulenza – che insieme alCe.Mu, il Centro studi multiservizidella Filcams, predispone reportperiodici sul terziario – ha elaboratoper un corso di formazione dellaFilcams Cgil di Firenze un

approfondimento sul settore,mettendo in luce le trasformazioni ele difficoltà. Secondo i dati elaborati,gli elettrodomestici rappresentano ilmacro-segmento più rilevante diquesto mercato (41%), mentre i duesettori che negli ultimi anni hannomostrato il più elevato livello diinnovazione sono la telefonia, grazieagli smartphone (31%) el’informatica (24%) con i tablet. Ladistribuzione dei prodotti dielettronica di consumocomplessivamente è moltoframmentata, ossia caratterizzata da

un numero rilevante di formatidistributivi che si ripartiscono lequote di mercato attraversoposizionamenti e tipologie di offertadifferenziati. Il livello di multicanalità èparticolarmente spiccato, oltre cherappresentato da casistiche singolariper ciascun segmento. Ci sono i Gsa,ovvero le grandi superfici alimentari:ipermercati e supermercati comeAuchan, Carrefour, Esselunga,Ipercoop. Poi i Gss, cioè le grandisuperfici specializzate, grandisuperfici di elettronica, catene F

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organizzate quali Expert,Euronics, Mediaworld, Trony,

Unieuro. Le Gsns, grandi superficinon specializzate, mercatoni,cash&carry, tra cui Conforama,Grancasa, Mercatone Uno, Metro; inegozi specializzati, negoziindipendenti, negozi di telefonia,fotografi, computer shop, softwarehouse, Tim, Tre, Vodafone, Amico

Shop, Apple Store, ComputerDiscount, Essedi eccetera. Infine, i siti online (Amazon,Mediaworld, Monclick) e altricanali: mobilieri, negozispecializzati per ufficio, rivenditoridi autoaccessori, catenespecializzate nell’intrattenimentomultisettoriale (Mondadori,Feltrinelli).“La filiera dei prodotti di elettronicadi consumo – spiega Luca Pellegrini,professore ordinario di marketingall’Università Uilm di Milano edesperto del settore – è quella più

impattata dall’e-commerce e si trattaanche del settore in cui gli impatti sistanno manifestando, in Italia comein altri mercati, da più anni. Èquindi ragionevole considerarlimaggiormente consolidati, fermorestando che stiamo parlando di unfenomeno ancora in rapidissimaevoluzione”. Le conseguenze delsempre crescente ruolo del websono diverse, tra cui la riduzione deipunti vendita e delle lorodimensioni. “L’elemento che più hacreato problemi all’elettronica diconsumo – spiega ancora Pellegrini

DALLA PRIMA

CAMBIARE STRATEGIA E MODALITÀ DI VENDITAPER SOPPORTARE LA CONCORRENZA

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CANALI DI VENDITA

PRINCIPALI CATENE DI SPECIALISTI DELL’ELETTRONICA

Fonte: elaborazioni TradeLab su fonti aziendali

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– è sicuramente l’e-commerce,ma in Italia è pesata anche la

mancanza di innovazione tecnologicache in passato ha tenuto in piedi ilcomparto. La concorrenza tra puntivendita è tanta, per cui chi ha unastruttura più forte è riuscito areggere bene, altri meno. ComeTrony, che aveva già una storia moltocomplicata, mentre Mediaworld stacercando di reagire alle difficoltàridimensionando i negozi”.La concorrenza è tanta anche conl’online, dove proliferano sempre dipiù marchi dedicati esclusivamentealla tecnologia. Oltre al colossoAmazon, ormai padrone delle venditesu ogni tema, tra i marketplace piùattivi ci sono E-price e Monclick. Ilprimo è, per valore di fatturato, ilquarto marketplace di e-commerce inItalia, ma il primo specializzato neiprodotti di elettronica di consumo.Nel 2015 ha sviluppato un fatturatodi 235 milioni di euro; mentre nel2016, anno anomalo, ha messo in attoalcune operazioni straordinarie che lorendono meno rappresentativo.Monclick è per valore di fatturato ilsecondo marketplace attivo nelnostro Paese specializzato nelsegmento dell’elettronica di consumo;nel 2014 ha chiuso l’esercizio conquasi 77 milioni di euro di fatturato,mentre nel 2015 ha superato i 98milioni. Poi nel 2017 l’azienda è statainteramente ceduta al gruppoUnieuro. Lo scenario futuro è difficileda prevedere, ma sicuramentequalcosa deve cambiare. “I marchi –

osserva il docente – devono proporrela vendita online e cercare didiminuire i negozi per spostare dellevendite sull’e-commerce”. Menosuperficie, meno spazio al magazzino,e competizione su internet: “Uncambiamento che non è detto possaessere del tutto negativo perl’occupazione che si potrebbespostare sulla gestione dell’online, dalmagazzino, all’impacchettamento allaconsegna della merce”.“I riferimenti del passato sono statimessi in discussione da un mercatoche sta completamente mutando”.Così commenta Alessio Di Labio,responsabile nazionale Filcamsdell’elettronica di consumo: “L’onlineoltre ad aver rivoluzionato ilrapporto con il cliente ha attaccato imargini del retail. I siti hanno minoricosti fissi dovuti proprio allamancanza di rete fissa e sulla guerradei prezzi gioca un ruolofondamentale la politica deflattiva diAmazon volta esclusivamente aguadagnare quote di mercato a cui iplayer della distribuzionespecializzata hanno risposto concampagne promozionaliparticolarmente aggressive”. Secondol’analisi della Filcams nazionale, ilcombinato di riduzione della retevendita e di abbassamento deimargini nelle imprese più solidecome Unieuro e Mediaworld, hagenerato le criticità sull’occupazionee sulle condizioni di lavoro e hacausato le crisi strutturali di alcuneimprese relativamente più piccole,

tra cui le ultime due in ordine ditempo sono Galimberti Euronics inconcordato preventivo e Dps Tronydefinitivamente fallita.Le ripercussioni sul lavoro sonorilevanti anche nel canale degliipermercati – che continua a perderequote di mercato sull’elettronica –tanto che alcune catene della grandedistribuzione hanno definitivamenteabbandonato il reparto multimedia.“Difficile fare previsioni sul saldooccupazionale – osserva Alessio DiLabio –, siamo in una faseassolutamente transitoria per poteraffermare che ciò che si perde neipunti vendita si recupera nellalogistica e nei trasposti, e comunquesarebbe utile fare una valutazionesulla polarizzazione territoriale dellanuova occupazione. Al momento sicerca di arginare l’impattooccupazionale nel retail, ma nei casipiù drammatici come Dps Trony nonabbiamo neanche gli strumentinormativi per farlo”. Quest’ultimo èstato il fallimento più drammatico:l’azienda lascia a casa più di 600lavoratrici e lavoratori, la rete venditadel gruppo è all’asta. Se ci fosse statal’opportunità della cassaintegrazione, come prima dellaFornero, molti di loro avrebberopotuto ritrovare un lavoro. “Ma senzaammortizzatori sociali – conclude DiLabio – le persone hanno preferitoessere licenziate e andare in Naspipiuttosto che aspettare senzaretribuzione un’incertaricollocazione”. z

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TREND NUMERICO DEI PRINCIPALI SPECIALISTI DELL’ELETTRONICA DI CONSUMO

Fonte: elaborazioni TradeLab su fonti aziendali

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4 aprile | 2018

Dopo il successodegli scioperi delBlack Friday, perAmazon si apre

una stagione di protesteglobali. E il primo banco diprova si è rivelato lo scioperodegli addetti tedeschi delcolosso mondiale dellevendite online, proclamatonello stesso giorno in cui ilsuo “padre-padrone” JeffBezos riceveva l’AxelSpringer Award 2018, cheuna casa editrice di improntaconservatrice assegna ognianno a “personalitàeccezionali che si sonodistinte nell’innovazione,creando nuove strategie dimercato e mentalità, conattenzione alla responsabilitàsociale”. Quasi uncontrosenso, se siconsiderano le ragioni allabase delle proteste delleultime settimane, con in capole restrizioni, in GranBretagna, dei tempi concessiai lavoratori per andare albagno.Il 19 aprile, a Roma, si èriunita l’Alleanza sindacalemondiale dei sindacatipresenti in Amazonpromossa da UniGlobalUnion, proprio per affrontarele questioni che uniscono ilavoratori di questamultinazionale di tutto ilmondo, tra Europa eAmerica, con la fermavolontà di coinvolgere prestoanche i colleghi indiani ecinesi mentre sonovicinissimi gli accordi con i

rappresentanti dei lavoratoridi Messico e Brasile. DaRoma è partita l’azionecoordinata che haaccompagnato i lavoratoritedeschi, sostenendoli eincoraggiandoli con unbombardamento mediaticopartito da ogni angolo delpianeta. Ai rappresentanti delsindacato tedesco Ver.di,promotore della protesta, èarrivato il sostegno da moltipaesi; dall’Italia allasolidarietà della Cgil e dellasegretaria generale SusannaCamusso, si sono associati imessaggi di Filcams Cgil, Filt,Nidil e Slc, le categorie chetrasversalmenterappresentano i lavoratori deitanti hub aperti ormai anchenel nostro paese. “Le ragioni dei lavoratoritedeschi – ha scritto Camusso– sono anche in Italia oggettodelle nostre rivendicazioni edella nostra attività. Lottiamoper migliorare le condizionidi salute e sicurezza sullavoro, per rivendicarerelazioni sindacali corrette,per uno sviluppo economicosostenibile, per il nostrofuturo e quello dei nostrifigli”. Dalla Spagna è arrivata

al coordinamento unaproposta accettataall’unanimità e con enormefavore. “Amazon è unaimpresa globale – ci ha dettoAna Isabel Berceruelo delsindacato di categoria Fsc-Ccoo – e quindi gli strumentiche dobbiamo utilizzaredevono essere globali.Dobbiamo smetterla dilottare in piccoli nuclei chesono i nostri paesi, dobbiamofarci vedere come una forzaglobale. Abbiamo modificatoil logo di Amazonsostituendo al sorriso unasmorfia. Utilizziamo tutti illogo di Amazon in lotta. Ognipaese lo utilizzerà nellapropria lingua, mal’immagine sarà identica pertutti. Un’azione coordinata,con l’utilizzo dello stessomessaggio in formamassiccia, avrà unaripercussione maggiore suimedia e sull’opinionepubblica globale”.E se la protesta stacambiando, conformandosiad un modello globale, unpo’ è anche merito deilavoratori italiani e del lorosciopero in occasione delBlack Friday, proclamato per

gli stessi motivi che hannospinto i lavoratori tedeschiall’ultima lotta, il 24 aprile:ritmi di lavoro, scarsaattenzione a salute esicurezza, bassi salari, abusodi contratti a termine einterinali, rifiuto aconfrontarsi con i sindacati.“Da Piacenza siamo riusciti afar partire un segnale forte –dice Beatrice Moia, delegataFilcams nell’enorme hubAmazon di Piacenza – che siconcretizza con la volontà didarci un coordinamentomondiale. Discutiamofinalmente su quali possonoessere i risultati delle nostreazioni sindacali, convinti chel’unione in questo caso fadavvero la differenza e puòdarci la forza di quanto menofar preoccupare Amazon eintaccarne l’immagineaziendale che vorrebbe daredi sé ai clienti di tutto ilmondo”. z

AMAZONI

Un nuovo logo PER LE LOTTE GLOBALI

Si è tenuta a Romala riunionedell’Alleanzasindacale mondiale.Vicinissimi nuoviaccordi con Messico e Brasile. Il prossimoobiettivo è coinvolgerei lavoratori cinesi e indiani

di ROBERTO MASSARO

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In Italia, da più di sei anni,è ormai possibile decidereliberamente quando e seun qualsiasi tipo di

negozio può aprire: non c’è piùalcuna restrizione, né esistono limitidi orari o di giorni. Una concorrenzasfrenata, condotta per lo più dallagrande distribuzione, che stadanneggiando i piccoli commerciantie i lavoratori. Dopo aver constatatoche la totale liberalizzazione non haportato al diretto miglioramento deiconsumi o l’aumento dellacomunicazione, i fautori del sempreaperto continuano comunque asostenere la posizione come segnodel progresso e di una maggioreciviltà, come accadrebbe nellamaggior parte dei paesi Europei.Nella realtà però, è solo nel nostroPese che non ci sono più vincoli, néobblighi di concertazione delleaperture. Proviamo, invece, ascoprire il panorama europeo conBarbara Bindner, coordinatrice delsettore Commercio di Uni Europa.

Come sono regolate le aperturefestive nei principali paesi europei?In modo molto eterogeneo, visto che esistono diversi modelli. C’è quello nordico: nessun giornolibero in comune per tutti, maaccordi collettivi e alti livelli diretribuzione e misure per laconciliazione. Nei Paesidell’Europea centrale e orientalec’è la completa liberalizzazione senzacompensazione e pochissimacontrattazione collettiva. Nel doversiconfrontare con governi conservatori,i sindacati sono riusciti a proibire illavoro domenicale (una domenica sudue in Polonia, sette festività inRepubblica Ceca), ma la pressione

dei sostenitori del “sempre aperto”continua. Per esempio, molte aziendein Polonia puniscono i lavoratoriobbligandoli a lavorare il sabato finoalle 23.45 e a ricominciare il lunedìsuccessivo alle 0.15. Il modelloaustriaco e tedesco prevededomeniche e feste libere, con rareeccezioni, e qui i consumatori el’opinione pubblica sostengono lachiusura domenicale dei negozi.Infine la Francia: aperturedomenicali e festive progressive,basate sui cambiamenti neiregolamenti (aree, numero di giorni)e pressione competitiva, con obbligodi contrattazione collettiva.

Quali sono le condizioni di lavoronel commercio in Europa?I risultati del progetto sulla salute esicurezza del 2016 hanno mostratol’esistenza di grossi problemi dinatura ergonomica dovuti a carichipesanti, posture e movimentiripetitivi, che causano disordinimuscolo-scheletrici. Le fonti primariedi stress sul posto di lavoro sono icarichi e i tempi di lavoro, le minaccee i rischi di tipo psicologico. Quelloche abbiamo notato è un degradonelle condizioni di lavoro, causatodalla pressione nel settore dovuta adun’alta competizione. In particolare

nell’e-commerce, le condizioni dilavoro appaiono molto difficili, e ilmancato rispetto delle normenazionali è la prassi generale. Nellenazioni dell’Europa centrale eorientale, i carichi e l’intensità dilavoro sembrano essere moltoproblematici. Speriamo che i partnersociali europei possano iniziare asviluppare uno strumento per lavalutazione del rischio che possaaiutare a trovare un approcciocomune per migliorare questasituazione.

Si avvicina il Primo maggio, festivitàsimbolo per i lavoratori di tutto ilmondo. Il settore del commercio,alimentare e non, rispetterà lechiusure?È una giornata molto simbolica, se cisarà un qualche tipo di proibizione, ilPrimo maggio sarà incluso.

Uni Global Union ha avuto modo diaffrontare il tema del lavoro festivo? Siamo fondatori e membri attivi dellaSunday Alliance, una rete diorganizzazioni che riunisce membridel Parlamento europeo, della chiesae di realtà a essa collegate, cheorganizza attività per influenzareBruxelles affinché mantenga deigiorni comuni liberi dal lavoro. z

COMMERCIOI

APERTURE FESTIVE, la verità sul resto d’Europa

Intervistaa Barbara Bindnerdi Uni Europa

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6 aprile | 2018

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La vicenda Parcodella Musica di Roma èemblematica

di cosa voglia dire, oggi,affidare servizi in appaltosenza tener presente, incaso di nuove assegnazioni,quali possano essere leconseguenze per ilavoratori che si trovano adover rivendicare diritti chedovrebbero essereacquisiti. Un passaggio chea rigor di logica dovrebbeessere “indolore” per ilavoratori che lo subiscono,comporta invece momentidi lotta e proteste che –almeno in questo caso –hanno portato l’azienda arivedere le proprieposizioni. Ma procediamocon ordine. All’Auditoriumvengono appaltati i servizi

di guardiania, accoglienza esicurezza non armata. Il 4aprile, a seguito di unbando di gara, la gestionedei servizi viene assegnataalla Rear MultiserviceGroup, che vince con unribasso notevole sulla based’asta. Per i lavoratori siprospetta un cambiamentoradicale, sia in termini diorari che di retribuzione. Lasocietà appaltante, infatti,pretende da subito diattuare un taglio drasticodelle ore lavorate e diapplicare un non benprecisato contratto dilavoro, per una paga basedi 5,37 euro lordi l’ora,indipendentemente dallemansioni svolte. Con irappresentanti di FilcamsCgil Roma e Lazio ilavoratori hanno

immediatamente messo inluce tutti gli aspettipeggiorativi del nuovocontratto, a partire dallamancata indicazione di unpreciso contratto di lavorodi riferimento.Nel caso in questione, ilcambio di appalto haportato con sél’applicazione di uncontratto peggiorativo,come quello della vigilanzae servizi fiduciari, rispetto aquelli multiservizi eturismo applicati dalle ditteuscenti. I diretti interessati,per accendere i riflettori su una situazioneinaccettabile, decidono didichiarare uno sciopero adoltranza; 59 lavoratoripenalizzati dal cambioappalto presidianol’Auditorium con picchetti e

volantinaggi checoinvolgono i cittadini, imezzi di informazione e leistituzioni. Regione eComune di Roma siimpegnano a risolvere laquestione: il presidenteNicola Zingaretti con uncomunicato in cui chiedeche venga fatta chiarezzasulle storture del bando, lasindaca Virginia Raggiincontrando lavoratori esindacati già il primodi giorno di sciopero.

ROMAI

Auditorium, quandoLA LOTTA PAGA

Per un cambiod’appalto i lavoratoririschiavano diessere penalizzatinegli orari e nelleretribuzioni. Dopo otto giorni di sciopero, però,l’azienda è tornatasui propri passi

di ROBERTO MASSARO

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7aprile | 2018

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La protesta dura ottogiorni, al termine dei

quali la Rear MultiserviceGroup accetta di rivedere itermini dell’appalto. Unsuccesso che mette ilavoratori nella condizionedi riprendere il lavoroaprendo un tavolo cheformalizzi tutte le lororichieste. L’accordoarmonizza il nuovo

rapporto di lavoro conquanto prevedeva ilprecedente appalto, indettaglio: applicazione delcontratto nazionale per idipendenti da Istituti divigilanza privata e servizi;l’azienda si dichiaradisponibile ad attribuire unmonte orario maggiorerispetto alle 130 mila orecontenute nel bando

di gara; paga orariaarmonizzata: 7,27 euro perchi proveniva dal ccnlmultiservizi e 8,09 euro perchi invece aveva comecontratto d’applicazione ilcontratto del turismo;aggiunta di un ulterioremensilità rispetto a quantoprevisto dal ccnl servizifiduciari che verrà liquidatainteramente a giugno; per

tutta la durata dell’appalto(3 anni) viene reintrodottol’articolo 18. “Nella vicendaParco della Musica – chiudela nota Filcams Roma eLazio – ringraziamo ilavoratori e le lavoratriciche si sono spesi in giorni egiorni di proteste, scioperi,presidi e volantinaggi perdifendere i loro diritti e laloro dignità”. z

“Ho 31 anni e da dieci lavoroall’Auditorium. Ci siamo

trovati nella situazione di doversubire un cambio appalto con unagara scritta sulla base di un’offertapiù vantaggiosa e vinta da unasocietà che ha scaricato su di noitutto quello che era strato il propriorischio di impresa. Abbiamoprovato a chiedere dei tavoli ditrattativa, ma la società era moltoconvinta di quello che stava

facendo e ci siamo trovati a firmarecontratti indecenti, con delle pagheche non arrivavano 5 euro nettil’ora. Abbiamo iniziato lo sciopero ilprimo giorno di lavoro con lanuova società: una bellissimaesperienza che ci ha visto tutti unitiin una battaglia che ci ha coinvoltoin prima persona riuscendo adavere l’appoggio di tantissimerealtà, non ultimi gli artisti che cihanno appoggiato sui social.

L’unione di generazioni diverse dilavoratori ci ha dato molta forza,perché quello che può esserel’incoscienza di chi è più giovane haaiutato chi invece era più grande einsicuro nel buttarsi in questaavventura, a prendere coraggio. Lasaggezza, invece, di chi aveva piùesperienza ci ha aiutato a frenarel’impulsività, ad agirecoscienziosamente. C’è stato unoscambio molto bello. Il rumore cheabbiamo fatto con la nostra protestaha fatto intervenire chi avrebbedovuto occuparsene fin da subito,vale a dire il comune di Roma e lafondazione Musica per Roma;abbiamo attirato la loro attenzione equesto ha reso possibile che lasocietà riaprisse un dialogo.Dopo otto giorni di scioperoabbiamo firmato un accordo, chenon comprende tutto quello chevolevamo, ma rappresenta unpunto di partenza, avendo ottenutoalmeno le condizioni perricominciare a lavorare. La cosapiù importante che abbiamoottenuto, un risultato importantenon solo per noi lavoratoridell’Auditorium ma per tutti coloroche sono coinvolti nei cambiappalto, è stato il fatto dimantenere l’articolo 18 all’internodei singoli contratti di lavoro”. z

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PARLA UNA DELLE PROTAGONISTEI

«L’unione fra generazionici ha dato più forza»

L’Intervento di Zoe Balmas,delegata Filcams al Parco

della Musica, all’assembleadelle donne Cgil per

i 70 anni della Costituzione

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8 aprile | 2018

Il 28 febbraioappena trascorsol’ospedale “GiannaGaslini”, fiore

all’occhiello della pediatriaitaliana, comunica i tagli dialcuni servizi a Coopservice,ditta che si occupa in appaltodelle pulizie del nosocomio,e i primi di marzo arriva laprocedura di licenziamentocollettivo come una spada diDamocle sulla testa deilavoratori. Nel contesto di cuiparliamo dobbiamonecessariamente considerareche abbiamo a che fare conun’azienda ospedalieragestita da una Fondazioneprivata che però vive grazieai soldi pubblici. Nelladiatriba di responsabilitàrimpallate tra RegioneLiguria, ente e azienda, lapolitica ha il dovere di dareun indirizzo forte alle sceltemesse in campo in unasituazione come questa,tanto più, e non è certo un

fattore da sottovalutare, chela partita giocata al ribassosulla pelle dei lavoratori piùfragili, quelli in appalto,mette in campo l’azzardo digiocare a sfavore anche deipiccoli pazienti chenecessitano di un servizio dipulizia e sanificazione al tope non risicato. Le lavoratrici ei lavoratori Coopservice,hanno iniziato il presidiodavanti all’entratadell’ospedale il 20 marzoscorso. Un mese di presidio,in cui le facce si si sonoalternate e incrociate, primae dopo ogni turno; vento,pioggia, sole.Laura è una di loro, e miracconta di essere stanca,come lo sono i suoi compagnie compagne, ma rassegnatano. “Noi non molliamo” midice al telefono. “Vogliamodire che già ora, con il tagliodi ore, non riusciamo agarantire un servizio dipulizia e sanificazione

adeguato a un ospedalepediatrico. Vogliamo dire chese i licenziamentiavverranno, sarà anchepeggio, ma senza il presidiorischiamo di essereinvisibili”. Laura è fermamentre mi parla, e nonmostra tentennamenti nellavoce. Un grande esempio didignità. Nicola Poli,funzionario che seguel’appalto per la Filcams Cgildi Genova, chiama“leonesse” le tante donneprotagoniste di questadifficile avventura. Così lechiedo come sia possibilel’invisibilità per delleleonesse. L’invisibile nonruggisce. “Come ti senti inquesti giorni? Invisibile oleonessa?” “Dipende daimomenti”, mi risponde, e poisi ferma. Un silenzioinaspettato, considerandol’andamento deciso della telefonata. Mi chiede scusa poco dopo per

essersi commossa e facommuovere anche me. Mi commuovo anche adessomentre lo scrivo.Lo sciopero, quando la sentoal telefono, è fissato per il 23aprile mentre, nel frattempo,i tagli per circa un milione dieuro, stimati all’inizio delpresidio permanente, si sonoridotti a poco più di 350 milaeuro. Quali margini diprofitto si intendeva fareallora sulla pelle deilavoratori? Il 19 aprile, leorganizzazioni sindacali sisono incontrate presso gliuffici della Coopservice, e lastessa si è resa disponibile asottoscrivere un’ipotesi diaccordo che prevede sial’esclusione dei licenziamentisia eventuali tagli di ore alpersonale interessato. Il 23aprile, data in cui dovevaverificarsi lo sciopero, si ètrasformato in un giorno diassemblee con i lavoratoriCoopservice. “L’ipotesi diaccordo è stata votataall’unanimità e procederemoalla sua definizione in sedeamministrativa presso laRegione Liguria – dichiaraGiancarlo Guarneri,segretario Filcams Genova –.L’intesa mette in campo unmeccanismo volontario dianticipazione al ‘riposopensionistico’, allargatoanche agli appalti puliziedegli ospedali San Martino eGalliera – conclude ilsindacalista – e l’eventualeresiduale delle maestranzeGaslini avrà garanziaoccupazionale alle stessecondizioni sugli altri appaltisanitari gestiti daCoopservice sulla piazzagenovese.” La lotta paga, ilpresidio di 40 giorni non èstato tempo perso, e Lauraaveva ragione a nonrassegnarsi. z

GENOVAI

QUARANTA GIORNIin presidio, poi l’accordo

Lieto fine per la lungabattaglia delle lavoratricidelle pulizie all’ospedale“Gianna Gaslini”. Il racconto di Laura, una di loro: “Avevamoragione a non rassegnarci”

di VIVIANA CORREDDUfunzionaria Filcams Cgil Genova

Direttore responsabileGuido IoccaProprietà della testataEdiesse srlVia delle Quattro Fontane, 109 - 00184 RomaEditore Edit. Coop.società cooperativa di giornalisti,Via delle Quattro Fontane,109 - 00184 Roma

Inserto d’informazione della Filcams CgilVia L.Serra, 31, 00153 Roma - tel. 06/5885102 e-mail: [email protected] www.filcams.cgil.it

A cura di Roberta Manieri Ufficio Stampa Filcams Cgil nazionaleTel 06/58393127Cell. 3494702077 [email protected]

Chiuso il 27 aprile 2018

Registro Tribunale di Roma n. 13101 del 28/11/1969

Ufficio abbonamenti [email protected] 06/44888201- 06/44888296

Grafica e impaginazione Massimiliano Acerra, Ilaria Longo

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