Turchia i progetti “folli” Istanbul, di due nuovi ... · pre più integrata con il resto...

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terizzanti di un programma elettorale che guarda al futuro per rendere ancor più dinami- co e moderno il Paese in occasione del cente- nario della repubblica voluta da Atatürk. . di Giuseppe Mancini 122 . east . europe and asia strategies numero 37 . luglio 2011 . 123 Turchia : i progetti “folli” di Recep Erdogan “Folli” sono i progetti che il primo ministro turco, Recep Tayyp Erdogan, ha presentato – per Istan- bul, per Ankara, per Izmir, per Diyarbakir – durante la campagna elettorale in vista delle elezio- ni politiche del 12 giugno, vinte a valanga dall’Akp che ha sfiorato la maggioranza assoluta dei voti (49,9%) e ha ottenuto un ampio mandato (326 seggi su 550 dell’unica Camera) per formare il terzo governo monocolore di fila. . Progetti ambiziosi e visionari, uno degli elementi carat- TURCHIA è stato il Kanal Istanbul a spingere i mass media tur- chi a definire “folli” anche gli altri progetti del ricon- fermato primo ministro turco Recep Tayyp Erdogan. Il Kanal Istanbul è un Bosforo bis, un’idea non nuova, ma già lanciata nel 1994 da Bülent Ecevit col nome di Istan- bul Kanali Projesi e che del resto già circolava in epoca ottomana: un canale artificiale da scavare alla periferia occidentale di Istanbul in parallelo a quello naturale, dal Mar Nero al Mare di Marmara, attraverso i distretti di Ca- talca e Silivri (l’andamento esatto del percorso non è sta- to annunciato). Sarà lungo circa 40 chilometri, largo 500 metri e profondo 25: sarà una sorta di autostrada fluviale per decongestionare il Bosforo e il centro della città, an- nualmente invaso da circa 50mila navi, tra cui pericolo- sissime petroliere. Per realizzarlo sono previsti un bien- nio di studi approfonditi per finalizzare il percorso con i relativi punti di attraversamento, poi circa otto/dieci an- ni di lavori e, in totale, 10 miliardi di dollari. Il leader del- l’Akp non ha citato la fonte: ha invece dichiarato di aver- ci pensato sin da quando – negli anni 1994-1998 – era sin- daco di Istanbul e di essersi convinto dopo le rovinose inondazioni del 2007 e 2009. Ma per Erdogan il Kanal Istanbul non sarà solo un ca- nale, perché ha illustrato un progetto complesso e artico- lato che avrà un impatto – positivo, almeno nelle inten- zioni – sull’energia, sui trasporti, sui lavori pubblici, sul- l’agricoltura, sull’occupazione, sull’urbanizzazione. Un Istanbul, di due nuovi insediamenti urbani da un milio- ne da abitanti – da una parte e dall’altra del Bosforo – per trasferirvi la popolazione di alcune zone della città mag- giormente soggette a rischio sismico e inadeguatamente protette. Le trasformazioni previste per la romana Ancy- ra sono eclatanti: non roboanti promesse elettorali, ma progetti già in rampa di lancio. In primo luogo, la costru- zione del più grande centro medico d’Europa: due ospe- dali generici, 19 cliniche specializzate, 7mila posti letto, un campus per la ricerca d’avanguardia; in più, verranno potenziate le strutture dei centri termali, per farne la ca- pitale della salute e del benessere. In secondo luogo, una forte espansione dell’industria militare, fondata sulla messa in produzione di carri armati (2013) e jet (2022), sull’attivazione di un centro per la ricerca spaziale e sui satelliti, di uno per la ricerca sui radar e la guerra elettro- nica (spesa prevista, 100 milioni di dollari per ognuno) e di un centro finanziario per rendere più agevoli le espor- tazioni. In terzo luogo, interventi di sviluppo urbano e una nuova città da mezzo milione di abitanti – Güney- kent (Città del Sud) – destinata a ospitare chi oggi vive in baraccopoli da smantellare. poi Erdogan ha annunciato la costruzione di tre linee della metropolitana, nuovi collegamenti ferroviari suburbani, il miglioramento delle rete progetto che serve a proteggere l’ambiente, «a preservare la natura, il mare, le aree verdi, la flora e la fauna di Istan- bul e della sua regione». In più, come suggestivamente suggerito dall’animazione in 3D proiettata, lungo il cana- le è prevista la realizzazione di centri per mostre e con- gressi, di impianti sportivi, di nuove aree urbane, del più grande aeroporto turco, a Silivri. Consentirà di trasforma- re il Bosforo – liberato dal traffico navale pesante e dai ca- richi potenzialmente devastanti (petrolio, gas naturale li- quefatto, agenti chimici) – in attrazione turistica, riserva- to alle escursioni in barca e agli sport acquatici. «Il Kanal Istanbul non danneggerà le risorse idriche sotterranee o di superficie – ha proseguito il premier – e non creerà in alcun modo problemi di scarsità idrica a Istanbul» e, an- zi, servirà proprio a prevenire nuovi disastri, allagamen- ti o incidenti nel Bosforo – come quello, esplicitamente citato, della petroliera rumena Independentia, che nel 1979 causò 43 morti nello scontro con un’altra nave, ri- versando in mare 100mila tonnellate di petrolio. Bruciò per 27 giorni appestando la città. Il 25 maggio (con maggiori dettagli nei giorni seguen- ti), il premier ha poi lanciato, direttamente nella capita- le, il suo “folle” progetto per Ankara, annunciando anche nel frattempo la costruzione, nell’area metropolitana di È Una veduta di Ankara. Il premier turco Tayyip Erdogan. E Paul Photography Turkpix / LaPresse / A. Ozluer

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terizzanti di un programma elettorale che

guarda al futuro per rendere ancor più dinami-

co e moderno il Paese in occasione del cente-

nario della repubblica voluta da Atatürk. .di Giuseppe Mancini

122 . east . europe and asia strategies numero 37 . luglio 2011 . 123

Turchia: i progetti “folli”di Recep Erdogan“Folli” sono i progetti che il primo ministro turco, Recep Tayyp Erdogan, ha presentato – per Istan-

bul, per Ankara, per Izmir, per Diyarbakir – durante la campagna elettorale in vista delle elezio-

ni politiche del 12 giugno, vinte a valanga dall’Akp che ha sfiorato la maggioranza assoluta dei

voti (49,9%) e ha ottenuto un ampio mandato (326 seggi su 550 dell’unica Camera) per formare

il terzo governo monocolore di fila. . Progetti ambiziosi e visionari, uno degli elementi carat-

TURCHIA

è stato il Kanal Istanbul a spingere i mass media tur-chi a definire “folli” anche gli altri progetti del ricon-fermato primo ministro turco Recep Tayyp Erdogan.

Il Kanal Istanbulè un Bosforo bis, un’idea non nuova, magià lanciata nel 1994 da Bülent Ecevit col nome di Istan-bul Kanali Projesi e che del resto già circolava in epocaottomana: un canale artificiale da scavare alla periferiaoccidentale di Istanbul in parallelo a quello naturale, dalMar Nero al Mare di Marmara, attraverso i distretti di Ca-talca e Silivri (l’andamento esatto del percorso non è sta-to annunciato). Sarà lungo circa 40 chilometri, largo 500metri e profondo 25: sarà una sorta di autostrada fluvialeper decongestionare il Bosforo e il centro della città, an-nualmente invaso da circa 50mila navi, tra cui pericolo-sissime petroliere. Per realizzarlo sono previsti un bien-nio di studi approfonditi per finalizzare il percorso con irelativi punti di attraversamento, poi circa otto/dieci an-ni di lavori e, in totale, 10 miliardi di dollari. Il leader del-l’Akp non ha citato la fonte: ha invece dichiarato di aver-ci pensato sin da quando – negli anni 1994-1998 – era sin-daco di Istanbul e di essersi convinto dopo le rovinoseinondazioni del 2007 e 2009.

Ma per Erdogan il Kanal Istanbul non sarà solo un ca-nale, perché ha illustrato un progetto complesso e artico-lato che avrà un impatto – positivo, almeno nelle inten-zioni – sull’energia, sui trasporti, sui lavori pubblici, sul-l’agricoltura, sull’occupazione, sull’urbanizzazione. Un

Istanbul, di due nuovi insediamenti urbani da un milio-ne da abitanti – da una parte e dall’altra del Bosforo – pertrasferirvi la popolazione di alcune zone della città mag-giormente soggette a rischio sismico e inadeguatamenteprotette. Le trasformazioni previste per la romana Ancy-ra sono eclatanti: non roboanti promesse elettorali, maprogetti già in rampa di lancio. In primo luogo, la costru-zione del più grande centro medico d’Europa: due ospe-dali generici, 19 cliniche specializzate, 7mila posti letto,un campus per la ricerca d’avanguardia; in più, verrannopotenziate le strutture dei centri termali, per farne la ca-pitale della salute e del benessere. In secondo luogo, unaforte espansione dell’industria militare, fondata sullamessa in produzione di carri armati (2013) e jet (2022),sull’attivazione di un centro per la ricerca spaziale e suisatelliti, di uno per la ricerca sui radar e la guerra elettro-nica (spesa prevista, 100 milioni di dollari per ognuno) edi un centro finanziario per rendere più agevoli le espor-tazioni. In terzo luogo, interventi di sviluppo urbano euna nuova città da mezzo milione di abitanti – Güney-kent (Città del Sud) – destinata a ospitare chi oggi vive inbaraccopoli da smantellare.

poi Erdogan ha annunciato la costruzione di trelinee della metropolitana, nuovi collegamentiferroviari suburbani, il miglioramento delle rete

progetto che serve a proteggere l’ambiente, «a preservarela natura, il mare, le aree verdi, la flora e la fauna di Istan-bul e della sua regione». In più, come suggestivamentesuggerito dall’animazione in 3D proiettata, lungo il cana-le è prevista la realizzazione di centri per mostre e con-gressi, di impianti sportivi, di nuove aree urbane, del piùgrande aeroporto turco, a Silivri. Consentirà di trasforma-re il Bosforo – liberato dal traffico navale pesante e dai ca-richi potenzialmente devastanti (petrolio, gas naturale li-quefatto, agenti chimici) – in attrazione turistica, riserva-to alle escursioni in barca e agli sport acquatici. «Il KanalIstanbul non danneggerà le risorse idriche sotterranee odi superficie – ha proseguito il premier – e non creerà inalcun modo problemi di scarsità idrica a Istanbul» e, an-zi, servirà proprio a prevenire nuovi disastri, allagamen-ti o incidenti nel Bosforo – come quello, esplicitamentecitato, della petroliera rumena Independentia, che nel1979 causò 43 morti nello scontro con un’altra nave, ri-versando in mare 100mila tonnellate di petrolio. Bruciòper 27 giorni appestando la città.

Il 25 maggio (con maggiori dettagli nei giorni seguen-ti), il premier ha poi lanciato, direttamente nella capita-le, il suo “folle” progetto per Ankara, annunciando anchenel frattempo la costruzione, nell’area metropolitana di

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Il premier turco Tayyip Erdogan.

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du). La città avrà un nuovo aeroporto civile, un nuovo sta-dio da 30mila spettatori, due nuovi ospedali, un nuovocollegamento autostradale con Sanliurfa (l’Edessa diAbramo); potrà contare sulla diga di Silvan per aumenta-re il proprio potenziale agricolo e sul progetto Dicle perrivitalizzare – in armonia tra natura e architettura – l’arealungo il Tigri. Lo sviluppo economico e una ritrovata vi-vibilità dovrebbero fungere da antidoto al separatismo ealla violenza. Ma non tutti hanno apprezzato: gli architet-ti, gli urbanisti, gli ambientalisti, le organizzazioni di ca-tegoria si sono scatenati per contestare – nell’insieme epunto su punto – la frenesia progettuale dell’Akp; hannoorganizzato conferenze, hanno inondato i mezzi d’infor-mazione di comunicati, di interviste, di editoriali infuo-cati. Alcune delle critiche più dure e categoriche sono ar-rivate da Tayfun Kahraman, urbanista e segretario dellaCamera degli architetti e degli ingegneri turchi (Tmmob),che ci ha spiegato come «la Turchia ha bisogno di grandiprogetti, ma non di quelli di cui abbiamo letto e che ver-ranno realizzati». Soprattutto per quanto riguarda Istan-bul, la spesa supererà enormemente quella annunciata:risorse finanziare da destinare «ad altre città dell’Anato-lia, per riequilibrare la distribuzione del reddito e contra-stare l’immigrazione dilagante verso Istanbul». E KanalIstanbulprovocherebbe danni incalcolabili, «distruggen-do i delicati ecosistemi delle foreste superstiti del Nord erendendo inutilizzabili i bacini acquiferi da cui la cittàdipende». Ma non verrà mai realizzato, secondo Kahra-man, perché comporterebbe un tempo di percorrenza ec-cessivo rispetto al Bosforo e il transito sarebbe scoraggia-to dal pagamento di un salato pedaggio. Il giovane archi-tetto Yasar Adnan Adanali, che è anche attivista e autoredi un graffiante blog, contesta soprattutto la mancanza diconsultazione riguardo i progetti per Istanbul, che nontrovano posto nel master plan approvato nel 2009: «Né lasocietà civile, né le forze politiche, né gli istanbulioti han-no preso parte al processo decisionale che ha prodottoquesta follia». E rincara la dose, riferendosi alla ricostru-zione della caserma degli artiglieri di Selim III a piazzaTaksim: «Non sappiamo a cosa servirà il nuovo edificio:probabilmente troveranno il modo di trasformarlo in cen-tro commerciale», come altri che stanno spuntando unpo’ ovunque in Turchia, soprattutto a Istanbul.

Ahmet Vefik Alp – architetto e urbanista, candidato asindaco di Istanbul per quattro volte con vari partiti – in-vece apprezza l’approccio di Erdogan ed è, anzi, ancora

più folle e visionario, capace di progettare un viadotto di90 chilometri tra l’Anatolia e l’isola di Cipro e un viadot-to nel Mar di Marmara – fluttuante, ancorato solamenteai fondali, un’alternativa ecologica al terzo ponte sul Bo-sforo – che collega i due aeroporti sulle sponde asiaticaed europea dela città: 15 minuti, con un treno a levitazio-ne magnetica che corre a 300 all’ora. Per il professor Alpil successo dell’Akp si spiega anche grazie a quest’imma-gine di concretezza: «Erdogan, uomo coraggioso capacedi cambiare il mondo e di suscitare nuovi entusiasmi», eil cui merito è stato quello di attivarsi per trasformare al-cune idee più volte proposte in progetti operativi. Alpnon è contrario in via di principio al Kanal Istanbul, macrede che le controindicazioni pratiche siano ineludibi-li: l’imprevedibile impatto sull’equilibrio idrologico or-mai consolidato tra Mar Nero e Mar di Marmara e il ri-schio di farlo saltare, modificando il gioco delle correntisotterranee o, peggio ancora, portando in superficiel’idrogeno solforato depositato sul fondo del Mar Neroporterebbero a una devastazione dell’ecosistema apoca-littica, che coinvolgerebbe anche gli altri Stati rivieraschi.Progetti folli, lucide critiche. .

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Izkaray: un collegamento che consentirà di tagliare il gol-fo di Izmir grazie a un viadotto di 4 chilometri e mezzo eun tunnel sottomarino di un chilometro e mezzo; e poinuovi collegamenti autostradali e ferroviari ad alta velo-cità, con tempi di percorrenza sensibilmente ridotti, nuo-ve linee della metropolitana, un nuovo porto per le navida crociera da quattro milioni di passeggeri all’anno,l’espansione del porto di Candarli, destinato ai containerper farlo diventare una delle prime dieci basi logisticheal mondo, nove nuovi porticcioli per gli yacht e il recu-pero del porto dell’antica Ephesus. L’intento di queste tra-sformazioni è quello di rendere Izmir una metropoli sem-pre più integrata con il resto dell’Anatolia e col Mediter-raneo, che aspira a ospitare – dopo la delusione del 2015– l’Expo del 2020.

iyarbakir, città sulle rive del Tigri, simbolo delcaldo Sudest curdo, beneficerà invece di un pro-gramma di interventi nel suo centro storico, il re-

stauro della cinta muraria e di circa 500 case coi materia-li tradizionali (altre 1200 realizzate ex novo prenderannoil posto delle bidonville oggi esistenti, in turco gecekon-

viaria – con la realizzazione di tre nuovi tratti autostrada-li (Ankara-Samsun, Ankara-Nigde e Ankara-Izmir) – lacentralità nel sistema ferroviario ad alta velocità, la tra-sformazione dell’università Yildirim Bayezid in centroscientifico che accoglierà studenti e ricercatori da tutto ilmondo, un nuovo stadio da 45mila spettatori (previstoper gli Europei del 2016, poi assegnati alla Francia), unavveniristico centro fieristico, il più grande zoo del Me-dio Oriente, nonché il primo giardino botanico della Tur-chia. Il premier non ha nascosto la sua compiaciuta am-bizione: «Grazie a questi progetti, faremo di Ankara unacapitale riconosciuta come esemplare in tutto il mondo».

Ulteriori progetti riguardano ancora Istanbul: la com-pleta pedonalizzazione (il traffico automobilistico verràconvogliato in tunnel sotterranei) di piazza Taksim – nelcuore della città europea – e la ricostruzione della caser-ma degli artiglieri di epoca ottomana abbattuta nel 1940(al suo posto, prima uno stadio e oggi un parco); la trasfor-mazione di Yassiada e Sivirada – isole dell’arcipelago deiPrincipi di fronte alla sponda asiatica della città (la pri-ma, tristemente famosa per il processo a Menderes nel1960) – in luoghi della memoria dotati di musei e biblio-teche, di centri congressi e alberghi. L’intervento che ca-ratterizzerà, invece, Izmir, l’antica Smirne – illustratosempre con l’ausilio di animazioni digitali – è il progetto

Un treno in Turchia. La tomba di Atatürk ad Ankara.

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