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Buon compleanno, Metallica!

A lezione di zumba con Steve Boedt

Turchia, un museo

a cielo aperto

15.10.2011 anno VII n. 15

FIFA 12

pag. 06-07

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panorama giovani

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Sì, viaggiare

di Antonella Paladin

Turchia, un museo a cielo aperto

Antalya la dolce. Così l’hanno sempre chiamata i popoli

dell’Anatolia. Sarà per la salutare aria del Mediterraneo, per l’ inconfondibile paesaggio, la cittadina situata nell’omonimo golfo, con una costa bella e frastagliata da variare il colore in continuazione, dal corallo di alcuni scogli al turchese delle acque marine, affascina il visitatore che arriva per la prima volta. E così è stato anche per me.

Le fortune turistiche di questa ri-dente città costiera sono dovute alla sua incantevole posizione in una baia ai piedi della catena montuosa del monte Tauro, alle ampie spiagge e al clima quasi subtropicale.

Situata in un paesaggio morfolo-gicamente contrastato Antalya, prin-cipale stazione balneare della Tur-chia, è una città attraente in cui do-minano i viali di palme e il marina.

Il parco di Atatürk a quello di Karaalioğlu i fiori esotici multicolo-ri e il mare scintillante della baia con le montagne sullo

Le vacanze sono finite da un po’ però i sapori e i ricordi dell’estate non sbiadiscono

L’entrata alla spiaggia “Moonlight beach”

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Turchia, un museo a cielo apertosfondo rivelano le ragioni del succes-so di Antalya, considerata una sta-zione turistica molto popolare.

La marina di Kaleiçi è il centro a partire da cui si snoda tutta movi-da ad Antalya. Il pittoresco quartie-re dei pescatori, con le tipiche case ottomane in legno tra cui svettano i minareti delle moschee, le vecchie mura della città, illuminate di notte, creano un’atmosfera suggestiva.

La nostra “base” si tro-vava nella cittadina di Kemer, presso l’alber-go “Wiking Star” che è sinonimo d’estate.

Kemer offre una miriade di siti da visitare tutti molto interessanti per i turisti e villeggianti provenienti da tutto il mondo. Sono moltissimi i turi-sti russi e scandinavi, e quasi sicura-mente la più grande attrazione di Ke-mer è proprio la sua bella costa me-diterranea.

Le spiagge che costellano la baia sono un eccellente esempio di costa che è riuscita a preservare la sua bel-lezza selvaggia. Le spiagge sono fat-te di un misto di pietre, ciottoli e sab-bia e tutte sono circondate da acque color turchese e smeraldo.

Una tra le più belle spiagge è senz’altro la “Moonlight beach”, chi-lometri e chilometri di sabbia finissi-ma, e se avete la fortuna, noi l’abbia-mo avuta, potrete nuotare con le.... tartarughe marine Caretta Caretta, un’esperienza davvero unica ed indi-menticabile.

L’isola di KekovaTra le gite che abbiamo fatto in-

dimenticabile si è rivelata la giorna-ta trascorsa su di un veliero che ci

Le vacanze sono finite da un po’ però i sapori e i ricordi dell’estate non sbiadiscono

Demre, la chiesa di San Nicolò

ha portati sino all’isola di Kekova e alla città di Kaş.

Abbiamo visto le rovine parzial-mente sommerse di Apollonia, città distrutta da un terremoto nel secon-do secolo d.c., le tombe licee del vil-laggio di Kaleköy – l’antica città Si-mea e ci siamo immersi in un mare.. turchese. Kaleköy, detta localmente “Kale”, (l’antica Simena) è un sito archeologico dell’antica civiltà licia, situato in uno dei punti più belli della costa turca.

Pamukkale, le piscine naturali

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Sì, viaggiare

È un piccolo villaggio le cui rovi-ne, in parte sommerse, comprendo-no la città di Aperlae ed un castello. Vi si trovano pensioni e ristoranti di pesce che servono il pescato gior-naliero e piatti tradizionali della cu-cina nazionale. L’accesso al villaggio è possibile solo via mare.

Nella programmazione del viag-gio abbiamo avuto il tempo per vi-sitare Myra, meravigliose tombe ru-pestri sovrastanti l’imponente tea-tro romano e la tomba bizantina di San Nicola.

Alle sorgenti di PamukkaleUn’altra gita indimenticabile è

stata quella alle sorgenti termali di Pamukkale, che tradotto dal turco si-gnifica “Castello di cotone” offrono grandiosi spunti per delle straordina-rie fotografie. Il contrasto dei colori chiari dei depositi calcarei e di gesso è magnifico con il turchese delle ac-que che formano bacini sovrapposti a più livelli, dove poter fare il bagno nelle calde acque fumanti.

Ogni secondo, 250 litri di acqua calda sgorgano dalla sorgente. L’acqua contiene grandi quanti-tà di idrogeno e di car-bonato di calcio, che si fondono per formare bi-carbonato di calcio.

Questo fenomeno naturale forma spessi strati di calcare bianco e tra-vertino che cadono semplicemen-te lungo i pendii montani, come fos-sero un cascata congelata: è que-sto uno degli spettacoli naturali più belli di tutta la Turchia.Arrivati alla fine delle sorgenti, c’è la famosa piscina di Cleopatra, la leggenda narra che l’ultima regi-na d’Egitto fosse così bella proprio perché faceva il bagno in queste acque termali.

Il sito di Hierapolis, che si visita abitualmente assieme a Pamukka-le, è un enorme complesso arche-ologico risalente al II secolo a.C. Questa meravigliosa zona, essen-do situata vicino alle acque di Pa-mukkale, divenne centro termale conosciuto sin dall’antichità.

Oltre per i favolosi ed incante-voli paesaggi questa terra va ricor-

data per l’ospitalità e la gentilezza della sua gente, pronta ad aiutare e fornire indicazioni anche quando la lingua costituisce un vero e proprio problema. Ottimi i sapori della cuci-na locale, sempre speziata ma mol-to particolare, mentre nei “souk” non c’è che l’imbarazzo della scel-ta sul ricordino da portarsi a casa, quel piccolo pezzo di Turchia che aiuta a ricordare una bella vacan-za. Insomma la Turchia è un museo a cielo aperto. Purtroppo, il nostro viaggio si è concluso dopo una set-timana.

Il ritorno a casa non è stato però triste: mi aspetta l’emozione di ve-dere le foto fatte, di scrivere que-sti appunti e, soprattutto, pensare a qualche nuova avventura.

Il Villaggio dei pescatori sull’isola di Kekova

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Light/White Heat”), il songrwri-ter simbolo di New York ha deciso di sconvolgere pubblico e critica con questa curiosa collaborazio-ne. “Un matrimonio in Paradiso”, come lo ha definito Reed.

I Metallica d’altra par-te, dopo un inizia-le momento di panico dovuto all’impatto con un altro universo musi-cale, hanno iniziato di buona lena ad arran-giare i brani traendo spunto dal ritmo del-la voce di Lou e dalle sequenze elettroniche utilizzate nella demo a loro pervenuta.

Il disco è quasi completato e uscirà nei negozi il prossimo 30 ottobre. Il primo singolo estrat-to, “The View”, ha visto la luce lo scorso 25 settembre. Il brano

di Sandra Russian

La band trash metal festeggia 30 di carriera con una splendida collaborazione

Buon compleanno, Metallica!

Metallari di tutto il mondo, udite udite! È difficile

che non lo sappiate già, ma vogliamo ricordarvelo lo stesso: in questo mese di ottobre i mitici “Metallica” festeggiano i primi 30 anni di vita! In loro omaggio un gruppo di fans italiani ha realizzato, attraverso il canale You Tube, un nuovo documentario sulla band della durata di un’ora e mezza, in cui viene ripercorsa passo per passo, dal 1981 al 2011, la storia di Hetfield e compagni.

Il documentario, che utilizza filmati di repertorio tratti da varie fonti come dvd, trasmissioni tele-visive, interviste radio, ecc, è sta-to creato da “ZonaMetallica” e “MilanicaChannel” e diffuso tra-mite You Tube in piccoli filmati da 15 minuti circa. Vi consigliamo di vederlo, anche perché completa-mente gratuito.

E sapete le ultime news sul vo-stro gruppo preferito? Riguarda-no una splendida collaborazione con il rocker dannato dei “Velvet Underground”, Lou Reed. Dopo l’esibizione alla “Rock and Roll Hall of Fame” di New York, di due anni fa, i Metallica e il composito-re americano sono tornati di nuo-vo insieme con un nuovo EP di brani inediti scritti da Reed e ispi-rati alle “Lulu Plays”, una serie di due opere teatrali dello scrittore tedesco Frank Wedekind: “Earth Spirit” e “Pandora’a Box”.

Inizialmente il progetto è nato come una produzione per il teatro ma dopo aver ascoltato i Metal-lica alle prese con due classici di Lou Reed (“Sweet Jane” e “White

è particolare e ascoltandolo (an-date su You Tube), sembra che i Metallica facessero il loro lavoro e Lou Reed il suo, senza perdere tempo a cercare di venirsi incon-tro. Per saperne di più non ci re-sta che aspettare l’uscita di que-sta chicca discografica.

Lars Ulrich

James Hetfield

Kirk Hammett

Robert Trujillo

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iPod Touch alla stregua di un vero e proprio pad. Tramite la connessione bluetooth infatti è possibile mettere in comunicazione gli apparati grazie al software ad hoc EASPORTS GA-MEPAD.

Restando in tema di novità balza subito all’occhio la new en-try Sfida Giornalie-ra, la quale interfac-ciandosi al sistema ad hoc Origin propo-ne ogni giorno una si-tuazione di gioco dif-ferente, ovviamente da portare a termine.

Verrà chiesto al giocatore, ad esempio, di ribaltare il risultato di una partita in corso, segnare il goal della vittoria su punizione et similia, contando solamente su tre tentativi. I propri risultati saranno memorizza-ti e condivisi sulla piattaforma online Origin, previa registrazione.

Senza ombra di dubbio la vera quinta essenza di FIFA 12 risiede nella Modalità Allenatore. Il gioca-tore per l’occasione si dovrà tra-sformare in un vero e proprio player manager e gestire in toto il proprio team preferito. La società assegne-

06Hi-teh

a cura di Igor Kramarsich

Mentre imperversa la diatriba annuale tra i sostenitori di

Pro Evolution Soccer e i seguaci di FIFA sulle console casalinghe, Electronic Arts rilascia, senza troppi fronzoli, la versione per iOS di FIFA 12, battendo sul tempo il competitor Konami e presentando un software totalmente rinnovato, soprattutto a livello tecnico. Continua quindi la striscia positiva del calcio di casa EA, caratterizzato dalla totale libertà d’azione e movimento.

Semplicemente FIFACome nei sui predecessori, FIFA

12 presenta la classica miriade di squadre licenziate dei più dispara-ti campionati di calcio presenti sulla faccia della Terra. Più precisamente ci troviamo di fronte a circa trenta leghe differenti, contenenti ovvia-mente i roster aggiornati all’ultima finestra di mercato. In questa pri-ma versione (iPad) del titolo è pos-sibile solamente sfidare la CPU in competizioni offline, scegliendo tra la classica amichevole, allenamen-to e calci di rigore. Da sottolinea-re la presenza della nuova modali-tà Controller, nella quale è possibile sfidare un amico in locale utilizzan-do un dispositivo iPhone 3GS, 4 o

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rà determinati compiti da portare a termine, un budget limitato utile alla compravendita di giocatori, ristrut-turazione dello stadio e migliora-menti dello staff tecnico, il tutto co-adiuvato da una serie di obbiettivi secondari ma necessari al manteni-mento del morale ai massimi livelli.

Immediatamente profondoIl sistema di controllo viene ov-

viamente semplificato rispetto alla versione casalinga, presentando so-lamente tre tasti adibiti a tiro, pas-saggio e corsa. Se in un primo mo-mento la soluzione sembra riduttiva, dopo un po’ di allenamento questa configurazione risulta studiata ap-profonditamente dato che i diver-si tempi di pressione o lo strisciare dello stesso pulsante verso deter-minate direzioni attivano differenti azioni. Il pallonetto ad esempio vie-ne eseguito sfruttando il tasto del tiro, trascinandolo verso l’alto. Ci troviamo quindi di fronte a un game-play ricco di possibilità e opzioni dif-ferenti, nel quale una buona dose di allenamento risulta necessaria, so-prattutto per abituarsi al meglio al pad virtuale e alla totale mancanza dei classici punti di riferimento fisici che possiedono i joypad.

Tempo di cambiamenti anche durante i calci dal fermo: una volta pronti a battere la punizione, il ri-gore o il calcio d’angolo, il giocato-re dovrà strisciare il dito partendo dal pallone e direzionandolo verso la porta, collegando in maniera pro-porzionale la velocità di movimen-to alla potenza dei tiro. Interazione

già vista in uno dei titoli più scarica-ti nell’AppStore, il tanto acclamato Flick Kick Football.

L’occhio vuole la sua parteIl comparto tecnico compie final-

mente il salto di qualità tanto atteso ed EA propone finalmente un moto-re grafico in grado di ricostruire mo-delli poligonali davvero somiglianti alla controparte reale. Le animazioni proposte risultano sempre perfette e non scadono mai in torsioni impos-sibili, garantendo una gestione de-

gli impatti davvero convincente. Lo stesso plauso va alla ricostruzione degli stadi e dei campi di gioco, più di trenta disponibili e davvero spet-tacolari.

La immancabile tracklist propo-ne come al solito una serie di trac-ce audio accattivanti ma una volta messo il piede in campo ci si ritro-va ad ascoltare una telecronaca che non convince pienamente. Unica nota dolente che sparisce di fronte alla beltà dei numerosi aspetti posi-tivi dell’intera esperienza.

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Brod, Pola, Rovigno, Zagabria... E si parte subito in quinta, non c’è tempo da perdere. Steve è sul pal-co e seguire ogni suo movimento è d’obbligo. Salsa, samba, merengue, cumbia, reggeaeton, free style si al-ternano passo dopo passo, proprio come si addice alle coreografie tipi-che dello zumba.

Credetemi, prendere parte ad una sua lezio-ne è uno spettacolo da non perdere. Magari solo come spettatori.

Anche se ho la sensazione che a sudare siano state pure le ossa, un’ora passa velocemente. Steve è una persona simpaticissima, sola-re. Ci chiede subito come si saluta in croato e prima di partire accetta volentieri di posare per una foto di gruppo. Ma dove va? Subito dopo la seconda lezione di step e zumba al pomeriggio, Steve prende i suoi bagagli e parte per Parigi. E già, alla sera lo attende un’altra lezione nella città più romantica del mondo. Wow, questa sì che è vita! Fare un lavoro con tanta passione, partire dal Belgio per insegnare al mattino a Zagabria e poi volare alla sera a Parigi. Che uomo!

Sabato mattina. Suona la sveglia: sono le 5.30. Acc...ma chi

me lo fa fare? Mi guardo allo specchio e penso: ne varrà la pena? Speriamo! Destinazione: Zagabria, fiera dello sport e del tempo libero SKOK 2011 al quale prendono parte tutti i migliori istruttori di fitness, aerobica, pilates. Il nostro scopo, quali membri del gruppo Zumba Rijeka, capitanati da Matea Knez, è quello di partecipare al masterclass di zumba presentato da Steve Boedt e di presentare questo tipo di fitness presso il centro commerciale “Arena centar”.

Steve è una specie di guru nel campo del fitness. È uno dei quat-tro migliori istruttori a New York, viaggia ed insegna in tutto il mon-do (Giappone, Europa, USA, Ca-nada, Australia, Nuova Zelanda, Cina, Corea del sud…) e fa par-te del prestigioso NIKE Elite team del Belgio. Vanta inoltre il titolo di istruttore ZES (Zumba Educational Specialist).

Ed ecco che alle 8.45 in pun-to, presso la facoltà di cinesiologia di Zagabria, entra in palestra Ste-ve: bello, alto, carismatico e pieno

di energia! Grida e applausi partono a raffica da tutte le parti della pale-stra. Ci sono ragazze e ragazzi pro-venienti un po’ da tutta la Croazia. Quelli che fanno parte del nostro team arrivano da Gospić, Slavonski

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Spiritus movens

A lezione di con Steve Boedt

È uno dei quattro migliori istruttori a New York

di Patrizia Chiepolo Mihočić