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Tunisia 4 Report d'indagine S E S S U M S T C istema conomico, istema colastico e niversitario, obilità per motivi di tudio, ratti ulturali

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istema conomico,istema colastico e niversitario,obilità per motivi di tudio,ratti ulturali

�������� Il report è stato prodotto nel quadro delle attività di indagine previste dal Progetto IMOS - International MObility Survey (PA 2004-0010/Ab; 2004-0011/Ab; 2004-0012/Ab), finanziato da ARSTUD di Bologna nell’ambito del programma FSE Ob. 3 Mis. A2 – Anno 2004. Il progetto è stato realizzato dall’Associazione Temporanea di Impresa composta da ASTER, PROFINGEST, FONDAZIONE ALDINI VALERIANI. Il report fa parte di una collana che comprende i seguenti titoli: • Cina, a cura di Romeo Orlandi – PROFINGEST • India, a cura di Sauro Mezzetti - ASTER • Marocco, a cura di Claudia Cantagalli e Adriano Gasperi - FONDAZIONE ALDINI VALERIANI • Tunisia, a cura di Adriano Gasperi – FONDAZIONE ALDINI VALERIANI

Le attività progettuali sono state coordinate da Maria Grazia D’Angelo - ASTER. Bologna, novembre 2005

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INDICE

1. DESCRIZIONE DEL PAESE E DEL SISTEMA ECONOMICO 1

1.1 Quadro macroeconomico 2

1.2 Relazioni economiche internazionali e commercio estero 5

2. RAPPORTI ECONOMICI CON L'ITALIA E CON IL TERRITORIO DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA IN PARTICOLARE 8

3. DESCRIZIONE DEL SISTEMA SCOLASTICO E UNIVERSITARIO 10

3.1 Il Sistema educativo e scolastico 10 3.1.1 Il Sistema universitario 12

3.2 Cenni sullo stato della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico in Tunisia 13 3.2.1 Gli Organi di Governo della Ricerca 14 3.2.2 Alcuni indicatori. 15 3.2.3 Le strutture per la ricerca 15 3.2.4 I programmi di Ricerca e Sviluppo 17 3.2.5 L’innovazione tecnologica 18 3.2.6 I rapporti italo tunisini in campo scientifico e tecnologico 19

3.3 Il tirocinio in Tunisia 21 3.3.1 Definizione 21 3.3.2 Quadro normativo di riferimento e durata 22 3.3.3. Il tirocinio lavorativo per studenti stranieri 22 3.3.4 Strumenti utilizzabili ai fini dell’effettuazione di un tirocinio in Tunisia. 23 3.2.5 Altre opportunità di stage e di studio in Tunisia 24

4. ANALISI DEI FLUSSI DI STUDENTI ESISTENTI E POTENZIALI E CARATTERISTICHE SOCIO-ECONOMICHE DEI TERRITORI DI PROVENIENZA 26

5. SISTEMI DI RECIPROCITÀ: RICONOSCIMENTO DEI TITOLI DI STUDIO E ACCORDI BILATERALI DI COOPERAZIONE 27

6.TRATTI CULTURALI 30

APPENDICE: ALCUNE INFORMAZIONI PRATICHE UTILI 32

ALLEGATO 1: CONVENZIONE CON UNIVERSITÀ 35

ALLEGATO 2: CONVENZIONE DI STAGE 37

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1. Descrizione del paese e del sistema economico La Tunisia, che si estende su di un’area di circa 164.000 Km² è uno dei paesi meno estesi dell’area mediterranea, con una popolazione di poco superiore ai 9,9 milioni di abitanti il 66% dei quali risiedono nelle principali città tra le quali, sono da segnalare, la Capitale Tunisi, Sfax, al Sud, Sousse, al Centro, Bizerte e Nabeul al nord. Il paese gode di un clima mediterraneo al nord e lungo le coste, che si sviluppano per circa 1300 km, al centro di un clima continentale che si trasforma in desertico man mano che si scende verso le regioni meridionali.

Il Paese confina a SE con la Libia, a SW e a W con l’Algeria. Il fuso orario è lo stesso dell’Italia e, dall’estate 2005, anche in Tunisia viene applicata l’ora legale. Sul piano amministrativo operano 24 governatorati, 254 delegazioni e consigli locali di sviluppo e 257 municipi. Con una crescita demografica contenuta (1,2%) e con indicatori sociosanitari buoni (aspettativa di vita superiore ai 72 anni, mortalità infantile del 2,1%, alfabetizzazione 72,1% e scolarizzazione 76%), la Tunisia gode di un indice di sviluppo umano (0,74) che la pone attorno al 90 posto a livello mondiale (su 175 paesi), Lingua ufficiale del paese è l’arabo, ma il francese e, sia pur in misura inferiore, l’italiano, sono parlati comunemente quantomeno nelle città. L’alta penetrazione della lingua italiana è dovuta in prima istanza alla presenza, da oltre trent’anni, dei programmi di RAI 1 che trasmette sulle onde herziane, e, grazie a ripetitori terrestri, viene diffusa su buona parte del paese. La religione prevalente è la musulmana, ma alle altre religioni è riconosciuta la libertà di culto. La Tunisia è una Repubblica Presidenziale e trae fondamento dalla

Costituzione del 1959. Il potere legislativo è esercitato da un Parlamento Bicamerale, composto dalla Camera dei Deputati (della quale fanno parte 182 deputati eletti a suffragio universale per un periodo di 5 anni) e dalla Camera dei Consiglieri (introdotta dalla Riforma Costituzionale del 2002), che dipende direttamente dal Capo dello Stato, il quale presiede altresì il Consiglio dei Ministri, esercitando il potere esecutivo. Il Paese, già da qualche anno, sta vivendo un’intensa fase di sviluppo e di modernizzazione, grazie alla stabilità sul piano politico, economico e finanziario sulla quale può contare. In tale contesto, significativo è il sostegno che il Governo tunisino sta riservando dagli inizi degli anni novanta al comparto scientifico e tecnologico ed alla formazione superiore, il che ha determinato la creazione di un notevole patrimonio di competenze a livello medio-alto in materie scientifiche e tecnologiche.

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Il passo successivo, introdotto con il X Piano di Sviluppo (2003-2006), è stato quello di realizzare un maggior coordinamento del sistema formazione/ricerca e di promuovere le sinergie tra mondo accademico-scientifico e mondo imprenditoriale. A tale scopo è stato lanciato un progetto nazionale che prevede la realizzazione di dodici poli tecnologici “tematici”, situati nei governatorati che dispongano già di adeguate infrastrutture. Nel giugno 2005 la Banca Europea per gli Investimenti – BEI ha accordato alla Tunisia, nel quadro della FEMIP – Facilité euro-mediterranéenne d’investissement et de Partenariat, un prestito di 80 milioni di euro destinati allo sviluppo di cinque tecnopoli localizzate a Biserta (Agro alimentare), Monastir (Tessile-abbigliamento), Sfax (Informatica-telecomunicazioni), Sidi Thaber (biotecnologie-prodotti farmaceutici) e Sousse (Ingegneria meccanica ed elettronica). La realizzazione dei poli tecnologici mira a favorire la maturazione e la creazione d’imprese innovatrici che possano valorizzare i risultati della ricerca stimolando al contempo la creazione di posti di lavoro per diplomati e laureati, migliorando in definitiva la competitività del sistema paese. Un clima socio-politico caratterizzato dalla coesistenza di condizioni favorevoli (stabilità politica, economica e finanziaria, disponibilità di un consistente patrimonio di risorse umane a livello medio-alto) ha fatto sì che la Tunisia, con la sua crescita demografica controllata e tra le più basse nel continente Africano, con una crescita economica per decenni abbastanza sostenuta (in media del 5% annuo), ed un aumento costante del reddito pro-capite (da 600 euro nel 1957 a 2400 euro nel 2004), costituisca un richiamo per gli investitori, soprattutto europei ed in particolare italiani. A fine 2004 erano oltre 700 infatti le PMI in qualche modo legate all’Italia, presenti nel paese. Oltre alle ragioni sopra ricordate, altre condizioni contribuiscono ad attrarre gli investimenti stranieri, sia sotto forma di investimenti diretti sia sotto quella di acquisizioni azionarie, (facile accesso al mercato dell’Unione europea, disponibilità di infrastrutture adeguate, basso costo comparativo dei fattori di produzione). I principali investitori stranieri sono la Francia (23,9%), l’Italia (22,6%), la Spagna (8,5%), la Germania (8,3%), la Gran Bretagna (5,5%) e gli USA (4,3%). Gli investimenti esteri diretti (IDE) verso la Tunisia hanno superato gli 870 Milioni di Euro annui, nel corso dell’ultimo decennio, in linea con altri mercati regionali di maggiore taglia, quali Marocco ed Egitto. L‘IDE è concentrato soprattutto nelle industrie manifatturiere: particolarmente nel settore del tessile-abbigliamento, cuoio e calzature, ma anche meccanico e metallurgico, chimico, elettrico e, più di recente, elettronico. L’IDE occupa anche un posto importante nel settore turistico, (oltre il 27% dei capitali esteri investiti) e nei servizi (informatica, telecomunicazioni e consulenza). 1.1 Quadro macroeconomico L’economia tunisina, in questi ultimi anni ha conosciuto un importante sviluppo grazie all’incremento del libero mercato; la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale ed altre maggiori istituzioni finanziarie citano spesso il “modello tunisino” quale esempio concreto di sviluppo economico e sociale. Nell’arco di poco più di trent’anni, infatti, la Tunisia è passata dal sottosviluppo al rango di nazione di recente industrializzazione. Tali ottimi risultati sono stati ottenuti grazie alle scelte adottate dalla dirigenza del Paese, quali una rigorosa politica monetaria, l’attuazione di un serio programma di riforme, realizzate nel quadro dei piani quinquennali di sviluppo, e l’introduzione di incentivi strutturali. La situazione macroeconomica della Tunisia è sostanzialmente solida, anche se si deve notare la comparsa di alcuni fattori di rischio, quali l’elevato tasso di disoccupazione ed un significativo deficit commerciale, reso, negli anni recenti ancor più marcato a causa di un importante aumento dell’importazione di beni di consumo, anche di lusso.

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La Tunisia fa parte dell’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio) ed il Governo è impegnato in una politica di liberalizzazione delle importazioni così da raggiungere un regime di libero scambio, pur mantenendo ancora alcune restrizioni su determinate aree, come il tessile. La struttura produttiva dell’economia tunisina appare moderatamente diversificata e si basa sostanzialmente su quattro settori principali: agricoltura, industriale/manifatturiero, energetico e servizi. L’agricoltura sta assumendo una notevole importanza sul piano commerciale, nonostante la sua incidenza sul PIL (11,8%), ed il suo peso sull’occupazione (16,5%) siano minori rispetto agli altri due settori. La Tunisia, quarto esportatore mondiale di olio di oliva, e primo esportatore di datteri, sta creandosi nuovi spazi commerciali sia nel settore delle primizie sia in quello dell’agricoltura biologica. Le esportazioni agroalimentari sono aumentate tra il 2003 ed il 2004 del 165% (con un aumento del 519% per quanto riguarda l’olio di oliva). La politica di sviluppo messa in atto dal governo per questo settore ha visto la definizione di nuovi obiettivi per il periodo 2002-2006, tra cui la creazione di un osservatorio nazionale dell’agricoltura (ONAGRI), che ha il compito di monitorare tutte le informazioni sulla politica agricola ed analizzare l’evoluzione dei mercati esteri. Inoltre, dal 2003 tra i provvedimenti attivati vi è stato:

- Il potenziamento delle attrezzature agricole - La diversificazione della produzione attraverso l’introduzione di nuove culture, lo

sviluppo della capacità tecnica delle industrie agro-alimenari e l’incentivazione dell’agricoltura biologica;

- Il lancio di un terzo programma di sviluppo rurale integrato (PDRI) per favorire il progresso nelle campagne.

Il comparto industriale / manifatturiero contribuisce per il 33,2% alla formazione del PIL e per il 34% all’occupazione e comprende oltre 12.000 aziende (più di 1700 straniere, delle quali 1430 in regime off-shore ed oltre 970 a capitale totalmente straniero). I settori cardine del tessuto industriale tunisino sono quello del tessile ed abbigliamento, del cuoio e delle calzature e dell’agro alimentare. Questi settori, ed in particolare il tessile, hanno cominciato a risentire della pesante situazione internazionale, caratterizzata dalla aggressiva presenza cinese ed indiana sui mercati mondiali; tuttavia in Tunisia si stanno sviluppando, anche grazie all’ampia disponibilità di manodopera qualificata, settori ad alto contenuto tecnologico quali, elettronica, componentistica per auto, farmaceutica e chimica fine. In Tunisia possono operare tre tipologie di imprese:

a. Totalmente esportatrici, la cui produzione deve essere destinata prevalentemente all’esportazione (con la possibilità di un limitato accesso al mercato interno, dal 30% della produzione per il settore agricolo e della pesca, al 20% per il settore manifatturiero); Tali imprese godono di un regime doganale privilegiato (importazione in assenza totale di diritti per materie prime, semilavorati, macchine, mezzi di trasporto ecc.), di adeguati incentivi fiscali e di procedure semplificate,

b. Parzialmente esportatrici, che godono di regimi doganali sospensivi i dazi e tasse doganali;

c. Produttrici per il mercato interno, sottoposte ad un attento controllo doganale. Un importante strumento ai fini dell’ammodernamento del settore industriale tunisino si è rivelato l’Accordo di Associazione con l’UE, a seguito del quale la Tunisia ha adottato un impegnativo programma di ristrutturazione dell’organizzazione delle imprese-programma più noto come “mise a niveau”, il cui obiettivo generale principale è quello di preparare il Paese ad affrontare la competizione internazionale. Il programma, che beneficia di contributi della Banca Mondiale, dell’UE e del governo tunisino, prevede una serie di interventi finalizzati al miglioramento tecnologico delle imprese, alla riqualificazione del personale, all’impiego di tecniche di management appropriate ed al miglioramento dei “servizi esterni di supporto alle imprese”, quali infrastrutture, comunicazioni, sistema finanziario e creditizio, ecc. Il programma

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è riservato alle società tunisine, mentre le società estere possono parteciparvi attraverso joint-ventures con partners locali ed in tal senso offre un’occasione per le PMI italiane che vogliono entrare nel mercato tunisino. Più specificatamente, la prima fase di realizzazione di questo programma è stata caratterizzata dall’azione di adeguamento dell’industria tunisina alla concorrenza internazionale. Mentre, nell’attuale fase, il governo della Tunisia si sta concentrando nella ricerca di finanziamento per la messa in opera o per il completamento di importanti iniziative infrastrutturali come 5 nuovi assi autostradali, la costruzione dell’aeroporto di Enfida, il miglioramento dei porti, il potenziamento della rete e della produzione idrica (Rapporto Paese, ICE). Il settore che contribuisce in percentuale maggiore alla formazione del PIL (55%, con una quota occupazionale del 49%) è quello dei servizi, con il turismo in primo piano, che rappresenta la seconda fonte di entrata di valuta straniera nel paese. Numerose strutture alberghiere e turistiche sono state realizzate negli ultimi anni, ma, dopo un 2000 eccezionale per numero di presenze, negli anni successivi, a causa delle tensioni internazionali che hanno fatto seguito agli attentati terroristici dell’11 settembre, il comparto ha mostrato segni di crisi. Il 2005 si presenta invece come l’anno della piena ripresa del turismo in Tunisia, che rimane la prima destinazione turistica nel sud del Mediterraneo e la seconda in Africa Tra le priorità del X Piano di Sviluppo in corso di realizzazione infrastrutture e trasporti ricevono particolare attenzione. La rete stradale principale e secondaria copre oltre 23.000 km, per la maggior parte asfaltata e mediamente in un buono stato di manutenzione, tuttavia è insufficiente rispetto al rapido incremento dei veicoli in circolazione. La rete ferroviaria attraversa il paese da nord a sud lungo la costa raggiungendo, con altri quattro rami, le città che si trovano all’interno del paese, per un totale di 2.200 km. La Tunisia dispone di otto porti commerciali e di una ventina di porti minori, e di porti turistici, che richiamano centinaia di imbarcazioni da diporto dall’Europa, soprattutto durante il periodo invernale. I collegamenti aerei, di buon livello, sono operati dalla compagnia di bandiera nazionale Tunisair e da alcune piccole compagnie private. Per quanto riguarda i trasporti il Governo è orientato alla deregolamentazione del settore ed alla privatizzazione, avviata nel settore del trasporto su strada e proseguita con la vendita del 20% della compagnia di bandiera. Un vigoroso programma di modernizzazione sia dei mezzi di trasporto sia delle infrastrutture (rete viaria ed autostradale, porti ed aeroporti) è in corso di realizzazione. In sintesi, nel primo semestre del 2005 l’economia tunisina continua a risentire degli effetti postivi manifestatisi nel corso dell’anno precedente per quanto riguarda sia la campagna agricola sia la ripresa dei settori turistico ed industriale In tab. 1 è riportato l’andamento di alcuni dati macroeconomici della Tunisia nell’ultimo ventennio, ed in relazione all’Italia 1982 1992 2001 2002 2003 Italia2003 Popolazione (milioni) 9,7 9,8 9,9 58,7 Tasso crescita colazione 1,2 1,2 1,08 -0,1 Superficie kmq(migliaia) 163,6 163,6 163,6 301.308 Aspettativa di vita 72,4 72,7 73 78,4 PIL (miliardi di $) 8,1 15,5 20,0 21,2 21,5 1.180.9 Reddito pro capite ($) 2.070 2.000 2.400 18.960 Disoccupazione (%) 15 15 14,9 9,1 Tasso di inflazione 2,8 2,7 2,7 2,7

Esportazioni (fob) (milioni $) 1.980 4.014 6.606 6.857 7.275 250.998

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Importazioni(cif) (milioni$) 3.389 6.432 9.521 9.503 9.847 241.088 Saldo (milioni$) -1.409 -2.418 -2.915 -2.646 -2.572 +9.910 Esportazione merci e servizi/PIL 36,9 39,5 47,1 44,3 44,4 28,3

Saldo bilancia pagamenti (milioni $) -856 -1.005 +259 +40 +385 -8.018

Bilancia delle partite corr -748 -1.089 -863 -746 -685 -7.177 Riserve compreso oro (milioni $) 614 862 1.999 2.301 2.845 55.662

Tasso cambio DT/$ 0,6 0,9 1,4 1,4 1,3 Servizio del debito/ esportazioni 16,2 20,0 13,9 15,4 14,9

Debito totale/PIL 46,4 55,1 54,5 57,2 58,7 109,8 Investimenti/PIL 31,7 34,3 27,9 25,8 24,2 19,7 Risparmio nazionale/PIL 22,5 28,4 23,6 22,4 21,7 20,3 Deficit di bilancio -2,2 -3,0 -3,5 -3,1 -2,9 -2,2

(Fonte: World Development Indicators database) Brevetti e proprietà intellettuale. L’ente nazionale preposto all’applicazione delle norme legislative in tema di proprietà industriale è l’Institut National de la Normalisation de la Proprietè Industrielle (INNORPI), che rilascia inoltre brevetti nazionali. La registrazione dei marchi di fabbrica non è obbligatoria, ma per rivendicarne l’esclusiva è necessario il deposito del marchio presso l’INNORPI. Cessione di licenza, cessione di Know how e contratti per servizi specializzati sono le principali forme di trasferimento tecnologico in uso in Tunisia. 1.2 Relazioni economiche internazionali e commercio estero La Tunisia è membro delle Nazioni Unite e della Lega degli Stati Arabi e, a partire dalla fine degli anni ’80, ha avviato una politica di liberalizzazione dell’economia che portato questo Paese a stringere accordi e a far parte di importati organismi internazionali, quali: � GATT (General Agreement on Tariffs and Trade – 1990): porta all’adozione di una

legislazione interna favorevole alla liberalizzazione dell’economia (L.94/41 del 07/03/1994); � OMC (1994): la Tunisia si impegna ad accentuare l’eliminazione delle licenze

all’importazione; � Unione Europea: nel marzo 1998 è entrato in vigore l’accordo di libero scambio che

prevede l’eliminazione graduale dei diritti doganali sui prodotti provenienti dall’UE. Il principale obiettivo dell’accordo è l’integrazione dell’economia tunisina nello spazio economico euro-meditteraneo; la Tunisia è anche il primo paese dell’area mediterranea ad aver recepito nel 2005 la “politica di buon vicinato” con l’U.E.

� UMA: la Tunisia si è fatta promotrice dell’Unione economica dei Paesi del Maghreb che comprende anche il Marocco, la Libia, l’Algeria e la Mauritania, nonché l’integrazione con i Paesi Arabi in particolare con quelli produttori di petrolio.

Altri organismi internazionali presenti in Tunisia sono: ONU, ONUDI (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale), Comitato Permanente Costituito Consultivo del Maghreb, Unione delle Amministrazioni Portuali del Nord-Africa, FMI (Fondo Monetario Internazionale), BIRS (Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo) e Gruppo Banca Africana di Sviluppo, la cui sede centrale si trova a Tunisi.

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Il governo tunisino ha inoltre stretto numerosi accordi commerciali con numerosi partner ed a partire dal 2001 ha dato l’avvio all’abbattimento tariffario previsto dall’accordo di associazione con l’U.E., vista dell’apertura del mercato al commercio internazionale. Tale situazione pone le autorità di governo del paese di fronte alla necessità di mettere in atto tutte le misure necessarie per garantire la qualità e la competitività di servizi e prodotti. Nel concreto, sono stati decisi importanti investimenti nell’industria elettrica e meccanica nonché per la formazione e qualificazione delle risorse umane necessarie per sostenere la crescita economica. Per quanto riguarda il commercio con l’estero, sia le esportazioni che le importazioni devono avvenire con appropriata autorizzazione rilasciata dal Ministero per il Commercio estero. Per quanto riguarda le esportazioni della Tunisia queste rappresentano il 30.9% del PIL, mentre le importazioni raggiungono il 40.8%. Dal 2003 i dati relativi al commercio mostrano un andamento positivo, determinato essenzialmente da una congiuntura agricola positiva, dopo alcuni anni di siccità, e da una ripresa del turismo e della produzione industriale. I principali partners commerciali del Paese sono i paesi dell’UE che assorbono circa il 75% degli scambi (dati ICE). Tra i paesi extra europei si stanno sviluppando relazioni commerciali con gli USA, e paesi dell’UMA (Unione dei Paesi del Maghreb, cui aderiscono Marocco, Algeria, Libia e Mauritania), l’Asia meridionale e l’Estremo Oriente. I maggiori partner commerciali europei sono Francia, Italia e Germania. Nel 2004 i risultati del commercio estero hanno segnato un incremento del volume di interscambio (+8,4%, rispetto l’anno precedente, nel primo semestre), sia per quanto riguarda le esportazioni (+10,2%), che le importazioni (6,8%). I settori a maggior volume di interscambio sono rimasti quelli del tessile e abbigliamento e delle industrie meccaniche ed elettriche, settori che hanno beneficiato della delocalizzazione produttiva e degli accordi di cooperazione con Francia, Italia, Germania ed altri partner prevalentemente europei. Le importazioni Da circa dieci anni il Governo tunisino ha dato l’avvio ad un processo di semplificazione delle procedure amministrative per l’importazione di beni e servizi. Oggi circa il 97% delle importazioni è libero. I prodotti maggiormente importati dalla Tunisia sono (dati ICE): � Prodotti tessili (16.7%) � Macchine elettriche e apparecchi elettrici di precisione (12.3%) � Macchine e apparecchi meccanici (11.2%) � Prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali (8.9%) � Autoveicoli (7.3%) � Settore petrolifero (7.3%) Da segnalare in particolare la crescita delle importazioni nel biennio 2003-2004 in materie prime, semiprodotti e beni strumentali, a dimostrazione della ripresa delle attività economiche-produttive del paese. Le esportazioni Secondo i dati dell’ICE, nell’ultimo quinquennio i flussi totali delle esportazioni presentano un andamento crescente, ed i prodotti che maggiormente caratterizzano l’export della Tunisia sono:

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� Articoli di abbigliamento � Macchine elettriche ed apparecchi elettrici di precisione � Prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali � Prodotti delle miniere e delle cave � Prodotti alimentari, bevande e tabacco.

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2. Rapporti economici con l'Italia e con il territorio della regione Emilia-Romagna in particolare I rapporti commerciali ed economici con l’Italia sono intensi e consolidati nel tempo. L’Italia è il secondo partner commerciale della Tunisia, dopo la Francia, ed ha raggiunto una quota di mercato del 19% come Paese fornitore e del 25,30% come acquirente. (Dati Istituto Nazionale di Statistica tunisino). I prodotti maggiormente importati dalla Tunisia dall’Italia sono: � Prodotti tessili � Macchine e apparecchi meccanici � Prodotti petroliferi raffinati � Metalli e prodotti in metallo � Macchine elettriche e apparecchi elettrici di precisione Mentre, le esportazioni riguardano prevalentemente: � Articoli di abbigliamento � Prodotti delle miniere e delle cave � Prodotti alimentari, bevande e tabacco � Cuoio e prodotti in cuoio In tabella 2 sono riportati i dati relativi all’interscambio commerciale italo tunisino nel 2004: Tab. 2 - Intercambio Italo tunisino Anno 2004 in MEuro e (variaz.% rispetto a 2003 )

Settore Esportazioni Esportazioni Saldo Agro-alimentare 408,9082 (+216,14) 14,4371 (+13,35) 394,4711 Tessile 817,0354 (+9,41) 618,9781 (+2,65) 198, 0573 Cuoio e Calzature 168,8003 (-15) 95,1029 (+3,91) 73,6974 Industrie meccaniche ed elettriche 214,6522 (17) 643,01672 (12,68)

-428,3644

Altre industrie 482,3512 (54,56) 694,0025 (7,42) -211,6513 I dati confermano l’eccezionale performance del settore agro alimentare, che oltre ad alimentare una notevole crescita economica interna, ha canalizzato verso l’Italia in particolare “pesci, crostacei e molluschi” e “grassi, oli e cera”; positive appaiono anche le esportazioni tunisine verso l’Italia nel settore tessile-abbigliamento, a fronte di un aumento irrilevante delle importazioni tunisine dall’Italia, penalizzate dalla crescente penetrazione cinese anche nei mercati magrebini. Come sopra ricordato, la Tunisia è da molti anni meta prediletta per i capitali stranieri ed italiani in particolare; le imprese italiane, specialmente piccole e medie, si mostrano particolarmente attive. I principali settori degli investimenti italiani verso il paese sono l’energetico (Agip), il Tessile ed Abbigliamento (con numerose PMI, ma anche gruppi quali Benetton, Marzotto, Miroglio, Sergio Tacchini), componentistica per autoveicoli (Cavis, Pirelli), elettrico (Cavis), elettronico (STMicroelectronics), bancario (Istituto San Paolo, Banca di Roma, Monte dei Paschi),cuoio e calzature, agro alimentare, meccanico, metallurgico e chimico. Del tutto recentemente anche società high tech (in particolare software houses) hanno cominciato a delocalizzare in Tunisia. Per quanto riguarda i rapporti con la Regione Emilia Romagna questa riveste un ruolo di primo piano nell’interscambio con il mercato tunisino.

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Nel 2001 l’export si è attestato sul valore di 180.000.000 di € e l’import circa 80.000.000 €, registrando negli ultimi anni una crescita costante; solo il 2002 ha risentito del rallentamento del commercio mondiale e della crisi internazionale, maggiormente sul versante delle esportazioni che ha avuto una calo del 8.8% rispetto all’import di prodotti tunisini (-3.4%). La Regione Emilia Romagna importa soprattutto cuoio e pellame, confezioni di abbigliamento, prodotti alimentari e chimici. Conferma, inoltre, anche sul mercato tunisino, la grande competitività dei propri prodotti d’eccellenza, esporta infatti in Tunisia macchine e apparecchi meccanici ma anche prodotti del tessile e mezzi di trasporto. La Tunisia è senza dubbio importante per l’economia regionale; strategicamente posizionata, favorisce nel Mediterraneo la collaborazione commerciale; in particolare il porto di Tunisi è punto di concentramento per la maggior parte degli scambi di merci tra l’Europa e la Tunisia ma anche con il resto dell’Africa. L’interporto dell’Emilia Romagna è capofila di un progetto per lo studio sulla logistica per le merci in Tunisia per una futura piattaforma logistica che migliori lo scambio fra le due sponde del Mediterraneo. L’ottima posizione della regione come partner commerciale con la Tunisia motiva ancor di più l’opportunità di verificare quanto la catena logistica soddisfi le esigenze delle PMI e quanto possa essere fatto per migliorare in vista di un sempre più proficuo rapporto di collaborazione economica fra le due realtà. La Regione Emilia Romagna negli ultimi anni ha cofinanziato progetti per favorire l’internazionalizzazione delle sue PMI verso la Tunisia, tra i quali: -Progetto 2000 con Confindustria Indagine di fattibilità di un parco industriale a Utique, a nord di Tunisi, con l’obiettivo di fornire alle imprese emiliano-romagnole che guardano con interesse alla Tunisia, un area attrezzata per lo sviluppo di impresa. È stata condotta un’indagine su 516 imprese; ben 325 hanno mostrato interesse verso questo progetto. -Progetto 2001 con Confindustria E’ stato finanziato dalla Regione uno studio Paese che è stato poi diffuso alle imprese emiliano-romagnole “Studio sulle opportunità di commercializzazione e investimento in Tunisia” -Progetto 2002-2003 con Fiera di Rimini e ICE Il progetto è stato cofinanziato dalla Regione in Accordo Programma con il MAP e l’ICE . Interamente dedicato ai settori delle Pubblic Utilities, è stato finalizzato a promuovere questo grande comparto produttivo, ad incrementare le relazioni con operatori di Paesi del Mediterraneo e a sviluppare ulteriormente l’internazionalizzazione del salone più rappresentativo per il settore: Ecomondo Fiera di Rimini. I paesi considerati sono stati i più gradi dell’area Mediterranea-Nord Africa, prioritariamente Egitto, Giordania, Marocco e Tunisia, ma anche Libia, Libano, Algeria e Siria. Si sono realizzate importanti missioni tecniche con esperti delle società e delle aziende speciali dei servizi di pubblica utilità e multiservizi (AGAC, CO.SE.A). Si sono tenuti road show di presentazione di Ecomondo in Egitto, Giordania, Marocco e Tunisia e delegazioni di operatori saranno inviatati alla prossima edizione di questa importante Fiera di Rimini. La riuscita del progetto può essere definita ottima. Il progetto ha evidenziato come la possibilità di penetrazione strutturata del sistema delle aziende pubbliche in Paese non può prescindere da un’azione a livello istituzionale volta alla creazione di rapporti di collaborazione stabili tra le istituzioni locali dei due Paesi

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3. Descrizione del sistema scolastico e universitario 3.1 Il Sistema educativo e scolastico Nel periodo precedente all’indipendenza del paese, il sistema educativo tunisino si articolava in tre tipi di scuole: le scuole coraniche tradizionali, le scuole coloniali in francese e le scuole franco-arabe, che offrivano sia l’insegnamento della religione islamica e della lingua araba, sia lo studio del francese e di materie tecniche e scientifiche. Una volta ottenuta l’indipendenza il modello di scuola tunisina si mantenne fedele a quello delle scuole franco-arabe. La prima legge di riforma dell’istruzione risale al 1958 e, sotto la guida del Presidente Burghiba, vennero perseguiti tre obiettivi principali: espansione, unificazione e tunisificazione. Il sistema scolastico nel suo insieme venne posto sotto la tutela del Ministero dell’istruzione. La durata dei corsi elementari venne ridotta da sette a sei anni e l’orario scolastico fu riorganizzato e vennero introdotti i doppi turni per permettere un più ampio accesso alla scolarizzazione, che divenne così di massa. Grazie al convinto ed efficace sostegno delle autorità di governo, la scolarizzazione elementare gratuita si diffuse capillarmente sul territorio, riducendo progressivamente gli squilibri sia tra città e campagna sia tra bambini e bambine. Questa politica ha permesso alla Tunisia di portarsi ai primi posti, nel continente africano, per quanto riguarda il tasso di scolarizzazione ed il tasso di accesso alla scuola superiore, anche se l’analfabetismo rimane ancora un problema reale, soprattutto nelle zone più arretrate del paese. Nel 1990 è stata promulgata in Tunisia una nuova legge sull’istruzione. Tra le innovazioni più importanti introdotte dalla nuova legge vi è l’estensione del periodo dell’obbligo (nove anni) ed il miglioramento della qualità dell’insegnamento di base. Tale legge, inoltre, si propone di ridurre la dispersione scolastica, migliorando la qualità dell'insegnamento di base. Il previsto aumento degli iscritti alla scuola media, dovuto all'attuazione della riforma e alla pressione demografica e gli obbiettivi di miglioramento della qualità dell'istruzione, impongono un rinnovato sforzo al sistema scolastico pubblico tunisino, che si basa sulla gratuità degli studi (dal ciclo elementare all’Università). Lo Stato ha predisposto un sistema di borse di studio e di servizi gratuiti per studenti meno abbienti e meritevoli. Il corso di studi pre-universitario si articola in 16 anni di formazione (compresi i 3 anni di scuola materna non obbligatoria) come riassunto nella tabella che segue: Durata Età prevista Materna 3 anni dai 3 ai 6 anni Elementari* At-tàlim al iptidài (école primaire) 6 anni dai 6 ai 12 anni

Medie* At-tàlim at-tahdhiri (école préparatoire): 3 anni dai 12 ai 15 anni

Superiori 4 anni dai 15 ai 19 anni *Scuola dell'obbligo Attalim al asasi (enseignement de base): 9 anni Dai 6 ai 15 anni

La Scuola dell'obbligo Dal 1991, è stato istituito e reso obbligatorio il cosiddetto "enseignement de base" (insegnamento di base), della durata di nove anni, che comprende sei anni di elementari e tre di scuola media, definita "école préparatoire" (scuola preparatoria). L'età di accesso alle elementari è fissata a 6 anni, l'obbligatorietà, in caso di ripetizione di alcune classi, è estesa fino al compimento del sedicesimo anno. Alla fine del sesto anno, è previsto un esame per ottenere la licenza elementare che consente di passare automaticamente alle medie. Alla fine del nono anno, il superamento di un esame

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nazionale consente di ottenere la licenza della scuola dell'obbligo che permette l’accesso alla scuola superiore. Nel sistema precedente, solo le elementari erano obbligatorie e le medie inferiori non erano unificate, ma accorpate alle superiori e differenziate in due orientamenti: uno generale "secondaire longue" e uno professionale. Solo gli allievi con miglior profitto (promossi all'esame del sesto anno e bocciati non più di una volta) potevano accedere alla scuola superiore generale e quindi all'università; agli altri era permesso di continuare solo nella scuola professionale. Con la riforma, quindi, la scuola media è stata unificata e resa obbligatoria. Calendario e orari L'anno scolastico inizia a metà settembre e termina a metà di giugno ed è suddiviso in tre trimestri. Oltre alle vacanze estive, sono previste una settimana in Novembre, due settimane dal venti Dicembre (vacanze invernali), e due settimane dopo il 20 Marzo, festa dell'indipendenza (vacanze di primavera). Altre vacanze sono il 18 Gennaio, il 9 Aprile (festa dei martiri) e altri cinque o sei giorni nel corso dell’anno scolastico. La frequenza è dal Lunedì al Sabato, la mattina e il pomeriggio. Nelle scuole a doppi turni, l'orario è ridotto. L'orario per il primo e il secondo anno è fissato a 22,30 ore di lezione settimanali (c'è stato un aumento di due ore con la nuova riforma); per il terzo, quarto, quinto e sesto anno a 30 ore settimanali. Nelle medie inferiori, l'orario prevede 27,30 ore settimanali. Una lezione può durare dai 30 ai 50 minuti. Vengono assegnati compiti a casa. Programmi e organizzazione scolastica Il programma scolastico è fissato a livello centrale e vale anche per le scuole private. La lingua di insegnamento è l'arabo classico, dal terzo anno viene introdotto il francese, che assume un'importanza sempre maggiore negli anni successivi. I bambini imparano a leggere e a scrivere in arabo (con l'alfabeto arabo) e in francese (con l'alfabeto latino) Va precisato che il francese è una materia insegnata e non è una lingua di insegnamento. I rapporti fra insegnanti e allievi sono tradizionalmente basati sul riconoscimento dell’autorità del docente e l'apprendimento è in gran parte mnemonico, come è comune in molti paesi della regione, in cui la scuola ha ripreso forme pedagogiche proprie della scuola coranica. I programmi introdotti dalla riforma del 1991 puntano però a un rinnovamento radicale delle metodologie di insegnamento e a promuovere una formazione più aperta e adattata a una società in mutamento. I programmi introdotti prevedono, inoltre, una riorganizzazione delle materie in cinque aree: area linguistica (lettura, espressione orale e scritta, recitazione a memoria, scrittura, dettato, piacere della lettura), area sociale (educazione civica e religiosa), area scientifica (matematica ed elementi di fisica e biologia), area artistica e musicale (educazione musicale, artistica e canto corale) ed educazione fisica. Attribuiscono maggiore spazio allo studio delle culture non islamiche, scorporano l'insegnamento dell'educazione civica da quella religiosa e si prefiggono di promuovere lo spirito critico e i valori della tolleranza, rifacendosi ad uno "spirito islamico illuminato". Questo orientamento rispecchia la politica del governo in carica e la sua battaglia contro l'integralismo islamico. I nuovi testi, prodotti da un'équipe sotto la supervisione del Ministero dell'istruzione, prevedono una pedagogia attiva, il dialogo educativo e l'alternanza fra teoria e pratica. Nelle prime due classi è previsto un solo insegnante, mentre un docente di francese è introdotto al terzo anno. In questi ultimi anni particolare enfasi è stata posta da parte del governo nel promuovere l’insegnamento delle lingue straniere, in particolare sono oltre 20.000 gli studenti tunisini che affrontano, a livello di scuola superiore, l’insegnamento della lingua italiana. La valutazione degli alunni è su base trimestrale, tramite prove orali, scritte e pratiche in tutte le materie. I voti sono attribuiti su scala decimale alle elementari e ventesimale nei cicli successivi. Nelle prime due classi, le prove sono preparate dall'insegnante; a partire dalla terza è previsto un esame di fine anno organizzato dalla scuola, sotto la supervisione del capo istituto. Il

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passaggio degli allievi da una classe all'altra è subordinato all'ottenimento di una media annuale di 4,5/10 o 5/10, a seconda della classe, calcolata su dei coefficienti per materia fissati dal ministero. In casi particolari, il consiglio di istituto può permettere il passaggio alla classe successiva di un allievo con una media inferiore. Al sesto anno, è previsto un esame regionale e il passaggio alle medie avviene in base ai risultati di questo esame e alle medie annuali. Sono ammessi alle scuole medie i bambini che abbiano ottenuto una media di 10/20. La riforma incoraggia una valutazione meno normativa e più orientata a valutare i progressi individuali del bambino. Un esame nazionale alla fine del nono anno consente di ottenere il diploma finale dell'insegnamento di base e permette di accedere alla scuola superiore: Attalim al asasi (diplome de fin d'études d'enseignement de base) - licenza della scuola dell'obbligo, rilasciata dopo i nove anni di insegnamento di base. 3.1.1 Il Sistema universitario Il sistema universitario tunisino sta vivendo, da qualche anno, una fase di grande sviluppo sia per quanto riguarda il numero degli studenti, oltre 320.000 nell’anno accademico 2004-2005, sia per le opportunità formative che si sono moltiplicate grazie anche all’apertura di nuovi poli universitari, distribuiti in tutto il paese e che vengono di seguito riportati: � Ez-Zitouna University � Tunis University � Tunis El Manar University � University of 7 – November aty Carthage � Manouba University � Jendouba University � Sousse University � Monastir University � Kairouan University � Sfax University � Gafsa University � Gabes University � Virtual University � Higher Institutes of Technological Studies � Higher Institutes of Teacher Training Contatti ed informazioni sulle singole università così come tutte le informazioni relative ai percorsi formativi offerti sono reperibili al sito: www.universites.tn L’organizzazione del sistema universitario tunisino ha ripreso, adattandolo alla realtà locale, il sistema francese, per cui evidenti risultano essere le somiglianze tra i due paesi sia per quanto riguarda le modalità di accesso, sia per quanto riguarda l’organizzazione degli studi che tuttavia in questi ultimi tempi, fa riferimento ai modelli organizzativi europei. Per quanto riguarda l’accesso agli studi universitari questo avviene dopo il conseguimento del baccalauréat, al termine del ciclo di formazione secondaria. A seguito dell’esito degli esami viene stilata una graduatoria unica a livello nazionale; gli studenti hanno la possibilità di scegliere l'indirizzo di studio superiore al quale iscriversi secondo la posizione occupata all'interno della graduatoria stessa. Come già ricordato sopra, Il numero delle iscrizioni alle università tunisine è in costante aumento e detta tendenza non è da imputarsi unicamente al fatto che un numero sempre più alto di giovani proseguono i propri studi dopo la scuola secondaria, ma anche alla diminuzione del fenomeno di fuga verso l'Europa: fino a pochi anni fa, infatti, la maggior parte degli studenti

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aventi una situazione economica soddisfacente si trasferivano a studiare nei paesi europei, primo tra tutti la Francia, determinando una vera e propria emorragia di cervelli tunisini. La politica di investimenti crescenti sostenuta dal governo, accompagnata da una riforma del sistema educativo avvenuta nel 1991, ha svolto quindi un ruolo significativo nel limitare gli espatri e nello sviluppare un sistema di istruzione superiore ritenuto competitivo dai suoi utenti. Fiore all'occhiello della società tunisina, ed in particolare del sistema universitario, è la condizione delle donne. Il quadro generale dei paesi islamici risulta, da questo punto di vista, alquanto sconfortante: nella maggior parte di essi, infatti, la parità tra i due sessi non è affatto sancita, e pochissime sono le possibilità fornite alle donne per il raggiungimento di un elevato grado di istruzione. Tale situazione pone le rappresentanti del sesso femminile di fronte ad una scelta inesorabile: rinunciare agli studi o emigrare verso l'Europa e i paesi occidentali. Come dimostrato dai dati forniti dall'Institut national de statistique, al contrario, non solo le donne tunisine hanno la possibilità di raggiungere un livello di istruzione universitario, ma negli ultimi cinque anni si è assistito ad un vero e proprio sorpasso del numero di studentesse rispetto a quello degli studenti di sesso maschile, tanto che attualmente la percentuale di studenti di sesso femminile supera il 55% del totale. In Tunisia sono presenti strutture che prestano vari servizi agli studenti, denominati “Office des Oeuvres Univesritaires”. Questi uffici si occupano dell’erogazione delle borse di studio, degli alloggi, dei prestiti e dell’animazione culturale. Gli Office des Oeuvres Univesritaires sono tre: Nord, centro e Sud. 1) Office des Oeuvres Universitaires del Nord Directeur Général: Saïd Bhira Indirizzo: 9, Rue du Mali - Tunis 1002 Tel.: 71 782 609 - 71 785 191 I servizi dell'Ufficio del Nord coprono le istituzioni universitarie di: Tunisi - Ariana - Ben Arous - Zaghouan - Bizerte - Nabeul - Le Kef - Béja - Jendouba 2) Office des Oeuvres Universitaires du Centre Directeur Général: Moncef El Ghadab Indirizzo: Rue de Russie - Bab Jedid - B.P. 134 - Sousse 4000 Tel.: 73 226 085 - 73 228 956 I servizi dell'Ufficio del Nord coprono le istituzioni universitarie di: Sousse - Monastir - Mahdia - Kasserine - Kairouan 3) Office des Oeuvres Universitaires du Sud Directeur Général : Mohamed Abid Indirizzo: Route de l'Aéroport - Sfax 3029 Tel.: 74 246 135 - 74 243 731 I servizi dell'Ufficio del Nord coprono le istituzioni universitarie di: Sfax - Gabès - Gafsa - Medenine - Tozeur - Tataouine - Kébili 3.2 Cenni sullo stato della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico in Tunisia La ricerca in Tunisia, paese che fin dall’ottenimento dell’indipendenza ha investito molto nel campo dell’educazione, ha una storia recente, poco più di dieci anni: risale, infatti, al 1991

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l’istituzione di una struttura governativa deputata all’orientamento ed al coordinamento delle attività scientifiche nel paese; nel corso degli anni si sono succedute numerose “riorganizzazioni” che hanno portato alla creazione di un Dicastero per l’Istruzione Superiore, l’Università e la Ricerca. Sul piano legislativo è dal 1996 che il Governo ha dato l’avvio ad importanti riforme istituzionali, con una legge che ha tracciato le linee guida nazionali del settore, ma soprattutto con consistenti aumenti dei finanziamenti, che nel 2005 hanno superato l’1% del PIL. Il decimo Piano di Sviluppo Nazionale (2002-2006) dedica al settore S&T un ampio capitolo. In particolare gli obiettivi principali in tale comparto possono così riassumersi: • Rafforzamento del coordinamento tra le differenti componenti il sistema nazionale di ricerca e sviluppo al fine di creare le sinergie necessarie per una migliore valorizzazione dei mezzi finanziari e del patrimonio umano a disposizione per il settore; • Ristrutturazione del sistema nazionale di R&S mediante l’istituzione di centri di ricerca scientifica e la creazione di laboratori ed unità di ricerca nuove in istituzioni già operative; • Deciso sviluppo di risorse professionali adeguate, grazie alla creazione di nuovi corsi di formazione di terzo livello; • Incremento progressivo delle risorse finanziare da destinare al settore (fino a raggiungere nel 2004 l’1% del PIL); • Semplificazione delle procedure per l’utilizzazione da parte dei laboratori e delle unità di ricerca dei fondi resi disponibili; • Lancio di Programmi di Ricerca Nazionali che prevedano la cooperazione dei migliori gruppi operanti nel paese in tema di biotecnologie, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ed energie rinnovabili; • Promozione dell’innovazione e dello sviluppo tecnologico mediante il sostegno alle imprese innovative e la valorizzazione dei risultati della ricerca, il rafforzamento del partenariato tra le strutture di ricerca e le imprese e la realizzazione di un programma ambizioso di creazione di tecnopoli e di incubatori di impresa; • Rafforzamento della capacità di monitoraggio della qualità della ricerca condotta nel paese: • Promozione dell’informazione e della cultura scientifica e tecnologica; • Sviluppo della cooperazione bilaterale e multilaterale al fine di permettere ai gruppi di ricerca tunisini di scambiare esperienze con colleghi di altri paesi, avere accesso a centri di eccellenza scientifica ed a finanziamenti internazionali. Grazie ad un’incisiva riforma dei precorsi formativi, iniziata nel 2002, il sistema universitario tunisino è in grado di offrire oggi 545 indirizzi di studio nelle 17 strutture universitarie pubbliche e nelle 18 università private che accolgono oltre 326000 studenti, (un terzo dei quali seguono corsi in discipline scientifiche ed ingegneria) con circa 15000 professori 3.2.1 Gli Organi di Governo della Ricerca I più importanti organi di governo del sistema ricerca e sviluppo in Tunisia che dipendono, come suddetto dal Ministero dell’Istruzione Superiore, della Ricerca Scientifica e della Tecnologia sono i seguenti: � Il Consiglio Superiore della Ricerca Scientifica e della Tecnologia, istituito nel 1997, è incaricato di seguire l’evoluzione del settore e di orientare la politica nazionale di ricerca e sviluppo finalizzata ai fabbisogni del paese e di proporre le necessarie misure promozionali. � Il Comitato Nazionale di Valutazione delle Attività di Ricerca (CNEARS), istituito nel 1996/1997, è composto da dieci membri nominati dal Primo Ministro, dei quali sei provenienti dal mondo della ricerca, due dal mondo economico e due dal mondo finanziario. Il Comitato

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valuta le attività realizzate in termini di programmi, progetti e risultati; verifica inoltre i risultati ottenuti dai centri di ricerca pubblici e dalle imprese private che beneficino di sovvenzioni statali. Il comitato inoltre definisce i criteri, i metodi e le procedure di valutazione da adottare e, in occasione di ciascuna valutazione, emana delle raccomandazioni mirante ad ottimizzare i risultati degli investimenti utilizzati per le attività valutate. � Il Comitato Tecnico per la Ricerca Scientifica e Tecnologica, istituito nel 1997, è composto dai rappresentanti di tutti i dicasteri che effettuano ricerca. Riporta direttamente al Segretario di Stato e lo assiste per quanto riguarda il coordinamento interministeriale, indicando in particolare le priorità nazionali in tema di ricerca e sviluppo, i programmi di ricerca nazionali proposti dai vari dicasteri, la ripartizione del budget nazionale per attività R&S, promuove la complementarietà dei programmi e coordina la cooperazione internazionale sia sul piano bilaterale sia su quello multilaterale. � Il Consiglio Consultivo Nazionale per la Ricerca Scientifica e la Tecnologia, istituito nel 2002 e presieduto dal segretario di stato competente, è composto da 25 membri scelti tra personaggi di chiara fama del mondo della ricerca, una volta che abbiano concluso la carriera e siano in quiescenza. Il Consiglio fornisce pareri tecnici su questioni di politica della ricerca poste dal governo e si riunisce a cadenza trimestrale. 3.2.2 Alcuni indicatori. La spesa per ricerca e sviluppo è in costante aumento dal 1999 ed in particolare la Spesa Interna per Ricerca e Sviluppo – DIRD, costituita dall’insieme di risorse finanziarie destinate al comparto (fondi pubblici, fondi privati, cooperazione internazionale) è passata dallo 0,43 del PIL nel 1999, allo 0,61 nel 2002 – pari a circa 155 milioni di €. Il finanziamento alla ricerca è pressoché totalmente garantito dallo stato (91%), mentre imprese (3,5%) e cooperazione internazionale, contribuiscono per il restante 9%. Un ultimo dato infine è relativo al numero di ricercatori in Tunisia che sono aumentati dai circa 5700 del 1993 agli oltre 11.400 attuali. 3.2.3 Le strutture per la ricerca Gli elementi strutturali basici del sistema nazionale di ReS sono i laboratori e le unità di ricerca, rispettivamente in numero di 85 e di 593, al 30 giugno 2005. La ripartizione per discipline dei laboratori e delle unità di ricerca è riportata nei grafici 1 e 2. Grafico. Distribuzione dei laboratori di ricerca per disciplina n=85

7%6%

16%

8%

9%5%6%

23%

7%9% 4%

scienze umane ICT

scienze mediche biotech applicate

scienze economiche acqua

energia chimica-fisica dei materiali

scienze della terra/ambiente agronomia

oceanografia

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Il sistema tunisino dispone inoltre di 28 Istituti Pubblici di Ricerca dipendenti da Dicasteri di tutela ed in particolare dal Ministero dell’Istruzione Superiore e della Ricerca (10), dal Ministero dell’Agricoltura (4), dal Ministero della Salute (5), ed uno ciascuno da altri Dicasteri (Comunicazioni, Donna e Famiglia, Difesa, Sport e Gioventù, Giustizia, Cultura, Affari sociali, Ambiente e Gestione del Territorio) (v. tabella 1). Tabella 1 : Ripartizione degli Istituti Pubblici di Ricerca

Denominazione Anno di Fondazione Ministero di tutela

Istituto Nazionale di Scienza e Tecnologia del Mare – INSTM 1924 MIUR

Centro di Studi e di Ricerche Economiche e Sociali 1962 MIUR Istituto delle Regioni Aride –IRA 1976 MIUR Centro Nazionale Universitario di Documentazione Scientifica e Tecnica – CNUSDST 1978 MIUR

Centro di Biotecnologie di Sfax – CBS 1983 MIUR Istituto Nazionale di Ricerca Scientifica e Tecnica – INRST 1983 MIUR

Centro Nazionale di Scienze e Tecnologie Nucleari – CNSTN 1933 MIUR

Istituto Nazionale di Ricerca e di Analisi Fisico-Chimiche – INRAP 1995 MIUR

Istituto Superiore di Storia del Movimento Nazionale 1989 MIUR Centro di Studi Islamici di Kairuan– CEIK 1990 MIUR Istituto Nazionale per la Ricerca Agronomica In Tunisia – INRAT 1914 Agricoltura

Istituto di Ricerca Veterinaria di Tunisi 1970 Agricoltura Istituto dell’Olivo – IO 1981 Agricoltura Istitituto Nazionale di Ricerca in Ingegneria Rurale, idrologia e patrimonio forestale-INRGREF 1996 Agricoltura

Istituto Pasteur di Tunisi-IP 1983 Salute Pubblica Istituto Nazionale di Nutrizione e Tecnologie Alimentari – INNTA 1969 Salute Pubblica

grafico 2: Distribuzione delle unita' di ricerca per disciplina (n=593)

scienze umane lettere,arti,cultura scienze giuridiche e politiche

scienze farmaceutiche scienze mediche scienze biologiche

scienze della terra/ambiente scienze tecniche/ingegn chimica

fisica informatica matematica

scienze agronomiche valorizzazione e trasferim documentazione

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Istituto di Cancerologia Salah Azaiez –ISA 1969 Salute Pubblica Istituto Nazionale di Neurologia – INN 1974 Salute Pubblica Centro Nazionale di Radioprotezione – CNRP 1982 Salute Pubblica Centro di Studi e di Ricerche in Telecomunicazioni (CERT) 1988 Ministero

Comunicazioni Centro di Ricerca, Studi, Documentazione ed Informazione sulla donna (CREDIF) 1990 Ministero per la

Donna e la Famiglia

Centro Nazionale di Telerilevamento – CNT 1988 Ministero della Difesa nazionale

Centro Studi, Ricerca e Documentazione Per la Gioventù l’Infanzia e lo Sport-CERDOJES 1994 Ministero dello Sport

Centro di Studi Giuridici e Giudiziari – CEJJ 1993 Ministero della Giustizia

Istituto Nazionale del Patrimonio – INP 1957 Ministero della Cultura

Istituto per la Salute e la Sicurezza del Lavoro – ISST 1991 Ministero degli Affari Sociali

Centro Ricerche e Studi per la Sicurezza Sociale – CRESS 1996 Ministero degli Affari

Sociali

Centro Internazionale delle Tecnologie per l’Ambiente di Tunisi – CITET 1996

Ministero per l’Ambiente a Gestione del

Territorio 3.2.4 I programmi di Ricerca e Sviluppo La strategia che il Governo tunisino persegue al riguardo mira ad integrare ed armonizzare elementi quali la ricerca, la sua valorizzazione, la formazione, l’informazione e la cooperazione internazionale, al fine di realizzare i programmi a livello nazionale, tra i quali meritano particolare menzione i seguenti: � Programmi Nazionali di Mobilizzazione – PNM, attivati nel 1992 e che miravano a raggiungere tre obiettivi principali: � Favorire il raggruppamento delle competenze scientifiche del paese in gruppi di ricerca organizzati. � Offrire un sostegno finanziario ai progetti ritenuti meritevoli. � Attivare dei progetti di ricerca e di sviluppo tecnologico finalizzati a soddisfare i bisogni del paese e favorirne lo sviluppo economico e sociale. Nel periodo 1992-1998 sono stati realizzati 588 progetti che hanno beneficiato di un finanziamento globale dell’ordine di circa 25 milioni di €. Il programma ha facilitato l’organizzazione di gruppi di ricerca sui temi prioritari individuati, che hanno prodotto risultati tangibili, in termini di pubblicazioni scientifiche, di formazione di numerosi giovani ricercatori e di creazione e rafforzamento dei legami di cooperazione internazionale. (v.grafico 3)

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� Programmi di Ricerca a Contratto – PRC, realizzati a partire dal 1998 da parte di 11 Istituti Nazionali di Ricerca, per un ammontare di circa 6 milioni € . Dal 1999 i finanziamenti pubblici sui singoli progetti approvati sono garantiti per periodi triennali (unità di ricerca) e quadriennali (laboratori di ricerca). � Programmi di Ricerca Federati – PRF, mirano a stimolare le collaborazioni pubblico-privato. Vengono finanziati sulla base di convenzioni pluriennali che definiscono la struttura portante del progetto, i partner, gli obiettivi ed i risultati attesi, le risorse umane e finanziarie messe a disposizione, nonché le procedure di controllo e valutazione. � Studi Esplorativi in Ricerca e Sviluppo – PIRD; il programma, avviato nel 1994 e ridisegnato nel 1999, permette di sostenere le spese per studi originali necessari per lo sviluppo di nuovi prodotti e processi e per la realizzazione di prototipi, impianti sperimentali e prove tecniche sul terreno; il finanziamento copre fino al 50% del costo totale del progetto e mette a disposizione fino a circa 20000 € per studi di fattibilità e fino a circa 80000 € per la realizzazione di prototipi, impianti sperimentali ecc. � Valorizzazione dei Risultati della Ricerca – VRR; prevede, dal 1992, la disponibilità di strumenti finanziari finalizzati: nel periodo 1992 – 2000 sono stati resi disponibili circa 3 milioni di €. 3.2.5 L’innovazione tecnologica Essendo ben chiari a questo governo i legami stretti di interdipendenza tra ricerca e sviluppo tecnologico ed economico, sono state intraprese numerose azioni volte a favorire l’innovazione tecnologica nel paese; dette misure hanno creato condizioni favorevoli grazie a strumenti giuridici (in tema di proprietà intellettuale e valorizzazione dei brevetti, misure a favore delle imprese, istituzione di poli e di incubatori tecnologici ecc.), normativi (rafforzamento del coordinamento, con la realizzazione di centri tecnici, promozione della mobilità dei ricercatori, valorizzazione dei risultati della ricerca, ecc.), finanziari (costituzione di Società di Investimento per Capitali di Rischi – SICAR), ed economici (quali la presa in carico da parte delle istituzioni governative delle spese relative alla registrazione di brevetti e di invenzioni tecnologiche messe a punto da soggetti tunisini nel paese).

grafico 3: ripartizione % dei finanziamenti globali dei progetti PNM per grandi temi (1992-

1998)

33%

20%19%

5%

9%

14%

Agricoltura e Pesca Ambiente e risorse naturali

Industra ed energia ICT e Servizi

Scienze Umane Sanita' e farmacologia

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Grande attenzione è, infine, data allo sviluppo di risorse umane qualificate, in particolare nei settori di punta (biotech, agricoltura e protezione dell’ambiente, energie rinnovabili e ICT). 3.2.6 I rapporti italo tunisini in campo scientifico e tecnologico Regolati da un Accordo intergovernativo di Cooperazione Culturale, Scientifica e Tecnica che risale al 1997, i rapporti italo tunisini nel settore scientifico e tecnologico si sono sviluppati in modo significativo, dai primi anni dal 2001, per il crescente interesse che istituzioni scientifiche, università, centri di ricerca pubblici e privati italiani hanno mostrato nei confronti del paese magrebino. Ciò è da ascriversi sia al migliorato livello qualitativo e quantitativo della capacità scientifica e tecnologica locale, fortemente voluta dalla massima dirigenza de l Paese, sia alle accresciute prospettive di accesso a finanziamenti europei che si aprono per consorzi ed iniziative di partenariato realizzate in ambito “mediterraneo”. Il Protocollo attuativo dell’Accordo, firmato nella primavera del 2005, prevede la realizzazione di una trentina di progetti di cooperazione comuni, che vedono impegnate istituzioni dei due paesi nei settori ritenuti di prioritario interesse (biotecnologie, medicina e sanità, comunicazione e tecnologie dell’informazione, innovazione e trasferimento tecnologico, protezione dell’ambiente, salvaguardia del patrimonio culturale, cooperazione interuniversitaria.) Un vero salto di qualità nella cooperazione bilaterale italo tunisina si è avuto con la creazione a Tunisi nel 2003 di una Scuola Mediterranea di Studi Avanzati in Scienze e Tecnologie dei Media, frutto della collaborazione tra Università e IUSS di Pavia ed Università di Tunisi. La Scuola che rilascia un diploma di Master specialistico, riconosciuto in entrambi i paesi, al termine di un percorso teorico-pratico (comprensivo di tirocinio trimestrale presso aziende italiane) di durata annuale, ha formato, nei primi due anni di attività, sessanta esperti del settore. L’avviamento della Scuola ha avuto come scopo principale quello di concorrere a risolvere i fabbisogni di personale dirigente qualificato nello scenario globale dei nuovi media e della comunicazione perseguendo i seguenti obiettivi:

• Promuovere e realizzare percorsi formativi post-laurea di alta specializzazione nel settore della scienza della comunicazione e della tecnologia dell’informazione;

• Sperimentare in un paese dell’area mediterranea un modello di formazione della classe dirigente in un settore strategico, con la prospettiva che tale modello potesse essere esportato in altri paesi della stessa area geografica;

• Favorire le relazioni con i paesi del Mediterraneo attraverso attività accademiche e professionalizzanti, miranti anche migliorare la reciproca conoscenza.

Nel 2005 alla Scuola si è aggiunto un Laboratorio multicentrico congiunto di ricerca nello stesso settore, frutto della cooperazione tra altre istituzioni universitarie (Scuola Sant’Anna di Pisa, Università della Manuba di Tunisi e Università di Sfax), finanziato nel quadro del processo di internazionalizzazione del MIUR. Particolarmente vivace è la cooperazione universitaria italo-tunisina; oltre 30 Accordi di cooperazione sono in vigore in ambito accademico tra Istituzioni dei due paesi, sia a livello di università sia a livello di dipartimenti. In tabella è riportato un elenco degli accordi registrati presso l’Istituto Italiano di Cultura di Tunisi (dicembre 2004) N.B. è possibile che altri accordi, stipulati direttamente tra Facoltà ed Università dei due paesi siano in vigore. Interuniversitari/istitutizioni di ricerca Ist.Italiana Ist.tunisina Accordo Responsabile Note Centro Ricerche Archeologiche e

Ist.Naz.Patrimonio 2003 Prof. Giorgio Rullini operativo

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Scavi TO ISIAO Ist.Naz.Patrimonio Prof. Simone

Mulazzani operativo

Unisassari, prof. Mastino

Ist.Naz.Patrimonio 1994 Prof. Attilio Mastino operativo

Unitrento, dip.scienze filosofiche e storiche

Ist.Naz.Patrimonio 1994 Prof.ssa Mariette de Vos

concluso

Unicagliari, dip.archeologia e storia

Ist.Naz.Patrimonio 1994 Prof. Antonio M. Corda operativo

Unisassari, dip.storia Ist.Naz.Patrimonio 1994 Prof. Bartoloni operativo Unimed-roma Centre de Musique

Arab et Med ed 1995 Prof.Paolo

Scarnecchia, concluso

Unipisa, dip.Informatica

Unitunisi el manar 1996 URI/Unipisa concluso

Unipisa, Scuola Sant'Anna

Unitunisi 7 novembre

1996 Direttore Sant'Anna/Presidente Univ. 7 novembre

operativo

Istituto Universitario di architettura Venezia

Scuola Naz. Archit.ENAU

1998 URI/IUA operativo

Politecnico Milano Scuola Naz. Archit.ENAU

1999 Rettore politecnico/direttore EnAU

operativo

Unireggiocalabria Scuola Naz. Archit.ENAU

2000 Rettore Università/direttore ENAU

Operativo

Unicagliari, fac.Ingegneria

Ecole Nationale des Engenieur

Rettorato Operativo

Uniferrara, Dip.Ongegneria

Ecole Nationale des Engenieur

1993 Dr.Gianpietro del Piero Operativo

Unipalermo,Fac.di ngegneria

Unitunisi URI/Unipalermo Operativo

Unipalermo, Fac. di Ingegneria

Unitunisi el Manar URI/Unipalermo Operativo

Unibari, dip linguisico Unisousse del centro

1999 area rel.Int e coop.ricerca

Operativo

Unipavia, Centro Studi Popoli Extraeuropei

Unitunisi, Ist. Bourghiba

1999 Prof. Marco Mozzati, Pavia

Operativo

Unipalermo, Fac. Farmacia

UniMonastir, Fac. Farmacia

1998 URI/Unipalermo Operativo

Uniroma Tor vergata Ist.Pasteur, Tunisi 1997 dott.Marina Tesauro Dormiente

Uniroma Tor vergata 7 Novembre Carthage

prof. Paolo di Francesco

Dormiente

Unipalermo Unitunisi el Manar dott.sa Daniela Cataldo

Operativo

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Uninapoli Federico II Ist.National de la Santé

1998 Prof. Greco Dip. Pediatria

Dormiente

Politecnico Torino Tunisi el Manar 1996 Rettorato politecnico; prof. Naldi

Operativo

Unicatania Tunisi el Manar 2000 Rettorato Catania Operativo Unifirenze Tunisi el Manar 2000 Rettorato Firenze Operativo Unibologna Unitunisi 1992 Dip. Politica

Istituzione e storia, Dormiente

Unipavia, Centro Studi Popoli Extraeuropei

Unitunisi 1999 Prof. Marco Mozzati, Pavia

Operativo

Uniroma Tor vergata Ist.Naz.Patrimonio 1997 Dott. Marina Tesauro Operativo

Unigenova Unitunisi 1999 Prof. Venanzio Amoroso

Operativo

Uniancona Unisfax 1998 Prof. Paolo Ercolani Operativo Uniancona Unitunisi 1998 Prof.Paolo Ercolani Operativo Uniancona Unisousse del

Centro 1998 Prof. Paolo Ercolani Operativo

Uniancona Tunisi el Manar 1998 Prof. Paolo Ercolani Operativo Cà Foscari Tunisi el Manar 2001 Rettorato Cà Foscari Operativo Cà Foscari Unisousse del

Centro 2001 Rettorato Cà Foscari Operativo

Unipavia Unitunisi 2001 Rettorato Pavia Operativo Normalmente detti accordi prevedono scambi di personale e di ricercatori, che operano presso le singole università, ma non presso enti/aziende/istituzioni terze. Un ultimo cenno sul movimento di studenti universitari tunisini in Italia: secondo i dati forniti dalle autorità tunisine, nel corso dell’anno accademico 2004/2005 solo 9 studenti locali hanno ricevuto borse di studio governative per seguire gli studi in Italia (contro i 1486 che si sono recati in Francia ed i 250 in Germania). D’altro canto nello stesso anno accademico 141 studenti universitari tunisini seguono corsi universitari e post universitari in Italia, grazie a borse del governo italiano o privatamente (contro 4057 in Francia, 1531 in Germania, 808 in Canada, 130 in USA). 3.3 Il tirocinio in Tunisia 3.3.1 Definizione La definizione di tirocinio, utile strumento che i giovani diplomati e laureati hanno per entrare nel mondo del lavoro e per acquisire esperienze professionali, dipende in buona misura dal paese al quale l’esperienza fa riferimento: in alcuni casi si tratta unicamente del complemento formale di un percorso universitario o post-universitario, in altri (Stati Uniti e Canada ad esempio) le esperienze professionali iniziali non beneficiano di uno statuto specifico, ma entrano nel quadro giuridico del codice del lavoro, e dunque i mezzi ed i metodi per la ricerca di un tirocinio coincidono con quelli utilizzati per la ricerca di un impiego. In altri ancora (Irlanda) si tratta piuttosto di tirocini “di osservazione” di breve durata (una, due settimane), oppure (il Praktikum

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in Germania) di forme di incentivazione economiche e fiscali alle imprese per “assumere” giovani per periodi di tempo limitato. 3.3.2 Quadro normativo di riferimento e durata In Tunisia il tirocinio segue a grandi linee il modello francese, il cui obiettivo principale è quello di offrire agli studenti ed ai neolaureati uno strumento per avvicinarsi al mondo del lavoro e dell’impresa, nonché favorire un sempre più ricercato legame tra istituzioni accademiche e tessuto produttivo. Il tirocinio in Tunisia può fare o meno parte del curriculum; nel primo caso lo studente deve essere regolarmente iscritto ad una facoltà, ad una scuola professionale o ad un corso di specializzazione e condurre l’esperienza lavorativa presso un’impresa. Durante il periodo di stage lo studente conserva il proprio status, non è legato con un contratto di lavoro all’impresa, rimane sotto la responsabilità dell’ente dal quale dipende ed ha l’obbligo di rispettare il regolamento d’impresa, gli orari di lavoro, le norme sulla sicurezza e la privacy. Questo tipo di esperienza viene valutata ai fini del conseguimento del titolo di studio, ed è regolata da una convenzione tra lo studente, l’Università’ e l’impresa. Mediamente la durata di questo tipo di tirocinio è di tre mesi, ma prolungamenti, per permettere allo stagista di terminare un’attività intrapresa nell’ambito del suo curricolo, sono possibili. Esiste poi anche in Tunisia la possibilità per gli studenti delle scuole professionali ed universitari di effettuare periodi di tirocinio lavorativo non previsti dai piani di studio; in questo caso la durata dell’esperienza e l’orario di lavoro vengono concordati sulla base delle necessità dell’azienda e delle preferenze del candidato. Anche quando non richiesto espressamente dal piano di studi, l’aver effettuato una o più esperienze di lavoro presso aziende, unità di produzione, servizi ed istituzioni, dà maggiore visibilità al c.v. del candidato ad un posto di lavoro. 3.3.3. Il tirocinio lavorativo per studenti stranieri Considerazioni generali Il tirocinio lavorativo, non è ancora, per gli studenti stranieri provenienti dall’Europa, una occorrenza frequente in Tunisia, paese che solamente in questi ultimi tempi, grazie alla stabilità politica di cui gode ed al vigoroso sviluppo economico del quale è protagonista, sta diventando una meta interessante anche per l’effettuazione di periodi di tirocinio. I motivi che rendono interessante un’esperienza del genere sono da ricercare, oltre che nella molla della curiosità intellettuale, culturale e linguistica che generalmente stimola la richiesta di tirocinio all’estero, nella crescente importanza che stanno assumendo i paesi della riva sud del Mediterraneo nello scacchiere euro-mediterraneo. È indubbio che uno dei più importanti risultati del “Processo di Barcellona”, avviato nel novembre del 1995 sia stata l’instaurazione, grazie al dialogo ed alla cooperazione sistematica e strutturale attuata nel corso del decennio, di un migliore clima di confidenza, che permette dunque ai partner di sviluppare una migliore comprensione reciproca. Di conseguenza, grazie a questa atmosfera più favorevole, il tirocinio diventa uno strumento concreto per offrire agli interessati un contatto con il mondo del lavoro in un ambiente sì sostanzialmente diverso dal nostro, soprattutto sul piano culturale e, di riflesso, su quello delle relazioni sociali e professionali, ma con il quale sempre di più siamo portati a misurarci ed ad interagire. In Tunisia la lingua ufficiale è l’arabo, ma il francese è normalmente utilizzato come lingua veicolare in ambito lavorativo; la lingua italiana è compresa e (in misura minore) parlata nei locali pubblici e dai conducenti di taxi della Capitale e delle principali aree industriali e turistiche del paese; la conoscenza operativa della lingua francese è tuttavia da raccomandarsi tra i requisiti richiesti a chi voglia effettuare un periodo di tirocinio in Tunisia, così come è opportuno mettere in conto un carico burocratico ed amministrativo più pesante rispetto a quello normalmente sperimentato nei paesi dell’Unione europea.

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3.3.4 Strumenti utilizzabili ai fini dell’effettuazione di un tirocinio in Tunisia. Tra Italia e Tunisia non esistono accordi istituzionali che regolino la materia del tirocinio, tuttavia, sia nel quadro dell’Accordo di Cooperazione Culturale, Scientifica e Tecnica, il cui Protocollo esecutivo è stato rinnovato nei primi mesi del 2005, sia in quello degli Accordi che, in numero crescente, vengono stipulati tra Università dei due Paesi si possono individuare opportunità per realizzare periodi di soggiorno in Tunisia per ricercatori e cultori di diverse materie. Nel primo caso (Accordo di Cooperazione) tali opportunità sono vincolate all’esecuzione di specifici programmi, culturali, artistici e scientifici previamente concordati dai due Governi (Ministero degli Esteri per parte italiana e Ministero dell’educazione superiore, Insegnamento Superiore, Università e Ricerca per parte tunisina). Informazioni sul Protocollo esecutivo italo tunisino sono disponibili al sito www.esteri.it Il Ministero degli Affari Esteri, a seguito di un Accordo con la CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, prevede da alcuni anni la possibilità che laureati delle Università italiane possano effettuare periodi di tirocinio presso gli Uffici della Farnesina e le Sedi diplomatiche all’estero. Anche l’Ambasciata d’Italia a Tunisi prende parte all’iniziativa. I giovani prestano la propria opera negli uffici politici, economici e scientifici delle Rappresentanze, nonché presso gli Istituti Italiani di Cultura. Al tirocinio partecipano solitamente candidati interessati alla carriera diplomatica o, comunque, ad approfondire le proprie conoscenze in tema di relazioni internazionali. La partecipazione al tirocinio è gratuita. Informazioni sui bandi disponibili si possono ottenere al sito www.esteri.it L’Istituto per il Commercio Estero ICE offre l’opportunità, in base al DM 142/98, a studenti diplomati e laureati, nei 18 mesi successivi al termine degli studi, di svolgere un progetto di ricerca e formazione professionale, oltre che presso la sede centrale di Roma e le sedi della rete Italia, anche presso le sedi della Rete Estera, che realizzeranno specifiche convenzioni con le Università di appartenenza dei candidati al tirocinio. Gli interessati possono compilare il modello standard, scaricabile dal sito dell’ICE www.ice.gov.it/formazione/convezione.htm ed inviarlo in allegato al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected] La partecipazione ai tirocini è gratuita. Per ulteriori informazioni gli interessati possono rivolgersi direttamente a: DELEGATION COMMERCIALE D'ITALIE SEZ. PROMOZIONE SCAMBI C/O AMBASCIATA D'ITALIA 3 RUE DE RUSSIE 1000 TUNIS Tel: (00216 71) 320999 Fax: (00216 71) 322040 – 322134 E-mail: [email protected] La Camera di Commercio Tuniso Italiana è disponibile a partecipare, in collegamento con l’Università italiana, all’organizzazione di tirocini lavorativi per giovani italiani in Tunisia, che potranno avere luogo sia presso industrie ed aziende, sia presso la stessa Camera di Commercio Tunisina Italiana. Per ulteriori informazioni riferirsi a: Amm.(a).Dr. Fabio Ghia Segretario Generale Camera Tuniso-Italiana di Commercio e Industria

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Tel +216 71 283510 Fax: +216 71 283787 Email: [email protected] Sito web: www.ctici.org.tn Al fine di agevolare l’effettuazione di tirocini lavorativi nell’ambito degli scambi genericamente universitari, si rende necessaria la stipula di convenzioni ad hoc. Recentemente un’agenzia per la promozione degli investimenti e della presenza commerciale ed industriale italiana in Tunisia, l’APREITE/APREIME s.r.l. si è fatta promotrice di una iniziativa in tal senso, proponendosi come “rappresentante” in Tunisia di quelle Università italiane interessate ad approfondire i propri contatti con il paese maghrebino nonché ad inviarvi propri studenti per attività di tirocinio L’Agenzia offre, dunque, un servizio che viene concordato sulla base di: una Convenzione quadro con l’Università interessata ad essere presente sul mercato tunisino e di una più specifica “Convenzione di Stage”. I testi dei due documenti sono riportati negli allegati 1 e 2. Altre società che promuovono la presenza imprenditoriale italiana in Tunisia in campo finanziario, industriale e commerciale offrono servizi simili, come ad esempio la società ENSEMBLE@MAGHREB, sarl, Immeuble Narcisse, Avenue du Japon – 1073 Tunis, Montplaisir Tel: +216 71 791770 Fax : +216 71 791183 Email : [email protected] 3.2.5 Altre opportunità di stage e di studio in Tunisia Programma Intercultura: Il programma in Tunisia ha durata annuale. La partenza dall’Italia avviene normalmente ad inizio agosto e il ritorno è previsto alla fine di giugno dell'anno seguente. Per informazioni più dettagliate sul numero dei posti e sulle borse di studio, è possibile richiedere o consultare il Bando di Concorso presso la sede Intercultura più vicina. Descrizione del Programma: Il partner di Intercultura è AFS Tunisia che ospita per la prima volta dopo molti anni studenti Italiani. AFS Tunisia è attivamente coinvolta in altri scambi interculturali per ragazzi stranieri di età più adulta e organizza ogni anno uno stage nel sito archeologico di Cartagine. Corsi di Lingua araba offerti dall’Institut Bourghiba des Langues Vivantes di Tuniisi (IBLV) Fondato nel 1964 l’IBLV istituzione che fa parte dell’Università di Tunisi el Manar, ha per missione principale l’insegnamento di lingue vive per il pubblico in generale, nonché la ricerca-applicazione nel campo della didattica. La scuola e aperta agli adulti, sia tunisini che stranieri, studenti e lavoratori, interessati all’apprendimento e/o al perfezionamento di una lingua parlata. La Scuola offre corsi annuali, intensivi (estivi), personalizzati, diurni e serali. L’IBLV ha stretto contatti con numerose università straniere, comprese quelle italiane, che inviano studenti soprattutto per i corsi estivi. I corsi annuali iniziano ad ottobre per terminare a fine giugno (iscrizioni aperte dal 5 luglio al 30 settembre, secondo un calendario stabilito su base annuale). I corsi hanno luogo, oltre che nella sede centrale di Tunisi anche a Beja, Biserta, Gabes Gafsa, Jendouba, Jerba-Kairouan, Kasserine, Kébili, LeKef, Madia, Médenine, Monastir, Nabeul, Sfax, Sidi Bouzid, Siliana, Scusse, Tabarka, Tataouine, Tozeur, Zaghouane Zarzis.

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I corsi serali si tengono dal lunedì al venerdì incluso a partire dalle 8,30 per 4 ore settimanali, secondo un orario personalizzato. Il ciclo di studi è di 8 semestri (400 ore). Al termine dl ciclo e di un esame nazionale viene rilasciato un diploma riconosciuto. I corsi diurni infine possono essere intensivi (16 ore settimanali) o semi intensivi (8 ore settimanali) dal lunedì al giovedì. Informazioni dettagliate sui corsi sono reperibili sul sito dell’Istituto Bourghiba: www.iblv.rnu.tn.

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4. Analisi dei flussi di studenti esistenti e potenziali e caratteristiche socio-economiche dei territori di provenienza Il flusso di studenti universitari tunisini verso l’Italia è, in termini numerici, assai modesto. Secondo i dati recentemente forniti dal locale Ministero dell’Istruzione Superiore, nel 2004, su un totale di 9513 studenti tunisini che hanno seguito corsi universitari all’estero, soltanto 80 hanno frequentato atenei italiani (nei tre livelli formativi). La Francia ha ricevuto quasi 5000 universitari tunisini, 1260 la Germania, circa 1000 il Canada, 106 la Svizzera. La preferenza degli studenti tunisini, 5 dei quali hanno ricevuto borse di studio governative, è pressoché equamente divisa tra discipline umanistiche e scientifiche e distribuita in numerose sedi universitarie. A questi piccoli numeri, si aggiungono alcune decine di ricercatori ed accademici del paese maghrebino che si recano in Italia per prendere parte a corsi specialistici di breve durata, presso Università e Centri di ricerca di eccellenza. Lo scarso interesse mostrato dagli studenti universitari tunisini verso il nostro paese è da ascriversi a diversi fattori: primo fra tutti il fattore culturale e linguistico (noti sono i legami che storicamente legano la Tunisia alla Francia), ma anche una certa “sfiducia” nei confronti del nostro sistema formativo superiore, frutto, in buona misura, della scarsa conoscenza dello stesso. Un altro importante elemento che ha limitato finora il numero degli studenti tunisini che hanno scelto l’Italia per completare gli studi superiori è stata la difficoltà, in mancanza di accordi bilaterali al riguardo, di ottenere il riconoscimento legale del titolo acquisito in Italia. Per quanto riguarda il flusso di studenti della Tunisia verso l’Italia nell’A.A. 2001/2002 (dati ISTAT), gli iscritti sono stati 113 (80 maschi e 33 femmine), mentre i laureati (nell’anno solare 2002) sono stati 24 (17 maschi e 4 femmine)

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5. Sistemi di reciprocità: riconoscimento dei titoli di studio e accordi bilaterali di cooperazione Come già ricordato, tra Italia e Tunisia non esiste un accordo intergovernativo per il riconoscimento reciproco dei titoli, mentre a livello interuniversitario esistono casi di riconoscimento doppio (in Italia ed in Tunisia) di titoli di terzo livello (master e dottorato), nonché esperienze di dottorati realizzati in co-tutela, in strutture universitarie dei due paesi. I titoli accademici conseguiti all’estero non hanno valore legale in Italia (art.170 del R.D. n.1592/1933). Gli artt. 170 e 332 dello stesso decreto prevedono, per i detentori di titoli accademici stranieri la possibilità di richiederne l’equivalenza con i corrispondenti titoli italiani. In virtù dell’autonomia riconosciuta alle Università, alle autorità accademiche è data la facoltà di valutare, se i titoli conseguiti all’estero possono avere corrispondenza nel nostro sistema di istruzione superiore. La domanda deve essere indirizzata al RETTORE di un ATENEO nel cui Statuto figura un corso di studi comparabile con quello completato all’estero. I documenti da allegare sono:

• Originale del titolo finale di scuola secondaria superiore(o certificato sostitutivo), che sia valido per l’ammissione all’università del Paese in cui esso è stato conseguito;

• Traduzione ufficiale in italiano del certificato o diploma; • Dichiarazione di valore sullo stesso titolo, rilasciata dalla Rappresentanza Diplomatica

o Consolare italiana nel Paese al cui ordinamento didattico si riferisce il titolo stesso; • Titolo accademico - in originale - di cui si richiede il riconoscimento, anch’esso

accompagnato dalla traduzione ufficiale in italiano e da dichiarazione di valore, rilasciata dalla Rappresentanza Diplomatica o Consolare italiana nel Paese al cui ordinamento universitario il titolo fa riferimento;

• Certificato - in originale - con il dettaglio dei corsi seguiti e degli esami sostenuti all’estero per conseguire il titolo accademico straniero;

• Traduzione ufficiale in italiano del certificato; • Programmi di studio (su carta intestata dell’università straniera o avvalorati con timbro

della università stessa), di tutte le discipline incluse nel curriculum straniero, con relativa traduzione in italiano; l’autenticità di tali programmi, come pure di tutta la documentazione precedente deve essere confermata dalla Rappresentanza Diplomatica o Consolare italiana in loco; Generalmente, anche 2 fotografie formato tessera, di cui una autenticata.

Le autorità accademiche possono: • Dichiarare l’equivalenza, a tutti gli effetti del titolo accademico estero con quello

corrispondente dell’Università italiana; • Garantire il riconoscimento parziale di singoli esami, con la conseguente necessità per

l’interessato di iscriversi ad un anno intermedio del corso di studi italiano per completare gli esami, ed, eventualmente, preparare e discutere la tesi finale.

L’iter di equivalenza/riconoscimento si conclude con l’emanazione di un decreto rettorale che rende esecutiva la delibera del Senato Accademico. Il riconoscimento dei titoli accademici stranieri può aver luogo anche in base a specifici accordi culturali bilaterali stipulati con altri Paesi o convenzioni. I cittadini Comunitari residenti in Italia, dopo aver fatto perfezionare la loro documentazione dalla Rappresentanza Italiana competente, potranno presentare la loro domanda di

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riconoscimento direttamente alla Segreteria dell’Università Italiana prescelta (termine di presentazione 5 novembre con possibilità di dilazione fino al 31 dicembre - di ogni anno). I cittadini Comunitari residenti all’estero e gli Extra Comunitari residenti all’estero o residenti in Italia, ma sprovvisti di regolare permesso di soggiorno, dovranno presentare la domanda di riconoscimento, corredata di tutta la documentazione richiesta, alla Rappresentanza Diplomatica competente per territorio nel Paese al cui ordinamento universitario si riferisce il titolo straniero; la Rappresentanza Diplomatica, verificata la correttezza formale delle richieste, provvede poi al loro inoltro alle università italiane (termine di presentazione il 31 agosto di ogni anno). Organi competenti a fornire informazioni dettagliate sui documenti da allegare alla domanda e sulle caratteristiche formali sono le autorità diplomatiche italiane all'estero, e, in Italia, le Segreterie Studenti o gli Uffici per gli Studenti Stranieri presso le singole università. Le Ambasciate che rappresentano presso le varie nazioni straniere il nostro Ministero degli Affari Esteri, in materia di titoli stranieri fanno riferimento al seguente ufficio ministeriale: MAE - Direzione Generale per la Promozione e Cooperazione Culturale - Ufficio VI - P.le della Farnesina, 1 - 00194 ROMA - Per quanto riguarda i cittadini italiani che vogliono ottenere il riconoscimento del proprio titolo all’estero o anche soltanto di un periodo di studi, si consiglia di rivolgersi alla Sezione Culturale dell’Ambasciata in Italia del paese o dei paesi cui si è interessati. Ammissione con titolo estero ai Dottorati di ricerca in Italia Il riconoscimento dell'idoneità dei titoli di studio conseguiti all'estero ai soli fini dell'ammissione a corsi di studio e di dottorato di ricerca è deliberata dall'università interessata, nel rispetto degli accordi internazionali vigenti. (Normativa di riferimento: articolo 6, comma 6 del Decreto Ministeriale [MURST] 3 novembre 1999, n. 509 - Regolamento recante norme concernenti l'autonomia didattica degli atenei) Iscrizione alle scuole di specializzazione non mediche ed ai corsi di perfezionamento. Cittadini non comunitari residenti all'estero I candidati residenti all'estero presentano la domanda e la prescritta documentazione alle Rappresentanze Diplomatiche italiane, le quali provvedono ad inviarle alle Università entro termini compatibili con le iscrizioni. I candidati stranieri in possesso di una laurea "propedeutica o affine" alla Scuola prescelta, possono domandare l'iscrizione che, tuttavia, resta subordinata al riconoscimento accademico del titolo ai soli fini dell'iscrizione ed al superamento dei rispettivi esami di ammissione, ove previsti. I cittadini stranieri forniti di laurea conseguita in Italia debbono soddisfare il requisito dell'abilitazione professionale, laddove richiesto. Iscrizione ai corsi singoli I cittadini non comunitari residenti all'estero che intendono frequentare uno o più corsi singoli o "stage" possono iscriversi presentando la domanda alle rappresentanze Diplomatiche italiane; le medesime Rappresentanze dovranno far pervenire alle istituzioni universitarie la documentazione e la domanda entro termini compatibili con le iscrizioni. Iscrizione alle Scuole di specializzazione per l'insegnamento nella scuola secondaria Per l'iscrizione alle Scuole di specializzazione per l'insegnamento nella scuola secondaria sono accettati i titoli universitari conseguiti in un Paese dell'Unione Europea che diano accesso nel Paese stesso alle attività di formazione insegnanti per l'area disciplinare corrispondente. (Normativa di riferimento: Decreto Ministeriale [MURST]26 maggio 1998)

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Regolati da un Accordo intergovernativo che risale al 1997 i rapporti italo-tunisini nel settore della formazione superiore, scientifico e tecnologico, hanno mostrato, dal 2001, una particolare vitalità, grazie all’interesse che istituzioni scientifiche, università, centri di ricerca pubblici e privati italiani mostrano nei confronti della Tunisia. Ciò trova una ragione sia nel migliorato livello qualitativo e quantitativo della capacità scientifica e tecnologica locale, fortemente voluta e facilitata dalla dirigenza del paese, fino al più alto livello, sia nelle accresciute prospettive di accesso a finanziamenti europei che si sono aperte per consorzi ed iniziative di partenariato realizzate in ambito “euro-mediterraneo”. Nell’ultimo decennio tuttavia, nell’ambito del “Processo di Barcellona”, mirante alla creazione, entro il 2010, di una Zona di libero scambio (FTA) nell’area euro-mediterranea, il governo italiano si è reso promotore, durante il periodo di presidenza dell’Unione, nel secondo semestre del 2003, di un’importante iniziativa finalizzata alla creazione di uno Spazio Euromediterraneo dell’Istruzione Superiore e della Ricerca che prevede la realizzazione delle seguenti iniziative:

• La nascita nei Paesi dell’Area Mediterranea di una Rete di centri di alta formazione e ricerca, con una forte presenza di docenti e ricercatori europei;

• La partecipazione di studenti provenienti dai Paesi dell’Area Mediterranea ai programmi di formazione superiore dell’Unione Europea, compresi i programmi di formazione alla ricerca;

• Lo sviluppo nell’Area Mediterranea di condizioni favorevoli all’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche e di comunicazione, per sviluppare servizi di apprendimento a distanza e di formazione permanente, realizzando apposite piattaforme tecnologiche

• La realizzazione di una biblioteca virtuale che renda possibile l’accesso al maggior numero di utenti dei testi fondamentali della letteratura nei vari settori del sapere.

In detto processo, conosciuto come “Processo di Catania”, in quanto avviato nella città etnea, la Tunisia riveste un ruolo di apripista: dal 2003 è attiva a Tunisi la Scuola Mediterranea di Studi Superiori in Scienza e Tecnologia dei Media che ha già organizzato tre cicli di Master, che hanno visto la partecipazione di circa 90 giovani tunisini (e dal 2005 provenienti anche da altri paesi del Maghreb). Alla componente formazione superiore, realizzata grazie alla stretta collaborazione tra Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia ed Università di Tunisi, si è aggiunto, nell’estate 2005, il volet ricerca, con la creazione di un laboratorio di ricerca congiunto italo tunisino, distribuito presso cinque sedi universitarie (tre in Tunisia e due in Italia), per lo studio di infrastrutture e piattaforme real-time per ambienti di ricerca ed e-learning collaborativi. È evidente che iniziative del genere, ripetute per altre discipline con altri paesi dell’area (Marocco per l’e-business, Egitto per l’Agro-alimentare, Turchia, per il rischio sismico, Giordania per lo sviluppo ed i diritti umani, tanto per segnalare i programmi già in atto), non possono che agevolare gli scambi ed i flussi di studenti e ricercatori.

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6.Tratti culturali Cenni storici Fatta conoscere dalle agenzie di viaggio alla massa dei vacanzieri più come una patinata Rimini africana dai grandi Hotel allineati su lunghe bianche spiagge che offre vacanze esotiche a basso costo, la Tunisia è invece un prezioso scrigno non solo di bellezze paesaggistiche, ma anche di ricchezze culturali e storiche, che nel corso dei secoli si sono succedute e sovrapposte, lasciando un’importante testimonianza dell’avvicendamento culturale in terra d’Africa. Sul piano archeologico le prime presenze umane in Tunisia risalgono a 200.000 anni fa, quando il territorio corrispondente al paese attuale cominciò ad essere occupato da flussi migratori nomatici dediti soprattutto alla pastorizia e dai quali si presume discendano i Berberi, la popolazione autoctona dell’Africa Settentrionale. La prima vera civiltà giunta sulle coste tunisine a partire dal 1100 a.C. fu quella dei Fenici, che fondarono Cartagine. A partire dal V sec. a.C., la città divenne il polo più importante del Mediterraneo occidentale ed inevitabilmente ben presto entrò in conflitto con quelle che erano le grandi potenze del tempo, prima la Grecia ed in seguito Roma. Proprio con l’Impero Romano si svilupparono le tre Guerre Puniche a partire dal 263 a.C., combattute per esercitare il controllo sul del Mediterraneo. Sconfitta sulla terra ferma Cartagine era praticamente imbattibile sui mari; ma neppure il generale cartaginese Annibale, con le sue mitiche vittorie, riuscì a fermare l’avanzata dei Romani. Questi ultimi, tuttavia, inizialmente impegnati in altre imprese, non erano particolarmente interessati a questa nuova conquista tanto che lasciarono la regione alla Numidia che, sotto la guida di Massinissa, era diventata un gran regno che si estendeva dalla Libia all’Algeria. Alla morte di Massinissa gli scontri che si verificarono all’interno del territorio provocarono un nuovo intervento di Roma che, con Giulio Cesare nel 44 a.C., proclamò la nuova fondazione di Cartagine come città romana e capitale dell’Africa Procunsularis. All’inizio del V sec. d.C. con l’Impero Romano ormai alla fine della sua storia, la Tunisia fu invasa dai Vandali di Gaiserico (o Genserico) che vi rimasero fino al 533 quando Belisario, generale dell’Impero Bizantino, li sconfisse dando inizio a 150 anni di dominio Bizantino. La nascita dell’Islam all’inizio del VII sec. d.C. portò ad invasioni arabe che, con l’aiuto e la conversione dei berberi, riuscirono ad avere la meglio sui Bizantini. Malgrado il popolo berbero avesse adottato la religione degli invasori non fu mai disposto ad accettarne il dominio tanto da iniziare una serie di guerre che durarono fino all’arrivo dei Turchi ottomani. All’inizio del XIX sec. la Francia, nuova potenza del Mediterraneo, s'impossessò dei territori più fertili del Paese, che riuscì a raggiungere l’indipendenza il 20 marzo del 1956, nominando primo presidente Habib Bourguiba, fin dagli anni Trenta impegnato nella lotta per l’indipendenza (rimase in carica fino al 1987 in quanto nominato nel 1974 presidente a vita). Grazie al forte impegno del presidente Bourguiba, il paese conobbe un rapido processo di modernizzazione ed un’embrionale fase di democratizzazione: il Presidente vietò la poligamia, mise fuori legge il divorzio per semplice ripudio e cercò di imporre limiti alla tradizione di combinare i matrimoni, stabilendo l’età minima per il matrimonio a 17 anni per le donne, introducendo anche il loro diritto di rifiutare eventuali proposte non gradite. Tornando agli aspetti più strettamente culturali, è evidente che la mescolanza di culture, ha avuto importanti riflessi sulle arti: l’architettura presenta stili molteplici che spaziano dai manufatti islamici delle medine arabe, alle rovine puniche e romane (molte ancora da riportare alla luce), ai villaggi in stile alpino degli ultimi contrafforti dell’Atlante che si riflettono nel mare di Tabarca, nel nord ovest, al confine con l’Algeria, alle strutture berbere e trogloditiche del sud… La Tunisia è una delle più importanti patrie del mosaico: centinaia di pavimenti di mosaico sono stati preservati nel corso dei secoli, grazie alle condizioni climatiche, fino ai nostri tempi. Il

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Museo del Bardo mette in mostra una straordinaria collezione, tra le più importanti al mondo, di manufatti mosaici, provenienti da ville private e da bagni pubblici, che risalgono ad un periodo compreso tra il II ed il VI secolo d.C La musica classica tradizionale locale, la cui massima espressione è il Malouf (che significa “normale” e che è considerata una tradizione nazionale), comprende stili diversissimi tra loro quali il “nouba”, il più antico e che riecheggia origini andaluse, ed il “chghoul” ed il “bachraf” di origine turca. L’origine della pittura è invece più recente; furono i Francesi ad introdurla, ma ben presto, complice forse l’incredibile luminosità del cielo e la bellezza dei luoghi, è diventata un’arte assai affermata: Hédi Turki, con le sue forme geometriche che incastonano colori vivaci e Nja Mahdaoui, con le sue complesse, ma armoniose calligrafie arabeggianti, sono nomi ormai noti nei circoli artistici internazionali. Da segnalare inoltre che, durante il periodo coloniale, numerosi pittori europei scesero in Tunisia dove trovarono ispirazione per le loro opere; l’austriaco Paul Klee, ad esempio, che nel 1914 approdò per la prima volta a Sidi Bou Said., un vero paradiso degli artisti fino alla fine del secolo scorso. Consigli La Tunisia è un paese molto tollerante, sarete spesso avvicinati da giovani che vi chiederanno informazioni sull’Italia e sulla possibilità di sviluppare rapporti di amicizia o lavoro, siate quindi disponibili e gentili: tutto si svolge spesso davanti ad un tè bevuto insieme. Cercate, nel periodo del Ramadan durante il quale c’è l’obbligo del digiuno totale, di non esibire cibo, bevande o sigarette. Le vecchie tradizioni sono comunque dure a morire e pertanto si consiglia alle donne di coprire la parte superiore delle braccia e le spalle e di indossare gonne lunghe o pantaloni. I pantaloncini corti indossati dagli uomini vengono considerati al pari di un capo di biancheria intima e possono talvolta suscitare indignazione. Le dimostrazioni pubbliche di affetto non sono viste di buon occhio nella maggior parte del paese. Nel periodo estivo, sono consigliati abiti leggeri e comodi, evitando jeans e derivati, oltre naturalmente ad un copricapo. Durante l'inverno, consigliata una buona giacca a vento e un sacco a pelo da usare negli alberghi sprovvisti di riscaldamento. L’acqua di rubinetto è bevibile in quasi tutta la Tunisia ma è bene prestare attenzione ad alcuni cibi, come le cozze, le ostriche o altri molluschi, oltre ai gelati venduti per le strade. E’ consigliabile sbucciare sempre la frutta e lavare la verdura con acqua sterilizzata. La Tunisia è un posto abbastanza sicuro, rapine o furti sono rari. Le donne che viaggiano sole è meglio che evitino gli alberghi troppo economici e l’autostop. Curiosità La condizione della donna in Tunisia è migliore che in qualsiasi altro paese del mondo islamico. Gli hammam (bagni pubblici) costituiscono uno dei punti focali della vita tunisina, non solo un luogo per la pulizia, ma anche per rilassarsi e socializzare. I comportamenti assolutamente da evitare La Tunisia è un Paese musulmano. Adeguate di conseguenza il vostro comportamento e il vostro abbigliamento agli usi locali. In caso di relazioni sentimentali e/o di matrimonio fra stranieri e Tunisini occorre osservare tassativamente le norme di comportamento e le leggi islamiche. Non fotografate persone o gruppi di persone senza il loro esplicito consenso. È vietato importare ed esportare dinari tunisini, fotografare installazioni militari e impianti pubblici, vivere in concubinato, avere relazioni omosessuali e svolgere attività politiche.

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APPENDICE: Alcune informazioni pratiche utili Collegamenti internazionali e aerei: In Tunisia operano diversi aeroporti internazionali (Tunisi, Monastir, Jerba, Tabarka, Touzeur, Sfax, Gafsa). Oltre 90 compagnie aeree operano sulla Tunisia, con quasi trecento voli settimanali con l’Europa. Visti e formalità valutarie Per entrare nel paese è necessario il passaporto in corso di validità (carta di identità unicamente per turisti in gruppo); Per i soggiorni fino ai tre mesi non occorre il visto; è richiesta la compilazione, a bordo dell’aereo o della nave, di un modulo recante i dati anagrafici del viaggiatore e le motivazioni del viaggio. La scheda viene ritirata dalla polizia di frontiera. Per chi volesse chiedere un estensione del visto dopo i tre mesi deve recarsi presso il Ministero degli Interni, a Tunisi, in Av. Habib Bourguiba, provvisto di due foto tessera, la ricevuta dell’albergo e 3 dinari tunisini in marche da bollo, reperibili presso gli uffici postali. Il tempo necessario per questa procedura è di 10 giorni. L’importazione di valuta estera è libera, fino al controvalore di 1000 Dianari tunisini (circa 700 euro – dato settembre 2005), ma se di importo superiore è altamente consigliato dichiararla (per poterla poi eventualmente riesportare). L’esportazione di dinari tunisini è vietata. Trasporti Il trasporto da e per l’aeroporto è garantito sia da taxi sia da bus. I taxi sono poco costosi e facilmente reperibili direttamente sulla strada, operano anche servizi di radio-taxi. Il sistema di trasporto interno è discretamente organizzato ed offre diverse opzioni tra treni e veicoli su strada (autobus e taxi collettivi detti louage. ) La ferrovia, pur non molto sviluppata per quanto riguarda la rete, permette di muoversi lungo le direttrici costiere e di raggiungere alcuni centri dell’interno. A Tunisi la stazione centrale è in pieno centro, a poche decine di metri dall’Ambasciata d’Italia. Gli autobus sono gestiti da compagnie private, che dispongono di mezzi relativamente moderni, alcuni dei quali dotati di aria condizionata, per lo meno sulle tratte principali. La louage è un servizio tipico tunisino nel campo del trasporto privato: si tratta di mini van o di station wagon, che offrono servizi di lunga, media e breve distanza, riconoscibili dal colore di una striscia che li identifica (rossa, per le lunghe distanze, blu per le distanze medie e gialla per i mezzi che assicurano i collegamenti tra piccoli villaggi). I louage partono ed arrivano in piccole stazioni, adiacenti il più delle volte alla stazione ferroviaria o al terminal degli autobus, non hanno orari fissi, perché si mettono in movimento solo quando tutti i posti a sedere sono occupati. Il costo del servizio è basso (circa 4 euro ogni cento chilometri) Sistemazione alberghiera Gli Hotels sono numerosi e moderni con un’ampia offerta di tipologie e prezzi.: dai 20- 25 euro di un albergo economico ai 150 euro ed oltre di alberghi di lusso. In Tunisia operano altresì una trentina di Ostelli della Gioventù affiliati all’IYHA (International Youth Hotel Association) (00216 71 353277) Orari uffici Gli uffici pubblici sono aperti dal lunedì al giovedì dalle 8:30 alle 13:00 e dalle 5:00 alle 17:45; il venerdì dalle 8:30 alle 13:00 ed il sabato dalle 8:00 alle 13:00. Le istituzioni finanziarie praticano un orario lavorativo distribuito su cinque giorni alla settimana.

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Durante i mesi estivi (luglio ed agosto) ed il mese del Ramadhan, viene applicato l’orario ridotto e continuato ,7:30/14:00 (séance unique) Festività Le festività fisse dell’anno sono le seguenti: 1 gennaio 20 marzo: giornata dell’indipendenza 21 marzo: festa della gioventù 9 aprile: giornata dei Martiri 1 maggio: festa dei lavoratori 25 luglio: festa della Repubblica 13 agosto: festa della Donna 7 novembre: anniversario della Presidenza Le festività mobili, le cui date variano in funzione del calendario islamico sono: Aid al Idha (2 giorni) Aid el Fitr (2 giorni) Mouled (1 giorno) Capodanno islamico (1 giorno) Situazione sanitaria. È opportuno attivare un’assicurazione sanitaria prima di trasferirsi in Tunisia, paese con il quale non vige un accordo di reciprocità nel settore. L’offerta è generalmente buona nella capitale e nelle principali città dove operano numerose cliniche private dotate di attrezzature di buon livello europeo, con personale medico ed infermieristico adeguatamente preparato e con prezzi delle prestazioni che si mantengono mediamente inferiori a quelli praticati in Italia. Numerose strutture sono inoltre convenzionate con le principali assicurazioni sanitarie internazionali. È opportuno assumere informazioni al riguardo presso la propria assicurazione Le comuni regole igieniche sono indicate per quanto riguarda l’alimentazione e l’acqua (privilegiare cibi cotti, limitare l’uso di verdure crude, lavare la frutta, bere acqua e bibite imbottigliate senza aggiungere ghiaccio, evitare gelati artigianali, creme ecc.) Situazione della sicurezza La Tunisia è uno dei paesi più sicuri dell’area maghrebina; nessuna area turistica ed urbana presenta rischi particolari. Ovviamente, per affrontare viaggi in zone predesertiche e desertiche è opportuno utilizzare i servizi di operatori turistici specializzati. Nonostante il clima di generale tolleranza che caratterizza il paese, si raccomanda la massima discrezione in tema di comportamenti omosessuali considerati oltraggiosi della morale pubblica e sanzionati dalla legge si segnala inoltre che nel paese non vi è alcuna tolleranza in tema di consumo e spaccio di stupefacenti (anche droghe leggere e per uso personale), con pesanti sanzioni che prevedono pene detentive. Viabilità e traffico. Guida a destra, sorpasso a sinistra. In Tunisia i cittadini italiani possono condurre motoveicoli ed automezzi se in possesso della patente italiana; il traffico è particolarmente caotico, soprattutto nelle ore di apertura e chiusura degli uffici ed è obbligatoria una grande attenzione alla guida, anche al fine di prevenire manovre improvvise ed imprevedibili da parte di altri guidatori. È necessaria la carta verde o la stipula di una assicurazione temporanea in frontiera. L’assicurazione per responsabilità civile è obbligatoria per tutti i veicoli a motore o rimorchio Indirizzo utile:

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Bureau Automobil Tunisien Square Avenue de Paris-Tunis Tel 00216 71 256866- 340340 Fax : 00216 71 341932-340835 Infrazioni stradali quali eccesso di velocità, sorpasso in tratti vietati, attraversamento con semaforo giallo e rosso, possono essere sanzionate con l’immediato ritiro della patente. Panorama dei Media: Quotidiani: i più importanti in lingua araba; sono poi disponibili quotidiani in lingua francese: “La Presse”, “Le Temps” “Le Quotidien” e “Le Renouveau”, in inglese “Tunisia News”. Tra le principali riviste da menzionare “L’Economiste Maghrébin”, “la Revue de l’Entreprose”, “Le Manager” e “Realitès”. “Il Corriere di Tunisi-Corriere Eurafrica” in lingua italiana è pubblicato a cadenza bisettimanale. TV: Rai Uno, Canale 7, Canale 21, oltre alle televisioni trasmesse per via satellite. Radio Tunisi: Canale Internazionale (con un’ora di programmazione giornaliera in lingua italiana), Radio Giovani e Radio Mosaique. Telecomunicazioni in Tunisia Nel paese, che nel novembre 2005 ospita il Forum mondiale della Società dell’Informazione, sono presenti tutti i tipi di linea e di collegamenti telefonici dalla telefonia fissa di tipo comune (RTC), alla rete digitale integrata nei servizi (ADSL), ai collegamenti satellitari, le reti cellulari analogiche, le connessioni a banda larga per internet (SDH, ATM ecc.), la rete GSM con due operatori. La rete nazionale è totalmente digitalizzata. Esiste un accordo di “roaming” che permette ai clienti di gestori italiani di utilizzare i telefoni cellulari GSM in Tunisia Alcuni siti di interesse generale: Ambasciata d’Italia in Tunisia: www.ambitalia-tn.bo.cnr.it Istituto per il Commercio Estero in Tunisia: www.ice.tn Camera tuniso-italiana di commercio industria: www.ctici.org.tn Governo tunisino: www.ministeres.tn Banca Centrale di Tunisia: www.bct.gov.tn Associazione degli Industriali: www.utica.org.tn Istituto Nazionale di Statistica: www.ins.nat.tn Agenzia per la Promozione degli investimenti: www.investintunisia.tn Agenzia per le esportazioni: www.cepex.nat.tn Ufficio Nazionale del Turismo: www.tuniaonline.com/tourism Informazioni turistiche: www.turismtunisia.com Alberghi, ristoranti, tour: www.ahlan.tourism.tn Agenzia per l’impiego: www.emploi.nat.tn Trasporti: www.atcm.com.tn Tunisair: www.tunisair.com.tn Tunisina Travel Service: www.tts.com.tn La Presse : www.tunisie.com/La Presse TV/Radio www.tunisiatv.com www.radiotunis.com Motori di ricerca www.Tunisie.com www.TunisaOnline.com www.pagetunisie.com

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ALLEGATO 1: Convenzione con Università CONVENZIONE Tra APREITE –APREIME sarl e Università ………………………………………………………. In…………..,addi………………….. tra LA SOCIETÀ APREITE-APREIME SARL CON SEDE IN IMM. MAGHREBIA TOUR B BOULEVARD 7 NOV, CHARGUIA II BP 65-1080 TUNISI, IN PERSONA DEL LEGALE RAPPRESENTANTE DOTT. MARCO POLVERARI e l’Università ………………………….., d’ora in poi denominata « Università »

Premesso che: 1.APREITE-APREIME sarl è costituito da uno staff di trad-Analyst italiani preposto a favorire l’interscambio scientifico,culturale,industriale e commerciale tra Tunisia e l’Italia; 2. APREITE-APREIME SARL È UN PUNTO DI RIFERIMENTO NEL TERRITORIO TUNISINO, IN COSTANTE CONTATTO CON IL SISTEMA ECONOMICO, SCIENTIFICO E CON LE ISTITUZIONI LOCALI, ATTRAVERSO IL QUALE È POSSIBILE DARE AVVIO AD IMPORTANTI INIZIATIVI CON LA REALTÀ ITALIANA; Considerando 1. Le opportunità offerte dai rapporti di collaborazione tra APREITE-APREIME sarl e l’Università; 2. Che il nuovo scenario economico mondiale porta con sé sfide per affrontare le quali conviene creare legami informativi che diano conto della velocità del cambiamento in atto per aiutare le istituzioni locali, la ricerca e l’Università a modificare il proprio ruolo secondo le necessità in costante evoluzione; 3.Che le attività di internazionalizzazione si sono evolute in forme complesse, comprendendo non solo l’esportazione dei beni e servizi, ma anche la crescente integrazione culturale, sociale scientifica e produttiva, il trasferimento di tecnologia e competenze, la creazione di progetti Euro- mediterranei, la costituzione di reti di collaborazione, la promozione degli investimenti diretti verso l’Italia e la facilitazione dei flussi d’investimento verso l’estero.

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Con la presente APREITE-APREIME sarl si rende disponibile a dare il proprio contributo, secondo le proprie competenze, a supporto delle attività su esposte e in particolare ad effettuare le attività di seguito indicate: 1. informazioni sulle attività in corso, così da favorire anche le interazioni e la collaborazione sin dalla fase progettuale; 2. veicolare informazioni così da favorire anche le interazioni tra L’Università e APREITE-APREIME sarl erogando servizi di informazione e segnalazione di opportunità nell’ambito di convegni, simposi, workshop organizzati in collaborazione con Università, secondo calendari preventivamente concordati; 3. coordinare attività congiunte per favorire i rapporti tra studenti e ricercatori ; 4. coordinare attività quali la programmazione ed eventuale organizzazione di interventi specifici come missioni ed altri interventi di supporto all’internazionalizzazione ricercando congiuntamente risorse all’interno di leggi regionali, nazionali ed europee; 5. fornire indicazioni di tendenza e linee di sviluppo che potranno confluire nei futuri programmi di attività; 6. la società APREITE-APREIME sarl si impegna a domiciliare a titolo gratuito per il primo anno di validità dalla presente convenzione l’Università per la Tunisia presso i suoi uffici ubicati a Tunisi, Boulevard 7 Novembre –Immeuble maghrebia Tour B , Charguia II, ossia nello stesso palazzo dove hanno sede altre prestigiose Società quali ALITALIA, la Lufthansa e la Swissair, a 500 metri dall’Aeroporto di Tunisi. La Società APREITE-APREIME sarl fornirà all’Università un servizio di segreteria in lingua italiana, francese e araba, oltre che l’utilizzo di propri uffici e della sala riunioni in modo che l’Università abbia una vera e propria sede decentrata per il mondo arabo li…………….

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ALLEGATO 2: Convenzione di Stage CONVENTION DE STAGE La présente convention régit les rapports entre l'Università …………….., situé à……………rue ………………., dorénavant appelée "l'Università", et représentée par le Recteur Prof…………… et XXXX, adresse, représentée par XXXXX, né à XXXXX le XXXX, code fiscale XXXXXXX dorénavant appelée "l'Institution" (ou l’entreprise) concernant le stage pour l'application pratique des études dans l'Institution des étudiants et licenciés de l’Université…………….. ART. 1: Le stage a pour objet essentiel d’assurer l’application pratique de l’enseignement et de compléter la formation professionnelle. Le programme de stage est établi par l’institution, en accord avec l’Université, en fonction du programme général d’enseignement, de manière à constituer le prolongement des études et à donner une formation générale de caractère pratique. ART. 2: L'activité de formation pratique du stagiaire pendant la période de séjour dans l'Entreprise est suivie et contrôlée par un responsable de stage de l'Institution. Pendant le période du stage le stagiaire, bien qùil ne soit pas soumis aux horaires de travail des salariés, doit se conformer à ce qùil a négocié avec le responsable de l'Institution et s'adapter aux règlements et procédures employés, y compris ceux relatifs à la sécurité et à l'hygiène du travail, à ceux contre les accidents, et aux jours fériés établis. En outre, le stagiaire doit être lié par le secret en ce qui concerne les produits, les procédés de production et toute caractéristique de l'Institution dont il pourrait avoir connaissance pendant le stage. ART. 3: Le stage a lieu aux dates fixées dans le document de stage attaché et établies d’un commun accord entre l’Université et le représentant de l'Institution. Le stagiaire peut, éventuellement revenir à l’Université pendant la durée de son stage pour y passer des examens ou contrôles sur justification d’une convocation de celle-ci. ART. 4: L'Université s'engage à donner assurance contre les accidents du travail (INAIL n. 6477566/51) et pour la responsabilité civile (……………………….) pendant la période du stage. En cas de accident de travail le stagiaire s'engage à le communiquer en temps utile et à envoyer à l'Institution la documentation nécessaire. La même communication doit être transmise à l'Université. ART. 5: Le stage est formalisé avec un document de formation qui contient les modalités de développement du stage (durée et lieu, contenu et but, noms des responsables) et tout ce qui se réfère à l’Art. 4 de cette convention pour ce qui concerne l’assurance. Ce document est envoyé par l’Université au stagiaire et à l'Institution et doit être signé par les contreparties en signe d’acceptation. ART. 6: A la fin du stage l’Institution s’engage à émettre une lettre qui certifiera la période et la nature du stage même. ART. 7: Le stagiaire pourra recevoir une gratification dont le principe et le montant sont laissés à l'appréciation de l'Institution. En cas d'engagement ultérieur, la période du stage ne sera pas prise en compte au titre de l'ancienneté.

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ART. 8: Le stagiaire s'engage à rédiger, à la fin du stage, un dossier complet sur l'activité déployée, qui doit être présentée à l'Université et au Responsable de l'Institution. ART. 9 : cette convention s’applique à l’institution et à ses bureaux périphériques à l’étranger. Date, L’Institution L’Universitè Signature _______________________

Recteur ________________________

Fondé de Pouvoir ________________________