Trentino Industriale | agosto-settembre 2013

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ANNO 54 | N°04 AGOSTO | SETTEMBRE 2013 “Abbandoniamo il pensiero debole per un pensiero forte” Le richieste di Confindustria Trento dal palco dell’Assemblea Generale 2013 Il presidente di Sezione, Giovanni Coletti: “Aziende radicate sul territorio” Speciale metalmeccanica Il vicepresidente Lorenzo Delladio spiega la strategia dell’Associazione Internazionalizzazione I risultati della collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler Innovazione

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Il bimestrale di Confindustria Trento.

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ANNO 54 | N°04

AGOSTO | SETTEMBRE 2013

“Abbandoniamo il pensiero debole per un pensiero forte”Le richieste di Confindustria Trento dal palco dell’Assemblea Generale 2013

Il presidente di Sezione, Giovanni Coletti: “Aziende radicate sul territorio”

Speciale metalmeccanica

Il vicepresidente Lorenzo Delladio spiega la strategia dell’Associazione

Internazionalizzazione

I risultati della collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler

Innovazione

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Confidimpresa Trentino s.c. è una Società Cooperativa

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Trento e Terfidi, importanti realtà locali di trentennale

esperienza, è supportata da personale preparato e sempre

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Interlocutore del sIstema credItIzIoGrazie alle convenzioni con tutto il sistema bancario operan-te sul territorio provinciale, Confidimpresa Trentino facilita i propri associati nell’accesso al credito tramite il rilascio di ga-ranzie consortili a sostegno di nuovi finanziamenti. L’avvento dell’attuale crisi finanziaria ha portato altresì la Provincia au-tonoma di Trento ad istituire “il tavolo del credito”, all’interno del quale Confidimpresa Trentino svolge, dalle origini, un ruolo attivo, propositivo e di testimonianza.

consorzIo dI garanzIaL’operatività di Confidimpresa Trentino prevede il rilascio di garanzie a sostegno sia delle linee di credito a breve termine (fidi in conto corrente, linee auto liquidanti, ecc) sia a medio e lungo termine (mutui e leasing). Un’analisi congiunta con l’imprenditore delle sue esigenze finanziarie costituisce il fulcro intorno al quale strutturare l’in-tervento di Confidimpresa Trentino.

Interlocutore della ProvIncIaAttraverso la stipula di precise convenzioni, Confidimpresa Trentino si pone come interlocutore della Provincia autonoma di Trento, per conto della quale gestisce il processo di istruttoria ed erogazione di diverse agevolazioni provinciali e di altri mol-teplici interventi volti allo sviluppo ed al sostegno delle imprese.

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editoriale

7 Tra 60 giorni un nuovo Governo in Trentino

copertina

9 I protagonisti dell'Assemblea 2013

11 "Confindustria, casa dell'economia reale"

15 Bilancio 2012 positivo per l'Associazione

16 "La priorità assoluta è la semplificazione"

18 Scelte aziendali per contrastare la recessione

21 Trentino, Europa, mondo: la traiettoria dello sviluppo

24 Premiati i pionieri dell’industria trentina

26 Associati da oltre cinquant’anni

associazione

30 Quaranta progetti per l'innovazione aziendale

33 Confindustria Trento premiata per il cloud

35 Il manifatturiero al centro

38 Assoservizi per il passaggio generazionale

speciale metalmeccanica

41 "Un settore dinamico e vitale per il Trentino"

44 Leader nazionali nella galvanica

47 Turbine idrauliche per impianti "green"

49 Proiettati nel mondo e legati al territorio

52 Il capitale umano la risorsa chiave

54 Crescita costante per Blm in Trentino

aziende

56 I divani Gyform in Cina e in Russia

58 Umana in crescita del 20% in Trentino

internazionalizzazione

60 Più attenzione alle esigenze delle imprese

62 Nuovi servizi per l’internazionalizzazione

63 Formazione al giro di boa

64 L’agroalimentare trentino negli Usa

65 La nuova frontiera dell’export

education

66 Formazione per i manager

67 Strumenti e incentivi all’occupazione giovanile

edilizia

70 La proposta dell’Ance: un piano Marshall per l’edilizia

giovani

72 A Mosca per promuovere la giovane imprenditoria

74 In equilibrio tra sindacati e politica

76 Le proposte di Inet al Festival

innovazione

78 Perché Robinson Crusoe non basta più

80 Uno showroom dedicato all’innovazione

rubriche

9 copertina

30 associazione

41 speciale metalmeccanica

54 aziende

60 internazionalizzazione

66 education

70 edilizia

72 giovani

78 innovazione

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I prezzi indicati vanno maggiorati di I.v.a.

L’editore si riserva di valutare di volta in volta la compatibilità con la rivista dei messaggi pubblicati proposti.

Laura Canzian [email protected] 338 7789032 | F 0461 933551

Direttore ResponsabileAlessandro Santini

Comitato di RedazioneGiovanni ColettiRoberto BusatoPaolo AnghebenPierangelo BaldoLorenzo GarbariAndrea MarsonetEduard MartinelliRoberto Pisetta

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StampaSaturnia | Via Caneppele, 46 | Trento 0461 822636 - 822603

FotoArchivio fotografico Confindustria Trento, Panato, MoniQue Foto, KLR foto, Alessio Coser, Rensi, Hugo Muñoz

EditoreAssociazione degli Industrialidella Provincia di Trento

PubblicitàITIS Srl | Via Degasperi, 77 | Trento | T 0461 360000Laura Canzian | T 338 7789032 | F 0461 933551

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ANNO 54 | N°04

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“Abbandoniamo il pensiero debole per un pensiero forte”Le richieste di Confindustria Trento dal palco dell’Assemblea Generale 2013

Il presidente di Sezione, Giovanni Coletti: “Aziende radicate sul territorio”

Speciale metalmeccanica

Il vicepresidente Lorenzo Delladio spiega la strategia dell’Associazione

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In queste settimane stiamo vivendo un’estate molto calda, con la colonnina del mercurio su valori elevatissimi.

Ma anche l’autunno che ci aspetta sarà caldo. Anzi, molto caldo. Sia per ragioni economico-sociali, che per ragioni politiche.

A giugno, a Levico Terme, nel corso della nostra Assemblea annuale lo aveva-mo anticipato.

Durante l’Assemblea privata avevamo illustrato i risultati degli interventi di riorga-nizzazione dell’ultimo anno in Associazione, che hanno portato un’importante riduzione dei costi di gestione. I risparmi conseguiti negli ultimi anni ci hanno consentito di potenziare i servizi alle imprese e di introdurre uno sconto sulle quote associative 2013, per essere ancora più vicini ai nostri associati in una fase difficile che non accenna a miglio-rare.

Durante la sessione pubblica ci eravamo rivolti direttamente a chi si candida a governare la Provincia per i prossimi cinque anni, chiedendo un’analoga atten-zione ai problemi delle imprese, che richiedono risposte concrete in tempi brevi.L’impressione, invece, è che oggi la politica – quella provinciale, come quella nazionale – viva lontana dai problemi del mondo reale.

Non abbiamo guardato indietro, non ci siamo soffermati su analisi retrospettive fini a se stesse, magari per dirci quanto siamo stati bravi finora. Abbiamo preferito concentrarci sulle scelte che riteniamo indispensabili per il futuro del nostro territorio e del sistema produttivo, da cui dipende in buona misura il benessere di tutti i cittadini.

Alla classe politica abbiamo presentato richieste e proposte concrete (tra le quali moderni strumenti di welfare per i lavoratori delle aziende, una semplifica-zione della burocrazia per le imprese, il completamento della cablatura in fibra ottica delle zone industriali, nuovi collegamenti stradali interni e verso l’esterno), ma dopo alcuni distinguo generici, ha prevalso il silenzio da parte di partiti e singoli candidati.

In questi giorni assistiamo a fibrillazioni nelle potenziali alleanze e vorticosi valzer sui nomi dei candidati. Però non vediamo programmi politici chiari, non sentiamo risposte alle nostre sollecitazioni. Solo generiche prese di posizione.

Ci sono ancora 60 giorni, che speriamo siano utilizzati dai candidati per espri-mersi chiaramente su quello che proporranno. Siamo convinti che le domande che abbiamo posto serviranno alla nostra cate-goria per comprendere meglio gli scenari che si profilano sull’orizzonte vicino. Ma serviranno anche a tutti i cittadini del nostro territorio per una scelta elettora-le consapevole e motivata.

Paolo Mazzalai

Tra 60 giorni un nuovo Governo in Trentino

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Molti gli ospiti e tanti i temi trattati a Levico Terme all'assise annuale degli industriali trentini. Ospite d'onore il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.

tenuta il 21 giugno presso il PalaLevico di Levico Terme l’Assemblea generale 2013 di Confin-dustria Trento. “Più industria, più lavoro, più benessere” il titolo scelto dal presidente Paolo Mazzalai per l’assem-blea di metà mandato. Oltre 700 persone hanno assistito alla parte pub-blica dell’assise degli industriali trentini, aperta dalla lettura della relazione del presidente, che ha parlato del ruolo di Confindustria, del contesto nazionale e delle sue emergenze, rivolgendosi poi alla politica locale. Mazzalai ha individuando le quattro priorità della prossima amministrazione provinciale nella riduzione della spesa pubblica e nella semplificazione amministrativa; nel poten-ziamento del sistema del welfare; in nuove infra-strutture in partnership con i privati; nei rapporti con l’Università e con il mondo della ricerca e della cultura.Il presidente di Confindustria Trento ha poi pre-sentato la nuova Giunta per il biennio 2013-14 con un simpatico filmato con note Jazz. Giulia Mani-ca è intervenuta in qualità di portavoce dell’intera squadra.Alla relazione del presidente Mazzalai ha fatto se-guito l’intervento di Sergio Arzeni, direttore del Centro per l’imprenditorialità, le Pmi e lo svilup-po locale dell’Ocse, che dal suo osservatorio inter-nazionale ha parlato di politiche per lo sviluppo, osservando come le aziende italiane scontino uno svantaggio competitivo iniziale per i livelli di tas-sazione, costo dell’energia, condizioni di accesso al credito, ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione. È quindi intervenuto l’assessore provinciale all’in-dustria, artigianato, commercio e cooperazione Alessandro Olivi, che ha portato il saluto della

Giunta provinciale all’assise confindustriale, e ha rammentato le idee-guida alla base della rifor-ma degli incentivi, ricordando come, nonostante la contrazione delle risorse pubbliche, la Giunta provinciale abbia “allocato a favore delle imprese circa 150 milioni di euro ogni anno, che hanno consentito di accompagnare la quasi totalità delle imprese disposte ad investire sul territorio e di lasciare spazio a massicci interventi di sistema, a dimostrazione della ferma volontà di valorizzare e sostenere la pluralistica vitalità innovativa del nostro tessuto imprenditoriale”.I lavori sono quindi proseguiti con una tavola ro-tonda moderata da Andrea Cabrini, direttore di Class Cnbc, alla quale hanno partecipato Anto-nello Briosi, presidente del Gruppo Metalsistem, Fabrizio Resmini, country manager di Sandvik

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I protagonisti dell'Assemblea 2013

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Giorgio Squinzi e Paolo Mazzalai

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economico che la recessione ha reso sempre più impraticabile. I lavori si sono conclusi con un’intervista di Cabri-ni al presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. “Le testimonianze della tavola rotonda – ha det-to – mi confermano che la situazione dell’econo-mia trentina è migliore della media nazionale”. Il presidente nazionale degli industriali ha voluto sottoscrivere tutti i temi toccati dalla relazione di Mazzalai. Ha dunque parlato di semplificazione normativa e burocratica, costo del lavoro, sblocco del pagamento dei debiti della Pubblica Ammi-nistrazione, Iva, Imu, crescita, politica europea e nazionale.Nel primo pomeriggio dello stesso giorno, al Pa-laLevico si era celebrata anche la parte privata dell’Assemblea, aperta dal resoconto dell’attività del primo biennio di presidenza. Gli associati hanno eletto in quell’occasione i tre nuovi vice-presidenti dell’associazione per il prossimo bien-nio – Giulio Bonazzi, Lorenzo Delladio e Giulio Misconel – per poi procedere all’approvazione dei bilanci consuntivo e preventivo e della delibera che introduce, a partire dal 2014, il nuovo sistema di calcolo del contributo. A chiudere la parte privata dell’Assemblea, come di consueto, la cerimonia di premiazione dei "pio-nieri dell’industria trentina" e delle aziende asso-ciate da oltre cinquant’anni. Il presidente Maz-zalai, affiancato dal presidente di Confindustria Squinzi, ha consegnato il riconoscimento a Guido Bertò, Umberto Zanoni, Fratelli Berti Legnami Srl, Italcementi e Sif Impianti Funiviari Lusia Spa. Infine il sorteggio dei voli aerei e degli iPad destinati a quattro tra i giovani presenti in sala.

Italia Spa e Mauro Scaccianoce, Ad di Siemens Transformers Spa. Il dibattito è stato introdotto dalla proiezione delle interviste realizzate tra un gruppo di asso-ciati di Confindustria Trento: Giulio Deflorian, (Mobilificio Deflorian Iginio Srl), Giovanna Flor, (Bauer Spa), Elisabetta Montagni, (Calze Gm Sport Srl) e Marisa Zeni, (Eurostandard Spa), che hanno raccontato le esperienze delle proprie aziende in termini di impatto della crisi, di azioni messe in campo per contrastarne gli effetti, delle difficoltà e dei bisogni quotidiani, di attese e prospettive future. Resmini, Briosi e Scaccianoce hanno portato le loro esperienze di uomini d’azienda quotidiana-mente chiamati a rapportarsi con un contesto

La tavola rotonda

Giulia Manica

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Nella sua relazione, il presidente di Confindustria Trento Paolo Mazzalai si è rivolto alla politica presentando le proposte degli industriali trentini.

"Confindustria, casa dell'economia reale"

Il presidente Mazzalai si è quindi soffermato sul ruolo di Confindustria, che ha definito “la casa dell’economia reale” che opera ogni giorno per “fare progredire il territorio in cui viviamo, le no-stre famiglie, i nostri giovani”. Nel concreto l’Associazione ha ricercato un con-fronto costruttivo con l’amministrazione pubblica, un dialogo con il sistema del credito e in partico-lare sul tema della finanza, Mazzalai ha voluto ri-cordare anche il progetto dei cosiddetti “minibond di Laborfonds” nati da “un’idea di Confindustria Trento, lanciato lo scorso anno e che si sta tradu-cendo in opportunità concreta”.Mazzalai ha anche richiamato l’impegno dell’Asso-ciazione per i giovani e in particolare il progetto

del presidente di Confindustria Trento Paolo Mazzalai si è aperta con una metafo-ra del difficile momento congiunturale: “Le favole non insegnano ai bambini che i draghi esistono. Perché i bambini questo lo sanno già. Le favole in-segnano che i draghi possono essere battuti. Anche noi abbiamo i nostri draghi: la disoccupazione, la recessione, la rassegnazione delle persone, i privile-gi ingiustificati ed i modi di pensare superati. Noi però siamo fortunati: sappiamo che possiamo bat-terli. Non solo perché ce lo dicono le favole, ma perché qualcuno effettivamente lo fa. Per questa ra-gione oggi voglio concentrarmi sulle cose da fare”. Perché, ha continuato Mazzalai, “se chiudono le aziende, chiude il Trentino”.

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“Giovani Industriosi”, che ha portato all’assunzione di più di cento giovani con un innovativo modello di flexsecurity, nonché gli interventi volti a favorire le opportunità di lavoro estivo nelle aziende per gli studenti.Con un breve ma pregnante passaggio sul contesto nazionale, Mazzalai ha rimarcato come: “L’indu-stria italiana è da tripla A. Perché siamo la settima potenza manifatturiera mondiale e la seconda eu-ropea”. Così come la sua principale organizzazione di rappresentanza: “Confindustria è da tripla A. Perché è autonoma, apartitica, agovernativa”.Alla politica nazionale Mazzalai ha ricordato le tre emergenze drammatiche: lavoro, fisco, lotta all’eva-sione, ma soprattutto ha posto l’accento sulla nor-ma dei “concordati in continuità” definiti come: “uno schiaffo all’etica, una vergogna nazionale. Di-ciamo le cose come stanno: è uno strumento che consente di non pagare i debiti ai propri creditori e di continuare la propria attività in maniera indi-sturbata”. Alla politica locale, alla prossima amministrazione provinciale che uscirà dall’appuntamento elettorale di fine ottobre, Mazzalai ha chiesto una particolare attenzione per il sistema produttivo, che ha foca-lizzato in quattro priorità: la riduzione della spesa pubblica e la semplificazione amministrativa; il potenziamento del sistema del welfare; nuove in-frastrutture (in particolare il completamento della Valdastico) in partnership con i privati; nuovi rap-porti con l’Università e con il mondo della ricerca e della cultura.“Riteniamo prioritario il contenimento della spesa pubblica – ha detto il presidente -, soprattutto per la parte corrente, e il conseguimento di efficien-ze che consentano di raggiungere più obiettivi con meno risorse. Non è efficiente la riorganizzazione, che abbiamo visto finora, delle società controllate dalla Provincia. Che sono numerose.In tema di riorganizzazione delle società controlla-te dalla Provincia erano previste fusioni ed incorpo-razioni. Oggi poco si è visto. Per quanto riguarda la riorganizzazione interna alla Provincia, il progetto ha portato a una riduzione del numero dei diparti-menti, servizi e uffici.

Peccato che il numero dei dirigenti sia rimasto inva-riato. Temo che questo progetto – almeno nella ver-sione attuale – non contribuirà al taglio della spesa corrente che la Giunta provinciale aveva previsto nella Finanziaria 2013”. Poi il riferimento alle ineffi-cienze del sistema: “Chiediamo una semplificazio-ne burocratica, che passi anche per l’atteggiamento dei dipendenti della pubblica amministrazione, i quali devono saper andare oltre la mera funzione di autorizzazione e controllo – pur legittima – e riuscire a risolvere i problemi dei cittadini e delle imprese. Lo sviluppo del territorio deve avvenire con la diffusa consapevolezza che “fare impresa“ è un valore. Usiamo poche norme, chiare, uniformi sul territorio. Questo è il migliore contributo allo sviluppo che un’amministrazione possa dare”. Mazzalai ha poi trattato il tema del potenziamen-to del sistema del welfare: “Il Trentino ha una de-lega che si può rivelare strategica per contrastare la disoccupazione, a partire dal quella giovanile. Sono stati costituiti gruppi di lavoro per elaborare l’assetto dei nuovi ammortizzatori sociali transitati nelle competenze della Provincia dopo l’Accordo di Milano del 30 novembre 2009. Anche in questo caso – ha raccomandato il presidente di Confindu-stria Trento – dovrà essere adottato un approccio innovativo, che tenga conto delle mutate condizio-ni socio-economiche. In particolare vogliamo una cassa integrazione che sia strettamente collegata ad un processo di aggiornamento professionale del la-voratore o che lo coinvolga nella realizzazione di attività socialmente utili. Non possiamo tollerare che la cassa integrazione diventi un’occasione per svolgere altri lavori, magari in nero”. Quanto al tema del sistema infrastrutturale in Tren-tino, “un tema a lungo dibattuto, ma mai concluso, spesso accompagnato da toni e visioni ideologiche, non fondate su elementi tecnici”, Mazzalai ha am-monito: “La riduzione della disponibilità di risorse economico-finanziarie della nostra Autonomia in-duce oggi un processo di profonda revisione delle priorità e delle entità degli interventi possibili. Par-tiamo dal progetto Metroland e dalla sua sosteni-bilità. Le prime richieste ed i primi dubbi li aveva già manifestati Ilaria Vescovi dal palco di Rovereto.

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Oggi chiediamo di riconsiderare il progetto, ridi-mensionarlo in modo adeguato”. E sulla Valdastico Nord: “Non si può ignorare il fatto che i nuovi collegamenti stradali, in corso di realizzazione nel Veneto, modificheranno i flussi di traffico anche in Trentino. Confindustria Trento auspica una de-cisione urgente per la realizzazione di questo im-portante collegamento stradale. Decisione che tenga conto delle varie esigenze viabilistiche, incluse quel-le della Valsugana. Parliamo anche dei principali interventi stradali a completamento della rete pro-vinciale, oggi importantissimi per le nostre valli, ma chiusi in un cassetto del Palazzo, per scarsità di risorse. Potrebbero essere realizzati in Project Fi-nancing con le nostre imprese, con indubbi van-taggi sulle tempistiche delle realizzazioni e con la responsabilizzazione del sistema imprenditoriale”. In relazione al piano provinciale per l’infrastruttu-razione telematica del territorio, Mazzalai ha ricor-dato di aver chiesto, al momento del proprio inse-diamento, che il collegamento con la fibra ottica di tutte le zone industriali del Trentino fosse comple-tato: “Oggi - ha detto - l’opera non è ancora termi-nata. Continueremo a tenere monitorato l’avanza-mento dei lavori, perché siamo convinti che anche da questo progetto dipenda la competitività delle nostre imprese”. Sui rapporti con il mondo della ricerca e della cultura, il presidente di Confindustria Trento ha incalzato: “Riteniamo che l’Università abbia il dovere di creare ricadute sulla comunità. Quella stessa comunità che genera le risorse del bilancio provinciale che alimentano il bilancio dell’Ateneo Trentino. Ciò non va a scalfire l’autonomia del nostro Ateneo. Anzi, potrebbe emanciparlo sem-pre più dai trasferimenti del bilancio provinciale. Oltre all’Università, il nostro territorio ospita mol-

ti centri di ricerca di eccellenza, il cui valore è ri-conosciuto a livello internazionale. L’innovazione è il vantaggio competitivo che il Trentino può gio-carsi nella sfida globale tra territori. L’innovazione è la sua ricchezza, il suo petrolio. Vanno favorite le collaborazioni con il sistema produttivo, anche mediante incentivi per i docenti e i ricercatori che lavorano con le imprese. Il progetto di polo del-la meccatronica a Rovereto è un’opportunità per fare qualcosa di innovativo nella collaborazione tra formazione, ricerca e produzione. Auspichia-mo che l’ateneo trentino decida di aderire a que-sto progetto con un presidio diretto di ricerca e didattica sulla meccatronica a Rovereto. Scuola e università devono assumere un ruolo più respon-sabile nell’orientamento dei giovani agli studi. Continuare ad ignorare la domanda di compe-tenze del sistema produttivo è deleterio, oltre che anacronistico”. E in riferimento a Mart e Muse: “Siccome riconosciamo l’eccellenza e le potenzia-lità dei nostri musei, auspichiamo una revisione della loro missione. Ossia non limitata alle grandi mostre, ma con un ruolo attivo nella produzione di cultura e di saperi, che potrebbero contribuire a rendere il nostro territorio catalizzatore di talenti e di risorse dall’esterno. Chiediamo ai futuri ammi-nistratori che tengano conto di questo anche negli atti di indirizzo con cui assegnano le risorse finan-ziarie al mondo della Cultura e dell’Università”.Mazzalai ha concluso il suo intervento affermando che: “Molte delle cose elencate ve le avevamo già suggerite o chieste in occasioni precedenti. E sono state ascoltate solo in parte o per nulla. Credo che oggi il tempo sia scaduto. Non lo diciamo noi, ma le condizioni sociali, economiche e finanziarie del mondo che ci circonda. Basta giochi! E ci auguria-mo che, questa volta, sia proprio così”.

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Approvati il bilancio consuntivo 2012 e il preventivo 2013. Conseguiti importanti risparmi, impiegati nel potenziamento dei servizi. Introdotto uno sconto del 10% sulle quote 2013.

Bilancio 2012 positivo per l'Associazione

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della parte privata dell’Assem-blea Generale 2013 il direttore di Confindustria Trento Roberto Busato ha coordinato i punti all’ordine del giorno relativi all’approvazione del bilancio consuntivo 2012, della relazione del collegio dei revisori contabili e del bilancio pre-ventivo 2013. Illustrando i numeri del bilancio consuntivo Busato ha dichiarato: "In sintonia con l'azione avviata negli anni scorsi, anche nel 2012 siamo stati in grado di realizzare risparmi: operazione che ci ha consentito di investire in nuovi servizi per le aziende associate".Oltre a questi importanti risultati, l'Associazio-

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Il direttore Roberto Busato

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ne ha deliberato uno sconto del 10 per cento sulle quote associative 2013. Un'azione decisa in un contesto economico delicato per le aziende, per essere ancora più vicini agli associati, come ha spiegato il direttore Busato.Per il prossimo anno - ha continuato - "con-tinueremo a investire nel potenziamento dei servizi di importanza strategica per le imprese associate".Nell’ambito dell’illustrazione del bilancio del-lo scorso anno sono intervenuti anche il presi-dente del Collegio dei revisori contabili Marco Schönsberg e Paolo Foss, della società di revi-sione Trevor srl.

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Intervenendo dal palco all'Assemblea di Confindustria Trento il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ha parlato delle priorità per fare ripartire il Paese.

con una metafora ciclistica, rispet-to agli altri competitori europei, è come se i nostri imprenditori facessero una salita dolomitica con un cubetto da dieci chili di porfido in tasca”: così il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha esemplificato la gravità del caso italiano davanti al pubblico dell’Assemblea generale di Confindustria Trento.“Siamo un paese manifatturiero che ha saputo tra-sformarsi in una delle grandi potenze economi-che, il secondo paese manifatturiero d’Europa, il secondo al mondo in termini di valore aggiunto pro capite” ha risposto ad Andrea Cabrini che gli chiedeva se la manifattura potesse essere ancora la leva della ripresa.

“La priorità assoluta – ha ammonito Squinzi - è la semplificazione normativa e burocratica. Nel no-stro paese ci sono energie straordinarie, le imprese coinvolte nella tavola rotonda ne sono l’esempio. Visitando i territori in occasione delle assemblee generali mi sono fatto il quadro di un Italia stra-ordinaria con un’infinità di capacità e di qualità locali e globali: possiamo veramente fare il salto di qualità, andare a ritrovare la crescita, se ci met-teranno nelle condizioni di operare come in un paese normale”Alla richiesta di un giudizio sugli interventi del Go-verno in materia di lavoro, Squinzi ha confermato il giudizio negativo sulla “riforma Fornero”. “Cre-do che oggi – ha aggiunto - la priorità assoluta par-lando di lavoro sia quella di un intervento forte sul costo del lavoro, e per intervento forte intendo la neutralizzazione del costo del lavoro dalla base imponibile Irap. E poi abbiamo perso competiti-vità perché negli ultimi 8 anni la Germania ha diminuito del 2% il costo del lavoro per unità di prodotto e l’Italia l’ha aumentato del 9%: io credo che sia necessario procedere a un intervento forte sul cuneo fiscale, che in Italia sul lavoro è del 53%: siamo ai livelli più alti”:Squinzi ha individuato un’ulteriore priorità nel pa-gamento dei debiti della pubblica amministrazio-ne. “Una situazione di inciviltà assoluta – ha chio-sato -: oltre 100 miliardi di ritardi nei pagamenti dei debiti non si possono nemmeno commentare”. Il presidente ha ricordato come l’iter per lo sblocco dei fondi fosse partito da un colloquio con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, e come questi si fosse speso, con un “intervento fortissimo e irri-tuale”, affinché si andasse in questa direzione. “La nostra richiesta era di 48 miliardi immediatamen-te – ha ricordato Squinzi -, ovvero i due terzi dei 71

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"La priorità assoluta è la semplificazione"

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Il presidente di Confindustria,

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crescita del 3%: una crescita vera e robusta, capace di creare occupazione e posti di lavoro, in partico-lare per i giovani. Ora tuttavia le proiezioni sono in contino peggioramento”.Alla richiesta di dare un voto al Governo, Squin-zi non si è sbilanciato, aggiungendo che apprezza il presidente del Consiglio Enrico Letta “perché il fatto di riflettere, fare l'inventario e l'analisi dei problemi mi sembra un metodo che può essere anche corretto, purché poi alla fine si prendano le decisioni vere, perché tutto ci possiamo permettere, tranne che continuare a ritardare le soluzioni”.

miliardi calcolati da Banca d’Italia al 31 dicembre 2011, poi aumentati a 91 al 31 dicembre 2012, oggi cresciuti oltre i 100 miliardi. Il risultato non ci fa esultare ma è un segnale forte”. Buoni segnali, secondo il presidente di Confindu-stria, sono pure le prese di posizione del presiden-te della Cassa Depositi e Prestiti Franco Bassanini e del ministro all’economia Fabrizio Saccomanni,

“che ci lasciano intendere si possa pagare molto di più, e questo è fondamentale”.Sollecitato da Cabrini, Squinzi ha poi dichiarato la propria contrarietà all’aumento dell’Iva e ha auspi-cato interventi volti a una rimodulazione dell’Imu sui terreni e sui capannoni.

“Ci sono casi nel nostro sistema produttivo – ha rammentato - in cui gli edifici sono parte inte-grante della produzione: penso al settore dei pre-fabbricati per cui l’imposta costituisce un onere veramente importante”.Parlando di edilizia, il presidente ha caldeggiato la sua ripartenza, perché il settore “può essere un volano importante per la ripresa, come sta succe-dendo negli Stati Uniti. L’economia americana è ripartita grazie all’edilizia e all’automobile”.Sulla politica europea dell’austerità che ha guidato sinora la risposta alla crisi, l’affondo: “Non si può continuare su questa linea di solo rigore: l’Europa deve ritrovare lo spirito del Trattato di Lisbona: investire sul futuro, investire il 3% del Pil in ricer-ca per fare innovazione”. Così l’Italia: “Noi siamo messi un po’ peggio di tutti gli altri. A gennaio Confindustria presentò un manifesto per l’Italia che può e deve crescere, in cui era contenuta una serie di proposte per quello che speravamo sareb-be stato un governo stabile per i prossimi cinque anni. L’obiettivo era di arrivare al 2018 con una

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PalaLevico gremito per l'Assemblea 2013 di Confindustria Trento

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di uomini d’azienda che quo-tidianamente sono chiamati a rapportarsi con un contesto economico che la recessione ha reso sem-pre più impraticabile, hanno animato il dibattito della tavola rotonda, tenutasi durante l’Assemblea Generale, moderata da Andrea Cabrini, direttore di Class Cnbc, alla quale hanno partecipato Anto-nello Briosi, presidente Gruppo Metalsistem, Fa-brizio Resmini, country manager Sandvik Italia Spa e Mauro Scaccianoce, ad Siemens Transfor-mers Spa. Antonello Briosi, presidente del Gruppo Metalsi-stem, rispondendo alla domanda del moderatore su quali effetti la globalizzazione della crisi ha avuto sulle strategie della sua azienda, ha sotto-lineato come la recessione degli ultimi anni si configuri sempre più come una transizione che sta portando a cambiamenti epocali. Oggi la Me-

talsistem, ha continuato, Briosi, è un’azienda “in grado di esportare in paesi ove il costo del lavoro è dieci volte inferiore al nostro” e questo è stato possibile perché, attraverso continui processi di innovazione di processo e di prodotto, abbiamo acquisito un know-how tale da permetterci di compensare i differenziali dei costi di produzione. Siamo, in altre parole, ha aggiunto il presidente di Metalsistem, in grado, non solo di difendere le nostre quote di mercato, ma anche di aggredire nuovi mercati con caratteristiche tra loro spesso eterogenee.Sul futuro dell’industria trentina, Briosi ha espres-so una previsione improntata a ottimismo affer-mando che: “Ne usciremo alla grande, soprattutto se non abbasseremo la guardia”.Nel caso di Sandvik Italia – ha raccontato Resmini – la strategia si è basata sullo sviluppo di un pro-

Le eSPerienze

di PrImo Bee

Antonello Briosi, Fabrizio Resmini e Mauro Scaccianoce gli ospiti della tavola rotonda moderata da Andrea Cabrini nel corso dell’Assemblea Generale di Confindustria Trento.

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Scelte aziendali per contrastare la recessione

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cato delle global commodities”. L’azienda di Spini di Gardolo, ha aggiunto il manager, pur operando in un high cost country, è l’unico stabilimento - dei ventuno controllati dalla multinazionale Sie-mens nel mondo – a essere parte strategica del-la bussines unit per i prossimi tre anni. Siamo riusciti, a concluso Scaccianoce, “ha conquistare una leadership interna al gruppo multinazionale mantenendo le promesse e realizzando gli obietti-vi prestabiliti” anche grazie al costante impegno e alla disponibilità delle maestranze.

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dotto - utensili per lavorazioni di meccanica fine - che ci permettesse un posizionamento nella fascia più alta del mercato e per perseguire questo obiet-tivo abbiamo cercato di valorizzare, quanto più possibile, la professionalità e le competenze delle risorse umane che erano presenti nell’azienda che abbiamo acquisito alla fine degli anni novanta a Rovereto e che già operava nel settore. Certo, ha continuato il country manager Sandvik Italia, la nostra leadership l’abbiamo conquistata con con-tinui e rilevanti investimenti volti ad accrescere il livello qualitativo della nostra produzione. A que-sto proposito, ha ricordato Resmini, la Sandvik ha investito dal 2007 a oggi oltre 25 milioni di euro per lo sviluppo del prodotto e proprio negli scorsi mesi è stato inaugurato a Rovereto un nuovo cen-tro di ricerca.La risposta dello stabilimento di Siemens Tran-sformers di Spini di Gardolo, al negativo trend congiunturale degli ultimi anni, ha spiegato l’am-ministratore delegato Mauro Scaccianoce, si è ba-sato su “una riorganizzazione interna del processo produttivo finalizzato a una riduzione dei costi, focalizzando l’attenzione sulle core competence e introducendo forme organizzative basate sulla lean production supportata da una struttura di sub-supplier e andando a sfruttare quanto più possibile i vantaggi comparati disponibili sul mer-

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Fabrizio Resmini e (a sinistra) Antonello Briosi

Mauro Scaccianoce

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ComunitàonlineLa Camera di Commercio I.A.A di Trento, con la Provincia Autonoma di Trento e in collaborazione con le Associazioni imprenditoriali di categoria, promuove, tramite la propria Azienda speciale Accademia d’Impresa, l’utilizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC) e Firma digitale mediante un servizio gratuito di formazione a distanza.

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rappresentanza degli industriali all’altezza della propria tradizione e del proprio ruolo socia-le non può di questi tempi che sviluppare un forte radicamento sul territorio di insediamento e nel contempo cercare di collocare i temi e i problemi del territorio in uno scenario ampio: al crocevia, per così dire, dove si incrociano i flussi globali, in primo luogo delle informazioni.Questo sguardo su un orizzonte ampio in effetti chiedeva l’Assemblea 2013 di Confindustria Tren-to a Sergio Arzeni, direttore del Centro Ocse per l’imprenditorialità, le Pmi e lo sviluppo locale e l’intervento non ha tradito le attese. Dunque, un Trentino proiettato in Europa e nel mondo.Dall’osservatorio privilegiato di Ocse, Arzeni trac-cia i profili di netta discontinuità tra la situazione italiana (e in particolare del Trentino con la sua speciale Autonomia) e le esperienze migliori re-peribili al di fuori dei confini nazionali. Emerge un’idea fondamentale: di fronte all’urto della crisi molte sono le reazioni possibili e non tutte risul-tano efficaci allo stesso modo.L’esordio dell’intervento pone subito un punto fermo: “C’è un Paese in Europa che ha un tasso di disoccupazione giovanile più basso di tutti: è l’Olanda”. Ciò induce Arzeni a sottolineare il tema del lavoro estivo nelle imprese fin dall’età di 14 anni (in Olanda il 70% dei giovani lo fa).In chiusura il direttore del Centro Ocse ricorda come in Israele un progetto di ricerca e innovazio-ne presentato all’ufficio pubblico del Chief Scien-tific Officer riceve una risposta entro due settima-ne, al massimo entro due mesi; se l’Europa, che pure ha aumentato i fondi destinati alla ricerca nella nuova programmazione, dà risposte come minimo dopo due anni, “nel campo dell’innova-

zione sei finito, sono soldi buttati”. Nel mezzo la descrizione di una possibile traiettoria di sviluppo per uscire dall’attuale momento di stallo, di cui vale la pena riprendere i passaggi salienti.

- Non c’è più il tempo del lavoro e il tempo dello studio. Bisogna lavorare e studiare tutta la vita: per cui prima si comincia meglio è.

- Oggi conta molto la disciplina del lavoro: tra-dotto significa, per esempio, arrivare in orario, anzi prima. L’impegno nel lavoro comincia in-fatti dal rispetto delle regole.

- L’industria – intendendosi in primo luogo la manifattura – va salvaguardata perché i fatti di-mostrano che una moderna economia dei servi-

di PAoLo AngheBen

L’intervento di Sergio Arzeni, direttore del Centro Ocse per l’imprenditorialità, le Pmi e lo sviluppo locale, all’Assemblea Generale di Confindustria Trento.

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Trentino, europa, mondo: la traiettoria dello sviluppo

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Sergio Arzeni

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suo intervento – destina 5 miliardi/anno in po-litiche attive del lavoro mentre da noi le risorse vengono impiegate quasi per intero in politiche passive del lavoro e dunque si rasenta il para-dosso quando si dirottano i fondi dedicati alla formazione professionale a rifinanziare la cas-sa integrazione in deroga. Questa del passaggio dalle politiche passive alle politiche attive del lavoro è una di quelle riforme strutturali che Ocse ritiene essenziali per l’Italia. In definitiva, “non si può continuare a pagare le persone per stare a casa senza fare nulla o addirittura fare un secondo lavoro”.

- Posto che la qualità del capitale umano dipende dalla qualità degli insegnanti, il Trentino si atte-sta su questo specifico terreno in una posizione di vertice che lo pone allo stesso livello della Finlandia, mentre l’Italia rimane anche qui nel-le retrovie (insegnanti pagati il 40% in meno del-la media degli altri Paesi europei). Questa è una autentica forza per l’apparato produttivo del Trentino.

- Oggi, nel mondo globalizzato, hanno grande ri-levanza sì l’abbattimento del carico burocratico (possibile per questa via un recupero di compe-titività pari all’1% del Pil) e certamente l’innova-zione, ma insieme a queste ancor di più conta la velocità: mettere in campo risposte efficaci è urgente, fare presto appare davvero la questione fondamentale.

zi tira quando i medesimi supportano e affian-cano le imprese.

- Urge un riequilibrio nelle regole dalla finanza che riattivi tra l’altro i canali del credito, in par-ticolare a favore delle Pmi che in Europa rap-presentano il 98% del totale, producono il 75% dell’occupazione e circa il 60% del valore aggiun-to. Nello specifico occorre diversificare le fonti di finanziamento delle imprese, prendendo atto che nell’Eurozona ben l’80% del credito proviene dalle banche.

- Nei differenti approcci dei Paesi di fronte alla crisi si trovano segnali importanti anche per noi: così in Svezia si è concesso un differimen-to nel pagamento di tasse e contributi sociali alle imprese in difficoltà di cassa, ispirandosi al principio che “è meglio che un’impresa non pa-ghi temporaneamente tasse o contributi sociali, piuttosto che muoia”.In Germania, negli ultimi due anni, i termini di pagamento tra imprese si sono ridotti di un terzo, in Italia è accaduto esattamente il contra-rio e ciò in barba all’European Small Business Act. Il differenziale tra Germania e Italia si gioca molto in realtà sul costo del lavoro che da noi è più alto, con i salari più bassi: per capirsi, negli ultimi dieci anni il costo del lavoro per unità di prodotto è aumentato in Italia del 25% ri-spetto alla Germania. Germania che – sottolinea Arzeni in uno dei passaggi più illuminanti del

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inizia l’avventura imprendito-riale negli anni Sessanta, quando diventa socio fondatore delle Costruzioni Ices. L’impresa porta a termine i primi lavori nel campo dell’edilizia sull'altopiano della Paganella, nella bassa Valle di Non e nella Piana Rotaliana. Nel frattempo, Bertò riveste ruoli amministrativi e tecnici per altre società operanti nel settore e diventa socio fondatore dell’azienda Autotrasporti Brenta.Dagli anni Sessanta ad oggi, le Costruzioni Ices si

sono notevolmente sviluppate nel settore dell'edi-lizia pubblica, dell'edilizia privata e nel settore immobiliare. L’impresa, che inizialmente contava pochi dipen-denti, impiega attualmente circa settanta persone, confermandosi come il successo imprenditoriale di una famiglia di Spormaggiore. Dopo sessant’an-ni di lavoro, affrontati dalla prima e dalla secon-da generazione, la società si sente ancora giovane per affrontare le numerose sfide poste dagli sce-nari attuali.

GUido Bertò

I riconoscimenti sono stati assegnati a due imprenditori associati over 75: hanno ritirato il premio nel corso della parte privata dell’Assemblea Generale di Levico Guido Bertò e Umberto Zanoni.

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Premiati i pionieri dell’industria trentina

Guido Bertò riceve il riconoscimento

dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi

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parte per la Germania in giovane età, esercitando la professione di fresatore e tornitore meccanico. Durante gli anni trascorsi all’estero, si specializza nel settore della costruzio-ne e vendita di macchinari per lavanderie indu-striali. Forte di queste esperienze, realizza il suo sogno ritornando in Italia: nel 1974 fonda la Lavanderia Industriale Zbm. L’azienda inizia con il lavaggio per il settore alberghiero e ristorativo impiegando dodici dipendenti; negli anni incrementa il suo raggio d’azione nel triveneto. Costituisce quindi una seconda realtà in Val Sarentino per il mercato dell’Alto Adige, occupando altri cinquanta dipen-denti. A partire dagli anni Novanta, con grande intuizione, decide di puntare sul mercato sanitario, che prospetta future opportunità di espansione e crescita. In pochi anni Zanoni trasforma l’azienda, dando ulteriore impulso e sviluppo all’attività e portandola fino a 160 dipendenti. Oggi la Lavanderia Industriale Zbm è un’eccellenza del Trentino, tra i leader nazionali del settore.

Il presidente di Confindustria Squinzi premia Umberto Zanoni

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Nel corso della parte privata dell'Assemblea sono

stati estratti come di consueto alcuni premi riservati

ai giovani presenti in sala: ai più fortunati sono andati

quest'anno due voli aerei per Francoforte e altrettanti

i-pad. Un i-pod è stato donato invece al più giovane

della platea, coinvolto nelle operazioni di sorteggio.

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Premiati anche i giovani

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- Avviata nel 1961 da Girolamo Berti, che in quell’anno aveva rilevato una segheria a Castello di Fiemme, la so-cietà è passata dal 2007 nelle mani dei figli, che negli ultimi anni hanno ampliato e innovato il comparto produttivo. La società, da sempre attenta alla valorizzazione della qualità e della provenienza del legno impie-gato, ha voluto certificare la propria produzione ottenendo, sei anni fa, il certificato Pefc-Catena di Custodia. Un ramo dell’azienda è dedicato alla carpenteria in legno: a tal proposito, nel 2011, l’azienda ha ottenuto la certificazione Ce quale centro di trasformazione elementi strutturali in legno; l’anno successivo è qualificata come centro di produzione di legno massiccio. Nel gennaio

scorso l’impresa ha acquisito l’attestato Soa per le categorie OS6 classe II° e OS32 classe II°.L’azienda Fratelli Berti Legnami Srl cura e segue direttamente la realizzazione delle strutture, dalla progettazione alla fornitura, trasporto e posa del materiale direttamente in cantiere. “La tradizione e la cultura delle nostre valli – ci spiegano -, e insieme la fortuna di vivere in una cornice di boschi secolari, ci ha permesso fin dai primi pas-si della nostra attività di valorizzare e utilizzare un materiale dalle caratteristiche e qualità rino-mate e riconosciute ormai dall’intero mercato del legno. Una tradizione naturale che intendiamo continuare a perseguire nel tempo e che da sem-pre è stata un punto fermo della nostra filosofia aziendale”.

FrateLLi Berti LeGnami SrL

Nel corso dell’Assemblea Generale di Levico la premiazione di tre aziende: Fratelli Berti Legnami Srl, Italcementi e Sif Impianti Funiviari Lusia Spa.

Associati da oltre cinquant’anni

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Perluigi Berti, F.lli Berti Legnami Srl, riceve il

riconoscimento dal presidente

di Confindustria Giorgio Squinzi

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è la cava di Ponte Oliveti, a Lasino. La Sicurezza rappresenta un altro dei valori fondamentali per Italcementi. Il Gruppo ha recentemente approva-to una “Politica per la Sicurezza” all’insegna del motto “Sicurezza: uno stile di vita”. I risultati non sono mancati: in questi anni Italcementi ha ridotto di oltre l’80% l’Indice di frequenza degli infortuni nei propri impianti e ha ottenuto la certificazione ambientale ISO 14001 per tutti i siti produttivi in Italia. Anche per quest’aspetto la cementeria di Sarche di Calavino è un caso esemplare: lo scorso maggio i lavoratori hanno infatti festeggiato i tre anni senza infortuni. Un successo che testimonia il continuo impegno dell’azienda sul tema della sicurezza e che si concretizza grazie al coinvolgimento in prima persona di tutti i dipendenti.

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- Presente in 22 Paesi, con 19mila dipendenti, il Gruppo Italcementi è il quinto produttore di cemento a livello mondiale.Da oltre un decennio persegue una strategia fondata sull’impegno per lo sviluppo sostenibi-le: è socio fondatore della Cement Sustainabili-ty Initiative (il focus group del World Business Council for Sustainable Development dedicato al cemento) e fa parte del Global Compact, l’ini-ziativa promossa dall’Onu con l’obiettivo di sal-vaguardare la sostenibilità dei processi di cresci-ta economica. La politica ambientale rappresenta quindi uno dei valori centrali della mission del Gruppo, e il ripristino delle cave e la conservazione della bio-diversità si inseriscono nelle azioni adottate per raggiungere questo ambizioso scopo: un esempio

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La consegna del premio a Domenico Susca, Italcementi Spa

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si è condotto a termine il completamento della seggiovia Piavac e della pista corrispondente, ed è stato totalmente ricostruito lo Chalet Valbona, affinché sia fruibile anche agli escursionisti che lo raggiungono a bordo della telecabina Ronchi - Valbona. Nel corso del 2008 inoltre la società ha investito oltre venti milioni di euro nella sosti-tuzione dei vecchi impianti, realizzando un uni-co impianto denominato “Ronchi - Valbona - Le Cune”. La società conta oggi oltre quattrocento soci. “Se ancora oggi esiste – spiegano – bisogna tuttavia ringraziare quei venti pionieri che nel 1962 l’hanno costituita, credendo fortemente nella necessità di creare una zona sciistica necessaria per uno sviluppo turistico ed economico del terri-torio”.

– L’im-presa possiede e gestisce sei impianti di risalita nella zona Moena - Passo Lusia, che con quelli della vicina zona di Bellamonte costituiscono il comprensorio sciistico Ski Area Alpe Lusia, ed è proprietaria di tre rifugi (il più noto è lo Chalet Valbona).La realizzazione dei primi impianti risale al 1968; a partire dagli anni Novanta, con l’ingresso di nuovi soci e sotto la presidenza di Guido Guada-gnini, sono stati realizzati invece i primi impianti per la produzione di neve e si è provveduto alla sostituzione e l’ammodernamento di parte degli impianti preesistenti.Nel 1999 ha assunto il timone della società l’im-prenditore fassano Umberto Anzelini. Da allora

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La premiazione di Umberto Anzelini, Sif Impianti Funiviari

Lusia Spa

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a tre anni

Presentati i risultati della collaborazione tra Confindustria Trento e Fondazione Bruno Kessler per l'innovazione nell'industria trentina.

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associazione

dalla firma dell’ac-cordo di collaborazione, Confin-dustria Trento e Fondazione Bruno Kessler hanno tracciato, nei giorni scorsi, un bilancio dell’attività. I risultati sono stati presentati in conferenza stampa dal presidente Fbk Massimo Egidi, dal vicepresi-dente di Confindustria Trento e di Fbk Giulio Bonazzi, dal responsa-bile Ricerca e Innovazione di Con-findustria Trento Alessandro Santi-ni e dal delegato Fbk per i rapporti con l'industria Paolo Gregori. Pre-senti il direttore di Confindustria Trento Roberto Busato e il segreta-rio generale Fbk Andrea Simoni.L’accordo era stato siglato il 18 mag-gio 2010 con l’obiettivo di favorire la collaborazione tra ricerca e impresa, tramite progetti di innovazione e attività di trasferimento tecnologico.L’accordo prevedeva, come punto di partenza della collaborazione, il distacco di un delegato di Fbk in Confindustria Trento. Paolo Gregori (Area innovazione di Fbk), è quindi entrato nella struttura di Confindu-stria Trento presso l’Area Ricerca e Innovazione, dove opera tutt’oggi visitando le aziende e portando im-prenditori e manager nei laboratori di Povo.Dal 2010 ad oggi della partnership Fbk-Confindustria Trento hanno beneficiato un centinaio di azien-de associate a Palazzo Stella. Una

quarantina di questi contatti hanno portato ad attività concrete di collaborazione, nella forma di progetti finanziati, consulenze specia-listiche, service tecnologici e alta formazione.Anche grazie a questa attività, il numero di progetti di Fbk con azien-de associate a Confindustria Trento negli ultimi tre anni è cresciuto in modo rilevante, passando dai 6 progetti su commessa diretta del 2010 ai 12 del 2011 e ai 13 del 2012. A questi si aggiungono tre progetti europei vinti da Fbk in cordata con aziende associate, due progetti Esa (European Space Agency) e un progetto Mise (Ministero dello Sviluppo Economico).In generale, l’azione di collaborazione di Fbk su progetti con l’indu-stria locale (compresi gli spinoff, le newco e le aziende non apparte-nenti a Confindustria Trento) è cresciuta numericamente nel corso dell’ultimo triennio.Alcuni esempi di progetti di innovazione realizzati nell’ambito della partnership:- “Software evoluti di simulazione e controllo per interfaccia uomo-macchina” con Marangoni Meccanica- “Sistemi multimediali innovativi per la didattica e l’apprendimen-to” con Edizioni Centro Studi Erickson- “Sistema hardware-software per il management dei parametri Leed” con Far Systems – Gruppo Tosoni- Progetto europeo Digespo, che coinvolge, fra le altre, anche l’azienda trentina El.Ma

Un momento della conferenza stampa

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venti aziende associate a Confindustria Trento, Fbk, l’Università di Trento e altri centri di ricerca locali.L’interazione con l’Associazione industriali ha con-tribuito anche a mettere in contatto Fbk con le im-prese del sistema nazionale di Confindustria. Sono state organizzate visite a Povo di varie delegazioni imprenditoriali: Piccola Industria di Confindustria Trento, Piccola Industria di Confindustria Verona, Giovani Imprenditori di Confindustria Vicenza, Confindustria Mantova, rete d’impresa “Rete For-mazione” (costituita dalle associazioni industriali di Trento, Verona, Padova, Vicenza, Rovigo, Mantova e Bologna). Le visite hanno già portato ad alcuni studi di fattibilità per progetti di innovazione dei processi e dei prodotti delle aziende coinvolte.L’azione di knowledge transfer verso le aziende del territorio per diffondere la cultura e la capacità di gestire l’innovazione si è tradotta anche in iniziative di alta formazione. È il caso del bando nazionale di Fondimpresa (Avviso 3/2011), che finanziava progetti di innovazione per piccole e medie imprese mani-fatturiere.Il progetto “Green Lab – Innovazione per le Pmi”, proposto da Fbk come ente attuatore e formatore, in collaborazione con Assoservizi Srl (società di servi-zi di Confindustria Trento) e Siav (società di servizi di Confindustria Veneto), è stato finanziato da Fon-dimpresa e si è concluso nei giorni scorsi dopo un anno di attività. Cinque Pmi trentine hanno aderito complessivamente con 40 dipendenti in formazione, per sviluppare assieme a Fbk piani di innovazione tarati sulle esigenze aziendali nell’ambito della soste-nibilità ambientale e dell’efficientamento energetico.Questi temi sono anche al centro della collabora-zione attivata recentemente da Fbk e Confindustria Trento con Federchimica, per offrire servizi di con-sulenza specialistica e alta formazione per le aziende trentine.

- I progetti europei Dihra ed Eu-Bridge, che coinvolgo-no, tra le altre, anche due aziende trentine associate (Domoticarea e Pervoice) sui temi della domotica e del riconoscimento vocale e traduzione automatica del parlato. Nel caso di collaborazioni su progetti europei e in-ternazionali, come negli esempi sopra citati, paral-lelamente agli obiettivi di progetto, si sviluppa una importante apertura alla internazionalizzazione delle imprese partner, perché durante il progetto di ricerca applicata si collabora costantemente con gli altri partner di diversi paesi, aumentando l’attitudi-ne alla collaborazione internazionale ed entrando a contatto con un network globale. Su questa azione si concentrerà l’impegno futuro nella collaborazione fra Fbk e Confindustria Trento, per coinvolgere un numero sempre maggiore di aziende del territorio sui progetti internazionali, anche in vista del nuovo programma europeo di finanziamento ai progetti di ricerca (Horizon 2020) che inizierà nel 2014 e sarà incentrato sulla fattiva collaborazione fra enti di ri-cerca e aziende.L’attività di innovazione non si è basata solo sui rap-porti con le singole imprese, ma sono state realizzate anche alcune azioni di sistema che hanno coinvolto più imprese sullo stesso progetto. È il caso dello sviluppo sperimentale di una piatta-forma interattiva, implementata negli smartphone degli sciatori, per il controllo e la sicurezza sulle pi-ste da sci. Il progetto è in fase di sviluppo, dopo la prima sperimentazione della scorsa stagione in-vernale. Il progetto è portato avanti da Fbk con la Sezione impianti a fune di Confindustria Trento e le Forze dell’Ordine che prestano servizio sulle piste.Un altro progetto interaziendale, finanziato da un bando provinciale, ha riguardato lo sviluppo di tec-nologie e soluzioni innovative per la sicurezza stra-dale integrata e ha visto la partecipazione di oltre

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Si è

Confindustria Trento finalista al premio "Cloud Innovation Awards" indetto dall'Osservatorio Cloud & Ict as a Service del Politecnico di Milano.

Confindustria Trentopremiata per il cloud

associazione

svolto lo scorso mese di giugno a Milano il Convegno di presentazione dei risultati del-la Ricerca 2013 dell’Osservatorio Cloud & Ict as a Service. L'incon-tro - promosso dall’Osservatorio Cloud & Ict as a Service della School of Management del Poli-tecnico di Milano - ha costitui-to un'occasione di confronto e analisi della situazione attuale dell’utilizzo del Cloud Compu-ting nel mercato italiano. La Ricerca 2013 ha coinvolto i re-sponsabili informativi di grandi imprese e Pmi con l'obiettivo di quantificare e monitorare lo sta-to di diffusione delle soluzioni Cloud, identificare i benefici e analizzare le barriere alla loro adozione, nonché censire i casi di successo dell'applicazione del-le metodologie Cloud agli assetti Ict delle realtà economiche ita-liane.In quest'ultimo ambito, l’Osser-vatorio ha indetto la seconda edizione del Cloud Innovation Award, iniziativa diretta ad aziende e utenti di grandi e pic-cole/medie dimensione e pubbli-che amministrazioni che hanno già attivato iniziative in ambito Cloud, e volta a sostenere la cul-tura dell’innovazione in ambito Cloud, premiando le aziende che si sono maggiormente distinte

nell’innovare i propri processi o le proprie infrastrutture Ict attraverso strumenti Cloud.Relativamente a tale iniziativa, a cui anche Confindustria Tren-to ha partecipato con il suo progetto di innovazione Ict che già da qualche anno sta portando avanti al proprio interno."Ci fa molto piacere questo riconoscimento - spiega il direttore di Confindustria Trento, Roberto Busato - che suggella un per-corso iniziato due anni fa con l'introduzione di un Crm per i rapporti con gli Associati e continuato negli ultimi mesi con la virtualizzazione del nostro sistema informatico e l'adozione di tecnologie cloud".Confindustria Trento è stata inserita fra le 15 aziende finaliste del concorso, che ha visto premiate realtà aziendali importanti come Barilla, Moby, Sky Italia, Eni, BrainCare e Ntv."Oltre a migliorare la qualità dei nostri servizi - conclude Busa-to - questo progetto per noi rappresenta una sperimentazione a beneficio delle aziende associate. In altre parole, siamo una sorta di laboratorio di soluzioni e tecnologie informatiche che, una volta testate con successo, proponiamo alle imprese per incrementarne la competitività".

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Dieci Confindustrie regionali del Centro-Nord, tra cui la federazione del Trentino-Alto Adige, hanno organizzato un evento per parlare dell'importanza del manifatturiero per l'Italia e l'Europa.

Confindustrie del Centro-Nord insie-me per un nuovo manifatturiero. Con l’ambizio-ne di aprire un dibattito sul tema dello sviluppo futuro del Paese, le principali associazioni indu-striali regionali si sono date appuntamento a Ve-nezia il 3 luglio per un confronto che ha visto protagonista, tra gli altri, Gary Pisano, profes-sore di Business Administration all’Harvard Bu-siness School. Pisano è uno dei massimi esperti al mondo di “back to manufacturing”, il ritorno alla manufattura che sta risollevando l’economia americana. Il convegno dal titolo “Il nuovo manifatturiero: un progetto di crescita industriale per il Paese”

è stato organizzato e promosso dalle Confindu-strie di Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, e Veneto con il contributo della Banca Popolare di Vicenza. Il manifatturiero è l’asset più importante dell’eco-nomia italiana, l’unico in grado di trainare la ripresa. Ma per raggiungere questo obiettivo è necessario difendere la base industriale del Paese e investire nella “nuova manifattura”, portando la rivoluzione digitale nelle fabbriche e creando nuovi e più efficienti sistemi per produrre, inno-vare, distribuire. Per questo tra gli ospiti era presente Gary Pisa-

Le dieci

Il manifatturiero al centro

associazione

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nazionale. All’Italia da troppo tempo manca una politica industriale. Noi vogliamo dare il nostro contributo, offrendo una vision che passa neces-sariamente da un vero rilancio della manifattura. Quella manifattura che assembla design, tecno-logia, digitale e distintive competenze ed abilità manuali. Abbiamo invitato Gary Pisano perché ci porti l’esperienza degli Stati Uniti, che questo percorso lo hanno già intrapreso con successo. In tempi difficili come questi è importante prende-re esempio da chi sta trovando soluzioni positive a problemi comuni”.

no: gli Stati Uniti hanno già iniziato a percorrere con decisione questo sentiero, ottenendo fin da subito risultati importanti sia in termini occupa-zionali che di crescita del prodotto interno lordo. Il docente di Harvard ha illustrato la filosofia alla base del “back to manufacturing” statunitense, sul quale stanno investendo l’amministrazione Obama e le imprese americane. Ad aprire i lavori il padrone di casa, presidente di Confindustria Veneto, Roberto Zuccato, che ha tenuto una relazione introduttiva. A seguire, dopo lo speech di Pisano, la tavola rotonda mo-derata da Sebastiano Barisoni, di Radio 24, le-gata alle potenzialità del nuovo manifatturiero, con la partecipazione di Maurizio Marchesini (Marchesini Group), Adolfo Guzzini (I Guzzini), di Gianluigi Viscardi (Gosberg), di Alberto Ba-ban (Tapì) e di Stefano Micelli, autore di "Futuro Artigiano" e professore all’Università Ca' Foscari di Venezia. A concludere i lavori Giorgio Squin-zi, presidente di Confindustria. “Il momento eccezionale che sta vivendo l’econo-mia italiana – spiega Paolo Mazzalai, presidente di Confindustria Trento – richiede iniziative dal carattere straordinario. Dobbiamo unire le for-ze e le idee: solo così possiamo sperare di fare tornare a pieno regime il motore dell’industria

associazione

Mazzalai: "Vogliamo dare il nostro contributo, offrendo una vision che passa necessariamente da un vero rilancio della manifattura. Quella manifattura che assembla design, tecnologia, digitale e distintive competenze ed abilità manuali”.

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Giacomo

La società di servizi di Confindustria Trento offre agli imprenditori uno strumento per gestire una fase complessa della vita aziendale. Abbiamo approfondito il tema con Giacomo De Candia, consulente di direzione.

Assoservizi per il passaggio generazionale

associazione

De Candia, il tema del passaggio generazionale è cruciale in tutte le aziende di fa-miglia, siano esse di grandi o piccole dimensioni. In quale occasione si è reso conto che il processo può trarre beneficio da un sostegno esterno?Anni fa, un imprenditore volle che lo consigliassi a proposito del percorso del figlio, prossimo alla con-clusione del ciclo di studi. Mi chiese se era opportu-no inserirlo immediatamente in azienda, o se non fosse meglio spingerlo a fare esperienze diverse. Io, che mi occupavo di consulenza di direzione e for-

mazione comportamentale, scelsi di affrontare per la prima volta questo tema importante accanto alla famiglia. Fu così che misi a punto i nuovi “attrezzi” di questa particolare declinazione dell’attività. Mi resi conto, fin da allora, che il tema toccava sì la generazione entrante, ma anche la generazione in carica. E non solo.

Si riferisce ai collaboratori d’azienda che non ap-partengono alla famiglia?

Esattamente, perché dalla migliore gestione del pro-cesso discende il benessere di tutti i lavoratori. La guida delle persone è un aspetto imprescindibile: ci vuole sensibilità, trasparenza, rispetto, un presidio costante della motivazione dei collaboratori, che appartengono alla famiglia o meno. Se in azienda le cose non vanno bene, magari proprio a causa di un conflitto esistente tra la generazione entrante e la generazione in carica, il rischio che corre il lavoratore è altissimo. La proprietà deve essere con-sapevole che porta sulle spalle la responsabilità di decine, centinaia, anche migliaia di famiglie… di una fetta di comunità e di territorio.

In che modo si sviluppa l’intervento?Lavoriamo sulla convivenza tra generazioni: si trat-ta di una fase che spesso dura a lungo. Far crescere un giovane significa aiutarlo a mettersi nella con-dizione di gestire in modo positivo l’azienda. Da parte nostra, curiamo le modalità attraverso le qua-li la generazione entrante si “allena” a fare le cose: si precisano gli obiettivi, si costruiscono i piani di azione e si individuano eventuali ostacoli al loro conseguimento. Questo consente di chiarire le ca-pacità, la passione e la determinazione del giovane, al fine di valorizzarne le caratteristiche. La genera-zione in carica assume un ruolo caratterizzato dalla capacità di delega e dal monitoraggio costante dei risultati.

Un case history particolarmente evocativo?Potrei citare il caso di un’azienda che stiamo se-guendo ancora oggi. Da una parte, la generazione in carica: due fratelli, gemelli, dalle caratteristiche estremamente diverse e però complementari; il pri-mo, più operativo; il secondo, visionario e creativo, capace di intravedere il business nel medio termine.

Rete Formazione: percorsi itineranti sull’innovazioneSi intitola “Persone & Aziende per l’Innovazione” il progetto di percorsi

itineranti sul tema dell’innovazione coordinato da Assoservizi nell’ambito dei

rapporti con le società partner di Rete Formazione. La proposta formativa

offre agli imprenditori che vi aderiranno, insieme alla ricchezza dei contenuti

degli interventi tradizionali, l’opportunità di confrontarsi con gli omologhi di

altri territori e di visitare aziende e strutture d’eccellenza. Gli appuntamenti

saranno promossi a partire dal prossimo autunno.

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Dall’altra la generazione entrante: i figli dell’uno e dell’altro, che avevano seguito le orme dei padri esasperandone le differenze, senza però sviluppare il legame affettivo che aveva consentito ai genito-ri di mantenere l’armonia e di riconoscere, nella combinazione degli approcci, la forza dell’azienda.Con il nostro supporto, la famiglia ha potuto esa-minare le criticità della situazione e riscontrare i rischi del percorso intrapreso. Si è compreso che l’obiettivo principale, in quel dato momento, era ri-pristinare l’unità della famiglia (dunque dell’azien-da) e definire un progetto strutturato che valorizzas-se i profili professionali in sintonia con i bisogni dell’impresa.

2013

Tirol · Südtirol/Alto Adige · Trentino

Al concorso possono partecipare privati e persone giuridiche (imprese, comuni, associazioni, istituzioni, scuole,...) residenti o con sede legale in Tirolo-Alto Adige-Trentino.

Possono essere presentate idee, proposte di miglioramento, progetti, nonché in generale attività e provvedimenti svolti finora in termini di tutela ambientale.Termine di adesione è venerdì 1 novembre 2013

Valore complessivo premi Euro 7.000

Premi ed iniziative ulteriori: Da parte dello sponsor principale APRIE verrà conferito un “Premio Energia Trentino” del valore di Euro 2.000, per il miglior progetto in materia di utilizzo razionale dell‘energia e/o di produzione di energia da fonti rinnovabili, presentato da privati, società, scuole o enti del Trentino.

Informazioni: www.ambientetrentino.it - Tel. 0461 26 16 56 oppure www.transkom.it - Tel. 0471 28 90 87

Il concorso su ambiente e sostenibilità.Partecipa anche tu!

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Un progetto comune dell‘Abteilung Umweltschutz/Tirol, dell‘Agenzia provinciale per l‘ambiente/Alto Adige, Agenzia provinciale per la protezione dell‘ambiente/Trentino e la Transkom Sas.

col sostegno di

Assoservizi propone un'area dedicata e incontri con aziende interessate ad approfondire il tema.

Per informazioni Assoservizi Srl – Area consulenza strategica T 0461 935050 F 0461 390127 [email protected]

Giacomo De Candia, consulente Assoservizi

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È il segno del gruppo Marangoni. Uno dei pochi al mondo a gestire tutte le attività connesse all’intero ciclo di vita del pneu-matico: dai macchinari per l’industria del pneumatico alle gomme per usi industriali, dalla produzione di pneumatici nuovi airicostruiti, dai sistemi per la ricostruzione alla distribuzione. È il segno di un’azienda in movimento verso il futuro, continua-mente alla ricerca di materiali e tecnologie all’avanguardia. È segno di un grande rispetto per l’ambiente che si concretizzanell’impegno per il recupero dell’energia attraverso lo smaltimento. Ecco perché,se sulla vostra strada c’è Marangoni, è sempre un buon segno.

Buon segno.

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Intervista a GIOvANNI COLETTI, vicepresidente di Confindustria Trento e presidente della sezione Metalmeccanica.

"Un settore dinamico e vitale per il Trentino"

Giovanni Coletti

speciale metalmeccanica

Coletti, qual'è l’an-damento del comparto in Tren-tino?Il comparto della meccanica sta soffrendo meno rispetto ad altri comparti economici. Soffre meno soprattutto chi ha investito for-temente in ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e in tecnologie in-novative. Il trend congiunturale del settore nel 2012 è stato contrad-distinto da un incremento del 4,5% dei livelli di produzione, mentre il fatturato ha segnato un modesto +0,5%. Il primo trimestre dell’an-no in corso ha, invece, eviden-ziato una variazione tendenziale negativa con riferimento al fattu-rato (-3,4%), mentre la produzione è risultata pressoché stazionaria. Va sottolineato che, nonostante i risultati positivi registrati nell’ulti-mo biennio, il settore non è riusci-to a recuperare le gravi perdite su-bite nella fase recessiva, a cavallo fra il 2008 e 2009.

I casi di Subaru e Whirlpool alimentano lo spauracchio del-la fuga delle multinazionali dal nostro territorio. È un processo senza ritorno? Non credo. I recenti episodi ci ri-cordano semmai quanto sia im-portante alimentare un sistema economico e sociale in grado di preservare gli insediamenti storici

e di attrarre nuovi investimenti. C’è più di una ragione, ancora oggi, perché anche un’azienda di grosse dimensioni voglia inne-stare la propria attività sul nostro territorio, che – non dimenti-chiamolo – occupa una posizione strategica anche sotto il profilo geografico. Tali condizioni vanno approfondite e implementate, per fare del Trentino un’isola di eccellenza nelle politiche industriali.

Quali sono le conditio sine qua non dell’attrattività del terri-torio?Una pubblica amministrazione ricettiva ed efficiente, capace di offrire risposte celeri e adeguate alle giuste rivendicazioni di chi fa impresa. Strategie di sistema lungimiranti, che sostengano chi investe in innovazione, ricerca e sviluppo. In questo stesso sen-

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preferire la riconversione della produzione. Sotto il profilo delle politiche del lavoro, c’è inoltre la necessità di ricorrere a risorse che siano anche fles-sibili, fungibili, disponibili e proattive.

In che misura il sistema trentino corrisponde a questo tipo di parametri?Come detto, alcuni approcci sono certamente vici-ni alle aspettative del comparto industriale. Qual-che mese fa accanto alle parti sociali ed economi-che del territorio, Confindustria Trento ha siglato un protocollo d’intesa con la Provincia autonoma di Trento in cui si profilano nuove azioni per pro-muovere la produttività e la competitività delle imprese, dunque per innescare processi di crescita dell’economia e dell’occupazione. In quel docu-mento si fissano le priorità attese dal governo pro-vinciale: investimenti infrastrutturali, un piano di miglioramento dell’Amministrazione, politiche per la formazione, il lavoro, la ricerca, l’innovazione, l’energia, le Ict e la green economy.

Il settore metalmeccanico resta il principale vo-lano dell’economia, su scala provinciale oltre che nazionale. Un bene per la comunità che si misura anche al di fuori dei valori del Pil.

speciale metalmeccanica

so, proficue relazioni con il mondo della ricerca, nell’ottica di una più stretta collaborazione nella sperimentazione di soluzioni innovative, e ancora – nei rapporti con il sistema scolastico e universi-tario - una maggiore condivisione dei fabbisogni formativi e professionali delle imprese.

Le competenze della manodopera sono un pre-supposto fondamentale della competitività delle imprese…Senza dubbio. Per questo sostengo che, nella pro-gettazione dei corsi di laurea come nella stesura dei piani formativi, sia opportuno non tralasciare le previsioni di sviluppo del panorama economico locale. È il caso, ad esempio, del Polo della Mecca-tronica. Senza contare che la presenza di un solido nucleo di manodopera specializzata in un dato territorio è di per se stessa fattore del suo appeal. Sempre in tema di formazione, altro dato cruciale per la tenuta della competitività delle imprese del territorio è la promozione di politiche attive del lavoro capaci di garantire una costante riqualifi-cazione del personale. Anche e soprattutto in un momento storico come questo, gli ammortizzatori sociali devono restare l’extrema ratio, tanto quan-to alla chiusura degli stabilimenti dobbiamo poter

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Gli industriali trentini hanno sempre creduto nel valore sociale della propria attività. Mi riferisco in primo luogo al welfare aziendale, dunque alla tu-tela del lavoratore e del benessere della sua fami-glia: l’attenzione per una migliore condizione di lavoro è un aspetto importante e da implementare.

Il tema è caro anche a Confindustria Trento, che proprio nelle scorse settimane ha ottenuto la certi-ficazione dello standard Family Audit. Sono molti inoltre gli imprenditori associati che non perdono occasione per realizzare iniziative di solidarietà, soprattutto sul proprio territorio. (sb)

In Trentino il settore metalmeccanico può contare su 172 imprese con 9.156 dipendenti, con un peso per-

centuale sul totale dell’industria manifatturiera pari, rispettivamente, al 42,4% e al 41,1% (dati della Camera

di Commercio e riferiti alle aziende con oltre 10 dipendenti). Anche questo settore, al pari dell’intera struttura

industriale locale, è caratterizzato da una prevalenza di aziende piccole: il 75% delle unità locali, con il 35% degli

occupati, è, infatti, ricompresa nella classe 10-50 dipendenti, mentre le aziende della classe 51-100 dipendenti

sono il 24 (il 14% del totale) e occupano un quinto della forza lavoro totale del settore. Le aziende con oltre

cento dipendenti sono venti (12% del totale) ma, in termini occupazionali, assorbono ben il 45% dei dipendenti

del settore.

Per quanto concerne la proprietà delle aziende va evidenziato come il 64% del totale sia controllato da capitale

locale, un quarto da capitale nazionale, mentre le aziende straniere e/o multinazionali sono il 10% e occupano

quasi il 30% del totale della forza lavoro impiegata. Il valore del fatturato per dipendente è pari a 238mila euro (il

valore medio del settore manifatturiero è di 300mila euro). Va evidenziato, inoltre, che l’incidenza delle espor-

tazioni sul fatturato e pari al 54,6%, valore particolarmente elevato considerando che tale rapporto per l’intero

comparto manifatturiero si colloca al 39,8% (i dati, di fonte Cciaa, sono riferiti al 2010). La sezione metalmec-

canica di Confindustria Trento, che rappresenta il tessuto connettivo dell’intera struttura produttiva locale, è

quella prevalente sia per numero di aziende (19% del totale) sia per numero di dipendenti (24% del totale) e si

presenta fortemente composita per tipologia di attività produttiva.

Tra le tante produzioni significative del settore si possono citare quelle dell’impiantistica industriale e civile, della

carpenteria leggera nelle sue forme tecnologicamente più avanzate, quelle dei componenti per autoveicoli e

quella degli impianti di climatizzazione. In questo settore figurano inoltre aziende leader in comparti che vanno

dall’elettronica alla meccanica di precisione, dalle macchine utensili agli elettrodomestici, dalla serramentistica

alla produzione di facciate continue, dal trattamento, depurazione, filtrazione dell’aria e più in generale all’appli-

cazione di tecnologie avanzate nel campo ambientale. (pb)

La metalmeccanica trentina

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La Galvanica trentina e Gal.Tre sono tra le realtà più importanti del settore. Le commesse non mancano, ma i clienti ritardano i pagamenti.

al cliente un servizio a 360 gradi il più possibile completo con una costante innovazione sui prodotti, un continuo ammodernamento dei macchinari, un’attenzione particolare all’ambien-te e una gestione accurata delle risorse umane. Si presenta così La Galvanica Trentina Srl, azien-da roveretana leader nelle lavorazioni galvaniche (rivestimento delle leghe metalliche con materiali vari con fini estetici, anticorrosivi e funzionali) per il trattamento e il rivestimento dei metalli. I servizi che offre? Zincatura elettrolitica di varie tipologie, stagnatura, doratura, argentatura, niche-latura e cromatura lucida o satinata ma anche pu-litura superficiale, verniciatura a polvere, cromata-zione dell’alluminio, fosfatazione del manganese, deidrogenerazione e sigillatura. “Tutte le lavora-zioni eseguite – fanno sapere dall’azienda – sono realizzate seguendo le normative Uni-Iso e sono garantite da apposite rilevazioni di spessore, mi-sure di resistenza alla corrosione e testi di aderen-za secondo normativa. Su richiesta del cliente si seguono capitolati aziendali specifici, misurazioni e test di ogni tipo. La Galvanica Trentina opera un continuo monitoraggio dei processi, consentendo

alle lavorazioni di avvenire sempre nelle migliori condizione operative secondo i più alti standard qualitativi”. Al timone della società ci sono Remo, Giampao-lo Rella ed Enrico Citroni. Giampaolo ed Enrico rappresentano la seconda e la terza generazione. Fondata dai fratelli Alberto, Eraldo e Livio Rel-la nel 1936 in un vecchio scantinato nel centro storico di Rovereto, La Galvanica Trentina opera ininterrottamente da quasi ottant’anni nel com-parto dei trattamenti superficiali elettrochimici e chimici. “Il reparto manifatturiero in Italia – spie-ga Remo Rella – è cambiato molto negli ultimi anni. Ormai il settore è delocalizzato in Cina e in altri Paesi emergenti. Per riuscire a prevalere dobbiamo proporre soluzioni sempre nuove, alta-mente tecnologiche e dagli eccellenti profili quali-tativi. Solo così possiamo differenziarci offrendo il nostro valore aggiunto. I cinesi propongono prezzi più bassi ma qualità scadenti. Per questo continu-iamo a innovare. Ed è questo che ora (e in pas-sato) ci consente di mantenerci su valori sempre crescenti. Non è un caso se anche in questi mesi stiamo lavorano a un impianto di ultima genera-

oFFrire

di ALeSSAndro de BerToLInI

Leader nazionali nella galvanica

speciale metalmeccanica

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metalli da trattare, del trasporto a Rovereto (dove avvengono i trattamenti) e della riconsegna a lavo-ro finito. Per questo incidono molto sull’economia aziendale i costi dei trasporti. “Siamo penalizzati – sottolineano – dall’aumento del costo carburanti. Offriamo infatti al cliente un servizio completo di ritiro e consegna della merce”. Sin dalle origini, come oggi, La Galvanica Trenti-na lavora esclusivamente per conto terzi. Di qui la necessità di garantire la massima professiona-lità assieme a standard qualitativi elevati con un servizio a 360 gradi. Per garantire un’offerta com-pleta l’azienda si appoggia sulla consociata Gal.Tre, anch’essa con sede a Rovereto (con un’area di 6mila metri quadrati di cui 4mila coperti), dotata di tre impianti per la verniciatura a polveri ter-moindurenti di metallo ferroso e non. Anche Gal.Tre possiede tutte le più moderne certificazioni sulla qualità e sul processo produttivo.

“Per il futuro – concludono Remo e Giampaolo – puntiamo a una maggior presenza sui mercati esteri”. Anche grazie all’esperienza personale di Remo, socio fondatore di Assogalvanica (Associa-zione italiana industrie galvaniche) e ancora oggi consigliere nazionale, le due società (La Galvanica Trentina e Gal.Tre) sono da anni leader sul merca-to italiano.

zione per il trattamento di nichelatura, ramatura e stagnatura”. Innovazione, quindi, come antidoto contro la cri-si. “Finora – continuano Remo e Giampaolo Rel-la – non abbiamo patito difficoltà e continuiamo a lavorare bene”. A Rovereto, La Galvanica Tren-tina conta una quindicina di dipendenti stabili più un’altra decina con contratti interinali. “Ma il nodo della matassa è che molti non pagano o pagano in ritardo. Non mancano le commesse. Ma è spesso difficile ottenere dai committenti il dovuto”. I mercati esteri aiutano, ma l’80% del fatturato dell’azienda è riferito al mercato italiano. “Lavo-riamo con i più grossi colossi del Paese – spiegano padre e figlio – come la Fiat, Agb e altri gran-di partner in quasi tutti settori: dall’automobile all’arredamento, dalla meccanica al comparto de-gli impianti di risalita e via dicendo. All’estero ci muoviamo discretamente bene con l’Austria, la Svizzera, la Francia e la Svezia”. La sede principale de La Galvanica Trentina si tro-va nella zona industriale di Rovereto, disposta su un capannone di 2mila metri quadrati a cui si aggiungono altri 2.500 metri di piazzali per il ma-teriale da stazionare. Nella maggior parte dei casi, l’azienda si occupa del ritiro presso il cliente dei

speciale metalmeccanica

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46informazione pubblicitaria

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La tipologia di costruzione dei

gruppi filtranti Atex realizzati da

TAMA SPA consente di utilizzare,

per un'idonea protezione contro le

esplosioni, i dispositivi conformi

alla normativa Atex 94/9/CE e EN

1127-1.

Le direttive ATEX fissano i requisiti

che devono essere soddisfatti

per garantire la sicurezza degli

ambienti ove è presente il rischio

di atmosfere potenzialmente

esplosive.

La movimentazione e l'utilizzo

industriale di sostanze polverulenti

possono dar luogo a fenomeni

esplosivi al di là dell'esplicita clas-

sificazione di pericolosità loro attri-

buita: infatti qualsiasi materiale

solido combustibile finemente

suddiviso e disperso in aria

può provocare, se innescato,

un'esplosione. Per la tipica feno-

menologia esplosiva associabile

alle polveri che, apparentemente

innocue, possono manifestare la

loro pericolosità improvvisamente

ed inaspettatamente al variare

delle condizioni di utilizzo, solo

un'attenta e scrupolosa analisi

dei rischi, insieme ad uno studio

approfondito dei pericoli intrinseci

legati alla specifica sostanza, pos-

sono consentire l'identificazione

delle possibili cause e condizioni

operative che potrebbero condur-

re all'evento esplosivo e l'adozione

delle conseguenti azioni preventi-

ve e protettive.

Ma se da un lato le conoscenze

sui pericoli legati all'utilizzo di gas

e vapori infiammabili sono state

ampiamente sviluppate e appro-

fondite nel tempo, anche perché

da sempre associate al rischio di

incendio e di esplosione, quelle

relative alle polveri e al loro

utilizzo nell'industria sono

state, e sono tutt'oggi, di difficile

diffusione. Sono spesso sotto-

valutate proprio per la tipica feno-

menologia associabile alle polveri

che possono manifestare la loro

pericolosità improvvisamente al

variare delle usuali condizioni

operative.

Il rischio della possibile esplo-

sione di polveri combustibili può

essere presente in tutte le attività

industriali in cui esse vengono

manipolate come ad esempio:

- Lavorazione del legno

- Industria alimentare

- Industria farmaceutica

- Industria delle materie plastiche

- Lavorazione dei metalli

- Industria tessile

Unitamente alle competenze spe-

cifiche in materia di disposizioni

ambientali, Tama ha maturato una

vasta esperienza negli ambiti di

applicazione della direttiva Atex.

Questo le permette di offrire un

servizio di analisi, consulenza

e progettazione in tutte quelle

situazioni in cui è necessario

considerare la possibilità di forma-

zione di atmosfere potenzialmente

esplosive a causa di polveri com-

bustibili. In virtù di una profonda

conoscenza delle metodologie

progettuali nell’ambito della

direttiva Atex, Tama è in grado di

fornire le soluzioni impiantistiche

che meglio coniugano gli aspetti

normativi con quelli legati alla

produzione, adottando i sistemi di

protezione più adatti al contesto

di utilizzo e fornendo all’utilizzato-

re le conoscenze necessarie per

interagire con tali sistemi.

TAMA SPA

via dell’Industria, 11

38012 Mollaro di Taio (TN)

www.tama.eu

[email protected]

Normativa ATEX 94/9/CE e EN 1127-1

Sicurezza e certificazione sugli impianti di aspirazione

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La Tamanini Hydro di Mattarello (Trento) progetta e realizza turbine idrauliche per impianti idroelettrici. Impegnata sul fronte dell'innovazione, l'azienda cerca nuovi mercati esteri.

turbine di tipo Pelton, Francis e Kaplan. In pratica, quasi tutti i tipi di turbine idrauliche utilizzate negli impianti per la pro-duzione di energia idroelettrica in una fascia di prodotto che comprende macchine che vanno dai cinquanta chilowatt ai tre megawatt di potenza. Cioè, dagli impianti più piccoli ai più grandi a se-conda dell’altezza del salto compiuto dall’acqua. Ma, soprattutto, ogni tipo di lavorazione avviene in casa. Tamanini Hydro, azienda di Trento con una de-cina di dipendenti, si occupa di progettazione, produzione e installazione di turbine idrauliche e impianti idroelettrici. Tutto avviene in-house. Attraverso una continua innovazione tecnologi-ca e un costante miglioramento del prodotto, le macchine e le apparecchiature sono interamente progettate e costruite nello stabilimento di Trento, in Salita ai Dossi 5, in funzione delle caratteristi-che idrauliche dell’impianto cui sono destinate. Nell’ufficio progettazione lavorano cinque perso-ne e altrettante alla produzione. Lo stabilimento stesso, non a caso, è sostenuto da una fonte di energia rinnovabile che, “come soluzione inno-vativa – precisano dall’azienda – si inserisce otti-mamente in un contesto mondiale di crisi ener-getica che necessita di diminuire drasticamente e in breve tempo l’inquinamento ambientale e i gas serra. Rivolgiamo l’attenzione alla riduzione dell’impatto ambientale, sia per quanto riguarda il processo industriale interno, sia per il prodotto finale dell’azienda, trattandosi di impianti per la produzione di energia a impatto zero”.Agli standard odierni, che vedono presente il mar-chio Tamanini Hydro in molte regioni di Italia e in differenti Paesi europei ed extraeuropei, l’azien-da è giunta dopo un percorso lungo maturato con

esperienza e professionalità. L’impresa fu fondata più di cento anni fa nel settore metalmeccanico. Poi, alla fine degli anni Cinquanta del secolo scor-so, Tamanini approda nel mercato delle centrali idroelettriche attraverso lo studio di prototipi di piccole turbine idrauliche. A partire dal 1965 ha inizio un processo produttivo che porta l’azienda alla realizzazione e installazione di oltre duecento impianti idroelettrici in Italia e all’estero. “Precisa-mente – spiega Silvia Tamanini – abbiamo instal-lato ad oggi 207 impianti, di cui 63 in Trentino. Dall’ordine alla consegna, dal montaggio alla ma-nutenzione, seguiamo tutto noi”. Amministratori

ProdUcono

Turbine idrauliche per impianti "green"

speciale metalmeccanica

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zione al Sud Africa, dove ci sono buone possibili-tà a livello idrico e pure in centro America. Con-centrandosi sui mercati extraeuropei, vorremmo aprire in futuro delle sedi all’estero”.Nonostante la crisi, le commesse non mancano. “Il nostro – sottolinea – è un settore particolare”. Un settore di nicchia, un settore verde. “Sentiamo anche noi la crisi, ma stiamo procedendo bene. Gli impianti che installiamo sono impianti ‘ver-di’, non alterano l’ecosistema, producono energia pulita e soprattutto fanno risparmiare al cliente poiché consentono di ottenere energia a costi mi-nori”. Sulla base di recenti commesse e di alcuni impor-tanti progetti in corso, Tamanini Hydro sta già lavorando a nuove soluzioni. “Non possiamo mai smettere di investire in ricerca e sviluppo – con-clude Silvia Tamanini – soprattutto in un compar-to come il nostro. L’innovazione è necessaria. Ci muoviamo in questa direzione al nostro interno ma anche creando rapporti di partnership verso l’esterno con importanti interlocutori. Collabo-riamo da una decina di anni con l’Università di Padova, dove abbiamo finanziato un dottorato di ricerca e attualmente anche un progetto per la sperimentazione fluidodinamica sulle turbine”. (adb)

della società sono Luciano e Stefania, rispettiva-mente il papà e la sorella di Silvia, che è invece responsabile del settore marketing. “Lavoriamo molto – continua Silvia – con le amministrazione pubbliche, soprattutto i Comuni, con le aziende municipalizzate e anche con società private. Ma in quest’ultimo ambito è un po’ più difficile muo-versi. Infatti, per l’installazione delle nostre cen-trali interveniamo principalmente sulle acque dei fiumi e dei torrenti, per le quali è necessaria una concessione idroelettrica”. L’attività di Tamanini Hydro si concentra in prevalenza dove si trovano risorse idriche. Nel nord Italia soprattutto, ma an-che in altre regioni e all’estero. “Siamo interessati a mercati vicini e lontani. Prestiamo molta atten-

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Le Officine Marcante (Marcante Fondi e Marcante Serbatoi) hanno clienti in tutto il mondo, ma non rinuciano ad un legame forte con il territorio e con le associazioni locali.

Fondi Srl e Marcante Serbatoi Srl: con sede ad Ala, in via Alessandro Volta, le due so-cietà svolgono progetti con partner e committenti di tutto il mondo, dall’Europa agli Stati Uniti dai Paesi Arabi all’Africa. In mano alla famiglia Marcante, sono gestite dalla prima e dalla seconda generazione con quasi una decina di persone della famiglia impegnate nelle attività d’impresa. Complessivamente le due società danno lavoro a una trentina dipendenti più molti collaboratori legati all’indotto del ciclo produttivo e di commercializzazione. Marcante Serbatoi produce filtri in pressione per la depurazione (a sabbia, resine, carbone), serbatoi e si-los di stoccaggio, tubazioni, scambiatori di calore, serbatoi per Gpl, serbatoi stoccaggio per acqua a uso irrigazione o antincendio utilizzando come materia prima acciaio al carbonio e acciaio inox. Marcante Fondi produce invece fondi bombati e tronchi di

cono per la costruzione di serbatoi e altre lavorazio-ni utilizzando l’intera gamma di acciaio al carbo-nio ma anche molte tipologie differenti di acciaio inox. Sui serbatoi realizzati l’azienda esegue varie procedimenti in base alle richieste dei clienti, dalla saldatura ai controlli di qualità, dalle ispezioni ai trattamenti termici e di verniciatura. I prodotti che escono dagli stabilimenti Marcante sono per la mag-gior destinati al settore del trattamento delle acque in generale sia a livello industriale sia civile. Moltissi-mi gli utilizzi possibili, anche di fuori del comparto acque: centrali per il teleriscaldamento, dissalatori, depuratori, componenti per i siti con piscine, terme e altre destinazioni con usi differenti come silos per inceneritori. “Non abbiamo un prodotto standard ma diversifichiamo moltissimo i nostri lavori sulla base delle richieste che ci vengono rivolte” spiega Lucia Marcante, responsabile in azienda del settore commerciale e figlia di Giuseppe.

marcante

Proiettati nel mondo e legati al territorio

speciale metalmeccanica

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rubrica50

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di aggiornamento. “L’azienda – continua – ha sempre dato grande importanza alla scelta e alla valorizzazione dei propri collaboratori, ritenen-do che solo un team affidabile e professionale possa permettere di vincere le sfide poste dal mercato attuale. All’interno dell’azienda è infatti impiegato personale qualificato, che viene for-mato e aggiornato costantemente, per garantire degli elevati standard produttivi e gestionali”.Altro punto fermo sono la fiducia e il rapporto con il cliente. “Sul rapporto di fiducia col cliente – sottolinea Lucia Marcante – abbiamo costrui-to le nostre aziende e il nostro nome. Le gran-di opportunità che abbiamo avuto in passato e che continuano rinnovarsi in questi anni sono nate proprio così, magari a dispetto del prezzo dei prodotti della concorrenza, che però non ga-rantiva all’acquirente la stessa fiducia che viene riconosciuta a noi. Allo stesso tempo, cerchiamo di essere molto chiari e non intraprendere un lavoro se non siamo assolutamente convinti di portelo assolvere con la massima professionali-tà”. Ultimo prerogativa, la forza del territorio. “Da quando l’azienda è stata fondata – conclude Lucia – la direzione ha ritenuto fondamentale condividere il proprio percorso con il territorio e con le realtà associative presenti. Da anni le Officine Marcante sono sponsor delle principa-li associazioni sportive della zona. Inoltre, sem-pre nell’intento della valorizzazione del tessuto socio-economico circostante, sono state attivate nel tempo varie collaborazioni con enti forma-tivi, dal locale Istituto comprensivo, agli istituti professionali e tecnici, alla Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Trento”. (adb)

Assieme al fratello Francesco, Giuseppe è il fon-datore dell’attività. Entrambi sono ancora oggi ai vertici delle aziende, dopo una storia di oltre mezzo secolo, quando i due fratelli dettero inizio all’impresa nel 1961. “Tra le nostre prerogative – continua Lucia – ab-biamo sempre posto la qualità. Nel tempo sono stati acquisiti macchinari d’avanguardia, per per-mettere lavorazioni più mirate, e mezzi in grado di movimentare grandi ingombri. Con i 20mila mq dell’attuale sito industriale, le Officine Mar-cante possono garantire al cliente la massima flessibilità nella gestione logistica dei prodotti.Ne è passato di tempo dalla iniziale attività arti-gianale, dalla movimentazione manuale dei ca-richi, che davano impiego a pochi operai. Ma la costante è sempre rimasta l’impegno nella quali-tà costruttiva e l’attenzione al cliente, per essere in grado di fornire ancora oggi prodotti che sono garanzia di questo importante percorso in un pezzo di storia del nostro territorio”. Nel Duemila Marcante Fondi ha voluto certifi-care la propria struttura organizzativa e il ciclo produttivo con il marchio di qualità Uni En Iso 9001:2008. Marcante Serbatoi, allo stesso modo, si serve per la produzione esclusivamente di ma-teriali certificati, condizione indispensabile per la tracciabilità richiesta dalle normative più re-centi. Anche Marcante Serbatoi è certificata dal Duemila Uni En Iso 9001:2008. Stesso atteggia-mento contraddistingue la famiglia Marcante nella considerazione dei macchinari di entram-be le società, che sono sottoposti costantemente a controlli, programmi di manutenzione, rinnova-menti. E nei confronti del personale, altamente qualificato e orientato periodicamente a percorsi

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Per Siemens Transformers Spa fatturato aumentato del 10% negli ultimi due anni, con ricadute positive sull'occupazione.

“La

Il capitale umanola risorsa chiave

speciale metalmeccanica

chiave del nostro successo risiede sicuramente nelle diverse capacità e formazioni culturali dei nostri collaboratori. Oltre quindici nazionalità sono rap-presentate nella nostra realtà”.Secondo Mauro Scaccianoce, amministratore delegato di Sie-mens Transformers Spa, la qua-lità del capitale umano è il fatto-re primario dello sviluppo della società, specializzata nel settore dei trasformatori di potenza a partire da 15 Mva fino a 150 Mva.Negli ultimi due anni Siemens Transformers ha visto il fattura-to crescere più del 10% all’anno e ciò ha comportato anche un ingente aumento dei dipendenti con evidenti ricadute sull’eco-nomia locale. Nello stabilimen-to di Trento, ubicato dal 1986 nella Zona Industriale a nord della città, sono attualmente im-piegati oltre 170 collaboratori “e questo numero – continua Scac-cianoce - è destinato ad aumen-tare ulteriormente nei prossimi anni”. Le unità prodotte da Siemens Transformers sono normal-mente destinate ad impianti di produzione di energia elettrica del tipo idroelettrico, termico, eolico, a sottostazioni di distri-buzione primaria di Società pro-duttrici e distributrici di energia

elettrica, oppure a grandi impianti industriali quali raffinerie, fab-briche di prodotti chimici, acciaierie. “Siemens vende i suoi eccel-lenti prodotti e servizi in più di 70 paesi, in tutto il mondo. Nel corso degli ultimi anni – spiega Scaccianoce - Siemens Transformers ha sviluppato una presenza sempre più rilevante sul mercato ita-liano e su diversi mercati d’esportazione quali l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa. Nell’ultimo periodo siamo riusciti a introdurci anche negli Stati Uniti e in Canada. Oltre i 3/4 del nostro fatturato derivano dalle nostre attività in paesi esteri. Come detto, la nostra presenza nel mercato italiano è fondamentale, ma naturalmente giorno per giorno siamo chiamati a rapportarci con un mercato ormai globalizzato”. Proprio la presenza di attori oramai più che globale - quindi una situazione competitiva tremendamente difficile – insieme alla for-

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te erosione dei prezzi che carat-terizza in questo momento di crisi nazionale e internazionale la situazione attuale del settore, impongono fermezza e determi-nazione nella gestione del lavo-ro: “È il momento, ancora una volta - aggiunge l'amministrato-re delegato - di ridurre i costi, ot-timizzare il prodotto e per ognu-no di noi fare giornalmente con gioia il così detto “extra mile”. Impegnarsi dunque, a tutti i livelli, per dare gambe alla cre-scita. Migliorare la logistica, au-mentare la capacità produttiva, e non solo con l'incremento del numero dei dipendenti: tra il 2008 e il 2009 Siemens Tran-sformers Spa ha affrontato un importante investimento per ampliare la propria sede. Oggi la proprietà si sviluppa su una superficie di circa 15mila metri quadrati coperti dove trova-no spazio gli uffici e lo stabili-mento di produzione: reparti di produzione, sale prove per l’esecuzione di tutte le prove di accettazione e di tipo speciali ri-chieste dalle norme internazio-nali e dai capitolati dei clienti, magazzini di stoccaggio per i materiali, aree di stoccaggio per i prodotti finiti.Ricerca e sviluppo sono molto importanti nella business unit della società. "In particolare tali attività sono gestite da casa ma-dre e Trento partecipa alla co-munità con due risorse dedicate a tempo pieno. Le sfide di Sie-mens Transformers per i prossi-mi anni - continua Scaccianoce - si chiamano: cost-reduction e

market-widening. Qualche sacrificio in più oggi per noi tutti impli-ca una chance in più per il successo di domani". C’è infine bisogno di nuove strategie nelle relazioni con gli interlo-cutori del territorio. A partire dai rapporti con la pubblica ammini-strazione: "Stiamo cercando di rafforzare i nostri rapporti con l’ente pubblico – conclude l’amministratore delegato -, dato che in questa situazione di grande difficoltà per tutti, siamo convinti che potremo trovare la giusta collaborazione e mutua soddisfazione".

Continua la solida crescita del Gruppo LuxotticaLuxottica ha chiuso il secondo trimestre con un fatturato

record di 2.018 milioni di euro, in crescita del 9,4% rispetto

allo stesso periodo di un anno fa, e con un margine operativo

del 18,4%, anche questo il miglior risultato nella storia della

società. Nel primo semestre del 2013, il fatturato e' aumenta-

to a 3.882 milioni di euro (+7,6% a parita' di cambi). ''Siamo

orgogliosi di annunciare un secondo trimestre da record - ha

commentato Andrea Guerra (nella foto), chief executive officer

di Luxottica - e di avere conseguito ancora una volta risultati di

eccellenza superando il traguardo di due miliardi di euro di fatturato netto e stabilendo il record

del margine operativo a 18,4%. Un conto economico al quale si aggiunge una generazione di

200 milioni di euro di free cash flow, un ulteriore miglioramento rispetto al risultato già eccezio-

nale del 2012''.

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Adige Spa, azienda trentina del Gruppo Blm di Cantù, continua a crescere. In giugno ha organizzato il consueto Open House.

mq di esposizione diffusa aperti all’ospitalità di più di 300 aziende in due settimane, per oltre la metà provenienti dall’estero.I numeri dell’Open House del Gruppo Blm, even-to organizzato presso gli stabilimenti di Adige e Adige-sys a Levico dal 6 al 20 giugno scorso, par-lano di una formula efficace e di un’azienda che mantiene integro l’appeal sui mercati mondiali.Per il Gruppo Blm di Cantù (che oltre alle so-cietà trentine Adige e Adige-sys comprende la capogruppo comasca Blm Spa), l’esposizione di fine primavera è un tradizionale appuntamento biennale organizzato per dare piena visibilità ad un approccio produttivo che non ha eguali nel mondo. “A livello internazionale – spiega Luca Arighi, direttore di Adige Spa – siamo il solo gruppo in grado di realizzare l’intera gam-ma di macchine utensili necessarie alla lavora-zione dei tubi. Possiamo incontrare competitor più grandi nella produzione di un singolo mac-chinario, ma nessuno, come noi, ha un’esperien-za che si estende a tutte le tecnologie disponi-bili. Ed anche sul singolo macchinario la nostra leadership tecnologica ci consente di battere la concorrenza di colossi di dimensioni ecceziona-

li”. Non a caso, nel 2012 Adige e Adige-sys hanno realizzato oltre l’80% del fatturato all’estero, e in particolare negli Stati Uniti, in Brasile, sui mercati orientali e nel resto d’Europa, dove il gruppo ha aperto negli anni numerose filiali di vendita e assistenza tecnica.L’Open House di giugno è stata dunque l’occa-sione per illustrare la varietà dei prodotti messi a punto dal Gruppo, ma soprattutto la completa padronanza e l’efficacia di un processo integra-to in cui le macchine dialogano per ottenere il migliore risultato. “Facciamo un esempio sem-plice – continua Arighi -: poniamo il caso che ci si chieda di fornire i dispositivi necessari a curvare e a forare dei tubi in acciaio. Possiamo fare in modo che la macchina adibita alla cur-vatura trasferisca alla macchina di taglio laser le informazioni necessarie affinché quest’ultima calcoli senza errore, e dunque senza scarti, la posizione corretta dei fori”.Altra caratteristica peculiare delle realtà del Gruppo Blm è la convivenza e l’integrazione di più tecnologie – dell’elettronica, dell’informati-ca, della meccanica, del laser e dell’automazio-ne – che fanno di Adige Spa una tipica azienda meccatronica. Di più: un’azienda meccatronica

QUattromiLa

Crescita costante per Blm in Trentino

speciale metalmeccanica

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particolarmente attenta alle politiche industria-li promosse sul territorio. “Siamo fortemente in-teressati allo sviluppo di una filiera della mec-catronica che valorizzi e presidi in particolare il segmento della formazione” spiega il diretto-re dello stabilimento di Levico, sottolineando come il Gruppo punti da sempre sulla qualità e sulle competenze dei collaboratori, a tutti i livelli. “Un quinto dei dipendenti - spiega anco-ra Arighi - è laureato in una disciplina tecnica e i reparti della produzione impiegano oramai quasi soltanto periti; inoltre, oggi c’è bisogno di collaboratori che alle competenze tecniche sappiano abbinare la padronanza delle lingue, oramai essenziali nelle relazioni con clienti pro-venienti da tutte le parti del pianeta”. La collocazione sul territorio trentino di Adige e Adige-sys e i rapporti positivi con gli interlo-cutori locali (dall’amministrazione provinciale al Comune di Levico) ha offerto al Gruppo pos-sibilità di crescita altrove impensabili. In una recente intervista, il legale rappresentante del Gruppo, Pietro Colombo aveva dichiarato, a chi gli chiedeva che differenze riscontrasse tra l’attività di Cantù e quella sul territorio trenti-no: “Qui la Lega Nord ha parlato molto, ma non ha mai concretizzato nulla. Lì invece, provincia autonoma, hanno poteri enormi e sostengono davvero le imprese, non chiedono loro solo sol-di. Qui se ne parla, là s’è fatto”. Che molto si sia fatto, in Trentino, da parte del Gruppo Blm lo testimoniano i principali investi-

menti degli ultimi dieci anni, dall’inaugurazio-ne del capannone di Adige-sys alla riqualifica-zione energetica e al rinnovamento dell’edificio che, in Adige, ospita le aree dedicate ai clienti. In tema di ricerca e sviluppo, è dello scorso di-cembre inoltre la sottoscrizione di due accordi negoziali con la Provincia autonoma di Trento: quest’ultima ha stabilito di erogare un contri-buto a supporto dell’attività di ricerca delle due società; Adige e Adige-sys si sono impegnate a loro volta a incrementare i propri livelli occupa-zionali. E nuovi, concreti programmi di amplia-mento sono alle porte. (sb)

speciale metalmeccanica

Bim incontra il design

In concomitanza con l’Open House di giugno, il

gruppo Blm ha lanciato un concorso di idee per

l’elaborazione di nuovi oggetti, coinvolgendo due

istituti italiani di eccellenza: l’Istituto Europeo di

Design e la Domus Academy, entrambi di Milano.

I prodotti elaborati sviluppano le possibilità offerte

dalla lavorazione delle forme tubolari applicando le

tecniche rese possibili dai macchinari del Gruppo

Blm, spaziando dai manufatti di uso quotidiano ai

concept più avveniristici.

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L'azienda di vigo Rendena cura da sempre i rapporti con l'estero, con risultati importanti. Realizzato un nuovo showroom "energy zero".

propensione all’export, ricerca di standard qualitativi di eccellenza, una sapiente conduzione familiare e tanta attenzione all’utiliz-zo di energie rinnovabili. Questi gli elementi che contraddistinguono Gy-form Srl, l’azienda di Vigo Rendena che non co-nosce momenti di crisi e che decide di investire quasi due milioni di euro nella ristrutturazione e nell’ampliamento della propria sede. Gyform, spe-cializzata nella produzione di divani e poltrone in pelle e tessuto, ha terminato in queste settimane i lavori del nuovo sito. Nei prossimi mesi è prevista la presentazione dello stabilimento: edificio mo-dernissimo, a Vigo Rendena, che unisce alla cura del dettaglio l’impiego di materiali pregiati e la rispondenza ai più elevati parametri energetici. A settembre è prevista l’inaugurazione ufficiale dello showroom.La nuova costruzione è “energy zero”, in gra-do cioè di utilizzare pochissima energia per il suo funzionamento seguendo criteri costruttivi all’avanguardia. Per il riscaldamento è in funzione un impianto geotermico (sono stati eseguiti sette

fori nel terreno della profondità di 125 metri) e il riscaldamento dell’acqua è garantito da 260 pan-nelli solari. “I lavori – spiegano Fabrizio Gasperi e Valeria Caola, marito e moglie, soci e ammini-stratori dell’azienda – sono iniziati nel 2011. Abbia-mo demolito il vecchio stabilimento per realizzare una struttura completamente nuova dove trovano posto un ampio showroom di mille metri quadra-ti distribuito su due piani con sala riunioni, servizi e coffee-room, oltre a due magazzini e un deposito pelli per altri mille metri complessivi. In totale, la costruzione aggiunge 2mila metri quadrati coperti ai 4.500 di cui già disponevamo. La progettazione e l’assistenza lavori sono state garantite dallo stu-dio Mps di Tione, con la direzione lavori dell’inge-gnere Walter Paoli, mentre la scelta dei materiali per le finiture e il design degli interni sono stati curati da nostra figlia Alessia, designer, da poco entrata in azienda”. La facciata esterna è rivestita con una lega speciale di rame e zinco. Il prodotto che ne deriva è un materiale che cambia aspetto in modo suggestivo e unico quando esposto agli agenti atmosferici, dove la tonalità cromatica os-sidata appare calda e intensa”. Un colpo d’occhio notevole nel cuore della val Rendena. All’interno, uno showroom all’insegna della contaminazione tra architettura, arte e design. “Sembra quasi di en-trare in una galleria d’arte, con spazi che perdono la loro connotazione commerciale, lasciando che il visitatore sia conquistato dall’atmosfera calda e accogliente, data dall’utilizzo di materiali naturali quali il legno e la pietra. Un contesto elegante destinato a ospitare le collezioni dell’azienda ma anche punto di incontro e formazione per clien-ti, architetti e designer”. Inoltre, viene “offerta la possibilità anche al cliente privato di visitare la fabbrica, toccando con mano i materiali di qua-

SPiccata

I divani gyformin Cina e in russia

aziende

azie

nde

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internazionali, in particolare al Salone del Mobile di Milano, al quale abbiamo partecipato per 45 anni ininterrotti, e al Salone del Mobile di Colo-nia”.In Italia e all’estero Gyform è sinonimo di qualità. Ogni dettaglio è curato nel particolare. Oltre ai reparti produttivi, a Vigo Rendena si trova un’area di ricerca e sviluppo per l’ingegnerizzazione dei prodotti e dei prototipi. Gyform collabora con af-fermati architetti e designer che studiano nuove soluzioni costruttive depositandone i brevetti. Nel segno della qualità avviene anche la scelta dei le-gnami per la costruzione dei telai (solo legno mas-siccio) e delle imbottiture per i cuscini (in piuma d’oca o poliuretano espanso a quote differenziate). I pellami e i tessuti sono prodotti esclusivamente in Italia. La costruzione del nuovo showroom si inserisce proprio in questo quadro: mostrare al cliente in una sede adatta, elegante e curata la qualità dei prodotti Gyform. “Questo ci dà la possibilità di poter invitare i nostri clienti a vedere in antepri-ma le nuove collezioni godendo di un’atmosfera suggestiva. Inoltre organizzeremo dei meeting con i nostri agenti per formarli e prepararli. Diamo spazio anche a importanti artisti che con le loro opere d’arte valorizzano i nostri prodotti. In que-sto periodo nello showroom sono esposti alcuni quadri del trentino Fulvio Bernardini, in arte Ful-ber: i suoi tributi alla corrente Pop Art, dai colori accesi, si sposano perfettamente con l’arredamen-to moderno. L’impegno di questi ultimi due anni è stato notevole, ma ora siamo soddisfatti di ciò che è stato realizzato e auspichiamo che questo difficile momento per l’economia dia dei segnali di ripresa quanto prima”. (adb)

lità, seguiti da personale specializzato in grado di consigliare al meglio le soluzioni per qualsiasi tipo di esigenza”. A Vigo Rendena – dove lavorano una ventina di persone, tutte della valle, con qualifiche e man-sioni specializzate – Gyform svolge l’intero ciclo produttivo: progettazione, realizzazione e com-mercializzazione di divani e poltrone di alta qualità destinati a un mercato di nicchia. Alcune competenze sono esternalizzate. “Ci appoggiamo a terzisti – spiegano Fabrizio e Valeria – al fine del-la ricerca dell’eccellenza e per avere la garanzia di evadere le commesse nei tempi previsti. Solo chi è altamente specializzato in singole mansioni può garantirci livelli elevati di qualità. Tuttavia ogni lavorazione rientra in ditta per l’assemblaggio, i controlli di qualità e le spedizioni”. All’azienda rendenese si rivolgono personaggi ce-lebri (Bill Clinton e Bill Gates in passato, recente-mente la star della musica pop tedesca Udo Jür-gens) e clienti da tutto il mondo. “Realizziamo l’80% del fatturato all’estero, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti – continuano Fabrizio e Vale-ria – ma puntiamo a espanderci a breve su nuovi mercati. Proprio in questi mesi stiamo ottenendo importanti commesse dalla Russia e abbiamo già realizzato le nostre prime consegne in Cina. A se-guito di alcune recenti missioni in India e in Bra-sile, si stanno aprendo nuove opportunità che ci lasciano ben sperare.” Del resto, quella dell’export è per Gyform una vocazione. Quando, alla fine degli anni Cinquanta, Guido Gasperi (padre di Fabrizio) fondò l’azienda a Vigo Rendena si rese conto subito della rilevanza dei rapporti con gli altri Paesi. “Da sempre – continuano gli ammini-stratori – dedichiamo grande attenzione alle fiere

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Con una forte presenza nella metalmeccanica trentina, Umana registra una crescita della somministrazione di lavoro nell'Ict e nell'hotellerie e ristorazione.

continua a crescere nella provincia trentina: lo confermano i dati relativi alla prima metà del 2013, che registrano un aumento del 20% delle assunzioni in somministrazione attraverso Umana, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. “Un segno positivo, a poco più di un anno dall’apertura della nostra filiale di Trento - com-menta Maria Raffaella Caprioglio, presidente di Umana - che testimonia l’apprezzamento per il nostro servizio delle aziende del trentino”.Nei primi sei mesi del 2013 la filiale Umana di Trento, assieme a quelle di Rovereto e Riva del Garda già operative da molti anni, ha infatti se-lezionato e inserito diverse centinaia di persone presso le aziende clienti, in netto aumento rispet-to al 2012. “La somministrazione è oggi più che mai uno stru-mento indispensabile per permettere alle aziende di essere competitive - continua la dottoressa Ca-prioglio -. Di questo sono convinte sia le imprese che le istituzioni, come confermato anche dalle ultime novità normative, che non hanno pena-

lizzato la somministrazione, ma anzi ne hanno facilitato l’utilizzo: il lavoro in somministrazione si conferma così la migliore forma di buona fles-sibilità oggi a disposizione delle imprese”.Umana ha tra i propri clienti aziende apparte-nenti a tutti i settori, ma in Trentino collabora in particolare con aziende del settore metalmec-canico, alle quali fornisce soprattutto disegnatori/progettisti meccanici, operatori macchine con-trollo numerico/Cnc, manutentori ed altri tecnici specializzati, ma anche impiegati commerciali, soprattutto per il mercato estero.In crescita inoltre le richieste di personale da parte di aziende del settore Ict: trattandosi di un ambito molto specifico, basato su innovazione continua e professionalità altamente specializzate, Umana ha istituito un’apposita Area Specialistica Ict, composta da personale dedicato con appro-fondita conoscenza del settore. Le assunzioni di Umana si confermano numero-se anche nell’hotellerie e nella ristorazione, che Umana gestisce attraverso l’Area Specialistica Turismo&Ristorazione, che ha proprio in Trenti-no alcune delle sue collaborazioni più importanti.All’offerta di Umana (somministrazione di lavo-ro a tempo determinato e indeterminato, ricerca e selezione del personale, formazione, outplace-ment) si è poi aggiunta l’opportunità di inserire giovani in apprendistato attraverso la sommini-strazione: “Si tratta di una preziosa opportunità di “flessibilizzare” l’apprendistato, rendendolo più facilmente utilizzabile per le imprese, attra-verso il nostro supporto nella pianificazione del percorso e del piano formativo individuale, nella verifica dei requisiti, nella attivazione e gestione del percorso e nel tutoraggio” conclude la presi-dente Caprioglio.

Umana

aziende

Somministrazione in crescita del 20% in Trentino

Caprioglio: " La somministrazione è oggi più che mai uno strumento indispensabile per permettere alle aziende di essere competitive. Di questo sono convinte sia le imprese che le istituzioni".

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Delladio, in che misura e termini l’esperienza maturata dalla sua azien-da sui mercati esteri la favorirà nel ruolo as-segnato?Sono assolutamente convinto che la mia espe-rienza personale di imprenditore che guida una azienda tutt’oggi in crescita, che esporta oltre l’80% della propria produzione in ben 74 pae-si, potrà essere di grande aiuto all’interno del programma internazionalizzazione di Confin-dustria Trento. Per questo ho accettato l’invito del presidente Paolo Mazzalai. Mi rendo conto

che dovrò togliere qualche mezza giornata di lavoro alla mia azienda, ma sono altrettanto convinto che ci si debba mettere a disposizione del territorio, se ce n’è il bisogno, dal momento che negli anni passati quello stesso territorio ti ha dato tanto.

Quali le priorità sul piano politico e in termi-ni di servizi a sostegno dell’internazionalizza-zione delle aziende associate per il biennio?Il primo obiettivo, a una settimana dalla mia nomina ufficiale, è stato quello di incontrare il governatore Alberto Pacher e il suo staff per porre le basi di una collaborazione tecnico-po-litica che ritengo essenziale e fondamentale per il corretto funzionamento del sistema di aiuti e incentivazioni all’internazionalizzazione delle aziende trentine. Il governatore si è dimostrato assolutamente disponibile e ha dato mandato ai suoi dirigenti affinché si rendano attivi da subito a recepire le esigenze che abbiamo mes-so sul tavolo. Ho chiesto velocità nell’intervento e semplificazioni sia nelle interpretazioni delle leggi sia nella stesura delle domande di con-tributi. Abbiamo condiviso l’opportunità di de-cisioni politiche dinamiche quanto le aziende moderne, che non hanno altra scelta per restare sul mercato globale, sempre più difficile e com-petitivo.

Quali i servizi specifici su cui preferireste pun-tare? Le priorità del mondo delle imprese sono estre-mamente chiare. Su molti di questi fronti Con-findustria Trento si sta muovendo con l’ausilio di uno staff di esperienza e serietà - l’area inter-nazionalizzazione della sua società di servizi As-

vicePreSidente

Intervista a LORENZO DELLADIO, vicepresidente neoeletto di Confindustria Trento con delega all’internazionalizzazione.

Più attenzione alle esigenze delle imprese

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internazionalizzazione

Lorenzo Delladio

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internazionalizzazione

Poiché la formazione garantisce alle imprese un presidio delle conoscenze e un costante aggior-namento, continueremo a promuovere attività formative di eccellenza. Da questo punto di vi-sta, va ricordato che si sta svolgendo a Palazzo Stella il percorso “Management per l’internazio-nalizzazione d’impresa” avviato da Assoservizi a primavera, per cui il riscontro in termini di ade-sioni e di soddisfazione dei partecipanti è più che confortante: gli interventi hanno coinvolto fino ad oggi una ventina di aziende. Del resto, le docenze sono state affidate ad esperti del set-tore estremamente competenti e la selezione dei temi trattati nel corso delle azioni risponde alle priorità individuate e a una precisa analisi dei fabbisogni rilevati presso le stesse imprese.

Come Confindustria Trento intende coordi-narsi con le altre strutture per l’internazio-nalizzazione attive sul territorio, da Trenti-no Export a Trentino Sviluppo, con il nuovo Sportello unico per l’internazionalizzazione?Ad oggi viene concordato il processo di condi-visione di un progetto territoriale unitario che offra risposte e benefici concreti alle imprese è ancora in corso. Come detto, il dialogo con le parti interessate è stato avviato con l’intenzione di pervenire al più presto a una sintesi efficace e feconda. Da parte nostra, sosteniamo con for-za il valore delle esperienze acquisite in tanti anni di lavoro: il nuovo assetto dovrà dunque tener conto delle professionalità in essere, che non devono in nessun modo essere disperse. Sono certo che perverremo al più presto a una soluzione che garantisca il migliore equilibrio dei contributi degli attori coinvolti e la più inci-siva azione a favore delle imprese trentine. (sb)

soservizi – in sintonia con l’attività di Trentino Export. Agli associati offriamo già consulenza in tema di certificazione dei prodotti per l’esporta-zione, marchi e brevetti, finanziamenti provin-ciali, nazionali pubblici (Finest) e privati (istituti bancari), europei e internazionali, e ancora as-sistenza per la contrattualistica internazionale,

la normativa estera, le problematiche fiscali e doganali. Palazzo Stella è pure un punto di rife-rimento nel supporto per le analisi di mercato, la ricerca di partner all’estero, l’organizzazione di incontri B2B, l’intermediazione linguistica, la partecipazione alle fiere internazionali, l’assi-stenza nella concretizzazione di accordi di ven-dita e post vendita. Un tema particolarmente delicato è quello delle missioni all’estero, che vanno gestite prestando estrema attenzione ai profili e alle esigenze delle singole aziende. Ab-biamo messo a punto un questionario che ci consenta di capire, in questo senso, quali sono le attese e le prospettive delle nostre imprese.

Confindustria Trento intende continuare a puntare sulla formazione all’internazionaliz-zazione delle aziende associate?

Le priorità del mondo delle imprese sono estremamente chiare. Su molti di questi fronti Confindustria Trento si sta muovendo con l’ausilio di uno staff di esperienza e serietà - l’area internazionalizzazione della sua società di servizi Assoservizi – in sintonia con l’attività di Trentino Export.

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Trento, per il tramite di Asso-servizi, nel bimestre giugno-luglio 2013 ha organiz-zato oltre venti incontri di consulenza individuale a vantaggio di altrettante aziende trentine su due macro-temi prioritari per l’internazionalizzazione: da un lato, le certificazioni dei prodotti per le esportazioni e, dall’altro, proprietà intellettuale e industriale, brevetti, modelli, marchi, copyright, domain names e misure anticontraffazione.

Sapere se e quali certificazioni i prodotti trenti-ni debbano o meno avere per accedere ai singoli mercati esteri di interesse è chiaramente uno dei pre-requisiti per l’esportazione. Infatti, ciascun Pa-ese ha le proprie certificazioni dei prodotti, obbli-gatorie o comunque a volte opportune. Così, in alcuni mercati il prodotto può accedere solo se è in possesso di certificazioni necessarie, pena l’ina-dempimento di contratti firmati e relativi perdite, penali e costi di dogana. In altri Paesi, il possesso di certificazioni, seppure non obbligatorio, può facilitare la vendita del prodotto.

Altro pre-requisito per l’accesso in molti merca-ti esteri risiede nell’opportunità a che l’azienda proceda per tempo alla registrazione del proprio marchio e/o brevetto, al fine di assicurarsi, rispet-tivamente, di poter utilizzare il proprio logo e di poter proteggere il proprio prodotto innovativo da eventuali emulazioni. Comunemente, infatti, il marchio di imprese o il loro prodotto viene co-piato, con conseguenti evidenti danni in seno alla stessa azienda per l’attività in Italia come all’estero.Confindustria Trento, per il tramite di Assoservi-zi, ha intenzione di puntare nel medio periodo sull’assistenza individuale sui due macro-temi ci-tati. L’Area Internazionalizzazione, in collaborazio-ne costante ma non esclusiva con alcune strutture professionali tecniche, fornisce a tariffe scontate e vantaggiose, assistenza su ogni tipologia di certi-ficazione per l’esportazione, marchi, modelli, bre-vetti, ecc., fino all'affiancamento nella procedura di ottenimento della documentazione stessa da parte degli enti preposti, così come nella modu-listica di richieste di rimborso di parti dei costi sostenuti legge provinciale 6/99 sugli Aiuti per l’In-ternazionalizzazione delle Imprese).Si tratta di nuove competenze, accanto a quelle tradizionali, con cui Assoservizi, su mandato di Confindustria Trento, si propone di sostenere l’in-ternazionalizzazione delle aziende associate.

conFindUStria

di nICoLò AndreInI, Area Internazionalizzazione di Assoservizi Srl

Le certificazioni dei prodotti per l’esportazione, proprietà intellettuale ed industriale, brevetti, modelli, marchi, copyright, domain names e misure anticontraffazione.

nuovi servizi per l’internazionalizzazione

internazionalizzazione

Per informazioni:

Assoservizi Srl - Area Internazionalizzazione

T 0461 935050

F 0461 390127

[email protected]

Le nuove competenze di Assoservizi a sostegno dell'internazionalizzazione delle aziende associate: la società di servizi di Confindustria Trento offre alle imprese le consulenze necessarie all'accesso sui mercati esteri.

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il percorso sarà poi dedicato agli aspetti doganali e fiscali connes-si all’internazionalizzazione. Il 26 settembre, Franca Delle Chiaie tratterà le novità introdotte dalla Legge di stabilità 2013 nella gestione degli adempimenti relativi alle operazioni sia dentro che fuori l’Ue. Ennio Vial il 3 ottobre si occuperà del check-up fiscale del gruppo multinazionale e il 26 novembre affronterà le convenzioni contro le doppie imposizioni. L’8 ottobre, Michela Magnani, Maurizio Cicciù e Marco Strafile tratteranno la gestio-ne del personale italiano all’estero; il 24 ottobre, Roberto Curcu affronterà il tema della territorialità Iva della cessione dei beni e delle prestazioni di servizi; il 20 novembre Paolo Giovannini relazionerà sui prezzi di trasferimento infragruppo. Concluderan-no il ciclo una serie di moduli di comunicazione e marketing d’avanguardia in lingua inglese, che potranno essere tenuti anche presso le aziende interessate su richiesta.Si ricorda che il percorso formativo “Management per l’Interna-zionalizzazione d’impresa”, organizzato e promosso da Assoser-vizi Confindustria Trento, è destinato alla formazione di tecnici di impresa su argomenti focali per l'internazionalizzazione, e si compone di corsi dal contenuto autonomo. Ciascuna azienda può partecipare ai soli moduli di proprio interesse, che sono fra l’altro finanziabili per il tramite di Fondimpresa, Fondirigenti e/o fondi inter-professionali.

neL BimeStre

Ottimi risultati per il primo bimestre del percorso formativo sull’internazionalizzazione di Assoservizi e Confindustria Trento. In partenza la sessione autunnale su fiscalità e dogane.

internazionalizzazione

Formazione per l'exportal giro di boa

giugno-luglio 2013, il percorso “Management per l’internazionalizzazione d’im-presa” ha visto 19 aziende per sessanta partecipanti complessivi impegnati in sette moduli forma-tivi tenuti da docenti di alto livel-lo provenienti da diverse regioni italiane. Si sono affrontati, con soddisfazione delle imprese, i se-guenti temi: la contrattualistica in-ternazionale in generale, secondo diversi approcci; vendita interna-zionale ed Incoterms; credito do-cumentario e garanzie internazio-nali; assicurazione dei crediti per l’export; distribuzione e agenzia internazionale.Due moduli sono stati ricalenda-rizzati in autunno, su richiesta delle aziende: quello su made in, marcatura Ce e certificazione dei prodotti per l’export, che sarà te-nuto il 17 ottobre da Antonio de Capoa; e quello che vedrà il 29 ottobre Gabriella Reniero e Fran-cesco Casucci intervenire sulla tutela dell’innovazione (marchi, brevetti, ecc.). Ad essi si aggiun-geranno i corsi su: gli accordi di collaborazione e joint venture, di Eugenio Bettella il 18 settembre; e le reti d’impresa per l’internazio-nalizzazione, di Paolo Angheben e Alessandro Santini il 15 novem-bre.Nel trimestre settembre-novembre,

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daL

di gIorgIo ZAgoneL, Trentino export

Al Fancy Food 2013 di New York lo stand collettivo trentino con Casearia Monti Trentini Spa, D&D Trentino Srl e Menz & Gasser Spa.

L’agroalimentare trentino negli Usa

internazionalizzazione

30 giugno al 2 luglio si è svolta la 59a edizione della Fiera In-ternazionale Summer Fancy Food a New York, maggiore evento del settore food & beverage di tutto il Nord America. Come negli anni passati, Trentino Export vi ha partecipato con uno stand collettivo di aziende tren-tine del settore, seguito in prima persona dalla coordinatrice del consorzio export di Palazzo Stella, Giovanna Arlanch. La fiera Fancy Food è uno dei più importanti ap-puntamenti fieristici mondiali per il settore degli alimentari e delle be-vande. Quest’anno, hanno parteci-pato all’evento fieristico newyorke-se oltre 2.400 espositori provenienti da 80 paesi del mondo e 17mila tra rivenditori specializzati, ristoratori, rappresentanti di catering, super-mercati e giornalisti.Allo stand collettivo trentino hanno partecipato Casearia Monti Trenti-ni Spa, D&D Trentino Srl e Menz & Gasser Spa. I riscontri ottenuti sono stati molto positivi e proba-bilmente maggiori degli anni pas-sati, in considerazione della sempre maggiore attenzione del consuma-tore medio americano ad una ali-mentazione sana e di qualità.“La fiera Fancy Food negli Usa è il più importante evento espositivo Usa del settore agroalimentare” ha sottolineato Giovanna Arlanch, che

ha poi aggiunto: “È ormai da sei anni che partecipiamo a questa fiera e lavoriamo con gli Usa; dopo gli ottimi risultati passati, siamo sempre più convinti e decisi nel continuare la penetrazione e il consolidamento delle eccellenze agroalimentari trentine in questo mercato. Le potenzialità per le eccellenze agroalimentari del nostro territorio ci sono tutte, qualità, tradizione e specificità sono carat-teristiche senz’altro apprezzate su un mercato altamente selettivo e high level oriented come quello americano”. Gli Stati Uniti, infatti, rappresentano oggi il secondo mercato di sbocco per le esportazioni trentine, dopo la Germania, con una variazione percentuale sul totale dell’export 2011 pari al 6,7% e un valore pari all’11,6% del totale export della Provincia autonoma di Trento. Nello specifico, il mercato statunitense per le eccellenze agro-alimentari trentine non risente della crisi e nel 2012 l’export totale negli Usa ha superato i 375 milioni di euro (fonte Istat), con un trend in continua crescita.Se, come sembra, in futuro sarà ratificato il trattato di libero scam-bio Usa - Unione Europea, le già ottime possibilità per il settore agroalimentare della notra provincia sul mercato americano avran-no un notevole sviluppo. Trentino Export e le sue aziende associate non vogliono perdere tale opportunità.

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braccio operativo di Con-findustria Trento per l'internazionalizzazione, nella continua ricerca di nuovi mercati per l’industria trentina ha rivolto la sua attenzione alla Thailandia, nell’ultimo decennio in forte e continua crescita. Av-valendosi della collaborazione di professionisti in loco e con il collaudato metodo che ad una prima fase di sondaggi di mercato ed organizzazione di in-contri Business to Business, affianca il sostegno alle aziende nella fase post B2B e l’assistenza nello start-up, Trentino Export si propone, quindi, di sostenere, aumentare e consolidare le esportazioni trentine an-che verso questo mercato. Negli ultimi mesi con l’ausilio di Trentino Export, Menz & Gasser Spa (confetture e marmellate) e D&D Trentino Srl (sottolii, sottaceti e sughi pronti), in se-guito ad approfonditi sondaggi di mercato, hanno svolto vari incontri Business to Business in loco, che hanno permesso di conoscere la realtà economica thailandese e di stringere primi importanti contatti con imprese locali del settore agroalimentare.Il mercato del Sud-Est Asiatico grazie ad una conti-nua crescita, all'emergere di una nuova classe me-dia e a importanti investimenti in infrastrutture, ha grandissime potenzialità ed una continua crescita della domanda sia di beni di investimento che di consumo. Sotto il profilo economico-commerciale, il potenzia-

le dei rapporti bilaterali è dimostrato dall’andamen-to dell’export italiano, cresciuto nel 2012 del 22,5% (toccando il massimo storico di 1.470 milioni di euro - dati Istat) e quasi raddoppiato rispetto ai dati del 2010. Risulta chiaro quindi il potenziale di crescita delle nostre esportazioni in questo Paese, di circa 70 milioni di abitanti.Nel 2012 l’export trentino verso la Thailandia è sta-to di oltre 24 milioni di euro, a conferma di un continuo aumento dell’interscambio commerciale tra la nostra Provincia e l’area del Sud-Est Asiatico. A riguardo basti pensare che le esportazioni totali delle aziende trentine in Thailandia sono più che raddoppiate rispetto al 2011 ed il trend per il 2013 è in crescita (fonte Istat).I principali settori di esportazione sono quello dei macchinari e delle apparecchiature di precisione e quello dei prodotti chimici. Il settore agroalimentare comunque sondato con successo da Trentino Export offre ottime possibilità per le eccellenze trentine. La volontà del consorzio di Palazzo Stella è quella di trovare sempre nuovi sbocchi per le esportazioni trentine. Partendo da Bangkok, l’obiettivo è quel-lo di allargare gli orizzonti a Indonesia, Malaysia e Vietnam, senza trascurare paesi emergenti come Myanmar e Cambogia. Un mercato ormai globale richiede strategie globali e sempre nuovi orizzonti di business. (gz)

trentino exPort,

In crescita le esportazioni italiane – e trentine - in Thailandia e nel sud-est asiatico: territori dalle grandi potenzialità commerciali.

La nuova frontiera dell’export

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il fondo interprofessionale Fon-dirigenti, Confindustria e Federmanager pro-muovono la formazione dei dirigenti e lo svi-luppo del capitale umano nelle aziende. L'Avviso 1/2013 mette a disposizione un contri-buto aggiuntivo per la presentazione di Piani

formativi condivisi finalizzati a supportare la crescita competitiva e manageriale delle Pmi e a favorire l'occupazione dei manager involonta-riamente disoccupati. Le azioni previste mirano tra le altre cose a raf-

forzare la crescita manageriale delle Pmi con la realizzazione di interventi sui seguenti asset: innovazione organizzativa, internazionalizza-zione, alleanze strategiche, credito e finanza. L’opportunità è destinata esclusivamente alle Pmi aderenti a Fondirigenti. Per ogni piano, il fi-nanziamento massimo ammissibile è di 20mila euro. I piani formativi sono finanziabili fino all’esau-rimento delle risorse e sono rivolti ai dirigen-ti e ai co.co.pro. Le azioni possono svolgersi in azienda (in aula, coaching, on the job, visite di

studio ed e-learning) o fuori sede (voucher).

Formazione per i manager

educ

atio

n

attraverSo

education

L'avviso 1/2013 di Fondirigenti finanzia la formazione per i manager.

Per informazioni:Assoservizi Srl – Area formazione

T 0461 935050

F 0461 390127

E-mail [email protected]

Fondimpresa informa: nuovi Avvisi con contributo aggiuntivo per Pmi e imprese con lavoratori in Cig

Il Consiglio di Amministrazione del Fondo Fondimpresa ha nuovamente pre-

visto per le PMI aderenti di minori dimensioni e per le imprese aderenti con

lavoratori in cassa integrazione, la possibilità di presentare piani formativi con

il sostegno del contributo aggiuntivo del Conto di Sistema. La presentazione

delle domande è prevista per la seconda metà di settembre. Assoservizi è in

grado di assistervi nella richiesta di finanziamenti per la formazione azien-

dale, anche a fronte delle numerose novità introdotte da Fondimpresa, in

particolare per la condivisione del piano con le parti sindacali e per la com-

pilazione del preventivo e del rendiconto finanziario. Una significativa novità

è la possibilità per le aziende di ottenere il contributo aggiuntivo sull'avviso

destinato alle PMI anche se hanno presentato Piani a valere su altri Avvisi di

Fondimpresa prima del 1° luglio 2012.

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congiuntura economica rende sem-pre più ardua la ricerca con successo di un lavoro. Tale difficoltà è particolarmente sentita dai giovani che, terminati gli studi, si candidano per professio-ni lavorative senza poter presentare una capacità operativa consolidata ed un giusto grado di auto-nomia. Autonomia che si può acquisire in gran parte solo lavorando.L’Agenzia del Lavoro ha previsto un insieme di attività, di incentivi e di misure di sostegno agli investimenti per la forza lavoro e per l’occupazio-ne giovanile che, se conosciuti, possono aiutare le aziende a concretizzare una proposta di lavoro.Di seguito sono riportate tali opportunità:

Apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere (18-29 anni - 17 se con attestato di quali-fica professionale)Incentivo all’azienda di 2.000 euro per l’assun-zione (1.000 € +1.000 € nel biennio):

- del 1° apprendista- dell’apprendista in aggiunta a quelli già in azien-

da- dell’apprendista licenziato senza responsabilità

propria, da altro datore di lavoroÈ possibile inoltre finanziare, nella misura del 50%, percorsi formativi sperimentali per i figli di artigia-ni, imprenditori e commercianti assunti come ap-prendisti, che saranno formati come futuri impren-ditori, secondo la logica della transizione d’impresa.

Apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale (15-24 anni)- Durata: tre anni per la qualifica, quattro anni per

il diploma professionale- Finanziamento della formazione aziendale di

1.500 euro l’anno

- Incentivo all’azienda alla conferma dell’appren-dista a tempo indeterminato di 6.000 euro (2.000 € + 4.000 € nel biennio)

Condizioni generali come da contratto:- Salario iniziale pari all’80% di quanto previsto

per l’apprendistato professionalizzante- Periodo di prova di 4 mesi- 9 settimane di formazione fuori azienda all’anno

con modalità e tempistiche concordate tra Agen-zia del Lavoro, scuole e aziende

- 100 ore formative in azienda nel rispetto delle abilità operative da apprendere

NB: Le aziende interessate ad avere delle candi-dature di giovani lavoratori possono segnalare la propria disponibilità ad assumere direttamente ai Centri per l’impiego o al funzionario incaricato.

Apprendistato di alta formazione e di ricerca(18-29 anni - 17 se con attestato di qualifica pro-fessionale)- Incentivo all’azienda fino a 4.000 euro per l’as-

sunzione in apprendistato di un giovane che partecipa ai percorsi per Tecnico Superiore (es. automazione e sistemi meccatronici, energia ed ambiente, comunicazione grafica multicanale, ecc.)

- Possibilità di attivare master di interesse per le aziende locali (segnalare alle proprie associazioni di categoria eventuali richieste)

- Offerte formative per i giovani che hanno inter-rotto il corso di studi dopo il biennio delle scuole medie superiori o al 4° anno del diploma profes-sionale per conseguire il diploma di istruzione tecnica

- Sono possibili assunzioni di giovani iscritti all’ulti-

L’attUaLe

L’Agenzia del Lavoro presenta le misure a sostegno degli investimenti per la forza lavoro e per l’occupazione giovanile: iniziative che possono aiutare le aziende a concretizzare una proposta di lavoro.

Strumenti e incentivi all’occupazione giovanile

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ro prima dell’inserimento in azienda se non già preparati.

Ulteriori strumenti da conoscereIncentivi alle aziende per la formazione indi-viduale o collettiva di lavoratori da inserire in azienda (a prescindere dall’età)- Rimborso alle aziende, fino ad un massimo di

3.000 euro, del costo delle ore di formazione effettuate, tramite un docente esterno o inter-no, per preparare il nuovo lavoratore se questo verrà assunto a termine per minimo 8 mesi a tempo pieno o 12 mesi se a part-time (Interventi 3.7 e 3.8 del Documento)

- Finanziamento, su richiesta del datore di lavoro, di corsi professionalizzanti organizzati da sog-getti formativi accreditati per un minimo di 8 persone con finanziamento pro-quota per ogni assunto (Intervento 3.9 del Documento)

Incentivi alle aziende dal Fondo per la valo-rizzazione e professionalizzazione dei giovani (fino a 35 anni)- Le aziende possono identificare temi di ricerca

da proporre a giovani neo-laureati per la loro at-tuazione in un tempo massimo di 12 mesi, con una presenza in azienda di massimo 6 mesi. Le aziende selezionano i giovani candidati ed i progetti di ricerca vengono finanziati trami-te borse di studio o prestiti d’onore a seconda dell’indicatore Icef del giovane prescelto

- Le aziende possono proporre a giovani, alla ri-cerca di lavoro, dei percorsi formativi di specia-lizzazione della durata massima di 12 mesi. Il percorso formativo deve prevedere non meno del 40% di formazione teorica ed un massimo di 6 mesi di presenza in azienda. Il giovane ha diritto ad una borsa di studio o ad un prestito d’onore a seconda dell’indicatore Icef.

Staffetta generazionaleÈ possibile assumere giovani lavoratori fino a 35 anni compiuti, anche in apprendistato per le as-sunzioni fino ai 29 anni, a fronte della riduzione dell’orario di lavoro dei dipendenti prossimi al

mo anno dei corsi di laurea triennale, magistrale e dei corsi per il dottorato di ricerca

- Durata del contratto, salario e monte ore della for-mazione saranno definite per ogni percorso dal relativo gruppo di lavoro (Università, Agenzia del Lavoro, rappresentanti delle aziende, parti sociali). I contributi alla formazione sono definiti dall’Agen-zia del Lavoro

Tirocini di orientamentoLe aziende, in possesso dei requisiti previsti, disponi-bili ad ospitare giovani in tirocini di orientamento al lavoro della durata massima di 8 settimane, per lavo-ratori inoccupati o disoccupati con qualsiasi titolo di studio, possono rivolgersi ai Centri per l’Impiego di competenza.

L’Azienda:- Concorda con il Centro per l’Impiego un progetto

formativo e si impegna a seguire il tirocinante af-fiancandolo con un tutor per tutto il periodo del tirocinio

- Può riconoscere una borsa di tirocinio

L’Agenzia del Lavoro:- Provvede alle necessarie coperture assicurative ed

effettua le comunicazioni obbligatorie- Il Centro per l’Impiego provvede alla stesura del

progetto formativo e della convenzione di tirocinio

Tirocini formativiLe aziende, in grado di erogare la formazione per sviluppare competenze professionali in ruoli qualifi-cati per l’inserimento lavorativo, possono presentare domanda all’Agenzia del Lavoro per l’attivazione di tirocini della durata di 6 mesi.

L’Azienda:- Presenta un progetto formativo all’Agenzia del Lavoro- Può prevedere l’erogazione di una borsa di tirocinio

L’Agenzia del Lavoro:- Effettua le comunicazioni obbligatorie e provvede

alle necessarie coperture assicurative- Forma i tirocinanti in materia di sicurezza sul lavo-

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centivi previsti dall’ordinamento statale e pro-vinciale

- Deduzione totale ai fini IRAP- Passaggio di conoscenze ed esperienze dal senior

al giovane lavoratore

Incentivi all’assunzione o alla stabilizzazioneA titolo esemplificativo si segnalano di seguito al-cune delle tipologie di incentivi all’assunzione e alla stabilizzazione di giovani lavoratori previste per le aziende dal Documento degli Interventi di politica del lavoro 2011-2013.

pensionamento (minimo 12 e massimo 36 mesi) sulla base di accordi sindacali aziendali.

Vantaggi per il lavoratore senior:- Sostegno economico provinciale per coprire

completamente la riduzione contributiva e re-tributiva fino ad un massimo del 50% entro l’im-porto massimo di 7.000 euro annui

Vantaggi per il datore di lavoro:- Mantenimento delle agevolazioni contributive e

fiscali previste per l’assunzione del giovane- Mantenimento per le nuove assunzioni degli in-

Giovani di età compresa tra i 18 e i 29 annidisoccupati e iscritti in stato di disoccupazione da più di 6 mesi (Tipologia e1)

assunzione a tempo indeterminato

MF

€ 2.000€ 3.000

++

€ 4.000€ 5.000

Donne disoccupate fino ai 35 anniassunte per sostituzione di lavoratori assenti per necessità di assistenza ai familiari (anziani e non autosufficienti) (Tipologia h9)

assunzione a tempo determinato

da € 3.000 per contratti di almeno 6 mesi

a € 5.000 per contratti di almeno 18 mesi

Giovani genitori disoccupati fino ai 30 anniin stato di disoccupazione e iscritti ai Centri per l'Impiego da più di 3 mesi (Tipologia h7/e5)

assunzione a tempo determinato (di almeno 24 mesi)

MF

€ 1.000€ 1.500

++

€ 1.000€ 1.500

assunzione a tempo indeterminato

MF

€ 1.500€ 2.000

++

€ 2.500€ 3.000

Persone dai 20 ai 30 anniche abbiano svolto attività lavorativa presso un diverso datore di lavoro/committente con contratto di lavoro a progetto, collaborazione coordinata e continuativa, contratto di somministrazione, a chiamata, di inserimento o contratto a tempo determinato, per almeno 15 mesi anche non continuativi negli ultimi 3 anni (Tipologia h5/g4)

assunzione a tempo determinato (di almeno 24 mesi)

MF

€ 1.000€ 1.500

++

€ 1.000€ 1.500

assunzione a tempo indeterminato

MF

€ 1.500€ 2.000

++

€ 2.500€ 3.000

L’elenco completo degli incentivi è reperibile sul sito www.agenzialavoro.tn.it/aziende/incentivi/incentivi_provinciali

NB: La conversione in legge del Decreto numero 76 del 28 giugno 2013, riguardante anche la promozio-ne dell’occupazione giovanile a livello nazionale, consentirà a breve di avere informazioni sulle mi-sure statali previste che potranno portare ad una sommatoria degli interventi o risultare alternative a quelle locali qui riportate.

Per informazioni sugli interventi

telefonare al n. verde 800.264.760

o accedere al sito www.agenzialavoro.tn.it

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lo scorso 11 luglio presso il Palazzo dei Congressi di Roma l’Assemblea dell’Ance, l’As-sociazione Nazionale dei Costruttori Edili, presie-duta dal presidente Paolo Buzzetti.È stata una relazione ampia e appassionata quella del presidente Buzzetti di fronte ad un’estesa pla-tea di rappresentanti del mondo delle costruzioni, oltre che del mondo politico.Per Ance Trento erano presenti il presidente Giu-lio Misconel, il vicepresidente Domenico Rossa-ro e il Segretario della Sezione Lorenzo Garbari.Sotto la lente la drammatica situazione del com-parto delle costruzioni; l’intera filiera ha finora perso 690mila posti di lavoro e sono 11.200 le im-prese del settore fallite.Non è mancata quindi la ferma denuncia del fal-limento della politica del rigore degli ultimi anni, ma sono state avanzate anche molte proposte e idee per ridare prospettiva e futuro al settore, rite-nuto a ragione il motore dell’economia.

E la “certificazione” di tale verità economica è sta-ta data, nell’intervento di apertura, del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che ha affer-mato che bisogna ripartire proprio dall’edilizia, mettendo in atto un New Deal per il comparto e per l’intero Paese.Convinti di fare bene, ricorda Buzzetti, i Gover-ni degli ultimi anni hanno seguito la linea più rigorosa di tutti. Tutto il contrario di quello che, nel frattempo, avveniva, non soltanto Oltreoceano, ma anche presso le altre grandi potenze europee.Gli Stati Uniti, in cui si registra un record di oc-cupazione e di crescita del Pil, hanno, fin da subi-to, fatto il contrario: oltre al sostegno all’industria automobilistica, riportando la produzione entro i confini, hanno sostenuto fortemente l’edilizia, il mercato dal quale era venuta la crisi e la bolla speculativa con i mutui subprime. Abbandonato qualsiasi approccio ideologico, come invece è av-venuto in Italia, dove, peraltro, la bolla immobi-liare non c’è mai stata, gli Stati Uniti sono ripartiti proprio dall’edilizia con una grande immissione di denaro a sostegno dei mutui per le famiglie che vogliono comprare casa e prevedendo grandi inve-stimenti in opere pubbliche. Non a caso, il secon-do punto del programma di Governo che Obama ha presentato durante la sua rielezione, ricorda Buzzetti, riguarda proprio un piano da 50 miliardi di dollari subito, e molti di più nel corso dei pros-simi sei anni, per ricostruire le infrastrutture del Paese. Questo piano ha già prodotto nel 2013 un 30% in più di ordinativi nell’industria dell’edilizia. Il Giappone, con la Abeconomics, è uscito dalla stagnazione ventennale nella quale era caduto puntando su grandissimi interventi infrastruttu-rali. Analoghi interventi sono stati fatti anche in Gran Bretagna, con 100 miliardi di sterline di inve-

Si è SvoLta

di LorenZo gArBArI, Segretario Ance Trento

All’Assemblea pubblica dell’Ance il presidente Paolo Buzzetti propone un piano da 70 miliardi entro il 2018. Per il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi “bisogna ripartire dal mattone.”

La proposta dell’Ance: un piano marshall per l’edilizia

edili

zia

edilizia

Paolo Buzzettipresidente

nazionale Ance

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internazionale. Serve poi un grande piano di ope-re infrastrutturali, al di fuori del patto di stabilità interno, in grado di diffondere sul territorio gli effetti positivi che derivano da servizi più efficien-ti e moderni. In Italia ci sono 30mila scuole a rischio, anche dal punto di vista sismico. Ci sono migliaia di edifici pubblici, a partire dagli ospedali, da mettere in sicurezza e riqualificare energeticamente.C’è, in più, il più grande patrimonio storico arti-stico del mondo, che il Paese non è in grado di tutelare né, tantomeno, di valorizzare.È necessaria una manovra importante, un vero e proprio Piano Marshall nell’ordine dei 70 miliardi, da realizzare in tempi brevi, per invertire la rotta.Abbiamo studiato i suoi effetti, chiarisce Buzzetti, con l’aiuto del professore Mario Baldassarri.Una simile manovra di rilancio delle infrastrut-ture sarebbe in grado di sostenere in modo con-sistente la ripresa e la crescita dell’economia e di determinare un rilevante aumento di occupazio-ne, senza sforare il limite del 3% di deficit fissato dall’Unione Europea.Questa manovra si basa sull’ipotesi di un progres-sivo recupero del valore degli investimenti in in-frastrutture nel corso dei prossimi cinque anni.Aumentando il valore degli investimenti attuali di 5 miliardi di euro nel 2014, di 10 miliardi nel 2015, di 15 nel 2016 e di 20 nel 2017 e nel 2018, si otter-rebbe, al 2018, una maggiore crescita cumulata del Pil del 3%, una maggiore occupazione, per circa 423mila unità, la riduzione della disoccupazione dell’1,6% rispetto alle previsioni, un rapporto de-ficit/Pil ben al di sotto del 3%, una riduzione del rapporto debito/Pil.Il presidente Buzzetti ha quindi chiuso il proprio intervento e l’Assemblea rammentando la lezio-ne di John Maynard Keynes che, nell’affrontare con una visione nuova gli effetti devastanti della Grande crisi del ’29, ammoniva la classe dirigente del tempo, con parole che oggi risuonano attua-lissime: “Siamo entrati in un circolo vizioso, non facciamo nulla perché non abbiamo denaro; ma è precisamente per il fatto che non facciamo nulla che non abbiamo denaro.”

stimento. Ma provvedimenti a sostegno dell’indu-stria delle costruzioni sono stati messi in campo con decisione anche dalla Francia e dalla Germa-nia, con mutui agevolati per le giovani coppie.Il nostro Paese, denuncia il presidente Buzzetti, è l’unico che ha adottato una politica di solo rigore, che ha colpito il mondo dell’edilizia in modo par-ticolarmente violento. È quindi giunto il momento di cambiare rotta, con forza di volontà e decisione.Al primo punto sul quale bisogna subito inter-venire l’Ance mette i ritardati pagamenti alle imprese. Dopo aver ricordato le azioni e anche gli importanti risultati ottenuti dall’Ance in tale direzione, il presidente Buzzetti ora afferma che bisogna “pagare le imprese tutte e subito”.La seconda priorità riguarda il credito alle impre-se, dunque la riattivazione del circuito del credito, per offrire alle famiglie la possibilità di accedere nuovamente al bene casa.In tal senso, insieme all’Abi, l’Ance ha avanzato la proposta di obbligazioni garantite (covered bond) emesse dalle banche per finanziarie i mutui delle famiglie per l'acquisto di abitazioni a elevata effi-cienza energetica.Per le fasce di popolazione più deboli è inoltre in-dispensabile istituire un Fondo di garanzia dello Stato sui mutui per l’acquisto di abitazioni.A rendere la situazione dell’edilizia ancora più grave, ha ricordato peraltro Buzzetti, è intervenuta l’Imu, che ha comportato un aumento del prelievo “patrimoniale” del 367%, finendo per bloccare an-che il mercato dell’affitto. Bisogna quindi rivedere l’Imu in modo sostanziale, afferma Buzzetti.C’è poi da far partire il grande piano dell’Housing sociale e delle case popolari, di cui ci sarà sempre più bisogno.Deve inoltre essere deciso in fretta un allentamen-to del patto di stabilità per gli enti locali, attivare velocemente i programmi regionali di opere pic-cole e medie finanziate dall’Unione europea, e poi programmare i prossimi investimenti all’interno della nuova programmazione 2014-2020. Bisogna quindi sfruttare ogni possibilità offerta dall’Euro-pa, non solo sulle grandi opere di collegamento

Da sinistra Giorgio Squinzi, Paolo Buzzetti, Maurizio Lupi, Filippo Patroni Griffi e Antonio Tajani

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Marangoni, il Summit di Mosca si inserisce in una giovane ma già consolidata tradizione di appuntamenti internazionali…

Dal 2009, la G20 Young Entrepreneurs’ Alliance - un network tra i Giovani imprenditori dei paesi più industrializzati del mondo nato su impulso dei Giovani Imprenditori di Confindustria - si dà appuntamento per promuovere l’imprenditoria, condividere proposte comuni di stringente attua-lità e sottoporle ai Capi di Stato e di Governo riuniti nel G20. Quest’anno il Summit si è tenu-to presso il centro tecnologico di Skolkovo, e ha coinvolto 400 giovani di 20 paesi. Io vi ho preso parte con altri 27 giovani imprenditori in rap-presentanza del Gruppo Giovani di Confindustria. Nel corso del Summit si è a lungo discusso delle strategie necessarie allo sviluppo dell’imprendi-

toria come principale soluzione alla disoccupa-zione giovanile nei paesi di appartenenza e nel contesto globale. A margine dell’evento, la nostra delegazione ha inoltre incontrato Antonio Za-nardi Landi, l’ambasciatore d’Italia a Mosca, e il presidente di Confindustria Russia Antonio Tor-rembini.

Quali priorità sono emerse nel corso dell’in-contro?Le delegazioni dei Venti hanno portato a Mosca il frutto di mesi di lavoro, nel corso dei quali sono stati individuati temi comuni cruciali per la ripresa economica: il potenziamento delle infra-strutture e dei servizi digitali, ad esempio attraver-so la diffusione della banda larga e dell’e-gover-nment, il rafforzamento delle capacità innovative e di networking delle imprese, dunque della cul-

vittorio

Tra il 15 e il 17 giugno, con una delegazione di giovani imprenditori italiani, vittorio Marangoni ha preso parte al Summit dei giovani imprenditori del G20.

A mosca per promuovere la giovane imprenditoria

gio

vani

giovani

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che influenzano il futuro, senza contare che nei giovani che oggi si impegnano vi è l’avvenire del-la classe dirigente del futuro.

In questo senso, nello scambio con le delegazio-ni provenienti dagli altri paesi, ha riscontrato differenze, ad esempio in relazione al contesto?Come detto, le problematiche riscontrate da chi fa impresa sono ovunque le medesime. Tuttavia, la sensazione è che nel nostro paese le opportu-nità offerte ai giovani siano inferiori che altrove. Non c’è da sorprendersi di fronte a chi, tra le nuove generazioni, si sente in qualche maniera deresponsabilizzato nei confronti del futuro, se nel contempo ai coetanei impegnati non viene data la possibilità di esprimersi e dare il proprio contributo. Vogliamo potere contare di più, anche all’interno del sistema confindustriale. Desideria-mo valorizzare il percorso di quanti prima di noi hanno combattuto perché il Gruppo Giovani fosse protagonista nelle scelte che determinano il futuro.

Quanto al prossimo futuro, quali sono le inten-zioni della G20 Young Entrepreneurs’ Alliance?Ci auguriamo che le raccomandazioni contenute nel Communiqué siano tenute in buon conto dai Capi di Stato e di Governo in vista del G20 go-vernativo di settembre a San Pietroburgo e che si concretizziono in un piano d’azione per il pros-simo anno, ma il nostro lavoro non è concluso. Il confronto continua: a livello particolare, nel dibattito sul territorio, e poi a livello nazionale e internazionale in preparazione del prossimo Summit. (sb)

tura imprenditoriale e della responsabilità sociale d’impresa, la semplificazione del diritto societario e del lavoro, a partire dalla riduzione del cuneo fiscale, l’accesso ai finanziamenti, dalla creazione di prodotti finanziari idonei alle diverse fasi di crescita alla regolamentazione di forme di finan-ziamento innovative. Queste quattro aree priorita-rie, unitamente a un gruppo di 20 azioni concrete che riteniamo imprescindibili allo sviluppo, sono state formalizzate nella stesura di un documento, il Final Communiqué, che è stato consegnato ad Alexander Shokin, Chairman del B20 e presidente di Rspp, l’Unione degli Industriali e Imprenditori russi. Nei giorni a seguire le linee proposte sono state recepite nel Summit B20 che ha identificato tra le priorità contro la disoccupazione la crea-zione di condizioni favorevoli all’imprenditoria.

Alcuni assunti sono comuni alla dialettica tra Governo e Associazioni di categoria. Qual è il valore aggiunto dell’intervento del G20 Yea?Lo Young Entrepreneurs’ Alliance Summit è stato promosso per dar voce alla giovane imprendito-ria, perché essa conosce meglio di chiunque altro le urgenze che incalzano quanti, nello scenario attuale, si apprestino all’impresa, in Italia come altrove. Ormai lavoriamo in un contesto globale e i problemi affliggono tutti perciò servono azioni coese a livello internazionale. Mi piace ricordare come i Giovani Imprenditori “svolgano tradizio-nalmente il ruolo di coscienza critica all’interno del Sistema Confindustria e di laboratorio dell’in-novazione nei confronti della società civile”. Ri-tengo che l’opinione dei Giovani debba essere fortemente considerata soprattutto nelle decisioni

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la pubblicazione “a puntate” del volume realizzato in occasione del quarantesimo anniversario del Gruppo Giovani Imprenditori in Trentino Alto Adige. Il direttore del Corriere del Trentino e del Corriere dell’Alto Adige Enrico Fran-co dialoga con il secondo presidente del Gruppo Francesco Cristofolini.

Ingegner Cristofolini, lei è stato tra i fondatori dei Giovani Imprenditori di Confindustria Trento: dopo esser stato il primo vicepresidente eletto dalla base, essendosi distinto per l’impegno non-ché l’assidua partecipazione a incontri e riunio-

ni, tra il 1975 e il 1978 le viene affidata la guida del Gruppo. Si trovò dunque al timone mentre il mare era burrascoso.A dire il vero io di quegli anni ho uno splendido ricordo: abbiamo creato un Gruppo più ampio, co-eso. Prima, molti di noi non si conoscevano neppu-re: è stata fatta un’azione di proselitismo, ci siamo impegnati nella formazione dei nostri associati ed è nata una squadra di amici molto motivata. Una bella soddisfazione personale, mi creda.

Non lo metto in dubbio, però a sfogliare gli ar-chivi emerge un quadro pesante: la congiuntura economica era decisamente critica, il sindacato era forte e rivendicava maggior potere nella vita delle aziende, il conflitto in fabbrica era acceso. Erano gli anni della Ignis1 con i sindacalisti della Cisnal2 esposti alla gogna, gli anni dei picchetti e pochi mesi dopo il termine del suo mandato ci furono anche gli attentati alle aziende degli allora vertici di Assindustria.Cosa vuole, passando gli anni si conservano i ricordi migliori...

Comprensibile. Però quel clima condizionò forte-mente l’azione del Gruppo Giovani.Sì, non c’è dubbio, Nelle aziende c’era molta tensio-ne e il sindacato aveva un largo seguito. Il Sessantot-to non era molto lontano e si registravano episodi di estremismo che oggi anche buona parte dei sinda-calisti definirebbe tali. I picchetti non costringevano solo tutti i lavoratori a scioperare, ma bloccavano le fabbriche, impedendo l’accesso ai fornitori e la spedizione della merce.

ProSeGUe

Dal libro “Industria & Movimento”, l’intervista a Francesco Cristofolini, presidente dei Giovani Imprenditori dal 1975 al 1978.

In equilibrio tra sindacati e politica

giovani

1 Produttore italiano di elettrodomestici. Fa parte della multinazionale statunitense Whirlpool Corporation.2 Confederazione Italiana Sindacati Nazionali dei Lavoratori.

Francesco Cristofolini

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cammo di valorizzare la nostra presenza a livello nazionale potenziando i rapporti in primis con i colleghi di Bolzano e poi con quelli delle altre re-gioni. Anche in questo caso un grande ruolo hanno avuto i rapporti personali, ricordo che durante le pe-riodiche trasferte a Roma per le riunioni nazionali, il viaggio in treno diventava occasione per intrecciare relazioni che con il tempo sono diventate estrema-mente solide.

Tutto ciò senza dimenticare quello che potremmo definire il “core business” dei Giovani Imprendi-tori.Sicuramente si riferisce alla formazione. Su tale ver-sante l’impegno è sempre stato massimo: non solo nei confronti dei nostri associati, come abbiamo appena ricordato, ma anche sul fronte della scuola. Eh sì, sono stati sicuramente anni molto intensi.

Il Gruppo Giovani era stato creato da alcuni amici se non per imprimere una rottura nell’Associazione, almeno per dare una spinta alle novità. Con una re-gola chiara, però, ben sintetizzata da Mimmo Fran-co Cecconi: prima siamo imprenditori, poi siamo giovani.

Quindi?Quindi apertura alle novità, rimanendo tuttavia co-erenti con le logiche di mercato. Il sindacato non capiva che tirando troppo la corda si rischiava di rompere il sistema industriale.Ci impegnammo così in una densa attività di for-mazione nel campo delle relazioni sindacali. Il no-stro, insomma, non fu un atteggiamento di chiusura totale, anche se la massima preoccupazione era quel-la di tenere in piedi le aziende.

Un altro fronte di approfondimento fu quello sul terreno che allora definivate la “mediazione po-litica”.Sì, nelle vertenze sempre più spesso non si era più in due, bensì in tre: azienda, sindacato e politica. Con quest’ultima che magari, preoccupata di racco-gliere consenso, non sempre garantiva equidistanza. Ma l’interferenza non si fermava alla fase conflittua-le: nelle politiche di agevolazione, infatti, venivano inseriti vincoli che condizionavano le normative aziendali.

In altre parole, avete studiato come avere rapporti costruttivi e utili sia con il sindacato, sia con la politica. Lei portò avanti anche una riforma dello statuto del Gruppo Giovani che lo rese più snello nell’apparato decisionale e anche più legato ad Assindustria.All’epoca ben tre componenti della Giunta Esecutiva, massimo organo decisionale di Confindustria Tren-to, erano Giovani Imprenditori, decidemmo quindi di inserirli “di diritto” nel Consiglio Direttivo del Gruppo. Inoltre Ito Del favero (allora Presidente dell’Associazione) sposò la linea promossa a livello nazionale e stabilì per Statuto che da quel momento in poi il Presidente dei Giovani Imprenditori facesseparte della stessa Giunta. Nello stesso periodo cer-

Proteste anti-inquinamento

giovani

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è PoSSiBiLe

di FrAnCeSCo AneSI

Idee e capitali internazionali possono essere l’elemento strategico e di svolta che permette di pensare a scenari economici nuovi e prospettive post-austerity.

Le proposte di Inet al Festival

giovani

internazionalizza-re l’Italia in un periodo di austeri-ty economica, attirando autorevoli investimenti dall’estero attraverso i giovani, portare potenziali in-vestitori nel Sistema Italia e far conoscere capitale sociale e poten-zialità del Sistema? Ci chiediamo questo perché i giovani sono stati il focus della “Agenda Mazzalai” e di Confindustria Trento nel 2012, mentre l’internazionalizzazione è il tema principale del 2013. La nostra risposta è “Si”: qui spie-gheremo come ci siamo riusciti attraverso tre passaggi importanti, grazie ad una collaborazione tra Università e Comunità, partner economici locali e internazionali, istituzioni e giovani. Come dimo-stra questo caso concreto, idee e capitali internazionali possono essere l’elemento strategico e di svolta che permette di pensare a scenari economici nuovi e pro-spettive post-austerity.

george Soros e il Festival dell’economia 2012Il quotidiano “Il Trentino”, duran-te il Festival dell’Economia 2012, pubblicò l’articolo “George Soros sa ascoltare noi giovani” e spiegò come un grande finanziere/filan-tropo si fosse fidato di giovani e istituzioni, fosse venuto a Trento e avesse dato una visibilità inter-

nazionale mai raggiunta dal Festival in passato: “È una storia di persone, è una storia del Sistema Trentino ed è una dimostrazio-ne di quanto Trento possa essere una città aperta al dialogo, an-che internazionale… Si tratta di una storia costruita dai giovani, dall’attenzione delle istituzioni e da triangolazioni intellettuali impensate, che pongono Trento al centro di un network interna-zionale che potrebbe essere valorizzato e merita una riflessione pubblica – senza sentirci l’ombelico del mondo e con l’umiltà intellettuale, che è tipicamente trentina”.Il discorso di George Soros a Trento fece aprire gli occhi a mol-ti: “È l’ultima possibilità per l’Europa: abbiamo una finestra di tre mesi”, disse. Il discorso fu ripreso da autorevoli economisti (Mario Draghi, Stiglitz, Krugman, Christine Lagarde) e da tutte le principali testate giornalistiche internazionali (Bbc, Cnn, Wall Street Journal, Financial Times, New York Times, Les Echoes, Han-delsblatt, Die Welt, Süddeutsche Zeitung, Reuters, Bloomberg...). Grazie al discorso di Soros, Trento ebbe la visibilità di “capitale economica” e il capitale sociale trentino si moltiplicò, internazio-nalizzandosi.

Da sinistra: Matteo Lunelli, Paolo Collini, Rob Johnson, George Soros e Francesco Anesi

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che hanno moltiplicato il capitale sociale italiano e l’investimento nella cultura dei partners del Fe-stival, valorizzando la dimensione universitaria ed i giovani ricercatori.Molti sono stati i momenti di dialogo e di rifles-sione tra partecipanti, Università e giovani nei giorni del Festival dell’Economia, così ripresi dal Presidente di Inet: “Io credo profondamente che lo spirito di Trento (‘the spirit of Trento’) darà ad ognuno di noi la volontà di superare il blocco, noi non saremo congelati o bloccati di fronte a questi tremendi ostacoli e questo ci permetterà un giorno di guardare indietro alle cattive acque ed alle diffi-coltà di oggi come transitorie”.

Prospettive? Difficile trovare risposte immediate alla doman-da iniziale di Jay Pocklington di Inet. Forse può aiutare in questo la lettura del libro di uno dei fondatori di Inet - “Doing Capitalism in the Inno-vation Economy” -: Bill Janeway, venture capitalist e co-chairman della Cambridge 800th Anniversary Campaign (la prima campagna con la quale Cam-bridge University raccolse 2 miliardi di dollari da donazioni di cittadini e aziende per celebrare gli 800 anni di storia e trovare nuove fonti di finan-ziamento per l’attività di ricerca).Forse Inet, i giovani economisti, l’Università di Trento e la Comunità Italiana stanno creando il futuro partendo proprio dal presente e dalle nuove generazioni di ricercatori. Forse una nuova rifles-sione inter-disciplinare, inter-generazionale e inter-nazionale è iniziata e potrà fiorire in futuro.

Inet Ysi al festival 2013Dopo la partecipazione di Soros, quest’anno a Trento è intervenuto Inet. “Da dove verrà il nuo-vo pensiero economico? Questa è la domanda che Inet e i suoi Giovani Ricercatori si chiederanno a Trento”: sono state queste le parole e l’invito al dialogo, scritto da Jay Pocklington (responsabile dei giovani di Inet) su Huffington Post Italy prima dell’avvio del Festival dell’Economia 2013.Inet (Institute for New Economic Thinking) è un istituto di ricerca interdisciplinare sul nuovo pen-siero economico, sostenuto da George Soros, Bill Janeway, Jim Basillie (fondatore di BlackBerry), sei Premi Nobel (Joseph Stiglitz, Akerlof, Heckman, Amartya Sen, Spence, Mirrlees) e grandi istituzio-ni internazionali (Cigi/Canada, Stiftung Mercator/Germania, Global Fung Institute/Hong Kong, Cam-bridge, Oxford). La Inet Young Scholars Initiative è una piattafor-ma di dialogo sulle questioni economiche e sociali, creata per giovani ricercatori. La comunità, nata nel 2012, è diventata un network globale di 1500 giovani che si interrogano, dialogano con grandi economisti e riflettono, con approccio teorico e pratico, sui problemi delle società moderne.A Trento Inet Ysi ha organizzato tre momenti di incontro durante il Festival, creato tre workshop metodologici in collaborazione con l’Università di Trento, donato tre splendide “Inet Lectures” al Festival dell’Economia (le lezioni sono state date di: Rob Johnson, Inet President; Andy Haldane su “Contro-Riforma del Sistema Bancario” e Per-ry Mehrling) e 120 borse di studio internazionali

giovani

Studenti Inet sul palco del Festival dell'Economia 2013

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Diversamente dal modello propugnato dall'eroe di Daniel Defoe, i nuovi desgner sono chiamati a fare i conti con i nuovi presupposti che stanno alla base di qualunque moderna attività di pregettazione.

Lo Scrittore

di renATo TronCon, docente di estetica presso l’Università di Trento

Perché robinson Crusoe non basta più

innovazione

inglese Daniel Defoe è stato forse il primo a scrivere, nel 1697 e con il titolo di An Essay Upon Projects, la prima moderna teoria del design e della progettazione. Chiun-que abbia anche letto il suo Robinson Crusoe, pubblicato più di vent’anni dopo, nel 1719, diffi-cilmente peraltro se ne meraviglierà, e sarà anzi d’accordo nel considerare che la stessa idea di

“spiaggiamento” contenuta nel suo romanzo è, con tutta evidenza, uno straordinario ritratto dei pregi ma anche dei difetti del design come

ancora oggi viene prevalentemente interpretato. È un ritratto dei pregi, perché pratiche tipica-mente robinsoniane come il recoup e il riciclo, il “thinking out the box”, la analisi dei biso-gni, una analisi Swot in embrione e la fiducia nelle capacità e industriosità umana sono un monumento all’eroismo e dedizione degli uo-mini, alla loro capacità di improvvisazione e adattamento ad ambienti estremi. Ma è anche un ritratto dei difetti, perché la logica fortunosa di questo paradigma ha a tutt’oggi il sopravven-to in molte progettazioni e, anche senza dare troppo retta alle critiche contenute nei saggi di Donald Norman, è abbastanza evidente che la maggior parte degli artefatti quotidiani che ci circondano e nei quali restiamo impigliati sono assemblaggi ingegnosi ma casuali, di fortuna, e non stratificazioni consapevoli del meglio. Soprattutto, e di nuovo sotto il riguardo dei di-fetti, l’idea di “spiaggiamento” è l’illustrazione del principio primo del design “à la Robinson”, quello della “solitudine”. Il designer Defoe-Ro-binson operava in nesso a opzioni circoscritte, con riferimenti monoculturali, in quanto unico abitante di un’isola deserta che doveva accor-darsi con nessun altro che se stesso e ciò anche dopo… l’arrivo dell’amico Venerdì. Il “successo” di questo “cattivo design” è, pur-troppo, sotto gli occhi di tutti noi. Su quali prin-cipi costruttivi se non quelli di una “solitudine metodologica” si appoggia oggi per esempio la realizzazione di servizi pubblici infelicemente progettati senza una sola unica prototipazione o “beta version”? Su cosa appoggia la pratica a tutt’oggi corrente e anzi maggioritaria di af-fidare la soluzione di problemi a team di soli “tecnici”, o al solo committente, o tenendo conto

Andy Warhol, Big Campbells Soup Can

inno

vazi

one

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3. rendere disponibili informazioni non altri-menti disponibili. Le implicazioni per il Trentino? Sono molte, soprattutto in vista di quella collaborazione progettuale tra Pubblico e Privato a cui saremo chiamati, superando il favore accordato ai soli marketing e comunicazione. Pagine internet usa-te come depositi di informazioni, ripudio dei social media, progressiva deprivazione percet-tiva del paesaggio costruito, servizi non pensati in partnership con i loro destinatari hanno fi-nora impedito al Trentino di aggiungere ai pro-pri standard ciò che il design sa aggiungere. È una competizione che non si può perdere, non solo in ragione del successo economico e dell’in-novazione che il design garantisce, ma anche in ragione di obiettivi di qualità della vita. E bilanci in calo obbligheranno, volenti o no-lenti, a non mancare all’appuntamento.

innovazione

dei soli profili giuridici di una questione? Il solo “metodo Robinson Crusoe”, in questo senso, non può più bastare. Diversamente che nel suo modello i designer sono chiamati a sa-pere non solo quello che già sanno, e che sanno da soli, ma anche quello che sanno gli altri e chiedendo agli altri. È però lo stesso ambiente in cui si è chiamati a progettare a essere oggi cambiato, e i termini isolazionistici “robinsoniani” non lo definisco-no più in modo accettabile. L’ambiente della progettazione, oggi, non è solo un ambiente in trasformazione mentre è un ambiente che ri-chiede esso stesso la trasformazione, che chie-de di considerare le cose sotto punti di vista il più possibile vari e diversi. È un ambiente che chiede di essere preso sul serio, senza forzature e dirigismi, per poter maturare e divenire così più ricco e per offrire opportunità di mercato e di scambio. Questo diverso design si regge su almeno tre presupposti, interamente nuovi e inevitabil-mente sconosciuti a Defoe-Robinson, ovvero sull’idea che una qualunque attività di proget-tazione deve:

1. possedere un carattere “supportivo”; 2. facilitare l’orientamento e la leggibilità in un mondo scarsamente prevedibile;

Marcel Duchamp, Bicycle Wheel

Troncon: "Le implicazioni per il Trentino? Sono molte, soprattutto in vista di quella collaborazione progettuale tra Pubblico e Privato a cui saremo chiamati, superando il favore accordato ai soli marketing e comunicazione".

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anche dalle imprese trentine le idee più originali per promuovere il nuovo brand “Muse”. La mostra “Innovare in Trentino” è uno spazio dedicato alla presentazione dei progetti più signi-

ficativi realizzati da aziende locali: dalle imprese artigiane alle piccole start up informatiche fino a gruppi più strutturati, che emergono a diversi livelli nel campo della ricerca e sviluppo con il territorio nel settore dell’innovazione scientifico-tecnologica. Un luogo dove le aziende trentine hanno la possibilità di esprimere il proprio po-tenziale, facendosi al tempo stesso portavoce di questa nuova rivoluzione culturale e scientifica che appartiene al territorio. Un museo, quindi, che in tutti i suoi aspetti, compreso lo showro-om, vuole essere luogo di incontro con la gente:

soltanto così infatti l’innovazione viene capita, percepita e voluta anche dai visitatori e da un ampio pubblico. All’interno di questo contesto, lo spazio dedica-to alle imprese diviene un luogo privilegiato per promuoversi e per farsi conoscere, valorizzando lo sforzo di chi crede che la creatività e l’inno-vazione possano sostenere e promuovere la cul-tura. Inoltre, la creazione di un vero e proprio brand “Muse” può diventare un elemento chiave e altamente qualificante per le stesse aziende che intendono legarsi ad esso: non solo un’occasione di visibilità internazionale, ma anche un labora-torio frizzante di idee e di confronto. Di seguito le aziende che partecipano alla mostra (in grassetto le imprese associate a Confindustria Trento): Aquafil, Bio Soil Expert, Cold Pharma, Cares, Domotica Trentina Fabrica Ludens, LeMur, Opere Sonore, Officine Parisi, Sofcpower, Stefa-no Benedetti, Tamanini, Tassullo, Trainottiplast, Xtensa, Krealine (progetto e coordinamento alle-stimento).

arrivano

Al primo piano del Muse, la mostra "Innovare in Trentino" presenta i progetti più significativi di un gruppo di aziende locali.

Uno showroom dedicato all’innovazione

innovazione

Uno spazio per la digital fabricationFablab è uno centro di manifattura digitale in cui chiunque può disegnare,

oppure scaricare dalla rete e modificare, oggetti che poi vengono stampati

in 3D. L’obiettivo è quello di rendere ogni persona consapevole del fatto di

essere un maker/fabber, un creativo in grado di trasformare una qualsiasi

idea in un oggetto o prodotto concreto.

FabLab sono presenti in ogni continente: in Italia ne esistono solo tre. Il

Muse Fablab attiverà iniziative e collaborazioni con le Università, le imprese,

le Fondazioni, gli enti di ricerca e startup, generando un impatto positivo

verso la città e il territorio per quanto riguarda formazione, sviluppo e ricerca,

imprenditoria e internazionalizzazione.

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SISTEMI DI CURVATURA E SAGOMATURA | TAGLIO | LASERTUBO | LASER MISTO LAMIERA TUBO

IL VALORE DELL’ECCELLENZA

Dominio dell’intero processo

Oltre 50 anni di esperienza nella lavorazione del tubo e decine di migliaia di applicazioni in tutto il mondo hanno portato ADIGE e ADIGE-SYS a ricercare, sperimentare e realizzare prodotti e processi produttivi innovativi ed efficienti grazie all’integrazione tra tecnologie, elettronica, software e meccanica. In una parola, meccatronica, in pratica BLMGROUP.

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Palazzo StellaVia Degasperi, 77 | 38123 TrentoT 0461 360000 | F 0461 933551

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