trenta giorni - Fondazione di Venezia · governance interregionale allarga-ta all’intero sistema...

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trenta giorni La newsletter della Fondazione di Venezia 1/2016 Waterlines, la terza residenza

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trenta giorniLa newsletter della Fondazione di Venezia

1/2016

Waterlines, la terza residenza

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Sommario

003 Presentata a Trento la collaborazione tra Ocse e Fondazione 006 Waterlines, terza residenza d’artista Mayank Austen Soofi al Ghetto di Venezia

007 Guggenheim Art Classes Appuntamenti da febbraio a novembre

008 News dalla Fondazione

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Vertice a Trento dei rappresen-tanti dell’Ocse e delle Istitu-

zioni italiane per pianificare, assie-me agli attori territoriali, le nuove attività del Centro Ocse-Leed di Trento nel quinquennio 2016-2020, alla luce delle recenti novità, in particolare l’allargamento della partnership a: Regione Autonoma del Trentino Alto Adige-Sudtirol, Provincia autonoma di Bolzano-Bozen, Camera di Commercio di Udine e Fondazione di Venezia, che ha aperto un ufficio nella città lagunare. L’ingresso dei nuovi part-ner configura un cambiamento significativo nella governance del Centro e di conseguenza anche un deciso “cambio di passo” nella rea-lizzazione dei suoi incarichi, legati al programma Leed sullo sviluppo territoriale e coordinati in sede lo-cale da un apposito Comitato di pi-lotaggio. Presenti al meeting - e alla relati-va conferenza stampa - Sylvain Gi-guère, responsabile del program-ma Leed, l’ambasciatore e capo della rappresentanza permanente d’Italia presso le Organizzazioni

Internazionali a Parigi Gabrie-le Checchia, il presidente della Camera di Commercio di Udine Giovanni Da Pozzo, il direttore della Fondazione di Venezia Fabio Achilli, il presidente della Provin-cia autonoma di Trento Ugo Rossi, anche nella sua veste di attuale pre-sidente della Regione autonoma Trentino Alto Adige.Il Centro di Trento è nato nel 2003, ha sede in vicolo San Marco, nell’ex-convento degli Agostinia-ni di Trento. A fronte dello sforzo strategico che ha portato all’allar-gamento della compagine che lo sostiene, il contributo annuale a carico della Provincia autonoma di Trento è stato recentemente di-mezzato, e portato a 500.000 euro annue. Dopo l’apertura ai nuovi soggetti di Alto Adige, Veneto e Friuli Ve-nezia Giulia, che configura una governance interregionale allarga-ta all’intero sistema del Nord-est, con possibili proiezioni interna-zionali, il Centro di Trento viene considerato sempre di più come un modello significativo dalla stes-

sa Ocse, organizzazione con sede a Parigi a cui aderiscono 34 dei Paesi paesi economicamente più svilup-pati. Nel corso del vertice sono stati discussi, nelle diverse sessioni di lavoro, i temi che saranno ogget-to dell’attività del Centro, come concordati lo scorso novembre a Parigi, fra cui il supporto all’in-ternazionalizzazione delle piccole-medie imprese, i distretti turistici e le imprese culturali come motori dello sviluppo territoriale, l’uso dei fondi strutturali europei, il poten-ziamento del trilinguismo, l’inter-nazionalizzazione.Cresce dunque, dopo 12 anni, la presenza dell’Ocse in Trentino, ma si allarga al tempo stesso la rosa dei partners e di conseguen-za il suo modello di governance. Il summit organizzato a Trento ha portato nel capoluogo, fra gli altri, i rappresentanti dell’Organizzazio-ne internazionale nata nel 1961 per favorire la cooperazione fra i paesi economicamente più sviluppati, sulla scorta dell’esperienza matu-rata dall’Oece (soggetto costituito nel 1948, subito dopo la fine della

partnership

Presentata a Trentola collaborazione tra Ocse e Fondazione di Venezia

Un’immagine del vertice che si è svolto a

Trento il 15 febbraio scorso.

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Seconda guerra mondiale, in piena “ricostruzione”) e delle istituzioni italiane.Se un tempo l’approccio ai temi dello sviluppo era principalmente di carattere “macro” (guardava cioè preferenzialmente agli stati e alle aggregazioni di stati), oggi assume sempre maggiore rilevanza la di-mensione locale, dove le politiche devono essere condivise e corretta-mente applicate. Una terra dotata di una fortissima autonomia ter-ritoriale come il Trentino, è parsa pertanto fin da subito come un luo-go ideale dove articolare un ragio-namento centrato sulle governance regionali e sul loro ruolo nella pro-mozione della crescita economica e dell’occupazione.La recente apertura all’Alto Adige, al Veneto e al Friuli Venezia Giu-lia, testimonia del forte impegno dell’Ocse in Trentino e della vo-lontà di sperimentare nuove forme di sinergia e di collaborazione fra territori limitrofi e comunque ac-comunati da problematiche simili, come sottolineato con diversi ac-centi da tutti i presenti, compresi i rappresentanti dello Stato italiano, che a sua volta sta valutando l’ade-sione diretta al Centro di Trento at-traverso l’Agenzia nazionale per la coesione territoriale.Il ruolo che il Centro Ocse-Leed esercita in un territorio come il Trentino e, più in generale, in un’area geografica come quella del Nord-est, non si può prescindere dal carattere in qualche modo “tra-sversale” delle attività sviluppate: ricerche, meeting, summit che coinvolgono gli esperti nei diversi settori di intervento ma anche poli-tici e decision-makers, e che costi-tuiscono occasioni importanti per il confronto e lo scambio di buone prassi. I soggetti che supportano direttamente l’Ocse hanno inoltre la facoltà di chiedere l’attivazione di ricerche ed altre attività ad hoc, pensate per affrontare temi specifi-ci. Quella del trilinguismo ne è un esempio. Come sottolineato dal governatore Ugo Rossi “il Trentino ha bisogno

di aprirsi ancora maggiormente all’esterno, con il suo sistema delle imprese, con la sua università e le sue fondazioni di ricerca, ed anche sul versante prettamente istituzio-nale. La presenza sul nostro terri-torio dell’Ocse assume in questo senso per noi una valenza strategi-ca, specie alla luce dei contenuti del programma Leed, dedicato ai temi dello sviluppo locale. L’adesione al Centro di altre realtà territoriali con cui collaboriamo strettamente costituisce un ulteriore sprone ad utilizzare fino in fondo le opportu-nità che questa presenza ci offre”.Di ambiziosa agenda di lavoro per i prossimi cinque anni ha parlato il responsabile del progetto Leed Giguère, “per Trento e per l’intera area del Triveneto. Da un lato i ter-ritori coinvolti avranno l’opportu-nità di studiare e successivamente implementare alcune delle miglio-ri pratiche sviluppate a livello in-ternazionale; dall’altro il resto del mondo potrà fare il contrario, cioè studiare l’esperienza del Nord-est italiano. Perché tutto ciò che viene posto in essere nel centro di Trento e nell’ufficio di Venezia ha anche un impatto importante al di fuori dei confini dei territori coinvolti”. «La partnership con l’Ocse – ha detto il direttore della Fondazione di Venezia Fabio Achilli, anche a nome del presidente Giampiero Brunello – assume per noi un parti-colare significato, perché è accom-pagnata dall’apertura di un ufficio a Venezia, ospitato presso la nostra sede. Un luogo, un hub accademi-co, nel quale abbiamo già comin-ciato a creare occasioni di contatto e collaborazione che coinvolgono anche le Università Ca’ Foscari e Iuav di Venezia e gli altri atenei del territorio. Nei prossimi mesi gli spazi dell’ufficio cresceranno, per ospitare conferenze e seminari, ac-cogliere studiosi e ricercatori, con-solidare i rapporti con gli altri atto-ri di questa partnership. In aprile – dal 18 al 20 - Venezia ospiterà il Forum Leed sulla partnership e lo sviluppo locale, con oltre 300 par-tecipanti previsti, mentre a novem-

bre di quest’anno si terrà, sempre a Venezia, il Forum mondiale sulle statistiche del turismo».

Gli ha fatto eco il presidente del-la Camera di Commercio di Udine Da Pozzo, che ha portato anche i saluti della presidente della Regio-ne Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani. “Noi abbiamo a no-stra volta già sviluppato un signi-ficativo rapporto di collaborazione con l’Ocse, su vari progetti di in-teresse regionale, fin dal 2008. La nostra è una economia fortemente internazionalizzata, e quindi ab-biamo accolto con vivo entusiasmo la proposta di entrare a far parte di questa partnership, che vede prota-gonista un’are, quella del Nord-est, fra le più interessanti d’Europa, che merita di essere maggiormen-te studiata, conosciuta e valorizzata per la ricchezza delle tue specifici-tà”.Ed ancora: l’ambasciatore Chec-chia, nel confermare l’importanza di questa “fase 2” del centro Ocse Leed, che coinvolge attori sia pub-blici che privati, ha sottolineato “il ruolo propulsivo svolto dalla Far-nesina, a dimostrazione dell’inte-resse delle istituzioni italiane per questa esperienza. L’Ocse ha un ruolo estremamente importante per far penetrare le migliori prassi anche a livello territoriale e svolge un ruolo determinante nel proces-so di internazionalizzazione del sistema-Paese”.Sul piano operativo, le questioni dibattute, e che saranno al centro dell’attività dell’Ocse di Trento da qui al 2020 sono in sintesi:

- ruolo del turismo, dei beni cultu-rali, nonché delle industrie “creati-ve”, nel promuovere uno sviluppo che faccia perno sulle peculiarità locali (dai musei ai centri urbani). Nel 2016 è prevista fra l’altro una Conferenza internazionale orga-nizzata dall’ Ocse assieme ai part-ner, per presentare i risultati delle attività svolte.

- imprenditorialità, sviluppo, inno-

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vazione e internazionalizzazione delle pmi (tema particolarmente sentito in tutto il Nord-est italia-no). Nelle iniziative rivolte alle piccole-medie imprese, alle start up e quant’altro, sono coinvolte le agenzie di sviluppo locale, i servizi di supporto alle attività economi-che, le autorità locali e regionali, nonché università e istituti di for-mazione.- occupazione, competenze e crea-zione di lavoro, perseguendo una sempre più stretta corrispondenza tra domanda e offerta di competen-ze, l’adozione di politiche meno frammentate e una maggiore ade-renza alle esigenze dello sviluppo economico locale.

- utilizzo dei fondi strutturali euro-pei (tema proposto fra gli altri dalla Provincia autonoma di Bolzano).

- potenziamento del trilinguismo/multilinguismo (argomento caro alla Provincia autonoma di Trento, forte del programma straordinario per la diffusione della conoscenza

di italiano, tedesco e inglese nelle scuole provinciali di ogni ordine e grado avviato ad inizio legislatura).

- internazionalizzazione dei terri-tori e loro “messa in rete”.

Inoltre sono stati programmati la settima edizione della consueta Summer school per la cooperazio-ne e lo sviluppo locale, organizzata con il Centro per la Formazione alla Solidarietà Internazionale di Trento, l’università di Medellin (Colombia) l’Eafit, la Federazione trentina della cooperazione, e il Fo-rum Leed sulla partnership e lo svi-luppo locale, che si terrà a Venezia dal 18 al 20 aprile 2016, con oltre 300 partecipanti.Particolare attenzione è stata dedi-cata nel corso dei lavori anche alla questione degli strumenti operati-vi: l’Ocse, a questo proposito, orga-nizzerà dei seminari per mettere a fuoco “cosa funziona” nel campo della progettazione e implementa-zione delle politiche. Tradizionalmente l’organizzazione

lavora attraverso ricerche, indagini e rapporti che vengono poi condivi-si dai soggetti membri e diventano parte integrante delle politiche eco-nomiche statali, nonché attraverso attività di capacity-building, volte cioè al rafforzamento delle capaci-tà e delle competenze degli attori locali. Trasferire le buone esperienze da un contesto all’altro richiede ca-pacità di analisi, comprensione dei fattori critici di successo e dei nessi esistenti fra l’intervento poli-tico e il cambiamento. Alcuni Paesi hanno istituito dei «centri di cono-scenza» per effettuare valutazioni su larga scala, realizzare progetti pilota e divulgare le esperienze di maggior successo. Più di recente hanno fatto la loro comparsa i Po-licy Labs, laboratori che rompono con la tradizione di sviluppare ser-vizi pubblici “dall’alto”, per istituire invece un ambiente creativo e in-terdisciplinare, assieme agli stessi consumatori finali, dove mettere a punto le risposte e le soluzioni di volta in volta più adeguate.

“La partnership con l’Ocse assume per noi un particolare significato, perché è accompagnata dall’apertura di un ufficio a Venezia, ospitato presso la nostra sede. Un luogo, un hub accademico, nel quale abbiamo già cominciato a creare occasioni di contatto e collaborazione che

coinvolgono anche le Università Ca’ Foscari e Iuav di Venezia e gli altri atenei del territorio. Nei prossimi mesi gli spazi dell’ufficio cresceranno, per ospitare conferenze e seminari, accogliere studiosi e ricercatori, consolidare i rapporti con gli altri attori di questa avventura”.

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L’idea di Mayank “Austen” Soofi, il blogger indiano di Delhi protagonista della terza residenza d’arti-

sta Waterlines, è di catturare con immediatezza l’inti-mità della vita di un centro storico, mostrandolo agli occhi dello spettatore al di fuori dei canoni tradizionali di reportage di una città. La complessa vita quotidiana di una città di milioni di persone si racconta solo attra-verso storie e squarci di immagini. Venezia è fonte di ispirazione per Mayank che, supportato da alcuni stu-denti del Collegio Internazionale, lavorerà a un nuovo progetto sul Ghetto. Da vagabondo, come si definisce, lavora registrando con il suo “occhio” artistico aspetti della vita quotidiana e incontri casuali, bussando alle porte, ciacolando con gli abitanti e riportando queste testimonianze su un blog. Waterlines, il progetto del Collegio Internazionale dell’Università Ca’ Foscari, della Fondazione di Venezia e della società San Ser-volo Servizi Metropolitani di Venezia, torna per la III edizione tra febbraio e marzo 2016. Il progetto nasce dalla volontà di condividere e mettere in relazione pas-sate esperienze di residenza maturate dalle tre istitu-zioni per dare vita a un nuovo programma capace di coniugare la scrittura con altre discipline artistiche e di ribadire il ruolo di Venezia come luogo di produzio-ne artistica e culturale.Due gli incontri con l’artista aperti al pubblico: il pri-mo – intitolato “Blogging the City” - si è svolto giove-dì 25 febbraio, alle 15, all’auditorium di San Servolo (ACTV linea 20, Isola di San Servolo). Il secondo intitolato “Both Mainstream and Out of It”, si svolgerà martedì 1° marzo, alle 17.30, in lingua ingle-se con traduzione in italiana nella sala polifunzionale dello Spazio M9 (via Poerio 34, Mestre). Agli incontri verranno proposti due diversi allestimenti della mo-stra17 Printings on Hand-woven Khadi Muslin, legata al progetto Somewhere in Delhi, che materializza un incontro tra Mayank Austen Soofi e Anna Gerotto, de-signer veneziana residente part-time in Delhi.L’obiettivo del progetto Waterlines è di offrire un’espe-rienza di residenzialità a Venezia della durata di circa 4 settimane a un artista, permettendogli incontri con artisti e istituzioni culturali locali e lavorando a con-taminazioni e alla nascita di eventuali progettualità

comuni.Mayank Austen Soofi, giovane scrittore, fotografo, blogger e giornalista indiano, è il protagonista della terza edizione. Nato a Nainital nelle montagne del Ut-tarakhand, dal 2004 vive a Delhi, dove ha adottato il secondo nome ‘Austen’ come tributo all’autrice Jane Austen. E’ l’autore e il motore del blog thedelhiwalla.com, il più importante e citato sulla capitale indiana. Dal blog sono state anche tratte quattro guide alter-native della città di Delhi: The Delhi Walla - Portraits, Delhi Food+Drinks, Delhi Hangouts e Delhi Monu-ments. Il suo blog ritrae la quotidianità della città nel suo grande momento di trasformazione, catturandone i paesaggi urbani e l’intensa umanità. Scrive di lettera-tura, cibo e panorami culturali di Delhi. ll suo ultimo libro Nobody Can Love You More, pubblicato nel 2012 da Penguin Books, racconta la vita in una ‘kotha’, il termine Hindi per bordello, nel più grande distretto a luci rosse di Delhi. Scrive anche per il Delhi’s Belly e per l’inserto settimanale del quotidiano finanziario Mint.

arte

Waterlines, terza residenza d’artistaMayank Austen Soofi al Ghetto di Venezia

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Guggenheim Art ClassesAppuntamenti da febbraio a novembre

La Collezione Peggy Guggenheim, in collaborazione con Fondazione di Venezia, propone da febbraio a

novembre 2016 una nuova edizione di Guggenheim Art Classes.«In filosofia - spiega la curatrice dell’edizione di quest’anno, Alessandra Montalbetti, Pinacoteca di Bre-ra, Milano - il “dialogo aporetico” rappresenta la difficol-tà o l’incertezza che incontra il ragionamento di fronte a due argomenti opposti entrambi possibili e, sovente, difficilmente conciliabili. In arte i “dialoghi aporetici” si incontrano di frequente: artisti che vivono nel me-desimo tempo, che ne respirano l’aura culturale, che si nutrono di quell’humus costituito dalla letteratura e dalla musica, ma che poi intraprendono percorsi così diversificati da suscitare solo sorpresa. Non a caso il fi-losofo Giorgio Agamben ha, solo per il mondo artistico, formulato una delle migliori definizioni che si riassu-me nel concetto di “vice-versa”.In questi incontri si scopriranno le differenze nelle ope-re dei grandi maestri della pittura e della scultura a volte amici, a volte compagni di movimento, a volte solo con-temporanei del medesimo periodo culturale.

Ecco gli appuntamenti ancora in programma:29 febbraio: Antonello da Messina / Andrea del Ver-rocchio14 marzo: Tiziano Vecellio / Michelangelo Buonarroti29 marzo: Artemisia Gentileschi / Gian Lorenzo Ber-nini11 aprile: Antonio Canal / Nicolo Salvi

19 aprile: William Blake / Antonio Canova3 maggio: Edward Burne Jones / Leonardo Bistolfi10 maggio: Giovanni Fattori / Vincenzo Vela31 maggio: Edward Hopper / Pablo Picasso3 ottobre: Georgia O’Keefe / Eduardo Paolozzi17 ottobre: Giuseppe Romagnosi / Floriano Bodini31 ottobre: Francis Bacon / Germaine Richier14 novembre: Victor Vasarely / Alexander Calder28 novembre: Yves Klein / Niki de Saint Phalle

Sede del corso: Centro Culturale Don Orione Artigia-nelli, Dorsoduro, 909A, VeneziaPer informazioni e iscrizioni, si può consultare la pagi-na internet della Collezione Peggy Guggenheim:

http://www.guggenheim-venice.it/membership/gug-genheim-art-classes-2016.html

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Atlante degli archivi foto-grafici e audiovisivi italia-ni digitalizzati. Questo volu-me - curato da Giuliano Sergio e realizzato nell’ambito del pro-getto M9, pubblicato da Marsilio Editori e Fondazione di Venezia, con il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - rappresenta un utile strumento di lavoro e una felice occasione per riflettere sulle po-litiche di conservazione, gestione e valorizzazione dei patrimoni fo-tografici e multimediali.Si prendono in considerazione i patrimoni mediali storici di isti-tuti pubblici e privati digitalizza-ti o in corso di digitalizzazione, escludendo quelli analogici, an-che se cospicui, in quanto non accessibili attraverso le nuove

News

tecnologie.La ricerca si rivolge a tre catego-rie di utenti: gli operatori – edito-ri, curatori di musei, giornalisti e registi, e più in generale gli stu-diosi del secolo appena trascorso – che sono in costante ricerca di documenti legati alla memoria e alla storia del Novecento; le istitu-zioni pubbliche e private, come le agenzie fotografiche, le aziende, i centri di studio universitari, le banche, le fondazioni e le asso-ciazioni culturali, i circoli – per rappresentare al meglio i loro progetti e darne adeguata visibi-lità e conoscenza.Le schede offrono uno stato dell’arte, rispetto alle politiche di digitalizzazione in corso in Italia, monitorate fino a tutto il dicem-bre 2014.

trenta giorni - newsletter1/2016 - febbraio 2016

In copertina: il logo di Waterlines

A cura diGiuliano [email protected]