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Malattie Reumatiche Linee guida e touch screen Osteoporosi Il ruolo del calcio e della vitamina D Traumi Sportivi I nuovi orizzonti della ricerca SALUTE OSTEOARTICOLARE No. 2 / Ott. ‘11 3 IDEE PATOLOGIE E PREVENZIONE Lo stato dell’arte : Progressi terapeutici, diagnostica e ricerca tecnologica UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET FOTO: ISTOKPHOTO QUESTO SUPPLEMENTO È STATO REALIZZATO DA MEDIAPLANET. IL SOLE 24 ORE NON HA PARTECIPATO ALLA SUA REALIZZAZIONE E NON HA RESPONSABILITÁ PER IL SUO CONTENUTO

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Malattie reumatichelinee guida e touch screen

osteoporosiil ruolo del calcio e della vitamina d

traumi sportivii nuovi orizzontidella ricerca

SalUteoSteoartiColare

No. 2 / Ott. ‘11

3IDEE

PATOLOGIEE PREVENZIONELo stato dell’arte: Progressi terapeutici, diagnosticae ricerca tecnologica

uno speciale realizzato da Mediaplanet

FOTO: iSTOKPHOTO

QUESTO SUPPLEMENTO È STATO REALIZZATO DA MEDIAPLANET. IL SOLE 24 ORE NON HA PARTECIPATO ALLA SUA REALIZZAZIONE E NON HA RESPONSABILITÁ PER IL SUO CONTENUTO

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2 · Salute OSteOarticOalre uno speciale realizzato da Mediaplanet

editoriale

le malattie reumatiche

Almeno un italiano su dieci talvolta sin dall’età giovanile, soffre di patologie reumatiche; queste occupano il secondo posto fra le cause di invalidità,dopo le malattie cardiovascolari.

Un tempo si tendeva a chiamare “reu-matismo” qualsia-si tipo di dolore al-le articolazioni che rendesse difficile il movimento, oggi

le malattie reumatiche sono ben classificate e se ne contano più di 100, molte delle quali a elevato im-patto sociale; l’artrite reumatoide è una di queste ed è una tra le più dif-fuse malattie reumatiche ad alto potenziale invalidante. Per i sog-getti colpiti da artrite reumatoi-de, più spesso di sesso femminile, risulta difficile, e talvolta impos-sibile, eseguire le semplici azioni della vita quotidiana, come lavar-si, vestirsi, portare la borsa, abbas-sare una maniglia o preparare la macchina per il caffè. Nei casi più gravi, non opportunamente trat-tati, l’invalidità può essere totale.

La patologia L’artrite reumatoide è un malattia infiammatoria cronica sistemica, caratterizzata da sinovite, che col-pisce specialmente le articolazioni periferiche, ma che può interessare qualsiasi articolazione provvista di membrana sinoviale, coinvolgen-do anche strutture extra-articola-ri. Esordio e decorso sono variabili. In alcuni casi fortunati la malat-tia progredisce lentamente produ-

cendo una limitata disabilità; fre-quente è invece la possibilità di una rapida evoluzione il cui esito è la disabilità. In molti pazienti la situazione clinica è ulteriormen-te complicata dalla coesistenza di altre malattie. La causa dell’artri-te reumatoide non è nota ma è ac-certato che il danno alle articola-zioni e quello agli organi interni eventualmente colpiti è determi-nato dalla eccessiva produzione di mediatori chiamati citochine, fra le quali il fattore di necrosi tu-morale (TNF), l’interleuchina-1 e linterleuchina-6. L’artrite reuma-toide è una delle malattie reuma-tiche di tipo immunoinfiamma-torio; a questo gruppo di malattie appartengono anche le spondilo-artriti e le connettiviti, quali il lu-pus e la sclerodermia. Si tratta di condizioni che, solitamente, inte-ressano i giovani e i giovani adul-ti, talvolta con un forte orienta-mento per il sesso femminile.

Fattore tempo e Linee GuidaChi gioca un ruolo cruciale in que-sta patologia è il tempo: la possibi-lità di bloccare l’artrite reumatoide dipende da una diagnosi precoce e dall’impostazione di una terapia corretta con farmaci adeguati sin dalle prime fasi. Ritardare anche di soli tre mesi l’inizio della terapia

con i farmaci di fondo (DMARDs) può comportare un peggioramento della prognosi funzionale. Per i sog-getti che non rispondono alla tera-pia con DMARDs occorre conside-rare senza indugi i farmaci “biolo-gici”, ormai utilizzati con successo da più di dieci anni. I farmaci bio-logici rappresentano un’opportu-nità d’intervento che il reumato-logo non deve lasciarsi scappare in quei casi in cui gli elementi clinici e i dati di laboratorio fanno preve-dere un decorso sfavorevole. A con-ferma dell’importanza del fattore tempo, le recenti Linee Guida pub-blicate dall’EULAR (European Lea-gue Against Rheumatism), racco-mandano interventi tempestivi e monitoraggi continui dei pazien-ti, al fine di tenere costantemente sotto controllo la malattia e di in-tervenire prontamente con i ne-cessari aggiustamenti terapeutici. Il monitoraggio costante prevede controlli con cadenza almeno tri-mestrale e modifiche tempestive di terapia, con l’obiettivo di man-dare in remissione la malattia o, in via subordinata, di mantenerne basso il livello di attività. Ciò con-sentirà ai pazienti una qualità di vita adeguata ai rispettivi bisogni e, al tempo stesso, comporterà un risparmio per la collettività, in ra-gione dell’abbattimento dei costi sociali dell’invalidità.

“le recenti linee Guida pubblicate dall’eular racco-mandano interventi tempestivi e monito-raggi continui dei pa-zienti al fine di tenere costantemente sotto controllo la malattia e di intervenire pronta-mente con i neces-sari aggiustamenti terapeutici.”

Giovanni Minisola, presidente della società italiana di reu-matologia, direttore della divisione di reumatologia dell’ospedale di alta specializzazione “san camillo” di roma

“l’uso più preponderante di tecniche artroscopiche sta portando la ricerca verso le biotecnologie.”

Francesco Falezpresidente o.t.o.d.i.(ortopedici e traumatologi ospedalierid’italia).

in evidenza

paGina 07

salute osteoarticolare, seconda edizione, ottobre 2011

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Eular, Federazione Europea delle Associazioni Reumatologiche

L’EULAR (European League Against Rheu-matism) è nata nel 1947 ed oggi riunisce 45 società scientifiche nazionali, 36 associazioni nazionali dei pazienti e 10 associazioni na-zionali delle professioni paramediche.

Qual è il suo ruolo?“L’EULAR gestisce la ricerca, le linee guida diagnostiche e terapeutiche e l’educazione reumatologica attraverso – risponde Mauri-zio Cutolo, Reumatologo presso l’Università di Genova e prossimo Presidente della Fede-razione - comitati interni e la pubblicazione di testi dedicati, oltre alla rivista Annals of Rheumatic Diseases. L’EULAR ha stretto una collaborazione con la Società Americana di Reumatologia (ACR) per realizzare comuni iniziative di aggiorna-mento delle linee guida e dei criteri classifi-cativi della malattie reumatiche”. Attualmen-te l’EULAR sta realizzando iniziative culturali nei paesi dell’EST Europa, per diffondere ca-

pillarmente i risultati del progresso in campo reumatologico, e avendo un ufficio presso la Comunità Europea a Bruxelles, sta cercando di far introdurre in modo corposo il proble-ma “malattie reumatiche” nel portafoglio dell’EU con il fine di ottenere maggior acces-so ai fondi di finanziamento per progetti di ricerca clinico-scientifica.

Cosa è cambiato rispetto a 10 anni fa in termini di diagnosi e cura per il paziente? “Il passo è stato sensazionale – afferma il prof. Cutolo -: oggi per la diagnosi esistono metodiche di imaging e di laboratorio che hanno portato a diagnosi precoci e precise, con conseguente possibilità di terapie pre-coci e mirate. L’uso della biologia molecolare nella “co-struzione” industriale dei nuovi farmaci mirati (cosiddetti biologici) ha condotto a interventi terapeutici sofisticati e preci-si per cui il malato reumatico attualmente

può vedere un orizzonte rosa e un futuro più sereno”.

E la ricerca?“La ricerca mondiale prosegue ormai nei ‘dettagli’ delle malattie, ovvero si stanno scoprendo nei particolari i fattori di rischio ed i meccanismi precoci, per cui le terapie ‘biologiche’ finiscono per colpire nel cuore la malattia, rallentandola significativamente. In base a tale rivalutazione di malattie e farma-ci – continua Maurizio Cutolo - perfino alcuni prodotti come il cortisone o la vitamina D, apparentemente obsoleti ma indispensabili, sono oggi rivisitati per un’ottimizzazione del loro uso. Si necessita quindi di una più meto-dica e sempre aggiornata Educazione Conti-nua per il medico e il reumatologo, agendo soptrattutto sui giovani talenti, per non re-stare indietro rispetto ai progressi scientifici e terapeutici ed per rimanere preminenti nell’EULAR stessa”.

Maurizio CutoloReumatologo

Università di Genova,Prossimo Presidente

dell’EULAR

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Salute OSteOarticOlare · 3uno speciale realizzato da MediaplanetIDEA

Quattro Presidenti per un congressoIl prossimo congresso dell’Asso-ciazione di Artroplastica Verte-brale Italiana dedicato a “La pa-tologia discale tra innovazione e tradizione” si svolgerà a Bologna dal 16 al 19 novembre presso gli Istituti Ortopedici Rizzoli. I Pre-sidenti sono quattro: due Ortope-dici, Giuseppe Calvosa e Mario Di Silvestre, e due Neurochirurghi, Fabrizio Caroli e Roberto Delfi ni.

Perché questo ■Congresso?Questo Congresso esprime lo spirito di confronto e collabora-zione tra ortopedici e neurochi-rurghi, ormai in atto in questi anni. Ci occupiamo della stessa patologia e non esiste più una diff erenza sostanziale tra quan-ti di noi hanno un background ortopedico e quanti un passato neurochirurgico. L’A.A.V.I. si oc-cupa della sostituzione protesi-ca del disco intervertebrale, sia cervicale che lombare. La pato-logia degenerativa del disco è una patologia molto frequente, responsabile del dolore al collo, spesso irridiato agli arti supe-riori, oltre che della lombalgia (“il colpo della strega”) con dolo-re irradiato agli arti inferiori (la cosiddetta sciatica). Le artropro-tesi di disco vengono applicate tutt’ora in pochi centri in Italia e il nostro obiettivo è quello di divulgare ulteriormente la me-todica e valutare insieme i risul-tati raggiunti da ognuno di noi in questi anni. Inoltre è venu-to il momento di puntualizza-re le indicazioni per la cosiddet-ta chirurgia mini invasiva della colonna.

in BReve

La nuova tecnologia “touch scre-en” per sorvegliare l’artrite reu-matoide è stata presentata lo scorso 9 settembre a Roma du-rante il convegno “Real Reuma-tology Education and Learning”. Mediaplanet ne parla con il prof. Fausto Salaffi , ideatore del sof-tware Rheumatism che si avva-le di un display piuttosto che di schede cartacee.

La malattiaL’Artrite Reumatoide colpisce in prevalenza le persone tra i 30 e i 50 anni e nel 10-20% dei casi si re-gistra uno stato di invalidità per-manente con perdita della capa-cità lavorativa dopo solo 2 anni dall’insorgenza della malattia fi -no al 60% dopo 10 anni.

“Con una corretta impostazione terapeutica, – spiega Fausto Sa-laffi , Professore Associato della Clinica Reumatologica dell’Uni-versità Politecnica delle Marche, Ancona – ottenuta attraverso una diagnosi precoce nei primi 2-3 mesi ed una rigorosa valutazione della risposta alle terapie, più del 50% dei malati raggiungono una remissione stabile della malattia, grazie anche all’impiego dei far-maci biologici”.

Il monitoraggio “intensivo”Le Linee Guida e le raccomanda-zioni internazionali sono molto dettagliate nel descrivere il modo in cui eff ettuare il monitoraggio dell’artrite reumatoide; sono ne-cessari dati ed indicatori nume-

rici sul grado di attività della ma-lattia e sull’entità della risposta al trattamento, attraverso misura-zioni che i reumatologi dovreb-bero rilevare: articolazioni tume-fatte e dolenti, test di fl ogosi, do-lore, percezione dello stato di ma-lattia e altre ancora. “Normalmente si usano questio-nari cartacei, che una volta com-pilati dai pazienti dovrebbero es-sere valutati dal reumatologo con complesse formule matematiche di non immediata applicazione – descrive l’ideatore del software -. La valorizzazione dell’esperien-za del paziente ha favorito lo svi-luppo di sistemi di valutazione soggettiva, denominati “Patient-Reported Outcomes”, che hanno trovato un crescente impiego in reumatologia, come la disabilità fi sica e la qualità di vita, il dolore, la fatica, la qualità del sonno oltre alla funzionalità ed al benessere fi sico, mentale e sociale”.

Il touch screen Le recenti tecnologie hanno aper-to nuovi scenari nella possibi-le applicabilità delle valutazioni soggettive dei pazienti e in parti-

colare il “touch screen” off re una serie di vantaggi pratici che ha re-so la raccolta di informazioni cli-niche più facilmente comprensi-bile al paziente. “Il nostro progetto coinvolge 14 centri di Reumatologia in Italia ed alcuni centri in Europa. L’im-piego di questa tecnologia con-sente di migliorare la qualità dei dati raccolti, di velocizzare la compilazione, il calcolo degli in-dici clinici e di disporre in tempo reale di tutte le informazioni me-diche indispensabili per un cor-retto processo decisionale – aff er-ma Fausto Salaffi -.

Abbiamo superato tutte le tappe di validazione della piattaforma informatizzata ed abbiamo testa-to il sistema su centinaia di pa-zienti, verifi candone la fruibilità e la semplicità dell’interfaccia ol-tre alla validità e affi dabilità delle informazioni raccolte. Sono i pa-zienti stessi ad utilizzarlo, con il supporto dell’infermiere in sala d’attesa o nelle sale infusionali, ottimizzando così i tempi e l’ade-sione al trattamento”. I dati così raccolti potranno con-sentire la realizzazione di data-base standardizzati, condivisi in ambito internazionale, di eviden-te utilità nell’identifi cazione dei bisogni dei pazienti, delle prio-rità degli interventi terapeutici e della pianifi cazione sanitaria strategica.

touch screen per l’artrite reumatoide

FAUSTO SALAFFI. Clinica Reumatologica - Scuola di Specializzazione in Reumatologia, Università Politecnica delle Marche, Ancona

NeWSREUMATOLOGIA

Salute OSteOarticOlareuno speciale realizzato da MediaplanetIDEAuno speciale realizzato da MediaplanetIDEAuno speciale realizzato da Mediaplanet

REUMATOLOGIA

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“con una corretta impostazione terapeutica,più del 50% dei malati raggiungono una remissione stabile della malattia, grazie anche all’impiego dei farmaci biologici”

VANESSA SALZANO

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4 · Salute OSteOarticOalre uno speciale realizzato da Mediaplanet

NeWS

Calcio e Vitamina D rappresen-tano due componenti essenziali per l’essere umano, indipendente-mente dall’età e dal tipo di vita che svolge: sono le basi fondamentali per costruire le ossa durante l’in-fanzia e la gioventù e servono a mantenere uno stato ottimale di salute anche nell’età media della vita; inoltre sono indispensabili sia per la prevenzione che per la cura dell’osteoporosi.

Perché sono tanto importanti?

“Il calcio è un importante mi-nerale, che interviene nei processi di coagulazione, nella conduzione nervosa e nella contrazione mu-scolare – risponde Salvatore Mini-sola, Ordinario di Medicina Inter-na all’Università di Roma La Sa-pienza e Presidente della Società Italiana dell’Osteoporosi del Me-tabolismo Minerale e delle Ma-lattie dello Scheletro (SIOMMMS) – oltre ad essere utilizzato dall’or-ganismo per la formazione dei denti e dello scheletro e per il mantenimento della componen-te minerale dell’osso. La vitamina D invece è un ormone che serve ad aumentare l’assorbimento in-testinale di calcio. In tutti i trials clinici necessari per la registra-zione dei prodotti farmacologici vengono somministrati sia il cal-cio che la vitamina D. È importan-

te che le persone a tutte le età ab-biano un adeguato apporto di cal-cio e vitamina D e ciò è stabilito da tutte le linee guida internaziona-li: un adeguato apporto di vitami-na D è necessario anche affi nché i farmaci che servono ad aumenta-re la resistenza scheletrica possa-no esplicare appieno il loro eff etto. L’insieme di queste evidenze in-dica la necessità di supplementa-re le persone con dosi adeguate di calcio e vitamina D anche perché non sempre ne assumiamo abba-stanza”.

Assumiamo poco calcioÈ quanto confermato da nume-

rosi studi italiani: i giovani ne in-troducono in media 800 mg, con-tro i 1000 richiesti dall’organismo e gli under diciotto 700 mg, piut-tosto che 1200. Le donne in meno-pausa 750 mg, contro i 1000/1500 consigliabili alle ultracinquan-tenni, potenzialmente soggette all’osteoporosi. La vitamina D è scarsa in tutti i tipi di dieta, a me-no di non mangiare cibi fortifi ca-ti e cioè addizionati con vitami-

na D, usanza non seguita in Ita-lia. Spesso però si sente dire che anche il sole è fondamentale per la produzione di vitamina D. “Ed è vero, il sole è importante perchè rappresenta una fonte poco co-stosa di approvvigionamento del-la vitamina;però – aff erma il prof. Salvatore Minisola - c’è da dire che alle nostre latitudini può andar bene soltanto da marzo-aprile a settembre-ottobre: in questo arco di tempo basterebbe esporsi con tutta la superfi cie corporea per ottenere una adeguata formazio-ne di vitamina D endogena, senza prendere supplementi; il proble-ma è che non è così durante i mesi invernali in cui è molto ridotta la possibilità di costruire, attraver-so la nostra cute, la vitamina D in maniera ottimale; in tal caso sa-rebbe opportuno supplementare ovvero occorre prendere la vita-mina D dall’esterno”.

Più calcio = meno peso?È quanto è emerso da una ricer-

ca americana pubblicata sulla rivi-sta “American Journal of Clinical Nutrition”. Pare proprio che una dieta ricca di calcio e una corretta produzione di vitamina D da parte dell’organismo possano facilitare la riduzione del peso corporeo.

Salvatore Minisolaordinario di Medicina interna all’università di roma la sapienza .

IL RUOLO DEL CALCIO E DELLA VITAMINA D

Immagine della campagna Stop-alle-fratture.

OSTEOPOROSI

uno speciale realizzato da Mediaplanet

OSTEOPOROSI

2IDEA

VANESSA SALZANO

[email protected]

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Salute OSteOarticOlare · 5uno speciale realizzato da Mediaplanet

NeWSImmagine della campagna Stop-alle-fratture.

Perché è nato questo ■progetto e di che cosa si tratta? Oggi una donna ha un rischio di morire per una frattura di femo-re pari al tumore al seno e mag-giore del tumore all’utero, ma se ne parla troppo poco. Eppure i ri-schi di frattura si possono ridur-re molto con dei semplici esami diagnostici: ad esempio, una ba-nale radiografi a alla colonna ver-tebrale consente di individuare per tempo eventuali fratture ver-tebrali, spesso ignorate, che pos-sono precedere una frattura di femore. Su queste premesse è na-to il progetto educazionale “Stop alle fratture”, fi rmato da 5 tra le principali associazioni scienti-fi che che si occupano di salute dell’osso: l’obiettivo è off rire in-formazione di qualità alle pazien-ti con fratture da fragilità ossea, ma anche ai medici specialisti e agli amministratori.

Il progetto è nato a mag- ■gio 2011 come pilota in To-scana e Veneto. Quali i risul-tati e le intenzioni future?I primi risultati sono stati dav-vero incoraggianti; ad esempio, grazie alla notevole eco mediati-ca, in un solo mese sono arrivati oltre 12.000 visitatori sul sito web

www.stop-alle-fratture.it, di cui ben il 60% erano donne over60, ad alto rischio. Queste pazienti ci hanno dimostrato un grande bi-sogno informativo, ad esempio ponendo in un solo mese oltre 170 domande, evase dai 7 Specialisti del Comitato Scientifi co. Visti questi ed altri segnali positi-vi, sono già partiti i lavori di am-pliamento del progetto: nei pros-simi mesi pubblicheremo dei da-ti emersi da una ricerca su alcune ASL italiane, di notevole interes-se per amministratori e medici, e ci impegneremo per attivare sul sito nuovi servizi destinati alle pazienti, tra cui la possibilità di ricercare il centro specializzato più vicino, la possibilità di fare un test di auto-diagnosi sul rischio di frattura e di mettersi in contat-to con i medici specialisti “Stop alle Fratture”, che nel frattempo saranno reclutati per rispondere puntualmente alle tante richie-ste online. Il nostro sogno è di creare con questo sito un punto di riferi-mento sulla patologia, per ridur-re il numero di fratture che ogni anno minano la qualità della vita di tanti concittadini, aggravando anche i costi del sistema sanita-rio nazionale.

l’ iniziativa“Stop allefratture”

! Notizie dal web:

www.stop-alle-fratture.it

Fragilità ossea, ne parlia-mo con il Professor Salva-tore Minisola

IL RITRATTO DELLA SALUTE

Mediolanum farmaceutici SpA nasce a Milano nel 1972 e, grazie ad un intenso programma di Ricerca e Sviluppo, cresce fi no a divenire la attuale Capofi la di un Gruppo Europeo: il Gruppo Mediolanum farmaceutici.

Con l’orgoglio di aver sempre focalizzato i propri sforzi su progetti assolutamente originali ed innovativi, il Gruppo Medio-lanum Farmaceutici è attivo, in Italia ed in tutto il mondo, con prodotti propri in diverse ed importanti aree terapeutiche tra cui cardiovascolare, pneumologica, osteoarticolare e antibiotica.

Mediolanum Italia ha fortemente contri-buito al successo delle attività di Ricerca e Sviluppo dell’intero Gruppo, giungendo

a commercializzare ben quattro moleco-le integralmente sviluppate in modo au-tonomo.

A fronte di una vera e propria tendenza al “naturale”, nel 2004, nasce Cristalfarma, parte integrante del Gruppo.

Negli ultimi due anni il Gruppo Mediolanum Farmaceutici è stato protagonista di impor-tanti acquisizioni, con la nascita di Neo-pharmed Gentili Srl e DB PHARMA Srl, arricchendo così la propria proposta tera-peutica di prodotti innovativi e di qualità.L’ingresso di queste nuove aziende ha permesso al Gruppo di rafforzare la pre-senza sul territorio della propria fi eld force con più di 400 Informatori Scientifi ci del Farmaco in Italia.

in BReve

Cos’è l’Alendronato?

Alendronato è una moleco- ■la di particolare interesse per il trattamento dell’osteopo-rosi, da solo e in associazione con Vitamina D. Appartiene al-la classe dei bisfosfonati, la cui azione è quella di diminuire il riassorbimento osseo mediato dagli osteoclasti, determinan-do in tal modo un aumento del-la densità minerale ossea.

I bisfosfonati hanno dimo-strato di ridurre il rischio di fratture osteoporotiche in nu-merosi studi clinici di gran-di dimensioni. A causa del loro avido legame alla matrice os-sea, rimangono nello scheletro per anni e l’effi cacia antifrattu-ra persiste per qualche tempo dopo la sospensione della loro somministrazione.

I quattro bisfosfonati più fre-quentemente utilizzati nella pratica clinica – alendronato, risedronato, ibandronato, zole-dronato – diff eriscono per affi -nità di legame, potenza, veloci-tà di insorgenza dell’azione, ef-fi cacia antifratturiva e durata d’azione.

Dopo che l’alendronato è stato approvato negli Stati Uni-ti, nel 1995, i bisfosfonati sono stati usati da milioni di donne e uomini in tutto il mondo. Un recente studio ha dimostrato come la incidenza delle frattu-re di femore negli Stati Uniti si sia ridotta nelle ultime due de-cadi, molto probabilmente an-che in rapporto all’uso di que-sti farmaci.

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6 · Salute OSteOarticOalre uno speciale realizzato da Mediaplanet

iNSPiratioN

Nell’aprile ultimo scorso, sono stati pubblicati su Int Calcif Tissue i risulta-

ti di uno studio clinico denominato Focus D, in cui l’associazione fi ssa alendronato + vi-tamina D3 in monosomministrazione setti-manale è stata confrontata con la maggior parte delle terapie attualmente disponibili per il trattamento dell’osteoporosi postme-nopausale.Lo studio ha avuto una durata complessi-va di 12 mesi e ha coinvolto oltre 500 donne in menopausa, di età superiore ai 65 anni, con un quadro di osteoporosi densitometri-ca (T-score <-2,5) o con osteopenia e almeno una frattura osteoporotica. Per essere inclu-se nello studio, le pazienti dovevano inoltre presentare livelli insuffi cienti di vitamina D, defi niti come livelli sierici di 25 (OH) D com-presi tra 8 e 20 ng/ml ed essere a rischio di caduta. Lo studio prevedeva due bracci di tratta-mento: un gruppo trattato con la combina-zione alendronato+vitamina D e il secondo che assumeva la terapia abitualmente pre-scritta dal proprio medico (standard care). In quest’ultimo gruppo sono stati sommi-nistrati in circa l’85% dei casi bisfosfonati (alendronato, risedronato, ibandronato, zo-ledronato), più raramente ranelato di stron-zio e raloxifene, variamente associati a cal-cio, vitamina D o a metaboliti attivi della vi-tamina D.Gli end point principali dello studio erano la percentuale di donne con livelli di vitamina D inferiori a 20 ng/ml dopo 6 e 12 mesi di trat-tamento, le modifi cazioni dei markers di tur-nover osseo a 6 e 12 mesi, e le modifi cazioni della densità minerale ossea dopo 12 mesi.I risultati dello studio mostrano che nei pazienti trattati con l’associazione alendronato+vitamina D la carenza vitami-nica D è stata ridotta in maniera signifi cati-va e statisticamente superiore rispetto alla comune terapia prescritta. Inoltre, statisti-camente superiore è risultata anche la ri-sposta in termini di riduzione dei markers di turnover osseo ed aumento dei valori densi-tomerici a livello della colonna vertebrale e del femore.

lo studioFoCUS d

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Salute OSteOarticOlare · 7

Lesioni meniscali, legamen-tose, lussazioni: sono tutte pato-logie nelle quali non è raro im-battersi, quando si ha a che fare sia con sportivi “di professione” che occasionali. Che vengano causate dal sovraccarico o da movimenti sbaglia-ti, non è determi-nante: prevenir-le, infatti, è p r e s s o c h è i m p o s s i -bile. Serve, invece, ri-conoscerle e interveni-re tempesti-vamente attra-verso la diagno-si precoce. Ne parliamo con il Professor F r a n c e s c o Falez, Pre-s i d e nt e

O.T.O.D.I. (Orto-pedici e Traumatolo-

gi Ospedalieri D’Italia), associazione nazionale

che opera su tutto il terri-torio italiano come confede-

razione di associazioni

regionali.

L’importan-za della dia-

gnostica clinica strumentale

La diagnostica pre-coce consente di in-

quadrare tempe-stivamente la

patologia e di i n t e r v e n i -

re precoce-mente, so-

prattutto nel caso si pre-senti la necessi-

tà di pre-s t a z i o -

ni elevate e quindi nel

caso degli spor-tivi. Parlando di dia-

gnostica di tipo non invasivo, si può aff ermare che la risonanza magnetica rappresenta la tecnica più importante per riconoscere lesioni articolari, da sovraccarico,

o del tessuto cartilagineo.

Le lesioni traumatiche più comuni negli sportivi

Le più frequenti sono quelle al ginocchio: lesioni meniscali, del legamento crociato anterio-re e posteriore, con distacchi del-la cartilagine, lesioni osteocon-drali. La spalla rappresenta uno degli altri distretti più coinvolti: l’aspetto artroscopico in questo caso è preminente; parliamo di lussazioni o lesioni del tendine del sovraspinoso. Frequentissi-

ma anche la frattura del collo del piede, così come le distorsioni o la sindrome del seno del tarso. In molti casi le fratture, soprattutto per gli atleti di professione, sono causate dallo stress e dal sovrac-carico. È la necessità di prestazio-ni sempre più elevate a contribu-ire all’aumento di questo tipo di patologie. Quelle alle ossa meta-tarsali, ad esempio, sono tipiche dei corridori o dei fondisti, che vanno a spingere proprio su quel-la parte del piede.

Terapie: dove si sta indirizzando la ricerca

L’uso più preponderante di tec-niche artroscopiche sta portan-do la ricerca verso le biotecnolo-gie. Nel dettaglio si va verso l’uso di materiali biocompatibili che stimolino la ricostruzione dei tessuti e di cellule staminali che provengono dalla linea ematica e omopoietica del paziente. Per il trattamento delle lesioni al ten-dine e alla cartilagine, si parla di un prelievo del sangue trattato attraverso la centrifugazione: si preleva lo strato più ricco di pia-strine che contengono i fattori di crescita e si procede poi all’infi l-trazione nella zona lesa.

uno speciale realizzato da Mediaplanet

FRANCESCO FALEZ. Presidente O.T.O.D.I. Ortopedici e Traumatologi Ospedalieri D’Italia).

‘Un errore è sotto-valutare e trascurare traumi che possono sem-brare lievi’

FOCUS

Quando si inizia a fare ■sport (anche in caso di di-letto):è importante non pensare di avere le stesse caratteristiche del proprio atleta di riferimento.

La preparazione: ■è fondamentale avere una pre-parazione seria al gesto atleti-co, insieme alla costanza.

Cosa fare in caso di frattura: ■in questo caso la procedura im-

mediata da seguire è quella di immobilizzare l’arto per per-mettere il controllo della lesio-ne e recarsi immediatamente al Pronto Soccorso. Una volta im-mobilizzato l’arto, astenersi dal caricarlo.

Stop alla superficialità: ■non trascurare i traumi che pos-sono sembrare lievi: anche una microfrattura può causare pro-blemi seri

NeWS

la ricerca va versole biotecnologie

TRAUMATOLOGIA SPORTIVA

Salute OSteOarticOlareuno speciale realizzato da Mediaplanet

la ricerca va verso TRAUMATOLOGIA

3IDEA

Nel rugby il sostegno è uno dei movimenti e dei gesti più naturali, ma soprattut-to è fondamentale per garantire il giusto sviluppo dell’azione e la sua fi nalizzazione sino alla meta. Nel professionismo, con impe-gni sempre più pressanti e con la maggiore attenzione rivolta alla preparazione atletica e fi sica, diventa sempre più importante poter contare sull’aiuto di equi-pe mediche specializzate e di tecnologie all’avanguardia. Benetton Rugby può contare su Medical Nolè S.r.l. per l’appli-cazione terapeutica di traumi legati a fratture ossee, strappi muscolari, lussazioni, lombalgie, sciatalgie, contratture e distorsio-ni. Alcuni degli atleti biancover-di hanno utilizzato i macchinari a disposizione traendo immediato giovamento, ottenendo mol-teplici benefi ci e accelerando il loro recupero agonistico. In par-ticolare, importante è stato l’uti-lizzo del nostro dispositivo me-dico Free Mag®, un apparecchio per magnetoterapia che eroga CMP, campi magnetici pulsati, che accelerano la rigenerazione ossea, specialmente in caso di fratture, e tessutale per strappi muscolari. Il tutto per consentire, innanzitutto, un recupero più ra-pido rispetto alle normali terapie applicate e di poter veder torna-re gli atleti a calcare i terreni di gioco, dopo un infortunio, nel minor tempo possibile.

A cura della Dott.ssa Nicolè (Respon-sabile scienti� co Free Mag) in collabo-razione con il Dr. Baldo (Specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione, Medi-co Sociale del Benetton Rugby).

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