Traumatologia forense 1/2015

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traumatologia aspetti clinici e medico legali in traumatologia Griffin Editore / www.griffineditore.it 1 settembre 2015 9 La responsabilità dell’ortopedico tra errori e complicanze 9 L’esame baropodometrico computerizzato e le sue applicazioni medico-legali 9 Causalità materiale e traumi di spalla: valutazione medico-legale 9 Assicurazione e auto-assicurazione 9 Competenze dell’ortopedico: la buona pratica clinica nell’attività professionale CASI CLINICI MONOGRAFIA CORSO FAD Direttore scientifico Prof. Fabio M. Donelli

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Rivista semestrale per ortopedici-traumatologi, medici-legali e studi legali

Transcript of Traumatologia forense 1/2015

traumatologiaaspetti clinici e medico legali

in traumatologia

Griffin Editore / www.griffineditore.it1settembre

2015

9 La responsabilità dell’ortopedico

tra errori e complicanze

9 L’esame baropodometrico

computerizzato e le sue

applicazioni medico-legali

9 Causalità materiale e traumi

di spalla: valutazione medico-legale

9 Assicurazione e auto-assicurazione

9 Competenze dell’ortopedico:

la buona pratica clinica

nell’attività professionale

CASI CLINICI

MONOGRAFIA

CORSO FAD

Direttore scientifico Prof. Fabio M. Donelli

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CORSO FAD Competenze dell’ortopedico: la buona pratica clinica nell’attività professionale

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Traumatologia Forense - 2 fascicoli

Tabloid di Ortopedia - 8 fascicoli

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Editoriale

Fabio M. Donelli

Caso clinico 1

La responsabilità dell’ortopedico

tra errori e complicanze

D. Vasapollo, L. Pieraccini, M. Monti, P. Pagani

Caso clinico 2

L’esame baropodometrico

computerizzato e le sue

applicazioni medico-legali

G. Basile, R. Bellero, A. Passeri, F. Monteleone,

R.M. Gaudio, G. Lorenzini, M. Ferrara, L. Polo

Caso clinico 3

Causalità materiale e traumi di spalla:

valutazione medico-legale

P. Ricci, C. De Rosa

Monografia

Assicurazione e auto-assicurazione

Ernesto Macrì, Paolo D’Elia

ECM/Modulo 1

• La valutazione delle

condizioni cliniche del paziente

C. De Rosa, F. M. Donelli

• Le linee guida

e buone pratiche cliniche

Aspetti medico-legali

M.Tavani

• Il consenso informato:

cenni, riferimenti normativi

e implicazioni medico-legali

F. M. Donelli

pag. 7

pag. 9

pag. 17

pag. 37

pag. 45

pag. 53

pag. 56

pag. 60

SOMMARIO

Traumatologia Forense

Periodico semestraleAnno I - numero 1 - settembre 2015

Direttore responsabileGiuseppe [email protected]

RedazioneLara Romanelli - [email protected] Villa - [email protected]

Segreteria di redazione e trafficoMaria Camillo - Tel. [email protected]

Consulenza graficaMarco Redaelli - [email protected]

Stampa: Alpha Print srlVia Bellini, 24 - 21052 Busto Arsizio (VA)

Abbonamento annuale (2 numeri): 15 euroSingolo fascicolo: 7,50 euro

Copyright© Griffin srl unipersonale

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Iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione (Roc) n. 14370 del 31.07.2006L’Editore dichiara di accettare, senza riserve, il Codice di Au-todisciplina Pubblicitaria. Dichiara altresì di accettare la com-petenza e le decisioni del Comitato di Controllo e del Giurì dell’Autodisciplina Pubblicitaria, anche in ordine alla loro eventuale pubblicazione.

Tutti gli articoli pubblicati su Traumatologia Forense sono re-datti sotto la responsabilità degli Autori. La pubblicazione o ristampa degli articoli della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente sia con stru-menti informatici e utilizzati per l’invio di questa e altre pubbli-cazioni o materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art.11 D.Lgs.196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Griffin srl unipersonale intrattiene rapporti contrattua-li necessari per l’invio della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Griffin srl unipersonale, P.zza Castello 5/E, Carimate (Co), al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiorna-mento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.Lgs. 196/03.

traumatologia forense / settembre 2015 n.1

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Gli articoli devono pervenire al Comitato di Redazione ([email protected]) e in forma elettronica nella loro stesura definitiva, completi di nome, cognome, qualifica professionale, in-dirizzo, telefono, email e firma dell’autore/i. Le illustrazioni devono essere numerate progressivamente e corredate di relative didascalie, con precisi riferimenti nel testo. Devono essere ad alta risoluzione (almeno 300 DPI, in formato TIFF, EPS oppure JPEG).Grafici e tabelle dovranno essere forniti su supporto cartaceo e magnetico (possibilmente in for-mato Microsoft Excel), numerate progressivamente e corredate di relative didascalie, con precisi riferimenti nel testo.È necessario includere l’autorizzazione per riprodurre materiale già pubblicato in precedenza o per utilizzare immagini ritraenti persone, qualora identificabili.L’articolo deve prevedere un titolo conciso e senza abbreviazioni.Il testo dell’articolo deve avere una lunghezza massima di 8.000/10.000 battute spazi inclusi (equiv-alenti a circa 1.480 parole), bibliografia esclusa e con un numero massimo di 8/10 foto.

Struttura dell’articoloPer l’articolo presentato come caso clinico è sufficiente prevedere una divisione in paragrafi e sottoparagrafi, tale da rendere meglio identificabili le parti di cui è composto il lavoro e agevolare la fruizione del testo.La struttura dell’articolo può prevedere:- introduzione che riassume lo stato attuale delle conoscenze;- risultati, riportati in modo conciso e con riferimenti a tabelle e/o grafici;- discussione e conclusioni, enfatizzando gli aspetti importanti e innovativi dello studio;- bibliografia: le voci bibliografiche dovranno essere elencate in ordine di citazione nel testo, con una numerazione araba progressiva. Le voci bibliografiche dovranno essere redatte secondo lo stile dell’Index Medicus, pubblicato dalla National Library of Medicine di Bethesda, MD, Stati Uniti. Dov-ranno quindi recare cognome e iniziale del nome degli autori, il titolo originale dell’articolo, il titolo della rivista, l’anno di pubblicazione, eventualmente il mese, il numero del volume, il numero di pagina iniziale e finale. I rimandi bibliografici all’interno del testo, invece, dovranno essere posti tra parentesi recando il numero della voce/i cui fanno riferimento, in ordine di apparizione.L’approvazione alla pubblicazione è concessa dal Board scientifico. Le bozze inviate agli autori devo-no essere restituite corrette degli eventuali refusi di stampa entro il termine che verrà indicato.I lavori non possono essere stati offerti contemporaneamente ad altri editori, né pubblicati su altre riviste. L’Editore provvederà gratuitamente alla pubblicazione degli articoli, per la stesura dei quali è esclusa ogni sorta di compenso a favore dell’Autore/i. La proprietà letteraria dell’articolo pubblicato spetta all’Editore.

EstrattiGli autori possono richiedere estratti a pagamento.Per ogni informazione riguardante gli estratti è possibile contattare la Redazionescrivendo a [email protected]

REQUISITI PER LA PUBBLICAZIONE DI UN MANOSCRITTO

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Direttore scientifico Prof. Fabio M. Donellispecialista in Ortopedia e Medicina Legaleprofessore a contratto Università degli Studidi Milano e Brescia

Comitato scientifico

Dott. Renzo Angelonidirettore SOD Spalla e Arto Superiore, AOU Careggi

Prof. Francesco M. Avato,direttore Istituto di Medicina legale di Ferrara

Avv. Roberto Baggio, avvocato civilista, consulente medico legale, Milano

Prof. Giuseppe Basile,professore a contratto Istituto di medicina legale di Ferrara

Prof. Claudio Buccelli,ordinario di Medicina legale e direttore dell’Istituto di Medicina Legale, Università di Napoli Federico II; presidente Simla.

Prof. Fabio Buzzi, ordinario di Medicina Legale, Università di Pavia

Prof. Giorgio Maria Calori,direttore UOC Chirurgia Ortopedica Riparativae Risk Management Ist. Ortopedico Gaetano Pinidi Milano - presidente Estrot

Prof. Rodolfo Capanna,direttore della struttura complessa di ortopedia oncologicae ricostruttiva del Cto di Firenze; presidente SIOT

Prof. Alberto Corradi,direttore Scuola di Specializzazione in Ortopediae Traumatologia di Milano

Dott. Giovanni Cortese,dirigente Medico II Livello - Sovrintendenza Sanitaria Centrale Inail

Dott. Paolo Costigliola,dirigente medico UO Malattie Infettive A.O. Univ. S. Orsola-Malpighi di Bologna

Prof. Francesco De Ferrari,ordinario di Medicina legale - Universitàdegli Studi di Brescia

Prof. Carlo De Rosa,docente a contratto Scuola di specializzazione in Medicina Legale e delle Assicurazioni - Università degli Studi di Catanzaro

Prof. Francesco De Stefano,direttore Istituto Medicina legale di Genova

Prof. Giuseppe Dell’Osso,ordinario di Medicina legale Università di Bologna

Prof. Marco D’Imporzano,Primario Emerito di Ortopedia e Traumatologia presso l’Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano

Prof. Mario Gabbrielli,ordinario di Medicina Legale, Università di Siena

Dott.ssa Angela Goggiamani,sovrintendente Sanitario Centrale Inail

Prof. Giorgio Guidetti,presidente Società Italiana di Vestibologia

Avv. Lorenzo Isoppo,avvocato del Foro di Parma

Avv. Ernesto Macrì,consulente avvocato Siot

Dott. Roberto Marruzzo,specialista in Ortopedia e Medicina legale

Prof. Massimo Martelloni,direttore UO di Medicina Legale Azienda USL2 di Lucca

Prof. Luigi Pastorellidocente a contratto di Teoria del Rischio, direttore scientifico del BigDataLab dell’Università di Tor Vergata

Prof. Roberto Pessina,professore a contratto Bicocca Monza

Prof. Antonino Michele Previteradirettore della Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università degli Studi di Milano

Prof. Pietro Randelli,ordinario in Ortopedia - Università degli Studi di Milano

Prof. Pietrantonio Ricci,direttore Scuola di Specializzazionedi Medicina legale di Catanzaro

On. Dott. Michele Saccomanno,presidente Nuova Ascoti

Dott. Luigi Solimeno,direttore del reparto di Ortopedia e Traumatologiadel Policlinico di Milano

Prof. Mario Tavani,ordinario di Medicina legale – Universitàdegli Studi dell’Insubria

Prof. Domenico Vasapollo,già direttore Scuole di Specializzazionedi Medicina legale - Bologna

Prof. Andrea Verzeletti,associato di Medicina legale - Universitàdegli Studi di Brescia

Prof. Pierluigi Viale,ordinario di Malattie Infettive Università di Bologna

Dott. Alberto Zerbi,direttore UO di Radiologia - Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano

Prof. Gianfranco Zinghi,già primario terza divisione Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna

Prof. Raffaele Zinno,Segretario Sismla

Prof Riccardo Zoia,ordinario di Medicina Legale e direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Legale, Università degli Studi di Milano

BOARD SCIENTIFICO

traumatologia forense / settembre 2015 n.1

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La vita moderna aumenta i rischi di infortuni e la traumatologia assume ogni giorno

un’importanza maggiore.

Accertare una lesione, cercarne le complicanze, valutarne la gravità, prevedere e quan-

tificare l’estensione dei postumi sono gli obiettivi per la valutazione del quadro anato-

mo-clinico post-traumatico.

L’iter inizia, di solito, al pronto soccorso con gli accertamenti clinici e le indagini

iconografiche per identificare il quadro anatomo-clinico post-traumatico e impostarne

l’inizio delle cure, e termina con lo specialista medico legale che valuta le conseguenze

riconducibili all’incidente.

Dal trauma alla perizia si ha una lunga catena di responsabilità e conseguenze, che

dovrà accompagnare e sorreggere il traumatizzato.

In ciascun istante di questa “avventura”, che inizia nel momento stesso dell’incidente e ter-

mina con il reinserimento nella vita sociale, o alla chiusura del report clinico o medico-le-

gale, le decisioni devono essere sorrette dai dati ricavati dalle prove documentali.

L’analisi semeologica è il fondamento, la cui qualità garantisce la solidità dell’edificio

terapeutico che verrà costituito.

Il danno biologico è la lesione dell’integrità psicofisica dell’individuo che esplica un’in-

cidenza negativa sulle attività quotidiane e sugli aspetti dinamico-relazionali della

vita del danneggiato (la qualità della vita).

Le lesioni che determinano un danno alla salute rappresentano un particolare ele-

mento clinico-giuridico e medico-legale.

La collaborazione fra medico-legale e ortopedico-traumatologo non è solo auspicabile,

ma necessaria per dipanare le situazioni cliniche derivanti da traumatismi. Infatti il

clinico necessita del medico-legale per la valutazione delle ripercussioni di quadri pato-

logici, sia in ambito penale che civile, assistenziale e previdenziale, mentre il medico-le-

gale deve poter attingere allo specialista sia riguardo la eziopatogenesi delle lesioni che

sul versante del loro corretto trattamento.

In altri termini, quella collaborazione, prima auspicata e poi imposta dal codice de-

ontologico fra il medico-legale e lo specialista, è ormai prassi consolidata in ambito

ortopedico e traumatologico.

Ne sono prova i numerosi appuntamenti scientifici in cui sono state attivate le com-

petenze di queste due figure, pertanto la nascita di questa rivista non è che la logica

conclusione di questo positivo percorso.

Fabio M. Donelli

EDITORIALE

CASOCLINICO

trau

mat

olog

ia

9

ITER CLINICOPresentiamo il caso della signora Rossi

di anni 63, che a seguito di un incidente

stradale riportò un trauma all’arto infe-

riore sinistro; fu trasportata presso un

Pronto Soccorso ospedaliero e ricoverata

in ambiente ortopedico.

I sanitari, dopo aver effettuato indagini

Rx (con evidenza di frattura scomposta

trimalleolare collo piede sinistro e frat-

tura terzo distale, gamba sinistra), la sot-

toposero a intervento chirurgico di ridu-

zione aperta del malleolo tibiale e sintesi

con una vite cannulata, sintesi del mal-

leolo peroneale e tibiale con fili di K. Il

decorso post-operatorio risultò regolare.

Successivamente, essendo comparso un

quadro clinico caratterizzato da dolore,

limitazione funzionale e zoppia per ar-

trosi della tibiotarsica, si suggerì inter-

vento di artrodesi della tibiotarsica con

chiodo bloccato.

Per tale motivo fu nuovamente ricovera-

ta in ambiente ospedaliero e sottoposta

a intervento di artrodesi tibio-tarsica e

sottoastragalica con chiodo endomidol-

lare bloccato.

Nel decorso successivo, per la presenza di

dolore a livello della tibio-tarsica sinistra

associato a ipoestesia sul territorio del

nervo peroneo superficiale, in corrispon-

denza della pianta del piede, sede laterale,

dopo approfondimento scintigrafico che

depose per un quadro infiammatorio, si

effettuò ulteriore intervento di rimozione

del chiodo e si praticò neurolisi del ner-

vo plantare laterale. Sottoposta a esame

Emg si diagnosticò denervazione presso-

ché completa dei rami terminali plantari

del nervo tibiale di sinistra.

CASO CLINICO

La responsabilitàdell’ortopedico tra errori e complicanze

Vasapollo D*, Pieraccini L.*, Monti M.°, Pagani P***Medico-legale

*Medico-legale

°Medico-chirurgo

**Ortopedico

traumatologia forense / settembre 2015 n.1

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Considerazioni medico-legaliAl solito, trattando di questioni che af-

feriscono al rilevante capitolo medico-le-

gale della responsabilità professionale,

vi è da dire che il compito dell’esperto

è assai complesso dovendo egli chiarire,

e se possibile risolvere, numerose tema-

tiche che si possono sintetizzare nei se-

guenti termini:

1) necessità e adeguatezza del trattamen-

to sanitario;

2) nell’ipotesi negativa si procederà alla

valutazione del danno: maggiore durata

della malattia iatrogena, quantificazione

dei postumi permanenti, tenendo pre-

sente, nei casi di traumatologia, il danno

differenziale.

La prima questione deve essere risolta

con l’ausilio di uno specialista della ma-

teria, sia per opportunità tecniche, sia in

quanto l’attuale codice di deontologia del

18 maggio 2014 (art. 62) prevede che “…

il medico legale, nei casi di responsabilità

medica, si avvale di un collega specialista

di comprovata competenza nella discipli-

na interessata; in analoghe circostanze,

il medico clinico si avvale di un medico

legale…”.

La seconda questione, al contrario, è di

esclusiva pertinenza medico-legale. In-

fatti, superata positivamente l’interpre-

tazione che attiene all’an debeatur, l’in-

dagine prosegue verso altri scopi e con

altri metodi, essenzialmente al fine della

determinazione del risarcimento.

Il caso in esame, invece, pone una non

inusuale questione, a volte di difficile ri-

soluzione, che riguarda la distinzione tra

errore1 e complicanza2.

Nella pratica medica, l’effetto dannoso di

un trattamento è correntemente definito in

vario modo, utilizzando termini che solo

apparentemente sono sinonimi. La lette-

ratura, infatti, riporta indifferentemente

il termine di complicanza, effetto collate-

rale, secondario o indesiderato, malattia o

patologia iatrogena, eccetera. Si richiama

l’attenzione su tale questione, certamente

di non secondaria importanza ai fini medi-

co legali, dal momento che le anomalie del

decorso post operatorio, legate a compli-

canze naturali della malattia, dovrebbero

essere nettamente differenziate da quelle

conseguenze “anormali” riconducibili, ad

esempio, all’uso non adeguato del tratta-

mento chirurgico.

Poiché il danno iatrogeno rappresenta

la questione centrale attorno a cui ruota

l’incremento della conflittualità fra pa-

zienti e medici, fare luce su tale proble-

ma, a cominciare dalla questione seman-

tica, precisando e chiarendo la termino-

logia usata, sarebbe assai importante per

gli stessi operatori (ortopedici) in quan-

to un’approfondita analisi degli inconve-

nienti delle pratiche chirurgiche e una

revisione critica delle stesse, potrebbe

diffondere tra gli operatori l’applicazio-

ne di migliori strategie preventive atte a

ridurre il rischio di errori.

Al contrario, sembra quasi che i diversi

operatori, pur di non evidenziare quel-

li che, in definitiva, rappresentano loro

insuccessi terapeutici, stentino a rico-

noscere i propri errori facendo rientrare

CASO CLINICO / La responsabilità dell’ortopedico, tra errori e complicanze

11

qualsivoglia inconveniente o insuccesso

nel confuso calderone delle complican-

ze, nonostante quanto previsto già nel

codice deontologico del 2006 all’art. 14

(Sicurezza del paziente e prevenzione

del rischio clinico), poi sviluppato al me-

desimo articolo del più recente codice

(Prevenzione e gestione di eventi avversi

e sicurezza delle cure)3.

Ritornando alla questione terminologi-

ca, vi è notevole differenza tra compli-

canza (adverse events), errore (error) e

colpa professionale (malpractice-negli-

gence); per tale motivo questi termini

non possono essere indicati indiscrimi-

natamente per esprimere la “patologia

iatrogena”, in quanto, così facendo, si

creano pericolose confusioni.

Di seguito ci preme esaminare attenta-

mente la complicanza iatrogena che ha

il carattere della “neo-malattia”, i cui

confini con l’errore a volte sono assai

sfumati. La complicanza è una malattia,

o situazione patologica, che si presenta

in associazione con un’altra, oppure un

fenomeno patologico che viene ad ag-

giungersi nel corso di una malattia, di-

stinto dalle manifestazioni abituali di

essa e conseguenza delle lesioni da essa

provocate, potendo, durante il decorso

della malattia, o anche durante la conva-

lescenza, sorgere complicazioni morbo-

se, che trovano nell’organismo debilitato

terreno propizio per lo sviluppo di agenti

causali di altre alterazioni morbose.

L’adverse event, secondo la letteratura

Quadro precedente all’artrodesi

traumatologia forense / settembre 2015 n.1

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anglosassone, è convenzionalmente rite-

nuto il termine più idoneo per definire

le lesioni iatrogene non colpose causa di

degenza protratta, invalidità temporanea

o permanente, decesso.

L’errore, a ben vedere, è una falsa rappre-

sentazione della realtà che impedisce un

giudizio corretto sul significato dell’atto

che si è compiuto, che si sta compiendo

o che si compirà. Si ha errore quando si è

in presenza di un comportamento obiet-

tivamente diverso da quello che esige la

situazione, cioè quando la condotta ri-

sulti non obiettivamente adatta al caso

concreto, non essendo in grado il profes-

sionista di rendersi conto di come avreb-

be dovuto comportarsi.

Così inteso, l’errore viene considerato un

comportamento tecnicamente scorretto

ma non necessariamente colposo, causa

del mancato raggiungimento del risulta-

to utile, cui mira il paziente. Così visto,

si tratta di un problema attinente al nes-

so di causalità tra l’inadempimento e il

danno e perciò inutile in quanto non ag-

giunge nulla né al profilo della diligenza

né a quello della responsabilità.

Posto che gli errori della medicina, ine-

liminabili nella pratica clinica (l’error

scientiae è cosa diversa dall’errore com-

messo dal medico in quanto la scienza

di per sé non sbaglia, ma le sue lacune a

volte rendono inevitabile l’errore), quelli

commessi dai medici implicano il man-

cato superamento di problemi per i quali

una soluzione è già stata trovata e con-

Immagine radiografica comparativa delle tibio-tarsiche a seguito di artrodesi

CASO CLINICO / La responsabilità dell’ortopedico, tra errori e complicanze

13

validata dalla comunità scientifica, con-

sistendo nel falso apprezzamento di fatti

oggettivi per i quali, come si è detto, la

scienza medica fornisce un’interpreta-

zione o stabilisce regole precise dettate

dalle conoscenze scientifiche più avan-

zate e provate dall’esperienza.

Lo “pseudoerrore”, invece, riguarda la

natura stessa di molte manifestazioni

morbose, correlata all’insufficienza di

strumenti della medicina, sia per l’oscu-

rità di talune forme rare, sia per la va-

rietà clinica abnorme, rispetto al quadro

classico, di molte malattie comuni.

Appare chiaro, quindi, come non sem-

pre è ravvisabile la simbiosi tra errore

e colpa, in quanto non sempre l’errore

implica colpa, o la colpa l’errore, e non

sempre l’errore è colpevole o la colpa è

erronea. (Enciclopedia del Diritto, Giuf-

frè Ed., Vol. 15, pag. 288, 1966).

Le complicanze prevedibili ed evitabili,

perché oggetto di studi atti a identificar-

le onde impedire che si verifichino, po-

trebbero rientrare nella categoria degli

errori inescusabili, qualora sia confer-

mata la mancata previsione dell’evento

per omissione, azione impropria, imperi-

zia, imprudenza, negligenza, identifican-

dosi in tal modo una condotta colposa

dell’ortopedico.

Questa premessa, necessaria per defi-

nire l’importante differenza tra errore e

complicanza, al fine di non incorrere in

equivoci semantici e concettuali, assume

rilievo nel caso di specie.

Immagine radiografica a seguito di artrodesi

traumatologia forense / settembre 2015 n.1

14

Passando quindi alla disamina del caso

clinico richiamato, è noto che l’artrode-

si della tibio tarsica (Tibio-Talare) è un

intervento importante e delicato che può

comportare buoni risultati in termini

di dolore con inevitabile sacrificio del-

la motilità. Nel caso in esame, a fronte

delle risultanze dell’osteosintesi della

frattura trimalleolare dell’articolazione

tibio-tarsica, esitata in grave artrosi, fu

correttamente indicato l’intervento di

artrodesi tibio-tarsica e sottoastragalica

con chiodo endomidollare bloccato.

Dalle immagini radiografiche emerge

come il posizionamento dei mezzi di sin-

tesi fu corretto: il chiodo è bloccato pros-

simalmente da una vite transtibiale e di-

stalmente trans calcaneare; le tre viti al

4° distale del perone sono necessarie per

solidarizzare il perone alla tibia e la linea

di frattura obliqua, visibile a tale livello,

non è altro che quanto conseguente all’o-

steotomia chirurgica opportunamente

eseguita per la corretta fusione del pero-

ne alla tibia e la buona consolidazione

dell’osteotomia biplanare a cuneo della

tibia stessa.

Per quanto attiene all’ipoestesia sul ter-

ritorio del nervo peroneo superficiale,

ramo del nervo peroneo comune, e al ter-

ritorio laterale della pianta del piede, è

bene ricordare che il nervo peroneo su-

Immagini radiografiche post rimozione del chiodo endomidollare

CASO CLINICO / La responsabilità dell’ortopedico, tra errori e complicanze

15

perficiale, dopo la sua divisione dal ner-

vo peroneo profondo a livello del colletto

del perone, si porta verso il basso fra il

muscolo estensore delle dita e i musco-

li peronei, attraversa la fascia crurale al

terzo medio-inferiore della gamba e a

questo livello si divide nei nervi cutanei

dorsali mediale e intermedio. Il nervo

cutaneo dorsale intermedio decorre lun-

go la parte laterale del dorso del piede,

innervando la cute e le fasce circostanti

e formando i nervi digitali dorsali per il

terzo, quarto e quinto dito si anastomiz-

za con il nervo cutaneo dorsale laterale,

ramo del nervo surale.

In occasione della revisione chirurgica

del nervo plantare laterale, in concomi-

tanza alla rimozione del chiodo endomi-

dollare, si ebbe modo di isolare il ramo

plantare laterale del tibiale posteriore

che si presentava inglobato da tessuto fi-

broso ma continuo, procedendosi quindi

ad accurata neurolisi. Dal referto opera-

torio si evince chiaramente come il di-

sturbo parestesico sofferto dalla signora

Rossi non fosse attribuibile a una lesione

da infissione delle viti (come ipotizzato),

bensì all’inglobamento da parte del tes-

suto fibroso post-operatorio. Tale eve-

nienza rientra pienamente nelle compli-

canze essendo di per sé non prevedibile

né evitabile dall’operatore, ma dipenden-

te dai processi cicatriziali tipici di ogni

soggetto.

Note

1. Si definisce “errore medico” un’omissione di

intervento o un intervento inappropriato a cui con-

segue un evento avverso clinicamente significativo.

Rientra nella definizione il concetto che non tut-

ti gli eventi avversi sono dovuti a errori, ma solo

quelli evitabili. Non sempre è facile stabilire se un

evento avverso sarebbe stato evitabile e, dunque,

dovuto a errore oppure no. L’errore medico viene

considerato oggi l’evento conclusivo di una catena

di fattori, nella quale il contributo dell’individuo

che l’ha effettivamente commesso è l’anello finale,

ma non necessariamente il maggiore responsabile

(Editoriale: L’errore in medicina, in Bollettino d’in-

formazione sui farmaci, 3, 99, 2001).

2. La “complicanza” è una malattia o una situa-

zione patologica che si presenta in associazione

con un’altra (Dizionario Medico Illustrato Dor-

land), oppure che viene ad aggiungersi nel corso

di una malattia, distinta sia dalle manifestazioni

abituali di essa e sia dalle conseguenze delle lesioni

da essa provocate (Dizionario dei Termini Tecnici

di Medicina, Gagliardi Ed.); infatti, durante il de-

corso della malattia, o anche durante la convale-

scenza, possono sorgere complicazioni morbose, in

quanto nell’organismo debilitato possono trovare

terreno propizio al loro sviluppo gli agenti causali

di altre alterazioni morbose (Dizionario di Medici-

na, Utet Ed.)

3. “Il medico opera al fine di garantire le più idonee

condizioni di sicurezza del paziente e degli operatori

coinvolti… contribuendo alla prevenzione e alla ge-

stione del rischio clinico attraverso: …la rilevazione,

la segnalazione e la valutazione di eventi sentinella,

errori, “quasi-errori” ed eventi avversi valutando le

cause e garantendo la natura riservata e confidenzia-

le delle informazioni raccolte”.

traumatologia forense / settembre 2015 n.1