Trasformazioni di un paesaggio

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Studi sulle dinamiche urbane a Caserta

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a linda compagna ‘im’perfettaa caterina leggiadra sirenetta

a carolina rotonda folletta

...ai miei genitori leonardo ed ersilia

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cosa di significativo rispetto alla grande letteratura che in questi anni ha trattato tali temi, doveva riu-scire ad individuare una via che forse si delineava tra le pieghe di discipline che, parallelamente o persovrapposizione, già li aveva sperimentati. Lo sguardo dei fotografi, dei registi ad esempio, aveva messoa punto già un modo di osservare le cose scevro da ogni peso politico o libero da una formazione cul-turale tendenziosa. Forse, proprio l’assembaggio temporale di immagini diviene un modo efficacedi rappresentare la complessità come in una sequenza di fotogrammi che scandaglia i dettagli di unacittà. Nel film “Caro diario” Nanni Moretti, passeggiando in Vespa a Roma ci permette di guardare lacittà, avendo sempre presente il tipo di trasformazione avvenuto e le conseguenze sociali ed am-bientali che ha prodotto tale modificazione. “Le immagini operano un lavoro di sincretismo temporale pre-sentandosi come attestazione di un presente, estivo e deprivato dalla presenza umana ma essendoaccompagnate al contempo da una didascalia verbale che nomina il quartiere di appartenenza...chi guardasa che quel presente visivo porta con sè un passato, ma a questo punto non gli è più dato dui sapere quale,l’unico esercizio che gli è concesso è quello del puro vedere, in una forma sublime di spettatorialità.”3 Que-sta temporalità dello sguardo è particolarmente chiara nell’episodio in cui il regista gira per il quartiereresidenziale di Casal Palocco, situato tra Roma ed il mare di Ostia, costruito a partire dagli anni '50, conville e villini con ampi giardini alberati e spazi interni recintati da muri e siepi. Attraverso il dialogo conun passante ci sottolinea come già in quegli anni la borghesia fuggiva dalla città per rifuggiarsi inquartieri chiusi e senza identità dove potevano ostentare lusso e riservatezza."Passando accanto a que-ste case, sento un odore di tute indossate al posto dei vestiti, un odore di videocassette, cani in giardino a farla guardia e pizze già pronte dentro scatole di cartone. Ma perché sono venuti quaggiù trent'anni fa?” e poirivolto al passante dice “Scusi, ma perché siete venuti ad abitare qui a Casal Palocco?" il passante risponde" Ma guardi che verde, la tranquillità..." e lui " Sì, il verde ma...voi...sono sicuro una trentina di anni fa...no?...sietevenuti qua. Sessantuno..." e il passante "Sessantadue", lui " Ecco...trent'anni fa Roma era una città meravi-gliosa", il passante ancora "Ma qui è diverso" e Moretti afferma "Qui è diverso...anche ora. Ma Roma alloraera bellissima, capisce? Questo, mi spaventa. Cani dietro i cancelli, videocassette, pantofole..."Ancora più attinente la ricerca fotografica di Gabriele Basilico verso la scoperta di nuovi paesaggi ur-bani, la riconfigurazione nel tempo di luoghi marginali, la metamorfosi di edifici storici; evidenziandopezzi di territorio solcati da reti autostradali, panorami di citta, quartieri periferici legge la dimensioneestetica della città come sublimazione della sua morfologia.. “E’ per questo forse che il mio interesse e lamia attenzione non sono rivolti alla bellezza in sè, per esempio ai grandi monumenti o all’architettura comeespressione di cultura e storia, ma preferibilmente alla “città media” e in particolare alle periferie e alle zonemedie, quelle nelle quali, dal punto di vista dell’architettura, la qualità dell’ambiente urbano si diluisce fino

3 - Federica Villa, “Nanni Moretti. Caro diario”, ed. Lin-dau, Torino 2007

Ecco il punto. Il passaggio dalla potenza all’atto fa esplo-dere la necessità dello spettatore, così più volte evocatodall’insistenza delle soggettive, dalla congiunzione tra er-ranza e veggenza, dalla profonda volontà di mostrazioneche sostiene tutto questo primo capitolo. Quando il filmfatto di panoramiche su case si fa, la voce lascia lo spet-tatore solo, lo affranca dalla sua guida e lo spone comeunico destinatario. Sostanzialmente l’idea di mostrare uncompimento in atto serve per mettere in evidenza la pre-senza irrinunciabile dello spettatore, la sua funzionecome datore di consistenza alle immagini.

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Il disegno di Cassiano De Silva (Pubblicato da Giovan Battista Pacichelli nella Collezione di disegni daltitolo “Il regno di Napoli in prospettiva”, Stampatore Mutino, Napoli 1702) rappresentata in maniera pre-cisa questa trasformazione urbana che dal passaggio dell’area mercatale da Casa Irta al Villaggio Torrefino alle trasformazioni borboniche accresce la sua dimensione intorno al Palazzo degli Acquaviva,lungo via San Carlo e lungo la strada che porta a San Nicola (l’attuale via Vico). “La Caserta dei PrincipiAcquaviva definisce la struttura urbana della città prima dei Borbone, ma diviene anche la base su cui i Bor-bone potranno intervenire con le loro operazioni di trasformazione. “La logica insediativa degli Acquaviva,concentrata sull’emergenza urbanistico - architettonica della Piazza Mercato ed allargata anche alla fon-dazione di complessi religiosi, rappresentava una pianificazione territoriale che si era innestata sulle pree-sistenze.”5

V - Caserta, prima della costruzione della Reggia, è un borgo di poche case rurali costruite attorno alPalazzo degli Acquaviva che affaccia sulla Piazza del Mercato di forma rettangolare allungata. Adia-cente quest’area, alle spalle di Palazzo Castropignano vi è l’isolato del Duomo. Oltre al già esistenteconvento di Sant’Agostino, l’Esperti documenta l’istituzione di un convento di Carmelitani nella chiesadell’Annunziata (sostituita dall’attuale Duomo). Se ne deduce che l’isolato del duomo, nucleo origin-rio del Villaggio Torre, già nei primi del ‘700 abbia cominciato ad assumere la forma attuale,con i dueedifici religiosi collocati in contrapposizione nei due angoli dell’isolato. Sino al 700 il territorio caser-tano non subisce particolari trasformazioni. I borghi di origine medievale si accrescono sulle stessestrutture preesistenti. Bisogna attendere l'avvento dei Borbone per dare nuova spinta alla trasforma-zione del paesaggio che assume un aspetto tutt’oggi rintracciabile. Questo evento coincide con il pe-riodo illuminista delle riforme: prende consistenza la borghesia provinciale e la lotta contro la feudalitàconclusasi con le leggi eversive napoleoniche indebolisce i vecchi ceti nobiliari concentrati nella ca-pitale. Iniziano i programmi di grande respiro di Carlo III che con la collaborazione del Tanucci estendela realizzazione delle opere pubbliche a tutto il Regno. Vengono progettate e realizzate strade digrande comunicazione, si organizzano i siti reali, nascono le residenze reali tra cui la Reggia di Caserta,la colonia di S.Leucio con il bosco di S.Silvestro, la Vaccheria, il complesso di Carditello. Una modificaconsistente avviene nella struttura urbana che tende a svilupparsi lungo gli assi paralleli all’asse cen-trale del parco. In effetti, eliminati i collegamenti per Capua con la costruzione della Reggia che recidele strade che da piazza mercato si dirigevano verso ovest, la città si espande verso le tre direzioni car-dinali rimanenti: nord, via Giannone verso San Leucio, est, via San Carlo verso Casa Hirta e sud, viaMazzini e via Vico verso la pianura.

Nella pagina successiva disegno della sovrapposizione trala civitas seicentesca sostenuta dal palazzo acquaviva el’impianto della città borbonica: punti di contatto e di tra-sformazioni. Gli edifici borbonici individuano luoghi stra-tegici che confermano e condizionano la crescita dellacittà intorno al nucleo cinquecentesco e alla reggia: 6 - Quartiere Militare dell’Aldifreda7 - Ospedale MIlitare8 - Cappella degli Schiavi Inoltre, si evidenza il mantenimento dei limiti della starzamurata, dei giardini e del bosco degli Acquaviva mentrevengono soppresse alcune arterie di collegamento: vieneobliterato “... Il collegamento diretto tra piazza mercato eCapua, che passava per il Monastero di San Francesco diPaola e Casagiove mentre La strada del trivio, che uscivada Caserta per via S. Elena e proseguiva per Recale e Mar-cianise, tagliando in diagonale l’attuale piazza Carlo III,fu poi deviata, con la costruzione della strada ellittica, die-tro il quartiere orientale (oggi Caserma Pollio), e si inne-stava nella strada, ancora presente nelle vecchie carte,che portava al feudo di S. Martino.” Rosa Carafa e Giovanna Sarnella, “Caserta: dalla Reggiaalla Chiesa di S. Agostino”, ed. rce, Potenza 2002

5 - Lucia Giorgi, “Caserta e gli Acquavita”, ed. Spring,Caserta 2004

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Inciso - I dipinti, le gouaches, gli acquerelli e le incisioni commissionate dai Borbone celebrano il fastodella corte napoletana. Le opere di Jacob Philipp Hackert, Giovan Battista Lusieri, Luigi Fergola o Gia-cinto Gigante nel riprendere la Reggia ed il suo parco, descrivono il paesaggio lussureggiante ed iborghi che circondano il palazzo reale. I vedutisti privileggiano la vista che dai colli Tifatini si proiettaverso Napoli con lo sfondo del Vesuvio e delle campagne coltivate. Questo punto di vista segue l’in-tento strategico dei Borbone che prevedeva la ‘città nuova’ disposta lungo il Viale Carlo III sull’asseNord - Sud. La vista seicentesca di Cassiano De Silva ritrae Caserta a partire dal Palazzo degli Acqua-viva e la Piazza del Mercato disposti sull’asse est-ovest con un ideale collegamento con Casa Hirta. Larotazione di novanta gradi del punto di vista ci propone un nuovo modo di osservare il paesaggio. Ilnuovo asse di fondazione si innesta sulle preesistenze dei borghi e della centuria impostando una leg-gera rotazione di circa 8° rispetto la griglia romana. Adagiandosi alla geografia del territorio, l’asse della

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Reggia rappresenta l’idea della nuova città paesaggio. I vedutisti ritraggono gli elementi. Nell’acque-rello su carta del 1783 Giovan Battista Lusieri riprende il fertile territorio casertano che si godeva dalbelvedere reale tra il monte San Michelee la piana oltre Caserta. I toni chiari e pacati, tipici dell’artista,ben si addicono alla fertile Terra di Lavoro. La veridicità della rappresentazione dell’edificato, tipica delLusieri, in questo caso, è contraddetta nel sovradimensionamento della reggia. Su tutto spicca la moleregolare del palazzo reale che, anche se visto da lontano, mostra con chiarezza la sporgenza dei treblocchi centrali e laterali. L’intento è quello di glorificare l’operato dei Borbone, contrapponendo cosìla residenza reale al resto dell’edilizia cittadina. Nella gouache del 1782 di Philipp Hackert (pagina se-guente) si ritrae Caserta dall’alto della collina di Puccianiello e ci consente di vedere accanto al palazzonuovo il primitivo palazzo degli Acquaviva, poco distante il campanile della cattedrale e poi i campicoltivati fino alle pendici del monticello.6

6 - Francesaca Capano, “Caserta per immagini: dal-l’iconografia alla cartofrafia di una provincia tra XVIII eXIX secolo”, in “Iconografia delle città in Campania” acura di Cesare de Seta e Alfredo Buccaro, ed. ElectaNapoli, Napoli 2007

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Casi studio

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con l’area della Saint Gobain. L’impianto della città ottocentesca e di inizio novecento deriva dal di-segno dell'asse viario progettato da Carlo Vanvitelli in direzione est - ovest contraddicendo, eviden-temente, la struttura della città pensata da Luigi Vanvitelli. Il Corso Ferdinandeo misura gli isolati conuna griglia di 200 x 200 metri divenendo il principio insediativo su cui si fonderà anche la città mo-derna. Può essere descritto in questo modo: partendo dall’innesto con l’antica via Appia si appoggiaal prospetto della Reggia ed attraversa due bracci semiellittici che disegnano la grande piazza CarloIII, incrocia il borgo della Santella da cui parte il taglio trasversale di Via Ferrante e, dividendo in dueemicicli porticati piazza Margherita, inizia il suo tratto di strada contraddistinto dal disporsi modulatodi edifici borghesi a corte; crea un sistema urbano perpendicolare al sistema artificiale/naturale van-vitelliano; si interseca con il sistema delle aree militari intercettando la Macrico (ex piazza d’armi e de-posito militare); si ricollega ai borghi rurali di San Benedetto, Falciano e Tredici terminando nellafrazione di San Clemente.Il territorio casertano non ha figure geometriche che possano descriverlo se non un sistema di ele-menti a scala di paesaggio tenuti insieme dalla centuria, dalla corona dei Monti Tifatini e dall’asse van-vitelliano. Allora possiamo affermare che Caserta è una città paesaggio caratterizza da figurecomplesse ed aperte. Abbiamo ridisegnato il grande asse vanvitelliano come un sistema unitario ditipo misto e cioè paragonabile ad una moderna infrastruttura urbana che nasce dall’articolazione dielementi artificiali ed elementi naturali riuscendo a ricucire parti di territorio e a stabilire nuovi rapporticon le preesistenze. La collina di San Silvestro e la cascata, il Giardino Inglese, l’alternarsi di vasche efontane, i giardini lungo l’asse centrale e le alberature, i ponti che individuano i salti di quota, l’attra-versamento centrale del palazzo reale, la piazza ellittica ed il Viale Carlo III formano una successionedi progetti correlati tra di loro, un sistema ibrido che fa interagire materiali diversi dentro nuovi equi-libri ecologici, funzionali e spaziali del paesaggio. Il Giardino Inglese, ad esempio, è una parte auto-noma del parco ma parte necessaria dell’intero complesso; disegnato per proporre luoghi suggestivie densi di richiami ai modelli del tempo, definisce nuove relazioni con il contesto percepibili sia nellavisione a distanza sia nel contatto che i bordi murati stabiliscono con i borghi circostanti. Anche la grande strada a sezione tripartita di Viale Carlo III e l’ellissi della piazza prospiciente la Reggiapossono essere considerati progetti di tipo paesaggistico; nel loro radicamento al contesto sono ca-paci di costruire il carattere urbano di tali progetti. Il Vialone, disegnato per sostenere lo sviluppo fu-turo della nuova città di Caserta verso Napoli, oggi è una grande arteria carrabile a scorrimento veloceche potrebbe essere ripensata nelle mutate condizioni della città contemporanea. “Questo progetto,interrotto ma soprattutto stravolto dai processi urbanizzativi recenti, faceva perno sulla direttrice disegnata

cascata

I salto di quota

II salto di quota

reggia

ferrovia

via appia

rotonda

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Elementi di paesaggio

Caserta è costruita da elementi urbani a scala di pae-saggio correlati tra loro attraverso sistemi infrastruttu-rali.A lato viene rappresentato uno dei sistema a scalapaesaggistica contraddistinto da materiali di varia na-tura funzionale; è anche uno degli assi centuriali su cui,nel tempo, si sono innestati altri assi urbani. In corri-spondenza delle aree di studio tale asse si interrompesia per la presenza delle due linee ferroviarie sia per lapresenza della depressione della cava orizzontale deimulini borbonici; l’ex area industriale ‘saint gobain’ con-clude tale sistema. Trasversalmente il sistema ferrovia-rio accompagna la costruzione di una complessasusccessione di arterie secondarie, borghi storici e in-frastrutture; idealmente trova un punto di partenzanella piazza ellittica del palazzo reale e termina, connaturale conformazione, nella cavea/cava Iuliano diSan Clemente.

cave di puccianiello

monastero dei cappuccini

cimitero

svincolo variante anas

quartiere vanvitelli

sistema di spazi pubblici

area libera (caserma garibaldi)

area macrico

ex mulini borbonici

area ex saint gobain

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che, in quanto forma dell’ambiente fisico non solo nella dimensione percettivo - prospettica dell’oggetto odell’edificio, ma anche in quella più ampiamente territoriale, riassuma e renda presente nell’attualità delmomento della progettazione l’intera storicità circostante.”4 Il ridisegno di quei “materiali resistenti” checostituiscono le invarianti nel processo evolutivo storico è sviluppato attraverso i confini catastali egeografici, i percorsi storici, la trama della griglia centuriale, la giacitura degli edifici storici e l’evoluzionedell’impianto urbano e ci permette di avere un quadro chiaro delle problematiche dei casi studio. Ab-biamo selezionato cinque temi come casi esemplificativi dalle modalità di trasformazione di questaarea studio. Rileviamo la necessità di osservare gli organismi complessi e dinamici di questa porzionedi paesaggio a partire dalla contrapposizione degli elementi naturali ed artificiali, nella variazione deirapporti spaziali tra i sistema orografici, infrastrutturali e gli insediamenti urbani. Sono mutate le con-dizioni di relazione tra le residenze e gli spazi pubblici. Si può notare come, ad esempio le aree agri-cole si siano urbanizzate seguendo le trame catastali senza nessuna idea di piano, le colline sono statescavate senza regole a ridosso dell’abitato, le strade hanno cambiato il loro tracciato capovolgendo,in alcuni casi, il rapporto tra edificio e strada. Allora il problema è di tipo fenomenologico, cioè ci in-terassa approfondire come queste modificazioni nel tempo abbiano realmente mutato il modo diabitare i luoghi. Intendiamo scoprire come le parti urbane si trasformano, ci interessa meno cono-scere il motivo per cui queste cambiano il loro rapporto relazionale con l’esterno. L’obiettivo è dimo-strare che la definizione di queste condizioni ponga in essere tematiche progettuali e non solo diindagine. La catalogazione di questi principi trasformativi complessi individua le problematiche da ri-solvere per il miglioramento delle condizioni di vita e per il recupero di tali aree. Nella tavola che ab-biamo chiamato carta dei temi disegnamo in maniera sintetica alcuni elementi sopra descritti.Utilizziamo una rappresentazione grafica astratta, composta dalla sommatoria di foto da terra, sezionied assonometrie; indichiamo un repertorio di situazioni ricorrenti che mettono in discussione le unitàtipologiche tradizionali. Così l’incrocio tra la Strada Statale costruita negli anni ‘80 e la Variante Anas co-struita negli anni ‘90 produce un’alterazione del tessuto storico, introduce un nuovo modo di relazio-narsi tra le parti urbane interessate alla modificazione. Mentre le residenze storiche a corte rurale, adesempio, come vedremo dopo in dettaglio, hanno perso, nella trasformazione, il loro principio co-struttivo dell’introversione e di conseguenza il carattere di unità tipologica autonoma. Oggi, sonoparte di un sistema più complesso che assume significato a partire dalla lettura tassonomica deglielementi minimi per giungere alla definizione del rapporto con gli spazi interni ed esterni liberi, allearee verdi, ai limiti del lotto, al sistema di strade (storiche e di nuova formazione). Questi sistemi di re-lazione ricompongono quelle che noi definiamo unità tipologiche complessa di studio.

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Schizzi di studio: profili in lontananza; la cava Iulianoa San Clemente

4 - Vittorio Gregotti, op. cit.

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Carta dei temi

Questo disegno individua e ricompone in modoastratto i temi di studio; sono coerenti con la que-stione di fondo che ricerca il nuovo modo di relazio-narsi tra le residenze di nuova edificazione, lepreesistenze storiche, il tessuto storico e le nuove in-frastrutture in un paesaggio urbano periferico con-traddistinto dall’erosione delle collinee dagli impiantiindustriali.

1_ strada storica2 _ variante anas3 _ tiro a segno4 _ insediamento abusivo5_ insediamento pedemontano

Borgo di San Clemente

1_ strada storica

2 _ variante anas

3 _ tiro a segno

4 _ insediamento abusivo

5_ insediamento pedemontano

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Le questioni poste da questo caso studio derivano dalla ricostruzione delle fasi di modificazione deltracciato viario di collegamento tra Caserta e Maddaloni. Il percorso in esame era, prima dell’espan-sione recente, una strada rurale secondaria che si innestava all’asse centuriale con un’andatura si-nuosa e si ricollegava al corso principale che attraversava il nucleo di San Clemente. L’allargamento ela rettifica del tracciato della strada rurale, avvenuta negli anni ottanta, ha contribuito, in maniera de-cisiva, alla trasformazione del carattere di questo borgo in quartiere periferico. La strada a scorrimentoveloce ha consentito ai lotti, che insistevano su di essa, di acquisire un plus valore per la loro posi-zione. La sovrapposizione del nuovo tracciato, inoltre, ha prodotto spazi di risulta che si sono andatiad occupare col tempo. Queste aree sono state utilizzate, per la loro facilità di accesso, con funzioniterziarie: depositi di materiali edili, concessionarie automobilistiche, negozi all’ingrosso, uffici, ecc; ivolumi che ritroviamo occupano e chiudono il lato verso l’antico tracciato e si aprono lasciando piùspazio libero verso la strada statale. Questo sistema è divenuto una fascia di filtro per l’ubanizzazioneretrostante che avviene in maniera più sistematica secondo la direzione della centuria. Nel punto in cui la strada statale incrocia l’asse storico della frazione di San Clemente avviene unoscarto dimensionale per la costruzione di due edifici alti per residenze con basamento di negozi. Co-struiti negli anni ‘90 (di recente ne è stato costruito un terzo della stessa altezza e da poco si sta co-struendo una struttura alberghiera), tali edifici assumono come principio insediativo il rapporto conla strada a scorrimento veloce e con il vecchio asse centuriale, disponendosi con un fronte principalead L rivolto verso i due assi. Questi edifici sono posizionati sul limite interno del lotto ed arretrano inmodo da lasciare un ampio spazio libero carrabile verso strada. Mentre i piccoli volumetti sulle areedi risulta sono autocostruiti, gli edifici alti seguono le indicazioni del Piano di Recupero; così nel primocaso c’è una corrispondenza tra forma ed impianto storico, nel secondo le indicazioni del piano, checonsente più volumetria, nega la forma del lotto creando una discrepanza tra forma storica e nuoveedificazioni. Proseguendo verso Maddaloni si incontra la chiesetta di Santa Maria di Macerata di ori-gini cinquecentesca, probabilmente, posta a segnare metà centuria in direzione est - ovest con un’areaalberata sul alato ovest. La costruzione della statale ha provocato queste modificazioni: la giacituradella chiesetta diverge rispetto la nuova strada formando un’area antistante l’ingresso; il vecchio pianodi sedime è ad una quota inferiore provocando un dislivello tra il nuovo piano stradale e la chiesetta. Negli anni 80, sul lato sud della chiesa, è stata addossata una casa (forse una canonica) che si affacciasu di uno spazio triangolare sistemato a giardino. Si sono poi aggiunti sul lato nord - ovest altri volumie tettoie che hanno reso introverso il lotto; è recintato con un muretto basso, una ringhiera ed un si-stema di siepi alte ed alberi da frutto.

Trasformazioni di una strada rurale

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schizzo che illustra la trasformazione della strada ru-rale in strada statale con il successivo crearsi di aree dirisulta

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Repertorio di situazioni tipologiche

Confrontiamo il tracciato storico e la strada statale ge-neratrice di una serie di edifici speciali.Il disegno mette in evidenza le variazioni che ha su-bito il tracciato della strada storica Caserta Maddalonidopo i lavori dell'allargamento della carreggiata stra-dale avvenuti negli anni '80 attraverso la definizionedella strada statale attuale e i nuovi elementi insedia-tivi:1-casa alta con basamento commerciale;2-capannone con affaccio sulla s.s.3-chiesetta cinquecentesca

tracciato della strada statale prima degli interventi ditrasformazione degli anni ottanta

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Sezioni urbane che definiscono il rapporto tra lo svin-colo della Variante Anas ed il sistema di residenze direcente formazione che disegna i suoi bordi

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situazione prima del 2000 situazione dopo il 2000 sistema spaziale strutturale

piano commerciale eresidenze

scale ballatoi

mansarda

Decostruzione di situazione tipologica

Sostituzione edilizia a Tredici

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Classificazione degli edifici residenziali smontati per parti vo-lumetriche e significative

residenza in parco anni ‘70 residenza di sostituzione anni ‘00 residenza con aggiunte anni ‘90

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residenza alta e basamento commerciale anni ‘90residenza interstiziale anni ‘60

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studi assonometrici del sistema cave, vegetazione edelementi infrastrutturali

in evidenza (foto aerea e schizzo) il nodo infrastruttu-rale del sottopasso che collega la cava dei mulini bor-bonici con l’area dell’ex sait gobain

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la sezione della cava che definisce l’area b è formatada due bordi edificati (lati lunghi) e da due bordi li-beri (lati corti). Su di un lato lungo si è costruito neglianni ‘70 un edificio composto da quattro piani resi-denziale e un basamento destinato a garages; il latoopposto è definito da una striscia lottizata in modoabusivo con parti inedificate altre condonate ed altrein stato di rustico (con lo scheletro in cemento a vista).Ancor più imponente l’edificio per uffici nato neglianni ‘90 formato da un basamento di garages semin-terrato che colma i circa 4 metri di dislivello tra laquota stradale e la cava; un porticato che disegna ilpiano terra sul lato lungo verso la cava e quattro pianidi uffici in cutain wall. I lati corti definiscono il rap-porto con la città: da una parte il lato tangente allastrada storica di collegamento tra san benedetto e ca-serta e punto di contatto con l’ex mulino borbonico;dall’altra l’apertura verso la linea ferroviaria e l’areadella macrico. Su questo lato si legge il dislivello dicirca quattro metri prodotto dallo scavo della cava.

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