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COMUNE DI BARLASSINA (PROVINCIA DI MILANO) PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO L.R. N°. 12/2005 Doc. n°. 1 - D - DOCUMENTO DI PIANO RELAZIONE All. n.° 1 - CARTA DEL PAESAGGIO All. n.° 2 - VALUTAZIONE DI INCIDENZA SUL S.I.C. “BOSCHI DELLE GROANE” All. n.° 3 – SCHEDA DI VALUTAZIONE ADOZIONE DEL PUBBLICATO ALL’ALBO COMUNALE IL CONTRODEDUZIONI CONSILIARI DEL DELIBERA DI APPROVAZIONE DEL IL SINDACO IL SEGRETARIO IL PROGETTISTA

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PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

L.R. N°. 12/2005

Doc. n°. 1 - D - DOCUMENTO DI PIANO RELAZIONE All. n.° 1 - CARTA DEL PAESAGGIO All. n.° 2 - VALUTAZIONE DI INCIDENZA SUL S.I.C. “BOSCHI DELLE GROANE” All. n.° 3 – SCHEDA DI VALUTAZIONE ADOZIONE N° DEL PUBBLICATO ALL’ALBO COMUNALE IL CONTRODEDUZIONI CONSILIARI N° DEL DELIBERA DI APPROVAZIONE N° DEL IL SINDACO IL SEGRETARIO IL PROGETTISTA

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PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

L.R. N°. 12/2005

Doc. n°. 1 - D - DOCUMENTO DI PIANO RELAZIONE All. n.° 1 - CARTA DEL PAESAGGIO

1a – Contenuti 1b – Sensibilità paesaggistica dei luoghi e

monitoraggio dello stato del paesaggio al 2007

ADOZIONE N° DEL PUBBLICATO ALL’ALBO COMUNALE IL CONTRODEDUZIONI CONSILIARI N° DEL DELIBERA DI APPROVAZIONE N° DEL IL SINDACO IL SEGRETARIO IL PROGETTISTA

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PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

L.R. N°. 12/2005

Doc. n°. 1 - D - DOCUMENTO DI PIANO RELAZIONE All. n.° 1 - CARTA DEL PAESAGGIO

1a – Contenuti ADOZIONE N° DEL PUBBLICATO ALL’ALBO COMUNALE IL CONTRODEDUZIONI CONSILIARI N° DEL DELIBERA DI APPROVAZIONE N° DEL IL SINDACO IL SEGRETARIO IL PROGETTISTA

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CONTENUTI

Per Carta del Paesaggio non si intende un singolo elaborato cartografico, ma un apparato descrittivo e rappresentativo composto da più carte, da testi discorsivi e da elenchi o repertori, tali da comunicare efficacemente la struttura del paesaggio locale,

la presenza in esso di criticità ed emergenze, al fine di rendere partecipi i cittadini alla

formazione e gestione del piano anche relativamente agli aspetti della pianificazione e

tutela del “paesaggio che c’è”.

Nei documenti del Piano di Governo del Territorio del Comune di Barlassina, ritroviamo

già gli elementi che costituiscono la suddetta Carta, elaborata alla luce delle indicazioni

dell’ ”allegato A” - modalità per la pianificazione comunale (l.r. 12/2005 art.7), pubblicate

dalla Regione Lombardia.

Questi elementi, per una più semplice lettura, vengono di seguito riportati secondo lo

schema dell’ “Allegato A – Contenuti paesaggistici del P.G.T. - l.r. 12/2005 art.7.”.

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FASE CONOSCITIVA DEL PAESAGGIO Di seguito vengono indicati i documenti, o parte di essi, che compongono la Carta del

Paesaggio.

Evidenziati in grigio nnn sono i quesiti posti nell’ ”Allegato A” - l.r. 12/2005 art.7.

In ARIAL i documenti del Piano di Governo del Territorio che rispondono ai quesiti.

A – CARATTERI CULTURALI E NATURALISTICI DEL PAESAGGIO COMUNALE - Elementi e caratteri costitutivi -

1 - Caratteri ed articolazione dei paesaggi restituita dal P.T.P.R. e dal P.T.C.P.

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – D – RELAZIONE

c – PIANO TERRITORIALE PAESISTICO REGIONALE (P.T.P.R.) – ESTRATTI DELLE TAVOLE BARLASSINA – P.T.P.R.

pag. 89

d – IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.) BARLASSINA – P.T.C.P. – ESTRATTO DELLE TAVOLE

pag. 100

2 - Strumenti cartografici utilizzati nella fase di restituzione conoscitiva del territorio: Elementi geomorfologici, sistema idrico, inquinamento.

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – G – VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

A – IL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE – Comune di BARLASSINA - CARTOGRAFIA TEMATICA – S.I.T.

pag. 13

SCENARIO DI VALUTAZIONE – RELAZIONE DI SINTESI 1 – TERRITORIO – 2 - AMBIENTE

pag. 5

3 – Approfondimenti degli elementi strutturali e naturali del paesaggio.

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – D – RELAZIONE

D – ASSETTO GEOLOGICO, IDROGEOLOGICO E SISMICO

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – E– STUDIO GEOLOGICO - RELAZIONE

2 – GEOMORFOLOGIA E GEOLOGIA pag. 7

2.1 GEOMORFOLOGIA pag. 7

2.2 GEOLOGIA DI SUPERFICIE pag. 7

3 – IDROGEOLOGIA E IDRO CHIMICA pag. 11

4 – IDROGRAFIA pag. 23

5 – AZZONAMENTO GEOLOGICO-TECNICO DEL TERRITORIO pag. 36

6 – ANALISI DEL RISCHIO SISIMICO pag. 54

8 – SINTESI DEGI ELEMENTI CONOSCITIVI pag. 62

4 – Elementi della struttura naturale dei luoghi.

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – B – PROGETTO

All. 1 – COROGRAFIA – Inquadramento territoriale – scala 1:20.000

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Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – G – VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

All. 1d – AZIONI DELLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE DEGLI INTERVENTI – scala 1:4.000

5 – Linee e reti infrastrutturali esistenti – Infrastrutture della mobilità.

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – A – STATO DI FATTO

All. C – URBANIZZAZIONI ESISTENTI – scala 1:4.000

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – B – PROGETTO

All. 2 – VIABILITA’ – scala 1:4.000

6 – Elementi costruiti pubblici.

Doc. 2 – PIANO DEI SERVIZI

All. 1 – PREVISIONI DEL PIANO DEI SERVIZI E INVARIANTI AMBIENTALI - scala 1:4.000 – per infrastrutture – impianti tecnologici – filari – sistema del verde.

Doc. 3 – PIANO DELLE REGOLE – B – N.T.A.

All. 2g2 – TIPOLOGIE EDILIZIE, SPAZI LIBERI E SCHEMI COMPOSITIVI - scala 1:1.000 – per il tessuto edificato, in particolare del centro e dei nuclei storici.

7 – Carta dell’uso del suolo.

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – G – VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

A – IL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE – Comune di BARLASSINA - CARTOGRAFIA TEMATICA – S.I.T. – Uso del Suolo – Rilievo 1:10.000

pag. 22

Doc. 3 – PIANO DELLE REGOLE – B – PROGETTO

All. 1b – CALCOLO DELLA CAPACITA’ INSEDIATIVA - – Tabella riassuntiva della – DESTINAZIONE D’USO DEL SUOLO COMUNALE.

8 - Caratteri generali della popolazione interessata: abitanti e fruitori.

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – D – RELAZIONE

1 – RELAZIONE DI SINTESI SUL SISTEMA SOCIO - ECONOMICO. pag. 32

Doc. 2 – PIANO DEI SERVIZI

4 – DETERMINAZIONE DEI PARAMETRI DI QUALITA’. pag. 41

3.3 ENTI E ASSOCIAZIONI pag. 38

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A1 – TRASFORMAZIONI E FORMAZIONE DEL PAESAGGIO COMUNALE NEL TEMPO

1 – Dinamiche storiche e fasi salienti di trasformazione, naturali e antropiche

del territorio di BARLASSINA.

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – D – RELAZIONE

C – QUADRO CONOSCITIVO DEL TERRITORIO COMUNALE COME RISULTANTE DELLE TRASFORMAZIONI AVVENUTE

pag. 122

1 Sistema delle infrastrutture e della mobiità pag. 123

2 Sistema urbano - tav. sviluppo per soglie storiche dal 1721 al 2005 – estratto tav. I.G.M. 1888 - I.G.M. 1937

pag. 124

3 Sistema agricolo pag. 135

4 Aree e beni di particolare rilevanza pag. 136

d – Determinazione delle politiche d’intervento per i diversi sistemi funzionali pag. 155

1 – Residenza - A – Centri storici e nuclei di antica formazione pag. 155

B – Progetto pag. 157

2 – Attività produttive – Agricoltura - Industria pag. 163

3 – Commercio - A – Quadro conoscitivo a livello regionale e provinciale. pag. 163

B – Quadro conoscitivo a livello comunale pag. 163

4 – Conclusioni. pag. 168

2 – Eventi e processi naturali o artificiali che hanno determinato trasforma- zioni significative sul territorio di BARLASSINA. (calamità naturali, disastri

ambientali, degrado ambientale, guerre/battaglie, crisi economiche, variazioni demografiche, mutamenti produttivi, mutamenti socio- culturali, ecc…)

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – E– STUDIO GEOLOGICO

Rischio di esondazione dell’alveo del Fiume Seveso inserito in un contesto ad elevato impatto antropico.

pag. 23

3 – Percezione sociale del paesaggio comunale. Luoghi/oggetti carichi di significati (simbolici, culturali, di identità, ecc…) per l’immaginario collettivo (locale o generale, storico e contemporaneo) e per le popolazioni locali, anche se privi di specifici manufatti.

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SINTESI DEL QUADRO CONOSCITIVO DEL PAESAGGIO

Piano Territoriale Paesistico Regionale - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale-

-S.I.T. Regione Lombardia

Barlassina appartiene alla fascia geografica dell’Alta Pianura asciutta,caratterizzata da

vasti lembi boschivi di brughiera e pino silvestre.

L’antico terrazzo e’ di alto valore naturalistico e corrisponde al Parco Regionale delle

Groane ed in parte al Sito di Importanza Comunitaria dei Boschi delle Groane (di

Sant’Andrea).

I principali vincoli sono relativi ai corsi d’acqua (Seveso,Garbogera e Lombra e fosso delle

Brughiere ) ed ai beni storici (Parco e Palazzo Rezzonico,Chiesa di S.Giulio e Immobile

Comunale di Corso Milano).

La rete ecologica provinciale e’ organizzata dal Parco delle Groane e dal Seveso con

andamento nord-sud.Il P.G.T. individua due varchi,uno lungo il fosso delle Brughiere

sempre con andamento nord-sud,l’altro al confine con Lentate sul Seveso con andamento

est –ovest a congiungere i due corridoi principali delle Groane e del Seveso.

Geomorfologia . Il paesaggio e’ caratterizzato dalla pianura alluvionale del Seveso ad est

e da un terrazzo antico ad ovest e da altri terrazzi fluviali ed intermedi.

Pedologia.Il valore naturalistico del suolo comunale e’ alto nell’altopiano e moderato e

basso nella pianura alluvionale .

Litologia. Il suolo comunale e’ composto da limi sabbiosi con ghiaia sull’altopiano e da

ghiaie limose e da ghiaie poco gradate con sabbia nella pianura alluvionale.

Uso del Suolo. Il tessuto urbano risulta in gran parte continuo e molto infrastrutturato, e

copre gran parte del territorio comunale, mentre il seminativo ed i boschi si estendono ad

ovest dell’abitato.

Rilevanze naturalistiche e paesaggistiche. La maggiore rilevanza naturalistica e

paesaggistica corrisponde al Parco delle Groane ed ai boschi delle Groane compresi nel

S.I.C..

Idrologia Il reticolo principale e’ composto dal fiume Seveso,dal torrente Garbogera e

Lombra o Pudica mentre quello secondario dal fosso delle Brughiere,oggi intubato.

Capacita’ protettiva dei suoli. Tale capacità è bassa a ovest (altopiano) e moderata ad est

(Seveso)nei confronti delle acque superficiali;elevata ad ovest e moderata ad est nei

confronti delle acque sotterranee.

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P.G.T.

Obiettivi di progetto : in riferimento al “paesaggi che c’è” il P.G.T. persegue una maggiore:

- qualità ambientale da perseguire attraverso uno sviluppo sostenibile;

- qualita’ urbana attraverso la riqualificazione dell’esistente;

- qualita’ dei servizi attraverso la loro organizzazione a sistema.

Approfondimenti. Questi obiettivi vengono perseguiti attraverso un approfondimento:

- storico con l’analisi dello sviluppo per serie storiche dal 1722 al 2005 ad

evidenziare il centro storico,la rete della mobilita’ ed il paesaggio agrario e

boschivo;

- geologico con l’individuazione delle classi di fattibilita’ geologica;

- economico con l’individuazione dei principali settori di attivita’;

- sociale con l’individuazione della rete dei servizi comunali e privati di interesse

generale.

- ambientale con gli approfondimenti dei vari documentii di P.G.T. e con la sintesi

della Carta del Paesaggio.

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B – FASE VALUTATIVA E DI INTERPRETAZIONE dei valori, qualità e criticità emerse nella fase conoscitiva di elaborazione del P.G.T. in materia paesaggistica.

1 – Partecipazione diffusa a Enti, associazioni e cittadini delle fasi conoscitive e valutative.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA del Documento di Piano

DOCUMENTO DI SINTESI – comune di BARLASSINA – Ufficio Ecologia

PARTECIPAZIONE

In data 26 luglio 2006 si è svolta la prima conferenza di Valutazione Ambientale

Strategica, mentre la conferenza finale si è svolta il 10 luglio 2007.

Il responsabile del procedimento ha steso il verbale finale della V.A.S.

C – FASE DI GIUDIZIO DI INTEGRITA’ – leggibilità del rapporto tra fattori naturali e opere dell’uomo – coerenza linguistica e organicità spaziale del rapporto di cui sopra

Nel giudizio d’integrità definisce - la leggibilità del rapporto tra fattori naturali e opere dell’uomo, - la coerenza linguistica e organicità spaziale di tale rapporto. Inoltre, il termine “integrità” è inteso secondo le seguenti quattro accezioni:

a) integrità territoriale – verifica della possibile divisione del territorio in grandi ambiti non sfrangiati o

frastagliati); b) integrità insediativa – verifica del grado di compromissione tessuto insediativo e infrastrutturale –

confronto storico dopo il 1945); c) integrità del paesaggio agrario – verifica dello stato di conservazione dei caratteri tradizionali); d) integrità naturalistico ambientale

– verifica dello stato di conservazione dei sistemi e delle aree naturali e del reticolo idrografico).

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C1 – CARATTERI ATTUALI DELL’ARCHITETTURA DEI LUOGHI” E “FUNZIONALITA’ ECOLOGICA” – Descrizione interpretativa

1 – Organizzazione morfologica e funzionale degli spazi, edificati e non

edificati, costruiti e naturali.

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – D – RELAZIONE

d – Determinazione delle politiche d’intervento per i diversi sistemi funzionali pag. 155

1 – Residenza - A – Centri storici e nuclei di antica formazione pag. 155

B – Progetto pag. 157

2 – Attività produttive – Agricoltura – Industria pag. 163

Doc. 3 – PIANO DELLE REGOLE – B – N.T.A.

All. 2a1 – FONDO MAPPE CARLO VI - scala 1:4.000 – per il tessuto edificato, in particolare del centro e dei nuclei storici.

All. 2b1 – CATASTO LOMBARDO VENETO 1857 - scala 1:4.000 – per il tessuto edificato, in particolare del centro e dei nuclei storici.

All. 2c1 – NUOVO CATASTO TERRENI 1897 - scala 1:4.000 – per il tessuto edificato, in particolare del centro e dei nuclei storici.

2 – Beni assoggettati a tutela ai sensi del D. Lgs 42/2004.

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – D – RELAZIONE

5 – I vincoli amministrativi pag. 126

3 – Direttrici di connettività principale per lo spostamento delle specie.

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – C – N.T.A.

Art. 6 – AMBITI DI RIQUALIFICAZIONE 2) RETE ECOLOGICA

pag. 26

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – B – PROGETTO

All. 1 – COROGRAFIA – Inquadramento territoriale – scala 1:20.000

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – G – VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

All. 1b – VINCOLI ESISTENTI SUL TERRITORIO COMUNALE – scala 1:4.000

Il territorio di BARLASSINA comprende habitat o specie classificate di interesse comunitario (S.I.C.), così come risulta dalla scheda “Natura 2000” al numero di codice: IT 2050002 “Boschi delle Groane”

VALUTAZIONE DI INCIDENZA SUL SIC “BOSCHI DELLE GROANE” adempimenti previsti dalla D.G.R. 8 agosto 2003 n.° 7/14106.

RELAZIONE

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SINTESI DEL GIUDIZIO DI INTEGRITA’

Barlassina si caratterizza per una forma urbana compatta e per un paesaggio extraurbano

limitato e per la maggior parte compreso nel Parco delle Groane ed in minima parte nella

valle del Seveso .

L’integrita’ originaria del paesaggio e’ stata tuttavia compromessa oltre che

dall’espansione del centro abitato, dalla direttrice di svilluppo residenziale e produttiva

lungo la via Longoni, nel profondo del territorio extraurbano e dagli insediamenti lungo il

fiume Seveso.

D – CARTA DELLA SENSIBILITA’ PAESAGGISTICA DEI LUOGHI E MONITORAGGIO DELLO STATO DEL PAESAGGIO.

1 – ECOMOSAICI DEL SISTEMA TERRITORIALE DEL BACINO DEL SEVESO (vedi All.n°.1 b – Carta del Paesaggio)

Premessa pag. 17

Il paesaggio del bacino del Seveso e dei Boschi delle Groane pag. 18

Caratteri culturali e naturali riconoscibili nel paesaggio pag. 18

Il paesaggio di Barlassina pag. 18

Paesaggio naturale. pag. 18

Paesaggio costruito. pag. 18

Indirizzi di salvaguardia del P.T.C.P. di Milano pag. 19

Attuazione degli indirizzi di salvaguardia del paesaggio di Barlassina – P.G.T. pag. 20

Criteri di valutazione della carta della sensibilità del paesaggio pag. 22

Modi e chiavi di lettura per la valutazione della sensibilità del paesistica dei luoghi e rappresentazione grafica sulla carta della sensibilità.

pag. 23

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – B – PROGETTO

All. 4 – SENSIBILITA’ DEI LUOGHI E MONITORAGGIO DELLO STATO DEL PAESAGGIO – scala 1:4.000

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – G – VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

All. 1e – RAPPORTO AMBIENTALE E SINTESI NON TECNICA

I – DESCRIZIONE DELLE MISURE PREVISTE IN MERITO AL MONITORAGGIO DI CUI ALL’ART. 10.

pag. 32

– Programma di monitoraggio ed indicatori selezionati. pag. 32

– Rapporto di monitoraggio ed Osservatorio. pag. 34

L – SINTESI NON TECNICA DELLE INFORMAZIONI DI CUI AI CAPITOLI PRECEDENTI pag. 35

– Stato di fatto. pag. 35

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SISTEMA TERRITORIALE DEL BACINO DEL SEVESO

Il corridoio fluviale del Seveso costituisce un ecomosaico all’interno del quale sono

individuati vari sistemi territoriali locali.

I comuni di Lentate sul Seveso, Barlassina e Cermenate hanno sottoscritto un programma

per il recupero del bacino anche secondo quanto previsto nel Contratto di fiume.

Il tema previsto dal Contratto di fiume è la riqualificazione, ambientale e paesistica, della

Valle del Seveso individuato come sistema continuo di verde con caratteristiche polivalenti

(elemento della rete ecologica minore, spazi ed attrezzature d’uso pubblico e archeologia

industriale).

SISTEMA TERRITORIALE DEL PARCO DELLE GROANE E DEL S.I.C. DEI BOSCHI DELLE GROANE

Il territorio comunale compreso nel Parco delle Groane ed in particolare all’interno del

S.I.C. dei Boschi di Sant’Andrea, costituisce un ecomosaico già descritto nell’elaborato

Valutazione di incidenza sul S.I.C. “Boschi delle Groane di cui all’Art. n°.4 del Doc. n°. 1-D

= 3-C.

L’importanza dei luoghi è di tipo ambientale per la presenza dei boschi mesofili tipici della

pianura lombarda.

E- IL DOCUMENTO DI PIANO - Operazione di confronto tra il paesaggio che c’è – quadro conoscitivo – e che potrebbe esserci – quadro programmatico –

1 – VALUTAZIONE DELLE POSSIBILI RICADUTE PAESAGGISTICHE DELLE PREVISIONI E TENDENZE EVOLUTIVE IN CORSO, E DOMANDE DI TRASFORMAZIONE EMERSE DAL TERRITORIO.

- Scenario paesistico del territorio comunale -

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – G – VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

All. 1e – RAPPORTO AMBIENTALE E SINTESI NON TECNICA

C – CARATTERISTICHE AMBIENTALI DELLE AREE CHE POTREBBERO ESSERE SIGNIFICATIVAMENTE INTERESSATE.

pag. 20

D – ANALISI DEI PROBLEMI AMBIENTALI IN RIFERIMENTO ALLE DIRETTIVE 79/409/CEE SUGLI UCCESSI SELVATICI E 92/43/CEE RELATIVA ALLA CONSERVAZIONE DEGLI HABITAT NATURALI E SEMINATURALI E DELLA FLORA E DELLA FAUNA.

pag. 22

E – OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE STABILITI A LIVELLO INTERNAZIONALE, COMUNITARIO O DEGLI STATI MEMBRI, PERTINENTI AL P.G.T.

pag. 23

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F – POSSIBILI EFFETTI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE. pag. 24

G – MISURE PREVISTE PER IMPEDIRE, RIDURRE E COMPENSARE NEL MODO PIU’ COMPLETO POSSIBILE GLI EVENTUALI EFFETTI NEGATIVI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE DALL’ATTUAZIONE DEL DOCUMENTO DI PIANO.

pag. 25

H – SINTESI DELLE RAGIONI DELLA SCELTA DELLE ALTERNATIVE INDIVIDUATE E UNA DESCRIZIONE DI COME E’ STATA EFFETTUATA LA VALUTAZIONE, NONCHE’ LE EVENTUALI DIFFICOLTA’ INCONTRATE (AD ESEMPIO CARENZE TECNICHE O MANCANZA DI KNOW-HOW) NELLA RACCOLTA DELLE INFORMAZIONI RICHIESTE.

pag. 31

I – DESCRIZIONE DELLE MISURE PREVISTE IN MERITO AL MONITORAGGIO DI CUI ALL’ART. 14 DELLE N.T.A. DEL D.d.P.

pag. 32

L – SINTESI NON TECNICA DELLE INFORMAZIONI DI CUI AI CAPITOLI PRECEDENTI pag. 45

2 – OBIETTIVI DI TUTELA ARTICOLATI IN SPECIFICI OBIETTIVI DI QUALITA’ PAESAGGISTICA, IN FUNZIONE DELLE DIVERSE PROBLEMATICHE RISCONTRATE NEL TERRITORIO COMUNALE.

Conservazione dei caratteri paesaggistici più qualficanti

Mantenimento dei caratteri paesaggistici più qualficanti

Gestione della trasformazione

Avvio di processi di riqualificazione paesistica e rifunzionalizzazione.

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – C – N.T.A.

Art. 5 – AREE DI TRASFORMAZIONE pag. 10

Art. 6 – AMBITI DI RIQUALIFICAZIONE pag. 17

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – B – PROGETTO

Tav. 1 – PREVISIONI DI PIANO – scala 1:4.000

Doc. 1 – DOCUMENTO DI PIANO – B – PROGETTO

All. 4 – SENSIBILITA’ DEI LUOGHI E MONITORAGGIO DELLO STATO DEL PAESAGGIO – scala 1:4.000

F– PIANO DELLE REGOLE - Approfondimenti degli indirizzi del Documento di Piano.

1 – TESSUTO URBANO CONSOLIDATO - Immobili assoggettati a tutela – - Immobili per i quali si propone l’assoggettamento a tutela –

Doc. 3 – PIANO DELLE REGOLE – B – N.T.A.

All. n°. 2 - Zona di recupero (Art. 26) Norme Tecniche di Attuazione (N.T.A.) delle zone

“A” e “B”

All. 2e2 – MODALITA’ D’INTERVENTO – Centro storico - scala 1:500

All. 2f2 – MODALITA’ D’INTERVENTO – Nuclei sparsi - scala 1:500

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All. 2g2 – TIPOLOGIE EDILIZIE, SPAZI LIBERI E SCHEMI COMPOSITIVI - scala 1:1.000

2 – TESSUTO URBANO CONSOLIDATO PIU’ RECENTE INTERVENTI D’INTEGRAZIONE PAESAGGISTICA

Doc. 3 – PIANO DELLE REGOLE – B – N.T.A.

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

3 – AREE DESTINATE ALL’AGRICOLTURA

Doc. 3 – PIANO DELLE REGOLE – B – N.T.A.

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

4 – AREE DI VALORE PAESAGGISTICO – AMBIENTALE ED ECOLOGICO

Doc. 3 – PIANO DELLE REGOLE – B – N.T.A.

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

5 – AREE NON SOGGETTE A TRASFORMAZIONE

Doc. 3 – PIANO DELLE REGOLE – B – N.T.A.

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

Doc. 3 – PIANO DELLE REGOLE – A – PROGETTO.

Tav. 1a, 1b, 2 – AZZONAMENTO P.G.T. - scala 1:2.000 e scala 1:4.000

G– PIANO DEI SERVIZI - Approfondimenti degli indirizzi del Documento di Piano.

1 – TESSUTO URBANO CONSOLIDATO - Immobili assoggettati a tutela – - Immobili per i quali si propone l’assoggettamento a tutela –

Doc. 3 – PIANO DELLE REGOLE – B – N.T.A.

NORME TECICHE DI ATTUAZIONE

All. 2e2 – MODALITA’ D’INTERVENTO – Centro storico - scala 1:500

All. 2f2 – MODALITA’ D’INTERVENTO – Nuclei sparsi - scala 1:500

All. 2g2 – TIPOLOGIE EDILIZIE, SPAZI LIBERI E SCHEMI COMPOSITIVI - scala 1:1.000

2 – TESSUTO URBANO CONSOLIDATO PIU’ RECENTE INTERVENTI D’INTEGRAZIONE PAESAGGISTICA

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14

Doc. 2 – PIANO DEI SERVIZI

4 – DETERMINAZIONE DEI PARAMETRI DI QUALITA’. pag. 43

4.1 PREMESSA pag. 43

4.2 QUALITA’ AMBIENTALE pag. 43

4.1 QUALITA’ URBANA pag. 44

4.2 QUALITA’ DEI SERVIZI pag. 46

3.3 ENTI E ASSOCIAZIONI pag. 42

“PAESAGGIO CHE C’E’” E “PAESAGGIO CHE POTREBBE ESSERCI”

“Il Paesaggio che c’è” Lo stato di fatto del Paesaggio presenta le seguenti criticità:

- La mancata valorizzazione del corso d’acqua del fiume Seveso;

- la rilevanza del traffico di attraversamento dell’ambito in senso est – ovest con gravi

problemi di congestione e di inquinamento del Centro storico di Barlassina ed in senso

nord – sud lungo la S.P. n°. 44 Milano – Lentate sul Seveso;

- la saldatura urbanizzativa a sud – est con Seveso a sud – ovest con Meda e nord – est

con Lentate sul Seveso;

- la dispersione degli insediamenti produttivi su tutto il territorio comunale;

- la S.P. n°. 44 Milano – Lentate sul Seveso e della linea ferroviaria Seveso – Camnago.

Lo stato di fatto evidenzia una linea di tendenza negativa così come esemplificato dall’indice di

superficie urbanizzata del territorio che si attesta oggi al 47,68%.

Tali indice è il risultato di un’occupazione edilizia ed urbanizzativa del suolo inarrestabile, così

come documentato dall’All. A – Stato di fatto – Sviluppo per soglie storiche del Documento di

Piano.

E’ allora evidente che tale linea di tendenza se non fosse contrastata può determinare un ulteriore

livello di degrado ambientale e paesaggistico.

“Il paesaggio che potrebbe esserci”

Il P.G.T. contrasta tale linea di tendenza

A - a livello sovracomunale:

- valorizzando tutti gli atti di pianificazione sovracomunale dal PTCP al PTC del

Parco;

- aderendo a tutti gli atti di programmazione quale il Contratto di Fiume .

B - a livello locale:

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15

- attraverso le azioni del documento di Piano (aree di trasformazione di cui all’art. 5 ed

Ambiti di riqualificazione di cui all’art. 6 delle N.T.A. del Doc. 1-C)

In generale il P.G.T. attraverso le azioni promosse consentirà il conseguimento degli obiettivi di

riqualificazione dell’esistente, di migliore organizzazione urbana e di valorizzazione dell’identità

storico - culturale di Barlassina, fissato dal Documento Direttore.

L’intervento di maggior criticità è rappresentato dal Sistema Viabilistico Pedemontano che

sconvolgerà il territorio e richiederà un’importante opera di ricucitura dal punto di vista viabilistico,

ambientale-paesaggistico ed urbanistico. Il P.G.T. rinvia la soluzione di queste criticità

all’attuazione da parte della Società concessionaria delle prescrizioni C.I.P.E., facendo affidamento

sul fatto che in sede di progetto definitivo ed esecutivo si possa prevedere l’interramento

dell’Autostrada, così come richiesto da sempre dal Comune.

Il P.G.T. attraverso le sue azioni di piano tende inoltre in generale a neutralizzare gli effetti negativi

dello stato di fatto, sintetizzati come sopra.

In prospettiva è possibile non solo non peggiorare lo stato attuale dell’ambiente, ma addirittura

migliorarlo attraverso tutte le azioni di Piano per eliminare gli effetti negativi e valorizzare quelli

positivi.

In particolare svolgerà un ruolo di netto miglioramento la costruzione della rete ecologica

comunale.

Il “paesaggio che potrebbe esserci” si fonderà sulla valorizzazione delle aree verdi, interne ed

esterne del Parco delle Groane, con la riqualificazione del sistema territoriale del Seveso.

Il tessuto urbano consolidato risulterà alla fine riqualificato ed organizzato attorno al centro storico

ed i nuovi centri urbani, interconnessi fra loro da una mobilità equilibrata, con prevalenza di quella

ciclopedonale.

Il traffico di attraversamento est-ovest che non ha origine e destinazione interni al Comune, verrà

deviato lungo le direttici del Sistema Viabilistico Pedemontano.

I grandi progetti di riqualificazione tenderanno ad integrare le varie parti del territorio comunale in

un progetto di città equilibrato e compatibile e quindi definendo un “paesaggio urbano ed

extraurbano “di qualità”.

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COMUNE DI BARLASSINA (PROVINCIA DI MILANO)

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

L.R. N°. 12/2005

Doc. n°. 1 - D - DOCUMENTO DI PIANO RELAZIONE All. n.° 1 - CARTA DEL PAESAGGIO

1b – Sensibilità paesaggistica dei luoghi e monitoraggio dello stato del paesaggio al 2007

ADOZIONE N° DEL PUBBLICATO ALL’ALBO COMUNALE IL CONTRODEDUZIONI CONSILIARI N° DEL DELIBERA DI APPROVAZIONE N° DEL IL SINDACO IL SEGRETARIO IL PROGETTISTA

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17

Premessa

Sensibilità del Paesaggio dei luoghi e il monitoraggio dello stato del paesaggio In seguito alle analisi condotte nella Valutazione Ambientale Strategica e nei passaggi

ricognitivi ed interpretativi dell’integrità e/o vulnerabilità del territorio di Barlassina

esaminate dal Piano di Governo del Territorio, è stata elaborata la carta della Sensibilità

del Paesaggio dei luoghi e del monitoraggio dello stato del paesaggio, che individua nel

territorio comunale gli ambiti, gli elementi e i sistemi a maggiore o minore

sensibilità/vulnerabilità dal punto di vista paesaggistico.

Per coerenza con il P.T.P.R. e con le linee guida per l’esame paesistico dei progetti, di cui

al d.g.r. 8 novembre 2002 n. 7/11045, ai sensi dell’art. 30 delle N.d.A. del Piano

Territoriale Paesistico Regionale, il giudizio complessivo della sensibilità di un paesaggio

si esprime in forma numerica secondo la seguente associazione:

1 = sensibilità molto bassa

2 = sensibilità bassa

3 = sensibilità media

4 = sensibilità elevata

5 = sensibilità molto elevata

La carta del paesaggio costituisce la sintesi del percorso di lettura/valutazione del

paesaggio e sarà aggiornata ed integrata nel tempo. La stessa può essere maggiormente

dettagliata in fase attuativa del piano, per compiere un monitoraggio periodico sullo stato

del paesaggio e sull’efficacia delle politiche attivate con il Piano di Governo del Territorio.

I sistemi sensibili e/o vulnerabili individuati fanno parte del paesaggio costruito o del

paesaggio naturale.

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18

Il paesaggio del Bacino del Seveso e dei Boschi delle Groane.

I caratteri culturali e naturali che sono riconoscibili nel paesaggio di Barlassina

possono essere riassunti citando il P.T.C.P.

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale identifica l’appartenenza del paesaggio

di Barlassina nell’unità paesistico-territoriale dell’Alta Pianura terrazzata e nelle sottounità

Terrazzi Antichi delle Groane e di Meda, caratterizzati da una fortissima pressione

antropica, lungo la direttrice Senago-Seveso da una parte e Lazzate - Arese dall’altra.

La presenza della scarpata morfologica della Valle del Seveso e del pianalto ferrettizzato

ha favorito il permanere di un ambiente prevalentemente boschivo che a sua volta ha

limitato l’urbanizzazione.

Il territorio di Barlassina è anche interessato dalla Valle del Seveso e dalle valli dei corsi

d’acqua minori ( torrente Garbogera, torrente Lombra o Pudica, fosso delle Brughiere)

Il paesaggio agrario è caratterizzato da aree boscate e da ambiti agricoli con prevalente

funzione ecologico ambientale.

L’unità paesistico - territoriale appartiene all’Altopiano ed all’ ambiente delle Groane.

Gli elementi della memoria storica sono le fornaci e le ville e giardini storici.

Il Comune di Barlassina è anche interessato dal percorso di interesse paesistico (P27)

delle Groane.

Il paesaggio di Barlassina

Al paesaggio naturale appartengono i sistemi irrigui del Fiume Seveso e dei torrenti

Pudica o Lombra e Garbogera, le aree interne al Parco Regionale delle Groane, già

comprese nel Sito d’Importanza Comunitaria dei Boschi delle Groane. Lo studio Geologico

individua tre fasce morfologiche che caratterizzano Barlassina, la piana fluviale del Fiume

Seveso, delimitata da due ordini di terrazzi fluvioglaciali con orientazioni NW-SE che si

succedono, attraverso evidenti orli di terrazzo, dai livelli altimetricamente più elevati fino

alla piana alluvionale.

Al paesaggio costruito appartengono i centri e nuclei storici con le emergenze dei beni

tutelati ai sensi del D. Lgs. 42/2004, i luoghi della memoria culturale o dell’organizzazione

strutturale degli spazi e la loro percezione, gli elementi lineari o areali di connessione tra i

sistemi naturali o costruiti significativi.

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19

Indirizzi di salvaguardia degli Ambiti paesaggistici – P.T.C.P. di Milano

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale dà una serie di indirizzi generali per

salvaguardia di ogni ambito identificato nella provincia di Milano.

Il P.G.T. di Barlassina assume i suoi indirizzi di salvaguardia degli Ambiti paesaggistici in

riferimento alle seguenti categorie:

naturalità,

paesaggio agrario,

insediativo,

paesaggio storico culturale,

infrastrutture di mobilità di interesse paesaggistico,

visuali sensibili,

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20

Attuazione degli Indirizzi di salvaguardia del paesaggio di Barlassina – P.G.T. Ambito di paesaggio del Seveso e dei Boschi delle Groane

Il Piano di Governo del Territorio di Barlassina ha attuato i suoi indirizzi con le seguenti

azioni.

Naturalità

Indirizzi del P.T.C.P. Azioni del P.G.T.

Capo III – Tutela e sviluppo degli ecosistemi

Doc. n°. 1 - C art. 6

2 - rete ecologica

3 - contratto di fiume

4 - sistema delle aree verdi e degli aggregati urbani.

Doc. n°. 3 - B

- art. 44 SIC “Boschi delle Groane”

- art. 44 Parco delle Groane - art 36 Zona E2 agricola boschiva.

Paesaggio Agricolo

Indirizzi del P.T.C.P. Azioni del P.G.T. Art. 33 – Ambiti agricoli Art. 34 – Elementi del paesaggio agrario

Art. 35 – Zona E1 Agricola di tutela ambientale Art. 36 – Zona E2 Agricola boschiva

Insediativo

Indirizzi del P.T.C.P. Azioni del P.G.T. TITOLO III sistema insediativo

Doc. n°. 1 – C Doc. n° 3 - B

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21

Paesaggio storico culturale

Indirizzi del P.T.C.P. Azioni del P.G.T. Art. 36 – Centri storici e nuclei di antica

formazione Art. 37 – Comparti storici al 1930 Art. 38 – Elementi storico-architettonici

Doc. n°. 1 – C Art. 6.1 Modalità d’intervento delle Zone A Doc. n° 3 – B Art. 28 Zona A - Centri storici e nuclei di antica formazione Art. 29 Zona B – Residenziale di completamento Art.44 PTC del Parco delle Groane

Infrastrutture di mobilità di interesse paesaggistico

Indirizzi del P.T.C.P. Azioni del P.G.T. Art. 40 Percorsi di interesse paesistico

Art. 44 PTC del Parco delle Groane Art. 41.6 Percorsi di interesse paesistico e

storico

Visuali sensibili

Indirizzi del P.T.C.P. Azioni del P.G.T. Art. 72 Esame dell’impatto paesistico

dei progetti

Doc. n°. 1 – C Art. 6.1 All. 2f2 Doc. n° 3 – B Art. 28.10

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22

Criteri di valutazione della carta della sensibilità del paesaggio

Al fine di approfondire la valutazione della sensibilità di un luogo, la carta della sensibilità

descrive alcuni degli elementi e i sistemi sensibili comuni all’architettura dei luoghi e alla

funzionalità ecologica, che possono essere presenti anche contemporaneamente in uno

stesso luogo.

Il giudizio complessivo circa la sensibilità di un paesaggio deve tener conto di tre differenti

modi di valutazione:

A –morfologico – strutturale

B – vedutistica

C – simbolica

Nonostante la difficoltà nell’ottenere un giudizio “oggettivo” circa la sensibilità del

paesaggio, è possibile cogliere i caratteri distintivi di un luogo e verificare lo stato di

trasformazioni positive o negative, antiche o recenti, subite per salvaguardare e

migliorarne le caratteristiche.

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23

Modi e chiavi di lettura per la valutazione della sensibilità paesistica dei luoghi e rappresentazione grafica sulla carta della sensibilità

I modi di valutazione della sensibilità del paesaggio, si articolano in chiavi di lettura a due

livelli: sovralocale e locale, in parte già indicati nella Tavola della “Carta della Sensibilità

paesaggistica dei luoghi e monitoraggio dello stato del paesaggio” ed in parte da

approfondire tenendo conto di entrambi i livelli e delle reciproche influenze. Sulla carta

della sensibilità vengono rappresentati i cinque livelli di sensibilità ed i simboli che

corrispondono ai seguenti modi di valutazione e chiavi di lettura

Modi di Valutazione Chiavi di lettura SimboloA – Morfologico Strutturale

- elementi di interesse naturalistico – (A1) elementi naturalistico ambientali significativi (alberature, monumenti naturali, fontanili, aree verdi con ruolo nodale nel sistema del verde, ecc...);

⇒ Parco Regionale delle Groane; ⇒ Area nodale di collegamento del sistema del verde

posta in prossimità dell’ex-Fornace Ceppi ⇒ Aree di verde privato residenziale lungo via XXV

Aprile e via Parini; ⇒ Fasce verdi ad ovest del Fiume Seveso; ⇒ Aree nodali di collegamento del sistema del verde

aventi funzione d’igiene urbana (via U.Foscolo);

A1

- elementi di interesse storico-artistico e/o agrario – (A2) centri e nuclei storici (I.G.M. 1888), monumenti, chiese e cappelle, mura storiche, ...;

filari, elementi delle rete irrigua e relativi manufatti (roggie, chiuse, ponticelli), percorsi poderali, nuclei e manufatti rurali, ecc.

⇒ Centro storico ( Corso Milano-Via Roma-Via

S.Giulio); ⇒ C.na Bosco,C.na Bertadera, nucleo edifici storici

su S.P.118, C.na S.Maria, corte di via Colombo, corte “del Borghetto” di Corso Marconi, Villa Turati di via martiri della Libertà

A2

- elementi di relazione (tra elementi storico-culturali, tra elementi verdi e/o siti di rilevanza naturalistica – (A3)

centri e nuclei storici (I.G.M. 1888), monumenti, chiese e cappelle, mura storiche, ...; ⇒ Percorso di interesse paesistico (P27);

A3

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24

⇒ Parco Rezzonico; ⇒ Corso del Fiume Seveso; ⇒ Corsi d’acqua minori: T. Lombra o Pudica, T.

Garbogera e fosso delle brughiere;

- elementi di elevata coerenza tipologica, linquistica e dei valori di immagine – (A4)

quartieri o complessi di edifici con caratteristiche unitarie; edifici prospicienti su piazze (compresi i risvolti);

edifici su strada aventi altezza in gronda non superiore alla larghezza della via; zone con maglia urbana definita;

aree e/o edifici storici o comtemporanei di rilievo civile (chiese, edifici pubblici e privati, fabbricati industriali storici, ecc...);

edifici con una composizione architettonica significativa (edifici storici, edifici storico-testimoniali, edifici antichi, edifici moderni d'autore, edifici minori, ecc...)

⇒ Edifici prospicienti Piazza Cavour; ⇒ Edifici con giardino su via XXV Aprile

A4

Modi di Valutazione Chiavi di lettura SimboloB - Vedutistico

- punti di vista panoramici o elementi di interesse storico, artistico e monumentale – (B1)

siti e/o edifici appartenenti o collocati su uno specifico punto panoramico, prospettico o luogo visuale storicamente consolidato;

⇒ Punti prospettici e visuali storicamente consolidate

di via S.Giulio e di Corso Milano.

B1

- percorsi di fruizione paesistco ambientale – (B2) siti e/o edifici appartenenti o collocati lungo un percorso locale di fruizione paesistico ambientale (pista ciclabile, parco, percorso in aree agricola);

⇒ Percorso di interesse paesistico; ⇒ Ex Fornace Pizzi; ⇒ Percorso ciclo-pedonale Groane - Brughiere

B2

- percorsi ad elevata percorrenza – (B3) adiacenze a tracciati stradali anche di intresse storico, percorsi di grande viabilità, tracciati ferroviari, ...; ⇒ Fasce di rispetto autostrada Pedemontana;

B3

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25

⇒ Fasce di rispetto ferroviario

C - Simbolico Simbilo - luoghi rappresentativi della cultura locale – (C)

luoghi celebrativi o simbolici per la definizione e la consapevolezza dell'identità locale; luoghi oggetto di celebri "citazioni" letterarie, pittoriche, ecc...;

luoghi connessi sia a riti religiosi (percorsi processionali, cappelle votive) sia ad eventi o ad usi civili (luoghi della memoria di avvenimenti locali;

luoghi rievocativi di leggende e racconti popolari; luoghi di aggregazione e di riferimento per la popolazione insediata, funzioni pubbliche e private per la cultura del tempo libero (fiere, centri sportivi di livello sovracomunale, gallerie civiche, pinacoteche, poli universitari, ecc...)

⇒ Ex-Fornace Pizzi; ⇒ Ex- Fornace Ceppi

C

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COMUNE DI BARLASSINA (PROVINCIA DI MILANO)

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

L.R. N°. 12/2005

Doc. n°. 1 - D - DOCUMENTO DI PIANO RELAZIONE All. n.° 2 – VALUTAZIONE DI INCIDENZA SUL S.I.C. “BOSCHI DELLE GROANE” ADEMPIMENTI PREVISTI DALLA D.G.R. 8 AGOSTO 2003

N°. 7/14106 ADOZIONE N° DEL PUBBLICATO ALL’ALBO COMUNALE IL CONTRODEDUZIONI CONSILIARI N° DEL DELIBERA DI APPROVAZIONE N° DEL IL SINDACO IL SEGRETARIO IL PROGETTISTA

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2

A) DESCRIZIONE DEL SITO DI IMPORTANZA COMUNITARIA Di seguito si riporta la descrizione del Sito così come risulta da “Natura 2000” al numero di codice: IT 2050002 “Boschi delle Groane”

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3

- BOSCHI DELLE GROANE Codice Sito IT2050002 NATURA 2000 Data Form ________________________________________________________________________

4. DESCRIZIONE SITO

4.1. CARATTERISTCHE GENERALI SITO: Tipi di habitat % coperta ________________________________________________________________________ Autres terres (incluant les Zones urbanisées et industrielles, Routes, Décharges, Mines) Other land (including Towns, Villages, Roads, Waste places, Mines, Industrial sites) 100 Copertura totale habitat 100 % Altre caratteristiche del sito Non si evidenziano altre caratteristiche nel sito. 4.2. QUALITA’ E IMPORTANZA Sito di rilevante interesse per il carattere di relitto di boschi mesofili tipici della pianura lombarda ed ormai ridotti a pochi nuclei. Presente anche la brughiera, sia a Calluna e Genista, che alberata con Pinus sylvestris: habitat tipici del pianalto lombardo ed insediati su suoli di natura argillosa (i famosi "ferretti"). Presente anche una ricca componente faunistica con numerose specie caratteristiche degli ambienti boscati e con alcune specie di interesse comunitario. Ancora più elevata la qualità del sito, considerato il grado di antropizzazione delle aree circostanti. 4.3. VULNERABILITA’ Zona estremamente sensibile al pericolo di incendio, in particolare nei mesi invernali-primaverili (sia per colpa che per dolo). Ambiente sensibile anche all'ingresso di specie esotiche e ruderali che occupano sia gli ambienti boscati, che la brughiera. Elevata pressione antropica ai margini dei boschi. Intensa fruizione per transiti a cavallo con conseguente rottura della cotica erbosa.

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Piano di Governo del Territorio – Valutazione incidenza sul SIC – Comune di BARLASSINA – MILANO

4

I comuni interessati dal SIC IT2050002 “Boschi delle Groane”: Barlassina, Ceriano Laghetto, Cesano Maderno, Cogliate, Mazzate, Lentate sul Severo, Misinto, Seveso, Solaro. L’area del SIC è compresa nel territorio del Parco delle Groane.

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5

B) STUDIO D’INCIDENZA SUI SIC

a) L’art. 44 delle N.T.A. del P.G.T. recepisce gli ambiti dei “Siti di importanza comunitaria” (SIC) e l’art. 62 delle N.T.A. del P.T.C.P. della Provincia di Milano che li descrive. Lo stesso art. 62 definisce nel contempo i compiti del Comune in fase di adeguamento dello strumento urbanistico: “Il Comune, in fase di adeguamento dello strumento urbanistico alle indicazioni del P.T.C.P., individua idonei ambiti di rispetto a tutela dei SIC”

b) Il P.G.T.

- in attuazione di quanto disposto dal P.T.C.P della Provincia di Milano e di quanto previsto dall’art. 44 delle N.T.A.

- in riferimento alle esigenze di tutela di cui alle schede del capitolo A) della presente relazione: <<… Zona estremamente sensibile al pericolo di incendio,…Ambiente sensibile anche all'ingresso di specie esotiche e ruderali …Elevata pressione antropica ai margini dei boschi… >>

1) ha azzonato le aree interne al SIC in recepimento dei vari livelli di pianificazione del

P.T.C. del Parco, del P.T.C. della Provincia di Milano e dello studio geologico: a)

PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO

DEL PARCO

N.T.A. del P.T.C.

N.T.A. del P.G.T.

Zona di riserva naturale orientata

Art. 28-29 L.R. 43/88 Art. 45

Zona di riqualificazione ambientale a indirizzo agricolo

Art. 31 L.R. 43/88

Art. 45

Zona di riqualificazione ambientale a indirizzo naturalistico

Art. 30 L.R. 43/88

Art. 45

Zona a verde privato vincolato

Art. 34 L.R. 43/88 Art. 45

Zona edificata Art. 35 L.R. 43/88 Art. 45 Zona fornaci Art. 36 L.R. 43/88 Art. 45 Viabilità pubblica Art. 40 L.R. 43/88 Art. 45 Viabilità minore Art. 42 L.R. 43/88 Art. 45

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6

b)

PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO

PROVINCIALE

N.d.A. del P.T.C.P.M.

N.T.A. del P.G.T.

Ambiti di rilevanza paesistica

31

Ambiti di rilevanza naturalistica

32

Aree a vincolo idrogeologico

45 com.3 let e

Corsi d’acqua minori (torrente Lombra o Pudica, torrente Garbogera e fosso delle Brughiere)

57

c) ha compreso l’area del SIC all’interno delle classi di fattibilità geologica di cui all’art. 24 delle N.T.A. del P.G.T. n°. 2c, 2d e 4°.

d) La Regione Lombardia e la Provincia di Milano hanno elaborato l’ ”Inquadramento ambientale, monitoraggio e indicazioni gestionali per la fauna dei siti di interesse comunitario della Provincia di Milano” relativo al SIC IT 205002 “Boschi delle Groane” con precise indicazioni gestionali del SIC che si allega in copia

e) A sua volta il Consorzio del Parco ha elaborato l’ “Inquadramento ambientale e indicazioni gestionali del SICp “Boschi delle Groane” – IT 2050002 con indicazioni gestionali che si allega in copia.

2) Per le aree esterne al SIC, il P.G.T.:

a) ha compreso parte delle aree limitrofe, lungo il perimetro nord-est del SIC dei “Boschi delle Groane” , nella zona E1 – Agricola di tutela ambientale recependo la classificazione di tali aree da parte del P.T.C. del Parco delle Groane in Zone di riqualificazione ambientale ad indirizzo naturalistico.

b) ha confermato la destinazione del P.T.C. del Parco delle Groane per l’area a sud-

est, in parte come Zone a verde privato vincolato e per la maggior parte come zona per servizi di interesse comunale, con una norma specifica di prevenzione degli incendi e di ingresso nel SIC di specie esotiche e ruderali.

3) Conclusione

L’insieme delle salvaguardie che l’azzonamento del P.G.T. propone per il territorio compreso all’interno ed all’esterno del Sito di Importanza Comunitaria, così si evince dagli articoli citati delle N.T.A., che si allegano alla presente relazione, garantisce un livello assoluto di tutela del SIC dei “Boschi delle Groane”, per aspetti naturalistici e di prevenzione incendi di cui alle schede al capitolo A.

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COMUNE DI BARLASSINA (PROVINCIA DI MILANO)

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

L.R. N°. 12/2005 Doc. n°. 1 - D - DOCUMENTO DI PIANO RELAZIONE All. n.° 2 – VALUTAZIONE DI INCIDENZA SUL S.I.C. “BOSCHI DELLE GROANE” Allegati - Estratti delle N.T.A. del D.d.P. e del P.d.R.

- Relazione Tecnica di gestione del SIC (Regione Lombardia e della Provincia di Milano)

- Inquadramento ambientale e indicazioni gestionali del SICp “Boschi delle Groane”.

ADOZIONE N° DEL PUBBLICATO ALL’ALBO COMUNALE IL CONTRODEDUZIONI CONSILIARI N° DEL DELIBERA DI APPROVAZIONE N° DEL IL SINDACO IL SEGRETARIO IL PROGETTISTA

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COMUNE DI BARLASSINA (PROVINCIA DI MILANO)

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

DOC. N° 3 - PIANO DELLE REGOLE

B - NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE ( N.T.A.)

ADOZIONE N° DEL PUBBLICATO ALL’ALBO COMUNALE IL CONTRODEDUZIONI CONSILIARI N° DEL DELIBERA DI APPROVAZIONE N° DEL IL SINDACO IL SEGRETARIO IL PROGETTISTA

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Piano di Governo del Territorio – Valutazione incidenza sul SIC – Comune di BARLASSINA – MILANO

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TITOLO XII – PIANIFICAZIONE SOVRACOMUNALE E PROVINCIALE

Art. 44 - P.T.C. DEL PARCO DELLE GROANE Ai sensi dell’articolo 3 della L.R. 25 agosto 1988 n. 43 il P.G.T. recepisce le previsioni del Piano

Territoriale di Coordinamento del Parco Regionale delle Groane di cui alla sopraccitata legge

regionale e della sua Variante Generale della D.G.R. 30 luglio 2004, n°. 7/18476 secondo le

disposizioni stabilite nel presente articolo.

…..

- SITO DI IMPORTANZA COMUNITARIA S.I.C. IT 2050002 – BOSCHI DELLE GROANE

Il presente articolo dispone l’accoglimento delle prescrizioni generali e particolari del P.T.C. del

Parco Regionale delle Groane e del P.T.C.P. della Provincia di Milano relativamente all’ambito

del Sito di Importanza Comunitaria IT 2050002 – Boschi delle Groane, ambito di riserva naturale

integrale o orientata, individuato dagli elaborati grafici del P.R.G..

Tali prescrizioni perseguono la salvaguardia naturale e idrogeologica e l’unità paesistico –

ambientale del S.I.C. alfine di mantenere o di ripristinare il suo habitat naturale e di garantire la

conservazione del carattere di boschi mesofili tipici della pianura lombarda ormai ridotti a pochi

nuclei, con la presenza della brughiera, sia a Calluna e Genista, che alberata con Pinus

sylvestris: abitat tipici del pianalto lombardo ed insediati su suoli di natura argillosa (i famosi

“ferretti”); con la presenza anche di una ricca componente faunistica con numerose specie

caratteristiche degli ambienti boscati e con alcune specie di interesse comunitario, anche

attraverso la successiva predisposizione di uno specifico Piano di Gestione da parte dell’Ente

Gestore.

….. Art. 45 - P.T.C.P. DELLA PROVINCIA DI MILANO

Il P.G.T. recepisce la zonizzazione del P.T.C.P. della Provincia di Milano con apposite

indicazioni grafiche riportate nella tavola di zonizzazione secondo le seguenti disposizioni:

…. TAV. 5d – SISTEMA DEI VINCOLI PAESISTICI E AMBIENTALI

v) Siti di importanza comunitaria:

subordinati specificatamente alla disciplina stabilita dall’art. 62 delle N.d.A. del P.T.C.P.:

Art. 62 - Siti di importanza comunitaria 1. I Siti di importanza comunitaria (SIC) sono "regioni biogeografiche in uno stato di

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Piano di Governo del Territorio – Valutazione incidenza sul SIC – Comune di BARLASSINA – MILANO

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conservazione soddisfacente che concorrono in modo significativo a mantenere o a ripristinare un tipo di habitat naturale, contribuendo al mantenimento della diversità biologica dell'ambiente in cui sono situati" (Direttiva 92/43/CEE), essi riguardano le riserve e i monumenti naturali regionali. Gli interventi ammessi in tali ambiti rispondono al principio della valorizzazione.

2. Gli indirizzi mirano a salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche.

3. I SIC sono regolati dalla normativa di gestione delle riserve o dei parchi in cui ricadono. 4. Il Comune, in fase di adeguamento dello strumento urbanistico alle indicazioni del PTCP,

individua idonei ambiti di rispetto a tutela dei SIC. …… Art. 2c - PIANIFICAZIONE PROVINCIALE

PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE (P.T.C.P.) DELLA PROVINCIA DI MILANO

Il P.G.T. recepisce gli ambiti territoriali e gli elementi architettonici e paesistici individuati dal

P.T.C.P. in Barlassina, con le prescrizioni generali e particolari delle sue N.T.A.

Descrizione N.d.A. del P.T.C.P. N.T.A. del P.G.T. Sistema Insediativo - Infrastrutturale – Tav. 1 Sistema infrastrutturale della mobilità Art. 73 Art. / Difesa del Suolo – Tav. 2a Vincolo idrogeologico Art. 45.3 Art. / Fasce del P.A.I. – A – B – C Art. 45 Art. / Corsi d’Acqua di cui all’elenco 2 Art. 46 Art. / Ciclo delle acque e Pozzi pubblici Art. 47 Art. / Aree dismesse Art. 48 Art. / Sistema Paesistico Ambientale – Tav. 3a Ambiti di rilevanza paesistica Art. 31 Art. / Fase di rilevanza paesistica fluviale Art. 31 Art. / Ambiti di rilevanza naturalistica Art. 32 Art. / Centri storici e nuclei di antica formazione Art. 36 Art. / Comparti storici al 1930 Art. 37 Art. / Giardini e parchi storici Art. 39 Art. / Architettura militare Art. 39 Art. / Architettura religiosa Art. 39 Art. / Architettura industriale Art. 39 Art. / Architettura civile non residenziale Art. 39 Art. / Architettura civile residenziale Art. 39 Art. / Percorsi di interesse paesistico Art. 40 Art. / Aree Boscate(Art. 136 del D.Lgs. 42/2004) Art. 63 Art. / Arbusti - siepi Art. 64 Art. / Alberi di interesse monumentale Art. 65 Art. / Rete Ecologica – Tav. 4 Art. / Gangli Principali Art. 57 Art. / Corsi d‘acqua minori con caratteristiche attuali di importanza ecologica Art. 58 Art. /

Corsi d’acqua minori da riqualificare a fini polivalenti Art. 58 Art. / Principali corridoi ecologici dei corsi d’acqua Art. 58 Art. / Principali interferenze delle reti infrastrutturali con i corridoi ecologici Art. 60 Art. /

Sito di importanza comunitaria Art. 62 Art. /

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Piano di Governo del Territorio – Valutazione incidenza sul SIC – Comune di BARLASSINA – MILANO

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Sistema dei Vincoli Paesistici e Ambientali –Tav 5a Sito di importanza comunitaria Art. 62 Art. / Beni di interesse artistico e storico (D.Lgs. 42/2004) Fiumi e corsi d’acqua – Fascia di rispetto 150 m (D.Lgs. 42/2004)

Parco delle Groane (Art. 136 del D.Lgs. 42/2004) Art. 67 Art. / Unita Paesistico – territoriali -Tav.6 Alta pianura terrazzata (Terrazzi antichi delle Groane e di Meda) Valli dei corsi d’acqua (Valle del Seveso)

Art. 29 Art. /

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INQUADRAMENTO AMBIENTALE, MONITORAGGIO E INDICAZIONI GESTIONALI PER LA FAUNA DEI SITI DI INTERESSE COMUNITARIO

DELLA PROVINCIA DI MILANO

“BOSCHI DELLE GROANE” (IT2050002)

RELAZIONE TECNICA DI GESTIONE (FAUNA)

A cura di:

Dott. Armando Gariboldi (resp. incarico, coordinamento e uccelli)

Dott. Mauro Belardi (uccelli)

Dott. Augusto Gentilli (pesci, anfibi e rettili)

Dott. Stefano Scali (pesci, anfibi e rettili)

Dott.Felice Farina (mammiferi)

Dott.Elisabetta DeCarli (mammiferi)

Dott.Nicola Pilon (Insetti)

Data: 15 settembre 2004

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RELAZIONE SINTETICA La presente relazione è strutturata in modo da fornire in maniera molto sintetica:

a) un quadro della situazione attuale dal punto di vista ambientale, con particolare

attenzione agli aspetti legati agli ecosistemi naturali, in relazione alla fauna del pSIC

in esame;

b) una valutazione sintetica del livello conoscitivo della fauna locale;

c) la caratterizzazione, a livello di presenza/assenza specifica, dei popolamenti di

Insetti, Pesci, Anfibi, Rettili, Uccelli e Mammiferi, con particolare attenzione alle

specie di interesse comunitario ma comunque considerando anche le specie non

necessariamente inserite negli allegati delle direttive “Habitat” 92/42/CEE ed

“Uccelli” 79/409/CEE.

d) L’individuazione, sempre dal punto di vista faunistico, degli elementi di pregio e dei

fattori di criticità.

e) alcune possibili linea guida (obiettivi e azioni prioritarie) per la futura gestione del

pSIC dal punto di vista dei taxa faunistici trattati.

Per il completamento della situazione faunistica del pSIC, la resente relazione andrà letta

assieme alle schede sintetiche che inquadrano le specie di interesse comunitario (All.II) e

con le ultime versioni aggiornate dei Formulari Standard Natura 2000, oltre che

esaminando gli eventuali stralci cartografici compilati.

Infine ulteriori informazioni relative agli habitat ed agli aspetti floristico-vegetazionali

potranno essere ottenute dalle specifiche relazioni, cartografie e relative schede-flora

compilate nell’ambito della specifica fase di monitoraggio degli habitat dei pSIC conclusa

nel maggio 2004.

1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE E CONOSCITIVO 1.1. Il territorio

L’area in questione è totalmente inserita all’interno del Parco Regionale delle Groane. Si

estende in un ampio territorio fortemente antropizzato, ma con estese parti ancora semi

naturali, dell'alta pianura lombarda a Nord-Ovest di Milano. Il suolo è costituito soprattutto

da ripiani argillosi "ferrettizzati" che determinano una specificità ambientale e floristica, con

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estese zone a brughiera (fra le più meridionali d'Europa), che si evolvono gradatamente

verso il bosco di pini silvestri e betulle, fino a maturare in boschi di querce e carpini.

Per descrizioni più approfondite del territorio e degli aspetti climatici e morfologici si

rimanda comunque alla già citata relazione effettuata nell’ambito del recente monitoraggio

degli habitat dei pSIC della provincia di Milano, complementari alla presente ricerca.

La presenza del Parco Agricolo e del servizio di sorveglianza effettuato dalle GEV

garantiscono al sito un buon livello di tutela formale ed effettiva, seppure quest’ultima sia

piuttosto disomogenea e più accentuata nelle zone a Riserva Naturale e in quelle più

accessibili attraverso la rete stradale interna. Peraltro i confini “permeabili” del Parco, la

sua estensione e l’elevata pressione antropica del territorio circostante rendono

obiettivamente molto difficile garantire un controllo costante ed uniforme su tutta l’area del

pSIC.

1.2. Raccolta e disponibilità delle informazioni Le segnalazioni per l’ittiofauna provengono da osservazioni di Stefano Scali tra il 1991 e il

1996.

Le segnalazioni inerenti l’erpetofauna sono comprese tra il 1991 e il 2004 e derivano da

precedenti ricerche faunistiche mirate sul campo. In particolare, è presente in letteratura

uno studio sugli anfibi e i rettili del Parco delle Groane (Scali, 1993, 1995; Springolo &

Scali, 1998; Scali, 2001; Scali & Gentilli, 2003). Inoltre, nel pSIC sono stati effettuati

interventi di conservazione nell’ambito del Progetto LIFE Natura “IT/003068” (Ferri et al.,

2004).

Per quanto riguarda gli Uccelli l’area delle Groane è storicamente povera di dati faunistici.

Il primo tentativo sintetico di produrre un Atlante ornitologico delle Groane è solo del 2003

e rappresenta un lavoro preliminare ed esclusivamente bibliografico-compilativo.

Esistono dati ornitologici del 1988, dovuti ai lavori di Massa et al.: oltre all’essere non

aggiornati, quel lavoro ha diverse mancanze importanti e imprecisioni rispetto ad alcune

specie. La maggior parte dei dati recenti sono frutto di censimenti, a volte relativi a taxa

specifici, operati da gruppi di ornitologi appassionati o associazioni. In particolare, l’area è

decisamente molto più frequentata e monitorata a partire dalla fine degli anni ’90.

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I dati a disposizione riguardanti i Mammiferi derivano da fonti bibliografiche (Fornasari et

al., 1997; Wauters et al., 1997; Fornasari & Villa, 2001; Prigioni et al., 2001) e da

rilevamenti effettuati in data 23 luglio 2004.

Nel il territorio in esame è stato svolta una tesi di laurea nel 1991 sui Coleotteri Carabidi; i

dati a disposizione per questa importante famiglia possono ritenersi abbastanza completi,

mentre per tutti gli altri gruppi di insetti mancano completamente informazioni.

Per i vari taxa di Vertebrati, soprattutto in relazione alla loro presenza-assenza, il livello conoscitivo appare quindi nel complesso sufficiente, mentre decisamente scarse o nulle sono le informazioni sulla dinamica di popolazione e distribuzione di quasi tutte le specie. Il grado complessivo di conoscenza dell'entomofauna e sugli invertebrati in genere, anche valutando la vastità del SIC e la sua rilevanza, è invece da considerarsi decisamente insufficiente.

1.3. Rapporti tra fauna, vegetazione ed habitat Nell’area in questione sono presenti esclusivamente acque lentiche, dovute soprattutto al

ristagno delle acque piovane grazie al suolo argilloso, comprendenti anche l’Habitat 3130.

Gli anfibi utilizzano durante la fase riproduttiva vari tipi di zone umide, soprattutto lentiche,

come quelle comprese negli Habitat 3130 e 53.01. In questi ambienti sono deposte le

uova e si svolge la fase di accrescimento precedente la metamorfosi. In fase terrestre

utilizzano vari habitat a seconda delle specie considerate; in particolare le zone boschive

(tra cui gli Habitat 9160 e 9190) sono usate in prevalenza da Triturus carnifex, Triturus

vulgaris, Rana latastei e Rana dalmatina, mentre quelle più soleggiate e termofile (tra cui

Habitat 53.21) sono frequentate da Triturus carnifex, Triturus vulgaris, Bufo viridis, Hyla

intermedia e Rana synklepton esculenta.

I rettili utilizzano principalmente gli ecotoni, con particolare preferenza per i margini dei

boschi meglio conservati (ad es. Habitat 9160 e 9190). Alcune specie, in particolare

Anguis fragilis e Elaphe longissima, frequentano anche le parti interne di questi boschi,

soprattutto per esigenze trofiche. Altre specie, più termofile, come Podarcis muralis,

Lacerta bilineata, Hierophis viridiflavus, Natrix natrix e Vipera aspis frequentano

soprattutto le porzioni più aperte dei boschi sopra citati e, in parte le formazioni erbose

secche, quali l’Habitat 4030. Natrix natrix frequenta prevalentemente le zone umide (ad

es. gli Habitat 3130 e 53.01).

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I boschi delle Groane rappresentano una tipologia forestale tipica dell’alta pianura e

sono caratterizzati dalla presenza di specie ornitiche con diversa origine biogeografia e

soprattutto con una dinamica demografica assai differente.

In particolare, si possono individuare:

• Specie dealpinizzate, tipiche di Alpi e Prealpi, sia appartenenti a popolazioni

probabilmente residuali (Zigolo giallo), sia di probabile recente acquisizione (Falco

pecchiaiolo), sia specie che svernano su un breve raggio e che raggiungono in

inverno soltanto la parte alta della Pianura padana (Cincia dal ciuffo, Zigolo

muciatto). Tra queste, anche specie legate alle brughiere (Succiacapre).

• Specie tipiche dei boschi di pianura, anche di recente acquisizione (Picchio rosso

minore)

• Altre specie legate ad ambienti minoritari nel pSIC, come quelle acquatiche (Martin

pescatore, Tarabusino) o ad ambienti agricoli residuali (Allodola).

La presenza nel sito di mammiferi di interesse comunitario è più che altro legata alla

presenza di habitat aperti ed ecotonali (Pipistrellus pipistrellus, Pipistrellus kuhlii, Hypsugo

savii e Muscardinus avellanarius).

Tra le specie di interesse prioritario di maggiore valenza conservazionistica vi è Myotis

myotis, rilevato peraltro in habitat boschivo; la specie frequenta infatti frequentemente

boschi di latifoglie, di conifere o misti in cui vi sia scarso sottobosco (Arlettaz, 1997).

Per quanto concerne i Chirotteri la tecnica dei transetti effettuati con l’ausilio di rilevatore

ultrasonico (bat detector) ha sicuramente il vantaggio di permettere il rilevamento in tempi

relativamente brevi di aree estese; tuttavia, nonostante l’impiego di attrezzature e software

di analisi del suono sempre più sofisticati, permangono alcuni limiti quali la scarsa

rilevabilità di specie con emissioni deboli (ad esempio le specie del genere Plecotus) o di

specie che emettono ultrasuoni a frequenze molto elevate (specie del genere

Rhinolophus). Si sottolinea inoltre come alcune specie “gemelle” (ad esempio le specie del

genere Plecotus o Myotis myotis e Myotis blythii, Myotis daubentonii e Myotis capaccinii)

siano di difficile riconoscimento quando rilevate unicamente tramite bat detector. In

aggiunta si tenga conto che per il rilevamento di specie rare o presenti, per motivi

ecologici, con densità basse sarebbe opportuna la ripetizione dei rilevamenti in diversi

periodi dell’anno (tra la metà della primavera e la fine dell’autunno).

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Oltre agli habitat di interesse comunitario, la sopravvivenza di molte specie è comunque

legata ad ecosistemi di minor pregio ma comunque fondamentali, soprattutto in relazione a

caratteristiche strutturali, morfologiche e di continuità delle unità ambientali.

Per esempio le zone umide naturali ed artificiali rivestono un ruolo di primaria importanza

per la sopravvivenza di molte specie di anfibi. Per la conservazione delle popolazioni di

rettili (ma anche per lo spostamento e le fasi di caccia di molti mammiferi) è poi

fondamentale il mantenimento di fasce ecotonali caratterizzate dalla presenza di arbusti

bassi e fitti che forniscano un’adeguata copertura a questi vertebrati e alle loro prede. In

questo senso assumono particolare importanza le siepi e le bordure costituite da essenze

quali Rubus sp., Ligustrum vulgare e Crataegus monogyna.

Tra gli ambienti non prioritari, ma fondamentale per gli equilibri faunistici dell’area,

sicuramente meritano attenzione i rari prati a sfalcio e le zone incolte arbustate, essenziali

per una diversificazione della zona e per alcune specie, per la nidificazione (Allodola,

Saltimpalo, Averla piccola) o l’alimentazione (Gheppio).

Il metodo del transetto necessiterebbe di un maggiore sforzo di campo e quindi di più

tempo per fornire risultati quantitativi e qualitativi adeguati, in modo da coprire le diverse

tipologie ambientali e i diversi periodi in cui le specie presentano una contattabilità anche

molto differente tra loro.

Tuttavia, esso si è rivelato il metodo migliore per completare i dati bibliografici e le

osservazioni sparse sul campo. Queste ultime, tuttavia, sono quelle che hanno permesso

la maggior parte delle conclusioni e portato alla maggiore conoscenza dell’avifauna della

zona.

Particolarmente difficile è stato il rilevamento nell’area del frutteto, a causa del divieto di

accesso nella proprietà privata.

Per l’erpetofauna la raccolta delle informazioni relative al pSIC è avvenuta inizialmente su

basi bibliografiche e utilizzando le informazioni disponibili grazie al Progetto Atlante

Erpetologico Lombardo (Bernini et al., 2004). Sono state, inoltre, utilizzate informazioni

raccolte dagli incaricati durante ricerche faunistiche precedenti o ricevute da fonti dirette e

sicure, quali colleghi, operatori dei parchi, ecc.

Ove necessario, sono stati contattati i funzionari responsabili dei pSIC per ottenere

permessi ed informazioni aggiuntive, dopodiché sono stati effettuati sopralluoghi mirati

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nelle aree dove le informazioni erano più carenti, così da integrare il più possibile il quadro

complessivo delle conoscenze.

Sono stati scelti itinerari rappresentativi delle principali tipologie ambientali,

compatibilmente con le tempistiche e i finanziamenti stabiliti per questo lavoro, e sono stati

percorsi a piedi durante le ore diurne e notturne. Durante i sopralluoghi realizzati per

questo studio, gli anfibi sono stati cercati in acqua e a terra, e catturati manualmente o con

l’ausilio di un retino (Heyer et al., 1994; Halliday, 1996). I rettili sono stati cercati

prevalentemente lungo gli ecotoni, habitat preferenziali per tutte le specie, e riconosciuti a

vista o catturati manualmente (Blomberg & Shine, 1996). Tutti gli individui sono stati

rilasciati nel punto di cattura dopo il riconoscimento specifico.

Ad ogni rilevamento la posizione è stata memorizzata con un GPS Garmin E-Trex e

digitalizzata successivamente per poter essere inserita nella cartografia realizzata

mediante il software GIS ArcView 3.2.

Data la vastità del sito nonchè la ricchezza di habitat differenti è impossibile descrivere in

dettaglio le relazioni tra entomofauna ed habitat. In generale si può dire che di particolare

interesse sono le foreste di farnia mature (habitat 9160 e 9190), molto importanti ai fini

della conservazione della fauna del suolo più stenotopa e a minore mobilità, compresa

quella saproxilica.

Interessanti i prati secchi (habitat 4030), benchè in gran parte degradati a molinieti

piuttosto poveri e banali dal punto di vista entomologico.

Da tenere in considerazione i fossi di Groana e le piccole pozze semipermanenti sparse

nei boschi, ove vivono Coleotteri Idroadefagi, Odonati e altri gruppi con stadi di sviluppo

acquatici.

1.4. Specie e popolamenti La presenza delle specie è stata individuata attraverso l’esame della bibliografia recente

sopra indicata e da eventuali dati pregressi non pubblicati ma comunque disponibili presso

associazioni locali (es. Gruppo Naturalistico delle Groane) e singoli appassionati,

ricercatori, Università o l’Ente di Gestione dell’area protetta. Sono stati altresì effettuati

rilievi di campo solo in alcune limitate zone del pSIC per verificare elementi specifici (es.

aree riproduttive o controlli in punti significativi). Le risorse finanziarie e temporali a

disposizione non hanno infatti permesso una copertura uniforme e completa di tutta l’area

del pSIC e per tutte le specie.

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Per gli uccelli sono stati effettuati nel 2004 due rilevamenti di campo secondo il metodo dei

transetti lineari, rispettivamente all’interno dell’area della Ex polveriera e nei boschi di

Ceriano.

Per quanto riguarda gli insetti si sottolinea poi che le indagini entomologiche sono lavori

lunghi e complessi, che richiedono la partecipazione di numerosi specialisti dei diversi

gruppi (perlomeno i principali) e un orizzonte temporale di diversi anni. Alla fase di raccolta

su campo del materiale, segue infatti quella di preparazione e determinazione degli

esemplari in laboratorio. Lo studio di buona parte delle specie, per avere attendibilità ed un

valore scientifico, deve essere affidato a specialisti, con tempi generalmente lunghi e non

preventivabili.

D'altra parte sono pochissime le aree del nostro Paese in cui siano state eseguite ricerche

entomologiche dettagliate su tutti gli ordini di insetti, mentre per un numero leggermente

superiore di zone sono disponibili lavori su gruppi (ordini o famiglie) più o meno grandi e

importanti.

La maggior parte del lavoro può quindi essere svolto in questa sede solo attraverso i dati

bibliografici (nella maggior parte dei casi vecchi e poco precisi) e una valutazione

indicativa delle potenzialità dei siti, basata sul grado di naturalità e varietà degli habitat

presenti e il confronto con realtà vicine e meglio conosciute.

In ogni caso va sottolineato che le eventuali citazioni bibliografiche di insetti sono il più

delle volte molto generiche, indicando un toponimo grazie a cui non è possibile ubicare

precisamente il punto di raccolta, ne tantomeno stabilire se questo si trova o meno

all'interno dell'area di studio considerata. In alcuni casi esistono invece indicazioni più

precise che consentono di risalire ad aree localizzabili all'interno dei SIC, molto raramente

tuttavia è possibile arrivare a maggiori dettagli (es. georeferenziazione).

Dal punto di vista delle specie presenti e dello stato dei popolamenti questo pSIC risulta

quindi essere molto povero a livello di pesci ed anche gli anfibi sono piuttosto scarsi e

localizzati; situazione più nella media lombarda per rettili e mammiferi, mentre la comunità

ornitica appare ancora piuttosto abbondante e diversificata.

Nel complesso sono state individuate 263 specie, tra cui 65 specie di insetti (in gran

prevalenza Coleotteri), 4 di Pesci, 7 di Anfibi, 8 di Rettili, 139 di Uccelli (più altre 10

osservate in aree limitrofe) e 30 di Mammiferi. Tra le specie ornitiche non sono ovviamente

state considerate le specie accidentali (una quindicina).

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1.4.1.Insetti

I dati disponibili nel territorio in esame non consentono di fornire valutazioni dettagliate sulla situazione, il valore e la vulnerabilità delle popolazioni di insetti presenti. Tuttavia si può ritenere che le specie di maggior pregio e più vulnerabili siano comunque quelle legate al suolo, stenotope e incapaci di volare (principalmente Coleotteri), che scomparirebbero rapidamente e irreversibilmente in caso di distruzione o alterazione della copertura forestale. Dai dati di presenza accertati recentemente si segnala l'esistenza di qualche specie di un certo interesse e considerabile almeno localmente minacciate, delle quali ne ricordiamo due: - Cordulegaster boltoni: Odonato raro e localizzato, considerato minacciato per la scomparsa dei biotopi adatti allo sviluppo (grandi stagni di pianura); all'interno di questo SIC è stato rinvenuto presso la Cascina Cacciatori delle Alpi (dati risalenti agli anni 2000). - Cychrus italicus: Coleottero Carabide endemico di Alpi e Appennino centro-settentrionale (fino al Lazio), silvico, elicofago; tipico dei boschi collinare e montani ove talvolta è molto comune; la sua presenza in stazioni di pianura è estremamente rara e localizzata. All'interno di questo SIC è stato rinvenuto nel bosco presso S. Damiano a Ceriano Laghetto (dati risalenti al 1990). Da comunicazioni personali è presente attualmente nel SIC (in varie zone) la seguente specie inserita nell’All.II della Direttiva Habitat:

Lucanus cervus (Linnaeus, 1758) - Si ritiene inoltre molto probabile la presenza nel SIC della seguente specie

inserita nell’All.II della Direttiva Habitat: Cerambyx cerdo (Linnaeus, 1758)

Nel settembre 2002 è stata inoltre individuata (P.Palmi) il raro lepidottero diurno Maculinea

alcon, minacciate di estinzione a livello europeo e per la quale è in corso la valutazione

per un suo inserimento nella Direttiva Habitat. Peculiarità di questa specie è il suo

legame, nel ciclo biologico, con un’altrettanto poco comune specie vegetale (la Genziana

mettinborsa Genziane pneumonanthe), protetta dalla Regione Lombardia e con le specie

di formiche Myrmica ruginodis e M. tulinae.

1.4.2. Pesci, Anfibi e Rettili Nel pSIC non sono segnalate specie di pesci inclusi nell’Allegato II della Direttiva Habitat.

Le uniche specie presenti nell’Oasi di Lentate sono alloctone e derivanti da introduzioni a

scopi alieutici.

Nell’area sono segnalate due specie di anfibi e rettili presenti nell’Allegato II: Triturus

carnifex e Rana latastei. La presenza di entrambe è stata recentemente riconfermata, per

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numerose zone umide all’interno del pSIC e le popolazioni appaiono in buona salute e

numerose, svolgendo un ruolo importante nella tutela di queste specie a livello lombardo.

Tra le specie non riportate in allegato II della Direttiva Habitat si ritiene importante

segnalare la presenza di Bufo viridis, Rana dalmatina, Hyla intermedia, Lacerta bilineata,

Elaphe longissima e Vipera aspis. Queste specie sono da considerare importanti perché

endemiche dell’Italia (H. intermedia) oppure perché in forte regresso in Italia soprattutto

nelle aree di pianura, a causa delle modificazioni ambientali di origine antropica (in

particolare Elaphe longissima e Vipera aspis) (Gentilli & Scali, 1999; Bernini et al., 2004).

1.4.3. Uccelli

La situazione delle specie ornitiche di interesse comunitario è complessa e in media

piuttosto delicata. Infatti, come si vede dalle schede relative, si tratta, nel caso

dell’avifauna, di poche specie, con popolazioni piccole o piccolissime, spesso non

strettamente legate alle tipologie ambientali prioritarie per la UE e quindi in situazioni poco

significative.

E’ il caso, ad esempio, dell’Averla piccola, che dipende solo parzialmente da habitat

prioritari (brughiera), ma è legata in gran parte ad altri ambienti. Si tratta, inoltre, di una

specie dalla distribuzione diffusa, la cui conservazione è maggiormente legata alle

politiche di gestione territoriale generali, piuttosto che alla tutela di siti specifici.

Anche le specie inserite nella Dir. Uccelli e legate ad acque stagnanti (es. Martin

pescatore, Tarabusino) sono presenti nell’area con pochissime coppie, legate a specchi

d’acqua molto piccoli e dove spesso il livello a la disponibilità di acqua è abbastanza

effimero o irregolare. Nella maggior parte dei casi si tratta quindi di micro-popolazioni

isolate, vulnerabili e a rischio di scomparsa da una stagione all’altra, anche senza

particolari motivi. Vi sono poi molte specie di interesse comunitario (es. Nibbio bruno e

albanelle, Cicogna bianca, ecc.) che frequentano l’area esclusivamente durante gli

spostamenti migratori: l’importanza del sito per i contingenti migratori andrebbe

ulteriormente approfondita.

Fa eccezione, in quanto potenzialmente significativa, la piccola popolazione di

Succiacapre, che fa parte di una popolazione più ampia comprendente anche alcune

coppie nidificanti nel vicino Parco delle Brughiera Briantea. Anche questa specie

meriterebbe uno specifico censimento in un prossimo futuro.

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Se invece si amplia la categoria delle specie considerate a quelle non strettamente incluse

nell’Allegato I 79/409/CEE, i Boschi delle Groane ospitano una discreta biodiversità e

comunità ornitiche abbastanza peculiari per la provincia di Milano.

Tra i gruppi decisamente in trend positivo, negli ultimi 10 anni, ci sono i Picidi, con 3

specie aventi uno stato di conservazione apparentemente soddisfacente. Tra queste il

Picchio rosso minore appare una specie “nuova” e in espansione. Anche la popolazione di

Torcicollo, probabilmente non in trend positivo, appare comunque ancora consistente.

In espansione anche gli Ardeidi, a causa probabilmente di alcuni progetti di ripristino di

aree umide realizzati in aree limitrofe al pSIC. Nell’area umida dell’Oasi di Cesano

Maderno (600 metri fuori dal pSIC) ha nidificato nel 2002 l’unica coppia di Airone rosso

della provincia di Milano.

Particolarmente florida, anche se numericamente fluttuante, appare la popolazione di

Tortora.

Tra le specie in chiara crisi demografica a livello locale spiccano invece la già citata Averla

piccola e l’Allodola.

1.4.4. Mammiferi Complessivamente le specie di mammiferi rilevate all’interno del pSIC hanno distribuzione

e abbondanza analoghe ad altre zone planiziali lombarde (Prigioni et al., 2001).

Data la mancanza di dati raccolti in tempi successivi, per quanto riguarda il possibile trend

delle specie all’interno del pSIC si rimanda a quanto riportato per l’intera regione

nell’Atlante dei Mammiferi della Lombardia (Prigioni et al. 2001).

Di sicuro interesse è la presenza di Myotis myotis, specie ritenuta in declino in tutto il suo

areale di distribuzione e mai rilevata nella porzione centrale della pianura lombarda dopo

la segnalazione di Gulino & Dal Piaz del 1939.

Di particolare importanza è poi la popolazione di Scoiattolo (Sciurus vulgaris), reintrodotta

con successo nel Parco Regionale delle Groane a partire dal 1986 (Fornasari et al., 1997;

Wauters et al., 1997).

Importante anche la presenza del Moscardino, ritenuta una buona specie indicatrice delle

condizioni degli habitat boschivi e della frammentazione del paesaggio.

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2. INDICAZIONI GESTIONALI

2.1. Valori e criticità La zona è caratterizzata da un’elevata diversità ambientale, con numerose zone umide di

ottima qualità e ampie zone boschive comprendenti alcuni habitat di interesse comunitario

che, in assenza di future pesanti alterazioni ambientali di origine antropica, garantiscono

una buona stabilità delle popolazioni e la possibilità del mantenimento delle strutture di

metapopolazione.

Tra le zone di maggior pregio per l’erpetofauna si segnalano la Brughiera della Ca’ del

Re, con abbondanti popolazioni di Triturus carnifex, T. vulgaris, Hyla intermedia e Rana

dalmatina. Si sottolinea che la presenza delle rane rosse in zone di brughiera è

considerare un fatto abbastanza eccezionale e aumenta il pregio del sito in questione

(Scali, 1993; Scali & Gentilii, 2003). Tra le altre zone importanti si ricordano i boschi di

Ceriano Laghetto, Cogliate e Misinto, ove sono abbondanti Hyla intermedia, Rana latastei

e Rana dalmatina e l’Oasi di Lentate, che ospita una popolazione numerosissima di Hyla

intermedia (Scali 1995).

Circa gli uccelli, i boschi maturi e disetanei a nord del pSIC e la brughiere rappresentano

senz’altro l’aspetto ambientale più prezioso per l’avifauna.

La scarsità di acqua rende particolarmente importante la conservazione di pozze

temporanee, fossi di Groana, stagni, sia in quanto aree di nidificazione, sia in quanto fonte

di cibo. Gli specchi d’acqua rappresentano poi un’area di sosta obbligata, all’interno dela

forte urbanizzazione, per i migratori.

Sempre per l’ornitofauna, le località più significative all’interno del pSIC coincidono spesso

con le attuali zone vincolate a Riserva Naturale-RN. Pertanto Cà del Re (RN) è

confermato importante anche per gli uccelli, cos’ come l’area a brughiera e querceto della

Ex-Polveriera . Importanti anche le Foppe di S.Dalmazio e i boschi di Ceriano, così come i

boschi di S.Andrea e il bosco del Cenato.

Tra le aree significative per l’avifauna ma non tutelate come Riserva naturale si segnalano

invece lo stagno di Lentate, l’area del frutteto di Ceriano (peraltro incluso solo in parte nel

pSIC) e soprattutto la zona umida ricostruita di Cesano Maderno, posta di poco all’esterno

del pSIC ma di importanza strategica e funzionalmente connessa, dal punto di vista

ecologico, con l’ambito delle Groane.

Per quanto riguarda la mammalofauna si rilevano i seguenti aspetti positivi: presenza di

habitat di brughiera attualmente poco rappresentato nel contesto della Pianura Padana,

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presenza di lembi di vegetazione forestale in un contesto fortemente antropizzato tale da

garantire, grazie anche alla loro estensione, la presenza di specie forestali quali ad

esempio Sciurus vulgaris.

Per quanto riguarda gli insetti, nell'area del pSIC sono presenti diverse formazioni

planiziali con un livello di naturalità, maturità ed estensione notevoli, in grado di ospitare

una fauna silvicola stenotopa e microterma, che attualmente è scomparsa o frammentata

in isole relitte ad alto rischio di estinzione locale.

All'interno dell'area si trovano poi piccole pozze di acque ferme di discreta qualità,

certamente favorevoli all'entomofauna acquatica.

Le maggiori fonti di disturbo e impatto derivano dalla massiccia presenza di insediamenti

umani nelle aree circostanti e dall’elevato sfruttamento industriale del territorio.

L’immissione di pesci alloctoni nelle zone umide crea problemi di sopravvivenza agli anfibi.

Si segnala che negli ultimi anni due delle più importanti zone umide del pSIC, la Foppa di

San Dalmazio e l’Oasi di Lentate, sono soggette a periodici disseccamenti, dovuti alla

scarsa tenuta del fondo argilloso. Questi siti sono di estrema importanza per la

conservazione della batracofauna, perché ospitano popolazioni consistenti di Triturus

carnifex, Triturus vulgaris, Hyla intermedia, Rana dalmatina, Rana latastei e Rana

synklepton esculenta.

Per gli invertebrati rappresentano un problema l'invadenza di alcune essenze esotiche e la

trasformazione delle aree di brughiera in prati asciutti o cespuglieti di minore pregio

naturalistico.

Attualmente le principali problematiche per i mammiferi rilevate riguardano: l’eccessiva

pulizia del sottobosco (che, pur favorendo specie quali Myotis myotis, rende il sito poco

idoneo per numerosi micromammiferi e Chirotteri), la scarsità di zone umide e l’invasione

da parte di specie arbustive ed arboree alloctone negli habitat di brughiera e altri habitat

aperti ed ecotonali.

Tra le altre fonti di impatto e degrado, appaiono poi critiche le scelte future relative alla

fruizione, anche ciclopedonale (se eccessiva) e la realizzazione di nuove strade. La

realizzazione di strade ed infrastrutture lineari porterebbe infatti ad un'ulteriore

frammentazione di ambienti che hanno fra i principali motivi di pregio l'estensione,

sufficiente a conservare popolazioni isolate e spesso rare in tutta la Pianura Padana.

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L’attraversamento del pSIC da parte dell’Autostrada Pedemontana, realistico fino al 2001,

appare oggi almeno per il momento scongiurato.

Il grande progetto di trasformazione dell’area del frutteto in una enorme cava di argilla (c.a.

1,4 milioni di mc.), compreso nel Piano Cave Provinciale ma attualmente sospeso, si

presenta poi come un’opera ad impatto elevatissimo. Questo sia per la mole di lavori, di

disturbo e di traffico di mezzi, sia per la scomparsa di una tipologia ambientale (il frutteto)

essenziale per numerosissime specie di Uccelli insettivori, nonché, con ogni probabilità,

per l’alimentazione del Falco pecchiaiolo.

La presenza di un “quagliodromo” ed un impianto di tiro al piattello costituisce poi un’altra

fonte di disturbo per le specie più sensibili, mentre il problema degli incendi, pur delicato,

sembra al momento tenuto abbastanza sottocontrollo dal buon livello di vigilanza specifica

e pronto intervento antincendio.

2.2. Indicazioni gestionali Attualmente all’interno del Parco Groane non esiste una reale gestione faunistica costante

né uno strumento pianificatorio specifico (es. Piano Fauna). Essa sembrerebbe piuttosto

impostata con interventi una tantum, pur in alcuni casi significativi, attraverso la

realizzazione di progetti, inclusi i LIFE finanziati dalla UE e finalizzati ad alcune specie.

Sarebbe pertanto auspicabile il passaggio da questo tipo di gestione ad una che individui

priorità e azioni da portare avanti periodicamente e sul lungo periodo, a partire da un

costante monitoraggio faunistico, operato da personale qualificato.

La gestione forestale del Parco è sicuramente un aspetto qualitativo importante. Tuttavia,

essa è suscettibile di miglioramenti, in particolare nella conservazione e gestione del legno

morto. A questo proposito (vedi anche più avanti, per gli insetti), un altro passo in avanti

da operare nella gestione del territorio, dovrebbe portare a riequilibrare attenzioni e

finanziamenti dedicati finora ai soli interventi forestali e alle brughiere, prendendo in

considerazione anche il miglioramento qualitativo delle aree agricole, la conservazione di

arbusteti, di aree marginali incolte e, soprattutto, dei prati a sfalcio.

Nonostante il pericolo incendi – problema potenzialmente molto grave per alcune specie

sebbene i focolai locali interessino soprattutto il sottobosco e più di rado le chiome - come

accennato in precedenza il servizio di vigilanza del Parco Groane ha sempre funzionato in

modo soddisfacente.

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Da segnalare poi la realizzazione di alcuni progetti di regimazione delle acque all’interno

del pSIC, attuati nel 2003, per i quali non è nota alcuna Valutazione di Incidenza.

Per l’ittiofauna si suggerisce, ove possibile, la rimozione delle specie alloctone e il divieto

di eventuali nuovi ripopolamenti. È altresì da effettuare il controllo degli scarichi civili ed

industriali nelle zone umide e nei fossi di Groana.

Sono poi auspicabili alcuni interventi di gestione delle aree importanti per l’erpetofauna,

quali il mantenimento delle piccole zone umide e delle fasce ecotonali. Per le prime si può

prevedere la pulizia manuale dalla vegetazione igrofila in eccesso e l’escavazione del

fondo in caso di interramento avanzato. Questi interventi devono essere effettuati alla fine

dell’estate (settembre) per non interferire con la riproduzione e lo svernamento degli anfibi.

In aggiunta, si suggerisce di migliorare l’impermeabilizzazione della Foppa di San

Dalmazio e dell’Oasi di Lentate al fine di prevenirne i periodici disseccamenti. I lavori

devono essere effettuati sotto la supervisione di erpetologi esperti per valutare caso per

caso le situazioni. È necessario provvedere al controllo dei pesci alloctoni e impedire

ulteriori immissioni di tutti i pesci nelle zone umide marginali. Dovrebbero essere

incentivate le pratiche agricole a basso impatto nelle zone limitrofe al pSIC.

Per i rettili è necessario il mantenimento, ed eventualmente il potenziamento, delle fasce

ecotonali e delle radure, impedendo l’eccessivo rimboschimento e l’eliminazione delle

siepi.

Al fine di una corretta gestione dell’ornitofauna e della mammalofauna gli obiettivi

principali dovrebbero includere:

1. creazione e/o mantenimento di aree umide

2. struttura eterogenea del bosco;

3. buona copertura del sottobosco;

4. mantenimento delle aree aperte;

5. presenza di elementi di diversificazione in ambiente agricolo;

6. mantenimento di eventuali roost di Chirotteri;

7. educazione ambientale e divulgazione a livello locale;

8. monitoraggio delle popolazioni di Scoiattolo (Sciurus vulgaris).

9. monitoraggio della popolazione di Moscardino (Muscardinus avellanarius).

10. monitoraggio delle specie ornitiche migratrici e della popolazione di

Succiacapre (Caprimulgus europaeus)

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Obiettivo 1. Vista la scarsità di aree umide all’interno del pSIC, si suggerisce la

creazione di pozze d’acqua (lunghe almeno 4-5 metri) in cui parte della superficie

d’acqua rimanga libera da vegetazione (Entwistle et al., 2001; Fornasari & Villa, 2001).

Obiettivi 2-3 Per quanto riguarda gli ambienti forestali, la gestione dovrebbe prevedere

innanzitutto la rimozione delle specie alloctone, con l’accorgimento di lasciare in piedi

le piante che presentano cavità, nidi di picchio, fessurazioni e scortecciamenti. La

rimozione di specie alloctone può permettere la creazione di piccole zone aperte

all’interno del bosco che favoriscono la presenza di diverse specie di Chirotteri. E’

assolutamente sconsigliata la rimozione dal bosco di alberi e rami morti caduti a terra o

ancora in piedi se non nel caso che costituiscano seri pericoli per le persone. Andrebbe

favorita la rinnovazione spontanea delle specie forestali autoctone con interventi

selvicolturali appositi (ad esempio disetaneizzazione). Gli interventi selvicolturali

dovrebbero inoltre essere volti allo sviluppo del sottobosco. Per favorire la presenza di

Chirotteri fitofili e altre specie di micromammiferi può risultare utile la creazione di

cataste di legna proveniente da tagli selettivi di specie alloctone (Entwistle et al., 2001;

Fornasari & Villa, 2001).

Obiettivo 4. Le aree aperte (in cui ricade anche l’habitat prioritario 4030), appaiono in

buona parte invase da specie quali la Robinia (Robinia pseudoacacia). Sarebbero

opportune misure di gestione che impediscano la chiusura di tali habitat (di particolare

importanza il taglio delle specie invasive).

Obiettivo 5. In ambiente agricolo la presenza di elementi di diversificazione del

paesaggio quali filari e siepi è da mantenere se non da incrementare. Interventi che

favoriscano un graduale passaggio dall’ambiente boschivo a quello aperto (con la

piantumazione, in modo irregolare, di arbusti tra bosco e campi) può favorire

notevolmente la dispersione della fauna e migliorare gli habitat di caccia dei Chirotteri

(Entwistle et al., 2001; Fornasari & Villa, 2001).

Obiettivi 6-7. Il mantenimento dei roost è una delle principali misure di conservazione

della Chirotterofauna, in particolar modo per Myotis myotis che forma nursery anche di

grosse dimensioni principalmente in edifici (spesso nei sottotetti); sarebbe pertanto

opportuno, qualora si dovessero effettuare interventi su edifici, il controllo da parte di

un esperto per verificare la presenza di colonie. Nel caso di presenza di Chirotteri gli

Interventi andrebbero effettuati con materiali non tossici e con tempistiche tali da non

mettere in pericolo l’esistenza della colonia stessa. A tale proposito si può prevedere la

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divulgazione e la diffusione di informazioni per una corretta gestione degli interventi

(così come già attuato da alcuni pSIC lombardi).

Obiettivo 8. Data l’importanza della popolazione di Scoiattolo presente nel Parco

Regionale delle Groane, derivante da una reintroduzione estremamente efficace

effettuata a partire dal 1986 (Fornasari et al., 1997; Wauters et al., 1997) e la sempre

più preoccupante diffusione in Lombardia dello Scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis)

sarebbe opportuno il monitoraggio della presenza delle specie, come già effettuato ad

esempio nei pSIC inclusi nel Parco Regionale della Valle del Ticino (Fornasari et al.,

2000; Fornasari et al., 2002).

Obiettivo 9. La presenza del Moscardino, valutabile con varie tecniche di censimento

(presenza di resti nelle borre, rilevamento delle tracce, rilevamento tramite hair tubes,

rilevamento nidi), andrebbe attentamente monitorata. La specie è legata ad un ricco

sottobosco e alla presenza di zone ecotonali di buona qualità, oltre che alla presenza

di elementi di diversificazione del paesaggio in ambito agricolo.

Obiettivo 10. La popolazione di Succiacapre, pur ridotta, è probabilmente la più estesa

della provincia al di fuori della valle del Ticino e meritevole di un monitoraggio

specifico. Così come il ruolo del pSIC per i migratori, anche in relazione alla posizione

abbastanza strategica del sito, tra l’alta pianura e la valle del Ticino.

Per gli insetti, di grande importanza è la conservazione all'interno delle aree boschive del

legno morto (necromasse). Su di esso infatti si compie lo sviluppo larvale di moltissimi

coleotteri (fra cui la quasi totalità dei Cerambicidi e Buprestidi) e di tutta la fauna

saproxilica. E' fondamentale rispettare la naturale evoluzione del patrimonio arboreo,

lasciando sul posto gli alberi deperienti o morti (anche solo in parte), e lasciando che

tronchi e rami caduti (oltre alle ceppaie degli alberi tagliati) si decompongano naturalmente

al suolo; il materiale legnoso che deve essere per qualche motivo spostato, va comunque

accatastato di preferenza in zone ombreggiate e non scortecciato.

Meritano attenzione anche altri piccoli elementi del paesaggio o ambienti temporanei,

quali cataste di legna, letamai, muretti a secco, piccole raccolte d'acqua, che andrebbero

mantenuti ove presenti o magari creati in luoghi adatti. Nelle aree boschive particolare

rilevanza hanno le radure e le zone marginali in cui, grazie alla maggiore insolazione,

riesce ad affermarsi la vegetazione erbacea ed arbustiva del mantello forestale; questa

vegetazione, con le sue abbondanti fioriture e fruttificazioni è di grande importanza per

l'alimentazione e lo sviluppo di moltissime specie di insetti.

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In generale poi, al fine di poter controllare l’andamento delle popolazioni delle specie

animali a rischio, è opportuno prevedere periodici programmi di monitoraggio con

tecniche standard di censimento (trappolaggio, campionamenti con elettrostorditore nelle

rogge limitrofe, censimento al canto, conteggio delle ovature, ecc.) (Heyer et al., 1994;

Blomberg & Shine 1996; Halliday, 1996). Tali monitoraggio dovrebbero essere rivolti non

solo alle specie prioritarie di interesse comunitario secondo la Direttiva Habitat, ma

includere anche un set di specie individuate come indicatori di qualità ambientale. Per

esempio la scarsa mobilità degli anfibi e dei rettili, unita alla specificità nella scelta degli

habitat di alcune specie, si riflette nella loro sensibilità nei confronti delle modificazioni

ambientali apportate dall’uomo.

Ecco quindi che tra le specie più facilmente utilizzabili localmente come indicatori, per

esempio nelle valutazioni di incidenza, si possono ricordare Lacerta bilineata, Elaphe

longissima, Hyla intermedia e Rana latastei. La prima è legata principalmente agli habitat

arbustivi marginali, la secondo ai margini dei boschi meglio conservati: entrambe negli

ultimi anni hanno subito un netto regresso numerico in molte aree, soprattutto in Pianura

Padana, a causa della distruzione delle siepi, delle bordure e delle aree boscate (Gentilli &

Scali, 1999). R. latastei è legata ad ambienti boschivi ben conservati, per cui la sua

presenza risulta fondamentale per una valutazione dello stato di antropizzazione delle

zone circostanti. Hyla intermedia è legata, invece, alle zone con vegetazione arbustiva ed

arborea e al fragmiteto; questa specie, buona colonizzatrice, è caratterizzata da una

struttura a metapopolazione e la sua presenza è quindi indice di un mosaico ambientale di

buona qualità e senza eccessive barriere.

Si ritiene infine opportuno in questa sede segnalare l’allargamento del pSIC attraverso

l’inclusione dell’adiacente area umida dell’Oasi di Cesano Maderno (c.a. 600 metri dal

pSIC): ciò consentirebbe di tutelare la più grande ed importante area umida dell’intero

Parco Groane. Questo consentirebbe di includere specie come Airone rosso, Tarabuso,

Tarabusino, Topino, Tuffetto, Martin pescatore nidificanti o estivanti; inoltre essa

rappresenta oggi la più importante area di sosta migratoria del Parco, per moltissime

specie di limicoli, tra i quali Piro piro boschereccio, Albastrello, Frullino, e per altre specie,

come Cicogna bianca, Marzaiola, Mestolone, Schiribilla, Rondine. Tale inclusione,

essendo l’area già attualmente protetta e vincolata, incontrerebbe, con ogni probabilità,

l’assenso di tutti gli enti territoriali coinvolti.

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Fig.1. Scorcio di parte dell’adiacente zona umida di Cesano M.

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ambientale in un territorio altamente urbanizzato: i primi risultati visti attraverso il

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censimento dell’avifauna. L’Oasi LIPU di Cesano Maderno. XI Convegno italiano di

Ornitologia. Castiglioncello (LI) 27 – 30/9/2001 – Avocetta 25: 111 (2001).

Belardi M, Valota M., Bonamico E. e Montorfano S., 2004 – Dati preliminari del primo

censimento dei Piciformi nel Parco delle Groane – OLDUVAI. In prep.

Belardi M., 2002 – Il valore ecologico del corridoio del Biulé – Atti del Convegno “Il

Corridoio ecologico del Biulé: miglioramento ambientale e opportunità sociale” -

Solaro (MI), 1 febbraio 2002 - Parco delle Groane.

Belardi M., Biasioli M., 2003 - Nuove segnalazioni interessanti nel nord milanese. XII

Convegno Italiano di Ornitologia. Ercolano (NA). Avocetta: 27:142

Biasioli M., Fumagalli P., Lo Schiavo C. e Galliani C., 2003 – L’avifauna del Parco delle

Groane (MI) – Avocetta 27: 147

Larroux G., La Viola M., Belardi M., Canziani M., Montonati S. e Falciola C. – progetto di

riqualificazione ambientale dell’ex cava Aliberti – LIPU/ Comune di Cesano Maderno,

Parco delle Groane

Massa R., 1988 – I Vertebrati terrestri del Parco delle Groane – consorzio Parco Groane

Sono stati inoltre utilizzate le osservazioni di campo delle seguenti persone:Massimiliano

Biasioli, Emanuele Bonamico, Maurizio Borghi, Mauro Canziani, Adriana Ferrari, Paolo

Fumagalli, Carlo Galliani, Paolo Gianfrido, Paolo Lietti, Fabio Lopez, Cinzia Lo Schiavo,

Sofia Montorfano, Roberto Sacchi, Walter Sassi, Matteo Siesa, Maurizio Valuta, Paolo

Ventura.

3.4. Mammiferi Arlettaz R., 1997. Ecology of the sibling mouse-eared bats (Myotis myotis and Myotis

blythi): zoogeography, niche, competition and foraging. Horus Publ., Martigny,

Switzerland.

Entwistle A.C., Harris S., Hutson A.M., Racey P.A., Walsh A., Gibson S.D., Hepburn I. &

Johnston J., 2001. Habitat management for bats. Joint Nature Conservation

Commitee, 48 pp.

Fornasari L. & Villa M. (eds.), 2001. La Fauna dei Parchi Lombardi – Tutela e

gestione. CD-Rom. Regione Lombardia e Parco Regionale del Monte Barro.

Fornasari L., Galbussera R. & Sacchi M., 2002. Progetto per il monitoraggio e

l’eradicazione dello Scoiattolo grigio nel Parco Regionale della Valle del Ticino -

Relazione finale. Rapporto tecnico non pubblicato.

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Fornasari L., Morelli C., Lazzari R. & de Carli E., 2000. Prima valutazione della

distribuzione dello Scoiattolo grigio Sciurus carolinensis nel Parco Regionale della

Valle del Ticino. Rapporto tecnico non pubblicato.

Gulino G. & Dal Piaz G.B., 1939. I Chirotteri italiani. Elenco delle specie con annotazioni

sulla loro distribuzione geografica e frequenza nella Penisola. Boll.Mus. Zool.

Anat.Comp. R. Univ. Torino, 47 (3): 61-103.

Prigioni C., Cantini M., Zilio A. (eds.), 2001. Atlante dei Mammiferi della Lombardia.

Regione Lombardia e Università degli Studi di Pavia. 324 pp.

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4. ALLEGATI 4.1. Elenco delle specie presenti Vengono di seguito elencate tutte le specie animali individuate (con l’esclusione di alcuni

gruppi di Invertebrati quali Poriferi, Molluschi, Irudinei, Aracnidi e Miriapodi, non monitorati.

Tra i Crostacei è stata verificata la sola presenza del Gambero d’acqua dolce), sia quelle

di interesse comunitario sia quelle non incluse nelle direttive, sulla base dei rilievi di campo

e delle ricerche e della bibliografia recente. Ciò al fine di fornire un quadro il più possibile

esauriente dei valori faunistici del pSIC.

4.1.1 Insetti Per questo taxa di invertebrati oltre al codice progressivo usualmente utilizzato nella

check-list della Fauna d’Italia (Minelli et al., 1996) e il nome scientifico della specie viene

indicato, quando nota, la località in cui è avvenuta l’osservazione.

Eterotteri (1)

41.329.0.001.0 Coreus marginatus (Linnaeus, 1758) Solaro (presso Villaggio Brollo)

Coleotteri (59)

44.028.0.002.0 Carabus coriaceus Sturm, 1815 Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.027.0.001.0 Carabus germari (Linnaeus, 1758) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.014.0.001.0 Carabus granulatus Linnaeus, 1758 Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.032.0.005.0 Cychrus italicus Bonelli, 1809 Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.039.0.002.0 Nebria brevicollis (Fabricius, 1792) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.042.0.005.0 Notiophilus rufipes Curtis, 1829 Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.042.0.009.0 Notiophilus substriatus Waterhouse, 1833 Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.054.0.001.0 Clivina fossor (Linnaeus, 1758) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.069.0.008.0 Asaphidion flavipes (Linnaeus, 1761) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.074.0.001.0 Metallina lampros (Herbst, 1784) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.074.0.002.0 Metallina properans (Stephens, 1828) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.087.0.002.0 Bembidion quadrimaculatum (Linnaeus, 1761) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.124.0.002.0 Trechus quadristriatus (Schrank, 1781) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.141.0.001.0 Patrobus atrorufus (Ström, 1768) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.152.0.001.0 Oxypselaphus obscurus (Herbst, 1784) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano)

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44.153.0.001.0 Anchomenus dorsalis (Pontoppidan, 1763) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.155.0.015.0 Agonum moestum (Duftschmid, 1812) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.155.0.018.0 Agonum longicorne (=holdhausi) Chaudoir, 1846 Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.159.0.001.0 Synuchus vivalis (Illiger, 1798) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.160.0.002.0 Calathus melanocephalus (Linnaeus, 1758) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.170.0.001.0 Platysma nigrum (Schaller, 1783) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.171.0.001.0 Platysma melanarium (Illiger, 1798) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.172.0.002.0 Platysma rhaeticum (Heer, 1837) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.172.0.003.0 Platysma oenotrium (Ravizza, 1975) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.183.0.013.0 Pterostichus micans Heer, 1841 Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.190.0.002.0 Argutor vernalis (Panzer, 1796) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.191.0.001.0 Phonias diligens (Sturm, 1824) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.196.0.001.0 Poecilus cupreus (Linnaeus, 1758) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.196.0.004.0 Poecilus versicolor (Sturm, 1824) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.207.0.001.0 Abax continuus Baudi, 1876 Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.210.0.004.0 Amara fulvipes Serville, 1821 Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.211.0.001.0 Amara aenea (Degeer, 1774) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.211.0.004.0 Amara convexior Stephens, 1828 Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.221.0.003.0 Anisodactylus binotatus (Fabricius, 1787) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.226.0.001.0 Diachromus germanus (Linnaeus, 1758) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.237.0.002.0 Parophonus maculicornis (Duftschmid, 1812) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.239.0.009.0 Ophonus azureus (Fabricius, 1775) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.244.0.001.0 Pseudophonus griseus (Panzer, 1797) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.244.0.002.0 Pseudophonus rufipes (Degeer, 1777) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.247.0.001.0 Harpalus affinis (Schrank, 1781) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.247.0.003.0 Harpalus distinguendus (Duftschmid, 1812) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.247.0.004.0 Harpalus oblitus Dejean, 1829 Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.247.0.009.0 Harpalus dimidiatus (Rossi, 1790) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.247.0.014.0 Harpalus luteicornis (Duftschmid, 1812) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.247.0.017.0 Harpalus latus (Linnaeus, 1758) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.247.0.029.0 Harpalus tardus (Panzer, 1797) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano)

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44.247.0.031.0 Harpalus anxius (Duftschmid, 1812) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.252.0.001.0 Stenolophus teutonus (Schrank, 1781) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.252.0.007.0 Stenolophus mixtus (Herbstm 1784) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.274.0.002.0 Oodes helopioides (Fabricius, 1792) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.283.0.010.0 Cymindis cingulata Dejean, 1825 Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.301.0.004.0 Brachinus ganglbaueri Apfelbeck, 1904 Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 44.303.0.002.0 Brachinus explodens (Duftschmid, 1812) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 48.133.0.003.0 Ontholestes murinus (Linnaeus, 1758) Ceriano Laghetto 48.136.0.003.0 Platydracus fulvipes (Scopoli, 1763) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 48.140.0.018.0 Ocypus nero (Falderman, 1835) Bosco di Ceriano Laghetto (presso S. Damiano) 48.140.0.019.0 Ocypus olens (Müller, 1764) Ceriano Laghetto 48.140.0.021.0 Ocypus pedator (Gravenhorst, 1802) Ceriano Laghetto 56.056.0.001.0 Hippodamia variegata (Goeze, 1777) Solaro (presso Villaggio Brollo)

Lepidotteri (2) 89.013.0.001.0 Iphiclides podalirius Linnaeus, 1758 Solaro (presso Villaggio Brollo) 89.035.0.001.0 Maculinea alcon (Denis & Schiffermuller, 1775) 89.035.0.003.0 Maculinea rebeli (Hirsche, 1904)

Imenotteri (2) 106.062.0.001.0 Apis mellifera Linnaeus, 1758 Solaro (presso Villaggio Brollo) 102.008.0.005.0 Myrmica ruginodis Nylander, 1846

Fig. 1. Il raro coleottero Cychrus italicus mentre sta predando una Chiocciola terrestre (Elix sp.)

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4.1.2. Pesci Codice specie Nome scientifico Nome comune Direttiva Habitat Carassius auratus Carassio dorato

Carassius carassius Carassio

Cyprinus carpio Carpa

Ictalurus melas Pesce gatto

4.1.3. Anfibi Codice specie Nome scientifico Nome comune Direttiva Habitat Triturus carnifex Tritone crestato italiano Allegato II

Triturus vulgaris Tritone punteggiato

Bufo viridis Rospo smeraldino

Rana latastei Rana di Lataste Allegato II

Rana dalmatina Rana agile Allegato IV

Rana synklepton esculenta Rana esculenta Allegato V

Hyla intermedia Raganella italiana Allegato IV

4.1.4. Rettili Codice specie Nome scientifico Nome comune Direttiva Habitat Anguis fragilis Orbettino

Lacerta viridis (=bilineata) Ramarro occidentale Allegato IV

Podarcis muralis Lucertola muraiola Allegato IV

Coronella austriaca Colubro liscio Allegato IV

Coluber (=Hierophis) viridiflavus

Biacco Allegato IV

Elaphe longissima Saettone Allegato IV

Natrix natrix Natrice dal collare

Vipera aspis Vipera Allegato IV

4.1.5. Uccelli (LEGENDA: *** =Specie presenti in zone limitrofe ma esterne al pSIC; B= sp. Nidificante; S= sp. Stanziale; M= sp.Migratrice; W=sp. Svernante; E=sp. Estivante). Sono escluse le specie accidentali e quelle introdotte non naturalizzate. Sono indicate solo le specie in Allegato I della Direttiva 79/409/CEE. SPECIE NOME Fenologia Dir. Uccelli Tachybaptus ruficollis Tuffetto BS Podiceps cristatus Svasso maggiore M Phalacrocorax carbo Cormorano MW

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Botarus stellaris Tarabuso B? W*** Allegato I e sp. prioritaria

Ixobrychus minutus Tarabusino BM Allegato I Nycticorax nycticorax Nitticora EM Allegato I Egretta garzetta Garzetta EM Allegato I Egretta alba Airone bianco maggiore Mirr. Wirr. Allegato I Ardea cinerea Airone cenerino EM Ardea purpurea Airone rosso Birr.*** Mirr. Allegato I Ciconia ciconia Cicogna bianca M Allegato I Anas strepera Canapiglia Mirr. Anas crecca Alzavola MW Anas platyrhynchos Germano reale BS M W Anas querquedula Marzaiola M Anas clypeata Mestolone M Aythya fuligula Moretta Mirr.*** Pernis apivorus Falco pecchiaiolo B M Allegato I Milvus migrans Nibbio bruno M Allegato I Circus aeruginosus Falco di palude M Allegato I Circus cyaneus Albanella reale M, Wirr. Allegato I Circus pygargus Albanella minore Mirr. Allegato I Accipiter gentilis Astore M, W Accipiter nisus Sparviere SB, M, W Buteo buteo Poiana SB, M, W Pandion haliaetus Falco pescatore M Falco tinnunculus Gheppio SB, M, W Falco colombarius Smeriglio Mirr. Falco subbuteo Lodolaio B? M Falco peregrinus Pellegrino M Allegato I Perdix perdix Starna SB Coturnix coturnix Quaglia B Wirr. Phasianus colchicus Fagiano SB Rallus aquaticus Porciglione Birr., Wirr. Porzana porzana Voltolino M Porzana parva Schiribilla M Gallinula chloropus Gallinella d'acqua SB, M, W Fulica atra Folaga SB, M, W Charadrius dubius Corriere piccolo B, M Allegato I Vanellus vanellus Pavoncella Mirr., Wirr. Gallinago gallinago Beccaccino M, W Scolopax rusticola Beccaccia B?, M, W Tringa nebularia Pantana M*** Tringa ochropus Piro-piro culbianco M Tringa glareola Piro-piro boschereccio M*** Actitis hypoleucos Piro-piro piccolo B?, M, W Larus ridibundus Gabbiano comune M, W Larus argentatus Gabbiano reale M, W Chlidonias niger Mignattino Mirr. Columba palumbus Colombaccio SB, M, W Streptopelia decaocto Tortora dal collare SB Sterptopelia turtur Tortora B M Cuculus canorus Cuculo B M Tyto alba Barbagianni SB? Athene noctua Civetta SB Strix aluco Allocco SB

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Asio otus Gufo comune SB, M, W Caprimulgus europaeus Succiacapre B, M Allegato I Apus apus Rondone B, M Apus melba Rondone maggiore B***, M Apus pallidus Rondone pallido M Alcedo atthis Martin pescatore SB Allegato I Merops apiaster Gruccione SB*** Upupa epops Upupa B, M Jynx torquilla Torcicollo B, M Picus viridis Picchio verde SB Picoides major Picchio rosso maggiore SB Picoides minor Picchio rosso minore SB, M, W Galerida cristata Cappellaccia Mirr. Lullula arborea Tottavilla Mirr. Alauda arvensis Allodola B, M, Wirr. Riparia riparia Topino B, M Ptyonoprogne rupestris Rondine montana Mirr., Wirr. Hirundo rustica Rondine B, M Delichon urbica Balestruccio B, M Anthus campestris Calandro Mirr. Anthus trivialis Prispolone M Anthus pratensis Pispola M, W Anthus petrosus Spioncello M, Wirr. Motacilla flava Cutrettola M Motacilla cinerea Ballerina gialla SB, M, W Motacilla alba Ballerina bianca SB, M, W Troglodytes troglodytes Scricciolo SB Prunella modularis Passera scopaiola M, W Erithacus rubecula Pettirosso SB, M, W Luscinia megarhyncos Usignolo B, M Phoenicurus ochruros Codirosso spazzacamino SB, M, W Phoenicurus phoenicurus Codirosso B, M Saxicola rubetra Stiaccino M Saxicola torquata Saltimpalo SB, M, W Oenanthe oenanthe Culbianco M Turdus merula Merlo SB, M, W Turdus pilaris Cesena M, W Turdus philomelos Tordo bottaccio M, W Turdus iliacus Tordo sassello M, W Turdus viscivorus Tordela Mirr. Cettia cetti Usignolo di fiume SB, M, W Acrocephalus schoenobaenus Forapaglie Mirr. Acrocephalus palustris Cannaiola verdognola M Acrocephalus scirpaceus Cannaiola Birr., M Acrocephalus arundinaceus Cannareccione M Hippolais polyglotta Canapino M Sylvia carruca Bigiarella Mirr. Sylvia communis Sterpazzola B, M Sylvia borin Beccafico B, M Sylvia atricapilla Capinera SB, M, W Phylloscopus trochilus Luì grosso M Phylloscopus collybita Luì piccolo SB, M, W Phylloscopus sibilatrix Luì verde B?, M

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Regulus regulus Regolo M, W Regulus ignicapillus Fiorrancino M, W Muscicapa striata Pigliamosche B, M Ficedula hypoleuca Balia nera M Aegithalos caudatus Codibugnolo SB, M, W Parus palustris Cincia bigia SB, M, W Parus cristatus Cincia dal ciuffo Mirr., Wirr. Parus caeruleus Cinciarella SB, M, W Parus ater Cincia mora M, W Parus major Cinciallegra SB, M, W Sitta europaea Picchio muratore SB, M, W Certhia brachydactyla Rampichino SB, M, W Remiz pendolinus Pendolino M, W Oriolus oriolus Rigogolo B, M Lanius collurio Averla piccola B, M Allegato I Garrulus glandarius Ghiandaia SB, M, W Pica pica Gazza SB, M, W Corvus monedula Taccola M Corvus frugileus Corvo M, W Corvus corone corone Cornacchia nera E, M, W Corvus corone cornix Cornacchia grigia SB, M, W Sturnus vulgaris Storno SB, M, W Passer montanus Passera mattugia SB, M, W Passet italiae Passera d'Italia SB Fringilla coelebs Fringuello SB, M, W Fringilla montifringilla Peppola M, W Serinus serinus Verzellino SB, M, W Carduelis chloris Verdone SB, M, W Carduelis spinus Lucherino M, W Carduelis carduelis Cardellino SB, M, W Carduelis cannabina Fanello M, W Carduelis flammea Organetto Wirr. Pyrrhula pyrrhula Ciuffolotto M Coccothraustes coccothraustes Frosone M, W Emberiza citrinella Zigolo giallo M, Wirr. Emberiza cirlus Zigolo nero M, Wirr. Emberiza cia Zigolo muciatto M, W Emberiza hortulana Ortolano Mirr. Allegato I Emberiza schoeniclus Migliarino di palude SB, M, W Miliaria calandra Strillozzo M

4.1.6. Mammiferi Codice specie Nome scientifico Nome comune Direttiva Habitat Apodemus sylvaticus Topo selvatico

Arvicola terrestris Arvicola terrestre

Clethrionomys glareolus Arvicola rossastra

Crocidura leucodon Crocidura ventre bianco

Crocidura suaveolens Crocidura minore

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Eliomys quercinus Quercino

Erinaceus europaeus Riccio

Hypsugo savii Pipistrello di Savi Allegato IV

Lepus europaeus Lepre comune

Martes foina Faina

Meles meles Tasso

Micromys minutus Topolino delle risaie

Microtus arvalis Arvicola campestre

Microtus multiplex Arvicola di Fatio

Microtus savii Arvicola di Savi

Mus domesticus Topolino delle case

Muscardinus avellanarius Moscardino Allegato IV

Mustela nivalis Donnola

1324 Myotis myotis Vespertilio maggiore Allegato II

Myoxus glis Ghiro

Oryctolagus cuniculus Coniglio selvatico

Pipistrellus kuhlii Pipistrello albolimbato Allegato IV

Pipistrellus pipistrellus Pipistrello nano Allegato IV

Rattus norvegicus Ratto delle chiaviche

Rattus rattus Ratto nero

Sciurus vulgaris Scoiattolo

Sorex araneus Toporagno comune

Sorex minutus Toporagno nano

Talpa europea Talpa

Vulpes vulpes Volpe

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RELAZIONE SINTETICA

INQUADRAMENTO AMBIENTALE E INDICAZIONI GESTIONALI DEL SICp “ BOSCHI DELLE GROANE” - IT 2050002 -

La presente relazione è strutturata in modo da fornire in maniera molto sintetica:

a) un quadro della situazione attuale dal punto di vista ambientale, con particolare

attenzione agli aspetti legati agli ecosistemi naturali, alla vegetazione ed alla flora;

b) alcune possibili linea guida (obiettivi e azioni prioritarie) per la futura gestione del

SICp, soprattutto dal punto di vista vegetazionale e degli ecosistemi.

Per gli aspetti faunistici, che non sono trattati nella seguente relazione, si rimanda

all’elaborato specifico.

1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE ED AMBIENTALE

1.1. Il territorio L’area in questione è inserita completamente (come anche l’altro adiacente ma non

collegato SICp “Pineta di Cesate”) all’interno del Parco Regionale delle Groane, istituito

nel 1976. Il sito è pertanto gestito congiuntamente dal Consorzio dei Comuni aderenti al

Parco, dal Comune di Milano e dalla Provincia di Milano. Inoltre, dal 1984 il Parco è dotato

di un Piano di Coordinamento Territoriale che disciplina l’uso delle aree e ne redige piani

di intervento per la conservazione.

All’interno del SICp sono poi presenti diversi biotopi più piccoli sottoposti ad un maggior

grado di tutela e a progetti di intervento speciali come le Riserve Naturali dei Boschi di

Sant’Andrea, di Lazzate e di Ceriano Laghetto. Atri esempi sono il Bosco del Curato,

situato in prossimità del Comune di Cogliate, la Ca’ del Re, situata a sud, nel Comune di

Solaro e la Riserva Naturale Orientata dello Stagno di Lentate. Tutti questi siti

costituiscono le principali aree di maggior valore naturalistico all’interno del SICp e molti di

essi sono rientrati nei vari interventi previsti dal Progetto Life Natura1996.

L’area del SICp si estende per quasi 3400 ettari ed è inserita tra i Comuni di Lentate sul

Seveso, Seveso, Cesano Maderno, Solaro, Limbiate, Ceriano Laghetto, Cogliate, Misinto

e Lazzate.

Come si evince anche dai numerosi Comuni che la circondano, l’area è inserita in un

contesto urbanizzato: i Comuni tuttavia confinano con terreni agricoli che consentono al

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sito in questione di avere collegamenti ecologici con altre aree verdi. Si tratta in effetti di

un mosaico paesaggistico piuttosto complesso, in cui zone densamente urbanizzate si

accostano a campi coltivati, filari, strade provinciali, cascine, parchi privati.

Nell’area sono presenti ex cave di argilla, ora colonizzate da vegetazione di brughiera o da

prati meso-igrofili (molinieti), un frutteto privato nella parte centrale del sito e un

quagliodromo nel Comune di Seveso. Sempre all’interno del sito, in prossimità della sede

del Parco, si trova una ex polveriera ora in disuso in cui sono ancora ben visibili sia la

recinzione che alcune vecchie costruzioni.

Il Parco delle Groane è attraversato da quattro strade asfaltate che lo tagliano in direzione

est-ovest e ne interrompono la continuità: la più grossa è la Strada Statale 527

(denominata “Bustese”). E’ inoltre presente un elettrodotto sopraelevato dell’alta tensione,

che attraversa anch’esso in direzione est-ovest il sito, vicino a Cogliate, creando un

ulteriore disturbo alle cenosi del Parco.

Dal punto di vista geologico l’area è situata nell’Alta Pianura milanese, costituita da

terrazzi fluvioglaciali appartenenti al periodo mindelliano. A causa dell’antichità del

substrato e della lisciviazione dei sali minerali dovuta alla forte piovosità, il suolo è

ferrettizzato, caratterizzato cioè da un’elevata percentuale di argilla, con ossidi e idrossidi

di ferro.

Questa peculiarità causa ristagni d’acqua superficiali, ossia un drenaggio insufficiente e

una perdita di nutrienti: il suolo ha un humus molto povero che influenza il tipo di

vegetazione che si instaura.

Dal punto di vista climatico il sito è di tipo subcontinentale moderato, inserito nel Tipo C

della Sottoregione ipomesaxerica secondo Tomaselli, Balduzzi e Filipello (1973) (Banfi,

1982).

I dati utili al fine di un corretto inquadramento ambientale riguardano studi recentemente

effettuati sulla idrobiologia delle piccole zone umide situate all’interno (1995), uno studio

floristico-vegetazionale sull’intero Parco (Banfi, 1982) e i dati forniti dalla Regione

Lombardia sulla fauna e la flora dei Parchi Lombardi (2001). Pertanto dal punto di vista

ecologico il SICp è in linea generale sufficientemente conosciuto, salvo carenze relative ad

alcuni taxa specifici (es. vari gruppi di invertebrati).

Sono stati effettuati numerosi sopralluoghi (Agosto-Settembre 2003), con osservazioni

floristiche e vegetazionali per poter inquadrare fitosociologicamente le aree e delimitarne i

confini (vedi le tavole consegnate nella prima fase della presente indagine).

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1.2. Vegetazione, Flora ed Ecosistemi Il sito è caratterizzato da una notevole varietà di unità ecosistemiche. Si tratta soprattutto

di cenosi boschive, aree a brughiera e prati meso-igrofili, ma sono state riscontrate anche

aree arbustate, prati falciati, vegetazioni idrofitiche delle zone umide, canneti e tifeti lungo

le sponde delle suddette aree umide.

La maggior parte delle cenosi boschive appare piuttosto degradata in seguito all’inevitabile

propagazione della robinia e della quercia rossa americana, che ha in parte modificato la

struttura e la biodiversità dei boschi (con uno strato arbustivo ed erbaceo più paucifloro).

Permangono tuttavia alcune peculiarità proprie del tipo di suolo su cui sono impostate le

cenosi. Ne sono un esempio le vegetazioni a pino silvestre, farnia e betulla, estremamente

rarefatte nelle aree in cui potenzialmente potrebbero stabilirsi, le brughiere,

ecologicamente molto delicate e perciò difficili da mantenere e le piccole zone umide

disseminate all’interno del sito.

Di seguito vengono riportate le tipologie vegetazionali: in primis quelle inserite come

Habitat della Direttiva 92/43, poi le altre tipologie escluse dalla Direttiva, ma comunque

ritenute significative.

HABITAT 9190: vecchi querceti acidofili delle pianure sabbiose con Quercus robur. Il bosco misto di aghifoglie e latifoglie a cui si riferisce la definizione di habitat è costituito

principalmente da querce, betulle e pini silvestri. Tale vegetazione è tipica dei suoli

ferrettizzati impostati su substrato fluvio-glaciale mindelliano.

Da un punto di vista fitosociologico si può quindi attribuire tale cenosi boschiva all’ordine

Quercetalia roboris Tux.31, tipica di questi suoli.

Nel Parco delle Groane il bosco misto a farnia, betulla e pino silvestre è concentrato nella

parte centrale e meridionale. Si tratta di una cenosi estremamente rarefatta, anche se

potenzialmente potrebbe avere una copertura ben più ampia, a causa dell’intervento

dell’uomo che ha sottratto spazi al bosco per la coltivazione o per costruire. Il bosco di

Cesate, proposto come SIC, è situato a sud dell’area in esame ed è costituito dalla

medesima vegetazione.

Intorno alla ex polveriera si trova un’area che in tempi passati era tenuta a prato, ma che

attualmente è ricolonizzata dalla brughiera. Attorno a quest’ultima si trovano i boschi

acidofili in cui dominano il pino silvestre e la betulla, con un sottobosco caratterizzato da

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Calluna vulgaris, Frangla alnus, Molinia arundinacea, Potentilla erecta, Pteridium

aquilinum.

Nella porzione a Nord del frutteto privato si trova la Riserva Naturale dei Boschi di

Ceriano, formazioni boschive caratterizzate da farnie molto alte rispetto alle altre cenosi

(circa 20-22 metri di altezza), in cui betulla e pino silvestre hanno una copertura

nettamente inferiore. Si tratta di querceti acidofili, con un sottobosco non particolarmente

ricco, ma costituito comunque da elementi mesofili, sciafili e, in alcuni casi,

ecologicamente legati ad un substrato acido: Pteridium aquilinum, Molinia arundinacea,

Vinca minor, Polygonatum multiflorum, Hedera helix e, nello strato arbustivo, Prunus

avium.

Nella porzione situata più a nord, presso il Comune di Cogliate, si trova la Riserva

Naturale dei Boschi di Sant’Andrea, un pino-querceto costituito da farnie (Quercus robur) e

roveri (Q. petraea) centenarie, accanto a pini silvestri, betulle e pochissime robinie. Il

sottobosco appare anche in questo caso caratterizzato dalle specie erbacee elencate

sopra e comunque decisamente paucifloro, probabilmente per il tipo di terreno povero di

nutrienti e per il disturbo al suolo causato dal continuo calpestio.

HABITAT 4030: lande secche europee. Le brughiere sono concentrate soprattutto nella parte centrale e meridionale del sito,

presso i Comuni di Severo e Solaro. Le specie arbustive che dominano sono Calluna

vulgaris, Frangula alnus, Betula pendula, Rubus sp, talvolta accompagnate da Genista

tinctoria e del rarissimo Salix rosmarinifolia, mentre quelle erbacee sono simili a quelle che

caratterizzano il sottobosco dei pino-querceti acidofili: Molinia arundinacea, Potentilla

erecta, Pteridium aquilinum e la rarissima Gentiana pneumonanthe. In generale si può

affermare che si tratta di cenosi delicate, poiché tendono ad essere colonizzate dagli

arbusti e a trasformarsi in boscaglie eliofile, fino ad evolversi in boschi acidofili (simili a

quelli descritti sopra).

Attualmente le cenosi meglio conservate sono quelle attorno alla ex polveriera, che già si

stanno parzialmente evolvendo in boscaglie, quelle situate più a sud, presso Solaro,

estese e caratterizzate da una copertura molto elevata di brugo e quelle presenti nelle ex

cave di argilla di Seveso, anch’esse con elevate coperture di brugo e con una discreta

presenza di Gentiana pneumonanthe.

E’ stata inoltre segnalata la presenza dell’orchidea Platanthera bifolia presso le piccole

aree a brughiera di Lentate e Lazzate (Banfi 1982).

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HABITAT 9160: foreste di farnia e carpino dello Stellario-Carpinetum. Questa cenosi è presente in una piccola porzione a nord del sito, sotto la Riserva Naturale

dei Boschi di Sant’Andrea. In questa zona, dove si ha un suolo meno lisciviato,

probabilmente leggermente rialzato rispetto ai terrazzi fluvioglaciali mindelliano che

caratterizzano la zona, si hanno specie meno acidofile rispetto agli altri boschi. Tra esse si

annoverano: Quercu robur, Acer pseudoplatanus, Fraxinus excelsior, Carpinus betulus

nello strato arboreo, Corylus avellana, Euonymus europaeus, Crataegus monogyna tra gli

arbusti, Vinca minor, Polygonatmum multiflorum tra le erbacee.

Come si può notare, pur essendo una vegetazione da tutelare per aumentare il livello di

biodiversità di un territorio (quello generale dell’Alta Pianura) altrimenti povero di ambienti

naturali, il sottobosco non è particolarmente ricco di specie e la cenosi appare comunque

piuttosto destrutturata: ciò giustifica la decisione di dare un giudizio complessivo

dell’habitat nelle schede di valutazione non molto positivo (valore C).

Si sottolinea inoltre che alcune geofite, come Scilla bifolia e Anemone nemorosa, non

sono state direttamente osservate durante i sopralluoghi, poiché fioriscono molto presto

(Marzo-Aprile) e l’apparato fogliare tende poi a scomparire a tarda primavera. Tali essenze

sono comunque state segnalate da Banfi (1982) all’interno del Parco e la loro presenza

risulta plausibile nella tipologia vegetazionale ora descritta.

HABITAT 3130: Acque stagnanti da oligotrofe a mesotrofe con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoeto-Nanojuncetea. Si tratta di una cenosi rara in pianura, che si trova in zone umide in cui vi siano acque

oligotrofe, con scarsi nutrienti. In questo caso la cenosi è stata osservata presso le ex

cave di argilla di Lentate, dove è stata istituita una Riserva Naturale Orientata (Progetto

Life 96). Le specie che vi si trovano sono concentrate in prossimità delle aree fangose

sommerse, soprattutto durante i periodi piovosi. Tra esse si annoverano: Lythrum portula,

Pulicaria vulgaris, Eleocharis acicularis, Rorippa palustris e, nelle zone con fanghi umidi

fuori cava Gypsophila muralis, Gratiola officinalis, Eleocharis ovata.

Altre tipologie vegetazionali importanti 53.01: fragmiteti. Tale tipologia di vegetazione, non inserita negli Habitat, ma proposta

come tale, è costituita da canneti a Phragmites australis. Si tratta di consorzi pressoché

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puri, che si sono stabiliti in prossimità delle bordure fangose delle ex cave, nella zona di

Lentate.

Le altra cenosi riscontrate costituiscono variazioni destrutturate o poco significative di

quelle descritte sopra. In particolare i boschi acidofili non sono stati inseriti negli Habitat se

eccessivamente ricchi di specie esotiche. Robinia pseudacacia, ad esempio, spesso

domina nello strato arboreo: in prossimità dei confini del Parco, nella porzione centrale del

sito e in alcuni punto in cui si ha ricolonizzazione in atto. In questo caso, oltre a questa

specie, si possono avere nello strato arbustivo ed erbaceo altre esotiche particolarmente

invadenti, come Phytolacca americana e Spirea japonica.

In alcuni casi domina nello strato alto arbustivo una specie molto infestante e pericolosa

per la velocità con cui si propaga e per la capacità di adattamento che possiede: l’esotica

Prunus serotina, che, soprattutto nella porzione centrale del sito, vicino alla ex polveriera,

è piuttosto diffusa.

La quercia rossa americana (Quercus rubra) è presente, ma non tende a formare consorzi

puri: è stata rinvenuta in alcuni pino-querceti e in alcuni boschi con la farnia dominante.

Piccole aree rimboschite sono presenti nella parte est del sito, vicino a Seveso e in

prossimità della strada che collega Ceriano Laghetto con Cesano Maderno.

Le brughiere sono invece spesso circondate da aree arbustate in cui il brugo e la molinia,

altrimenti dominanti, tendono ad essere soffocate dall’avanzare del bosco o in cui la

brughiera vera è propria è sostituita da prati igrofili e acidofili in cui la molinia costituisce

consorzi quasi monospecifici.

Prati falciati o a rotazione, in ogni caso gestiti dall’uomo, si trovano nella parte a nord,

vicino a Cogliate e poco più a sud del Bosco di Sant’Andrea.

Infine, nelle zone dove si ha una ricolonizzazione recente, soprattutto in prossimità delle

brughiere, si possono instaurare consorzi di essenze esotiche, come Solidago canadensis,

o di specie ruderali, come Urtica dioica e Artemisia vulgaris.

2. INDICAZIONI GESTIONALI 2.1. Valori e criticità Il sito presenta indubbi elementi di pregio dal punto di vista vegetazionale ed ecosistemico

soprattutto per quanto riguarda due habitat principali: la brughiera e il pino-querceto

acidofilo.

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Si tratta di cenosi non perfettamente conservate e di conseguenza parzialmente

destrutturate o pauciflore. Nonostante ciò tali vegetazioni rivestono una discreta

importanza per il valore relittuale che possiedono.

Le brughiere, come accennato precedentemente, sono habitat estremamente delicati per il

tipo di evoluzione naturale a cui sono soggetti e perciò necessitano di una manutenzione

costante che ne consenta la conservazione, ma non causi eccessivo disturbo alle specie

presenti.

Si sottolinea inoltre la presenza della rara Gentiana pneumonanthe, caratteristica delle

brughiere e protetta sia a livello regionale che nazionale (è inserita nella lista IUCN

nazionale come specie vulnerabile).

Tale essenza viene parassitata dalla farfalla Maculinea alcon, che depone le uova sui suoi

fiori e se ne nutre fino alla prima muta, completando la propria metamorfosi nutrendosi

delle larve della formica Myrmica ruginodis o tulinae, attirata dalla secrezione zuccherina

che la farfalla stessa produce, quando ancora è all’interno del bozzolo.

Altra specie molto interessante, presente anche nell’adiacente SICp Pineta di Cesate, è

l’arbusto Salix rosmarinifolia, caratteristico di aree di brughiera e protetto dalla IUCN

Regionale.

Sono state inoltre segnalate da Banfi (1982): la rarissima Ludwigia palustris, inserita nella

lista IUCN Nazionale e Regionale, sebbene attualmente non sia stata più rilevata neppure

alla Cà del Re dove era stata rinvenuta; Pilularia globulifera, inserita negli elenchi IUCN

regionali e nazionali e Ranunculus flammula, inserita negli elenchi IUCN regionali.

Nello “Studio idrobiologico delle zone umide del Parco delle Groane” (1995) viene poi

segnalata la presenza della rarissima Lindernia procumbens, anch’essa inclusa negli

elenchi IUCN regionali e nazionali ma non osservata direttamente nel corso degli ultimi

sopraluoghi.

Le cenosi boschive meglio conservate sono caratterizzate da elementi ad alto fusto di

dimensioni considerevoli, se rapportate all’altezza media degli alberi che si trovano

generalmente nelle cenosi di pianura. Sebbene quindi il sottobosco non sia

particolarmente ricco di specie, il valore di tali vegetazioni risiede nel carattere di relittualità

che esse rivestono e nell’importanza a livello di conservazione delle specie. In aree così

densamente sfruttate come sono quelle in cui il Parco è inserito, avere un “bacino di

riserva” per le essenze autoctone è fondamentale ai fini conservazionistici.

In generale tali cenosi sono caratterizzate da una discreta presenza di specie esotiche, ma

fortunatamente, a parte alcune aree in cui la robinia è dominante e caratterizzata da un

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sottobosco costituito da Spirea sp e Phytolacca americana, esse non hanno una copertura

elevata.

Le vulnerabilità maggiori sono date dalla presenza delle quattro strade che passano

attraverso il sito ed ad alcuni elettrodotti, che interrompono la continuità della vegetazione

e possono rappresentare fonte di pericolo anche per le specie animali (soprattutto

micromammiferi e rettili le strade) che attraversano il Parco.

Le piste ciclabili e i numerosi sentieri che attraversano l’area in oggetto rappresentano

sicuramente ulteriori fattori di disturbo per la vegetazione e la fauna, ma si tratta di

elementi di vulnerabilità inevitabili per un sito il cui valore consiste anche nella possibilità di

una fruibilità pubblica.

Altri fattori di impatto diffuso sono sempre legati alla presenza antropica (es. piccole

discariche abusive, motocross, un’area di addestramento cani con sparo o

“quagliodromo”, un impianto di tiro al piattello ecc.) e da attività che già attualmente sono

in contrasto con il regolamento del Parco o che sono comunque state individuate come

attività problematiche (es. il “quagliodromo”).

La presenza di ex cave ha favorito l’ingresso di specie erbacee e arbustive che stanno

ricolonizzando il sito in modi diversi. Alcune aree, in cui si ha ancora ristagno d’acqua,

sono costituite da idrofite e piante igrofile lungo le bordure (fragmiteti, specie della classe

Littorelletea), in altri casi si sono istaurati prati meso-igrofili a dominanza di molinia.

La presenza di un grande frutteto privato sottrae sicuramente spazio alle cenosi semi

naturali, ma costituisce un elemento storico che caratterizza il territorio ed è bene accetto

dalla popolazione locale. A questo proposito è in progetto la costruzione di una grande

cava di argilla al posto dell’attuale frutteto, che i comitati locali stanno osteggiando. Senza

entrare nel merito della proposta, ci si vuole limitare ad accennare al fatto che una cava di

argilla, una volta sfruttata, può essere trasformata in zona umida interessante per

aumentare la biodiversità degli habitat e creare un collegamento tra i diversi specchi

d’acqua presenti in altre zone limitrofe ma esterne al presente SICp (ad esempio la vicina

oasi LIPU di Cesano Maderno o il laghetto Manuè del bosco di Cesate).

2.2. Indicazioni gestionali Il Parco delle Groane è soggetto ai propri vincoli di tutela e a specifici strumenti di

pianificazione e gestione. Sono previsti infatti piani di assestamento forestale e vi sono

continui interventi di manutenzione in numerosi punti del Parco, ultimo dei quali la

costruzione di una cassa di espansione lungo il torrente Nirone. Pertanto, pur non

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esistendo ancora uno specifico Piano di gestione del SICp, il suo territorio è già inserito in

un contesto attivamente monitorato e gestito, in modo anche piuttosto aggiornato.

Pertanto si suggeriscono solo un paio di ulteriori possibili obiettivi per migliorare la

gestione dell’area, soprattutto in relazione agli habitat ed alla vegetazione naturale.

-Obiettivo 1 Riqualificazione ambientale al fine di aumentare il valore naturalistico

dell’area e garantirne la conservazione.

-Azioni 1

1.1 Controllo delle specie esotiche. Le specie esotiche come Spirea japonica,

Phytolacca americana, Prunus serotina, Solidago canadensis, possono rappresentare un

serio pericolo per la conservazione delle cenosi boschive e per questo si consiglia un

monitoraggio della loro presenza e un taglio programmato del sottobosco per limitarne

l’espansione.

1.2 Manutenzione della brughiera. Le aree a brughiera devono essere costantemente

gestite per evitare che vi sia eccessivo inarbustamento. Le tecniche adottate del Parco

sono efficaci e andrebbero mantenute. In particolare viene utilizzato il pascolo degli ovini,

ma si potrebbe inserire anche il taglio programmato degli elementi alto arbustivi quando

sono in eccesso (betulle, frangole, pini silvestri). Il calpestio di coloro che usufruiscono del

Parco sono naturalmente elementi negativi per tali cenosi, ma si tratta di fattori di disturbo

inevitabili per un’area utilizzata soprattutto a scopo ricreativo, sebbene gli sforzi per

mantenere su percorso fissi il flusso dei visitatori e dei mezzi leggeri di spostamento (es.

biciclette, moto, cavalli) possa essere ulteriormente incentivato.

1.3 Manutenzione delle ex cave di argilla. Le zone un tempo utilizzate per l’estrazione

di argilla sono ora ricolonizzate da essenze igrofile o, laddove vi siano superfici coperte

d’acqua, da idrofite. Per mantenere tale vegetazione è necessario evitare che le piante più

infestanti, come Phragmites australis, si diffondano e soffochino le specie ecologicamente

più delicate descritte nel paragrafo precedente. Un taglio selettivo dei canneti potrebbe

garantire la conservazione delle specie appartenenti alle classi Littorelletea e Isoeto-

Nanojuncetea.

1.4 Controllo delle specie parassite. Il controllo della farfalla Maculinea alcon è

importante per la conservazione di Gentiana pneumonanthe di cui essa si nutre.

L’estinzione di tale specie provocherebbe oltretutto anche l’estinzione della farfalla stessa.

Inoltre alcune farnie presenti in prossimità del Bosco di Sant’Andrea, in qualche caso si

tratta anche di essenze di pregio, sono morte a causa della processionaria, la larva di un

lepidottero gregario che si nutre delle foglie della quercia e la defolia fino a farla morire. La

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gestione della processionaria non è semplice perché l’eliminazione delle larve comporta

spesso anche l’eliminazione della pianta parassitata. Alcuni risultati si sono ottenuti con

l’utilizzo di un insetto antagonista, la formica rufa, che si nutre delle larve.

1.5 Proseguimento con i progetti Life. Le Riserve Naturali Orientate come il Bosco di

Sant’Andrea, Lazzate e Ceriano Laghetto, il Bosco del Curato, la Ca’ del Re e lo Stagno di

Lentate, dovrebbe essere sede di nuovi progetti di conservazione e tutela, per la

particolarità vegetazionale e faunistica che le contraddistinguono.

-Obiettivo 2 Gestione della fruizione pubblica. Non si può prescindere dal fatto che il

Parco delle Groane sia un luogo ricreativo utilizzato dalla cittadinanza: una sua corretta

fruizione non solo contribuisce alla conservazione degli elementi semi naturali, ma

favorisce il nascere di una coscienza ecologica che può migliorare stili di vita che spesso

sottovalutano la componente ambientale come mezzo per il proprio benessere.

-Azioni 2

2.1 Manutenzione sentieri. La manutenzione dei numerosi sentieri che sono presenti nel

sito, sia ciclabili che pedonali, favorisce una corretta fruizione e stimola ad un

comportamento sostenibile dal punto di vista ambientale. Le numerose segnaletiche che

informano il pubblico sui Progetti Life in corso e sulle peculiarità naturalistiche di alcuni

punti contribuiscono allo scopo e rendono partecipe l’utente delle attività che si stanno

svolgendo per migliorare gli ambienti del Parco.

2.2 Educazione ambientale. Le attività di educazione ambientale, che vengono

periodicamente svolte all’interno del Parco, contribuiscono ad accrescere la

sensibilizzazione ecologica nei ragazzi e a stimolarli sulle tematiche ambientali. Si

suggerisce di intraprendere con gli studenti un percorso didattico che vada oltre il singolo

giorno di escursione, per poter approfondire i concetti accennati e sviluppare diversi

argomenti, quali ad esempio proprio le peculiarità ecosistemiche e vegetazionali del sito,

nonché segnalare la presenza del SICp, oggi elemento sconosciuto alla maggioranza del

grande pubblico.

3. BILIOGRAFIA

• Banfi E., 1982. La vegetazione del Parco delle Groane: flora, fitosociologica,

antropizzazione, valore bio-ecologico attuale e potenziale, criteri di salvaguardia e

conduzione. Museo Civico di Storia Naturale di Milano

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• AA.VV., 1995. Studio idrobiologico delle “zone umide” del Parco delle Groane. A

cura del Consorzio del Parco delle Groane

• Fornasari L. e Villa M. a cura di, 2001. La fauna dei Parchi lombardi – Tutela e

gestione. A cura della Regione Lombardia. CD multimediale

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COMUNE DI BARLASSINA (PROVINCIA DI MILANO)

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

L.R. N°. 12/2005

Doc. n°. 1 - D - DOCUMENTO DI PIANO RELAZIONE All. n.° 1 - CARTA DEL PAESAGGIO All. n.° 2 - VALUTAZIONE DI INCIDENZA SUL S.I.C. “BOSCHI DELLE GROANE” All. n.° 3 – SCHEDA DI VALUTAZIONE ADOZIONE N° DEL PUBBLICATO ALL’ALBO COMUNALE IL CONTRODEDUZIONI CONSILIARI N° DEL DELIBERA DI APPROVAZIONE N° DEL IL SINDACO IL SEGRETARIO IL PROGETTISTA

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Monumenti naturali SI NO

Parco Regionale

Delibera di GR n. 50902 del 23 gennaio 1990 Delibera di C.C n. …….. del ………….

SI NO

Riserve naturali

Strumento urbanistico oggetto di valutazione di compatibilità :

Delibera di C.C. di adozione n. ……….. del …………..

Strumento urbanistico vigente

Aspetti procedurali previsti dal PTCP

SI NO

Aree protette L.R.86/83

Vincolo idrogeologico RD 3267/23

SI NO

SI NO

SI NO

Piano Assetto Idrogeologico L. 183/89 (PAI) SI NO

Vincoli beni paesistico-ambientale (D.lgs. 42/2004 art. 136)

Vincoli beni paesistico-ambientale (D.lgs. 42/2004 art. 142)

Comune di BARLASSINA

SI NO

SI NO

Presenza vincoli interessanti l'ambito di variante

SI NOVincoli beni storico-artistici (D.lgs. 42/2004 art. 10)

Avvenuta consultazione preliminare lett. a) art. 23 NdA del PTCP

Avvenuto invio ai Comuni contermini di avviso di adozione - art. 22

NdA del PTCP

Scheda informativa e di attestazione per la valutazione di compatibilità con il PTCP della Provincia di Milano

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SI NO

Parco locale di interesse sovracomunale SI NO

Siti di importanza Comunitaria Dir. 92/43/CEE SI NO

SI NO

Piani di settore provinciali (qualora le relative disposizioni interessino gli ambiti di variante)

SI NOb) Cartografia di confronto degli ambiti agricoli adottati rispetto alle zone territoriali omogenee "E" di cui al DM 1444/68, comunque denominate, individuate dal PRG/PGT vigente.

Presenza di altri elementi significativi che interessino gli ambiti di variante

Presenza di aziende a rischio di incidente rilevante (RIR) (D.lgs. 334/99) con ricadute esterne al perimetro aziendale che interessano l'ambito in variante

SI NO

Adeguamento alla legislazione regionale

Elaborati predispositi con particolare riferimento al PTCP e alla presente delibera - Allegato A, lett. a)

a.1) Cartografia dello stato di attuazione dello strumento urbanistico vigente. SI NO

a.2) Cartografia del consumo di suolo.

Siti di Protezione Speciale SI NO

Predisposizione studio geologico L.R. 12/05 (DGR 8/1566 del 22/12/0 SI NO

Piano Territoriale Paesistico Regionale SI NO

Piano Indirizzo Forestale SI NO

Piano Provinciale Cave

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Piano di Governo del Territorio – SCHEDA DI VALUTAZIONE – Comune di BARLASSINA – MILANO

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Piano di Governo del Territorio – SCHEDA DI VALUTAZIONE – Comune di BARLASSINA – MILANO

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Tabella A

SI NO

SI NO

SI NO

SI NO

Stato di attuazione dello strumento urbanistico vigente - (art. 84 NdA del PTCP) - Verifica Slpa / Slpp > 75%¹

Da compilare solo qualora lo strumento urbanistico sottoposto a parere di compatibilità prevedaree di espansione/trasformazione urbanistica che determinino riduzione delle zone a destinazione agricola o a verde, comunque denominate, del vigente strumento urbanistico (cfr paragrafo 4.2)

(se si compila di seguito le tabelle A - B - C)

Si allega "Cartografia dello stato di attuazione dello strumento urbanistico vigente" (crf. Paragrafo 4.2 della delibera).

1. Precondizione verificata: avvenuta attuazione di almeno il 75% della SLP prevista nello strumento urbanistico vigente

2. Precondizione non verificata: Attesa la mancata verifica della precondizione si allega, quale parte integrante della presende scheda, la relazione nella quale si evidenziano e giustificano le motivazioni inerenti la mancata verifica e la scelta di prevedere nuove aree di espansione/trasformazione urbanistica e si esplicitano le modalità e gli strumenti utili attivabili anche con riferimento all'art. 84 delle NdA, al fine di perseguire comunque gli obiettivi del PTCP.

Totale funzioni

Funzione Residenziale

Totale funzioni

Riduzione prevista

231.369,64

Esito della valutazione (evidenziare il caso 1 o 2):

57.740,94

140.624,38

39,77

60,78

86.191,74

Funzione d'usoSlpa di attuazione Slpa/Slpp (%)

Slpp Prevista (mq)

Slpa attuata /programmata (mq)

¹ Slpa è la superficie lorda di pavimento attuata e/o programmata; Slpp è la superficie lorda di pavimento prevista. Slpa/Slpp è il rapporto percentuale tra la superficie lorda di pavimento attuata e/o programmata e la superficie lorda di pavimento prevista.

82.883,44 96,16 Funzione Residenziale

Funzione Extraresidenziale

Funzione Extraresidenziale 145.177,90

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Piano di Governo del Territorio – Carta del Paesaggio – Comune di BARLASSINA – MILANO -

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RELAZIONE ALLEGATA ALLA TABELLA A

La precondizione di cui all’art. 84 delle N.d.A. del P.T.C.P. viene rispettata per la funzione

residenziale, risultando la Slpa attuata pari al 96,16% di quella prevista.

La stessa precondizione non viene invece rispettata per quanto riguarda la funzione

extraresidenziale (produttiva e per servizi), risultando la Slpa attuata pari al 39,77% di quella

prevista.

La motivazione principale della mancata attuazione dell’area produttiva ad ovest del Seveso sta

nella sua ubicazione, essendo per la maggior parte compresa nella classe di fattibilità geologica 4,

ed essendo situata nell’area di possibile esondazione del fiume Seveso.

La motivazione della mancata attuazione della seconda area corrispondente all’ex Fornace Pizzi,

sta nell’essere l’area compresa nel Parco delle Groane e nello specifico Piano di Settore delle

Fornaci, che solo recentemente è stato modificato nel 2007 in attuazione della Variante Generale

del 2004.

Mentre per la prima area il P.G.T. prevede l’inedificabilità, per gli stessi motivi della mancata

attuazione, per la seconda area il P.G.T. prevede l’attuazione del Piano di Settore.

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Tabella B

Varianzione massima della superficie urbanizzata (%)

Variazione massima ammissibile della superficie urbanizzata - (art. 84 NdA del PTCP) - Verifica SE ≤ SEmax2

Da compilare solo qualora lo strumento urbanistico sottoposto a parere di compatibilità preveda aree di espansione/trasformazione urbanistica che determinino riduzione delle zone a destinazione agricola o a verde, comunque denominate, del vigente strumento urbanistico (cfr paragrafo 4.2)

2 SE è la Superficie di espansione prevista dallo Strumento urbanistico comunale; Semax è la Superficie di espansione massima ammissibile.

1,00

20.441,44

Superficie di espansione prevista dallo strumento urbanistico comunale - SE (mq) 15.879,31 = (zone in espansione - nuova zona verde di P.G.T.) = (54.838,45 - 38.959,14) mq SU p = superficie urbanizzata prevista nel P.G.T. pari a 2.060.023,25 mq

15.879,31 (0,78%)

C

1,00

68,83

//

Percentuale massima aggiuntiva di incremento della superficie urbanizzata nel caso di partecipazione del comune al meccanismo premiale (max 3 %)

Percentuale massima aggiuntiva di incremento della superficie urbanizzata nel caso di centro di rilevanza sovracomunale (max 2 %)

//

Si allega "Cartografia del consumo di suolo" (crf. Paragrafo 4.2 della delibera).

Indice Consumo di Suolo - ICS = SU / ST %

Tavolo interistituzionale di PTCP - classe ICS

Incremento percentuale rispetto alla superficie urbanizzata (max 5% - Tabella 3 allegata alle NdA del PTCP)

Superficie territoriale comunale - ST (mq)

Superficie di espansione massima - SEmax (mq)

Superficie urbanizzata - SU (mq)

2.970.000,00

2.044.143,94

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Valutazione rispetto ai "Valori Raccomandati" (cfr paragrafo 4.2)

I1

In aree di espansione

In aree di trasformazione

I5

I6

I4

I3 Dotazione di aree verdi piantumate

Frammentazione degli insiediamenti produttivi

per funzioni residenziali

Vp ≥ 15,00 %

Gli indicatori qui riportati sono quelli definiti d al vigente PTCP e vanno letti con riferimento alle innovazioni, anche terminologiche, introdotte dalla LR 12/05 (cfr allegate note per la compilazione).

Connettività - prevista dal P.G.T. - nuova linea di connettività nord-sud - previsto corridoio ecologico lungo il Fosso delle Brughiere

V ≥30 % Vp ≥ 30,00 %

Tabella C - Indicatori di sostenibilità *

Vp - VALORE ASSUNTO DAL COMUNE

Vp = 72,81 %

ICS ≤ 25% V ≥10 %

Vp > 45,00 %

Vp > 45,00 %per funzioni extraresidenziali

I2

V - VALORE RACCOMANDATO

Permeabilità dei suoli urbani

Riuso del territorio urbanizzato - (zone B/SU)

INDICATORE

V ≥40 %

per funzioni extraresidenziali

V ≥10 %

per funzioni residenziali

V ≤ 2

per l'insieme delle aree produttive esistenti e previste

Riduzione del valore complessivo dell'indicatore su scala comunale

V ≥15 %

25% < ICS ≤ 40%

40% < ICS ≤ 60%

ICS > 60%per l'insieme delle aree produttive previste

V ≥10 %

Accessibilità alle stazioni ferroviarie e/o metropolitane: parcheggi di interscambio V ≥10 % Vp = // %

Dotazione di piste ciclopedonali

Vp previsto = 0,01

V ≥8 %

V ≥6 %

V ≥4 % Vp = 14,02 %

Vp = 1,81

I7

Connettività - prevista dal P.G.T. - nuova linea di connettività est-ovest - previsto attraversamento ecologico in sovrappasso all'Autostrada Pedemontana

1

V ≥15 % Vp = 38,25 %

Vp esistente = 2,05

Connettività ambientale - mantenuta- linea nord-sud lungo il Parco delle Groane - SIC IT 2050002 boschi delle Groane

1

Connettività ambientale - mantenuta- linea nord-sud lungo il fiume Seveso 1

Mantenimento delle linee di

connettività eistenti

Previsione di nuove linee di

connettività

1