TRANSMEDIA STUDIES LABORATORIO DI ANALISI … STUDIES - 1... · realtà tipica di altri, più...

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TRANSMEDIA STUDIES LABORATORIO DI ANALISI DELL’IMMAGINARIO E DELLO STORYTELLING Prof.ssa Silvia Leonzi A. A. 2018-2019

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TRANSMEDIA STUDIES LABORATORIO DI ANALISI

DELL’IMMAGINARIO E DELLO STORYTELLING

Prof.ssa Silvia Leonzi

A. A. 2018-2019

Professore di Comunicazione,

Giornalismo e Arti cinematografiche

presso la University of Southern

California

Ex codirettore del MIT Comparative

Media Studies Program

Autore di vari saggi sul

tema dei media e della

cultura popolare

HENRY JENKINS

LESSON NUMBER ONE…

The key point here is that transmedia needs to beunderstood as an ongoing conversation betweenacademic theorists and industry pratictioners, thatmany of the key conceptual leaps have been made byvernacular theorists working in the media fields andtrying to explane their own practices, and studentsneed to be exsposed to the more pragmatic aspects ofhow transmedia works

Teaching a class, especially in a new field, is always a discovery process, one were the instructor learn as

much as he teach

(Henry Jenkins)

NELL’INDUSTRIA CULTURALE C’ERA…..

LO SCENEGGIATORE/AUTORE

NELL’INDUSTRIA CULTURALE C’ERA…..

IL FOTOGRAFO/CAMERAMAN

NELL’INDUSTRIA CULTURALE C’ERA…..

IL GRAPHIC DESIGNER

NELL’INDUSTRIA CULTURALE C’ERA…..

IL SOCIAL MEDIA MANAGER

[IN TEMPI PIÙ RECENTI]

DALL’INDUSTRIA CULTURALE

ALLE INDUSTRIE CREATIVE

TRANSMEDIA PRODUCER (PGA)

«La decisione della Associazione dei Produttori d’America di

riconoscere tra i credits di un’opera la figura del transmedia

producer sottolinea il cambiamento del panorama mediatico e il

ruolo critico del produttore all’interno dei nuovi mezzi creativi, in

linea con l’evoluzione della tecnologia: non è più sufficiente pensare

a un progetto semplice come un programma TV o un film; ora ci

rendiamo conto che il pubblico vuole sperimentare vari contenuti su

più piattaforme - on-line, mobile, video on demand, Blu-Ray, iPad

etc [...] Ed è proprio il produttore che sovrintende al complesso

processo creativo che permette che ciò accada».

Marshall Herskovitz, PGA President, Aprile 2010

www.producersguild.org

TRANSMEDIA PRODUCER (PGA)

A Transmedia Producer credit is given to the person(s) responsible

for a significant portion of a project’s long-term planning,

development, production, and/or maintenance of narrative continuity

across multiple platforms, and creation of original storylines for new

platforms. Transmedia producers also create and implement

interactive endeavors to unite the audience of the property with the

canonical narrative and this element should be considered as valid

qualification for credit as long as they are related directly to the

narrative presentation of a project.

PGA, Code of Credits - New Media

www.producersguild.org

“Una storia transmediale si sviluppa attraverso

piattaforme mediali multiple, in cui ogni nuovo testo

fornisce un contributo peculiare e prezioso per l'intero

sistema. Nella forma ideale di narrazione transmediale

ciascun mezzo fa quello che sa fare meglio - così una

storia potrebbe essere introdotta in un film, ampliata

attraverso la televisione, i romanzi e i fumetti […] Ogni

porta d’ingresso del franchising deve essere autosufficiente

in modo che non sia necessario aver visto il film per

godersi il gioco, e viceversa .”

TRANSMEDIA STORYTELLING

H. Jenkins, Convergence Culture: Where Old and New Media Collide, NYU Press, 2006

EMOTIONAL TRANSMEDIA

“If instead we place the audience at the center of the definition then we

get much better focus for our work. Now transmedia storytelling could be

described as:

taking the audience on an emotional journey that goes from

moment-to-moment.”

[…] Placing the audience at the centre means fitting experiences around

their existing behaviours – their pacing, their location, their personalised

content. This is what transmedia storytelling does. So if we’re going to

build responsive environments that wrap the audience in an experience

where you can’t feel the edges – that’s what transmedia storytelling

does”.

Pratten, R., Getting Started in Transmedia Storytelling.

A practical Guide for Beginners. 2nd edition

EMOTIONAL TRANSMEDIA

Transmedia Consumer

Single Media Consumer

Single Text Consumer

Transmedia Deep Consumer

TRANSMEDIA AUDIENCE

Nel recente passato, il paradigma della rivoluzione digitale

sembrava fondato sull’idea che i nuovi media avrebbero

sostituito i vecchi.

Nicholas Negroponte parlava di digitalizzazione

(trasformazione degli atomi in byte) e presagiva un collasso

delle reti broadcast a favore del narrowcasting e dei media

on demand.

LA RIVOLUZIONE DIGITALE

N. Negroponte, Essere digitali, Sperling e Kupfer, Milano, 1995

Il processo di rimediazione ci rende consapevoli di come tutti i

media siano a un certo livello un ‘gioco di segni’ […] Allo stesso

tempo, questo processo insiste sulla presenza reale ed effettiva

dei media nella nostra cultura. I media hanno la stessa pretesa di

realtà tipica di altri, più tangibili, artefatti culturali: fotografia, film e

applicazioni informatiche sono tanto reali quanto aeroplani ed

edifici”

(L. Bolter R.Grusin, Remediation, 1999

“Il contenuto di un medium è sempre un altro medium. Il

contenuto della scrittura è il discorso, così come la parola scritta è

il contenuto della stampa e la stampa quello del telegrafo”.

Marshall McLuhan, Understanding Media 1964;

REMEDIATION

Una differenza tra…

• Tecnologie sistemi di delivery (strumenti

di accesso ai contenuti: es. VHS,

cd, mp3, dvd, etc….)

• Media sistemi culturali (televisione,

radio, cinema, etc…)

Le tecnologie diventano obsolete, i media evolvono

H. Jenkins, Cultura Convergente, Apogeo, Milano, 2007

CONVERGENZA MEDIATICA

Il concetto della convergenza sostituisce l’idea originaria di scomparsa con quella d’interazione:

i nuovi media si fondono con i loro predecessori, assorbendone alcune caratteristiche, implementandole e riadattandole ai propri

connotati tecnici e ai nuovi contesti di fruizione

0

Ipermediazione (evidenza)

Immediatezza (trasparenza)

J. D. Bolter, R. Grusin, Remediation, Guerini e associati, Milano, 2002

Remediation

CONVERGENZA MEDIATICA: RIMEDIAZIONE

REMEDIATION

REMEDIATION

«Il desiderio di immediatezza si manifesta attraverso il tentativo di offrire al pubblico “esperienze reali e trasparenti” : programmi televisivi basati su riprese live; film che provano a offrire allo spettatore la sensazione di essere veramente lì. In realtà molto spesso le tecnologie, vecchie o nuove che siano, si rifiutano di lasciare l’utente da solo, ecco dunque: notiziari che utilizzano flussi di immagine multipli (schermi sdoppiati, strutture composite di grafica e testo etc.)»

MULTIMEDIALITA’

Si ha quando per comunicare un’informazione ci si avvale di media in

modo integrato e interattivo. Mette in evidenza l’aspetto tecnologicoanziché il contenuto e la narrazione.

«[…] perfetta integrazione di codici differenti (testo, immagini fisse e in

movimento, suoni, animazioni…) che sono compresenti sullo stesso

supporto e, quando il testo è

progettato in modo coerente,

svolgono un’azione complementare

in termini di funzionalità

comunicativa».(Losito 2011)

Es. Enciclopedia Multimediale

MULTICANALITA’

E’ l’uso combinato di molteplici canali per creare relazioni, per dialogare

con l’utente e per offrire servizi attraverso una distribuzione integrata

Es. un brand che vende su più canali (e-commerce, store, Amazon, etc.)

De Sola Pool è uno dei primi teorici della convergenza, intesa come forza di cambiamento che caratterizza

l’industria dei media

CONVERGENZA

Ithiel De Sola Pool, Technologies of Freedom, Harward University Press, 1983, p. 23

«Un processo chiamato la convergenza dei processi sta

confondendo i confini tra i media. Un singolo strumento

fisico […] può offrire servizi che in passato erano resi da mezzi separati. Al contrario,

un servizio che era dato da un unico mezzo […] oggi può

provenire da mezzi diversi.»

Conversione di tutte le informazioni in unico

formato e abbattimento di ogni distinzione tra i

differenti media

N. Negroponte, Essere digitali, Sperling e Kupfer, Milano, 1995

CONVERGENZA

Smartphone

• The incarnation of the convergence culture of the black box (Jenkins)

• An all-encompassingtechnology that opensthe gate to any medium.

• The centre of the «socio-technical network (Scolari)

• A «window to imagination» (Pratten)

An interface for:

• ludic logic

• geolocalizations systems

• augmented reality

• very popular narrative

• memory

CONVERGENZA CULTURALE

Per Jenkins la convergenza culturale

interessa tre ambiti in particolare:

• Tecnologie

• Sistemi produttivi

• Pratiche di consumo

“Per convergenza intendo

il flusso dei contenuti su più piattaforme,

la cooperazione tra più settori dell’industria dei media e

il migrare del pubblico alla ricerca continua di nuove

esperienze di intrattenimento”

H. Jenkins, Cultura Convergente, Apogeo, Milano, 2007, p. XXV

CONVERGENZA CULTURALE

CONVERGENZA CULTURALE

• Jenkins colloca il concetto di transmedia storytelling in

una cornice più ampia: quella della convergenza

• I «nuovi» media sono in grado di generare forme di

convergenza culturale (cambiamenti sociali, culturali,

industriali e tecnologici)

• La dimensione della

convergenza descrive il

panorama mediatico attuale

insieme ad un’ampia gamma

di ulteriori caratteristiche

Panorama mediatico

contemporaneo

8 CARATTERISTICHE DEL PANORAMA MEDIATICO ATTUALE

Wu Ming, Prefazione alla versione di italiana di H. Jenkins, Cultura Convergente, Apogeo, Milano, 2007

«La convergenza tra i media è molto più di un semplice cambiamento tecnologico, alterando invece i rapporti tra i pubblici, i mercati, le imprese e le tecnologie esistenti»

L’integrazione mediatica non è solo frutto dell’evoluzione tecnologica ma dell’interesse del pubblico a interagire con i prodotti della cultura attraverso forme di creatività dal basso, spesso ai margini dei media mainstream

H. Jenkins, Cultura Convergente, Apogeo, Milano, 2007, p. XXV

CONVERGENZA CULTURALE

CONVERGENZA CULTURALE : CONCETTI CHIAVE

Convergenza mediatica

Cultura partecipativa Intelligenza collettiva

H. Jenkins, Cultura Convergente, Apogeo, Milano, 2007

• La convergenza non avviene tra le attrezzature

dei media, ma nei cervelli dei singoli consumatori,

nonché nelle loro reciproche interazioni sociali

• «Le tecnologie di delivery vanno e vengono,

mentre i media (intesi come sistemi culturali)

persistono come strati all’interno di una più

sofisticata stratificazione di informazione e di

intrattenimento»

CONVERGENZA CULTURALE

H. Jenkins, Cultura Convergente, Apogeo, Milano, 2007

CULTURA PARTECIPATIVA

• Interazione tra produttori e consumatori

• Creatività grassroots

• Strategie bottom

up vs top down

«L’era della convergenza dei

media rende possibili forme di

ricezione comuni invece che

individualistiche […] pochi

guardano la televisione in

completo silenzio e totale

isolamento […] La televisione è

il carburante che alimenta le

conversazioni davanti alla

macchinetta del caffè. E, per un

numero sempre più elevato di

persone la macchinetta del caffè

è diventata digitale».

H. Jenkins, Cultura Convergente, Apogeo, Milano, 2007, Cap. 1

CULTURA PARTECIPATIVA

Ponendo a Siri alcune domande su Westworld si

riceveranno risposte dedicate.

Gli spettatori americani, comunicando al dispositivo la

famosa frase “These violent delights have violent ends”

(“Queste gioie violente hanno una violenta fine”) riceveranno

come risposta “Someone get

me out of this crazy

theme park!” (“Qualcuno

mi tiri fuori da questo folle

parco a tema!”).

CULTURA PARTECIPATIVA: TOP/DOWN

CULTURA PARTECIPATIVA: BOTTOM/UP

CULTURA PARTECIPATIVA: BOTTOM/UP

CULTURA PARTECIPATIVA: BOTTOM/UP

Mad Men(USA, 2007, AMC)

Nel 2008 alcuni utenti, fan della

serie americana Mad Men,

crearono account Twitter non

autorizzati degli interpreti

protagonisti.

Inizialmente osteggiati dall’ufficio

legale della AMC per violazione

del copyright, stimolarono nel

tempo nuove strategie di

marketing della produzione.

2. Cultura partecipativa: esempi bottom up

Sistemi chiusi

INTERAZIONE

il pubblico può agire, ma non interferire con la storia

CULTURA PARTECIPATIVA:

PUNTI DI VISTA

Il rapporto tra la narrazione e le audiences

determina tipologie di sistemi differenti

Sistemi aperti

PARTECIPAZIONE

Il pubblico può condizionare la storia e il suo esito

CULTURA PARTECIPATIVA:

PUNTI DI VISTA

Il rapporto tra la narrazione e le audiences

determina tipologie di sistemi differenti

CULTURA PARTECIPATIVA

CULTURA PARTECIPATIVA

INTELLIGENZA COLLETTIVA

• Capacità delle comunità virtuali di fare leva sulle

competenze combinate dei loro membri

• Acquisizione di un potere maggiore nelle negoziazioni

con i produttori

• Organizzazione dei

pubblici nelle comunità

del sapere «Nessuno

sa tutto, ognuno sa qualcosa,

la totalità del sapere risiede

nell’umanità»

P. Lévy, Collective intelligence, Perseus book, 1997, p. 20

– E’ una comunità del sapere che consente ai membri

di esercitare un potere aggregato maggiore nelle

negoziazioni con i produttori di media

– «Se gettassimo via il potere del broadcasting

avremmo solo frammentazione culturale. Il potere

della partecipazione non ha origine dalla distruzione

della cultura commerciale, ma dalla sua riscrittura,

dalla sua correzione ed espansione, dall’aggiungervi

una varietà di prospettive, poi dal rimetterla in circolo

difendendola attraverso i media mainstream»

INTELLIGENZA COLLETTIVA

H. Jenkins, Cultura Convergente, Apogeo, Milano, 2007, Cap. 1

Paradigma dell’esperto (P. Walsh ) Intelligenza collettiva (P.Lévy)

Corpo delimitato di conoscenze

dominabile da un singolo individuo;

Netta distinzione tra chi ha accesso

all’informazione e chi non possiede il

sapere.

Conoscenza condivisa;

Parità tra gli utenti

3. Intelligenza collettiva: comunità del sapere

P. Walsh, That Withered Paradigm, 2003

Intelligenza collettiva: fandom

• Segmento di pubblico più attivo

che rifiuta di accettare

passivamente i contenuti in nome

della partecipazione

• Cambiamento e incremento della

visibilità delle fan culture

• La rete quale nuovo strumento

di diffusione della produzione

culturale amatoriale

Da De Certau a Fiske, da Levy

a Jenkins, può essere definito

come “[…] a collective strategy,

a communal effort to form

interpretative communities that

in their subcultural cohesion

evaded the preferred and

intended meanings of the

‘power bloc’ […]”

J. Gray, C. Sandvoss, C. L. Harrington (eds. by), Fandom. Identities and Communities

in a Mediated World, 2007

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