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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CATANIA

Anno Accademico 2009-2010

FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA

Corso di laurea in Scienze della Comunicazione

Indirizzo Editing

Trainspotting:

analisi della trasposizione dal romanzo al film

Prova finale in Tecniche del linguaggio cinematografico

Relatore: Presentata da:

Prof. Ivano Mistretta Mirco Lazzara

Sessione II

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INTRODUZIONE

Chi ha affrontato il problema della droga lungo il percorso

letterario, cinematografico o giornalistico, si è trovato di fronte a

numerosi problemi di varia natura. Uno di questi è quello dell’impatto

che le droghe hanno nei comportamenti e nelle abitudini dei giovani.

La letteratura che si occupa del tema dello spaccio e utilizzo di

stupefacenti, soprattutto droghe leggere ed eroina, comprende un insieme

di opere molto varie. Queste hanno trattato il tema sotto più punti di

vista, sottolineando i problemi politici, sociologici e sociali, medici,

psicologici e personali della società. Il più delle volte gli scritti in

questione hanno ristretto il campo d’indagine intorno alle figure singole

che utilizzano droghe, cercando di capirne le ragioni, i sentimenti e i

motivi che spingono a tale scelta estrema.

La psicologia del drogato, del “tossicomane”, del deviato e

dell’escluso dalla società sembra essere molto complessa, difficile da

interrogare e da comprendere. Ed è proprio questo che la letteratura ha

cercato di fare dagli anni ’60 fino ad oggi: tentare di inquadrare il

problema all’origine, passando attraverso i suoi molteplici sviluppi e

arrivando ad individuarne le ragioni e le cause. Le forze dell’ordine

hanno instaurato una vera e propria lotta e repressione per arginare il

problema e i governi hanno ben messo in luce il lavoro svolto in questo

senso.

La mancanza di adeguate politiche di intervento che regolassero o

impedissero l’utilizzo di droghe leggere o pesanti è stata una delle cause

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maggiori dell’aumento del fenomeno. Questo aumento ha fatto scattare

la volontà di far conoscere determinate esperienze presenti un po’ in tutte

le culture del mondo. Ed in questo caso particolare, il cinema è stato uno

dei maggiori protagonisti al riguardo.

Un vero e proprio libro-scandalo ha inquadrato il problema in modo

lucido e a volte anche ironico, senza tenere conto di interventi morali o

etici che turbassero lo svolgersi della vicenda, evitando inutili

preconcetti: si tratta del romanzo di Irvine Welsh, Trainspotting, del

1993, da cui è stato tratto il film omonimo del 1996 diretto da Danny

Boyle. Scrittore e regista sono ben noti per i problemi di natura sociale

trattati nelle loro opere.

Trainspotting è un romanzo che al suo interno contiene non solo

temi riguardanti l’uso e il consumo di stupefacenti (soprattutto eroina),

ma mette l’accento anche su altri problemi ben noti alla società odierna:

l’alcoolismo, la violenza, l’assenza della politica in determinati momenti

di disagio e crisi, l’indifferenza nei confronti del tossico o addirittura

l’odio nei suoi riguardi. Il film riprende e amplifica tramite l’uso delle

immagini questi temi proponendoli ad un pubblico eterogeneo. E sono

proprio le diverse visioni del tema in questione che susciteranno tanto

scandalo da parte della critica soprattutto cinematografica, portando

anche alla censura del film in Gran Bretagna.

Questo lavoro ha lo scopo di effettuare un’analisi, a livello di

linguaggio cinematografico, della pellicola in rapporto al romanzo. Non

saranno perciò né trattati, né approfonditi temi di natura sociale,

economica o politica riguardanti il tema “stupefacenti”; tuttavia, essi

saranno inquadrabili ed inquadrati all’interno delle due opere in

questione.

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Il primo capitolo si aprirà con una presentazione di quella che è la

vita del romanzo di Welsh e del film di Boyle, con alcune notizie e

curiosità riguardanti le due opere: i luoghi in cui si svolgono le vicende,

il periodo, alcune curiosità inerenti la struttura del romanzo e così via. Ci

si soffermerà altresì sulle critiche che il film ha suscitato alla sua uscita.

La prima parte dell’analisi verterà sul montaggio, la sequenza e la

velocità delle scene: si descriveranno dettagliatamente tutte le scene

peculiari del film, suddividendo la pellicola in più parti, sottolineando

alcune particolarità dei movimenti della macchina da presa, le location,

gli sguardi tra gli attori e tutto ciò che può interessare il montaggio e il

ritmo della narrazione. Il tutto risulterà importante anche per inquadrare

il comportamento di determinati personaggi e del loro modo di agire.

La seconda parte dell’analisi si soffermerà sul tipo di materiale

narrativo estrapolato dal romanzo ed utilizzato nel film dallo

sceneggiatore. Questo servirà altresì ad inquadrare queste parti del

romanzo come soggetto, non potendo utilizzare il testo per intero nella

stesura della sceneggiatura. Il compito di questa parte è quindi quello di

sottolineare l’importanza della scelta che lo sceneggiatore compie per

dare scorrevolezza alla sua storia. Inoltre, si sottolineeranno tutte le

differenze fondamentali tra le due opere, individuandole nei capitoli

narrati in prima persona e quelli narrati in terza. Si indicheranno, a tal

scopo, le pagine del libro utilizzate per la stesura della sceneggiatura e le

scene a cui esse si riferiscono.

L’ultima parte del primo capitolo sarà un’individuazione dei temi

che il romanzo ed il film trattano, allo scopo di sottolineare anche la

differenza in questo campo tra le due opere. Sarà anche possibile notare

in che modo certi temi siano più o meno presenti in determinati

personaggi.

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Il secondo capitolo tratterà, nella sua parte iniziale, del rapporto

esistente tra le immagini di un film sulla pellicola (o sulla carta, se si

tratta di una sceneggiatura di un film ancora da realizzare) e le immagini

mentali che il lettore si costruisce nel momento in cui legge un libro. A

tale scopo, si indicheranno alcune generalità sulla modalità di scrittura di

una sceneggiatura rintracciabili nella manualistica al riguardo,

soprattutto sullo story concept. Infine, si indicheranno queste generalità

all’interno delle scelte compiute dallo sceneggiatore John Hodge per il

film Trainspotting. Onde evitare confusioni, seguiranno alcuni esempi

tratti dal film.

In entrambe le opere sarà analizzata la tipologia di narratore

utilizzato. Si parlerà dell’importanza della voice over utilizzata nel film

in rapporto alla prima persona di alcuni capitoli del libro, le differenze

tra la prima persona del protagonista del romanzo e del film.

Individualità e soggettività saranno accomunate a livello di narrazione

sia nel film che nel romanzo.

Il cuore di questo lavoro è rintracciabile nella terza parte di questo

secondo capitolo: l’individuazione degli elementi tecnici della

sceneggiatura di Trainspotting in base ai due modelli fondamentali di

Field e Vogler. Dopo una presentazione dei due modelli, qui solo il film

sarà preso in considerazione e, in base alle tappe individuate, sarà

analizzato e scomposto, minuto per minuto, proprio per cercare di capire

in che modo la storia è costruita e secondo quali criteri fondamentali (le

tappe di Vogler, i plot point, le pinze e il punto di non ritorno di Field).

Si individueranno, infine, i punti in cui i due modelli coincidono

nell’analisi del film.

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Nel terzo capitolo si tratterà il linguaggio delle due opere: la

parolaccia, il turpiloquio e il gergo utilizzato dai protagonisti in quasi

tutte le vicende narrate nelle varie persone, cercando di descrivere, nella

prima parte, l’imbarazzo suscitato sullo spettatore e il modo in cui lo

sceneggiatore ha saputo provocarlo.

La seconda parte si concentra sui termini linguistici utilizzati nei

dialoghi tra i protagonisti, per sottolineare il linguaggio volgare. Si

indicheranno le scene in cui esso sembra avere particolari effetti e si

proporrà nuovamente il confronto con alcuni capitoli del romanzo, ove

possibile. Infine, l’analisi si sposterà sul campo dei monologhi e delle

voice over, in cui è possibile rintracciare tutta la tipologia di linguaggio

del protagonista del film in contrapposizione alla volgarità, o meno,

degli altri personaggi.

Nella parte finale di questo capitolo si individueranno determinati

termini e frasi con cui lo sceneggiatore ha creato effetti di disturbo a

livello di disgusto, sorpresa o qualsiasi altro effetto egli abbia voluto

provocare. Si indicheranno qui i termini in lingua originale così come

sono scritti in sceneggiatura, tentandone una traduzione il più possibile

fedele, cercando anche qui di comprendere se vi siano affinità al

romanzo. L’individuazione delle scene e dei capitoli sarà, anche in

questo caso, fondamentale.

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I

Trainspotting

Prima di addentrarsi in una descrizione dettagliata delle scene e di

quali temi sono presenti in Trainspotting e di come essi si distribuiscono

nella materia narrativa e cinematografica, occorrerà per lo meno

tracciare una breve storia della nascita sia del romanzo che del film,

anche se i riferimenti bibliografici a riguardo sono assai scarsi. Per lo

più, si tratta di fonti raccolte via internet, soprattutto dal sito dell’autore

Irvine Welsh, dalle schede cinematografiche del film stesso e da alcuni

articoli di giornale.

Essendo tratto da un romanzo, lo sceneggiatore ha dovuto compiere

delle scelte ben precise tenendo in considerazione la costruzione

narrativa tramite immagini. Quindi sarà altresì fondamentale parlare

della tecnica di montaggio utilizzata per la realizzazione della pellicola.

Infine, si instaurerà un confronto articolato della materia narrativa

con quella filmica. Romanzo e film si porranno su due piani contrapposti

e si tenterà di individuare tutte le differenze e le somiglianze che

riguardano le vicende narrate, i personaggi e l’individuazione dei temi

trattati nelle due opere.

1.1 Il romanzo di Irvine Welsh e il film di Danny Boyle

Il libro1 esce ufficialmente nel 1993 in Gran Bretagna e nel 2004 in

Italia.

1) I. Welsh, Trainspotting, Ugo Guanda ed., Parma, 2008 (1993)

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Nel suo sito ufficiale2, Welsh afferma che il suo romanzo è inserito

all’interno di una realtà odierna definita come “nichilista”, ossia

rifiutante l’esistenza di qualsiasi valore in sé e di qualsiasi verità

oggettiva. Nella sua forma più radicale, vi è il rifiuto della realtà stessa.

L’ambientazione è l’Edimburgo di fine anni ’80, precisamente

Leith, con la sua vita frenetica, i suoi pub, la sua musica e la paura di una

malattia che dilaga senza freni: la droga. Il romanzo presenta una

struttura non lineare, formata da capitoli per la maggior parte narrati in

prima persona dai protagonisti stessi, maggiori o minori che siano. Ad

una lettura superficiale, sembrano essere dei racconti indipendenti l’uno

dall’altro poiché presentano situazioni particolari che non danno seguito

ad una trama uniforme. In effetti, prima dell’uscita del libro, alcuni di

questi brani sono apparsi su riviste e pubblicazioni come Scream If You

Want To Go Faster: New Writing Scotland 9 (ASLS), West Coast

Magazine al numero 11, Rebel Inc al numero 1 e così via3. Il titolo

Trainspotting si riferisce probabilmente ad uno del capitoli del romanzo,

Guardando i treni alla stazione centrale di Leith: <<allude ad un hobby

(nato all’epoca delle locomotive a vapore) che consiste nel registrare il

numero di identificazione dei treni al loro passaggio>>4. Leggendolo, si

capisce che quella è una stazione abbandonata, ma proprio per questo

Welsh forse ha voluto sottolineare la nullità della vita: essa sembra

essere vuota come quella stazione e ogni cosa che si osserva sembra non

avere più senso.

La capitale scozzese, in questo libro, prende vita e forma in tutte le

sue innumerevoli sfaccettature e non è forse un caso che lo scrittore

abbia voluto utilizzare in alcune parti proprio il dialetto di Edimburgo.

Freddo, cinico, distaccato, violento, volgare e poco compassionevole, il

romanzo presenta vite, azioni, frodi, assurdità, gaffe, scherzi e battute

2) www.irvinewelsh.net

3) Welsh, Trainspotting, cit. pag 4

4) ibid., pag. 6