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Pierantonio Marone tra LE Note MUSICALI Romanzo 1

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Pierantonio Marone

tra LE Note MUSICALI

Romanzo

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Personaggi

Marcello Sarsuoli detective per casoPriscilla Rovani cantante in erbaGianni Gravina direttore nightclubLuca Nardino deejay del nightLorenzo Nanni barista del nightTulio Trombini avvocato consulenteTeo Pompeo capo guardie nightclubFazio Garotino boss camorrista napoletanoPasquale Travaso compare mafioso Ulberto Tomasini procuratore a PisaCosimo Falsino questore a ViareggioAngelo Mandelli commissario psAgostino Porro contabile del nightEdvige Ruffini contessina amica del bossFranco Gabardella procuratore a LuccaTuri Tarcuino finanziere impresa edileGino Bontempi segretario procuratore a PisaAlfio Barberini tenente guardia del corpo

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Le notti da sballo

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Capitolo Primo

Tutto ebbe inizio in tarda serata al nightclub: “La Costa dei Barbari” in Versiglia, dove si erano incontranti proprio per caso Priscilla e Marcello. Lei cantante esordiente e lui pianista improvvisato al momento, da formare un'improvvisata copia ben accordata per quella serata molto confusionaria.

Il giovane Marcello si era messo al pianoforte a sostituire il rinomato musicista del locale, al momento aveva un grosso problema allo stomaco, aveva mangiato del pesce e qualcosa di non fresco, e l'aveva messo fuori uso. Pertanto Marcello, per fare un favore all’amico Gianni, direttore del nightclub-discoteca, aveva preso posto sulla pedana nel salone. Da essere subito acclamato e infervorato dal pubblico, rimasto in attesa che suoni qualcosa di piacevole per tutti loro. Costretto a inventare qualcosa al momento, e da eseguire per quel pubblico speranzoso, qualcosa di diverso

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dal deejay che da ore intratteneva gli ospiti del locale gremito di gente e tanti vacanzieri affezionati, dato l’alta stagione estiva sul litorale toscano. Marcello s’impegnava ad eseguire una canzone di successo per rianimare gli spettatori in sala, accompagnando la giovane cantante Priscilla, sulla pedana opposta a seguirlo sulle note, che andava decisamente suonando con slancio. Lei una nuova cantante esordiente di fresca assunzione, si dava da fare nel far del suo meglio. Capendo che stava salvando la serata messa abbastanza male, dai tanti e piccoli problemi e incidenti sorti in quella complicata notte appena all'inizio. Pertanto si era infervorata a sua volta, più che mai sorpresa alla fine della canzone cantata, da essere accolta con entusiasmo dai giovani in sala. Sorpresi a loro volta ad ascoltarla e guardarla con interesse. Oltre ad essere bella e accattivante la sua presenza sulla pedana, dove si presentava così briosamente composta, da sedurli un po’ tutti, con l’inimmaginabile sua ingenuità, esposta più che meravigliosamente bene. Da lasciarli stupirli, proprio tutti quanti, con la sua calda e vibrante voce accattivante. Un successo strepitoso avuto...

Anche Marcello si era entusiasmato per la decisa partecipazione della cantante, nel lasciarla sola sul finale, dove la musica spariva e la sua voce calda si poteva notare e ascoltarla meglio, espressa con amore in chiusura della rinomata canzone dalle parole forti. Da far esplodere quel pubblico da subito fortemente affezionato, in un prolungato e scrosciante battito di mani d’incoraggiamento, a quella nuova e improvvisata novità espressa

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dalla bella cantante, che s’impegnava a cantare con sentimento la canzone di successo nazionale... “Brava!!” gridavano entusiasti i giovani in sala. Alla fine del suo secondo esordio canoro, la giovane Priscilla molto emozionata, ringraziava il pubblico e salutava da lontano l’improvvisato pianista ad averla accompagnata molto bene, con una tale serietà voluta al caso. Dove stava capitando un po’ di tutto in quella serata, iniziata male per una esordiente, ad ottenere quel posto lavorativo stagionale. Già all'inizio della serata, era iniziata con l’indisposizione del pianista finito in bagno a vomitare la cena e l’impianto elettrico che continuamente sfarfallava paurosamente. Per fortuna il tutto veniva confuso con le luci psichedeliche, da non essere notate dai clienti. Ma col pericolo di rimanere completamento al buio e far fuggire gli affezionati clienti e turisti in sala. Da supporre con certezza, di un bel sabotaggio in corso da parte di chi tentava di sminuire la presenza del rinomato locale in zona, che sembrava volessero accattivarsi molto bene i vacanzieri e i nottambuli del posto. Intanto Marcello e Priscilla, venivano entrambi acclamati dal pubblico e invogliarli a riprendere a suonare e cantare ancora qualcosa, da risvegliarli in quella lunga notte, nata abbastanza malamente. Persino quel pubblico pretenzioso, intuiva la fiacca esposizione, e non com’era in programma sul cartellone proposto ed esposto ai clienti, agli assidui frequentatori del locale. E pretendevano un po' più di brio e allegria viva, da ravvivare la serata, che sembrava dover finire solamente in ubriacature senza senso e il tutto veniva espresso male, tra le tante bibite forti trangugiate e senza pensare ad altro, droghe e spinelli, che andavano tanto di moda e giravano in abbondanza nei locali della zona? Forse, per non dire, anche all’interno del nightclub rinomato. Veniva ben evidenziata la presenza sottobanco, nel farla circolare e spacciarla dalla concorrenza di nascosto, oltre sputtanarsi tra loro i vari dirigenti. Dove i buttafuori faticavano a scovare tra il pubblico, dov'erano ben nascosti gli spacciatori improvvisati, in quella movimentata serata a controllare un po' tutti quanti e niente. Volutamente era nata troppa storta la serata e con la paura che si intoppi di colpo da creare un madornale problema di facciata e finire malamente. Anche Marcello s’impegnava a suonare qualcos’altro di piacevole per accattivarsi quel pubblico notturno agitato, da divenire abbastanza pretenzioso, ma con giusta ragione per il prezzo pagato, per ciò che il locale avrebbe dovuto fornire e intrattenere gli ospiti. Ma per fortuna sembrava al momento, essersi interessati a loro i sostituti del complesso. La bella e giovane cantante e il nuovo pianista, che tentavano di dare il

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meglio, del loro repertorio e inventare al momento qualcos'altro che andavano sfornando a sorpresa, tra canzoni e musiche ballabili grintose.

Pertanto all’insegna dell’allegria, gli ospiti si mettevano a ballare un versatile rock elaborato al momento per destreggiarsi a sgambettare con più foga. La nottata era ancora lunga da far passare e a colmare le tante lacune sorte in sordina, ma ben evidenziata in direzione a cercare di salvare quella serata, che sembrava da un momento all'altro, naufragare in un mare di guai più che malamente. Priscilla riprendeva a cantare, seguendo le note del pianista impegnato a dare il massimo e a far muovere le sue dita sui tasti del pianoforte, in quella lunga serata iniziata abbastanza storta, oltreché confusamente scombinata, con la paura che s'intoppi di colpo tutta la baracca assieme ai suoi occupanti a dover rimborsare il biglietto d'ingresso. Alla fine della loro esibizione a due, il pianiste e la cantante col fiato ancora intoppato in gola dalla paura, ma espressa con foga doverosa a intrattenere quel pubblico pretenzioso, che si stava finalmente risvegliando dal torpore che li avvolgeva e indifferentemente sorpreso, ad applaudirli all'immaginabile successo capitato dopo. Dove l’intesa era più che palese, da immaginare che si fossero accordati prima, in quell’improvvisazione proposta ed eseguita veramente bene la loro esibizione, da stupirli tutti quanti, nell'alternarsi alle varie musiche proposte al pubblico.Mentre dall'altra parte nelle altre salette attigue, tra il pubblico sornione, le

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giovani ragazze si dimenavano sui pali della lap-dance, a far divertire i clienti libidinosi e riservati, seduti ai tavoli, a guardarle curiosi e infilare distratti, euro tra i pochi indumenti addosso, alle giovani avvenenti e procaci ballerine, ad alternarsi nel far divertire quel pubblico dall'aspetto

serio e altolocato... le ragazze che si struggevano sui lucidi pali a far divertire un altro tipo di pubblico pagante. Il tutto all'insegna del divertimento sfrenato.La giovane cantante un po’ accaldata, ringraziava il pubblico e si avvicinava al pianoforte a salutare il presunto cliente capitato ad aiutarla con il musicista mancante. Un pianista improvvisato, arrivato in tempo a resuscitare quel pubblico addormentato e salvare veramente la baracca, stava pensando la giovane: < Ti ringrazio vivamente per l’aiuto! Sono Priscilla! > espose tranquilla, guardando con interesse il giovane seduto al pianoforte a coda. Il giovane abbastanza tranquillo e sorridente, mentre rispondeva: < Il mio amico gestore, mi ha pregato di aiutarlo a salvare la serata. Perciò eccomi qui a strimpellare qualcosa… Sono Marcello per gli amici! Comunque il merito è tuo. Canti veramente bene! Hai una bella voce modulata da offrire qualcosa di colto e aggraziato agli ospiti del nightclub. Veramente brava!.. E da molto che canti in questo locale? > gli domandava Marcello mentre sfogliava lo spartito a scovare qualcosa che poteva andare bene? Nel riprendere a dare una semplice spiegazione: < Per me è la seconda volta che vengo. Abito altrove. In Liguria... Sono stato invitato da Gianni Gravina, il direttore, ad aiutarlo nell'inghippo capitatogli sul capo... > si spiegò guardandola con interesse. < E’ la mia prima serata in prova… E al momento, sei il primo che mi sprona a continuare. Non so come la prendere il direttore della baracca.

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Magari mi dirà poi, che non se ne fa niente. E addio contratto stagionale? Anzi la stagione è già più che inoltrata. Ma gli servivano una cantante nuova e alla svelta, da proporre ai clienti abituali... Ed eccomi qui! > < Perché pensi sempre male, sulla tua prova esordiente? Non bisogna abbattersi, ma lottare. Poi in confidenza sei stata brava! Lo puoi vedere da sola, dagli applausi del pubblico nei tuoi confronti… Tranquilla! Vedrai che sfonderai dal successo di questa performance avuta a continuare le tante serate, anche in autunno inoltrato. Da fonte sicura, il locale dovrebbe rimanere sempre aperto... Quanto sembra? > espose Marcello sorridendole a confortare la giovane cantante non troppo convinta de risultato. < Pensi che mi assumeranno? In verità ho veramente bisogno di un lavoro… Mah! Speriamo bene! Mi sembrava avessi una voce stridula al microfono... Speriamo! E grazie ancora per l’accompagnamento! > < Dai proviamo con qualcos’altro? Devi farti le ossa e questo è il momento giusto!… D'altronde lo sai bene che bisogna lottare nella vita e farsi strada a gomitate se vuoi farcela... Proviamo con Best Thing i Never Hard, di Beyonce. Che va tanto di moda oggigiorno... > espose ad invogliarla a proseguire. Quella giovane cantante bionda, era veramente carina e molto speranzosa per avere un discreto posto di lavoro. < Sì, la conosco e l'ho canticchiata altre volte. Proviamo maestro, se la mia voce riesce ad urlare. Ok! > tirando un bel respiro a sostegno. E già all'inizio sembrava andasse bene a quel pubblico vociante e irrequieto.

Appena dopo sul finale, fu un altro successo per la nuova cantante, che veniva apprezzata e corteggiata dal pubblico esultante, per la sua bravura.

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Espressa con vigore dalla giovane cantante, mai vista prima nel locale, una cantante a cantare così bene e con grande ardore e impegno addosso. Erano proprio tutti d’accordo ad approvarla dal lungo battito di mani a continuare. “La giovane ci sa fare. Che brava!” erano i commenti in sala. “Anche quel nuovo pianista sa destreggiarsi bene sui tasti!”. Era l’impressione che si erano fatti un po’ tutti in sala da parte di quel pubblico affezionato e attento ad avere qualcosa di buono finalmente. “Finalmente hanno trovato, chi ci sa fare a farci divertire!” commentavano d'accordo.

Il tutto veniva fatto all’insegna del divertimento sfrenato e a capire cosa occorreva per rianimare le lunga notte da far passare, in quell’estate in villeggiatura. Proposta in quel grande locale multisale, tanto rinomato in Versilia: “La costa dei barbari”, da far invidia ad altri sprovvisti di giovane talentuosi. Pertanto stava proprio sulle scatole quel nightclub, ad altri gestori in zona e altrove più lontani, da contestarlo nel sabotarlo sotto banco alla grande, in ogni modo e maniera... Era il ricavato che contava. Capivano che quel nightclub era la rovina degli altri locali sulla costa toscana, per giunta gestiti da faccendieri nuovi e scaltri. Raggruppati in finte società di comodo, a smerciare soldi ricavati dallo spaccio di droga e altro ancora? Dove tentavano d’impossessasi di tutti i locali e alberghi attorno, per il proprio ingordo fabbisogno e a mascherare quel giro losco, ben avviato sul litorale toscano e a nascondere la facciata agli occhi della legge ammorbidita sottobanco. Pertanto quel locale era veramente d'intralcio. Sapendo più che bene qual'era, la forza di persuasione che occorreva, da sbarazzarsi della troppa concorrenza improvvisata. Da capire chi comandava? Era solamente il danaro che poteva smuovere e corrompere proprio un po' tutti nei paraggi. E il tutto veniva tramato nell’ombra in quelle lunghe notti brave, sulla lunga costa toscana, e d'era il pensiero fisso del magnate Fazio Garotino, il boss di turno arrivato in zona dal meridione, proprio all'improvviso, nel tentare di spadroneggiare in ogni campo, su quel terreno fertile e redditizio nell'alta stagione vacanziera sulla lunga costa del Tirreno toscano. Intanto il pubblico presente in sala, sembrava essere all’oscura dai traffici illeciti attorno, oltre lo spaccio proficuo della droga, dove un po' tutti ne facevano uso e al momento pensavano soltanto a divertirsi e sballarsi al massimo, da trovarsi ad urlare festosi come forsennati, a tentare di colmare l’accattivante nottata avviata finalmente al meglio, così pensavano tutti i partecipanti alla baldoria notturna che proseguiva ormai bene.

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Capitolo Secondo

Erano rimasti tutti quanti alquanto sorpresi nell’ascoltare le tante varianti, che la giovane cantante esibiva in diverse canzoni di successo, vecchie e nuove, appropriate al caso con stile e grazia, mentre il pubblico ormai affezionato si struggeva ballando con frenetico brio accorato. Alla fine il deejay di turno d'intrometteva e si dava da fare nell'altra sala a far smuovere le gambe ai clienti confusamente sballati in testa da alcol e droghe. Da lanciare un bel rock elettrizzante, nel breve intervallo capitato, da lasciare la nuova cantante a riprendere fiato, dalle canzoni proposte e fatte, in successione con slancio dirompente a quel pubblico affezionato.

Dall'impianto sonoro ad alta fedeltà, gli altoparlanti imprimevano con fervore, quella musica rock così indiavolata, qualcosa di magico e dove tutti si scatenavano a ballare, da far smuovere anche i più restii clienti. Come se avessero preso la scossa elettrica e buttarsi nella mischia del divertimento più sfrenato. Il tutto amplificato dai tanti altoparlanti a tutto volume e sperare in quel passo sfrenato, di poter arrivare sudati e ammassati fino al mattino, ancora sobri e magari poter tornare fino a casa, nel proprio letto a riposare se avevano ancora a forza, ad uscire tutti indenni da quella grande baldoria tra bibite e droga ingerite a gogò. Nel dimostrare la loro bravura di riuscire a farcela ad arrivare indenni fino al mattino e uscire fuori senza danni mentali da uno sfacelo assicurato, ma

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ben difficile provare poi il contrario. Oltretutto sperando che non succeda altro per quella nottata con intoppi a ripetizione senza preavviso. La concorrenza tentava sempre di screditare ogni rivale che si metteva in gioco. Già l’anno prima avevano avuto un bel corto circuito, con un principio d’incendio, per fortuna domato subito senza troppi danni, oltre piccole questioni burocratiche, tirate fuori da qualche giudice compiacente, con chi pagava tanto e meglio sotto banco a bloccare l'avvio. Ma al momento sembrava che la strategia usata era cambiata. Volevano spaventare e eliminare il personale che serviva ad attirare la clientela, e gradiva quel posto ad altri locali in zona. Poi come sfida era il nome appropriato, una vera sfida. Proprio “barbarica”, sembrava una lotta fatta in sordina nottetempo, che continuava senza tregua, fino allo sfinimento dei partecipanti in gioco a distruggersi a vicenda.

In quella sua prima serata, Marcello aveva notato qualcosa di strano attorno; C'erano degli strani individui all'interno che si fingevano clienti del nightclub. Invece sembrava che avevano altre idee in testa, dal come si comportavano e si muovevano intorno a curiosare, e certamente non erano lì per divertirsi quelli?.. Perciò Marcello tentava di tenerli d’occhio, visto che con indifferenza si avvicinavano alla sua pedana, forse erano lì, per invitarlo a desistere dal continuare a suonare, come avevano già fatto prima, e a far uscire di scena il musicista a contratto, e che al momento era in bagno a smaltire il tutto, nel vomitare fuori anche l’anima. Con la speranza poi, che non sia stato avvelenato e fosse soltanto una purga corporea messa tra il cibo nella veloce cena all'inizio serata? Commentava tra se Marcello dubbioso sui fatti capitati in successione.

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Il massiccio battito delle sue dita sui tasti non allenate, si erano rattrappite. Nel riprendere fiato nella sosta, ma pensieroso al risultato finale, sempre se ci arrivavano a concludere la lunga serata. Non si poteva mai sapere il finale a sorpresa? Mentre si massaggiava le dita delle mani un po’ addormentate dal troppo lavoro senza allenamenti a priori. Il pianoforte non era il suo hobby preferito. Quello era un semplice passatempo, ma da eseguire con serietà voluta al caso. E ad un certo punto invitava la giovane cantante Priscilla al bar a prendersi qualcosa di fresco: < Ti va di prendere qualcosa da bere? Io ho la gola secca! > consigliò alla giovane cantante, che con difficoltà, tentava di declinare gli inviti dei giovinastri in sala, che provavano e tentavano di accaparrarsela per se, in quella strana serata e magari andare oltre all’amicizia, espressa al momento con entusiasmo goliardico, dove un po' tutto tentavano un valido approccio. Marcello aveva intuito il troppo e assiduo assembramento di giovani vogliosi a divertirsi e pertanto cercava di dar un po’ di respiro alla giovane impacciata a districarsi dagli inviti espressi dai giovani rampolli di altolocate famiglie in vacanza, desideroso a volerla conoscere meglio. Marcello con decisione la prendeva sotto braccio nel rispondere ai giovani insistenti: < Scusate! Adesso noi andiamo a bere qualcosa. Poi riprenderemo a suonare e cantare qualcos’altro per voi… A dopo signori! > espose deciso andando al bar a sedersi di fronte a Priscilla che sembrava contenta di sgusciare via dalle tante richieste d’inviti, ma difficile come principiante ad essere scortese e di slancio ringraziava Marcello per l'aiuto.

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< Grazie Marcello! Ero abbastanza imbarazzata a districarmi via! E la maggioranza dei giovani sono abbastanza alticci... > < Tranquilla Priscilla! Lo puoi immaginare che avendo pagato un salato biglietto d’ingresso, pretendono di avere tutto compreso… Cosa prendi di fresco? > chiamando la cameriera e accorreva a chiedere soddisfatta: < Cosa prendono da bere? Complimenti, siete stati formidabili e bravi tutte e due! > espose contenta. < Grazie! Per me acqua e limone. E tu cosa preferisci?… > domandò. < Eguale, ho tanta sete. l’agitazione di sbagliare, mi è venuta la gola secca. E meno male che sono riuscita a cantare egualmente… > < Vai forte ragazza mia! E visto che siamo per bene su di giri, ci butteremo nella mischia e sforneremo il meglio di noi!.. D’accordo? > < Wauh!! In verità non speravo, se ce l’avrei fatta senza di te, mio prode cavaliere sbucato dal nulla? Sei bravo al pianoforte amico! > Ma venivano interrotti per l’arrivo del direttore Gianni risollevato, che si complimentava con l’amico Marcello: < Acciderba! Non l’immaginavo che sei cosi bravo sui tasti! Anche lei Priscilla si è rivelata una vera cantante da far furore in sala. Complimenti a tutte e due! Pensate di farcela tutte la notte a far smuovere le gambe ai clienti nottambuli? Qui abbiamo bisogno di tanti miracoli... > guardandoli entrambi in attesa. < Certamente capo! Dobbiamo guadagnarci la paga… Giusto Priscilla!Adesso prendiamo fiato e poi ricominciamo... Ma tu fai attenzione a quei tre, la aggrappati al bancone, che fingono di essere un po’ sbronzi, ma non lo sono. Stanno preparando qualcosa a tua scapito… Attenzione! > < Veramente Marcello?! I buttafuori non mi hanno riferito nulla e fin’ora mi sembrava andasse tutto bene? I tecnici dell'energia elettrica accorsi, hanno trovato nello scantinato una manomissione ai salvavita, ed per quello che sfarfallava la luce in sala… Accidentaccio! Ti farò sapere, a dopo! > sbottò andandosene via sull'incavolato il direttore Gianni, era molto preoccupato. Priscilla stava guardando Marcello sorpresa, nel chiedere poi: < M'ha!? Ecco perché quando sono uscita dal camerino c’era un individuo che mi guardava stranamente. Ed io stavo pensando che era uno che tentava un approccio davanti a camerini delle cubiste… Invece guardava il quadrante degli strumenti elettrici che aveva davanti… M'ha, tu lo sai, chi è che tenta di sabotare questo locale? > espose ingenua Priscilla incuriosita. < Già! La concorrenza tenta di screditare questo locale, non inserito nel mazzo della malavita locale. Ed è per puro caso che ero qui, altrimenti

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avresti cantato con l’aiuto del disk-giochi. Comprendi Priscilla!.. C’è la malavita trapiantata dal sud, che tenta d’impadronirsi dei locali redditizi sulla costa del Tirreno... Dai andiamo a dare una mano, con altre nostre canzoni! La mia partner li canta divinamente bene. Parola mia! > commentava ridendo Marcello, mentre si sistemava la camicia un po’ sudata dalla foga dell'esibizione data. Priscilla come una buona amica gli sistemava il risvolto del colletto e far bella figura. Poi lei, si toglieva la leggera blusa trasparente bianca da presentarsi con una specie di canottiera scura, davanti a quei tanti clienti vogliosi, aiutati dai drink trangugiati in ripetizione fino allo stordimento e il tutto all’insegna del divertimento più sfrenato e scomposto. Poi, con decisione, nel ritornare in sala e salire sulla propria pedana, a riprendere a cantare con serietà voluta e lasciare il pubblico, che si riposi un momento dal saltare a perdifiato, si erano appena fermati dal ballare quei rock sfrenati che il deejay aveva sfornato in continuazione per rianimarli tutti quanti e a dimostrare che la serata continuava molto bene. Priscilla prendeva il proprio microfono e riprendeva a cantare con slancio una bella canzone napoletana: Core‘ngrato… E già alle prime note veniva subito applaudita, nel capire che il pianista sapeva mescolare bene la musica e canzone d’ogni tempo ed esporla in giusta misura agli accaldati ballerini, fermatosi al momento per riprendere fiato e ascoltare la brava cantante, che veniva ben accolta a cantare assieme, nel divertirsi contenti a vicenda in quella serata diventata fondamentalmente strana. Priscilla a quella umana dimostrazione d'incoraggiamento, s’impegnava così fortemente a destreggiarsi con le vocali dialettali delle varie regioni, da dimostrare la sua innata bravura sconosciuta, al quel pubblico un po' imbambolato e altrettanto attento, che stava scoprendo la sua bravura.

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Nel portarsi alla fine della rinomata canzone con squisita disinvoltura, e con un finale strepitoso, da commuovere e coinvolgere proprio tutti quanti a rievocare i tempi passati, da applaudirla fortemente con gioia, ad urlarle dietro contenti. “Brava. Brava!!” gridavano tutti. Al termine Priscilla ringraziava commossa e si portò alle spalle del pianista da stringerlo contenta, per aver saputo offrire entrambi a quel pubblico frenetico la loro gioia. Sebbene i clienti erano un po’ alticci da sballo, ma da capire ancora, quando una cantante ci sapeva fare per commuoverli tutti quanti. Marcello si alzò assieme alla compagna e s’inchinarono al pubblico contento e appagato per il bel repertorio esposto per loro, tutti quanti. E per accontentarli per gli applausi, ripresero a suonare e cantare ancora con altre canzoni in voga al momento. Che sembrava piaccia tanto ai clienti affezionati, da applaudire con più vigore di prima. Avevano sfondato con un successo strepitoso, da non immaginarselo minimamente il risultato ottenuto a quel misto piano bar, gremito. Mentre il deejay nel salone accanto, in quel locale multisale, riprendeva a tutto volume a far smuovere la gambe e bacini dei più animosi nell’altra sala accanto, a voler recuperare le ore perse antecedenti della serata, senza pianista e un cantante decente, da dar da pensare di uscire molto presto da quel locale ormai declassato. Perciò al momento di un bel revival, dove il tutto era all’insegna del divertimento da sballo più che sfrenato, in una rinascita ben avviata, da arrivare possibilmente sobri fino al mattino di quel passo così gioioso e massacrante per tutti.

Fuori intanto, il sole si stava alzando pigro alle loro spalle, a irrorare con i suoi raggi caldi rivolti sul Tirreno. Presto un po’ tutti quanti gli abituali nottambuli del nightclub, sarebbero usciti fuori. Abbastanza stanchi e strafatti si apprestavano a far rientro alle proprie case o in albergo e pensioni, a tentare di smaltire la sbornia di pillole da sballo, acquisite abbondantemente e a dimostrare poi al giorno dopo, che erano veramente i più bravi e i più forti, per non dire stolti a reggere la battaglia degli ottusi e spostati, a impasticcarsi. Tra quei giovinastri incalliti delle notti brave, fatte apposta a resistere a perdifiato e far ingrassare abbondantemente le casse, dei locali notturni alla grande. Persino i piccoli pub, bar taverne, insomma i possessore dei locali alla moda sul lungo litorale della Versilia toscana, erano felici di accontentare un po' tutti quanti.

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Capitolo Terzo

Marcello e Priscilla erano usciti fuori in terrazzo a prendere un po’ d’aria fresca del mattino in arrivo. Si erano fermati a sedere ai tavolini del grande terrazzo del locale notturno. Da sedersi sul muricciolo che divide il locale con la spiaggia a quell’ora del mattino ancora deserta.

Trovandosi a discorrere come dei vecchi amici d’infanzia, poi ad un certo punto Marcello, chiedeva incuriosito: < Dall’accento percepibile, tu non sei toscana... Presumo, tra il Veneto, forse un po’ Lombardia immagino. Giusto Priscilla? > gli domandava Marcello, abbastanza interessato alla giovane cantante, al momento un po' stanca e assonnata. < Già! Hai ragione maestro del pianoforte. Vengo da Verona e lavoravo in un'industria tessile come impiegata. Ma purtroppo chiusa per questa crisi e mandati tutti a casa senza un euro in tasca. Aspettando che arrivi un sussidio da qualche parte... Accidenti che scalogna! > espose seria. < E sei arrivata qui, provando a cantare... Pensavo che cantavi già da altre parti, con qualche gruppo, dal come canti bene e segui la musica senza difficoltà ad accordarsi prima. Hai un intuito innato ragazza! > < Lo pensi veramente Marcello? Io seguivo la tua musica e non mi sentivo disorientata. Anzi, mi sono trovata sorpresa da sola e non faticavo a seguirti sulle note musicali... Adesso che ci ripenso? Al vederti e sentire come suonavi la tua musica mi sentivo rapita e senza fatica ci provavo a far bella figura per un posto di lavoro... In verità sono proprio messa male. Gli ultimi soldi che avevo ho pagato quel buco di pensione in Viareggio e

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sono venuta qui all'annuncio letto sul giornale, con la speranza in cuore di essere assunta, almeno per poco tempo. Sono proprio messa male!... > < Acciderba ragazza! Non mi dire che sei proprio a piedi? E dove andrai a dormire quest'oggi?.. Comunque, senza impegni e idee strambe puoi venire da me. Ho affittato una casetta qua dietro, sulle pendici e ho altre camere libere... Se ti va l’idea di un buon letto per riposare oggi?.. > < Tu mi ospiteresti in casa tua?... Non mi sembra giusto approfittare. Speravo che il direttore mi desse un anticipo... Scusami! Non ho proprio un euro in tasca... Sono al verde. Mi restava soltanto accettare i tanti inviti dei giovani e meno giovani nel locale, che in continuazione mi invitavano a casa loro o in albergo. Questo è il guaio di una ragazza in giro sola... Io?

Veramente mi offri la tua casa, almeno per una notte? > domandò sorpresa. < Ti stai sbagliando ragazza! Per passare una parte della giornata a riposare, se lavori di notte. Esatto? > espose sorridendo Marcello alla giovane, nel consigliare: < Dai, prendi la tua roba e andiamo a riposare... >cercando di spiegarsi al meglio: < Sempre se ti fidi di un pianista sconosciuto e improvvisato.... > consigliò Marcello tranquillo. < Certamente che mi fido, di un gentile cavaliere... Grazie! > < Benissimo! Dai andiamo dentro a salutare il capo e poi andiamo a a casa a dormire. Penso che stasera di lunedì il locare rimane chiuso? > commentò Marcello sorridendo alla partner canora dall’ugola d’oro.Ritornando dentro al locale, dove il pubblico aveva già lasciato il posto agli inservienti a pulire il tutto e riprendere il proprio lavoro al giorno dopo. Quel lunedì era il giorno di riposo settimanale. Poi arrivati alla direzione trovarono il direttore e altre persone di fiducia a trafficare, oltre l'avvocato consulente Tulio Trombini, che stava sistemando dei documenti

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in una valigetta. Mentre il danaro dell’incasso della serata conclusa molto bene, veniva riposta nella cassaforte blindata del locale, con chiusura ad orologeria. Il direttore Gianni, spiegava ai colleghi sulla sua opinione da fare: < Domani martedì andremo in banca a depositarli. Oggi è meglio evitare di andare in giro col denaro. Abbiamo troppi occhi addosso ed è meglio evitare sviste non viste. Qui in cassaforte al momento sono al sicuro. > poi rivoltosi all'amico pianista: < Per caso Marcello sei libero domani sera? La vostra presenza e il successo strepitoso di questa notte, mi avete rianimato la nottata scadente… Ah, signorina! Ecco 500€ come anticipo. Allora ci vediamo domani sera ragazzi. Siete disponibili? > chiese deciso il direttore Gianni contento del successo avuto, da spronarli a riprovare a ripetere lo strepitoso successo avuto quella notte. < Per me va benissimo essendo al momento libero da impegni. E la signorina immagino che è speranzosa di continuare con voi, con un bel contratto. Giusto Priscilla? > le domandava Marcello sorridendole. < Veramente signor Gravina, intende assumermi per davvero? > < Certamente figliola! La sua voce e la tua presenza, mi fate guadagnare un sacco di euro... E pertanto vi posso dare una buona paga!.. Dai andate a riposare e domani sera firmeremo un bel contratto. Anche per te amico mio! Se ti va di fare il pianista a tempo pieno?.. Luigi il nostro musicista è al momento ricoverato in ospedale per una bella lavanda gastrica... Che figli di cani ignoti! Me l'hanno messo proprio fuori uso? Accidenti, questi vandali camorristi!.. Spero solamente che si rimetta presto. Perché mi serve per un nuovo locale appena acquistato sui monti della Garfagnana per la stagione invernale... Comunque mi andrebbe veramente bene, se voi siete disposti a continuare, almeno fino alla fine dell’estate, settembre compreso? Siete una bella copia appaiata voi due! Dai, andate ora a riposare. Ci vediamo domani per discorrere meglio e grazie ancora ragazzi per l’aiuto dato al rialzo! > commentò convinto il direttore e proprietario del locale notturno in ripresa. Guardati con occhio ammirato dall'avvocato Trombini: < Hai ragione sono proprio bravi! > < Notte capo! > sbottò Marcello sorridendo, e riprendeva a chiedere all’amico direttore sotto voce: < Gianni, hai poi dato una occhiata a quei tre clienti? Quei finti sbronzi che adocchiavano un po' dappertutto nel locale e finiti poi al bar nel fingersi ubriachi? Non mi sono piaciuti per nulla e avevano un accento partenopeo. Quelli inviati dal sud per rompere le scatole a Voi tutti, quelli del centro e del nord > gli domandava Marcello incuriosito, mentre adocchiava indifferente i presenti in ufficio.

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< No! Sono spariti... I buttafuori non li hanno mai visti?.... > < Mi raccomando fai attenzione! Quelli erano qui in perlustrazione? > < Ok! Farò attenzione!... Notte ragazzi! > li motteggiò sorridendo. Marcello annuiva nel raccattare la valigia della giovane e la prendeva sotto braccio. Lei era contenta ad avere un cavaliere servente. Mentre la giovane si metteva nella sua borsetta gli euro appena ricevuti. < Andiamo Priscilla, devi far riposare la voce e gola per la prossima serata... Immagino che avremo un sacco di clienti affezionati, dopo il tuo espluà di questa notte... Ti va di camminare un po'? La casa è qua dietro ad un paio di km.... tranquilla la valigia la porto io... Dai andiamo! > < Non ho problemi a camminare, anzi fa bene a muoversi un poco. Poi con l'anticipo, mi posso affittare qualche buco per incominciare. > < Io l'ho affittata per tutto il mese entrante la casetta di campagna. Se vuoi restare da me non dai disturbo.... Ci sono quattro camere da scegliere. Devi considerare la situazione e decidere.. Dai andiamo, io ho fame e sonno! Comunque in casa mi sembra di aver qualcosa in frigo da sbeccolare a quest'ora del mattino presto. Tu non hai fame ragazza mia? > < Ho molta sete! Con tutto il vociare che ho fatto. Pensavo di non farcela a cantare discretamente. Poi in verità non ho nessun allenamento. > < Si vede che per un posto di lavoro la voce si è risvegliata... > < Già hai veramente ragione maestro Marcello! > rispose mentre siincamminavano tranquillamente a piedi.

Andando via dal locale col sole la davanti, oltre le colline, e incominciava già a scaldare per bene i loro visi stanchi per la nottata fatta. < La casa in affitto è situata ai piedi della collina. Poco lontana dal nightclub, qui sul lungo litorale del mar Tirreno in Versilia. > si spiegava Marcello contento della sua cantante principiante. Alla fine di quella scarpinata, arrivarono alla vecchia casa affittata. Lui le stava domandò appena entrati in casa: < Ti va di bere e mangiare qualcosa? > aprendo il frigorifero: < Poi ti farò vedere le altre stanze... > togliendo fuori un involucro e mostrare il contenuto: < Ho del prosciutto affettato e del formaggio? Qualcosa per ammansire il brontolio dei nostri stomaci vuoti... > borbottò ad invogliandola a mangiare qualcosa. < Gradirei solamente un frutto, se l'hai in casa... > rispose tranquilla. < Ecco qui nello scomparto, c'è qualcosa... Mele e arance! Io mi prendo delle fette di pan tostato, con formaggio e prosciutto. Da bere, abbiamo soltanto acqua dal rubinetto! Può andar bene ragazza mia? >

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< Va benissimo, dormiremo più leggeri! > rispose prendendosi una mela da addentare con decisione. Guardata da Marcello incuriosito dal modo di mordere la mela, era invitante da guardare quella bocca sensuale. Priscilla incuriosita si era girata a guardare Marcello mentre annusava il prosciutto da mordere, da farla sorridere per il comportamento affamato, e invitandola a spiluccare, per rompere la fame che avevano: < Ne vuoi? >

< Va bene così! > rispose lei sorridendo: < Le camere sono di sopra? > Marcello approvava col capo e dopo il veloce spuntino, le avrebbe mostrato la stanza libera, salendo le scale e aprire la porta: < Ti può andare bene questa stanza?.. > chiedeva distratto per la vicinanza della giovane. < Va benissimo così, maestro Marcello! > concordò: < Ho sonno! > < Allora buon riposo. Io sono dall'altro lato. Ciao ci vediamo al pomeriggio se riesci a dormire di giorno? > commentò Marcello mentre ridiscendeva le scale e lei lo rincorreva con la voce a dire: < Grazie e buon riposo Marcello! > rispose chiudendo la porta con un lungo sospiro di sollievo, sperando di riposare almeno un poco. Erano le dieci di sera quando si trovarono in cucina, avevano fame entrambi. Marcello stava facendo bollire della pasta: < Ti va bene un po' di pasta e irrorata di olio, con una spolverata di formaggio grana? > domandò un po' dubbioso Marcello, immaginando che non amasse tanto la pasta... < Va benissimo maestro! Non molta per cortesia. Giusto per tappare un buco nello stomaco... > mettendosi ad apparecchiare la tavola, e si trovò a sorridere contenta. Marcello provò a dire: < Eh',sì! Vuoi mantenere la linea ragazza mia? Giusto per non forzare le corde vocali. Vero!... >

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< Già, ci provo! Se devo tenermi il posto di lavoro e usare la voce. Devo contenermi… > rispose mettendosi seduta in attesa degli spaghetti. Marcello depose la pentola sul tagliere e servì l'ospite, con una buona forchettata. Priscilla ringraziava: < Grazie, ma è troppa per me! > < Non possiamo lasciarla nella pentola. Un poco a testa e tapperà i tanti buchi nei nostri stomaci vuoti. Allora. Buon appetito! > < Altrettanto Marcello! > rispose Priscilla commossa, nell'esprimersi tra una forchettata ed un'altra: < E' da molto tempo che non mangio in compagnia di persone o amici... Sono una solitaria... ma non volontaria. > < M'ha dalle tue parti, a Verona hai per caso un ragazzo? > gli domandava tranquillo Marcello incuriosito. Da trovarla veramente bella e simpatica senza pensare troppo ad altro. La sua voce canora l'aveva rapito. < No! Non ho un ragazzo al momento. Due anni fa avevo un amico e sembrava fosse una cosa seria. Ma appena seppe che ero disoccupata si volatizzò velocemente senza salutare e commentare?.. Si vede che non ero il suo tipo da mantenere eventualmente in seguito... Ah!.. Tanto per cambiare discorso, è buona la pasta e mi sento sazia... Dovremo provare a dormire questa notte. Oggi non ho dormito. Sì, ho riposato un poco... in verità non sono abituata a dormire di giorno. > si confidò confusa. < Beh', anche io non ho dormito, mi sono rilassato. Adesso proveremo ad insistere e riposare veramente. Se dobbiamo essere riposate e freschi per affrontare una nottata a suonare e cantare al nightclub! > commentò, Marcello sparecchiando la tavola, dopo il caffè ristretto che si era preso da solo. Priscilla non ne aveva voglia di caffè e si metteva un grembiale per lavare quelle poche cose che avevano adoperato. Poi tranquilla, mentre saliva le scale, augurava al pianista la buona notte. Lui era intento a sistemare le ultime cose sul suo notebook che aveva acceso per controllare, ma nulla di fatto, da spegnerlo appena dopo e lei a metà scala lo salutava cordiale: < Buona notte Marcello e grazie ancora di tutto! Sei veramente un amico... > commentò sorridendo contenta di avere trovato veramente un cara persona. Un amico sincero che l'aiutava senza nessuna ricompensa. < Tranquilla Priscilla... Buona notte! > rispose entrando a sua volta nella propria stanza, con l'impegno per dormire veramente. Quella era l'intenzione concordata con se stesso. Capendo che al momento aveva tante cose messe assieme da sistemare per bene.

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Capitolo Quarto

Mezz'ora dopo non riuscendo dormire, Marcello decise di uscire e farsi una camminata, doveva scaricare l'agitazione che aveva in corpo, dando la colpa al caffè preso dopo cena, prima di mettersi a dormire. Ma senz'altro era qualcos'altro che lo teneva sulle spine, in una specie di agitazione addosso a supporre tante cose e pertanto doveva smaltire il tutto oltre i pensieri aggrovigliati assieme. In quell'aiuto improvvisato all'amico Gianni non l'aveva preventivato prima e si sentiva un po' fuori posto a far il pianista in un night. Per fortuna con la presenza di Priscilla l'aveva in parte aiutato e superare quella nottata strampalata, oltreché sudata.

Marcello stava ripensando alla sua situazione da pianista, non essendo un vero musicista di professione, soltanto uno svago occasionale e da non svolgere quotidianamente. Lui era un agente speciale, dalla Dia sezione investigativa statale, nell'ambito delle sicurezza della tesoreria di stato antimafia. Abituato a lavorare da solo per una migliore resa investigativa.Da ravvisarlo al momento su qualcosa che aveva notato in direzione del nightclub, quella mattina e l'aveva insospettito, da metterlo sull'avviso per un sacco di fattori scomodi per altri. Mentre lui era ben conscio e molto attento di ciò che andava incontro ad ispezionare. Nel dover contrastare con la malavita che gli girava attorno, e stava prendendo troppo piede e più che bene. Per il semplice fatto che c'era nelle alte sfere cittadine, per non dire nazionale, che permettevano il muoversi liberamente, con buone bustarelle sotto banco. Pertanto sapeva che doveva muoversi in punta di piedi, a scoprire e capire cosa stava capitando da quelle parti tumultuose al progresso. Da sembrare di ritornare alle invasioni barbariche. Con il massiccio sbarco di camorristi dal meridione? Stava rimuginando Marcello poi, con decisione si alzò dal letto; Si mise un paio di jeans e una maglietta addosso e via a farsi un bella corsa, come d'abitudine fare ogni mattina a tenere la muscolatura sempre in allenamento e in silenzio uscire fuori casa.

Nella breve corsa intrapresa di notte, tra mille pensieri in ebollizione, era arrivato fino alla spiaggia e senza accorgersene, poco lontano dal nightclub chiuso. Il locale era illuminato dalle luci fioche di sicurezza e attorno

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regnava un silenzio più che tombale. Era la constatazione che si stava facendo Marcello guardandosi attorno attento. Poi s'incupì, capendo subito che qualcosa non quadrava da quelle parti all'una e mezza di notte?.. Avendo notando che tutto attorno al posto, aleggiava un silenzio ovattato. Solamente da lontano gli giungevano dei rumori spaiati nella notte. Anche lungo la battigia era isolatamente vuota, non si vedeva nessuna persona gironzolare attorno, a passeggiare? Nemmeno qualche copia isolata...

Era veramente un po strano, che nemmeno una coppietta innamorata gironzolava attorno da quelle parti, nemmeno sulla spiaggia più lontano tra i locali chiusi a quell'ora? Qualcosa di strano era veramente capitato prima, o doveva ancora capitare? Era la sua cognizione da esperto osservatore. In quell'immaginaria impressione veritiera, che Marcello supponeva avvenga in quel posto, e preso ormai di mira dai trafficanti a smerciare la droga, ma i clienti dov'erano? Era il suo pensiero. Da diventare diffidente a pensare diversamente e a quel punto qualcosa stava veramente capitando? Marcello lo stava constatando per bene e la sensazione strana che aleggiava attorno, si stava evolvendo. Ed era più che sentita l'agitazione di qualcosa di oscuro e improvviso poteva capitare. Pertanto a carponi, arrivò finalmente accanto al nightclub e notò qualcosa di molto strano? Anzi più che supposizione era qualcosa di tangibile e veritiera la questione capitata al momento di immaginarie supposizioni? Qualcosa o c'era qualcuno che si muoveva nell'ombra tra le palme? Da scorgere delle figure che si muovevano furtive, spostandosi a tratti e a nascondersi tra i cespugli che ornavano la passeggiata a mare. Proprio davanti al locale illuminato dalle luci notturne. Nemmeno il custode di guardia all'interno del locale, sembrava non essersi accorto di qualcosa?

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Era la sua impressione da investigatore acquisito, con gli anni di servizio alla polizia investigativa di stato a metterlo per bene sull'avviso. A quel punto Marcello, si era fermato anch'egli all'ombra di una palma, nascosto dal chiarore della luna, ormai alta in cielo. Da rimanere un buon momento ad osservare gli strani spostamenti e i tanti movimenti dei nottambuli sospetti, da insospettirlo maggiormente, nel capire subito il guaio in arrivo, di un presunto lavoro in corso di preparazione al compimento. Alla fine Marcello individuò quattro nottambuli in movimento furtivo e avevano senz'altro un loro piano ben delineato da eseguire a quell'ora di notte? Quello di entrare dentro al nightclub e trafugare qualcosa o danneggiare il locale per bene e magari far figurare l'intrusione, a dei vandali di passaggio, da creare un grosso danno e da non poter riavviare l’apertura del locale il giorno dopo. Era la supposizione fatta? Comunque Marcello, immaginava che qualcosa di non lecito, stavano combinando quelle losche figure, intrufolate furtivamente dentro al nightclub. Marcello si rammaricò di non aver in tasca il cellulare da chiamare la polizia e al tempo stesso capiva che l'allarme del locale, non dava nessun segnale di intrusione, anche il guardiano notturno sembrava assente, o forse qualcun'altra persona o il custode stesso, l'aveva già disattivato prima l'antifurto? Era l'unica cosa a cui pensare al momento. Poi con decisione Marcello pensò ben di entrare a sua volta all'interno, da dov’erano entrati quelli, conoscendo ormai l'ambiente, appena lasciato poche ore prima.

Pertanto furtivamente Marcello si avventurò deciso all’interno del locale semibuio, e i suoi mocassini ai piedi gli permettevano di muoversi senza far rumore, mentre scivolava via rasentando i muri all’interno del nightclub deserto, illuminato in penombra, dai soli faretti di servizio... Alla fine era arrivato accanto alla stanza delle guardie, e nel semibuio cercava qualcosa da prendere per fronteggiare i malviventi al caso, che sentiva trafficare più oltre, verso l'ufficio della direzione. Quando noto il custode un po' intontito a terra, legato per bene con fascette, come un povero salame e messo a terra di schiena, da non potersi muoversi e vedere qualcosa. Al primo momento sembrava già morto, poi Marcello gli toccò il battito sul collo irregolare, ma fortuna vuole ancora vivo. Poi gli sembrò che stesse riprendendosi dall'intontimento, ma essendo di schiena alla porta non poteva immaginare e vederlo chi lo toccava nuovamente, da farlo sussultare dalla paura? Capendo dal tremore che aveva addosso dallo

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spavento avuto, da rimanere fermo senza fiatare o lagnarsi. Pertanto Marcello pensò ben di lasciarlo al momento dov'era, non poteva perdere tempo, per delle spiegazioni, con domande e risposte a complicargli la vita, era stato sorpreso da quei ladri entrati prima? Perciò con i minuti che volavano via velocemente, e al momento non correva altro pericolo quel custode sorpreso dai ladri e in quel modo sarebbe rimasto vivo. Lui doveva intervenire subito e al momento quelli, stavano prendendo di mira la cassaforte blindata del locale, così sembrava dai rumori che gli pervenivano? Ma per quella cassaforte occorreva il codice per aprirla ed entrare all'interno della stanza blindata, e appropriarsi poi del ricavato in euro sonante? Era il ricavato della settimana proficua e la serata appena conclusa. Qualcuno di preciso, era per bene al corrente e avrà senz'altro fornito il codice ai ladri per aprirla, oltre disattivare l'antifurto, collegato con le forze dell'ordine della città vicina. Senza portarsi trapani e quant'altro da scasso per farsi un varco? Era il rimuginare veloce che si faceva Marcello da solo, guardandosi attorno nella stanza quasi buia e trovare qualcosa da adoperare per difesa personale, ed evitare di far la fine del custode la a terra, legato per bene e sistemato a dovere... Marcello nel frugare al buio trovò su di un ripiano una grossa bomboletta a strappo, da capire all'istante cos'era e cosa serviva; Veniva adoperata per un eventuale uso bellico a calmare sommosse tra la folla, un prodotto militare non in uso commerciale, ma a disposizione a degli ex militari incorporati come guardie buttafuori, nei locali e banche. Era un prodotto fumogeno da intontire e addormentare per una buon ora la folla tumultuosa. Ma da usare in caso di bisogno estremo. Perciò, con decisione Marcello si prese il barattolo, mettendo il dito sulla sicura e pronto a farne uso. Poi via fuori dalla stanza, nel portarsi verso la direzione da dove provenivano dei piccoli rumori e bisbigli di voci in dialetto campano, d spronarsi a muoversi nei lavori in corso da farsi velocemente e alla svelta. Ma all’improvviso, un ombra gli si parò davanti a Marcello? Era senz'altro uno dei quattro energumeni entrati dentro al nightclub un momento prima. Una cosa capitata non preventivata? Ci fu un attimo d'incertezza per entrambi, ma prima ancora che quello potesse fare il prepotente, e a su volta era rimasto sorpreso del nuovo arrivato furtivamente a scombussolare la faccenda furtiva in atto, tutta per loro e un intruso indesiderato non era contemplato al momento?

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Capitolo Quinto

Marcello con decisa sorpresa, gli lanciò una poderosa pedata da Karate in viso, da scaraventarlo a terra stordito dal botto e fortuna vuole, quello era rimasto tramortito per bene al momento, nell’aver battuto fortemente la

sua testa sul pavimento. Con decisione Marcello, lo perquisì velocemente il corpulento ladro, da trovandogli addosso un'arma e mettersela in tasca all'evenienza, oltre trovargli delle manette da poliziotto? Marcello collegò mentalmente la cosa, era veramente un poliziotto quello, ed era associato alla mala col doppio lavoro? Comunque al momento le adoperò subito, per bloccarlo per bene ad un termosifone accanto, da essere un po' tranquillo al momento, ad evitare una sua nuova intrusione a guastare le feste. Poi se tutto andava bene l'avrebbero ritrovato le forze dell’ordine e si sarebbe spiegato poi con loro, la sua posizione scomoda ad avere le mani ammanettate al termosifone nel corridoio del locale notturno?... Frattanto gli altri tre ladri, erano già entrati nella stanza blindata a cassaforte, e dovevano sapere la combinazione elettronica della cassaforte per aprirla e sganciarla dall’allarme con la sede della polizia locale. Marcello con decisione si avvicinò furtivo alla stanza dalla porta blindata, rimasta semi aperta e dentro i tre malviventi stavano arraffando un po' tutto

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di ciò che potevano portarsi via, da non accorgersene che Marcello aveva tolto la sicura del barattolo difensivo e far uscire sibilando il gas tossico, poi con decisione lo scagliava a terra all'interno, e chiudendo decisamente la grossa porta, da bloccarli dentro tutti quanti, senza altra via d'uscita, solo dall'esterno si poteva aprirla. Al tempo stesso Marcello azionava l'allarme antincendio da far accorrere i pompieri e la polizia sul posto al più presto. Marcello in tutto quel trambusto gli sembrava di aver udito delle sirene all’esterno, ma col frastuono dell'allarme all'interno, non ci diede peso. Contento di aver rovinato i piani a dei criminali ladri e la polizia appena dopo, li avrebbe trovati abbastanza intontiti all’interno della stanza blindata. Perciò doveva filarsela alla svelta, da passare inosservato se per caso visto da qualcuno in giro di notte per la spiaggia. Marcello doveva altresì scoprire chi era in combutta e complice dei fatti appena capitati e che tramava senz'altro con la mala? Poi velocemente ripuliva l'arma e la maniglia della cassaforte dalle sue impronte e depositava l'arma poco lontano dall'energumeno ammanettato al termosifone. Sembrava che si stesse risvegliando un poco, dibattendosi e imprecando per i polsi bloccati al termosifone. Nel tentare di riprendersi dalla botta ricevuta cadendo a terra come un masso, aveva sbattuto fortemente il suo grosso capoccione, sul pavimento di marmo nero del locale notturno, tremendamente incavolato da imprecare fortemente, con parolacce sconce e senza senso. Mentre Marcello lo salutava: < Tranquillo, la polizia ti slegherà presto! > Marcello lasciva il locale velocemente, ad evitare che qualcuno del posto, richiamato al vibrato suono dell'allarme del locale, e l’avrebbe visto per caso allontanarsi. Ma appena uscito fuori dal locale, Marcello ebbe un'altra sgradita sorprese! Qualcosa d'inaspettato e inimmaginabile, che poteva capitare ancora in quella notte? Da rimanere, veramente tanto sorpreso alla vista da ciò che capitava fuori? Avvolto dal bagliore del fuoco accanto.

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Da stupirlo fortemente dispiaciuto, Marcello immaginava preoccupato che il tutto era collegato alla rapida evoluzione. Il locale attiguo al nightclub, dove c'era prima un grazioso ristorante, situato poco distante, e stava andando proprio a fuoco, da essere divorato velocemente dalle fiamme, con una colonna di fumo denso e nero che si alzavano alte in cielo a coprire talvolta il chiarore della luna. I pompieri appena arrivati, si davano da fare nel tentare di spegnere il grosso incendio al ristorante ormai completamente perduto. Era ormai avvolto dalle alte fiamme, e veniva divorato rapidamente, da cadere miseramente a pezzi. Mentre i pompieri erano impegnati con solerzia, ma era ormai inutile lo sforzo fatto con impegno, purtroppo la segnalazione come sempre era giunta in ritardo al centralino di soccorso dei pompieri. Marcello capiva il piano ingenioso dei malviventi, trafugare il malloppo e poi dare il fuoco anche da quella parte. Per spaventare e far allontanare i restii proprietari non affigliati alla malavita, arrivata a spadroneggiare la costa toscana. Ecco perché non li aveva sentiti arrivare i pompieri, coll'assordante suono dell'allarme inserito da lui appena prima. Immaginò Marcello il perché nei d'intorni non c'era nessuno quella notte? La malavita locale stava intimorendo i pochi superstiti rimasti. Oltretutto ad evitare poi, di essere riconosciuti e additati come piromani alla legge, per il vandalismo e gli incendi in successione fatti. Sbottò sorpreso: < Che figli di puttana! Questo è un grosso avviso per quelli che non hanno ancora accettato di far parte della famiglia dei camorristi mafiosi, arrivati in zona dal meridione con tanta prepotenza. > meditando dispiaciuto a sua volta, Marcello sui fatti da non trascurare. Commentava tra se il notturno investigatore, camminando verso casa e imprecando avanti, sentendo altre sirene e vedere arrivare i carabinieri del distretto locale a constatare l'accaduto sul lungomare della Versilia data alle fiamme. Mentre tutto attorno il cielo, era ormai avvolta da una nuvola nera, del fumo dell'incendio, che illuminava per bene tutt'attorno, oltre l'odore acre e un po' tossico provocato dai prodotti divorati dal fuoco. I vigili del fuoco tentavano con impegno a spegnere quell'incendio capitato e non per caso, ma di origine più che mai dolosa... I piromani avevano vinto ancora una volta la battaglia degli abusi a espropriare i residenti. Appena entrato in casa Marcello, trovò Priscilla alzata, che gli chiedeva abbastanza preoccupata: < Cos'è mai successo Marcello? Quel rosso in cielo è di un fuoco lontano, la sulla spiaggia! Vero?... Oltre sentire le sirene dei pompieri che accorrono!.. Non mi dire cos'è successo veramente la

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fuori? Le sirene mi hanno svegliata e ho subito pensato che il locale va a fuoco. Con tutti quegli attentati fatti attorno da diversi giorni?... Così stavano bisbigliando i dipendenti negli spogliatoi? E' proprio il nostro locale ch'è andato a fuoco, vero? Se è così, sono proprio sfortunata e alla grande! Da non avere un lavoro decente, da svolgere più che tranquilla di questo passo?.. Per la miseriaccia grama! > sbottò agitata Priscilla. < Già, proprio così! Ragazza mia... Siamo messi male?... Prima sono andato a vedere da lontano, cos'era successo. Dalle voci che corrono, è senz'altro la malavita che sta tentando d'intimorire i proprietari dei diversi locali qui sulla costa e pertanto è meglio al momento stare alla larga.... Sai, fanno molto presto a dire e segnalare chiunque? E la polizia ad ascoltare la gente del posto, pronti ad indicare i forestieri, per salvarsi da eventuali interrogatori e possibili ritorsioni dalla malavita che bazzica sempre di più attorno alla zona presa ormai di mira?... Perciò evitiamo il tutto e domani andremo a vedere e sentire cos'è mai successo. D'altronde non possiamo far nulla al momento, Qui al momento siamo lontano dal disastro e non ci costringeranno a dare una nostra versione dei fatti, se non siamo presenti all'accaduto? La nostra presenza sul posto a curiosare in questo momento, può comprometterci seriamente. Comprendi Priscilla! Anzi, dovremo poi ascoltare le voci attorno e leggere poi domani, quello che raccontano i quotidiani del posto? Implicati a loro vota con una parte o dall'altra e immaginare cosa vanno a scrivere, sui fatti accaduti stanotte? E se sono accaduti accidentalmente o altrimenti. Ma ne dubito? E' più probabile che siano di natura doloso? Un bel guaio con dei piromani attorno, che assecondano lo smercio e lo spaccio di droga per farsi i soldi facili a scapito degli allocchi che ne fanno uso! > commentava Marcello ad allontanare da loro, eventuali idee e dicerie balorde. Purtroppo non era il

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momento di uscire allo scoperto e mostrare al centro operativo della sua appartenenza, con un bel verbale veritiero sui fatti appena accaduti. Quello era al momento il suo pensiero fisso, nel spiegarsi: < Certamente ci saranno delle ripercussioni e i clienti alla notizia, diserteranno il nightclub, da favorire l'acquisto del locale per forza messo così malamente, dai mafiosi in zona e da sottopagarlo con pochi soldi dal suo valore attuale e far sloggiare, chi ha le idee sane, da coltivare in futuro un benessere turistico senza spacciatori.... Ma è difficile? > < Già, hai perfettamente ragione Marcello! Ci mancava solo questa rogna da far smaltire adesso... Beh', sì, certo hai ragione! Comunque al momento è meglio tornare a letto e dormirci sopra... Accidenti! > < Hai ragione, dormiamoci sopra e domani alla luce del giorno, parleremo meglio da svegli. Anzi al momento ti andrebbe di bere qualcosa? Ho abbastanza sede dopo il trekking notturno fatto... > domandò alla giovane pronta ad andare di sopra a letto. Annuendo d'accordo. Marcello aveva aperto l'armadio e preso una bottiglia Baileys: < Questa crema ti aiuterà a dormire meglio...Solo un goccio e sei soddisfatta. > < In verità non lo mai assaggiata... Non amo i liquori!... Però che buona e non è forte, ma piacevolmente sul palato... Grazie! Ora posso addormentarmi contenta. Notte e buon riposo anche a lei maestro! > rispose Priscilla un po' tranquillizzata dopo il liquore. < Notte e domani vedremo come andrà a finire la faccenda. Oltre sapere la fine del nostro destino, stroncato nel momento migliore della nostra vita e ritornare per strada a suonare e cantare per le vie e piazze, nel raccattare poi le monetine offerte dei cittadini benevoli. Ti va l'idea del cantastorie di strada. Mia giovane cantante?.. Ah!.. Per ora... Buona notte! Mi raccomando cerca di riposare... > rispose Marcello sorridendo a confortarla. Ma in cuor suo, capiva che era sorto un bel guaio e in verità già annunciata da diverse settimane antecedenti. Mentre cercava di capire, chi è che tramava nell'ombra a far svuotare la cassaforte e rimpinguare le tasche dei mafiosi arrivati in massa, in zona turistica e balneare? Era il quesito che si andava formando in testa, senza avere una valida risposta al momento? Era tutto da ripensare sull'immaginario finale... < Buona notte Marcello e grazie per la bella favola raccontata!... > < Lo sai bene che hai musicista fa comodo l'inventiva innata, per comporrere della buona musica... Notte! >

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Capitolo Sesto

Erano le dieci del mattino, quando si alzarono malamente, nel trovarsi in cucina da buoni amici a prendersi un caffè per svegliarsi e riflettere un poco sul tutto il trambusto notturno: < Buon giorno! > risposero assieme. < Riposata bene!.. Sei pronta con la voce per stasera... Sperando che il nostro nightclub non è andato a fuoco? In verità sono proprio curioso di sapere qualcosa sui fatti di stanotte... > commentò Marcello. < Ma, speriamo bene! Per la mia voce va bene al momento. E il tutto lo devo a te Marcello. Grazie di tutto e anche per l'accoglienza nella tua casa affittata! Ma tu, pensi veramente che non è il nostro nightclub, andato arrosto?.. E per l'avvenire cosa ci capiterà sul capo? > < Tranquilla! Intanto qui ci sono dei biscotti e il caffè e bollente, non ho la mucca da mungere per il latte. Ti devi accontentare di ciò che ci passa il convento... Adesso bevi tranquilla, più tardi vedremo? > < Va benissimo così!... Ti va di fare due passi dopo e vedere se abbiamo ancora un posto per lavorare? > commentava sull'agitata Priscilla. < Andiamo a fare questa passeggiata e prendere un po' di sole. Ci aiuterà a rilassarsi e aspettare gli eventi, con un altro spirito più sereno. >

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Nell'uscivano di casa, Marcello la prendeva per mano da farla felice al contatto casuale, ma voluto per aiutarla a rilassarsi. E con poche parole a discorrere sul bel tempo, nel percorrere il restante tratto di strada a camminare in silenzio, quasi fosse doveroso ai fatti accaduti. Oltretutto l'idea era per svegliarsi meglio, così sembrava l'esposizione, guardando in lontananza il brutto incendio al locale distrutto. Era attigua al nightclub che sembrava indenne al vederlo. Dove i pompieri rimasti stavano ancora trafficando a controllare i resti dell'incendio e assicurarsi di aver domato le fiamme per davvero. La zona era tutta transennata da tenere lontani i curiosi. Accanto al nightclub c'era la polizia e carabinieri a indagare e discutevano con il direttore del locale il dottor Gravina e l'avvocato Trombini, che sembravano agitati dal loro modo di sbracciarsi. Priscilla alla vista del direttore, provò a dire a Marcello: < Non dovremmo avvicinarsi e sentire cosa hanno da dire, e se stasera si lavora ancora? > domandò speranzosa al collega un po' restio. < Io direi di no! In questi casi lasciamo che se la sbrighino da soli, la nostra presenza sarebbe inopportuna e magari a dare alla polizia un pretesto per interrogarci. Loro, stanno indagando? Poi verrebbero sapere cosa e dove, momentaneamente abitiamo qua vicino e non è per nulla confidenziale? Comprendi Priscilla. Sono le supposizioni che si farebbero i carabinieri su di noi? Potrebbero indagare sui presunti vandali da scovare e noi gli diamo il pretesto ad interrogarci: “Se abbiamo un buon rapporto con il datore di lavori, eccetera ecc!” Comprendi le sottigliezze? Evitiamo a dare altre rogne al nostro capo, già di per sé preoccupato e lasciare che racconti a modo suo, i fatti accaduti da settimane attorno al locale... Appena le forze dell'ordine se ne andranno, telefono a Gianni e così sapremo qualcosa e se alla fine il locale non ha nulla con l'incendio del ristorante accanto ormai distrutto, da quel che si vede da lontano. Senz'altro riprenderemo a lavorare... Forse? Ma temo sarà difficile subito, ci sono delle indagini da espletare... > commentò dubbioso Marcello. < Perché, tu pensi altrimenti? Magari il locale non ha nulla? > < Dipende dal questore a dare poi il permesso a riprendere le attività quotidiane. Ma mi sa che sarà impossibile? > rispose tranquillo Marcello. < Già, hai ragione! Dai sediamoci su quella panchine e pensiamo ad altro al momento... > commentava pensierosa Priscilla. Sedendosi sulla panchina nel parco di Torre del Lago Puccini. Priscilla si toglieva la blusa blu, il caldi si faceva sentire per bene e mettersi finalmente a chiacchierare da buoni amici, cercando di scordare per un momento le brutture di quella

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notte passata, da verificare per bene dopo?.. Poi, ad un certo punto Priscilla provò a chiedergli incuriosita: < Marcello, posso farti una domanda personale... Sei sposato? > espose tranquilla, con quella curiosa domanda riservata e annerente al comportamento di Marcello. Lei lo trovava troppo educato ai giorni odierni, quell'uomo le piaceva e la curiosità femminile si faceva avanti. Capendo che di solito quando lei incontrava per puro caso una persona piacevole, quella era sempre più che mai impegnata? Da far sorridere il pianista Marcello a risponderle: < Pensi che sarei qui ha chiacchierare con te, se fossi sposato e una moglie devota a casa ad aspettarmi? Al momento sono impegnato in altri problemi e non musicali al pianoforte. Ed è un diversivo stagionale. Adesso non ho tempo per consolidare il mio futuro con presunti matrimoni al seguito. Poi in verità, ancora non ho trovato la donna, quella giusta! Cosi si dice di solito da scapoli frustrati... Tu comprendi il significato scapolo, vero Priscilla? > domandava a sua volta incupito per la domanda scabrosa. < Nemmeno una fidanzata? Scusami la domanda cretina. Ma sei un bell'uomo e mi sembra impossibile che non hai una donna che ti aspetta da qualche parte del paese?... > commentava Priscilla sorpresa. < E' la stessa domanda che ti appartiene ragazza! Giusto?... Perché una bella giovane come te, se ne va in giro per il mondo tutta sola, senza un cavaliere che la difenda? Sì, ti capisco, hai avuto una scottatura e sei rimasta restia a legarti ancora a qualcun'altro. Ma presto ti capiterà il tuo principe azzurro e finalmente sarai contenta e appagata. Ho fatto centro? > commento Marcello tranquillo. Mentre il suo pensiero era veramente altrove in quel momento, ma non voleva far recepire la sua preoccupazione alla giovane cantante al suo fianco e lasciarla che s'illuda ancora un poco. < Touche signore! Scusa la mia sciocca curiosità... Beh', dai! Te la senti maestro, anzi ti andrebbe di andare laggiù, al mare a farci un bel bagno?... Accidentaccio! Non abbiamo i costumi? Nemmeno uno in valigia per essere sincera. E' proprio un scalogna! > sbottò imbronciata. < Non ci sono problemi! Basta buttarsi in mare nudi e sott'acqua non ci vedono i bagnanti, che stamattina sono pochi in spiaggia, col casino capitato attorno da queste parti.... Sei d'accordo? > espose deciso Marcello. < Si hai proprio ragione! Ma io intendevo dire, vista la situazione sugli animi in subbuglio. I nostri, quello di buttarci vestiti in acqua, non sarebbe male! Per una volta trasgredire le regole tradizionali... Tu la trovi cretina la mia proposta, più che mai sull'agitata dal momento impensabile a diagnosticare il tutto a mente più che serena? > espose Priscilla seria.

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< In tua compagnia mi va benissimo ogni cosa! Dai facciamo pure anche il bagno nudi o vestiti non ci sono problemi... Poi la gente vedendoti vestita, penserà che sei musulmana e la tua religione non ti permette di spogliarti e farsi vedere in topless da sguardi vogliosi attorno... Giusto! > < Proviamo e vediamo cosa succede? > rispose Priscilla mentre si toglieva le scarpe e il vestito da restare in sottoveste color arcobaleno. Ma da stupirsi da sola, nessuno attorno ci faceva caso al loro trafficare con i vestiti e le poche cose addosso tolte, da appoggiarle sulla sabbia, accanto alla cabina del guarda spiaggia. E buttarsi poi decisamente in mare felice. Marcello non perse altrettanto tempo, si tolse a sua volta le scarpe calzoni e camicia e via in bermuda, da finire decisamente in mare come due ragazzini a giocare e spruzzandosi l'acqua addosso contenti, con infinito piacere per entrambi farlo. Poi a ridosso della riva si misero a camminare accanto sulla sabbia a guardare il mare calmo attorno e i pochi bagnanti.Avevano l'acqua bassa fino al ginocchio e Priscilla tutta bagnata si divertiva a calcare la sabbia sotto i piedi a mollo, da perdere l'equilibrio e appoggiarsi a Marcello, più che mai contenta del bagno fatto vestito. Nel

dire ridendo al suo maestro musicale accanto: < Hai visto che ci siamo bagnati egualmente senza costume da bagno.... Oh mio dio! Che agitazione ho addosso? > sbottò decisa e in ritardo: < Questi oscuri fatti, che in parte e al momento non ci riguardano. Ma dopo non si sa? M'hanno messo una tale agitazione addosso, che nemmeno fare finta di fare il bagno vestita o senza vestiti, non mi è passata per niente l'agitazione?.. Accidenti! > borbottò sotto voce guardandosi attorno spaesata e confusa. Riprendendo a

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dire: < Ho una tale agitazione addossi, che incomincio a dare veramente i numeri. Sono più che convinta adesso... Acciderba! > sbottò Priscilla più che mai vivamente agitata e confusa. < Già! Capita sempre così, nel cercare di spostare l'accaduta ad altro. Si rimane imbambolati a capire in ritardo la situazione. Ma lo sappiamo bene che in parte ci tocca... Adesso provo a telefonare a Gianni e sentire un po' cos'è capitato attorno al suo locale?... > tornando a raccattare la propria mercanzia e rivestirsi senza fretta: < Pronto! Gianni sei impegnato o devo richiamare dopo? > nel fermarsi dal parlare ed ascoltando l'interlocutore dall'altro capo del cellulare. Alla fine si trovò ad esclamare sorpreso, nel fingere la sua costernazione avuta alla brutta notizia: < Cosa mi stai a dire Gianni? Acciderbola che casino! Certo, certo.... Ok! D'accordo, mi telefoni tu, più tardi?... Per qualsia cosa, noi ci sono... Va bene!..... Tranquillo ci penso io ad avvisarla. Ciao, ci sentiamo e speriamo bene! > chiudendo il cellulare nel restare a pensare un attimo, mentre si passava la mano tra i capelli scomposti, nel borbottare da solo: < Accidentaccio che casino! > Priscilla tutta preoccupata, gli domandava: < Cos'è poi successo? > raccogliendo il suo vestito, che s'impigliava in un chiodo dal sopralzo del guardia spiaggia, facendogli un grosso squarcio. Il giovane guardia spiaggia scendeva a scusarsi per il chiodi e il grosso strappo che si era fatto nel vestito blu. Da far restare mortificata Priscilla, sorpresa a cosa mettersi addosso: < Oh, mio Dio! Cosa mi metto adesso? > commentava confusa. Subito il guarda spiaggia gli allungò una camicia che aveva nello sgabuzzino in caso di bisogno: < Prego signorina, se vuole! > < Grazie al momento! Glie la renderò presto... il sottoveste è ancora tutto bagnato e non potrei andare in giro a quel modo... Grazie! > < Domani è qui, che glie la riportiamo lavata! > concordò Marcello. < Tranquilli signori, sono qui tutto il giorno! > rispose il guardiano. Priscilla tutta confusa riprendeva a dire: < E' proprio una giornataccia! Veramente dura. Poi, come andrà a finire la faccenda? > domandava confusa e Marcello rispondeva a rassicurarla: < Dentro al nightclub hanno tentato di aprire la cassaforte per rubare l'incasso. E ci sono riusciti ad aprirla! Ma i malviventi sono rimasti bloccate dentro alla cassaforte e quasi morivano intossicati... Qualcuno o forse il socio rimasto fuori a far da palo? Li avrà chiusi dentro per sbaglio? E forse per salvarsi dall'impiccio fatto, si era messo le manette da bloccarsi al termosifone? Forse li aveva veramente bloccati lui dentro alla cassaforte blindata. E il perché... Non l'ho ancora capito bene la situazione? Quelli all'interno

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avevano un sacco pieno di euro trafugati. Ma da non poter uscire fuori dalla stanza blindata... Strano? E' tutto un po' troppo strano la faccenda attorno alla rapina?... Anche il custode mezzo tramortito, l'hanno trovato legato per bene e non sa spiegarsi cos'era poi accaduto la dentro al locale stanotte? > commentò Marcello nel spiegare a Priscilla, rimasta molto attenta al racconto sulla malavita locale, nel commentare: < M'ha, allora? Si va a lavorare questa sera? Sarà quello che chiederanno dubbiosi e apprensivi i ragazzi che ci lavorano la dentro? > commentava Priscilla per quel lavoro che s'intoppava già all'inizio e sfumava via nel periodo di maggiore afflusso di clienti stagionali. < Proprio male, sta andando! > rispondeva, mentre guardava da quella parte e tentava di vedere cos'altro succedeva oltre le transenne sistemate dai pompieri e le strisce messe dalla polizia, ad allontanare i bagnanti curiosi accorsi a vedere il risultato che aveva provocato l'incendio la notte, da piromani, erano le voci trapelate.

Si notava in lontananza, i carabinieri a discutere e i pompieri raggruppati a controllare e parlare a loro volta sui fatti captati in quel bell'incendio e per fortuna domato, ad evitare che si propaghi attorno, con altri grossi danni. Il proprietario del ristorante appena arrivato sul posto era avvilito e incavolato, a contestava la mancata protezione della legge sul litorale di notte. Era tutto un brulicare di discorsi e imprecazioni fatti sul momento, ma ormai il grave e grosso danno era successo e visibile a tutti. Marcello provò a dire alla sua canora compagna: < Mi sa, che per oggi non si concluderà nulla. Possiamo andare da qualche parte a far coazione, visto l'andazzo preso. Cosa ne dici Priscilla? > domandò scuotendo il capo. < Non potremmo comperare qualcosa e mangiare in casa da soli? > < Non ci sono problemi! Basta trovare un negozio d'alimentati? >

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< Adesso chiedo a quella signora. Forse sa dove trovarne uno... > nel chiedere l'ubicazione di un supermarket: < Si trova alla fine della pineta. Accanto al campeggio... Dai maestro, facciamo due passi e una buona spesa. Accidenti! Non ho il portafoglio dietro... Oggi sono proprio una frana! > commentò dispiaciuta Priscilla. S'immaginava già da dover andare altrove a trovare un lavoro da poter tirare avanti, oltre trovarsi le tasche completamente vuote. Aveva e le sole 500€... e non avrebbe fatto molta strada di quel passo. Constatò tra se Priscilla delusa. < Tranquilla ragazza, ci penso io! Sei la mia ospite al momento? Faremo un buon carico al caso... > espose. Poi scorgendo dei giovani all'interno della tavola calda market, quelli che lavoravano con loro al night, si unirono salutandoli: < Salve ragazzi! Ecco che abbiamo trovato gli amici del nostro deejay. Siete qui a servirvi del buffe alla tavola calda. Come ve la passate ragazzi? > commentò Marcello salutando quei colleghi conosciuti l'altra notte al locale. Quei giovani amici un po' sorpresi rispondevano al saluto, cercando di armonizzare con un finto buon umore: < Abbastanza male dopo il guaio di stanotte! Speriamo che si riapre ancora, da riprendere il nostro lavoro? Altrimenti saranno guai con le nostre tasche quasi vuote... > commentava l'accaduto il Deejay del nightclub Nardini: < Siamo abbastanza malmessi. E con la stagione ormai sul finale, sarà difficile trovare un altro buco a fare altre serate a suonare? > rispondevano assieme ai compagni, cercando di

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armonizzare l'accaduto, come fosse una cosa d'altri e difficile da digerire. Mentre si stavano servendo qualcosa da mangiare alla tavola calda. Da mettersi ad aiutarsi scherzando, senza stare a pensare troppo ai risultati che strabordavano gravosi sulle loro previsioni, abbastanza nere in futuro. Alla fine dell'affrettato pranzo in gruppo, uscirono assieme da portarsi a vedere come procedeva quella brutta faccenda al locale notturno e da incontrare il direttore Gravina, da trovarlo a sua volta dispiaciuto, ma al momento il nightclub sarebbe rimasto chiuso, da permettere i controlli della polizia sulle indagini con approfondite ricerche e gli sviluppi, nel rilevare impronte, da svolgere all'interno del locale. < Mi dispiace ragazzi! Spero che il questore svolga presto le indagini e possiamo riprendere il nostro lavoro... Qui ci sto rimettendo un sacco di soldi. Accidenti ai vandali ladri!.. Comunque vi farò sapere al più presto ragazzi! > si congedò il direttore dai suoi dipendenti ammutoliti. Da mettersi un momento in disparte a dialogare con Marcello il pianista, un carissimo amico: < Caro Marcello non so bene cosa dire. Mi hanno trombato per bene... L'incasso è stato salvato dalla rapina, e ancor non so bene come sapevano le combinazioni della cassaforte? Ci sono un sacco di ombre e misteri, all'interno del locale?... Avranno delle microspie piazzate ovunque, per avermi visto digitare le varie combinazioni sulla porta blindata della cassaforte, che cambio in continuazione?.. Anche l'amico avvocato Trombini, mi ha fatto presente il problema? La scientifica è al lavoro a trovare delle valide prove e impronte che al momento, ne hanno rilevate troppe. Tante! Ma sarà difficile con tanta gente che circola nel locale di notte? Comprendi? Ci sentiamo dopo, al momento devo rispondere al questore, e il procuratore insiste ed è sull'avviso di porre fine a questa giostra mafiosa. Vedremo? Speriamo bene che facciano qualcosa e presto, altrimenti saranno guai seri... Ciao e grazie per il sostentamento morale! > commentò laconico il direttore Gravina. < Non ci sono problemi! Basta che mi chiami se hai bisogno di aiuto... Ok, ci sentiamo! > rispose pensieroso Marcello. Priscilla era rimasta assieme ai ragazzi, aspettando Marcello che termini di parlare con il capo e capire poi, qualcosa in più... E al suo avvicinarsi, i ragazzi ansiosi gli domandavano: < Allora Marcello si riparte? > sbottò a chiedere il primo più vicino. Marcello si passò la mano sul collo dietro la nuca, ad alleviare una immaginaria fitta, prima di parlare, poi provò a dire ai presenti in attesa: < Ci vorrà un paio di giorni, prima che si riprenda. La scientifica è al lavori a rilevare impronte all'interno e verificare che non vi

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siano stati istallati degli eventuali ordigni dinamitardi e sistemati per bene, da creare un altro disastro annunciato. La camorra sta prendendo piede e non vuole mollare un affare di milioni di euro? Perciò alla fine la polizia farà una valida perizia dei fatti accaduti e trarrà le laconiche conclusioni, come sempre vanno a finire. Da permetterci di riprendere il lavoro senza danni collaterali... E' una cosa che speriamo anche noi tutti.... > si spiegò. < Tutto qui? Accidenti! A questo punto la gente scapperà da altre parti ed è poi difficile che tornino, con le voci che corrono di nuovi attentati. Oltretutto con questi mafiosi, che sprona i clienti ad allontanarsi. Siamo a metà agosto e tra poco i villeggianti rientreranno nelle proprie città e addio lavoro... Questo è il guaio ragazzi! > confermò Luca convinto. Mentre un altro domandava: < Ma lei che è amico del direttore, non può sollecitarlo, che sproni il questore ed altri nella gerarchia della giustizia a sveltire le pratiche e non dormirci sopra? Magari per far comodo a qualcun'altro, che ha per caso un doppio interesse, a girare il minestrone ormai annacquato?.. > si spiegò Lorenzo il barista. < Certamente! Avete ragione ragazzi... Al pomeriggio devo recarmi a Pisa e vedrò di parlare col procuratore, è un carissimo conoscente di famiglia. Immagino che abbia lui, in mano le pratiche di questo compartimento della Versilia? Vi farò sapere qualcosa ragazzi! Comunque ti telefono Luca... Tranquillo ho il tuo numero. Ciao! > lasciandoli tutti a meditare sui cocci rotti, quei compagni al momento disoccupati. Nel chiedere a Priscilla con un malizioso e complice sorriso: < Vieni con me a Pisa ho hai da fare dei gorgheggi di gola a casa? > < Vengo volentieri a fare una gita. In verità non ho mai visitato Pisa e la sua famosa torre pendente... Ma tu, hai la macchina? > < Certamente è parcheggiata dietro la casa in cortile. > rispose aumentando il passo sul veloce, seguito da Priscilla un po' confusa, che

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borbottava a chiedere: < Ma occorrono molte ore per arrivare a Pisa? > < E' poco lontana. Un'oretta di strada. Dai dammi la mano, che ti aiuto per la salita più avanti... Non siamo una copia di suonatori ambulanti... > < Hai perfettamente ragione maestro! Siamo proprio messi male... > Frattanto Marcello provava a telefonare in tribunale a Pisa e sperava di trovare l'amico procuratore. Il dottore Ulberto Tomasini era un caro amico di famiglia, molto riconoscente ai suoi genitori per avergli salvato la vita, recuperato dalla barca che affondava in mezzo ad una la tempesta, al lago della Maddalena. Alle Bocche di Bonifacio, proprio cinque anni prima. Perciò appena arrivati in casa una doccia e si erano velocemente risistemati e cambiati d'abito e via decisi verso Pisa. Priscilla era così felice a bordo del cabriolet del suo giovane pianista, un po' tutta agitata e accaldata dalle repentine notizie e fatti accaduti, purtroppo stavano capitando tutte assieme in successione ad ogni respiro fatto e abbastanza spiacevoli da raccontare poi gli avvenimenti scabrosi.

Priscilla era rimasta abbastanza soddisfatta della fiducia che Marcello le serbava e la solidarietà espressa, da sostenerla ed aiutarla nella sua principiante carriera canora. Contenta di seguirlo e fargli compagnia.

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Capitolo Settimo

Prima della partenza, Marcello aveva saputo con la sua telefonata, che il procuratore Trombini, quel pomeriggio era impegnato a sovrintendere in un'approfondita verifica, per dei lavori di restauro e la relativa sua approvazione ad eliminare dei graffiti fatti da vandali a deturpare gli antichi chiostri del Monumentale Campo Santo, di fianco alla Piazza dei Miracoli, del rinomato complesso storico nella città di Pisa. Appena arrivati a Pisa e parcheggiato, consigliò a Priscilla di aspettarlo li attorno e Marcello avrebbe raggiunto il procuratore al chiostro. Arrivò proprio mentre i reporter ritraeva e intervistavano il procuratore a menzionare nel dar il consenso e la risistemazione dei danni fatti nottetempo alle strutture dell'antica cittadina pisana.

Appena dopo il procuratore Tomasini, si intratteneva un momento in disparte, con il dottore Sarsuoli Marcello, assicurandolo che avrebbe controllato a fondo e avvisato il procuratore Liberto a Lucca, da verificare le varie denunce pervenute e il rapporto del questore Viareggio, sui verbali redatti contro i vandali piromani che imperversavano da mesi sulla costa toscana. Da sollecitare il questore a dare una mano ai residenti a liberarsi della camorra che infestava la zona e far fuggire i villeggianti. < Marcello le farò sapere, appena avremo visionato i vari verbali che approderanno al compartimento di giustizia, in questi giorni. Intanto prosegua pure nelle

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sue indagini appropriate e riservate all'altro caso gravoso?.. Mi tenga informato se scopre qualcos'altro... Dobbiamo smascherare chi fomenta sotto banco e fa il doppio gioco. Anche nelle forze dell'ordine? Comunque ci sentiamo! Porti un saluto ai suoi cari genitori... > si congedò con una stretta di mani, il procuratore capo alla procura di Pisa. < Grazie per il momento Dottore Tomasini!.. Arrivederla! > lasciando il procuratore attorniato dai suoi gregari sempre in cerca di allori da spartire sulle spalle degli altri. Tutti cercavano sempre di arrangiarsi al meglio e senza dover sfaticare troppo. Era il motto di ogni persona scaltra, alla ricerca della gallina dalle uova d'oro. Marcello si commentava da solo sulle verità scomode per altri, ritornando in piazza in cerca di Priscilla al parcheggio, rimasta a gironzolare tra le bancarelle. Forse si era persa tra i turisti nella grande Piazza dei Miracoli a curiosare la famosa torre di Pisa, dove buona parte di persone si facevano fotografare a sorreggere la torre pendente, ad evitare che cada da un momento all'altro, nel grande spiazzo attorno al complesso monumentale.

Priscilla nel frattempo si era comperata un buffo cappellino invece degli ombrelli per ripararsi delle prime goccioline d'acqua, che sembravano minacciare un acquazzone pomeridiano, tra il sole e le nuvole passeggere. Infine Priscilla si era poi, decisa di mettersi in coda alla lunga fila dei turisti e visitatori, con una bella sgobbata da farsi poi, sui tanti gradini consumati della torre pendente ed arrivare sulla sommità per ammirare e curiosi il panorama attorno, con l'anima da brava pioniere a scalare la centenaria torre di Pisa ammirata da tutti i cittadini e visitatori stranieri.

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Marcello aveva raggiunto il parcheggio, sperando di trovare Priscilla ad attenderlo, invece non c'era accanto all'auto ad aspettarlo? Per fortuna il parcheggiatore del settore auto, si avvicinava sorridendogli, vedendolo guardarsi attorno, nell'informarlo: < Mi scusi signore! Cerca una bella ragazza bionda, qui accanto alla sua auto? E' andata a visitare la torre. Dato che mi ha chiesto se si poteva visitarla o bisognava prenotarsi. Le avevo spiegato che bastava far la fila e aspettare il proprio turno. Perciò è andata diretta alla torre... Ci vorrà un po' di tempo con tanta gente... Dovrà aspettare parecchio signore, prima che ritorni! > si spiegò gentile. < Grazie per l'avviso! Allora prolungo il parcheggio... Grazie! > avviandosi alla torre, mentre il sole stava facendo capolino tra le nuvole.Marcello era arrivato alla base della torre, e fortuna viole erano rimaste poche persone in coda, da decidersi di approfittare e salire sopra a sua volta. D'altronde al massimo l'avrebbe incontrata sulle scale, il percorso era obbligatorio dello stretto passaggio, senza via di altra fuga. Con decisione Marcello si metteva a scarpinare sui gradini logori dai tanti passi che da anni venivano calpestati dai tanti visitatori, stranieri incuriositi. Alla fine Marcello, era arrivato sulla sommità, ed incominciava ad essere un po' dubbioso a ritrovarla, forse era già ridiscesa prima, o per la troppa gente, magari aver optato per visitar la chiesa e ripararsi dalla pioggerella caduta prima? Invece la trovò ancora la sopra. Priscilla era ancora sulla torre, tra altre persone a guardarsi attorno il panorama sulla città curiose.

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Era piacevolmente bella Priscilla, vederla la seduta sugli alti gradini, in tranquilla contemplazione del panorama attorno alla torre pendete, un po' inclinata da sentirsi abbastanza a disagio a muoversi per l'inclinazione. Ma era una sensazione nuova da dover provare. Poi con quel grazioso cappellino in testa gli donava molto, da sembrare una ragazzina birichina. Da farlo esclamare stupito, oltretutto contento per la sue presenza: < Ciao! Hai avuto buon gusto per il grazioso capellino e ti sta a meraviglia! > provò a esprimersi, nel commentare sedendosi accanto. < Ti piace? Pioveva e lo preferito all'ombrello. Purtroppo dobbiamo scendere è l'ora di chiusura. La guida ci sta sollecitando. Pazienza dover andare via è un vero peccato guardare il panorama da qui sopra. Sì cammina un po' storti, ma va benissimo provare con la sensazione di cadere di sotto... Dai Andiamo! > lo spronò a ridiscendere, nel chiedergli curiosa: < Hai poi trovato il procuratore? > < Sì! Gli ho parlato un momento... Ma era impegnato con il suo staff. Comunque mi farà sapere qualcosa e solleciterà il questore con le inchieste e i sopralluoghi al nightclub. > si spiegò Marcello, nel chiedere mentre ritornavano a prendere l'auto: < Meno male che ho alzato la capotte prima, avremmo adesso i sedili bagnati... Cosa diresti di andare a cena da qualche parte qui in città. Io ho fame e oggi ho mangiato poco? > < Hai ragione Marcello. Anche io ho un po' di fame, con tutte queste storie, ho anche io mangiato poco alla tavola calda... Ho preso quello che i ragazzi mi passavano ma ho sbagliato. Conosci qualche posto tranquillo? > Mentre lui metteva in moto l'auto e appena dopo aver fatto poca strada, aver parcheggiato l'auto poco lontano, da dove c'era una scritta luminosa, ad indicare, una graziosa trattoria dall'aspetto piacevole e accogliente.

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Avevano indovinato. La cena era stata squisita, da riempirsi la pancia con un menù a scelta e variegata da soddisfarli pienamente. Da trovarsi a dialogare tranquillamente in quella piacevole compagnia, dove si stava consolidando maggiormente la loro sincera amicizia. Marcello, si stupì da solo nel capire che quella giovane la seduta di fronte le piaceva veramente, avevano molte cose in comune. Oltre la musica e il bel canto, offerta con squisita grazia da Priscilla. Senza immaginarselo minimamente, nel chiederle: < Ti andrebbe un buon gelato, per rinfrescare la gola? > espose Marcello sorridendo. Tra un brindisi a base di vino rosso. Da far esclamare Priscilla un po' euforica, non è che reggesse molto bene il vino, ma in quella complice atmosfera tutto poteva capitare, nel rispondere tranquilla: < Certamente! Brindiamo agli insuccessi non programmati. > espose alzando il calice.

Avevano fatto veramente una buona cena e quando l'asciarono la graziosa trattoria, si misero a far due passi la attorno, sul lungo Arno a chiacchierare come due giovani innamorati, senza immaginarselo che l'attrazione reciproca li stava aggredendo fortemente. Poi sul tardi decidere di rientrare, e ritornati a prendersi all'auto e via verso casa felici come ragazzini, pronti a far marachelle. < Allora ti è piaciuta la gita? > < Veramente tanto! E' stato bello Marcello... Guarda quante stelle! > In un paio d'ore arrivarono alla casa in affitto in Versilia, nella quiete notturna. Priscilla euforica per la bella serata trascorsa, oltretutto contenta di trovarsi con il suo affascinante pianista, da continuare a parlare durante tutto il percorso verso casa: < Non vedo l'ora di arrivare a casa per buttarmi sotto la doccia, mi sento appiccicosa dal sudore... Non ti dispiace Marcello se faccio prima io, una bella rinfrescata, farò presto? > le domandò sorridendo. Il giovane si trovò a sorridere e buttò la proposta al caso: < Però non devi consumarmi tutta l'acqua calda. Il boiler è piccolo e ci vorranno ore per scaldarsi. Oltretutto l'acqua di casa è sorgiva e gelida da rinunciare a farsi un bagno... E' solo una richiesta... > < Beh', non potremmo risparmiare e farsi la doccia assieme?! > Marcello non rispose subito stava per attraversare un incrocio, ma poi rispose: < Non ci sono problemi per me. Anzi mi farà piacere avere uno speciale aiuto? Una passata di spugna sulla schiena. Certamente dopo ricambierei il favore... Per me va benissimo, se tu non ti scandalizzi a farti la doccia con un uomo?.. Solo la doccia s'intende! > < Io ho fiducia nel mio pianista... > trovandosi a ridere di gusto.

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Capitolo Ottavo

Marcello aveva parcheggiato l'auto nel cortile di casa e di volata entrare in casa, seguito da Priscilla un po' euforica. Quel vinello a cena l'aveva un poco eccitata e pertanto le scappava qualche parola di troppo, ma tutto era lecito. Appena entrati in casa, senza pensarci bene, cosa fare o dire, si diedero da fare a svestirsi alla svelta e andare decisi in doccia per una bella rinfrescata a due. Era ormai il pensiero per entrambi, trovarsi abbastanza eccitati per la novità inventata senza senso, ma che di senso ne aveva e avanza... in quella bellissima idea bagnata da fare. Il tutto immaginato prima di coricarsi a letto, come due bravi ragazzi a dormire, era il proponimento pensato, senza però esprimerlo tra loro due, che faticavano ad esprimersi e dire di essersi innamorati per davvero. Purtroppo il tutto era capitato così all'improvviso e nel fervore dell'euforia, della bella trovata nel farsi la doccia assieme e alla fine da trovarono abbracciati a baciarsi con ardore e desiderio, mai provato prima d'allora.

Cose imperdonabili da immaginare prima, ma stava succedendo proprio a loro due. Si erano innamorati perdutamente di colpo... Marcello aveva tentato di stare lontano, ma c'era qualcosa che l'attivava come le api sul miele e tutto naufragò così drasticamente, senza reagire. Capendo bene che al cuore non si comanda, da perdere il lume della ragione. Nel dirle sotto voce felice: < Mi sono perdutamente innamorato di te Priscilla! > Priscilla era elettrizzante e felice di stare tra le braccia del suo giovane

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amante. Non l'avrebbe mai immaginato potesse capitare. Lei era rimasta molto restia ad allacciare dei rapporti a due. Ma quella presenza nuda di Marcello, che educatamente la trattava come una vera signora e lei si era lasciata sopraffare dal fascino e l'attrazione di Marcello che le riservava nuove sorprese impensabili. Da rispondere felice: < Io mi sono innamorata subito! Fin dal primo momento che ti ho visto la seduto al pianoforte e mi accompagnavi a suonare per me. Grazie ancora! Ti Amo tanto! > rispose commossa Priscilla e senza accorgersene si era lasciata sedurre dal pianista, l'uomo dei suoi sogni. Ma anch'essa aveva saputo stuzzicare l'interesse di Marcello nei suoi confronti, da trovarsi in quel momento abbracciata a baciarsi con infinito desiderio. All'inizio l'avevano preso un po' tutto per gioco, ma poi la, sotto l'acqua e al contatto delle proprie epidermidi bagnate, tutto fu inutile a resistere e dire che era soltanto un innocente gioco da ragazzi. Comunque al tempo stessa, lei era contenta di averci creduto, era sincera il suo approccio all'amore appena nato e di un augurale desiderio incontenibile e diventare improvvisamente molto esigente. Si erano trovarsi a baciarsi con intenso desiderio, mai provato prima dall'ora. Complice quell'acqua che scorreva sulla loro epidermide bagnate e aumentare il nascosto desiderio d'amore, più che mai recondito e impellente. I baci non si contavano più, nella frenesia del loro amore appena annunciato sulle loro labbra bagnate. L'acqua ormai fredda l'intrigava maggiormente, da non capire più niente. Tutto in quel momento aveva un altro sapore, il sapore dell'amore senza confini e scoppiato tutto di colpo. Si erano stupiti maggiormente da soli, per il troppo impulso dato ad amarsi con infinito desiderio reciproco. Senza immaginarselo nemmeno, e ancora grondanti d'acqua, ad uscire dalla doccia, rimasta incompiuta e la frescura supposta da fare, ma altrettanto surriscaldata dai pensieri sconci che immaginavano già entrambi, da aumentare la temperatura dei propri corpi in ebollizione. Erano ormai troppo eccitati del piacere scoppiato tutto così di colpo da percorrere il corridoio e arrivare nella stanza di Marcello e trovarsi alla fine distesi sul grande letto a baldacchino antico, a baciarsi con desiderio in continuazione, con una tale frenesia addosso da rimanere stupiti da soli per l'irruenza che ci mettevano ad accarezzarsi amorevolmente. Si rotolavano tra le lenzuola divenute umide, ma nulla li avrebbe fermati, l'amore vero era scoppiato alla grande, solo i loro bisbigli si potevano udire: < Mi sono presa una bella cotta di te, mio amato Marcello! >

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< Già! In verità è la stessa cosa ragazza mia. Ti voglio bene! > rispose Marcello rilassato, mentre con la mano accarezzava i suoi capelli ancora umidi dall'incompiuta doccia iniziata a due...Poi la beata pace nel riposo, li aveva accolti, stretti tra loro braccia con infinito affetto ristoratore, da addormentarsi entrambi di botto.

Era ormai mattino tardi, quando si destarono, ancora stretti tra le loro braccia a salutarsi, un po' addormentati: < Buon giorno amore! > < Buon giorno a te mia dolce Priscilla! > rispose soave Marcello. Poi si ravvede a capir bene cos'era capitato, immaginando ancora di sognare la meravigliosa avventura capitata. Invece era veramente capitata a loro due. Da saltare giù dal letto. Nel dire confuso: < Accidenti ragazza mia che baldoria abbiamo fatto stanotte... In verità ricomincerei da capo!... > < Allora è proprio vero? Non è che sognavamo nel far l'amore... Che bello!.. Anche a te ti sei immaginato che era stato soltanto un bel sogno? > < Tranquilla ragazza mia è vero!.. E non ti ho obbligata ad accettarmi. Ma ti sei esposta in prima persona. E mi hai dimostrato che sei la mia donna molto innamorata.... A questo punto ed è evidente, non lo puoi negare... che ci siamo presi una bella scottata d'amore entrambi! > < Non ci provo nemmeno a negarlo amore! Mi sono veramente innamorata fin dall'altra sera al primo sguardo, mentre suonavi per me. Ma temevo che eri già impegnato e a quell'idea che svanisse via, con la mia

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immaginazione mi rattristava molto... Ma questa notte ho capito che mi ami e la tua presenza mi appaga pienamente... Grazie amore! > < Ho capito! Sarà meglio che andiamo in cucina a far colazione e dopo un buon caffè ragioneremo meglio, ragazza mia!.. > < Quanto mi fa piacere essere la pupa del capo!... Ti voglio bene Marcello. In questo preciso momento mi sembra già, da tutta una vita che ci conosciamo. Sarà una mia impressione ma sta di fatto che mi sembra di conoscerti ogni tua mossa e parola detta, persino ogni angolo, piega del tuo corpo, che non ha segreti... svelate dal mio prode cavaliere... > < Wauh! Sei una veggente ragazza mia? Hai scoperti i miei punti deboli... Accidenti! Mi occorre subito un buon caffè per capirci meglio. > < Magari se fossi un'indovina! Avrei indovinato da tempo i numeri del lotto. E a quest'ora non sarei qui a canticchiare in un nightclub... > < Ragazza mia, scendi dalle nuvole e prendi il caffè che si raffredda. Al momento, noi poveri mortali non ci resta altro che sperare. Sperare che le forze dell'ordine prendano quei manigoldi. Altrimenti saranno guai senza un lavoro retribuito. Amenoche, tu non voglia farmi da segretaria personale a parta-ime. In ufficio e a letto. Scherzavo! Dai prendo il caffè. Ancora non abbiamo comperato la mucca per fare il latte casareccio.... Ti voglio bene ragazza mia! > mormorò contento. Poi il cellulare squillò e tutto di colpo cambio l'atmosfera casalinga. Marcello si premurò a rispondere: < Sì chi parla?..... Veramente avvocato Trombini!.... Questa mi è nuova?..... Bene, tra mezzora sarò giù al locale. > < Cos'è mai capitato Marcello? > domandava Priscilla preoccupata. < Quel figlio di buona donna, ha qualche novità non troppo chiare. Pertanto devo andare giù al night e vedere cos'è capitato? Tu rimani qui, torno appena dopo e farò la spesa e ti racconterò poi... Prepari il pranzo intanto, sperando di non fare tardi? > mentre si metteva addosso qualcosa e velocemente usciva di casa, dopo un veloce bacio a tranquillizzarla. Non voleva spaventarla a dirle qualcosa in più dal veloce racconto esposto dall'avvocato Trombini, sempre tra i piedi, ma senza far nulla di positivo. Stava rimuginando Marcello, infilandosi i calzoni, e pensando di fretta, che quel Trombini, gli dava un certa sensazione di uno che fa trombate ad altri sui fatti, non fatti di aiuto. Quello di uno che se ne frega dei guai del suo assistito, nonché dottor Gianni Gravina? Per Marcello quel Trombini era un pessimo avvocato, una vera sanguisuga e null'altro, da cancellare la fiducia datagli da Gianni Gravina, da essere il suo danaroso cliente.

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Capitolo Nono

Marcello di buon passo era arrivato sul litorale versiliese, da vedere accanto al night vi era già la polizia, e quella presenza non era nulla di buono. Alla fine si presentò e lo fecero passare, d'entrare dentro al locale transennato. Da trovare il direttore Gravina, molto arrabbiato e alla vista di Marcello gli andò incontro gesticolando: < Hanno ammazzato il mio contabile questa notte. Insomma ieri sera dardi... Era qui seduto alla scrivania Agostino, per risistemare tutte le scartoffie rovistate dai ladri, e qualcuno la fatto secco... Capisci non ci voleva proprio! E per cosa poi? Adesso la polizia sta controllando le eventuali impronte lasciate, oltre le altre dell'altro giorno. Figurati che casino? Hanno trovate sulla statuetta, il trofeo di bronzo insanguinata. Pertanto si dovrà ricontrollare un po' tutto? Povero Agostino era un buon uomo... Accidenti a loro!... Mi vogliono proprio rovinare... > sbottò adirato. Marcello tentò di confortarlo, mentre si guardava attorno, nell'ufficio del nightclub, era stato messo a soqquadro un'altra volta. Per Marcello c'era qualcosa che non quadrava, mentre senza farsi notare, raccoglieva sulla scrivania, tra dei fogli di carta, un ferma monete da metterselo in tasca. Nel provare poi a dire all'amico Gianni: < Mi dispiace Gianni, dal come vanno le cose qui dentro. Mi sembra che ti stiano spiando per bene? Da dirottare poi, le varie comunicazioni agli interessati per sabotarti... Questa faccenda non mi piace affatto? Cosa ti ha esposto il commissario incaricato, in queste altre indagini e per giunta gravose? > chiedeva Marcello guardandosi attorno. Mentre arrivava accanto l'avvocato Trombini, incuriosito dall'espressione del viso di Marcello. Rispondendo lui con decisione. L'avvocato si intrometteva a dire, per conto del suo assistito, il dottor Gravina: < Cosa vuole che possa dire Gianni! Con tutto sto casino e per giunta adesso, con un morto in casa?... Qui la malavita sta marciando alla grande e la polizia, mi sembra che ha le mani legate e non riesce a venirne a capo di niente?... Non trova un fico secco! Dovremmo aspettare gli sviluppi al caso, ma mi sembra a rilento. Ma ne dubito l'efficienza? Certamente dovranno rivedere un po' tutto, caro Gianni. Anche l'offerta di quegli azionisti francesi, dovrai valutare al più presto? Io ti consiglio di valutare bene tale proposta... > gli suggerì con fare bonario l'avvocato. Marcello incuriosito e diffidente, gli domandava: < Propongono di fare

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ch'è, in questo caso?... > espose la domanda serio e guardingo. Prontamente l'avvocato ribatteva: < Magri optare per una buona vendita del locale? La vendita a quell'emiro pieno di grana di Abu Dhabi, degli Emirati Arabi... Forse è la tua salvezza Gianni?.... > consigliò sornione. < Ma che bravi! Allora cosa state a fare qui a rompervi il... Lasciamo perdere! Allora vendi tutto Gianni e vai a Dubai a divertirti! > lo spronò seccato Marcello. Quell'idea del furbo avvocato che sembrava pronto a mettere in moto le pratiche di passaggio, magari già preparate nella sua preziosa valigetta che si portava sempre dietro. Mentre il direttore seccato, rispondeva all'amico pianista: < Ma io non ho nessuna voglia di vendere. In questa situazione di sfracello, è meglio che regali il locale, faccio prima... < Dio santo! > Invece di prendermi quei tre soldi da fame. Ed essere costretto dalla malavita a vendere per poco o niente? Accidenti a loro! Accidentaccio boia.!! > sbottò più che mai incavolato nero e fortemente dispiaciuta per quel pover'uomo morto. Marcello con decisione riprendeva a dire a sua volta: < Il tuo avvocato fa presto a dire, le rogne non sono sue. Intanto la sua parcelle sulla vendita ed eventuale percentuale da prendere non cambia, anzi sale con gli interessi maturati nei trovarti dei contratti validi per l'acquisto... Esatto avvocato Trombini? > lo motteggiò duro. < Si sta sbagliando! Io cerco di aiutarlo a ricavare ancora qualcosa... Con tutti questi intoppi capitati, che deprezzano il locare di ora in ora... Certamente è lui che dovrà valutare poi cosa vuole fare e ricavare ancora qualcosa. Purtroppo le quotazioni calano di questo passo? Poi con gli attentati gravi come stanotte... Purtroppo io non posso farci nulla per aiutarlo al meglio.... E' lui che deve decidere!... > lo spronò Trombetti.

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Ma venivano interrotti, dall'avvicinarsi dal commissario di polizia, che stava svolgendo le indagini in loco, dopo al ritrovamento dell'impiegato assassinato malamente sul posto di lavoro. Una situazione non annunciata. Il commissario Mandelli, domandava deciso a Marcello: < Mi scusi, lei è il famoso pianista del locale? Dalle voci che corrono, ha avuto successo! > < Piacere, Marcello Sarsuoli. > stringendogli la mano. < Sì, sono il così detto pianista per l'occasione, a sostituire il titolare pianista, finito all'ospedale per una bella intossicazione perpetrata da ignoti? Sono un amico del dottor Gravina. Abitando in una casa affittata qua vicino e cerco di aiutarlo in qualche modo, visto l'andazzo?... Posso esserle di aiuto in qualche modo commissario? > rispose deciso Marcello. < Commissario Angelo Mandelli, piacere! Volevo chiederle, > portandosi in disparte dagli altri, che tentavano d'ascoltare cosa avrebbero chiesto al pianista. Nel chiedere poi, sotto voce: < Il procuratore Tomasini da Pisa, mi ha telefonato e mi ha fatto il suo nome?... > fermato da Marcello con un nascosto segno, mentre di nascosto tirava fuori dalla tasca il ferma monete. Avvicinandosi al tavolo e lo buttava dentro alla tazzina del caffè ormai freddo. Nel dire sotto voce: < Era sulla scrivania, ha inserito una microspia per l'ascolto. La potrà far analizzare e scoprire magari il fabbricante? > Il commissario faceva cenno ad in subalterno: < Appuntato copra la tazzina e lo porti in centrale col suo contenuto, da far fare un capillare controllo? Vada! > poi si rivolgeva a Marcello nel riprendere a parlare e mostrargli una foto: < Speriamo che in centrale scoprano qualcosa. Forse lei sa qualcos'altro su queste storie di camorra napoletana, pronta a prendersi tutta la costa versiliese? > mostrandogli una foto fatta pervenire dalla questura di Lucca e ritraeva Marcello che dialogava con un'alta personalità molto conosciuta e implicata con la ndrangheta calabrese. Marcello gli faceva un accenno col capo a confermare il fatto, nel riprendere a dire sul distratto; Capendo che l'avvocato Trombini li teneva d'occhio, fin troppo incuriosito: < Ha perfettamente ragione. Avete una talpa nella vostra sezione commissario? Solo due persone nella vostra procura era al corrente delle mie indagini e sapeva che sarei andato a parlare con l'amico dei mafioso sulla foto... Perciò con sicurezza posso dirvi chi è la persona da tenere sott'occhio? É il capitano Carlo Caputo dell'interpol... Quello, ha ricevuto una grossa somma per riprendersi dal gioco d'azzardo e pertanto dovrà essere riconoscente. Ma io le consiglierei di tenerlo soltanto d'occhio e non fermarlo, ma da farlo seguire e vedere fin dove arriva la sua amicizia e chi è che lo sovvenziona?.. Presumo e

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immagino, collegato molto in alto loco? Indaghi per bene e vedrà che arriverà a catturare una parte dei caporioni? Tutti non credo. Ma è pur sempre qualcosa, invece di niente... giusto!... > gli consigliò. < Accipicchia! Queste sono novità più che buone dottore!.. Da tener presente. Comunque, qualcosa le posso dire anche io. La stanno pedinando da diversi giorni e sono quelli della sicurezza interna, inviata dal ministero a controllare il suo operato. Supposizioni su delle mancanze sue a non aver controllato bene alla zecca nazionale a Roma?... Sembra che lei trascuri il suo operato?.. Qualche camorrista, che le sta sulle palle a spifferato qualcosa di troppo? Così si vocifera sotto banco, che potrebbe essere implicato?... Faccia attenzione dottore Sarsuoli! La tengono d'occhio... > l'informò il commissario sorridendo per il piacevole colloquio a due. < Si, me ne ero già accorto, che ho qualcuno appresso. Terrò gli occhi ben aperti. Visto che la voce si sta spargendo per bene. Al momento grazie commissario Mandelli! Comunque la terrò informato... La ringrazio della sua fiducia riposta e saprò ricambiarla.... > alzando la mano a saluto. Ci sentiamo dottore Sarsuoli. Sono solo semplici saluti al momento. Ah, dimenticavo, l'altra notte qui dentro... C'era per ben legato al termosifone un infiltrato, ma alla riversa? Sa sono quelli, che tengono i piedi in due staffe, ma al momento è al fresco e sotto interrogatorio, non sapendo rispondere com'è finito ammanettato... Lui insiste che sono stati i ladri ha tradirlo? Comprende gli inghippi capitati a ripetizione? Mi ha fatto piacere conoscerla Marcello, giusto! ... A risentirci! > andandosene via sorridendo. Prontamente l'avvocato Trombini si avvicinava a Marcello a chiedere con gentilezza ruffiana: < Allora il commissario ha già trovato qualche traccia? > aspettando che Marcello gli racconti qualcosa dell'inchiesta appena iniziata, dopo averli visti confabulare tra loro: < Sì! Mi stava dicendo che le impronte trovate hanno un proprietario e presto lo metteranno al fresco.... Il tempo di andarlo a prenderlo... Vedrà dottor Trombini che la baracca riprenderà il suo valore iniziale, appena messi tutti i furbetti al fresco... Può accantonare al momento le sue scartoffie di compra vendita. La saluto ho da fare.... > andando in ufficio a salutare l'amico Gravina, ancora ammutolito per la grave perdita: < Vado a casa. Se hai bisogno sai dove trovarmi... Coraggio! E' proprio un vero peccato, che le persone migliori devono lasciarci le penne così malamente... Che puttanata! > sbottò Marcello allontanandosi, con nuovi pensieri ammucchiati malamente in testa.

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Capitolo Decimo

Fuori intanto il tempo stava cambiando con un grigiore in cielo, da far allontanare i pochi bagnanti quel giorno... intanto una pioggerella fine stava incominciando a scendere e a bagnare le piante e i viali dei giardini di Torre del lago Puccini. Trovandosi a borbottare Marcello: < Avremo una serata bagnata... Ah, accidenti! > brontolò imprecando da solo.

Marcello stava riprendendo la strada di casa, ricordandosi che non avevano poi fatto nemmeno la spesa per casa, come si era imposto prima. Pertanto non aveva comperato proprio nulla per fare il pranzo, ormai erano le due pomeridiane. Pertanto pensava appena a casa, nel prendere l'auto e andare fuori a cena, il pranzo era saltato. Con quel tempo uggioso in arrivo, non poteva capitargli altro quel giorno. Da fargli aumentare l'andatura, mentre la pioggia si stava intensificando a cadere giù, col pericolo di farsi una bella doccia vestito. Pensando che non era proprio il caso, ma purtroppo il percorso da farsi non era breve, e una bella lavata non poteva risparmiarsela: < Anche l'acqua arriva a rompere. Non ci voleva proprio adesso? > sbottò aumentando decisamente il passo verso casa, da poco aveva superato i viali dei giardini di Torre Puccini. Ad un certo punto del percorso verso casa, sotto lo scrosciare della pioggia divenuta insistente. Marcello notò un'auto scura, sulla stradina, che

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scendeva giù tra le vigne, e gli veniva incontro, da immaginare con un vago presentimento, che non era nulla di buono. Da decidere prima di essere visto da infilarsi deciso dietro a dei filari di vite e lasciarla passare senza essere visto. D'altrettanto con l'acqua che scendeva abbondante, non aveva potuto nemmeno lui, vedere chi erano i passeggeri all'interno. Immaginando alla fine nulla di buono dal modo che correva, da farlo correre verso casa con un brutto presentimento addosso? Mentre mille pensieri funesti, gli frullavano in testa, da preoccuparlo. Troppi avvenimenti in successione stavano capitando intorno a lui e capiva che in parte centrava e come? Talune persone ben nascoste dietro la illustre facciate di alte personalità, ne approfittava e tentavano a farlo entrare suo malgrado, dentro nel giro vizioso dei grandi trafficanti e spacciatori. Da immischiarlo ad ogni costo e poterlo poi finalmente incastrare per bene, ed eliminarlo una volta per tutte. Era ciò che immaginava Marcello scontento. Capendo da solo, che aveva rotto le scatole a molti in quei mesi, nelle sue indagini a scavare da svolgere in silenzio e con efficacia. Ma purtroppo a rilento? Non poteva far diversamente. Marcello doveva seguire una pista storta e scombinata, da non poter affrettare le cose, come desiderava? Era tutto un guazzabuglio, fatto di spie e spioni e trafficanti ben pagati. Purtroppo lui non aveva ancora mano libera a dover decidere, quale filo giusto poteva tirare per arrivare al capofila? C'erano troppe persone in ballo e tra le quali c'erano senz'altro altri ignari lavoratori, che non centrava proprio per niente. Ma i ben pensanti caporioni e colleghi implicati nelle tante truffe e rapine, da spartirsi poi il ricavato. Avevano per bene messo in mezzo un po' tutti quanti, per confondere le idee agli investigatori implicati ai vari casi e sotterfugi? Da essere separati senza contatti tra loro, e quello era il peggiore guaio al momento, per una buona collaborazione, persino internazionale, con l'Interpol investigativa e la Polizia, i Carabiniere e la Guardia di Finanza, e la Dia antimafia, erano disposti ad indagare ognuno per l'appartenenza al proprio corpo e scollegati con altri. Da far fare ad ognuno la propria indagine più che separate e private, risultavano le inchieste da fare sulla malavita, la migliore soluzione? Su tale situazione scombinata capitata nei vari comandi da permettere di poter lavorare con meno rischi e migliori risultati. Nel confondere maggiormente le varie missioni d'indagine. Da divenire l'immaginario pensiero fisso di Marcello, a scovare le tante mele marce infilate dentro e ben nascoste, nel sistema della giustizia, più che mai confusionaria.

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Capitolo Undicesimo

Marcello quel mattino appena era uscito di casa, Priscilla stava pensando a qualcosa da preparare per pranzo. Guardando nella dispensa con uno sbuffo di disapprovazione, da constatare che Marcello aveva poco o niente in quella casa affittata. Ma cocciuta ci provava egualmente, a preparare qualcosa per il suo uomo, usando quello che offriva il frigo mezzo vuoto. Quando per caso nel suo trafficare ad inventare qualcosa, passava davanti alla finestra della cucina aperta e con grande sorpresa! Si trovò un persona

che sbirciava all'interno, dalla parte posteriore della casa. Era un uomo dallo sguardo infido e un modo da mafioso, con tanto di basco in testa e nel fissarla la azzittiva da spaventarla fortemente. Parlandole sotto voce in accento meridionale, con fare di sfida a sorprenderla: < Non si spaventi signorina per ora... Sa è molto facile prendersi un colpo apoplettico... Sarà meglio che state alla larga a voler indagare sotto banco per cose d'altri.... Salutammo! > sparendo via da sotto la finestra, com’era apparso un attimo prima, da farle prendere un veramente colpo. Quella losca figura apparsa all'improvviso, non era per niente socievole. Priscilla dopo il primo momento di confusione e paura, si fece coraggio e si precipitò alla finestra, ma non c'era più nessuno la fuori, da farla star male e capire per bene che l'avevano senz'altro con Marcello e avvisarlo appena tornava. Lui sapeva

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senz'altro tante cose e non le aveva mai detto nulla per non coinvolgerla e spaventarla. Si trovò a rimuginare da sola, ancora tutta agitata sfregandosi le mani nervosamente, in attesa che rientri il suo uomo da poterla rassicurare e riprendersi dallo spavento...

Intanto Marcello con il fiatone in gola, aveva fatto l'ultimo pezzo di strada di corsa, da piombare in casa come una furia. Da trovare Priscilla con il mattarello in mano dietro la porta e pronta ad usarlo. Nel gridargli dietro arrabbiata: < Non muoverti ho ti spacco la testa!!.. Ho, dio!.. Accidenti! Ma sei tu Marcello? > sbottò confusa, buttando terra il mattarello a difesa e buttandosi tra le sue braccia a piangere, da trovarlo ben inzuppato d'acqua. Da farla esclamare sorpresa: < Ho, mio dio! Cosa ti è capitato adesso amore? > non immaginando anche? Che fuori si era messo a piovere. < Guarda che io sono soltanto bagnato fradicio dalla pioggia! Ma tu cosa ci facevi dietro la porta col mattarello in mano, a far la guardia? E immaginavi che cosa amore. Mi preoccupi! > domandò baciandola felice di vederla tutta intera e senza danni. < Mio bel pianista. Appena sei andato via, ho avuto visite e con sottigliezza mi ha minacciata?.. Anzi, immagino l'invito esposto a lasciare perdere ogni indagine, ed era rivolto a noi due.... Era un mafiosi con tanto di basco in testa... Che paura ho preso! Era la fuori dalla finestra e mi azzittiva... Che carogna!... Ma dimmi un po' cosa è mai successo al nightclub? E quello è venuto qui ad avvisarci di stare alla larga, ma da cosa?... E cosa centri tu, e adesso anch'io al seguito, immagini? In tutto questo gran polverone, tra ladri e mafiosi, che appiccano fuochi un po' dappertutto? > gli domandava Priscilla sull'agitata. Marcello tentava con mezze parole a risponderle, mentre si spogliava, l'acqua gli era arrivata dappertutto, e senza badare la presenza della sua donna, si spogliò nudo e andò deciso in bagno a lavarsi un poco. Dandogli il tempo di pensare cosa rispondere alla sua donna. Seguito da Priscilla, che l'ammirava incuriosita nel suo camminare ancora bagnato, da lasciare impronte dei piedi sul pavimento di casa. Marcello era incavolato e non sapeva bene cosa dire e spiegare a Priscilla senza farla allarmare di più di quel che era già capitato in quel giorno. Poi uscire dalla doccia e asciugarsi malamente, mentre la sua donna l'aspettava seduta sulla cassapanca preoccupata e curiosa di sapere qualcosa in più di quella giornata che sembrava nata già più che storta di mattina. Figurarsi al pomeriggio avanzato come andrà a finire?

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Poi Marcello, terminò di asciugarsi e provò a spiegarsi in chiave scherzosa: < Mi sa che qui un giorno si e l'altro no, mi devo fare il bagno vestito. Comunque tralasciamo le frivolezze. Purtroppo cara Priscilla, giù al nightclub stanotte hanno ammazzato il contabile... Quel brav'uomo di Agostino... Un vero peccato e una vigliaccheria belle e buona! > fermatosi, nel guardare Priscilla ancora tutta tremante, che a fatica gli chiedeva stupita: < Cosa mi stai a dire!? Ho mio dio!... Ci mancava anche il morto adesso! Ma per cosa sta capitando tutto questo? > sbotto spaventata, abbracciando Marcello spaventata. < Già quel brav'uomo ci ha rimesso le penne.. Un vero peccato! > < Ma come mai è successo? Allora hanno fatto un'altra rapina? > domandava Priscilla tutta scossa e agitata. Mentre Marcello si metteva l'accappatoio e tornavano in cucina, nel dire per divagare: < Scusa, mi sono scordato di far la spesa e in verità ho fame. Adesso mi vesto e prendiamo l'auto e andiamo fuori a mangiare qualcosa? Qui da qualche parte.... Accidentaccio boia!.. Che carognata belle e buona, accidenti!! > < Non occorre uscire. Ho preparato qualcosa, con quello che ho trovato in casa. Adesso ceniamo. Poi si è fatto tardi e pertanto a nanna a riposare, con questo tempaccio fuori. Sei d'accordo amore! Poi adesso non ho più paura sei qui con me e mi sento al sicuro, nell'averti accanto... > < Va tutto bene, figliola mia... Wauh! Ma che profumo di buono!... > < Ho fatto una specie di pasticcio e una torta con del pane secco. Spero che ti piaccia, per oggi... Domani vedremo, oltre fare una discreta spesa... Ma pensi che torneremo a lavorare ho è veramente tutto finito? > < Calma ragazza mia! Una cosa per volta e non stiamo a romperci le cervella a immaginare il futuro roseo... Aspettiamo che passi la buriana. Dai mangiamo ho fame dopo tante arrabbiature... Buon appetito! > < Già, hai ragione amore! Lasciamo in disparte le arrabbiature che non servono proprio a nulla al momento. Ti voglio bene e buona cena! > < Già hai proprio ragione ragazza mia! C'è sempre qualcuno che cerca di rovinarci la giornata e l'amore che abbiamo appena scoperto di amarci veramente tanto. Alla faccia di chi tenta di metterci i bastoni tra i raggi e farci cadere... Ti voglio bene anch'io ragazza mia! > Per un buon momento restarono in silenzio, assaporando la buona cena in economia e poi, dopo il dolce focaccia a dare un tocco di buon gusto alla loro semplice cena da innamorati. Infine, tra semplici complimenti, si decisero di andare letto a tubare come giovani piccioncini, al caldo sotto le lenzuola, da sentirsi felici stretti tra le braccia amorevolmente, baciandosi

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a lungo e sentirsi altrettanto felici nella confusione. Da addormentarsi contenti, di trovarsi accanto al proprio partner fortemente innamorati.

Era ancora buio, quando Marcello si svegliò e senza far rumore sgusciò via dalla stanza, da lasciare Priscilla che dorma avanti tranquilla. Arrivato in cucina Marcello si preparò un caffè da risvegliarsi, da quel falso torpore, che non l'aveva fatto dormire per nulla bene, con un sacco di pensieri e preoccupazioni addosso. Oltretutto per la sua donna, capitata suo malgrado dentro. Alla fine si mise a navigare sul web e cercare delle conoscenze a Parigi e scoprire quelle famose agenzie di compravendita europee. Come l'emblema ben evidenziata. “Agents-Tires”. L'aveva trovata, ricordandosi dalla sua sbirciata ai documenti dell'avvocato Trombini. Nel vedere se le proposte di vendita mostrate erano esatte. Impegnandosi a navigare e scovare nelle sotto e ben nascoste diciture, le vere relazioni di facciata, ma che lasciavano ad intendere ben altro. Da scoprire che la famosa agenzia intermediaria francese, era in combutta con una società presta nome romana, di facciata e trafficava con nascosti trasporti speciali. Un bel traffico di illecite vendite e acquisti a mafiosi. Dove Marcello riusciva ad interpretare le minuziose scappatoie, legalizzate nel far da tramite ad altre agenzie per l'acquisto di vari appezzamenti di terreno e immobili sulla riviera toscana. Nascosti sotto invisibili nomi, di fantomatici emiri orientali di Dubai? Gli immaginari compratori pieni di grana. In effetti era tutto un bel bluff di facciata, per i venditori in combutta e disposti a barattare milioni. Con un buon ricavato a truffare la

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gente ignara e onesta, che si fidava da lasciarsi incantare per bene. < Accipicchia che bella scoperta! > sbottò a voce alta e alle spalle Priscilla, appena arrivata a chiedergli sorpresa: < Che scoperta hai fatto? > < Ben alzata amore! Ho appena scoperto, che il mellifluo avvocato Trombini, sta tramando alla spalle di Gianni il direttore del night. Anzi lo sta trombando per bene da quel che vedo, e sta cercando di convincerlo a vedere il tutto all'agenzia compravendita parigina: la “Agents-Tires”. Per una somma da sembrare alta. Un affarone da non perdere! Indirizzata la vendita a degli immaginari emiri degli Emirati Arabi Uniti. Roba da matti! Ed invece le vendite andrebbero alla fine a dei prestanome di mafiosi napoletani. Inseriti in un'altra agenzia romana. Un clan camorristico che tenta di impossessarsi di tutti i locali e terreni sulla costa del Tirreno. E guarda caso è nientemeno che: Fazio Garotino il boss napoletano l'acquirente di maggior spicco?.. Comprendi amore, che bella trappola stanno mettendo in piedi, per avere il campo libero a smerciare dopo droga e altro e convertire il ricavato con degli euro puliti, in tutti i locali acquisiti qui in Versilia. Forse anche altrove, al nord?! > si spiegò. < Accipicchia! Ma come hai fatto a scoprirlo? > domando assonnata. < Basta sapere cosa cercare nel web e se sai navigare per bene, troverai ogni risposta tra le righe e pieghe, delle tante notizie che girano nascoste nell'internet mondiale. Capisci mia cara Priscilla! Ecco come funziona il grosso piano a far sloggiare i vari dissidenti restii e arraffare un po' tutto dopo? La criminalità non guarda in faccia a nessuno... Che gran bastardi sono 'sti camorristi! > sbottò incavolato Marcello. < Beh', e allora adesso cosa intendi fare? > concordò curiosa. < Al momento ben poco amore. Sono solo delle presumibile notizie? Io potrei solo indirizzare l'avvertimento all'amico Gianni che si informi per bene prima d concludere. Ma ancora non capisco bene, cosa centrava il povero contabile ammazzato? E presumo che centra la Banca D'Italia. Immagino che è quella che sovvenziona sotto banco la camorra a svilupparsi al meglio i vari programmi, sotto false spoglie di aiuti europei? E in questa fase centro anch'io, il quale dovrei essere un super controllore. Ma vengo sempre intralciato da ordini e contrordini, ben gestiti da amici di amici di nascosto. Poi nessuno sa niente o non lo sapeva? Comprendi! Sto tentando di mettere dei validi paletti a controllare meglio le tante transazioni di varie fittizie società fantasma, che si infiltrano dentro e s'ingrassano e poi spariscono con un bel crack madornale? E alla fine chi s'è visto poi è bravo, da ricavare un chiodo?... > commentò amaro.

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< Acciderba che storia! Allora il tuo mestiere non è fare il pianista? > < Già, proprio così! Ragazza mia. Altra musica faccio! Dai usciamo un poco e adiamo a far chopin e una buona spese per casa. Sembra proprio una bella giornata oggi, per uscire. Dai vestiamoci senza arrabbiarsi! > < Non ho molte cosa da mettermi... Calzoni e giacchetta estiva. Darò fondo alle 500€ della paga per comperarmi qualcosa di decente. In attesa di trovarmi un altro lavoro, visto che qui va tutto alla riversa... M'ha! > < Tranquilla, ho messo da parte qualcosa per i periodi magri e vedremo di attingere qualcosa. Poi non sei la mia donna e pertanto posso farti un piccolo pensierino a tua scelta?... Personalmente non saprei proprio cosa potrebbe servire ad una donna di una cerca classe canora... Dai andiamo e non pensiamo ad altro, altrimenti finiremmo a rintanarci il casa come gli orsi in letargo. Ma dato che siamo ancora ad agosto perciò, pensiamo a divertirci un poco anche noi due. Giusto ragazza mia! > < Sì, hai ragione! Ma non ti preoccupa la situazione? > < Tranquilla ragazza mia! Abbiamo le redini in mano... Adesso ci mettiamo per bene in ordine e prendiamo la macchia e via per Viareggio a far compere pazze e poi in qualche buco a mangiare come si deve... >

Mezzora dopo erano già in auto e via verso la città rivierasca toscana. Furono fortunata di trovare un parcheggio, era poco distante dalla zona pedonale e piena di negozi per far compere come tanti turisti spendaccioni.

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Capitolo Dodicesimo

Tenendosi per mano come due giovani innamorati e passeggiando per le vie di Viareggio, alla fine avevano fatto delle piccole spesucce, nelle boutique della città rivierasca. Marcello cercava di sviare altrove le magagne che ronzavano attorno a non turbare più di tanto Priscilla, da vederla contenta. Non voleva allarmarla maggiormente con le sue tante problematiche storie, e d'altronde non poteva far diversamente. Oltretutto sapendo di aver gli spioni addosso, che li seguivano dappertutto. Pertanto dovevano mostrarsi disinvolti e senza pensieri da impensierire i pedinatori nascosti tra la folla... Avevano poi trovarono sul viale centrale, una tipica trattoria, da mettersi seduti comodi all'esterno a pranzare con un buon piatto di pesce freschi alla griglia, ordinati al cameriere di colore molto cortese. Ma purtroppo, ancora prima di cominciare a mangiare, stava capitando qualcosa, qualcuno a rompere la quiete giornata a pranzare in compagnia. Due distinti signori che erano seduto poco distante da loro, dopo aver pagato il conto nell'andar via si avvicinarono a chiede con fare serio: < Ci scusino! Il dottor Sarsuoli?... Permette una parola... > sedendosi deciso sulla sedia libera, nel dire con decisione: < Il commendatore Garotino vorrebbe conoscerla. L'aspetta nella sua limosine. La dall'altro lato del viale. La signorina aspetterà qui il suo ritorno e il mio collega gli farà compagnia... Non le conviene rifiutare dottore? > mostrando sotto la tavola una pistola puntata. Marcello, guardava Priscilla a tranquillizzarla: < Faro presto a fare queste due chiacchiere con il famoso boss della camorra napoletana. Giusto! > guardando in viso i due scagnozzi seri. Mentre si alzava e attraversava il largo viale centrale di Viareggio. Poi all'avvicinarsi all'auto del boss, lo sportello si aprì da lasciarlo montare sopra. All'interno trovò finalmente il tanto rinomato boss Fazio Garotino, seduto placidamente con un sigaro cubano in bocca da sembrare un gangster americano anni 30. E con una sgangherato sorriso si rivolgeva a voce bassa e roca, al nuovo invitato per forza: < Mi scusi se ho forzato la mano dottore?.. Ma di questi tempi è difficile poter dialogare tranquillamente. Giusto, dottor Sarsuoli! Spero che non le dispiaccia discutere un momento di cose serie?... Mi farebbe piacere.... > commentò placido. < Non ho mai avuto problemi dialogare, anche con chi vuole per

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forza dare ordini. Basta intendersi e accettare le conseguenze che comporta andare contro la legge. E qui mi sembra che si potrebbe dire sequestro di persona. Giusto? > rispose più che tranquillo Marcello, dimostrando di non sentirsi intimidito dall'uso di forza persuasiva scorrettamente. Da far reagire l'altro, a dire, su una finta tranquillità, alla reazione contraria del soggetto, che non si era per nulla spaventato a quel sequestro plateale e per giunta in pieno giorno. Da rispondere, in altro modo: < Vedo che lei dottore è un tipo tosto e sa perfettamente bene che non le verrà fatto nulla. Soltanto dialogare un momento, sulla questione scabrosa per l'acquisizione di varie proprietà in vendita da queste parti. Tutto regolare sono le nostre offerte a comperare... E tanto per essere onesto le posso assicurare che con quell'assassinio capitato al nightclub “La Costa dei Barbari”, noi non centriamo? Mi deve credere! C'è qualcun'altro che sta facendo il furbo per guadagnarci sopra un sacco di euro. Immagino che lei dottore già lo sa, chi trama alle spalle di tutti noi? Ma il furbetto non ha fatto bene i calcoli con il sottoscritto, che dopo tanto tribolare, non mi faccio prendere per i fondelli dell'ultimo arrivato e vuol farsi la sua nuova reggia redditizia? Gli sbruffoni non mi piacciono e non mi fanno paura!... Capisce dottore che è proprio difficile lavorare onestamente oggigiorno... > sorridendo nel guardare Marcello con insistenza bonaria, nel riprendere a parlare tranquillo tra una tirata al sigaro da gustarsi il nettare: < Volevo solo informarla, per restaurare una buona amicizia di buon vicinato... Mi creda, sulla parola dottore Sarsuoli! Sono forse un po' all'antica, ma mantengo sempre la parola data... mi creda! > espose tranquillo il boss campano. < Lei non mi deve convincere. Poi non mi piace che mandi a casa mia i suoi tirapiedi a spaventare la mia donna? Sia ben chiaro! > < Ecco è qui che si sbaglia! Non ho inviato nessuno e come vede sono qui per dialogare alla luce del giorno... Incominciamo a capire che ci sono altri interessati ai vari acquisti... Dovrò rivedere un po' tutto... > < Sta di fatto che è capitato!.. Oltretutto farebbe bene a presentarsi in questura ed esporrere le proprie ragioni e la legge glie ne darà credito.. Penso di essermi spiegato commendatore! > rispose seccato Marcello. < Ma quei picciotti della legge, non hanno un senso dei limiti e non posso prendermeli tutti in carico?... Ho anche io le mie spese e poi non è che mi servano molto... Diventerebbero dei pesi morti da mantenere... Lei al contrario sa per bene cosa vuole fare... Giusto dottore Sarsuoli? > si spiegò divertito il commendatore Garotino. Arrivato a sua volta in sordina, a far le vacanze nella città balneare di Viareggio e poter controllare meglio

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i suoi interessi. Capendo che i suoi fidati uomini, dalla mente un po' ottusa, gli stavano creando soltanto dei problemi, invece di appianarli.

< Ancora non ho capito bene dove vuol parare? Io non ho proprietà da venderle commendatore. Poi tanto per spiegarmi meglio e essere più che chiaro, non sono in vendita... Spiacente commendatore! > mettendo la mano sulla maniglia per scendere e nel chiedere tranquillo: < Ora se non le spiace torno al mio tavolo e terminare il mio pranzo ammezzato e freddo? Lei lo sa bene che sono in compagnia della signorina la cantante del nightclub, pertanto la saluto! > aprendo lo sportello nel scendere. Il boss tranquillo lo salutava soddisfatto: < A risentirci. E' stato un piacere dialogare con lei dottore! > alzando leggermente la mano a salutarlo. < Dovrà fare attenzione a non farsi prendere! E guardarsi dagli amici non amici? > concluse Marcello salutandolo deciso, con la mano alzata, nell'allontanarsi dalla lussuosa limousine da papponi, papponi. Marcello stava già attraversando il viale, quando arrivavano di volata delle volanti della polizia a sirene spiegate, da richiamare l'attenzione dei passanti e decisamente da sembrare una scena da film. Da bloccare la eventuale fuga alla limousine del boss campano, la tranquillamente ferma. Appena circondata la vettura, gli agenti intimavano di aprire gli sportelli: < Aprite! > dai vetri oscurati erano nell'impossibilità vederci dentro. Da rimanere stupiti poi all'apertura delle portiere? Il boss non era a bordo. Trovando soltanto il chauffeur sorridente, che chiedeva tranquillo: < Come posso esserle utile agente. Non sono sul parcheggio vietato? > < Chi c'era in auto?.. > insistette, l'ufficiale a chiedere all'autista sordo.Mentre imprecava: < Impossibile!? > tuonò l'ufficiale al comando del

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gruppo d'assalto vedendo l'abitacolo vuoto?. Nell'imprecare al collega al fianco: < Era da tempo che lo pedinavamo! Oltretutto avrei preferito arrivare un attimo prima e beccare il dottor Sarsuoli ancora in auto, Accidenti! Senz'altro scappati, appena sceso da questa macchinona da nababbi? Impossibile! E poi, con chi ha parlato e c'era veramente il boss? Come abbiamo ricevuta la segnalazione appena prima?.. Accidenti! E cosa si saranno detti poi? Forse, come si sospettava già, sono in combutta? Da sparire via così velocemente tra la folla senza lasciare una traccia. E quell'intrigoso del Sarsuoli dov'è sparito a sua volta? Cercatelo! > stava discutendo il capitano col gregario al fianco da impartire degli ordini supplementari. Mentre i militari indaffarati controllavano i documenti e ridomandavano all'autista a cosa faceva li in sosta. < Allora, chi c'era a bordo e fermo qui ad aspettare? > gli intimavano di rispondere e quello tranquillo si spiegava: < Aspetto la signorina! La figlia del conte Ruffini. Sono andati a bere qualcosa con il signore appena salito prima in auto a parlare dell'invito ad una festa alla villa dei conti Ruffini... Eccola!.. Sta arrivando! > commentò tranquillo l'autista: < Era dal parrucchiere la contessina Edvige... > rispondeva il chauffeur corpulento di colore, che scendendo ad aprire lo sportello, aspettando la giovane passeggera che attraversi il viale centrale di Viareggio, rimirata dalle persone incuriosite dal trambusto e qualcuno già commentava: “Stanno girando senz'altro un scena da film, con tutte queste macchine della polizia”.... commentavano.

La contessina una giovane avvenente donna, amica del figlio del boss napoletano, veniva rimirata e salutata dai poliziotti, abbastanza sorpresi,

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oltretutto dalla grossa fregatura presa a loro spese... Il boss non c'era? La contessina con fare gentile si rivolgeva all'ufficiale a domandare e a scusarsi: < Capitano, la colpa è mia se è qui in sosta vietata?.. Andiamo via subito! > si premurò a spiegarsi, salendo in auto e l'ufficiale le faceva segno che poteva andare via alla svelta. Ormai la figuraccia l'avevano fatta. Effettivamente la polizia al momento, faceva una meschina figura, a rimanere a guardare quella giovane contessina, abbastanza disinvolta nel dialogare o imbrogliarli per bene un po' tutti e salvare il boss sparito via?.. Il testimone oculare, la talpa confidenziale, li aveva indirizzati male a voler seguire la pista del dottore Sarsuoli. Che presumibilmente era in combutta con il boss napoletano e altri della cricca calabresi, per bene nella mischia tutti quanti, ma depistati per bene al momento? Così veniva definito il dottor Marcello Sarsuoli, dalle tante soffiate fatte a screditarlo alle autorità competenti, che erano immischiate alle indagini in corso. Con tanti villeggianti e cittadini che si erano fermati al vedere quelle auto della polizia piombare di volata a bloccare, chi? Stavano facendo una figuraccia senza arrestare nessuno? Proprio con tanti buchi fatti nell'acqua divenuta torbida? Il capitano Caputo, era ben intenzionato a smascherare i presunti mafiosi e far bella figura al comando, ma al momento avevano preso un'altra dura cantonata plateale a bloccare una nobile signorina che aveva presumibilmente parcheggiato male la lussuosa limousine, super controllata la matricola e targa, più che regolare. Che fregatura? Marcello si era appena seduto al tavolo e ordinare un'altro piatto caldo, aveva fame. Frattanto Priscilla, gli raccontava: < Il tizio rimasto qui, appena a sentito le sirene della polizia è sparito via come il vento. Ma tu hai parlato poi con il capo. Il famoso boss? > chiedeva incuriosita dalla baraonda di auto della polizia a bloccare il traffico sul viale centrale Giosuè Carducci. Guardati dalla folla incuriosita e in attesa di una buona retata di mafiosi, delle voci diffuse attorno, ma nulla di concreto capitava. Tanto fumo e poco arrosto, si vociferava tra la folla di curiosi a guardare. Marcello e Priscilla terminato il veloce pranzo, avevano pagato il conto e lasciata la trattoria, con tutta la confusone di curiosi attorno e tornavano a riprendere la proprio auto e far ritorno nella quiete casa, sulla colline della Versilia toscana. Nel chiedere al compagno: < Mancava soltanto un bell'arresto e poi eravamo per bene sui quotidiani domattina... > < Giovane cantante rapita da mafiosi. Un riscatto da pagare? > < E tu uomo dalle mille risorse. Pagheresti il riscatto? > < Avrei pagato qualsiasi prezzo, per la mia donna... > rispose deciso.

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Capitolo Tredicesimo

La giornata era splendida, con un sole bollente da godere delle vettura scoperta e l'aria calda nella corsa, tra le cline verso casa, li avvolgeva piacevolmente, chiacchierando sugli avvenimenti capitati quel giorno.

Il discorso ammezzato si fermò, arrivando in cortile di casa e parcheggiare il cabriolet davanti casa, alzando la capotte ad evitare le presunta pioggia estiva, annunciata prima alla radio regionale. Poi finalmente a rintanarsi in casa, dopo tutte quei tramestii capitati addosso, mentre Priscilla borbottava avanti, sul discorsi fatto prima in auto: < Per quello che si diceva prima, al riscatto da versare? Cambiamo argomento amore! Mi vengono i brividi a ripensare a una simile cosa.... > < Tranquilla amore! Non impensieristi. Va tutto bene! >

Più tardi Marcello stava uscendo dalla doccia e Priscilla in cucina a preparare un caffè, quando sentirono bussare alla porta di casa. Marcello infilò l'accappatoio e andò ad aprire la porta di casa, da trovarsi leggermente sorpreso? E guarda caso, chi si trovò di fronte? I colleghi poliziotti del distretto di Lucca. Il capitano Caputo, era arrivato come un falco a chiedere dei chiarimenti, con fare deciso da buon poliziotto inquisitore: < Permette una domanda dottor Sarsuoli?... Cosa faceva sulla limousine del boss Garotino? > espose con decisione la domanda.

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< Intanto, buona sera! Per non perdere le buone abitudini. Penso che all'accademia di polizia, le abbiano insegnato il bon-ton capitano? > < Sì, ha ragione. Sera! Noi andiamo di fretta. E vorremmo solamente sapere il suo incontro con il boss napoletano Garotino, avuto in auto? > < Non le ha già spiegato la signorina? Strano che voi della polizia investigativa, non vi siete fatti spiegare, il perché e il come, sulla nostra conversazione avuta?.... > rispondeva abbastanza tranquillo Marcello, un po' sull'evasivo, non sapendo bene cosa dire di preciso, solo di averli visto da lontano il dialogare della polizia, con la nobile signorina, non per nulla spaventata a rispondere e averla vista salire in auto, andando via. < Ma veramente! Le ha?.. > si stupì il capitano a domandare: < La contessina Ruffini, l'avrebbe invitata per davvero, ad una festa nella villa a Massa Carrara? > commentava non essendo troppo convinto. < Come vede lo sa già capitano!.. E allora cosa vorrebbe che interferisca per un suo invito in villa dei conti Ruffini, e poter tenerli sotto controllo? > domandava tranquillo Marcello. < Ma almeno in auto, c'era anche il boss Fazio Garotino? > < Se era in auto, l'avrei arrestato subito! Sebbene non è di mia competenza tale mansione da manuale poliziesco... Esatto capitano? > < Insomma lei non sa nulla e non vede nulla? Ma sappiamo bene entrambi, che lei ha incontrato settimane addietro. Quel tale? Quel, Turi Tarcuino, il grosso finanziere della ndranghete calabrese. Che fa parte della sacra corona... Giusto dottore Sarsuoli? > domandò seccato il capitano Caputo, a voler insistere su certi avvenimenti accaduti addietro. < Certamente! Il Tarcuino aveva avuto la facciatosta, di chiesto una sovvenzione dalla Banca D'Italia. Ed è per questo come ispettore mi ero informato su quali basi e garanzie poteva offrire il Tarcuino? Non avendo prove tangibili acquisite al momento. Perciò non si poteva arrestarlo e la sovvenzione da dare era stata bocciata dalla commissione parlamentare. Il Tarcuino non offriva una valida sicurezza bancaria. Pertanto non è stata erogata, la somma. La grossa cifra richiesta, impostata per dei lavori un po' fantasma, da volatilizzare via poi, velocemente. Oltretutto la Regione Calabria avevano già esaurito i fondi europei avuti... Le è sufficiente questa risposta! Di più non posso fornirle. Non siete autorizzati a sapere altro... Dovrete fare una valida richiesta al Guarda Sigilli al Ministero del Tesoro e forse, dico forse! Avrete una risposta valida al caso sospeso? > gli consigliò Marcello con fare serio, nel riprendere a dire: < Dovrà ricontrollare il suo tacquino capitano? > lo motteggio maggiormente.

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< Lei sta facendo il furbo dottore Sarsuoli! Ma presto avremo le prove sufficienti per sbatterla dentro come complice, in combutta con la mala? > < Sarà meglio che ve ne andiate! Senza aggravare la vostra posizione non autorizzata, capitano? Da bravi tutori della legge, molto discordanti tra Voi stessi. Che vi fate prendere per i fondelli dai camorristi, e pretendete che io vi tolga le castagne dal fuoco... Non ho forse ragione capitano Caputo? Arrivederci! Quella è la strada per uscire di casa. La conosce. Vero!... > sbottò deciso Marcello col braccio alzato e il dito puntato. < Preghi, che non la becchiamo con le mani nella marmellata!? > < In verità non mi piacciono le confetture... Comunque dovrete farne di strada prima!? Buon viaggio! > sbattendogli la porta in faccia. Marcello si era abbastanza incavolato, ma non voleva far vedere che li temeva. Sebbene lui aveva da tempo in mano dei documento compromettenti e il capitano Caputo, non s'immaginava minimamente che aveva i giorni contati, all'arresto? Si stava dando la zappa da solo sui piedi. Certamente, Caputo in quei giorni febbricitanti, era in giro a cercare e nel darsi da fare per salvarsi il posteriore? Intuendo che qualcosa dei suoi traffici illeciti con la camorra, potevano saltare fuori da un momento all'altro? Con tanti ruffiani pronti a sputtanare chiunque per salvarsi dalla galera. Capendo che troppi erano immischiati. E pertanto il capitano si dava un gran da fare a trovare un qualsiasi colpevole, anche immaginario, da sbattere in galera e incolparlo di tutto le magagne che si era trovato tra le mani, immischiato per bene, com'era capita da anni cascato dentro per ingordigia del gioco?..

Marcello si era portato alla finestra del soggiorno a vedere se la pattuglia della pula se ne stava andando via. Da poter uscire e perquisire la casa all'esterno? Visto che due poliziotti erano entrati in casa e il terso era rimasto fuori attorno alla sua vettura e magari, chissà? Aver messo qualcosa dentro per poi arrivare degli altri a fare una bella perquisizione, con tanto di mandato al seguito? Ordinato e firmato da qualche procuratore compiacente. Supponendo che qualcuno aveva messo qualche cimici da poterlo pedinare meglio? In verità non ci aveva pensato prima, con altre cose per la testa... Perciò era meglio dare una occhiata, senza aspettare il dopo? Pertanto Marcello si era vestito velocemente mettendosi una felpa addosso, essendo ancora bagnato dalla doccia fatta prima, nel dire a Priscilla per tranquillizzarla: < Quelli son venuti a rompere le scatole, per sapere qualcosa? Vado un attimo in auto devo prendere una cosa, faccio presto. > Ed era uscito fuori casa fischiettando, a tranquillizzare la sua

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donna che andava tutto bene. Rimproverandosi da solo, per le sue valide supposizioni, che non le avrebbe mai dovuto accantonare solo per poco. Oltretutto aver coinvolto sentimentalmente Priscilla, e la loro storia appena iniziata, gli seccava che succeda qualcosa di sbagliato, con l'aria che tirava da quelle parti, di ora in ora? Marcello doveva mentalmente reimpostare un po' tutto, quasi dal principio... Aveva in parte trascurato le tante pedine del suo scacchiere, da rimproverarsi, nell'aversi lasciato coinvolgere per la cosa più bella che le era capitato al momento tra le mani; L'amore grande per la sua donna. E al momento aveva abbastanza paure per Priscilla.Mentre Priscilla in casa era abbastanza tranquilla e fiduciosa del suo uomo, e stava preparando qualcosa per cenare assieme in santa pace. Così s'immaginava la giovane in quei giorni di amore improvviso e folle.

Intanto Marcello fuori casa, con impegno e decisione aveva curiosato attorno al casolare, ma da bravo esperto agente, capiva che non avrebbero mai messo qualcosa all'esterno della casa in affitto. Invece nella sua auto cabriolet, lasciata aperta era più facile metterci qualcosa, una microspia sia per seguirlo e rilevare la sua posizione stradale, e mettere dentro delle cose compromettenti, da poterlo incastrare abilmente? E senza perdere tempo, incominciò a fare un valido e approfondito controllo e scoprire che sotto il paraurti posteriore c'era un rilevatore da trasmettere a distanza i suoi spostamenti e da poterlo seguire facilmente. Era stata messa ben nascosta la trasmittente microchip ad impulsi. Perciò al momento Marcello la lasciò dov'era la trasmittente, ci avrebbe pensato più tardi. Al momento doveva per ben visionare la sua vetture e scoprire cosa avrebbero potuto mettere da non essere vista, alla svelta? Ma trovata poi, in una capillare perquisizione da fare. “E molto presto?” Stava pensando che tra poche ore sarebbero ritornati a verificare per bene tutto attorno alla casa e dentro casa, oltre la vettura, era quella più la probabile? Da arrivare strombazzando, con tanto di mandato scritto e firmato dal giudice di turno, a perquisire tutta la casa e l'auto, ecc?.. Immaginò la scena apocalittica tra poche ore.... Con circospezione a cercare, Marcello trovò sotto il cruscotto, qualcosa infilata e ben nascosta? Quelli gli avevano infilato un sacchettino di plastica nera ben piegata, con dentro un involucro di pastiglie estasi, droga da sballo e una mazzetta di euro da centomila, per contorno, alla vendita e ricavato. Da farlo imprecare all'inghippo trovato: < Che figli di puttana! >

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Esplose a dire tra se: < Ecco come mi vorrebbero incastrare e poi, un bel giudice compiacente farà il resto!... Da sputtanarmi per bene e sbattermi dentro alla grande?... Che gran... bastardi!! > esplose incavolato. Prendendo il contenuto con un fazzolettino da non lasciare impronte e portarlo lontano e depositarlo nel cascinale vuoto e abbandonato. Marcello mise il tutto in un altro sacchetto della spesa, che aveva recuperato nel cascinale e nascondere il tutto dietro a dei mattoni di un vecchio muro del cascinale, ben nascosto anche dalle intemperie e difficile da individuare. Tirando alla fine un bel respiro e infine, tranquillamente rientrare in casa ed aspettare fiducioso, mentre si metteva a tavola per cenare in compagnia della sua amata Priscilla, che incuriosita lo guardava sorridendo felice, nel comunicargli: < Ho preparato una bella insalata mista, ti va per cena? > < Perfetto ragazza mia! Bisogna mantenere la linea... Buon appetito! >mangiando di gusto quell'insalata di stagione, pomodori e radicchio rosso e poi della frutta fresca sul finale. Il tutto tra un complimento ed un'altro. Oltre il chiedere da parte di Priscilla: < Ma pensi che dopo tutto questo casino il signor Gravina, sarà costretto a vendere il locale? > < Non credo! Ci sarà un po' di maretta attorno, ma riuscirà a spuntarla ancora una volta... Speriamo con la mia telefonata di prima si metta sull'avviso e tenere d'occhio il suo fidato avvocato... troppo furbetto!? > Alla fine della semplice cena casareccia, con commenti vari, si stavano prendendo il caffè, scherzandoci sopra, sul sapore aromatico della sua tostatura, un po' forte e non li avrebbe fatto poi dormire. Nel rispondere al problema: < Vorrà dire che faremo altre cose. Amore! >

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Quando proprio sul più bello, sentirono arrivare delle auto sotto casa. Priscilla stava per alzarsi, ma Marcello le consigliò: < Tranquilla, è la polizia! Anzi, sarà il capitano Caputo, con altri colleghi per una bella perquisizione della nostra casa... > rispose tranquillo rimanendo seduto. < Ma per cosa? Non erano qui, già prima... E allora? > < Gli mancava un bel mandato redatto e scritto da un bravo giudice compiacente nel far contento il capitano Caputo, senz'altro suo amico. Non soddisfatto, anzi arrabbiato perché io, ho parlato con la contessina Edvige Ruffini... E lui fissato, insiste che c'era anche il boss Garotino in auto. Ma secondo lui, io non l'ho fermato e arrestato. Avrei dovuto farlo, per farlo contento... Oltre essere fuggito anche io a mani vuote... Comprendi le scemenze che va senz'altro pensando il capitano? Con tutto questo casino che ha messo in piedi, per il solo fatto di salvarsi il culo, essendo impegolato dentro fino al collo, per debiti grossi di gioco. E questo lui non lo sa ancora, che io ho già tutti documento e prove compromettenti per sbatterlo in galera. E adesso ha trovato una scusa per tentare d'incastrarmi per bene? E' il suo pensiero fisso, per salvarsi?... > espose Marcello. Nel dire avanti: < Secondo i suoi piani impiantati prima, alla sua visita veloce e sperando che vadano bene per fermare la mia inchiesta?... Comprendi amore! Com'è dura la vita per sopravvivere di questi tempi?... > < Ha!.. Ma allora quello è proprio fissato con te! > < Vado ad aprire... Potrebbero buttare giù la porta se tardo! > sentendo suonare ripetutamente il campanello di casa.

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Capitolo Quattordicesimo

Marcello apriva porta di casa e di botto il capitano con un sorriso da babbeo montato, gli sbatteva in faccia un bel foglio redatto dal procuratore di turno. Un bel mandato per perquisire la casa in affitto e la vettura del dottore Marcello Sarsuoli. Nel dire con spavalderia: < Ecco, un bel mandato dottore!.. E ora ci lasci lavorare... Non le dispiace aspettarci in disparte, mentre i miei uomini raccolgono eventuali prove, che tiene nascoste in casa?... > s'infervorò a far muovere i suoi uomini. < Non ci sono problemi capitano. Fate pure! > mentre si leggeva per bene chi è che aveva firmato il bel mandato a conferma. Era il dottor Franco Gabardella procuratore aggiunto a Lucca. Marcello sorridente si prendendo Priscilla sotto braccio un po' incavolata, nel dirle: < Cara non ti spiace aspettare fuori. Io devo tenerli d'occhio, questi tutori della legge. Non troppo in regola? Ma quella sarà un'altra storia dopo.... > Non voleva che qualcuno se ne approfitti a rimanere soli in casa e mettere qualcosa da qualche parte? Seguendoli in ogni loro movimento i tre subalterni a perquisire la sua abitazione molto minuziosamente. Priscilla ferma sulla porta imprecava a quella invadenza sconsiderata della legge: < Ma per cosa poi? > borbottava da sola. Mentre Marcello stava controllando per bene gli altri agenti in casa, che alla fine segnalavano al capitano, rimasto accanto a Marcello ad evitare che inquini le prove non trovate. < Capitano qui non abbiamo trovato proprio nulla! > Mentre altri poliziotti all'esterno, controllavano, con interesse l'aiuto e dei cani antidroga, ad annusavano un po' dappertutto, attorno all'auto del dottore Sarsuoli. Nell'ispezionare minuziosamente e smontare anche i pannelli delle portiere dell'auto e frugare nei vari pertugi del cruscotto, alla ricerca della presunta prova?.. Ma dai movimento della testa dei poliziotti, si capiva che non avevano trovato proprio nulla ancora? Sembravano essere sicuri di trovare qualcosa? Erano troppo sicuri e speravano di trovare qualcosa nell'auto? Lo si vedeva dalla loro insistenza, nella ricerca capillare della perquisizione, a dimostrare che doveva per forza esserci qualcosa di compromettente, la dentro? Doveva essere senz'altro nell'auto? Ma al momento non c'era? Era la massiccia foga a frugare e cercare, ma di fatto non trovavano nulla, in special modo sotto il cruscotto, per ben ricontrollato ancora, da dimostrare la loro incazzatura, al nulla di fatto.

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Nel frattempo stava arrivando un'altra vettura della polizia, ma del distretto di Viareggio, con a bordo il commissario Mandelli. Avvisato prima da Marcello, che il capitano stava tornando alla carica da mastino spompato a volerlo incastrarlo ad ogni costo. Il commissario Mandelli si presentava ai colleghi di Lucca nel chiedere indispettito: < Perché non sono stato avvisato del vostro intervento? Questa è nella mia giurisdizione e mi sembra che avreste dovuto almeno avvisarmi delle vostre operazioni nascoste! Vero? > sbottò deciso. Raggiunto subito dal capitano Caputo, che tentava di scusarsi: < Mi dispiace commissario, ma avevamo avuto una grossa segnalazione e siamo arrivati di volata. Comunque dal comando di Lucca dovevano avvisarvi voi a Viareggio. Non l'hanno fatto? > esponeva ad una misera scusa. Anche Marcello uscito fuori casa a salutare il commissario: < Buona sera commissario! Il capitano Caputo mi ha messo sotto inchiesta con un bel mandato firmato dal procuratore Gabardella di Lucca. Per una bella perquisizione a mie spese. Il tutto per non aver raccontato al capitano, il dialogo che ho avuto con la contessina Ruffini, in Viareggio, sulla sua limousine. Esatto capitano? Poi visto che siete nei vostri pieni lavori, le rammento che prima di andarvene, dovranno i suoi uomini rimettere tutto a posto, come prima. Intesi? Non ammetto richiami dopo. Oltre una sollecitazione da parte del mio comando a schiarificare il vostro intervento, fatto abusivamente. Solo su presunte supposizioni? > < Lei come subalterno, oltre far parte delle forse dell'ordine, deve far silenzio e rispondere soltanto alle mie domande e essere contento che fino ad ora non abbiamo trovato niente... Comunque, sono sicuro che lei, non ce la racconta giusta. Dottor Sarsuoli! > sbottò sgarbatamente Caputo... guardato dai suoi uomini e dagli altri appena arrivati alla festa. < Se la mettiamo sul piano dei gradi. Lei, si trova in una brutta posizione capitano!... Comunque proceda pure. Siamo tutti qui, ansiosi di sapere i risultati alla fine?.. Non perda tempo che si sta facendo buio, oltre risistemare il tutto dopo! > gli consigliò Marcello tranquillo. Il capitano era infuriato per la strafottenza del subalterno dal distretto romano. Il commissario Mandelli stufato dal modo che stava prendendo la situazione, si rivolgeva al capitano Caputo, nel sollecitarlo: < Capitano! Le consiglio di trovare veramente ciò che immagina di trovare. Oltre ad avere poi, una forte ripercussioni sul suo operato e modo di esporsi nel rivolgersi ad un superiore nell'ambito della polizia speciale. Il dottore Sarsuoli è un alto funzionario. Un colonnello ispettore della Dia antimafia. Pertanto le

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consiglio di trovare veramente ciò che cerca, per il suo bene capitano?... > propose il commissario Mandelli, sorridendo nel sollecitandolo. < Non centra quali gradi uno detiene, è il suo scorretto e non confacente comportamento a destare grossi sospetti!? Poi, verso dei colleghi in cerca di prove sicure e tangibili... Pertanto, vedremo poi dopo l'approfondita perquisizione, cosa avrà ancora da ridire? Mi scusino ho da fare!... Allora ragazzi avete per bene controllato tutto e nell'auto?.... Quella, l'avete frugata per bene? Imposs... ! > sbottò sicuro del fatto suo e arrabbiato per aver cozzato contro un muro. Qualcosa non era andata per il verso giusto?Capendo che qualcosa era successo nel frattempo? Mentre i suoi uomini gli comunicavano delusi: < Capitano non abbiamo trovato proprio nulla. Nulla? Da nessuna parte! Solo un sensore microspia di ricerca, piazzato sotto l'auto del signore colonnello? Eccolo qui! > mostrando il rivelatore, che il graduato gli porgeva: < Faremo analizzare per bene e scoprire chi l'ha piazzato sotto l'auto del signor colonnello? > commentò il graduato tutto sudato, sul confusione del momento. Qualcosa non quadrava? Marcello, s'intrometteva a dire tranquillo: < L'ho sapevo che l'avevano piazzato e volevo vedere che è che mi seguiva? Ora lo so! > rivolgendosi al capitano al momento ammutolito: < Non se l'abbia a male capitano! Tutti possono sbagliare. E oltretutto ha sbagliato a non segnalare la vostra intrusione fuori sede, al comando del commissario Mandelli. Questa vostra vana intromissione nel dipartimento d'altri non è confacente al grado che porta. Aspetta a lei adesso cercare di sistemare al meglio, le sue tante rogne, che le stanno cadendo sul capo, duramente. Mi creda! > < Ma cosa va dicendo? Noi stiamo facendo il nostro lavoro! > < Capitano, lei sta facendo soltanto, il suo tornaconto! E non dei suoi subalterni che la seguono devotamente e si troveranno poi, impegolati per bene?... Ci pensi bene sopra?... Arrivederla capitano! Ma dopo che ha rimesso a posto per bene ogni pannello della mia auto. S'intende e possibilmente alla svelta! > espose deciso Marcello davanti a tutti i poliziotti in ascolto. Poi rivolto a Priscilla, che ancora non capiva ancora bene tutta quella faccenda ingarbugliata: < Andiamo in casa! > nel rivolgendosi al commissario Mandelli e consigliarlo: < Commissario, prenda lei il rivelatore e scopra chi, me la attaccato sotto? Grazie di tutto e buona sera signori! > lasciandoli tutti quanti ammutoliti, altri un po' spaventati a terminare il lavoro di risistemazione delle parti dell'auto tolte per controllare i pertugi trovati vuoti, con dentro proprio niente... Mentre il capitano incavolato a morte, montava nella propria auto di servizio e via

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decisi verso Lucca, così sembrava e senza nemmeno un misero saluto. Mandelli nell'assistere alla misera fine dei colleghi, se la rideva salutando col braccio il dottor Marcello Sarsuoli, dove si erano ben capiti sui fatti. Mentre il commissario montava sulla sua vettura di servizio, nel dire ai subalterni: < Qui si fa notte. Andiamo a casa ragazzi. La festa è finita!... >

Marcello salutò con la mano il commissarie che s'allontanava e Priscilla stava borbottando nel chiedere a Marcello: < Ma allora, cosa cercavano e l'hanno poi trovata quei poliziotti guardinghi?.. Oltretutto mi sembra che gli stai proprio sulle scatole? Dev'essere una grossa faccenda, con tante auto arrivate qui a frugare. Ti hanno preso per un criminale mafioso e per cosa? Però, ho notato che quando il commissario dell'altra pattuglia di Viareggio, ha detto che tu sei un colonnello del servizio segreto della Dia. Si sono ammutoliti tutti e senz'altro aspettavano una tua sparata... Invece li hai salutati da lasciarli tutti sulle spine... Giusta la mia supposizione Marcello? Mi sa che c'è troppo carne sul fuoco.... M'ha! > < Hai l'occhio attendo ragazza mia! Tranquilla, lasciamoli cuocere ancor un poco. Non voglio inveire al momento. Non possono scappare alla legge, ho delle prove schiaccianti a scapito... Poi devo prima incastrare altri e sono quelli che mi preme di più al momento... > si confidò con Priscilla. Immaginando che in tutto il trambusto e senza farsi accorgere da Marcello, avranno sistemato qualche altra cimice ad intercettare le loro prossime conversazioni fatte in casa. Nel dire tranquillo alla sua donna, mentre entravano in casa: < Dovrò tenerli maggiormente sulle spine e aspettare che altri intervengono a spulciare le tante pulci addosso ai

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furbetti del posto... Vedrai ragazza mia, sarà una bella festa dei consociati mafiosi in raccoglimento spirituale! > espose Marcello ridendo. < Caro maestro, vedo che sei tremendo! > rispose lei non sapendo di essere intercettati. Mentre Marcello se la rideva e non voleva nemmeno cercare l'eventuale microspia e trasmettitore a lungo raggio. Pensando di lasciare e aspettare che le evoluzioni delle notizie si consolidano da sole.... Dicendo sotto voce all'orecchio della sua donna pensierosa: < Dai amore andiamo a dormire. Che per oggi ne abbiamo già combinate tante. Oltre sistemare le tue compere, che gli agenti hanno messo un po' tutto a soqquadro, giusto. Ragazza mia! > espose dandole un bacio sulla guancia. < Ma è sempre così complicata la tua vita da scapolo? > < Adesso è ancora niente... Vedrai più avanti, quanti casini saltano fuori... Ti voglio bene ragazza mia! > si complimentò dandogli una leggera carezza. Nel prenderla per mano e fare un giro di perlustrazione per l'intera casa a vedere che non gli era sfuggito via qualcosa, in tutto quel tramestio capitato. Andando alla fine nell'altra stanzetta e buttarsi sul letto per gli ospiti, a rimirarsi un momento, nel dirle: < Cara la mia paziente donna, che sa comprendere le vicissitudini di vita famigliare un po' agitata. > < Questa mi è nuova, ragazzo mio! Dai andiamo a dormire! > rispose

Priscilla, mentre si alzava del letto di emergenza. Lui doveva raccattare dei suoi documenti non importanti, che gli agenti avevano messo in disordine nella minuziosa perquisizione e alla fine senza esito. Decidendo assieme di farsi un'altra doccia ristoratore e poi, a letto come dei bravi ragazzi ubbidienti. E veramente andò proprio a quel modo, addormentandosi con pochi baci consolatori nell'augurarsi ad entrambi assonati la: < Buona notte e sogni d'oro! > trovandosi a sorrdere.

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Capitolo Quindicesimo

Era ormai mattino, quando si svegliarono felicemente abbracciati. Marcello, se la tirò accanto e diede un bacio d'affetto alla sua donna, nel dirle sottovoce a consolidare il loro bel rapporto, sebbene un po' travagliata la faccenda, si stava consolidando per bene la loro unione, ma altrettanto felice di avere una donna al suo fianco, che non si lamentava troppo degli intoppo a ripetizione: < Intanto buon giorno amore! Poi mi congratulo con te, che come amante e compagna, non ti lamento per i disagi che ti faccio partecipe al mio strambo lavoro, abbastanza oscuro, come detective investigativo per lo stato italiano. Perciò... Grazie! > < Buon giorno amore mio! In verità, non mi posso lamentare. Immaginando che è il tuo lavoro ti comporta a arrabattarti tra persone che si dimostrano poi, un po' troppo furbetti e non all'altezza del loro compito assegnatogli. E immagino che sono quelli che pretendono dagli altri l'impossibile, per far fare a se stessi, una bella figura ai propri sbagli fatti. E magari immaginano di aver trovare il pollo per affibbiare il compito di tappabuchi agli sbagli madornali... Giusto?.. Ma sono più che sicura che tu non centri in tutto questo pasticcio. Sei un tipo precisino e non faresti simili sciocchezze da imbranati. Comunque il resto non mi interessa proprio. Tu mi piaci cosi come sei. Con i tuoi pregi e difetti. Ti voglio bene Marcello! > continuando a dire Priscilla: < La questione principale, e maggiormente interessante di questa nostra storia, è che tu mi ami e mi accetti così come sono anche io. Una principiante cantante disoccupata. Questo per me amore, è l'essenziale! > espose Priscilla, ricambiandogli il baco appena ricevuto, nel stringendosi a lui contenta. Ma più che contenta era pienamente soddisfatta. < Wauh! Ragazza mia! Come sei diventata saggia. Di questo passo ti porterò all'altare molto presto. Parola mia! > espose tranquillo Marcello, guardato da Priscilla tutta emozionala per quella splendida proposta per nulla immaginata prima. Nel rispondere balbettando, per l'emozione vera, che stava provando in quel momento: < Tu, tu mi vorresti sposare? > < Certamente amore! Appena si calmeranno le acque... Tranquilla, è solo l'inizio! Vedrai più avanti cosa può capitare a due novelli sposi.... >

Ma in mezzo a quell'euforia appena sbocciata, venivano interrotti dal trillo

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del suo cellulare e Marcello sul distratto, l'apriva a controllare chi è che rompeva a quell'ora del mattino, proprio nel migliore momento del loro raccoglimento. Rispondendo sereno: < Commissario Mandelli, che piacere sentirla, già di mattina! E' per caso di passaggio da queste parti? Qui in campagna, tra le colline della Versilia. Bene!... Ho qualcosa che le può interessare? L'aspettiamo per un buon caffè a presto! > lo salutò e rivolgendosi alla sua donna, nel guardarla e trovarla sorpresa, era rimasta attenta alle sue parole. Nel domandargli alla fine incuriosita, portando la bocca vicino al suo orecchio, nel bisbigliare: < Ma non avevi detto che ci sono delle microspie in casa e ci ascoltano? Quelli del presunto nemico invisibile?.... > baciandogli l'orecchio a portata di labbra. < Certamente ragazza mia! Adesso ci alziamo e ci vestiamo e poi prepareremo un buon caffè, avremo tra poco, ospiti di riguardo.... > Priscilla sorrise, capendo l'annuncio fatto: < Ho capito amore! Vado in doccia a farmi una bella rinfrescata, prima degli incontri con amici... > commento ridendo, presupponendo di natura molto importante?...

Un oretta dopo la macchina della polizia del distretto di Viareggio si fermava sotto casa. Marcello era fuori a ricevere il commissario Mandelli. < Ben arrivato Mandelli! Venga dentro, a prendere un caffè. Assieme ai suoi aiutanti, un tazza di caffè fa solo che bene. Prego! Poi le racconto il seguito della faccenda di compre e vendite in fase di sviluppo... > espose

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Marcello sorridendo agli ospiti graditi della giornata. < Grazie dottore per l'invito! Lo prendiamo volentieri un caffè! > entrando in casa nel salutare la giovane Priscilla, intenta ad armeggiava con la grossa caffettiera moka, per fare il caffè per tutti, nel rispondere con un bel sorriso: < Ben arrivati signori. Accomodatevi! > < Piacere signorina Rovani! Abbiamo saputo che canta divinamente, e tra poco riaprirà il nightclub, e potrà riprendere le sue serate... > < Grazie per la prossima riapertura del locale. In verità ne ho bisogno di un lavoro. Per fortuna il dottore Sarsuoli mi ha molto aiutata... Sono dispiaciuta per la morte non voluta del povero contabile del night? > < Già, ha perfettamente ragione signorina! Un vero peccato. Ma abbiamo delle novità sorprendenti. Signori! > Sbottò il commissario Mandelli. Sedendosi al tavolo, assieme agli altri, da trovarsi tra amici a discorrere tranquilli e bersi un buon caffè. Spiegandosi: < Tanto per farla breve e ormai, il tutto è al vaglio della magistratura incaricata. Li ho svegliati stanotte tutti, tanto per essere coerenti con i nostri turni massacranti di ore lavorative e pertanto anche i procuratori si diano di fare ad alzare il….. insomma. Comunque, dalle impronte rilevate nel locale e il controllo incrociato dei conti bancari, siamo risaliti al proprietario della cricca. Anche della microspia del fermacarte e dalle parole strappate ai rapitori bloccati tutti dentro al locale. Che alla fine, si sono messi tutti a spifferare per bene ogni cosa, ad evitare di essere incolpati di assassinio? Insomma per farla breve. Il mandante era nientemeno che, il simpatico avvocato Trombini. Lui ha organizzato tutto, per poi poter rivendere il night, al Turi Tarcuinio, il famoso venditore di fumo della ndrangheta calabrese. E quell'altro il commendatore Garotino... che si sta comperando mezza Versilia?...Se le presa male e ha avuto uno scontro con l'avvocato Trombini e quasi, il furbo avvocato ci lasciava le penne per davvero. proprio furbo alla riversa l'avvocato. Perciò l'abbiamo già arrestato stamattina, in concorsi di omicidio. Con una sfilza di accuse, oltre le tante truffe ai danni di vari possidenti qui in Versilia. Comprende dottore la faccenda che brutta piega a preso?... Ma quanto sembra volge al meglio. > < L'immaginavo da tempo, che centrava quel brav'uomo di Trombini. Che continuava a trombare e mungere il dottor Gravina alla grande. Quello il Gravina, era proprio imbranato e si fidava ciecamente... Molto bene Mandelli. Avete fatto proprio un bel lavoro ragazzi, qui in Versilia! > si complimento Marcello, guardandoli tutti, era contento. Sapendo bene che ad un subalterno avrebbero gradito dei buoni complimenti. L'aiutavano a

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superare le difficoltà e nell'affrontare meglio il proprio difficile lavoro da fare giorno e notte a difendere i cittadini inermi. Il brigadiere aiutante, appoggiando la tazzina e guardando gli altri due colleghi, provava a dire: < A nome dei miei colleghi la ringraziamo signor colonnello. La sua fiducia espressa, su una parte di noi della polizia investigativa, ci rassicura e ci rinforza veramente tanto. Grazie! > espose più che convinto, seguito dagli altri che approvavano sorridenti. Marcello sorridendo a sua volta, provava a rispondere ai militari: < Grazie a voi che vi prodigate a sostenerci, e essere fedeli al giuramento fatto. Così si possono catturare le mele marce e metterli nell'impossibilità di nuocere ancora. Purtroppo ci assillano fortemente con gli affigliati e spergiuri avvocati che vanno alla ricerca del cavillo a favore del criminale e a guastare le feste. Purtroppo tra noi ci sono diverse mele marce, che infangano l'onore degli altri poliziotti che lavorano onestamente... Bisogna ogni tanto aver fede. Grazie a voi ragazzi! So bene che vi sacrificate per una misera paga, con la speranza in avvenire sia migliore? > fermandosi nel riprendere a dire, e riordinare le sue idee: < Lei commissario Mandelli, un ufficiale del suo stampo, inserito nella polizia investigativa, si dovrà sentire fortunato ad aver una sua fidata squadra, da gestire al meglio. Perciò le posso dare dei primi ragguagli sulle mie indagini fatte da ben due anni di duro lavoro investigativo? > espose Marcello e il commissario lo fermava nel dire serio: < Aspetti a raccontare dottore, deve arrivare adesso qui il procuratore generale da Pisa e lei lo conosce bene. Il dottor Ulberto Tomasini. Mi ha pregato di precederlo, visto che vuole vederci chiaro, slla faccenda? Dopo la sortita fatta male, del capitano Caputo qui ieri sera? > < Già. Ha ragione Mandelli! Ero d'accordo con il giudice, il procuratore capo, che gli avrei telefonato. Ma avevo paura, temevo che il mio cellulare, era ed è messo sotto controllo e pertanto aspettavo di andare direttamente da lui. E invece vieni qui a casa. Bene! > constatò Marcello.

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Proprio mentre sentivano arrivare un'auto, era senz'altro il procuratore capo, con la sua scorta delle guardie del corpo. Loro uscirono fuori a raggiungere il procuratore, che lasciò le sue guardie del corpo a presidiare l'abitazione, assieme ai tre poliziotti a far da spalla di sicurezza. accompagnando e il procuratore ad entrare in casa e a conoscere la giovane Priscilla, sentita nominare, dalle voci di corridoio, sui fatti accaduti al nightclub “La costa dei barbari” : < Piacere di conoscerla signorina Rovani! > stringendole la mano. < Il piacere è mio averla in visita! Prende un caffè dottore? Non è che abbiamo molto in casa... Ma il caffè non manca! > rispose Priscilla decisa. < Sì, grazie! Un caffè volentieri... Mentre discorriamo di cose più che serie. > rispose il dottor Tomasini il magistrato capo, che si era scomodato di persona a vederci chiaro? Rivolgendosi al colonnello Marcello Sarsuoli, l'ispettore sulle inchieste segrete, nel chiedere: < Allora Marcello cosa hai combinato che diverse procure tremano al solo nominarti? Gli hai messo il fuoco sotto... Vero! > espose sorridendo. Mentre Priscilla arrivava e porgeva la tazzina del caffè al dottore e si allontanava nell'altra stanza. Da lasciarli solo a parlare tra loro, di cose molto importanti. < Marcello provò a spiegarsi: < Dottore, ho finalmente concluso le mie indagini e con l'intervento non immaginato del capitano Caputo, che ha tentato di incastrarmi a loro vantaggio. Ora ho le prove decisive. Perciò possiamo mandarli tutti quanti, un bel po' al fresco, questi fanfaroni!... > mettendosi a raccontare per bene in po' tutta la faccenda: < Al seguito delle mie indagini concluse, possiamo dare il via allo svolgimento degli arresti da effettuare al più presto. Sono ormai da due anni, che ammucchio indagini e verbali incompleti. Ma se li avrei presentati prima alla magistratura romana, ero più che sicuro che me l'avrebbero bloccato prima?.. Capendo i vari intoppi, che la magistratura e avvocati amici degli amici, mi avrebbero sabotato già all'inizio? Mi mancava sempre qualcosa per chiudere l'inchiesta più che segreta, col pericolo che venga tutto accantonato appena sarebbero venuti a conoscenza? E senz'altro avrebbero trovato qualche piccolo cavillo a priori?.. E poi, con la partita ancora tutta aperta, da arrivare in base alle voci da corridoio? Sulle nascoste manovre di combutta da parte del commendatore Garotino. Il boss napoletano con agenti misteriosi e avvocati affigliati per gli acquisti sulla costa versiliere e partecipo anche il figlio avvocato, che si sta imparentando con la famiglia dei conte Ruffino di Massa Carrara, anch'essi sono impregnati dentro... Oltre tanti nominativi di altolocati esponenti, della regione Lazio

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Campagna e Calabria e ministri affigliati con imprenditori immischiati per bene. Insomma sarà una impresa da fare, su vasta scale. Io la definirei “Operazione Barbarica.” Concordate? Era da tempo che ero tenuto sotto controllo e per fortuna ben nascosto le mie indagini, con prove sicure. Perciò è arrivato il momento di uscire allo scoperto!.. Da non poter essere poi, smontare da bravi avvocati e procuratori confacenti al seguito del branco camorristico. Per salvarsi il posteriore e perdere l'indennizzi favoloso che il boss Garotino e altri inseriti nella trafila, che si spartiscono il ricavato, tra gli amici compiacenti?.. E' tutto registrato e verbalizzato a dovere. Con prove inconfutabili e pronte da smontare, con tanto di testimoni inimmaginabili, da mostrare poi in tribunale. Ho tardato ancora, perché aspettavo di poterli beccare tutti assieme, quelli nascosti nelle nostre file e capire chi forniva le varie indicazioni e fughe di notizie compromettenti? Nei vari passaggi e spostamenti delle forze dell'ordine, impossibilitate ad intervenire ed arrestarli al momento giusto?... Troppe talpe giravano e girano ancora, nel grande minestrone ben condito dalla mala? Da essere difficile da intercettare e bloccarli nei momento migliori di traffico e spaccio di droga ecc... Ecco perché ieri sera ho avuto quella veloce e repentina perquisizione a mio carico. Era per potermi incastrare per bene e fermare la mia capillare inchiesta sul finale. Nel salvare i tanti componente dei partecipanti alle feste, e a spartirsi poi, il vasto malloppo che produce lo smercio e la vendita di droga in buona parte al meridione. E prossimamente anche nel settentrione. Ecco perché servono tanto locali e ristoranti, nightclub, da avere tra le mani, a disposizione? Poi sistemati per bene, sotto prestanome compiacenti. Comprendete? Da acquisire poi, il ricavato, che veniva ben diluito nel riciclare il tutto in banconote pulite. Comprendete la trafila fatta e ben oliata dai partecipanti alle olimpiadi dello sballo. M'ha in mezzo c'ero io, che gli rompevo le scatole. Pertanto volevano prima sapere dove tenevo nascosto i tanti documenti e nomi importanti, oltre i nomi dei testimoni chiave, da poterli sbarazzarsene per bene? Ma alla fine a farli incavolare per non approdare a nulla! Penso di aver avuto il vantaggio a mio favore, di lavorare sempre da solo.... > si spiegò chiaramente Marcello al procuratore Tomasini e il commissario Mandelli, si compiacevano del risultato: < Questa notizia da prima pagina, appena verrà presentata alla procura, ma quella giusta? Visto che ci sono tante procure e commissariati, oltre giudici molto amici, super pagati di nascosti, da ammiccare e tentare di spostare le richiesta su confuso? Da essere difficile da intaccate e smascherare senza prove ben sicure? >

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espose Mandelli convinto e chiedere ancora incuriosito a Marcello: < Ma, allora? Cos'è che non hanno trovato i nostri colleghi furbetti, che premevano vivamente, di trovare? Ci tenevano per bene alla larga ieri sera?.. Anzi seccati che siamo arrivati anche noi a rompere le loro manovre diversive dopo, se no trovavano ciò che cercavano?... Mi sa che sono molti del gruppo immischiati, a spartirsi poi, le mandorle succose e invogliati per una vita pensionistica più agevole dopo. Giusto dottore Tomasini? > espose incuriosito il commissario Mandelli. < Ha perfettamente ragione! Comunque, Marcello continui e dire? > < Certamente! Ieri nel primo pomeriggio, appena prima da rientrare da Viareggio, dove avevo per caso incontrato il boss Garotino. Anzi, per l'esattezza, costretto sotto minaccia, dover dialogato con il boss, sulla sua limousine sul lungo mare viareggino. Comunque nel farla breve, io non ho voluto dimostrare al boss, che temevo la sua minaccia, sapendo che il suo scopo era ben altro. Assumermi! E in verità mi proponeva di entrare nel suo gruppo pensionistico? Ho risposto che non ero in vendita... da lascialo. Ma penso anche che il capitano Caputo, voleva fare una bella figura arrestando il boss, catturato sulla sua limousine a Viareggio e senza informarvi dei fatti in esecuzione, nel farmi pedinare sistematicamente da più di un mese?.. Magari poi dopo averlo arrestato, farselo sfuggire di mano? Sapete come può capitare, la colpa era poi vostra... > indicando il commissario attento al discorso: < Consegnato a voi come giurisdizione e preso in consegna dalle vostre guardie a Viareggio. E volutamente il caso vuole? Non sapevano gestire la faccenda improvvisata, con l'arresto di una grossa personalità mafiosa, da inserita nelle vostre celle, può scappare la fuga? Capite l'intreccio! > espose Marcello convinto guardato dai due, che si stavano convincendo dei probabili fatto che potevano capitare. < Accidenti! Si ha ragione dottore! < sbottò deciso Mandelli, nel continuare a dire: < Quelli prima l'arrestano e ce lo consegnano, per pulirsi le mani e per caso, non si sa cos'è, magari con l'aiuto di qualche talpa, ci scappa e il capitano ha fatto la bella figura e noi come babbei imbranati ci caschiamo dentro? Per la miseriaccia! > sbottò. < Comunque per concludere la storia, quando il capitano Caputo, era arrivati qui la prima volta a metà pomeriggio, con la scusa di chiedermi sul presunto colloquio con il boss campano in città? Dove senz'altro qualcuno glie l'avrà detto, di avermi visto che salivo sulla limousine del boss... Dov'ero stato forzatamente obbligato montare sulla limousine a parlare? Tenendo sotto tiro la signorina Priscilla. Perciò, visto che non ho fatto

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contento, prima il boss e dopo qui il capitano a raccontargli il breve dialogo avuto. Caputo si era innervosito e mentre erano qui in casa? Qualcuno dei suoi uomini, ha messo sulla mia auto della droga e una mazzetta di euro, per potermi incastrare dopo e smontare la mia inchiesta dilungata da troppi cavilli burocratici, quelli all'italiana?.. Capisce dottor Tomasini come s'intreccia la faccenda? Per fortuna ho mangiato la foglia e sono andato a controllare appena dopo la mia auto. Trovando il segnalatore sotto al paraurti e sotto il cruscotto la droga e soldi. Raccattati velocemente sapendo che sarebbe ritornato appena dopo con un bel mandato di perquisizione? > interrotto dal procuratore che voleva ben sapere: < Ma da chi, il capitano si è fatto fare un veloce mandato di perquisizione? > < Ecco lo qui, è uno degli aiuto procuratore di Lucca, il dottor Franco Gabardella. Che ha per ben evidenziato in calce: (Un ufficiale corrotto da controllare e inquisire per traffici illeciti con la camorra.) spiegava la richiesta. Io il sacchetto l'ho trovato e non l'ho toccato con le mie dita, l'avevo ben nascosto nel casolare, e lo ripreso appena stamattina. Senz'altro poi, troveremo le impronte di qualcuno dei tirapiedi del Caputo?... > chiamando Priscilla dall'altra stanza e chiedere: < Priscilla per cortesia, mi porti quella grossa busta gialla sul mobile? > arrivando subito col plico: < Questo, giusto! > consegnandolo e ritornare in cucina. < Eccola qui, per lei Mandelli la bella refurtiva e una bella cimice messa tra i fiori qui in casa. Sono egualmente riusciti a mettermela qui in casa, per sentire cosa dicevamo dopo?.. Lo messa a bagno nel bicchiere, appena l'asciugherete, magari potete risalire al mittente dell'ascolto. > < Immagino il capitano Caputo in testa? > provò a dire Mandelli. < Un vero peccato? Solo per soldi a tentare di salvarsi dai debiti che si è fatto al gioco... > espose convinto Marcello. < Già! Proprio così. Questa sì, che è una bella retata da fare al più presto! > commentò concordando il procuratore Tomasini sull'incavolato. Anche il commissario esultava a dire: < Finalmente potremo bloccare i tanti spioni in mezzo a noi? Accidenti! Che casino.. Eh', Cosa farebbe mai la gente, per i soldi, si svenano! O più facilmente che si vendano anche la madre per non averla tra i piedi a rompere... > sbottò Mandelli euforico, per la bella risoluzione a catturare dei criminosi ladri e assassini, pronti ad arraffare un po' tutto... Dovremo fare senz'altro un bella retata. Ma, dottor Sarsuoli, ci sono da qualche parte i verbali e documenti che evidenziano le tante persone implicate, e dove li disegretiamo?.... > chiedeva Mandelli.

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Capitolo Sedicesimo

Marcello con un leggero sorriso, si abbassava e toglieva dal suo stivaletto tra le due fodere di pelle due pendrive, nel spiegare al commissario amico fidato, e al procuratore capo Tomasini, attenti alle sue parole: < Dottore Tomasini e lei commissario Mandelli vi consegno una copia a testa dei tanti verbali e documenti di testimonianze, inserite su queste pendrive, che ho raccolto e messo in movimento. Racchiusi su queste pendrive c'è proprio tutto. Altre copie, le ho già sistemate in posti sicuri, assieme al cartaceo comprovati per evenienza. Inserendo nomi importanti dei procuratori dislocati in altri dicasteri implicati? Sono ben evidenziati qua dentro nelle pendrive. Da essere sicuri che almeno qualcuna arriva a segno e ad evitare delle perdite casuali? Evitando se possibile, con tanti maghi in giro per il paese, a far scomparire velocemente il tutto e a salvare il posteriore a tanti lecchini spregiudicati? Certo si avranno delle forti ripercussioni in parlamento e qualcuno implicato si avvale dell'immunità parlamentare per salvarsi... Ma ho provveduto anche a questi intoppi se dovrebbero succedere. Per la paura di essere implicati, fa fare brutte cose alla gente disonesta... > espose tranquillo Marcello. Guardato con occhio benevolo, dal procuratore capo a dire con fare serio: < Sapevo che potevo fidarmi di lei. Ora lasciamo che il nostro commissario prenda in mano le redini. Io le farò avere subito una delega della massima fiducia a superare le tante diffidenze dei suoi superiori in città. Da avere campo libero a procedere spedito! > < Grazie dottore per la fiducia riposta! Porterò a termine la faccenda, nel più breve tempo possibile... Appena la voce si spargerà sarà un bel fuggi fuggi! Allora si che rideremo di gusto. Grazie dottori! Rientro subito alla base, da evitare discussioni inutili con i colleghi scaltri in cerca di altre rogne e magari ottenere promozioni d'avanzamento gratuite. Arrivederci! > < Arrivederci a noi tutti! Le prossime tappe da fare saranno le aule giudiziarie del mio dicastero... > espose con autorità il procuratore capo. < Salute a voi tutti! > concordò Marcello, accompagnandoli alla porta. Priscilla sbucò fuori dalla cucina all'improvviso e piombò dentro la stanza, nel farfugliare sull'agitata: < Non uscite! Ho prima visto delle ombre armate, che sgattaiolavano rasente al muro del cascinale, dietro al fabbricato! Le vostre guardie dall'altra parte, ancora non hanno e visto

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nulla, stanno parlando tranquillamente assieme? > commentava più che convinta e spaventata fortemente la giovane Priscilla. < Come? Le mie guardie del corpo non si sono accorte di nulla? > sbottò preoccupato il procuratore capo, bloccato sul chi vive? Marcello con decisione provava a dire: < Aspettate!? > aprendo la porta da voler chiamare i tre poliziotti di Mandelli e le due guardie del corpo, del procuratore. Che erano tranquilli fuori e parlavano tra loro. Ma decisa Priscilla usciva prima lei a dire a voce alta: < Ragazzi venite dentro tutti a bere qualcosa! Qui fuori il sole scalda e i signori dentro ne avranno ancora per molti a discutere. Venite! > strizzando l'occhio ai militari che intuivano qualcosa nel rispondere: < In verità abbiamo la gola secca. Grazie signora. Veniamo! > entrando decisi e appena entrati dentro Marcello con un grosso respiro, l'informava: < Abbiamo visite! Disponetevi uno per stanza senza farvi notare ed evitiamo di farci prendere alla sprovvista. Avete almeno le vostre armi? Benissimo ragazzi!... Dottore entri nel ripostiglio e scenda in cantina assieme e Priscilla! Non perdiamo tempo! Tra poco quelli, i tirapiedi del boss, immagino siano loro? Faranno irruzione, o proveranno altrimenti a qualcos'altro per stanarci a consegnarci a loro? Certamente non l'avevo preventivato questa meschina mossa a voler prendersi tutto? > espose Marcello incavolato, nel sistemarsi ad un posto di controllo della casa ormai accerchiata: < Quelli la fuori mi sa che vogliono la guerra? Beh', e allora la facciamo colleghi! > aprendo l'armadietto del contatore luce e frugò di dentro, da prendere dietro al contatore luce, ben nascosta una sua pistola. Nemmeno la polizia di Lucca prima, non l'aveva trovata? Poi prese un piccolo accessorio che sembrava un salvavita dell'impianto elettrico invece era ben altro. Mentre due poliziotti erano già scivolati fuori dalla finestra per affrontare il nemico e uno del corpo di guardia del giudice era rimasto li alla finestra a guardia e pronto ad intervenire, l'altra guardia davanti alla porta della cantina a guardia del procuratore. Intanto Marcello dall'altra parte più esposta al nemici, guardo fuori dalla finestrella del ripostiglio a rete, a capire com'era la situazione all'esterno. Aspetto un momento ancora, e poi capì che era il momento giusto e azionò l'interruttore e al di fuori si senti un bel botto secco. Qualcosa saltava in aria! Era proprio l'auto dei mafiosi nascosta dietro il cascinale, fermata nel posto giusto per non essere vita dalla casa. Ma proprio in quel punto Marcello aveva immaginato il punto esatto per piazzare il suo ordigno a spaventare gli intrusi e c'era riuscito per bene. In quegli attimi di tensione, si vedeva l'auto dei camorristi saltare veramente in aria in un bel botto,

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secco e sicuro di aver centrato il bersaglio e dare un duro avvertimento.

Marcello alla fine si spiegava tranquillo: < Adesso sono a piedi quei quattro mafiosi e staranno a ripensarci sopra!?.. E' stata una mia idea per precauzione, ed è servita a dare una risposta ai camorristi in avanscoperta? Adesso penseranno che abbiamo altri agenti alle loro spalle, da pensarci bene cosa fare?... Già prima, l'immaginavo che, il boss non avrebbe mollato per nulla l'osso? Per sicurezza lui ha inviato i suoi messaggeri attraverso i suoi tirapiedi per scoraggiarci, ed arrenderci a loro e da consegnare ogni prova che ho raccattato col tempo?... Ma come avrà già saputo che il procuratore capo Tomasini veniva qui stamattina, avrà studiato un'altra via? Mi sa che di spie non mancano da nessuna parte. Hanno per bene impiantato una buona rete spionistica dappertutto. Meglio dei militari?... Accidentaccio boia! > sbottò Marcello. E prontamente il tenente Barberi, il capo guardia del corpo, del giudice, provò a dire sospettoso: < Penso che la colpa è mia! Prima di partire da Pisa, il segretario del procuratore, mi ha chiesto dove eravamo diretti, ed io come un allocco. Dato che lo credevo una persona della massima fiducia, quel segretario Bontempi, gli ho detto che venivamo da queste parti a trovare dei parenti. Ma null'altro?... Accidenti! Qualcuno gli avrà chiesto dov'eravamo andati e il gioco di spie e spioni è fatto?... > Con la grossa deflagrazione del botto con l'auto mafiosa che bruciava i camorristi si erano dati alla fuga a piedi tra la campagna. Mentre il commissario Mandelli aveva già allertato i colleghi in centrale a Viareggio

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e appena dopo stavano arrivando diverse vetture dell'arma a supporto. Perciò meno che non si dica tutto si era risolto per il meglio, con retate nei dintorni, ma senza risultato... Con la partenza del procuratore capo per Pisa e il commissario in direzione di Viareggio, per impostare una bella retata e arrestare tutti quanti a non finire! E molto presto sarebbero finiti tutti quanti in tribunale a Pisa per direttissima. Il procuratore capo non voleva perdere altro tempo, ad evitare che il nemico si rafforzi? Con la speranza di aver dopo ridotto l'espansione della malavita per la nazione. Era una speranza che sovente si faceva Marcello, ad operare in incognita.

Appena un mese dopo, in tutto quel gran baccano fatto sui quotidiani e televisione, iniziavano già nel palazzo di giustizia, del tribunale blindato a Pisa, le prime udienze preliminari. Erano giunti alla resa dei conti, per i tanti mafiosi e compagni implicati a essere giudicati e condannati a varie pene inflitte, ai tanti arrestati della cricca e affigliati, complici immischiati per bene a corrompere con forza la buona fede della gente verso la vera giustizia, che sembrava finalmente prendere piede....

Pertanto al momento Marcello, aveva lascito ad altri colleghi prendersi gli allori meritati. Lui era un agente speciale, un po' segreto, da lavorare sempre solo e in incognita. Una persona senza pretese o allori da sfoggiare a bandiera. Lui al momento aveva ben altre cose personali in ballo da visionare e sistemare per bene. Sposare la sua amata Priscilla. La sua donna che ha saputo dimostrare di essere più che mai all'altezza e saper condividere le avversità capitate assieme al proprio uomo. Sempre impegnato a combattere il nemico subdolo e ben nascosto, da scovare.

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Capitolo Diciassettesimo

Era il proponimento che si stavano confabulando tra loro due, seduti in riva al mare a contemplare il tramonto, nel dire tranquillo: < Cara la mia dolce Priscilla. Devo congratularmi per la tua caparbietà a sostenermi, nel partecipare alle mie nascoste battaglie. Grazie! Purtroppo le complicanze burocratiche con il passare del tempo diventano sempre più lunghe, come le battaglie Puniche, per il sistema burocratico cavilloso e controverso, e da portare poi a dei condoni non voluti e irrisolti. Sminuendo il tanto tribolare delle forze dell'ordine nel faticare a catturare i criminale e poi trovare un pubblico ministero, che per la virgola mancante sul verbale, liberare gli arrestati catturati in anni di dura lotta... Questo è il guaio?.. > < Ma che moglie sarei se mi mettessi a frignare ad ogni tua missione. Certo e lo capisco che in ogni momento metti la tua vita in pericolo per salvare gli altri. Ma è la tua scelta onorevole. Ed io ne sono ben cosciente. Ed è per questo che ti amo così tanto, per quello che sei. Amore mio! >

< Grazie mia dolce compagna! Allora mi vuoi ancora sposare? Cosa diresti, se ci sposiamo con poche persone attorno. Solo i parenti e gli amici più stretti... e nessun'altra?..... >espose baciandola con affetto. < Per me va benissimo. Purtroppo non ho parenti da invitare. Ma ho trovato in te, il mio uomo da amare con tutta l'anima. Ti amooo!! > urlò felice Priscilla, di quella richiesta annunciata giorni addietro.

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< Anche io ti amo tanto amore mio! Sei stata la cosa più bella che ho incontrato... Certamente dovremo trovare una casa confacente. > < A, proposito, sai che l'altro giorno e passato il padrone della casa a prendere l'affitto e mi ha detto se sapiamo se a qualcuno può interessare comperarla casa e il terreno attorno? Tu cosa ne pensi? A me non dispiacerebbe rimanere... Oltretutto sarei vicina al lavoro al night. Tu forse vorresti abitare a Roma accanto al comando della Dia? > commentò il fatto Priscilla, sulla vendita di quella casa di campagna. < Si lo sapevo che il padrone la vuole vendere. Ma temevo che con l'ultima battaglia, non avresti voluto abitare. Ma se ti piace per me va bene! A Roma ci vado in auto quando serve. Sai, ti voglio veramente tanto bene, amore mio! > < Sapessi io quanto tene voglio. Ti amo tanto amore! >

Soltanto un mese dopo, già si trovarono in riva al mare a festeggiare il proprio matrimonio, dopo aver lasciato soli i pochi parenti ed amici e loro in riva al mare, nel tenendosi ancora per mano a confermare la loro unione.

FINE

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TRA LE NOTE MUSICALI

I luoghi le foto e i personaggi, inseriti nella trama del romando d'amore, azione e avventura, sono puramente casuali le coincidenze capitate.

Pierantonio Marone ringrazia

Muggia 10/04/2017 Stampato su Canon ip 4850

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Romanzi inseriti - sul Web: Gratuitamente

Romanzi d'amore e d'avventura, intrisi di giallo - sono disponibili per tutti gratuitamente, sul mio Sito Web: in formato - PDF - ebook -

1968 - Sahadja - Hilde febbraio 1970 - Un amore diverso maggio 1974 - Viaggio al Sud aprile 1980 - Rincorrere il rischio marzo 1983 - Per colpa di uno stupro luglio 1990 - Il dolore fatuo della riviviscenza gennaio 1996 - Far West - La mappa scomparsa novembre 1997 - Anche i clown si spogliano giugno 1999 - L’identità perduta dicembre 2006 - L’ardua risorsa aprile 2007 - Memorie confuse del passato maggio 2009 - Un fluttuare di un fico nella notte agosto 2009 - La ragazza del lago Maggiore ottobre2010 - Venti anni e un giorno per vivere febbraio 2010 - Futili pensieri a Wadi-Rum luglio 2010 - La vita è come un grande gioco settembre 2010 - Viaggio inaspettato novembre 2011 - Le vie del Signore sono infinite gennaio 2011 - Pura fatalità marzo 2011 - Una fermata di troppo maggio 2011 - Un legame difficile luglio 2011 - Oltre il riflesso l'inganno settembre 2012 - Perché l'hai fatto? gennaio 2012 - Stagioni da ricordare febbraio 2012 - Valida soluzione aprile 2012 - Il fuoco non perdona maggio 2012 - Il verde profondo della foresta giugno 2012 - L'ereditiera scomoda settembre 2012 - L'attesa primavera novembre 2013 - Viaggio a Lourdes febbraio 2013 - Tutto da rifare marzo 2013 - Memorie confuse e un po' contorte aprile

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2013 - Camille maggio 2013 - Sotto un cielo stellato giugno 2013 - Karim il vichingo luglio 2013 - Tutto è possibile agosto 2013 - Sole rovente settembre 2013 - Insidie pericolose ottobre 2013 - Bersaglio mobile novembre 2013 - Racconti del passato dicembre 2014 - Fuga complicata gennaio 2014 - Senza destino marzo 2014 - Vacanza complicata aprile 2014 - Complice il ritratto maggio 2014 - Ritorno alla vita giugno 2014 - Lo scrigno conteso luglio 2014 - Las leyenda misteriosa an Machu Picchu 1 agosto 2014 - Las leyenda misteriosa an Machu Picchu 2 agosto 2014 - Qualcosa di sbagliato settembre 2014 - Quella panchina vuota ottobre 2014 - Una particolare situazione novembre 2014 - La lotta per la pagnotta dicembre 2015 - Quei fiori sulla scogliera gennaio2015 - La custode del faro marzo 2015 - Una questione di classe aprile 2015 - La cosa più bella che ho di te giugno2015 - Se fosse Vero? luglio2015 - Le ore che non passano a Chengdu agosto 2015 - Inquietante destino novembre2016 - Qualcosa di piacevole gennaio 2016 - Racchiusa in un cuore ghiacciato febbraio2016 - Legami al cellulare marzo2016 - Dietro quella porta gialla a Dublino aprile2016 - La reviviscenza acquisita 1 maggio 2016 - La reviviscenza acquisita 2 luglio 2016 - Questa poi mi è nuova agosto 2016 - L'amore immaginario settembre 2016 - Difficile dover scegliere novembre 2016 - Il ragazzotto smarrito dicembre2017 - Riflessi nello stagno gennaio

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2017 - Tra le note musicali aprile

SitoWeb: di Pierantonio Marone

http://erosmenkhotep.altervista.org/

Pierantonio Marone

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