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Data e sede del Corso19 febbraio 2015Una Hotel Modena Via Luigi Settembrini, 10 - 41126 Baggiovara (Modena)Tel. 059 5139595

Responsabili ScientificiDr. Stefano Urbinati - Direttore Unità Operativa di Cardiologia, Ospedale Bellaria, BolognaDr. Alberto Menozzi - Unità Operativa di Cardiologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Parma IscrizioniMedici Chirurghi: GRATUITAL’iscrizione potrà essere effettuata online tramite il sito internet www.summeet.it oppure inviando la scheda d’iscrizione (scaricabile dal sito) alla Segreteria Organizzativa via fax al nr. 0332 317748 entro il 12 febbraio 2015. ECM (Educazione Continua in Medicina)Il Provider ECM ha inserito nel programma formativo 2015 l’evento “La Frequenza cardiaca come minimo comune denominatore tra cardiopatia ischemica e scompenso cardiaco” assegnando n°3 crediti formativi. L’evento formativo è destinato a n. 50 Medici Chirurghi (Cate-goria: Cardiologia, Geriatria, Medicina e Chirurgia di Accettazione e di Urgenza, Medicina Interna) e l’attestazione dei crediti è subordinata alla partecipazione effettiva all’intero program-ma formativo, alla verifica dell’apprendimento e al rilevamento delle presenze.

Provider ECM e Segreteria Organizzativa SUMMEET Srl Via P. Maspero, 5 - 21100 Varese Tel. 0332 231416 - Fax 0332 317748 [email protected] - www.summeet.it Provider ECM n° 604

Event’s Management

“LA FREQUENZA CARDIACA COME MINIMO COMUNE DENOMINATORE

TRA CARDIOPATIA ISCHEMICA E SCOMPENSO CARDIACO”

19 febbraio 2015

Una Hotel Modena, Modena

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PROGRAMMA SCIENTIFICO14.30 Arrivo dei partecipanti e presentazione

14.45 Presentazione del Corso

I SESSIONE Moderatori: Giovanni Quinto Villani (Piacenza), Alberto Menozzi (Parma)

15.00 La frequenza cardiaca elevata: fattore di rischio indipendente o epifenomeno? Stefano Urbinati (Bologna)

15.15 L’ evoluzione dei farmaci che agiscono sulla frequenza cardiaca Stefano Coli (Parma)

15.30 Discussione

16.00 Coffee break

II SESSIONE Moderatori: Stefano Cappelli (Carpi), Stefano Tondi (Modena)

16.30 Dovremmo personalizzare la riduzione delle frequenza cardiaca nella cardiopatia ischemica? Alberto Menozzi (Parma)

16.45 Esperienze condivise Massimo Pantaleoni (Reggio Emilia)

17.00 Discussione

17.30 La riduzione della frequenza cardiaca nello scompenso cardiaco: dalle evidenze scientifiche alla pratica clinica

Alessandro Navazio (Guastalla)

17.45 Esperienze condivise Alessandro Malagoli (Piacenza)

18.00 Discussione

18.30 Take home message

18.45 Compilazione questionario ECM e conclusione del Corso

Le malattie cardiovascolari risultano tra le principali cause di morte nel mondo occidentale, e, la loro prevalenza, unita alla loro morbilità, rappresenta una sfida costante per il Sistema Sanitario dei nostri paesi.Anche per tali ragioni, la ricerca scientifica ha sempre messo in campo numerosi investimenti nel panorama delle malattie cardiache. Questo fa della Cardiologia una specializzazione medica dove le novità farmacologiche e diagnostico-strumentali vengono proposte, pressochè a gettito continuo, da diversi anni.La gestione dei pazienti ad elevato rischio cardiovascolare rappresenta, ad oggi, un modello di lavoro integrato tra gli specialisti, dove lo scambio di informazioni ed il coordinamento delle figure coinvolte è fondamentale per ottimizzare i risultati terapeutici ed utilizzare in modo razionale le risorse disponibili.

Il corso si propone di valutare il parametro frequenza cardiaca, che sta assumendo un ruolo sempre più importante nella valutazione della qualità di vita, sia del paziente ischemico che del paziente scompensato.ANMCO, insieme a GISE e GICR, ha stilato un documento condiviso, nel quale la frequenza cardiaca risulta uno dei parametri da valutare alla dimissione nel paziente coronaropatico cronico, mentre le linee guida ESC sullo scompenso cardiaco hanno inserito la frequenza cardiaca tra i fattori predittivi di mortalità.

Partendo da questi presupposti, è importante oggi confrontare il ruolo della frequenza cardiaca nella cardiopatia ischemica e nello scompenso cardiaco e quanto questo parametro sia preso in considerazione dai cardiologi della regione Emilia Romagna.

RAZIONALE SCIENTIFICO