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approvazione delle maestranze, che infatti risposero con l'antica formula “fiat, fiat”, ovvero “sia, sia”, in uso nel caso di sentenze importanti nel diritto romano. Più della scienza e di altre applicazioni tecniche l'estrazione dei metalli ha influenzato i luoghi e le culture, animando non poco anche le interpretazioni fanta -scientifiche e le leggende popolari, tanto che fino ad oggi non si era ancora cercato di inquadrare il fenomeno in modo oggettivo se non all'interno di ambiti estremamente specialistici e perciò ristretti come la filologia o la ricerca storico- archivistica. Tutti questi aspetti vengono riconosciuti dagli altri contributi al testo, da quello di Margherita Cogo e Michele Lanzinger (Archivi di carta, archivi di pietra), come dal ricco intervento di Claudio Tessaro de Weth sulla qualità iconologica e sulle testimonianze di quella moda dotta, ispirata dalla metallurgia, che nel corso dei secoli sedicesimo e diciassettesimo produsse vari testi a stampa in ambito alchemico, situazioni curiose e talvolta di sapore magico nella cultura imperante, oltre ad alcuni interessanti esempi di applicazione nell'arte di maniera e barocca nei palazzi, nelle ville e nelle chiese di Trento. Sono questi gli argomenti da cui prenderà il via, il 4 ottobre 2008, il convegno “1208-1508: Miniere tra Ecclesia e Impero”, organizzato dal Centro Studi “Vox Populi” presso il Castello di Pergine. Il primo volume pubblicato dal Centro Studi “Vox Populi” come editore (P. Zammatteo, Codex wangianus, 2008) ha voluto celebrare l'ottocentesimo anniversario dall'inizio della stesura del primo codice minerario di diritto pubblico della storia. Il Liber de postis montis Arçentarie raccoglie documenti redatti a partire dal 1185 fino al 1214 e riguarda principalmente i giacimenti in strato scoperti sull'altopiano del Calisio (o Argentario). Furono tanto importanti da ispirare la stesura di vari altri regolamenti dello stesso genere, inizialmente nello “scrigno d'Europa”, la Boemia, poi in Italia (Massa Marittima) e a seguire nei Paesi della Penisola Scandinava e in Tirolo. Il contributo di Paolo Zammatteo ha voluto indagare la sostanza del contesto in cui il regolamento trentino venne steso. Ne risulta un quadro complesso di rapporti e convenzioni, anche non scritte e che erano di origine antichissima, riportate poi all'interno dei particolarissimi criteri di amministrazione di una sola terra lungo tutto il confine alpino. Trento costituiva un caso a sé, con un Principe e Vescovo che era anche consigliere in Italia dell'Imperatore. Ne risultava un ruolo duplice del presule, come titolare di un privilegio sulle miniere concesso tramite regalia e come beneficiario diretto dell'estrazione dell'argento; ovvero si configurava sia come feudatario territoriale, sia come imprenditore egli stesso. Questo comportava anche dei doveri riguardo ai canopi o werchi, i minatori. Quando nel 1185 il vescovo declamò il primo statuto dalla loggia del Duomo di Trento, non imponeva la sua volontà, ma chiese la piena L'Arte è quella mineraria, con tutti i suoi risvolti in ambito iconografico e parascientifico (la Magia) dettati dalla fascinazione dei metalli su umanisti e pensatori nel corso della storia. Paolo Zammatteo e Claudio Tessaro de Weth porteranno ulteriori argomenti ad arricchimento delle tesi esposte nel volume, proponendo il tema conduttore dell'incontro. I risvolti storici del periodo sono numerosi e Pergine era destinata ad assumere rapidamente un ruolo di primo piano nella conduzione della produzione d'argento in Trentino. Quindi, così come il codex wangianus aveva aperto un'epoca, i nuovi eventi che portarono alla scoperta dell'America alla fine del Quattrocento determinarono la sua fine e gli albori dell'Evo moderno. L'istituzione di un mercato in ragione della presenza dei minatori nella borgata, del Tribunale minerario (1504 -1505), l'acquisizione della giurisdizione perginese nella enclave del vescovo Clesio, i nuovi statuti del 1524 sono tutti elementi di un disegno più ampio, che entra nel quadro geopolitico dell'Europa rinascimentale. Da ciò deriva anche la collocazione dell'iniziativa nella cornice di Castel Pergine, dove immediatamente dopo la sua incoronazione ad imperatore cinquecento anni fa Massimiliano I condusse la campagna militare nella guerra di Cambray. La centralità di Pergine e del suo monumento simbolo in quell’epoca deve essere letta come una testimonianza evidente di quanto stava avvenendo nel sottosuolo. I minerali utili non sono una risorsa rinnovabile e l'importanza assunta dal distretto perginese può essere spiegata solo in ragione della notevole ricchezza delle sue risorse. L'analisi del contesto si sposta quindi sulla ricchissima varietà dei giacimenti trentini, che conosce una concentrazione impressionante proprio nell'area compresa fra l'asta dell'Adige (tra Trento e Lavis) e la Valsugana settentrionale fino a Roncegno e Cinque Valli. Il prof. Piero Frizzo dell'Università di Padova ha sviluppato a lungo l'argomento e proporrà la lettura di questo singolare panorama del sottosuolo, affiancato dal prof. Piergiorgio Jobstraibizer , geochimico, che illustrerà le caratteristiche di minerali e prodotti di lavorazione. Entrambi i docenti sono impegnati nello studio di opportunità di valorizzazione dei siti estrattivi in valle del Fersina e il loro contributo può quindi inquadrare l'aspetto territoriale e il valore attuale dei vecchi siti di estrazione. Altri studi pregevoli nel Perginese sono stati condotti da un'equipe internazionale, che fa capo agli atenei di Boston, Nottingham e Padova: si tratta della lettura del territorio tramite le più moderne tecniche di ricerca, che permettono ormai di vedere e riconoscere manufatti e segni di civiltà anche minimi con precisione estrema. A portare testimonianza dei risultati archeologici sono il prof. Mark Pierce, che ci introdurrà al lavoro dei minatori dalla Preistoria all'età del Ferro (esponendo anche le scoperte in alcuni siti italiani), e il prof. Armando De Guio, che presenterà gli esiti delle ricerche svolte negli ultimi dieci anni in Trentino sudorientale sul tema della metallurgia alpina. Con l'occasione si farà riferimento anche ad alcune esperienze di archeologia sperimentale: per questo è prevista la partecipazione di Michele Lanzinger, direttore del Museo Tridentino di Scienze Naturali, di esponenti della museologia locale (Ecomuseo Argentario, Museo della Miniera di Erdemolo, Museo della Miniera di Calceranica) e di figure istituzionali, in rappresentanza dell'Assessorato alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento, del Comprensorio C4 - Alta Valsugana e del Comune di Pergine. Puoi approfondire su: www.vxp.it TRA ARTE, MAGIA E SCIENZA Un convegno sui contenuti del codex wangianus a Pergine Valsugana a cura di VXP

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approvazione delle maestranze, che infatti risposero con l'antica formula “fiat, fiat”, ovvero “sia, sia”, in uso nel caso di sentenze importanti nel diritto romano.

Più della scienza e di altre applicazioni tecniche l'estrazione dei metalli ha influenzato i luoghi e le culture, animando non poco anche le interpretazioni fanta-scientifiche e le leggende popolari, tanto che fino ad oggi non si era ancora cercato di i n q u a d r a r e i l fenomeno in modo oggettivo se non all'interno di ambiti e s t r e m a m e n t e specialistici e p e r c i ò r i s t r e t t i come la filologia o la ricerca storico-archivistica.

Tutti questi aspetti vengono riconosciuti dagli altri contributi al testo, da quello di M a r g h e r i t a Cogo e Michele L a n z i n g e r (Archivi di carta, archivi di pietra), come dal ricco i n t e r v e n t o d i Claudio Tessaro de Weth sulla qualità iconologica e sulle testimonianze di quella moda dotta, ispirata dalla metallurgia, che nel corso dei secoli sedicesimo e diciassettesimo produsse vari testi a stampa in ambito alchemico, situazioni curiose e talvolta di sapore magico nella cultura imperante, oltre ad alcuni interessanti

esempi di applicazione nell'arte di maniera e barocca nei palazzi, nelle ville e nelle chiese di Trento. Sono questi gli argomenti da cui prenderà il via, il 4 ottobre 2008, il convegno “1208-1508: Miniere tra Ecclesia e

Impero”, organizzato dal Centro Studi “Vox Populi” presso il Castello di Pergine.

Il primo volume pubblicato dal Centro Studi “Vox Populi” come editore (P. Zammatteo, Codex wangianus, 2008) ha voluto celebrare l'ottocentesimo anniversario dall'inizio della stesura del primo codice minerario di diritto pubblico della storia.

Il Liber de postis montis Arçentarie raccoglie documenti redatti a partire dal 1185 fino al 1214 e riguarda principalmente i giacimenti in strato scoperti sull'altopiano del Calisio (o Argentario). Furono tanto importanti da ispirare la stesura di vari altri regolamenti dello stesso genere, inizialmente nello “scrigno d'Europa”, la Boemia, poi in Italia (Massa Marittima) e a seguire nei Paesi della Penisola Scandinava e in Tirolo.

Il contributo di Paolo Zammatteo ha voluto indagare la sostanza del contesto in cui il regolamento trentino venne steso. Ne risulta un quadro complesso di rapporti e convenzioni, anche non scritte e che erano di origine antichissima, riportate poi all'interno dei part icolarissimi cri teri di amministrazione di una sola terra lungo tutto il confine alpino. Trento costituiva un caso a sé, con un Principe e Vescovo che era anche consigliere in Italia dell'Imperatore. Ne risultava un ruolo duplice del presule, come titolare di un privilegio sulle miniere concesso tramite regalia e come beneficiario diretto dell'estrazione dell'argento; ovvero si configurava sia come feudatario territoriale, sia come imprenditore egli stesso.

Questo comportava anche dei doveri riguardo ai canopi o werchi, i minatori. Quando nel 1185 il vescovo declamò il primo statuto dalla loggia del Duomo di Trento, non imponeva la sua volontà, ma chiese la piena

L'Arte è quella mineraria, con tutti i suoi risvolti in ambito iconografico e parascientifico (la Magia) dettati dalla fascinazione dei metalli su umanisti e pensatori nel corso della storia. Paolo Zammatteo e Claudio Tessaro de Weth porteranno ulteriori argomenti ad arricchimento delle tesi esposte nel

volume, proponendo il tema conduttore dell'incontro.

I risvolti storici del periodo sono numerosi e Pergine

era dest inata ad assumere rapidamente un ruolo di primo p i a n o n e l l a conduzione della p r o d u z i o n e d ' a r g e n t o i n Trentino. Quindi, così come il codex

w a n g i a n u s a v e v a

a p e r t o un'epoca, i

nuovi eventi che portarono alla s c o p e r t a dell'America alla f i n e d e l Q u a t t r o c e n t o determinarono la sua fine e gli albori dell'Evo m o d e r n o .

L'istituzione di un mercato in ragione

della presenza dei minatori nella borgata , del

Tribunale minerario (1504-1505), l'acquisizione della

giurisdizione perginese nella enclave del vescovo Clesio, i

nuovi statuti del 1524 sono tutti elementi di un disegno più ampio, che en t ra ne l quadro geopol i t ico dell'Europa rinascimentale.

Da ciò deriva anche la collocazione dell'iniziativa nella cornice di Castel Pergine, dove immediatamente dopo la sua incoronazione ad imperatore cinquecento anni fa Massimiliano I condusse la campagna militare nella guerra di Cambray.

La centralità di Pergine e del suo monumento simbolo in quell’epoca deve esse re l e t t a come una testimonianza evidente di quanto stava avvenendo nel sottosuolo. I minerali utili non sono una risorsa rinnovabile e

l'importanza assunta dal distretto perginese può essere spiegata solo in ragione della notevole ricchezza delle sue risorse.

L'analisi del contesto si sposta quindi sulla ricchissima varietà dei giacimenti trentini, che conosce una concentrazione impressionante proprio nell'area compresa fra l'asta dell'Adige (tra Trento e Lavis) e la Valsugana settentrionale fino a Roncegno e Cinque Valli. Il prof. Piero Frizzo dell'Università di Padova ha sviluppato a lungo l'argomento e proporrà la lettura di questo singolare panorama del sottosuolo, affiancato dal prof. P i e r g i o r g i o J o b s t r a i b i z e r , geochimico, che i l lus t rerà le caratteristiche di minerali e prodotti di lavorazione.

Entrambi i docenti sono impegnati nello studio di opportunità di valorizzazione dei siti estrattivi in valle del Fersina e il loro contributo può quindi inquadrare l'aspetto territoriale e il valore attuale dei vecchi siti di estrazione.

Altri studi pregevoli nel Perginese sono stati condotti da un'equipe internazionale, che fa capo agli atenei di Boston, Nottingham e Padova: si tratta della lettura del territorio tramite le più moderne tecniche di ricerca, che permettono ormai di vedere e riconoscere manufatti e segni di civiltà anche minimi con precisione estrema. A portare testimonianza dei risultati archeologici sono il prof. Mark Pierce, che ci introdurrà al lavoro dei minatori dalla Preistoria all'età del Ferro (esponendo anche le scoperte in alcuni siti italiani), e il prof. Armando De Guio, che presenterà gli esiti delle ricerche svolte negli ultimi dieci anni in Trentino sudorientale sul tema della metallurgia alpina. Con l'occasione si farà riferimento anche ad alcune esperienze di archeologia sperimentale: per questo è prevista la partecipazione di Michele Lanzinger, direttore del Museo Tridentino di Scienze Naturali, di esponenti della museologia locale (Ecomuseo Argentario, Museo della Miniera di Erdemolo, Museo della Miniera di Calceranica) e di figure istituzionali , in rappresentanza dell'Assessorato alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento, del Comprensorio C4 - Alta Valsugana e del Comune di Pergine.

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TRA ARTE, MAGIA E SCIENZA

Un convegno sui contenut i del codex wangianus a Pergine Valsugana

a cura di VXP

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di CLAUDIO TESSARO DE WETH

medievale, quanto quella strategica di una città e cioè Trento dotata di uno tra i più imponenti complessi minerario-estrattivi dell’Europa di allora, probabilmente ancora fra i meglio documentati e, sotto alcuni aspetti, tra i meglio conservati. Questo autentico

patrimonio territoriale del Trentino dunque ben noto fino ai nostri giorni, grazie alla perita ed energica opera del principe vescovo Federico Wanga che promosse la coltivazione mineraria nei monti argentiferi adiacenti alla città e ne promulgò le leggi ed i regolamenti specifici, è validamente rivisitato nel dotto quanto agile testo del Zammatteo. L’autore si imbatte sovente nella sua appassionata ricerca in testi ove comprendere il limite o il confine tra discipline tradizionali e scienza, intesa secondo l'accezione moderna di tale termine, potrebbe risultare talvolta un po' difficile anche al lettore edotto ed erudito, Ma in tal caso non si tratta di un'ambiguità voluta dall'autore o di un ' impropr ie tà del l inguaggio espositivo e descrittivo, bensì di una necessità comprovabile attraverso un attento esame della storia, della scienza e del pensiero umano. Una notevole, anzi sempre più notevole mole di studi

"Metalli nostra mineralia sunt"... Questo adagio alchemico sembra pervadere, serpeggiando tra le righe, non a caso né a torto, e tra le pagine di questo bel saggio di divulgazione storico-scientifica sull'ars mineraria del nostro territorio meritoriamente f o r n i t o c i d a l l ' a r c h i t e t t o Paolo Zammatteo, g r a n d e appassionato e conoscitore di arte e natura, come si sarebbe definito in altri tempi "curioso di scienza". Altresì non poteva aver miglior esordio un testo curato da Vox P o p u l i , concernente le origini e gli s v i l u p p i n e l P r i n c i p a t o V e s c o v i l e d i Trento e poi in terra tirolese del codex wangianus in un momento che q u e s t o fondamentale testo e monumen to medievale dei r e g o l a m e n t i m i n e r a r i , s e vogliamo unico nel s u o g e n e r e , acquista carattere di attualità nella nostra Trento. II codex è, al momento, soggetto di eccellenza in città di una importante esposizione articolata su due poli s ignificat ivi : la Torre Wanga (popolarmente nota come torre rossa o forte della portela) ed il Museo Diocesano di Trento. L'iniziativa coincide quest'anno con le celebrazioni del cinquecentenario della Coronatio Caesaris di Massimiliano I d'Austria in Trento, non a caso detto sia "l'Ultimo Cavaliere" che "Hercules Germanicus". Personaggio non poco coinvolto negli interessi della letteratura, delle scienze, delle arti e dell'esoterismo fiorenti in quel vivace Autunno del Medioevo, favoloso scenario dell'ultimo gotico e dell'Umanesimo rinascimentale, non mancò di rivolgere le sue attenzioni all'arte dei metalli e all'Alchimia. Il sottotitolo del saggio "La produzione dell'argento in Trentino" rimarca, ancora una volta, tanto l'importanza che questo metallo aveva nell’Europa

e testi specialistici volti a tali argomenti, da non confondersi con l'abbondantissimo ciarpame fabulante di marca newagistica e di trash l i t e r a t u r e , p u r t r o p p o a n o i contemporanea, potrebbe ulteriormente chiarire le idee al lettore eventualmente

poco o male informato. In gran parte, il testo del Z a m m a t t e o assolve a questa f u n z i o n e s o p r a t t u t t o at traverso un agevole percorso s t o r i c o -documentaristico, a c c u r a t a m e n t e e s p o s t o o v e l'antico ed il m o d e r n o s i compenetrano non c a s u a l m e n t e n e l l ' i n d a g i n e dell’affascinante dominio dell’arte e della tecnica che conducono l'uomo nel cuore della Terra e della "vita d e l m o n d o minerale". Tutto ciò, in uno stile che senza nulla togliere al rigore scientifico, rende i l t e s t o g r a d e v o l me n t e fruibile ed a tutti a c c e s s i b i l e

costituendo una interessante "chiave di lettura" dell’argomento trattato e, ce lo auguriamo, stimolo di future e feconde ricerche sul medesimo.

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Castello di Pergine 4 ottobre 2008

PROGRAMMA

SESSIONE MATTUTINA

9.00 Arrivo dei partecipanti 9.15 saluto del Vicensindaco di Pergine Valsugana, Marco Osler 9.20 saluto di R. Anderle, geologo 9.25 saluto del Vice Presidente Giunta Provinciale e Assessore alla Cultura della P.A.T., Margherita Cogo 9.30 saluto dell’Assessore alle Minoranze etniche e linguistiche del Comprensorio Alta Valsugana, Renzo Lenzi 9.35 saluto del Direttore del Museo Tridentino di Scienze Naturali, dott. Michele Lanzinger 9.40 prof. Armando De Guio “L’archeologia dei siti minerari” 10.00 prof. Piero Frizzo “I giacimenti minerari dell’Alta Valsugana” 10.20 prof. Piergiorgio Jobstraibizer “Le tecniche di lavorazione sui metalli” 10.40 coffee break

11.10 dr. Mark Pearce

“Siti estrattivi dell’età del rame: esperienze e ricerche” 11.30 arch. Paolo Zammatteo “Il codice Wanga e il suo tempo” 11.50 prof. Claudio Tessaro de Weth “Alchimia: vita e mistero minerale” 12.10 chiusura lavori

12.30 Pranzo conviviale

SESSIONE POMERIDIANA

14.30 Tavola Rotonda 16.30 chiusura lavori