Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ......

32
1 Tornare ad innamorarsi Tariffa Assoc. Senza Fini di Lucro: Poste Italiane S.P.A - In A.P -D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/ 2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/43/2004 - Arezzo - Anno XIII n° 2/2009

Transcript of Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ......

Page 1: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

1

Tornare adinnamorarsi

Tari

ffa A

ssoc. S

enza

Fin

i di Lucro

: P

ost

e I

taliane S

.P.A

- I

n A

.P -D

.L. 353/2

003 (

Conv.

in L

. 27/0

2/ 2

004 n

° 46)

art

. 1, com

ma 2

, D

CB

/43/2

004 - A

rezz

o - A

nno X

III

2/2

009

Page 2: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

SO

MM

ARI

OPrimapagina3

Mille volte ancora6

L'amore fecondo di futuro 4

Con lo stupore di un bambino10

Verso la terra promessa 8

Sto costruendo una cattedrale14

Quando la Bibbia ci chiama a un nuovo inizio 12

Prove di amore20

Quello sguardo amoroso che ci rende vivi 18

Cristo e la libertà 22

Lucia e Vasco24

Festa d'estate 26

Graffiti 28

Una nuova pubblicazione - Avvisi27

trimestrale Anno XIII - Numero 2 - Giugno 2009REDAZIONElocalità Romena, 1 - 52015 Pratovecchio (AR)tel. 0575/582060 - fax 0575/453699

DIRETTORE RESPONSABILE:Massimo OrlandiREDAZIONE e GRAFICA:Simone Pieri, Alessandro Bartolini Massimo Schiavo, Luca Buccheri

FOTO:Massimo Schiavo, Paolo Dalle NogareEliseo PieriCOPERTINA: Massimo Schiavo

HANNO COLLABORATO:Luigi Verdi, Stefania Ermini, Pier Luigi Ricci, Paola Nepi, Luigi Padovese, Maria Teresa Marra Abignente, Gianni Marmorini, Lidia Maggi, Luca Buccheri.

Filiale E.P.I. 52100 ArezzoAut. N. 14 del 8/10/1996

www.romena.ite-mail: [email protected]

Page 3: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

Me lo dice anche Leo, che è venuto apposta da Padova. E Stefano di Santa Marinella. Lo leggo negli occhi di tutti. Oggi l’amore è passato di qui. È il tardo pomeriggio di un giorno d’estate in un teatro di Firenze. Si smontano le quinte, si tirano via i cavi dell’impianto audio, ma nulla dà la sensazione che qualcosa sia finito. Ci si sente ancora dentro quella tormenta dolce, dentro quel vento prodigioso che ci ha sbatac-chiato: essere tanti, e sentirsi uno. Mai successo, così.

Un anno fa. Tutto comincia mentre tutto sembra finire. La Compagnia delle Arti di Romena si trascina sgonfia e appannata. “È bello quello che fate” ci dice la gente che sa della nostra attività di animazione nelle case di riposo, nei centri disabili, negli ospedali. Ma anche i complimenti scivolano su quel manto di apatia che è venuto da sé, che nessuno ha voluto. Sgombrare il campo è la voglia che viene. Eppure alcuni, non tutti, ma molti decidono di stare, di starci dentro. Quando il sogno è prigioniero non va lasciato solo. Accade poi che dal centro di socializzazione “La tenda” di Firenze arriva la proposta: perché non fare un percorso insieme? Sembra un salvagente, e invece è molto di più: un’arca con cinquanta ragazzi disabili. I nostri salvatori.

Ci conquistano a fuoco lento, con poche parole, la fiamma è di sguardi. Molto contatto, da subito, pelle a pelle, la fisicità è la porta di questo incontro. Fatica nell’approccio, certo, ma è quella che serve per misurare la nostra disponibilità, per chiamarci allo scoperto, da subito. Ed è lì che cominciamo a riscoprirci, a incontrare, prima ancora che loro, noi stessi e il senso del nostro stare insieme. E i ragazzi della Tenda? Loro aspettano, ci aspettano sempre, ci cercano, si affidano a noi. Questa loro accoglienza ci fa tornare la voglia, l’entusiasmo, la fantasia. Ma soprattutto ci restituisce il sorriso del dare che avevamo smarrito. Lo spettacolo che va in scena è un varietà di canzoni, di sketch, di balletti. È quello che la Compagnia ha sempre fatto. È completamente nuovo: dentro c’è un’anima che vibra nell’imperfezione, c’è un’onda di emozione che si alimenta con la diversità. Quando le nostre reciproche fragilità diventano un luogo d’incontro, quel luogo diventa la casa della bellezza più autentica. Basta abitarla un giorno, quella casa, bastano le due ore di uno spettacolo per sentire che il cuore del mondo batte, e che tu ne sei parte.

In un suo monologo Lella Costa dimostra come a tutti gli innamorati capiti in fondo la stessa cosa: di fare cose del tutto normali, abitudinarie, ma di viverle prima e di raccontarle poi come se fossero uniche, straordinarie. Così è, di sicuro, anche per questa storia, e per il nostro spettacolo. E in fondo è questo l’effetto dell’amore: non conta cosa stai facendo, ma come lo vivi. Non conta quello che costruirai, conta la parte di te che c’è dentro. Questa storia neppure ci dice, mai potrebbe farlo, in che modo un innamoramento nasce, o rinasce. Però ci dice che questo amore viene da un silenzio. Che quest’estate è figlia di un inverno. Che non è stato inutile restare fedeli al fiore che era un giorno sbocciato, anche quando sembrava appassire. E soprattutto che ha ragione Emily Dickinson quando scrive: “Che l’amore è tutto è tutto quello che sappiamo dell’amore”.

Massimo Orlandi

PRIMA

PAG

INA

Page 4: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

4

G

L'AMORe fecONdO dI futuRO di Luigi Verdi

Quando una società separa l’uomo dalla sua trascendenza inizia col degradare la relazione tra l'uomo e la donna. Viviamo amori fragili e relazioni superficiali, incapaci di diventare una storia feconda di futuro. Amori di cuori in tempesta che si sono persi nel vento, senza rimanere vivi, vigilanti, senza aspettare che la luce e il calore gli permettessero di crescere. Non ci fa bene questo nostro fuggire davanti alle prime difficoltà, questo cambiare donna, idee, sogni, senza amarne neppure uno, questa tenerez-za senza legami, questo cer-care gli altri non per amarli ma per rifugiarsi in loro, questo individualismo super-ficiale e pieno di ansia.L’amore ha bisogno di tem-po per maturare, come una pianta deve saper resistere con pazienza nelle piogge d’autunno e stare serena nel-le tempeste di primavera. Come una pianta, il tempo renderà l’amore umiltà e dolcezza.Non dipende solo dalla pigrizia se le relazioni umane si ripetono così monotone e senza novità, ma dalla paura del nuovo e dell’im-prevedibile che l’amore richiede, dal non lasciare uno spazio aperto che divenga luogo non solo di accoglienza dell’altro ma di rela-zione con lui. Uno spazio dove è consentito deporre le armi, rilassarsi e incontrarsi.L’amore oltre alle parole ha bisogno di gesti e sincerità. I gesti dell’amore sono fatti di piccole attenzioni quotidiane, della sorpresa del cuore quando i passi di chi ami si avvici-nano, di sguardi che allontanano le tenebre e proteggono l’amore. Sono fatti di dettagli che

nascono dal vicendevole servirsi, dall’intimi-tà, dal respiro e dal parlare della pelle.La sincerità dell’amore deve essere tanto umile da lasciarti guardare nella verità e tanto mise-ricordioso da vedere senza condannare, perché l’amore deve essere sincero più che perfetto.Non sopporto l’amore che si gonfia di orgoglio o si consuma in una generosità in-vadente. L’amore vero è discreto e delicato, rispettoso delle ferite e delle emozioni di ogni

uomo. Mi piace chi ama una persona senza chiedersi da dove viene e verso dove va, sentendo che solo con spirito puro e libero può camminare con lui.L’amore non lega ma libera. L’altro non è la tua metà, nè complementare a te, è un’identità che si realizza solo nel rispetto della diver-sità, nel permettere all’altro

di restare di carne, vivo, senza trasformarlo in quel che tu vorresti. La gelosia, l’ansia e l’intransigenza che nascono nell’amore sono figlie di una paura che non sa vedere l’altro nella sua essenzialità e verità, nella sua luce ed ombra. Nascono dal non sapere scrutare i segreti del cuore, da un amore che non ha la forza di aiutarci a vivere, a morire, e so-prattutto a rinascere di nuovo.Quando si è innamorati tutto di noi, mente, corpo e anima è unito verso l’oggetto del nostro amore. Per questo quando Gesù di-ceva: “Amate Dio con tutta la mente, con tutto il corpo e con tutta l’anima”, chiedeva di tornare ad amare Dio non da sottomessi o da schiavi, ma da innamorati.

L'amore è l'occasione unica di maturare, di prendere forma,

di inventare in se stessi un mondo.

Rainer Maria Rilke

L'amore ha bisogno di tempo per maturare. Come nella pianta il frutto arriva solo alla fine, così anche per l'amore ci vuole tempo e pazianza perchè possa diventare umile e dolce.

Page 5: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

Foto di Massimo Schiavo

Corteggio l’amore, quell’attimo fruscianteche non sai mai se nasce da dentro la terrao dal profondo dei cieli.

Attimo in cui provil’estasi dell’esistenzaquando il tempo e lo spaziodiventano uno.

Troppo stretto il mio petto per questo dono del cielo.Chiedo aiuto al tempo che maturi questo amore,granello dopo granello, in dolcezza e umiltà.

Luigi Verdi

Page 6: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

6

Chi è che non desidera innamorarsi di nuovo e risentire dentro sé quel brivido che scon-volge la vita, che le dà colore e che ti fa so-gnare ad occhi aperti ? Penso che tutti, se almeno una volta nella vita lo hanno prova-to, desiderino ritornare a quella condizione un po’ magica, un po’ bambinesca. Magari per innamorarsi di nuovo della vita o della propria donna, oppure del proprio lavoro…Ma non c’è sforzo di volon-tà che tenga, non si fa a co-mando una cosa simile. Non resta che appellarsi ad una buona stella, che ci man-di quel magico fluido capace di trasformare anche lo stato fisico e di cambiare i pensie-ri e gli sguardi. Quasi tutti fanno così: aspettano una stella buona che un giorno si ricordi di loro ed elargisca quella condizione.Ho provato ad osservare e mi sono accorto di una cosa che mi ha sorpreso molto. Alcuni riescono davvero a ritrovare ogni tanto in vita quell’innamoramento, ma se è stato il caso o il semplice desiderio di sentirsi innamorati a riattivarlo, succede una cosa strana. Li vedi più innamorati di quel-la condizione, che delle persone che fanno parte della loro vita. È come se uno a teatro guardasse più il palco e la scenografia che le persone che solcano la scena. Non è una dif-ferenza da poco: all’inizio puoi non notarla, ma prima o dopo dovrai farci i conti.Chiediti che significato dai a questo “tor-nare ad innamorarsi”. Chiudendo gli occhi vedi te felice o vedi il volto di coloro che

appartengono alla tua vita? È un gioco sot-tile, ma forse vale la pena di spenderci un po’ di attenzione. Qualche volta gli altri li usiamo per mantenere in noi questa condi-zione e se questo un po’ fa parte del gioco della vita, perché in fondo abbiamo bisogno di loro, deve essere fatto però nella chiarez-za. Ognuno ha diritto alla sua felicità, anche l’amore in fondo lo facciamo per stare bene

e ci piace sentirci innamora-ti. Ma c’è una priorità da sta-bilire, perché c’è differenza tra amare ed usare. Se ti concentri sull’innamo-ramento non lo trovi. Se rie-sci però ad accettare la gente anche quando ti sta pesante o non la capisci più, se sai farti carico degli altri an-che quando hanno le rughe sul volto, senza per questo chieder loro di cambiare, allora riesci sì, a tornare ad

innamorarti. Mi viene in mente un’intervista fatta a Madre Teresa. Le chiedono : “Come fa ad avere gli occhi così pieni di luce?” E lei: “Cerco di togliere le lacrime dagli occhi degli altri”.Ma se prima vieni te e le tue buone condi-zioni da trovare, non ti trovi mai, se non per qualche minuto. Ti potrai anche innamorare, ma gli altri lo sentiranno e se ne andranno via da te. Non è facile l’amore su questa terra, è una perla preziosa. Se la perdi e te ne accorgi va bene, non ti scoraggiare. Si può sempre rico-minciare e ritornare… dagli altri. Innamorar-si è un cammino che si riprende mille volte.

Come può una scintilla farsi fuoco? La nostra volontà non basta, la concentrazione eccessiva è controproducente. L’innamoramento ha bisogno di altro, dell’altro…

M I L L e v O Lt e A N c O R Adi Pier Luigi Ricci

Page 7: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

Foto di Valeria Zampieri

Vi auguro la cosa di cui avetemaggiormente bisogno:

l’innamoramento più vero,più vivo, più forte

Tonino Bello

Page 8: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

8

“Tornare a innamorarsi”: su questo tema il pensiero non mi è andato a quelle situazioni quando finito un amore si prova una grande paura a lasciarsi andare di nuovo all’amore. Mi sono venute in mente invece le tante coppie che in questi anni ho accompagnato il giorno del loro matrimonio e che, forse, hanno bisogno di tornare ad innamorarsi. Ne ricordo molte in quel giorno. Ricordo la luce dei loro occhi, la loro emozione, le loro lacrime e la loro voce tremolante, ma per fortuna non avevano bisogno di parole per parlarsi. Poi quel momento passa, certo non per tutti, ma io vorrei pensare in questo momento soprattutto a quelli per cui “allora è stato bello”.Fa impressione la grande distanza che c’è fra la convinzione degli innamorati e la realtà di quelli che si amano già da qualche anno. E, in alcuni casi, che poi non sono tanto rari, è veramente difficile pensare che certe persone una volta erano innamorate. Sapevano che le cose non sarebbero sempre andate bene, ma erano sicuri che il loro amore avrebbe ricucito sempre qualsiasi problema. Forse esagero, ma credo che una certa delusione sia un’esperienza comune fra noi, certo non obbligatoria. Se il concetto di ‘normalità’ deriva da una maggioranza, credo di poter affermare che sia normale, nel vivere insieme, arrivare a uno o più momenti in cui abbiamo bisogno di tornare a innamorarci. C’è però in noi qualcosa di ‘stupido’ per cui in questi momenti cerchiamo soprattutto di stabilire di chi sono le colpe, invece di farci altre domande.

Accogliere l’estAte mA Anche l’inverno C’è chi divide l’innamoramento dall’amore, credo che sia giusto, ma senza l’innamoramento saremmo capaci di affidare per sempre la nostra vita ad un altro? Non possiamo fare a meno

dell’innamoramento, ma allo stesso tempo dobbiamo imparare a conoscerlo. Dovremmo diventare capaci di dirci che l’innamoramento non ci cambia, non cambia gli altri e non cambia la vita.La vita, tutto quello che è vivo, perché possa vivere ha bisogno del ritmo e del ciclo delle stagioni. Perché ci sia vita non può esserci sempre il sole o sempre la pioggia, non può essere sempre estate o sempre inverno. Difficile per noi accettare l’idea che abbiamo bisogno dell’inverno, delle piogge e delle tempeste. Facile, invece, legare il sole e l’estate alla vita, all’amore. Molti ragazzi nello scegliere le letture per il loro matrimonio si fissano sulle bellissime pagine del Cantico dei Cantici. E non c’è dubbio che siano pagine tra le più belle che siano mai state scritte sull’amore. Quello che molti non sanno è che il Cantico dei Cantici è la storia dell’attesa e della ricerca di una ragazza e del suo amato, è la storia di un fidanzamento, non di un matrimonio. Come molte fiabe e racconti, quella storia finisce con un “e vissero felici e contenti” senza però parlarci di quella vita insieme e di quando in quella vita, siano poi transitate fasi autunnali, fasi invernali, fasi comunque necessarie a rendere vitale e a rinnovare il rapporto.

AllA ricercA delle oAsiNel libro dell’Esodo invece si parla della vita dell’uomo come di un viaggio in un deserto verso la Terra promessa. Quando si esce dall’Egitto non si entra immediatamente nella Terra Promessa, e neanche quando si attraversa il Mare si entra nella terra Promessa. Infine, neanche quando si scende dal Monte Sinai con le Tavole dell’Alleanza si entra in quella Terra. A dire il vero l’entrata nella Terra Promessa non c’è nel libro dell’Esodo, e non è raccontata neanche all’interno dei primi cinque libri della

v e R S O L A t e R R A P RO M e S SAdi Gianni Marmorini

Il viaggio dello stare insieme punta verso una libertà sempre più grande. Ma per raggiungerla è necessario saper camminare anche nel deserto.

Page 9: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

9

Bibbia, la Torah. Solo dopo, nel libro di Giosuè viene raccontata finalmente questa entrata. Un viaggio verso la Terra Promessa, è questo che due persone che si sposano iniziano insieme: quello che non sanno è che stanno per entrare nel deserto. Partono come gli ebrei allora: fra canti e balli, carichi di doni, con lacrime di gioia. Che bello partire così, anche Dio cammina con loro di giorno una nuvola e di notte un fuoco guida il loro cammino. Di che aver paura? Così anche passato il mare: canti e balli, spazio solo per la gioia… Ma anche lì li aspetta ancora il deserto. E poi, dopo che sono stati sul Monte con Dio, lo hanno udito, hanno mangiato e bevuto, adesso portano con loro le Tavole dell’Alleanza… ma sono ancora nel deserto.La parola “deserto” oggi è diventata per noi una parola affascinante. Ha il sapore dell’infinito, della libertà, è il luogo delle carovane e delle stelle. Ma nella Bibbia il deserto non ha nulla di affascinante, è il luogo dove la vita è assurda, difficilissima, praticamente impossibile.Nessuno andrebbe o vorrebbe andare a fare una vacanza nel deserto, a viverci un’esperienza edificante. Il deserto biblico più che essere un luogo, è uno stato d’animo. Più che la paura è proprio il panico, più che la tristezza è proprio la depressione. Che cosa vorrà dire tutto questo? Se il cammino del popolo verso la Terra promessa è il simbolo del cammino dell’uomo, della sua vita, forse possiamo leggervi un messaggio anche sull’amore fra l’uomo e la donna? Nel deserto mancherà l’acqua, il cibo. Invece di acqua fresca troveremo acque amare, ci saranno i briganti, i serpenti velenosi, la paura di non arrivare mai e di essere stati abbandonati da Mosè e da Dio. Ma nel deserto ci sono anche i pozzi, le quaglie, la manna, le erbe per addolcire l’amarezza delle acque. Nel deserto ci sono anche tante oasi…

UnA sceltA di libertàNon voglio fare la parte del vecchio acido indicando a due sposi che il loro cammino si svilupperà nel deserto… ma nel linguaggio metaforico che trovo nella Bibbia l’alternativa al viaggio è rimanere nella schiavitù dell’Egitto: e vorrei avere la capacità di dire quanto sia più bello viaggiare nel deserto, cercare le sue oasi,

piuttosto che rimanere schiavi del Faraone… Perchè, vedete, qual è la differenza tra un uomo schiavo e un uomo libero? Nella vita di uno schiavo non ci sono sorprese: c’è il lavoro, il cibo, la casa. Tutto è sicuro e certo, come in Egitto. Nella vita di un uomo libero c’è tutta l’insicurezza del deserto, è un’avventura rischiosa. Terribile oggi guardarsi in giro e vedere che l’Egitto sta diventando più attraente del deserto, terribile e stupido! Forse non possiamo cambiare la vita o il mondo, ma possiamo viverlo in un modo diverso, allora potremmo sentire che autunni e inverni possono avere un sapore diverso, potremmo accorgerci che ci sono molte più oasi di quante riusciamo a vederne. E io ogni volta che guardo gli occhi di due ragazzi all’altare penso che sì, la vita è più forte della morte.

Foto di Francesco Taddeucci

Page 10: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

10

c O N LO S t u PO R e d I u N b A M b I N Odi Maria Teresa Marra Abignente

Dov’è quell’ingenua freschezza che ha alimentato i primi passi della nostra vita? Dove quella capacità inesauribile di meravigliarsi? Un bambino ha vissuto e vive dentro di noi. Ma come riscoprirlo?

“ Quando ero piccolo mi innamoravo di tutto…” questo verso, di una canzone di Fabrizio De An-drè, ha sempre avuto lo straordinario potere di riportarmi alla mia infanzia, quando le cose che guardavo o riuscivo ad afferrare mi sembravano davvero tutte grandiose e nuove e me ne innamo-ravo. Poteva trattarsi di oggetti preziosi, come un gioiello o una perla, ma anche piccoli e semplici, come un sassolino o un pezzetto di stoffa: nes-suna cosa era più importante di un’altra. Tutto a quel tempo aveva un suo particolare fascino ed instancabilmente cercavo con lo sguardo o con le manine di capire il perché di quell’ incanto. Ogni bambino ha occhi che guardano ciò che gli sta intorno come un mistero perché si sente immerso in una realtà prodigiosa da scoprire, da toccare e dalla quale restare sbalordito.Ci si abitua troppo presto ai colori, alle forme, alle armonie che ci circondano, troppo presto perdiamo quella freschezza dello sguardo che ci fa innamora-re; come se davanti ai nostri occhi ci fossero strati di polvere che rendono incolore e senza sussulti la vita. E ugualmente troppo presto ci abituiamo ai volti, ai profumi, ai lampi di luce delle persone che amiamo: non ci meravigliano più, non ci fan-no più trattenere il respiro dalla gioia. Così tutto diventa grigio e appare noioso e banale, anche il nostro amore. Se conservassimo invece lo stupore del bambino, se anche noi ci sentissimo circondati dal mistero forse non ci sentiremmo così inconsi-stenti e vuoti e forse non avremmo neanche più la presunzione di considerare l’amore come un fatto privato, come se ne fossimo noi i proprietari, gli unici depositari o i solitari costruttori… Proviamo invece, anche solo per un momento, ad immaginare che non è da noi che nasce l’amore, proviamo a sognare di essere immersi in un bagno d’amore e che noi non dobbiamo far altro che la-sciar scorrere quest’amore, profumarcene la pelle, inondarcene gli occhi. Supponiamo per un istante, solo per un istante, che non tocchi a noi la fatica

di amare, ma che semplicemente e spontaneamen-te quest’amore che ci ha riempito straripi da noi, come l’albero, pieno della nuova vita, trabocca di fiori in primavera. Immaginiamo di essere solo veicoli di quest’amore, passaggi, letti di fiume. E se così fosse davvero non ci sarebbe più bisogno di sforzarci per imparare l’amore e non avremmo più tanta paura di sbagliarlo, di non capirlo, di non esserne capaci, poiché dovremmo solo lasciarlo scivolare dai nostri sguardi e dalle nostre mani, come si lascia andare il ruscello fra le pietre ed i tronchi o come si lascia correre un bambino. Sen-za trattenerlo e senza frapporgli ostacoli.E ancora per un momento, per un altro breve momento, tentiamo di sentire quanto, da questo stesso amore, è penetrata ogni cosa: ogni foglia di albero, ogni respiro di animale, la più piccola particella di terra così come la più azzurra mole-cola di cielo. Perché la vita, tutta la vita, nasce dall’amore che ci illumina come il sole, dà fiato alla nostra aria, bagna la nostra terra.Come non diventare noi stessi amore quando quest’amore ci sussurra all’orecchio tutto ciò che abbiamo dimenticato, quando finalmente capia-mo che gioca con l’intera creazione, che soffia libero e fresco sui nostri passi se solo ci lasciamo condurre?Ecco, solo così possiamo tornare innamorati come la prima volta: la prima volta che abbiamo visto il mare, la prima volta che abbiamo scoperto un fiore, la prima volta che tremanti abbiamo dato o ricevuto un bacio o guardato un tramonto. E forse, più che innamorati, direi “amanti” perché l’amore vive di tutte le eternità, non solo di un tempo fugace. Solo così, con uno stupore tutto tremante, con la delicatezza del bambino che guarda e tocca la vita senza imprigionarla, con il suo sguardo pulito ed emozionato davanti ad una realtà che intuisce essere tutta un dono, saremo meravigliosamente preparati al paradiso.

Page 11: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

11

Io non ti chiedo di portarmi

una stella celeste,solo ti chiedo

di riempire il mio spazio con

la tua luce.Mario Benedetti

Foto di Massimo Schiavo

Page 12: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

12

QuANdO L A bIbbIA cI chIAMA A uN NuOvO INIzIO

Qual è la proposta che ci viene dalla bibbia per “tornare a innamorarci”?La Bibbia è il luogo dei tanti inizi. Ogni suo libro è un inizio, da ognuno di essi si può ripartire. E questo suggerisce che nella vita c’è sempre un tempo per ricominciare, per ripartire, per riprendere. Per tornare a innamorarsi della vita.

e le storie bibliche? in che modo colgono questo bisogno dell’uomo di ricominciare?Prendiamo il caso di Mosè, il liberatore. Egli inizia l’avventura col suo popolo subito dopo essere arrivato alla soglia della fine di tutto: dopo aver ucciso ed essere divenuto un fuggiasco viene raggiunto da Dio che lo manda a liberare il suo popolo. E cosa dire di Elia, il profeta per eccellenza che scopre il volto silenzioso di Dio proprio quando è così disperato da volersi lasciare morire di stenti? Tutte le grandi storie bibliche conoscono questa fase della crisi, della sconfitta come evento da cui inizia il nuovo: anzi, il fallimento diventa la condizione per risollevarsi e scorgere nuove strade.Gli stessi Profeti, anche quando annunciano catastrofi future, sono essi stessi simbolo di questa spinta a ripartire: il loro annuncio di sventure contiene, infatti, un implicito invito alla ripresa, alla conversione, al cambiamento, per ri-creare le condizioni per una nuova vita.Dunque la Bibbia ci invita a non disperare.

Mai. Essa ci esorta ad affrontare fino in fondo ogni crisi, ogni fallimento, perché quando tutto sembra chiudersi qualcosa di nuovo si apre. E questo accade persino con la morte, cioè con l’evento che più di ogni altro sembra chiudere definitivamente ogni possibilità. La vicenda di Gesù ci rivela che quando i giochi sono ormai chiusi e, nella croce, la disperazione sembra avere il sopravvento, la tomba si rivela il grembo che dischiude una nuova vita.

Quali sono le indicazioni che il libro sacro ci dà per riscoprire la vita, per ridiventarne amanti, e quindi, in qualche modo, per sentire più vicino dio?La Bibbia non contiene ricette, tutt’al più suggerisce

ingredienti, spesso sorprendenti, con i quali propiziare una vita nuova, più vicina a Dio. Per esempio ci invita a riconciliarci con la nostra fragilità, con i nostri errori. Perché è proprio quando siamo fragili e meno perfetti, ci dice, che Dio si avvicina.

in che modo la bibbia scandisce le tappe del cammino dell’uomo, del suo cadere, e del suo riprendersi?La Scrittura non propone un percorso unico, ma infinite strade. Proprio come tanti sono i sui portali d’ingresso. Posso entrare nella Bibbia a partire dal suo primo libro, la Genesi, oppure da una storia del Nuovo testamento, posso uscire da un libro e rientrare da un altro: ed è incredibile

Pastora protestante, teologa, Lidia Maggi ci invita a solcare il mare infinito del libro sacro per trovare storie, segni, percorsi capaci di stimolare la nostra voglia di ripartire.

Conversazione con Lidia Maggi

Tutte le grandi storie bibliche conoscono la fase della crisi,

della sconfitta, comeun evento da cui

inizia il nuovo.

Page 13: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

13

vedere come nella Bibbia ogni parte dialoghi con l’altra, come gli orizzonti di senso si aprano e si incontrino nelle forme più inimmaginabili e come, passando da un libro all’altro, tu possa ogni volta ritornare alle grandi domande, ma con uno sguardo, un punto di vista differente. Gli autori biblici dialogano tra loro! Per esempio, a proposito dell’innamoramento, c’è un dialogo a distanza continuo tra la Genesi e il Cantico dei cantici. C’è un gioco di temi (l’amore), di spazi (il giardino), le consonanze tra le due storie sono moltissime. E se nella Genesi abbiamo udito soprattutto la voce di Adamo narrare l’amore, ecco che nel Cantico ascoltiamo la voce di Eva.Qualcuno sostiene addirittura che il Cantico sia stato scritto da una donna. È probabile. Ogni testo biblico interviene sull’altro, ne riprende le domande, le apre di nuovo, ciascuno concorre ad aprire nuovi orizzonti. Chi si avventura nel mondo biblico deve abbandonare la fretta di chi ricerca risposte immediate per aprirsi i quesiti che la discussione solleva.Le certezze granitiche appartengono all’idolo, il divino si rivela nella discussione appassionata.

in che modo tutto questo possiamo utilizzarlo nel nostro cammino, magari in quelle fasi in cui ci sembra così difficile tornare a innamorarci?Attraverso le sue storie, la Bibbia ci dice che il cammino di ogni uomo e di ogni donna si dischiude nel progredire della storia. Ci servono a poco quindi le sintesi immediate, l’usa e getta della cronaca, perché i tempi della fede, i tempi dell’amore e della vita in generale, sono lunghi. La Bibbia ci invita a camminare fiduciosi e a cercare sempre il nostro oltre, anche se ci sono delle interruzioni di percorso, anche quando tutto sembra finire. Perché ciò che finisce da una parte da un’altra riprende. é la grande tela della vita, e dell’amore che la sostiene.

Page 14: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

14

“StO cOStRueNdO uNA cAttedRALe”di Luigi Padovese

Tra i bisogni più importanti dell'uomo c'è, senza dubbio, quello di poter esprimere se stesso. Il lavoro, allora, non è solo un mezzo di sostentamento: ma un canale prezioso per trasmettere il proprio amore creativo verso la vita. E per essere parte di una costruzione grandiosa.

Vorrei dedicare questa riflessione sull’innamorar-si a uno spazio temporale e di impegno che ci ac-compagna ogni giorno: a quello che dedichiamo al lavoro. Quanto pesa sulla nostra vita quando facciamo un lavoro che non ci piace, quando lavoriamo con persone che non sopportiamo, quanto ci pesa e ci angoscia se perdiamo il lavoro, se non riusciamo a trovarlo.Il lavoro è importante per la nostra identità perso-nale e sociale. È nota la storia dei tre scalpellini. Tutti e tre stavano usando martello e scalpello per sagomare le pietre che servivano alla costruzione di una chiesa. Ma ben diverse furono le risposte che diedero alla domanda: cosa stai facendo? Il primo disse: “Sto scalpellando delle pietre”; il secondo: “Sto guadagnano il pane per sfamare la mia fami-glia”; e il terzo, infine, con un grande sorriso, disse: “Sto costruendo una cattedrale”. Tutti e tre faceva-no fatica e svolgevano la stessa attività, ma il sen-so che attribuivano al loro lavoro era ben diverso. Diciamo pure che lo “stato di innamoramento” per l’attuazione del loro sogno era davvero differente. Oggi ci troviamo in una grave situazione di crisi economica diffusa e profonda. Molte persone stan-no perdendo il lavoro, altre temono di perderlo. È un momento in cui lo sguardo con cui possiamo guardare al lavoro può essere oppresso dalle paure oppure può essere un’opportunità per ripensarsi.Il lavoro fonde sempre insieme un doppio senti-mento: la fatica di vivere e la gioia di crescere. Vo-lendo guardare ai nostri bisogni, dobbiamo cercare di conciliare quei bisogni più legati alla sicurezza, alla stabilità con quei bisogni che ci spingono verso obiettivi di crescita, di novità, di cambiamento. Conciliarli non è sempre facile sia per carattere che per esigenze esterne a noi: i bisogni dei nostri figli, della nostra famiglia, i luoghi dove viviamo, le op-portunità presenti, i vincoli.Insomma, ci troviamo spesso a barcamenarci tra paure che ci opprimono e sogni che ci attirano.

Quando sentiamo forte questo contrasto, quando il disagio aumenta e ci crea tensione, questo è il momento per metterci alla prova. Parlo per me. Ho quasi 60 anni, non vado in pen-sione, devo ripensare il mio lavoro. Certo che ho mille ansie se penso a tutte le sicurezze che potrei perdere, ma voglio provare a rimescolare le carte e vedere se da questo travaglio viene fuori un “nuovo sogno” da seguire, un sogno che mi accompagni per il prossimo tratto di vita.È stata fatta una ricerca che ha messo in evidenza come le caratteristiche delle persone che si sentono più realizzate, nel lavoro che fanno, sono sostan-zialmente simili alle caratteristiche delle persone che sono più sane. E le caratteristiche più interes-santi emerse descrivono una persona che: ha fiducia in se stessa, è spontanea, sa esprimersi con verità e onestà, è capace di “sognare” e di fidarsi dei suoi “sogni”, sa valorizzare le sue caratteristiche più in-fantili e integrarle nel suo essere, accetta il rischio, ha il coraggio di dire cose nuove anche se vanno contro corrente.Non facciamo l’errore di pensare che queste carat-teristiche riguardino solo persone speciali, riguar-dano tutti noi. Purtroppo spesso vengono represse e così ci perdiamo in salute e siamo pure insoddi-sfatti! Allora tornare a innamorarsi significa pren-dersi cura anche di questa parte così importante della nostra vita, il lavoro, e di guardarlo con uno “sguardo nuovo”. Non ho ricette perché questo accada. Ma è un buon punto di partenza farsi qualche domanda. Allora, con coraggio e franchezza, chiediamoci: Che cosa mi rende felice? Ciò che sto facendo mi rende felice?Cosa mi sta davvero a cuore? Cosa posso fare per realizzarlo? Se cerco di realizzarlo e mi vengono delle paure, cos’è il peggio che mi può succedere?Concludo con i piedi ben piantati in terra con un pensiero di Padre Vannucci: “Prima di immergerti in sublimi ideali guarda le tue mani: se ci sono i cal-li comincia a muoverti, non prima”. Buon lavoro!

Page 15: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

Per le vie della natura

la Tua dolcezza visita il mio cuore

che ora in nessun luogo batte immune

dal tuo agguatoSri Aurobindo

Foto di Massimo Schiavo

Page 16: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

16

Foto di Massimo Schiavo

Page 17: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

17

Per il mio cuore basta il tuo petto,per la tua libertà bastano le mie ali. Dalla mia bocca arriverà fino al cielo ciò ch'era addormentato sulla tua anima.

Pablo Neruda

Page 18: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

18

Quello sguardo amoroso che ci rende vivi

Sull’amore, l’innamorarsi, è stato scritto tutto, anche troppo. Ma che significano le due parole nella vita di tutti noi? Non voglio ricorrere a definizioni da vocabolario; io chiamerei l’amore, l’innamorarsi, quello scombussolio che ci fa sentire vivi come nessun’altra cosa al mondo.Mi colpirono, appena adolescente, quando sognavo quel sentimento lontano solo immaginato, le parole di Cesare Pavese. In uno dei suoi scritti poetici più profondi e sofferti, il poeta si chiede cosa può esistere fra due persone che possa chiamarsi amore.Forse per i miei pochi anni, il poco vissuto, la risposta a cui Pavese approda mi fu e restò per molto tempo incomprensibile. Fra un uomo e una donna, ci dice il poeta Pavese, può esistere un sentimento tale per cui ognuno prova felicità nella felicità dell’altro, e conclude chiamando questo sentimento: carità.Perché carità, che c’entra la carità con l’amore, pensavo? Anni dopo, quando quello scombussolio mi traversò corpo e anima trascinandomi in un vortice di interrogativi, mi capitarono fra le mani le lettere di San Paolo. Mi spinse a leggere il testo di quell’uomo a me completamente

sconosciuto, se non come leggenda, nient’altro che la curiosità. Restai fulminata. Il santo illuminato, nella prima lettera ai Corinzi, intende l’amore come carità, comprensione dell’alterità che ci circonda. Capii che l’orizzonte si allargava. Amore non è solo ciò che lega due persone, ma il dono che ogni uomo possiede se sa ascoltare e ascoltarsi, è quello sguardo particolare che può posarsi su ogni cosa. Strano binomio, lo ammetto, le due anime che mi avevano aperta a cos’è l’amore: amore come sentimento di carità. E se Paolo di Tarso ne era diventato l’incarnazione e l’esempio, il malinconico poeta dei giorni nostri ne era stato sopraffatto, ma non tutti si può essere santi. Santi no, ma ognuno di noi, in ogni momento, in ogni stagione della vita, può appellarsi a quel dono, può amare e tornare ad innamorarsi. Lo sguardo amoroso non ha età, non invecchia, non si piega ai travagli della vita, alle crisi di sistema. Ama, si innamora di chi gli passa accanto come di chi è lontano e riconosce come fratello. Quello sguardo sente il vibrare di una nota, di una voce come di un filo d’erba, il rumore del mondo, come il silenzio del nulla.

di Paola Nepi

Dalla camera da letto dove conduce la sua vita, Paola Nepi continua a arricchirci con le sue rifles-sioni. La malattia (una forma di distrofia muscolare di cui è affetta sin da bambina) le ha preso i movimenti e la voce, ma non la sua capacità di esplorare e amare la vita.

Page 19: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

19

Foto di Paolo Dalle Nogare

Due buoni compagni di viaggio

non dovrebbero lasciarsi mai.

Potranno scegliere imbarchi diversi,

saranno sempre due marinai.Francesco De Gregori

Page 20: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

20

Chi è disabile? O piuttosto: chi non lo è? In un pomeriggio d’estate al teatro Reims di Firenze uno spettacolo della Compagnia delle Arti di Romena e del centro "La Tenda" dimostra come si possa superare ogni barriera grazie all’amicizia e alla creatività. Stefania Ermini ha seguito l’ultima prova dello spettacolo per cogliere la bellezza di ciò che accadeva sul palcoscenico e l’incredibile sintonia che vi regnava dietro.

Nella nostra memoria uno spettacolo teatrale può restare legato ad un volto, ad un corpo o ad una voce; non ricordiamo i singoli passaggi dello spettacolo o delle singole scene, ma un’im-magine, una parola, un gesto restano impressi in profondità. E i gesti, le parole, le immagini a cui ho assisti-to durante le prove dello spettacolo “Volando in Varietà” del centro di socializzazione La Tenda di Firenze e de La Compagnia delle Arti di Ro-mena, sono rimasti impressi, profondamente.

Lo spettacolo ha visto andare in scena un viag-gio lungo un anno, durante il quale settanta “ar-tisti” appartenenti a La Compagnia delle Arti e al centro di socializzazione La Tenda di Firenze si sono incontrati, abbracciati e hanno ideato e re-alizzato lo spettacolo di canzoni, sketch, balletti, “Volando in varietà”. Lo spettacolo germoglia con l’incontro di due realtà: il centro di socializzazione La Tenda na-sce a Firenze nel 1992 per favorire l’integrazione relazionale e sociale di adulti con disabilità psi-comotorie. L’attività teatrale è iniziata quindici anni fa e da allora gli artisti hanno rappresentato, alla loro maniera, operette e musical famosi fino a “Volando in Varietà”.

La Compagnia della Arti di Romena da dieci anni porta un sorriso a persone che vivono si-tuazioni di disagio, di malattia, di solitudine. Un sorriso che arriva attraverso l’arte dello stare insieme con spettacoli e animazioni in case di riposo, ospedali, centri disabili.Questa volta la Compagnia e la Tenda hanno fatto teatro insieme, raccontandosi, supportan-dosi, integrandosi. Questi ragazzi, lavorando uno accanto all’altro, hanno avuto l’opportunità di conoscersi. E questa armonia, questo intreccio di creatività e di personalità ha dato vita ad uno spettacolo fuori dall’ordinario.

settanta persone, un cuore soloLe prove dello spettacolo sono un accavallarsi di emozioni. Artisti che corrono a cambiarsi di abito, ragazzi emozionati de La Tenda entrano in scena per mano agli amici della Compagnia. Ognuno di loro sa esattamente cosa fare, dove sistemarsi, chi prendere per mano, da chi essere guidato, cosa dire, cosa fare. Ma non è il copione a guidarli.C’è un’armonia, un cuore unico nello spettacolo.Il loro stare insieme in scena scava all’interno dei loro cuori e dei cuori di chi li osserva. Sem-bra che la finalità non sia curare soltanto qual-

Prove di amoredi Stefania Ermini

Page 21: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

21

cosa, ma rintracciare le emozioni semplicemente per emozionarsi.Passa Fulvia della Compagnia delle Arti vestita da suora, già pronta per entrare sul palco e le chiedo come si sente; “Ho l’ansia! – mi rispon-de – sono emozionata: vedi il vestito è un po’ così!”. È come se Fulvia in qualche modo mi comunicasse che non c’è solo la cura del costu-me, ma c’è l’attenzione all’insieme, all’amicizia e al riuscire a contagiare il pubblico. E così è! La scena tratta dal film Sister Act prende forma sul palco ed esula dalla vita quotidiana, perché quando uno recita esce fuori dalla sua dimensione di vita entrando in un per-sonaggio che è “altro da sé”. Le “suore” muovono i loro cor-pi sul palco a tempo di musica, cantano, danzano, abbraccia-no l’aria, urlano.È in questa danza, in questo urlo, nelle mani che si tendono l’una con l’altra che le due abilità si incontrano e diventano uno e uno soltanto.

il valore dell’imperfezioneMi affaccio dietro le quinte, dove i preparativi per la scena successiva fervono, si animano e prendono forma. Qualcuno entra in scena quan-do non dovrebbe, Alberto e Claudio al mixer montano e smontano cavi e microfoni. Anche Massimo cerca di dare delle linee guida che a volte non vengono proprio rispettate. Da lontano sorrido, è l’ultimo giorno di prove e tutti sembrano fare cose diverse da quelle previste, ma nessuno si innervosisce. L’unicità di questo spettacolo è proprio qui. Sta nel rapporto con l’imperfezione. L’imperfezione diventa risorsa e il valore della diversità viene messo in scena.Da lontano sorrido e mi emoziono ogni volta che gli artisti entrano sul palco prendendosi per mano. Con quel tendere la mano diventano Uno e lo spettacolo diviene concerto, unione, coesio-ne. È come se cantando, danzando, sorridendo insieme ognuno di loro dicesse all’altro: “Se hai

delle difficoltà io posso aiutarti a salire sul pal-co. Poi lì sopra ognuno di noi fa la sua parte, fa quello che può!” Nessuno si preoccupa se gli artisti ce la faranno a dire una battuta o a muoversi a tempo di mu-sica. L’essenziale è il “come fare in modo” che uno arrivi a dire quella battuta, il “come fare in modo” che uno riesca a starci sul palco mettendo in gioco il proprio corpo, la propria emotività, la fantasia. E il come viene raggiunto con l’integrazione delle due realtà, con il creare quell’armonia im-

perfetta che porta al cuore dello spet-tacolo. A “Volando in Varietà” si lavora con e per le perso-ne, senza partire da schemi secondo i quali uno possa o non possa fare, esprimere, capire.

mio figlio uguale agli altriIl giorno dopo lo

spettacolo, per telefono mi viene riferito che un genitore di un attore diversamente abile alla fine di “Volando in Varietà” ha detto: “Oggi, per la prima volta, ho visto mio figlio uguale a tutti gli altri”. Durante queste Prove di Amore c’è un cuore uni-co che ricorda che anche la persona è unica e con una sua identità specifica. Quando sono arrivata ho visto settanta persone sul palco con una propria impronta artistica, con il proprio, esclusivo segno creativo: qualcuno di-versamente abile, qualcun altro un po’ più abile nel movimento, nel parlare, nel cantare.Dopo un istante in teatro, riesco però solo a per-cepire la capacità di ognuno, più che la diversità. Riesco a sentire uno sbocciare di amore, di sorri-si, di amicizia, di desiderio di abbracciare l’aria e il pubblico che assiste a loro “volare”. E forse è proprio in quel bisogno di “volare” che il diverso diventa uguale.E poi ancora è in quella danza, nel grido, nelle mani che si tendono l’una con l’altra per aiutarsi, per al-leggerirsi e confondersi che le abilità e le persone si incontrano e diventano uno e uno soltanto.

Una scena di "Volando in varietà". Ospiti Alessandro Greco e Beatrice Bocci, felici di essere stati coinvolti in questo percorso.

Page 22: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

22

di Luca Buccheri

di Luca Buccheri

Un nuovo affascinante libro di padre Vannucci esce a 25 anni

dalla sua morte per le Edizioni Romena, un testo inedito che

affronta il tanto attuale e delicato tema della libertà nella prospettiva

cristiana, capace di stimolare in noi una nuova consapevolezza di vita.

UN INEDITO DI GIOVANNI VANNUCCI

Cristo e la libertà

Quando avvengono i terremoti, sono le strut-ture rigide le prime a crollare. Le parole di padre Giovanni Vannucci sulla libertà han-no, sul nostro comune modo di intenderla, ma soprattutto sulle nostre strutture mentali e acquisizioni spirituali, lo stesso effetto di un terremoto che provoca ad andare oltre il già detto, il già conosciuto, il già pensato, il già vissuto, in un continuo superamento di forme omologate e schemi consolidati. Per-ché idee fisse e dogmatismi irrigidiscono il cuore, la mente e l’anima, bloccando il na-turale fluire della vita.Il testo di padre Giovanni Vannucci che qui presentiamo è uno scritto inedito pub-blicato in occasione dei 25 anni dalla sua scomparsa. Si tratta di un ciclo di incon-tri su “Cristo e la libertà”, da lui tenuto un anno prima di morire, che diventa per noi un percorso esistenziale di consapevolezza

e di liberazione interiore in cui la lettura e rilettura del testo è allo stesso tempo punto di partenza e di arrivo. Di partenza, perché la prima lettura opera uno scavo profondo nel cuore e nella mente, aiu-tando il lettore a liberarsi delle incrostazioni plurisecolari ereditate; di arrivo, perché den-tro ogni parola che padre Giovanni ci conse-gna c’è una sapienza e potenza creatrice de-rivante dal fatto di essere una parola vissuta e non solo pronunciata, incarnata e non solo evocata o suggerita ad altri; una sapienza che ci proietta in avanti anticipando intuizioni non ancora del tutto afferrate ed esplorate. In mezzo, c’è lo spazio per una libertà e una pie-nezza di vita da sperimentare oggi.Cristo e la libertà dunque, prima di essere un libro da leggere, rileggere e gustare, è un’occasione di consapevolezza, un movi-mento interiore, una possibilità nuova, che

Page 23: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

23

purifica e libera, un modo nuovo di accostarsi alla figura di Cristo, libero e liberante.Scrive Ermes Ronchi nella presentazio-ne del libro: «Emblematica rimane per me una sua espressione: “Non pensate pensieri già pensati da altri”. Parole affermate negli anni in cui la Scolasti-ca medievale e tomistica era ancora la regina della teologia, in cui la verità di una affermazione doveva essere garan-tita dall’autorità di parole già dette da altri, quando un concetto era legittima-to dalla sua conformità alla tradizione. E di colpo si aprivano bocche di vento, sentivi come un soffio di primavera che sollevava quella polvere di secoli che si era accumulata sui nostri libri di testo e nelle nostre aule. Ti sentivi libero da formalismi e da omologazioni, libero dalle pesantezze dell’istituzione e della tradizione, cercatore senza scuole, ma non senza maestri, su sentieri nuovi e inondati di sole». L’offerta di libertà che troverete in questo libro bello, intenso e concreto, capace di lanciare l’anima in un vorti-ce di idee e orizzonti sconfinati, è un seme da far crescere quotidianamente, uno stimolo da accogliere e coltivare, una scoperta da custodire, un percor-so che provoca ciascuno di noi a ri-conoscere quella parte eterna di noi in cui abita il divino e che ci permette di affermare “Io sono eterno!”. Come dice padre Giovanni: «Nel momento di tenebra io sono sempre un punto di luce, nei momenti di disperazione capisco che ciò che avviene intorno a me mi riguarda perché lo sento, ma non incide nella parte eterna del mio essere. Quando tutto ciò che cambia e si trasforma sarà assorbito da questo centro eterno del nostro essere, allora saremo pienamente liberi». Buon viaggio!

Quelle parole che vengono dal futuro“Le intuizioni di padre Giovanni? Sono un secolo avanti a noi!” ALBERTO MAGGI, oggi uno dei più noti e apprezzati biblisti italiani, deve molto all’incontro con padre Giovanni Vannucci. “Un ciclo di esercizi spirituali con lui infiammò la mia voglia di studiare le Scritture nella loro lingua originale. Per questo ho dedicato il centro studi in cui opero a lui”. Ma cosa c’era di speciale in quel monaco? “Im-possibile trovare una parola per rispondere. Potrei dirti che era un uomo che non possedeva la verità, ma era nella verità”. Così a 25 anni dalla morte nulla di ciò che ha detto, pensato, scritto, viene dal passato. Al contrario: “Lo Spirito vi annuncia le cose future dice il Vangelo di Giovanni. Padre Giovanni era nello Spirito, per questo le sue parole continuano a arrivarci dal futuro. Spesso la chiesa dà risposte vecchie a bisogni nuovi, Giovanni invece ha sempre dato risposte nuove ai nuovi bisogni della spiri-tualità. Era un profeta, era nello spirito, era nel futuro. E da lì continua a parlarci”.

Page 24: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

24

Lucia e Vascotornati terra innamorata

Morte non hai vinto, sei solo riuscita a farla tornare terra. Ma non hai considerato che quella che ti sei trovata tra le mani non era terra disperata come avresti voluto, ma innamorata.Innamorata di Marco, compagna che dimezzava il viaggio, che non misurava, un amore di vento che asciugava la fronte, un amore diventato pane che si sbriciolava nella carestia.Innamorata di Beatrice, Laura, Elisa, Lorenzo, li caricavi di baci, era il tuo modo di amare, una forza di saluto che serviva per fare fiato e dare ali, fidavi per loro nella provvidenza senza porti il come, il dove, il perché, sapevi che l’amore non ha un posto ma è un modo di vivere.Innamorata della vita, agivi per grazia di natura e forza viscerale di attaccamento e offerta, perché un’energia sovrabbondante usciva dalla tua vita.Lucia non sei scappata dal dolore ma ne hai sollevato tutto il peso e lo hai scagliato nella profondità del tuo petto, perché si aprisse ancora di più per far fiorire tutte le cose.Lucia occhi innamorati, di un caldo buono, di mani, di volti, non credo che il tuo amore fosse cieco, aveva gli occhi dell’eterno.

Luigi Verdi

Lucia e poi Vasco. In pochi giorni, come se si chiamassero, in poco spazio, a San Giovanni Valdarno, la stessa città. Lucia, Vasco. Il saluto in chiese diverse, ma piene della stessa, meravigliosa umanità. Lucia l'avevamo conosciuta almeno dieci anni fa. La accompagnava l'onda della sua festosa famiglia, di Marco suo marito e dei quattro figli. Aveva vestito Romena della sua voglia di vivere, e della sua disponibilità a offrirsi: ci aveva offerto la condivisione della sua malattia, e la sua voglia di far largo alla vita. Alla sua morte non ci aveva preparato: per questo continuiamo a sentirla così presente e viva.Vasco era il babbo di Gigi, il nostro Gigi. A Romena portava sempre, senza esibirlo, il segno della sua gioia per il cammino del figlio. Era un uomo semplice, onesto, un uomo rimasto ritto in piedi anche quando la malattia lo aveva costretto in un letto. Aveva faticato solo a tirar fuori la sua tenerezza: però alla fine ha saputo metterla tutta nella lacrima con cui ha lasciato il suo corpo. La sua eredità. Lucia e Vasco sono tornati terra, ma terra innamorata.

Page 25: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

25

Babbo miodella terra

I tuoi occhi persi nell’infinitoI miei occhi ritrovati nei tuoi.

La tua mano a stringere la miaimplora di trattenerti qui,e cerca una presenza forteprima di lanciarsi nel viaggio.

Il tuo cuore che corre velocea rincorrere il tempo,il mio cuore va lentoper provare a fermarlo.

Il tuo respiro ha il fiatonedi chi partorisceo di chi è vicino alla vetta.Il mio respiro è in apnea,come chi cerca nel profondo della tua vita,la migliore pietra preziosache hai nascosto per me.

Il tuo ultimo respiroferma per un attimoil tuo e il mio cuore,finalmente io e teun cuore solo e un’anima sola.

Grazie babbo,perché anche se io non ti ho mai parlato di Dio, sei stato tu a parlarmi di un Dio che si incontra quando il cuore è povero e si ha fame.

Grazie babbo,della tua lacrima scesa sul tuo viso prima di morireripagandoci di tutta la tenerezzache faticavi a partorire.

Grazie babbo,stasera al tramonto come Zaccheosali sull'albero della vitae guardalo con i tuoi occhi quel Gesù di cui ti hanno parlato.Incontrerai i suoi occhi che ti diranno:mi basta la tua presenza, il tuo sguardo e sarò onorato di venire a casa da te.

Luigi Verdi

Page 26: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

26

Festa d'ESTATE

• ore 9 lode del mattino • ore 10 incontro con Folco Terzani

• ore 13 pranzo a Papiano

• ore 15 incontro con don Rigoldi• ore 17 Messa

Domenica 26 Luglio

Il domani avrà i tuoi occhi

Folco TerzaniSrittore documentarista, autore con il padre Tiziano del libro best seller "La fine è il mio inizio"

don Gino RigoldiResponsabile dell'associazione Comunità Nuova di Milano, vicina ai problemi dei giovani

Che cosa, del presente che viviamo, sa di futuro? Quali sono gli spunti, le idee, le intuizioni che non restano impigliate in questa fase di inquietudini, di crisi e muovono in avanti? La festa d'estate 2009 propone una giornata di riflessione su queste grandi domande.

Page 27: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

27

UNA NUOVA PUBBLICAZIONE

le parole eil Silenzio

I verbi della vita

CURAREFrancesco SartorI

Luigi rIpamontI

EDUCAREVittorino andreoLI

RACCONTAREmaurizio maggIanI

GIUDICAREpiero Luigi VIgna

Carol BeeBe

taranteLLI

RITIRARSI, RITROVARSItito BarBInI

Wolfgang FaSSer

elena tuCCItto

a cura di Massimo Orlandi e Paolo Ciampi

Uno scrittore affermato (Maurizio Maggiani), uno psichiatra di fama (Vittorino Andreoli), un magistrato in prima linea (Piero Luigi Vigna), e ancora un medico passato dalla parte dei pazienti (Francesco Sartori), un giornalista che racconta di cure e di dottori (Luigi Ripamonti), una vittima dei nostri anni di piombo (Carol Tarantelli) e tre persone speciali che hanno saputo trasformare la loro vita per renderla più autentica (Tito Barbini, Wolfgang Fasser ed Elena Tuccitto): sono loro i protagonisti di un affascinante percorso per svelare la bellezza dell’incontro, quando punta verso l’anima delle persone, vera radice di ogni parola che conta.

Le PAroLe eIL SILenzIo

a cura diMassimo Orlandi e Paolo Ciampi

Pagine 192

ISBN 978-88-89669-31-0 € 10,00

in collaborazione con laFondazione Giuseppe e Adele Baracchi

Vol. 2

I verbi della vita

Avvisi7-8-9 agosto

"La comunicazione amorevole"Saper ascoltare, saper chiedere, saper dare con freschezza e tranquillità sono le basi di una comunicazione costruttiva, impegnata ogni giorno nella sfida delle nostre relazioni.

Iscrizioni dal 1° luglio

• • • •

18-19-20 settembre"Invito alla preghiera"

Una proposta per aprirsi al significato della preghiera. Preghiera come meditazione silenziosa, preghiera come grido, preghiera come invocazione.

Iscrizioni dal 1° agosto

Nuovi corsi Il nuovo libro diLuigi Verdi

Verrà presentatoil 26 di luglio,

in occasione della festa d'estate

Il nuovo libro del nostro Gigi

Il domani avrà i tuoi occhi

Page 28: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

28

GR

Af

fIt

I

h o compiuto da poco 59 anni. Un anno fa ho pubblicato una raccolta di poesie scritte in un periodo particolare della

mia vita, dedicate all’Amore. Queste poesie raccontano una storia iniziata bene e finita male. Un fiore spuntato nella stagione autunnale, ma che il freddo dell’inverno ha ucciso. Non pensavo più di potermi innamorare. Alla mia età ci si avvolge nella calda e rassicurante coperta delle proprie certezze. Invece ho conosciuto un uomo che ha cambiato la mia vita... non so ancora se dire in meglio, perché la sua perdita mi ha fatto soffrire come non avevo mai sofferto in vita mia. Un uomo che si è preso cura di me nel senso più ampio della parola e poi mi ha abbandonato, spaventato dei miei sentimenti ma forse anche dei suoi. Ho temuto e forse desiderato di morirne. Eppure so che grazie a questa esperienza ho acquistato consapevolezza di tante cose, di quello che sono e di ciò per cui vale la pena lottare.

Mar ia emi l ia baldizz i

N on so perché ma il “tornare ad innamorarsi” mi è parsa subito una frase contraddittoria. Associo sempre

l’innamoramento ad un’emozione intensa, ad una folgorazione, una ventata di freschezza, di gioia. Sia essa per una persona, per una canzone, per un luogo, per un animale. Al contrario della parola “tornare” che mi suona tanto di “cosa vissuta”, lenta… di un recuperare qualcosa.Ma come fanno a stare insieme due concetti così lontani? Una provocazione nuova per me, perché diversa dal “tornare ad amare”.

Innamorarsi è un’altra cosa. È sentire di petto, non poter controllare, senza limiti, senza misure, è non stare nella pelle… Auguro allora a me stessa e a chi ne sente il bisogno di tornare ad innamorarsi della vita, anche se ci ha deluso, ci ha ferito. Innamorarsi della persona che amiamo, nonostante la quotidianità, l’abitudine, alimentando un sentimento che può stupirci ancora! Di un libro già letto, avendo voglia di scorgerne nuove sfumature, nuovi colori! E tra le tante cose sarebbe bello reinnamorarsi anche di Dio. Aprirgli il nostro cuore, avere voglia di incontrarlo, lasciarsi rapire dalle sue parole, dai suoi segni, dal suo sguardo. Non aspettare che siano gli eventi della vita, spesso i più tragici, a spingerci a rivalutare, a riscoprire. Attenzione e stupore per ciò che ci circonda… non sarà poi così difficile ritrovare sentimenti vivi e irrefrenabili, non sarà poi così contraddittorio tornare ad innamorarci.

chiara Marcon

c ome non alzare gli occhi di fronte a tale meravigliosa terra e come non desiderare fotografare con la mente ogni quadro

che mi viene regalato dal finestrino del treno. Se mi lascio rapire, ogni albero è un capolavoro, ogni quadrato di terra un arcobaleno di colori, ogni specchio d’acqua una perla luccicosa… ed io così spesso abituato a tutto ciò che mi dimentico semplicemente di… guardare! Mi convinco sempre di più che il miglior modo di trovare il divino sta… nel modo di vedere le cose, nel modo in cui sai guardare ogni cosa! Guarda quel

Page 29: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

29

rettangolo d’acqua: sta lì per riflettermi il sole, ora, proprio ora. E mi insegna che bisogna farsi acqua per riflettere… Dio.

d. Giorgio bonato

P ensavo che l’amore con annessi e connessi non facesse al caso mio. Pensavo di non esserne all’altezza. Così

decisi di dare spazio a me. Una scelta indolore ed egoista forse. Un viaggio in una terra lontana in compagnia di mia sorella improvvisamente mi fece aprire gli occhi e la mente. Una ventata d’aria pura entrò nel mio essere. Mi resi conto che il mondo girava benissimo malgrado le mie sofferenze. Questo mi diede la forza di rendere tutto ciò che desideravo possibile. E fu magico... Avevo imparato solo un poco ad ascoltare le persone che incontravo, percepire i loro desideri e rimpianti. Ritrovai occhi tristi come i miei e sorrisi solari spiazzanti. E luce fu. Tornare ad innamorarsi di se stessi, delle proprie passioni, dei propri oggetti. Era tutto ripulito in un perfetto disordine!! Così, un giorno all’improvviso, incontrai l’uomo che oggi è il padre dei miei figli. Torniamo ad innamorarci sempre, ogni qualvolta che la vita ci presenta qualche sorpresa. Mi amo, lo amo, vi amo.

Mar ia cr ist ina Azzarel lo

d opo la fine di un rapporto durato ventitre anni, l’unica strada possibile per ripartire e rimettersi in gioco è stata quella di

“tornare ad innamorarsi”, prima di tutto della vita. Questa strada per me è passata, e passa tuttora, attraverso l’incontro con gli altri, vecchi e nuovi amici. Così in questi mesi ho avuto la fortuna di incrociare il mio percorso con Claudia, l’amica triestina conosciuta al primo corso di Romena, che mi ringrazia di averla “raccolta” (anche se in realtà ci siamo raccolti a vicenda Claudia, noi e gli altri ragazzi incontrati in quei tre splendidi giorni, Rosario, Silvia, Enrico, Cris, Mony ecc.), di avere per amico da venticinque anni Willy, da ventuno in carrozza (come dicono da lui a Bologna), tetraplegico dopo un’operazione chirurgica andata palesemente storta, ma insegnamento cont inuo per l ’amore e

l’attaccamento alla vita che dimostra sempre. E poi come non innamorarsi del sorriso sdentato e a mezzaluna di Guidino, tenero bambino di cinquantasei anni, che ti abbraccia felice dopo le prove dello spettacolo che con la Compagnia delle Arti mettiamo in scena insieme a lui e agli altri ragazzi disabili della ‘‘Tenda’’? Certo non è tutto facile, ci sono le delusioni e i momenti bui, improvvisi e inaspettati, che probabilmente dureranno ancora per un po’. Però ricercando nella memoria un gesto, un’espressione, una parola detta o scritta che questi e altri amici mi hanno regalato, riesco a trovare il carburante indispensabile per tornare ad innamorarmi, giorno dopo giorno. Grazie a tutti.

Giul io Giatt i

A vevo tutto: regina, reggia e reame. Ero quello affidabile, retto, che non dice mai di no: una quercia attaccapanni,

insomma. Forgiavo giorni gemelli dai lineamenti pari, già sapevo quelli a venire: sudati e perfetti, come li vorrebbero tutti. Sapevo essere l’orgoglio di molti. “É un periodo così, resisti”, mi dicevo da una vita. Avevo fatto tutto per bene, come doveva essere fatto. Poi tremò tutto dalle fondamenta, respiravo terrore, il mondo sembrò crollare. Due anni di psicoterapia per decidermi a lasciare andare ed aprire gli occhi, altri due per accettare di accordare la mia vita. Non era un terremoto, ma un “toc toc” discreto, lei non sapeva nemmeno di aver bussato. Ho dovuto a me stesso l’andare ad aprire e scoprire chi era. Non lo volevo quel dono, innamorati ci si ritrova. Un viaggio che mi ha salvato la vita e ne ha trucidata un’altra progettata e promessa. Una pazza, svelata verità che ha distrutto ciò che ero e avevo costruito, ciò che gli altri apprezzavano di Luca. Una nuova strada sconnessa senza indicazioni né destinazione, ma che sapeva di me. Legittimarmi innamorato è stato coraggio liquido, abbracciare un rischio, partire da soli con la caravella per le Indie che “senti” senza lasciar detto quando, e soprattutto se, tornerai. É credere per una volta più al tuo indecente profondo che a quello che vedi e che dicono tutti, dirti almeno una volta che vieni prima tu. Abbandonarmi innamorato è stato lasciarmi spogliare dall’assurda chiamata, finalmente nudo alla timida carezza come alla gelida sevizia

Page 30: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

30

dell’indifferenza e del rifiuto. Le mura della rocca funzionano in entrambi i sensi: proteggono ma non filtra il sole di chi sta oltre te. É un atto di sconsiderata follia uscirne, rimettere la vita a servizio della Vita. Ed ogni volta, sorridendo nel riaccettarmi innamorato e vivo, mi scopro un passo oltre.

Luca Penzo

M i son trovato a correre, in una domenica mattina di questo fine Marzo, sotto una pioggerella insistente, nella campagna

del Vicentino. Mi sento allegro e leggero e ad un certo punto mentre la strada attraversa un boschetto un po’ in salita, si impone una strana sensazione che mi porta a rallentare, a fermarmi, a osservare e contemplare l’attimo che sto vivendo. E mi trovo in un mondo di sensazioni, di colori, di profumi, la terra che sembra viva e l’erba che accoglie la pioggia col desiderio di chi attende da molto tempo.Tutto sudato, bagnato, mi trovo lì come un “mammalucco” travolto da queste sensazioni e mi sale dal cuore un’immagine, un volto che porta la dolcezza di un sorriso che ami e con cui vuoi condividere i momenti più forti e belli della vita. Qui c’è tutto, tutto, e il primo pensiero che mi affiora è legato all’insignificanza di una vita di ricerca, di studio, di concetti sul senso, sul perché della vita. Ho letto tanti libri, ho ascoltato tanti maestri che mi hanno portato lontano, mentre qui c’è tutto, nel silenzio della natura con un cuore che ama, con la mente tranquillizzata dalla stanchezza e dalla mancanza di aspettative mi sembra di cogliere il senso o forse il non senso di quello che mi aspettavo per essere felice. Sarà forse la leggera follia dei cinquantenni, sarà la piccola saggezza accumulata, saranno anche i troppi abbracci degli amici di Romena che mi hanno aiutato a cogliere un momento in cui dal nulla è sorto il tutto. Forse questo è essere innamorati?

Sergio Peron

M i tornano in mente i primi giorni di primavera quando sui rami si affacciano le prime gemme e ci poniamo in attesa

affinché anche i fiori facciano capolino.Forse reinnamorarsi vuol dire semplicemente stu-

pirsi di fronte a tutto ciò che di nuovo si affaccia nella nostra vita o imparare a guardare la quoti-dianità del vivere insieme ad occhi chiusi, affinché anche gli altri sensi possano riscoprire quanto c’è di bello nella persona che ci vive a fianco. Ma il reinnamorarsi non lo vedo solo in un rapporto di coppia, ma in tutto ciò che ogni giorno osserviamo con frettolosità senza dare a nessuna emozione il rispetto e l’attenzione che merita.Soltanto rallentando i nostri passi possiamo riscoprire tutto l’amore che sanno donarci le piccole cose: un tramonto, il canto di un uccello, il soffiare del vento. Non è scritto forse nel Vangelo che arrivò un vento leggero e Dio era proprio lì?

Mar ia donat a Grande

c he forza in queste tre parole – complimenti, raramente si concentra così qualcosa capace di scuotere fino alla

profondità dell’anima ! Il primo effetto è quello di un invito, caloroso e forte, ad allentare i freni e a lasciar succedere di nuovo qualcosa di magico, a concederci la possibilità di sperimentare di nuovo una condizione particolare dell’esistenza, caratterizzata da tanti aspetti positivi. Poi subentra la sensazione di un’offerta, l’offerta di un’altra opportunità che butta giù il muro interiore che a volte ci fa sentire finiti, che spesso ci oscura l’orizzonte. Poi viene da riflettere sullo stato di innamoramento, sulle sue dinamiche, sui suoi significati infiniti e viene da augurare che duri tanto, che diventi cronico. Poi la consapevolezza si posa sugli esiti e sulle complicazioni, e l’augurio

Page 31: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

31

fortissimo è che consenta di sperimentare una magia più grande, l’essere amore! É questa la grande opportunità dell’innamorarsi, sperimentare che possiamo essere amore. Perché possiamo fare questo quando ci innamoriamo ci viene regalata l’energia necessaria, vengono abbassate le nostre difese, ci vengono offerte opportunità di crescita incredibili nelle qualità personali necessarie per manifestare che siamo amore, a 360°. La prospettiva evolutiva dell’innamoramento cancella ogni paura e annulla ogni rischio di sofferenza. Basta che non commettiamo l’errore comune di credere che quello che proviamo è limitato ad un oggetto d’amore, che sia una persona o qualunque altra cosa, e non una finestra spalancata sulla nostra natura profonda. Possa tutto l’amore manifestarsi in noi!

Alf iero zamponi

P er abitare la vita dobbiamo tornare alla verità, alla fedeltà e ad innamorarsi. Queste le parole di Don Luigi. Tornare

ad innamorarsi, secondo me, contiene le prime due. Bisogna prima tornare alla verità e alla fedeltà, così potremo provare di nuovo quelle meravigliose sensazioni che danno energia, sono vita e ci fanno perdere la testa, cioè ci fanno innamorare. Ma essere veri prima di tutto a noi stessi, essere fedeli prima di tutto a noi stessi, senza paura. La paura infatti sciupa la verità, stende un velo grigio sulla vita che non viene più vissuta a 360°. Dobbiamo strappare questo velo. Fedeli a noi stessi, uscire dagli schemi nei quali siamo imprigionati e questo richiede coraggio, sofferenza pazienza, resistenza. L’amore ha bisogno di coraggio, sofferenza, resi-stenza, ha bisogno di tempo per crescere, è come una piantina che darà buoni frutti piano piano, primavera dopo primavera fino ad essere un pian-ta, un albero con radici ben solide che sopporta siccità e tempeste e dà frutti sempre più dolci. Torneremo ad innamorarci quando ci spoglieremo del superfluo e cercheremo di cogliere i dettagli, i gesti, gli sguardi, le pause tra le parole, per capire se la persona della quale siamo innamorati riuscirà ad essere vera e fedele prima di tutto a se stessa, per poi lasciarsi andare.

Alessandra Simonatt i

Inoltre ci hanno scritto: Antonella Lauretta, Fio-renza Pacinotti, Chiara Gallo, Sandra, Sara Cattò, Catia Mugnaini, che ringraziamo di cuore.

PROSSIMO NUMERO: il giornale in uscita a Settembre approfondirà il tema:

“UNA DISCIPLINA INTERIORE”.

Inviateci lettere, idee, articoli, foto (termine ultimo: 15 Agosto 2009), preferibilmente alla nostra e-mail: [email protected]

UN CONTRIBUTO: se volete darci una mano a realizzare il giornalino e a sostenere le spese potete inoltrare il vostro contributo col bollettino allega-to, oppure effettuare un’offerta ai seguenti conti correnti intestati a Fraternità di Romena ONLUS, Pratovecchio (Arezzo):

postale IBAN:IT 58 O 07601 14100 000038366340

bancario IBAN:IT 25 G 05390 71590 000000003260

PASSAPAROLA: se sai di qualcuno a cui non è ar-rivato il giornale o ha cambiato indirizzo, se desideri farlo avere a qualche altra persona, informaci.SEGRETERIA: l’orario per le iscrizioni ai corsi è preferibilmente dal mercoledì al venerdì dalle 17,30 alle 19,30, sabato e domenica quando vuoi.Le iscrizioni ai corsi si aprono il primo giorno del mese precedente al corso stesso.

Page 32: Tornare ad i n n a m o ra rs i - Home - Fraternità di Romena · Basta abitarla un giorno, ... l’amore deve essere sincero più che perfetto. ... un po’ bambinesca. Magari per

32

T orniamo ad innamorarci perchè l'amore ci restituisce

alla vita,quando la vita fugge.Luigi Verdi

Foto di Massimo Schiavo