Giornalino Fraternità Santa Maria di Gesù La Gancia

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Quando la droga colpisce i bambini di Maria Grazia D’Agostino pag. 3 IN QUESTO NUMERO Tu non mi cercheresti se non mi avessi … di Iolanda Carrieri pag. 9 Sulla famiglia le sorti socio-economiche … di Maria Grazia D’Agostino pag. 4 Termini città mariana di M. Antonietta Vega pag. 7 La ricetta del mese di Mariella Campagna pag.10 Educare i giovani alla giustizia e alla pace di Ignazio Cusimano pag. 5 4 a Giornata internazionale di intercessione… dall’Osservatore Romano pag. 8 Da parte nostra … pag.10 In fraternità notizie pag.11 Gioite sempre nel Signore di Nunziata Toscano pag. 6 Come Giuseppe potrai … se crederai di Ina Piazza pag. 8 Programma attività e celebrazioni mese di Gennaio 2012 pag.12 Anno XI - n. 1 - Gennaio 2012 di Nino Calderone nche il 2011 si è concluso e mentre siamo immersi già nel nuovo anno, ripensiamo a questo inizio mil- lennio, che con le crisi economiche su scala mondiale o le catastrofi cli- matiche, oppure la fine dell’industria- lizzazione ed il correlato crollo del mercato del lavoro, pare aver del tutto rigettato ed oscura- to il corredo di va- lori e di insegna- menti, che avevano fatto dell’umanità intera un crogiuolo prodigioso di emo- zioni, spiritualità, rispetto, onestà, gratitudine ed altro ancora, emancipando l’uomo verso quel progresso che og- gi ha forse ecces- sivamente globa- lizzato e travolto ogni sistema di vita e di relazio- ne. Siamo in gior- ni in cui si schiu- dono non impos- sibili scenari drammatici per l’economia occi- dentale. Ascol- tiamo i telegior- nali, leggiamo i titoli, trovandoci di fronte non un A

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Giornalino Fraternità Santa Maria di Gesù La Gancia Gennaio 2012

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Quando la droga colpisce i bambini di Maria Grazia D’Agostino pag. 3 IN QUESTO NUMERO

Tu non mi cercheresti se non mi avessi … di Iolanda Carrieri pag. 9

Sulla famiglia le sorti socio-economiche … di Maria Grazia D’Agostino pag. 4

Termini città mariana di M. Antonietta Vega pag. 7

La ricetta del mese di Mariella Campagna pag.10

Educare i giovani alla giustizia e alla pace di Ignazio Cusimano pag. 5

4a Giornata internazionale di intercessione…dall’Osservatore Romano pag. 8

Da parte nostra … pag.10 In fraternità notizie pag.11

Gioite sempre nel Signore di Nunziata Toscano pag. 6

Come Giuseppe potrai … se crederai di Ina Piazza pag. 8

Programma attività e celebrazioni mese di Gennaio 2012 pag.12

Anno XI - n. 1 - Gennaio 2012

di Nino Calderone

nche il 2011 si è concluso e mentre siamo immersi già nel nuovo anno, ripensiamo a

questo inizio mil-lennio, che con le crisi economiche su scala mondiale o le catastrofi cli-matiche, oppure la fine dell’industria-lizzazione ed il correlato crollo del mercato del lavoro, pare aver del tutto rigettato ed oscura-to il corredo di va-lori e di insegna-menti, che avevano fatto dell’umanità intera un crogiuolo prodigioso di emo-

zioni, spiritualità, rispetto, onestà, gratitudine ed altro ancora, emancipando l’uomo verso quel

progresso che og-gi ha forse ecces-sivamente globa-lizzato e travolto ogni sistema di vita e di relazio-ne.

Siamo in gior-ni in cui si schiu-dono non impos-sibili scenari drammatici per l’economia occi-dentale. Ascol-tiamo i telegior-nali, leggiamo i titoli, trovandoci di fronte non un

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fantasma, ma un’ansia razionale e collettiva circa il nostro futuro. Se guardiamo alla nostra Italia, siamo immersi in una scena politica oramai del tutto lontana dal concetto di quella “polis”, intor-no alla quale autentici interessi sociali e generali dovrebbero unicamente orbitare.

Siamo ancora troppo dentro l’occhio del ciclo-ne per poter vedere i danni che la tempesta sta procurando al nostro sistema finanziario, econo-mico e sociale o per capire quanto durerà e in quale direzione ci sta portando. Per un certo nu-mero di anni (a partire dagli anni Novanta) molti operatori della finanza speculativa hanno “con-sumato” troppo il bene comune fiducia con com-portamenti spregiudicati sotto il profilo del ri-schio, pensando di ripartire il costo (cioè il rischio del sistema) sulla numerosissima ‘comunità’ fi-nanziaria mondiale, composta da innumerevoli operatori.

E però quando viene messa in gioco la possibi-lità stessa di dare sostentamento e speranza ai propri figli, viene intaccata prioritariamente quell’area interiore di cui ciascuno è portatore. Se la disoccupazione si fa di massa, si accresce drammaticamente quell’altra crisi impalpabile, che si fa cruda entrando nei gorghi della depres-sione. È singolare però come in genere si parli so-lo di fallimenti economici e finanziari, trascuran-do le risonanze interiori negli uomini che ne sono toccati e che possono essere ben più drammati-che. Perché se i crack economici possono essere arginati con manovre pubbliche o interventi di so-stegno, se per il bisogno più urgente c’è la solida-rietà, c’è la Caritas, molto più difficile è cercare rimedio al senso di sconfitta di chi si vede irrime-diabilmente fallito in ciò che aveva perseguito per la sua vita.

Non siamo monadi, ma originariamente desti-nati al colloquio con l’altro. Lo siamo così pro-fondamente che anche un filosofo come Walter Benjamin, ebreo di origine ma laico, scrisse di «un dovere della speranza» nei confronti di chi l’ha perduta. Del dovere di mantenere viva questa luce, se gli altri attorno l’hanno smarrita; perché se disperiamo anche noi, quella luce andrà persa per tutti. In una recente udienza Benedetto XVI ha parlato di una «memoria che si fa speranza»; dell’utilità di ricordare, come gli ebrei liberati dall’Egitto, il bene ricevuto nella nostra vita, per aiutarci a sperare. Già S. Agostino scrisse che la nostra speranza dipende dalle esperienze del pas-sato. E un altro pensatore Gabriel Marcel ha detto

che «la speranza è la memoria del futuro»: nella nostra memoria ci sono già, in nuce, i modi della speranza che nutriamo. E tutto questo rientra nell’attenzione a una soggettività interiore che viene spesso ignorata, censurata; al profondo bi-sogno di tornare a capire chi siamo e cosa abbia-mo dentro.

La speranza si fonda su due pilastri: la re-sponsabilità individuale è il primo mentre il se-condo è la solidarietà sociale. In questi tempi di crisi economica, occorrerebbe un ripensamento a livello internazionale sui parametri di una nuova solidarietà. Sarebbe una prova di grande concre-tezza, e quindi un coraggioso atto di speranza. D’altro canto il tema del fondamentalismo credo che sia la più grande sfida che il XXI secolo è chiamato ad affrontare. Ma attenzione, sarebbe un errore ritenere che esista soltanto il fondamentali-smo religioso. Se ci guardiamo attorno, ci ren-diamo conto che sono in atto derive fondamenta-liste in senso nazionalista e addirittura in senso ambientalista.

L’importante è che ciascuno di noi impari a ri-conoscere e a contrastare il fondamentalista che cova dentro di sé. In questo senso la speranza si basa anzitutto sulla responsabilità individuale e su quella necessità di conversione tanto cara a Fran-cesco d’Assisi.

Ed è più che mai necessario ripartire dalla fa-miglia. Non è un luogo comune. È in famiglia che si impara tutto. Meglio, la famiglia è una buona scuola per qualsiasi materia. Per la speranza, ma anche per la disperazione. È il microcosmo della vita umana. Il bene comune non viene distrutto quando da bene di nessuno diventa bene di tutti. L’unica strada per poter ricostruire un bene co-mune distrutto è un cambiamento di cultura che porta la maggioranza delle persone a sentire quel bene comune un bene di tutti, quindi anche come un loro bene individuale. Se vogliamo ricreare fi-ducia nel sistema e ripartire, dobbiamo quindi la-vorare molto, non avere fretta e saper attendere. Durante l’attesa (che sarà lunga) siamo anche di-sposti a fare sacrifici, ma è essenziale che cittadi-ni e imprese abbiano segnali credibili e buone speranze di rivedere un giorno spuntare l’erba nel pascolo e non più erba artificiale o velenosa che non nutre. È la speranza civile che ha reso e rende sostenibili i sacrifici dei popoli, consapevoli come diceva il poeta Lamartine «l’uomo non ha porto, il tempo non ha riva: esso scorre e noi passia-mo!».

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QUANDO LA DROGA COLPISCE I BAMBINI he la droga porta dipendenza e in parecchi casi alla morte, tutti lo sappiamo. Non sem-

pre riflettiamo, però, sul fatto che la droga può causare seri danni (a volte anche la morte) ad a-nime innocenti. Uno dei tanti esempi è stato il ca-so del piccolo Samuele, il bambino di diciotto mesi finito in ospedale i primi giorni di dicembre per un’overdose di cocaina, percosse e bruciature in tutto il corpo.

Un caso che deve far riflettere sulla pericolosi-tà che le sostanze stupefacenti possono avere sui bambini e sulla leggerezza con cui gli adulti, che dovrebbero essere tutori dei piccoli, usano la dro-ga anche in contesti nei quali vivono dei bambini. Anime innocenti che, non per scelta, assumono droga. Tantomeno decidono di essere sieropositi-vi, poiché la sieropositività viene loro trasmessa da genitori a loro volta sieropositivi.

È quanto può essere ancora accaduto al piccolo Samuele dato che la madre lo ha allattato fino a quattro mesi. Ed il piccolo è risultato positivo alla droga dalle analisi fatte in ospedale a seguito del suo ricovero dopo aver deglutito, accidentalmen-te, della cocaina rimasta sul tavolo. Storia triste quella di Samuele ma che di certo non è isolata. E storia che fa rabbia perché non si riesce ad accet-tare come una madre possa essere capace di simili azioni. La stessa famiglia della madre del piccolo, una giovane donna di 25 anni, non l’ha voluta in casa. Allo stesso modo non l’hanno voluta molte case famiglia della provincia.

Da Palermo, Termini Imerese, Cefalù e perfino da Caltanissetta sono arrivati solo “no”. Rifiutata quindi da tutti. Un rifiuto che ha fatto notizia tanto quanto ha fatto no-tizia la leggerezza con cui è stato cresciuto Samuele in diciotto mesi della sua esisten-za. Un’esistenza già gravemente segnata.

Ma al di là delle colpe da imputare ai ge-nitori, sulle quali si pronuncerà il tribunale tra qualche tempo, sciocca la grave irre-sponsabilità dimostrata sempre più spesso da persone adulte incapaci di allevare, ac-cudire ed educare i propri figli fino al punto di mettere in grave pericolo la loro stessa vita.

Adulti troppo spesso incapaci di affronta-re i problemi che la vita pone loro davanti e troppo spesso tanto fragili da addentrarsi in

tunnel da cui difficilmente si fa ritorno. Un tunnel dove portano anche i propri figli che, invece, po-trebbero rappresentare l’unica speranza di ritorno ad una vita serena.

Stringe il cuore sentire storie come quella di Samuele o come quella di Alessandro Mathas, il bambino di otto mesi ucciso a Genova nel marzo 2010 dopo un cocaparty al quale avevano preso parte la madre ed il compagno. O ancora a sentire la storia di Matilda, bambina di venti mesi del vercellese arrivata morta in ospedale nel luglio 2005 perché era stata colpita da un violentissimo calcio alla schiena che le aveva spappolato il fe-gato.

Oppure ancora quella di Gabriel, diciassette mesi di Imperia massacrato di botte nel maggio 2009 tanto da avere spappolato milza, fegato e reni. Tutte vittime di adulti, soprattutto madri, strafatti di cocaina che li rende aggressivi e spes-so assassini. Storia di cui si è parlato attraverso i giornali cartacei ed on line ma ce ne sono tante altre che, al contrario, non vengono raccontate dalla stampa.

Vicende che mettono l’accento sulla facilità con cui i bambini troppo spesso diventano bersa-glio inconsapevole di gente sconsiderata e che, allo stesso tempo, dovrebbero far riflettere come l’assunzione di droghe è nociva non solo per chi ne fa uso ma anche per chi vive accanto.

Maria Grazia D’Agostino

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pag. 4 GENNAIO 2012 In Fraternità con Francesco

SULLA FAMIGLIA LE SORTI SOCIO-ECONOMICHE DEL MONDO

a famiglia è il nucleo naturale e fonda-mentale della società». È questa una delle

definizioni più usate per descrivere la famiglia. Nonostante il termine abbia varie accezioni (la sociologia la descrive come “quella struttura so-ciale o gruppo i cui membri sono uniti fra loro da legami di parentela, di affetto, di servizio o di o-spitalità che vivono o hanno vissuto nello stesso ambiente domestico”), è parere diffuso che la fa-miglia sia il perno di ogni comunità. Che possa anche essere l’elemento su cui puntare per risol-levare le sorti economiche di un Paese è un pen-siero, però, che non sempre viene in mente.

Ed è lo stesso pensiero che ha sostenuto padre Massimiliano Purpura nell’omelia tenuta durante il momento di preghiera organizzato in occasione del XXX Anniversario Familiaris Consortio, l’esortazione apostolica di Giovanni Paolo II sui compiti della famiglia cristiana. È stato un mo-mento molto partecipato, che si è svolto il 22 no-vembre nella Chiesa di San Marco, e fortemente voluto a livello locale dall’Ordine Francescano Secolare (OFS) della chiesa Santa Maria di Gesù di Termini Imerese, che lo ha organizzato.

Sebbene il Familiaris Consortio è stato cele-brato in tutta Italia (poiché promosso dall’OFS nazionale) a Termini Imerese ha goduto di una celebrazione as-sai particolare, fina-lizzata a sottolineare come il nucleo fami-liare rappresenti o-gni tipo di comunità parrocchiale presen-te nel tessuto sociale termitano. L’idea che si è voluta tra-sferire racchiude un concetto assai im-portante, ovvero quello relativo al fat-to che le singole fa-miglie formano le varie comunità par-rocchiali che, a loro

volta, formano la società su cui, poi, si regge la Chiesa cattolica.

Da questo processo mentale risulta chiaro co-me la «famiglia», nucleo primario di ogni forma di organizzazione e società, rappresenti la base della società stessa nonché della Chiesa cattolica. Allora, su questo caposaldo l’OFS termitana ha deciso, nel giorno in cui si celebra il Familiaris Consortio, di far rappresentare ogni comunità par-rocchiale di Termini Imerese da una famiglia termitana composta nella sua forma più elementa-re: padre, madre e figlio/a. Nove nuclei primari, quindi, per nove parrocchie vive e attive della cit-tà imerese. Ed ogni nucleo si è raccolto attorno all’altare già nella fase iniziale della celebrazione. Prima il padre, che giunto dinanzi l’altare ha ac-ceso una candela dal cero pasquale, poi la moglie, posizionatasi alla sua destra, ed infine il/la fi-glio/a, che ha raggiunto i genitori ponendosi ac-canto a loro.

Nel gruppo, io e la mia famiglia abbiamo rap-presentato la chiesa-convento Santa Maria di Ge-sù. Un’esperienza emozionante che permette di fare ciò che nella quotidianità di ogni giorno non è più possibile fare: riflettere sul significato della «famiglia». Una realtà di cui spesso si parla senza

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avere piena consapevolezza della sua importanza. Ma iniziative come quella del 22 novembre

portano, invece, a fare una riflessione sia sulla fortuna che si ha di far parte di un tale nucleo primario (molti purtroppo non ce l’hanno una fa-miglia e tanti altri, pur avendola, non vi trovano legami forti) e sia sulle responsabilità che questo «farne parte» comporta. Responsabilità legate al voler e al dover essere elemento «significativo» del proprio nucleo familiare in termini di carico di impegni da sopportare, di essere «orecchio» sen-sibile e capace di ascoltare, di essere «custode» dei pensieri (positivi e negativi) di tutti i membri.

Saper vivere bene in famiglia significa saper vivere bene nella società, seguendone regole e comportamenti. Un concetto semplice ma difficile a mettere radici. Da qui, è logico pensare che la crisi della famiglia è anche la crisi della società ed è anche la crisi della Chiesa cattolica. E sulla base di questo assunto padre Massimiliano ha so-stenuto, nell’omelia, che per risollevarci dalla cri-

si sociale ed economica che sta attraversando il mondo intero occorre puntare proprio sulla fami-glia, quale luogo in cui riscoprire i veri valori del-la vita di cui primo fra tutto è l’amore. E l’amore deve esserci, ha ripetuto più volte padre Massimi-liano, sin dall’unione dell’uomo e della donna di-nanzi Dio perché entrambi sono destinati a diven-tare «famiglia». «Se non c’è questo sentimento tanto forte – ha detto padre Massimiliano - è me-glio che la coppia non si sposi in chiesa ma solo civilmente perché l’impegno preso al cospetto di Dio non sarà mai reciso».

Molte famiglie sono oggi incerte e smarrite di fronte ai loro compiti o, addirittura, dubbiose e quasi ignare del significato ultimo e della verità della vita coniugale e familiare. Traballando le basi della famiglia traballa l’intero sistema socio-economico. Per riportarlo alla stabilità, dunque, occorre ri-fortificare le basi su cui si forma e si regge la famiglia.

Maria Grazia D’Agostino

«EDUCARE I GIOVANI ALLA GIUSTIZIA E ALLA PACE» uesto è il tema che il Santo Padre Benedetto XVI ha scelto per la 45a Giornata Mondiale

della Pace, che si celebra il 1° gennaio. Il tema «Educare i giovani alla giustizia e alla pace» en-tra nel vivo di una questione urgente nel mondo di oggi: ascoltare e valorizzare le nuove genera-zioni nella realizzazione del bene comune e nell’affermazione di un ordine sociale giusto e pacifico, dove possano essere pienamente espressi e realizzati i diritti e le libertà fondamentali dell’uomo.

Risulta, quindi, un dovere delle presenti gene-razioni quello di porre le future nelle condizioni di esprimere in maniera libera e responsabile l’urgenza per un “mondo nuovo”. La Chiesa ac-coglie i giovani e le loro istanze come il segno di una sempre promettente primavera ed indica loro Gesù come modello di amore che rende «nuove tutte le cose» (Ap 21,5).

I responsabili della cosa pubblica sono chiama-ti ad operare affinché istituzioni, leggi e ambienti di vita siano pervasi da un umanesimo trascen-dente, che offra alle nuove generazioni opportuni-tà di piena realizzazione e lavoro per costruire la civiltà dell’amore fraterno coerente alle più pro-fonde esigenze di verità, di libertà, di amore e di giustizia dell’uomo.

Di qui, allora, la dimensione profetica del tema scelto dal Santo Padre, che si inserisce nel solco della “pedagogia della pace” tracciato da Giovan-ni Paolo II nel 1979 («Per giungere alla pace, educare alla pace»), nel 1985 («La pace ed i gio-vani camminano insieme») e nel 2004 («Un im-pegno sempre attuale: educare alla pace»). I gio-vani dovranno essere operatori di giustizia e di pace in un mondo complesso e globalizzato. Ciò rende necessaria una nuova “alleanza pedagogi-ca” di tutti i soggetti responsabili.

Il tema preannuncia una preziosa tappa del Magistero proposto da Benedetto XVI nei Mes-saggi per la celebrazione della Giornata Mondia-le della Pace, iniziato nel segno della verità (2006: «Nella verità la pace»), proseguito con le riflessioni sulla dignità dell’uomo (2007: «Perso-na umana, cuore della pace»), sulla famiglia u-mana (2008: «Famiglia umana, comunità di pa-ce»), sulla povertà (2009: «Combattete la pover-tà, costruire la pace»), sulla custodia del creato (2010: «Se vuoi coltivare la pace, custodisci il creato») e sulla libertà religiosa (2011: «Libertà religiosa, via per la pace»), e che ora si rivolge alle menti e ai cuori pulsanti dei giovani: «Educa-re i giovani alla giustizia e alla pace».

Ignazio Cusimano

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pag. 6 GENNAIO 2012 In Fraternità con Francesco

“GIOITE SEMPRE NEL SIGNORE” (FIL 4,4) Ritiro Regionale dei Formandi OFS

i è svolto, presso il monastero S. Chiara di Cal-tanissetta l’11 dicembre, il ritiro di Avvento per

i Formandi all’OFS, nel giorno in cui la liturgia del-la domenica, detta “Gaudéte”, ci invita alla gioia, ad una vigilanza non triste, ma lieta.

Dopo il saluto del Ministro Regionale Pietro Calogero La Monica, il quale ha sottolineato l’importanza della formazione iniziale e il senso dell’appartenenza ad un ordine francescano, io co-me responsabile Regionale alla formazione ho in-trodotto la giornata sottolineando il fatto di essere stati convocati da QUALCUNO e di sentirci creatu-re in attesa di sapere da Lui il perché siamo stati chiamati!

Il ritiro in periodo di Avvento è stato scelto per aderire in modo tutto spirituale all’esperienza stessa di Francesco, il quale con la terza quaresima, detta d’”Avvento”, si preparava al Natale che, insieme alla Pasqua, era definito “la festa delle feste”. Que-sto tempo di grande meditazione della parola di Di-o, di preghiera, di penitenza e digiuno era propizio per rendere la sua carne sottomessa allo Spirito. Fa-cendone esperienza egli stesso volle che anche i suoi frati vivessero una piena conformità a Cristo inseriti nella vita penitenziale della Chiesa.

Dopo la Celebrazione Eucaristica, Suor Consue-lo ha intrattenuto i presenti con la sua meditazione ponendo due interrogativi: Cosa è la vocazione? Come si scopre e si alimenta la vocazione? “La vo-cazione è la grazia di scoprire cosa vuole il Signore Dio chiamandoci; è una chiamata personale ed è un mistero poiché Dio ci sceglie per amore e strin-ge con noi un Patto d’Alleanza. La chiamata è spe-cifica per quella persona ed è rivolta ad ogni crea-tura (LG,5) e quando non c’è risposta alla chiama-ta di Dio quel posto rimane vuoto perché nessun al-tro lo può colmare, ognuno è insostituibile!! La vo-cazione si scopre attraverso la PREGHIERA e l’ASCOLTO quotidiano della PAROLA; la gran-dezza è fondata su un SI che permette di andare a-vanti e fare esperienza di Dio; Dio si inserisce nella nostra storia e la fa SACRA! Geremia, Giona, Mo-sè, Abramo, Francesco, Chiara si sono sentiti amati da Dio e si sono fidati di LUI. La vocazione si sco-pre non una sola volta, ma sempre, essa è legata al-la missionarietà: Francesco, Chiara ed Elisabetta si mettono subito all’opera anche senza aver chiaro il futuro ma si fidano di Dio. Il SI incondizionato ci

porta su strade che non sono le nostre, ma di Dio e ciò che non comprendiamo subito domani acquista un significato più profondo. La domanda da farsi è: Il mio posto nel Regno lo occupo? Il SI diventa un SI fecondo nella storia”? Suor Consuelo ci ha rivol-to una raccomandazione forte: non spegnete mai il desiderio di seguire DIO! Per poter meditare su quanto si era ascoltato, c’è stato un momento di de-serto.

Dopo l’agape fraterna, la vice Ministra Febronia Lamicela ha indicato i capisaldi dell’essere e fare fraternità, esortando i presenti a non scoraggiarsi mai, ma a confidare nella forza di Dio e dei fratelli.

Sono seguite le testimonianze vocazionali di: Chiara della fraternità di Trapani, la quale ha rac-contato la sua storia personale e come la Parola ha inciso in modo determinante nel suo SI a seguire Cristo dietro l’esempio di Francesco d’Assisi. Chia-ra ci ha confidato che desidera essere una foglia nel vento di Dio. Anna Maria e Gaetano, delle frater-nità di Catania S. Francesco e S. Luigi, ci hanno te-stimoniato che pur provenienti da strade ed espe-rienze diverse si sono conosciuti, innamorati e spo-sati; la loro forza è leggere gli avvenimenti della vi-ta in chiave francescana; come coppia si sono aperti all’accoglienza di bambini abbandonati che ospita-no durante le festività e le vacanze e ci hanno rac-contato del dono della genitorialità che il Signore ha concesso loro con la nascita di Elisabetta. Marzia e Giuseppe della fraternità di Palermo S. Francesco e Capaci hanno scoperto di essere fatti l’uno per l’altra quando la Parola ha accomunato la loro reci-proca ricerca: in momenti in cui la fragilità sembra-va più forte, sia le Ammonizioni di Francesco che i Salmi hanno dato loro forza e vigore. Si è poi dato il via al dialogo fraterno con le sorelle Clarisse. Molte domande sono state loro rivolte per chiarire alcuni punti di quanto si era ascoltato nella mattina.

Il ritiro si è concluso con un bellissimo e delica-tissimo canto dedicato a S. Elisabetta, composto e musicato dalle sorelle clarisse. È stato distribuito ai formandi un ricordo della giornata da parte del Consiglio OFS e dalle Clarisse.

L’incontro è stato caratterizzato dall’accoglienza generosa e “ristoratrice “delle “sorelle povere” e dalla felicità sprizzante dai loro volti, che ha conta-giato tutti i presenti.

Nunziata Toscano

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In Fraternità con Francesco GENNAIO 2012 pag. 7

TERMINI CITTÀ MARIANA a nostra città di Termini Imerese è nota per una sua

specifica peculiarità rappresenta-ta dalle tre processioni, durante le quali, l’otto dicembre, i simu-lacri dell’Immacolata Concezio-ne, custoditi rispettivamente nel Duomo, nella Cappella di Porta Palermo e nella chiesa di San Francesco Saverio, attraversano la città. Particolarmente sentita è la processione notturna della Madonna della Neve, le cui radi-ci affondano nell’antichità, quando ci si preparava alle feste o ad una solennità importante con un pellegrinaggio notturno, che si concludeva nella chiesa madre con le confessioni. È opportuno sottolinea-re che non si tratta di una semplice tradizione consolidata dal tempo, ma essa testimonia l’amore e la fede che i termitani hanno nei con-fronti dell’Immacolata. Infatti la devozione ma-riana nella nostra città si perde nella notte dei tempi, come testimonia la lapide, che si trova al Duomo, della quale è scritto: “Il popolo termita-no, come ha sempre venerato la felicissima Con-cezione della Vergine Madre di Dio Maria, così in segno di perpetua devozione, nel giorno stesso della sua purissima concezione, nell’anno 1624 dal parto della stessa Vergine, ha fatto voto, con

solennità e pubblica gioia, di di-fendere l’Immacolata Concezio-ne di Maria e di celebrarne la fe-sta annuale ed il digiuno nella vigilia”.

Si tratta di un amore, di una devozione che sono testimoniati non solo da anziani e adulti, ma anche da giovani e bambini, che con amore filiale si affidano alla loro mamma celeste. Può sem-brare strano in questi tempi ca-ratterizzati da un’eccessiva seco-larizzazione, in cui solo chi ap-pare è degno di essere considera-to, fare questa affermazione. Ma per noi termitani Maria è mam-ma premurosa, consolatrice, me-

diatrice, è la “piena di grazia”, colei che tutte le generazioni “chiameranno beata”.

Soprattutto, in questo periodo di crisi che la nostra città sta vivendo con la chiusura della Fiat, con l’incertezza di tanti lavoratori di poter trovare una nuova occupazione per sostenere la propria famiglia, con la consapevolezza dei nostri giovani della difficoltà di trovare lavoro e di costruirsi un futuro secondo le proprie aspirazioni e desideri, la devozione per Maria oserei dire che si è rafforza-ta, come ho potuto constatare nella presenza nu-merosa dei termitani, appartenenti a tutte le fasce di età, durante il novenario, nelle tre processioni e

nello svolgimento dell’ottavario in suo onore. Ed è proprio in questo dif-ficile momento che la presenza di-screta, riservata di Maria, definita da San Gerolamo, Madre nascosta e se-greta, la sua umiltà, il suo aver accet-tato senza riserve la volontà di Dio, l’essersi fidata del Padre celeste in modo incondizionato, tanto da af-frontare un difficile viaggio quando era già prossima al parto, l’aver par-torito Gesù, il Salvatore del mondo, nella precarietà del luogo, ci sproni a non smettere di aver fiducia in Dio, a ricercare l’essenzialità, e a costruire la società dell’essere e non dell’apparire.

M. Antonietta Vega

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pag. 8 GENNAIO 2012 In Fraternità con Francesco

QUARTA GIORNATA INTERNAZIONALE DI INTERCESSIONE PER LA PACE IN TERRA SANTA Il prossimo 29 gennaio la veglia di preghiera giovanile per rispondere all’appello del Santo Padre Pace per Gerusalemme e per la Terra Santa: questo il messaggio in sintesi dell’incontro di papa Bene-detto XVI rivolgendosi ai membri dell’Israeli Reli-gious Council, ricevuti in udienza giovedì mattina, 10 novembre, nella Sala dei Papi. Nel suo discorso ha inoltre aggiunto «La giustizia, insieme con la verità, l’amore e la libertà, è un re-quisito fondamentale per una pace sicura e duratura nel mondo. Il movimento verso la riconciliazione richiede coraggio e lungimiranza nonché la fiducia nel fatto che sarà Dio stesso a indicarci la via». Sulla scia di questo auspicio del Santo Padre, il 29 gennaio 2012 si terrà la Quarta Giornata interna-zionale di intercessione per la pace in Terra Santa, una iniziativa di preghiera nata dalla volontà di al-cune associazioni cattoliche giovanili che per questa edizione prevedono il coinvolgimento di più di duemila città in tutto il mondo per 24 ore. Come l’anno scorso la Giornata sarà preceduta dalla Settima Preghiera straordinaria di tutte le Chiese

che si terrà presso la Chiesa copta-ortodossa di Ge-rusalemme (alle ore 17 di Terra Santa). La Giornata è promossa, da tre anni, da diverse re-altà giovanili: dall’Associazione Nazionale Papa-boys (www.papaboys.it), dall’Apostolato “Giovani Per La Vita” (www.youthfl.org), dalle Cappelle di Adorazione Perpetua in tutta Italia e nel mondo, dai gruppi di Adunanza Eucaristica (www.adorazione.org), e dall’anno scorso dall’Associazione per la promozione della Preghie-ra straordinaria di tutte le Chiese per la riconcilia-zione, l’unità e la pace, cominciando da Gerusa-lemme. Facciamo nostro l’invito di Papa Benedetto XVI: «Infatti, non smettiamo mai di pregare per la pace della Terra Santa, con fiducia in Dio che è nostra pace e nostro conforto!».

Osservatore Romano

“COME GIUSEPPE POTRAI … SE CREDERAI” omenica 11dicembre 2011, si è svolto presso il Convento di S. Antonio di Bagheria, il primo

appuntamento del percorso formativo per gli Araldi e Araldini a cui hanno partecipato le fraternità di Caccamo, Caltanisetta, Bagheria , San Giovanni Gemini, ed anche le due fraternità di Termini Ime-rese. La nostra Fraternità era presente con 22 bam-bini e ragazzi tra Araldi e Araldini.

“Come Giuseppe potrai … se crederai” è stato il tema della giornata, infatti dopo la preghiera di accoglienza tenuta da fra Michele Barone ofm Capp., e dall’assistente regionale fra Alberto Foti Tor è stato letto il brano biblico “Giuseppe . Il perdono e il Dio della promessa”; Giuseppe un credente follemente innamorato di Dio è capace di superare ogni prova. Molti sono stati gli interventi dei bambini e dei ragazzi che con grande entusia-smo ed interesse hanno esposto le loro curiosità ed hanno fatto domande per chiarire i vari dubbi sulla storia di Giuseppe e il suo rapporto con i fratelli maggiori.

Dopo questa prima parte della giornata, divisi in piccoli gruppi sono stati coinvolti con delle dinami-

che di gruppo per chiarire loro e renderli consape-voli che attraverso il perdono e la riconciliazione saranno sempre messaggeri della parola di Dio.

Anche i giochi di squadra, che si sono svolti do-po il pranzo, hanno avuto come sfondo il tema della giornata e tutti quanti si sono sfidati con grande en-tusiasmo e con quella gioia di vivere e stare insieme con gli altri fratelli, che Dio ha loro donato.

Conclusi i giochi ci siamo preparati per la Cele-brazione Eucaristica, dove abbiamo cantato, lodato e ringraziato Dio per tutto quello che ci ha dato e per la bellissima giornata trascorsa. Hanno parteci-pato alla Celebrazione, il Ministro Regionale Pietro Calogero La Monica, che ha portato i saluti del Consiglio Regionale e ha augurato a tutte le frater-nità un buon cammino ed il delegato regionale per gli araldini Dimitri Lauretta, che ci ha dato appun-tamento all’Araldinfesta del 20 Maggio 2012.

Terminata la Celebrazione, ad ogni fraternità è stato consegnato il mandato; e infine carichi di Gioia e Amore abbiamo fatto strada per ritornare a casa.

Ina Piazza

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In Fraternità con Francesco GENNAIO 2012 pag. 9

Un po’ di meditazione

“TU NON MI CERCHERESTI SE NON MI AVESSI GIÀ TROVATO”

ercoledì, 29 Novembre, nella Chiesa di S. Chiara, c’è stato il ritiro spirituale, par-

tecipato da un buon numero di francescani. La catechesi è stata tenuta dal nostro carissimo

Padre Superiore, fra Vincenzo, il quale ha parlato della santità di Francesco e Chiara ed ha posto l’accento sulla chiamata di Dio agli uomini.

La frase che mi ha colpito è stata “Tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato”. Sant’Agostino ci ricorda che l’accoglimento della chiamata si compie sempre in piena libertà, nella fede e nella carità.

Il Signore, ci chiama, non solo perché ci ama, ma perché desidera trasformare la nostra vita per condurci alla salvezza e alla santità.

Tutto ciò può avvenire solo se noi rispondiamo alla chiamata; il compito del cristiano è dunque: Cercare Dio! Questa chiamata è un dono miseri-cordioso dell’Amore di Dio; è una grande grazia che Dio concede, gratuitamente, a ciascuno di noi, che l’accogliamo nel nostro cuore, la faccia-mo nostra e, guidati dal Padre, percorriamo il no-stro cammino di vita che inizia col battesimo e giunge, attraverso le varie tappe della vita cristia-na, alla perfetta unione con Cristo. E, ancora, S. Agostino dice che la natura umana è corrotta dal peccato, ma la grazia riconcilia l’uomo, lo santifi-ca e diviene per lui principio di vita nuova. La grazia di Cristo, opera la conversione e porta a vivere la vita del Vangelo. La grazia, quindi, ha il potere di giustificare, cioè di cancellare i nostri peccati e di vivere la vita di Cristo.

Per giustificazione, però, non intendiamo so-lamente che i peccati vengono assolti ma che è in atto la nostra rinascita interiore, quella che ci por-ta alla salvezza.

Tutto viene dalla croce, ha ribadito il nostro fra Vincenzo, il cammino del nostro agire cristiano che è racchiuso nell’amore e nella carità, passa attraverso la croce, quella che ognuno di noi deve portare se vogliamo essere perfetti e giungere alla vera santità.

La grazia agisce in noi, quando diamo testimo-nianza della nostra vita cristiana; quando ci affi-diamo a Dio; quando mettiamo nelle Sue mani e al Suo servizio tutto il nostro agire, anche se è piccolo, insignificante e povero, tanto Lui lo ri-muove e lo arricchisce. Ma l’uomo è libero; Cri-sto ci ha liberati, come dice S. Paolo, perché re-stassimo nella libertà, quella che ci viene dalla salvezza voluta da Gesù con il Suo cruento sacri-ficio.

È nell’agire umano che emerge la morale, pro-prio perché l’uomo ha la capacità di scegliere il bene o il male. La legge divina ci suggerisce di imitare Gesù nell’amore, nella carità, nel perdo-no.

Vogliamo, care sorelle e fratelli, fare vita in Cristo? Osserviamo la legge dell’amore e della carità e saremo sicuri di seguire quel cammino luminoso che conduce alla vita eterna.

È difficile seguire la via stretta, la via del dolo-re e dell’abnegazione, lo so, ma essa è la sola, la vera via che conduce al Padre.

E allora, facciamo nostre le parole di S. Ago-stino con le quali fra Vincenzo ha terminato la ca-techesi “Tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato”.

Si, Signore! noi ti abbiamo trovato perché tu da tempo ci avevi cercato; forse siamo stati pigri, incapaci di comprendere, ma il Tuo Amore ci ha condotti a te e noi vogliamo vivere per te e con te.

Tu sei sempre con noi Signore! Anche quando ti siamo lontani, anche quando ti crediamo lonta-no e pensiamo di non poterti trovare, è proprio al-lora che tu vegli su di noi e vivi in noi.

Rimani sempre accanto a noi con la Tua Luce che, rischiarando ogni dubbio, ci permette di vi-vere serenamente e ci conduce sulla via dell’amore, della speranza e della carità.

Grazie Signore per il tuo amore, per la Tua chiamata, per i tuoi doni, per essere sempre ac-canto a noi!

Buon cammino di fede. Iolanda Carrieri

M

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LA RICETTA DEL MESE di Mariella Campagna

Care amiche, il mese scorso vi avevo proposto le mezze lune con ananas, in questo numero vi ripropongo un’altra ricetta con questo frutto, altrettanto facile e veloce da preparare.

Torta morbida all’Ananas

Ingredienti: 300gr di farina 00, 2 cucchiaini di lievito per dol-ci, 120gr di zucchero, 150gr margarina, 125gr di yogurt naturale, 2 uova, ½ ananas e la scorza di ½ limone. Procedimento: Accendete il forno a 200°, mondate l’ananas, tagliate via la parte centrale e taglate la polpa a

fette di 1/2 centimetro. In una ciotola, unite la margarina e lo zucchero e mescolate finchè il composto diventerà morbido e cremoso. Mescolando con una frusta, unite un uovo alla volta e la scorza del limone. Unite la farina al lievito, setacciate e poi uniteli al composto poco alla volta. Quando siete circa a metà con la farina, unite lo yogurt; se necessario aggiungete 2-3 cucchiai di latte. Cospargete il fondo di una tortiera con lo zucchero, adagiate uno strato di fettine d’ananas e coprite con metà dell’impasto. Ripetete un secondo strato di fettine d’ananas e versateci sopra la seconda metà dell’impasto. Infornare per 45 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare prima di togliere dallo stampo. Quando la torta è fredda, servitela rovesciata, con le fettine d’ananas in vista.

Ciao, al prossimo mese

___________________________________DA PARTE NOSTRA … __________________________________

I nostri migliori auguri a fra Giuseppe Di Miceli che il 2 gennaio sarà ordinato Presbitero per imposizio-ne delle mani di S. E. Rev. Mons. Paolo Romeo Arcivescovo di Palermo. La celebrazione si svolgerà alle ore 17.00 presso la Chiesa della Gancia di Palermo. Le nostre sentite condoglianze al confratello Nicasio Calcara e famiglia per la morte del fratello. Avvisiamo: Venerdì 20 e sabato 21, i responsabili della Fraternità per la raccolta degli oli esausti saranno in convento dalle 17.30 alle 18.30 per darvi la possibilità di svuotare i vostri contenitori con l’olio esausto che avete raccolto, a loro potete consegnare i tappi delle bottiglie di plastica che raccogliamo. Continuate a raccogliere l’olio esausto e i tappi di plastica e a divulgare queste iniziative per la salvaguardia del creato.

Mercoledì 4 Di Paola Vincenza v. del Mazziere, 8

Mercoledì 11 Serio Rosa v. Fossola, 24

Mercoledì 18 Benvenutore Vincenza v. Giacinto Lo Faso, 13

Mercoledì 25 Balaban Elisabetta v. Consolo, 9

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In Fraternità con Francesco GENNAIO 2012 pag. 11

________________ IN FRATERNITÀ … NOTIZIE ED AVVENIMENTI ________________

di Ignazio Cusimano

Domenica 11 dicembre, si è svolto a Caltanissetta, presso il Monastero S. Chiara, il ritiro regionale di Avvento per i Formandi all’OFS. Anche io con i Formandi della nostra Fraternità, ho vissuto questa espe-rienza di ritiro, che Nunziata Toscano, delegata Regionale alla formazione, ci ha testimoniato con un suo articolo che trovate a pagina 6 del giornalino.

Il 6 e l’8 gennaio, potrete ancora assistere alla Sacra rappresentazione del Presepe, realizzata nella zona storica della nostra città dalla Comunità Ecclesiale Termitana.

Fino a giorno 8 gennaio, si possono visitare presso il nostro Convento, tutti i giorni dalle ore 17.30 alle 19.30 la Mostra dei Presepi, il Presepe animato e la Lotteria di Natale.

Da lunedì 9 gennaio, riprendono tutte le attività settimanali della nostra Comunità.

lunedì ore 16.30 distribuzione viveri della Caritas Francescana

ore 18.00 incontro Fraternità Araldini

martedì ore 16.30 incontro del gruppo Rinnovamento nello Spirito

ore 18.30 incontro Fraternità Araldi

mercoledì ore 09.00 pulizia della Chiesa

ore 18.00 incontro Fraternità OFS (alle 17.30 Celebrazione del Vespro)

ogni ultimo mercoledì del mese l’incontro si svolgerà al Monastero

giovedì ore 18.00 incontro Formandi OFS

ore 18.00 incontro di Discernimento Vocazionale Secolare

venerdì ore 16.30 distribuzione viveri della Caritas Francescana

ore 18.45 catechesi sulle letture della domenica

ore 21.00 incontro e prove di canto della Fraternità Gi. Fra.

sabato ore 16.30 incontro della Fraternità Gi. Fra.

ore 17.30 incontro della Fraternità Gi. Fra. Adolescenti

Gennaio 2012 Buon Compleanno in Fraternità a: Carrieri Iolanda giorno 3 Cipolla Marilena giorno 14

Coniglio Antonino giorno 5 Lanza Antonina giorno 19 Speciale Giuseppe giorno 5 La Bua Emanuela giorno 21 La Rosa Rosario giorno 5 D’Agostino Vincenzo giorno 23

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pag. 12 In Fraternità con Francesco

PROGRAMMA ATTIVITÀ E CELEBRAZIONI

GENNAIO 2012 Domenica 1 Solennità di Maria SS, Madre di Dio 45a Giornata Mondiale della Pace dal 2 al 4 Festa della Provincia Religiosa dei Frati Minori di Sicilia (nei giorni 2 e 3 in Convento non saranno celebrate Mese) ore 17.30 Santo Rosario e celebrazione del Vespro

Venerdì 6 Solennità dell’Epifania del Signore Celebrazioni Eucaristiche come la domenica alla fine di ogni celebrazione ci sarà il bacio del Bambinello

Domenica 8 Festa del Battesimo del Signore Nelle celebrazioni Eucaristiche, rinnovo delle promesse battesimali (subito dopo la celebrazione delle ore 19.00 verranno estratti i premi della nostra

Lotteria di Natale) dal 18 al 25 Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani Domenica 29 Giornata Internazionale di Intercessione per la pace in Terrasanta Anniversario della morte del Venerabile fra Gabriele Maria Allegra

In Fraternità con Francesco Giornalino mensile della Fraternità

Anno XI - n. 1 - Gennaio 2012 Piazza S. Francesco, 11 - 90018 Termini Imerese (PA) 0918141261 e-mail: [email protected]

Redazione: Fr. Vincenzo Esposito, Giusy Fusco, M. Antonietta Vega, Maria Grazia D’Agostino, Enza Borzelliere, Ignazio Cusimano,Nino Calderone, Antonio Liotta, Nicasio Calcara, Giulio Macaione. In questo numero hanno collaborato: Nunziata Toscano, Ina Piazza, Iolanda Carrieri, Mariella Campagna.