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LA RIVISTA DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI TORINO TORINO MEDICA anno XXIV numero 7/8 luglio agosto 2013 comunicazione informazione formazione Un vero e proprio viaggio a tappe in cui gli Ordini provinciali riflettono, valutano, discutono, propongono. VERSO IL NUOVO CODICE DI DEONTOLOGIA MEDICA

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la rivista dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di torino

torino medica

anno XXIVnumero 7/8

luglio agosto 2013

comunicazioneinformazione

formazione

Un vero e proprio viaggio a tappe in cui gli Ordini provinciali riflettono, valutano, discutono, propongono.

Verso il nuoVo codicedi deontologia medica

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CulturaAfrica: alle origini della vita e dell’arteNicola Ferraro

Il vecchio e la ragazzaGiuseppe Scarso

la ricerca in ProvinciaEctoenzimiFabio Malavasi

le nostre radiciEravamo giovani...e sognavamo il Premio NobelRosa Revellino

Sergio Fezia.Grande medicogrande uomoMarzia Arditi

Pazienti ricchie pazienti poveriGiuliano Maggi

RubRiChein libreria

il bisturi rosso

servizi dell’ordine

Comunicati

Pianeta solidarietà

Corsi e congressi in pillole

CongRessi

Direzione, Redazione,Corso Francia 8 - 10143 Torino Tel. 011 58151.11 r.a. Fax 011 [email protected]

PresidenteAmedeo Bianco

Vice PresidenteGuido GIUSTETTO

SegretarioIvana GARIONE

TesoriereGuido REGIS

ConsiglieriDomenico BERTEROTiziana BORSATTIEmilio CHIODORiccardo DELLAVALLEEzio GHIGOAnna Rita LEONCAVALLOElsa MARGARIAAldo MOZZONE

Renato TURRARoberto VENESIARosella ZERBIPatrizia BIANCUCCI (Od.)Gianluigi D’AGOSTINO (Od.)Bartolomeo GRIFFA (Od.)

Commissione OdontoiatriGianluigi D’AGOSTINO PresidentePatrizia BIANCUCCI

Claudio BRUCCOBartolomeo GRIFFAPaolo ROSATO

Revisori dei ContiRiccardo FALCETTA PresidenteCarlo FRANCOAngelica SALVADORIVincenzo MACRI’ Supplente

TORINO MEDICA

Direttore:

Amedeo Bianco

Direttore responsabile:

Mario Nejrotti

Caporedattore:

Nicola Ferraro

Aut. del Tribunale di Torino

n. 793 del 12-01-1953

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prima pagina editorialeLeggere fa bene alla saluteMario Nejrotti

prima pagina tribunaVersoil nuovo codice di deontologia medicaRosa Revellino

Diecimila falsi dentistiNicola Ferraro

le commissioni dell’ordine Voltare pagina

Rosa Revellino

Vivere ladeontologiaCodice di deontologia: uno storico processo di revisione lungo più di un secoloSara Patuzzo

il dedaloLa tossicità tardiva delle terapie antitumorali in età evolutivaEnrico BrignardelloFrancesco FelicettiGiuseppe Boccuzzi

Scoppia in Piemonte la primavera… della medicina generaleNicola Ferraro

HarmonyProf.ssa Elsa Margaria Gianfranco Voglino

sommarionumero 7/8luglio agosto 2013

la rivista dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di torino

torino medica

anno XXIVnumero 7/8

luglio agosto 2013

comunicazioneinformazione

formazione

Un vero e proprio viaggio a tappe in cui gli Ordini provinciali riflettono, valutano, discutono, propongono.

Verso il nuoVo codicedi deontologia medica

Nel mese di giugno (sabato 1 giugno e sabato 8 giugno) presso la nuova sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino (Villa Raby Corso Francia 8) si sono tenute due intere giornate di lettura e commento della bozza del Nuovo Codice di Deontologia Medica aperte ai coordinatori delle Commissioni e al Consiglio Ordinario del’OMCeO di Torino.

Foto in copertina di Dario Cicchero

La Rivista è inviata a tutti gli iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Torino e provincia e a tutti i Consiglieri degli Ordini d’Italia.

Pubblicità: SGI Srl Via Pomaro 3-10136 Torino 011 359908 / 3290702 Fax 011 3290679 e-mail: [email protected] - www.sgi.to.itProgetto e Realizzazione Grafica SGI SrlStampa La Terra Promessa Onlus NOVARA

Chiuso in redazione il 10 luglio 2013

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prima pagina

editoriale

a cura diMario Nejrotti

leggere Fa Bene alla saluteleggere Fa Bene alla saluteLa SaLute In ItaLIa

Nel nostro Paese le più recenti statistiche ci dicono che la salute e la sopravvivenza della popolazio-ne sta migliorando. Questo accade, come abbiamo scritto altre volte, nonostante gli stili di vita in generale non siano salutari.I cittadini italiani, infatti, sono sedentari, obesi, in sovrappeso o fumatori in percentuali preoccu-panti. Inoltre, la sanità sta subendo una “ristrutturazione” caotica e non sufficientemente coordinata a livello centrale, che rischia di minare alla base il nostro sistema sanitario nazionale.Per questo i decisori, in un momento di risorse limitate, dovrebbero adoperarsi per mantenere livelli di assistenza sufficienti e omogenei sia ospedalieri che territoriali su tutto il territorio nazionale, ma concentrare gli investimenti sulla prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie, in un’ottica di concreta speranza nella loro reale diminuzione a lungo termine.La salute, come è stato sottolineato più volte da questi media, non si esaurisce nell’assenza di malattia, ma sconfina in ambiti ben più vasti, che toccano tutti quei “determinanti della salute” di popolazione che sono ormai troppo noti per essere ulteriormente ricordati analiticamente.Ma per riassumere il concetto, potremo dire che tutte le azioni politiche, sociali, dei gruppi e de-gli individui sono indissolubilmente collegate con lo stato di salute psicofisico del singolo e che il parametro che dovrebbe guidarle, prima di ogni altro, dovrebbe essere la valutazione del grado di “benessere” che esse generano.

LettuRa e SaLute

Uno dei pilastri dello sviluppo dei singoli dal punto di vista della crescita culturale, della capacità di ragionamento e della libertà di giudizio è la disposizione a leggere.Scorrendo uno studio pubblicato dalla Associazione Italiana Editori che rielabora dati ISTAT dal 1998 al 2011, si ha un quadro interessante e preoccupante al contempo della nostra popolazione.Leggiamo sicuramente troppo poco. u

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leggere Fa Bene alla saluteleggere Fa Bene alla salute

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prima pagina

editoriale Da questi dati si evince, infatti, che il 55,7% della popolazione italiana al di sopra dei 6 anni non legge nemmeno un libro nell’arco di un anno. Questa percentuale è pari a 31.483.000 individui. Come tutte le statistiche non sarà perfetta e conterrà certo degli errori parziali. Uno potrebbe essere insito nella fonte stessa dei dati, focalizzata sulla vendita dei libri, che non con-teggia perciò quelli presi in prestito o prestati tra lettori, l’altro potrebbe essere che si ignorano, magari per motivi di concorrenza, le fonti di lettura più tecnologiche come gli e-book. Resta il fatto inconfutabile, però, che la maggior parte di questa popolazione con ogni probabilità esercita poco o niente la fondamentale funzione cerebrale del leggere.

“anaLfabetISmo dI RItoRno”: è una maLattIa cRonIca?

Da medici ci preoccupiamo giustamente dell’impressionante numero di soggetti ipertesi presenti sul nostro territorio, che sono oltre 12 milioni. Gli sforzi di tutta la sanità sono impegnati in questo mo-mento storico a contrastare principalmente la cronicità come fenomeno sociale negativo, che rischia di pesare in modo insostenibile sulle strutture sanitarie e sulla salute dei singoli.Pensiamo, però, che i cittadini trascurino, nell’assoluto disinteresse o quasi delle istituzioni, una fun-zione del nostro organismo capace di dar loro vantaggi enormi in termini diretti e indiretti.Il 60% quasi della popolazione non legge neanche un libro ogni tre mesi e questo, considerando che le percentuali dei non lettori aumentano con l’aumentare dell’età, ci porta a pensare che la compren-sione dei concetti scritti o semplicemente comunicati tenda a scendere nelle persone adulte e negli anziani, generando un vero fenomeno di massa di “analfabetismo” post scolare, che oltre ad essere certamente pericoloso per la salute del cervello, lo è molto dal punto di vista sociale.Il problema esiste e non è una discussione da élite intellettuale e snob, ma un dibattito che deve prendere forma e forza, perché riguarda appunto molteplici aspetti sociali e politici, che da questo fenomeno di scarsa alfabetizzazione possono essere influenzati in modo sostanziale.

toRIno medIca: una nuova InIzIatIva edItoRIaLe

Questo giornale non ha certo la pretesa di cambiare una situazione che in Italia purtroppo ci vede assestarci su livelli culturali preoccupanti, esponendoci a strumentalizzazioni e coercizioni molto peri-colose, soprattutto da parte dei media generalisti.Torino Medica ha sempre dato spazio agli sforzi letterari di colleghi scrittori e poeti o a lavori di parti-colare interesse sociale e letterario, ma dall’autunno prenderà parallelamente vita un’iniziativa finaliz-zata a potenziare la sensibilità alla lettura prima nei medici, che già sono una categoria privilegiata da questo punto di vista, e poi nei cittadini di cui essi si occupano.Per questo nascerà un inserto periodico nel nostro mensile e probabilmente anche sul portale, che offrirà ai lettori, ma anche ai naviganti, una carrellata delle novità editoriali del vastissimo panorama delle Editrici grandi e meno grandi, “in carta e elettroniche”che sono numerosissime nel nostro Paese e che svolgono un ruolo importante di diffusione del piacere della lettura.Chi ci segue, quindi, troverà presentazioni di libri, tradizionali e e-book, e di iniziative letterarie; potrà scoprire le attività di case editrici, magari poco note, ma pregevoli; cronache di premi letterari locali e nazionali.La redazione cercherà di avvalersi di personalità note del mondo della cultura, per dare autorevolezza al nostro lavoro e alle nostre scelte.Chiederemo, poi, a colleghi particolarmente in vista nel nostro mondo medico, consigli su quali libri secondo loro sono “imperdibili” e la redazione segnalerà ogni volta uno, due libri tra le novità, che a nostro giudizio, condiviso anche da esperti lettori, siano da leggere per primi.Sarà anche interessante scoprire insieme a noi quali siano i Top Ten del periodo, avvalendoci di classi-fiche, speriamo le più attendibili possibile.Inoltre, i nostri lettori, specie quelli che ci seguono sul Portale, ma non solo, potranno partecipare a stilare una classifica personale, che potrà essere di suggerimento per colleghi e non.Tutto questo potrebbe stimolare iniziative letterarie all’interno del nostra sede dell’Ordine con incontri, presentazioni di libri, come è già iniziato ad avvenire, interviste, finalizzate a diffondere curiosità per la lettura tra i cittadini che si rivolgono a noi. Si potrebbero, ancora, lanciare iniziative di Book Crossing negli studi professionali, specie della Medi-cina e Pediatria di base o odontoiatrici, ma non solo, che aiutino i cittadini a venire in contatto con i libri, rimettendoli in circolo dopo la lettura. Già esistono delle esperienze pilota, che fanno molto ben sperare. Convinti che la lettura contribuisca attivamente a mantenere a lungo le funzioni cerebrali e a costruire cittadini consapevoli e capaci di giudizio indipendente, abbiamo deciso di iniziare questa esperienza, che crescerà e si modificherà nel tempo, anche grazie agli stimoli che ci perverranno come sempre dai lettori.Dall’autunno, quindi… buona lettura a tutti! ¢

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prima pagina

tribuna

Come ha sostenuto nel suo importante intervento d’apertura della prima giornata Roberta Chersevani la medicina sta correndo molto e il Codice deve tenere conto di questo avanzamento... anche verso il campo della tecnologia e della comunicazione per cui è stato proprio elaborato e aggiunto un nuovo articolo (http://www.videomedica.org/ ?p=9631

giornate di dibattito e confronto all’omceo di torino

Versoil nuoVo codice di deontologia medica

di Rosa Revellino

Nel mese di giugno (sabato 1 giugno e sabato 8 giugno) presso la nuova sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino (Villa Raby Corso Francia 8) si sono tenute due intere giornate di lettura e commento della bozza del Nuovo Codice di Deontologia Medica aperte ai coor-dinatori delle Commissioni e al Consiglio Ordinario del’OMCeO di Torino. Ai tavoli di lavoro, coordinati da Amedeo Bianco, Presidente dell’OMCeO di Torino: Roberta Cher-sevani, Presidente dell’Ordine dei Medici di Gorizia e coordinatrice della Consulta Deontologica Na-zionale, Antonio Panti, Presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze, Sara Patuzzo, PhD in Bioetica (Università degli Studi di Torino) e assegnista di Ricerca (Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità, Sezione di Medicina Legale, Università degli Studi di Verona), Maria Antonella Arras (Membro della Consulta Dentologica Nazionale). Il testo provvisorio oggetto di discussione presso l’OMCeO di Torino (inviato a tutti gli Ordini provin-

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Nella foto, la giornata di lettura presieduta da, a sinistra Roberta Chersevani, Presidente OMCeO di Gorizia e Coordinatrice della Consulta Deontologica Nazionale; al centro, Sara Patuzzo, PhD in Boetica all’Università di Torino e assegnista di Ricerca; il Presidente OMCeO Amedeo Bianco.

È talmente grande l’evoluzione delle

conoscenze e della tecnologia -ha

sostenuto Antonio Panti- che si pongono

continuamente problemi nuovi

e urgenti...senza dimenticare però

le nostre radici professionali che

stanno nell’aiuto alla persona. Il compito

antropologico del medico infatti non

può cambiare. La Medicina tuttavia

non serve soltanto a curare e prevenire le malattie ma anche a

potenziare le capacità dell’uomo. Su questo

si discute molto per tentare di far

calare le novità e gli avanzamenti della

modernità nei valori che fondano la nostra

professione. http://www.

videomedica.org/ videomedica

/?p=9638

La necessità di rivedere il Codice nasce dal cuore stesso del testo- afferma il Presidente Amedeo Bianco in un’audio-intervista che è possibile ascoltare integralmente sul portale di torinomedica.com. (http://www.torinomedica.org/ torinomedica /?p=7968# more-7968)Le vicende del nostro Paese e i dibattiti culturali hanno richiesto una riflessione attenta. Non ci siamo inventati nuovi grandi principi, ma abbiamo cercato di adattare i grandi mutamenti della Medicina, e del dibattito sociale, civile e politico, ad un testo che è una norma che incrocia i diversi aspetti della nostra cultura. Un’esigenza è stata quella di dare una certa organicità lessicale, facendo alcune scelte che sembrano forse banali, ma che in realtà rappresentano varianti strutturali del documento. Alcuni articoli per esempio contenevano delle ripetizioni e risultavano contraddittori e poco coerenti, quindi, forse, poco chiari. Inoltre in questo Codice ci sono anche degli aspetti nuovi o relativamente nuovi rispetto alla normazione deontologica. E ci sono articoli che riguardano per esempio le problematiche connesse all’ICT (Information Communication Technology) che pongono questioni di autonomia, equità, giustizia; si trattava quindi di approntare la discussione in modo moderno portando in questi universi nuovi, fatti anche dalla tecnologia, i principi fondamentali dell’agire del medico e dei diritti delle persone assistite. Un altro esempio che è possibile portare all’attenzione riguarda una questione ampia e dibattuta: cioè il problema del biopotenziamento, ovvero gli interventi migliorativi delle capacità umane “normali”. Un tema che proprio per la sua implicazione deontologica, ma anche filosofica, morale, etica...ci porta verso una zona d’ombra, un punto limite che forse è addirittura al di là della pratica medica. Ci sono poi –conclude il Presidente Bianco- tante altre importanti tematiche: come l’ambiente, il rapporto tra ambiente e salute ma anche soprattutto il rapporto tra la salute e lo sviluppo, perché la tutela della salute costituisce una regola essenziale perché lo sviluppo diventi sostenibile. In altre parole non abbiamo cambiato, ma forse abbiamo migliorato e adeguato un testo che era già estremamente ricco e strutturato. Il tentativo è stato quello di costituire un punto di riferimento, un orizzonte rispetto al quale i medici possano trovare una guida e soprattutto in cui cercare alcune soluzioni possibili ai dilemmi cruciali della nostra professione.

ciali nel mese di maggio 2013) è il risultato di un lungo lavoro di studi, consultazioni e revisioni della Consulta Deontologica Nazionale che in un primo periodo è stata coordinata dal Presidente della FNOMCeO Amedeo Bianco ed è poi stata affidata alla direzione di Roberta Chersevani. L’importanza della questione deontologica, e della coscienza di partecipazione attiva e diretta dei medici ad un testo regolativo e normativo che struttura la loro professione, è emersa in tutta la sua imponenza in queste due giornate di commento e confronto sul testo che hanno visto un’ampia par-tecipazione di professionisti e numerosi interventi e proposte di emendamenti lungamente discusse, dibattute e commentate in queste due sessioni di lavoro. Entro il 15 settembre 2013 tutti gli Ordini dovranno inviare gli emendamenti proposti.

Le revisioni della bozza del Nuovo Codice Deontologico sono andate avanti nel mese di luglio con tre appuntamenti di lettura e commento aperti a tutti i medici iscritti all’OMCeO di Torino.¢

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prima pagina

tribuna

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diecimila Falsi dentisti75 milioni di euro il danno all’erarioNicola FerraroElaborazione di materiale redatto dall’Ufficio Stampa della FNOMCeO

“Ma siamo certi che a curare le nostre carie, o ad applicare gli apparecchi ortodontici ai nostri figli siano sempre e solo Odontoiatri con tutti i titoli in regola?No: in Italia, a circolare sono diecimila falsi dentisti.E non causano soltanto danni alla nostra salute. Ammonta infatti a settantacinque milioni di Euro la perdita per le casse dello Stato. E parliamo esclusivamente dei mancati incassi Irpef.Sono questi alcuni dati che emergono dallo Studio svolto dall’Eures – l’Istituto di Ricerche Economiche e Sociali – in collaborazione con la Commissione Albo Odontoiatri (CAO) e con l’egida di tutto il Comitato Centrale della Fnomceo che, per la prima, volta ha dato “numeri certi” sull’abusivismo medico e odontoiatrico nel nostro paese e a livello europeo”.Inizia così un comunicato stampa della FNOMCeO diramato il 23 maggio scorso per il lancio della presentazione dei dati dello Studio Eures tenutasi presso la sede della Federazione il giorno seguente.

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diecimila Falsi dentisti75 milioni di euro il danno all’erario

IL commento dI GIuSePPe Renzo e fabIo PIacentI

“Sono cifre da punto esclamativo – commenta Giuseppe Renzo, Presidente della CAO Nazionale sempre sullo stesso comunicato– che gridano an-cor più vendetta in un contesto di crisi che pare senza fine e nel quale lo Stato annaspa nella ri-cerca di nuove entrate, per rispondere a bisogni sociali non più dilazionabili.Crisi economica che non lascia immuni gli Odon-toiatri, soprattutto i giovani.La situazione sta diventando drammatica – con-ferma Renzo. Siamo abituati a pensare a quella odontoiatrica come a una professione subito re-munerativa e con sbocchi sicuri. In realtà, il tasso di disoccupazione è almeno del 20%. I giovani non trovano lavoro se non dopo tre anni (per aprire un proprio studio ne occorrono da sei a dieci), finendo facile preda di strutture di dubbia certificazione che li sottopagano e li sottopongo-no a ritmi di lavoro massacranti”.Secondo la nostra indagine – aggiunge Fabio Piacenti, Presidente Eures- proprio queste strut-ture, nelle quali è più difficile per il paziente rico-noscere la figura professionale addetta alla cura odontoiatrica, costituirebbero le nuove incuba-trici di abusivismo e prestanomismo, andando gradualmente a sostituire gli studi, più o meno nascosti, gestiti da falsi dentisti che si spacciano per laureati”.

cento euRo PeR RIcomIncIaRe… Senza LauRea

Tra le altre cause di abusivismo, il traffico di lau-ree false o il riconoscimento di titoli conseguiti all’estero, pur in assenza di garanzie sulla qualità formativa, accanto a un atteggiamento scarsa-mente collaborativo dei cittadini nel denunciare gli abusivi e soprattutto a un quadro sanzionato-rio del tutto inadeguato a disincentivare i com-portamenti illegali.L’abusivo esercizio di una professione, infatti, di-sciplinato dall’articolo 348 del Codice Penale, è oggi punito con una multa irrisoria che va da 103 a 516 euro o con la reclusione sino a sei mesi.Ci auguriamo che questa ricerca possa sensibiliz-zare i cittadini a smascherare i casi di abusivismo –auspica Renzo – anche perché le prime vittime sono i pazienti stessi. L’abusivismo, infatti, porta con sé il pericolo di danni importanti al cavo orale e a tutto l’organismo, oltre a favorire la diffusio-ne di agenti patogeni anche gravi, quali il virus dell’epatite B e C e dell’Hiv.” Il comunicato ha avuto grande rilievo sulla stam-pa nazionale come testimonia l’articolo della col-lega giornalista Simona Dainotto pubblicato sul portale FNOMCeO nella rubrica “QUANDO LA SANITÀ FA NOTIZIA: SPECIALE CAO”, che ripro-duciamo di seguito. u

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prima pagina

tribunaGIoRnaLIStI e odontoIatRI InSIeme PeR La tuteLa deLLa SaLute

Tg1, Tg3, Radiorai, Radio100passi, Tg La7. E ancora, Ansa, Adnkronos Salute, Agi, Italia Oggi, He-althdesk, Panorama della Sanità: tutti alla Conferenza Stampa – il 24 maggio - di presentazione della Ricerca sull’abusivismo medico e odontoiatrico svolta dall’Eures, l’Istituto di ricerche e studi Sociali, in collaborazione con la Commissione Albo Odontoiatri nazionale.E poi, nel pomeriggio, gli inviati di Ansa e Adnkronos all’Enpam, per seguire i lavori dell’Assemblea nazionale Cao e per registrare e rilanciare le dichiarazioni lusinghiere per gli Ordini del neo ministro alla Salute Beatrice Lorenzin, insignita, per l’occasione, del titolo e del distintivo di “Presidente Cao ad honorem”.Infine, sempre le Agenzie a testimoniare l’intesa raggiunta dalla Cao con l’Antitrust in merito alla vexata quaestio della pubblicità sanitaria, che deve essere sì libera ma sempre corretta e veritiera. E, dalla stessa Antitrust, il ruolo di custodi di tale trasparenza è riconosciuto proprio agli Ordini.È stata una due giorni intensa, quella degli Odontoiatri Cao riuniti a Roma, venerdì e sabato, in As-semblea nazionale, e seguiti passo passo dai giornalisti. Giornalisti che lo stesso presidente nazionale Cao, Giuseppe Renzo, ha pubblicamente ringraziato, nel corso della Conferenza Stampa, per il loro impegno nella lotta all’abusivismo, menzionando, in particolare, Striscia La Notizia, la trasmissione di Antonio Ricci.Già da giovedì 23, l’attesa per i dati che, per la prima volta, avrebbero fotografato la situazione dell’abusivismo medico e ancor più odontoiatrico in Italia andava crescendo: Ansa, Adnkronos, Agi annunciavano l’evento con più lanci, mentre Il Messaggero Salute, Sanità de Il Sole 24 Ore, Doctor33, Quotidiano Sanità annunciavano, sui loro siti, la Conferenza Stampa.In serata, Ansa e Adnkronos Salute facevano uscire anche la notizia del raggiunto “accordo d’intenti con l’Antitrust”.Ma la giornata clou è stata, ovviamente, venerdì 24: in una gremitissima sede degli Odontoiatri a piaz-za Cola di Rienzo, Radio, Tv, Agenzie, Giornali hanno ascoltato e rilanciato le dichiarazioni di Pippo Renzo e al presidente dell’Eures, Fabio Piacenti.Sul Portale anche il podcast dell’intervista di Renzo a Manuela Medi per Pronto Salute, la seguitissima trasmissione su Salute, Sanità e Benessere di Radio Rai Uno. A questi link, invece, potete rivedere l’intervista di Giuseppe Renzo al Tg3, il servizio andato in onda sul Tg de La 7 e quello di Gerardo D’Amico per Rainews24. Ancora in uscita, invece, l’intervista di Monica Soldano, direttore di Radio 100 Passi.Molti i lanci “in diretta” dei corrispondenti delle Agenzie: per Adnkronos Salute, Raffaella Ammirati ha tracciato l’identikit e la “mappa geografica” dei falsi dentisti, facendo risaltare ancor più le perdite economiche per la collettività in tempo di crisi, e rilanciando il progetto della Cao, che, non da ora, propone di devolvere all’Odontoiatria sociale le attrezzature confiscate agli abusivi.Per Ansa era presente invece Elida Sergi e per Agi Valentina Tonini Del Furio.Il quotidiano economico Italia Oggi, che già aveva preannunciato l’evento con un articolo di Ignazio Marino, non ha voluto mancare l’appuntamento, mandando l’inviata Benedetta Pacelli. I due articoli pongono l’accento sui danni alle casse dello Stato, oltre che su quelli alla Salute.La ricerca dell’Eures è uscita, in versione integrale, sui siti della Stampa Specializzata: Sanità de Il Sole 24 Ore, Quotidiano Sanità, Healthdesk vi dedicano le loro prime pagine. In edicola oggi il cartaceo di Sanità, con un’ampia inchiesta di Barbara Gobbi. Anche Norberto Maccagno – impossibilitato a partecipare – copre minuto per minuto tutta la ma-nifestazione: le pagine de Il Dentale – la testata da lui diretta - sono quasi tutte dedicate alla Cao, a partire dall’Editoriale, per arrivare alla ricerca sull’abusivismo, alle proposte per risolverlo, alle parole del ministro Lorenzin, ai dettagli dell’incontro con l’Antitrust, al vademecum che aiuterà i giovani odontoiatri a orientarsi nei meandri della Professione. E lo stesso faranno Andrea Peren e Rachele Villa per la rivista cartacea Dental Journal e per il sito DentalAcademy.itPanorama della Sanità - era presente invece Anselmo Terminelli - che farà uno “speciale” per il pros-simo numero.Il sito di About Pharma, la rivista di informazione sull’Healthcare, è stato aggiornato con la cronaca - a firma di Fabrizia Puca - dell’intera giornata. Molte le uscite ancora in programma: Roberta Raviolo condurrà, sulla traccia della ricerca, un’inchie-sta per il sito Guidagenitori.it. E alcuni periodici, da Donna Moderna a Viver Sani e Belli a Benessere, il mensile delle Edizioni Paoline, hanno richiesto materiale per scrivere sull’argomento.Interesse anche sul web: basta digitare “falsi dentisti” sui Motori di Riceca, per trovarsi di fronte una marea di siti che hanno ripreso la ricerca Cao-Eures. Impossibile citarli tutti, da Metropolis a La Voce D’Italia a Più Sani e Più Belli , da On line news a La Nuova Sardegna e Sardinia Post, da Gaianews a La perfetta Letizia, sito di informazione cattolica. Ma anche il Portale della Fimmg, il sindacato che riunisce i Medici di Famiglia, oltre a quelli delle Associazioni sindacali degli Odontoiatri. Ancor prima dell’evento, molti giornali si sono occupati di Odontoiatria: in allegato, gli articoli di Adriano Lovera per Donna Moderna, di Barbara Benini per Viver Sani e Belli e l’intervista di Giuseppe Renzo a Rachele Villa di Dental Journal.

A cura dell’Ufficio Stampa Fnomceo ¢

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nell’attesa di torino medicadi settembre....

Buone Vacanze a tutti!

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luglio agosto 201314

le commissioni dell’ordine

prima pagina

tribunaprima pagina

tribuna

L’11 giugno 2013 presso la nuova sede

dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri

della provincia di Torino (Villa Raby in corso

Francia 8) si è tenuto il primo appuntamento

di “Voltare Pagina”: un progetto culturale dell’OMCeO di Torino

che ha voluto portare il disagio e la fragilità al centro dell’attenzione

sociale. Questa iniziativa è

stata voluta e promossa dall’Ordine di Torino

che già da due anni ha attivato un network di comunicazione con le associazioni di malati,

volontari e familiari (vedi il portale:

www.omceotorinoservizi.com) per mettere

insieme e confrontare le esperienze di aiuto

maturate sul territorio e condividere domande, problemi e potenzialità.

Intervista al Segretario dell’OMCeO di Torino Ivana Garione

Intervista al dott. Rayneri a cura di Guido Giustetto Vicepresidente dell’OMCeO di Torino

Intervista all’autrice Gaia Rayneri a cura della redazione di Torino Medica

Intervista alladott.ssa Carlotta Vibi, Gruppo di Ricerca Remedia

Contributi multimediali

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“Voltarepagina”pagine per parlare di disagio sociale e Fragilità

E da martedì 11 giugno 2013 l’OMCeO ha aperto la sua nuova sede alle associazioni per diventare anche un polo culturale, di ricerca, dibattito e confronto. Il primo incontro proposto nell’ambito di questa rassegna è stato dedicato al tema dell’autismo e ai problemi della comunicazione e del lin-guaggio nella famiglia, nella scuola e nelle istituzioni. Attraverso le pagine di PuLce non c’è, di Gaia Rayneri, edito da Einaudi nel 2009.

Al dibattito sono intervenute l’autrice, Gaia Rayneri, e la giornalista dell’Indice Monica Bardi. L’in-telligenza lucida e schietta dell’autrice ha riportato l’attenzione su un dramma quotidiano in cui ad una coppia di medici viene sottratta la figlia autistica per una perizia incauta e assurda. Lei si chiama “Pulce” ed improvvisamente si trova lontano dai suoi affetti, in una prigione di solitudine. Un’accusa di abuso sessuale a carico del padre fa implodere equilibri, affetti e tutto il sistema familia-re. Gli occhi della sorella di “Pulce”, Gaia, hanno raccontato questa storia assurda, tra autobiografia e letterarietà, ma con la consapevolezza di una ferita che non può passare. (Intervista all’autrice Gaia Rayneri a cura della redazione di Torino Medica)

La discussione è stata poi arricchita da un focus tematico sulla comunicazione facilitata a cura della linguista Carlotta Vibi del Gruppo di Ricerca RemedIa dell’università di torino (Lingua-Medici-na-Malattia).

Uno scambio di domande brevi e di piccoli flash di narrazione hanno fatto di quest’incontro uno spazio neutro di riflessione aperta e di commento, spesso anche dialettico. Un grandissimo successo di pubblico, se si pensa che la sala del dibattito ha contenuto più di 50 persone in orario pomeridiano: associazioni, cittadini, studenti e medici hanno sfogliato insieme le pagine difficili, crude e cariche di rabbia di una storia familiare troppo facilmente dimenticata da alcune istituzioni e dalla cronaca. La nuova Commissione “Associazioni di Malati, Volontari e Familiari” coordinata da Luisa Mondo che ha organizzato l’evento in sinergia con l’area comunicazione e l’Ufficio Stampa, ha voluto interpre-tare e sviluppare con il progetto “Voltare pagina” gli obiettivi dell’OMCeO: cioè costruire una nuova mappa della solidarietà ma anche una rete di informazione in cui far circolare conoscenze, competen-ze e cultura. Partendo da occasioni, le pagine, che mettano a fuoco i problemi reali della popolazione, con il sostegno, la conoscenza e la competenza delle associazioni del territorio. Si tratta di un progetto inedito nell’ambito sanitario: l’OMCeO di Torino ha inaugurato infatti per pri-mo un modello di dibattito culturale per creare una nuova coscienza del disagio e della fragilità che passi proprio attraverso il dialogo aperto e critico tra medici, associazioni e cittadini. Come ha ricordato il Segretario Ivana Garione, si tratta di un successo forse inaspettato ma che per noi è motivo di grande soddisfazione; soprattutto è la misura di come il lavoro di condivisione e di progettazione, attivato in questi due anni tra Ordine e associazioni, stia diventando comune e par-tecipato. Un inizio che dà slancio al nostro impegno, come medici, come Istituzione, come cittadini. ¢

Rosa Revellino

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Vivere la deontologia

Verso il nuoVo

codice dideontologia

medica

Sara PatuzzoPhD in Bioetica, Università degli Studi di Torino. Assegnista di Ricerca in Bioetica e Deontologia me-dica, Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comu-nità,Sezione di Medicina Legale, Universi-tà degli Studi di Verona

uno storico processo di reVisionelungo più di un secolo

Il Codice di deontologia medica si articola in norme che individuano i doveri (e, per contro, i divieti) che i medici sono chiamati a rispettare nella loro pratica professionale. La disciplina deontologica non costituisce un insieme di obblighi giuridici, bensì di norme di tipo etico che tuttavia sono vincolanti per i medici, pena l’attribuzione di san-zioni disciplinari che possono arrivare sino alla radiazione dall’Albo.Il Codice deontologico nasce dalla riflessione e dall’ela-borazione delle Autorità che ufficialmente rappresenta-no la categoria medica: gli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, riuniti nella Federazione Nazionale (FNOMCeO), ai quali è anche assegnato il compito di vi-gilare sul rispetto e l’osservanza dei precetti deontologici.L’esigenza di raccogliere e stigmatizzare i doveri etici ai quali i medici sono chiamati ad attenersi nella loro pro-fessione, ha radici antiche. La forma dei Giuramenti del medico, come il noto Giuramento di Ippocrate1, è inter-pretabile come uno dei primi tentativi in materia. Una suc-cessiva traduzione dei principi di etica medica in indica-zioni tese a regolamentare la prassi clinica si può ritrovare nei Galatei del medico2, che tuttavia non sono frutto di un gruppo rappresentativo della categoria, bensì di singoli e autorevoli medici, né prevedono l’aspetto sanzionatorio, entrambe caratteristiche che invece contraddistinguono i successivi Codici di deontologia medica.

1 Giuramento di Ippocrate, Cos (Grecia), V sec. a.C.2 I Galatei del medico si collocano in particolare lungo i secoli XVIII e XIX.

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i Più antiChiDa recenti ricerche di archivio condotte da chi scrive, sono stati tuttavia portati alla luce due documenti precedenti: il Codice professionale della Camera dei Medici dell’Istria e quello della Camera dei

Medici di Trento, datati rispettivamente

1897 e 1900.

Nonostante all’epoca l’Istria e Trento facessero parte

dell’Impero Austro-Ungarico, questi Codici si possono

ritenere italiani, sia per l’autonomia nella

gestione sanitaria locale maturata al tempo da questi

territori rispetto al governo centrale, sia e soprattutto perché

scritti in lingua italiana da medici

italiani.

La tRadIzIone StoRIoGRafIca

La tradizione storiografica è conforme nel considerare il primo Codice di deon-tologia medica quello emanato dall’allora libero Ordine dei Medici di Sassari nel 19033. Da recenti ricerche di archivio condotte da chi scrive, sono stati tuttavia portati alla luce due documenti precedenti: il Codice professionale della Camera dei Medici dell’Istria e quello della Camera dei Medici di Trento, datati rispet-tivamente 18974 e 19005. Nonostante all’epoca l’Istria e Trento facessero parte dell’Impero Austro-Ungarico, questi Codici si possono ritenere italiani, sia per l’autonomia nella gestione sanitaria locale maturata al tempo da questi territori rispetto al governo centrale6, sia e soprattutto perché scritti in lingua italiana da medici italiani7.L’esperienza codicistica comincia quindi a diffondersi tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, in parallelo con il costituirsi di Associazioni, Ordini e Camere che intendono fungere da punti di riferimento provinciali per i medici, i quali vi con-vergono su adesione volontaria. Come prodotto dell’associazionismo medico, il Codice di deontologia medica si qualifica come “qualcosa di più” che un mero elenco di doveri e divieti: esso costituisce una sorta di “carta d’identità” o di “car-ta costituzionale” della professione medica, nella quale i medici si riconoscono e che li unisce a partire da un condiviso quadro di principi etici. Dal 1910, con la Legge n. 455 del 10 luglio, gli Ordini dei Medici vengono istituzionalizzati8. Due anni più tardi nasce la Federazione (FOM) e con essa l’esigenza di giungere a un unico Codice deontologico dalla valenza nazionale. Inizierà così un processo di preparazione del testo che si concluderà solo nel 1924.Nel corso del periodo fascista, gli Ordini dei Medici vengono soppressi e sostituiti con appositi Sindacati fascisti di categoria, che sottoscrivono una nuova edizione del Codice di deon-tologia medica9, il quale nei contenuti di fatto riproduce il documento del 1924. Dopo la caduta del Regime, si procede alla ricostituzione degli Ordini dei Medici e della Federazione Nazionale10. u

3 Ordine de’ Medici della Provincia di Sassari, Codice di etica e di deontologia, Tipografia e Libreria G. Gallizzi e C., Sassari 1903.4 Camera dei Medici dell’Istria, Codice professionale e tariffa medica, Stab. Tip. L. Bontempo, Pola 1899.5 Camera dei Medici in Trento, Codice professionale stabilito dalla Camera dei Medici in Trento per i propri pertinenti nella sessione del 21 luglio 1900, in Camera dei Medici in Trento ad uso dei propri pertinenti, Raccolta di alcune Leggi e disposizioni sanitarie, Tip. ed. f.lli Mariotti, Trento 1900, pp. 43-55. Per il testo integrale del Codice professionale della Camera dei Medici dell’Istria e le modifiche intervenute nella versione trentina si rimanda a: Sara Patuzzo, “Premessa al Codice professionale della Camera dei Medici dell’Istria e della Camera dei Medici di Trento”, Bioetica. Rivista interdisciplinare n. 4, Anno XIX, 2011, pp. 565-581.6 Legge 22 dicembre 1891, in Camera dei Medici in Trento ad uso dei propri pertinenti, Raccolta di alcune Leggi e disposizioni sanitarie, op. cit., pp. 14-21; Legge 20 dicembre 1884, in Camera dei Medici in Trento ad uso dei propri pertinenti, Raccolta di alcune Leggi e disposizioni sanitarie, op. cit., art. 1, p. 3.7 Si vedano: Sara Patuzzo, “Il primo Codice di deontologia medica italiano. Nuove ricerche”, Professione & Clinical Governance. La cultura della salute fra etica, economia e diritto n. 2, 2012, pp. 33-39; Sara Patuzzo, “Istria, Trento, Sassari. Le origini del Codice di deontologia medica italiano”, FNOMCeO, La Professione. Medicina, scienza, etica e società n. 1, 2012, pp. 121-134.8 La Legge n. 455 del 10 luglio 1910 istituisce gli Ordini dei Medici Chirurghi, quelli dei Farmacisti e dei Veterinari.9 La versione fascista del Codice di deontologia medica si può reperire in Mario Carrara, Ruggero Romanese, Giorgio Canuto, Camillo Tovo, Manuale di medicina legale, Unione Tipografico - Editrice Torinese, Torino 1937, vol. I, capo IV, “Disposizioni consuetudinarie e doveri morali del medico”, pp. 182-187.10 Decreto Legislativo del Capo provvisorio dello Stato n. 233 del 13 settembre 1946, “Ricostruzione degli Ordini delle professioni sanitarie e disciplina dell’esercizio delle professioni stesse”; Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alto Commissariato per l’Igiene e la Sanità Pubblica -

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Vivere la deontologia

A partire dal c.d. “Codice Frugoni” (1958), si succederanno molte edizioni del Codice di deontologia medica sulla base della necessità sempre più costante di tenere il documento aggiornato rispetto alle novità dettate dal progresso in cam-po biomedico e biotecnologico, nonché di nuove sensibilità nell’illuminare da un parte la dimensione sanitaria nel suo insieme, e dall’altra la relazione tra medico e paziente nel particolare clinico.

L’attuaLe RevISIone deL codIce dI deontoLoGIa medIca

Sono proprio tali ragioni che oggi nuovamente conducono la Federazione Nazio-nale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri11 a riprendere in mano il Codice deontologico attualmente in vigore, pubblicato nel 2006 sotto la Presiden-za di Amedeo Bianco, rieletto per due successivi mandati12 e al momento in carica. Dopo un primo periodo coordinato dallo stesso Presidente Amedeo Bian-co, la Consulta Deontologica Nazionale della FNOMCeO, incarica-ta di operare la revisione del Codice deontologico, vede l’attività diretti-va di Roberta Chersevani13, la prima donna a ricoprire questo delicato e importante ruolo, alla quale è affidato il compito di guidare i diversi passaggi che dovranno portare alla nuova edizione del Codice di deontologia medica. Nominata dal Comitato Centrale della FNOMCeO, la Consulta Deontologica, che vede al suo interno anche una rappresentanza della professione medica odontoia-trica, a oggi si compone di G. Valerio Brucoli (Vice-Coordinatore), Franco Alberton, Antonella Agnello, Salvatore Amato, Maria Antonella Arras, Antonella Bulfone, Antonio D’Avanzo, Stefano Falcinelli, Maurizio Grossi, Enrico Lanciotti, Giuseppe Lavra, Giuseppe Miserotti, Pierantonio Muzzetto, Rita Nonnis, Aristide Paci, Anto-nio Panti, Daniele Passerini, Bruno Ravera, Maurizio Scassola, Ugo Trucco, Pierpa-olo Barchiesi, Giorgio Berchicci, Cristian Intini, Albina Latini, Alexander Peirano; e degli esperti Mauro Barni, Gianfranco Iadecola, Aldo Pagni, Sara Patuzzo. I lavori preparatori e l’attività di aggiornamento e revisione del Codice di deontolo-gia medica iniziano il 15 giugno 2012. La bozza del nuovo testo che ne scaturisce viene inviato in data 15 maggio 2013 agli Ordini provinciali, affinchè possano esa-minarlo e inviare alla Federazione Nazionale eventuali osservazioni e proposte di integrazione o modifica. Il periodo di osservazione da parte dei Consigli degli Ordi-ni dei Medici è tutt’ora in gestazione e si concluderà formalmente il 15 settembre. A seguire, sarà cura del Comitato ristretto prima, e della Consulta Deontologica poi, pervenire a una nuova versione della bozza del Codice di deontologia medica, che sia la più possibile condivisa e che possa essere posta al vaglio e all’approva-zione del Consiglio Nazionale della FNOMCeO. L’importanza e la complessità del progetto necessitano dell’apporto di diverse competenze mediante un proficuo investimento di impegno ed energie da parte di tutti i soggetti coinvolti all’interno di una costruttiva e pluralista dialettica. La futura edizione del Codice di deontologia medica rappresenta una sfida attuale non solo per gli Organi deputati a rappresentare la categoria medica, ma anche per tutti i medici e, in esteso, per l’intera società. Nella consapevolezza che anche questa prossima pubblicazione sarà il risultato di un ulteriore aggiornamento e tentativo di perfezionamento di quell’unico documento deontologico che, in di-verse vesti, ha puntellato con orgoglio la professione da più di un secolo. E forse anche da tempi molto più lontani. ¢

Gabinetto, Prot. n. 1-2/2036 - Roma, 2 ottobre 1946, “Norme per la ricostituzione degli Ordini delle professioni sanitarie per la disciplina dell’esercizio delle professioni stesse”; successivo regolamento esecutivo; modifiche previste dalla Legge n. 15 del 5 gennaio 1955 e dalla Legge n. 211 del 21 ottobre 1957.11 Dal 1985, in base alla Legge n. 409 del 14 luglio, la Federazione Nazionale diventa rappresentativa anche dei Medici Odontoiatri (FNOMCeO).12 2006/2009, 2009/2012, 2012/2014.13 Roberta Chersevani è Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Gorizia.

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il dedalo

la tossicità tardiVa delle terapie antitumorali in età eVolutiVapercHÉ È necessario il monitoraggio clinico degli adulti guariti da un tumore pediatrico

Enrico Brignardello1

Francesco Felicetti1

Giuseppe Boccuzzi2

1.Unità di Transizione per Neoplasie Curate in Età Pediatrica, AO Città della Salute e della Scienza di Torino

2.Dipartimento di Scienze Mediche, Università di Torino

daI tumoRI PedIatRIcI SI GuaRISce

Grazie al costante miglioramento dei protocolli di terapia, negli ultimi quarant’anni la pro-babilità di guarigione dei bambini e degli adolescenti affetti da tumore è progressivamente aumentata e, considerando globalmente tutti i tipi di neoplasia, si avvicina oggi all’80%. Di conseguenza si stima che in Italia, nell’anno 2020, in età compresa fra 20 e 39 anni un adulto ogni 350 sarà stato curato per un tumore dell’età evolutiva.

coSa SI Intende PeR GuaRIGIone

Il concetto di “guarigione” fa però riferimento al tumore primitivo e non considera il ri-schio o la presenza di alterazioni patologiche riferibili alla tossicità tardiva delle cure. Ana-lizzando una coorte molto numerosa di pazienti guariti da un tumore pediatrico è stato recentemente documentato che, a 30 anni di distanza dalla diagnosi di neoplasia, circa due terzi dei pazienti avevano sviluppato almeno una malattia cronica riferibile ai pregressi trattamenti antitumorali e che, in un terzo dei casi, le alterazioni patologiche erano così gravi da risultare potenzialmente invalidanti o addirittura da costituire un pericolo per la vita. Va detto che questi risultati riflettono gli esiti di terapie non recenti e non vi è dubbio che i protocolli di cura più moderni, a parità di efficacia, siano gravati da un minor numero di effetti collaterali; tuttavia il rischio dei late effects (complicanze tardive) non può essere eliminato completamente. u

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la tossicità tardiVa delle terapie antitumorali in età eVolutiVa

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il dedalo

La neceSSItà dI monItoRaGGIo cLInIco

Le complicanze più frequenti interessano il sistema endocrino, ma non sono rari i disturbi psicologici, i deficit neurologici e cognitivi, le patologie cardia-che e quelle respiratorie. Vi è inoltre un significativo aumento del rischio di “secondi tumori” (soprattutto nei soggetti curati con la radioterapia), la cui diagnosi precoce è essenziale per aumentare le probabilità di guarigione.Per questo motivo, secondo le più recenti indicazioni della letteratura inter-nazionale, il soggetto guarito da una neoplasia dell’età evolutiva necessita di un attento monitoraggio clinico, allo scopo di ridurre la morbidità e la mortalità correlate con gli effetti a distanza delle terapie antitumorali.Si tratta di un bisogno sanitario nuovo, che per la sua natura e la sua com-plessità necessita di un approccio multidisciplinare. I pazienti guariti da un tumore pediatrico rappresentano infatti una nuova tipologia di soggetti, che pone una serie di problematiche inedite delle quali, sempre più, i sistemi sanitari saranno tenuti ad occuparsi.

L’unItà dI tRanSIzIone PeR neoPLaSIe cuRate In età PedIatRIca

L’attività della Struttura Semplice di Coordinamento a Valenza Dipartimen-tale “Unità di Transizione per Neoplasie Curate in Età Pediatrica”, istitui-ta nel 2006 presso il Dipartimento di Oncologia dell’Ospedale Molinette di Torino, si inquadra in questo contesto di grande impatto sociale, e si esplica sul piano clinico attraverso l’applicazione di programmi di screening personalizzati volti a riconoscere e curare precocemente tutte le alterazioni patologiche riferibili alle tossicità tardive delle terapie antitumorali effettuate in età pediatrica. Di fatto, l’Unità di Transizione si propone come punto di riferimento per gli adulti guariti da una neoplasia dell’età evolutiva (anche a grande distanza di tempo dalle terapie antitumorali) ed è fra le poche strutture - in Italia - ad avere questa specifica mission. Essa è stata creata sulla base delle esperienze di una collaborazione fra Azienda Ospedaliera OIRM/Sant’Anna (SSCC Oncologia Pediatrica ed Endocrinologia Pediatrica) e Azienda Ospedaliero-Universitaria San Giovanni Battista di Torino (SCDU Endocrinologia Oncologica), avviata nel 2001 e finalizzata a trasferire dalla pediatria alla medicina dell’adulto il monitoraggio dei soggetti guariti da una neoplasia dell’età evolutiva. La scelta di trasferire il follow-up dall’ambiente pediatrico alla medicina dell’adulto è coerente con l’orientamento della let-teratura internazionale ed è principalmente motivata dalla disponibilità di servizi diagnostici e di consulenti più adeguata all’età del paziente; è inoltre presumibile un effetto positivo sulla “crescita” dei pazienti, che in molti casi appaiono fortemente dipendenti dai genitori.

IL modeLLo oRGanIzzatIvo

Operativamente vengono “transitati” soggetti precedentemente curati per un tumore pediatrico, di età superiore a 18 anni e “fuori terapia” da almeno cinque. Questi criteri sono necessari ma non sufficienti, ed in ultima analisi è l’oncologo pediatra che decide quando il ragazzo è pronto per essere affi-dato alla nuova struttura.Al momento della “transizione” l’oncologo pediatra trasmette le informa-zioni relative alla diagnosi oncologica ed alle diverse terapie effettuate per curare il tumore pediatrico, sulla cui base viene definito - per ogni singolo paziente - un protocollo di monitoraggio personalizzato in termini di perio-dicità e tipologia degli esami da effettuare.Tutte le informazioni cliniche raccolte durante il follow-up (recidive, secondi tumori, tossicità tardive a livello endocrino-metabolico, cardiaco, polmona-re ecc.), così come quelle relative alla diagnosi oncologica ed alle terapie effettuate, sono archiviate in un database appositamente progettato per questo scopo, che consente di evidenziare relazioni fra gli eventi osservati ed i trattamenti effettuati (o qualsiasi altro dato registrato nel database). Ciò consente di acquisire informazioni cliniche utili per la progettazione di nuovi schemi terapeutici che, a parità di efficacia, risultino meno tossici. Infatti

oggi l’obiettivo dell’oncologo non è più quello di “guarire il paziente ad ogni costo”, come forse è stato in passato, ma quello di guarirlo “al minor costo possibile”.

GLI aSPettI LoGIStIcI

L’Unità di Transizione ha sede presso il C.O.E.S. (Centro Oncologico ed Ematologico Subalpino dell’Ospedale Molinette), che dispone di notevo-li potenzialità sia per quanto concerne l’offerta di servizi diagnostici, sia per la disponibilità di consulenti delle diverse branche specialistiche. Il paziente viene preso in carico in modo “globa-le e continuativo”, secondo il modello della Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta, cercando di utilizzare il più possibile personale medico (ma anche infermieristico ed amministrativo) “dedica-to”. L’accessibilità alla struttura è garantita dal-la possibilità di comunicare via e-mail (modalità molto utilizzata da questi ragazzi) oppure tramite una linea telefonica dedicata; sono stati inoltre creati specifici raccordi funzionali con i servizi diagnostici e con i consulenti, allo scopo di sem-plificare il percorso di questi ragazzi all’interno dell’Ospedale. Si è così realizzata nel tempo una sorta di formazione sul campo, che ha consentito la creazione di una rete di specialisti ben consa-pevoli della complessità di questa attività clinica e delle specifiche problematiche dei childhood cancer survivors (adulti curati per tumore in età pediatrica).Per quanto è possibile, si cerca sempre di com-pattare in un’unica giornata l’esecuzione degli esami strumentali e di laboratorio: si tratta infatti di giovani adulti, molti dei quali con impegni di studio o di lavoro. Le visite vengono effettuate in un ambulatorio dedicato, per lo più nelle ore pomeridiane, quando l’afflusso dei pazienti onco-logici in fase attiva di malattia si riduce.

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L’unItà dI tRanSIzIone oGGI

Attualmente sono seguiti presso l’Unità di Transizione oltre 350 giovani adulti precedentemente curati per tumori pediatrici di vario tipo (fig. 1), ed il loro numero cresce costantemente, alla velocità di circa 40 soggetti all’anno. La maggior parte dei pazienti è stata curata per una malattia onco-ematologica, ma sono ben rappresentati anche i tumori cerebrali ed i sarcomi. u

Figura 1: Distribuzione percentuale delle diagnosi oncologiche pediatriche nei soggetti attualmente seguiti presso l’Unità di Transizione (n=362).LLA= Leucemia Linfoblastica Acuta; LMA= Leucemia Mieloblastica Acuta; NHL= Linfoma non-Hodgkin

Fig. 1

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il dedalo

effIcacIa cLInIca deL monItoRaGGIo a LunGo teRmIne

Dopo un follow-up medio di oltre 16 anni, più di 2/3 di questi ragazzi risul-ta affetto da almeno una patologia cronica riferibile alle pregresse terapie oncologiche. Va detto che, in non pochi casi, queste alterazioni sono insorte tardiva-mente e sono state perciò diagnosticate dopo la transizione. Ciò vale so-prattutto per i disturbi del sistema endocrino, che sono i più frequenti, (fig. 2) e per i secondi tumori, fra i quali sono risultati particolarmente nu-merosi i carcinomi papilliferi della tiroide ed i meningiomi cerebrali (fig. 3).Per quanto riguarda specificamente il carcinoma della tiroide, considerato che le radiazioni ionizzanti rappresentano un importante fattore di rischio, in tutti i pazienti precedentemente irradiati al capo, al collo od al torace abbiamo deciso di effettuare uno screening ecografico. Infatti, anche se la prognosi del carcinoma papillifero della tiroide è generalmente buona, nel-le forme radioindotte la diagnosi precoce è importante perchè queste – a causa delle specifiche mutazioni indotte dalle radiazioni ionizzanti – sem-brano essere caratterizzate da un comportamento clinico più aggressivo. Per questo motivo la semplice palpazione annuale del collo, suggerita dalle linee guida attualmente disponibili, appare insufficiente. In effetti, su circa 200 childhood cancer survivors precedentemente sottoposti a radioterapia che ha interessato la regione tiroidea, abbiamo diagnosticato 15 carcinomi papilliferi della tiroide che, anche se tutti molto piccoli (proprio perché diagnosticati precocemente mediante una procedura di screening), risulta-vano tuttavia già metastatici in più della metà dei casi. Grazie alla precocità della diagnosi, non sono stati comunque necessari in-terventi chirurgici particolarmente estesi ed attualmente questi 15 ragazzi sono tutti liberi da malattia.La customer satisfaction (soddisfazione dell’utente)Il modello organizzativo adottato si è rivelato efficace (il drop-out è in-feriore al 15%) ed è apprezzato sia dai ragazzi, sia dai loro familiari e dalle Associazioni Genitori, che hanno sempre sostenuto l’iniziativa anche finanziariamente, tanto che l’UGI (Unione Genitori Italiani contro il tumore dei bambini), dall’anno 2011, finanzia un posto presso la Scuola di Specia-lizzazione in Endocrinologia dell’Università di Torino (importo complessivo: circa 180.000 Euro). ¢

l’onCologo PeDiatRa eD il MonitoRaggio Dei PaZienti “oFF-theRaPY”

I tumori pediatrici sono un evento raro: in Italia, secondo le stime dell’AIRTUM, si ammalano

ogni anno 175 bambini di età inferiore a 15 anni e 270 di età 15-19 anni ogni 1.000.000. I tumori infantili rappresentano attualmente la seconda causa di morte per la

fascia d’età compresa tra uno e 15 anni, con un tasso di mortalità pari a 0.41 morti ogni

10.000 bambini. I successi ottenuti negli ultimi decenni in Oncologia pediatrica hanno portato ad un miglioramento della sopravvivenza nel corso degli anni. La sopravvivenza cumulativa a

cinque anni per i casi diagnosticati nel 1993-1997 era del 54% mentre nel 1998-2002

ha raggiunto complessivamente il 78% per i tumori in età pediatrica e l’82% per i tumori dell’adolescente.Dal 2000 al 2012, presso la S.C di Oncoematologia Pediatrica e Centro Trapianti, A.O. Città della Salute e della Scienza di Torino (Direttore: Dott.ssa Franca Fagioli), sono state effettuate

circa 1600 nuove diagnosi, principalmente rappresentate dalle malattie oncoematologiche (Leucemie e Linfomi, 42%), dai tumori cerebrali (23%) e dai tumori dell’osso (9%).Al termine delle terapie viene compilata una relazione conclusiva ed effettuato un colloquio con i genitori in cui si descrive quello che sarà il monitoraggio del paziente nel tempo, anche

Franca Fagioli Eleonora Biasin

S.C. Oncoematologia Pediatrica e Centro

Trapianti, AO Città della Salute

e della Scienza di Torino

AUTORE CORRISPONDENTE è il dottor Enrico Brignardello, responsabile SSCVD Unità di Transizioneper Neoplasie Curate in Età Pediatrica presso la Città della Salute e della Scienza di Torino.E-mail: [email protected]

Figura 2:Incidenza cumulativa di alterazioni endocrino-metaboliche, dopo follow-up mediano di 16 anni dalla diagnosi di tumore pediatrico.

Figura 3: Meningioma in paziente sottoposto a radioterapia encefalica (1986; 18 Gy) e successivamente ad irradiazione corporea totale (1991; 14 Gy) per Leucemia Linfoblastica Acuta diagnosticata all’età di 7 anni. Il meningioma è stato diagnosticato nel 2012, rispettivamente 25 e 21 anni dopo la prima e la seconda irradiazione dell’encefalo. Malgrado le dimensioni della lesione encefalica, il paziente appariva solo lievemente rallentato ed all’esame obiettivo neurologico non erano presenti deficit focali.

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in relazione al rischio di comparsa di effetti tardivi. La relazione viene consegnata anche al medico curante, che potrà così essere a conoscenza di tutto il percorso non solo durante la terapia, ma anche al termine delle cure.Da tale momento, e fino al momento della transizione presso la medicina dell’adulto, i pazienti afferiscono presso un ambulatorio dedicato (Ambulatorio Off Therapy) in cui vengono anche previsti gli esami ematologici, strumentali e le consulenze specialistiche, mentre per tutti i problemi intercorrenti, tipici dell’età pediatrica, i pazienti dovranno fare riferimento al medico curante.

Tra il 2000 e il 2012, 1064 pazienti sono andati off therapy. Presso l’Ambulatorio Off Therapy ci sono stati 1082 accessi nell’anno 2012, con circa 60 – 110 visite mensili.Nel 2007 è nato il progetto “Follow up in pazienti guariti da tumore pediatrico”, che è stato attivato dalla Rete Oncologica del Piemonte e della Valle d’Aosta in data 20/04/2009 con i seguenti obiettivi:• identificare il numero di pazienti guariti da tumore pediatrico, vivi,

senza malattia, afferenti presso il nostro Centro;• creare un database con raccolta dei dati di tossicità di ogni singolo paziente;

bIbLIoGRafIa

Henderson TO, Friedman DL, Meadows AT. Childhood cancer survivors: transition to adult-focused rik-based care. Pediatrics 126: 128-136, 2010 Jemal A, Siegel R, Ward E, Murray T, Xu J, Smi-gal C & Thun MJ. Cancer statistics, 2006. CA: A Cancer Journal for Clinicians 56:106–130, 2006 Oeffinger KC, Mertens AC, Sklar CA, Kawashima T, Hudson MM, Meadows AT, Friedman DL, Mari-na N, Hobbie W, Kadan-Lottick NS et al. Chronic health conditions in adult survivors of childho-od cancer. New England Journal of Medicine 355:1572–1582, 2006 Bhatia S & Constine LS. Late morbidity after suc-cessful treatment of children with cancer. Cancer Journal 15:174–180, 2009 Felicetti F, Manicone R, Corrias A, Manieri C, Bia-sin E, Bini I, Boccuzzi G, Brignardello E. Endocrine late effects after total body irradiation in patients who received hematopoietic cell transplantation during childhood: a retrospective study from a single institution. Journal of Cancer Research and Clinical Oncology 137:1343–1348, 2011 Nandagopal R, Laverdière C, Mulrooney D, Hudson MM & Meacham L. Endocrine late ef-fects of childhood cancer therapy: a report from the Children’s Oncology Group. Hormone Rese-arch 69:65–74, 2008 Brignardello E, Felicetti F, Castiglione A, Chiabot-to P, Corrias A, Fagioli F, Ciccone G, Boccuzzi G. Endocrine health conditions in adult survivors of childhood cancer: the need for specialized adult-focused follow-up clinics. European Journal of Endocrinology 168:465-472, 2013 Oeffinger KC & Bhatia S. Second primary can-cers in survivors of childhood cancer. Lancet 374:1484–1485, 2009 Brignardello E, Corrias A, Isolato G, Palestini N, Cordero di Montezemolo L, Fagioli F, Boccuzzi G. Ultrasound screening for thyroid carcino-ma in childhood cancer survivors: a case series. Journal of Clinical Endocrinology and Metaboli-sm 93:4840-4843, 2008

Fig. 2

Fig. 3

• identificare l’incidenza di effetti tardivi nella popolazione in studio;

• valutare l’incidenza di tumori secondari;• identificare un follow up mirato in

relazione alla presenza di eventuali fattori di rischio.

Sono in corso di attivazione ambulatori dedicati anche presso i centri Spoke della Rete Interrregionale di Oncologica e di Oncoematologia Pediatrica. I casi più complessi vengono discussi in maniera interdisciplinare nel GIC (Gruppo Interdisciplinare Cura) “Tumori secondari e tossicità tardiva”, istituito a settembre 2008. Le riunioni si tengono a cadenza mensile, in collaborazione con gli oncologi e gli specialisti che hanno in carico il paziente.

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il dedalo

scoppia in piemonte la primaVera… della medicina generale

Il Convegno “La Primavera della Medicina Generale”, tenutosi il 29 maggio 2013 presso il Centro Congressi del Santo Volto sito a Torino ha avuto l’obiettivo di approfondire con i medici operanti nell’ambito delle cure primarie le novità e i cambiamenti introdotti dal Decreto Legge, coinvolgendo le nuove generazioni di medici, e non solo, nella riflessione e nella progettazione del proprio futuro professionale.A tale proposito sono indetti due concorsi, il primo è rivolto ai Medici operanti nelle Cure Primarie o in possesso di Diploma in Medicina Generale, il cui tema era: “Le Aggregazioni Funzionali Territoriali e l’assistenza H24 nell’ ambiente metropolitano ed in quello rurale”; il secondo, rivolto ai Medici in Formazione specifica in Medicina Generale, ha avuto come tema: “La formazione specifica all’ interno delle AFT: modelli organizzativi ed obiettivi formativi”. Il Comitato Promotore del Premio è stato composto da Gabriele Bonagura, Claudio Bramini, Paolo Candoli, Giacomo Casale, Alessandro Dabbene, Valeria Longhini, Christine Rollandin, Anna Rita Soddu.Durante il Convegno sono stati presentati i tre progetti finalisti per ciascuna sezione e premiati i due progetti vincitori; la giuria è stata formata in parte da alcuni medici di medicina generale incaricati e in parte dal pubblico. Il premio è stato scelto dal vincitore fra una rosa di offerte comprendenti un corso di ecografiageneralista SIEMG, la partecipazione al prossimo Congresso Nazionale FIMMG o una borsa di studio per un master o un corso nell’ambito delle cure primarie.

Con la recente entrata in vigore della legge 189/2012, il cosiddetto “Decreto Balduzzi”, numerosi cambiamenti si prospettano nell’ambito della riorganizzazione della Medicina Generale e dell’assistenza territoriale, in un’ottica di rifondazione da tempo teorizzata e sostenuta dalla Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale.

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scoppia in piemonte la primaVera… della medicina generale

I PRemIatI

Per la sezione “La formazione specifica all’interno delle AFT (Aggregazioni Funzionali Territoriali): modelli organiz-zativi e obiettivi formativi (riservata a MEDICI IN FORMA-ZIONE SPECIFICA IN MEDICINA GENERALE DEL PIEMON-TE) è stato premiato il progetto “Crocus”, presentato dalle dottoresse Cecilia Rizzola, Valentina Avalli e Beatriz Parra Azcona. La proposta si focalizza sulla figura dello specializzando di medicina di famiglia e ha come obiettivo fare del corso di formazione di medicina generale un vero percorso d’inte-grazione all’interno del sistema di cure primarie. Per la seconda sezione, L’Aggregazione Funzionale Territo-riale e l’assistenza H24 in ambiente metropolitano e rurale (riservata a MEDICI CON ATTESTATO, MEDICI DI CONTI-NUITA’ ASSISTENZIALE, MEDICI EMERGENZA 118 E DI ASSISTENZA PRIMARIA), primo classificato il progetto sulla Aggregazione Funzionale Territoriale – AFT – in ambiente rurale, presentato da Paolo Bodoni e Gino Torchio dell’Asl TO 4. Nella proposta dei due medici viene concepita una pos-sibile AFT rurale costituita da: sede centrale unica e per-manenza di studi periferici collegati in rete. Questa AFT rurale permette una riduzione degli accessi in P.S. e una via facilitata ai servizi sociosanitari della zona. La sede centrale (AFT) è sita nel comune geograficamente equidistante dai paesi facentene parte, con apertura al pubblico di 12 ore diurne dal lunedì al venerdì e 6 ore nei restanti giorni. Vi operano, a turno, MMG, PLS, infermieri, MCA, personale amministrativo e sociale, medici in formazione. Nelle ore notturne l’assistenza è garantita dai MCA. u

Nicola FerraroElaborazione di materiale dell’Ufficio Stampa Fimmg- Piemonte a firma di Marisa Bianco

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il dedalo

IL conGReSSo

Grande successo di partecipazione al Convegno del 29 maggio. La qualità degli interventi e del pubblico, nel quale erano presenti 158 giovani medici in formazione in Medicina Generale è stato sottolineato sia dal Segretario Na-zionale FIMMG, Giacomo Milillo che dall’Assessore alla Salute della Regione Piemonte Ugo Cavallera, Il segretario nazionale Milillo ha spiegato che la nuova organizzazione fun-zionale della Medicina Generale potrà essere a regime tra circa quattro anni, considerando da oggi un anno di tempo per approvare la nuova Conven-zione lavorativa dei medici di MG. “La macchina del cambiamento della Medicina Generale – ha detto Milillo – è in moto e non si può fermare perchè i medici hanno già iniziato a lavorare più integrati tra i vari settori della sanità territoriale”. L’evento è stato seguito dalla redazione realizzando anche tre interviste au-diovisive pubblicate sul portale www.videomedica.org (parole chiave da uti-lizzare nello spazio di ricerca dei servizi in alto a destra sulla homepage: “pri-mavera della medicina generale”.

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tRe DoManDe a giaCoMo Milillo, segRetaRio naZionale FiMMgDa tempo la FIMMG insiste sulla necessità di un cambia-mento nell’organizzazione territoriale della Medicina Ge-nerale. Quando il cittadino si accorgerà che qualcosa sta cambiando nello studio del proprio Medico di Famiglia?Adesso c’è la legge Balduzzi, il paziente del medico di famiglia non può vedere ancora sostanziali cambiamenti nell’organizzazio-ne dell’ambulatorio di Medicina Generale. Siamo però alla vigilia della partenza per introdurre le norme dell’accordo. Il cittadino-paziente comincia a percepire aria di cambiamento. A fianco del proprio medico di famiglia vedrà comparire una serie di servizi che comunque faranno capo al medico di famiglia.

Quali servizi?“Si sta attuando una maggiore integrazione con la Continuità Assistenziale, più integrata nello studio del medico; i cittadini sa-ranno chiamati ad effettuare indagini specifiche per monitorare la loro salute nell’ottica di una strategia di prevenzione; potranno essere eseguiti alcuni accertamenti diagnostici direttamente nello studio del medico di famiglia, senza dover ricorrere a strutture esterne. Il cambiamento poco alla volta sarà radicale, rispetto a quanto i cittadini sono abituati ad ottenere come servizio nello studio del medico di Medicina Generale”.

In quanto tempo queste novità operative diventeranno realtà?“Finora i tempi sono stati lunghi, perché lunga è stata la contrat-tazione politica ed economica per ottenere risorse sul territorio. Abbiamo impiegato sei anni per far capire ai Politici la necessità di avviare il cambiamento! Da oggi ci vorrà un anno per fare la nuova Convenzione nazionale per la Medicina Generale e poi da uno a tre anni per attuarla nelle varie realtà. Ormai il processo di cambiamento è partito e non dovrebbero più esserci stop, a meno che la legge non venga cambiata”.

Due DoManDe a RobeRto Venesia, segRetaRio FiMMg-PieMonte e ConsiglieRe Dell’oMCeo Di toRino

Perché la Fimmg ha ideato il concorso “LA PRIMAVERA DELLA MEDICINA GENERALE”? Giovani medici in formazione in Medicina Gene-rale ne sono i protagonisti accanto ai medici già operanti nelle cure primarie sul territorio.“I giovani sono i protagonisti della nuova fase di progettazione della Medicina Generale, settore in attesa di un rilancio e di una riprogettazione ormai inderogabili. Spetta a noi, medici già operanti nelle cure pri-marie del territorio, alimentare la speranza nelle giovani generazioni mediche, offrire loro oppor-tunità professionali che li rendano orgogliosi di essere domani medici di Medicina Generale in Italia. Di fatto il nostro convegno piemontese e l’o-monimo concorso per progettare la sanità in cui vogliamo operare sono un piccolo tassello per tradurre il nostro sogno di Medicina Generale in realtà. E per tradurre in realtà il sogno di un sin-dacato forte e proiettato verso il futuro … futuro che in fondo è solo dietro l’angolo.

Cosa è richiesto oggi al sistema delle cure primarie?“Al sistema delle cure primarie si richiede sempre più la presa in carico dei malati cronici in costante aumento e la gestione della complessità e del-la intensività delle cure, con la necessità di una drastica riduzione della ospedalizzazione spesso inappropriata e comunque non più sostenibile. Per meglio affrontare queste necessità si va deli-neando una nuova figura di Medico di Medicina Generale, che dovrà avere non soltanto compe-tenze di natura clinica ma anche capacità mana-geriali e disponibilità all’integrazione con gli altri operatori delle cure primarie per realizzare una vera continuità delle cure”. ¢

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il dedalo

Harmony diProf.ssa Elsa Margaria DirettoreSanitario DaySurgery PROMEA

Gianfranco VoglinoDirettore del La-boratorio di Citoge-netica e Biologia molecolare

La tecnoLoGIa deL teSt

Il test è stato sviluppato con una tecnologia in grado di isolare con preci-sione i frammenti di DNA libero presente nel sangue e farne una deter-minazione quantitativa. Il test permette la diagnosi del rischio di presenza di trisomia fetale per i cromosomi 21, 18, 13 in donne gravide, dalla 10° settimana di gestazione. Si tratta quindi di un test probabilistico e non diagnostico, con una sensibilità che va dall’80 al 99,98 %; i falsi positivi sono valutati in ragione dello 0,1%. Vengono altresì rilevati i cromosomi sessuali, con la diagnosi di sesso e relative aneuploidie (sindrome di Turner e Klinefelter).Si noti che per la trisomia 21 la sensibilità è praticamente sovrapponibile a quella della villocentesi e dell’amniocentesi.

GLI eSamI InvaSIvI attuaLmente dISPonIbILI

Gli esami invasivi attualmente disponibili per la diagnosi di cromosomopa-tie, sono :- la villocentesi, che consiste nel prelievo di una piccola quantità di tessu-to della placenta. Si può effettuare tra la decima e la dodicesima settimana di gestazione; il campione viene quindi inviato ad un laboratorio attrezzato per la ricerca cromosomica. Questo esame presenta un rischio aggiunto di abortività dello 0,5%.- l’amniocentesi, mediante la quale si preleva una piccola quantità del liquido amniotico che circonda il feto per l’analisi cromosomica, intorno alla sedicesima settimana di età gestazionale. Anche per questo esame il rischio aggiuntivo di abortività è dello 0,5%.

Il 24 Aprile 2012 è stato presentato in Italia un test analitico che permette la diagnosi prenatale delle più importanti cromosomopatie fetali, e principalmente la Trisomia 21, o Sindrome di Down, con un

semplice prelievo alla madre in gravidanza.Si tratta di una assoluta novità, attesa da decenni da tutte le gestanti.

Il test, denominato Harmony, è stato messo a punto dal laboratorio ARIOSA DIAGNOSTIC, certificato CLIA, situato a San Josè (California,

USA). L’Harmony Prenatal Test analizza il DNA libero del feto, che è presente nel sangue materno sin dal concepimento, ma che aumenta,

raggiungendo alla 10° settimana, la percentuale del 4%, quantità analizzabile laboratoristicamente, anche nelle settimane successive.

noVità nella diagnosi prenataledi cromosomopatie Fetali

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Diagnosi del rischio di presenza di

trisomia fetale per i cromosomi

21, 18, 13Dalla

10° settimana

di gestazione.

Sensibilitàdall’

80 al 99,98 %

Falsi positivi sono valutati in ragione

dello 0,1%.

ELABORAZIONE GRAFICA DI UN CROMOSOMA E DI UN TRATTO DI DNA

Le modaLItà oPeRatIve deL teSt

Il test Harmony consiste in un prelievo di sangue materno, venoso periferi-co, sul quale viene eseguita l’analisi diretta del DNA del feto con notevoli vantaggi:

1. rispetto ai test prenatali invasivi (villocentesi ed amniocentesi) è assolu-tamente privo di rischi nei confronti della madre e del feto;

2. rispetto ad altri test di screening, quali il dual e il tritest, ha un altissi-mo tasso di affidabilità: è infatti in grado di rilevare oltre il 99% dei feti affetti da trisomia 21;

3. può essere eseguito già dalla decima settimana di gravidanza, ed ovviamente anche nelle settimane successive;

4. è avallato dalla comunità scientifica internazionale; è l’unico test che ha il sostegno esplicito della Fetal Medicine Foundation.

I risultati del test vengono consegnati nell’arco di 15-18 giorni dalla data del prelievo. Il referto evidenzia l’alto o basso rischio di cromosomopatie in maniera molto chiara e comprensibile, anche in forma grafica.Se il test Harmony segnala un profilo di rischio elevato, non significa neces-sariamente che il feto presenti la patologia. Il medico curante (ginecologo o medico di base) deve offrire un counseling genetico e/o consigliare un test diagnostico invasivo, al fine di determinare con certezza se il feto è affetto da cromosomopatia.

I vantaGGI

Con un tasso di falsi positivi di 50 volte inferiore a quello degli attuali esami di screening, il test Harmony riduce in maniera significativa il rischio che una gestante venga indirizzata senza necessità a sottoporsi ad approfondimenti diagnostici invasivi.A 15 anni dall’introduzione della QF-PCR, che aveva ridotto i tempi di ri-sposta della diagnosi prenatale invasiva, contribuendo così all’abbattimento dell’ansia dei genitori, il Laboratorio della Promea S.P.A. è lieto di informare la classe medica che è in grado di fornire il test Harmony alle gestanti che lo richiedano. ¢

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Cultura

Nella prestigiosa sede civica di Palazzo Lomellini, in piazza Sant’Agostino a Carmagnola (Torino), dal 27 settembre 2013 al 24 novembre 2013 si terrà la Mostra “AFRICA: ALLE ORIGINI DELLA VITA E DELL’ARTE”. L’inaugurazione avrà luogo venerdì 27 settembre alle ore 18.00. Orari di apertura: Giovedì, Venerdì e Sabato 15.00-18.00. Domenica 10.00-12.00 15.00-18.00.La mostra sarà presentata al Circolo dei lettori di Torino in via Bogino 9, venerdì 20 settembre alle ore 21 nella Sala Grande.

PeRcHÉ QueSta moStRa

Bruno Albertino ed Anna Alberghina, medici e grandi viaggiatori, hanno deciso di presentare la loro collezione di arte africana tribale accanto alle opere di George Lilanga, icona mondiale dell’arte contemporanea africana, appartenenti alla collezione di Cesare Pippi.Partecipano alla mostra Paolo Novaresio, storico dell’Africa, e gli artisti contemporanei Titti Garelli, Plinio Martelli, Giancarlo Laurenti, Carlo D’oria e la Galleria Allegretti con Sergio Ragalzi e Buell. La mostra vuole essere un percorso artistico attraverso i riti e le tradizioni dell’Africa tribale, fino ai suoi riflessi sulla cultura contemporanea.Sullo sfondo, le fotografie geo-etnografiche di Anna Alberghina documentano la vita di popoli troppo spesso dimenticati quando addirittura non vessati.Il risultato è una sinergia di idee ed emozioni tra realtà ed arte.

L’afRIca neLLa StoRIa deLL’aRte

L’arte del Continente africano è sempre stata modestamente apprezzata in Occidente perché l’Africa per lunghissimo tempo non è stata presa in seria considerazione come luogo di produ-zione culturale e artistica. Non a caso le espressioni artistiche africane, quando prese in consi-derazione, sono state sempre indicate in forma quasi dispregiativa “primitive” o, al massimo, definite “arte minore”.Invece la produzione artistica delle popolazioni sub-sahariane (i popoli della fascia settentrionale del Continente sono infatti fortemente influenzati dall’Islam e quindi hanno stretti rapporti di parentela con l’ambiente culturale medio orientale), ha una precisa e importante storia che affonda le radici nel passato e che solo recentemente abbiamo imparato a valorizzare, scopren-dovi, ovviamente, interessanti e complesse implicazioni religiose sociali, politiche…L’arte africana, visto l’immenso bacino in cui è prodotta, possiede caratteri diversi e numerosi: da un punto di vista storico la sua origine può essere ricondotta alle evoluzioni dell’arte egizia

Nella foto a fianco: attore della cerimonia del Faux lion-Senegal.

Nella pagina accanto:Maschera YAOURE’-Costa d’Avorio.

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africa:alle originidella vitae dell’arteuna mostra d’arte a carmagnola allestita da due medici torinesii

(senz’altro la più nota) e di quella copta, elaborata in Etiopia ed Eritrea. Importante anche il filone artistico collegabile ai reperti archeologici del-le zone centro-meridionali del Continente. Da un punto di vista dei generi sono molto importanti le raffigurazioni dell’arte rupestre e le manifestazioni artistiche plastiche: le sculture in vari materiali, le ceramiche, le maschere, i tessuti... Eppure tale ricchezza di espressioni artistiche per molto tempo non ha suscitato alcun interesse, perché penalizzato dalla vergognosa, triste e lunga stagione dello Schiavismo.

Le nuove ScoPeRte aRtIStIcHe dI un Recente PaSSato PoRtano In afRIca

Qualcosa sembra cambiare alla fine dell’Ottocento con l’intensificarsi dei viaggi e delle esplorazioni spesso organizzate per dare avvio a nuove avven-ture coloniali. Questo fervore facilita la circolazione dell’arte africana alle nostre latitudini. I primi a manifestare un interesse artistico verso tali opere sono i musei europei, seguiti a ruota dai mercanti d’arte. Bisogna attendere però i primi anni del ‘900 per vedere riconosciuto il valore artistico di forme, figure e colori che poco per volta diventeranno sempre più familiari ed apprezzati. Tra fine Ottocento e inizio Novecento in Europa nasce la Fisica quantistica, la psicanalisi, l’Antropologia culturale… Parigi, Vienna e Londra diventano le capitali mondiali di cambiamenti che segnano un’epoca e ci introducono nella Modernità. Dopo l’Impressionismo pren-dono corpo una miriade di correnti artistiche e tra le più importanti vi è il Cubismo; è questa l’epoca d’oro della pittura che diventa fenomeno cul-turale sempre più diffuso e affascinante, oltre che di mercato, e che vede

Nicola Ferraro

u

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la Cultura

contemporaneamente all’opera i mostri sacri che cambieranno la Storia dell’Arte: Picasso, Braque, Derain, Matisse, Modigliani, Kandiskij…

PIcaSSo e bRancuSI

Molte rivoluzionarie raffigurazioni della figura umana di Picasso, molti volti enigmatici e affasci-nanti impressi sulle sue tele sono la riproposta in chiave contemporanea del tentativo perpetrato nell’Antico Egitto di raffigurare la tridimensionali-tà di un volto in un piano bidimensionale.Con “Les demoiselles d’Avignon” del 1907, uno dei quadri più famosi di Picasso, l’artista spagno-lo introduce quasi con violenza l’Africa nello sce-nario artistico parigino sollevando, riserve, aspre critiche, dubbi, sbigottimento, scandalo.Anche la scultura vive una stagione di rifondazio-ne rivoluzionaria che trova nel Futurismo stimoli nuovi: nell’Italia fascista come in Unione Sovieti-ca. Dopo la stagione futurista, le antiche e miste-riose forme di origine africana trovano riproposte originali nel rumeno “primitivista” Brancusi, nel russo Ossip Zadkine, e nell’inglese Henry Moo-re. Grazie a questi artisti (veri battistrada di una nuova era in cui la tolleranza gradualmente e fa-ticosamente lascia spazio all’eguaglianza) l’arte africana fa il proprio rumoroso ingresso nel dibat-tito culturale occidentale, nei “salotti buoni” che propongono, asseverano, scandalizzano. L’arte moderna europea, diventa l’arte contemporanea mondiale grazie alle influenze delle forme africa-ne che rivoluzionano canoni estetici, proporzioni, colori, corpi, spazi, società, ideali…

Quando ancHe L’aRte è una foRma dI SfRuttamento

Con Picasso, Braque, Derain, Matisse, Modigliani, Kandiskij inizia l’ “africanizzazione” dell’arte oc-cidentale. Molti movimenti artistici del XX secolo, dal Cubismo alla Pop Art, al Graffitismo… ne su-biscono una forte influenza.Ma la Storia tende a ripetersi, anche se in forme sempre nuove. L’Occidente dopo aver per secoli considerato l’Africa una terra di conquista e di sfruttamento economico delle sue immense risor-se naturali, delle sue preziosissime materie prime, oggi, dopo la valorizzazione dell’arte africana, si dedica soprattutto al suo sfruttamento.Mentre gli artisti africani attingono alle proprie origini culturali per riscoprire propri modelli di vita e di lavoro, proprie credenze e fedi religiose ed esprimono con forme i pensieri e le emozioni della vita quotidiana, quegli stessi artisti traduco-no anche in termini politici questa nuova ed ac-quisita consapevolezza culturale. Oggi la militan-za artistica in Africa (come tutte le vere militanze artistiche in qualsiasi parte del Mondo) compren-de anche la denuncia delle condizioni di miseria dovute a vecchi e nuovi sfruttamenti e il lancio di

messaggi per la salvaguardia e lo sviluppo della proprie identità culturali.L’Occidente, sempre più popolato da vecchi impauriti e rancorosi contro gli inevitabili flussi migratori ignora o fa finta d’ignorare questa denuncia che ci arriva dall’Africa e si gioca la carta che storicamente più gli appartiene: tenta di omologare le opere di questi artisti sulla base di ciò che più è ri-chiesto dal mercato dell’arte, di quello che è più facile vendere. I mercanti, il denaro, lo sfruttamento hanno sempre il sopravvento sulla fruizione arti-stica consapevole, sull’Estetica… E l’Africa, anche attraverso l’arte, ancora una volta invece di essere trattata alla pari, viene come sempre sfruttata.

due medIcI toRIneSI InnamoRatI deLL’aRte afRIcana

In questo scenario, dalla storia esaltante e contemporaneamente vergo-gnosa, il valore culturale di una mostra come quella che sta per essere inaugurata a Carmagnola è davvero importante per l’arte, come risposta al nostro bisogno di bello, ma anche per la Medicina e la Sanità torinese. Nel panorama più aggiornato della tutela della salute uno spazio significativo è appannaggio della cultura e dell’arte che sono fattori certi di promozione di benessere individuale e sociale e quindi di salute.Il fatto che due medici iscritti a questo Ordine abbiano deciso di coinvolgere il loro Ente professionale in questa bella iniziativa artistico-culturale, il fatto che l’Ordine, attraverso Torino Medica, abbia trovato perfettamente natu-rale il farsi coinvolgere è la spia di una consapevolezza nuova che di sicuro potrà dare molti frutti. ¢

1984George LILANGA

Fumare viaggiandoOlio su masonite

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Cultura

Il vecchio e la ragazzaGiuseppe Scarso

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Il vecchio e la ragazza

generazioni a confronto

Un vecchio proverbio francese dice: “Ah se la giovinezza sapesse e se la vecchiaia potesse!”.L’allungamento della vita comporta l’ormai troppo noto fenomeno dell’aumento del numero degli anziani in cui la quantità della vita sembra andare a detrimento della qualità. Gli stessi progressi della Medicina comportano spesso il protrarsi di malattie con sofferenze fisiche e psichiche. In particolare a livello sociale, il vecchio in precedenti civiltà aveva un ruolo di prestigio in relazione alla sua ipotetica saggezza: sempre più ipotetica nell’attuale società in relazione ai fenomeni involutivi contro i quali le terapie si dimostrano poco efficaci. Nei tempi moderni si assiste anche ad un allungamento del periodo dell’adolescenza. La sempre più difficile collocazione lavorativa comporta il rimanere parcheggiati più a lungo in tale fascia di età che assume conseguentemente un’importanza sconosciuta in epoche precedenti: gli adolescenti di oggi consumano molto rispetto al passato e sono molto coccolati dal mercato. Si pensi, ad esempio, al mondo dello spettacolo, la musica in particolare. L’adolescenza finisce per non rappresentare più un età di passaggio, preparatoria all’età adulta, ma acquista un fine di per se stessa generando il fenomeno dei “bamboccioni” e la “sindrome dell’eterno ragazzino”, a cui non sono estranei fenomeni come l’uso di sostanze stupefacenti ed i disturbi alimentari.Il rapido sviluppo tecnologico comporta un aumento delle differenze psicologiche e sociali fra le età estreme per cui si potrebbe quasi parlare di un problema transculturale esistente fra le diverse generazioni.Ciò può comportare incomprensioni e scontri noti da tempo come conflitto generazionale, entro certi limiti fisiologico nel processo di crescita, talora, invece, con aspetti patologici. Per fortuna non sempre è così. Allora l’incontro può essere arricchente e di reciproco aiuto.

Ero ricoverato in ospedale da diversi giorni. Nul-la di grave, dicevano i medici anche se diceva-no poco o nulla. D’altronde già sapevo la mia diagnosi: la vecchiaia ed il cuore malato di ot-tant’anni e più.Le giornate trascorrevano monotone in quell’a-foso mese di luglio poco lontano dal mare da cui giungevano le voci festanti della vacanza di gente che camminava e bambini che correvano verso la spiaggia, i rumori di motociclette e auto-mobili che sfrecciavano veloci.Solo le sirene della ambulanze richiamavano alla mia realtà in quella stanza a tre letti.Gli altri degenti, giovani, adulti, anziani, si al-ternavano rapidamente, mentre io rimanevo lì, ancora qualche giorno, dicevano ogni giorno i medici che passavano di lì.Ci si scambiava qualche parola con gli altri rico-verati, sulla propria malattia, sulle nostre vite, qualche scarno episodio, talora qualche confi-denza più intima perché il cuore umano ha sem-pre bisogno di sgonfiarsi, sano o malato che sia.Il mio di cuore era pure lui gonfio giacchè non pompava più bene e si stancava presto: allora io mi sganciavo dalla conversazione fingendo di appisolarmi.Gli altri degenti, quando venivano dimessi, passavano a salutarmi, augurandomi di uscire anch’io presto. Sorridevo e ringraziavo, racco-mandando di curarsi bene, di riguardarsi per non tornare più in ospedale.Ero il nonno di quel reparto dove tutto il perso-nale mi conosceva e mi dava del tu. Erano la mia famiglia, l’unica che mi era rimasta.Perché mi trovassi lì da quasi un mese in quell’o-spedale senza nessuno che mi venisse a trovare è una storia troppo lunga, più di ottant’anni che non interessano niente a nessuno, ormai nem-meno più a me, anche se in realtà, vivo solo più di ricordi.Sarebbe un preambolo troppo lungo al banale episodio che voglio raccontare, sentendo l’e-sigenza di scriverlo, chissà perché, proprio ora, proprio io che in vita mia avrò scritto forse dieci lettere oltre a compilare scartoffie e moduli vari, compresi gli ultimi, quelli d’ingresso in ospedale.Non so nemmeno se lo scriverò con le mani tre-manti che mi ritrovo. Vorrà dire che lo racconterò a me stesso per ingannare il tempo. Non so se ci sarà mai qualcuno interessato ad ascoltarlo. Non importa. Si potrebbe intitolare l’incontro fra la vecchiaia e la giovinezza.Un mattino, un’infermiera venne a prendermi, mi aiutò a mettermi seduto su una carrozzina e mi accompagnò, anzi mi trasportò, in un altro reparto a fare un esame o una visita, che cosa non so, non avevo capito se non che non serviva più a niente.L’infermiera cianciava e cianciava per tenermi al-

Giuseppe Scarso

u

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Cultura

legro, ma io non ero triste, non lo sono mai stato. Avevo vissuto la mia vita e tanto mi bastava. Continuavo a farlo nel ruolo di ammalato, rassegnato a non essere più io a prendere le decisioni o cercare di farlo, come la vita ci chiede. Era il mio cuore a decidere e chi si ostinava a curarlo.Avrei voluto dire: lasciatelo stare, non ne vale più la pena, ma non ne avevo il coraggio.Fui parcheggiato in uno stretto corridoio, la schiena contro il muro, davanti a quattro sedie gialle fissate al pavimento. Erano tutte vuote.L’infermiera mi disse che mi avrebbero presto chiamato per il mio esame e sarebbe tornata a riprendermi per riportarmi nella mia stanza. Annui e ringraziai.Rimasi in paziente attesa con il capo chino a guardarmi le mani che si stropic-ciavano a vicenda come a salutarsi e tenersi compagnia. Che altro mi restava da fare? Ero, appunto, un paziente.Quando rialzai il viso mi accorsi che una sedia era occupata. Non l’avevo vista arrivare. Seduta di fronte a me c’era una ragazza dai capelli scuri e gli occhi chiari. Era carina, graziosa. Aveva le gambe fasciate da bende, dai piedi fino sopra alle ginocchia là dove iniziavano a coprirla dei pantaloncini corti, blu come la maglietta che indossava. Piangeva tenendo in mano un fazzoletto che mordeva fra i denti. Poteva avere quattordici anni.Stare lì a guardarla senza dire niente non mi pareva cosa bella da fare. Esita-vo e mi sentivo a disagio.“Che cosa ti è successo?” riuscii a domandarle, aspettandomi il silenzio per tutta risposta o che si sarebbe alzata e se ne sarebbe andata infastidita da simile intrusione da parte di un estraneo per di più vecchio, ma mi rassicurai pensando che il mio intento non poteva essere frainteso: ero un vecchio immobile su una carrozzina. Non ero certo un giovane di bell’aspetto che ci provava ad agganciare una bella ragazza, sia pure in una simile circostanza, ma si sa bene come sono fatti gli uomini, tutto sommato anche anziani.Lei rimase sorpresa. In un primo momento non capì nemmeno chi aveva parlato. Poi mi vide, forse per la prima volta, tanto era immersa nella sua sofferenza e avvolta dalle sue lacrime.Mi rispose calmando a fatica il pianto, stupita da quell’interesse manifestato da uno sconosciuto, un vecchio immobile su una carrozzina, dall’aria pacata e rassicurante e lei aveva bisogno di sfogarsi, come tutti.Era al mare, in vacanza con i nonni. Questi si litigavano tutto il tempo ed il giorno prima la nonna, in uno scatto di rabbia, aveva rovesciato per terra, per sbaglio o intenzionalmente, una padella e dell’olio bollente era schizzato dappertutto colpendola alle gambe.Le chiesi se le faceva male e se era una cosa grave.Mi rispose che non faceva più male e le ustioni non erano gravi, non avreb-bero lasciato il segno, ma i medici le avevano anche detto che per quindici giorni non sarebbe potuta uscire di casa. Le toccava rimanere ventiquattro ore su ventiquattro chiusa insieme a quei due pazzi scatenati senza vedere amiche, amici, il ragazzo soprattutto.Lei si era sfogata. Non si aspettava una risposta, né di essere aiutata in qual-che modo, ma aveva smesso di piangere e si guardava le gambe fasciate lamentandosi ancora con qualche sospiro.Io non sapevo che cosa dire, come fare a consolare una ragazza così giovane, io così vecchio.Non mi venne nulla di meglio da dire che:”Vedrai, tutto si aggiusta”.Lei alzò lo sguardo e in un singulto di pianto, con un sorriso beffardo mi ribattè: “ma questa è una frase fatta, non significa nulla”.Mi era già accorto e pentito della banalità, della scontatezza di quanto avevo detto ancora prima che lei rispondesse.Tuttavia, in quel preciso istante, mi venne in mente una cosa che mio padre mi aveva detto tanti anni prima.

“Le frasi fatte sono fatte perché contengono sempre un nocciolo di verità, non importa se pic-colo”,A quelle parole lei si limitò a guardarmi pensosa. Si capiva che stava riflettendo. Il volto si distese quasi in un sorriso appena accennato, impercet-tibile.Non capivo se voleva prendermi in giro e mi sta-va canzonando in rispettoso silenzio. Non potevo sapere che lei stava meditando che, dopo tutto, forse non tutti i vecchi sono fuori di testa come i suoi nonni, ma ce n’è qualcuno buono e com-prensivo. Allora era vero che i vecchi possono es-sere saggi come dicono in molti. Anche questa è una frase fatta che contiene un nocciolo di verità, pensava.Se aveva qualcosa da dire, non le fu lasciato il tempo perché un’infermiera la chiamò per la visi-ta. Scomparve dietro una porta.Io rimasi lì seduto, immobile, a pensare a quel breve incontro, che avrei fatto meglio a starmene zitto, a farmi i fatti miei, io che non ho niente da fare.Dopo dieci minuti la porta si riaprì e lei uscì quasi di corsa, giubilante, ridendo e parlando al cellula-re, passandomi davanti, guardandomi appena di sfuggita con un piccolo cenno della mano.I medici dovevano averle detto che era tutto a posto, non sarebbe rimasta reclusa in casa per quindici giorni, avrebbe potuto uscire, divertirsi, vivere le vacanze al mare e lei stava già telefo-nando la grande notizia a amiche, amici, al ra-gazzo soprattutto, nella sua ritrovata gioventù che portava con slancio fuori dall’ospedale.Dopo tutto, le cose nella vita si aggiustano, prima o poi.Speriamo, pensavo mentre un infermiere veniva a chiamarmi per il mio esame”. ¢

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la ricerca in Provincia

Fabio MalavasiLaboratorio di ImmunogeneticaUniversità di Torinoe Immunologia dei TrapiantiOspedale Città della Salute e della Scienza Torino

ectoenzimiun ponte tra anticHe diFesee sistemi adattatiVi più nuoVi

Gli ectoenzimi sono una famiglia di molecole umane dalle caratteristiche ap-parentemente paradossali. Un primo paradosso è costituito dal fatto che tali enzimi sono posti sul versante esterno della membrana cellulare ma guidano la produzione di composti destinati all’uso all’interno della cellula. Che non si tratti di una curiosità biologica è dimostrato dal fatto che gli ec-toenzimi sono molto numerosi (rappresentano quasi il 4-5% di tutte le mo-lecole di membrana, almeno finora) e sono molto conservati nella filogenesi, a testimonianza della loro validità funzionale rodata nel tempo.Un’altra caratteristica condivisa da molti membri di questa famiglia è quella di essere in grado di avere più di una funzione, vale a dire in grado di eser-citare un ruolo da enzima (come atteso), ma anche di molecole di adesione cellula-cellula e di trasmettere segnali, agendo quindi come recettori.

L’antIGene dI attIvazIone cd38

CD38 è una di queste molecole, identificata occasionalmente alla fine degli anni ‘70 ad Harvard (MA), durante il processo di identificazione del recettore dei linfociti T impiegando l’innovativo sistema degli anticorpi monoclonali (mAb). Gli fu allora attribuita l’etichetta di antigene di attivazione, una de-finizione risultata assai dura a morire. Divenne successivamente oggetto di attenzioni europee, inglesi e soprattutto italiane. A Torino furono analizzati i tessuti dove la molecola veniva espressa, la sua distribuzione durante le varie età dell’uomo, come era organizzato il gene e da quali fattori esterni veniva influenzato. Fu proprio presso l’allora istituto di Genetica Medica che fu scoperto che la molecola CD38 poteva trasdurre dei segnali in grado di indurre attivazione funzionale una volta legata da parte di selezionati anti-corpi (definiti agonistici). Si ipotizzò che questa capacità segnaletica potesse essere avviata in vivo da un ligando solubile o insolubile, in grado di ripro-

durre quanto osservato in vitro. A questo punto si trovò risposta mediante un approccio innovati-vo basato sulla inibizione da parte di mAb delle caratteristiche di adesione cellula-cellula, in cui si prevedeva un coinvolgimento di CD38. L’ipotesi di lavoro fu che tali forme di adesione potessero essere bloccate con anticorpi mascherando CD38 da una parte e l’ipotetico ligando dall’altra. Una tesi di una studente a Medicina risolse il proble-ma, mettendo in luce CD31 come un ligando naturale. La molecola CD38 intanto continuava la sua vita popolare in clinica come antigene di attivazione e come tale usata in tutto il mondo.

L’ectoenzIma cd 38

Nello stesso tempo, in Minnesota il biochimi-co Hong Cheung Lee scoprì che un enzima del mollusco Aplysia era straordinariamente simile in sequenza alla molecola CD38 umana. CD38 fu allora confermato essere un ectoenzima, una mo-lecola di superficie cellulare in grado di trasforma-re NAD+ in ADP ribosio ciclico e ADP ribosio. Il primo è un secondo messaggero per la trasduzio-ne di segnali intracellulari, che opera attraverso la modulazione del calcio citoplasmatico. Nonostante tutti questi dati, il quadro appariva

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Rappresentazione schematica della famiglia di geni CD38 identificati e caratterizzati dal Laboratorio di Immunogenetica di Torino.Finora sono stati scoperti gli aspetti rilevanti in campo medico, prevalen-temente quelli legati ad applicazioni diagnostiche.Le ultime osservazioni invece ri-guardano il potenziale di impiego di anticorpi specifici in campo di terapia umana, prevalentemente nel mieloma e nella leucemia linfatica cronica.

assai complesso da decifrare. Gli approcci che si tentano in questi casi sono duplici: in laboratorio si possono costruire dei modelli animali mancanti della molecola (CD38 knock-out, CD38 KO), oppure si sfruttano le informazioni derivate dai migliori esperimenti della natura, costituiti dalle malattie.Topi CD38 KO furono generati al DNAX a Palo Alto, CA, che però non pre-sentarono un fenotipo clinico chiaro e definito. L’assenza di difetti maggiori lasciò supporre che CD38 potesse essere tranquillamente evitato, un pro-cesso che va sotto il termine di ridondanza genetica. In linea con questo, si scoprì che CD38 era parte di una famiglia comprendente anche CD157, un ectoenzima ma con caratteristiche di distribuzione diverse, con diverso ancoraggio alla membrana ma il cui gene era collocato nella stessa posizione sul cromosoma 4 (4p5).

Le RecentI RIceRcHe SvoLte neL LaboRatoRIo dI ImmunoGene-tIca deLL’unIveRSItà dI toRIno

Il gruppo di Torino cercò individui naturalmente knock-out esaminando una popolazione di quasi 10.000 individui, senza successo. Allora si ricorse allo studio di alcune malattie come modello per decifrare meccanismi di funzio-namento delle cellule e di individui normali. CD38 fu studiato nella Leucemia Linfatica Cronica (LLC), la più frequente malattia negli individui di media età.

In questo modello, l’espressione di CD38 sulla superficie delle cellule leucemiche rappresenta un marcatore prognostico negativo, vale a dire associato con un andamento meno favorevole della malattia. Nei pazienti CD38+, la proteina agisce in associazione con altri recettori e chemo-chine, influenzando la risposta migratoria e con-tribuendo al ricircolo delle cellule neoplastiche dal sangue agli organi linfoidi, ove sono protette dall’attacco delle difese naturali e dai farmaci. Recenti studi suggeriscono che CD38 abbia un ruolo importante anche nello sviluppo del mielo-ma, ove è espresso con più alta densità ed inten-sità da parte delle plasmacellule tumorali. CD157, il secondo componente della famiglia ec-toenzimatica, ha un ruolo molto importante nella migrazione da parte di cellule del tumore ova-rico. Le cellule epiteliali tumorali che esprimono CD157 (in media, il 50% dei tumori dell’ovaio) vengono facilitate nella capacità di attraversare la parete del peritoneo, favorendo così la diffusione u

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la ricerca in Provincia

del tumore. Al momento, un ruolo di CD38 e CD157 viene studiato nel lupus eritematoso sistemico, in AIDS, nel diabete mellito, nel morbo di Parkinson e nell’autismo. Questi dati sono stati raccolti in una rassegna della torinese Valeria Quarona et al., in pubblicazione su Clinical Cytometry, ove il lavoro ha avuto l’onore della copertina.

cd38 e cd157 come beRSaGLI teRaPeutIcI

La ricaduta pratica di queste osservazioni è data dalla possibilità di impiego di CD38 e CD157 come bersagli terapeutici. Anticorpi anti-CD38 legano in maniera specifica e selettiva le cellule tumorali, inducendone la morte tramite diversi meccanismi d’azione. Studi preclinici sono stati condotti a Torino impiegando un proprio pannello di anticorpi anti-CD38. Un lavoro della torinese Antonella Chillemi et al. accettato da Molecular Medicine indaga gli effetti degli anticorpi specifici per queste molecole su cellule tumorali e ruota attorno alla possibilità di aumentare l’efficacia dell’immunoterapia, inducendo un incremento di espressione di CD38 sulle cellule bersaglio tramite trattamento con retinoidi, farmaci già approvati per uso clinico. Due trial clinici con anticorpi umani anti-CD38 umano sono in corso per il trattamento di pazienti affetti da mieloma, malattia di difficile gestione clinica.Fino ad oggi gli ectoenzimi sono stati studiati in modelli umani prevalentemente per le loro caratte-ristiche recettoriali e di molecole di adesione: osservazioni recenti suggeriscono invece che abbiano una loro rilevanza strategica come parte di una più complessa e articolata rete di enzimi funzionanti in cascata. La loro capacità di generare condizioni locali di immunosoppressione in diversi tessuti e microambienti tramite vie alternative apre nuove prospettive per la comprensione di meccanismi adottati dai tumori per evadere la risposta immunitaria e di stati parafisiologici come la gravidanza, in cui è fondamentale il mantenimento di una tolleranza locale. ¢

“Fu proprio presso l’allora istituto di Genetica Medica di Torino che fu scoperto che la molecola CD38 poteva trasdurre dei segnali in grado di indurre attivazione funzionale una volta legata da parte di selezionati anticorpi (definiti agonistici)”

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bIbLIoGRafIa SeLezIonata

Malavasi, F., Deaglio, S., Funaro, A., Ferrero, E., Horenstein, A.L., Ortolan, E., Vaisitti, T., Aydin, S.: Evolution and function of the ADP ribosyl cyclase/CD38 gene family in physiology and pathology.Physiological Review 88(3), 841-886 (2008).

Malavasi, F., Deaglio, S., Damle, R., Cutrona, G., Ferrarini, M., Chiorazzi, N.: CD38 and chronic lymphocytic leukemia: a decade later. Blood 118(13), 3470-3478 (2011).

Pavon, E.J., Zumaquero, E., Rosal-Vela, A., Khoo, K.M., Cerezo-Wallis, D., Garcia-Rodriguez, S., Carrascal, M., Abian, J., Gra-eff, R., Callejas-Rubio, J.L., Ortego-Centeno, N., Malavasi, F., Zubiaur, M., Sancho, J.: Increased CD38 expression in T cells and circulating anti-CD38 IgG autoantibodies differentially correlate with distinct cytokine profiles and disease activity in systemic lupus erythematosus patients.Cytokine (2013, in stampa).

Quarona, V., Zaccarello, G., Chillemi, A., Brunetti, E., Singh, V.K., Ferrero, E., Funaro, A., Horenstein, A.L., Malavasi, F.: CD38 and CD157: A long journey from activation markers to multifunctional molecules.Clinical Cytometry (2013, in stampa).

Chillemi, A., Zaccarello, G. Quarona, V., Ferracin, M., Ghi-menti, C., Massaia, M., Horenstein A.L., Malavasi, F.: Anti-CD38 an-tibody therapy: windows of opportunity yielded by the functional characteristics of the target molecule.Molecular Medicine (2013, in stampa).

Laboratorio di Immunogenetica,

Dipartimento di Scienze Mediche,

Università di Torino e Ospedale “Città

della Salute e della Scienza” diTorino.

In alto da sinistra: Andrea Zito,

Vijai Kumar Singh, Enza Ferrero,

Alberto L. Horenstein, Fabio Malavasi.

In basso da sinistra: Enrico Brunetti,

Ada Funaro, Valeria Quarona,

Antonella Chillemi, Gianluca Zaccarello.

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le nostre radici

Un’autobiografia che sta a metà tra la memoria e il documento storico e mantiene quindi la lucidità assoluta dell’osservatore partecipante. Questo è il metodo usato dal libro scritto dal professor Gior-gio Cortesina nato a Casale Monferrato nel 1937. Ha compiuto tutta la carriera universitaria presso la Facoltà di Medicina di Torino: Laurea, Specializza-zione, Libera Docenza, Professore Associato, Pro-fessore Ordinario, Direttore di SC, di Dipartimento Universitario e Assistenziale, Vice-Preside… Se non è un record, poco ci manca. Il prof. Cortesina si è occupato anche di politica sanitaria per sei anni: nel Consiglio Superiore di Sanità, e per tre anni nel CORESA della Regione Piemonte, dove ha presie-duto e organizzato i Progetti di Ricerca Finalizzati Regionali. È stato nominato Professore Emerito in Otorinolaringoiatria nel 2010.Nei suoi intenti di autore c’è però anche una ten-denza letteraria che ci porta verso il romanzo, spazio narrativo in cui ci si può concedere mag-gior libertà e forse si possono dare anche molte assoluzioni. Certo perché Giorgio Cortesina non risparmia di raccontare le ombre, i difetti e spesso

eravamo giovani...e sognavamo il premio nobel

giorgio cortesinaEdizioni

Libreria Cortina2013, Euro 20,00

Cinquant’anni di storia

dell’Università Medica e di Assistenza

Sanitaria in Italia, vissuti in prima

persona nello stesso Ospedale e nella Facoltà

di Medicina, percorrendo tutte

le tappe della carriera.

le ingiustizie di un sistema, come quello universi-tario, che da sempre e più che mai oggi, arranca e deflagra. E rincorre gli antichi fasti in “un crepu-scolo degli dei” che arresta le speranze. Dai grandi baroni del passato, ai processi che hanno fatto emergere trucchetti vari nei Concorsi tutto in ossequio a quel Dio pagano che si chiama ”parentopoli” c’è stato un lento ma inesorabile declino dell’Accademia Universitaria, che mi ha profondamente addolorato. Ho cercato di fare alcune analisi e di dare alcuni consigli alla genera-zione di Professori che mi è succeduta con un im-perativo categorico, che è quello di rinascere e di riacquistare, con il merito, credibilità. In parallelo si è andata affermando, con le Aziendalizzazioni, la medicina sociale che si è ormai consolidata, e che deve affrontare quotidianamente il problema della sostenibilità economica.Ma il libro non è soltanto un tentativo di denuncia positiva e propositiva per guardare ad una nuo-va medicina...Io penso che sia ormai una strada obbligata, per percorrere la quale devono siner-gizzarsi le attività di Facoltà, Direzioni Generali, Regioni, Ordini dei Medici, con l’obbiettivo di “la-vorare” per una nuova figura di medico. Un medi-co che deve conquistarsi sul campo i suoi spazi di progettualità anche in senso manageriale. Ma so-prattutto occorre sorvegliare (anche denuncian-do), su sprechi e corruzione, che rappresentano il ”cancro” atavico dell’economia pubblica italiana (specie quella sanitaria) ricordando, per diventare partecipativi, il detto di Giovanni Falcone: ”cerca da dove provengono i soldi e seguine il corso”. Il libro appunto non è soltanto questo: è anche una dichiarazione di riconoscenza alla vita, di ri-spetto per la morte. È un’analisi dell’amore, quel-lo semplice, quotidiano, anche faticoso a volte. Un sentimento che si compromette con l’abisso del dolore per tirare fuori da lì, dal fondo, la per-sona amata. A Giorgio Cortesina la redazione di Torino Medica fa complimenti sinceri per la lucidità della scrittu-ra ma soprattutto per la capacità di raccontare, con coraggio, i sentimenti nascosti, le sue verità, la sua fragilità. In fondo, forse, l’arte medica è anche questo. Af-fondare le mani nella sofferenza per conoscerla meglio. ¢

Rosa Revellino

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sergio Feziagrande uomogrande medico

Scrivo perché mi piace ricordare alcuni aneddoti della vita del dottor Sergio Fezia, anziano medico della mutua -al-lora si diceva così- mancato recentemente a 92 anni. Era onesto e sempre disponibile, ironico e autoironico. Amava con ugual passione il suo lavoro e i piaceri della vita.Ricordo benissimo il pomeriggio in cui andai la prima volta a parlargli: era vicino alla pensione e mi avevano detto che cercava, senza trovarlo, qualcuno che gli subentrasse: “Mi piacerebbe”, pensavo tra me, “se non mi costasse troppo …”Non mi chiese nulla.In realtà mi propose di sostituirlo un mese a settembre, per farmi conoscere dai pazienti. Ci sentimmo così alla fine di agosto. Ma quando gli chiesi di spostare alcuni orari dello studio per adattarli ai pasti di mio figlio: “Allatti ancora?” mi disse “Allora non se ne parla neanche, ci sentiamo a gennaio”.Si cercò un altro sostituto per settembre.Sono passati più di venti anni: ha lavorato fino all’ultimo e io non ho mai trovato un suo ex-paziente che dicesse meno che bene di lui. A nome di tutti noi: grazie, Fezia.

Marzia Arditi

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le nostre radici

pazienti riccHi e pazienti poVeriProf. GIuliano Maggi

Nei cinquant’anni trascorsi all’ospedale Molinette, iniziando come studente e finendo come professore universitario, ho avuto a che fare con pazienti ricchissimi o altolocati e con pazienti miserabili o birbaccioni. Di entrambe le categorie ricordo persone fuor del comune che non ho dimenticato.

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pazienti riccHi e pazienti poVeri

I RIccHI

Per qualche anno, negli anni ’60, il mio direttore mi assegnò l’incarico di seguire i così detti “pen-sionanti”. Allora alle Molinette vi erano tre reparti pensionanti per i pazienti abbienti o con un’assicu-razione, che potevano permettersi il lusso di essere ricoverati in una camera singola.Un giorno arrivò da una città del sud un pazien-te alto, magro, con due bei baffi e un’aria molto distinta; entrando nella sua camera, il mio diret-tore lo salutò dicendogli: “Buongiorno principe!”. Io rimasi di stucco: non avevo mai visto da vicino un vero principe. Nella camera vi era anche una bella signora alta e formosa. Io, per non essere da meno del mio direttore, le feci un bell’inchino e le dissi: “Buongiorno principessa!” Quella con aria seccata mi rispose: “Sono la donna di servizio!”. Il mio direttore mi fulminò con un’occhiataccia e il principe scoppiò in una gran risata, poi soggiunse: non si preoccupi dottore, sarebbe stato peggio se qui ci fosse stata mia moglie e lei le avesse chiesto se era la donna di servizio! Il mio direttore mi fece poi una lavata di capo, dicendomi che soltanto uno sprovveduto poteva confondere una cameriera con una principessa. Il principe si rivelò poi una persona affabile e genti-le e, quando venne a trovarlo la moglie, piccola e grassottella, si affrettò a presentarmela, affinché non la prendessi per una donna di servizio. Io, le feci anche il baciamano sicuro di non sbagliare, mentre pensavo tra me che era più bella la donna di servizio.Un’altra paziente che non ho dimenticato fu una signora grande e grossa, con un fare autoritario e bellicoso, ricoverata per un piccolo intervento. La paziente era straricca, con l’infermiera perso-nale accanto al letto e l’autista in divisa fuori della porta; sparava ordini come un generale e non am-metteva di essere contraddetta. Dopo un paio di giorni, in piena notte, l’infermiera mi telefonò che la signora mi voleva con urgenza. Mi vestii e cor-si in ospedale dove scoprii che la signora...voleva giocare a briscola e l’infermiera non era capace. Avevo un sonno terribile, ma dovetti giocare a car-te per un’oretta. Al mattino riferii il tutto al mio direttore, il quale mi guardò preoccupato e disse: “Spero bene che l’abbia lasciata vincere!” Alla mia risposta affermativa tirò un sospiro di sollievo. Quando fu dimessa, la signora mi disse di telefo-narle quando avessi voluto giocare a briscola.

I PoveRI

L’abusivoUn mattino in reparto trovai un letto occupato da un malato nuovo; la caposala mi disse che era ar-rivato dal pronto soccorso per un trauma toracico, ma non si trovava il foglio di ricovero. Il paziente, aitante giovanotto sui vent’anni, mi raccontò che era caduto per le scale e aveva molto dolore alle coste. Lo visitai, mi sembrò che non avesse frattu-re e feci richiesta di una radiografia. Poi telefonai all’accettazione dove non vi erano tracce del pa-ziente. Per farla breve, il malato messo alle stret-te, mi confessò che era senza fissa dimora e che quando aveva fame o freddo entrava in ospedale di notte, girava per i reparti e dove vedeva un letto vuoto, si metteva il pigiama e “si ricoverava”. In genere ci volevano due o tre giorni prima che lo scoprissero. Era un venerdì e mi scongiurò di te-nerlo fino a domenica, perché aveva saputo che avrebbero distribuito i cappelletti, che erano la sua passione. Mi fece una pena terribile e non ebbi il coraggio di denunziare a chi di dovere che era un “abusivo”, lasciandogli mangiare i cappelletti della domenica.Lo rividi due giorni prima di Natale, mentre in pigiama spingeva una barella in corridoio: mi ri-conobbe e mi disse che era in una Medicina per gastrite: non mi tradisca, mi scongiurò, a Natale c’è il panettone e sono anni che non lo mangio, poi me ne vado e cambierò ospedale. Gli lasciai mangiare il panettone; inoltre, pensai, era un in-verno molto rigido.

Il carcerato Un giorno ero di guardia al pronto soccorso e la polizia ci portò un detenuto che aveva inghiottito un grosso chiodo; la radiografia confermò che il chiodo era nello stomaco e pertanto dovetti rico-verarlo in attesa che lo espellesse. Ogni giorno fa-cevamo una radiografia, ma il chiodo era sempre nell’addome. Dopo una settimana dissi al paziente che avrei dovuto operarlo, per estrarre il chiodo. Allora mi confessò che lo aveva espulso per via na-turale, l’aveva recuperato e se lo era attaccato alla schiena con un cerotto ingannando il radiologo! Dovetti dire ai poliziotti che potevano riportarselo in prigione e lui se ne andò, rimpianto da molti pazienti con i quali aveva fatto amicizia e ai qua-li aveva spillato soldi con il gioco delle tre carte. Mi disse che era felice della settimana trascorsa in ospedale, mi ringraziò per il trattamento e trovò che il vitto era stato abbondante e di suo gradi-mento; promise inoltre di venirci a trovare quando fosse uscito di galera Era un birbante, ma intelligente e simpatico. ¢

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in libReRia

luglio agosto 201348

rubriche

chieri 1450:sembra l’italia di oggiletto da Patrizia Biancucci

CHIERI 1450: SEMBRA L’ITALIA DI OGGI. Questo, un titolo alternativo che non avrebbe sfigurato in copertina. La morte del piemontese Fra Meo è l’espediente narrativo che dà origine ad un giallo ambientato a Chieri: città dove vive l’autore Amedeo Pettena-ti, giornalista professionista, laureato in filosofia e appassionato di storia. Con la sua originalità im-maginativa ci fa entrare nei quartieri chieresi della metà del ‘400, un mondo quotidiano apparente-mente chiuso e monotono dove invece si aggirano personaggi equivoci in un’insospettabile varietà di misteri e inganni. Anche a Chieri, come in tut-te le altre realtà tardomedievali urbane in Italia, l’ospedale, più che essere un luogo di cura, è il posto dove la carità cristiana cerca di sollevare le sofferenze dei malati, assicurando innanzi tutto la disponibilità di cibo.E l’ospedale di Chieri, come quello di Siena ancor oggi collocato nei pressi del Duomo, è il luogo da cui muove la vicenda. La scomparsa del crocifero Bartolomeo de’ Camino, “unico religioso per dare assistenza ai viandanti e ai malati all’ospedale e per svolgere l’ufficio sacerdotale”, dà l’avvio alle indagini del giudice Stefano Sereno che scopre

un vorticoso traffico di denaro e di opere d’arte, prendendo le mosse dai pettegolezzi della città per estendersi alle contrade del Nord Europa tra la Francia e la Borgogna, sullo sfondo delle tormen-tate corti durante la Guerra dei Cent’anni. In questo mondo, dove si muovono mercanti, usu-rai, spie, artisti, itineranti, eretici, angeli, demoni, figli illegittimi e varie donne, il giudice Sereno cer-ca, indaga, ascolta testimonianze, trova ostacoli insormontabili, supera in qualche modo le enormi difficoltà che lo portano a dire “non vorrei che fra qualche anno diventassimo inutili…”.La storia inizia tra i pettegolezzi: “Fra Meo era alto, bruno, con gli occhi verde acqua… saluta tutte le donne che incontra…come se le conoscesse da molto tempo…guarda Colletta…e infatti fra Meo se l’è presa e l’ha stregata”… per concludersi con una sentenza di “delitto d’onore”… Ma soltanto per coprire altri delitti. “Chieri dimenticò presto la vicenda che aveva visto come capri espiatori dei poveri ragazzi”Il libro è interessante per la meticolosa ricostru-zione storica. L’autore poi, usa un tono narrativo composito, dal tragico all’ironico, che aiuta molto a tenere a bada i luoghi comuni. Dopo qualche centinaio di anni tutto è cambiato ma niente sembra essere diverso, ad eccezione del “delitto d’onore” cancellato dal Codice Penale nel-la seconda metà del secolo scorso: qualche mese fa!familiari dell’autore restituendoci una dimensione veramente particolare del passato che più ci appar-tiene, perché è ancora il “nostro” passato.

ottavio davini

il prezzo della salute

Per un sistema sanitario sostenibile

nel terzo millennio

Presentazione di Ignazio Marino

Nutrimenti 2013Euro 16,50

per una sanità umanaletto da Aldo Mozzone

È un libro che appassiona la terza opera letteraria di Ottavio Davini, nostro collega, da molti anni prima-rio di Radiologia nel principale ospedale piemonte-se, le Molinette, di cui è stato per circa cinque anni Direttore Sanitario e componente attivo di alcune commissioni dell’Ordine dei Medici torinese. Il sottotitolo “Per un sistema sanitario sostenibile nel terzo millennio” esprime bene i principali obiettivi che l’autore si pone: fotografare le attuali contrad-dizioni del mondo sanitario, analizzarle accurata-mente e proporre un ragionamento comune che coinvolga decisori politici, operatori sanitari, osser-vatori esterni e semplici cittadini (principali fruitori dei servizi) che miri a garantire un sistema di cure capace, in modo appropriato, sobrio e ragionevole, di salvaguardare la salute collettiva, senza ricercare opzioni miracolistiche e senza diventare facile preda di chi ha interessi economici come scopo prioritario.

Attraverso una sapiente e articolata analisi del-le minacce e dei pericoli che costellano i percorsi sanitari, come la medicalizzazione insensata degli aspetti anche più naturali della vita, il tecnicismo esasperato, l’accanimento diagnostico e terapeuti-co, i guasti della medicina difensiva, solo per citar-ne alcuni, Davini arriva a proporre soluzioni realisti-che e sensate per una sanità “umana” che limiti le diseguaglianze e promuova dignità e qualità di vita per il maggior numero di persone possibili. Ma il problema salute è affrontato in questo libro in un contesto più ampio con profonde riflessioni sugli aspetti non solo scientifici ma anche, forse soprat-tutto, sociali, filosofici e culturali che lo condizio-nano. Passi di letteratura classica, brevi, gustosi racconti intervallati a citazioni rigorosamente scientifiche, rendono affascinante e scorrevole la lettura. Si arriva alle conclusioni con la piacevole sensazione di avere ricevuto molti spunti su cui riflettere e che riguardano il senso delle scelte che dobbiamo fare per avere davanti a noi una sanità e più in generale un futuro sostenibile. Da leggere!

amedeo pettenati

sulle tracce di fra meo

intrighi chieresi nell’europa del 400

Neos Edizioni

Pagine 166Euro 15,00

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PRESENTAZIONE DEL CORSO FAD

Il corso presenta un altro capitolo in tema di “Clinical Governance”: questa volta parliamo di “appropriatezza”, argomento che investe il moderno esercizio professionale medico ed odontoiatrico ed in generale sanitario e trova grande spazio nel nostro codice di deontologia medica.

Il corso gratuito eroga 15 crediti ECM

La versione “blended” del corso è accreditata per medici chirurghi e odontoiatri ed è disponibile in formato cartaceo nel numero speciale

“QUADERNI ECM/FAD de LA PROFESSIONE N. 2/2012”

All’interno del numero troverà il questionario di valutazione da compilare in ogni sua parte (anagrafica e risposte a scelta multipla) che Le permetteranno, rispondendo almeno all’80% in modo corretto, di ottenere 15 crediti ECM.In tutti gli Ordini provinciali sono disponibili copie cartacee del corso FAD o potrà richiederle direttamente alla

Federazione Nazionale Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO) al n. 06/6841121

La C.G. EDIZIONI MEDICO SCIENTIFICHE di Torino, partner FNOMCeO per queste iniziative, spedirà gratuitamente al suo indirizzo copia del numero speciale.

Il QUESTIONARIO, correttamente compilato dovrà essere inviato via fax al n. 06/68411209

Per verificare successivamente l’esito del corso telefonare al n. 06/6841121 (centralino automatico) oppure visualizzare il risultato sul portale www.fnomceo.it trascorsi almeno 30 giorni lavorativi dall’invio del fax.

Il servizio di HELP DESK, erogato direttamente da

FNOMCeO(sede Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Torino)

è attivo dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9.30 alle ore 13.00tel. 011/5815110 - Fax 011/7432113 - e-mail: [email protected]

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rubriche

luglio agosto 201350

i servizi dell’ordine

SPORTELLO DI CONCILIAZIONEGià dal 1946 (ar t. 3 lett. g. del DLCPS 233 del 1946) gli Ordini dei Medici Chrirurghi e Odontoiatrihanno la funzione di intervenire nelle controversie tra medico e paziente, o tra colleghi,per procurarne la conciliazione.

L’ORDINE METTE A DISPOSIZIONE DI TUTTI LO SPORTELLO DI CONCILIAZIONE.

Lo Sportello è un ufficio che ha sede presso l’Ordine, al quale il cittadinoo il medico o l’odontoiatra possono liberamente rivolgersi per cercare di risolvere una controversia di natura sanitaria o una ver tenza di carattere professionale, prima del contenzioso giudiziario.Si effettuano pratiche di conciliazione e di arbitrato.

PORTALE WEB

www.torinomedica.com

Il portale d’informazione indipendente e senza pubblicità dell’OMCEO della provincia di Torino.

Oltre a notizie e articoli su sanità, salute, farmaci...dall’Italia e dal mondo, potrete vedere filmati,interviste, serivzi, inchieste, quando lo desiderate voi.

Non tutte le notizie, ma notizie per tutti!

ATTRIBUZIONE CODICE PIN Per la compilazione del certificato di malattia on line.

Continua il servizio, attivato dall’Ordine, per l’attribuzione del codice PINa favore dei medici liberi professionisti (non dipendenti e non convenzionati) per la compilazione della certificazione di malattia on line.

Per attivare la procedura di attribuzione, telefonare alla Segreteria Amministrativa allo 011.5815111

Per informazioni: Roberta Cicchero, tel 011.58.15.106

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www.torinomedica.comLe più importanti notizie di aggiornamentomedico-scientifico con accesso diretto alle fonti

www.videomedica.org

www.omceotorinoservizi.com

La nostra rivista audiovisica con servizi,inchieste e interviste

www.omceo.to.itTutto ciò che occorre sapere sull’Ordinead iniziare dall’Albo degli iscritti

Il portale dedicato alle Associazioni riconosciutedall’Ordine ed ai servizi erogati

NewsletterIscrivetevi da torinomedica.comper riceverla gratuitamente sulla vostra mail

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Web area

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rubricheservizi dell’ordine

sul Web le oFFeRtee le RiChieste Di laVoRo!

Le rubriche dei medici disponibili alle sostituzioni in Medicina Generale e delle offerte/richieste di lavoro o di collaborazione professionale, che trovavate prima dei programmi dei convegni, sono scaricabili ora dal sito Internet dell’Ordine all’indirizzo www.omceo.to.it > Area Servizi > Occasioni di lavoro.Gli spazi Internet dell’Ordine hanno conosciuto nell’ultimo anno un vero boom di accessi; questo dato lusinghiero ci permette realmente di diversificare sempre meglio questo mezzo di comunicazione dalla rivi-sta Torino Medica rendendolo, ad esempio uno strumento più agevole, tempestivo ed efficace nella comunicazione dell’attualità e nella pub-blicazione delle rubriche di servizio. Nell’imminente futuro ci saranno sicuramente altre novità che comunicheremo tempestivamente.

La Redazione di Torino Medica (RTM)

agli iscritti

La “Federazione Sanitari Pensionati e Vedove” si occupa

della risoluzione dei problemi economico-

sociali dei medici, farmacisti, veterinari

che godono di una pensione e dei loro

famigliari.Per maggiori

informazioni o per accedere ai

servizi dell’Ente, si può telefonare

alla signora Teresa Gariglio, 333/8440475,

Presidente provinciale

dell’Ente, o al dott. Giorgio Cappitelli,

348/6703250, Presidente regionale.

(RTM)

nuoVa seDeSi comunica che da martedì 4 dicembre 2012 è operativa la nuova sede dell’Ordine in Corso Francia 8 a Torino.

I numeri di telefono e gli indirizzi e-mail dei diversi uffici sono invariati.

La prestigiosa Villa Raby, oggetto di un completo restauro conservativo che ha anche permesso la scoperta e il recupero di molti affreschi di pregio, è ora a disposizione di tutti gli iscritti e pronta a diventare “la casa dei medici e degli odontoiatri della Provincia di Torino”.

Il Segretario dell’OMCeO della provincia di TorinoD.ssa Ivana Garione

Per comunicare un cambio di indirizzo

Si chiarisce agli iscritti che la procedura corretta per la segnalazione all’Ordine di un cambio di residenza o di indirizzo prevede obbligato-riamente la compilazione dell’apposito modulo scaricabile all’indirizzo:www.omeco.to.it à area servizi à segreteria à modulistica à mo-dulo variazione indirizzo

Questo modulo deve essere inviato via mail all’indirizzo [email protected]

o inviato tramite fax al numero 011505323

Inoltre si pregano gli iscritti di segnalare alla segreteria amministrativa eventuali disguidi di spedizione della rivista Torino Medica.

La Redazione di Torino Medica (RTM)

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scadenze corsi eCM-FaD della

FnoMCeo

Si comunicano le nuo-ve scadenze dei corsi ECM FAD in modalità

cartacea, con invio del test finale via fax:- AUDIT CLINICO:

08/09/2013- LA SICUREZZA DEI PAZIENTI E

DEGLI OPERATORI: 31/07/2013

- APPROPRIATEZZA: 30/09/2013

(RTM)

Corsi e congressi

in pillole Nella rubrica “Corsi

e congressi in pillole” vengono pubblicate

gratuitamente, di ogni congresso appro-vato dalla redazione:

- data del convegno - titolo del convegno

- luogo del convegno.

Gli eventi di cui si dà notizia sono, come sempre, quelli che

si tengono dal mese successivo a quello del

numero pubblicato.

RTM

CoMuniCaZione oRaRio MesiDi luglio e agosto

Si comunica che nei mesi di luglio e agosto 2013 gli uffici dell’Ente osserveranno il seguente orario:

Lunedì 8.30-13.30 14.00-17.00Martedì 8.30-13.30 14.00-17.00Mercoledì 8.30-13.30 14.00-17.00Giovedì 8.30-13.30 14.00-17.00Venerdì 8.30-12.30 pomeriggio chiuso

Il Segretario dell’OMCeO della provincia di TorinoD.ssa Ivana Garione

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rubricheComunicati

30-04-2013

CoMuniCaZione oRDine Dei MeDiCi ChiRuRghi

e oDontoiatRi Della PRoVinCia Di toRino Indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata

(INI – PEC)delle imprese e dei professionisti

Si informano gli iscritti che è stato pubblicato, sulla Gazzetta Ufficiale n. 83 del 9 aprile 2013, il d.m. 19 marzo 2013. Esso stabilisce: a. le modalità di realizzazione e di gestione operativa dell’INI-PEC,

nonché le modalità di accesso allo stesso;b. le modalità e le forme con cui gli Ordini ed i Collegi professionali

dovranno comunicare e aggiornare gli indirizzi di posta elettronica certificata relativi ai professionisti di propria competenza.

La istituzione del pubblico elenco denominato indice nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata (INI - PEC) delle imprese e dei professionisti è stata prevista dall’art. 6-bis del D.Lgs. 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell’Amministrazione Digitale – CAD), aggiunto dal comma 3 dell’art. 5, del D.L. 18 ottobre 2012, n. 179, come modificato dalla legge di conversione 17 dicembre 2012, n. 221 (c.d. Decreto crescita 2.0).L’INI-PEC, realizzato e gestito in modalità informatica dal Ministero del-lo Sviluppo Economico, che si avvale di InfoCamere, è suddiviso in due sezioni denominate, rispettivamente, “Sezione Imprese” e “Sezione Professionisti”.In fase di prima costituzione, la Sezione Imprese verrà realizzata attra-verso l’estrazione massiva dal Registro delle Imprese delle informazioni relative alle imprese che risultano attive e che hanno provveduto al deposito dell’indirizzo PEC, mentre la Sezione Professionisti verrà re-alizzata, con trasferimento in via telematica da parte degli Ordini e Collegi professionali ad InfoCamere, degli indirizzi PEC detenuti, che deve avvenire entro l’ 8 giugno 2013 (sessanta giorni dalla pubblica-zione del decreto).L’accesso all’INI-PEC è consentito alle Pubbliche Amministrazioni, ai professionisti, alle imprese, ai gestori o esercenti di pubblici servizi ed a tutti i cittadini tramite il Portale telematico consultabile senza necessità di autenticazione.

(http://www.tuttocamere.it/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=240)

Per approfondire:

http://www.cnsd.it/5682/legislazione-italiana/ministero-sviluppo-economico/creazione-dellindice-nazionale-degli-indirizzi-di-posta-elettronica-certificata-delle-imprese-e-dei-professionisti

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aVViso Di seleZione PeR tutoR ValutatoRi PeR lo sVolgiMento Della PRoVa PRatiCa Dei lauReati CanDiDati all’esaMe Di stato abilitante

all’eseRCiZio Della PRoFessione Di MeDiCo-ChiRuRgo

L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Torino ha sottoscritto una Convenzione con l’Universi-tà di Torino per gli adempimenti previsti dal Regolamento concernente gli esami di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo modificato con decreto n. 445 del 19 ottobre 2001 e pubblicato sulla G.U. n. 299 del 27 dicembre 2001 e reso applicativo dall’Ordinanza ministeriale del 23 febbraio 2004.Le sopra citate norme prevedono che l’esame di Stato di abilitazione alla professione consista in una prova pratica e in una prova scritta. Alla prova scritta si accede solo dopo il superamento di una prova pratica a carattere continuativo con-sistente in una prova clinica pratica della durata complessiva di tre mesi articolati in un mese svolto presso un reparto di medicina, un mese presso un reparto di chirurgia e per un mese presso un medico di medicina generale convenzionato con il Servizio sanitario nazionale e realizzati, dopo il conseguimento della laurea (art. 1 DM 19.10.2001, n. 445).In forza alla Convenzione con l’Università, il Consiglio Direttivo dell’Ordine è tenuto a predisporre un elenco di medici operanti in qualità di dirigente medico in reparti di medicina generale, medicina d’urgenza o geriatria, medici operanti in qualità di dirigente medico in reparti di chirurgia generale, chirurgia d’urgenza, ortopedia, otorinolaringoiatria, urologia o ginecologia e medici di medicina generale convenzionati con il SSN, che possano dichiarare, sotto la propria responsa-bilità, di possedere i requisiti minimi di seguito elencati per ciascuna categoria.

Medici operanti in qualità di dirigente medico in reparto di medicina generale e chirurgia generale1. essere iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino2. assenza di provvedimenti disciplinari sanzionati con provvedimento definitivo di sospensione dall’esercizio della profes-

sione nei dodici mesi precedenti3. possedere almeno cinque anni di anzianità di servizio in un reparto ospedaliero o universitario di medicina o chirurgia 4. svolgere normalmente sia attività di reparto che ambulatoriale5. avere congrua disponibilità di tempo per tale impegno6. impegnarsi a frequentare il corso di formazione previsto

Medici di medicina generale convenzionati con il SSN1. essere iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino2. assenza di provvedimenti disciplinari sanzionati con provvedimento definitivo di sospensione dall’esercizio della profes-

sione nei dodici mesi precedenti3. possedere almeno dieci anni di anzianità di convenzione per la Medicina Generale con il SSN4. avere in carico al momento della domanda un numero di scelte superiore a 7505. disporre di un sistema informativo adeguato6. avere congrua disponibilità di tempo per tale impegno7. impegnarsi a frequentare il corso di formazione previsto

L’elenco così costituito, formato da tutti gli aspiranti alla attività di Tutore in possesso dei requisiti minimi, verrà sottoposto alla Commissione Paritetica composta dai membri dell’Università e dell’Ordine per l’individuazione dei Tutori.La Commissione Paritetica Ordine-Università, preso atto dell’elenco dei Medici che sono in possesso dei requisiti minimi, dovrà procedere alla formazione di un elenco che verrà trasmesso alla Regione (combinato art.1, comma 2 Tirocinio, DM n. 445 del 19 ottobre 2001 e art. 27, comma 3, DL n. 368 del 17 agosto 1999)

Per la validità della domanda farà fede la data di protocollo della stessa, che può essere inoltrata o per lettera raccoman-data (C.so Francia 8 – cap.10143) o per raccomandata a mano direttamente agli uffici dell’Ordine o per fax al numero 011- 505323 o per e-mail [email protected] candidato dovrà consegnare la domanda, come da modelli allegati, attestante il possesso dei requisiti minimi.

Torino, 8/7/2013

Il Presidente dell’Omceo della provincia di TorinoDr. Amedeo Bianco

I modelli per le domande sono scaricabili dal sito www.omceo.to.it

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rubrichePianeta solidarietà

LA BORSA DI STUDIO“AVV. AGOSTINO PACCHIANA-PARRAVICINI”

di Roberto Borroni

Mercoledì 5 giugno 2013 si è tenuto a Palazzo Capris, in Via Santa Maria 1 a Torino, l’evento per l’assegnazione della Borsa di Studio in Chirurgia intitolata all’Avv. Agostino Pacchiana-Parravicini.Il Premio è stato conferito al giovane collega Andrea Barberis dall’équipe chirurgica dell’Ospedale Koelliker di Torino, alla presenza del Direttore Ge-nerale, Padre Silvano Cacciari e del Direttore Sanitario Roberto Gabbini.La Divisione di chirurgia dell’Ospedale Koelliker formata dai colleghi Bor-roni, Tonello, Canavesio ha voluto promuovere nel tempo una Chirurgia di alto livello che fosse realmente coniugata con l’aspetto umano per almeno mitigare le molte fragilità che l’esperienza della malattia comporta. Per perseguire questo scopo i colleghi hanno posto a fondamento dell’atto chirurgico il rapporto medico/paziente come obiettivo da perseguire atti-vamente e quotidianamente attraverso l’ascolto del malato e il confronto col lui. Un impegno professionale, questo, portato avanti nel tempo anche grazie all’alto contributo culturale e umano dell’Avvocato Agostino Pac-chiana Parravicini. In particolare, rimettere al centro del sistema sanitario e della Chirugia l’uomo, prima del paziente, e rimarcare la proiezione verso il futuro sociale e culturale, oltre che scientifico, della nostra disciplina sono e sono stati gli obiettivi condivisi in maniera attiva dalla nostra équipe con l’Avvocato Agostino Pacchiana Parravicini. L’assegnazione della Borsa di Studio lui dedicata, in un momento occupazionale oggettivamente diffi-cile, sottolinea l’esigenza di continuare a fare una Chirurgia con le stesse caratteristiche di qualità e umanità. La Borsa di Studio dedicata all’avvocato Pacchiana-Parravicini ci consente di avere all’interno dell’équipe una nuova forza, giovane, motivata a cre-scere sulla stessa linea umana, culturale e tecnologica intrapresa dal Prof. Dellepiane, fondatore dell’unità chirurgica, e portata avanti dai colleghi Borroni, Tonello, Canavesio.

Il premiatoAndrea Barberis

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rubrichePianeta solidarietà associazioni

Associazione di Volontariato aperta a tutti, apo-litica e aconfessionale, punto di riferimento per coloro che vogliono lottare contro l’epilessia in campo medico e sociale. Fondata nel 1987 è una Onlus regionale che interviene, a richiesta, su tut-to il territorio nazionale.

Si avvale della consulenza di medici specializza-ti in epilessia e di volontari, dirigenti e soci che prestano gratuitamente la loro professionalità e competenza nel campo sociale, assistenziale e legale.

ufficio Presidenza e Segreteria:via Galluppi 12/ f – 10134 torinoTel. e Fax 011 3180623 - Cell. 3356656241Posta elettronica: [email protected] - Sito Inter-net: www.apice.torino.it Conto corrente postale n° 34216101 - Codice fiscale (per 5 per mille) n° 97524350010 Si riceve su appuntamento

ufficio Incontri e Riunioni:via Galluppi 12/G - 10134 torinoSi riceve su appuntamento

Sportello ospedale molinettec/o Servizio epilessia, via cherasco 15 Si riceve tutti i giovedì ore 10-12

Sportello venaria Reale c/o Palazzo comunale p.za martiri della Libertà 1Si riceve il primo giovedì del mese ore 12-14

Le noStRe attIvItà

Informazione: per dare notizie corrette ed aggiornate sulla patologia e combattere lo stigma sociale che ancora condiziona in parte il vissuto delle persone con epilessia e i loro familiari• redazione del periodico L’APICE• pubblicazione di articoli divulgativi sull’epilessia e temi correlati su giornali,

riviste e su Internet • pubblicazione di libri di divulgazione socio-sanitaria e storico-sociale da noi

scritti ed editi • corsi di aggiornamento per i nostri operatori, soci e simpatizzanti• seminari e conferenze presso i distretti scolastici e le comunità civili assistenza e tutela: alle persone con epilessia e ai loro famigliari, in campo sanitario, sociale e giuridico, tramite incontri in sede e presso gli Sportelli di Ascolto. • consulenze sui Centri e Servizi per la diagnosi e cura dell’epilessia, esenzio-

ni ticket sanitari, farmaci antiepilettici, ecc.• consulenze su temi sociali, assistenziali, legislativi e medico-legali, inerenti

la scuola, il lavoro, le patenti di guida, l’invalidità civile, ecc. • promuovere la realizzazione di leggi nazionali e regionali a favore delle

persone con epilessia Promozione: per sensibilizzare la società alle problematiche legate all’epi-lessia e per la raccolta di contributi vitali alla gestione dell’associazione e allo svolgimento delle attività programmate.• cooperazione e partecipazione a mostre e manifestazioni varie, collabora-

zione con gruppi musicali, teatrali e letterari • assegnazione annuale del PREMIO APICE • assegnazione annuale della TARGA APICE al merito poetico Socializzazione: per favorire le conoscenze interpersonali tra soci, simpa-tizzanti • attraverso gite sociali, incontri di auto-mutuo-aiuto, attività sportive, ecc. collaborazioni: per l’aggiornamento sulla patologia e per sostenere la ricer-ca scientifica mirata • con la LICE (Lega Italiana Contro l’Epilessia), con la FIE (Federazione Ita-

liana Epilessie), con Associazioni Nazionali e Internazionali Onlus dedicate all’epilessia, con TELETHON, con la EUE (European Union for Epilepsy) della quale l’APiCE è socio fondatore e membro

AI LETTORI Si ricorda e si precisa che la giornata nazionale dell’Epilessia viene organizzata da APICE insieme a LICE Lega Italiana Contro l’Epilessia (RTM)

Associazione Piemontese Contro l’Epilessia

ONLUS

PRESENTAZIONE

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rubriche

luglio agosto 201358

Corsi e congressi in pillole

quando18 e 19 settembre 2013

dove TORINO - Centro Congressi Torino Incontra

Via Nino Costa, 8

quando27, 28, 29 settembre 2013

dove TORINO - Coop. Soc. Isoinsieme Centro

Musicoterapia Benenzon Italia ®Via Piazzi, 41

quando4 e 5 ottobre 2013

dove TORINO - Museo Nazionale del Risorgimento

Italiano - Via Accademia delle Scienze 5-

quando4 e 5 ottobre 2013

dove TORINO - Circolo Ufficiali Esercito Italiano

C.so Vinzaglio 6- Torino

quando9 e 10 ottobre 2013

dove TORINO - Centro Congressi Lingotto

quandosabato 19 ottobre e 9 novembre 2013

dove TORINO - Villa Raby, C.so Francia 8

quando23 ottobre 2013

dove TORINO - Museo Reg. di Scienze Naturali -

Sala Conferenze - Via Giolitti 36

neW eMeRging ConCePts anD theRaPeutiC stRategies in aCute KiDneY inJuRY

iii liVello Di MusiCoteRaPia DiDattiCa

symposium on aDVanCes on inFantile ColiC

i trattamenti più efficacy per il PtsD(Post traumatic stress Disorder )PtsD training overview

innoVaZioni eD eViDenZe in MeDiCinaDi laboRatoRio

le DiFFeRenZe ignoRate. la MeDiCina Di ge-neRe, sFiDa e obiettiVo stRategiCo PeR la FoRMaZione MeDiCa.

uoMo Malato, uoMo FRagile, CoMe ti Posso aiutaRe?

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quandovenerdì 4 ottobre 2013 ore 14.00

dove TORINO - Aula Magna Facoltà Teologica

via xx Settembre 83

MasteR uniVeRsitaRio in bioetiCaanno accademico 2013-2014

u

Tenuto da Prof. Manfredi Cinzia e da Dott. Messaglia Roberto

Del Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica e Pediatriche Università di Torino

27° Congresso Nazionale SIMeL, Società Italiana di Medicina di Labo-ratorio componente della World Association of Societies of Pathology and Laboratory Medicine

Studio delle differenze tra le funzioni vitali e sociali di uomini e donne e conseguente risposta alla medesima malattiaEvento formativo residenziale dell’OMCeO della Provincia di Torino

quando20 settembre 2013

dove TORINO - MBC (Molecular Biotechnology

Center) dell’Università di Torino - Aula Leonardo- Via Nizza 52- Torino

Corso aiugMenoPausa, inVeCChiaMento eD uRogineCologia: una Visione olistiCa

u

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luglio agosto 201360

cong

ress

i torino, 9 ottobre 2013

villa Raby, corso francia 8

I Convegno Nazionale

“MEDICINA E REALTÀ” a cura dell’OMCeO di Torino

e di “Remedia” (Università degli studi di Torino)

ProgrammaMattino: 9 -13

Maurizio Ferraris (Filosofia teoretica, Università di Torino)Medicina e realtà

Mario De Caro (Filosofia morale, Università Roma Tre, Tufts University Massachusetts)Psicopatologia, libero arbitrio e responsabilità

Domenico Pisanelli (CNR)Ontologie in medicina per la rappresentazione della realtà

Dibattito

Pomeriggio: 14.30-17.30

Guido Giustetto Suggestione, persuasione e realtà nella letteratura scientifica

Elsa Margaria Consenso informato: realtà o finzione?

Ugo Fornari Prova o metodo scientifico?

Lorenzo Varetto Dalla traccia al colpevole

Dibattito

comitato Scientifico: Responsabile scientifico: Raffaella Scarpa

Ivana Garione, Segretario Omceo TorinoGuido Giustetto, Vicepresidente Omceo Torino Maurizio Ferraris, Università di Torino

comitato organizzativo:Raffaella Scarpa [email protected] informazioni e iscrizioni: Rosa Revellino [email protected] 3356410331

Accreditamento ECM in corso.

inFoRMaZione iMPoRtanteCari lettori,molti iscritti certamente sanno che questa ri-vista da anni non rappresenta un peso per il bilancio del nostro Ordine in quanto i costi più onerosi di composizione, stampa e spe-dizione sono sostenuti direttamente dalla so-cietà editoriale SGI (Società Generale dell’Im-magine).Infatti la raccolta delle inserzioni pubblicitarie ha consentito fin ora alla SGI di sostenere tali costi. La crisi economica che ha colpito tutti i settori e che tutti viviamo in prima persona ha deter-minato però uno squilibrio in questo bilancio di entrate-uscite: infatti, a fronte dell’aumen-to dei costi di carta, stampa e spedizione si è verificata una diminuzione della raccolta delle inserzioni pubblicitarie.In queste condizioni non sarebbe pertanto possibile, per Torino Medica, proseguire la pubblicazione e la propria missione istituzio-nale a costo zero come da noi desiderato.Tra le tante soluzioni possibili, quella meno gravosa e più praticabile è apparsa la riduzio-ne del numero di pagine della rivista, realizza-ta pur senza rinunciare ai contenuti.Ma ciò purtroppo non è sufficiente. Pertanto d’accordo con l’editore, dal numero di ottobre 2012 della rivista, gli annunci dei convegni e degli eventi sul giornale e sul sito Web saranno pubblicati a titolo oneroso.La documentazione di questi eventi, una vol-ta decisa la loro pubblicabilità, unita alla ri-chiesta di pubblicazione, sarà trasmessa alla concessionaria SGI che provvederà ad indi-care l’ammontare del costo in relazione alla dimensione dello spazio richiesto. Per informazioni preliminari sulle condizioni economiche gli inserzionisti possono rivolger-si direttamente alla dottoressa Daniela Cazza-ro, presso SGI, al n° telefonico 011.359908L’Esecutivo e la Direzione auspicano che tem-pi migliori possano consentire di poter tor-nare a fornire questo servizio gratuitamente agli organizzatori dei convegni e degli eventi formativi.

Il Presidente dell’OMCeO della provincia di Torino

Amedeo Bianco

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luglio agosto 2013 61

torino, sabato 19 ottobre e 9 novembre 2013

villa Raby, corso francia 8

LE DIffERENzE IgNORATE. LA MEDICINA DI gENERE, sfIDA E

ObIETTIvO sTRATEgICO pER LA fORMAzIONE MEDICA.

studio delle differenze tra le funzioni vitali e sociali di uomini e donne e

conseguente risposta alla medesima malattia.

oRdIne deI medIcI cHIRuRGHI e odontoIatRI deLLa PRovIncIa dI toRIno

evento formativo residenziale

PRoGRamma PRovvISoRIoSabato 19 ottobre8.30 – 9. 00 Registrazione partecipanti9 – 9.15 Presentazione del corso. Dr. Amedeo Bianco, Presi-

dente OMCeO di Torino9.15 – 10.15 Tavola rotonda: La Medicina di Genere, una gio-

vane realtà Moderatrice: Dr.ssa Enrica Guglielmotti.9.15 – 9.25 Sesso o genere? R. Scarano9.25 – 9.35 Gli albori della Medicina di Genere nel mondo e in

Europa.- L. Ferrara.9.35 – 9.45 Lo “stato dell’arte” in Italia. M.T. Sorrentino 9.45 – 9.55 Gender sensitivity e gender blindness. Qual è il li-

vello di coscienza e di conoscenza? - C. Pitari9.55 – 10.15 Cosa è e cosa NON è la Medicina di Genere. Pro-

gress in works: le prime linee guida. I motivi delle scelte. P. Verrua 10.15 – 11-15 La sicurezza dei farmaci è una questione di gene-

re? S. Brunelleschi, Novara

11.15 – 11.30 Coffee break

11.30 – 12.30 Farmacovigilanza e genere. P. Crosasso, Torino12.30 – 13.30 Il genere femminile è un fattore protettivo nella

sepsi severa? P. Cotogni, Torino.

13.30 – 14.30 lunch

14.30 – 15.30 L’Osteoporosi è ancora una malattia di genere? E. Ciccarelli, Torino

15.30 – 16.30 Epatiti croniche, HBV e genere. M. Durazzo, Torino

Sabato 9 novembre8.30 – 8.45 Registrazione e firma dei partecipanti8.45 – 9.45 Il Diabete nelle donne: una sfida nella sfida. A. R.

Leoncavallo, Torino9.45 – 10.45 Il cuore delle donne….è più malato di quanto si

pensi. Dai sintomi alla diagnostica alla terapia in fase acu-ta. S.Marra, Torino

10.45 – 11 Coffee breach11 – 12 Il cuore delle donne. Misure di Prevenzione, Tera-

pie, Stili di Vita . Somiglianze e Differenze, Rischio e Bene-ficio. M.G. Sclavo, Torino

12 – 13 Tavola rotonda: Essere donna protegge contro le patologie polmonari? Moderatrice: dr.ssa Maria Susetta Grosso, Torino.

12 – 12.20 BPCO, uomini e donne: pari opportunità? C. Buc-ca, Torino

12.20 – 12.40 L’asma femminile. D. Boaro, Torino12.40 – 13 Cancro al polmone, serial killer delle donne euro-

pee e italiane. T. Vavalà, Torino

13 – 14 Pranzo

14 – 15 Salute globale e salute di genere. Il peso delle dise-guaglianze. G. Costa, Torino

15 – 16 La violenza: quanto incide sulla salute, come rico-noscerla e gestirla. P. Schinco, Torino

16 – 16.30 Valutazione ECM, chiusura del corso

InfoRmazIonIDestinatari: medici chirurghi.Numero massimo partecipanti: 50Durata complessiva: 12 oreAccreditamento in corso

Condizioni per ottenere l’attestato di partecipazione all’evento e l’attestato crediti ECM:• Frequenza100%delleoredelCorso• Valutazionediapprendimentonellamisuradel60%dellerisposte esatte• CompilazionedelquestionariodigradimentoProcedura di valutazione: questionario

MODALITA’ DI ISCRIZIONEL’iscrizione è gratuita. Deve essere effettuata inviando la scheda di iscrizione all’indirizzo e-mail: [email protected]. L’eventuale rinuncia deve essere comunicata tempestivamente alla Segreteria Organizzativa al fine di non pregiudicare l’orga-nizzazione del corso. La mancata comunicazione comporterà l’esclusione dai successivi corsi organizzati dall’Ente. Verrà data conferma dell’avvenuta iscrizione.

SCADENZA ISCRIZIONI (salvo esaurimento posti disponibili) 5 OTTOBRE 2013

RELATORI E MODERATORIAmedeo Bianco – Presidente OMCeO di Torino e Presidente FNOMCeO Daniela Boaro – Specialista in Malattie dell’apparato respiratorio, dirigente medico presso Ospedale Martini di TorinoSandra Brunelleschi – Professore ordinario di farmacologia presso l’Univer-sità del Piemonte OrientaleCaterina Bucca – Specialista in Malattie dell’apparato respiratorio, Profes-sore associato in malattie dell’apparato respiratorio presso Università degli studi di TorinoEnrica Ciccarelli – Specialista in Endocrinologia, Dirigente medico Servizio di Endocrinologia, Ospedale Evangelico Valdese di Torino Giuseppe Costa – epidemiologo, responsabile S.C. a D.U. del Servizio Sovrazonale di Epidemiologia ASL To 3Paolo Cotogni – chirurgo generale e anestesista, responsabile di struttura semplice nel dipartimento di Medicina della Città della salute di TorinoPaola Crosasso – Dirigente farmacista presso la Città della salute di TorinoMarilena Durazzo – Professore associato di Medicina Interna, Università degli studi di TorinoLaura Ferrara – Specializzanda in Igiene, Commissione Pari Opportunità dell’OMCeO di TorinoMaria Susetta Grosso – Dirigente medico presso ASL To 2 - Responsabile Assistenza Sanitaria Territoriale Distretto 5 - Commissione Pari Opportuni-tà dell’OMCeO di TorinoEnrica Guglielmotti – Specialista in anestesiologia, già Direttore Unità Operativa Anestesia e Rianimazione del Presidio Ospedaliero San Giovanni Bosco di Torino, Commissione Pari Opportunità dell’OMCeO di TorinoAnna Rita Leoncavallo – Specialista in Diabetologia e Malattie del Ricam-bio, Responsabile Struttura Semplice “Screening e Prevenzione Complican-ze Croniche del Diabete Mellito” nell’ambito della SC Malattie Metaboli-che e Diabetologia dell’ Ospedale Oftalmico - ASL TO 1Sebastiano Marra – Specialista in malattie dell’apparato cardiovascolare, Direttore Struttura Complessa Cardiologia 2, Città della Salute di TorinoClaudia Pitari – Medico di Medicina Generale, Tutor, Commissione Pari Opportunità dell’OMCeO di TorinoRosamorena Scarano – Specialista ambulatoriale in urologia, Commissio-ne Pari Opportunità dell’OMCeO di Torino

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iPatrizio Schinco- Dirigente Medico Struttura Semplice Centro Soccorso Vittime di Violenza presso Città della salute di Tori-no, Commissione Pari Opportunità dell’OMCeO di TorinoMaria Grazia Sclavo – Specialista in malattie dell’apparato cardiovascolare. Dal 2008 è il Delegato Regionale per il Piemonte della Società Italiana per la Prevenzione Cardiova-scolare (SIPREC).Maria Teresa Sorrentino - Specialista in radiologia, Dirigente medico presso S.C. Radiologia 1, Città della salute di Torino, Commissione Pari Opportunità dell’OMCeO di TorinoTiziana Vavalà – Specialista in oncologa medica, dirigente medico presso Divisione di Oncologia polmonare dell’Azien-da Ospedaliero-Universitaria San Luigi di OrbassanoPiera Verrua – Specialista in odontostomatologia, libera pro-fessionista; dirigente ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani). Commissione Pari Opportunità dell’OMCeO di Torino

ReSPonSabILe ScIentIfIcoDr.ssa Gabriella Tanturri - OMCeO di [email protected] Tel . 0115815111

dIRettoRe deL coRSoDr.ssa Gabriella Tanturri Specialista in Otorinolaringoiatria, Medicina del Lavoro, Oncologia Medica. Già Direttore di Struttura Semplice Day Surgery di Otorinolaringoiatria presso l’A.O.U. San Giovanni Battista di Torino – Molinette. Già vicepresidente del Comitato Pari Opportunità dell’ A.O.U. San Giovanni Battista di Torino – Molinet-te Membro del Centro Studi Nazionale sulla Salute e la Medicina di Genere. Coordinatrice della Commis-sione Pari Opportunità dell’OMCeO di Torino .

SeGReteRIa oRGanIzzatIvaSegreteria di Presidenza dell’ OMCeO di TorinoSig.re Emanuela Bonisconti e Noemi [email protected]

torino, 23 ottobre 2013, ore 9.00 - 18.00

museo di Scienze naturali Sala conferenze, via Giolitti 36

UOMO MALATO,UOMO fRAgILE,

COME TI pOssO AIUTARE?

Programma

mattinoApertura dei lavori. Saluto delle autorità Assessore Elide Tisi, Assessorato alla Salute, Politiche Sociale e Abitative del Comune di Torino9.00 - 9.40 Mass media e malattia - Dott. N. Ferraro9.40 - 10.20 L’uomo di fronte alla malattia - Don Sergio Messina10.20 - 10.50 Dibattito10.50 - 11.20 Intervallo11.20 - 12.00 La fragilità come disagio psichico - Dott.ssa A. Boratti12.00 - 12.40 La forza della fragilità Dr. M.Gollin12.40 - 13.00 Dibattito - Chiusura della mattinata

Pomeriggio14.30 - 15.30 Proiezione del documentario La porta sul mare, Regia di Joel

Fioroni, produzione JFC Studios Cisa Lugano.Seguiranno commento e discussione del filmato

Intervento delle Associazioni e Enti:Cittadinanzattiva Regione Piemonte onlus - Torino, Tribunale per i diritti del malatoRAVI (Ricominciare a vivere)AIP (Associazione Italiana Psicogeriatria Sez. Piemon-te e Valle D’Aosta)AMA (Associazione Malati di Alzheimer Chieri)Associazione Museo Nazionale del Cinema, Referente dr. M. Mastino (fondatore del progetto cinemAuti-smo)Associazione Materie PrimeTavola rotonda con le associazioni - dibattito

18.30 Conclusioni - Consegna attestati di partecipa-zione

altri patrocini richiesti:Regione Piemonte, Provincia di Torino, Comune di Torino, OMCeO Sez. Torino, AIO Sez. Torino, Alleanza Dentisti per il Mondo (Fondazione ANDI, SMOM, Smile Mission).

Informazioni OrganizzativePer iscriversi al convegno è necessario effettuare un bonifico bancario (libero) a Erreics Onlus.Causale: “Erogazione liberale a Erreics Onlus”Banca Unicredit Agenzia 08001IBAN IT 83E0200801048000101642044Inviare mail ([email protected]) o FAX (011 9534663) di avvenuta iscrizione con i propri dati ana-grafici (nome, cognome, indirizzo, telefono, indirizzo mail se posseduto)Non è previsto accreditamento ECM.Al termine dell’evento verrà rilasciato un attestato dipartecipazionePer informazioni: [email protected] 338 9604764Responsabile dell’evento: Elvira LarizzaSegreteria Organizzativa: Renato AvicoSegreteria Scientifica: Elvira Larizza

Finalità dell’iniziativaDefinire il concetto di fragilità partendo dal presup-posto che un approfondimento culturale potrebbe

servire come antidoto all’incertezza e alla precarietà.Vorremmo cercare di buttare le basi per un cammino di rinnovamento che sia educazione al cambiamento

e alla cura di tutti i soggetti fragili.L’incontro con le associazioni sarà il punto di forza per lavorare insieme e sviluppare modelli condivisi.

Un coordinamento fra associazioni,enti e popolazione può essere molto utile nel programma di sensibilizza-

zione di altre realtà.Sono previsti altri incontri in cui il tema della fragilità

verrà approfondito nei suoi diversi aspetti.