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Topografia della Casta Rozzanese

Rozzano: quando la politica supera l'immaginazione

il libro “caldo” dell'inverno 2008DRAFT 081212-1

Questo libro contiene satira politica.

Tendenzialmente, ogni riferimento a persone e cose realmente esistenti non è casuale.

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Davide Currò

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TOPOGRAFIA DELLA CASTA ROZZANESE. Scaricala gratis da WWW.ROZZANO.INFO e diffondila a chiunque. Grazie.

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Capitolo I

I marchi di “famiglia”

Spesso i politici accarezzano il sogno di lasciare una traccia indelebile del proprio “passaggio” sulla realtà da loro amministrata. A Rozzano sembrerebbe che questa traccia sia stata visibilmente impressa su alcune delle società partecipate del Comune. A tali società sarebbe stato apposto un marchio, è il caso di dirlo, di “famiglia”.Sembra infatti che i marchi delle società AMA (azienda del comune che si occupa di svariati servizi, www.amarozzano.it), AMA SPORT (partecipata che gestisce le strutture sportive), AREA (partecipata che si occupa della raccolta rifiuti) e ARCO (partecipata che si occupa di mense e ristorazione) siano stati realizzati da ANTAROS SRL.ANTAROS SRL è una società con sede a Rozzano che ha aperto i battenti nei primi mesi del 2004 e che si occupa, fra l'altro, di studi di promozione pubblicitaria. A chi ha qualche dimestichezza con la realtà del territorio non può non venire in mente ANTAROS DI ROCCO MASSIMO D'AVOLIO E C. S.N.C., omonima società anch'essa nel settore della comunicazione, almeno fino a poco prima del 2004.E' evidente, tuttavia, che l'omonimia fra le due società è del tutto casuale. Infatti, mentre ANTAROS SNC era di proprietà di Massimo D'Avolio, sindaco di Rozzano dall'estate 2004, ANTAROS SRL è di proprietà di sua moglie, Laura Tesse, che ne è anche amministratore unico.Nulla di strano, dunque, se a Novembre 2005, quando Massimo D'Avolio era sindaco di Rozzano da circa un anno e mezzo, la società della moglie del sindaco avesse realizzato i marchi delle suddette società del Comune di Rozzano.Quello che non è molto chiaro è come si possa essere verificata questa singolare coincidenza.E' infatti curioso il fatto che il sindaco non sapesse che i marchi delle aziende partecipate fossero stati realizzati dall'azienda della propria moglie. Ed è anche curioso che Laura Tesse non sapesse di lavorare alla realizzazione dei marchi delle aziende controllate dal Comune di cui il marito era sindaco.Probabilmente, presi dai reciproci impegni, i due coniugi non comunicavano a sufficienza. Circostanza peraltro ironica, essendo essi specialisti della comunicazione, come le rispettive aziende dimostrano.Certamente non potevano sapere. Se no si sarebbero interrogati sulla correttezza, se non altro morale, della situazione creatasi: la moglie del sindaco che lavora per le aziende partecipate del Comune. I cittadini potrebbero pensare che le regole del libero mercato e della libera concorrenza possano in qualche modo essere compromesse. Inoltre, cosa potrebbero pensare i numerosi professionisti del territorio che anch'essi si occupano di comunicazione?Si potrebbe finanche pensare che l'anello, idealmente formato dal potere amministrativo del sindaco e dai ricavi economici derivanti dal lavoro per il Comune della moglie del sindaco, abbia una natura non esattamente lineare. Cosa potrebbe pensare, ad esempio, Michele Procida, consigliere comunale di opposizione e titolare della società AAA Communication, anch'essa nel ramo della comunicazione e pubblicità?Probabilmente il buon Michele Procida sarebbe portato a credere che, forse, ANTAROS SRL abbia realizzato gratuitamente i suddetti marchi. In questo caso, Michele, a te che sei un imprenditore di provata esperienza, domanderei qual è quell'azienda privata (e ANTAROS SRL si dà il caso che lo sia) che lavora gratuitamente per un ente pubblico.Del resto, poiché abbiamo citato un consigliere comunale, è logico chiedersi come sia possibile che nessun consigliere comunale, di maggioranza o opposizione, fosse a conoscenza della cosa. Nessun assessore. Probabilmente neppure alcun esponente di partito o dirigente o funzionario comunale o delle partecipate. Insomma, nessuno sapeva o sospettava che quei marchi, pressoché ubiquitari sul territorio di Rozzano, avessero una provenienza “familiare”.E' stato necessario attendere per circa 3 anni che un cittadino si divertisse a fare una caccia al tesoro su internet e poi pensasse bene di mandare una segnalazione anonima al consigliere comunale più



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inaffidabile e discusso di Rozzano.Dunque, dicevo, nessuno sapeva nulla. E probabilmente nessuno sapeva nulla neppure dell'esistenza di ANTAROS SRL e ancora prima di ANTAROS SNC, che svolgeva regolare attività ancora prima che Massimo D'Avolio divenisse sindaco. No, credo che neppure i cittadini di Rozzano, abituati a leggere notizie surreali sui giornali locali, possano credere a una cosa del genere.

La soluzione più plausibile, ovvero l'unica e la sola soluzione a tutti questi quesiti è che ANTAROS SRL NON ha realizzato i suddetti marchi per le partecipate dei Comune di Rozzano.

Le informazioni inviatemi, che attribuirebbero la paternità dei marchi ad ANTAROS SRL, sono quindi palesemente errate. Inizialmente ho provato risentimento nei confronti di questo irriverente, goliardico cittadino che evidentemente voleva prendermi in giro facendomi credere che in qualche modo la moglie del sindaco potesse aver tratto un beneficio economico “indotto” dalla posizione di potere del marito.Poi però ha prevalso il senso di dovere di consigliere comunale nel voler difendere l'immagine del nostro primo cittadino.Ho pensato quindi che avrei potuto offrire al sindaco l'opportunità di chiarire brillantemente la questione.L'opportunità si presentò nella seduta di Consiglio Comunale del 6 Ottobre 2008 durante la quale decisi di porre la questione alla presenza, fra gli altri, dello stesso sindaco Massimo D'Avolio. Se sei un amante della multimedialità, puoi vedere il video dell'interrogazione su You Tube qui: http://it.youtube.com/watch?v=wJVIhNC4rQs

Non mi fu chiaro se al momento del mio intervento il sindaco stesse apprendendo la notizia per la prima volta da me o meno. Possibile che dal Novembre 2005 ad oggi, Ottobre 2008, il sindaco e sua moglie non abbiano avuto modo di parlare di questi benedetti marchi? Sarebbe bastato un semplice: “caro, che ne pensi di questo marchio che ho fatto per un'azienda partecipata di Rozzano?”.Sia come sia, la replica del sindaco, abile oratore ed instancabile comunicatore, fu tutt'altro che chiara e inequivocabile: silenzio.La sera dopo, il 7 Ottobre, si tenne la commissione bilancio a cui presenziarono il presidente di AMA Carlo Carrara e il direttore generale di AMA Umberto Chiminazzo per illustrare l'assetto di AMA, azienda “madre”, e di tutte le aziende partecipate “figlie”, incluse le già citate AMA SPORT, AREA e ARCO.Pensai che forse valeva la pena accennare anche a loro, diretti interessati, la questione da me posta la sera prima. (Video You Tube: http://it.youtube.com/watch?v=JZGXZHRRJ70 )

Purtroppo anche Carrara e Chiminazzo non seppero dirimere la questione marchi.

Pertanto ancora oggi la paternità sui “marchi di famiglia”, a quasi 3 anni dalla loro creazione, non è certa.

Così come non sappiamo quanto sono costati ai cittadini di Rozzano.



http://it.youtube.com/watch?v=JZGXZHRRJ70

http://it.youtube.com/watch?v=wJVIhNC4rQs

CAP I – ALLEGATO 1

Topografia dei marchi di “famiglia”Lo schema ipotizza come dalla realizzazione dei marchi delle aziende partecipate la moglie del sindaco di Rozzano abbia potuto avere un introito economico.




ANTAROS DI ROCCO MASSIMO D'AVOLIO E C. S.N.C.http://www.cylex.it/azienda/antaros-di-rocco-massimo-d'avolio---c---s-n-c---7274940.html



http://www.cylex.it/azienda/antaros-di-rocco-massimo-d'avolio---c---s-n-c---7274940.html


Il marchio di AMA SPORT sembrerebbe essere stato realizzato da ANTAROS

http://www.brandsoftheworld.com/history/2005/11/137360.html





Il marchio di AMA SPORT, altra versione

http://www.brandsoftheworld.com/search/67217832/137359.html



http://www.brandsoftheworld.com/search/67217832/137359.html


Il marchio di ARCO sembrerebbe essere stato realizzato da ANTAROS

http://www.brandsoftheworld.com/comments/137365.html



http://www.brandsoftheworld.com/comments/137365.html


Il marchio di AMA sembrerebbe essere stato realizzato da ANTAROS






Il marchio di AREA sembrerebbe essere stato realizzato da ANTAROS

http://www.brandsoftheworld.com/search/67217832/



http://www.brandsoftheworld.com/search/67217832/


Articolo sulla “Gazzetta del Sud Milano” del 13/10/2008

http://www.rozzano.info/contenuti/081013%20rozzano%20gazzetta%20sud%20milano%20loghi%20partecipate.jpg

LAVORI IN CORSO

Questo capitolo è in fase di revisione.Stiamo attendendo gli ultimi documenti richiesti

dal Comune di Rozzano e dalle aziende partecipate.



http://www.rozzano.info/contenuti/081013 rozzano gazzetta sud milano loghi partecipate.jpg

http://www.rozzano.info/contenuti/081013 rozzano gazzetta sud milano loghi partecipate.jpg

Capitolo IIQuesto capitolo è dedicato a Don Pietro: “di fronte a certe cose non si può tacere”

Ridi Rozzano! Verginità e fantagiornalismoAlle volte esistono correlazioni insospettabili fra realtà apparentemente distanti.

Si dice, ad esempio, che in alcuni supermercati pannolini e birre fossero collocati su scaffali adiacenti secondo una precisa logica, apparentemente incomprensibile. I giovani mariti, mandati dalle mogli ad acquistare i pannolini per i propri figli, avrebbero incrociato delle invitanti casse di birra alle quali non avrebbero saputo resistere.

Ora, quale sia la correlazione fra il concetto di verginità e quello di giornalismo locale è l'argomento del presente capitolo.

Fantagiornalismo, per l'esattezza. Si, perché i giornali locali alle volte rivelano realtà fantastiche. Anzi, incredibili, e fra poco ne vedremo un esempio.

Partiamo dunque dal concetto di verginità. A spiegarcelo è Moira Perruso, direttore di un giornale locale



dalle idee apparentemente (e solo apparentemente) confuse: “Si o No”. Insomma: o è si, o è no. “Si o No”, potrebbe sembrare voler dire: “dipende”. In effetti, il giornale si autoproclama “il primo settimanale dipendente”. Dipendente da chi? Non importa. Vedremo tra breve come non sia l'unico giornale locale ad avere un “padrone”.

Non me ne voglia per questa leggera satira Moira Perruso, che non conosco personalmente e che mi piace immaginare somigliante alla mitica Moira Orfei come appariva nel 1974 accanto a Raffaella Carrà nella trasmissione Canzonissima:

VIDEO YOU TUBE (Moira Orfei e Raffaella Carrà - Canzonissima 1974):

http://it.youtube.com/watch?v=OiK3d7jsKFY

Ora, non è chiaro se Moira (Orfei) nel 1974 fosse vergine, ma sembra appurato che per un giornalista la verginità sia qualcosa di importante.

Tanto importante che la Moira nel mese di Settembre 2008 dichiarava di aver ritrovato una nuova coscienza e decideva di fare “outing” nel suo editoriale in prima pagina, titolando: “torniamo vergini, per il bene comune”:

Sono stato intimamente colpito da questa esortazione, sulla quale ho riflettuto a lungo fino ad arrivare a pormi due gravosi interrogativi:

1) E' veramente possibile tornare vergini?

2) Cosa si intende per “bene comune”?



http://it.youtube.com/watch?v=OiK3d7jsKFY

Ringraziando Moira per questi preziosi spunti di riflessione, vorrei ricambiare consigliandole di cambiare il nome del giornale dal poco accattivante “Si o No” in un più enigmatico “Forse” o in un internazionale “Maybe”!

E' veramente possibile tornare vergini?Ammesso che sia possibile, anche ricorrendo ai miracoli della chirurgia moderna, siamo sicuri che possano rifarsi una verginità quei giornalisti disposti a vendere perfino il proprio cu.. rriculum professionale al miglior offerente?

Mi torna alla mente quando il 27 Gennaio 2008 incontrai Massimiliano Saggese, giornalista de “Il Giorno” in fila alle primarie del PD. Gli dissi: “scusa Massimiliano, tu cosa ci fai qui? Non sei un simpatizzante del centro-destra?”. Lui, saggesemente, mi rispose: “il vero giornalista deve sperimentare le cose da *dentro*”.

Questo episodio, non so perché, mi fa intuire da dove possa nascere l'esigenza per alcuni giornalisti di doversi rifare una verginità.

Ma parlando di Saggese, non si può non parlare anche di Mara del Fante. Potremmo definirli, non me ne vogliano, come il gatto e la volpe del giornalismo locale.

Mara del Fante è una dipendente del Comune di Rozzano, nonché giornalista/fotografa del quotidiano “Il Giorno”, protagonista di una recente vicenda professionale che oserei definire commovente.

Se non l'avessimo già definita la “volpe del giornalismo locale”, potremmo soprannominarla anche la “cenerentola del Comune di Rozzano”.

Infatti, il sindaco di Rozzano Massimo D'Avolio nel Gennaio 2007 aveva assunto a capo del proprio staff il super-dirigente Terry Tyzack con uno stipendio di circa € 139.000 annui. Se volete approfondire, vi consiglio il post del mitologico Nino Rogolino:

GLI STIPENDI D'ORO DEI DIRIGENTI DEL COMUNE DI ROZZANO

http://groups.google.com/group/rozzano/browse_thread/thread/6dc68aa8354ec093

A Marzo del 2008, appena poco più di un anno dopo, Terry Tyzack rassegnava inspiegabilmente le dimissioni (dove sia finito Terry Tyzack è un'altra storia).

La favola narra che fu allora che il sindaco Massimo D'Avolio, aggirandosi pensieroso fra i corridoi del palazzo, scorse fra i 200 dipendenti comunali lei, Mara del Fante! La vide, si dice, in tutto il suo splendore e realizzò che era lei la persona che avrebbe potuto sostituire degnamente il super-Tyzack che l'aveva irriconoscentemente abbandonato.

Detto fatto. Dal 1 Aprile 2008 (no, non è un pesce di Aprile, è tutto vero!), Mara del Fante divenne il nuovo capo di gabinetto del sindaco, in virtù della deliberazione di giunta n°40 del 3/4/2008.

Il testo della delibera recita:

“rilevata la necessità di procedere ad individuare una nuova figura professionale che possa consentire di dare adeguate risposte organizzative e professionali alla direzione di gabinetto del sindaco...

considerato che il ruolo in questione deve essere svolto da persona che abbia una adeguata professionalità e competenze oltre che specifiche caratteristiche di natura fiduciaria...

preso atto che la sig.ra Mara del Fante ha le caratteristiche sia professionali che fiduciarie per svolgere l'attività di coordinamento amministrativo e gestionale della direzione del gabinetto del sindaco...”

Al lettore attento non può non venire in mente una domanda: ma se nel palazzo c'era questo splendore di dipendente, perché non è stata promossa subito a capo dello staff del sindaco? Si sarebbero risparmiati i 139.000 euro del volubile superconsulente Tyzack.

Verissimo. Ma una domanda ancora più pertinente è: perché dovendo promuovere a capo dello staff del



http://groups.google.com/group/rozzano/browse_thread/thread/6dc68aa8354ec093

sindaco un dipendente del comune non è stato fatto un concorso interno fra tutti i dipendenti comunali in possesso dei requisiti professionali per poter ambire a tale posizione?

Inoltre, cosa si intende per “caratteristiche di natura fiduciaria”? Esistono dipendenti nell'ente che hanno tali caratteristiche ed altri che non le hanno? In altre parole, esistono dipendenti di cui *ci si può fidare* e dipendenti di cui *non ci si può fidare*?

Viene da chiedersi se stiamo parlando del Comune di Rozzano o del quartier generale del KGB.

Con totale noncuranza di queste ragionevoli considerazioni, il sindaco D'Avolio e la sua ossequiosa giunta hanno approvato una delibera ad hoc per promuovere Mara del Fante a capo dello staff del sindaco, mettendola in aspettativa relativamente alla precedente mansione del suo contratto a tempo indeterminato.

E' poi interessante il fatto che, poiché il capo dello staff del sindaco deve “offrire una significativa flessibilità sia di prestazioni che di orario” (cito letteralmente la delibera) a Mara del Fante è stato dato anche un assegno aggiuntivo per “straordinari e produttività” pari a € 1600 mensili per tredici mensilità.

Ebbene, cari amici, se l'argomento da cui siamo partiti era la verginità, è curioso come ci siamo allontanati un bel po' dal concetto in questione.

Ma ancora più curioso è quanto accadde mercoledì 5 Novembre 2008 alle ore 19, quando il gatto (Massimiliano Saggese) e la volpe (Mara del Fante) si recarono presso la sede dell'Istituto Calvino di Rozzano per farsi rilasciare dal Preside Marco Parma un'intervista da loro stessi sollecitata. Anche la mia presenza, in quanto consigliere comunale, era stata esplicitamente richiesta.

Ebbene, curioso non è tanto il fatto che un preside rilasci un'intervista. Il Prof. Marco Parma in 8 anni di presidenza all'istituto Calvino ne ha rilasciate molte.

Curioso è il fatto che ad intervistare il Preside Marco Parma, candidato sindaco in opposizione al sindaco Massimo D'Avolio si sia recata in persona il capo dello staff del sindaco D'Avolio stesso.

Infatti, non è chiaro se Mara del Fante abbia agito indipendentemente come giornalista de “Il Giorno” o in virtù delle “caratteristiche fiduciarie” di capo dello staff del sindaco.

Se, da un lato, il Prof. Marco Parma alle 19 si trovava ancora sul posto di lavoro senza ambiguità di ruolo, Mara del Fante stava facendo gli “straordinari” che le valgono € 1600 al mese di assegno extra da parte del Comune di Rozzano oppure stava facendo il doppio lavoro di giornalista per il quotidiano “Il Giorno”?

In effetti la foto che ha accompagnato l'intervista apparsa su “Il Giorno” è uscita firmata MDF, per cui appare indubitabile che la nostra Mara abbia certo colto l'occasione per arrotondare l'assegno comunale.

Del resto, vi sembra verosimile che il capo dello staff del sindaco D'Avolio decida di andare ad intervistare il Prof. Marco Parma, avversario diretto del sindaco D'Avolio senza che D'Avolio stesso ne fosse al corrente? E questo sempre tenendo a mente le “caratteristiche fiduciarie” della Del Fante?

Francamente, credo che in una circostanza del genere la nostra cenerentola avrebbe fatto ne più ne meno la fine di Super-Tyzack.

In effetti, la suddetta delibera n°40 del 3 Aprile 2008 dimostra come le qualità giornalistiche di Mara del Fante fossero perfettamente note al sindaco D'Avolio e alla sua giunta:

“preso atto che la dipendente in oggetto risulta iscritta all'ordine nazionale dei giornalisti/pubblicisti e che pertanto consente alla direzione stessa di potersi avvalere di specificità professionali compatibili con il ruolo richiesto e, in particolare, la gestione dei rapporti con la stampa e gli organi di informazione in generale, interni ed esterni”

C'è poi un'altra interessante coincidenza. L'articolo della suddetta intervista, con tanto di foto firmata Mara Del Fante esce in edicola su “Il Giorno” la mattina di venerdì 7 Novembre:http://www.rozzano.info/contenuti/081107%20il%20Giorno%20Il%20Preside%20studia%20da%20sindaco%20Rozzano.jpg



http://www.rozzano.info/contenuti/081107 il Giorno Il Preside studia da Sindaco Rozzano.jpg

Quella mattina accade che, non solo Mara del Fante non viene licenziata in tronco, ma prima di mezzogiorno (l'ufficio protocollo chiude a quell'ora) il consigliere comunale Marco Masini, figliol prodigo della maggioranza D'Avolio, deposita in Comune un'interpellanza curata in ogni dettaglio e perfettamente dattiloscritta che contesta un fantomatico abuso di potere da parte del preside Marco Parma durante l'intervista in questione.

Davvero curiosa sequenza di coincidenze, eh?Se siete interessati ad ulteriori dettagli sulla vicenda:

http://groups.google.com/group/rozzano/browse_thread/thread/4ddb0db5ab7ab9f2

A conclusione di questa squallida storiella, cari amici, lascio a voi la risposta se sia o meno possile rifarsi una verginità. Soprattutto per determinati soggetti.

Cosa si intende per “bene comune”?Era questo il secondo quesito che ci eravamo posti inizialmente.

Il bene comune deve essere inteso come il bene dei cittadini oppure è il bene del “palazzo”, del sindaco e dello schieramento politico che in un dato momento è al comando dell'amministrazione comunale?

Credo che per *bene comune* si intenda l'insieme delle risorse, economiche e non, della città e del territorio che devono essere impiegate a favore dei cittadini, con oculatezza e nel migliore dei modi.

Se si conviene su ciò, appare allora grave ed inaccettabile che il Comune di Rozzano finanzi con i soldi dei cittadini un giornale locale, il Vivi Rozzano, che è de facto un organo di informazione controllato più o meno direttamente dal sindaco Massimo D'Avolio stesso e da sua moglie.

Infatti, il giornale Vivi Rozzano è edito dalla cooperativa “Vivirozzano”, il cui consiglio di amministrazione è formato da 3 persone:

● Tesse Laura

● Sgambato Gianfranco

● Riffaldi Gabriella

Per chi ricorda le vicende menzionate nel primo capitolo, alcuni dei suddetti nomi suonano “familiari”.

Tesse Laura, infatti, è la moglie del sindaco Massimo D'Avolio, nonché titolare della società ANTAROS SRL.

Se Laura Tesse è, in un certo senso, il braccio destro oltre che la moglie di Massimo D'Avolio, potremmo dire che Gianfranco Sgambato è il braccio sinistro.

Chiunque conosca minimamente il panorama politico rozzanese può testimoniare come Massimo D'Avolio e Gianfranco Sgambato abbiano da parecchi anni una stretta collaborazione e come Sgambato sia considerato una persona di fiducia di D'Avolio.

Gianfranco Sgambato non è solo il presidente della cooperativa Vivirozzano. E' anche membro del consiglio direttivo del PD di Rozzano. E' poi amministratore delegato di AMASPORT (società del Comune di Rozzano per la gestione degli impianti sportivi). E' poi amministratore delegato di SFERA (società del Comune di Rozzano per i servizi alla persona).

Infine, Gianfranco Sgambato è insegnante di ginnastica con mansione di vicepreside ed esenzione dall'insegnamento presso la scuola Luini Falcone diretta dal vicesindaco del PD Danila Pinardi.

Gabriella Riffaldi, terzo e ultimo membro del CDA è socia (di minoranza) in affari di Laura Tesse e membro del consiglio direttivo del PD di Rozzano.

Fatta questa breve premessa, vi invito a visionare la topografia del Vivirozzano:



http://groups.google.com/group/rozzano/browse_thread/thread/4ddb0db5ab7ab9f2

Topografia del Vivi RozzanoLo schema mostra come al giornale Vivi Rozzano afferiscano soldi del Comune di Rozzano e di diversi costruttori edili e come il giornale stesso sia controllato dalla moglie del sindaco di Rozzano stesso e da altre persone di fiducia dal sindaco di Rozzano stesso.



Lo schema mostra come al giornale Vivi Rozzano afferiscano soldi provenienti dalle aziende del Comune di Rozzano e dai costruttori edili.

Le aziende partecipate del Comune di Rozzano sono sotto il controllo politico del sindaco Massimo D'Avolio. In particolare, AMASPORT e SFERA hanno come amministratore delegato il suddetto Gianfranco Sgambato, uomo di fiducia del sindaco D'Avolio che è poi, come detto, anche il presidente del Vivi Rozzano stesso.

Le aziende partecipate del Comune conferiscono soldi al Vivi Rozzano in virtù di contratti pubblicitari.

In altre parole, il Comune di Rozzano conferisce dei soldi ad un giornale controllato dalla moglie del sindaco di Rozzano e da un pluri-amministratore delegato delle società del Comune di Rozzano.Da un altro fronte, diverse imprese edili che costruiscono a Rozzano commissionano pubblicità sulle pagine del Vivi Rozzano, garantendo un'altra significativa fonte di denaro per il giornale.

Certamente non si può dire che esista un legame fra i costruttori edili ed il sindaco Massimo D'Avolio, ma non è certo un esempio di linearità il fatto che i costruttori, i quali edificano in virtù di concessioni ed autorizzazioni del Comune di Rozzano, siano anche finanziatori (nel momento in cui acquistano pubblicità) di un giornale controllato dalla moglie del sindaco stesso del Comune di Rozzano.

Comunque sia, la moglie del sindaco Laura Tesse e Gianfranco Sgambato possono disporre di soldi per realizzare un giornale che di fatto è un organo di propaganda permanente del sindaco D'Avolio.

E' infatti chiaro, alla luce di quanto detto, come mai Massimo D'Avolio compaia su tutte le copertine del “Vivi D'Avolio” (uno dei soprannomi con cui la satira cittadina ha ribattezzato questo giornale) e ancora in una mezza dozzina di foto all'interno del giornale.

Massimo D'Avolio appare accanto ai carabinieri durante azioni operative, insieme agli uomini della protezione civile, con i bambini di una scuola, con gli anziani della casa di cura.. Credo che i rozzanesi ormai non si meraviglierebbero di vedere D'Avolio in missione su Marte, D'Avolio che vince le Olimpiadi (in tutte le specialità), D'Avolio affacciarsi da San Pietro (e vista la copertina dell'ultimo Vivi Rozzano direi che siamo sulla buona strada).

Del resto, l'impaginazione del giornale è curata tradizionalmente dalla moglie del sindaco, Laura Tesse, mediante la sua società di comunicazione e grafica ANTAROS SRL.

A meno che ANTAROS SRL lavori gratuitamente per il Vivirozzano, una parte dei soldi usciti dalle casse del comune finisce nelle tasche della moglie del sindaco.Ora cari amici, dopo aver parlato di verginità e fantagiornalismo, lascio a voi giudicare se i cittadini di Rozzano facciano meglio a ridere o a piangere.

Ridi Rozzano!

Per favore, partecipa al sondaggio istantaneo cliccando qui:(e leggi i risultati dei votanti)

http://www.rozzano.info/sondaggi.htm



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Capitolo III

a breve su www.rozzano.info



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