Tommaso d'Aquino - Somma Teologica - 09 I-II,22-48. Le Passioni

395

Click here to load reader

description

Ecco... "la nona"!:-)

Transcript of Tommaso d'Aquino - Somma Teologica - 09 I-II,22-48. Le Passioni

  • s. TOMMASO D'AQUINO.

    LA SOMMA . .

    . .

    TEOLOGICA TRADUZIONE E COMMENTO

    A CURA DEI DOMENICANI ITALIANI TESTO LATINO DELL' EDIZIONE LEONINA

    1X LE PASSIONI.

    ' (I-li. qq. ~ .. 48)

    CASA EDITRICE ADRIANO SALANI :

  • Nihil ohttat .Pr. Ludovku Merlli O. P.

    L:t. S. Theolasiae

    .Ft. Albe.rtu Boccanesn O. P. Lect. S. l'Deologiu

    Imprimi potett Fr. Jordanwa Verona O. P.

    f'rior l>rovioclalia S. Marci et Sardiniae Florenti.H di XV Julii MCMLX(

    lMP~ATUR FaA!Sulia die. XVII ]ulii MCMLXI

    S.C. Silviu Anichioi Vie. Ge~

    TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI

    O MCMLXI ~ Oaaa. Editriee .Adriano Balani.

    Officine Gtdicbe Stiantt, Sa.na.sciano .. MCMl':-XI ... Printed in ltaly

  • LE PASSIONI (l .. IJ, qq. 22--48)

    1 - JX

  • LE PASSIONI (l~Il. qq. 22--48)

    lNTRODUZIONE. TRADUZIONE E NOTE del P, Tito S. Centi O. P.

  • INTRODUZIONE

    1 - R. Cartesio, iniziando nel 1.646 il suo trattato su Les pas-sions de l'dme, non esitava ad affermare. con baldanzosa sicu-rezza: Non c' nulla che possa meglio dimostrare quanto le scienze da noi ricevute dagli antichi sono manchevoli che quanto essi hanno scritto sulle passioni. Poich, sebbene si tratti di una materia la cui conoscenza sempre stata ricer-cata, e non sembri tra le pi difficili, dal momento che cia-scuno, sentendole in se stesso, non ha bisogno di cercare al-trove delle esperienze per scoprirne la natura, tuttavia ci che gli antichi hanno insegnato si poca cosa, e per lo pi s poco credibile, che io non posso avere una speranza di avvicinarmi alla verit, che allontanandomi dal cammino che essi hanno seguto. Ecco perch io sar qui obbligato a scrivere come se trattassi di un argomento che nessuno prima di me avesse trattato.

    Questa dichiarazione fa un effetto strano alla distanza di tre secoli: l'effetto strano di una caricatura della scienza e della vera filosofia, la quale non ignora mai, e tanto meno disprezza, ~il travaglio dei pensatori precedenti. L'effetto anche pi strano-, quando si pensi che il trattato di Cartesio sulle passioni oggi ha un valore soltanto documentario; mentre nell'insieme sem-pre sostanzialmente valido quello di S. Tommaso. E gli stu-diosi moderni guardano con pi rispetto alle teorie platoniche, aristoteliche e stoiche sul nostro tema, che a quelle cartesiane.

    I Valore del trattato tomistico.

    2 - A scusare in parte la saccenteria del filosofo francese bi ... sogner forse riconoscere che egli non si scomod a leggere gli

    . antichi autori. B probabile che egli li abbia conosciuti solo at-

  • 8 I.E PASSIONI

    tra verso i grandi n1anuali scolastici del suo tempo. E purtroppo codesti solennissin1 volu111i in-folio, peraltro rispettabili e raccoinandabili, non ebbero in onore il trattato sulle passioni. Ne parlavano di pi i libri spirituali, ma solo per condannarle e per cornbatterle.

    Anche oggi nei manuali di teologia morale si risente di que-sto disinteressa1nento della seconda scolastica. Poche nozioni sommarie parevano pi che sufficienti per un buon moralista in quest.a materia. Ecco in proposito la testimonianza di Gio-vanni di S. Tommaso (t 1644):

  • INTRODUZIONE 9

    costituzionalistico e biotipologico (N. PENDE, La scienza mo-derna della persona umana, Milano 1947, p. 6). E ancora: Nessuno pi di S. Toinmaso, al contrario di quel che hanno fatto molti di quelli che credono di seguirlo in filosofia reli-giosa e che si chiudono in un intellettualismo o in un ultra-spiritualismo o in un misticismo dell'interiorit.... ha illu-strato il coinpito essenziale, necessario, che hanno gli affetti e le passioni nella natura sensibile od animale dell'uomo n, (ibid., p. 249).

    cc Che la vita affettiva sia intimamente legata alla vita intel-lettiva, e che essa eserciti una grande continua influenza sulla ragione e la volont, non vi chi possa negarlo. Tale influenza illustrata stupendamente dalla dottrina tomistica, perch San Tommaso, nel suo insuperabile uinanesimo naturale-sopran-naturale, svolge, da par suo, il concetto che la vita affettiva, le passioni, esercitano, mediante le cosiddette tendenze o im-pulsi (legati ai vari sentimenti) una influenza necessaria, ora eccitante ora inibente, sulla volont; e che ci sono delle voli-zioni che possiaino dire spontanee (che noi biologi diremmo automatiche o riflesse, o meglio, volizioni con determinismo prevalentemente fisiologico), e delle volizioni libere, dovute al libero arbitrio dell'io uinano , ( ibid., p. 245).

    Il De passionibus dell'Aquinate non certo da confondersi con un trattato di psicologia sperhnentale; per un trattato di psicologia razionale dal largo respiro, pronto ad accogliere le indagini empiriche delJa medicina medioevale, e pi ancora Je indagini sicure e controllate della scienza moderna. Ma psi-cologia razionale o filosofica non significa affatto, nel nostro caso ahneno, psicologia fantastica, come qualcuno potrebbe credere. I moti affettivi dell'uomo e dell'animale non hanno atteso i lumi del secolo XIX per scatenarsi e per interessare l'ingegno umano. Del resto tutti gli psicologi ci sanno dire che per una ricerca scientifica in questo campo, non servono tanto gli strumenti di gabinetto, quanto l'intuito personale dello spe-rimentatore. :e pi questione di interpretazione che di regi-strazione.

    Ora, S. Tommaso d'Aquino ha dimostrato anche altrove di essere un grande psicologo; non c' quindi da meravigliarsi che in un trattato coine questo abbia rivelato in pieno le sue capacit straordinarie.

    Intanto cominciamo a rilevare che nessuno prima di lui aveva pensato a stendere un trattato organico e sostanzial-mente coinpleto sull'argomento. In secondo luogo baster con-frontare le sue tesi, relative ai pi gravi problemi posti in

  • 10 LE PASSIONI

    discussione, con quelle di altri filosfi e scienziati antichi e moderni, per valutare il contributo generoso che egli ha dato, e quello che potrebbe dare ancora in questo campo.

    II Luoghi paralleli ..

    4 - Prima di partire per Parigi, cio prima del 1252, S. Tom-rnaso aveva trascritto a Colonia un ampio commento del suo maestro S. Alberto Magno sull'Etica Nico1nachea. Guglielmo di Tocco, riportando codesta notizia, lascia chiaramente capire che la trascrizione cra da considerarsi pi rispondente al pen-siero del discepolo che a quello del maestro. E codesta im-pressione pienamente confermata dai brani recentemente pub-blicati dell'opera t.uttora inedit.a. Forse in quel primo co1nmento potremo leggere un giorno il prhno abbozzo del trattato tomi-stico sulle passioni.

    Infatti la classificazione aristotelica del fl Ethic., c. 4, impo-neva una presa di posizione, che facihnente poteva sfociare nella ricostruzione embrionale di una sintesi sull'argomento. certo comunque che l'autore della Somma Teologica non si lasci sfuggire l'occasione nel suo commento all'Etica Ncoma-chea elaborato intorno al 1270 (vedi loco cit., lect. 5), e che troviamo stampato in decine di edizioni.

    In mancanza di docu1nenti pi antichi, per il prilno abbozzo del trattato rirnandiamo i nostri lettori al 3 Sent., d. 26, q. 1, a.a. !~4. Non ci fermiamo ai titoli dei vari quesiti: nel testo troviamo un p1ofilo breve, ma esattissimo del trattato che siamo per esaminare, I"'a vfrt t.eologale della speranza un pretesto. Il giovane insegnante preoccupato di chiarire ai suoi alunni l'esatta nozione delle passioni, e di prospettarne una classificazione compieta e definitiva.

    La confusione che regnava in proposito era indescrivibile. Chi ne volesse un saggio persuasivo potrebbe appagare il suo desiderio, leggendo quanto scrive S. Alberto Magno in 1 De nr.otibus aninialiurn, tr. 2, c. 4. Egli vi trover delle afferma-zioni corno questa: ((genera oznnium passionum sunt tristitia et deleclatio n. Secondo 8. Alberto esisterebbero quattro u po-tentiae passionum > : timor, tr;ititia) concupiscenti a (che alcuni chiamano spes), e dele.ctatio.

    1\-ientre finiva di stendere i1 suo commento alle Sentenze di Pietro Lombardo, S. rron1maso fu pressato forse dagli stessi

  • INTRODUZIONE 11

    suoi discepoli parigini a precisare meglio il suo pensiero sulle passioni in una solenne determinazione magistrale. Abbiamo cos le questioni disputate 25 e 26 del De Veritate, che riqua-drano perfettamente il suo pensiero gi maturo.

    Ho indicato di proposito anche la q. 25, sebbene d'ordinario non venga riportata tra i luoghi paralleli del trattato De pas-sonibus; perch in essa il Dottore Angelico presenta con asso-luta chiarezza il suo principio risolutivo per la definizione e per la classificazione dei moti passionali: natura e comporta-mento della sensualit, ossia dell'appetito sensitivo, che si sdoppia nelle due potenze dell'irascibile e del concupiscibile.

    Nella q. 26, aa. 2-5 ritroviamo in gran parte quanto era stato gi detto nel Commento alle Sentenze. La sicurezza del giovane insegnante senza esitazioni di sorta. S noti per che codeste dottrine venivano presentate come temi margi-nali; tutto era inquadrato nella soluzione di gravi problemi teologici: peccato personale e peccato originale, pene dell 'in-ferno, merito e deinerito, dolori fisici e morali dell'anima del Cristo.

    I.II Le fonti del trattato.

    5 - Vediamo brevemente quali siano le fonti a cui l' Aqui-nate ha potuto attingere la sua dottrina, prima di passare allo studio del suo trattato sulle passioni come si presenta nella Somma Teologica.

    Abbiamo gi accennato ad Aristotele, ricordando in parti-colare l'Etica Nicomachea. Qui nella Somma il Santo Dottore mostra di conoscere un'altra opera fondamentale dello Stagi-rita, tradotta negli anni in cui egli attendeva al suo capola-voro, vale a dire la Retorica. In essa Aristotele scende a de-s.crivere nei particolari i moti di certe passioni, le loro cause, e i loro rimedi. Si trattava di un'opera tuttora ignota in occi-dente; ecco perch S. Tommaso non sdegna di parafrasarne interi brani, richiamandosi onestamente alla fonte.

    s'ingannerebbe per chi pensasse a una sua dipendenza as-soluta dal filosofo greco. L'Aquinate costruisce una sintesi scientifica, preoccupato soltanto della sua intima coerenza, e della sicurezza dei suoi fondamenti. Ma felice sempre di sottolineare la consonanza della propria dottrina con i pensa-tori pi autorevoli del passato.

  • 12 LE PASSIONI

    Neppure in questo caso egli avanza riserve per gli autori pagani. Oltre ad Aristotele vediaino citato con una certa fre-quenza Cicerone, sporadica1nente Avicenna, e persino Sallu-stio. Si rimane perci meravigliati di non vedere mai citato, nelle questioni dedicate a1rargon1ento, il De ira di Seneca. Siamo costretti a pensare che S. Tommaso non aveva ancora n1ai letto quest'opera, che egli mostrer di conoscere solo a coininciare dalla 11-11, cio dai suoi trattati sulla morale spe-ciale.

    Il pensiero platonico e quello stoico conosciuto soprattutto, per non dire escl usivainente, attraverso le opere di Aristotele, dello Pseudo-Dionigi, dello Pseudo-Nisseno (cio di Nemesi.o), e di S. Agostino. La presenza di quest'ultiino nel trattato assai considerevole, anche se meno invadente di quella d'Ari-stotele. Gli squarc.i autobiografi.ci del vescovo d'lppona sono utilizzati bene a proposito nella definizione di delicati problemi di psicologia.

    Dopo S. Agostino, fautore cristiano pi citato il Dama-sceno. Da lui e da Neinesio il Dottore Angelico ha ereditato Ia divisione dell'appetito sensitivo in due facolt distinte: irasci-bile e concupiscibile. Infatti codesta dottrina era stata soltanto riferita da Aristotele, senza nessuna convinzione (cfr. 3 De Anima) c. 9). Vedrerno invece quanta importanza essa abbia nel trattato tomistico delle passioni.

    I/autorit del Damasceno~ unita di solito a quella dello Pseudo-Nisseno, porter S. 'I'oinmaso ad accogliere anche tesi di minore iinportanza., quale, p. es., la divisione della tri-stezza nelle sue specie (cfr. q. 35, a. 8).

    6 - Anche le citazioni bibliche sono sparse con una certa abbondanza. lVIa in che modo la sacra Scrittura poteva essere utilizzata nella costruzione di un trattato cos poco teologico? Sarebbe stato da ingenui attendersi dal testo sacro una teoria anche solo embrionale delle passioni uinane. Per non era af-fatto inutile controllare su quei testi cos santi e cos divulgati Ja validit di una nomenclatura estre1na1nente cangiante, come que.lla riservata nel corso dei secoli al mondo delle passioni. Ed stato proprio questo il principale sussidio che il Dottore Angelico ha chiesto ai libri santi.

    Le undici passioni con la loro esatta terminologia si possono riscontrare tutte nella Bibbia. secondo il significato tecnico della S 01nma Teologica. E se il nostro Santo sentir il dovere di precisare che il termine passione pi appropriato per le passioni mortificanti (cfr. q. 35, a. i), non vi sar indotto solo da rnotivi teorici. 1na anche dal fatto che nella Scrittura

  • INTRODUZIONE 13

    questo l'uso pi insistente del termine suddetto : passione nel significato di patimento.

    Evidentemente S. Tommaso non f ac.eva come e.erti filosofi moderni, che spesso ricorrono a una terminologia inedita per delle idee niente affatto nuove: egli aspirava a.d adeguarsi col pensiero alla realt delle cose, e nell'uso delle parole e.ere.ava di pon se.ostarsi dalla parola di Dio, e dal 11 uso corrente.

    IV Natura della passione.

    7 - Grazie alla catechesi cristiana. la. nostra. lingua rima.-sta sostanzialmente fedele al concetto antico e medioevale di passione. E codesto concetto si ricollega al termine greco n&.Do, conservandone quasi tutte le sfumature di significato. Invece in altre lingue inoderne, in francese, p. es., ha. prevalso un senso peggiorativo, che si riflette nelle stesse traduzioni ita-liane da codeste lingue; poich non sempre i traduttori si ren-

    . dono conto dell'uso pi coinune ed appropriato dei termini af-fini nel la loro . lingua materna. Ecco perch anche in Italia molti preferiscono parlare di einozioni, di sentilnenti, di ten-denze e d'inclinazioni, quando si dovrebbe parlare di passioni. Questa terminologia denunzia talora vere alterazioni del con-cetto di passione; e in tutti i casi insufficiente per un con-cetto cos ricco e cos generico.

    Infatti col terinine passione noi indichiamo qualsiasi inoto affettivo della nostra sensibilit; mentre le voci ricorda.te indi-cano solo questo o quel tipo di impulsi, o di stati d'animo. Ben diversa, come abbiamo detto, la condizione di cose nella lingua francese.

  • LE PASSIONI

    cadin1ento nel soggetto cui esso si applica una passio. Perci anche in can1po psicologico la passione risente per analogia di questa ilnpostazione metafisica. Ma in sostanza le passioni psi-cologiche sono vere azioni un1ane. Il Prologo della q. 6, che abbiarno letto nel voluine precedente (p. 174), ci ricorda in rnaniera inequivocabile ehe Ie passioni sono atti umani, (~ co-muni all'uorno e agli anilnali irragionevoli.

    A tutto rigore si tratta non di stati d'animo affettivi, ma di rnot.i transeunti. Se poi codesto n1oto passionale si trasforma in abitudine, parleremo di vizio o di virt; ma la passione non deve essere confusa con codesta disposizione permanente, anche se si pieso l'abitudine di chiamare certi vizi col nome delle passioni corrispondenti. Il Dottore Angelico dedicher un intero trattato alla teoria generale degli abiti psicologici, data la loro importanza nella vita morale (vedi vol. X); ma in una indagine scientifica e seria di questi problemi non si pu con-fondere senza pregiudizio la disposizione permanente con l'atto .transeunte.

    8 - Pu.1troppo nei trattati, sia antichi, sia moderni, che toc-cano il probleina delle passioni, spesso non si tien conto di questa distinzione, convogliando facilmente cose eterogenee in una medesilna prospettiva. Baruch Spinoza ( i632-i677), p. es., mette sullo stesso piano il desiderio e l'umilt, l'ebriet e il pudore .... Per lui son tutte passioni nel medesimo senso i qua-. rantotto stati d 1animo che egli descrive nella III Parte del-l'Etica. C' allora da ineravigliarsi che non trovi pi il modo di giungere a una definizione comprensibile? Egli allora dir che la passione

  • INTRODUZIONE 15

    care la sede o il soggetto dell'operazione, bens il princ.1p10 e la caratteristica di essa ( cfr. q. 22, a. i). Ricordiamo che per S. Tommaso passio un termine generico, che si usa persino in metafisica. Egli perci sente il bisogno di specificare: qui si tratta delle passioni dell'anima, cio psicologiche, o ani mali.

    Ma per chiarire ancora n1eglio il suo pensiero, ripetreino la sua distinzione tra i due elementi componenti della pas-sione : l'elemento materiale, e l' elemenio quasi formale; ossia tra l'elemento fisiologico e quello psicologico (cfr. q. 44, a. i). Codesti due eleinenti sono per inscindibili (cfr. I, q. 20, a. i, ad 2). E sono presenti in tutti i moti passionali, non gi sol-tanto in quelli patologici, o comunque violenti.

    Il P. M. Corvez ha. potuto facilmente dilnostrare che code-sta concezione dei moti passionali coincide perfettamente e.on le teorie pi moderne della psicologia sperimentale (cfr. SoM. FRANC., Les Passions de l'dme, I, p. 248 ss.).

    Il Dottore Angelico credeva di aver ereditato la definizione esatta della passione dal Damasceno: Motus appetitivus vir-tutis sensibilis ex imaginatione boni vel mali (2 De Fide orth., c.. 22; cfr. q. 32, a. 4 S.c.). Ma codesta idea si preci-sata in un'ampia parafrasi, attraverso' le ventisette questioni del suo trattato.

    9 - Perci dal suo punto di vista bisognerebbe rimproverare ai moderni psicologi di confondere troppo spesso la passione in generale con particolari tendenze, che non sono passioni ma abiti, ovvero disposizioni permanenti. Cos bisognerebbe giudicare severamente l'impostazione eccessivainente einpiric.a delle teorie psicologiche pi in voga, imposta dal prevalere del dato fisiologico su quello psicologico; e l'incapacit dello scienziato positivista a distinguere i moti affettivi di ordine sensibile, da quelli analoghi di ordine spirituale.

    I complessi, di cui amano parlare i cultori della psicanalisi, derivano da questo empirismo per discendenza diretta. Si presa l'abitudine di partire dal bisogno fisiologico pi che dall'atteggiainento psicologico nello studio dei fenomeni aff et-tivi. Questo fatto porta fatalmente ad accantonare o a mini-mizzare i processi affettivi nel loro aspetto forinale, coine sein-plic.i sviluppi accidentali di quei meccanismi quasi automatici che sono gli impulsi vitali. L'interesse si sposta cos verso la vita vegetativa, che naturalmente si svolge nei labirinti in-sondabili dell'inconscio. Ma quando l'impulso affiora alla co-se.lenza, sia attraverso la sensibilit, che attraverso l'intuito o l'indagine razionale, lo scienziato avrebbe il dovere di met ..

  • 16 LE PASSIONI

    tere in prmo piano il dato conoscitivo, per capire e per in-terpretare le variazioni. de1le reazioni affettive. Invee.e lo psi-canalista tende a riportare l'origine di ogni e.osa alla caverna tenebrosa dell'istinto~ e a considerare deformazioni pericolose tutte quelle manifestazioni psicologiche, le quali non sembrano di scendere dai pretesi irnpulsi primordiali in maniera logica ed evidente .

    .m certo che un buon tomista non potr mai accettare code-sto rovesciamento di valori, non solo pereh deriva da una premessa filosofica soggettivista e materialista; ma anche per-ch compromette il concetto genuino della passione, come di qualsiasi altro atto psicologico.

    V La classificazione delle passioni.

    10 - Il trattato to1nistico delle passioni, sebbene fosse con-siderato esauriente da non pochi con1mentatori, non del tutto completo, perch inserito anch'esso nella sintesi generale di un'opera sistematica. Che cosa ma.ne.a alla sua con1pletezza? l\1ancano principalnrnnte due c.ose: i) la dottrina relativa allo facolt a.ppettive della cc sensualit (I, q. 81); 2) le perieopi ri.guardanti l'influsso .del volere suUe potenze inferiori (I-Il, qq. 17, i8). Potremmo aggiungere una terza e.osa, di cui non facile indicare un 1iferimento bibliografico; la degenerazione della passione nel vjzio corrispondente, che I ,Autore affronter ne.Ho studio particolare di ciascuno di essi nella 11-11.

    Dobbiarno soffermarci sul prilno di codesti argomenti, se vogliamo capire n perch della classificazione tomistica. Que-sta infatt deriva dalla pluralit degli appetiti di ordine sen-sitivo. Nella parte superiore dell'anima esiste un solo appetito nteJiettvo: la volont. Ma nella sensualit,,, ossia nella parte animale, esistono i due appetiti del concupiscibile e del-1' iraschle.

    Come gi vedemmo (vol. V, p. 360), codesta divisione, che suona cos strana al nostro orecchio, giunse all'Aquinate at-traverso gli scritti del Damaseeno e dello Pseudo-Nisseno. Essa per di origine platonica; e, come accenna lo stesso Aristotele (3 De .tlnma, c. 9; cfr. lect. .i4L deriva dalla celebre trieotoinia ell 1anima escogitata dal grande filosofo ateniese. S. Tommaso ha avvertito chia1amente che si trattava di un elemento pi platonico che aristotelico (cf1. 1 Et/dc., leet. 19, n. 230). Ma

  • INTRODUZIONE 17

    nella costruzione della sua sintesi egli non badava molto alla provenienza del materiale, bens alle qualit intrinseche del medesimo. Senza badare all'affermazione dei maestri contem-poranei che di codeste due facolt facevano rispettivamenta l'appetito delle cose vantaggiose (concupiscibile) e rappetito di quelle nocive (irascibile), egli se ne servir in tutt'altro signi-ficato. Del! 'irascibile egli far oggetto specifico l'arduo, men-tre il concupiscibile volto ad bonu1n et malum simplicter .

    I due appetiti, cos originahnente interpretati, quadravano in pieno con le sue idee. O meglio: la distinzione s'imponeva per la manifesta incompatibilit di certi moti affettivi. Ben diverso infatti l'atteggiamento dell'uomo e dell'animale di fronte a un bene di facile acquisizione, e a un bene di acqui .. sizione difficile e rischiosa. L'appetito che si erge a contrastare, non pu identificarsi con l'appetito che si lascia conquistare dall'oggetto e che ne attende il possesso pacifico, per disten-dersi e quietarsi in esso (cfr. De Verit., q. 25, a. 2).

    L'Aquinate non dir mai con Platone che l'irascibile nel cuore e il concupiscibile nel fegato; ma li distinguer sempre nettamente come due facolt irriducibili. Di qui parte la sua classificazione delle passioni.

    11 - Indubbiamente in codesta impresa si ispirato ad Ari-stotele, il quale nell' El'ica Nicomachea nomina undici pas-sioni: Chiaino passioni la concupiscenza, l'ira, il timore, l'audacia, l'invidia, il piacere, ramore, rodio, il desiderio, lo zelo, la n1isericordia~ e tutte quelle cose cui segue piacere o dolore>> (2 Ethic ., c. 5, n. 2).

    Ma un confronto sommario tra codeste undici passioni, che secondo il compositore dell'elenco non sarebbero neppure esau-rienti, e le undici della classificazione di S. To1nmaso~ mostra considerevoli differenze. Questi nel suo commento non insiste affatto per ottenere una sostanziale concordanza; ma riprende in mano la questione, riquadrando tutto secondo il suo schema :

    l amore - odo CONCUPISCIBILE desiderio - tuga piacere - tristezza ~ speranza - disperazione IRASClBILE audacia. - timore Jra (ibid., lect. 5} Ripetiaino che codesta classificazione in sostanza opera ori-

    ginale dell'Aquinate, e ci sorprende per la sua semplicit, e per la chiarezza dei criteri ai quali s'ispira: distinzione delle facolt, e distinzione tra bene e male d'ordine cc fisico" e psi-cologico.

    12 - Rimane da vedere che valore essa abbia. Si parlato di divisione specifica: vale a dire si tratterebbe di undici specie

  • 18 LE PASSIONI

    distinte del genore passione. Cos se1nbra esprimersi S. To1n-n1aso stesso (cfr. q. 23, a. i). D'altra parte egli ci parla delle va .. de specie della tristezza (q. 35, a. 8). Se la tristezza ha delle specie, evidentemente essa un genere. E se un genere la tristezza1 lo pure il piacere, ramore, il desiderio e ogni altro rnembro della divisione suddetta.

    Per capire la sua posizione dobbiamo ricordare che per l'Aquinate i nloti passionali sono legati strettarnente a un tipo di conoscenza: quelli dell'irascibile sono connessi con raesti-

    1nativa~ quelli del concupiscibile si articolano come riflessi ap-petitivi della fantasia. Si tratta di due facolt sensitive, indub-biamente~ ma non di due facolt periferiche. Sono entrambe facolt e.entrali, che raccolgono in una percezione unitaria le impressioni dei sensi esterni particolari. Ebbene, anche nel-l'ordine appetitivo le facolt di cui parliamo sono da conce-pirsi con1e centralizzate. La sensazione dolorifica periferica non vera passione, finch dal e.entro non percepita come tale, cio come lnotivo di tristezza. Cosicch qualora un soggetto la subisse eon1e incentivo di piacere) codesto dolore periferico sarebbe relemento n1ateriale della passione opposta, cio del piacere. f.: questa la classica involuzione del masochismo.

    I rnoderni pscologi puntano troppo su questo elemento ma-teriale e fisiologico nelle 1010 classificazioni. Ma esso non di-vide rnai cos bene e cos notta1nente come l'elemento for1nale. I/esen1pio addotto sufficiente a di1nostrarlo.

    Pt:!rci il Dottore Angelico imposta- la sua classificazione sul compo.rtarnento psicologico cosciente, al livello della fantasia e dell'istint.o superiore che egli chiama aestmativa. A codesto lh-ello la distinz

  • INTRODUZIONE 19

    psicologia moderna ci offre delle classificazioni di un genere diverso. Invece di descriverci, attraverso vari gradi dalla com-plessit progressiva, gli atteggiamenti dell'appetito, che passa dalla prima attrattiva al pieno godimento, o dalla priina ri-pulsa alla disperazione e allo spasimo della tristezza, ci de-scrive i diversi centri motori di codeste attrattive, classificando i vari bisogni o stimoli fisiologici o psicologici: istinto di con-

    . servazione, appetito del bere e del mangiare, appetito ses-suale .... E inutile dire che codeste attrattive e tendenze sono in-definite, come indefiniti sono sempre gli oggetti nlateriali delle nostre facolt. Quindi, sebbene codeste analisi possano servire a meglio conoscere il comportamento umano, non possono es-sere considerate il sistema migliore per giungere a una classi-ficazione formalmente completa e razionale delle passioni.

    14 - I moderni psicologi sono abituati a distingu.ere tra pas-sioni elementari e passioni miste. Le prime sarebbero espresse in un sentimento unico e semplice; le seconde invece sarebbero composte di sentimenti molteplici. Nasce allora spontanea. la domanda: le undici passioni della classificazione toinistica sono elementari o iniste? Non c' il minimo dubbio che l'ainore ini-

    ' ziale una passione elementare in codesto senso. Ma fuori del- , l'amore tutte le passioni son miste, per il semplice motivo che l'amore~""1meno l'amore~ e impiicito come princi io movente in u e e a re. ues a non una con iz1one speciale della m1sericortia=( ex amore et tristitia proveniens )) ) o di altre pas-

    - sioni consiiniii, coine vorrebbe, p. es., Dom J. Gredt (cfr. Elementa Phil., n. 953); ma la condizione di tutti i moti pas-sionali, a eccezione dell'amore. A proposito delrira, p. es., S. Tominaso nota che cc essa composta di audacia, di tristezza e di speranza (3 Sent., d. 26, q. i, a. 3, ad 5).

    Le passioni sono certamente diverse tra loro in base alla di-versit del loro oggetto formale; ma codesto oggetto non deter-mina una distinzione materiale o generica, bens formale e specifica. Ora, la distinzione specifica, a differenza di quella materiale, pu implicare un ordine gerarchico. Vale a dire: la passione che precede in ordine genetico, o intenzionale, entra-

    ... eg,.I1J P!,in_Ifil.2-_iri" gufiliaI~.i>c~p~1y~T _f!2ssiarno oire cne si tratta di una distinzione per addizione (cfr. I, q. 47, a. 2). Perci le undici passioni non sono tra loro distinte come sezioni di una linea; ma sono interdipendenti come parti di un organismo.

    sempr~ ,,Pi-c>Ihi?,l~sso:.. Ecco perc:tl codesti mbfa non si possono considerare elementar o semplici, cosi come intendono co-desti aggettivi certi psicologi moderni. Sotto quest'aspetto la classificazione dei moti passionali ha una grande analogia con

  • 20 LE PASSIONI

    quella degli atti urr1ani 1 di cui s parlato nel volume prece-dente (pp. 1.66 ss.).

    Perci diremo~ meglio, che le undici passioni sono le pas-sioni fondamentali, alle quali si riducono formahnente tutte le altre. La misericordia e l'invidia non sono che variazioni della tristezza; la libidine non che una variazione della concupi-scenza, o desiderio. S. Tonunaso ha escluso dall'elenco le pas-sioni gi. morahnente o materialmente specificate, restando ri-gorosarnente nel generico. L 1unica specificazione che per il momento lo interessa la specificazione psicologica.

    VI Quello che manca al trattato tomistico.

    15 - Pur a1n1nrando la_J?.!~'2!~E~l~~ !Lr2m!!.z.!~c!\ .. s!~.IJr.C!ll.,aJ9 .. delle passioni elaborato nella Somma Teologica, dobbiamo ri-conoscerne iJi.~U!~J ...... ~.,l~Lenze~ che accompagnano f atal-n1ente qualsiasi opera dell'uomo. Siamo dinanzi a un trattato medioevale, pur appartenendo esso a un uomo di geno, o-

    cravaiigiia'rda, come si suol dire. S. Tommaso ha avuto il me .. rito di afferinare con chiarezza non solo l'aspetto psicologico, ma anche quello fisiologico defle passioni;-pero .... TiinsiigTacii poteva appe11arsre-ra-ciuna:a1~Nl!.~~~~C!i..}.._y~,~~~a: .... ora, codest\,_fu;iq!Qgjf!Ju!_q_LJ_utto i~_sufficicnte per noi.

    Per fortuna il Dottore Angelico ha avuto il '6uon senso di fer-rnarsi a descrivere l'elemento formale e psicologico della pas-sione, accennando appena alle sue nozioni di fisiologia. E quin-di le sue dottrine risultano ancora oggi sostanzialmente valide. I\iia per uno studioso moderno~ che ha la possibilit di utiliz-zare le ricerche feconde di due secoli di progressi sbalorditivi nel campo della fisiologia, sarebbe imperdonabile fermarsi alla descrizione archeologica di certi fenomeni, cui accenna a suo 1nodo S, Tomn1aso.

    Anzi, noi siamo tenuti a integrare l'aspetto psicologico con .si~~1 ~~9. fi~iI~~~-=-~fqulS"fiisrlnopa:SsiOi1aTe:-LescTenzepositi ve c1 offrono la possibilit di studiare codesto sustrato mate-riale delle passioni. Amore e odio, desiderio e ripugnanza, spe-ranza e disperazione, timore e audacia, ira, dolore e piacere sono accornpagnati da trasn1utazioni fisiologiche ben diverse, secondo la materia cui si applicano. La fisiologia dell'istinto di nutrizione ben diversa nene sue fasi appetitive dalla fisio-logia dell'istinto sessuale.

    La conoscenza di codesti processi aiuta immensamente l'uomo

  • INTRODUZIONE 21

    nell'acquisto del dominio effettivo sulle passioni. La medicina pu e deve intervenire in questo cainpo, per contribuire effica-cemente a sanare situazioni particolarmente delicate. ' Questa conoscenza e questi interventi sono anche pi neces-sari, qando si sconfina addirittura nelle forme patologiche. S. Tommaso ha solo vaghi accenni a queste degenerazioni; ma il teologo moralista del secolo XX non pu ignorare le ricerche positive sulle forme patologiche pi comuni: isterismo, pa-ranoia, schizofrenia, ecc.

    16 - Si molto discusso intorno al valore teorico e pratico della psicanalisi freudiana, e se ne discuter ancora. In codeste discussioni non deve mane.are la parola autorevole del teologo, entro certi limiti. Ma perch un teologo possa intervenire, necessario che conosca i termini esatti delle questioni discusse. Un buon toinista non sdegner di esaminare le varie teorie di Freud e dei suoi discepoli, per il solo fatto che partono dal-

    ,1' inconscio, mentre per S. 'l'ommaso- la passione muove smpr da un fatto conoscitivo. Abf.51amo gJ noraro ... c.fe il" cbzlbfiar10 dei moderflt' stua:ttmr SfJ~~~o infelice; o per lo meno assai diverso da quello logico e perspicuo dell'Aquinate. Ma qui non il caso di formalizzarsi sulle parole. Esiste anche per S. Tom-maso una vasta zona d'oinbra nell'anima umana. Le passioni, ricordiamolo, sconfinano nelle abitudini, nei vizi, nella me-moria. E codesti stati cc abituali sono sol tanto potenzialmente coscienti.

    Chi non vede quanto ricche potrebbero essere le prospettive di uno studio accurato di queste complesse sedimentazioni dei moti passionali e degli stati emotivi?

    Notiaino inoltre l'accenno tomistico all'influsso dell'atavi-sino sulle passioni: rAquinate si limita a rilevarne la presenza a proposito dell'ira (q. 46, a. 5}. Ma facile comprendere l'impor-

    . tanza delle predisposizioni remote in tutte le passioni psicolo-giche. E anche in questo campo la psicologia sperimentale pi aggiornata in grado di integrare, nonostante le sue incer-tezze e i suoi errori, la psicologia razionale del Dottore Angelico.

    Bastano questi accenni per mostrare quali prospettive si aprano allo psicologo e al moralista cristiano, il quale, senza rinnegare le dottrine dell'Aquinate, voglia affrontare lo stu-dio dei problemi pi discussi della nostra epoca. Questo con-tatto tr&. la teoria pi organica e pi logica dell'antichit, con i dati pi sic.uri deH 'esperienza scientifica contemporanea, non pu essere che vantaggioso, cosl per la teologia morale, come per le .!~e.IJ!:e. eos~t!x.~- . .. .... "" .. ' .. .

    P. TITO s. CENTI O. P. 2 - IX

  • LB PASSIONI (I~II, qq. 22-48)

    I I

    CONTENUTO DEL PRESENTE VOLUME

    !) in generale l

    II) in particolare

    l) secle delle passioni (q. '22) 2) loro difff'rP.nzc (fl. 2~i) a) moralit (q, 24) ti) orim1 reciproco (q. 25)

    1) passioni d.el cc>ncupiscibile

    2) passioni d0ll 'irasctbila

    1) amore ~ ( 2) odio (q_ 29)

    a) in se steSSo (q. 26) b) le sua cause (q. 27) e) i suoi effetti {q. 28)

    3} concupscenIA (q. 30) 4) [fuga]

    a) in se stesso (q. 31) 5) pia.cere o gioia l b) li: sue 1.'.ause (r1 .. n) e) i suoi effetti (q. 3j) d) la sua moralit. (q. 34)

    a) in sa stesso (q. 35) b} le sue cause (q. 36)

    6)

  • AVVERTENZE

    1. Nel testo italiano sono stati eliminati i richiami e le indica-zioni delle opere citate, perch figurano a fronte nel testo latino.

    Dove I' intelligibilit della frase lo richiedeva stato inserito qual-che termine o qualche espressione tra [ ], per facilitare la compren-sione del testo senza ricorrere a perifrasi.

    Nella punteggiatura si segue ordinariamente il latino, per dare agio al lettore di controllare la traduzione e di consultare il testo originale.

    I richiami deHe note sono tutti nel testo italiano, esse per conti-nuano anche sotto il testo latino e talvolta nelle pagine seguenti.

    2. Il testo critico latino dell'Edizione Leonina riprodotto con la pi scrupolosa fedelt. La sola enumerazione degli articoli all' ini-zio della Quaestio stata fatta senza capoversi.

    Manca per, nella nostra edizione, l'apparato critico. Le sole va-rianti di un certo interesse vengono prese in considerazione nelle note.

    Le citazioni, o i dati complementari delle citazioni, che l' Ed. I .. e0-nina riporta in margine, sono state inserite nel testo tra [ ]. Sol-tanto i versetti della sacra Scrittura - in corsivo - figurano senza altri contrassegni.

    Le citazioni e i luoghi paralleli sono semplificati con criteri tecnici moderni.

    Le Opere dei SS. Padri sono citate secondo le diciture pi comuni: per non infarcire troppo il testo di elementi estranei, abbiamo tra-scurato i titoli e le enumerazioni meno usuali. Dove i richiami sono vere correzioni del testo della Somma, vengono riportati in nota.

  • QUESTIONE 22 La sede delle passioni.1

    Dopo lo studio degli atti u1nani prendiamo a considerare le pas.' sioni dell'anima: prima in generale, e poi in particolare. La consi-derazione generica abbraccia quattro argo1nenti: primo, la sede delle passioni; secondo, le loro differenze; terzo, i loro mutui rap-porti; quarto, la loro bont o malizia.

    Sul prilno s presentano tre quesiti: 1. Se una passione possa es-sere nell'anima; 2. Se risieda pi nella parte appetitiva che in quella conoscitiva.: 3. Se risieda pi nell'appetito sensitivo che in quello intellettivo, o volont. 2

    " ARTICOLO 1 Se una passione possa essere nell'anima.

    SEMBTIA che nessuna passione possa essere nell'anima. Infatti: 1. La passivit propria d.eUa n1ateria. Ma l'anima, c01ne abbiamo

    d.hnostrato, non co1nposta di 1nateria e forma. Dunque nessuna pas-sione pu trova1'si nell'anin1a.

    2. La passione, con1e Aristotele dimostra, un moto. Ma Aristotele dimostra pure che l'anima non soggetta al n1oto. Quindi nell'anima non e pas!'lione.

    3. La passione prepara alla corrnzione: infatti

  • QUAESTIO 22 De sbiecto passionum animae

    tn tres arttcnlos dtvt.ira.

    Post hoc considerandum est de passionibus animae: et primo, in generali; secundo, in speciali [ q. 26]. In generali autem, quatuor occurrunt circa eas consideranda: primo quidem, de subiecto earum; secundo, de differentia earum ( q. 23]; tertio, de comparatione earum ad invicem [q. 25]; quarto, de malitia et bonitate ipsarum [q. 24].

    Circa primnm quaeruntur tria. Primo: utrum aliqua passio sit in anima. Secundo: utrum magis in parte appetitiva quam in appre-hensiva. Tertio: utrum magis sit in appetitu sensitivo quam in-tellectivo, qui dicitur voluntas.

    ARTICULUS 1 U trum aliqua passio sit in anima.

    s Sent., d. i5, q. 2, a. 1, qc. 2; De Vertt., q. 26, a.a. 1, 2.

    AD PRl'.MUM SIC PROCEDITUR. Videtur quod nulla passio sit in anima. Pati enim est proprinm materiae. Sed anima non est composita ex materia et forma, ut in Primo [q. 75] habitum est. Ergo nulla passio est in anima.

    2. PRAETEREA, passio est motus, ut dicitur in 8 Physic. [c. 3, Iect. 5]. Sed anima non movetur, ut probatur in f De Anima [c. 3, lect. 6]. Ergo passio non est in anima.

    3. PRAETEREA, passio est via in corruptionem: nam '' omnis passio, magis facta, abiicit a substantia ))' ut dicitur in libro 6 Topicorum [c. 6]. Sed anima est incorruptibilis. Ergo nulla passio est in anima.

    SEo CONTRA EST quod Apostolus dicit, Ad Rom. 7, 5: u Cum esse-mus iri carne, passiones peccatorum, quae per legem erant, opera-bantur in membris nostris . Peccata autem sunt proprie in anima. Ergo et passiones, quae dicuntur u peccatorum ,,, sunt in anima.

    REsPONDEO DICENDUM quod pat dicitur tripliciter. Uno modo, com-

    il concetto di passione strettamente legato, per Ja sua stessa etimologia, alla causa. materiale, cio al soggetto. Ricordiamo che si tratta di un concetto generico. applicato qui dall'autore ane passioni dell'anima. Perci bisogna definirlo in rap-porto al subletto-materia come tale, nonch al moto e alla corruzione che l 'accom-pagnano (di qui i tre argomenti dell 'a. 1). Inoltre, per una conside-razione gene-rica deHe passioni bisognava puntare non sul dato obiettivo, che le distingue, ma sul dato soggettivo in cui esse coincidono.

    a Nena Scrittu-ra non davvero est-raneo il concetto di passtone. Anzi la frase di S. Paolo qul citata, ed altre consimili {cfr. 1 Tea . 4, 5) hanno contribuito non poco a diffondere nelle lingue moderne il senso peggiorativo del termine .

    .i. Naturalmente questi significati non sono da rlcercarsl nel nostro linguaggio corrente, e neppure negli autori latini del pe1*iodo classico; ma neU uso degli scolastici medioevan, derivato dalle traduzioni degli autori greci, sia pagani che cristiani. S. Tommaso sapeva che il termine passio non che traduzione materiale di mxfioo~: 11 passio dlcitul" a :rr.afioew graece, qnod est recipere,, (De Vertt . q. 26, a. t).

  • 26 LA SOM:\-IA TEOLOGICA, I-II, q. 22, a. 1

    ogni recezione una passione, anche se il soggetto non perde nulla: si dice per es., che l'aria patisce quando viene illuminata. Eppure c1uesto ' pi uu. perf e.zionan1en to che una passione. - Secondo, si ha una passione in senso proprio quando viene ricevuta una cosa con respulsione di untaltra. E questo pu avvenire in due modi. Talora infatti si ha la espuisione di un elemento non conveniente aI sog-getto: quando, p. es.) viene sanato il corpo di un animale, si dice cbe pati.sce, per il fatto c11e riceve la sanit, con l'espulsione deJJa n1alattia. - Talora invece capita il contrario: e cio si chiama pas-sione la inalattia, poich si riceve la malattia con la perdita della sanit. Questa ultima situazione quella che pi si addice alla pas-sione. Infatti si parla di passione quando una cosa viene attratta dall'agente: e chi recede dalle condizioni connaturali proprie, di-mostra nel modo pi evidente di essere attratto. Per questo Ari-st.otele insegna che quando da una cosa inferiore viene generato un essere superiore, assolutaroente pal'lando si ha una generazione, e secundum. quid una corruzione: succede invece il contrario quando da un esse.re superiore si gei1era un essere inferiore.

    Ora, la passione pu trovarsi neII'anima nei tre modi descritti. In-fatti, nel senso di pura recezione, si dice che (

  • LA SEDE DELLE PASSIONI 27

    muniter, secundum quod omne recipere est pati, etiam si nihil abiiciatur a re: sicut si dicatur aerem pat, quando illuminatr. Hoc autem magis proprie est perfici, quam pati. - Alio modo dicitur pati proprie, quando aliquid recipitur cum alterius abiectione. Sed hoc contingit dupliciter. Quandoque enim ahiicitur id quod non est conveniens rei : sicut cum corpus animalis sanatur, dicitur pat, quia recipit sanitatem, aegritudine abiecta. - Alio modo, quando e

    conv~rso contingit: sicut aegrotare dicitur pat, quia recipitur in-firmitas, sanitate abiecta. Et hic est propriissimus modus passionis. N_am pati dicitur ex eo quod alquid trahitur ad agentem ~ quod autem recedit ab eo quod est sibi conveniens, maxime videtur ad aliud trahi. Et similiter in f De Generat. [c. 3, lect. 8) dicitur quod, quando ex ignobiliori generatur nobiJius, est generatio simpliciter, et corruptio secundum quid: e converso autem, quando ex nobiliori ignobilius generatur.

    Et his tribus modis contingit esse in anima passionem. Nam secundum receptionem tantum, dicitur quod ((sentire et intel1igere est quoddam pati n [cfr. I De Anima, c. 5, lect. 12). Passio autem cum . abiectione non est nisi secundum transmutationem corpora-lem : unde passio proprie dieta non potest competere animae nisi per accidens, inquantum scilicet compositum patitur. Sed et in hoc est diversitas: nam quando huiusmodi transn1utatio fit in deterius, magis proprie habet rationem passionis, quam quando fit in me. lius. Unde tristitia magis proprie est passio quam laetitia.

    An" PIUMUM IGlTUR DlCENDUM quod pati, secundum quod est cum abiectione et transmutatione, proprium est materiae: unde non in-venitur nisi in compositis ex materia et forma. Sed pati prout im-portat receptionem solam, non est necessarium quod sit materiae, sed potest esse cuiuscumque existentis in potentia. Anima autem, etsi non sit composita ex materia et forma, habet tamen aliquid potentialitatis, secundum quam convenit sibi recipere et pati, se-cundum quod intelligere pati est, ~t dicitur in 3 De Anima [c. 4, lect. 9; cfr. loco cit. in corp. ].

    An SECUNDUM DICENDUM quod pat et moveri, etsi non conveniat animae per se, convenit tamen ei per accidens, ut in f De Anima [loco cit. in arg.] dicitur.

    An TERTIUM DICENDUM quod ratio iHa procedit de passione quae est cum transmutatione ad deterius. Et huiusmodi passio animae convenire non potest nisi per accidens: per se autem convenit com-posito, quod est corruptibile.

    teorie pi moderne intorno alle passioni. La ~ teol'a peri!erica 11 delle emozioni (W. James, Lange. Sergi) identifica le passioni con i fenomeni fisiologici che l'ac-compagna.no; mentre la 11 teoria intellettualistica )) le identifica con la percezlone di codesti fenomeni. Si tratta di due errori manf est i; poich la passione un com-plesso fenomeno psico-fisiole>gico. ES. Tommaso ne precisa con esattezza i contorni. notando fin da questo Primo articolo che la passione appartiene esSe.nzialmente 41 composto umano; e mentre per U suo aspetto specifico :.. la passlvit :- si ricol-lega a.I corpo. per U suo aspetto dinamico sl ricollega prevalentemente all'anima (cfr. So.M. FRANC., Les passtons de i dme t. I, Parigi 1949 pp. 181 ss., 24,-262).

  • 28 LA SOM3IA TEOLOGICA, I-Il, q. 22, a. 2

    ARTICOLO 2 Se 1a passione appartenga pi alJa parte appetitiva che a quella

    conoscitiva. 1

    SElHBRA che la passione appartenga pi alla parte conoscitiva del-ranin1a, che a quella appetitiva. Infatti:

    1. Secondo Aristotele, ci elle primo in un dato genere anche il pl'incipale, ed causa in rappo1to agli altri esseri che sl trovano nel genere suddetto. Ora, la passione si riscontra prima nella parte cono-scitiva che in quella appetitiva: in.fatti la parte appetitiva non subisce na passione, se non in seg\\ito a una passio.ne della parte conoscitiva. Dunque le passioni sono pi nella parte conoscitiva che in quella ap-petitiva.

    2 .. L~elcmento pi attivo evidentemente meno passivo: infatti azione e passione s contrappongono. Ora la parte appetitiva pi attiva di quella conoscitiva. Perci la passioue risiede n1aggiormente nella parte conoscitiva. /

    3. L,appetito sensitivo una facolt organica come le potenze co~ noscitive sensibili. Ora, le passioni si producono, propriamente par-lando, mediante una trasmutazione organica. Quindi le passioni non si trovano di preferenza neJla parte appetitiva, piuttosto che in quella percettiva.

    IN CONTRARLO: S. Agostino scrive, che cc i moti dell'animo, che i greci chiamano pathos~ alcuni dei nostri .. Cicerone, p. es., chiamano pertur-bazioni, altri affezioni o affetti, e altri alla greca li denominano pas-sioni)), Da ci risulta che le passioni si identificano con le affezioni. Ora, le affezioni evidentemente appartengono alla parte appetitiva, e non a quella conoscitiva. Dunque le passioni sono pi nell'appetito, che nella parte conoscitiva.

    RISPONDO: Abbian10 gi detto che nel termine passione indicata una attrazione [o riduzione l alle disposizioni dell'agente. Ora, l'anima pi attratta verso le cose rrrediante la parte appetitiva, che mediante quella conoscitiva. infatti niediante la potenza appetitiva l'anima viene ordinata alle cose c01ne sono in se stesse; cosicch il Filosofo pu scri-vere che

  • LA SEDE DELLE PASSIONI 29

    ARTICULUS 2 Utrum passio magie sit in parte appetitiva quam in apprehensiva.

    Il Seni.. d. 15, q. 2, a. 1, qc. 2; De verti., q. 26, a, 3; De Dtv. Nom., c. 2, lect. li; ! Ethc., lect. 5.

    AD SECUNDUM SIC PROCEDITUR. Videtur quod passio magis sit in parte animae apprehensiva quam in parte appetitiva. Quod enim est prlmum in quolibet genere, videtur esse maximum eorum quae sunt in genere illo, et causa aliorum, ut dicitur in 2 M etaphys. [c. 1, lect. 2). Sed passio prius invenitu:r in parte apprehensiva quam in parte appetitiva: non enim patitur pars appetitiva, nisi passione praecedente in parte apprehensiva. Ergo passio est magis in parte apprehensiva quam in parte appetitiva.

    2. PRAETEREA, quod est magis activum, videtur esse minus passi-wm: actio enim passioni opponitur. Sed pars appetitiva est magis activa quam pars apprehensiva. Ergo videtur quod in parte appre-hensiva magis sit passio.

    3. PRAETEREA, sicut appetitus sensitivus est virtus in organo cor-porali, ita et vis apprehensiva sensitiva. Sed passio animae fit, proprie loquendo, secundum transmutationem corporalem. Ergo non magis est passio in parte appetitiva sensitiva quam in apprehensiva sensitiva.

    SED CONTRA EST quod Augustinus dicit, in 9 De Civ. Dei [c. 4], quod u motus animi, quos Graeci pathe, nostri autem quidam, sicut Cicero, perturbationes, quidam affectiones vel affectus, quidam vero, sicut in Graeco habetur, expressius passiones vocant . Ex quo patet quod passiones animae sunt idem quod affectiones. Sed aff ectiones manifeste pertinent ad partem appetitivam, et non ad apprehen-sivam. Ergo et passiones magis sunt in appetitiva quam in appre-hensiva. ~ . RESPONDEO DICENDUM quod, sicut iam [a. praeced.] dictum est, in nomine passionis importatur quod patiens trahatur ad id quod est agentis. Magis autem trahitur anima ad rem per vim appetitivam quam per vim apprehensivam. Nam per vim appetitivam anima habet ordinem ad ipsas rest prout in seipsis sunt : unde Philoso-phus dicit, in 6 Metaphys. [c. 4, lect. 4], quod bonum et malum n, quae sunt obiecta appetitivae potentiae,

  • LA S0:\'11\'IA TEOLOG lCA, I-II, q. 22, a. 2

    che il concetto di passione si attua pi nella parte appetitiva, che in quella conoscitiva.

    SOI.lZIO~E nF..LLE DIFF1coLT.: L Le condizioni di ci che costituisce una perfezione, sono diverse da qu'elle di ci che costituisce un difetto. Infatti nelle perfezioni si n1isura l'intensit in base alla vicinanza a un unico principio: la luminosit)' p. es., di un corpo luminoso si con-sidera pi o meno intensa in rapporto al corpo sommamente luminoso, al quale pi o meno si avvicina. 1 l\fa nelle cose che si presentano come difetti, l'intensit non si rriisu ra in base alla vicinanza a un sommo, bens scalando da un primo grado di perfezione. Perci il difetto meno grave quanto meno ci si allontana da quel primo grado: e quindi da principio si trova un difetto piccolo, che continuando la discesa diviene sempre pi gra.nde. Ora, la passione si presenta come una ca-renza1 essendo connessa con la potenzialit del soggetto. Cosicch negli esseri che si avvicinano alla. perfezione prima, cio a Dio, non si trova the poco o nuHa di potenzialit o di passione; invece,negli esseri che degradano essa tende ad aumentare. Ecco perch nella prima facolt dell'anin1a, cio nella parte conoscitiva, la ragione.di passione si trova meno accentuata.

    2. Si dice che la potenza appetitiva pi attiva; perch causa diret-tamente l'atto esterno. Ma ci dipende_ dal fatto che pi passiva, e cio dal fatto che dice ordine alle cose come sono in se stesse: infatti 1nediantel'atto esterno si raggiungono le cose (nelJa loro concretezza].

    3. Come abhiarno spit~gato nella Prima Parte, un organo pu subire delle alterazioni in due maniere. Primo, mediante un'alterazione im-materiale, in quanto riceve r immagine intenzionale di una cosa. Questo un elemento essenziale per l'atto della facolt sensitiva di conoscenza= tanto vero che l'occhio viene alterato dall'oggetto visi-bi1e, non per ei::;serne colorato, ma per ricevere l'immagine intenzio-nate del colore.2 e~ poi una seconda alterazione dell'organo, altera-zione fisologica che modifica l'organo nella sua fisica disposizione: cio mediante il riscaldamento, il raffreddamento ed altre simili tra-smutazioni. Ora, codesta alterazione accidentale rispetto all'opera-zione conoscitiva del senso; tale , p. es., l'affaticarsi dell'occhio per il guardare troppo intenso~ e la lesione del medesimo dovuta alla vee-menza improvvisa di un oggetto. Invece le alterazioni di questo genere sono ordinate essenziahnente all'atto dell'appetito sensitivo: cosicch nella definizione di codesti moti della parte appetitiva, si usa indicare come elemento materiale la trasmutazione fisica di qualche organo; si dice, p. es., che lira u l'accensione del sangue intorno al cuore" 3 Perci la qualifica di passione si applica pi all'atto dell'appetito sen-sitivo che all'atto delle facolt di percezione, sebbene siano entrambi atti di organi corporei.

    i L'esempio, tratto dalla fisl.ca antica. non infirma la validit. del principio, il quale conserva tn.tto n suo valore pe.r le pertezlont 11 simpliciter slmplices " cio per le perfezioni pure, che banno in Dio la loro attuazione suprema.

    2 L'Aurore pensava elle nell'atto visivo ci fosse la sola alterazione spirituale, o intenzionale tcfr. voL V, pp. 194, f95L la.vece le indagini PoSitive moderne banno

  • LA SEDE DELLE PASSIONI 31

    rebus, sed in mente u. Unde patet quod ratio passionis magis inveni-tur in parte appetitiva quam in parte apprehensiva.

    AD PRIMUM ERGO DlCENDUM quod e contrario se habet in bis quae pertinent, ad perfectionem, et in bis quae pertinent .ad defectum. Nam in his quae ad perfectionem pertinent, attenditur intensio per accessum ad unum primum principium, cui quanto est ali quid pro-pinqui us, tanto est magis intensum: sicut intensio lucidi attenditur per accessum ad aliquid summe lucidum, cui quanto aliquid magis a,ppropinquat, tanto est magis lucidum. Sed in his quae ad defe-

    ctum pertinent, attenditur intensio non per accessum ad aliquod summum, sed per recessum a per.recto: quia in hoc ratio privationis et defectus consistit. Et ideo quanto minus recedit a primo, tanto est minus intensum: et propter hoc, in principio semper invenitur parvus defectus, qui postea procedendo magis multiplicatur. Passio autem ad. defectum pertinet: quia est alicuius secundum quod est in potentia. Unde in bis quae appropinquant primo perfecto, sci-licet Deo, invenitur parum de ratione potentiae et passionis: in aUis autem consequenter, plus. Et sic etiam in priori vi animae, scilicet apprehensiva, invenitur minus de ratione passionis.

    Ao SECUNDUM DICENDUM quod vis appetitiva dicitur esse magis activa, quia est magis principium exterioris actus. Et hoc habet ex hoc ipso ex quo habet quod sit magis passiva, scilicet ex hoc quod habet ordinem ad rem ut est in seipsa: per actionem enim ex.te-riorem pervenimus ad consequendas res.

    AD TERTIUM DICENDUM quod, sicut in Primo [ q. 78, a. 3) dictum est, dupliciter organum animae potest transmutari. Uno modo, transmutatione spirituali, secundum quod recipit intentionem rei. Et hoc per se invenitur in actu apprehensivae virtutis sensitivae: sicut oculus immutatur a visibili, non ita quod coloretur, sed ita quod recipiat intentionem coloris. Est autem alia naturalis trans-mu tatio organi, prout organum transmutatur quantum ad SU?m naturalem dispositionem: puta quod calefit aut infrigidatur, vel alio simili modo transmutatur. Et huiusmodi transmutatio per ac-cidens se habet ad actum apprehensivae virtutis sensitivae: puta cum oculus fatigatur ex forti intuitu, vel dissolvitur ex vehementia visibilis. Sed ad actum appetitus sensitivi per se ordinatur huius-modi transmutatio: unde in definitione motuum appetitivae partis, materialiter ponitur aliqua naturalis transmutatio organi; sicut dicitur quod u ira est accensio sanguinis circa cor n [ cfr. 1 De Anima, c. 1, lect. 2]. Unde patet qnod ratio passionis magis invenitur in actu sensitivae virtutis appetitivae, quam in actu sensitivae virtutis apprehensivae, licet utraque sit actus organi corporalis.

    precisato che anche la Vista condiz.ionata a un'alterazione fisiologica, che per non deve far dimenticare la trasmutazione di ordine superiore.

    3 Naturalmente. come lo stesso Aristotele notava nel passo citato, non basta considerare il sofo aspetto fisico di codesti fenomeni, per dare una definizione ade-guata. n Diverso il modo di definire per il fisico e per il dialettico. Infatti mentre per quest'ultimo l'ira l'appetito della vendetta, per l'altro l'accoosione del sangue intorno al cuore. L'uno mette In evidenza. la forma nella definizione, l'altro la materia (/De Antma. c. 1}.

  • 32 LA SOl\1:'.\f A TEOLOGICA, I-Il, q. 22, a. 3

    ARTICOLO 3 Se Ia passione risieda pi nell'appetito sensitivo che in qello intellettivo,

    chiamato volont.

    SEMBRA che la passione non risieda nell'appetito sensitivo, pi che in quello intellettivo. Infatti:

    1. Dionigi fa osservare, che leroteo istruito non solo mediante una ispirazione divina, ina mediante una passione del divino n. Ora codesta passione deUe cose divine non pu appartenere all'appetito sensitivo, il cui oggetto il bene sensibile. Quindi la passione si trova nell'appetito intellettivo, come in quello sensitivo. 1

    2. Pi l'elemento attivo potente, pi forte la passione. Ora, l'og-getto dell'appetito intellettivo, che il bene nella !iua universalit, un elernento attivo pi potente che l'oggetto dell'appetito sensitivo, il quale un bene particolare. Dunque l'aspetto di passione pi nel-l'appetito intellettivo che in quello sensitivo.

    3. Gioia e amore sono elencati t.ra le passioni. Ora essi si trovano anche nell'appetito intellettivo, e non soltanto in quello sensitivo; al~ trhnenti non sarebbero attribuiti a Dio e agli angeli nella Scrittura. Perci le passioni non risiedono nell'appetito sensitivo pi che in qnello intellettivo.

    IN' CONTRARIO: 1. Il Da1nasccno cosl descrive le passioni dell'anima: 1c J_;a passione un n1oto deir appetito sensitivo verso il bene, o verso il male, presente nelI'imrnaginazione. Oppure: La passione un moto dell'a11in1a irrazionale, mediante l'apprensione di un bene o di un malo n, 2

    HlSPONDO: La passione si. trova propriamente dove c' trasmuta zione corporea. O:ra, negli atti delrappetito sensitivo codesta trasmu-tazione non soltanto immateriale, come nella percezione sensitiva, ma anche fisica. Invere negli atti dell'appetito intellettivo non si ri-chiede un 'alterazione l.sica, poich codesto appetito non facolt di un qualche organo. Perci evidente che il concetto di passione si applica in 1naniera pi appropriata all'atto deH'appetito sensitivo, che a queHo dell'appetito intellettivo; il che dimostrato anche dalle definizioni riportate del Damasceno.

    SOLPZIONE DELLE DIFFICOLT: 1. ((Le passioni del divino o, di cui parla Dionigi ucl brano sud.

  • LA SEDE DELLE PASSIONI

    ARTICULUS 3 Utrum passio sit magis in appetito sensitivo quam intelleetivo,

    qui dieitur voluntas. 1. q. 20, a. 1, ad. 1; 3 Sent., d. 15, q. 2; a. 1, qc. 2; .f, d.. 49, q. 3, a. 1, qc. 2, ad 1;

    De J'ertt .. q. 26, a. 3; 2 Etnie . lect. 5.

    AD TERTlUM SIC PROCEDITUR. Videtur qaod passio non magis sit in appetita sensitivo quam in appetita intellectivo. Dicit enim Diony-sias, 2 cap. De Div. Nom. [Iect. 4), qaod Hierotheas cc ex quadam est doctas diviniore inspiratione, non solum discens, sed etiam patiens divina u. Sed passio divinorum non potest pertinere ad appetitam sensitivam, caias obiectum est bonam sensibile. Ergo passio est in appetitu intellectivo, sicut et in sensitivo.

    2. PRAETEREA, quanto activum est potentius, tanto passio est for-tior. Sed obiectum appetitas intellectivi, qaod est bonam universale, est potentins activam quam obiectam appetitas sensitivi, qaod est bonum particalare. Ergo ratio passionis magis invenitur in appetita intellectivo qua1n in appetitu sensitivo.

    3. PRAETEREA, gaudium et amor passiones qaaedam esse dicantar. Sed haec inveniuntur in appetitu int~liectivo, et non solum in sen-sitivo: alioqain non attribaerentur in Scripturis Deo et angelis. Ergo passionos non magis sunt in appetita sensitivo qaam in intel-lectivo.

    SED CONTRA EST quod dicit Damascenus, in 2 libro [De Fide Orth., c. 22), describens animaies passiones: u Passio est motus appetitivae virtutis sensibilis in imaginatione boni vel mali. Et aliter: Passio est motus irrationaHs animae per suspicionem boni vel mali,,,

    RESPONDEO DICENDUM quod, sicut iam [a. 11 dictum est, passio proprie invenitur ubi est transmutatio corporalis. Quae qaidem in-venitur in actibus appetitus sensitivi; et non solum spiritualis, sicat est in apprehensione sensitiva, sed etiam naturalis. In acta aatem appetitus intellectivi non requiritur aliqua transmutatio corporalis: qaia huiusmodi appetitus non est virtus alicuias organi. Unde patet qaod ratio passionis magis proprie invenitur in acta appetitas sen-sitivi quam intellectivi; ut etiam patet per definitiones Damasceni inductas [in arg. S. c.]

    AD PRIMUM ERGO DICENDUM quod ((passio divinorum H ibi dicitur af-fectio ad divina, et coniunctio ad ipsa per amorem: quod tamen fit sine transmutatione corporali.

    An SECUNDUM DICENDUM quod magnitudo passionis non solum de-pendent ex virtate agentis, sed etiam ex passibilitate patientis: quia qaae sunt bene passibilia, maltum patiuntur etiam a parvis activis. Licet ergo obiectum appetitus intellectivi sit magis activam qaam obiectum appetitus sensitivi, tamen appetitas sensitivus est magis passivus.

    tua1e, come egli dir indirettamente nena soluzione. Per giustificare nna. identit di terminologia talora sufficiente una vaga somiglianza.

    2 La definizione del Damasceno [t 749} accettata pienamente dall'Autore, come evidente dal Rispondo. Il capitolo citato del De Fide Drth.odoxa una delle fonti Pi accreditate del trattato tomistico sulle passioni. Non tutte le affermazioni del Santo Dottore siriano sono per ugualmente accettabJU senza riserve. come avremo occasione di vedere in sieguito.

  • LA S01Ii\IA TEOLOGICA, I-II, q. 22, a. 3

    3. L 'a.more, il gandio e sentimenti consimili attribuiti a Dio, agli angefi. 1 oppure agli uomini secondo l'appetito intellettivo, esprimono un semplice atto di volont per una somiglianza di effetti, ma senza passione. Perci S ... Agostino scrive: u Gli angeli sa~ti puniscono senza ira, e s~lccorrono senza provare con1passione per la miseria. Tuttavia si usurpano i nomi di codeste pasgioni anche trattando di essi, in forza del rnodo umano consueto di parlare, per una certa somiglianza dt opere' e~ non per una in fer111H d sentimenti u. 1

    i Al termine de!Ja questione Ja natura delle passioni, ricercata indirettamente, si dell.nea con chiarezza. La passione psicologica - passto antmae - non un istinto, o una facolt. ma un fe11omeno transeunte che interessa indirettamente la parte S1J.l)'Cr1ore (\(',I nos.tr

  • LA SEDE DELLE PASSIONI 35

    AD TERTlUM DICENDUM quod amor et gaudium et alia huiusmodi, -cum attribuuntur Deo vel angelis, aut hominibus secundum appe4 titum intellectivum, significant simplicem actum voluntatis cum si-militudine effectus, absque passione. Unde dicit Atrgustinus, 9. De Civ. Dei (c. 5] : Sancti angeli et sin e ira puniunt, et sine miseriae compassione subveniunt. Et tamen istarum nomina passionum, con-suetudine locutionis humanae, etiam in eos usurpantur, propter quandarn operum similitudinem, non propter affectionum infirmi-

    . tatem .

    '1,ffettivi dell'essere umano. Per circoscrivere ancot"a meglio il fenomeno passione, va ricordato che esso da ricercarsi formalmente negli appetiti inferiori dell 'ani-malit. Siamo nella sfera dell'irra.zionale. Gli atteggiamenti affettivi di ordine superiore Si di-cono passioni solo per un abuso del 00.rmine. Se i moderni cultori di psicologia avessero saputo circoscrivere cosi ben.e la passione, ci avrebbero ri-sparmiate tante inconcludenti divagazioni.

  • QUESTIONE 23 Le differenze delle passioni.

    veniamo .ora a considerare le reciproche differenze delle passioni. 1 Sulr argornento si pongono quattro quesiti: 1. Se le passioni del con-

    cupiscibile siano diverse da quelle dell'irascibile; 2. Se la contrariet esistente tra le passioni dell'irascibile si riduca alla contrariet tra il bene e il male; 3. Se ci sia una passione senza il suo contrario; 4. Se nella medesima facolt ci siano delle passioni di specie differente, ma non contrarie fra loro.

    ARTICOLO 1 Se le passioni del concupiscibile siano diverse da quelle esistenti

    nell'irascibile. 3

    SEMBRA che le passioni delrirascibile si identifichino con quelle del concupiscibile. Infatti :

    1. Aristotele insegna che le passioni dell'anima sono quelle u cui tien dietro gioia e tristezza)), Ora gioia e tristezza sono nel concupi-scibile. Dunque tutte le passioni sono nel concupiscibile. Quindi non sono parte nell'irascibile e parte nel concupiscibile.

    2. Spiegando quel passo evangelico u Il regno dei cieli simile al Hevito .... , la Glossa di S. Girolamo commenta: u Possediamo la pru-denza nella ragione, l'odio dei vizi nell'irascibile, e il desiderio della virt nel concupiscibile >1, Ma l'odio, come l'amore, si trova nel con-cupscibile secondo Aristotele. Dunque la stessa passione si trova nel-l'irascibile e nel concupiscibile.

    3. Gli atti e le passioni differiscono nella specie secondo l'oggetto. Ora, bene e 1nale sono oggetto delle passioni e dell'irascibile e del con cupiscibile. Dunque anche codeste passioni non si distinguono.

    IN CONTRARIO: Gli atti di potenze diverse, vedere e udire, p. es., sono specificamente diversi. Ora, come abbiamo visto nella Prima Parte, lirascibile e il concupiscibile sono due potenze dell'appetito sensitivo. Perci) essendo le passioni n1oti dell'appetito sensitivo, quelle che si trovano nell' irascibile sono specificamente distinte da quelle che ri-siedono nel concupiscibile.

    RrsPoNoo = Le passioni dell'irascibile differiscono sp.eciflcamente da quelle del concupiscibile. Dal momento, infatti, che potenze diverse hanno oggetti diversi, come abbiamo detto nella Prima Parte, pas~ sioni di potenze diverse dovranno necessariamente riferirsi a og-getti dive1si. Anzi le passioni di diflerenti potenze hanno una diffe-

    1 Si apre cost il problema deUa. classificazione delle passioni. Il Dottore Angelico si prepara a risolverlo in basa aJ principil della sua psicologia. Si tratta, come voor-emo, di princ.ipH elementari. che hanno la riprova della loro validit in questa logica inquadratura de.Ile passtonf, costruita 1n parte con perfetta coerenza dai vari spunti, raccolti spigolando nelle opere dei predecessori.

  • QUAESTIO 23 De dillerentia passionum ab invicem

    tn quatuor arttcuios dtvtsa.

    DBINDE considerandum est de passionum differentia ~d invicem. Et circa hoc quaeruntur quatuor. Primo: utrum passiones quae

    sunt in concupiscibili, sint diversae ab his quae sunt in irascibili. Secundo: utrum contrarietas passionum irascibilis sit secundum

    . contrarietatem boni et mali. Tertio: utrum sit aliqua passio non habens contraritim. Quarto : utrum sint aliquae passiones di.fferen .. tas specie, in eadem potentia, non contrariae ad invicem.

    ARTICULUS 1 Utrum passiones quae sunt in eoneupiscibili, sint diversae ab his

    quae sunt in irascibili. De VerU., q. 26, a. 4.

    An PRIMUM sic PROCEDJTUR. Videtur quod passiones eaedem sint in irascibili et in concupiscihili. Dicit enim Philosophus, in .2 Ethic. [c. 5, lect. 5], quod passiones animae sunt quas sequitur gaudium et tristitia . Sed gaudium et tristitia sunt in concupiscibili. Ergo omnes passiones sunt in concupiscibili. Non ergo sunt aliae in ira-scibili, et aliae in concupiscibili.

    2. PRAETEREA, Matth. 13, 38, super illud, n Simile est regnum cae-lorum fermento etc. ,,, dicit Glossa Hieronymi: "In ratione possi-

    . deamus prudentiam, in irascibili odium vitiorum, in concupiscihili desiderium virtutum n. Sed odium est in concupiscibili, sicut et amor, cui contrariatur, ut dicitur in ! Topic. [c. 7). Ergo eadem passio est in concupiscibili et irascibili.

    3. PRAETEREA, passiones et actus difierunt specie secundum ohiecta. Sed passionum irascibilis et concupiscibilis eadem obiecta sunt, sci licet bonum et malum. Ergo eaedem sunt passiones irascibilis et concupiscibilis.

    SED CONTRA, diversarum potentiarum actus sunt specie diversi, sicut videre et audire. Sed irascibilis et concupiscihilis sunt duae poten-tiae dividentes appetitum sensitivum, ut in Primo [ q. 81, a. 2] di-ctum est. Ergo, cum passiones sint motus appetitus sensitivi, ut supra [ q. 22, a. 3] dictum est, passiones quae sunt in irascibili, erunt aliae secundum speciem a passionibus quae sunt in concu-piscibili.

    REsPoNnEo DICENDUM quod passiones quae sunt in irascibili et in concupiscihili~ differunt specie. Cum enim diversae potentiae ha-heant diversa obiecta, ut in Primo [ q. 77, a. 3] dictum est, nec-esse est quod passiones diversarum potentiarum ad diversa obiecta

    La. distinzione tra coneuptsctbtte e irasctbtie di origine platonico-aristotelica. S. Tommaso la desume immediatamente dal DA.MASC&..,o ! De FMe Orth.., e. 12 (cfr. 1, q, 81, a. 3). I due termini latini che e interessano hanno per un'etimologia assa.L compllcata, come notammo in vol. V, pp. 860 s.

    3 - IX

  • 38 LA SOM.VIA TEOLOGICA, q. 23, a. 1

    renza. specifica anche pi forte: poich si richiede maggiore differenza di oggetto per costituire la difierenza specifica tra le potenze, che per diversificare la specie delle passioni e degli atti. Infatti come tra gli esseri corporei la dfrersit. del genere connessa con la diversa po-tenzialit della rr1ateria, mentre la diversit della specie dipende dalla diversit di forrne in una stessa materia; 1 cos nelle funzioni psicologiche, gli atti eh~ appartengono a facolt diverse sono diversi non solo nella specie, ina anche nel genere; invece gli atti e le passioni rgrrnrdunti oggetti specificarnent.e diversi, cornpresi sotto l'oggetto comune di una data facolt, differiscono tra loro come specie di un unico genere.

    Per conoscere, dunque, quali passioni appartengono all1 irascibile e quali al concupiscibile bisogna rifarsi all'oggetto di queste due po-tenze. 2 Ora, abbiamo gi spiegato nella Prima Parte, che l'oggetto del concupiscibile il bene o il 1nale d'ordine sensibile preso in assoluto, che rispettivamente piacevole o spiacevole. L'anima, per, talora costretta a subire una difficolt o un contrasto nel conseguire il bene, e nel fuggire il male, in quanto esso si trova come al disopra del po-tere ordinario deH 'animale. Perci ii male o il bene, in quanto si pre-senta arduo o difficile, oggetto dell'irascibile. E quindi tutte le pas-sioni che si riferiscono al sernplice bene o semplice male, quali sono gaudio, tristezza, arnorer odio e simili, spettano al concupiscibile. In vece tutte le passioni che riguardano il bene e il male come cosa ardua, in quanto assequibile o elirnina:hile con una e.erta difficolt, spettano all'irascibile: cosi l'audacia, il timore, la speranza e simili.

    SOLUZIONE DELLE DIFFICOLT: 1. Abbiamo gi detto nella Prirna Parte che agli animali stata concessa la potenza dell'irascibile, per elimi-nare gli ostacoli che impediscono al concupiscibile di tendere al pro-prio oggetto, o per la difficolt di conseguire il bene, o per le difficolt di superare il male. Perci tutt.e .le passioni deH' irascibile hanno corne termine le passioni dcl concupiscibile. Per questo motivo anche le passioni dell'irascibile sono accompagnate dal gaudio e dalla tristez-za, che risiedono uel concupiscibile. 3

    2. S. Girolarno attribuisce l'odio dci vizi all'irascibile non per rodio in se stc-sso, che propriamente spetta al concupiscibile; ma per il com-battimento [contro di essfj che. va attribuito all' irascibile.

    3. 11 bene in quanto dilettevole muove il concupiscibile. Ma se e' una certa difficolt nel conseguirlo, presenta qualche cosa che ripu-gn_a al concupiscibile. Perci era necessario ammettere un'altra po-tenza, per tendere verso di esso. Lo stesso si dica per il male. Ora, codesta potenza P irascibiJe. Perci le passioni deU' irascibile e del concupiscibile sono specificamente diverse.

    1 Seconcto la fisica. aristoteJica, la materia dei corpi ce-lesti sarebbe stata hen dhersa. da quella dei corpi sublunari, o terrestrl. Il nostro pianeta. avrebbe .avuto una materia composta. aei quaHro elt!rnenti - terra, acqua. aria e fuoco , mentre i co1pi cNesti sarebbero stati composti di una materia immune da trasmutazioni sostanziali, cio d una quinta essentia che ne faceva delle entit di genere diverso.

    2 J, argomento tn contrario era troppo semplicista, e quindi l'Autore lo ha l'ife-rit.o solo r.ome argomento dialettico. La forza vera del ragionamento pi complesso (>laborato nel Rispondo st.a 11el fatto che la distinzione stessa tra le due facolt. giustificata pienamente dall'iTriduc.ibHe opposizione dei vari oggetti, cio tra U bene semplice e il btme arduo, tra il male tacilmente eliminabile, e U male che impegna il soggetto a uno sforzo considerevole. n comporta.mento affettivo nel Oggetto e troptm liverso nei due casi, perch si possa parlare i un unico prin-cipio lmmedato d'operazione. L'uomu che coglie avidamente un frutto nella pro prta. \ign.a. non ha. l'atteggiamento psichico di colui che sta trafugando un

  • LE DIFFEHENZE DELLE PASSIONI 39

    referantur. Unde inulto rnagis passiones diversarum potcntiarum specie differunt: 1naior enirn differentia Qbiecti requiritur ad di-versificandam speciem poientiaru111, quam ad diversificandam spe-ciem passionurn vel actuurn. Sicut enim in naturalibus diversitas generis consequitur diversitatem potentiae materiae, diversitas au-tem speciei diverstatem forma e in eadem materia; ita in actibus animae, actus ad diversas potentias pertinentes, sunt non solum specie, sed etiam genere diversi; actus autem vel passiones respi-cientes diversa obiecta specialia comprehensa sub uno communi obiecto unius potentiae, differ:unt sicut spccies illius generis.

    Ad cognoscendum ergo quae passiones sint in irascibili, et quae in concupiscibili, oportet assumere obiectum utriusque potentiae. Dictum est aute1n in Primo [q. 81, a. 2] quod obiectum potentiae concupiscibilis est bonum vel malum sensibile sirnpliciter acceptum, quod est delectabile vel dolorosum. Sed quia necesse est quod in-terdum anima difficultatem vel pugnam patiatur in adipiscendo aliquod huiusrnodi bonum, vel fugiendo aliquod huiusmodi malum, inquantum hoc est quodammodo elevatum supra facilem potcstatem animalis; ideo ipsum bonum vel malum, secundum quod habet rationem ardui vel difficilis, est obiectum irascibilis. Quaecumque ergo passiones respiciunt absolute bonum vel malum, pertinent ad cdncupiscibilem: ut gaudium, tristitia, amor, odium, et similia. Quaecumque vero passiones respiciunt bonum vel malum sub ra-tione ardui, prout est aliquid adipiscibile vel fugibile cum aliqua difficultate, pertinent ad hascibilem: ut audacia, timor, spes; et huiusmodi.

    AD PRI:MUM ERGO DICENDUM quod, sicut in Primo [ibid. J dictum est, ad hoc vis irascibilis data est anirnalibus, ut tollantur impe-dimenta quibus concupiscibilis in suum obiectum tendere prol1i-betur, vel propter difficultatem boni adipiscendi, vel propter difficul-tatem niali superandi. Et ideo passiones irascibilis omnes tcrmi-nantur ad passiones concupiscibilis. Et secundum hoc, etiam pas-siones quae sunt in irascibili, cousequitur gaudium et tristitia, quae sunt in concupiscibili.

    AD SECUNDUM DJCENDUM quod odiurn vitiorum attribuit Hierony-mus irascibili, non propter rationem odii, quae proprie competit concupiscibili; sed propter impugnationem, quae pertinet ad ira-scibilem.

    An TERTIUM mCExnuM quod bonum inquantum est delectabile, movet concupiscibilem. Sed si bonum habeat quandam difficulta-tem ad adipiscendum, ex hoc ipso habet aliquid repugnans con-cupiscibili. Et ideo necessarium fuit esse aliam potentiam quae in id tenderet. Et eadem ratio est de malis. Et haec potentia est ira-scibilis. Unde ex consequenti passiones concupiscibilis et irasci-bilis specie differunt.

    tesoro sotto la minaccia. di un serio pericolo di morte. I termini usati da S. Tom-maso ci possono anche scmbl'al'e inadeguati; ma un fatto che qui siamo di fronte a due facolt dell'anima assolutamente distinte tra loro. E se sono distinte le fa-colt, chiaro eh.e questa la prima distinzione che s'impone dell'ambito dei moti passionali: essi si dividono nelle due categorie di passioni del concuptscibile, e passioni dell'irascibile.

    a Nell'articolo gi citato della Prima Parte, e che bene rileggere per meglio comprendere il pensiero dell'Autore, questi afferma che u l'irascibile come il vindice e il difensore del concupiscibile, insorgendo contro quanto impedisce di raggiungere le cose gradevoli, da quest'ultimo desiderate, o contro quanto causa quei nocumenti, che dal concupiscibile sono aborriti. ... 11 (1, q. 81, a. 2).

  • 40 LA SO~t:MA TEOLOGICA, I-II, q. 23, a. 2

    ARTICOLO 2 Se la contrariet delle passioni dell'irascibile si riduca alla contrariet.

    tra bene e male.1

    SEMBRA che 1.a contrariet deHe passioni del1' irascibile si riduca alla contrariet esistente tra il bene e il male. Infatti:

    1. Le passioni dell'irascibile sono ordinate, come abbiamo detto, alle passioni del concupiscibile. ~Ia Ie passioni del concupiscibile, p. es., amore odio, gaudio e tristezza, non sono contrarie tra loro, se non in forza deHa contrarjet t.ra il bene e il male. Dunque lo stesso vale per le passioni dell' irascibile.

    2. Le passioni differiscono secondo il loro oggetto, come i vari moti secono il loro termine. Ma Ia contrariet dei moti si riduce alla con-trariet dei termini, come Aristotele spiega. Dunque tra le passioni stesse la contrariet si riduce alla contrariet dei loro oggetti. Ora, oggetto del1'appetito il bene o il male. Perci non ci pu essere con-trariet di passioni in una potenza appetitiva, che non si riduca alla contrariet tra bene e male.

    3. Avicenna scri\Te che a ogni passione dell'anima si presenta come attrazione/i: oppure corne ripulsa n. Ma l'attrazione viene causata dal bene, e la ripulsa dal rnale: poich come, a dire di Aristotele, ((il bene ci che tutti gli esseri desiderano n, cosi il male ci che tutti fuggono. Dunque la contrariet tra le passioni dell'anima non pu essere basata che sull'antinomia t.ra bene e male. .

    IN CONTRARIO: Tin1ore e audacia sono contrari, come Aristotele di-mostra. :\la la distinzione tra timore e audacia non basata sull'anti~ nomia tra bene e male: poich l'uno e l'altra hanno per oggetto il male. Dunque la contrariet. delle passioni dell'irascibile non sempre si riduce aH'opposizione tra bene e male.

    H1spo:sno: La passione un nwto, come spiega Aristotele. Perci la contrariet delle passioni va considerata secondo la contrariet dei moti o delle mutazioni. Ora, nelle mutazioni, o nei moti, ci sono due tipi di contrariet. La prima basata sull'atto di accedere o di recedere rispetto a un medesimo termine: e codesta contrariet pro-pria delle trasnlutazioni, cio della generazione, che sfocia nell'es-sere1 e della corruzione, che dall'essere si allontana. La seconda fondata sull'opposiz.ione dei termini, ed la contrariet esistente proprian1ente tra i 1noti: l' ilnhiancare, p. es., moto dal nero al bianco, opposto all'annerire che il rnoto dal bianco al nero.

    Orbene, anche nelle passioni dell'anima ci sono questi due tipi di contrariet: la prima fondata. sulla contrariet degli oggetti, cio sull'antinomia tra bene e niale; la seconda fondata sull'atto di acce-dere o di recedere 1isp2tto a un medesimo termine. 3 Nelle passioni del concupiscibile si trova soltanto la prima, cio quella fondata sull' oppo!:3izione degli oggetti tra loro; invece nelle passioni del-1' irascibile. si trova anche la seconda. E la ragione questa, che

    i Il quesito pi modesto di qua.nt.o l'artico.Io di fatto contcene. Infatti l'Autore non si limita a decidere il caso delle passioni dell'ir~cibile, ma ne prende lo spunto per imposta.re JJ pJ"obJema generaJe deJJa cJa.ssificazione dei moti passionali.

    2 Avicenna {IbnSina), medico e fiJosofo arabo vissuto dal 980 al 1037, celebre in-terpHrte deA pensiero. di Aristotele.

  • LE DIFFERENZE DELLE PASSIONI 41

    ARTICULUS 2 Utrum contrarietas passionum irascibilis sit seenndum eontrarietatem

    boni et mali. ~ Sent., d. 26, q. 1, a. 3; De Veru .. q. H, a. (a.

    AD SECUNDUM SIC PROCEDITUR. Videtur quod contrarietas passio-num irascibilis non sit nisi secundum contrarietatem boni et mali. Passiones enim irascibilis ordinantur ad passiones concupiscibilis, ut dictum est [a. praeced. ad 1]. Sed passiones concupiscibilis non contrariantur nisi secundum contrarietatem boni et mali; sicut amor et odium, gaudium et tristitia. Ergo nec passiones irascibilis.

    2. PRAETEHEA, passiones diflerunt secundum obiecta; sicut et motus secundum terminos. Sed contrarietas non est in motibus nisi se-cundum contrarietatem terminorum, ut patet in 5 Physic. [c. 3, lect. 8]. Ergo neque in passionibus est contrarietas nisi secundum contrarietatem obiectorum. Obiectum autem appetitus est bonwn vel malum. Ergo in nulla potentia appetitiva potest esse contra-rietas passionum nisi secundum contrarietatem boni et mali.

    3. PRAETEREA, te omnis passio animae attenditur secundum acces-sum et recessum )), ut Avicenna dicit, in Sexto de NatuTalibus [a. De Anima, part. 2, c. 3]. Sed accessus causatur ex ratione boni,

    . recessus autem ex ratione mali: quia sicut bonum est quod om-nia appetunt n, ut dicitur in I Ethic. [c. 1, lect. 1; cfr. 10, c. 2, lect. 2], ita malum est quod omnia fugiunt. Ergo contrarietas in passionibus animae non potest esse nisi secundum bonum et malum.

    SED CONTRA, timor et audacia sunt contraria, ut patet in 3 Ethic. [c. 7, lect. 15]. Sed timor et audacia non differunt secundum bonum et malum: quia utrumque est respectu aliquorum malorum. Ergo non omnis contrarietas passionum irascibilis est secundum contra-rietatem boni et mali.

    RESPONDEO DICENDUM quod passio quidam mtus est, ut dicitur in 3 Physic. [c. 3, lect. 5]. Unde oportet contrarietatem passionum ac-cipere secundum contrarietatem motuum vel mutationum. Est au-tem duplex contrarietas in mutationibus vel motibus, ut dicitur in 5 Physic. [c. 5, lect. 8]. Una quidem secundum accessum et recessum ab eodem termino: quae quidem contrarietas est proprie muta-tionum, idest generationis, quae est mutatio ad esse, et corruptio nis, quae est mutatio ab esse. Alia autem secundum contrarietatem terminorum, quae proprie est contrarietas motuum: sicut dealba-tio, quae est motus a nigro in album, opponitur denigrationi, quae est motus ab albo in nigrum.

    Sic igitur in passionibus animae duplex contrarietas invenitur: una quidem secundum contrarietatem obiectorum, scilicet boni et mali; alia vero secundum accessum et recessum ab eodem termino. In passionibus quidem concupiscibilis invenitur prima contrarietas tantum, quae scilicet est secundum obiecta: in passionibus autem irascibilis invenitur utraque. Cuius ratio est quia obiectum concu-

    a Il P. Serafino Capponi [t 1614] illustra l'idea con un esemplo: moltl israeliti d1 fronte al gigante Golia, presi dal timore tuggtyano; David lnTece con grande audacia va ad attrontarlo. Si tratta di due mott contrari Terso un medesimo oggetto (ctr. P. SEltAPHlNI CAPPO:'iI A PORRECTA, Eluctdattones formaies tn Summam. Theol. s. Tnomiu, in Ji. aL

  • 42 LA S0~11'.IA TEOLOGlCA, I-Il, q. 23, .aa. 2-3

    l'oggetto de.I concupiscibile, come. si ricorder, il bene o il male d'or-dine sensibile assolutamente considerati. E il bene in quanto bene non pu essere un terrnine a quo (da cui si recede], ma solo termine ad quem; poich nessuna cosa fugge il bene in quanto bene, ma tutte lo desiderano. Cosi pure non e' un essere che desideri il male in quanto n1ale) ma tutti lo fuggono: quindi il male non ha n1ai ragione di termine ad quem., ma solo cli terrnine a quo. Perci ogni passione del co11cupisdbile relativa al bene orientata verso di esso: cos l'amo-re, il desiderio e il gaudio; e ogni sua passione relativa al male con-traria ad esso: cos l'odio, la fuga o ripugnanza, e la tristezza. Quindi ueHc passioni del concupiscibile non pu esserci la contrariet fon-data su Il' atto di accedere o di recc.~dere rispetto a un n1edesimo ter-mine> o a un rnedesimo oggetto. 1

    Invece abbiamo visto che og,getto dell'irascibile il bene o il male di ordine sensibile. non considerato in assoluto, ma difficile ed arduo. Ora, il bene arduo o difficile, in quanto bene, ha un aspetto che giu-stifica una tendenza verso di esso ed la passione della speranza; e in quanto arduo, o difficile, determina una ripulsa, che la passione della disperazione. Cosi pure H male arduo, in quanto male, presenta un aspetto che lo rende scostante: e codesto sentimento costituisce la passone del timore; rna presenta pure un'attrattiva, come cosa ardua mediante la quale si pu sfuggire il predominio del male: ed sotto tale aspetto che r audacia tende verso di esso. Perci nelle pas-sioni dell1 irascibile si trova la contrariet riducibile all'antinomia tra bene e rnale, come tra la speranza e il timore; e vi pure la contra-riet basata sull'atto di accet!ere o di recedere rispetto a un medesimo tennine, come avviene tra l'anacia e il timore:a

    Sono cos risolte anche le difficolt. 3

    AHTICOLO 3 Se vi sia una passione delranima senza il suo contrario..

    SEMBRA che ogni passione deU'ani1na abbia il suo contrario. Infatti: 1. Le passioni sono, o ncll' irascibile, o nel concupiscibile, come

    abbiarno detto. Ma sia le une che le altre hanno la loro contrariet. Dunque tutte le passioni hanno il loro contrario.

    2. Ogni passione indirizzata o aJ bene, o al male, che formano l'og-getto di tutta la _parte appetitiva. !\fa alla passione, che ha per og-getto il bene, si contrappone quella che ha per oggetto il male. Quindi ogni passione ha il suo contrario.

    1 li JeHore accorto trola che n questa. pericope l'Autore ha proseguito l'opera di classificazione. rispetto alle passioni del concup.iscibile. Si tratta. di sei passioni: tre per il heno e tre per n male.

    ~ Ne.>ll' ira&,illile troviuno quindi a.H:re due coppie di passioni, e raggiungiamo CO$ il mtmero di dieci. Nell'articol seguente Si parler dell'undecima e ultima, che non ammi~tw una nassione ccntra:i;ia.

    3 B tntel't'ssa.nte confrontare questo artitolo della Somma con quanto s. Tom-maw aveva scritto nelle questioni dispiHate De Veritate (q. 26, a. 4). Ci accorgiamo che egli qai non soltanto ha sempJifica.to l esposizione, ma ha approfondito Ja dot-trina, sr;ocialmente per quanto riguarda la. classificazione delle passioni dell'ira-scibile. Per quanto si rifer.se.e alle passioni del concupiscbUe non vogUamo defrau-are 1 nostri lettori di queste interessanti precisazioni: La. distinzione si ricava anche considerando i vari gradi d

  • LE DIFFERENZE DELLE PASSIONI 43

    piscibil1s, ut supra [a. praeced.] dictum est, est bonum vel malum sensibile absolute. Bonum autem, inquantum bonum, non potest esse terminus ut a quo, sed solum ut ad quem: quia nihil refugit bonum inquantum bonum, sed omnia appetunt ipsum. Similiter nihil appetit malum inquantum huiusmodi, scd omnia fugiunt

    ipsum: et propter hoc, malum non habet rationem termini ad quem, se so1um termini a quo. Sic igitur omnis passio concupi-scibilis resper.tu boni, est ut in ipsum, sicut a1nor, desiderium et .gaudium ~ ornns vero passio eius respectu inali, est ut ab ipso, sicut odium, fuga seu abominatio, et tristitia. Unde in passionibus concupiscibilis non potest esse contrarietas secundum accessum et recessum ab eodem obiecto.

    Sed obiectum i:rascibilis est sensibile bonum vel malum, non quidem absolute, sed sub ratione difficultatis vel arduitatis, ut ,:;u-pra [ibid. l dictum est. Bonum autem arduum sive difficile habet rationem ut in ipsum tendatur, inquantum est bonum, quod per-tinet ad passionem spei; et ut ab ipso recedatur, inquanturn est ar-duum vel difficile, quod pertinet ad passionem desperationis. Si-militer malum arduum hahet rationem ut vitetur, inquantum est malum, et hoc pe:rtinet ad passionem timoris: habet etiam ratio-nem ut in ipsum tendatur, sicut in quoddam arduum, per quod scilicet aliquid evadit subiectionem mali, et sic tendit in ipsum audacia. Invenitnr ergo in passionibus irascibilis contrarietas se-cundum contrarietatem boni et mali, sicut inter spem et timorem: et iterum secundum accessum et recessum ab eodem termino, sicut inter audaciam et timorem.

    Et per hoc patet responsio ad obiecta.

    ARTICULUS 3 Utrum sit aliqua passio animae non habens contrarium.

    Infra, q. 46, a .. 1. ad. 2; 3 Sent., d. 26, q. 1, a. 3; De Verit., q. ~. a. li.

    AD TERTIUM SIC PROCEDITUR. Videtur quod omnis passio animae habeat aliquid contrari11m. Omnis enim passio animae vel est in irascibili vel in concupiscibili, sicut supra [a. 1] dictum est. Sed utraeque passiones habent c.ontrarietatem suo modo. Ergo omnia passio animae habet contrarium.

    2. PRAETEREA, omnis passio animae habet vel bonum vel malum pro obiecto, quae sunt obiecta universaliter appetitivae partis. Sed passioni cuius obiectum est bonum, opponitur passio cuius obie-ctum est malum. Ergo mnnis passio habet contrarium.

    scibile ordinato a un medesimo oggetto. Infatti l'oggetto desiderabile pnma dt tutto si unisce in qualche modo col soggetto in quanto viene percepito come affine e conveniente: e d qui nasce la passione dell'amore, la quale altro non che un intimo conformarsi dell'appetito nell'oggetto appetibile: ed ecco perch si dica elle l'amore una specie di fusione tra chi ama e la cosa amata. Ma codesta specie di fusiono richiede ulteriormente un'unione l'eale, in modo che chi ama goda dell'og-getto amato: di qui nasce la. pa55ione del desiderio, la quale, raggiunto 11 possessC>, genera il godimento. Perci la prima tappa nel motQ del concupisejbile l'amore. la seconda il desiderio, l'ultima il gaudio. E per la ragione dei con