Télécopie pleine page · 2020. 3. 2. · del faro dell’Île Verte. A destra in alto, il museo...

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  • In Canada, lungo il fiume Saint-Laurent, una avventurosa promenade di faro in faro. Per conoscere l’infinito fascino di queste architetture che, con le loro leggende, hanno animato storie di misteriosi guardiani, miracolosi salvataggi e, a volte, tragici naufragi. Scoprendo come continuano a essere attuali di Elena Vaghi, foto Stefania Giorgi

    SULLA VIA DEI fari

    S c a l o a v v e n t u r a

    Un’ora prima del tramonto...

    È allora che la luce del faro si accende: illuminando la notte e alimentando quel

    fascino leggendario che da sempre lo accompagna. Qui il faro dell’Île Verte;

    messo in funzione nel 1809, ha già compiuto il suo

    200º anniversario ed è il più vecchio sul fiume San Lorenzo.

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  • È primavera all’ÎleL’arrivo della bella stagione è annunciato dagli uccelli migratori che si fermano sulle falaise dell’Île Verte in cerca di cibo, di pesce

    in particolare, molto abbondante anche grazie

    ai flussi di marea.

    In agosto è consuetudine fare la “bouette”: una passeggiata sul letto del fiume San Lorenzo seguendo la marea che si ritira, per raggiungere a piedi l’Île Verte

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  • n una luminosa mattinata di pri-mavera, Clovis e Victor giocano in giardino. Elmo, spada e scudo, si affrontano spavaldi in duello, come moderni cavalieri... Giochi di bambini che mi suggeriscono tanti pensieri. Uno dopo l’altro, mi svelano com’è dura la vita al faro. Gérard Dionne, il loro papà, poco più di 40 anni, è il guardiano del faro dell’Île Verte. La sua è l’unica famiglia con figli piccoli che vive sull’isola tutto l’anno. Con svariate difficoltà... Mi mostra un calenda-rio: in estate, nessun problema, si raggiunge la terraferma in barca, massimo dieci minuti; in inverno si cavalca una veloce motoslitta per attraversare la banchisa. Ma nelle mezze stagioni, come si rag-giunge la costa per fare provviste o, per esempio, andare da un medico specialista (quello di base è pre-sente sull’isola)? Che fare quando il traghetto, terminata la bella sta-gione, non effettua più le sue corse giornaliere o quando il ghiaccio, appena formato, non è abbastanza sicuro? Senza contare che ci sono anche forti maree a condizionare le loro vite e la municipalità ha mes-so a disposizione un solo elicotte-ro per le emergenze. Ecco allora che Gérard deve lottare, proprio come i suoi figli, proprio come un moderno cavaliere. Cresciuto con i nonni, come tanti se n’era andato; innanzitutto per studiare biologia, poi per lasciarsi l’isola alle spalle. Invece, “sorprendendo anche me stesso, un giorno vi ho fatto ritorno per dare un futuro alla mia fami-

    In estate il sole mescola tutti i verdi e i blu delle rive sul San Lorenzo mentre l’aria profuma di rose selvatiche e fiori di campo

    Vite al faroDall’anno della sua accensione, 1809, al faro dell’Île Verte si sono succedute quattro generazioni di Lindsay come guardiani; un testimone passato di padre in figlio per ben 137 anni. Oggi, invece, il guardiano del faro è Gérald Dionne, in basso, che vive sull’isola con i tre figli e la moglie Anaïs, a destra con la figlioletta Floriane. In alto, il maggiore, Clovis, che ha da poco iniziato la scuola elementare. Sopra, uno scorcio del faro con accanto la cosiddetta polveriera, dove un tempo erano ricoverati gli esplosivi per accendere il cannone che dava segnali sonori ai naviganti in caso di nebbia.

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  • Racconti e ricordi In questa pagina l’interno

    del faro dell’Île Verte. A destra in alto, il museo ricavato all’interno della

    casa del guardiano al faro di Matane, in basso.

    Sotto a sinistra, invece, l’originale figura del faro

    di Pointe au Père. Costruito nel 1909, con i suoi 128

    gradini è uno dei più alti di tutto il Canada.

    glia e all’Île Verte”. Ma non ci sono più scuole qui. L’Île è un fazzolet-to di terra sul fiume San Lorenzo; bellissima, è molto frequentata in estate, quando gli abitanti di Mon-tréal aprono le loro graziose case di vacanza; nel lungo inverno cana-dese, invece, giace abbandonata a se stessa, tra nebbie e venti gelidi. Gérard e Anaïs, sua moglie, hanno deciso di metter su famiglia qui: Clovis, Victor e la piccola Floriane. Le rinunce non pesavano poi così tanto, almeno finché il primogeni-to non ha compiuto sei anni, en-trando di fatto nell’età scolare. A questo punto i genitori si sono tro-vati a decidere se lasciare l’isola per permettere al figlio di frequentare la scuola elementare sulla terrafer-ma oppure trovargli alloggio in un pensionato, lasciandolo solo tutta la settimana... Una scelta a cui non hanno saputo rispondere, e forse neppure voluto. Lotta Gérard: pre-parando un calendario che prevede mezzi di trasporto che mutano con il passare delle stagioni e delle ma-ree. Porta avanti il suo progetto per sé e la famiglia, per l’Île Verte, per-ché sia un bel posto dove vivere... Come oggi. La pioggia ha lasciato il posto a uno splendido sole e un profumo speciale, di erbe e di fiori, aleggia nell’aria. Mentre Clovis e Victor giocano felici.

    La Route de Navigateurs Canada, Québec, il fascino im-mutato del faro. Del suo bagliore che taglia la notte e sembra sus-surrare: sono qui, va tutto bene. È iniziata proprio dall’Île Verte la nostra avventura sulla Route des Navigateurs o Route des Phares, alla scoperta dei fari che costeg-giano l’argine sud del Saint-Lau-rent, un fiume impetuoso come - e forse più - del mare, dove le acque dolci si tuffano in quelle dell’ocea-no Atlantico. Dalla regione del Bas Saint-Laurent fino alla cittadina di Gaspé, dove coste frastagliate, venti incessanti e fitte nebbie han-no tradito molti naviganti. Ecco perché sono così numerosi i fari i questa fetta di Canada, 43 nel solo Québec. Naturalmente la moderna tecnologia Gps ha decretato il loro pensionamento, ma sono stati in molti a schierarsi al fianco delle “sentinelle del mare” perché non

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  • Rosso vivo Inconfondibile perché

    l’unico in legno lungo tutto il corso del San Lorenzo, il faro di La Martre è stato

    uno dei primi ad aprire al pubblico negli anni Ottanta.

    Un’idea dello storico guardiano Yves Foucreault,

    che ha così scongiurato il suo abbattimento da parte

    della Guardia costiera canadese, e aperto la strada

    ad altre “riconversioni”.

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  • Il faro dei record Il piccolo faro di Point à la Renommée detiene due primati: nel 1904

    è stata la prima stazione radio marittima in America

    del Nord, inoltre è il faro che più ha viaggiato nel

    mondo... Per restauri, infatti, è stato più di 20 anni in esilio e ha

    fatto ritorno al suo luogo d’origine solo nel 1997.

    Il faro di Pointe à la Renommée deve i suoi restauri e il successivo ritorno al luogo di origine a quattro donne soprannominate Les Gaspésienne entêtées, le Gaspésienne testarde

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  • Il diamante di Cap des Rosiers

    Non è solo il faro più alto, Cap des Rosiers è anche quello con il prisma più grande che misura 2,7

    metri in altezza. Nella foto in basso a destra, il prisma

    visto dall’interno sembra un gigantesco nido di vetro; accanto, la porta d’ingresso

    al faro e ai suoi 122 gradini. A destra, in alto, un altro scorcio del piccolo faro di

    Pointe à la Renommée, in uno dei tratti più belli

    e selvaggi della costa québecoise.

    fossero smantellate o addirittura distrutte. Così mentre alcuni fari si sono trasformati in piacevoli B&B, altri sono divenuti uffici postali, e la maggior parte, in ottimo stato di conservazione, con le loro storie e leggende sono testimoni fieri del loro stesso passato. Di proprietà della Guardia Costiera canadese, sono pochi quelli ancora operativi, ma, nonostante questo, la gioia più grande è stato scoprire che c’è an-cora vita nei fari! Grazie anche a uomini come Gérard Dionne.

    Notte al faroSulla barca che mi conduce all’Île du Pot à l’Eau-de-Vie penso che passerò la mia prima notte in un faro. All’orizzonte si staglia una mi-nuscola silhouette di rocce candide, mentre intorno migliaia di uccelli fanno festa. Sono urie e gazze mari-ne che a fine primavera si ritrovano qui, in quella che i naturalisti han-no già battezzato un santuario or-nitologico, per riprodursi. Nell’aria sembrano danzare, tutte intorno al vecchio faro. Teatro, così almeno si racconta da queste parti, di tan-te storie. Compresa quella in cui si narra di come negli anni Trenta, al tempo del Proibizionismo USA, alcuni contrabbandieri avessero eletto la remota isola con le sue sco-gliere inaccessibili a nascondiglio perfetto per il loro tesoro, il bran-dy, da cui il suo nome: Eau-de-vie. Eppure la grande sorpresa deve ancora venire... Abbandonato nel 1964, 102 anni dopo la sua messa in servizio, il faro è stato restaura-to nel 1989 dalla Société Duvetnor, organizzazione no profit che ha ricostruito fedelmente, nei mobili come nelle decorazioni, l’abitazione del guardiano e della sua famiglia. Oggi a disposizione di romantici viaggiatori, come Tommaso e Vero-nica giovani italiani in luna di mie-le che passeranno qui l’intera gior-nata. Tre confortevoli camerette, un soggiorno, un minuscolo bagno e la possibilità, unica, di salire in cima al faro dall’interno della casa. Quando se ne ha voglia, per scopri-re, con stupore, che ogni volta ti re-gala un’emozione diversa: è magico al tramonto, quando l’orizzonte si accende di colori, placido nella not-te serena, mentre assume un alone di mistero al mattino, avvolto in

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  • una leggera nebbia... La sera scivo-la via leggera leggera, tra un pasto frugale e piacevoli chiacchiere, ma quando il generatore si spegne la-sciando posto alle fiammelle delle candele, è impossibile non pensare come doveva essere questo posto ai tempi dei guardiani del faro. Figu-re misteriose, da sempre accompa-gnate da strane leggende e qualche volta persino da storie di follia; in realtà uomini generosi che si iso-lavano in luoghi inaccessibili per dare aiuto alla gente di mare.

    Lezioni di storia en plein air Pointe au Père, Matane, La Martre, Cap Madeleine... Sono solo alcuni dei fari che abbiamo visitato in que-sto viaggio lungo la strada statale 132. Molto diversi tra loro, ciascu-no con la propria architettura che lo contraddistingue. Come Cap des Rosiers, che porta il nome gentile delle rose selvatiche che lo circon-dano, ma che con i suoi 34 metri di altezza è il più alto del Canada. Po-sizionato sul Golfo di San Lorenzo, la sua luce guida ancora oggi le im-barcazioni dal mare aperto al fiume. Inoltre, esposto alle frequenti ma-reggiate, ha una silhouette rivestita di marmo bianco del Massachussets e il suo prisma, in cima a nove pia-ni di ripide scale, è così grande da occupare l’intera sommità della struttura. Il faro rosso di Pointe à la Renommée, invece, spicca tra il ver-de della vegetazione e il blu del San Lorenzo e ha il suo posto nella storia delle comunicazioni perché nel 1904 Guglielmo Marconi vi installò la prima stazione radio marittima del Nord America. Matane ha mante-nuto la sua struttura originaria, ma all’interno si è dotato di sofisticate tecnologie; sempre Cap des Rosiers nel giardino conserva il cannone con il quale si davano segnali sono-ri in caso di nebbia; a La Martre è ancora in funzione l’antico sistema a orologeria che dà luce un’ora prima del tramonto fino a un’ora dopo l’al-ba, proprio come prescrive il regola-mento. Infine ancora il faro dell’Île Verte: posto di fronte al villaggio di Tadoussac, in un punto strategico per la navigazione sul San Lorenzo, è il più vecchio faro di tutto il fiume e nell’estate del 2009 ha festeggia-to il suo 200º anniversario... Lunga vita ai fari! E.V.

    B&B al faro A sinistra, la casa del

    guardiano del faro sull’Île du Pot de l’Eau-de-Vie.Ricostruita fedelmente, è stata trasformata in

    un B&B di charme. Tre sole camere da letto e la

    possibilità di trascorrere una giornata al faro,

    all’insegna del relax. In questa pagina, Martin Cyr, guida turistica all’Île Verte.

    Durante il Proibizionismo USA alcuni contrabbandieri scelsero

    le scogliere inaccessibili dell’Île du Pot à l’Eau-de-Vie come rifugio per nascondere

    il loro tesoro, il brandy

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  • fuso orario. In Québec la differenza è di meno 5 ore rispetto all’Italia. corrente elettrica.

    110/120 volts. Meglio portarsi un adattore di tipo Americano

    con due spine verticali.telefonare. Se chiamate in Italia

    è necessario il prefisso 0039; viceversa, per chiamare in Canada, il numero corretto

    è 001 seguito dal prefisso della località senza lo zero e il numero. valuta. Dollaro Canadese. Il tasso di cambio è 1¤ = 1,3635 $CAN. informazioni. Tourisme Québec è online bonjourquebec.com/it con sito ricco di spunti e informazioni per iniziare a programmare una vacanza nella regione. Inoltre, sarà alla Bit di Milano al Padiglione. 2, stand M 16-N 15.compagnie aeree. Noi abbiamo volato con la compagnia canadese Air Transat che, da aprile a ottobre vola no stop da Roma Fiumicino (5 voli a settimana) e da Venezia (1 frequenza settimanale) a Montréal con Airbus A 310-200 a partire da 454¤ a/r, tasse incluse. Per prenotazioni: booking

    prima di partire/forwardquando partire. Da maggio a ottobre. Ma l’estate rimane il momento migliore per visitare il Québec e seguire la strada panoramica 132 - una delle più suggestive di tutto il Canada - lungo la Route des Navigateurs. clima. Le estati sono piacevolmente calde, ma il clima cambia di continuo e una pioggia fuori programma è il meno che possa capitare.popolazione/territorio. Su una superficie di circa 1.540.000 kmq vive una popolazione di 7.651.000 abitanti. Una regione dalla natura incontaminata, dove sono molto amate la buona cucina e la bella gente. documenti. Per viaggiare in Canada fino a 90 giorni non c’è bisogno di visto d’ingresso. Serve tuttavia un passaporto valido per tutta la durata del viaggio e il biglietto aereo di ritorno o di proseguimento del viaggio. lingua. Nella Belle Province, com’è chiamato il Québec, la lingua ufficiale è il francese; nelle città molte persone sono bilingui, mentre in Gaspésie l’inglese è poco diffuso.

    Rue Sainte Cécile, tel. 418 7365656; aubergedumangegrenouille.qc.ca

    10 cose da fare/vedere/comprare les jardins de métis. A metà strada tra Rimouski e Matane, un paradiso botanico con 3.000 specie e varietà di piante ripartite in una quindicina di giardini. Oltre a un prestigioso Festival annuale, qui si organizzano brunch musicali e tè letterari. jardinsdemetis.com

    parco nazionale du forillon. A Gaspé, un parco nazionale aperto tutto l’anno che, con i suoi 70 chilometri di sentieri, vi consentirà di scoprire la meravigliosa natura della Gaspésie. pc.gc.ca/forillonsite historique de la pointe au père. Di fronte all’omonimo faro, un interessante museo per conoscere la storia della Empress of Ireland, la nave che qui fece naufragio nel 1914 e che, con i suoi 1012 morti, è la più grande tragedia marittima di tutto il Canada. shmp.qc.ca promenade de l’anse aux coques. A Sainte Luce, una suggestiva passeggiata lungo il fiume San Lorenzo. sainteluce.ca croqu’érable. Piccola pasticceria artigianale dove la specialità è un fine cioccolato allo zucchero d’acero. 12 des Sources Sud, Le Bic. [email protected] au pain gamin. Una panetteria artigianale dove il pane è lievitato e cotto come una volta... Per una sosta golosa e un buon caffè espresso.

    Bellezze locali. In luna di miele con Tommaso, Veronica Riva al faro du Pot à l’Eau-de-Vie; casa lungo la costa del San Lorenzo; Monique: da Montréal all’Île Verte per il weekend; il simbolo della Route des Navigateurs. In basso, il faro di Cap de la Madeleine e, a destra, la bandiera del Québec.

    giorni di visita e orari. E inoltre, per prendere contatto con i questi territori consigliamo le pagine web degli uffici turistici locali: tourismebas-st-laurent.com; quebecmaritime.ca e tourisme-gaspesie.com

    guide. In italiano, Canada Orientale, EDT/Lonely Planet, 28¤. Non all’altezza della sua fama, comunque un valido aiuto al viaggio.

    DURANTE/PLAY Dormire faro du pot a l’eau-de-vie. Tre camere arredate con gusto; bagno in comune. In camera doppia costa 200 dollari a notte e comprende: la traversata in barca verso l’isola, due pasti e la visita guidata. pharedupot.comfaro dell’ile verte. Otto camere con bagno in comune. Una sistemazione all’insegna della semplicità, ma davvero molto piacevole. Costa da 101 euro a coppia, colazione inclusa. Aperto da maggio a ottobre. ileverte.net

    Mangiare la maison d’agathe. Piatto forte della casa, l’agneau de pré salé: a rendere speciale la carne degli agnelli allevati sull’isola è che pascolano nei prati salati che emergono dall’acqua durante la bassa marea. ileverte.qc.ca/agathecafé l’échouerie. All’Île Verte un secondo indirizzo da non perdere: pochi tavoli e una cucina semplice dove i prodotti vengono dal mare (di fronte) e dall’orto (proprio dietro il ristorante). 7302 Chemin de l’Île.auberge du mange grenouille. Il menu si apre con il motto della casa: “La vie est trop courte pour manger triste”. E la chef Marie Sophie Picard non tradisce le aspettative: i piatti sono elaborati e insoliti, ma sempre ottimi. A Le Bic, 148

    Québec

    Je me souviens... È il motto ufficiale québecois, noi ricordiamo: la strada, l’unica, sull’Île Verte; la famiglia Dionne al gran completo; due prelibati piatti preparati dalla chef Marie Sophie Picard dell’Auberge du Mange Grenouille. A destra, la fotografa Stefania Giorgi in cima al faro dell’Île Verte.

    288-290 rue Lafontaine, Rivière du Loup. quai des bulles. A Kamouraska, una piccola produzione e vendita di saponi naturali e creme per la cura del corpo. Da provare i prodotti a base di olio di crusca di riso.quaidesbulles.ca crociere sul san lorenzo. Dalla marina di Rivière du Loup salpare alla scoperta del fiume: per godere della bellezza del litorale, del fascino dei fari e, con un po’ di fortuna, avvistare le grandi balene. croisieresaml.com brasserie le bien, le malt. A Rimouski, una birreria artigianale dove degustare le loro sei specialità prodotte sul posto. http://lebienlemalt.wordpress.com chez louise. Specialità della pescheria: salmoni, trote e filetti di aringa affumicati dalla casa. 223 rue Seigneur-Coté, L’Isle Verte.

    dopo/rewind

    musica. Il Canada, più precisamente Montréal, ha dato i natali a quel genio di Leonard Cohen... Brani a scelta, perché ciascuno perfetto con questi panorami senza fine.lettura. Les Sentinelles du Saint-Laurent. Un volume fotografico ricco di spunti e aneddoti, sotto. Di Patrice Halley, Ed. Les Editions de l’Homme. editions-homme.com

    06 59606512; via mail: [email protected] airtransat.ittour operator. Auratours (auratours.it) propone il nostro stesso itinerario a 1.500¤. La quota comprende il volo dall’Italia e 8 giorni/7 notti in camera doppia. Con tappe a: Québec City, Rivière du Loup, Carleton, Percé, Gaspé, Rimouski, Trois Rivières e ritorno a Montréal. A Rivière du Loup il pernottamento è previsto nel faro du Pot a l’Eau-de-Vie che include la cena, il traghetto per raggiungere l’isola, un’escursione in mare e una passeggiata accompagnati da guide naturalistiche. muoversi. L’auto è senza dubbio il mezzo migliore per percorrere la statale 132 sulla Route des Phares. Il noleggio di un auto National Car, 8 giorni, cat. F-fullsize, chilometraggio illimitato e navigatore satellitare, costa 490¤. nationalcar.comAll’Ile Verte è inutile andarci in auto (non c’è neppure un benzinaio), meglio affidarsi al servizio navetta di Martin Cyr (tel. 418 8687164) oppure noleggiare una bicicletta.web utile. routedesphares.qc.ca per scoprire i fari lungo la famosa Routes des Navigateurs e i link utili per consultare

    LS International

    A circa 430 chilometri da Montréal ha inizio il nostro itinerario a Rivière du Loup. Con partenze dalla piccola cittadina che letteralmente si chiama “Fiume del lupo”, la Société Duvetnor organizza escursioni in giornata oppure con pernottamento all’Île du Pot à l’Eau-de-Vie (duvetnor.com). 30 chilometri in direzione Île Verte per conoscere la straordinaria famiglia Dionne e il territorio dell’ Île Verte (ileverte.net). Il viaggio sulla Routes des Navigateurs prosegue verso Gaspé dove, dopo Rimouski si incontra prima il faro di Pointe au Père (shmp.qc.ca), poi quello di Matane (tourismematane.com) e La Martre. Senza mai lasciare la strada statale 132 che scivola lungo la costa del San Lorenzo, le tappe successive sono: il faro di Cap Madeleine, quello di Pointe à la Renommée (pointe-a-la-renommee.com), infine il “gigante” di Cap des Rosiers. L’itinerario di 495 km circa, si conclude a Gaspé dove si può fare ritorno a Montréal anche in treno oppure in aereo.

    carnet de voyage

    itinerario sulla route des navigateurs

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    guida

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    Marie-Claire travel2011CoverViaggio Quebec

    03-Guida Canada