TIMECare™ · 2014. 12. 2. · un aggiornamento del concetto TIME, dando nuova enfasi ad elementi...
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TIMECare™
Si dice che il tempo curi tutte le ferite, ma nella cura delle ferite non si deve perdere tempo
1Carnali M, D’Elia MD, Failla G, Ligresti C, Petrella F, Paggi B. (Panel TIMECare™)
TIMECare: un nuovo approccio dinamico e interattivo per affrontare le sfide del wound care
Inserto Acta Vulnologica, Vol. 8, N. 4, 2010
Se non diversamente indicato, il materiale iconografico è per gentile concessione del Dott. M. Carnali.
Grafica, Impaginazione, Fotocomposizione, Edizione e Stampa Momento Medico - Allestimento Legatoria Industriale Mediterranea
10SN1777 - .../11
1 Care
Da oltre 10 anni, il concetto TIME - acronimo di Tessuto, Infezione o Infiammazione, Macerazione o Secchezza, progressione del margine Epiteliale - costituisce un’indispensabile guida per l’operatore che si approccia alla gestione di una lesione cutanea. Partendo dalla pratica clinica quotidiana, il TIMECare1 propone un aggiornamento del concetto TIME, dando nuova enfasi ad elementi che ne rappresentano il necessario presupposto:
il concetto di Care il tempo la dinamicità e contemporaneità degli eventi
e delle azioni.
Inoltre, sono stati analizzati e rivalutati alcuni elementi come:
gestione del tessuto attivo gestione della recidiva settica gestione della cute perilesionale.
Con questo tascabile si vuole offrire una guida pratica alla gestione della Persona, della Lesione e del Processo riparativo teso al soddisfacimento del bisogno sanitario. Il TIMECare desidera rappresentare per gli Operatori del settore uno strumento per erogare prestazioni frutto di una scelta metodologicamente e formalmente corretta e tendere così all’efficacia clinica.
TIMECare™TIMECare™
2Care
CareTempoTempo
Il Care in questo contesto è inteso come attenzione verso tutti gli aspetti che risultano importanti nel wound management: valutazione della persona, del suo contesto ambientale, del suo bisogno sanitario e, contestualmente, della complicanza ulcerativa cutanea attraverso la gestione del tessuto non attivo e\o attivo, la salvaguardia dall’infezione e la prevenzione della recidiva settica, nonché la cura della cute perilesionale e l’attenta gestione dei segni e dei sintomi che possono accompagnare una lesione cutanea.
È dunque importante un attento monitoraggio delle fasi che portano alla guarigione, ossia di quel tempo che intercorre tra la comparsa della soluzione di continuo, la sua evoluzione in ulcera e la sua guarigione.
L’ulcera cutanea, per sua natura, storia e definizione, racchiude al suo interno il concetto di Tempo, quale elemento che deve essere monitorato sia quando l’ulcera sta evolvendo
3 Care
verso la guarigione, sia quando ci si trovi in una situazione di stallo e non vi sia né miglioramento né peggioramento. Il Tempo è lo specchio delle scelte terapeutiche ed assistenziali fatte, è l’ago della bilancia per valutare il processo decisionale e il percorso del trattamento.
Come ormai ampiamente dimostrato, l’allungamento di tale tempo determina una serie di complicanze tra le quali infezione, infezione ricorrente, infezione resistente, aumento del dolore, deficit funzionale locale e\o generale progressivo, insorgenza di uno stato psico-depressivo e incremento dei costi socio-assistenziali, peggioramento della qualità di vita e quel che è più grave: il mancato raggiungimento della guarigione.
4Care
TIMECare™TIMECare™dinamicità
contemporaneità delle azioni
Il TIMECare ha l’obiettivo di guidare il Clinico nelle scelte orientate alla guarigione della ferita. Dal punto di vista gestionale, esso è paragonabile ad un macrosistema che trova il suo spazio nella gestione del paziente ed un microsistema circoscritto alla gestione della lesione.
Esso dovrà quindi considerare i seguenti elementi: le condizioni generali le condizioni socio-economiche la lesione
• il tessuto• l’infiammazione• l’infezione• l’essudato• il tempo• il dolore
Ciascun elemento ha “pari dignità”, dunque l’attenzione deve essere rivolta simultaneamente e con la stessa importanza a tutti ed a ciascuno.
5 Care
Il concetto di contemporaneità delle azioni indica appunto come ogni azione (o non azione) influenzi contemporaneamente tutti o parte degli elementi del TIME, richiedendo così una costante rivalutazione delle scelte terapeutiche (dinamicità).
In questa sede diamo per assodata la valutazione delle condizioni generali e di quelle socio-economiche e ci concentriamo sulle componenti costitutive del microsistema “lesione”.
Prendendo in considerazione il tessuto, è possibile valutarlo sulla base di due fasi ben distinte:
Tessuto non attivo: escara, necrosi umida o fibrina
Tessuto attivo: granulazione, epitelizzazione.
Tessutonon attivo
Sceltaterapeutica
Tessutoattivo
6Care
La loro presenza è strettamente dipendente dalle scelte terapeutiche poste in essere, senza dimenticare che il percorso non è mai monodirezionale (da non attivo ad attivo), ma spesso elementi non controllati di infiammazione o essudato possono riportare la situazione tessutale all’inattività, arrestando il processo di guarigione.
Inoltre, è possibile che in fase di tessuto attivo, questo tenda all’ipergranulazione, portando sì la lesione a guarigione, ma con un esito cicatriziale patologico (cheloide).
In tutto questo la risposta infiammatoria gioca un ruolo primario. È fisiologico che ci sia un certo grado di infiammazione (area di infiammazione efficace) che favorisce, via via decrescendo, il processo di guarigione. Può però accadere che il persistere di alcuni mediatori chimici determini un
Infiammazione efficace
Infiammazione inefficace
7 Care
aumento della risposta infiammatoria rendendola patologica (infiammazione inefficace) ed aumentando il rischio di infezione.
La presenza di essudato ha un andamento fisiologico: compare nella fase in cui il tessuto, per effetto dei processi litici, presenta una necrosi umida, aumenta nella fase di detersione e riproduzione del tessuto (granulazione) e, quando tutto il letto di ferita è completamente granuleggiante, inizia a diminuire, fino alla sua scomparsa durante la fase di epitelizzazione.
Al di là dell’andamento fisiologico, un’infiammazione inefficace, un aumento della carica batterica, un peggioramento della situazione tessutale e/o delle condizioni generali del paziente, possono determinare un aumento patologico del livello di essudato.
Stato patologico
Necrosi umida Epitelizzazione
8Care
Nell’ottica olistico-dinamica promossa con il TIMECare™ è importante sottolineare come la gestione della progressione del margine epiteliale sia il frutto di una gestione attenta e globale del paziente e della sua ferita.
La gestione di questa fase va orientata al modello della stratificazione riparativa, ovvero ad una riparazione differenziata a seconda dei vari strati di profondità. A questo proposito sarà importante considerare il piano di ferita come:
profondo intermedio superficiale
Profondo
Intermedio
Superficiale
9 Care
La scelta terapeutica appropriata dipenderà dal piano tessutale al quale si è giunti con l’intervento di bonifica.
Non vanno inoltre dimenticate la valutazione e l’analisi delle modificazioni cutanee perilesionali (macerazione, secchezza, arrossamento ecc.) e nell’area sino a 10 cm dalla lesione. Infatti, se il margine/bordo è il limite della soluzione di continuo, la cute perilesionale rappresenta, con le sue diverse tipologie di manifestazioni, una cartina di tornasole sullo stato positivo nel quale si trova la ferita. Dunque, è utile sottolineare l’importanza di un’attenta analisi dei segni clinici (es. atrofia bianca, depositi di emosiderina…) e della valutazione dell’integra funzione barriera che la cute perilesionale può e deve fornire.
Nel Grafico 1, la curva celeste rappresenta il processo di guarigione fisiologico di una ferita acuta che giunge a guarigione con:
tessuto epitelizzato essudato assente infiammazione assente condizioni generali del paziente buone
Se consideriamo il fattore tempo: per la ferita acuta risulta congruo
pensare ad una guarigione non superiore ai 21 giorni;
10Care
un tempo di guarigione superiore alle 4 settimane identifica una ferita cronica. Il periodo di riparazione per una ferita cronica è variabile, ma si può stimare, mediamente, entro le 12 settimane.
Il Grafico 2 mostra come cambia lo scenario quando ci si trova di fronte ad un processo infiammatorio che persiste nel tempo (e che fa supporre ad una cronicizzazione delle ferite) e che per convenzione chiamiamo con il termine di infiammazione inefficace. Tale tipo di risposta comporta un aumento dei livelli di essudato ed un arresto della fase di granulazione.
Grafico 1 Processo fisiologico della riparazione
Non attivo Attivo Iper-attivo
Escara Necrosi umida
Granulazione Epitelizzazione
Elevato
Medio
Assente
Infiammazione efficace
Tempo
Tessuto
™ Marchio di Smith & Nephew
11 Care
Lo scenario può diversificarsi ulteriormente con la comparsa dell’infezione.
Questa rappresenta una complicanza, potenzialmente anche recidivante, che può essere scatenata da vari fattori (condizioni generali del paziente, scelte terapeutiche, condizioni del tessuto, carica batterica…) e costituisce una minaccia durante tutto il percorso verso la guarigione – può apparire nelle diverse situazioni tessutali, in presenza di una quantità e qualità di essudato diverse, ecc.
Grafico 2 Alterato processo riparativo per marcata e prolungata fase infiammatoria
Non attivo Attivo Iper-attivo
Escara Necrosi umida
Granulazione Epitelizzazione
Elevato
Medio
Assente
Tempo
Tessuto
Infiammazioneinefficace
™ Marchio di Smith & Nephew
12Care
Sul letto di ferita possono essere presenti tre diversi livelli di carica batterica: contaminazione, colonizzazione e, appunto, infezione.
La contaminazione è una situazione ritenuta fisiologica, ma una gestione superficiale potrebbe determinareuna replicazione batterica non controllata ed un passaggio alla situazione di colonizzazione.
La colonizzazione è in grado di favorire una risposta di fisiologica detersione (attraverso un aumento di liquidi presenti sul letto di lesione e quindi una naturale diluizione della quantità di batteri presenti).
Ciò non è però sufficiente a scongiurare una possibile replicazione batterica che, se non adeguatamente gestita, sfocia nella comparsa dell’infezione. Per questo, tutti e tre i livelli di carica batterica rappresentano un evidente rischio infettivo.
Come mostrato nel Grafico 3 attraverso la “finestra di rischio infettivo”, questo è maggiore nella fase tra necrosi umida e granulazione, in presenza di un’infiammazione inefficace e di un aumento dei livelli di essudato da medio ad elevato.
13 Care
L'andamento del processo di guarigione può dunque risultare alterato dalla presenza di rischio infettivo e/o di elevato essudato e/o di tessuto iper-attivo. Ciascuno di questi elementi può essere scatenato da fattori diversi.
Nel Grafico 4 osserviamo come la corretta gestione di queste complicanze, guidata dall’impiego delle regole suggerite dal TIMECare™, consenta di realizzare un percorso teso alla chiusura della ferita, nonostante esse causino un allungamento dei tempi di guarigione (curva arancione).
Grafico 3 Alterato processo di guarigione per presenza di complicanza infettiva
Non attivo Attivo Iper-attivo
Escara Necrosi umida
Granulazione Epitelizzazione
Elevato
Medio
Assente
Tempo
Tessuto
™ Marchio di Smith & Nephew
14Care
Invece, una mancata o non corretta gestione porta ad un arresto del processo di guarigione (curva nera tratteggiata).
Appare evidente come il TIMECare non consista in una sequenza temporale di azioni tese a gestire un singolo elemento alla volta, ma sia un sistema che considera ciascuna “barriera” quale componente aggiuntiva nella complessità temporale della gestione della ferita, così da arrivare ad una riparazione dai caratteri solidi e duraturi.
Grafico 4 Fasi gestionali della ferita fino al raggiungimento della guarigione
Non attivo Attivo Iper-attivo
Escara Necrosi umida
Granulazione Epitelizzazione
Elevato
Medio
Assente
Infiammazioneinefficace
Tempo
Tessuto
Infiammazione efficace
™ Marchio di Smith & Nephew
15 Care
Il percorso verso la guarigione della ferita, ovvero verso il progressivo e costante riavvicinamento dei margini oltre che della protezione delle aree perilesionali, è dunque dinamico e il tempo rappresenta l’ago della bilancia che rivela in modo inequivocabile la capacità gestionale dei diversi elementi.
Questo dinamismo, nella sua espressione diagnostica e terapeutica, ruota intorno alla figura del Paziente portatore di lesione. Paziente che, a sua volta, potrebbe essere portatore di altre patologie che concorrono alla mancata risoluzione dell’espressione ulcerativa cutanea.
16Care
Il dolore della ferita è un problema che, sotto molti aspetti, non è adeguatamente affrontato dalla comunità sanitaria.
Nel tempo si è dato a questo segno clinico una sola faccia, ovvero quella legata alla rimozione della medicazione. Esiste però un’altra faccia, legata al sintomo dolore nella sua espressione cronica.
Gestione del dolore, quindi, non solo come miglioramento della qualità di vita, ma anche come attenzione allo stato psicologico del paziente che diventa strumento propedeutico alla guarigione.
Nella gestione del dolore un approccio multidisciplinare risulta fondamentale ed è riconosciuto a livello internazionale. Inoltre, deve essere costante l’utilizzo di strumenti di valutazione del dolore durante tutto il corso del trattamento.
Allo scopo di facilitare il lettore, si riportano le Scale del Dolore e la Scala Analgesica dell’OMS.
DoloreDolore
17 Care
Lieve (I Grado) Moderato (II Grado)
7
Severo (III Grado)
8 9 10
Scala del Dolore OMS
II GradoTramadolo
Codeina+ParacetamoloOssicodone+Paracetamolo
Oppioidi deboli+ Paracetamolo
o FANS+ Adiuvanti
III GradoBuprenorfina, MorfinaOssicodone, Fentanil
Oppiodi forti+ Paracetamolo
FANS + Adiuvanti)
Scala Analgesica OMS
I Grado
Paracetamoloo FANS
+ Adiuvanti
18Care
Macerazione o secchezza sono elementi che risentono fortemente della situazione clinica e della tipologia di tessuto, infiammazione, o infezione.
È la risposta agli sforzi messi in atto per gestire gli elementi precedenti. Le sue caratteristiche diventano un elemento discriminante della qualità dell’esito cicatriziale.
Il processo fisiologico della riparazione passa attraverso la fase infiammatoria ma il rischio infettivo, in considerazione delle diverse fasi tessutali, appare sempre molto rilevante. È una fase in cui risulta importante la valutazione dei segni e sintomi. Fra questi, il dolore. Necessario quindi mettere in atto tutti quegli accorgimenti tesi alla sua riduzione sino alla scomparsa.
Il focus non è più solamente il tessuto necrotico ma qualsiasi tipo di espressione tessutale presente (es. slough, granulazione, epitelizzazione). Ogni tipo di tessuto dovrà essere appropriatamente valutato e gestito.
19
TIl TessutoIl TessutoCosa si osserva
Presenza di abbondante tessuto necrotico o devitalizzato:
Lesione vascolare p.g.c. B. Paggi
Depositi di fibrina
Lesione con escara del tallone
Lesione da pressione con slough e altro
Escara Slough
p.g.c. M.D. D'Elia
20
T
Detersione dopo idrochirurgia e NPWT
Presenza di un tessuto deterso
Lesione post-traumatica p.g.c. M.D. D'Elia
Presenza di un tessuto in fase di detersione
Come intervenireA seconda della fase in cui si effettua la valutazione potrà essere necessario:
Lesione da pressione sacrale
Lesione ischiatica in fase di detersionep.g.c. A. Iannace
Uno sbrigliamento Uno sbrigliamento di mantenimento
21
T
Neo tessuto in ampia perdita di sostanza
Lesione vascolare granuleggiante
La gestione del neo tessuto
La progressione della granulazione
Lesione arto inferiore Epitelizzazione in lesione vascolare
La progressione con il controllo dell’essudato
La promozione dell’epitelizzazione
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T Le possibili scelte terapeutiche
Sbrigliamento chirurgico
Procedura di prima scelta, soprattutto per ferite estese, infette e con presenza di corpi estranei quali frammenti ossei, detriti o altro. Richiede esperienza e cautela
PRODOTTIIdrochirurgia VERSAJET™
Sbrigliamento autolitico con medicazione avanzata
p.g.c. T. LottiGrazie all’ambiente umido che è in grado di creare, potenzia l’autolisi endogena facilitando l’azione dei fagociti e la detersione spontanea
PRODOTTIIdrogeli INTRASITE™ Gel,
INTRASITE ConformableIdrocolloidi REPLICARE™ Ultra
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TSbrigliamento enzimatico con l’impiego di Clostridiopeptidasi A
Prima scelta laddove non risulti idoneo l’approccio chirurgico e si voglia salvaguardare l’integrità
PRODOTTICollagenasi Collagenasi,
Collagenasi+antimicrobico
della cute perilesionale. Offre efficacia, tollerabilità, azione selettiva, facilità d’uso ed una rapidità legata alle caratteristiche della formulazione. Efficace in sinergia con lo sbrigliamento chirurgico e autolitico, trova una particolare efficacia nel mantenimento di un fondo di lesione deterso e granuleggiante
La terapia con pressione negativa
Grazie alle sue caratteristiche, fisiche e meccaniche, permette
PRODOTTI
NPWT Sistemi RENASYS™, PICO™
una buona gestione del tessuto: ne consente una favorevole ricrescita attraverso la creazione di neovasi e ne permette la detersione sfruttando l’azione combinata autolitica indotta dalla presenza di essudato e di riparazione fisiologica determinata dalla sua eliminazione
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T L’utilizzo della chirurgia ricostruttiva
Il ruolo della chirurgia ricostruttiva è quello di velocizzare il processo di chiusura delle ferite particolarmente estese e\o profonde. Si avvale di tipologie diverse di approccio, sfruttando quanto disponibile nel paziente
Innesti a rete, Lembi
Il supporto delle medicazioni biologiche
La chirurgia ricostruttiva può avvalersi anche di sostituti tecnologicamente e biologicamente avanzati
p.g.c A. Portincasa
Colture cellulari, Sostituti dermici e\o dermoepidermici, Cute da donatore
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TLa protezione con le medicazioni avanzate
L’ impiego di medicazioni avanzate ha saputo rispondere nel tempo alle esigenze legate alla gestione di:
carica batterica essudato\trasudato
granulazione epitelizzazione
PRODOTTI
Medicazioni antisettiche
ACTICOAT™, ACTICOAT 7, ACTICOAT Flex, ALLEVYN™ Ag, ALGISITE™ Ag, IODOSORB™, BACTIGRAS™
Medicazioni assorbenti
ALLEVYN, ALLEVYN GENTLE, ALLEVYN HEEL, ALGISITE M, OPSITE™ Post OP Visible
Terapia compressiva
PROFORE™, PROGUIDE™
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T Gli obiettivi da perseguire Rapido passaggio ad un tessuto che risponde
ai fisiologici processi verso la guarigione Gestione mirata di un tessuto considerando
la globalità delle condizioni fisiche e psichiche del Paziente e dei Caregivers
Una scelta utile al mantenimento di un adeguato letto di ferita
L’utilizzo di uno strumento in grado di ridurre i tempi di riempimento tessutale con l’obiettivo di una scelta terapeutica mirata (ricostruttiva, biologica)
La ricerca di una scelta adeguata al livello di ricostruzione necessario, con un obiettivo temporale e riabilitativo ben chiaro
Coprire al fine di facilitare la guarigione ed evitare le possibili complicanze legate ad una lenta progressione verso l’epitelizzazione
Gestire e favorire il fisiologico processo di riparazione.
Valutazione delle scelte compiuteQualsiasi sia il percorso terapeutico deciso, questo dovrà trovare una rispondenza nei risultati clinici, ovvero:
Realizzazione di un efficace sbrigliamento dai tessuti necrotici
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T Mantenimento di un buon letto di ferita Riempimento tessutale congruo ed efficace Rispetto dei tempi considerati in linea
con la riparazione desiderata.
Ampia lesione dell’arto inferiore prima e dopo lo sbrigliamento
28
T
Lesione detersa di arto inferiore e epitelizzazione
p.g.c. M.D. D'Elia
29
I
III
Cosa si osservaOggetto dell’attenzione dovranno essere:
letto di lesione (detersione, essudazione):• cambiamento colore del fondo, essudato
sieroso o purulento, biofilm, tessuto di granulazione friabile, fistole
cute perilesionale (dolore, calore, arrossamento, tumefazione):• edema perilesionale
eventualmente, la stazione linfonodale più prossima
segni sistemici:• calore, peggioramento del dolore e
dell’odore, febbre, tachicardia.
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I Lesioni con fondo ricoperto da patina gelatinosa con bordi arrestati e cute perilesionale marcatamente arrossata. Nella lesione a sinistra si notino i segni di macerazione, in particolare nelle isole cutanee lontane dai bordi di ferita. Nella lesione a destra l’essudato non pare essere abbondante, forse qualche differenziazione si dovrebbe fare per le caratteristiche della patina gialla che ricopre il fondo: potrebbe trattarsi di biofilm a sinistra e di necrosi o fibrina a destra?
Come intervenire
Ribadito il fatto che la fase infiammatoria è comunque fisiologica, ciò che è necessario garantire sarà:
il lavaggio: la detersione con irrigazione, con pressione adeguata tra 0,5-1 atmosfera per non danneggiare i tessuti, allontana fisicamente i microrganismi, i detriti cellulari o il materiale estraneo
31
I
la salvaguardia dal rischio infettivo valutando attentamente la possibile evoluzione dalla contaminazione alla colonizzazione
la gestione dell’essudato presente sul letto di lesione e coinvolgente la cute perilesionale
la gestione della complicanza infettiva come risultato evidenziato da segni clinici significativamente oggettivi
Il persistere della fase infiammatoria comporta delle alterazioni visibili all’occhio del clinico, ma anche invisibili. Ciò che si deve monitorare è:
la quantità e la qualità dell’essudato
le modificazioni della cute perilesionale rispetto a temperatura, dolore, edema;
la comparsa di segni e sintomi sistemici
Lesioni con fondo ricoperto da patina gelatinosa con bordi arrestati e cute perilesionale marcatamente arrossata e macerata
32
I
PRODOTTI
IODOSORB™ (a rilascio di Iodio)
ACTICOAT™ family (a rilascio di Ag)
ALLEVYN™ Ag (a rilascio di Ag)
ALGISITE™ Ag (contenente Ag)
Le possibili scelte terapeutiche
La detersione
Con soluzione salina, soluzione di ringer lattato oppure di acqua sterile
p.g.c. T. Lotti
Salvaguardia dalla possibile evoluzione infettiva
Utilizzo di detergenti ad azione antisettica ed impiego di medicazioni contenenti antimicrobici
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I
La gestione dell’essudato
Con medicazioni assorbenti o con sistemi a pressione negativa; sarà importante monitorare spesso la ferita
Salvaguardia del rischio infettivo con medicazioni con antisettico
Medicazioni con rilascio antisettico, medicazioni con antisettico senza rilascio
PRODOTTI
AWD ALLEVYN™, ALGISITE™
NPWT Sistemi RENASYS™, PICO™Compressione PROFORE™, PROGUIDE™
PRODOTTI
Sistemi barriera assorbenti con Ag ALGISITE™ AgSistemi barriera con clorexidina BACTIGRAS™
• Gestione della complicanza infettiva con antibiotico
Antibiotico
Terapia sistemica
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I
Gli obiettivi da perseguire In questa fase sono da salvaguardare
principalmente il processo infiammatorio e quello infettivo. Sarà dunque cura del Professionista verificare che il fondo di ferita, il bordo e la cute perilesionale abbiano un aspetto conforme alla fase evolutiva del processo di riparazione.
Devono altresì essere monitorati i tempi entro cui si lavora sul controllo infiammatorio-infettivo. Tempi di risposta in fase ripartiva troppo lontani dalla fase di sbrigliamento possono far pensare ad un arresto del processo riparativo e ad un passaggio alla fase infettiva silente.
La mancanza di guarigione legata alla valutazione di segni e sintomi specifici fanno pensare ad una evoluzione infettiva.
Valutazione delle scelte compiuteLe azioni assistenziali devono condurre alla gestione ottimale dei livelli di essudato e della potenziale carica batterica così da favorire il passaggio dalla fase infiammatoria a quella del rimodellamento.
M
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Cosa si osservaÈ la fase in cui al clinico può presentarsi una lesione con:
eccesso di essudato (fisiologico al termine della fase di sbrigliamento e\o nella fase di granulazione attiva) che può determinare macerazione
secchezza dei bordi che può rallentare la migrazione delle cellule epiteliali
Lesioni vascolari dell’arto inferiore con fondo non deterso e con diversa rispostain quantità di liquidi rilasciati dal letto di ferita
M
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Come intervenireLa scelta in questo caso dovrà tenere conto dei due elementi discriminanti:
Lesione secernente con medicazione a base di Alginato
Gestione dell’essudato con NPWT kit in garza a sinistra e con medicazione con tecnologia Triple Action in poliuretano idrocellulare a destra
Gestione dell’eccesso di liquidi
M
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Le possibili scelte terapeutiche
Mantengono sul letto della ferita un microambiente umido adeguato e protetto dai fattori esterni (protezione dagli sbalzi termici, dalla penetrazione dei batteri e dai danni meccanici)
PRODOTTI
Schiume di poliuretano
ALLEVYN™ (per essudato da scarso a elevato)
Fibre gelificanti
ALGISITE™ M(per ferite molto essudanti o infette)
Idrocolloidi REPLICARE™ Ultra(ferite con essudati da scarso a medio)
Compressione sostenuta e graduata per ridurre l’edema e decongestionare la cute dell’arto
M
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PRODOTTI
NPWT Sistemi RENASYS™, PICO™
Gestendo grandi o medie quantità di essudato, in presenza o assenza di perdite di sostanza e, stimolando la neoangiogenesi, la NPWT aiuta ad accelerare la progressione della guarigione favorendo la comparsa del tessuto di granulazione
PRODOTTI
Bende medicate con paste
VISCOPASTE™, ICHTHOPASTE™
Sistemi multistrato non medicati
PROFORE™, PROGUIDE™
p.g.c. T. Lotti A. van Huyssteen
M
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p.g.c. T. Lotti
Idrogeli che cedono umidità in caso di ferite asciutte.Film di poliuretano che proteggono la ferita
PRODOTTI
Idrogeli INTRASITE™ Gel, INTRASITE Conformable
Film di poliuretano OPSITE™ FLEXIGRID™, OPSITE POST-Op™ Visible
M
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Gli obiettivi da perseguire
La gestione dello sbilanciamento dei liquidi presenti sul letto di ferita ha come conseguenza quella di evidenziare:
la buona presenza di un tessuto granuleggiante
un tessuto normoidratato
l’assenza di macerazione e\o secchezza dei bordi di lesione e della cute perilesionale
Valutazione delle scelte compiute
Elemento fondamentale di valutazione degli interventi risulta essere l’evidente progressione verso l’epitelizzazione.
E
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ECosa si osservaÈ la fase rivelatrice della correttezza del percorso che è stato condotto sino a qui. Visivamente si osserva:
letto di ferita normoidratato
margini di lesione piani con epitelizzazione degradante nella porzione granuleggiante
Esiti di lesioni vascolari dell’arto inferiore. Nel caso a sinistra nella sua fase granuleggiante ed a destra ad epitelizzazione consolidata
E
42
Come intervenireIl mantenimento delle condizioni fisico-cliniche è indispensabile e le possibilità cliniche possono privilegiare:
il supporto delle medicazioni biologiche
la protezione con le medicazioni avanzate
E
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Le possibili scelte terapeutiche
Terapia con sostituti cutanei: dermici ed epidermici, autologhi ed eterologhi, colture cellulari
Trapianti di cellule/cheratinociti in coltura
Innesto dermo-epidermico a rete
p.g.c. T. Lotti e L. Delcroix
Applicazione di lamina di cheratinociti su lesione arto inferiore
p.g.c. A. Portincasa
Copertura di lesione con cute omologa
p.g.c. R. Ranno
PRODOTTI
Sostituti epidermici BIOBRANE™
E
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Protettivi cutanei
Protezione della cute prima dell’applicazione di dispositivi medici adesivi
PRODOTTI
Protettivo cutaneo NO-STING SKIN-PREP™
La protezione con le medicazioni avanzate (schiume, film)
Protezione della cute e prevenzione delle ulcere da pressione
Protezione della cute fragile e fissaggio di medicazioni primarie
PRODOTTI
Schiume di poliuretano ALLEVYN™
Film di poliuretano OPSITE™ FLEXIGRID™, OPSITE FLEXIFIX™
• Innesti cutanei autologhi• Fattori di crescita
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Gli obiettivi da perseguireUnico obiettivo ritenuto congruo in questo frangente è il raggiungimento di una guarigione consolidata.
Valutazione delle scelte compiuteQuale risultato migliore se non vedere come la lesione progredisca costantemente verso la guarigione.
E
Smith & Nephew è al tuo fianco per ridurre i costi umani ed economici delle ferite.
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