THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

512

description

The volume studies in detailed way the principal ideologies antagonists of our century

Transcript of THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Page 1: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 2: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 3: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Giuseppe Gagliano

STUDIPOLITICO-STRATEGICI

La conflittualita non convenzionale nel contestodelle ideologie e dei movimenti antagonisti del novecento

Vol. II

EDIZIONI NEW PRESS - COMO

Page 4: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

# Copyright 2007 by Edizioni New Press Como (Italy)I Edizione 2007Stampa New Press - Como

Page 5: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

INDICE

Introduzione 11Premessa 15

Parte prima

1. La dinamica politica-strategica dell’EZLN 192. Il neo-zapatismo nella analisi della Rand corporation 233. Il concetto di NETWAR 254. Ideologia e metodo di lotta dei nuovi movimenti 27

Parte seconda

1. Il movimento anarchico USA 332. L’Associazione ATTAC 343. Il movimento anarchico europeo 354. Metodi e scopi del Black Bloc 365. Metodi e scopi del WSF 386. Note su alcuni aspetti della teoria e della pratica dei Black Bloc 427. Elenco delle associazioni che hanno organizzato il Forum di Porto

Alegre 458. Elementi di rilievo nel documento finale di Porto Alegre 469. Metodi e scopi dei CSA italiani 47

10. Organigramma dei CSA secondo la connotazione ideologica 5011. Organigramma dei CS secondo la distinzione geografica 5212. La presenza della conflittualita non convenzionale in America

Latina 5313. Note su alcuni Networks messicani 5414. La democrazia partecipativa nella riflessione di Hilary

Wainwright 5615. Il movimento contro le dighe in India 5816. Il movimento contro le Sweatshop 6017. La lotta di resistenza nell’Amazzonia ecuadoriana 6218. Attivismo Jamming 65

Page 6: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

19. Modalita operative della conflittualita non convenzionale in Iraq ePalestina 68

Parte terza

1. Il mondo letto attraverso l’analisi del World Watch Institute 732. Il mondo letto attraverso l’analisi del Social Watch (Rapporto

2004) 753. Il mondo letto attraverso l’analisi dell’Associazione Societa

Informazione ONLUS 774. La realta internazionale letta attraverso la rivista ‘‘Giano’’ 805. La realta internazionale letta attraverso l’Archivio Disarmo 836. Pace e non violenza secondo l’IPRI 857. La filosofia politica di Porto Alegre 87

Premessa 87Parte prima 87Parte seconda 89

Parte quarta

1. Il mondo cattolico italiano e la globalizzazione 952. L’analisi dell’ACC 983. L’analisi dell’IGC 994. I COBAS: metodi, scopi e anti-globalizzazione 1005. Aspetti dell’anti-militarismo sardo 103

Parte quinta

1. Premessa 1072. La riflessione pedagogica di Paolo Freire 1083. La riflessione pedagogica di Filippo Trasatti 110

Documento: Intervista di Filippo Trasatti a Raffaele Mantegazza 1114. La riflessione pedagogico-libertaria di Marcello Bernardi 1135. La riflessione pedagogica di Raffaele Mantegazza 1156. La riflessione pedagogica di Ernesto Balducci 1167. La riflessione pedagogica di Lamberto Borghi 1178. Aspetti della pedagogia anti-autoritaria francese del Novecento 1189. Pace e educazione della pedagogia del Novecento 120

Parte sesta

1. Premessa. Il dissenso religioso e la conflittualita non convenziona-le 125

6

Page 7: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. Il dissenso cattolico tra gli anni Quaranta e Cinquanta 1263. Il Sessantotto e i cattolici 1294. L’antagonismo catto-pacifista secondo Massimo Teodori 1305. Alex Zanotelli 1316. Don Milani 1347. Pacifismo e no-global nella interpretazione dei Beati Costruttori

di Pace 1368. Pax Christi: organizzazione, pacifismo e no-global 139

Organizzazione 139Principali iniziative 140

9. Principali tematiche tratte da ‘‘Mosaico di Pace’’ 14210. Postilla storica 14611. Giorgio La Pira 14812. Premessa alla Teologia della liberazione 15013. Leonardo Boff 15314. L’America Latina interpretata dalla rivista ‘‘LatinoAmerica’’ 15615. Il contributo di Enrique Dussel all’antagonismo religioso 161

Parte settima

1. Premessa 1652. Guerra e diritto nella riflessione giuridico-politica di De Fiores 1663. Guerra e diritto nella riflessione filosofico-politica di Zolo 1694. La globalizzazione nella interpretazione di Ramonet 1715. La riflessione anti-realista di Ekkehart Krippendorf 1746. La riflessione ecopacifista di Arn Naess 1767. La riflessione sulla democrazia partecipativa e sulla non violenza

di Aldo Capitini 1778. La riflessione filosofica-politica di Giuliano Pontara 1809. La riflessione politico-religiosa di ‘‘Re Nudo’’ 183

10. La riflessione femminista della Ruddick 18511. Note sulla conflittualita non convenzionale in Danilo Dolci 18612. Stato e liberta secondo Murray Rothbard 18813. La diplomazia dal basso come alternativa al realismo politico 189

Parte ottava

1. Il dissenso non convenzionale nella riflessione politica di linguainglese nel mercato 193

2. La riflessione politica di Chomsky 1943. Aspetti biografici di Emma Goldman 2004. La riflessione politica di Emma Goldman 203

7

Page 8: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. La riflessione politica di Goodman 2056. La riflessione politica di Ward 2087. La riflessione politica di Zinn 2108. Note sul dissenso di Russell 2149. Note sul dissenso pacifista di A.J. Muste 216

10. Note sul dissenso di Aldous Huxley 21811. Note sulla conflittualita non convenzionale in Herbert Marcuse 22012. Il dissenso non convenzionale nel contesto dei network americani 221

1. Alternet 2212. IAC 2213. USLAW 2224. PGA 222

Parte nona

1. Premessa 2272. Modalita operative della conflittualita non convenzionale

in Gandhi 2283. Modalita operative della conflittualita non convenzionale

in Mandela 2334. Note sulla conflittualita non convenzionale in M.L. King 2365. Postilla 240

Parte decima

1. Il dissenso anti-militarista nella comunita scientifica italianadel Novecento 245

2. Il dissenso dell’USPID 2473. Il dissenso del PUGWASH 2484. Il dissenso del CISP 2505. Il nuovo Modello di Difesa alla luce dell’ideologia pacifista 2526. L’anti-americanismo rivoluzionario nel Campo anti-imperialista 2557. Il dissenso antagonista nel Centro Gandhi 2568. Il dissenso antagonista nella Fondazione Venezia per la Ricerca

sulla pace 2599. Tom Benetollo e l’antagonismo non violento dell’ARCI 263

Parte undicesima

1. Note sulla riflessione filosofico-politico di Ernesto Balducci 2692. Pace e non violenza secondo Cipriani e Minervini 2723. Pace e Guerra nel saggio di Mazzolari ‘‘Tu non uccidere’’ 276

8

Page 9: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. Note sulla riflessione non violenta di Lanza Del Vasto 2805. L’Osservatorio internazionale della Odadrek di fronte alla guerra

del Kossovo 2846. Informazione, scienza e guerra secondo il Comitato scienziate e

scienziati contro la guerra 2877. Neutralismo e disarmo nucleare nelle riflessioni di

Edward Thompson 2908. L’etica planetaria secondo il Dipartimento di Filosofia della

Universita di Macerata 293

Parte dodicesima

1. ODC: una conflittualita non convenzionale legalizzata 2971. Premessa 297

2. Note sulla riflessione pacifista di Tolstoj 3023. Note sull’anti-militarismo del Partito Radicale Italiano 304

Parte tredicesima

1. Premessa 3092. L’anti-militarismo in Stanley Kubrick 3103. L’antagonismo rivoluzionario nel cinema Novo 3134. L’anti-militarismo in Marco Bellocchio 315

Parte quattordicesima

1. Premessa 3192. La conflittualita non convenzionale della CMD e del Comitato

dei 100 3203. La conflittualita non convenzionale di fronte alla guerra di Algeria 3224. La conflittualita non convenzionale contro il riarmo atomico in

Germania 325

Parte quindicesima

1. Premessa 3292. Antagonismo ecologico 3303. Note sull’antagonismo anti-vivisezionista radicale 3324. Note sull’antagonismo radicale dell’ALF 3355. Note sull’antagonismo di Greenpeace 3376. Considerazioni finali 340

9

Page 10: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Appendice I

1. Voci per un dizionario del Sessantotto 3432. Il Sessantotto secondo l’interpretazione di Fo e Parini 3473. Aspetti storico-ideologi del Sessatotto 3494. L’interpretazione del Sessantotto e del Settantasette di Moroni 3575. Il Sessantotto secondo l’interpretazione di Capanna 3616. Note sul dissenso cattolico 3637. L’interpretazione del Sessantotto secondo Paul Ginsborg 3658. L’interpretazione del Sessantotto secondo Piero Bernocchi 3679. Introduzione al Movimento studentesco 369

10. Aspetti della cultura underground tra gli anni Sessanta e Settanta 37411. Aspetti della controcultura 37612. L’interpretazione del Settantasette secondo Piero Bernocchi 37713. L’interpretazione del Settantasette di Derive e Approdi 37914. Il movimento del Settantasette secondo la casa editrice Odadrek 38915. Note storiche sul movimento del Settantasette 38416. Note sull’ala creativa del movimento del Settantasette 386

Appendice II

1. Premessa 3892. Organizzazioni e associazioni internazionali nel Patto di Varsavia

di Reinhard Gehlen 3903. La conflittualita non convenzionale di VittorFranco Pisano 3994. Premessa 4035. Documento n. 1: A come anarchia in tutte le sue anime (SISDE) 404

Documento n. 1a: L’eversione anarchica (ROS) 4176. Documento n. 2: Infiltrati e guerra psicologica sconfissero le

Pantere Nere (SISDE) 4227. Documento n. 3: Rapporto sull’estremismo (Ufficio della polizia

federale svizzera) 4278. Documento n. 4: Il potenziale di violenza nel movimento anti-glo-

balizzazione (Ufficio della polizia federale svizzera) 4419. Documento n. 5: Relazione sull’estremismo anarco-comunista in

Germania (Bfv) 45410. Documento n. 6: Asimmetria e conflittualita non convenzionale

nell’antagonismo gandhiano e anarchico di Jacques Baud 49411. Documento n. 7: Guerra psicologica e antagonismo in Attac

di Lucas/Tiffreau 499

Bibliografia 507

10

Page 11: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

INTRODUZIONE

Nella I parte abbiamo deciso di prendere in attenta considerazione l’EZLNgrazie alla sua fondamentale importanza non solo per la storia messicana (e del-l’America Latina) ma soprattutto perche costituisce un movimento paradigmati-co per buona parte dei nuovi movimenti che si sono sviluppati in Europa e inAmerica. Per analizzarlo ci siamo serviti degli ormai classici studi di ARQUILLAe RONFELDT della Rand Corporation di cui condividiamo l’impostazione e lepreoccupazioni.

Dopo aver illustrato gli aspetti salienti del concetto di Netwar, abbiano cer-cato di individuare alcune costanti dei nuovi momenti usando una griglia sem-plice — ma efficace — che si snoda in sei aspetti:

1) Origine del movimento2) Struttura organizzativa3) Metodi o tecniche di lotta4) Il nemico5) l’Apparato ideologico o la visione del nemico6) La/le reazione/i delle istituzioni (civili e militari). Dopo averla illustrata

abbiano ritenuto utile applicarla a diversi casi specifici (come Attac, ilFSMI, i Black Bloc o i CSA italiani).

Nella II parte, abbiamo posto l’enfasi sul ruolo dei nuovi movimenti in Ame-rica Latina e sulla riflessione politica dell’attivista (e giornalista) inglese Wainw-right riflessione assai significativa perche sottolinea il formarsi — a partire daPorto Alegre — e il graduale consolidarsi di una nuova forma di democrazia:quella partecipativa.

La III e stata strutturata in appendici in modo da sottolineare — a diversi li-velli di profondita — il ruolo di associazioni (nazionali e non), di riviste (esclu-sivamente italiane) e di intellettuali (italiani e non) che hanno contribuito — nelloro ambito — ad esprimere una filosofia del dissenso a vario titolo ora nei con-fronti delle strutture di potere in quanto tali ora nei confronti delle istituzioniche hanno maggiormente contribuito alla globalizzazione. Dissenso che, puravendo connotazioni ideologiche differenti, presenta elementi di profonda con-tinuita nell’ambito della pars destruens.

11

Page 12: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Nella IV parte abbiamo voluto mettere in evidenza alcune caratteristiche rile-vanti al dissenso cattolico (che abbiamo approfondito in un secondo momento) esoprattutto del dissenso del sindacalismo antagonista di cui i COBAS sono in-dubbiamente esponenti autorevoli.

Nella parte V, concentrando la nostra attenzione sul alcuni protagonisti dellapedagogica antagonista, abbiamo voluto dimostrare il ruolo decisivo della guerrapsicologica alla istituzioni dominanti attuata attraverso il dispositivo educativo,guerra psicologica che procedendo — direbbe Clausewitz — per logoramentovorrebbe raggiungere il traguardo ambizioso di costruire ‘un uomo nuovo’ con-quistando spazi di potere accademico ed editoriale.Si pensi, a titolo di esempio, aCapitini o a Borghi.

Nella parte VI abbiamo approfondito temi ed autori del dissenso cattolico al-lo scopo di dimostrare come la conflittualita non convenzionale abbia avuto mo-do di esprimersi al meglio proprio grazie al cattolicesimo progressista.

Particolare attenzione — non a caso — e stata prestata alla teologia della li-berazione.

Nella parte VII abbiamo illustrato gli aspetti essenziali di alcuni autorevoliprotagonisti della cultura del dissenso che hanno formulato una interpretazionedella storia profondamente anti-realista.

Nella parte VIII non potevamo esimerci dal presentare — in forma essenziale— la riflessione politica di alcuni storici protagonisti della cultura anglo-ameri-cana.

Nella parte IX la nostra riflessione ha cercato di mettere a confronto — im-plicitamente — tre autori che, pur partendo da tecniche di conflittualita nonconvenzionale analoghe, sono giunti a conclusioni assai diverse in merito alla ef-ficacia dell’azione non violenta (mi riferisco naturalmente a quelle di MANDE-LA).

Nella sezione X abbiamo — in prima battuta — voluto porre l’enfasi sul ruolodi una parte della comunita accademica italiana nei confronti delle tematichedella guerra e della pace e, in seconda battuta, abbiamo altresı sottolineato il ruo-lo di vero e proprio potere antagonista che oramai svolgono determinati centri odeterminate associazioni nei confronti delle istituzioni (in particolare di quellemilitari).

Nella parte XI abbiamo voluto — brevemente — illustrare le riflessioni fon-damentali per il pacifismo cristiano del novecento di MAZZOLARI e DEL VA-STO alle quali abbiano fatto seguire un’analisi delle argomentazioni dei piu notiraggruppamenti accademici italiani anti-militaristi e anti-USA. Infine, abbiamoesposto le celebri tesi di THOMPSON a favore del disarmo nucleare e del neu-tralismo politico.

Nella parte XII abbiamo volutamente posto l’enfasi sulla istituzionalizzazione

12

Page 13: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

dell’anti-militarismo attraverso l’ODC, difeso a livello filosofico da Tolstoj e alivello politico anche del PRI.

Nella parte XII ci siamo limitati a prendere in considerazione alcuni celebriregisti nei cui film l’anti-capitalismo e/o l’anti-militarismo costituiscono temi do-minanti. D’altronde, la scelta del cinema come argomento da trattare nel conte-sto della CNV(acronimo per indicare la conflittualita non convenzionale, ndr), efin troppo ovvio: indipendentemente dalle riflessioni di Baroni (v primo volume)risulta evidente la centralita dei mass-media come strumento di indottrinamen-to,di contro informazione e quindi di guerra psicologica.Il condizionamento at-traverso l’immagine e indubbiamente piu efficace rispetto alla parola scritta.

Nella parte XIV, riprendendo la griglia interpretativa usata nella parte primadi questo volume, abbiamo analizzato alcuni esempi storici di CNV facendo ri-ferimento al celebre studio di Teodori.

Nella parte XV — infine — pur avendo omesso alcuni esponenti di rilievodell’antagonismo ecologista radicale (pensiamo a ZERZAN e a CAMENISH),abbiano — in linea generale — cercato di dare un quadro abbastanza chiaro del-le tendenze dell’ala ecologista piu intransigente (rispetto al WWF, Lega Ambien-te e Italia Nostra) del novecento.

A conclusione del volume abbiamo posto due appendici strutturate nel modoseguente:

— nella prima appendice abbiamo ritenuto indispensabile illustrare abbastan-za estesamente la genesi della conflittualita non convenzionale a partire dalsessantotto e dal settantasette facendo riferimento a volumi considerati in-dispensabili — dal movimento antagonista — per una conoscenza appro-fondita di quei periodi.

— Nella seconda appendice le riflessioni di Gehehen costituiscono oramai unclassico dell’analisi politico-strategica della cold war, analisi utilissima an-cora oggi, mentre quella del Col. Pisano rappresentano una breve maestremamente significativa introduzione alla conflittualita non convenzio-nale. Altrettanto decisive — ci sono parse — le analisi del servizio segretointerno tedesco,della polizia federale svizzera,del sisde e del ros, di Baud— uno dei piu significativi analisti strategici francesi contemporanei — einfine — di Lucas/Tiffreau analisti della Ecole de Guerre Economiqueistituzione francese all’avanguardia in Europa per lo studio della guerrapsicologica applicata all’economia e all’antagonismo anti-capitalistico.

13

Page 14: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 15: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

PREMESSA

In primo luogo rispetto al primo volume — di natura strettamente teorica —il secondo volume svolge una rassegna ampia — ma non esaustiva — di associa-zioni, ong, riviste e di intellettuali che hanno teorizzato e/o praticato le tecnichedella conflittualita non convenzionale e che hanno sostenuto orientamenti ideo-logici anti-militaristi, pacifisti o ecopacificisti etc. Nella maggior parte dei casiquesti attori (istituzionali o meno), hanno attuato a livello di conflittualita nonconvenzionale ora la Guerra psicologica ora la Disobbedienza civile ora l’Agita-zione sovversiva nei confronti di determinate istituzioni nazionali e sovranaziona-li allo scopo di modificarle spesso in modo strutturale.

Questa analisi e stata possibile grazie agli illuminanti saggi di ARQUILLA eRONFELDT della Rand corporation, alle riflessioni di Pisano sulla conflittualitanon convenzionale, agli studi di Di Nunzio e Rapetto sulle nuove guerre, alle ri-flessioni sulla ‘guerre psycologique’ della scuola strategica francese e,infine,graziealle riflessioni dell’analista francese BAUD.

In secondo luogo — prima di concludere — e opportuna una precisazione diordine metodologico: il nostro studio ha avuto come scopo primario quello diindividuare le principali tecniche non convenzionali e dunque asimmetriche al-l’interno degli approcci antagonisti, ma non ha avuto quello di compiere ne uninquadramento storico — tranne che per il ’68 e il ’77 — ne una esposizione teo-ricamente esaustiva degli attori coinvolti nella prassi antagonista. A tale propo-sito, questo volume presuppone da parte del lettore, una discreta conoscenzadi base sul ruolo svolto dei movimenti antagonisti sul corso del novecento esui principali protagonisti del dissenso laico e religioso.

In terzo luogo, il lettore attento, non potra non constatare la profonda con-tinuita tra le modalita operative del ’68 e del ’77 e quelle attuali, continuita do-vuta al fatto che non pochi protagonisti di quel periodo hanno perseguito la loroattivita antagonista contro i medesimi obiettivi usando tecniche analoge.

15

Page 16: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 17: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Parte Prima

Page 18: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 19: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. LA DINAMICA POLITICO-STRATEGICA DELL’EZLN

1. Metodi di lotta

1) La combinazione e l’adattamento hanno consentito efficienza, rapiditadell’esecuzione e spiazzamento dell’avversario.

2) L’Information warfare attraverso l’uso di mass-media nazionali e non, dellastampa nazionale e non, di internet e del simbolismo (dal passamontagna,al cavallo — di zapatista memoria —, alla tuta blu fino allo scarafaggio) equindi alla Psyc-warfare e quindi al ricorso all’azione non violenta.

3) Le marce, gli happening pacifici (si pensi alla marcia del marzo 2001).4) Fino al 2005 non ci sono state evoluzioni di sorta. Anche ‘‘l’Altra campa-

gna’’ ha posto al centro ancora una volta l’assemblea con un richiamoesplicito alla dimensione trasversale.

2. Struttura

1) Livello delle componenti: insortibasi d’appoggio

Questa divisione e relativa alle componenti dell’EZLN. Quanto alla strut-tura relativa alle funzioni abbiamo:1) Struttura logistica2) Struttura di propaganda3) Servizio di informazione4) Educazione5) Sanita6) Tribunale di Giustizia.Queste strutture — che sono assimilabili a quelle della struttura tradizio-nale della guerriglia — sono denominate dipartimenti.

2) La gerarchia interna — nonostante l’esplicito anti-militarismo — rispec-chia i gradi militari procedendo dal livello di caporale a quello di maggio-re. Non esistono gradi superiori.

3) Complessivamente lo schema e il seguente: comunita indige-

19

Page 20: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

na ! Direzione ! Marcos ! esercito ! insorti. Non puo considerarsiuna sorta di riedizione della avanguardia leninista ma deve interpretarsicon una struttura a rete nella quale l’elemento di una democrazia diffusae decisivo. Naturalmente tale schema risulta valido se e solo se le informa-zioni desunte sono attendibili.

4) Il soggetto rivoluzionario specifico — per usare l’espressione marxista —e la comunita indigena mentre il soggetto rivoluzionario globale e la comu-nita degli esclusi (dai gay ai sottoproletari del mondo).

3. Reazione delle istituzioni

1) In generale e stata inappropriata perche incapace di comprendere le no-vita dell’EZLN (almeno fino al 2005).

2) Le istituzioni hanno cercato di operare dividendo la comunita indigenadalla Direzione dell’EZIN attraverso gli aiuti della Banca Mondiale (poli-tica paternalista)

3) Zedillo — p.e. — in collaborazione con la Cia ha cercato di attuare unastrategia della contro informazione.

4) Il cambiamento politico — con la vittoria del PAN e l’elezione di Fox —ha rallentato la pressione dell’EZLN sulle istituzioni politiche.

5) L’uso di gruppi paramilitari da parte dei latifondisti messicani, la presenzamassiccia dell’esercito (con l’innovazione del BOMO), la collaborazionetra Sullivan e Bazan (con la guerra a bassa intensita e la realizzazionedel GAFE) sono sistemi che si sono rivelati solo in parte appropriati.

6) L’approccio piu usato e stato quello di mediare politicamente allo scopodi svuotare il contenuto rivoluzionario del messaggio dell’EZLN dirottan-dolo verso i sentieri del riformismo;

7) non si puo non rivelare l’estrema superficialita dei servizi di informazionimessicani nell’individuare preventivamente la formazione dell’EZLN ini-ziata dall’83 e conclusasi il 1 gennaio 1994! Ben dieci anni dunque!

4. Origini

Tutti gli analisti (favorevoli o meno all’EZLN) sono concordi nel ritenere chei soggetti storici ai quali si sono ispirati i fondatori siano i seguenti: Zapata, Ga-miz, Vazques, Cabanas e Ruiz. Tutti questi — con l’eccezione di Ruiz — hannodato all’EZLN indicazioni militari determinanti. I contenuti ideologici che neltempo hanno determinato l’EZLN sono stati: il maoismo (con la formazione

20

Page 21: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

LP), il che gueravismo (con la nascita dell’FLN nel 1969), e l’esperienza gand-hiana, farabandista e la teologia della liberazione con Ruiz. Le associazioni —che si sono costituite precedentemente alla formazione dell’EZLN e che hannoun legame con le comunita indigene — sono: CIOAC, OCEZ e la disciolta PRDrilevante per la presenza di ex-studenti sessantottini confluiti poi nella guerri-glia.

5. I nemici e la par costruens

In questo ambito sussiste una precisa tripartizione: nemici locali, nazionali einternazionali.

I nemici locali sono i diversi governatori del Chiapas e i comandanti di zona;quelli nazionali oltre al PRI, sono i vari presidenti e la sinistra incapace e corrottaunitamente alle multinazionali USA. Il nemico internazionale per eccellenza e ilneo-liberalismo

2) L’impostazione ideologica dell’EZLN non puo considerarsi — stando aicomunicati dal primo al sesto — anarchica (al di la delle strumentalizza-zioni europee).

3) Non puo considerarsi neppure leninista (lontana p.e. dal contenuto delle‘‘Tesi di aprile’’).

4) Prendendo in prestito la terminologia del socialismo non marxiano,-l’EZLN e una forma di democrazia partecipativa e autogestita (come imohirpi del Chiapas) costituitasi dopo il 1994.

5) L’EZLN crede fortemente non solo nella crisi della forma partito ma an-che nel dualismo tra Stato e Societa civile.

6) Le alleanze stipulate con le ONG, con la stampa progressista europea enon, con le universita sono state decisive per conseguire la visibilita pla-netaria e per consentire un radicamento maggiore della societa civile.

7) A livello di analisi politico-economica, le riflessioni di Marcos non mo-strano elementi di novita poiche queste sono speculari a quelle di ‘‘LeMonde Diplomatique’’.

8) L’uso delle armi e stato finalizzato o all’attacco guerrigliero o alla auto-difesa ma mai alla lotta armata fine a se stessa. Proprio per questo allostato attuale, costituisce un errore enorme parlare di terrorismo per con-notare la prassi dell’EZLN.

9) La modernizzazione economica e una richiesta frequente nei discorsi diMarcos.

10) E talmente centrale il ruolo dei media che lo stesso, che Marcos provo-catoriamente definisce i mass-media come ‘‘l’avanguardia del paese’’. In

21

Page 22: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

altri termini, mass media e la societa civile (nella quale M. include leONG) sono due cardini indispensabili della strategia neo-zapatista.

11) Nel solco delle democrazie del XXI sec. Marcos chiede una educazionedi massa e gratuita.

22

Page 23: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. IL NEO-ZAPATISMO DELLA ANALISIDELLA RAND CORPORATION *

1) Nel cap. 5 (Trasformation of the conflict) gli A.. sottolinea opportunamen-te come l’EZLN e le ONG si siano sforzati di dominare lo spazio delle in-formazioni per supplire alle deficienze nell’ambito strettamente militare;

2) la presenza, all’interno del Copoca e del Conai, ha consentito all’EZNLun livello di partecipazione politica rilevante marginalizzando lo spaziodi trattativa del governo messicano

3) gli A. non puo nascondere il dato di fatto in base al quale l’intelligencemessicana debba essere profodamente rivista

4) allo stesso modo la partnership con l’alleato USA deve essere rafforzata.Un passo in questa direzione e costituito dalla realizzazione dei GAFE —nel 1996 — corpo d’elite costituito sulla falsariga della Delta Force

5) nel cap. 6 (Emergence and influence of the zapatista social Netwar) gli A.pongono l’enfasi sul ruolo decisivo dele ONG senza tralasciare la rilevan-za della base indigena con i suoi ideali egualitari, comuntiari e consultivi.

6) La netwar inaugurata dall’EZLN e definita come Rete di Sciame (il ter-mine e dello studioso Kelly).

7) Abbandonata la guerriglia (dopo il ’94) sul modello maoista-zapatista(con la scelta di piccole unita di 12/16 uomini), la realizzazione delCONPA e il legame con le reti informatiche Peacenet e Conflictnet, sisono rilevati elementi indispensabili nella riuscita del progetto zapatista.Propio per questo l’abbinamento con il metodo dell’azione non violen-ta(da questo momento ANV, ndr) si e dimostrato cruciale.

23

* Una situazione per certi versi analoga e individuabile in Cile con la presenza del Consiglio ditutte le terre (di cui HUILCAMAN e il piu noto portavoce) che rivendica il riconoscimento dellaidentita etnica e culturale del popolo MAPUCHE attraverso modalita operative tipiche della con-flittualita non convenzionale, di fronte alle quali le istituzionali civile hanno applicato contromisureefficaci (misure che hanno sollevato le proteste di Hunan Rights Watch e della Federazione per idiritti umani) e che hanno trovato sulla legislazione anti-terroristica una adeguata sistemazione.

Page 24: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

8) Una delle condizioni che hanno agevolato il lavoro di Marcos e stata lapresenza religiosa: cattolica e protestante. L’ordine religioso gesuiticoha certo svolto un ruolo determinante nella alfabetizzazione primaria enell’indottrinamento ideologico.

9) Se e indubbio che la figura di Marcos sia poliedrica, altrettanto possiamoaffermare dell’EZLN nel suo insieme. Gray ne parla come di un movi-mento ibrido e Cleaver — riflettendo sulle conseguenze che la prassi del-l’EZLN ha avuto — parla di effetto zapatista!

10) Il legame realizzato con la societa civile e cosı stretto che gli A. sottolinea-no che ‘‘la societa civile e impossibile da decapitare perche e uno sciameche puo sembrare anarchico ma e in realta determinato dalla consultazio-ne estesa’’.

24

Page 25: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. IL CONCETTO DI NETWAR

A livello teorico gli analisti della Rand Corporation analizzano la struttura deinuovi movimenti nel cap. IX dal titolo ‘‘The structure of social movements’’ uti-lizzando l’oramai celebre concetto di Rete connotata nel seguente modo: 1) lastruttura dei nuovi movimenti (no-global-terroristici, no-pacifisti) puo esseresemplice, policentrica e a rete.

In secondo luogo, una struttura di tale natura si puo costituire solo a partireda collegamenti multipli e precisi costruiti su: a) relazioni personali; b) viaggi;c) tecnologie di comunicazione.

In terzo luogo, la coesione interna e mantenuta grazie ad una opposizionecondivisa nella quale la logica dualistica e conflittuale (noi e loro) domina il rap-porto.

Nel cap. due (‘‘The advent of Netware’’) gli A. entrano nel dettaglio sia inmerito alle finalita che in merito alla articolazione delle reti. Che la disgregazionepsicosociale sia fondamentale — nella nuova conflittualita — tanto quanto la di-struzione fisica della classic war — e oramai evidente. Altrettanto evidente e ladistinzione tra cyberwar e netwar: quest’ultima infatti indica il coinvolgimento diformazioni paramilitari o forze irregolari. In generale sulla netwar i players con-ducono una guerra della quale usano forze di rete e dottrine adatte all’eta del-l’informazione. Le suddette reti possono avere una forza triplice: chaim, star eall-chanell.

Nella prassi dei movimenti sono possibili ibridi tanto quanto e possibile lacoesistenza — accanto alla netwar — della cyberwar. La vastita della netwar etale da consentirle di fare saltare le tradizionali staccionate tra pubblico/privatoe tra stato/societa civile. Superfluo sottolineare come la loro dinamica renda ilcompito di contrastarle particolarmente arduo.

A mo’ di conclusione, la tesi del Col. SZAFRANSKI e particolarmente signi-ficativa poiche pone l’enfasi sulla reale finalita della netwar: ‘‘confondere le cre-denze fondamentali delle persone sulla natura della loro cultura, societa e gover-no’’. La disgregazione e — infatti — lo scopo ultimo e particolarmente deleterio.La contro offensiva non potra che consistere — nel costruire reti — contro retimischiando abilmente le reti con le strutture gerarchiche tradizionali allo scopodi formare veri e proprio ibridi.

25

Page 26: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Nel cap. VII (‘‘Netwar in the emerald city’’) la rivolta/scommessa di Seattle epresa in attenta considerazione. Non c’e dubbio alcuno che la DAN abbia svoltoun ruolo cruciale (anche per la sua struttura a rete), ruolo che sara concretizzatoattraverso una strategia di cooperazione non violenta. La matrice di questo mo-vimento e da rintracciarsi sia nei movimenti ambientalisti, che nei movimentisorti grazie alla Guerra del Golfo. L’aggregazione e avvenuta per gruppi di affi-nita. Accanto al DAN la Ruchus society e l’AFl-CIO sono gli altri due giocatorideterminati.

Una componente minoritaria e stata costituita dal Blocco nero. Tutti insieme— a vario titolo — hanno raggiunto un vero e proprio dominio urbano a Seattlecon il coordinamento del DAN. Al di la della organizzazione specifica e del ruolodei singoli gruppi, quello che ci preme sottolineare e il ruolo di internet, dei cel-lulari e delle videoriprese insieme a al ruolo di Indymedia. Sia la polizia che l’FBInon sono stati in grado di contrastare adeguatamente la sorpresa strategica e l’ef-ficienza tattica del movimento. Complessivamente il dominio dell’infosphere estato ottenuto dai contestari e non c’e dubbio che tale manifestazione sia stataquella piu riuscita dopo la Guerra del Golfo. A conclusione del capitolo —non senza una punta di soddisfazione — gli A. sottolineano come le forze del-l’ordine non siano state colte di sorpresa ne a Washington ne a Los Angeles an-che perche i contestatori hanno adottato una struttura centralizzata.

26

Page 27: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. IDEOLOGIA E METODO DI LOTTADEI NUOVI MOVIMENTI

Vorremmo — come primo caso — studiare la prassi conflittuare del MST se-condo uno schema semplice ed articolato del seguente modo:

1. metodi di lotta;2. struttura;3. reazione delle istituzioni;4. origini5. il nemico e6. ideologia.

1. Metodi di lotta:

1) addestramento non violento e agitazione sovversiva;2) marce(p.e. quella sul Brasile nel 1997);3) occupazione di terra;4) contro informazione (nel 2001 presentano domanda 87 mila famiglie e il

governo si trovo nei guai perche non poteva assegnare la ferma a nessuno);5) trarre insegnamenti da Gandhi (dalle tecniche non violente alla consape-

volezza) e da Ho Chi Min la centralita della dimensione psicologica nellalotta);

6) manifestazioni su larga scala per ostacolare la repressione.

2. Struttura:

1) struttura autonoma cioe indipendente dai partiti per evitare divisioni in-terne e lotta tra varie correnti;

2) indipendente dalla Chiesa cattolica;3) appoggia e collabora con il PT brasiliano (proletariato agricolo + piccoli

coltivatori + piccoli agricoltori proprietari).4) la base e composta da attivisti contadini;

27

Page 28: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5) i gruppi dirigenti vengono eletti all’interno di riunioni regionali e statali;6) ogni due anni vengono indette assemblee nazionali mentre ogni cinque

anni viene celebrato il congresso nazionale;7) il numero di delegati e assai alto (nel 2000 raggiunse gli undicimila);8) infine esistono ventuno direttori nazionali;9) il MST e presente in ventitre su ventisette stati;

10) i finanziamenti provengono: dalle famiglie contadine, dai sindacati, dallachiesa o da ONG europee ed americane. Il movimento non dispone —allo stato attuale — di una tesoreria centralizzata;

11) formazione di docenti attraverso la collaborazione con l’Universita;12) il movimento ha dato un contributo alla nascita di via Campesina;13) assoluta centralita della formazione tecnica degli attivisti.

3. Origini:

1) La chiesa cattolica (in particolare i cappuccini);2) la teologia della liberazione;3) l’Azione cattolica e la Gioventu operaia cattolica;4) il sindacato dei cattolici;5) la CPT;6) gli intellettuali della sinistra brasiliana: Masini, Dos Scentos, Barbirra e so-

prattutto Juliano del Partito Socialista brasiliano;7) strette relazioni con i CLIT.

4. Il Nemico:

1) l’imperialismo;2) le multinazionali (in particolare la Monsanto);3) l’uso delle biotecnologie e della bioingegneria;4) la maggior parte dei presidenti brasiliani (p.e. Cardoso);5) la magistratura;6) il PSDB;7) la contro informazione degli organi di stampa;8) i governi USA ed europei;9) il progressivo allontanamento della sinistra dalla base sociale.

28

Page 29: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. Ideologia:

1) Sovranita alimentare;2) riforma agraria comunitaria;3) tutela della bio-diversita;4) economia eco-sostenibile;5) la conquista della dignita dei contadini;6) la democratizzazione della terra come base per democratizzare la politica.

6. Reazione:

1) Repressione militare agli ordini del Presidente Figueiredo;2) imprigionamento;3) gli strumenti della repressione: l’esercito o la polizia federale (p.e. le inizia-

tive dal 1989 al 1991);4) sequestri;5) eliminazione fisica (dal 1984 1600 persone eliminate);6) riorganizzazione della polizia federale secondo il modello del DOPS;7) intercettazioni telefoniche;8) la censura e la distorsione dell’informazione attraverso il controllo dei me-

dia.

Un altro eloquente esempio di CNV ci pare la Ruckus americana.

A) Origini:1) Prender atto e reagire alla devastazione ambientale;2) l’ambientalismo di Greenpeace e Earth First;3) asce nel 1995 con Roselle, Sellers e Twilly;4) ideologicamente prende ispirazione dall’eco-marxismo e dalla lotta non

violenta di King e Gandhi.

B) Struttura:1) ha una struttura ibrida compresa tra Greenpeace e la Rain Forest Action

Network;2) la base e fatta da un numero limitato di volontari (20/30);3) l’interazione con i movimenti per i diritti umani, con quelli del commercio

equo e fondamentale. Cio significa che allo stato attuale non e possibileparlare di settarismo;

4) l’eta media varia da 20 a 35 anni;

29

Page 30: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5) il finanziamento ha due canali: il finanziamento volontario e il finanzia-mento delle ONG;

6) la coesione e di natura ideologica.

C) Metodi di lotta:1) l’action direct di Greenpeace;2) l’addestramento alla non violenza;3) l’addestramento all’uso dei media;4) sfruttare il potenziale informativo di media alternativi.

D) I Nemici:1) Scopo generale: scatenare il pandemonio in modo non violento per de-

nunciare la devastzione del pianeta perpetuato da:a) Stati;b) Mutinazionali ec) dall’economia neo-liberista;

2) anti-militarista e quindi eco-pacifista (p.e. la marcia di 14mila personecontro il centro di addestramento a Fort Benning).

E) Ideologia:1) ambientalismo radicale;2) eco-pacifismo;3) anti-capitalismo (e piu specificatamente anti-globalizzazione). Per ammis-

sione dello stesso Sellers fino ad ora il movimento ha sviluppato la parsdestruens senza dunque sviluppare una alternativa costruttiva.

30

Page 31: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Parte Seconda

Page 32: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 33: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. IL MOVIMENTO ANARCHICO USA

1. Origine

Negli USA l’antagonismo anarchico ha trovato modo di esprimersi soprattut-

to nel PGA, nel RACB e nelle strutture canadesi — strettamente legate a quelle

USA — del Clac (di Montreal) e delle SCA di Quebec. Secondo l’interpretazio-

ne di GRAEBER la logica anarchica USA avrebbe tratto una forte ispirazione

dall’EZLN.

2. Metodi lotta

1) Azione diretta; 2) costruzione di reti nazionali e transnazionali di opposi-

zione e resistenza; 3) necessita di alternare blocchi stradali a prassi tipicamente

non violente; 4) disobbedienza civile; 5) costruzione simboliche (p.e. il Pupazzo

della Liberazione o le clave di gomma); 6) necessita di porre l’enfasi sui media

alternativi.

3. Nemici

In quanto anarchici la loro opposizione si materializza a 360 gradi passando

dallo Stato alla economia di mercato — secondo i presupposti dell’anarchismo

tradizionale. Certamente un elemento nuovo rispetto al passato e la necessita

di federarsi in modo non gerarchico a doppio livello nazionale e non.

4. Struttura

Usando le parole di GRAEBER la struttura deve essere costituita da ‘‘reti

orizzontali (...) sorrette da principi di democrazia consensuale decentralizzata

e non gerarchica’’.

33

Page 34: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. L’ASSOCIAZIONE ATTAC

1. Origine

Grazie a Ramonet e Cassen tra il 1997 e il 1998 nasce Attac: 2) sulla base disocieta esistenti (p.e. Sindacati); 3) grazie all’appoggio della pubblicistica france-se di sinistra laica e non (p.e. Testimonianze cristiane); 4) grazie alla sua diffu-sione soprattutto in Europa (ostacolata dalle ONG inglesi in Ue); 5) dimostra divere stretti legami con il PT, con i politici francesi e europei; 6) infine Attac haavuto un ruolo decisivo nella fondazione del WSF del febbraio del loro grazie aGrajew, Whitaker (della Commissione dei vescovi brasiliani).

2. Struttura

1) Comitato esecutivo; 2) comitati locali; 3) comitato esecutivo (30 membri,18 eletti dai fondatori e 12 dei 30 mila componenti); 4) composizione sociale:piccola e media borghesia (docenti e studenti)

3. Metodi di lotta

1) Azione violente; 2) azione diretta; 3) reti nazionali e transnazionali;4) manifestazioni; 5) contro informazione (attraverso Internet e ‘‘Le Monde Di-plomatique’’).

4. Nemici

1) liberismo; 2) contro l’Europa delle banche; 3) americanismo (economicoe militare).

34

Page 35: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. IL MOVIMENTO ANARCHICO EUROPEO

Come nei casi precedenti procederemo ad una rapida rassegna delle princi-pali caratteristiche del movimento:

1) le associazioni anarchiche hanno partecipato in modo rilevante a tutti glihappening no-global;

2) non sono una componente maggioritaria (rispetto a quella della sinistra ecattolica) ma significativa;

3) a livello organizzativo hanno anticipato il modello a rete cosı decisivo deino-global;

4) anche a livello ideologico, la critica radicale ed impietosa insieme alla for-ma partito, al riformismo e soprattutto al capitalismo fanno del movimen-to anarchico un antesignano delle principali ‘dottrine’ dei no-global;

5) gli attivisti — del movimento anarchico — prevengono dagli anni settantama soprattutto sono soggetti giovani. In merito alla loro origine sociale laclasse media e determinante;

6) come contenuti ideologici il radicalismo anarchico oltrepassa indubbia-mente gli orientamenti ideoligici dei no-global sia che si tratti dell’anar-co-individusalismo che dell’anarco-insurrezionalismo. A tale proposto,l’anti-statalismo, l’internazionalismo delle lotte, l’opposizione al militari-smo e alle carceri costituiscono tematiche centrali , al meno quanto l’enfasiposta sull’autogestione, sul mutuo appoggio, sui gruppi di affinita (termi-ne inventato dalla Fai spagnola);

7) le assocazioni anarchiche si modellano a partire da una struttura federalesul modello della piattaforma o su gruppi di lotta di classe (che solitamen-te comprende anarco-comunisti e anarco-sindacalisti);

8) in merito alle modalita operative, attuate sul contesto della conflittualitanon convenzionale, possono essere indicate nel seguente modo: scioperi,marce di protesta, boicottaggi, occupazione e violenze (a persone o a cose)come nel caso dell’anarco-insurrezionalismo, dell’eco-anarchismo e deiBlack bloc, la contro informazione attraverso siti-web,l’uso di pubblicazio-ni periodiche e la realizzazione di istituzioni alterternative (come le libreriao i centri sociali).

35

Page 36: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. METODI E SCOPI DEL BLACK BLOC

1. Origini

Fu la polizia tedesca — durante gli anni Ottanta — a denominare gli auto-nomi blocco nero a causa dell’abbigliamento scuro. Congiuntamente erano pre-senti in Europa (soprattutto in Italia, Germania, Danimarca e Olanda) e agironoinsieme agli squatters animando vere e proprie insurrezioni per poi diffondersi inAmerica negli anni novanta (si pensi alla insurrezione di Los Angeles dell’1992).

Sempre nello stesso anno la loro partecipazione alle manifestazioni contro laGuerra del Golfo e a Washington ha lasciato il segno. Particolarmente significa-tiva la loro presenza a Seattle, dove duecento attivisti devastarono luogo consi-derati simbolici, e a Genova dove collaborarono con i CSA Pinelli e i Cobas.

2. Identita ideologica

Nonostante il loro rifiuto di farsi etichettare, i Bb appartengono alla estremasinistra, al mondo anarchico e libertario. Individuare i padri spirituali del loroorientamento e tutt’altro che arduo: C. Mason, Bookchin, Zerzan, Bey (sia chia-ro — a tale proposito — che i Bb si servono delle tesi di questi autori per le lorofinalita), la FAI iberica e la CNT spagnola. Il linguaggio usato e frutto di unasintesi tra il futurismo, il dadiasmo e il situazionismo. Cio che propongononon si discosta dalla tradizione anarchica: federalismo, democrazia diretta e sov-versione del mondo attuale.

3. Organizzazione:

1) assenza di leaders;2) struttura a rete flessibile;3) si aggregano per gruppi di affinita;4) soprattutto negli USA la rete dei Bb si ramifica in gruppi suddivisi per

compiti: portavoce e collettivi che operano come base locale;

36

Page 37: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5) le decisioni si prendono secondo il modello della democrazia diretta;6) e assente un progetto organico di alternativa.

4. Tecniche di lotta:

1) il saccheggio e la conseguente riappropriazione delle merci;2) uso della violenza contro le cose;3) modalita da guerriglia urbana;4) azioni simboliche;5) uso ampio dei cellulari per organizzare le manifestazioni;6) ricognizione del territorio urbano secondo le modalita di un conflitto;7) tecniche dello street-threater;8) la militarizzazione che li caratterizza si manifesta anche nella marcia a rit-

mo del rullo di tamburi;9) evanescenza :dopo aver colpito - come uno sciame - si dissolvono;

10) uso di telecamere sia per finalita interne che esterne;11) provocazione nei confronti delle forze dell’ordine evitando scontri diret-

ti.

37

Page 38: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. METODI E SCOPI DEL WSF

Quali sono le caratteristiche essenziali del WSF? Quale la sua dinamica?Che il WSF abbia una dimensione internazionale e un dato di fatto, tantoquanto e evidente la sua struttura a rete. Al suo interno sindacati, forze po-

litiche di sinistra e ONG sono indubbiamente predominanti. Sotto il profilo sto-rico-politico il richiamo al socialismo ottocentesco, alla rivoluzione d’Ottobre, aimovimenti degli anni Sessanta, alla teologia della liberazione e all’anarchismo so-no alcuni dei richiami fondanti.

Non e difficile individuare gli antecedenti storici recenti:

1) le rivolte per il cibo nei primi anni ottanta;2) la poll tax in UK;3) le politiche neo-liberiste dell’OMC e dell’FMI nel Sud nel mondo;4) Il NAFTA;5) l’EZLN;6) le proteste contro le privatizzazioni dei servizi sociali;7) la nascita del Reclaim the Streets in Uk;8) la nascita del PGA

e infine

9) i movimenti sorti sul problema della identita (razziale, sessuale etc.). Perquanto riguarda, al contrario, gli aspetti di originalita l’uso di internet edei media alternativi e caratterizzante (rispetto ai movimenti del passato);in secondo luogo il forum e una sorta di ibrido tra uno spazio e un movi-mento e cio non consente l’esistenza di una leadership unitaria. Nonostan-te cio — e al di la della retorica sul superamento di gerarchie centralizzate— il WSF ha comunque al proprio interno due organismi come il BOC el’IC che ne coordinano la prassi e il Comitato organizzatore brasiliano che— in collaborazione con Attac — ha gettato le basi della Carte dei Prin-cipi.

Non mancano critiche dalla sinistra piu intransigente la quale accusa il WSF:

1) di non dichiarare esplicitamente la propria adesione al socialismo;

38

Page 39: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2) di essere assai poco efficace sul piano operativo;3) di accettare finanziamenti dalle Ong occidentali facendosene palesemente

condizionare;4) di rifiutare radicalmente il ricorso alla violenza rivoluzionaria;5) di avere una scarsa trasparenza democratica nell’ambito del processo de-

cisionale

e infine

6) di rifiutare apparentemente la presenza di partiti ma nel contempo di cer-care il loro aiuto e sostegno (senza il PT brasiliano e i comunisti in Indianon sarebbe stato possibile organizzare alcunche. Analogamente l’entusia-smo suscitato da Chavez nel 2005 ha reso meno immacolata la Carta deiprincipi);

7) di affrontare sempre gli stessi temi e di formulare sempre le stesse condan-ne contro i soliti sospetti.

In conclusione, il rischio maggiore — sottolineato da alcuni autorevoli soste-nitori del WSF — e il pericolo della loro fragilita, della loro evanescenza, pericoliquesti che possono trovare nella ‘‘noia, nello scoraggiamento e nell’indulgenzaverso se stessi’’ le cause principali.

Nonostante l’organizzazione a rete non c’e dubbio che il CUT e il MST co-stituiscono una delle anime propulsive del WSF. Quanto alle metodologie di lot-ta queste contemplano la Guerra psicologica, l’Agitazione sovversiva e l’Azionenon violenta.

Veniamo alle costanti sociologiche:

1) eterogenita generazionale;2) alti livelli di educazione;3) eterogenita sociale;4) eterogenita di background politico, dal momento che provengono dal

movimento ecologico,dal femminismo e dal movimenti per i diritti uma-ni;

5) i partecipanti hanno nella stragrande maggioranza dei casi una formazio-ne politica (piu o meno raffinata);

6) i partecipanti prevengono da altre espressioni politiche e associative;7) la maggior parte di loro e rimasta o delusa o disgustata dalla politica pro-

fessionale;8) la necessita di partecipare alle decisioni;

39

Page 40: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

9) lo spettro politico oscilla tra la sinistra moderata, l’estrema sinistra e il cen-tro-sinistra, soprattutto in Europa;

10) la loro prassi e gradualista e non rivoluzionaria (nel senso leninista omaoista del termine);

11) e tuttavia rivoluzionaria nel senso che aspira a modificare l’assetto socialesotto il profilo relazionale, psicologico e economico-politico partendo dalbasso;

12) aspirano ad una ridefinizione della politica. Al contrario, un elemento diforte dissenso — e non e certamente l’unico — e rappresentato dallacontrapposizione tra chi — come il PT e Attac vuole servirsi dello Statoquale baluardo contro la globalizzazione — e chi invece vuole oltrepas-sare lo Stato o fare piazza pulita della classe politica (la cosiddetta globa-lizzazione dal basso o alternativa) come gli anarchici o i piquesteros ar-gentini.

Caratteristiche dei social forum (la loro struttura organizzativa)

Anche in questo caso ci limiteremo ad analizzare le costanti sociologiche:

1) i SF sono solitamente network con una configurazione mista a livellogeografico (nazionale e internazionale);

2) si riuniscono periodicamente in assemblee plenarie che a loro volta si ar-ticolano in gruppi di lavoro tematici;

3) le assemblee plenarie eleggono un portavoce nazionale e un consiglio deiportavoci al cui interno trovano spazio associazioni, sindacati, gruppi po-litici, associazioni ambientaliste e centri sociali;

4) dispongono di un sito web;5) al loro interno esistono contrasti relativi alle strategie di lotta e ai conte-

nuti ideologici;6) i SF si originano o per organizzazioni spontanee o per filiazione da social

forum preesistenti;7) la ricerca dell’accordo all’interno del SF si costruisce a partire da una cri-

tica impietosa della democrazia rappresentativa e della democrazia della‘public opinion’ per proporre la democrazia partecipativa fondata sulmetodo empirico del consenso;

8) i SF si muovono in quella zona grigia compresa tra la mobilitazione e lapartecipazione onde evitare il settarismo o l’istituzionalismo;

9) non esiste un modello unitario alternativo a quello criticato ma numeroseproposte alternative;

40

Page 41: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

10) i SF cercano di far coesistere al loro interno egualitarismo e pluralismo;11) la presenza della figura del facilitatore consente ai SF di perseguire la de-

liberazione consensuale. Se questa — in breve — e la loro natura e ne-cessario individuare i rischi ai quali vanno incontro:

1) la formazione di oligarchie2) il leaderismo3) il burocratismo4) la strumentalizzazione politica5) la scarsa durata.

Infine e necessario sottolineare la convinzione, da parte dei SF, di trasferirenella societa civile le metodologie sperimentate al loro interno.

41

Page 42: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6. NOTE SU ALCUNI ASPETTI DELLA TEORIAE DELLA PRATICA DEI BLACK BLOC

Allo scopo di comprendere, in modo abbastanza chiaro, la visione della realtadel Bb (acronimo per Black Bloc, ndr) struttureremo la nostra breve analisi pertemi,. senza seguire l’ordine alfabetico,facendo riferimento ad una anonima testi-monianza di una attivista.

Capitalismo. Esso e visto come una forza gravitazionale terribile e immensa

Regola base del Bb. Per evitare la identificazione e necessario non farsi indivi-duare ma essere riconoscibili nella modalita operativa.

Appartenenza politica. Indubbiamente appartengono alla sinistra eversiva e al-l’area anarchica.

Violenza. I Bb, pur rispettando chi pratica l’ANV(acronimo per azione nonviolenta) e chi in modo flessibile adotta la violenza mirata e l’ANV (come le tutebianche), ritengono la violenza una pura necessita perche consente di dare visi-bilita al movimento. La violenza deve essere estemporanea e selettiva.

Berlusconi. Il premier avrebbe approfittato di Genova per fare un rapido repu-listi istituzionale e militare.

Visibilita. Senza le azioni violente ora a Genova ora a Seattle quale fine avrebbefatto il movimento? Chi ne avrebbe parlato? La violenza da dunque visibilita.

Lo sconcerto ipocrita. Al di la dello stupore di fronte alle violenze a Genova, chipuo negare che queste serviranno come trampolino di lancio per tutti gli oppor-tinisti in campo politico e giornalistico?

Stato. L’odio verso lo Stato e esplicito tanto quanto verso le istituzioni come laChiesa e verso le sette politiche.

Dio e Storia. Di fronte all’orrore della storia come non osservare che in fondola storia e proprio la narrazione della uccisione di Dio?

Uguaglianza. I Bb si dicono a favore della uguaglianza ma all’interno della di-versita.

42

Page 43: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Comunismo. Lo spettacolo della conversione interessata dei comunisti al capi-talismo e sconcertante perche e stata senza ritegno.

Antagonismo reale. Contrariamente alla ideologia comunista la vera contrappo-sizione e tra la produzione e la distruzione della ricchezza.

Coesistenza. I Bb vorrebbero una societa nella quale coesistessero sia la libertaindividuale che quella collettiva. Proprio per questo la posizione nichilista e inac-cettabile.

Leader. A livello di struttura la figura di un leader non e accettabile percheequivale a un tradimento della organizzazione a rete del Bb e un tradimento dellaconcezione anti-gerarchica della realta.

Bush. Partendo dalla contestazione che Bush e stata il peggiore degli USA, l’u-so della violenza contro di lui sarebbe giustificabile se si accetta l’uso della vio-lenza contro le persone. A causa della sua illimitata stupidita, l’economia USAsta andando alla deriva e con i provvedimenti dopo l’11 Settembre sta pianifican-do vere e proprie azioni di terrorismo dentro e fuori lo Stato americano.

Nazionalismo USA. Di per se ogni nazionalismo e detestabile ma quello targatoUSA e estremamente pericoloso perche rischia di non avere limiti. Proprio perquesto Bush va fermato, proprio perche sta promuovendo una delle forme piupericolose di nazionalismo.

Azione simboliche. Al di la delle violenze ai simboli del capitalismo come nega-re che anche la guerriglia dell’immaginario ha avuto la sua efficacia? Infatti ilcompiere gesti immediatamente riconoscibili e essenziale per la visibilita dei Bb.

Strumentalizzazione della violenza. Una volta affermata la validita della violen-za, e un dato di fatto che le forze dell’ordine l’abbiano strumentalizzata per le-gittimare la repressione.

Black Bloc e no-global. Pur apprezzando il contributo delle tute bianche deiCOBAS e necessario precisare che la presenza dei Bb all’interno dei no-globalsia una presenza a geometria variabile.

Chiarimenti. Pur apprezzando chi la usa i Bb sono contrari all’ANV.

Terrorismo. I Bb condannano l’uso del terrorismo indipendentemente, percheil terrorismo e una delle forme peggiori di degradazione umana.

Insurrezionalismo. La modalita operativa viene definita dai Bb come una sortadi micro insurrezionalismo adattandolo alle diverse circostanze. I Bb devono es-

43

Page 44: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

sere come il vento o come il fulmine, la loro azione deve essere contingente emobile.

Anonimato. Per evitare che le telecamere riprendano i volti degli attivisti, agireanonimamente e fondamentale.

Partiti. Questi non rappresentano nulla poiche il loro unico fine e quello diprendere voti e di gestire il potere.

Politica. L’unica politica autentica e quella che trasforma la vita individualerendendola piu autentica e libera.

Potere. I Bb non hanno alcun interesse ad amministrare il potere ma voglionosoltanto che ognuno sia libero di amministrare la propria vita.

Poliziotto. Lo sbirro detiene realmente il potere poiche e proprio lui che si tro-va a dover esercitare il monopolio legittimo della violenza. In cambio di tutto cioaccetta l’umiliante condizione del servo obbediente.

Cittadino. In cambio di falsi diritti (quello al consumo, al voto, al divertimento)il cittadino delega l’esercizio della violenza.

La vera violenza. Non sono certo le dimostrazioni dei Bb a rappresentare unpericolo ma al contrario e quella che il capitalismo esercita ad essere l’unico veropericolo per l’umanita.

Anarchia. Grazie all’anarchia i Bb hanno appreso quanto indispensabile sial’autogestione della propria vita. Grazie all’utopia anarchica hanno appreso l’im-portanza di costruire un modello consensuale grazie al quale possono essere li-beri di scegliere liberamente la loro vita.

Genova. Secondo i Bb a Genova le istituzioni hanno pianificato nel dettagliouna vera e propria azione di terrorismo attraverso l’uso della disinformazione,l’uso degli infiltrati e di provocatori. Tutto cio ha portato all’aggressione fisicadi attivisti non violenti, e all’uso della tortura nei confronti degli attivisti arrestati.D’altronde, cosa c’era da aspettarsi da un governo proto-fascista come quello diBerlusconi che ha chiesto — e ottenuto — che le forze dell’ordine italiane venis-sero addestrare da quelle americane?

Mostri. I taelebani non sono altro che fanatici protetti proprio dal capitalismo.

Sudditi. Non c’e spettacolo piu squallido di quello di vedere i tanti sudditi-servidel sistema difendere il sistema per difendere la loro esistenza.

44

Page 45: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7. ELENCO DELLE ASSOCIAZIONICHE HANNO ORGANIZZATO IL FORUM DI PORTO ALEGRE *

1) Aborg; 2) Amb; 3) Attac Brasile; 4) Conan; 5) Caritas Brasile; 6) Cat

(dei lavoratori); 7) Cbpj (giustizia e pace); 8) Cives; 9) Clacso (scienze sociali);

10) CMP; 11) COAG; 12) Comitato Afro; 13) Cut (con-sindacale);

14) Fhoms (org); 15) Gat; 16) Ibase (analisi econimica); 17) Ipf (P. Freire);

18) JSB (giubileo); 19) MST; 20) RSGDU; 21) Lijs (socialisti); 22) Ure (stu-

denti).

Comitato. L’elemento che emerge in modo netto e la centralita delle organiz-

zazioni sindacali e religiose unitamente alla importanza delle istituzioni culturali.

45

* L’elenco — fornito dagli analisti della Rand — delle ONG influenti e tutt’altro che marginalepoiche evidenzia in modo lampante il radicamento locale e transnazionale delle organizzazioni.

Ancora piu significativa e la tripartizione fatta dagli antici, tripartizione che congiunge uno spet-tro di azione ampia: dalle ONG sui diritti a quelle religiose sindacali e infine informatiche.

ONG e diritti1) AI e ICJPHR (transnazionali)2) AW e MAHR (americane)3) ICCHR (canadese)4) MAHR e MNNCH (messicana)

ONG e religione1) JRS2) PFP (americana)3) FR (americana)4) ICCHRLA (canadese)5) CBC (messicana)6) CHR ‘‘Las casas’’ (messicana)

ONG indigene1) SAIIC (americana)2) CEOIC e COLPUHMALI (messicana)

ONG sindacali1) IATP (americana)2) RMALC (messicana)

Network informatici1) APC; 2) GE; 3) IAC; 4) IERC; 5) ACNMSH (canadesi); 6) CONPAR (messicana).

Page 46: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

8. ELEMENTI DI RILIEVONEL DOCUMENTO FINALE DI PORTO ALEGRE

Al di la della retorica su un mondo migliore, il documento ruota intorno adalcuni assi portanti assai chiari (sottolineando che gli USA vengono citati soloper essere criticati):

1) anti-militarismo;2) anti-americanismo;3) anti-liberismo;4) contro le privitazzazioni;5) contro le multinazionali;6) contro le misure anti-terroristiche USA;7) a favore del popolo palestinese (la presenza israeliana viene definita ‘‘oc-

cupazione brutale di Israele’’);8) contro le istituzioni militari ed economiche sovranazionali (NATO, FMI,

CMC e BM);9) la manifestazione di Genova viene deificata;

10) contro la guerra a bassa intensita;11) contro il Plan Colombia;12) non si fa alcun cenno — in tale documento — alle violazioni dei diritti

umani a Cuba e in Corea (seppure documentati dai rapporti di AI);13) abolizione del debito estero;14) contro le basi militari(sullo specifico contro quelle NATO e USA). Com-

plessivamente — al di la di alcuni tratti specifici — ci sembra di assisteread una riedizione del comunismo terrorista anni settanta 1.

46

1 A tale riguardo il contributo di Mina ci pare degno di rilievo proprio per avere rivitalizzato idesueti cliche della cold war (e in particolare quello a favore dei Cuba) attraverso la rivista ‘‘LatinoAmerica’’, attraverso la collana della Sperling & Kupfer ‘Continente Desaparecido’ ed in partico-lare attraverso il volume (edito nel 2005) intitolato ‘‘Le Idee di Porto Alegre che stanno cambiandol’America Latina’’.

Page 47: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

9. METODI E SCOPI DEI CSA ITALIANI

1. Tipologie

Nel nostro paese esitono 250 CSA presenti nelle citta di medie e grandi di-mensioni. Stando agli studi piu recenti (2004/2005) tre sono le tipologie ideolo-giche attuate nel nostro territorio:

a) CSA anarchici;b) CSA genericamente M/L ec) CSA che si ispirano alla prassi dei disobbedienti.

2. Costanti

Al di la delle differenze specifiche tutte e tre le tipologie non accettano:

1) la democrazia rappresentativa;2) la prassi politica viene letta in un’ottica orizzontale;3) i portavoce possono essere revocati in qualunque momento;4) la realta locale non solo non e ininfluente ma e al contrario determinante

per il consenso, dato che il CSA nasce attraverso l’occupazione illegale distabili comunali e non;

5) la provenienza dal contesto dei collettivi studenteschi e molto comune peri leaders e per gli attivisti dei CSA. La nomina del leader avviene via logicaassembleare;

6) gran parte degli attivisti proviene da precedenti esperienze politiche dellasinistra extraparlamentare e della lotta armata;

7) sia i CSA anarchici che quelli M/L sono accomunati dalla feroce ostilitaverso la stampa e i mass-media sentiti come strumenti di indottrinamentoideologico. Per entrambi, le istituzioni politicihe locali e nazionali, sonostrutture antagoniste verso le quali gli unici atteggiamenti possibili sonoo l’ostilita o la diffidenza.

47

Page 48: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. Differenze (1)

La piu importante differenza e stata codificata nella CARTA di Milano (1996)dove i CSAO del Nord Est e di Roma hanno preso atto della necessita di rive-dere la loro strategia: alternare la produzione del conflitto alla ricerca del consen-so presso istituzioni e partiti disponibili al dialogo.

4. Tecniche:

1) boicottaggio;2) disubbidienza;3) intrusione notturne;4) la pratica del netstrike;5) presidio di snodi ferroviari;6) occupazioni;7) radio alternative.

5. Differenze (2)

Un tipico esempio di partnership con le istituzioni e offerto dal CSA Pedro edal Rivolta di Marghera, collaborazione che si snoda da Ya Basta alla Rdb pergiungere ai partiti come Verdi e PRC. Al contrario, un esempio interessante cie offerto dalla Rete No Global, sorta a Napoli grazie a Officina 99 e alloSKA, che costituisce una sorta di raccordo con tutti i centri sociali nazionali..

6. Coordinamento

Nonostante le differenze, l’esigenza di stabilire un coordinamento ampio haconsentito la nascita del Network per i diritti globali sorto nel marzo del 2001per mobilitarsi intorno a tre tematiche ritenute fondamentali: lavoro, ambientee immigrazione.

Sorte, alla fine degli anni novanta, nel contesto dei CSA romani, si sviluppanole tute bianche lontane dalle affiliazioni politiche e fortemente interessate a de-nunciare le nuove forze di sfruttamento legate al lavoro precario. Legati all’orga-nizzazione dei raves sono stati in grado di connettere queste manifestazioni conl’attivismo politico e in particolare hanno promosso happening a favore degli im-

48

Page 49: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

migrati e dei rifugiati politici. Anche il loro abbigliamento anti-sommosssa (pa-raginocchia e caschi) costituisce un fattore di novita perche volto a provocareironicamente le autorita. La svolta, nel loro itinerario politico, si verifico quandocompresero l’importanza dell’EZLN al quale si unirono in qualita di gruppi disostegno perfezionando le loro tecniche e rafforzando la loco comunione anti-ca-pitalista per poi dissolversi dopo il ’68 di Genova nel 2001.

49

Page 50: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

10. ORGANIGRAMMA DEI CSASECONDO LA CONNOTAZIONE IDEOLOGICA

1) CS neozapatisti:

a) Leonka e Bulk;b) Rivolta, Pedro e Ya Basta (centri sociali del Nord-Estr);c) Livello 57 -Kontatto (centri sociali del Centro-Est);d) Zapata;e) Terra di nessuno.

2) Centri anarchici:

a) Coordinamento anarchico piemontese;b) Centro Pirelli;c) Circolo anarchico Berneri.

3) Cs neo-autonomi:

a) Cpa Firenze;b) Collettivo antagonista Primavalle;c) Volsci;d) Laurentinakkupato;e) Rosa Luxemburg;f) Immensa;g) Intifada;h) Vittoria;i) Castellazzo;l) Askatasuma.

4) CS del Sud 1:

50

1 In primo luogo la RNC (acronimo per Rete no-global compana, Ndr) nasce grazie al sinda-calismo antagonista che — come noto — promuove una organizzazione sindacale autogestita; insecondo luogo l’apertura del PRC ha portato ad una dialogo profondo e ad una proficua coopta-zione politica nei confronti della RNC. La terza componente, che ha contaminato la RNC e statal’associazione laica e cattolica (si prensi alla Rete Lilliput) e la quarta forza che ha permesso la na-

Page 51: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

a) Cobas disoccupati;b) Asilo politico;c) Cappela Rossa;d) CSAO Brindisi;e) Officina;f) Ska;g) Ex carcere;h) Rosso 77;i) Aerea 51;l) Centro ‘‘Auro’’;m) CSA Cramma.

5) CS autonomi:

a) Villaggio globale;b) TPO.

51

scita della RNC e stato il CSA, luogo presso il quale e risorta la cultura del conflitto. In particolareOfficina 99 e divenuto un punto di riferimento per tutta l’area alternativa napoletana, per il mo-vimento studentesco del ’94 e per la realizzazione del laboratoio occupato Ska che, in breve tempo,e divenuto fulcro dell’antagonismo campano, antagonismo campano che ufficialmente nasce nelnovembre del 2000 e attua la propria prassi antagonista durante il vertice napoletano sull’e-go-vernment il 17 marzo 2001. Se i bersagli della RNC sono quelli tradizionali (lo Stato nazionale,l’economia neo-liberista, la Nato definita come ‘‘la polizia internazionale della globalizzazione’’)l’alternativa e anch’essa priva di qualsiasi originalita perche si ispira al programma di Porto Alegre(concretamente gli attivisti della RAIC vorrebbero creare tante Porto Alegre). Infine a livello diconflittualita non convenzionale il sabotaggio (l’oscuramento con la verifica delle telecamere), l’oc-cupazione di MacDonald’s, la guerra elettronica con la clonazione di siti e il netstrike rientrano nellemodalita operative ampiamente conosciute ed utilizzate dalle associazioni no-global a livello inter-nazionale.

Una osservazione conclusiva infine: e un dato di fatto che soprattutto il PRC abbia costruitoun legame stretto con molto realta antagoniste e che proprio per questo non dovrebbe avere alcu-na legittimita istituzionale. Al contrario, la sua presenza all’interno delle istituzioni — sempre chela sua prassi politica parlamentare sia coerente con la teoria! — costituisce un costante pericolo siaper una adeguata politica estera che per un costruttivo dialogo con dicasteri delicati come gli In-terni e la Difesa.

Page 52: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

11. ORGANIGRAMMA DEI CSASECONDO LA DISTINZIONE GEOGRAFICA

Ivrea (Castellanza); Torino (Coord. anarchico piemontese e Askatasuna); Mi-lano (Leonka, Bulk, Vittoria); Marghera (Rivolta); Padova (Pedro); Vicenza (YaBasta); Bologna (TPO, Circolo anarchico Berneri; Livello 57); Ancona (Kontat-to); Genova (Zapata, Terra di nessuno, Centro Pirelli; Immensa); Pisa (Intifada);Firenze (Cpa Firenze Sud); Roma (Corto Circuito, Collettivo Antagonista, Pri-mavalle, Volsci, Laurentinakkupato, Rosa Luxemburg, Villaggio Globale); Acer-ra (Cobas disoccupati); Salerno (Asilo politico); Bari (Coppela Rossa); Napoli(Officina 59 e Ska); Brindisi (CSOA Brindisi); Cosenza (CSA Cramma); Catania(Centro Auro); Messina (Aeria 51); Palermo (Ex carcere e Rosso 77).

52

Page 53: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

12. LA PRESENZA DELLA CONFLITTUALITANON CONVENZIONALE IN AMERICA LATINA

Stando alle stime dell’Osal Clacso relative a 19 paesi la conflittualita — solonel periodo compreso tra il 2000 e il 2002 — e arrivata alla ragguardevole cifradel 180%. Per esempio il sorgere dei movimenti indigeni con la attuazione diuna democrazia diffusa, hanno posto in discussione il programma neoliberista.Analogamente la capillare diffusione di questa conflittualita — ora in Boliviaora a Cochabarba ora nella regione del Chaparo — ha contribuito alla destabi-lizzazione o alla caduta (p.e. la caduta del governo di Mahuad) dei sistemi politicitradizionali (p.e. nel caso dell’Ecuador il consolidamento delle Conaie o nel casodel Brasile la formazione della CUT nel 1983) nate per dare soluzione a problemio sorti in ambito sociale (EZLN - MST) o in ambito urbano (i Piqueteros in Ar-gentina).

Uno di questi problemi e il rifiuto della privatizzazione che ha consentito lanascita del Fronte Cinco di Arequipa e del Congresso Democratico del Pueblo,‘‘istituzioni’’ la cui realizzazione e stata possibile grazie alla convergenza di diver-se categorie sociali. Fra queste le associazioni studentesche hanno avuto un ruoloindubbiamente rilevante tanto quanto i coordinamenti (p.e. il CLOC, la Rete in-ternazionale dei movimenti sociali per arrivare al WSF). A livello di tecniche diopposizione e di resistenza lo spettro non e in realta molto ampio: andiamo daiblocchi stradali, alle occupazioni delle terre o di edifici pubblici fino alle marce oalle insorgenze. Nel contesto della pars construens, le scelte piu costanti sonostate l’autogestione, la democrazia diffusa, il contratto popolare, scelte che ci ri-portano al socialismo ottocentesco — e in parte all’anarchismo — e che sono —dunque — ben lungi dall’essere originali.

53

Page 54: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

13. NOTE SU ALCUNI NETWORKS MESSICANI

Al di la di MARCOS esistono in Messico networks che, con estrema efficacia,hanno portato avanti una netta opposizione alla globalizzazione liberista. Vedia-mone alcune brevemente

1. La RMALC nasce nel 1991 grazie alla stretta collaborazione di sindacati,organizzazioni contadine, indigene, gruppi ambientalisti, ONG e ricerca-tori. Il suo scopo primario fu quello di costringere il governo messicano apubblicizzare il contenuto del TILCAN e di proporre alternative eco-so-stenibili. Ancora una volta la struttura a rete e il ruolo di Internet gli han-no consentito di creare rapporti di solidale collaborazione con Networkscanadesi e americani. Tale alleanza gli ha consentito di globalizzarsi crean-do la REPCJD all’interno del quale coesistono ben quindici organizzazio-ni.

2. La Neta — anch’esso sorta nel ’91 — e una vera e proprio network di co-municazione via internet che svolge funzione di provider. La sua estensio-ne e tale da consentirgli di connettersi a 1.300 organizzazioni per creareuna globalizzazione elettronica alternativa (cioe di attuare una guerra psi-cologica su larga scala via internet).

3. Nel 1998 e nata il CIEPAC, un centro di ricerca alternativa per studiare adiversi livelli (sociale, politico ed economico) il Chiapas preparando con-crete alternative. Oltre ad essere parte del REPCJO ha proficui collega-menti con Networks americani quali GE, WFP E MSN.

4. Sempre nel 1998 nasce la ASC vera e propria struttura di coordinamentonazionale che trova nella RMALC e soprattutto nei networks canadesi (CFe RQIC) e in quella americana (ART) partners di vitale importanza. Gra-zie all’ASC e stato possibile coordinare la prassi antagonista di 140 asso-ciazioni in occasione del FORUM di Quebec. Ancora una volta l’ausiliodello strumento elettronico, la configurazione a rete, la trasversalita colla-borativa nazionale e sovrannazionale, l’esistenza di metodologia di lotta-non convenzionali (dalla Guerra psicologica, all’ANV, alla Disubbidienzacivile etc.) hanno consentito di attuare azioni di contrasto — su breve pe-riodo — efficaci.

54

Page 55: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Bibliografia elettronica

www.rmalc.org.mxwww.lareta.apc.orgwww.ciepac.org

55

Page 56: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

14. LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA NELLA RIFLESSIONEDI HILARY WAINWRIGHT

Secondo la giornalista inglese:

1) Le nuove forme di associazionismo devono promuovere un processo po-litico di auto-governo che mettano in grado la societa civile di soddisfaregli interessi di tutti.

2) La democrazia partecipativa che emerge, prendendo in esame la gestionedel potere pubblico a Porto Alegre e quella a Manchester, a Lutor e in-fine a Newcastle, hanno persuaso la giornalista della sua efficacia.

3) D’altronde una prova si era chiaramente manifestata a Seattle dove si eracreata una contro-forza politica su scala planetaria.

4) Uno dei numerosi elementi comuni alle esperienze di analisi e la consa-pevolezza da parte dei cittadini che solo attraverso una inusuale alleanzatra partiti, movimenti sociali e sindacali era possibile ridefinire una au-tentica democrazia mettendo in discussione i partiti tradizionali.

5) Lo scopo delle associazioni, prese in considerazione dalla A., non e quel-lo di prendere il potere ma quello di gestire in modo allargato e/o par-tecipativo i beni pubblici evitando sprechi ripensando la rappresentanzapolitica attraverso una contro-forza democratica e una democrazia inter-nazionale orizzontale e trasversale.

6) La societa civile ha la possibilita di superare la realta esistente trasfor-mando le relazioni sociali e opponendosi a scelte deleterie. Fra queste— l’autrice sottolinea — l’opposizione alla privatizzazione (di acqua etrasporti p.e.), opposizione volta a mantenere questi beni pubblici sottoil contesto democratico. La democrazia partecipativa consente un coin-volgimento elevato della societa civile perche implica — se correttamenteapplicata — ‘‘un contratto popolare e una parita politica’’.

7) Perche cio si realizzi sono necessarie quattro condizioni: a) apertura del-la democrazia alla base; b) regole comuni e trasparenti; c) autonomiadecisionale rispetto alle istituzioni; d) condivisione delle conoscenze.

8) Al di la dell’inopportuno riferimento all’opera di Holloway, l’A. conce-pisce la democrazia partecipativa come complementare a quella tradizio-nale in un’ottica non anarchica ma riformista. Non a caso per l’A. il PRC

56

Page 57: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

italiano costiturebbe un esempio di integrazione delle due logiche cioequelle della democrazia partecipativa e di quella parlamentare.

9) A tale proposito l’A., propone la realizzazione di un ‘nuovo’ partito che‘‘si impegni attraverso la sua struttura e cultura ad allearsi e a sosteneremovimenti indipendenti’’ contrariamente a quanto e accaduto all’ANC eal PT che ‘‘hanno ceduto al potere del capitale privato e al mercato’’ tan-to quanto i verdi tedeschi ‘‘le cui radici nei movimenti erano (...) troppodeboli per resistere alle pressioni di assorbimento nello Stato’’. Al contra-rio, il FSM rappresenta — almeno fino a questo momento — un ‘‘nuovointernazionalismo partecipativo e pluralista’’.

10) E tuttavia significativo sottolineare — sotto il profilo storico — come iriferimenti teorici dell’A. siano autorevoli rappresentanti della Teologiadella Liberazione (Freire) e addirittura del comunismo (come Gramsci).Si ha l’impressione — insomma — che la democrazia partecipativa siauna ‘variante strategica’ del comunismo tradizionale che ha — almenoin parte — deluso le aspettative dei suoi sostenitori.

11) L’A. — come la stragrande maggioranza degli analisti — riconosce nelmovimento del ’68 un importantissimo antesignano della democraziapartecipativa. In particolare il ‘‘movimento femminista, il sindalismo ra-dicale di base etc.’’ ne sono un chiaro esempio.

57

Page 58: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

15. IL MOVIMENTO CONTRO LE DIGHE IN INDIA *

1. Origini

Sorto alla fine del 1980 (piu precisamente nel 1989) grazie a Medha Patkar,fu l’esito della confluenza di tre organizzazioni indiane pre-esistenti: il NGDS, ilKMCS e il NGNS.

2. Organizzazione

A partire dagli attivisti dei villaggi locali e di quelli di citta, si sono costituitidue centri in localita differenti che organizzano consultazioni collettive secondola logica della democrazia consensuale. Accanto ad essi, esiste il comitato di coor-dinamento formato da intellettuali e attivisti. I finanziamenti prevengono in partedagli attivisti di citta. A partire dagli anni novanta l’NBA ha intrecciato relazionistrette con il NAPM e il JSM il cui spettro ideologico comprende la sinistra ra-dicale e i socialdemocratici.

3. Metodi di lotta

1) consultazioni di massa per conseguire maggiore consapevolezza e quindimaggiore coesione sociale;

2) alleanze transnazionali via internet per aumentare la pressione politica

(p.e. alleandosi con l’IRN e i FE;)

58

* Una lotta analoga per modalita e quella condotta al di fuori dell’India. Sia sufficiente pen-sare al FRENTE PETENERO, al FRENTE CHIAPANECO, al Movimento Messicano contro ledighe (MAPDER), al FRENTE NACIONAL GUATEMALTECO, al Copire in Honduras, allaFECON in Costa Rica, al Gruppo Bajo Lempa in Salvador, alla KUNA e al BEIPO al Panama.Naturalmente l’insieme di questi movimenti rifiuta radicalmente gli accordi AICA, Ppp e quelledel CAFTA.

Page 59: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3) marce di lotta;4) sciopero della fame;5) denunce legali;6) campagne mediatiche;7) disubbidienza civile.

4. Reazione

1) Repressione violenta;2) arresti;3) minacce;4) lauti finanziamenti al governo indiano.

5. Nemici

Se la lotta e iniziata per impedire la costruzione della diga di Narmada, ora-mai la NBA si oppone alla privatizzazione dell’acqua e dell’energia elettrica daparte delle istituzioni sovranazionali (come la BM, il FMI o l’OMC) e delle cor-porations.

6. Ideologia

L’NBA puo definirsi un movimento eco-pacifista con una forte presenza fem-minile (a livello di attiviste di base). E evidente che — a livello di Comitato dicoordinamento — l’impostazione politica affondi le proprie radici ora nella sini-stra radicale (cioe nel maoismo) ora nella sinistra riformista. La parola ‘‘glolocal’’rende molto bene il senso di una lotta che — partendo da problemi locali — liaffronta a partire da ideologie ben connotate.

59

Page 60: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

16. IL MOVIMENTO CONTRO LE SWEATSHOPS

1. Origini

Sorto agli inizi degli anni novanta (piu esattamente nella primavera del 1998)grazie a gruppi universitari americani (prevalentemente della Duke University) ealla precedente esperienza maturata nell’UITE, ma soprattutto grazie alla WRCFondation 2000 (e della quale fanno parte l’AFL, CIO e la SAS).

2. Strutture

Esiste la Direzione (costituita da un coordinamento nazionale), che viene elet-ta annualmente; esistono poi sette rappresentanti regionali e i campus universi-tari. Esiste un ufficio permanente a Washington — sorto nel 1999 — con unostaff di tre persone che svolgono mansioni -autonome ma intrecciate-quali:

1) la prassi di contestazione;2) il coordinamento del programma di contestazione;3) la raccolta fondi e la comunicazione. Accanto allo staff esistono commis-

sioni permanenti che si occupano di problematiche specifiche strettamen-te collegata al Prison Moration Project, al National Student Youth PeaceCoalition e al CWA. Tuttavia il legame piu stretto (dovuto alla consistenteelargizione) e quello usato con l’AFL-CIO e con l’UITE

3. Ideologia

La SAS puo definirsi come un movimento sindacal-studentesco di matrice ri-formista e anti-militarista.

4. Tecniche di lotta

La prassi contestataria si attua attraverso

60

Page 61: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1) mobilitazioni;2) picchettaggi;3) sensibilizzazione della massa operaia;4) organizzazione di scioperi;5) denunce legali.

5. Nemici

Tutte le industrie (nazionali e transnazionali) che violano — in modo grave ereiterato — i diritti dei lavoratori. Le SAS attuano — dunque — una opposizio-ne alla globalizzazione neo-liberista a partire dal diritto sul lavoro, a partire dun-que da un problema specifico.

61

Page 62: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

17. LA LOTTA DI RESISTENZANELL’AMAZZONIA ECUADORIANA

1. Premessa

Numerose multinazionali petrolifere (europee e non) hanno sfruttato le risor-se energetiche dell’Amazzonia ecuadoriana — raccomandandosi sovente conl’FMI, BM, l’OM e il governo USA — incontrando numerose resistenze pressole comunita eterodirette sotto il profilo ideologico e organizzativo da organizza-zioni e ong di matrice eco-pacifista.

2. Organizzazione

Le principali multinazionali coinvolte possono essere indicate cosı di seguito:

Cgc (Argentina), Bri (USA), Repsol-YPF (Spagna ed Argentina), OPC(USA), CE (canadese), EC (canadese), PetrobrA s (canadese), Petroecuador(Ecuador), Agip (italiana), China petroleum (cinese), Perenco (francese), Petro-condor (americana) e Tripetrol holding inc (Ecuador).

3. Metodi di lotta

Le comunita indigene hanno attuato le seguenti modalita conflittuali:

1) denunce legali;2) cortei;3) pressione — attraverso organizzazioni internazionali — sulle multinazio-

nali, sulle istituzioni politiche e sulla stampa;4) campagne di sensibilizzazione;5) mediazione con le autorita (locali e non);6) costituzioni di associazioni a tutela delle comunita indigene;7) ricerca di alleanze con sindacati e partiti nazionali e non;8) blocchi stradali;9) sciopero;

62

Page 63: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

10) lettere di protesta;11) sequestro — provvisorio — di mezzi e uomini per boicottare;12) blocco dei pozzi.

In conclusione l’azione diretta si e attuata ora attraverso l’azione non violentaora attraverso la disobbedienza civile. Sul fronte strettamente comunicativo laguerra psicologica — e stata utilizzata abbastanza spesso in modo efficiente.

4. Organizzazioni di resistenza

Gran parte di queste organizzazioni si sono fatte sostenitrici di un program-ma politico contrario alla globalizzazione (e quindi contrario alle politiche di ag-giustamento strutturale del FMI, dell’OMC e della BM) e favorevoli alla speri-mentazione di forme di democrazia allargata con relativa implementazione dellemunicipalita locali. Le piu rappresentative sono state: Acion Ecologica, l’Assem-blea generale Sarayatu, Asociation de Centros Indıgenas de Pacayacu, FINAE (estrettamente legale alla FICSH e alla FIPSE), la Federacion Internacionalidades,CDES, Pachamama, Amazon Watch, Federazione dei popoli Shnar, Friends ofthe Earth, CORDAVI, Comitato per i diritti umani di Shushunfindi, Comitato didifesa del Cuyabeno, FOCAN, Commissione ecunemica dei diritti umani ACIA,Comite Defensa Ambiental, FOBOMADE, CEDIB, Suprana, Cooperativa Ru-kullakta, Rincancic, Recoka, Freite de Resistencia a la Actindad petroliera,UPIT, Frente de Defensa de la Amazonıa.

5. Reazione delle multinazionali

E necessario precisare che le multinazionali hanno promosso associazioni e/ofondazioni fittizie (fra le quali DAIMI SERVICE, la ONHAE, Fundacion Re-psol-YPF, Fundacion Nanpaz, FUNEDESIN, Fondazione J. Sacha) che sonostate in grado di ostacolare le associazioni antagoniste e attivare — molto spesso— una efficace contro informazione promuovendo numerose divisioni all’inter-no delle associazioni indigine. In merito alle metodologie di contro-offensiva, quidi seguito, elenchiamo le tecniche usate dalle multinazionali:

1) compensazione economiche;2) frode;3) cospirazione;4) divisione le comunita indigene;5) manipolazione dei referenti delle associazioni;

63

Page 64: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6) disinformazione;7) repressione militare o attraverso le F.A. locali o attraverso gruppi parami-

litari esistenti o — infine — attraverso la realizzazione di gruppi parami-litari ad hoc;

8) minacce;9) colonizzazione soft che si concretizza nella creazione di parchi o riserve

forestali;10) compromessi e/o accordi con le comunita indigene;11) campagne pubblicitarie;12) esproprio degli abitanti;13) cooptazione;14) condizionamento culturale autonomo (diretto da agenzie appartenenti

alle multinazionali) o condizionamento collaborativo (in stretta relazionecon le autorita politiche e religiose locali);

15) collaborazione con l’intelligence con finalita o di contro informazione odi counter-insurency;

6. Conclusione

Al di la delle metodologie usate dalle multinazionali e doveroso fare osservareche un numero tutt’altro che ristretto di associazioni indigene, ong e movimentieco-pacifisti ha assunto (e assume) una posizione di assoluta intransigenza neiconfronti della necessita delle estrazioni petrolifere, di assoluta intransigenzanei confronti del modello di sviluppo occidentale e — di contro — nella assolutafiducia della validita di modelli alternativi in campo economico e politico.

64

Page 65: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

18. ATTIVISMO JAMMING

1. Origine

Il termine jamner e stato usato da Kalle Lash nel 1991 per connotare una

nuova ‘stirpe’ di attivisti. Lash (ex analista del Dipartimento di Difesa australia-

no e celebre documentarista) ha fondato la rivista ‘‘Adbusters’’, la Adibuster

Media Foundation, l’agenzia di comunicazione Powershift e il network Culture

Jamner per conseguire precise finalita. L’ufficio centrale e a Vancouver (Canada)

presso l’AMF. Lash ammette esplicitamente di aver trovato il termine in un ar-

ticolo del ‘Times’ relativo ad una band di San Francisco che aveva usato proprio

l’espressione ‘Culture Jamming’ in un album per indicare radioamatori america-

ni che promuovevano una vera e propria campagna di disturbo radiofonico. La

loro eredita e stata raccolta dall’A. allo scopo di organizzare raduni di massa con-

tro il consumismo e quindi contro le implicazioni del capitalismo.

2. Scopi

Le finalita delle agenzie realizzate da Lash si propongono l’ambizioso proget-

to di:

1) rovesciare le attuali strutture di potere allo scopo di modificare profonda-

mente;

2) creare i presupposti di una nuova rivoluzione culturale analoga — per im-

portanza e portata — a quella per i diritti civili, del femminismo e dell’at-

tivismo eco-pacifista.

3. Composizione politica

Per ammissione dello stesso Lash i membri della Culture Jamner provengono

dalla sinistra verde, dal fondamentalismo cristiano e dal punk anarchico.

65

Page 66: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. Organizzazione

La struttura a rete consente la coesistenza dialettica di diverse identita politiche.

5. Nemici

1) Le corporations che hanno distrutto l’America;2) i leaders politici al servizio delle corporations;3) la sub-cultura consumistica che ci condiziona neutralmente;4) l’omogeneita culturale americana nel mondo;5) l’ecocidio delle corporations.

6. Referenti

Al di la dell’attivismo degli anni Sessanta, Lash riconosce nella disobbedienzacivile, nell’uso delle tecniche non violente e nelle analisi situazioniste i principalireferenti.

7. Metodi di lotta

1) Blocco stradale;2) smantellamento dei cartelloni pubblicitari;3) creare contro pubblicita prendendo la pubblicita di una corporation per-

farne la parodia modificandone il significato originale;4) cyber petizioni;5) sit-in virtuali allo scopo di mandare in tilt un sito Internet;6) sito di protesta per promuovere una adeguata campagna di contro infor-

mazione;7) azioni dirette di protesta;8) dopo aver individuato la corporation l’A. consiglia di proseguire per due

anni nella propria protesta;9) promuovere azioni legali;

10) screditare le corporations (p.e. quelle alimentari come la Midland o laCargil);

11) creare media alternativi per contrastare il contratto del flusso di informa-zioni determinato dalla T.C.I., dalla Time warner o dal gruppo Murdoch;

12) petizioni.

66

Page 67: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

8. Conclusione

Al di la dell’elogio acritico del ’68 e di Debord, l’A. e conscio dei precedentifallimenti ma ostenta fiducia e ottimismo nonostante il fatto che le metodologiedi lotta da lui indicate non siano altro che una sorta di cybersituazismo abbinatoalle classiche tecniche di Thoreau, King e Gandhi.

67

Page 68: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

19. MODALITA OPERATIVE DELLA CONFLITTUALITANON CONVENZIONALE IN IRAQ E PALESTINA

La maggior parte delle associazioni, delle ONG pacifiste e anti-militaristepresenti in Iraq e in Palestina rifiutano programmaticamente il ricorso sia allaguerra civile che al terrorismo e accettano l’uso di modalita operative antagonistetipiche della conflittualita non convenzionale, incoraggiando e organizzando laresistenza non violenta.

1. Principali soggetti coinvolti

1) Il MAN co-fondato da Muller;2) il Non violent Peaceforce coordinato da Grant;3) Urgente per;4) Centro Gandhi di Pisa;5) Centro Studi Sereno Reio di Torino;6) Associaizone Berretti Bianchi;7) Secours Cathelique diritto da Roy;8) EAP

Tutte queste organizzazioni hanno agito ora in Iraq ora in Palestina coordi-nandosi con analoga associazioni presenti in Palestina e in Iraq.

2. Scopi politici

Sono individuabili due finalita fondamentali:

1) liberare il popolo palestinese dalla oppressione israeliana;2) liberare il popolo dalla invasione americana. In entrambi i casi l’unica mo-

dalita accettata e la resistenza non violenta (a tale riguardo e doveroso pre-cisare che le associazioni europee, USA e palestinesi hanno formulato ungiudizio lusinghiero della Intifada).

68

Page 69: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. Modalita operative

1) Negoziazione;2) attuazione di una capillare e coordinata operazione di contro informazione

rivolta all’opera pubblica;3) coordinamento di azioni graduate di resistenza non violenta (sit-in, veglie

e marce);4) attuazione della tecnica della disobbedienza civile (p.e. il boicottaggio, lo

sciopero ristretto e allargato);5) creare organizzazioni che siano in grado di coordinare l’ANV;6) realizzare la contro informazione o su supporto cartaceo o su supporto in-

formatico;7) illustrare l’efficacia dell’ANV attraverso esempi storici e video.

4. Connotazione ideologica

Non e certo arduo — al di la della molteplicita delle organizzazioni — prevaleun minimo comune denominatore caratterizzato dall’:

1) anti-militarismo;2) anti-americanismo (inteso come opposizione alla politica estera reazionaria

bellicista);3) dalla opposizione ferma alla politica israeliana;4) dalla opposizione alle regole della diplomazia tradizionale;5) e dalla opposizione al terrorismo.

69

Page 70: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 71: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Parte Terza

Page 72: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 73: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. IL MONDO LETTO ATTRAVERSOL’ANALISI DEL WORLD WATCH INSTITUTE

Di particolare interesse sono i cap. VII e IX del Rapporto 2004, poiche daessi emerge in modo chiaro l’ideologia che sorregge l’analisi del celebre istituto.

Renner del cap. VII sottolinea quanto segue:

1) le spese militari sono profondamente dannose perche tolgono risorse aiprogrammi socio-ambientali;

2) hanno gravi ripercussioni ambientali e portano al saccheggio e alla deva-stazione quando si concretizzano in operazioni di guerra e, non meno de-vastanti, sono — per l’A. — le armi leggere. Sul Plan Colombia il giudizioe di assoluto rifiuto. Indipendentemente dalla valutazione assolutamentenegativa della amminstrazione Bush, l’A. sottolinea la nefasta influenzadella NRA proprio sulla politica americana. Tornando alla spesa militareoltre che determinare un aumento a spirale della violenza questa andrebbestrutturalmente ridimensionata per fare posto alla Difesa non violenta.D’altra parte, la lotta al terrorismo ha consentito proprio l’aumento dellaspesa militare e ha intaccato profondamente i diritti umani. Per tale ragio-ne sarebbe opportuno ‘smilitarizzare’ il concetto di sicurezza.

Gli autori (French, Gardner e Assadurian) nel cap. IX compiono un’analisiindubbiamente di maggiore respiro. Da parte USA aver dichiarato guerra — sca-valcando l’ONU — e stato un gravissimo errore.. Secondariamente le politichedi aggiustamento strutturale dell’FMI e del WTO sono da condannare. Ancheautori come Renner sono a favore di una drastica riduzione degli armamenti.

Tuttavia la parte piu interessante e indubbiamente quella relativa alle alterna-tive:

1) gli A. valutano positivamente l’esperienza di gestione politica ed economi-ca di Porto Alegre (e quindi implicitamente la gestione politica del PT);

2) riconoscono la centralita delle ONG, della societa civile, dei Social Forum,del movimento pacifista del 2003 (in particolare l’UPJ americano), la cen-tralita delle nuove tecnologie comunicative (p.e. Internet), valutano posi-tivamente l’azione dell’OMG Witness (che — detto per inciso — procuraa paesi poveri attrezzature tecnologiche volte a organizzare manifestazioni)

73

Page 74: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

delle ONG nell’essere riusciti a detronizzare Estrada, presidente delle Fi-lippine.

Infine propongono:

3) il superamento delle logiche usuali della diplomazia internazionale attra-verso Network globali che siano in grado di partecipare alle decisioni dipolitica economica, il rafforzamento dell’azione formativa attraverso lescuole, i media e le confessioni religiose (che hanno svolto un ruolo rile-vante nel movimento di Gandhi, nelle lotte per i diritti civili e nel movi-mento anti-nucleare) e auspicano — da parte di Network, ONG e asso-ciazioni — l’uso di grandi mobilitazioni strategiche affinche possano avereuna efficacia maggiore.

74

Page 75: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. IL MONDO LETTO ATTRAVERSOL’ANALISI DEL SOCIAL WATCH (RAPPORTO 2004)

Complessivamente il rapporto sottolinea l’urgenza di ridimensionare profon-damente le spese militari a vantaggio di altri settori considerati prioritari. In se-condo luogo, il ruolo dell’ONU e esente da qualsiasi critica che ne possa inficiareil ruolo di mediatore internazionale tanto quanto quello delle ONG.

Proprio per questo, emerge con nettezza un vero e proprio manicheismo ideo-logico che si evidenzia nella relazione sull’Italia (redatta da organizzazioni chehanno contribuito in modo significativo al GSF), sulla Palestina (ora Israele e ri-tratto come un paese aggressore e negatore dei diritti umani, valutazioni che age-volmente possiamo incontrare nella pubblicistica della sinistra radicale), sull’USA(ora l’amministrazione Bush e descritta in termini assolutamente negativi), sull’I-raq (relazione nella quale si condanna l’intervento USA) e infine la relazione sulVenezuela che — al contrario — esprime una valutazione entusiastica della poli-tica di Chavez. Tutt’altro che marginale e poi il ruolo che spetterebbe alle ONGnel definire i contenuti della politica dell’Unione Europea. D’altronde le risultan-ze delle analisi compiute e delle prospettive presentate si cotruiscono a partiredalla definizione di sicurezza data da Thakut delle Universita delle Nazioni Uniteed ancora una volta — sia detto non senza una certa ironia — il ruolo delle ONGviene enfatizzato a tal punto da ritenere che il loro ruolo sia fondamentale nell’e-laborare strategie ‘‘finalizzate al raggiungimento degli standard di sicurezza uma-na e ad una migliore comprensione della concezione della sicurezza umana’’.

Vediamo — ora — di illustrare nel dettaglio le argomentazioni degli autori: inmerito al Brasile l’unica nota positiva consiste nel sottolineare l’importanza delleONG in merito alle mobilitazioni a favore del disarmo.

In relazione all’Egitto si osserva quanto segue:

1) le ONG (ancora una volta) dovranno tenere corsi di formazione sulla ef-fettiva partecipazione popolare all’amministrazione sociale;

2) le ONG dovranno assumere un ruolo di monitoraggio popolare sulla per-formance dello Stato;

3) le ONG dovranno farsi promotrici della eliminazione dei tribunali di sicu-rezza dello Stato e dovranno liberare i mezzi di informazione dal controllodel governo.

75

Page 76: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Per quanto concerne la Germania, le fonti interpretative sulla situazione po-litico-economica, sono mutuate dalla DGB, dalla DW e da ATTAC, fonti la cuiParzialita e nota. Sia sufficiente rilevare — a tale proposito — le affermazioniseguenti: ‘‘ATTAC definisce catastrofici gli effetti della riforma fiscale e della ri-forma del mercato del lavoro’’; ed ancora: ‘‘le agenzie di soccorso delle chiesehanno espresso la loro preoccupazione per il fatto che i confini tra cooperazioneallo sviluppo e spesa militare diventano sempre piu indistinti’’.

In relazione all’Iraq — aldila della scontata valutazione negativa sulla guerra— ci pare significativa la tesi secondo la quale ‘‘i militari non dovrebbero impe-gnarsi (attraverso p.e. l’OTHA ndr) nell’assistenza umanitaria’’.

Per quanto concerne l’Italia — a parte lo scontato giudizio negativo della po-litica berlusconiana — e degna di nota la affermazione seguente: ‘‘meritano cosıdi essere sottolineate le iniziative dei girotondi (...), quella dei sindacati’’. Guardacaso l’analisi della situazione del nostro paese e compiuta dall’ARCI e dalleACLI, associazioni strettamente legate a ben specifiche realta ideologiche e po-litiche del nostro paese.

Sulla questione della Palestina l’aperta partigianeria e lampante la dove — aconclusione dell’analisi — gli estensori della relazione sostengono le reti di ONGche vorrebbero ostacolare la realizzazione del Muro. Inoltre, osservano che que-sto problema e stato — guarda caso diremmo noi — sollevato dal WSF a Mum-bai nel 2004.

Sul Paraguay uno dei ‘bersagli’ di maggiore peso e il ruolo delle F.A che han-no raggiunto una posizione inaccettabile — perche inviadiabile — ‘‘nella strut-tura del potere’’.

La proposta o l’alternativa e improntata alla radicalita: ‘‘le F.A sono assolu-tamente sorpassate (...) anche perche mettono a rischio la stabilita politica e osta-colano lo sviluppo umano’’. Insomma ‘‘sono diventate un ostacolo e persino unaminaccia’’.

Anche nel caso del Peru si sottolinea come la ‘‘delega del potere alle F.A’’ siaassolutamente nefasta tanto quanto il rafforzamento del servizio segreto naziona-le.

Pur riconoscendo — a malincuore — che tutto cio ha permesso la elimina-zione di Sendiero luminoso e del MRTA, i relatori non possono fare a menodi constatare lo sfruttamento elettorale del loro successo.

Per gli USA sia sufficiente sottolineare che tutta la politica della amministra-zione Bush dopo l’11 settembre, viene dai relatori condannata senza appello.

L’analisi del Venezuela e semplicemente volta ad evidenziare i rilevanti suc-cessi della politica economica (in particolare agricola) del governo Chavez.

76

Page 77: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. IL MONDO LETTO ATTRAVERSO L’ANALISIDELL’ASSOCIAZIONE SOCIETA INFORMAZIONE ONLUS

E necessario premettere, per una maggiore correttezza dell’informazione,che:

1) tale ONLUS e stata possibile grazie alla CGIL, all’ARCI, a LEGAM-BIENTE, ad ANTIGONE, al CNCA e al FORUM AMBIENTALISTA;

2) e, in secondo luogo, che alcuni relatori prevengono notoriamente o dallasinistra extraparlamentare degli anni Settanta o dalla lotta armata (comeBellosi e Segio).

Incominciamo la nostra breve analisi facendo riferimento al Rapporto 2004.

1) In merito ai nuovi movimenti sociali il Rapporto non puo che esprimereuna valutazione positiva (p. 509) sottolineando in particolare la positivitadi un ritorno alla partecipazione giovanile.

2) In relazione al ruolo dei CSA vengono citati con favore sia la Rete No Glo-bal che la manifestazione tenuta il 28 febbraio in solidarieta con Officina99 (p. 509).

3) Anche le occupazioni scolastiche rappresenterebbero un nuovo protago-nistmo della scuola (p. 510). Non a caso contro la riforma Moratti si citacon favore una proposta collettiva firmata da associazioni che hanno con-tribuito alla capillarizzazione del movimento no-global (e fra queste AT-TACC, ARCI, COBAS scuola, Mani Tese, PAX CHRISTI etc.).

4) Sulla problematica del terrorismo (tema particolarmente caso a Segio e aBellosi) si pone l’enfasi sulla criminalizzazione dei CARC di Maj, del sin-dacalismo di base e dei CSA. Tale criminalizzazione sarebbe il frutto di untentativo di utilizzare l’emergenza terrorismo per ‘‘isolare il vasto movi-mento di opposizione alla guerra’’.

5) Sulla problematica della giustizia, i relatori condannano duramente lo spi-rito di vendetta nei confronti di Sofri, di Battisti e della Baraldini.

6) Particolarmente significative — per le nostre finalita — sono i contenutidelle interviste a don Ciotti e a Anastasia. Le riflessioni del sacerdote (fon-datore del gruppo Abele e di Libera) ruotano ai seguenti assi portanti:

1) fine dell’occupazione irachena;

77

Page 78: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2) fine dell’occupazione della Palestina;3) piena solidarieta al movimento pacifista;4) pieno sostegno al WSF;5) non esistono guerre giuste poiche guerra e umanita sono termini in-

compatibili;6) la mobilitazione della societa civile e fondamentale. Veniamo ora ad

Anastasia (presidente di Antigore). Sul problema di Guantanamo l’o-pinione e chiara: il rispetto dei diritti umani e imprenscindibile. Quan-to alla guerra preventiva continuarla equivale a far perdere all’occiden-te la propria identita. Anche per questo bisogna superare una visioneetnocentrica e relativistica dei diritti umani e negare qualsiasi legittimi-ta alla real-politik della guerra al terrorismo.

6) Nella sezione dedicata a ‘‘Guerre, terrorismi globali’’ (p. 657) riassumia-mo sinteticamente le opinioni dei relatori:

1) le operazioni militari armate recentemente sono state fallimentari;2) la guerra non e una soluzione accettabile;3) infine condannano l’uso, da parte del potere politico ,delle F.A senza

mezzi termini;4) implicitamente accusano gli USA di volere militarizzare il mondo de-

stabilizzandolo (citano con favore le iniziative della Rete Control Ar-mi);

5) significativo — per le nostre finalita — il fatto che citino favorevol-mente Naomi Klein;

6) un giudizio di condanna viene formulato nei confronti dell’insensataguerra in Kossovo e Afghanistan;

7) la politica di Sharon e giudicata completamente negativa anche per-che responsabile della esclation. Gioco forza sottolineare che sia laRoad Map che il Muro sono condannati senza mezzi termini ancheappoggiandosi alle riflessioni di Said uno dei piu noti intellettuali an-ti-israeliani. Per quanto concerne la strategia USA, contro il terrori-smo il giudizio e netto: e stata non solo un fallimento totale(p. 668) ma ha contribuito ad estenderlo. A sostegno di tale opinione,gli A. riportano per esteso le valutazioni di Benetollo (presidente AR-CI), Di Salvo (segretario CGIL) e di Ciotti che sono di unanime con-danna delle scelte USA in materia di politica estera.

8) Anche le contromisure prese da Putin contro il terrorismo ceceno so-no valutate in modo assolutamente negativo (p. 691) utilizzando leconsiderazioni di Sofri e come fonti ‘‘Le Monde Diplomatique’’ ePeacelink (il piu importante network pacifista italiano). Ancora piu

78

Page 79: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

significativa la bibliografia (p. 727) dalla quale emerge che il 90% del-le informazioni e presa dall’‘‘Internazionale’’ e dalla quale mancano inmodo macroscopico fonti diverse (come quelle delle riviste militarinazionali e non).

9) Dall’intervista a Panzieri (responsabile CGIl per l’Europa) emerge lavolonta di contrapporre agli USA l’ONU e l’UE anche attraverso ilFSE;

10) anche la Di Salvo condivide questa volonta di contrapporre (aggiun-gendovi anche il Mercosur in linea con quanto dichiarato da Chavez).Ovviamente (p. 840) l’elogio verso il FS mondiale, di Mumbai nonpuo essere separato dalla difesa del CUT di cui si riconosce il contri-buto decisivo.

11) Quanto rilevante sia oramai la capacita attraverso le organizzazione didestabilizzare, lo possiamo agevolmente desumere dalle proteste(2003) organizzate in Bolivia contro la politica emenergetica (super-fluo osservare che gli A. sono favorevoli).

12) Il fallimento del vertice di Cacun viene valutato con gioia dagli A. iquali — per esteso — riportano le valuazioni di CARTA, di Legam-biente e dell’ARCI.

13) Cosı come la critica alla logica delle multinazionali e radicale altrettan-to lo e l’elogio dell’EZLN;

14) altrettanto elogiativo e il ritratto fatto dal WSF di Mumbai la ricostru-zione del quale viene affidata a fonti non certo neutrali (fra queste:Unimondo, il Manifesto, ATTACC, etc.).

15) Pur a denti stretti gli A. devono riconoscere che il governo di Lula hadovuto cedere a compromessi numerosi per quanto non si spinganoad affermare che Lula abbia in gran parte tradito le aspettative delFS di Porto Alegre. Realisticamente parlando,ci sembra che Lulasia piu preoccupato di consolidare la Leadership nell’America Latina,in un contesto di classica politica di potenza, piuttosto che venire in-contro alla esigenza del MST.

79

Page 80: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. LA REALTA INTERNAZIONALE LETTAATTRAVERSO LA RIVISTA ‘‘GIANO’’

Non c’e dubbio che l’impostazione complessiva della pubblicazione sia di na-tura antagonista e condivida buona parte di quanto affermato dai precedenti pa-ragrafi.

L’anti-militarismo radicale si coniuga infatti con l’anti-imperialismo USA op-tando per una visione della realta molto simile a quella di riviste come ‘Mosaicodi Pace’ o ‘LatinoAmerica’.

A tale scopo precederemo — seppure sommariamente — a evidenziare alcuniaspetti specifici della disinformazione.

1. N. 34/2000

A p. 83 del volume viene redatta una Costituente per la pace che rappresentauna vera e propria pars construens assai simile a quella di Porto Alegre. Qualisono le proposte degli estensori?

1) Neutralita dell’Italia e dell’Europea;2) assoluta illegalita del nuovo concetto strategico della NATO;3) mobilitazione per la chiusura delle basi NATO in Italia;4) gli interventi umanitari delle F.A. contraddicono in modo eclatante i di-

ritti umani;5) e inaccettabile la pretesa di monopolio dei diritti umani da parte della

NATO e dell’occidente in generale;6) disarmo e smilitarizazione;7) sospensione della produzione e della vendita di armi;8) rifiuto dell’esercito professionale;9) l’istituzione della difesa popolare non violenta o DPN;

10) attuazione di una campagna contro la logica degli embarghi;11) eliminazione completa del segreto di Stato;12) attuazione di una democrazia partecipativa che oltrepassi il Consiglio di

Sicurezza dell’ONU.

A conclusione seguono le firme di quelle associazioni che hanno promosso

80

Page 81: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

questa costituente, la maggior parte delle quali hanno svolto un modo determi-nante nel contesto del dissenso no global in Italia: LOC, Rivista Guerra e Pace,Commissione Pace, PRC, Cgil, Fondazione B. Russell. Tuttavia la presenza piusignificativa al livello politico e quella del PRC con il Forum delle donne, con lacommissione Pace PRC, con il Gruppo Diritto e giustizia della Federazone ro-mana del PRC.

2. N. 45/2003

Nell’articolo di Peruzzi dedicato al pacifismo (p. 186) l’A. traccia una brevestoria del pacifismo italiano contemporaneo a partire dalla guerra in Iraq.L’A. si fa portavoce del pacifismo radicale (quello di Fortini e Balducci) e quindidel movimento no global.

Nell’articolo di Cortesi — oltre alle denunce tradizionali contro gli USA —l’A. prende posizione a favore della eroica resistenza irachena (p. 115). AncheLannutti (p. 67) — dopo aver indicato i tredici gruppi che promuovono la resi-stenza in Iraq — afferma che l’attacco diretto contro le truppe di occupazionesia legittimo.

Infine nell’articolo della Cotone, l’A. si fa portavoce delle esigenze della ONG‘‘Pengon’’ che si batte contro il muro israeliano definito un muro dell’Apartheid.

3. N. 36/200

Nel primo articolo Moscato difende la continuita tra Castro e il Che in mate-ria di politica economica.

Nel secondo articolo Nobile attribuisce alla controrivoluzione USA il falli-mento del movimento sandinista in Nicaragua per quanto non possa negare l’e-sistenza di numerose contraddizioni all’interno della politica agraria sandinista.

Nel terzo articolo della Rossi si evidenzia come il Plan Colombia sia una benmisera giustificazione della militarizazione in Colombia, militarizzazione portataavanti — p.e. — attraverso i FOL.

La tavola rotonda animata da Cortesi, Accame, Ferrajoli e De Lutiis e di par-ticolare interesse. Se nella prima parte gli A. mostrano un cauto ottimismo sullealternative perseguibili rispetto al nuovo ordine mondiale (additando nel pacifi-smo, nella neutralita dell’Italia alcune soluzioni concretamente perseguibili), nel-la seconda parte gli A. compiono una ricostruzione della storia del nostro paesepartendo dai seguenti presupposti:

81

Page 82: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1) non e accettabile l’ampliamento della base di Aviano;2) la riforma dell’Arma e quanto mai inquietante;3) la secretazione degli archivi dei servizi segreti non e accettabile;4) la presenza delle basi e una inaccettabile limitazione della sovranita;5) la NATO agisce in modo anti-democratico;6) l’esercito professionale e pericoloso per la democrazia;7) la presenza — nella base NATO di Verona — di un Ufficio di guerra psi-

cologica e inquietante;8) l’attivita dell’UCSI e illegale;9) la limitazione del potere dei comunisti in Italia e stato — in modo anti-de-

mocratico — attuato con strutture come la Gladio. In conclusione, l’otticacon la quale gli A. hanno letto la presenza della NATO (fin dal ’49) e deiservizi, e assolutamente speculare a quella dell’ex Patto di Varsavia e delleinformazioni attuate dai Partigiani della Pace.

82

Page 83: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. LA REALTA INTERNAZIONALELETTA ATTRAVERSO L’ARCHIVIO DISARMO *

I presupposti attraverso i quali l’A. — Simoncelli — analizza la realta inter-nazionale (quella per inciso dell’America Latina, dell’Asia e dell’Europa dell’Est)possono essere brevemente riassunti nel seguente modo:

1) il liberismo e oramai diventato non solo una nuova religione ma e dive-nuto il principale strumento egemonico delle multinazionali (americaneed europee);

2) la sua pervasiva e capillare presenza nel mondo attuale porta a schiaccia-re ogni resistenza della societa civile (p. 12);

3) la BM e l’FMI sono indubbiamente i principali strumenti politico-econo-mici attraverso i quali la globalizzazione liberista ha concretato la propriaprogettualita smentendo de facto l’ONU e aumentando il divario tra pae-si poveri e ricchi;

4) particolarmente nefasta si e rivelata la presenza della globalizzazione libe-rista nel Terzo Mondo dove la ‘‘ricchezza in molti di questi paesi’’ (p. 23)e divenuta oggetto dell’interesse predatorio delle multinazionali suppor-tate dalle istituzioni economiche sovranazionali.

5) Concretamente la presenza nel Terzo Mondo ha portato alla nascita diuna nuova forma di colonialismo, quello globalizzato, che come quellotradizionale afferma la propria volonta anche attraverso la guerra (e quin-di attraverso ‘‘eserciti regolari e(..) gruppi paramilitari’’ (p. 28) ma so-prattutto attraverso le guerre asimmetriche che alimentano conflitti in-ter-statali, conflitti secessionisti e intranazionali (p. 29);

6) come sempre l’insieme di questi conflitti alimenta la spesa militare e co-stituisce un ottimo affare per le industrie militari (p. 33);

7) di fronte a questa nuova realta l’ampliamento della NATO (e quello dellaMarina italiana con la costruzione della Cavour ma anche della Garibal-di) rientra in un progetto piu ampio che e quello della globalizzazionemilitare che precede parallelamente e quella economica;

8) Francia e UK si stanno dimostrando particolarmente attrezzati a svolgere

83

* Archivio Disarmo, a cura di Simoncelli Maurizio, Le Guerre del silenzio, Ediesse 2005.

Page 84: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

azioni di penetrazione economica e politica del Terzo Mondo. Quantoagli USA questi portano avanti la loro politica tradizionale del ‘BigStrick’ e del dollaro.

9) A tale proposito il nuovo imperialismo USA ha rafforzato la propria po-litica nucleare attraverso la NPR del marzo 2002 aumentando l’instabilitainternazionale.

10) In questo contesto drammatico la manipolazione dell’informazione e de-cisiva tanto quanto e necessario contrapporsi ad essa attraverso media al-ternativi o publicazioni alternative (quali Nigrizia o le informazioni delleONG). Ebbene analizzando — alla luce di questi presupposti — la situa-zione messicana (pp. 251-258), l’A. prende chiaramente posizione a favo-re dell’EZLN: ‘‘le comunita continuano a lavorare per la costruzione diun’alternativa, per l’utopia di un mondo diverso, un mondo che, conten-ga tutti i mondi’’ (p. 258) e rileva — unitamente alla organizzazione ManiTese — la inammissibilita della guerra a bassa intensita codificata dal‘‘Manuale di guerra irregolare’’ del Ministero della Difesa messicano.In merito alla situazione in Sri Lanka, l’A. ritiene equipollente sia laLTTE che il PTA governativo in quanto entrambi hanno portato alla vio-lazione dei diritti umani. Anche le contromisure attuate dal governo filip-pino contro la guerriglia islamista, vengono ritenute estremamente graviperche portatrici di inaccettabili violazioni dei diritti umani. Analizzandola situazione in Colombia, l’A. condanna la legittimita del Plan Colombiae di tutte le contromisure attuate dal governo per contrastare le FARC.In particolare, il coinvolgimento USA (p. 267) e ritenuto assolutamentenefasto.

84

Page 85: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6. PACE E NON VIOLENZA SECONDO L’IPRI

Allo scopo di comprendere quale sia l’interpretazione dell’IPRI sulla proble-matica pacifista, faremo riferimento alle riflessioni del suo segretario GiovanniSalio, organizzandole in modo tematico per maggior chiarezza e semplicita.

Politica. La concezione non violenta della politica rifiuta radicalmente l’inter-pretazione machiavellica (si veda p.e. Krippenderf)

Violenza. L’A., in buona sostanza, condivide le tre definizione di violenza dateda Galtung, Guiducci e Pontara tutte fra l’altro profondamente simili.

Non violenza. Proprio a partire dalla interpretazione della violenza e possibiledefinire la non violenza. Questa — secondo l’A. — puo essere negativa o posi-tiva.

La prima e l’insieme delle modalita operative non convenzionali che ben co-nosciamo; mentre quella positiva — relativa ai fini — e il risultato di una precisaconcezione antropologica, storica ed economica. Ebbene la non violenza positivadeve fare riferimento ad un contesto nel quale etica e politica si completano enon si oppongono come nella concezione tradizionale della politica ma nellostesso tempo deve acquisire un elevato grado di consapevolezza superando l’ac-quiscienza e l’assuefazione. Concretamente l’ODC e piu in generale, la disobbe-dienza civile esemplificano chiaramente la volonta di cambiare la prassi.

Democrazia. L’abbinamento di democrazia e non violenza (teorizzato in formaorganica da Capitini) consente di superare radicalmente una concezione pura-mente formale della democrazia.

La Difesa non violenta. Sulla scia di Pontara e soprattutto di Drago anche l’A. epersuaso che la DPNV sia in grado di modificare proficuamente lo status quoattenendosi a semplici regole:

1) astenendosi dalla violenza diretta;2) attuando una vasta gamma di teniche graduate che vanno dalla sensibiliz-

zazione alla non collaborazione;3) affermando la propria disponibilita a trattare;4) esprimendo la propria consapevolezza nell’accettare qualsiasi sacrificio;

85

Page 86: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5) sapendo costruire alternative;6) liberando oppressi e oppressori. Se la DPNV fara sue fino in fondo queste

semplici regole, sara possibile servirsene per contrastare la difesa armata eper sostituirla su lungo periodo.

Economia. Partendo dalle fondamentali tesi di Gandhi, la prassi non violentadeve necessariamente costruire un’alternativa capitalistica seguendo le indicazio-ni operative di autori come Naess o E.F. Schnacher che naturalmente rifiutanoradicalmente il capitalismo

86

Page 87: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7. LA FILOSOFIA POLITICA DI PORTO ALEGRE

1. Premessa

Riteniamo, per una piu esaustiva comprensione della filosofia della politica delWSF, attuare una rassegna (abbastanza analitica) delle opinioni piu interessantiformulate da diverse personalita raccolte da Mina in due preziosi volume dell’edi-tore Sperling & Kupfer: ‘‘Un mondo migliore e possibile’’ e ‘‘Le idee di Porto Ale-gre che stanno cambiando l’America Latina’’. Se volessimo analizzare alcune lineedi forza non sarebbe arduo individuarle nell’anti-americanismo radicale (che pro-cede di pari passo con l’ostilita altrettanto netta nei confronti della politica israe-liana), nel rifiuto senza ‘se e senza ma’ del capitalismo e del neo-liberismo, nellaimpietosa critica verso la sinistra riformista (accusata di essersi venduta alla logicadel capitalismo), nella assoluta fiducia di potere destabilizzare le oligarchie mon-diali a partire dai Forum, nella assoluta fiducia verso le ONG e la societa civile,nella volonta di costruire una nuova Internazionale o un nuovo Fronte popolaredi portata mondiale a partire dalle istituzioni brasiliane, venezuelane e cubane.

Al di la di tutto cio, passando analiticamente in rassegna le riflessioni politi-che degli autori, sembrera di ritornare indietro nel tempo, di ritornare alla con-trapposizione tra blocchi (ora sostituiti da USA/America Latina) e all’antagoni-smo anni Sessanta e Settanta. Infatti a ben guardare — sotto il profilo delle dot-trine politiche — non c’e nulla di realmente originale, non c’e nulla cioe che nonpossa essere ricondotto al socialismo tradizionale, al socialismo utopistico, all’a-narchia a ideologie — insomma — sorte in Europa fra Settecento e Ottocento.Questo e un aspetto al quale un lettore — storicamente attento e disinibito a li-vello ideologico — farebbe bene a prestare la dovuta attenzione.

2. Parte prima

Betto

1) Con il Forum crolla il mito del pensiero unico;2) l’economia USA trae vantaggio dalla guerra;

87

Page 88: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3) la mobilitazione contro l’AICA da parte della Confernza episcopale e do-verosa;

4) la gran part dei piu recenti presidenti dell’America Latina non sono altroche burattini in mano all’FMI;

5) auspica una convergenza di intenti fra associazioni e Chiesa;6) l’A. sottolinea il ruolo determinante del PT;7) la politica USA viene equiparata ad una vera e propria dittatura imperia-

listica;8) i vari social forum hanno portato un contributo determinante all’estensio-

ne della democrazia.

Lula

1) L’A. conferma il profondo radicamento del PT sia nei sindacati che nellaChiesa progressista;

2) nel PT d’altra parte c’e sempre stato un autentico pluralismo;3) l’A. conferma la volonta di fare del Brasile una nazione forte e moderata.

Ramonet

1) L’ottica del FMI e profondamente totalitaria;2) esiste una vera e propria oligarchia internazionale che deve essere spazzata

via;3) i politici non sono altro che amministratori del Mondo della Finanza;4) l’esperienza dell’EZLN delle ONG e stata decisiva per la nascita di un

nuovo modo di pensare;5) con Porto Alegre nasce una sorta di societa unita;6) riconosce il ruolo di Bourdieu poiche avrebbe compreso la possibilita di

creare una nuova Internazionale;7) la militarizzazione in America Latina non e accettabile e costituisce una

vera e propria occupazione;8) l’attuale amministrazione e profondamente maccartista.

Genro

1) Determinate — per la nascita del Forum — l’incontro tra associazionifrancesi e il PT brasiliano;

2) e possibile raggiungere una compattezza di classe nuova e piu efficace;3) il Forum deve avere un ruolo preciso nell’opporsi profondamente all’im-

perialismo USA;4) strettissimo e il nesso tra il modus operandi della mafia e del capitalismo;5) con il Forum la formula del prestito potra essere superata.

88

Page 89: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Montalban

1) Scontata esaltazione dell’EZLN e delle ONG;2) mantenere la trasversalita della cultura di sinistra e fondamentale.

Chomsky

1) Con il Forum prendono nuova forma le vecchie aspettative della sinistra;2) potrebbe rappresentare una vera e propria internazionale;3) la non violenza spiazza i potenti e li rende incapaci di rispondere adegua-

tamente;4) l’A. ribadisce il proprio convincimento anti-israeliano;5) la guerra al terrorismo costituisce un pretesto per un aumento della re-

pressione (p.e. in America Latina);6) l’A. — ripetutamente — insiste sulla immensa pericolosita della militariz-

zazione dello spazio.

Esquivel

1) L’A. pone sullo stesso piano Bush e Bin Laden;2) non a caso definisce Bush un genocida;3) l’A. sottolinea la pericolosita dei piani di militarizzazione argentini con

Menem.

Menchiu

1) L’A. sottolinea come Kissinger e l’intelligence USA debbano essere pro-cessati;

2) il Forum puo opporsi a tutte le oligarchie;3) e indispensabile rafforzare l’ONU.

Mitterand

1) L’A. auspica il fallimento del socialismo e l’affermarsi della logica di PortoAlegre.

3. Parte seconda

A) Galeano

1) Le potenze imperialiste ci stanno trascinando in una situazione di dispe-razione;

2) l’industria della guerra alimenta la guerra;

89

Page 90: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3) i nemici bisogna inventarseli proprio allo scopo di alimentare la guerra;4) le economie capitalistiche portano alla distruzione del pianeta;5) i forum sono una risposta a tutto cio;6) e vero che i forum mantengono una struttura flessibile e non gerarchica;7) l’informazione e costellata dai grandi mezzi di comunicazione;8) G. ammette la propria solidarieta a Cuba.

B) Sulanos

1) L’incontro del Forum e un’espressione unica per creare le basi per unnuovo umanesimo;

2) cio e stato possibile grazie alle comunita di base, ai movimenti sociali, alsindacalismo e ai Sem Terra. La loro presenza e fondamentale in Brasileed e stata amalgamata dal PT;

3) l’A. si e fatto portavoce in Argentina di una coalizione ampia che va daquella marxista a quella cristiana;

4) non manca l’elogio a Chavez;5) per l’A. Kissinger e una sorta di criminale;6) Lula rappresenta una validissima alternativa tanto quanto il Mercosur e

una valida alternativa alla ALCA.7) Anche in Argentina bisogna creare le condizioni per una esperienza ana-

loga a quella del Brasile.

C) Roy

1) Il Forum ci ha permesso di legarci gli uni agli altri;2) la resistenza all’Impero e legittima sia in Iraq che in Afghanistan ed e una

resistenza da appoggiare;3) i media hanno creato una fabbrica del consenso che manipola l’informa-

zione;4) la CIA e uno degli elementi che contribuisce a consolidare il progetto di

globalizzazione.

D) Ali

1) L’Impero per esistere ha bisogno di guerre continue;2) la guerra in Iraq e uno sfoggio di potenza imperiale;3) il mondo attuale e sottoposto alla colonizzazione neo liberista degli USA;4) l’A. elogia sia il PC iracheno che il PC indiano;5) la resistenza in Iraq e valida e va sostenuta;6) il bilancio militare USA e spaventosamente alto;7) la sinistra europea e oramai equipollente alla destra europea;

90

Page 91: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

8) il Forum e un evento storico;9) il PT e un grande esempio per tutta l’America Latina.

E) Sepulveda

1) Sia il movimento no-global che ATTAC stanno dando un contributo de-cisivo al superamento delle vecchie logiche politiche;

2) il modello USA e un modello imperiale;3) Bush e uno dei criminali piu noti;4) vogliamo una democrazia assai piu autentica di quella attuale;5) a tale scopo l’EZLN costituisce una grande speranza;6) il neo liberismo in America Latina ha fallito;7) capitalismo significa rapina e usura.

F) Maidanik

1) Con Porto Alegre abbiamo la possibilita di riprenderci in mano il nostrodestino;

2) l’A. riconosce l’importanza della influenza del PCI e di Cuba;3) il Che per l’A. e una figura mitica e irragiungibile.

G) Pieto

1) L’A. riconosce che Cuba ha avuto un ruolo rilevante con il CTC e con ilCentro Martin Luther King;

2) l’A. sottolinea la lucidita intellettuale di Chavez;3) la collaborazione con il Brasile deve aumentare;4) l’A. parla di un vero e proprio fronte anti-fascista.

H) Boff

1) Sostiene la validita dell’eco-pacifismo dimostrando di avere una grandesperanza nei progetti del Forum;

2) per Boff il socialismo e l’unica opzione possibile soprattutto sul pianoumano;

3) il contributo della teologia della liberazione al Forum e molto importante.

I) Hostart

C’e un aspetto degno di nota e di considerazione (al di la del’appoggio scon-tato dato al Forum di Porto Alegre) e cioe la consapevolezza che la qualifica dicatto-comunista e adeguata. In secondo luogo — per quanto fugace sia l’analogiacon il ’68 — l’A. esprime il timore che il SF finisca in un bluff.

91

Page 92: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 93: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Parte Quarta

Page 94: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 95: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. IL MONDO CATTOLICO ITALIANOE LA GLOBALIZZAZIONE

1. Premessa

Che una parte delle associazioni cattoliche (italiane) abbia contribuito allacrescita dell’ideologia no-global e un dato di fatto. Il contributo dato dall’asso-ciazione e stato stigmatizzato da numerosi intellettuali e/o editorialisti nel modoseguente:

1) numerosi sacerdoti cattolici si sono mossi per contribuire concretamentealla contestazione (p.e. contro il G8);

2) il cattolicesimo (unitamente al marxismo) e una delle principali correntidi pensiero ed azione che danno forza all’anti-globalizzazione;

3) queste associazioni rischiano di restare vittime di una vasta disinforma-zione (analoga a quella del ’68);

4) la dimensione religiosa che e emersa (p.e. a Genova) e insieme ingenua eutopica;

5) l’impegno per il superamento e la soluzione dei numerosi problemi delTerzo Mondo non passa attraverso un radicale anti-capitalismo e anti-oc-cidentalismo;

6) i cattolici no-global non possono arrogarsi il diritto di monopolizzare ilvangelo attraverso una lettura marxiana;

7) le istituzioni ecclesiali non devono commettere il grave errore di contri-buire a saldare l’antagonismo no-global con la dimensione religiosa;

8) non poche delle manifestazioni celebrate (p.e. quella di Genova) non so-no per nulla compatibili con la religione poiche emerge un evidente ma-nichismo morale, contribuendo a dare sostegno al catto-comunismo;

9) non pochi esponenti dei movimenti non sono abituati a leggere la realtadella politica;

10) ancora una volta i cattolici (come nel ‘68 in Italia con Capanna e in Fran-cia con l’arcivescovo Marty) hanno avuto un ruolo rilevante nel prosegui-re la lotta;

11) esiste il rischio (si veda p.e. il ‘‘Manifesto delle Associazioni Cattoliche aiLeaders del ’68’’ del 7 luglio 2000) che i cattolici — come nel ’68 — tor-

95

Page 96: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

nino a subire una situazione di sudditanza verso ideologie che sono estra-nee alla storia del cristianesimo;

12) le soluzioni proposte — per risolvere le diverse problematiche sollevatedal G8 — dai cattolici sono drammaticamente speculari a quelle del po-polo di Seattle;

13) da parte di queste associazioni si tralascia di ricordare le nefasta implica-zioni dei regimi comunisti e si finisce per demonizzare il capitalismo. In-fine l’abbinamento con queste ideologie estranee al cristianesimo condu-ce numerose associazioni cattoliche a demonizzare la razionalita tecnico-scientifica e li conduce ad accettare l’ecologia radicale,che distoglie i cat-tolici dal comprendere chiaramente la matrice panteistica — e quindi pa-gana — de una parte importante della ecologia attuale.

2. Primo esempio

A mo’ di prova di quanto precedentemente affermato sia sufficiente sottoli-neare l’esplicito riconoscimento tributato al mondo religioso da parte di Agno-letto. L’autorevole esponente del GSF (ed eurodeputato del PRC) sostiene lapresenza ampia e diversificata del mondo religioso all’interno del movimento.Questa realta comprende settori ufficiali della Chiesa quali il Card. Tettamanzi,l’arcivescovo Agostino, la Caritas internazionale (p.e. nella persona di Ferrer),Don Ciotti, padre Zanotelli, suor Pasini, don Gallo, don Dell’Olio, don VitalianoDella Sala, le Acli e in parte l’Agesci.

3. Secondo esempio

Le affermazioni di Don Gallo esemplificano — in modo limpido — quantoaffermato. Secondo il prelato:

1) e necessario richiamarsi alle grandi utopie intense nella accezione di Ga-leano;

2) bisogna muoversi su tutti i fronti (dalla giustizia alla scuola);3) e necessario moltiplicare le iniziative girotondine;4) i movimenti hanno fatto emergere l’autenticita della democrazia e della li-

berta;5) in particolare i movimenti hanno ridato vita all’idea della democrazia di-

retta;6) il ruolo del movimento anti-liberista e essenziale;

96

Page 97: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7) anche se l’azione non violenta e la cifra caratterizzante per quanto la di-sobbedienza civile non possa essere esclusa a priori;

8) i movimenti devono contribuire a rinnovare i partiti.

97

Page 98: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. L’ANALISI DELL’ACC

1. Organizzazione

Strutturata sotto forma di coalizione e sorta nel 2001 allo scopo di coordinare

le proteste durante l’incontro della WB e dell’FMI nel settembre 2001. La sua

organizzazione informale, oltre ad essere presente a Washington DC, ha proprie

sedi a Montreal e nelle Filippine.

2. Contenuti ideologici

L’ACC rifiuta

1) il capitalismo, la proprieta privata e il neoliberismo;

2) di conseguenza l’anti-imperialismo e il secondo ostacolo nella affermazio-

ne di una societa altra. L’unica alternativa possibile e la costruzione di un

mondo basato sul pluralismo e sull’autonomia di gruppi e individui.

3. Modalita di lotta

Di fronte all’avanzata del capitalismo e dell’imperialismo, gli A.:

1) incoraggiano lo sviluppo di ogni cittadino che voglia diventare attivista;

2) sostengono che la loro esperienza gli consenta di comprendere la grande

importanza di gruppi tematici la cui autonomia politica deve essere piena-

mente rispettata;

3) le tecniche usate non possono che essere varie perche procedono dalla di-

sobbedienza civile all’azione non violenta;

4) concretamente la mobilitazione dell’Acc si e svolta in funzione anti-impe-

rialista nel marzo del 2002, nel gennaio 2003 ed in funzione anti-capitalista

a partire dal giugno 2001 a Genova, per giungere — nell’aprile 2002 — a

protestare contro l’IMF.

98

Page 99: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. L’ANALISI DELL’IGC

1. Origini

Nato nel 1987 allo scopo di coordinare l’attivita cyberattivista di PeaceNet edi EcoNew, a partire dal 1988 ha ampliato il proprio raggio di azione fino adattuare collegamenti internazionali con GreenNet e soprattutto con l’APC (coa-lizione internazionale di reti cyberattiviste fornisce tecnologie in funzione anta-gonista in 130 paesi). L’importanza dell’IGC e tale da aver svolto il ruolo di pro-vider per l’ONU (nel ’92).

L’alleanza con PeaceNet e con LaborNet, ha consentito all’IGC di operaretrasverlsamente: dalla pace all’ecologia fino al diritto del lavoro.

2. Organizzazione

La sede ufficiale e a San Francisco e ruota intorno ad un gruppo di sei per-sone ognuna delle quali svolge mansioni specifiche. A pieno regime di attivita lostaff si amplia fino a comprendere una trentina di collaboratori.

3. Metodo di lotta

Trattandosi di una network informatico di coordinamento e giocoforza chel’attivita si esplichi prevalentemente nel cyberattivismo e nella contro informazio-ne come quella attuata da Indymedia.

99

Page 100: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. I COBAS: METODI, SCOPI E ANTI-GLOBALIZZAZIONE

Nella lotta e nella resistenza contro la globalizzazione un ruolo rilevante spet-

ta ai sindacati. Nel nostro paese certamente questo ruolo e svolto dai Cub e dai

Cobas. La nostra analisi si soffermera sui Cobas.

1. Matrice ideologica

Il terreno d’origine e certamente l’autonomia (d’altronde non a caso Scalzone

nel ’87 invio dalla Francia una lettera di solidarieta ai compagni) generalmente

parlando. Nello specifico, la matrice ideologica dei fondatori e dei leaders dei

Cobas e la seguente:

1) ex-movimento ’77;

2) Lega Comunista Rivoluzionaria;

3) DP;

4) anarchica;

5) sinistra bordighiana;

6) area POTOP;

7) LC;

8) Stella Rossa.

D’altronde, basti pensare al percorso di alcuni leaders come Gigliotti, Maria

Gullotta, e soprattutto Ceccotti per comprendere l’importanza decisiva che ha

svolta la sinistra extraparlamentare nella costituzione dei COBAS.

2. Contesto sociale

Se il terreno d’elezione e stata la scuola, gradualmente, la politica del dissenso

e dell’antagonismo COBAS si e rivolta ad altre aeree: trasporti (in particolare i

macchinisti) sanita e in generale gran parte del settore terziario. Si pensi al CO-

MU, al COMAD o alla COBAS Alfa di Arese.

100

Page 101: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. Metodi di lotta

1) Marce di protesta;2) scioperi;3) picchettaggi;4) contro informazione all’interno del contesto lavorativo, attraverso il sito

web e attraverso la loro pubblicistica periodica;5) raccolta di firme.

4. Area di collaborazione

1) A livello sindacale con i CUB, le Rdb e l’USI;2) piu in generale con i CSA e i no-global;3) a livello internazionale con i CTA e Via campesina.

5. I nemici

1) Contro i sindacati confederali;2) contro l’art. 19 della Legge 300 del ’70;3) contro la cultura del profitto;4) contro i falsi comunismi autoritari;5) sono a favore dell’anti-imperialismo;6) sono a favore dell’anti-capitalismo;7) contro il Partito Unico sul modello leninista;8) contro la centralizzazione dei mezzi di produzione;9) contro nuove aristocrazie del potere;

10) accusano la sinistra di essersi venduta al capitalismo;11) sono contro i partiti conservatori italiani e contro quelli esteri;12) contro lo Stato gerarchizzato, autoritario e corporativo;13) ritengono che esista una sostanziale specularita tra destra e sinistra;14) sono contrari alla parita scolastica;15) l’esistenza del libero mercato non e altro che un monopolio o un oligo-

polio comunitario.

6. Il programma alternativo

1) i Cobas rifiutano di operare divisioni tra attivita politiche, sindacali e cul-turali;

101

Page 102: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2) sono a favore della costituzione di un blocco sociale alternativo al potereimperante;

3) sono per il superamento della forma partito e della forma sindacato;4) sono a favore del diritto/dovere di un’ampia partecipazione democratica;5) sono a favore della centralita della democrazia diretta nel luoghi lavora-

tivi;6) sono a favore della centralita della propria professione per conferire di-

gnita a se stessi;7) fanno leva su nuovi soggetti antagonisti presenti nel pubblico e nel pri-

vato;8) realizzano strutture consiliari nei luoghi di lavoro;9) rifiutano la delega;

10) sono a favore della realizzazione di nuove camere del lavoro sul modellodei CSA;

11) sono a afavore della diminuzione dell’orario di lavoro;12) sono a favore del rafforzamento democratico del Welfare State.

7. Organizzazione

Per ammissione dello stesso Bernocchi, i COBAS hanno una struttura fede-rativa che si articola in:

a) comitati di base;b) assemblee provinciali;c) assemblea nazionale;d) commissione esecutiva nazionale. I finanziamenti sono frutto del contribu-

to volontario.

8. Reazione delle istituzioni

1) Schedatura politica e intercettazione;2) Promozione di scissioni (come p.e. la Gilda);3) tentativo di marginalizzare sui mass-media il ruolo dei COBAS;4) dura opposizione e boicottaggio da parte dei sindacati confederati;5) accordi politici con le istituzioni — da parte dei sindacati confederati —

per marginalizzare i COBAS e criminalizzarli.

102

Page 103: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. ASPETTI DELL’ANTIMILITARISMO SARDO *

L’antagonismo anti-militarista in Sardegna ha trovato modo di esprimersi al-l’interno di diverse organizzazioni e/o associazioni. Una delle piu interessanti eindubbiamente il Comitato ‘‘Gettare le basi ’’ sorto a Cagliari nel 1997 controla presenza militare NATO e USA sull’isola.

Concretamente il Comitato, attraverso un’azione di contro informazione ca-pillare rivolta alla societa civile, mira a creare i presupposti per azione di disub-bidienza civile contro la presenza militare. Infatti se, sotto il profilo della conno-tazione ideologica, il Comitato si muove nell’ambito del cattolicesimo del dissen-so e dell’antagonismo radicale, concretamente istiga la societa civile all’azionegiudiziaria, all’occupazione permanente delle aree off limits, al blocco delle atti-vita militari (come nell’ottobre 2004 quando alcune barche di pescatori ostaco-larono l’esercitazione in corso costringendo il sottosegretario alla Difesa ad inter-venire per promuovere un intervento diretto), alla organizzazione di manifesta-zioni sotto il palazzo della Regione Sarda, alla pressione politica (contribuendoalla elezione dell’attuale Presidente). Sotto il profilo strettamente storico, il dis-senso sardo incomincia a prendere forma con la Comunita di Sestri fondata neglianni Settanta dall’ODC Pinna che promuovera — di lı a poco tempo — la LOCsarda. Nel 1984 — a Cagliari — si forma la prima sezione dei BCP. Nel ’91, sicostituisce a Cagliari la sezione dello SCI. L’anno prima — nel ’90 — ad opera diAgata Cabiddu sorge la Casa per la Pace di Ghilarza che — fra l’altro — promuo-ve annualmente un seminario sulla problematica della non violenza in senso lato.

Nel 1978 sorge la Comunita di Via Marconi grazie al sacerdote Gerardo Fa-hert in stretto contatto con il MST brasiliano e sostenitore dell’EZLN messicano.Negli anni ’90 (piu precisamente nel 1986) sorge la Cooperativa Passaparola an-che grazie al decisivo contributo di Enrico Euli attraverso la promozione di trai-ning tematici non violenti rivolti — p.e. — alle scuole elementari (analogamentea quelli svolti ad esempio dal Centro Studi Severo Regis di Torino) e finalizzatialla realizzazione di gruppi antagonisti (dal movimento della Pantera, al movi-mento pacifista contro la Guerra del Golfo e contro le basi militari). Nel ’99

103

* Quaderni Satyagraha, n. 9/2006).

Page 104: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

— sempre grazie al contributo di Euli — nasce la Case di Alex che ha promossoazioni di protesta nei confronti della fabbrica di bombe DOMUSNOVAS. Infi-ne e significativa l’istituzionalizzazione accademica del training non violento conla cattedra cagliaritana di Metodologie e tecniche del gioco e del lavoro di gruppo.

104

Page 105: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Parte Quinta

Page 106: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 107: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. PREMESSA

Il lettore non deve provare alcuna sorpresa nel trovare trattati — in questovolume — anche le tematiche pedagogiche. Il connubio pedagogia/ideologia equello pedagogia/potere sono stati una sorta di corrente carsica che ha attraver-sato tutta la storia della pedagogia occidentale e non. In secondo luogo, i conte-nuti ideologici di numerosi orientamenti pedagogici (almeno a partire dal 1600p.e. con Godwin) sono gli stessi dei movimenti presi in considerazione nelle se-zioni precedenti. In terzo luogo, all’interno di determinati contesti ideologici(quali p.e. l’anarchia o il socialismo) la pedagogia ha svolto un semplice ma es-senziale ruolo: trasformare l’educando in un oppositore ai sistemi di potere esi-stenti e — parallelamente — utilizzare l’istituzione formativa come dispositivo dicambiamento sociale.

Non a caso, una componente elevata degli attivisti dei movimenti presi inconsiderazione, proviene proprio dalla realta studentesca e guarda caso non po-chi esponenti delle numerose realta antagoniste chiedono a gran voce che la lorointerpretazione della realta si affermi proprio all’interno delle istituzioni forma-tive.

Quale migliore esempio di guerra psicologica?

107

Page 108: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. LA RIFLESSIONE PEDAGOGICA DI PAOLO FREIRE

Individuano per cominciare i referenti politico-culturali della riflessione diFreire:

1) Hegel;2) Marx;3) Fromm;4) Fanon;5) Che Guevara;6) Debray;7) Mao;8) Castro;9) Althusser;

10) Torres;11) Lukacs.

Il percorso compiuto da Freire si puo scandire nel modo seguente:

1) negli anni sessanta — in America Latina — il ruolo dell’educazione eraquello di trasformare profondamente le strutture sociali;

2) il metodo dialogico teorizzato dall’A. era non solo contro la classe domi-nante ma era finalizzato a promuovere una democrazia radicale;

3) l’appartenenza alla teologia della Liberazione non e strettamente affermataper quanto abbia svolto un ruolo molto significativo dell’itinerario di Frei-re. Proprio nel contesto strettamente religioso, il Consiglio Mondiale dellaChiesa esercita un’importanza fondamentale;

4) la presenza dell’A. in Africa fu rilevante perche lo avvicino ai movimenti diliberazione;

5) nei confronti delle istituzioni statali l’atteggiamento dell’A. e chiaro ed especulare a quello dei no-global: ridurre la centralizzazione dello Stato eaumentare il peso della societa civile;

6) l’impatto che il movimento studentesco americano ebbe su Freire fu asso-lutamente positivo. ‘‘Il ’68 fu uno scoppio in favore della liberta’’;

7) altro elemento rilevante e certamente la stretta collaborazione con il PT,

108

Page 109: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

collaborazione — questa — significativa per i nostri fini poiche dimostrala centralita di questo partito anche sotto questo profilo, sotto cioe quellodella programmazione educativa.

In merito al pensiero pedagogico, nel senso stretto del termine, sara sufficien-te indicare brevemente alcuni tratti salienti:

1) attraverso una nuova forma di pedagogia sara possibile mettere il popolonelle condizioni di essere un soggetto rivoluzionario;

2) grazie ad essa supereremo l’autoritarismo e la propaganda;3) la pedagogia depositaria deve essere negata alla radice;4) alla educazione come pratica di domino dobbiamo sostituire la educazione

come pratica rivoluzionaria;5) proprio nell’ambito della rivoluzione la pedagogia del dialogo e uno stru-

mento di grande efficacia:5.1) la leadership non puo pensare che con le masse;5.2.) la logica educativa del dominio precede attraverso la conquista, la

divisione del nemico, la manipolazione e l’innovazione culturale;5.3) al contrario la leadership rivoluzionaria deve fondarsi a partire da al-

tri presupposti della pedagogia ;non e’ un caso che l’A. tragga ispi-razione da Torres, da Castro e da Che Guevara. A questo punto illettore ci consenta una domanda pleonastica: e forse un caso che l’I-stituto P. Freire abbia dato un contributo rilevante al Forum di Por-to Alegre?

109

Page 110: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. LA RIFLESSIONE PEDAGOGICA DI FILIPPO TRASATTI

Autorevole studioso di pedagogia anarchica (insieme a Codello) — membrodell’Unicobas e collaboratore di Ecole e della Rivista Anarchica A — ha conestrema chiarezza e lucidita — compendiato alcuni temi portanti della pedagogiaanarchica nel seguente modo:

1) la pedagogia anarchica critica in modo radicale i paradigmi del potere conlo scopo di modificare radicalmente la societa;

2) la pedagogia anarchica ci rende consapevoli che l’educazione e sempreeducazione politica;

3) uno dei suoi scopi deve essere quello di portare il soggetto verso l’autoe-ducazione (un aspetto questo evidenziato assai bene da Bernardi, Tolstoj eDolci);

4) anche l’A. come Freire (seppure in contesti storici assai lontani) ricordacome la pedagogia anarchica anticipi la rivoluzione creando dentro la co-munita educativa una sorta di anticamera della rivoluzione;

5) la dignita e la liberta dell’individuo sono centrali;6) il controllo della educazione da parte dello Stato o della Chiesa e comun-

que sempre una forma di dispositivo tanto e vero che l’obbedienza e il di-sciplinamento e stato ottenuto attraverso la manipolazione del consenso;

7) prendendo atto di cio e possibile — secondo l’A. — creare all’interno de-gli spazi pedagogici tradizionali ‘‘rapporti quotidiani antagonisti rispetto almondo del libero mercato e della competizione neo-liberista’’, oppurecreare spazi alternativi (p.e. il centro di Partinico di Dolci); e possibile leg-gere la cultura come strumento di liberazione (servendosi p.e. del teatrocome strumento di critica dal potere, dell’autogoverno come fece Lanenel 1918), e come strumento per decodificare l’ABC del potere (seguendop.e. Foucault) o e possibile — seguendo in questo Lapassade — crearel’autogestione pedagogica in base alle quale l’insegnante e solo un mediumformativo poiche deve lasciare agli allievi la scelta dei metodi e dei pro-grammi da apprendere.

110

Page 111: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

DOCUMENTO: FILIPPO TRASATTIINTERVISTA RAFFAELE MANTEGAZZA

Pedagogia della resistenzaIntervista di Filippo Trasatti a Raffaele Mantegazza *

Veniamo al centro della tua riflessione teorica piu recente, da una parte la /pars de-struens/ della pedagogia dell’annientamento che ha delineato nel tuo libro /L’odore delfumo/ e dall’altra la /pars construens/, il progetto della pedagogia della resistenza: comenasce, quali sono i punti di riferimento teorici?

Sicuramente alle spalle della pedagogia della resistenza c’e lo straordinario lavoro dismascheramento operato dagli autori della cosiddetta /scuola di Francoforte/ la cui ere-dita era evidente fin dal titolo, per la verita un po’ presuntuoso, del mio primo libro: /Teoria critica della formazione/. L’idea era e rimane quella di applicare le categorie dellateoria critica della societa, formulate soprattutto da Horkheimer e Adorno, alla scienzadell’educazione per smascherare i dispositivi della formazione del soggetto integrato econtrollabile. Sı Foucault, dunque, ma soprattutto Adorno; sı pensiero francese ma so-prattutto pensiero filosofico /hard/ tedesco; sı strutturalismo (con juicio) ma soprattuttomarxismo occidentale. L’interesse per la teologia, soprattutto per la teologia ebraica eper la teologia della liberazione, e venuto dopo ed e venuto proprio tramite Adorno eBenjamin: volevo capire che cosa potesse dire a un laico come me la teologia come pen-siero dell’Oltre, di cio che sta oltre il qui ed ora, di cio che trascende la nostra condizionedi sfruttati e sfruttatori, la nostra miseria quotidiana. E stata una scossa salutare scoprireche la teologia poteva non essere semplicemente uno strumento di giustificazione perl’oppressione e per lo sfruttamento ma anche e soprattutto uno strumento di denunciae di smascheramento, in particolare rispetto alle ideologie che giustificano lo status quo eche appiattiscono programmaticamente il loro punto di vista sulla non superabilita del-l’esistente; di qui e venuto l’interesse per Bloch, di qui la passione sempre crescente perle teologie non cristiane (islamica, buddista, ecc.), di qui l’afflato utopico che spero sirespiri nelle pagine di /Pedagogia della resistenza/. Il filo conduttore di tutto il mio la-voro e stato doppio, lo vedo solamente ora: c’e sempre stata da un lato la denuncia deldominio in tutte le sue forme, il tentativo di andare a braccare il potere laddove non ci siaspettava di vederlo e soprattutto laddove la maschera della bonta lo copriva e lo ren-deva invisibile (e dove meglio che nell’educazione, campo privilegiato di applicazione

111

* Fonte: Rivista anarchica on line.

Page 112: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

di quello che De Andre significava con le parole ‘‘non ci sono poteri buoni’’. Ma dall’al-tro lato c’e sempre stato l’afflato utopico che non poteva credere che tutto fosse finito,che non ci fosse via d’uscita, che il potere o il dominio avessero progettato e realizzato laperfetta ragnatela inattaccabile che a volte sembra trasparire da certe opere di Foucault.

Insomma, lo studio della societa completamente amministrata mi faceva sperare chequel ‘‘completamente’’ fosse in realta un artificio retorico (se no, perche studiarla?) e chevi fosse la possibilita di una via d’uscita.

Quali sono le condizioni e le strategie di un’educazione libertaria, per come tu la con-cepisci?

L’educazione e una forma di potere. E teoricamente, affermare che l’educazione ha ache fare con il potere o che essa stessa si costituisce come una pratica di potere non do-vrebbe sconvolgere piu di tanto chi sia abituato a riflettere su problematiche pedagogi-che.

Eppure la dimensione del potere sembra essere la piu rimossa da parte degli educa-tori; essi sembrano sempre sottintendere una loro non-partecipazione nei confronti di unpotere che si situa sempre ‘‘altrove’’: nelle mani di Presidi, Provveditori, Ministri, nellepieghe della burocrazia, sulle scrivanie di coloro che vergano i programmi di studio.

Questa sorta di repulsione ad affrontare la questione del ‘‘mio’’ potere, del potereche e in me e che e ‘‘me’’, del potere che transita attraverso le mie pratiche quotidiane,del potere dell’educazione in quanto tale rende conto, probabilmente, della radicalitadella questione stessa che proprio dal versante educativo puo essere letta e studiata inmodo critico e demistificatorio. Questo e a mio parere il presupposto di ogni educazionelibertaria: porre al centro delle sue teorie e delle sue pratiche la questione del potere edello smascheramento del potere.

Anche e soprattutto del potere dell’educatore. Leggere nelle pratiche educative dellepratiche di potere e, ancor piu radicalmente, studiare la presenza e la costituzione di unpotere che sia essenzialmente educativo, le cui strutture siano per essenza omologhe aquelle dell’educazione, significa contribuire allo smascheramento della cosiddetta ‘‘bon-ta’’ originaria dell’educazione. Occorre allora smascherare i tratti di un potere eminen-temente educativo, che e forse tipico della societa del cosiddetto ‘‘dopo Auschwitz’’(perche proprio ad Auschwitz ha sostenuto il suo ‘‘battesimo del fuoco’’). Saremo difronte allora a un potere che non risiede sempre in un Altrove, un potere che forsenon si ‘‘prende’’ o si ‘‘aliena’’ o si ‘‘trasmette’’ ma si esercita, non solo da parte dei sog-getti ma anche attraverso i soggetti medesimi; un potere di assoggettamento che proprioin quanto prevede il soggetto come telos della sua applicazione (e non semplicementecome sostrato su cui applicarsi o dato naturale da pervertire e condizionare) diventa ani-ma segreta delle pratiche educative; di tutte, ovviamente, anche di quelle che si voglionocome resistenziali nei confronti delle attuali configurazioni del dominio.

112

Page 113: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. LA RIFLESSIONE PEDAGOGICO-LIBERTARIADI MARCELLO BERNARDI

In un celebre volume ‘‘Educazione e liberta’’ l’A. focalizza la propria propo-sta educativa a partire dagli aspetti seguenti:

1) l’educazione deve essere una operazione orizzontale;2) l’educatore non deve governare o gestire il potere;3) la critica alla tradizione, alla obbedienza (e agli automatismi relazionali)

devono procedere di pari passo alla critica della manipolazione;4) l’educatore deve aiutare il discente a evolvere verso la liberta;5) l’educatore deve evitare il condizionamento;6) l’educatore non deve fare adattare il discente alle norme della societa per-

che al contrario il suo scopo deve essere quello di liberarsi dai ceppi dellarealta nella quale vive.

Una parte considerevole del volume e rivolta ad una critica radicale della so-cieta e dei suo valori, critica che e storicamente assimilabile a quella libertaria:

1) la nostra liberta di opinione e puramente fittizia;2) il lavoro e gestito da istituzioni gerarchiche;3) il divertimento e programmato e mercificato;4) anche per questo e doveroso non piegarsi alle numerose imposizioni del-

potere e creare i presupposti per una autentica liberta (che significa sapercondurre se stessi, sapere operare eticamente, sapere vivere senza bisognodi essere governati), liberta che spesso si puo conseguire solo usando laviolenza grazie alla quale lo ‘‘sfruttato si ribella’’. Il ricorso alla violenzarivoluzionaria — e condivisibile — tanto quanto la resistenza al sistema,sistema che attraverso a guerra si perpetua, sistema che si fonda su pseu-dovalori quali la religione, l’onore, la Patria, la famiglia.

5) Alla luce di tutto cio si puo costruire una scuola aperta nella quale ‘‘la se-lezione, le graduatorie’’ non sono accettabili.

Infatti — p.e. — il metodo selettivo serve solo ad integrare l’indice nel siste-ma per combattere il quale l’educatore dovra attuare una logica priva di autori-tarismo, aliena da rimproveri, punizioni, ricatti, logica che si dimostrera profon-damente contraria a falsi valori quali il profitto, il successo, la competizione o la

113

Page 114: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

sudditanza. D’altronde nella scuola tradizionale lo spirito critico, la contestazio-ne o vengono repressi o piu semplicemente non vengono ritenuti ammissibili. Inconclusione — e senza peccare di esagerazione — il volume dell’A. puo ancheessere letto come un breviario della sovversione psicologica chiave di letturache l’A. avrebbe sicuramente gradito.

114

Page 115: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. LA RIFLESSIONE PEDAGOGICADI RAFFAELE MANTEGAZZA

Secondo l’autorevole pedagogista una pedagogia innovativa deve fare propriele seguenti tesi:

1) smascherare i dispositivi di potere presenti comunque nella pratica educa-tiva (utilizzando p.e. Foucault o Berheim);

2) prendere in attenta considerazione le riflessioni di Lapassade sull’autoge-stione pedagogica;

3) quelle di Illich e Freire per giungere a Dussel il quale — e questo e unpunto decisivo — oltre che aver manifestato il proprio apprezzamentoper l’EZLN — ha cercato di creare i presupposti per una pedagogia ispi-rata alla teologia della Liberazione.

In definitiva a partire da questi autori — e non solo — l’A. propone di co-struire una pedagogia della resistenza, una pedagogia che consenta la ‘‘formazio-ne dell’individuo in chiave emancipatoria’’ che tragga linfa vitale anche dal mo-vimento non violento, dalla disobbedienza civile ma soprattutto dal marxismo. Ilrecupero della dimensione utopica serve allora a ridare vigore alle riflessioni diOwen e Fourier, a quelle di Capitini che fara uso del paradigma della non vio-lenza in funzione critica verso l’esistenza proprio ponendo l’enfasi sul modo deldocente che dovra fare comprendere il boicottaggio, l’Odc, l’obiezione fiscaleonde attivare nel discente la capacita di rottura, di ribellione e contestazione.La pedagogia alla quale pensa l’A. non potra che collocarsi all’interno di un con-testo laico, di ispirazione anti-capitalistica per demistificare la formazione di unsoggetto funzionale all’ordine esistente. A tale proposito, il recupero di una sortadi ‘marxismo libertario’ e essenziale alla pedagogia della resistenza poiche ci con-sente di valorizzare criticamente la stagione contestataria del ’68 (al quale l’A. emolto legato) alla luce di questi aspetti: l’anti-dogmatismo, il protagonismo gio-vanile, l’insistenza sull’autogestione, la feconda contaminazione con l’anarchi-smo, in un reale interesse per la cultura popolare, una enfasi corretta sull’utopiae una proficua contaminazione con la teologia della rivoluzione.

115

Page 116: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6. LA RIFLESSIONE PEDAGOGICADI ERNESTO BALDUCCI

Questo argomento fu ampiamente affrontato dall’A. nel volume ‘‘Per una pe-

dagogia della pace’’ (edito nel 1993) nel quale Balducci ribadı in forma sistema-

tica quanto aveva gia precedentemente affermato. In breve i principi ispiratori

possono essere sintetizzati nel modo seguente:

1) la cultura della pace deve cambiare profondamente l’essere umano at-

tuando un radicale cambiamento antropologico;

2) se fino a questo momento ha governato la lotta per la vita o l’antagoni-

smo tutto cio deve mutare;

3) l’uso della forza e ancora una conseguenza di un retaggio ancestrale;

4) fino a questo momento l’uomo si e limitato a razionalizzare la violenza

ma non ha certo contribuito ad eliminarla;

5) la guerra e l’esempio piu chiaro di questa razionalizzazione (quanto alla

guerra giusta questa espressione per l’A. era ridicolarmente tragica);

6) l’insegnamento della storia si concretizza proprio in una storia di guerra

ed e un insegnamento che va profondamente mutato poiche, come inse-

gnava Gandhi, l’insegnamento della storia ‘‘e un vero e proprio esercizio

di violenza che si attua sulla coscienza’’;

7) questo modo di interpretare il reale ha consentito il culto del vincitore;

8) proprio per questo l’educazione alla pace dovrebbe da un lato metterci

nelle condizioni di individuare i meccanismi della violenza e dall’altra

parte progettare un uomo nuovo;

9) la pedagogia ci dovra consentire di superare la categoria amico/nemico

come quello di maschio/femmina;

10) dovra farci comprendere che non solo l’eurocentrismo e tramontato ma

che la sua diffusione e oramai devastante.

Infine

11) perche cio si attui e evidente che il docente deve avere un altissima dose

di ottimismo verso la possibilita di creare un uomo nuovo come deve es-

sere spietato nel criticare la cultura del consumismo.

116

Page 117: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7. LA RIFLESSIONE PEDAGOGICADI LAMBERTO BORGHI

Prendendo anche spunto dalle riflessioni di Salvemini, l’A. non ebbe mai al-cun timore di esprimere la propria assoluta contrarieta a quella visione dellascuola come fonte di indottrinamento.

Al contrario vide nella scuola la possibilita di creare i presupposti per una so-cieta futura altra, per stimolare i giovani all’autoformazione e quindi per portarlisulla via della liberta. Se cio verra realizzato allora la scuola avra formato cittadiniin grado di autogovernarsi. Per tale ragione l’A. fu un critico severo di qualsiasiforma di scuola autoritaria intesa come scuola che ‘educa’ i giovani al valore delgovernante. Al contrario all’interno di essa dovrebbe prevalere una democraziapartecipativa assai lontana dalla filosofia educativa di chiese e partiti, una demo-crazia reale e percio orizzontale. Proprio per questa ragione (contrariamente aquanto affermarono Miglio e Romeo) il movimento studentesco rappresento laforza decisiva per attuare un profondo cambiamento contro l’autoritarismo delleamministrazioni burocratiche, contro il concetto classista della scuola e control’autoritarismo esercitato da presidi e direttori didattici. Un cambiamento voltoa valorizzare l’iniziativa degli studenti, a introdurre nelle istituzioni una reale de-mocrazia, a introdurre nelle aule universitarie una reale collaborazione tra do-centi e studenti, a realizzare un insegnamento orientato al dissenso e alla conte-stazione.

I presupposti di una nuova pedagogia (che tenga conto dei cambiamenti so-ciali) non possono che essere individuati negli scrittori anarchici e libertari comeTolstoj, Godwin, Ferrer (con la nascita della scuola moderna), Kropotkin, Reich,Rogers. Anche il contributo di Capitini fu ritenuto di grande importanza dall’A.che — fra l’altro — gli riconobbe il merito di ‘‘dire no alla violenza degli Stati,degli eserciti, delle polizie (...) alle divisioni del mondo in blocchi’’, di aver com-preso la decisiva importanza della creativita dell’individuo anticipando la MEADe di aver posto l’enfasi sulla fondamentale importanza della democrazia parteci-pativa all’interno dei COS.

117

Page 118: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

8. ASPETTI DELLA PEDAGOGIA ANTI-AUTORITARIAFRANCESE DEL NOVECENTO *

Secondo Bourdieu la scuola continua a trasmettere i presupposti di una rap-presentanza della realta di tipo patriarcale (nonostante la secolarizzazione) fon-data sui binomi quali uomo/donna e adulto/bambino e in particolare di tipo ge-rarchico.

Proprio per questo la nuova pedagogica deve farsi portatrice di una autenticarivolta. Al contrario, il lavoro pedagogico continua ad essere una vera e propriasublimazione della costrizione e della violenza poiche si concretizza attraversol’indottrinamento mentale e l’introiezione morale. Proprio per questo ,la scuolasi limita ad omogeneizzare gli studenti, operazione possibile grazie alla conniven-za del docente il quale — voglia o meno — maschera inevitabilmente i rapportidi potere che sono alla base del suo lavoro. Nello specifico l’istituzione scolasticaattua una dipendenza allo scopo di conservare lo status quo. Proprio per questoil docente non e consapevole di essere null’altro che uno strumento di violenzasimbolica o di essere collegato a interessi di potere e in questo contesto, la scuolaattua un ruolo di mera conservazione, operazione questa portata avanti in modoconforme ai principi della ideologia dei gruppi dominanti. Dunque che lo vogliao no il docente compie un’operazione conforme agli interessi oggettivi della clas-se dominante.

Servendosi dell’opera di Durkheim, Lapassade sottolinea come la scuola attuiuna interiorizzazione dei valori dominanti e dei livelli di stratificazione sociale.La scuola — in altri termini — e un dispositivo attraverso il quale i gruppi do-minanti riproducono le loro posizioni di dominio trasformando la scuola in unaistanza di controllo sociale. Al contrario, la scuola auspicata dall’A. dovrebbe es-sere protetta da qualsiasi influenza istituzionale attraverso l’autogestione pedago-gica da parte degli allievi che abbracci programmi, metodi e relazioni innovativetra allievi e docenti. Se sviluppata, l’autogestione puo diventare una contro-isti-tuzione in grado di mettere in discussione anche i fondamenti della pedagogia.

Complessivamente il modello alternativo dell’A. consente di creare gruppi

118

* Fonte: Rene Lourau, Lo stato incosciente, Eleuthera, 1988 (pp. 213-236).

Page 119: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

ispirati alla non direttivita pedagogica frutto della sua esperienza maturata nelmaggio francese con il Gruppo di Pedagogia istituzionale e con il GREPH, espe-rienza che si rifa esplicitamente a Marx o alla Luxemburg.

Anche Snyders si nuove su un piano analogo della misura in cui afferma chedalla cultura borghese bisognerebbe eliminare il peccato di classe. Nel farlo l’A.si rifa ampiamente al ’68 optando per modelli non direttivi grazie i quali la scuolapuo continuare ad essere il luogo per eccellenza per promuovere la lotta di classee distruggere le disuguaglianze sociali. Di qui la positivita della scuola nonostanteIllch.

Non diversamente si muove Charot secondo il quale l’educazione tradizionaleriafferma la dominazione sociale, riafferma la integrazione sociale perche parte-cipa ad un occultamento ideologico e ha come scopo finale quelle di fare coin-cidere il fallimento sociale con quello scolastico. Al contrario, la vera pedagogiadovrebbe permettere all’individuo di realizzarsi pienamente. Anche l’A. comeSnyders ritiene opportuno attuare la lotta di classe all’interno della scuola.

Secondo Lourau-docente all’Universita di Parigi-Vincennes — l’attuazionedell’autogestione in ambito pedagogico — l’A.allude alla corrente pedagogicadi cui fece parte nel 1964 e alla istituzione del GPI - deve potersi legittimare sto-ricamente facendo riferimento alla Comune di Parigi,al movimento autogestio-nario cecoslovacco del ’67 e alle esperienze di autogestione colletivistica catalanedel ’36 — allo scopo di proporre un modello di societa e di educazione radical-mente diversi rispetto alla realta esistente. Proprio partendo dalla dimensioneeducativa, sara possibile dissolvere dall’interno l’istituzione statale nonostantela razionalizzazione avviata dallo stato per riassorbire l’antagonismo.

L’abbinamento di autogestione e collettivizzazione, non potra che creare unterreno favorevole alla dissoluzione della forma partito e, in un secondo momen-to, dello stato.

Ma affinche questo processo di logoramento interno o di lenta dissoluzioneabbia efficacia, sara necessario affiancare alla guerra psicologica anche modalitatradizionali di opposizione quali la lotta rivoluzionaria che non potra non essereviolenta.

119

Page 120: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

9. PACE E EDUCAZIONE DELLA PEDAGOGIADEL NOVECENTO

L’osmosi tra determinate istituzioni e le Universita italiane — attuata attra-verso o specifici corsi di laurea (come quello in Scienze Internazionali) o specificimasters (come quello in Studi Internazionali Strategico-Militari) e letta da partedegli intellettuali pacifisti italiani (come Drago, Deriu, Pontara) e dalle organiz-zazioni pacifiste laiche e religiose ,come una progressiva militarizzazione nei con-fronti di istituzioni che come quelle universitarie dovrebbero servire alla promo-zione del pacifismo e alla sua istituzionalizzazione accademica (gia — tra l’altro— in atto). Un dispositivo teorico attraverso il quale — sia nel passato che amaggior ragione oggi — si e attuata la educazione alla pace e la Pedagogia dellapace che ha trovato modo di svilupparsi attraverso il contributo della Montessori,di Capitini, di Dolci, di Krishamurti per svolgere fino all’eta contemporanea conGaltung e Visalberghi. Significativo che proprio il pedagogista italiano Visalber-ghi abbia tracciato una ‘mappa’ dei poteri istituzionali che dovrebbero farsi ca-rico di legittimare ‘‘le problematiche pacifiste, ecologiche e terzomondiste’’(p. 269). Poteri istituzionali che altro non sono che i presidi, i provveditori, i di-rettori didattici e i presidenti degli IRRSAE. D’altra parte, il pedagogista polacconeo-marxista Suchodolski individuava nella non violenza, teorizzata da Gandhi eda Capitini, una soluzione adeguata alla efferata violenza del mondo. Anche Ca-talfano sottolinea l’efferata crudelta del mondo affermando — precisazione de-cisiva per il nostro lavoro — che l’educazione che si fa nelle caserme e volta aistituire ‘‘alle tecniche di distruzione e di morte’’ (p. 260). Per Galtung l’educa-zione alla pace deve contribuire a superare la violenza diretta e quella strutturaleprogettando un uomo nuovo e dunque una societa nuova. Sulla stessa linea simuove Dolci per il quale se pace significa non violenza allora l’educazione allapace deve eliminare lo sfruttamento, l’assassino attraverso ‘‘un nuovo lavoro ca-pillare di costruzione e passione, prima di gruppi-pilota e poi di moltitudini dinuovi gruppi volontari’’. Trasformare radicalmente se stessi e imperativo perKrishnamurti poiche questa trasformazione — fra l’altro — consentira di oltre-passare una realta sociale autoritaria, gerarchico e violenta e — in particolare —attraverso una radicale trasformazione dell’educazione sara possibile contrastarel’addestramento militare che ‘‘caratterizza la civilizzazione moderna basata sullaviolenza e che fa la corte alla morte’’. Insomma finche avremmo il culto della for-

120

Page 121: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

za — e attraverso l’addestramento militare — lo istituzionalizzeremo non ci saraposto per un uomo nuovo e un mondo nuovo. Ebbene, proprio l’educazione allapace puo essere lo strumento atto a trasformare profondamente l’uomo e il mon-do. Anche per Forster la religione — ed in particolare l’ecumenismo — e in gra-do di contrastare lo spietato realismo della storia.

Piu esattamente: solo un’educazione alla pace in un’ottica cristiana ci potraconsentire di oltrepassare lo status quo. Analoga fiducia nell’educazione alla pa-ce mostrera Wallon per il quale il docente poteva prevenire la guerra e contra-stare l’assurda logica della cold war. In chiave esplicitamente anti-autoritaria eanti-democratica si muoveva Kallen, per il quale l’educazione alla pace fornivauna via privilegiata alla conquista della liberta e all’autogoverno. Non lontanoda questo sentiero si mossa Bovet, per il quale l’educazione alla pace implicaval’educazione religiosa e quella sociale e dunque una visione cosmopolita. Dellostesso avviso era James che, dichiaratosi apertamente anti-militarista, era persua-so che l’educazione alla pace fosse in grado di trasformare l’aggressivita istintualedell’uomo in creativita.

In un’ottica piu specificatamente etico-religiosa si mosse la Montessori che ve-deva nel bambino il depositario della pace e nel quale le tendenze al possesso, alpotere non esistono ancora per evitare le quali era necessario una sana ricostru-zione psichica e una radicale riforma del sistema educativo.

Conclusione

Ancora una volta la scuola viene letta come un dispositivo essenziale per ri-costruire l’uomo e la societa in direzioni opposte rispetto a quelle attuali ed, an-cora una volta, l’anti-militarismo, l’avversione al realismo politico e l’illimitata fi-ducia degli esseri umani sono presupposti fondamentali per portare a compi-mento una efficacia guerra psicologica.

121

Page 122: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 123: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Parte Sesta

Page 124: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 125: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. PREMESSA.IL DISSENSO RELIGIOSO E LA CONFLITTUALITA

NON CONVENZIONALE

Il dissenso e l’antagonismo religioso nel Novecento si e concretizzato ora infigure esemplari ora in associazioni nazionali e internazionali.

Le istituzioni verso le quali il dissenso e l’antagonismo non violento si sonoattuati sono state le istituzioni militari nazionali e internazionali in primo luogo,determinate scelte statali in materia di politica estera e interna in secondo luogo,e infine le decisioni economiche volte a rafforzare le scelte in materia di politicadi sicurezza.

125

Page 126: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. IL DISSENSO CATTOLICOTRA GLI ANNI QUARANTA E CINQUANTA

Al di la del Consiglio Mondiale della Pace (e dei Partigiani della Pace) la cuidipendenza dall’URSS era gia allora ampiamente nota all’intelligence italiana,americana e tedesca (in particolare al Gen. Gehelen) — a tale proposito sia suf-ficiente riflettere sulle affermazioni di Dunn (del 16 marzo 1948) e delle contro-misure prese da Scelba (la circolare del 28 aprile 1949, i decreti limitativi del ’49)— in ambito cattolico il Movimento per la Pace (nato nel 1948 grazie a Miglioli,Alessandrini, Maggi e Montesi) si mosse contro la politica di De Gasperi al qualeoppose un pacifismo intransigente con forti componenti marxiane soprattutto inrelazione alla genesi della guerra letta come una conseguenza caratteristica delcapitalismo imperialista degli USA: ‘‘Per me (Migliolli ndr) il Governo De Ga-speri e la guerra (...) a vantaggio dell’imperialismo americano (...) Finche c’e unaRussia col potere dei contadini e degli operai il mondo plutocratico non avra pa-ce’’.

Quanto all’ambito comunista le tecniche di propaganda (la FDIF, la mobili-tazione dell’UDI e della FGCI, il Congresso mondiale degli intellettuali, la dif-fusione delle bandiere della pace, le petizioni che si richiamavano all’art. 11 dellaCostituzione) bastera osservare che teniche analoghe furono usate nei confrontidi Reagan, di Bush e dei piu recenti e controversi conflitti internazionali (Afgha-nistan, Kossovo e Iraq).

Di fronte alla guerra atomica don Primo Mazzolari e Igino Giordani espres-sero una condanna unitaria — cosı come si mossero a favore dell’ODC — Maz-zolari sul piano strettamente teorico (a partire gia dal 1941) mentre Giordani (inqualita di parlamentari DC) sul piano della pubblicistica (si pensi all’articolo‘‘Guerra alla guerra’’ del 9 novembre 1945 edito da ‘‘Il Quodiano’’) e politicotrovando un terreno comune con Calosso attraverso la presentazione di un dise-gno di legge nel novembre del 1949 a favore dell’ODC. Non c’e dubbio — tor-nando a Mazzolari — che le sue posizioni ebbero modo di chiarirsi e rafforzarsi apartire dagli anni ’50 soprattutto attraverso la rivista ‘‘Adesso’’ almeno quantoquelle di padre Gaggero.

Quanto all’evoluzione delle posizioni di Giordani queste raggiunsero il pro-prio apice nel ’50 quando il parlamentare diede la propria adesione al modellogandhiano e quando il 26 ottobre del ’51 — anche per suo merito — una intesa

126

Page 127: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

politica trasversale (intese che avranno in seguito una larghissima fortuna) cheabbracciava liberali, indipendenti di sinistra e indipendenti di destra e natural-mente socialdemocratici.

Tuttavia la presa di posizione piu netta (e destinata a lasciare un segno pro-fondo in tutto il pacifismo italiano) sara ancora una volta — in ambito cattolico— quella di Mazzolari con la pubblicazione del breve saggio ‘‘Tu non uccidere’’in cui esplicitamente le vie della non violenza e dell’ODC erano le uniche alter-native perseguibili per un cristiano autentico.

D’altra parte, nonostante le oscillazioni politiche di ‘‘Adesso’’, non manche-ranno gia prima del saggio chiave prese disposizioni pacifiste a favore di GarryDavis. Non desta allora alcuna sorpresa l’appassionata difesa di Dolci (aprile del1956).

Non c’e dubbio — insomma — che don Mazzolari (e poi Don Milani e padreBalducci) incomincio a erodere spazio al comunismo che fino a quel momentoaveva avuto il monopolio incontrastato della pace. Si pensi alla aperta solidarietamanifestata da ‘‘Adesso’’ nei confronti di tutti quei cattolici, che in Francia pro-testarono contro la politica in Algeria, nei confronti dei due preti operai malme-nati durante la manifestazione contro il Gen. Righay del ’52. A tale proposito iriferimenti privilegiati per la cultura francese furono (e non avrebbero non po-tuto esserlo) Maritain, Mounier, le riviste ‘‘Testimonianza cristiana’’ e ‘‘Esprit’’.

Un tema tutt’altro che marginale fu quello della spesa degli armamenti (rite-nuta — soprattutto oggi — dai Beati e da Pax Christi inammissibile): ‘‘(...) I mi-liardi che vanno nelle spese militari sono tutti ai poveri (15 gennaio 1956). Eestremamente interessante osservare — quasi a margine — come gran parte delleproblematiche di ‘‘Adesso’’ abbiano anticipato in misura considerevole quelledel pacifismo cattolico degli anni ’70/’80 e ’90.

Alex Zanotelli

Il radicalismo politico del sacerdote e agevolmente riassumibile poiche limpi-do e sferzante. Nei confronti — p.e. — della Bossi-Fini espresse fin da subito(luglio 2002) non il proprio dissenso ma la propria vergogna, la propria vergognadi appartenere ad una nazione che non ha avuto il coraggio di opporsi ad unaLegge cosı barbara. Non deve sorprendere una valutazione cosi dura poichel’A. non hai mai nascosto l’esito apocalittico al quale va incontro l’umanita: lacatastrofe (esito ampiamente condiviso dal primitivismo di Zerzan e dal radica-lismo ecologico). Nei confronti della guerra la parola dell’A. e sempre stata una:‘‘essa serve solo a tenere i privilegi dei ricchi’’ (marzo 2003) una variante — in-somma — della interpretazione socialista ed anche anarchica. Dopo l’esperienza

127

Page 128: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

in Sudan,avra modo di esprimere ampiamente la sua visione del mondo sulla ri-vista comboniana ‘‘Nigrizia’’ grazie alla denuncia le storture del mondo, alle qua-li si puo porre rimedio attuando una politica terzomondista in polemica con ilcommercio di armi che indurra Spadolini (gennaio 1985) a replicare duramentedefinendolo un prete rosso.

128

Page 129: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. IL SESSANTOTTO E I CATTOLICI

Sara proprio in questo storico periodo che il dissenso cattolico avra modo diesprimersi con modalita eclatanti. Vediamone — brevemente — alcuni aspetti.

1) In primo luogo gran parte dei leaders della contestazione erano cattolici.2) I primi due atenei che furono oggetto delle ‘okkupazioni’ furono proprio

due universita cattoliche: Trento e la Cattolica di Milano.3) L’utilizzazione politica — ad opera p.e. di Viale — della pedagogia inco-

mincio proprio con lo scritto di Don Milani ‘Lettera ad una professoressa’.4) Don Mazzi — parroco dell’Isoletto — educava i giovani parrocchiani uti-

lizzando non solo il Vangelo ma anche Dolci, King e Malcom X.5) Il salesiano Girardi espresse — nel ’66 — la possibilita di conciliare mar-

xismo e cristianesimo divenendo ben presto un accanito sostenitore dellateologia della liberazione (e in particolare di Torres).

6) La Valle (poi confluito nei BCP) fu una delle figure piu significative deldissenso cattolico pur essendo stato direttore di ‘‘Avvenire’’,

7) L’apice del dissenso fu raggiunto con il Card. Pellegrino di Torino, par-rocchia che costituı una sorta di rifugio per tutto il dissenso religioso e nel-la quale si formulo un programma organico di collaborazione con il PCI (ein particolare con la giunta di sinistra di Novelli). Infine il dissenso — al-l’interno delle Acli — arrivo al punto da portare alla creazione da parte diLabor del MPL una sorta di movimento di raccordo tra cattolici e comu-nisti che arrivo a chiedere (nel ’72) il superamento del capitalismo e la pia-nificazione socialista in economia. Intorno a questo movimento si mossero— seppure con posizioni diverse — Girardi, Balducci e don Franzoni.

Ignorare questa matrice storica renderebbe arduo — sul piano storico —comprendere l’origine dell’antagonismo cattolico nell’ambito del pacifismo radi-cale e nel contesto del movimento no-global.

129

Page 130: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. L’ANTAGONISMO CATTO-PACIFISTASECONDO MASSIMO TEODORI

Facendo riferimento ad un recente saggio di Teodori (‘‘Maledetti americani’’,2002) lo studioso non ha alcuna remora nell’illustrare — seppur brevemente —la galassia del dissenso (a destra come a sinistra). In particolare, da p. 46 a p. 51,illustra alcune autorevoli opinioni di leaders pacifisti sulla problematica dellaguerra (ed in particolare quelle relative alla guerra del Golfo).

L’interpretazione data da Giovanni Paolo II (1991) a favore di una integralenon violenza ha fornito la giustificazione per radicali prese di posizioni da partedi Martini, di Bettazzi, di mons. Bettori (segretario della CEI), mons. Nogaro,l’arcivescovo di Lecce Ruppi, per arrivare ai casi piu estremi come con don Ri-baudo che — in occasione della Guerra del Golfo — organizzo da Padova unadozzina di autobus per Perugia-Assisi o a quelli di don Mazzi e don Benzi. Sfer-zante e ironico insieme il commento di Teodori: fra di loro dominavano ‘‘un’in-genua confusione tra etica e politica o una profonda ostilita verso la civilta occi-dentale’’.

Non desta alcuna sorpresa — anche alla luce di quanto precedentemente det-to — che il commento sulle posizioni di ‘‘Nigrizia’’ sia intransigente: ‘‘(...) por-tava al parossismo il terrorismo ideologico venato da simpatie islamiche condan-nando qualsiasi atto di forza nei confronti di Bin Laden’’. D’altra parte quando iprincipi etici — conclude l’A. — assumono connotazioni assolute finiscono peressere incompatibili con la politica che i si deve misurare sul terreno del possi-bile, del relativo e soprattutto della mediazione.

130

Page 131: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. ALEX ZANOTELLI

Dopo il ritorno dall’ ‘Inferno di Korogocho’, l’A. ebbe modo di manifestare ilsuo entusiasmo per i movimenti no-global che avrebbero dovuto trovare unosbocco politico senza pero farsi cooptare o strumentalizzare. D’altronde la mo-bilitazione della societa civile contro la guerra ha dimostrato un salto di qualita dienorme portata. Infatti si afferma — e si dovra affermare — la convinzione chela guerra e pura e semplice violenza che determina altra violenza. Un giorno —forse — l’umanita si rendera conto che la guerra deve essere considerata un tabucome l’incesto.

A tale proposito, il compito della Chiesa dovra proprio diventare quello diessere la coscienza critica della societa, una critica che dovra essere intransigente.Questa esigenza — d’altra parte — nacque gia nel ’65 presso la scuola commer-ciale Comboniana di El Obeid presso la quale aveva costituito un gruppo di di-scussione, informale sui problemi del Sud Africa, sulla guerra civile in Sudan etc.Proprio in Sudan in collaborazione con i Nuba egli si attiro aspre critiche da par-te del governo sudanese. Il suo radicalismo non verra meno quando — nel ’78 —prese in mano la direzione di ‘‘Nigrizia’’ indicando chiaramente nel suo pro-gramma la volonta di opporsi al capitalismo, volonta antagonista che era comun-que gia in larga misura presente durante la direzione di Renato Sesana che si eraschierato dalla parte dei movimenti di liberazione in Mozambico, Angola e Zim-bawe, scelta che gli costera il licenziamento.

Analogo esito avra la direzione zanatolliana (dietro pressione del cardinaleTomko) grazie alla quale la cultura cattolica italiana ebbe modo di conoscerela teologia della liberazione e di conoscere le vie del commercio d’armi (si alludeall’editoriale del 1985 ‘‘Il volto italiano della Fame africana’’). Proprio l’85 costi-tuisce un anno storico per il pacifismo cattolico, perche nel novembre dello stes-so anno vengono gettate le basi dei Beati costruttori di Pace che si faranno — fral’altro — portatori del valore profetico della pace promuovendo l’ODC; l’elimi-nazione della produzione di armi.

In modo significativo Spadolini fara osservare (‘‘L’Espresso’’ anno 1986) co-me l’obiezione fiscale premessa dai Beati violasse il Concordato e fosse la conse-guenza di un presupposto politico preciso: l’anti-statalismo. Proprio su questalinea si muovera l’intervento dell’A. nel 1986 in una trasmissione su RaiDue

131

Page 132: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

ove, a chiare lettere, affermera l’esigenza da parte degli elettori di disertare le ur-ne di fronte a posizioni che non fossero di pacifismo intransigente (nel giro dibreve tempo — come gia ricordato — l’A. sara licenziato).

Una situazione analoga e parallela a quella di Zanotelli sara il licenziamentodel direttore di ‘‘Missione Oggi’’ che, abbandonato l’abito talare, si candideraper DP. In ogni caso - al di la delle posizioni ufficiali della Chiesa — il vescovoBello — presidente di Pax Christi — non gli fece mancare il suo appoggio. D’al-tronde non casuale fu la collaborazione feconda con Gesualdi ex allievo di DonMilani soprattutto nella battaglia contro la Del Monte insieme con AlexanderLanger.

Quanto alle critiche svolte al governo Berlusconi (’94) e al governo Prodi(’96) queste richiamano alla mente quelle della sinistra radicale.

Ma e nel ’96 che si creano le condizioni per una concreta e proficua collabo-razione con i no-global (a cominciare da quella con Agnoletto e Casarini).

Per unanime riconoscimento questo movimento deve molto all’A., perche fusoprattuto lui a porre le premesse per la Rete Lilliput, a raccogliere le speranzedell’A. di fare della societa civile un soggetto autonomo dai partiti aprendosi aisindacati e alla Chiesa. Al loro interno deve ‘governare’ una logica di democraziapartecipativa. Il bersaglio di questo nuovo protagonismo non potra che essere laglobalizzazione delle corporations, protagonismo che trovera modo di rafforzarsiattraverso Internet e la telematica in generale grazie alla quale possiamo diven-tare primi attori nell’informazione e nella azione politica. In stretta collaborazio-ne con il gruppo Abele e la comunita di Capodarco viene lanciata l’idea dellaRete e — nel ’97 — l’A. si fara promotore del tavolo intercampagna allo scopodi coordinare numerose realta della societa civile che troveranno vita solo nel1999. Quanto alle tecniche di opposizione che dovranno essere usate l’A. siesprimera sempre chiaramente a favore della non violenza.

Con la stessa chiarezza si esprimera a proposito di Genova 2001 evento a pro-posito della quale avra modo di sottolineare quanto determinante sia stato il con-tributo cattolico e piu in generale religioso. Se nel 2001 non aveva potuto esserci,contribuira concretamente alla nascita del SF di Firenze nel 2002 ove — fra l’al-tro — riconoscera il proprio debito di riconoscenza verso Mazzolani (oltre cheverso Gandhi, King e don Milani).

Pur non avendo mai abbandonato la polemica contro il commercio di armi,attraverso ‘‘Nigrizia’’, l’a. cerchera di fare pressione sul parlamento a propositodella revisione della 185, revisione che sara qualificata come una vergogna. Conaltrettanta provocatorieta — insieme a Landi, Cozzuol, Mucci e Buselli nel set-tembre 2002 — lancera l’idea delle bandiere della pace contro la guerra in Iraq.Naturalmente la sua opposizione e sempre stata globale ‘‘Non posso accettareuna Europa che continua ad obbedire agli USA e all’Impero del denaro, ne pos-

132

Page 133: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

so accettare l’esistenza di una NATO’’. Come non cogliere in questa dichiarazio-ne un’eco — involontario — della contro informazione del comunismo degli an-ni cinquanta? Altrettanto netta sara la sua opposizione all’invio di truppe in Af-ghanistan (2001) definita scellerata come decisa sara il suo ‘pressing’ sui partitiper impedire l’ingresso dell’Italia in guerra.

Proprio in questo contesto l’azione non violenta, il boicottaggio, il commercioequo, l’odc e l’obiezione fiscale sono strumenti leciti da usare per contestare larealta attuale quella realta che consente all’OMC, al WTC e all’FMI di governareil mondo, una realta che gia ora possiamo contribuire a modificare donde — p.e.— la nostra fiducia alle banche etiche (fondate come e noto dall’AGESCI e dalleACLI).

133

Page 134: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6. DON MILANI

Nel nostro contesto — e piu in generale nel contesto del pacifismo cattolico— la riflessione e l’azione di Don Milano sono determinanti. E l’opera che destail nostro interesse non puo che essere ‘‘L’obbedienza non e piu una virtu ’’. Ve-diamo di sintetizzarlo brevemente:

1) le armi accettabili sono lo sciopero e il voto. Quanto a quelle propria-mente dette non sono altro che ‘‘orribili macchine’’;

2) l’espressione patria quando non e che priva di significato e solo una ‘‘scu-sa’’ per evitare di pensare;

3) l’A. invita implicitamente gli studenti alla diserzione;4) il concetto di patria e destinato a scomparire;5) l’A. difende una sorta di socialismo democratico;6) pur mettendo in discussione il concetto stesso di guerra giusta difende

quella partigiana;7) l’opera e il pensiero di Gandhi dovrebbero essere un modello (soprattut-

to per i sacerdoti);8) l’art. 11 della Costituzione parla chiaro sul piano della guerra;9) esprimere solidarieta verso i giovani che fanno odc costituisce una sorta

di dovere civico oltre che la conseguenza di una precisa scelta di vita;10) proprio perche docente l’A. ritiene opportuno non inculcare l’obbedien-

za ma la capacita di criticare le leggi ingiuste e mobilitarsi per cambiarle;11) le F.A. non sono altro che lo strumento repressivo e violento delle classi

dominanti;12) sacrificarsi per la patria o per gli interessi della classe dominante e insie-

me sciocco e criminale. Al contrario, l’unico sacrifico accettabile e perDio o per i diseredati;

13) come quello di patria anche quello di nazione e destinato ad essere supe-rato;

14) venendo alla storia recente del nostro paese, tutti quegli ufficiali che simisero al servizio della repressione in Etiopia dovrebbero essere equipa-rati a veri e propri criminali di guerra. E che dire a proposito di Hiros-hima e Nagasaki?

134

Page 135: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

15) Nel momento in cui un giovane impara l’obbedienza verso scelte politi-che come quelle che hanno portato alla guerra o all’uso dell’atomica, laliberta viene annullata;

16) proprio per questo l’A. sottolinea l’importanza di insegnare la non vio-lenza ai giovani e auspica che la Chiesa si faccia portavoce di essa;

17) l’A. ricorda come alcuni documenti recenti della Chiesa abbiano conside-rato indecorosa la professione militare;

18) d’altronde lo stesso A. non mostra mai alcun rispetto verso le istituzionimilitari italiane ne verso la figura del cappellano militare. Nonostantequanto detto, Don Milano non mostro mai alcun desiderio di rovesciareil sistema ne formulo mai un progetto di societa alternativa. Anche in re-lazione all’ODC la sua posizione concreta fu all’insegna dell’ambiguitapoiche non solo non indusse nessuno dei suoi allievi all’ODC ma convin-se Francuccio a svolgere il servizio militare soprattutto per due ragioni:

a) in primo luogo perche obbedire o fare il saluto erano atti moralmenteprivi di significato;

b) e in secondo luogo perche svolgerlo avrebbe permesso di conosceredall’interno la struttura alienante dell’istituzione militare per poi com-batterla meglio sul piano ideologico.

135

Page 136: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7. PACIFISMO E NO-GLOBAL DELLA INTERPRETAZIONEDEI BEATI COSTRUTTORI DI PACE *

Illustreremo — seppure brevemente — la riflessione dei Beati su due proble-matiche portanti del loro pensiero: la pace e i movimenti sociali.

Incominciamo con la riflessione sulla pace: nell’articolo del Luglio 2002 LaValle formula osservazioni importanti per il nostro studio:

1) le usuali tecniche non violente non sono piu sufficienti poiche e necessarioche l’approccio alla non violenza cambi parallelamente al cambiamento eall’evoluzione della guerra;

2) per questa ragione il movimento della pace deve acquisire una dimensionepolitica;

3) non c’e certo penuria di studi sulla guerra poiche basta menzionare Gal-tung e il Centro Studi Gandhi di Pisa per rendersi conto dell’ottimo lavo-ro prodotto in questa direzione;

4) ribadita l’ostilita dell’A. a Bush e a Sharon, La Valle sottolinea che la guer-ra globale in corso non fa altro che creare una antropologia ‘‘della divisio-ne e della esclusione’’;

5) proprio contro tutto cio bisogna che il movimento per la pace crei nuoveforme di unita che si batta contro cio ‘‘che divide, che discrimina’’ comep.e. fare CPC contro l’immaginazione;

6) una sorta insomma di ODC globalizzata che si appoggia a tutto cio chedivide.

Nell’articolo della Balardini (settembre 2002) si sottolinea l’importanza della

136

* Le organizzazione cattoliche come i Beati hanno costituito un network informale con le se-guenti associazioni (laiche e cattoliche):

1) Nigrizia; 2) AIFO; 3) Rete Radio Resch; 4) Pax Christi; 5) Associazione Botteghe Mon-do; 6) CTM; 7) Per un commercio equo e solidale; 8) CNMS; 9) Chiama L’Africa; 10) Campa-gna per la Riforma della Banca Mondiale; 11) M.A.I.; 12) Sdebitarsi; 13) IRED; 14) Mani Tese;15) CO.CO.RZ CO; 16) Ass. Papa Giovanni XXIII; 17) CARTA; 18) CARITAS; 19) MSF Ita-lia; 20) Marea; 21) Teatro dell’oppresso; 22) Peaelink; 23) Unimondo; 24) Arci; 25) Altra eco-nomia; 26) CIPSI; 27) Missioni Oggi; 28) Acli; 29) ITLA; 30) Tavola per la Pace; 31) GruppoAbele.

Page 137: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

non violenza nella Societa Civile di Bukavu. Lo studio dell’A. ha consentito diindividuare alcuni aspetti rilevanti:

1) La Societa Civile e un movimento eterogeneo nel quale convergono asso-ciazioni per lo sviluppo, per i diritti umani e diverse confessioni religiose.Un insieme di queste associazioni elegge dieci rappresentanti che costitui-scono una sorta di coordinamento;

2) lo scopo della SC e sempre stato quello di promuovere la pace e la demo-crazia adottando metodi non violenti;

3) la struttura del coordinamento evita qualsiasi irrigidimento gerarchico poi-che opta per una ‘struttura a network’ allo scopo di:a) coinvolgere numerosi attori;b) mobilitarsi piu velocemente ec) rendere l’offensiva avversaria ardua. Da questa esperienza, da questo

studio, l’A. trae una importante lezione: cercare di diventare parte diquesta rete allo scopo di ampliarla.

L’articolo — intervista della Borgata a Papisca (aprile 2003) — e certamentesignificativo soprattutto per la radicalita delle tesi sostenute:

1) Papisca insieme all’A. dell’articolo — sottolinea l’assoluta illegittimita del-la guerra preventiva;

2) sottolinea altresı la necessita di evitare qualsiasi propaganda a favore dellaguerra;

3) onde ostacolare l’adesione dell’Italia alla guerra, Papisca propone la costi-tuzione di una rete informale che unisca comuni e province per promuo-vere iniziative di pace;

4) per Papisca l’adesione a questa guerra e assolutamente incompatibile conla fede cristiana;

5) la scuola puo contribuire alla sensibilizzazione sulle problematiche dellapace e dei diritti umani.

Anche sull’Europa la riflessione dei Beati e radicalmente chiara. In particola-re l’articolo di Lodoisi (aprile 2003) e emblematico. La nascita di consorzi indu-striali, nel settore della difesa in Europa, ha contribuito ad allontanare la costru-zione di un’altra Europa.

In secondo luogo, le suddette concentrazioni stanno logorando il potere dicontrollo degli Stati in modo vistoso e stanno portando a termine la realizzazionedi un polo concorrenziale con quello USA. Questa possibilita va denunciata sen-za mezzi termini. In terzo luogo, i finanziamenti al settore difesa portano ad unaprogressiva sottrazione di risorse ai servizi sociali. Insomma l’Europa auspicatadai Beati e completamente opposta a quella che si sta formando.

137

Page 138: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Di grande rilievo e l’intervista a don Bizzotto (aprile 2003) con la quale affron-tiamo la riflessione dei BCP sul movimento no-global. Oltre ad esprimere la pro-pria assoluta condivisione sull’uso delle bandiere della pace, don Bizzotto sotto-linea la crescita notevole del movimento pacifista a livello mondiale. In secondoluogo, la mobilizzazione contro la guerra in Iraq, ha permesso di fare capire chia-ramente che l’opinione pubblica si muove oramai contro il concetto stesso diguerra; in terzo luogo Bizzotto difende le manifestazioni di disobbedienza civilerelative al blocco dei treni nel triveneto (per bloccare il trasporto del materialebellico)e difende lo sciopero della fame. Per il sacerdote e positivo che tali tec-niche siano state adottate anche da gente appartenente semplicemente alla socie-ta civile e non solo alla realta dei disubbidienti. In quarto luogo, una vasta cam-pagna di contro informazione contro la guerra e assolutamente necessaria, comee necessario un’apertura di credito verso i disubbidienti. Non sono tuttavia man-cate difficolta nell’affermazione della opposizione alla guerra in Iraq dovute allainformazione unilaterale dei mass-media.

Sul fronte politico la mancanza di un coerente progetto ha indotto le oppo-sizione ad atteggiamenti poco unitari al contrario di quelle del movimento che sie globalizzato.

Ecco perche bisogna attaccare alle radici non solo l’industria militare ma con-testare la globalizzazione a partire della periferia del mondo. Ma tutte queste ini-ziative dovranno concretizzarsi a partire da una struttura a rete (sotto questoprofilo i SF sono indubbiamente una grande risorsa). Proprio riflettendo sulnuovo movimento, il contributo di Porto Alegre e giudicato importante (p.e. nel-l’articolo della Clark, aprile ’03), poiche incontri come questi dimostrano la ef-ficacia di un’altra globalizzazione: quella della solidarieta e del rispetto dei diritti.Anche il contributo del SF europeo e giudicato determinante dalla Clark (dicem-bre 2002) poiche questo forum ha — fra l’altro — contribuito a consolidare lapropria radicalita in termini solidali, ha aperto la possibilita di creare una nuovasocieta globale, ha dimostrato la possibilita da parte della societa civile di potersiriappropriare delle istituzioni. E difficile non osservare — ci si consenta questanota ironica — l’ottimistmo dell’A., ottimismo privo di una reale percezione del-la dinamica del potere a livello globale. D’altronde, una delle iniziative di cui iBCP vanno particolarmente fieri, e stata quella contro la base di Aviano davantialla quale sono state montate due tende per la Pace allo scopo di fare contro in-formazione e di raccogliere firme.

138

Page 139: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

8. PAX CHRISTI:ORGANIZZAZIONE, PACIFISMO E NO-GLOBAL

1. Organizzazione

Desta — ancora oggi — una certa sorpresa constatare che al vertice di unaorganizzazione internazionale la cui sede centrale e in Belgio organizzazioneche veicola contenuti profondamente radicali in relazione al tema della pace, del-la NATO e del nuovo ordine internazionale — ci sia un alto prelato della Chiesacattolica (Mons. Valentinetti). Altrettanto significativa l’esistenza dei cosiddettiPunti Pace veri e propri ‘snodi lillipuzziani’ presenti in modo capillare sul nostroterritorio. Estremamente interessanti sono per le riflessioni della Scalori e di DonPietro Sacco.

Secondo la Scalori la visibilita dell’organizzazione e aumentata mentre donSacco osserva la presenza di PC a numerosi livelli. Per aumentare la presenzasarebbe opportuno creare una associazione giovanile. A livello di statuto — pre-cisato che si tratta di una ONLUS — l’associazione PC e in costante collegamen-to con il magistero della Chiesa poiche con il suo contributo approfondisce l’i-deale cristiano della pace giungendo al rifiuto assoluto della guerra e del suo ap-parato, all’uso della non violenza e all’uso della contro informazione (ancheall’interno delle scuole). A livello internazionale,i PC sono diffusi nelle seguentinazioni: Australia, Austria, UK, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Lus-semburgo, Norvegia, Nuova Zelanda, Filippine, Portogallo, Porto Rico, Slovac-chia, Svizzera, USA, Repubblica Ceca, Polonia, Congo, Haiti, mentre a livello diaffiliazione e legata al CPT brasiliano, al HRSS e al DRTC indiano, alla JPCIthailandese, al BRCPJ del Bangladesh, al CPNHR croato, all’AEI di Betlemmee all’NP di San Pietroburgo in Russia. Quanto radicata sia la presenza dei verticivaticani all’interno di PA lo possiamo anche desumere dal fatto che il presidentedi PC International e Mons. Sabbah il patriarca latino di Gerusalemme. Fra lefinalita che si propone vi e quella di creare una teologia della pace, di svilupparela ‘‘Pacem in Terris’’, di portare il proprio messaggio nelle periferie del mondo,di denunciare pubblicamente ogni atteggiamento politico contrario alla politicadella pace, di promuovere una smilitarizzazione culturale ,di esprimere la pro-pria contrarieta alle parate militari, alla pubblicita tesa a convincere i giovani del-le opportunita positive che offrono le FA e infine all’omaggio all’Altare della Pa-

139

Page 140: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

tria. Parallelamente denuncia il neoliberismo come fonte di ingiustizia e di disu-guaglianza. E evidente che questo sentiero e stato tracciato sia da Mons. Bettazziche da don Tonino Bello (a partire dal 1985). Come poter dimenticare le sue in-transigenti prese di posizione contro la guerra del Golfo, del Kossovo, contro iltrasferimento degli F-16 nella base di Gioia del Colle, contro la paventata pos-sibilita di costruire nel Murgia barese un poligono o la intensa campagna controle industire militari /che porto all’approvazione della Legge 185?. Proprio comeBalducci, anche don Bello comprese che il movimento della pace e come unagalassia che occupa la zona intermedia tra l’opinione pubblica e la struttura dipartito, un mondo fluido. Ma accanto ad esso la preghiera e la elaborazionedi una teologia della pace sono momenti altrettanto fondamentali — tanto quan-to sottolinea Don Bello — l’ecumenismo culturale della pace nelle scuole, l’ap-profondimento delle metodologie non violente, l’enfasi sulla dimensione ecolo-gica e sull’ODC.

2. Principali iniziative

Quali sono le principali iniziative affrontate da PC?In relazione all’Europa (giugno 2004) PC ha chiesto esplicitamente una Euro-

pa costruita su principi della non violenza, che la Costituzione europea approviun articolo analogo all’art. 11 della costituzione italiana, che venga valorizzata ladiplomazia dal basso, che venga creata una opposita agenzia europea per la Pace,che venga promossa l’educazione alla pace in tutti i paesi europei, che vengacreato un corpo di polizia internazionale che operi sotto il controllo dell’ONU,e che vengano valorizzati gli Stati neutrali.

In merito alle armi nucleari la proposta piu coerente e quella del disarmo nu-cleare totale fatto proprio dal NCC e rivolto soprattutto contro le mini nukesproposte dall’amministrazione Bush, appello rivolto anche da Mons. Tomas os-servatore del Vaticano all’ONU.

In relazione alle banche disarmate PC insieme a Missione Oggi, a Nigrizia, allaRete Lilliput e ai BCP ha promosso campagne volte a far prendere coscienza aicittadini di come le banche svolgano un ruolo determinante nel sostegno all’in-dustria militare. A tale proposito, il comune di Fiorano si e distinto per aver fattoproprie queste preoccupazioni.

Per quanto concerne il disarmo, la esportazione delle armi sottrae fondi perridurre la mortalita e per eliminare l’analfabetismo in Africa, Asia, Medio Orien-te e America Latina. A tale scopo PC si e avvalsa non solo della collaborazionedel padre colombiano Albanese ma soprattutto dell’IRES Oscana, dell’ArchivioDisarmo e ha contribuito a creare una rete — denominata Rete italiana per il

140

Page 141: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Disarmo — insieme a: Libera, Emergency, AI, Campagna italiana Mine, Campa-gna Banche armate, Comunita papa Giovanni XXIII, della FIM-Cisl, dei BCP,della Rete Lilliput, della ACNV, di Sbilancianoci, ATTAC, Coordinamento co-masco per la Pace, FIOM-Cgil, Gruppo Abele, ICS-MIR, Movimento non vio-lento, Peace Link, Rete Radio Raddish e un Ponte per... . In questo contesto siinserisce l’appello (2 luglio 20063) di Migliore — osservatore permanente delVaticano presso l’ONU — un appello tuttavia assai calibrato e dagli accenti tut-t’altro che rivoluzionari.

Sul piano del finanziamento del 5�1000, PC ha espresso chiaramente l’auspi-cio che questa quota venga destinata alla propria organizzazione.

Sul piano della campagna OSM-DPN anche PC ha dato il suo contributo in-sieme all’Ass.per la Pace, al BCP, ai Berretti bianchi, alla Loc, alla LDU, ed alMovimento dell’ARCA contribuendo a creare una rete distributiva sul territorionazionale (dalla Lombardia al Lazio).

Nata nel 1981 — in occasione della manifestazione contro Comiso — PC en-trera della Guerra del Golfo e le iniziative della Campagna OSM ebbero mododi esercitare un’adeguata pressione per istituzionalizzare la DPN a partire dal1994. Tuttavia i due maggiori successi sono stati l’istituzione dei Berretti Bianchie l’approvazione della Legge 64 nel 2001.

Sotto il profilo formativo le iniziative di PC portano dalle scuole medie e han-no coinvolto ben 12 istituti scolastici di Firenze (ivi compresa l’Universita) pertoccare anche l’Universita di Pisa, la Caritas, e l’AC.

Sul piano della collaborazione interessante e la collaborazione con i GAN equindi con la Rete Lilliput, con la Tavola della Pace PC ha redatto un documen-to (maggio 2004) radicalmente anti-Bush e anti-Berlusconi nel quale si invitano icittadini a protestare per la presenza di Bush esponendo la bandiera della pace,promuovendo incontri, fiaccolate e a votare — nelle lezioni europee ed ammini-strative — solo quegli esponenti politicamente sensibile alle problematiche dellapace.

A proposito dell’intervento in Afghanistan, dopo aver illustrato nel dettagliol’organizzazione delle forze alleate (a p. 57), i relatori con sconcerto (sic!) scopro-no che il comando reale dell’ISAF dipende dagli USA e non dalla NATO.

Passiamo ora ad illustrare alcuni interventi tratti dalla sinistra di PC, Mosaicodi Pace, concentrando la nostra attenzione solo su alcuni temi di politica internaed estera particolarmente significativi per le nostre finalita.

141

Page 142: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

9. PRINCIPALI TEMATICHETRATTE DA ‘‘MOSAICO DI PACE’’

Costituzione. Zanotelli definisce la costituzione del ’48 un vero e proprio mira-colo e le modifiche apportate sono inacettabili poiche p.e. quelle relative al Pri-mo Ministro reintroducono de facto pretese assoluti e discrezionali non moltolontani dal fascismo.

Denuclearizzare. Dopo aver chiaramente giudicato le modifiche apportate allaNATO non ammissibili, Zanatelli — usando le parole di Mons. Hunthausen —definisce le armi atomiche un peccato e invita la Chiesa cattolica ufficiale a farelo stesso.

Informazione. L’A. — Tarquini — auspica una informazione critica, attenta al-le esigenza della societa civile e attenta alla problematica del pacifismo. L’infor-mazione alternativa a quella manipolativa avrebbe la sua origine concretamentenel rafforzamento dei media indipendenti — come proposto da Cavalli —, raf-forzamento che deve coinvolgere alcuni rappresentanti dell’USgRAI e dellaFNSI allo scopo di condizionare dall’interno il CdA delle RAI inserendo un rap-presentante delle ong.

Basi NATO. Ferrario concentra la propria attenzione sulla base Ugo Marra eosserva — con amarezza — la progressiva militarizazione delle coscienza a favoredell’intervento (come il coinvolgimento delle TV, dei sindaci e degli assessori deiComeni) assopimento delle coscienze inacettabile.

USA e non violenza. Come non difendere quelle suore americane che hannocompiuto atti di disubbedienza civile contro Fort Bennig (l’a. fa riferimento allesuore Mattingly e ad altre cinque) in collaborazione con l’Osservatorio SOA?

NATO e Corea del Sud. Il previsto trasferimento della base delle USAF pressoPyeong-Tack ha indotto il governo coreano a sfruttare 1.300 abitanti. Gli abitan-ti coordinati dal sacerdote Mun si sono opposti frontalmente tramite veglie dipreghiere, mobilitazioni tramite internet. Insomma un modus operandi condivi-sibile — secondo l’A. Kocci — e da esportare.

142

Page 143: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Palestina. Come non riconoscere il grande merito della organizzazione CPT di-retta dalla Lambesty il cui scopo e la pratica della non violenza in Palestina?D’altra parte — le strade c??? della vita! — l’attivista e teologa americana pro-viene sia da PC che dal ‘Catholic Worker’. L’occasione e utile per ribadire che lacostruzione del muro israeliano e uno sciagurato progetto (35).

Neoconservatori. L’A. dell’articolo — Mattiello — oltre a esprimere la propriasolidarieta al movimento protestante evangelico ‘Sojournes’ fondato negli USAda Wallis, condivide la dura replica alla teologia della guerra formulata dalla as-sociazione nel documento ‘Professione di Cristo’. Questo testo — unitamentealle mobilitazioni contro Bush — mira anche a creare una forza religiosa coesaed estesa.

Disarmo lombardo. Allo scopo di smantellare l’industria bellica lombarda PC —insieme alla Caritas e alle Acli — si sono mobilitate (novembre 2005) per racco-gliere firme (15mila) a sostegno della Legge n. 6 del ’94 sulla conversione bellica.

Don Mazzolari. L’intervento di Buttorini (preside della Facolta di Scienze dellaFormazione a Verona) e significativa poiche l’A. — e quindi PC — condivide intoto sia la pars destruens che la pars costruens del volume di don Mazzolari ‘‘Tunon uccidere’’. D’altra parte, la fedelta al messaggio di don Mazzolari e ampia-mente dimostrata dall’articolo del Dossier 2005 dedicato proprio al parroco.

Globalizzazioni. L’A. dell’intervista a Stightz si fa portavoce delle dure criticheall’FMI e della opportunita di riformare profondamente l’istituto cercando dicreare un’alleanza tra Europa e Paesi in via di sviluppo anche allo scopo di con-trastare il gigante USA.

Peace-Keeping. Drago osserva come nel nostro paese non solo i militari sianopenetrati nelle universita con il Corso di laurea in Scienze strategiche ma abbianomonopolizzato il Peace-keeping attraverso il CEMISS. Al contrario, bisognacontrapporre a questo monopolio una rete di Universita — che l’a. elenca allafine dell’articolo — in grado di contrapporsi adeguatamente.

Walzer e Zolo. La tendenza attuale di riprodurre la teoria della guerra giusta eper Zolo assolutamente non ammissibile e le riflessioni di Walzer sono da con-siderarsi erronee. Il saggio COSMOPOLIS di Zolo costituisce una valida alter-nativa a tutti coloro che vogliono negare valore al diritto internazionale. Infine,alle astrette considerazioni del politologo USA, Zolo contrappone un’analiticadescrizione della reale situazione a Kabul ben lontana dalla retorica ufficiale.

143

Page 144: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Spionaggio USA. L’unica ragione per la quale ancora oggi sono presenti in nu-mero cosı elevato di sottomarini USA nel Mediterraneo e molto semplice: spiarei propri alleati. In quanto attivisti — sostiene l’A. — dovremmo oltre che denun-ciare queste nefandezze anche sostenere le azioni del mediattivista Kimberg.

ODC ad Israele. L’A. dell’articolo sostiene la causa dei Refuser che oramai amon-tano a 1400. A sostegno di cio intervista un soldato israeliano pentito e Mons. Sab-bah (pres. di PC International) che naturalmente condivide l’ODC fra gli israeliani.

Diritto internazionale. L’esposizione da parte dell’A. — il prof. Papisca — deiprincipali aspetti del nuovo diritto che emerge dall’ONU, costituisce una vera epropria requisitoria contro la guerra preventiva menti. E tuttavia significativa laconclusione: secondo l’A. servirebbe una mobilitazione educativa a livello mon-diale che consenta di cambiare strutturalmente le cose.

Napoli e la NATO. Marescotti osserva come il dispositivo militare USA si stiaoramai espandendo capillarmente a Napoli e a Trapani. Certo sarebbe auspica-bile — anche con la collaborazione di Peacelink — sapere con esattezza i pianiprevisti. Una sorta di spionaggio pacifista?

Pacifismo e USA. Persuaso di rivelare finalita occulte, l’A. riporta le considera-zioni del vescovo Gumbleton (responsabile di PC negli USA) in merito alla vo-lonta imperiale USA. Inoltre l’A. difende l’azione e la prassi del gesuita Dear unodei piu accaniti attivisti USA. Infine auspica che le ambiguita, che hanno carat-terizzato il movimento pacifista, possano essere superate.

NATO e Solbiate Olona. Dopo una breve ricerca su Internet, Marescotti sco-pre — con sconcerto — la volonta di portare a Solbiate la NFR. Superfluo ag-giungere che una tale possibiltae quanto mai nefasta per il pacifismo italiano.

Democrazia reale. Per l’ennesima volta Zanotelli pone l’enfasi sulla necessita dirafforzare tutte le reti della societa civile: dalle comunita di base ai sindacatiescludendo i partiti che al contrario si vorrebbero servire delle associazioniper i loro scopi. Adottare allora la non violenza attiva per costituire l’uomo pla-netario e una finalita improrogabile.

Schedature. Preso atto che l’FBI sta cercando di controllare il traffico Internat(in particolare degli attivisti), l’A. dell’articolo elogia l’azione degli hachers chesarebbero veri e propri difensori della liberta informativa. Un invito al sabotag-gio elettronico?

144

Page 145: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Israele. E doveroso promuovere tutte quelle organizzazioni che alimentano ildissenso, l’odc e il rispetto dei diritti umani nei territori occupati. Ecco allorala necessita di elencarli brevemente (fra questi il B’Tselem e l’ICAHD).

Iraq. Zanotelli — dopo aver sottolineato che l’uso della tortura e stato ampia-mente praticato per esempio a Fort Benning — denuncia la guerra irachena co-me una guerra immorale, criminale esortando le truppe ad andarsene.

Dissenso USA. Ancora una volta PC pone l’enfasi sulla crescita dell’antagoni-smo religioso/americano esaltando le azioni di disobbedienza civile — p.e. — del-le associazioni Voice in the Wilderress ed in particolare dell’attivista Kelly. Altret-tanto decisive e stato il ruolo del movimento dei Catholic Workers e dei fratelli

Berringan. L’A. — il gesuita Michel — elogia soprattutto i fratelli Berringannonostante siano stati considerati dall’FBI veri e propri attivisti illegali.

Dissenso attivista. Marescotti sostiene l’opportunita di stimolare il mediattivist-mo telematico per attuare una informazione preventiva.

Brasile. L’A. intervista mons. Pedro Casaldeliga uno dei principali artefici dellanuova teologia della liberazione e co-fondatore del CIMI e del CPT. In un passodell’intervista non risparmia elogi alla Cuba di Castro che non dimentica di sot-tolineare la nefasta presenza del neoliberismo.

Significative risultano le tesi congressuali del 2005 nelle quali la radicalita pa-cifista di PC emerge con particolare veemenza la dove — p.e. osserva che la nuo-va guerra annulla il messaggio cristiano, che e insomma una bestemmia. Quantoall’operazione militare questa viene definita immorale ed illegale poiche nasce alsuo scopo di partecipare agli appalti della ricostruzione. E che dire della progres-siva militarizzazione del nostro paese? E della minaccia allo stato di diritto? Au-spicabile sarebbe p.e. la smilitarizzazione dei cappellani, militari, il superamentodella NATO che ‘‘costituisce una pesante ipoteca sulla democrazia e sulla libertadei popoli’’ (basti pensare alla NRF di Solbiate Olona), la costituzione di un’Eu-ropa disarmata e non violenta. Concretamente diffondere la cultura e la teologiadella pace e compito ineludibile.

Le vie sono chiaramente individuabili:

1) nelle diocesi e nelle parrocchie;2) nelle amministrazioni locali;3) nelle scuole e nelle universita;4) nell’informazione.

145

Page 146: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

10. POSTILLA STORICA

L’anti-militarismo cristiano ha — come e facilmente intuibile — un’originesecolare come dimostrano chiaramente le motivazioni che le prime comunita cri-stiane formularono per non svolgere il servizio militare all’interno dell’esercitoromano. Il servizio militare risultava — infatti — incompatibile perche:

1) il messaggio di Cristo era assolutamente contrario alla violenza;2) proprio per tale ragione un cristiano che avesse eseguito una sentenza ca-

pitale avrebbe violato il cuore del messaggio evangelico;3) i doveri militari non erano compatibili con quelli cristiani;4) per un cristiano il culto dell’imperatore — particolarmente importante al-

l’interno dell’esercito romano — era incompatibile con la devozione versoDio;

5) le insegne e gli emblemi militari erano di chiara derivazione pagana e dun-que non accettabili per un cristiano;

6) l’uso della violenza, anche il tempo di pace, contraddiceva palesemente ilmodus operandi del cristiano;

7) l’ascetismo tipico delle prime comunita cristiane erano assolutamente con-trastante con l’esaltazione dell’edonismo tipico dell’esercito romano.

Ora, l’insieme di queste motivazioni, trovo nell’opera teologica di Tertullianouna prima sistemazione che partira dalla contestazione dell’esistenza di uno statotra l’impero — condizionato nel suo operato da valori pagani che un cristianonon poteva che respingere — e la realta dello spirito la cui logica cristiana eraincompatibile con quella pagana. Il rifiuto — da parte del cristiano — di pren-dere parte alla macchina da guerra romana era una scelta coerente e legittima perTertulliano. D’altronde prendere parte alla guerra equivaleva ad accettare e aconcretare la volonta del demonio.

Infatti il cristiano — sottolineava l’A. — poteva farsi uccidere, poteva diven-tare martire ma non poteva uccidere (a tale proposito si veda Tolstoj). La suamorte era la sua vittoria perche grazie ad essa si riuscira graditi a Dio e si otterrala vita eterna. Proprio per l’insieme di queste motivazioni ogni compromesso erada rifiutare mentre da accettare era l’ODC. In condivisione, il cristiano dovevanon collaborare con lo Stato e doveva rinunciare alla vita civile.

146

Page 147: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Tuttavia la teologia cattolica — a partire da Origine — incomincio a scenderea cauti compromessi con lo stato e a modificare l’apparato teologico fino a giun-gere alla esplicita giustificazione della guerra giusta con Agostino del De CivitateDei e nel saggio Contra Faustumi.

147

Page 148: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

11. GIORGIO LA PIRA

Come e ampiamente noto l’attivita di La Pira incomincio all’interno dell’AC edella FUCI ed in particolare grazie alla conoscenza degli scritti del teologo Cor-dovani incomincio a comprendere la bestialita della guerra e la sua inacettabilitacome strumento per risolvere le problematiche politiche. Sotto il profilo intellet-tuale la riflessione (e il conseguente rifiuto) sulla guerra incomincera solo nel ’38con la rivista ‘‘Principi’’, con la quale denuncio l’interventismo fascista. A partiredal ’51 La Pira incomincio a gettare le basi per una nuova forma di diplomaziaestranea a quella usuale. Stiamo alludendo al richiamo alla pace rivolto — inu-tilmente — a Stalin attraverso la mediazione di Togliatti. Ma sara solo nel ’52 cheLa Pira — in qualita di sindaco di Firenze — inaugurera i convegni per la paceuna sorta di diplomazia dal basso ante-littearm. L’anno successivo — continuan-do ad avviare un dialogo con l’Est — scrisse due lettere a Malerkov sulle quali —fra l’altro invitava i leaders russi a porre termine alle violente campagne anti-cat-toliche. Un’altra forma di diplomazia dal basso furono i frequenti viaggi e, fraquesti, quello compiuto a Parigi nel ’54 su invito di Pax Christi. In generale,La Pira aveva compreso chiaramente non solo il crescente peso della opinionepubblica ma la possibilita d’oltrepassare gli angusti limiti della contrapposizionetra blocchi. Facendo di Firenze il luogo per eccellenza della mediazione e dialogotra le nazioni (celebre a tale proposito il tentativo originale di risolvere la crisi diSuez screivendo lettere a Nasser, Eisenhower e Bogolomov!)

Anche l’istituzione dei ‘Colloqui mediterranei’ nel ’58 ebbe finalita analoghe(sia sufficiente far riferimento alla lettera inviata a De Gaulle per portare fuori laFrancia dal pantano algerino). Anche il contestatissimo viaggio a Mosca del ’569fu fatto — seppure dietro protezione della Santa Sede — per oltrepassare le di-visioni del mondo. Anche sul fronte dell’ODC — a partire dal 1962 — le inizia-tive di La Pira incominciarono a prendere forma determinando la dura reazionedi Andreotti e Scelba. D’altronde, proprio Pistelli (allievo di La Pira) presenteranel ’64 un progetto di legge sull’ODC. Ancora una volta la posizione non orto-dossa di La Pira — all’interno della DC — lo porto a manifestare apertamente lapropria solidarieta a Capitini. Anche di fronte al pericolo atomico l’attenzione diLa Pira si manifesto chiaramente nei confronti del Vietnam — nel 1965. A taleproposito organizzo un vero e proprio Symposium internazionale grazie al quale

148

Page 149: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

venne prodotta l’ennesima lettera a tutti i capi di Stato per avviare a trattati diriconciliazione e La Pira ebbe modo di incontrare in Vietnam Ho Chi Min. Ana-loghe iniziative furono promosse — nel 1966 — con la nascente OLP di Arafat.

Dall’insieme dei dati qui riportati non puo sorprendere l’interessamento delpolitico siciliano per Gandhi (chiamato in causa nel 1969). Non c’e dubbio in-somma che — seppure con modalita differenti rispetto a Capitini — La Pira fos-se assolutamente consapevole della necessita della pace: ‘‘(...) Perche la pace de-ve essere costruita a piu piani, a ogni livello della realta umana, economica, po-litico, etc.’’.

Consapevole della falsita del realismo di Machiavelli, La Pira prese atto dellaimpossibilita — nell’era atomica — di attuare una guerra. E proprio contro gliassioni del realismo politico — dopo l’incontro ad Hanes — riconobbe in HoChi Min un grande leader un vero e proprio protagonista della liberazione delsuo popolo.

149

Page 150: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

12. PREMESSA ALLA TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE

Come gia precedentemente indicato le CEB svolsero un ruolo determinantein relazione alla genesi della Tdl tanto quanto il Movimento del Natal sorto nel1949 e finalizzato, alla alfabetizzazione dei contadini. Altrettanto rilevante sara ilMEB (sorto nel ’61) che opero nel settore dell’istruzione di base e della sinda-calizzazione rurale avvalendosi — spesso — di docenti e studenti provenientidall’AC e dalla JUC.

Alla luce di questi semplici dati non e esagerato affermare che — almeno inBrasile la Chiesa era l’istituzione principale capace di difendere i diritti umani e ilsuo legame con i movimenti di liberazione fu del tutto naturale. L’efficacia dellecomunita di base — fra l’altro — ne consentı lo sviluppo in Honduras, in Cile, inPeru e Nicaragua. Non desta alcuna sorpresa che all’indomani del Concilio Va-ticano II personalita di spicco come Illrich (con il CIDOC) o come Camara aves-sero sentito l’esigenza di creare i primi presupposti per una teologia specificadell’America Latina. Uno dei primi esempi — in questa direzione — sara pro-prio il saggio di Gutinezz nel 1968 (La pastorale di Iglesia in America Latina)nella quale l’A. giustificava l’impegno dei cristiani nel processo rivoluzionarioin aperta rottura con l’autorita ecclesiastica (interessata in questo scritto la cen-tralita del richiamo a Bonhcreffer).

La sottolineatura dell’a. non era per nulla infondata tanto e vero che — pro-prio tra il ’66 e il ’67 — un numero non marginale di sacerdoti aveva assunto unatteggiamento di aperta ospitalita nei confronti dei governi militari (proprio inquesto contesto si pensi all’ONIS del Peru ) o di aperta critica nei confronti dellacomplicita della Chiesa latino americana (come sottolineo Illich nel saggio TheSeamy side of charity, edito nel ’67).

L’impatto che la sacra teologia, ebbe in Italia fu sterminato dagli interventi suriviste come ‘Testimonianze’ e ‘Sette giorni’, impatto che fu amplificato dalla let-tera inviata al Celam nell’agosto del ’68 da parte di ottocento sacerdoti latinoamericani nella quale non si condannava il ricorso all’uso della violenza rivolu-zionaria. la costituzione in Cile — nel 1971 — del Movimento dei Cristianiper il Socialismo (di cui fara parte Gultieriezz) rappresentera una tappa storica(movimento che dimostrera di gradire Allende).

Proprio nel ’77 Gutierriezz fa esplicito riferimento al marxismo quale poten-

150

Page 151: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

te strumento metodologico per leggere la realta dell’America Latina e per dareuna nuova impostazione alla teologia (sia chiaro che questo fu un tentativo tut-t’altro che isolato se si considera l’opera di Girardi e di Garaudy e della studiosaHarmecker e soprattutto della rivista Concilium che si fara portavoce in Italiadella Tdl). Oltre al marxismo anche il concetto di utopia (nel senso dato daFreire, Bloch, Marcuse e Guevara) svolgera un ruolo determinante nella genesidella Tdl, tanto e vero che proprio Gutierrez parlera esplicitamente di una so-cieta nuova priva di classi, di proprieta privata e di centralita della lotta di clas-se.

Ad ostacolare la diffusione della Tdl, interverra la ‘‘dottrina della Sicurezza 1

Nazionale’’ elaborata dalla Cia e dalla military intelligence con la quale si giusti-fica la neutralizzazione del potere legislativo e giudiziario in nome della sicurezzadello Stato (metodologicamente la geopolitica svolge un ruolo determinante).

Una delle conseguenze dirette furono le repressioni di partiti e sindacati chein America Latina sostenevano apertamente il socialismo e tutte le sue varianti.In questo contesto, trova una spiegazione la lettera di pretesta inviata al Celamcontro il gesuita belga Vekemans accusato di essere collaboratore della Cia e diaver sostenuto le dittature.

Nonostante cio le iniziative di Gutierrez e di Dussel portarono avanti il mes-saggio della Tdl, iniziative alle quali si contrappone il gruppo di Studio denomi-nato ‘Kirke und Befreiung’ sorto nel ‘73 ad opera di mons. Hemgsback e che

151

1 Una percezione assai diversa dell’America Latina — ed in particolare del Brasile — fu of-ferta dall’ESG. Non c’e dubbio che fin dalla sua realizzazione l’ESG (realizzazione avvenuta aRio nel ’49) abbia costituito la principale fonte della progettualita geopolitica brasiliana.

Nata sul modello della NWC USA, essa ben presto si trovo ad occuparsi di un approccio me-todologico pluridisciplinare allo scopo di precisare il concetto di National Security. Anche a que-sto scopo — fin dalla sua fondazione — la ESG fu aperta anche ai civili (tuttavia un’altra percen-tuale di diplomati apparteneva alle FA). La matrice epistemologica della ESG furono gli insegna-menti del gen. Magalhaes che, grazie ad gen. Monteiro a partire dagli anni ’30, presero formaoperativa. Il prestigio dell’ESG e il suo ruolo del contesto della politica brasiliana, lo possiamoevincere anche dal fatto che il futuro presidente del Brasile — gen. Branco — proveniva propriadalla ESG; per non tralasciare un altro dato determinante e opportuno ricordare che gran partedei posti chiave del sistema politico del ’64 furono occupati dal personale proveniente dallaESG. Uno dei principali protagonisti della ESG e della politica brasiliana fu Couto e Silva eminen-te geopolitico brasiliana. L’A. come e noto fu nominato — presso l’ESG — istruttore aggiunto eamministratore fino a diventare — nel 1964 — CSM. A partire dal ’64 fu posto a capo del Servizionazionale di informazioni e — fra il 1955 e il 1981 — porto a termine anche a Meiramattus che, frail 1977 e il 1984, porto a termine volumi di grande rilevanza per la geopolitico (e fra questi Proie-zioni del potere, una Geopolitica pan-amazzonica e Gepolitica e Tropici) oltre a rivestire incarichidelicati nell’ambito della politica brasiliana (e fra questi quello di vice CSM, e aiutante militare diBranco e con il nuovo regime capo della Commissione di Studio per la crisi della scuola e dell’u-niversita).

Page 152: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

trovo notorieta con l’incontro a Villa Emmans a Roma nel 1976, ma anche conAdveniat organismo della Chiesa tedesca.

Tuttavia sara solo nel 1984 ad opera di Ratzinger che la dottrina della Tdltrovera una chiara ed inequivocabile condanna poiche in essa si evidenziava l’as-similazione acritica di elementi della ideologia marxiana (d’altra parte gia l’OpudDei e Cl avevano espresso il loro netto dissenso). Correttamente l’azione piueclatante sara la convocazione di Boff in Vaticano (nel settembre del 1984) con-vocazione che condannera il teologo ad accettare la punizione del silenzio. Tuttela posizioni di Boff e Gutierrez trovarono ampio sostegno presso le riviste ‘‘IlRegno’’ e ‘‘Testimonianze’’ 2.

152

2 A partire dagli anni Sessanta in Italia si era affermata una apertura alle problematiche del-l’America Latina, apertura che leggeva il capitalismo come una vera e propria sventura per l’uma-nita e la Tdl come la possibilita di un riscatto. A tale proposito, la rivista ‘Aggiornamenti sociali’ (inparticolare il saggio di Rigidur del 1968) condivise apertamente la sostanza delle denunce della Tdlcome riporto anche le opinioni di padre Girardi sulla opportunita di ricorrere alla lotta armata (v.l’articolo del sacerdote intitolato: ‘‘Cristiani e marxisti a confronto sulla pace’’, n. 1, 1968, p. 77).

D’altra parte anche la rivista ‘Testimonianze’ si mosse in direzione analoga (anche in relazionep.e. al problema del Vietnam, nei confronti del quale condivise apertamente il dissenso americanoed europeo tanto quanto l’Isolotto di Firenze con la ‘‘Lettera ad un vescovo’’) o la rivista ‘‘Momen-to’’ con gli interventi di Infelise e Cannata tra il ’65 e il ’67.

Page 153: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

13. LEONARDO BOFF

Non c’e dubbio alcuno che il soggetto rivoluzionario della Teologia della Li-berazione (da ora Tdl ndr) siano i poveri dell’America Latina (del Brasile dellospecifico).

Altrettanto certo fu il rifiuto della politica dell’assistenzialismo e l’aperto so-stegno all’opera di Romero e di Grande. Giustamente B. individua la nascita del-la Tdl nelle comunita di base ecclesiale (CEB) e individua tre mediazioni o sche-mi-base per dare una logica rigorosa alla Tdl:

1) la mediazione socio-analitica (o studio storico delle ??? del paese e indivi-duazione delle cause della poverta); per attuare questa analisi il teologo siserve del marxismo come strumento di analisi grazie al quale prende attodella esistenza di varie tipologie di oppressione;

2) la mediazione ermeneutica che si concentra in una particolare lettera dellabibbia con particolare attenzione all’Esodo, ai Profeti, ai Vangeli, all’Apo-calisse;

3) mediazione pratica.

Per attuare un reale cambiamento bisogna

1) individuare cio che e praticabile in quel determinato contesto storico;2) individuazione delle strategie e delle tattiche adatte (p.e. la non violenza, le

marce, lo sciopero e l’uso della forza rivoluzionaria);3) sapersi coordinare con altri soggetti oppressi e4) incitare il popolo (noi diremmo senza tanti giri di frase indottrinarlo e ma-

nipolarlo ndr).

Al di la di queste osservazioni, l’A. insiste con particolare enfasi sul ruolo de-terminante delle CEB.

Altrettanto decisive sono tutte quelle associazioni o centri formati da intellet-tuali, giornali, avvocati che operano per dare voce ai poveri, centri che hannogettato le basi della Tdl come la JUC, la JOC o la JAC. Per B. il contributo teo-rico del personalismo o l’evoluzionismo di T. de Chardin, rappresentano veri epropri fermenti ecclesiali utili alla nascita della Tdl che trovera modo di formarsitra il ’64 e il 1970, anno in cui si svolgera a Bogota il primo congresso della Tdl.

153

Page 154: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Un fortissimo impulso sara dato dal CELAM e dal CNBB, organizzazionigrazie alle quali i teologi della liberazione svolgeranno un doppio ruolo: teologie attivisti all’interno dei sindacati e della comunita di base. Dagli anni Settanta laTdl si istituzionalizzera con l’Associazione economica dei teologi del terzo mon-do (i contenuti della quale saranno promossi anche dalla rivista Concilium — neln. 6 del 1974 — in Italia e da numerose altre in buona parte dell’America Latina)e con i seguenti istituti: ICIA - IPLA - OSLAM - ISPAC - INP - CESEP, CECA,IBRADES etc. Non e da sottovalutare — come osserva Boff — la positiva valu-tazine di Castro.

Storicamente le contromisure prese dagli USA e dal Vaticano — a partire dal1969 — furono il Rapporto Rockfeller, il programma di controspionaggio diHoover 1 che si attuo con l’appoggio strumentale alle sette protestanti comegli evangelici in Colombia, a Panama con la MUM, in Guatemala con il MAS,con Cambio 90 in Peru . La Chiesa — a parte la scomunica di Cardenal e l’am-monimento a Boff — si servı dell’Opus Dei, di Cl e di altri movimenti per con-trastare l’avanzata della Tdl. D’altronde, non e stata forse la Tdl una componen-te indispensabile nella formazione dell’EZLN? 2.

154

1 Il programma di Cointelpro varato dall’FBI per smembrare e neutralizzare i gruppi antago-nisti comincio nel 1956 e ufficialmente termino nel 1971 e prese in adeguata considerazione il PCUSA, il programma dei lavoratori socialisti per arrivare alla nuova sinistra tra il ’68 e il ’71. Le tec-niche adottate dall’FBI erano analoghe a quelle usate contro gli agenti sovietici: infiltrati per de-terminare dissensi all’interno delle organizzazioni, era una delle tecniche piu usate (va rilevato — amargine — che sotto la direzione di William C. Sullivan la divisione di intelligence nazionale ebbeuna notevole crescita.).

Nei confronti — p.e. — della New Left l’FBI osservo che la genesi era da individuarsi nellerivolte della Columbia University, rivolte che si moltiplicarono anche a causa della debolezza am-pliamente dimostrata dai rettori che erano restii a chiamare la polizia per arrestare le sommosse.

Anche screditare i soggetti piu attivisti delle rivolte studentesche rientrava nello spettro di con-tro-insorgenza, tanto quanto l’istigare conflitti tra leaders, inviare lettere anonime, cercare di ridi-colizzare alcuni protagonisti dei nuovi movimenti, diffondere opuscoli anonimi, informare e pilo-tare reporter di media amici, etc.

Altrettanto significativo fu il programma varato dalla Cia. ‘‘CHAOS’’ nel 1967 relativo al dis-senso USA e ufficialmente conclusasi nel 1974. All’interno di questo programma significativo fu ilMERRIMAC che consentiva agli agenti Cia di infiltrarsi all’interno dei gruppi attivisti.. La stru-mentazione usata fu — in larga parte — analoga a quella del Cointelpro: sorveglianza fisica, elet-tronica ed ispezione postale, infiltrazione.

Infine e doveroso segnalare che al di la del fatto che Karamessines e Angelton svolsero un ruo-lo determinante della specifica pianificazione mentre Richard Ober svolse il ruolo di responsabiledelle operazioni speciali nel contesto del controspionaggio (ruolo che avra poi modo di concretiz-zarsi con p.e. l’archiviazione elettronica di 300mila americani schedati in HYDRA).

2 Come chiaramente sottolineato nel volume della Rand sul concetto di Netwar (cap. III, p. 4)nel Chiapas vi era — prima di Marcos — la presenza potente e capillare di Rur che — attraverso laDiocesi di San Las de Cristobal Casas — svolse un ruolo chiave nella mobilitazione politico degli

Page 155: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

A distanza di trent’anni, Boff (e non solo) ha proseguito sulla strada del dis-senso religioso sottolineando la fondamentale importanza dei nuovi movimenti esottolineando i loro motivi ispiratori sul piano ideologico (l’umanesimo radicaleo il socialismo). Tuttavia rispetto al passato (anni ’70 per intenderci) l’importan-za teologica di Boff si e arricchita con l’enfasi posta sull’ecologia profonda 3 e sul-la mistica. Sul piano strettamente politico, l’unica alternativa perseguibile con-cretamente e quella della democrazia partecipativa e della consapevolezza dellaassoluta erroneita dell’occidentalcentrismo che e stato la causa dei maggiori dan-ni (materiali e spirituali) per l’America Latina. Non a caso il capitalismo — suadiretta conseguenza — ha attuato una logica perversa contro la quale e sorta laTdl che ha recuperato gli ideali nobili e umanitari del migliore socialismo.

155

indigeni. Si pensi — a tale proposito — all’Incontro indigeno nel 1974. Qui ebbe modo di ribadirecome il neoliberismo fosse totalmente contrario alla volonta di Dio. Anche alla creazione di ONGla Chiesa ebbe un ruolo rilevante (p. 11) e a tale riguardo si pensi alla CONPA che ebbe la propriagenesi all’interno della Diocesi di Cristobal.

3 Uno dei riferimenti fondamentali per Boff e indubbiamente S. Francesco di Assisi di cui ri-conosce il contributo determinante all’ecologia mistica e quindi implicitamente ad allontanare l’oc-cidentale dal suo demone: il razionalismo di matrice cartesiana e baconiana.

Page 156: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

14. L’AMERICA LATINA INTERPRETATADALLA RIVISTA ‘‘LATINOAMERICA’’

Per quanto non sia nostra intenzione compiere una rassegna esaustiva degliarticoli presenti sulla rivista ‘LatinoAmerica’, tuttavia — partendo dal 2000 egiungendo fino al 2002 — prenderemo in considerazione alcune problematicheseguendo la procedura applicata con ‘Mosaico di Pace’. Dall’insieme degli arti-coli emergera — con chiarezza — una visione terzomondista, visceralmente anti-americana e filo castrista. D’altronde questa pubblicazione ha contributo — econtribuisce — a sostenere la politica di Cuba (e di gran parte delle giunte disinistra in American Latina) in modo limpido. Superfluo osservare che questapubblicazione ha sostenuto — e sostiene — tutte le lotte di liberazione nell’A-merica Latina a cominciare da Marcos e dai Sem Terra per arrivare alla teologiadelle liberazione. Assai significative — infine — le foto che illustrano ad iniziopagina le stragi determinate della globalizzazione USA, foto che costituisconoun eccellente esempio di propaganda di tipo tradizionale.

1. N. 73 del 2000

Nel proprio articolo Sepulveda difende esplicitamente la lotta armata pratica-ta negli anni Settanta adducendo motivazioni etiche assai lontane da quelle del-l’Eta.

Nel secondo articolo Galeano denuncia l’avanzare apocalittico della militariz-zazione.

Nel terzo articolo Taibo II condanna senza mezzi termini il Pri di Fox defi-nendolo un ‘gattopardo tradizionale’. A conclusione, l’A. rivendica con orgogliola tradizione di liberazione di Villa e dei Tupac Amaru.

Nel quarto articolo Zanotelli condanna il NAFTA ritenuto deleterio per l’A-frica.

Nel quinto articolo Chavarria si fa portavoce di Cuba difendendola e respin-gendo le accuse di violazione dei diritti umani.

Nel sesto articolo Mina’ prende le difese della Baraldini chiedendone la graziae rivendicando con orgoglio la sua passata militanza nel movimento ‘19 maggio’.

Nel settimo articolo Abraha sottolinea con preoccupazione l’interesse USA

156

Page 157: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

per l’Eritrea o per l’Etiopia ove la presenza delle multinazionali e letta come unacolonizzazione.

Nell’ottavo articolo Bugliani tesse un vero e proprio elogio delle insorgenzeche dal Chiapas — con Marcos — all’Ecuador — con le Conaie — stanno ridi-segnando il volto dell’America Latina.

Nel nono articolo Cipriani ripercorre l’appoggio della Cia al golpe di Pino-chet, il coordinamento elettorale da parte del Comitato 303 e del Comitato 40con la formulazione della Opzione II.

Nel decimo articolo mons. Casaldiga (noto esponente della Tdl brasiliana) at-tacca direttamente un documento di Ratzinger.

2. N. 74/2001

Nel primo articolo Girardi analizza e condanna senza mezzi termini il PlanColombia.

Nel secondo articolo Cipriani analizza e critica il Plan Bolivia.Nel terzo articolo Fornasier difende il FNCD haitiano che ha appoggiato Ari-

stide alle elezioni.Nel quarto articolo Esquivel denuncia la politica USA in America Latina sof-

fermandosi sulla nefasta dottrina della SicurezzaNel quinto articolo Salvini documenta come alcuni esponenti della estrema

destra italiana (p.e. Cauchi e Delle Chiaie) abbiano attivamente collaboratocon la Dina cilena.

Nel sesto articolo Orahas tesse gli elogi di Cabral fondatore del MPLA e delPAI 66 non dimenticando di ricordare — al lettore ingenuo — che l’Accademiadelle Scienze di Mosca lo insegnı del titolo di dottore in scienze politiche. Cosıcome l’A. dell’articolo ricorda di passaggio i contatti del guerrigliero con Cuba ela Germania dell’Est! Superfluo osservare che le operazioni della PIDE sono lettiin chiave assolutamente negativa.

Nel settimo articolo Roque — ministro degli esteri cubano — accusa tutticoloro che hanno posto un inumano embrago a Cuba (a cominciare dagliUSA).

Nell’ottavo articolo Betto oltre a difendere Cuba attacca Cordoso e la sua me-fasta politica.

3. n. 75/2001

Nel primo articolo una nuova intervista — con Montalban — a Marcos.

157

Page 158: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Nel secondo articolo Betto contrappone l’FMI (di cui si augura la scomaprsa)al FS di Alegre.

Nel terzo articolo Ardesi difende l’indipendenza del popolo Sahrawi e dellaguerriglia del FP contro il Marocco (cosı come l’A. difende l’intifada a partiredal 1999).

Nel quarto articolo Iglesias prende in considerazione Fort Benning in un’ot-tica analoga all’Osservatorio SOA non dando alcuna credibilita al cambiamentoin corso (la nuova denominazione e WHINSEC).

Nel quinto articolo Girardi prende atto — con rammarico — della fine delsogno sandinista prospettando al lettore una via alternativa: la coalizione che rac-coglie il MRS, il MDN e il PRONAL.

Nel sesto articolo Frisuno difende Ocalan.Nel settimo articolo Stedile e Teixeira emettono una sentenza di condanna

senza appello nei confronti del governo di Cardoso sia per la politica repressivar.p.e. il DOPUS RURAL) che per il PRONAG.

Nell’ottavo articolo Alonso tesse gli elogi dell’economia cubana e della altapartecipazione democratica.

Nel nono articolo la Baraldini difende le forze di resistenza portoricana allapresenza USA ed in particolare gli Young lords, il Movimento de liberacion na-cional del quale elogia l’eroismo di figure quali Flores e Miranda.

Nel decimo articolo Masina difende la Tdl dalle paranoie di Giovanni PaoloII e dalla svolta repressiva inaugurata dal suo pontificato.

Nell’undicesimo articolo Avicolli tesse gli elogi della letteratura cubana.

4. n. 76/2001

Nel primo articolo Smith difende Cuba e condanna gli innumerevoli tentatividi detronizzare Castro da parte della CIA e dagli anti-castristi presenti in Flori-da.

Nel secondo articolo Tompkins emette una condanna assoluta di tutta la po-litica USA in America Latina.

Nel terzo articolo Cipriani illustra gli aspetti essenziali del NIC allo scopo disottolineare le finalita imperialistiche.

Nel quarto articolo Fernandez illustra il terrorismo di Stato attuato dagli USAe auspica che Kissinger sia processato per crimini di guerra.

Nel quinto articolo Geleano si dice persuaso che Kissinger abbia commessopiu crimini di Bin Laden.

Nel sesto articolo Chiesa osserva quanto nefasta sia la situazione in Russia acausa del neoliberismo.

158

Page 159: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Nel settimo articolo Ciotti emette una condanna radicale delle oligarchie fi-nanziarie.

Nell’ottavo articolo Mina compie un’appassionata difesa di Cuba e critical’atteggiamento dei DS verso Cuba.

Inoltre sottolinea l’esistenza di un’autentica liberta a Cuba al contrario dellagran parte dei paesi dell’America Latina.

Nel nono articolo la Rivista riporta in forma integrale il discorso di Castro allaconferenza mondiale contro il razzismo.

Nel decimo articolo Moiola difende la lotta dei Tapac Amaw e in particolaredella guerriglia Berenson.

Nell’undicesimo articolo Masina si fa portavoce dei Sem Terra.Nel dodicesimo articolo Amado viene intervistato da Mina al quale esprime

l’esigenza — dopo essere stato uno stalinista convinto — di costruire un sociali-smo democratico.

5. n. 1/2002

Nel primo articolo Mina difende strenuamente la Legge 185/90 e accusaMinniti, Previti e Selva, di connivenza con le industrie delle armi attribuendoa Pax Christi e a Nigrizia il merito di aver promosso una adeugata campagnacontro i tentativi di ‘dopare’ la 185.

Nel secondo articolo Carotenuto descrive i disastri attuati dal FMI ai dannidell’Uraguay.

Nel terzo articolo Oldrini formula una difesa di Chiavez.Nel quarto articolo Mina, intervistando Montalban, elogia sia la pars co-

struens che la pars destruens di Porto Alegre.Nel quinto articolo Betto rivela i retroscena dei legami tra la famiglia Bush, il

gruppo Carlyle e Bin Laden.Nel sesto articolo Mirkinson difende l’attivismo anti-war USA sottolineando

il pericolo di una grave limitazione dei diritti da parte della amministrazioneBush.

Nel settimo articolo Schuldiner lancia accuse pesantissime a Sharon conside-rando la sua azione politica volta a cancellare gli accordi di Oslo.

Nell’ottavo articolo Menchiu pone uno stretto parallelismo tra Bin Laden eKissinger.

Nel nono articolo Piccoli documenta le convivenza tra governo, FA e gruppiparamilitari colombiani.

Nel decimo articolo Mina riporta integralmente l’intervento di Castro allaConferenza sullo sviluppo.

159

Page 160: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Nell’undicesimo articolo Bugliani esprime l’esigenza di ritornare all’etica delChe.

6. n. 81/2002

Nel primo articolo Mina tesse un vero e proprio elogio dell’operato di Chaveze di Lula.

Nel secondo articolo Betto difende Lula riproponendo in lui la massima fidu-cia.

Nel terzo articolo Merino del Rio lancia accuse pesanti all’amministrazioneUSA per la sua politica in Costa Rica (accusa che riguardano l’operato di Dani-lorich e dell’Amm. Hill).

Nel quarto articolo la Rivista riporta per intero il manifesto di dissenso di nu-merosi intellettuali contro la guerra.

Nel quinto articolo Zanotelli osserva sconcertato il progressivo riarmo atomi-co.

Nel sesto articolo De Marzo (arrestato dalle autorita dell’Ecuador ed esplulsoper la sua attivita contro l’OCP) denuncia l’immane truffa dell’ALCA.

160

Page 161: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

15. IL CONTRIBUTO DI ENRIQUE DUSSELALL’ANTAGONISMO RELIGIOSO

Come e ampiamente noto la formazione dell’A. fu cattolica e quando salı alpotere Peron il padre di Ed non ebbe esitazioni ad appoggiarlo. La militanza delgiovane Ed incomincio nel ’50 quando entro a far parte della JAC iscrivendosialla Facolta di Filosofia nel ’54 e partecipando nello stesso anno alla nascita dellaDC argentina (fu fondatore del FUO e presidente del CEFYC). Attraverso la suamilitanza politica venne in contatto con Maritain di cui legge gli scritti principali— divenendo un convinto assertore del neo-tomismo. A causa della svolta auto-ritaria di Peroni, insieme alla Chiesa argentina, si mobilito contro il peronismo.Pur continuando in Spagna nello studio della dottrina terrorista, il viaggio adIsraele e l’incontro con padre Gauthier lo misero di fronte all’esistenza dei pre-ti-operai vera e propria preistoria dela teologia della liberazione. Conclusa la tesidi dottorato, lavoro per due anni con Gauthier grazie al quale la vita di Ed ebbeuna svolta determinante. Recatosi a Parigi, la lettura dell’opera di Zea gli fececomprendere i danni dell’eurocentrismo rispetto all’America Latina che studioservendosi della e??? di Ricoeur grazie al quale giunse alla formulazione del con-cetto etico-mitico in virtu del quale Ed riuscı a reinterpretare la particolarita dellacultura dell’America Latina. Inoltre Ed apprezzo apertamente il ruolo del filoso-fo francese durante il 1968. A livello storico l’approfondimento della colonizza-zione spagnola — fatto tra il ’64 e il ’66 — gli consentira di dare fondamentoscientifico alle rivendicazioni successive, tanto quanto la teoria dela dipendenzadi Cordoso e Faletto gli consentira di superare una visione falsata dell’AmericaLatina.

Anche il contributo di Heidegger permettera a Ed di criticare l’umanesimoeuropeo — o piu esattamente gli consentira di connettere l’Io conquisto e l’egocogito cartesiano. Tutto cio portera all’opera del 1970 con la quale gettera le basidella filosofia della liberazione. Elaborazione che incomincera a parte dal 1970— anno nel quale insegnera all’IPLA — e proseguira fino al 1971 in occasionedel II Congresso Nazionale di Filosofia (nel quale confluirono tutti cui filosofiche si erano opposti al governo argentino di Ongania). Grazie alla lettura diMarcuse, Bloch la sua riflessione pote precisarsi meglio. Infatti Ed fu interessatoad approfondire la teoria e la prassi di Marcuse sia in relazione al ’60 USA che aimovimenti di liberazione del Terzo Mondo mentre la riflessione di Bloch gli con-

161

Page 162: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

sentı di comprendere la grande importanza del concetto di utopia. Anche lo stu-dio di Levinas gli sara molto utile perche lo mettera nelle condizioni di dare spes-sore storico-filosofico al concetto di altro e di comprendere la centralita dellametafisica dell’alterita per superare l’antologia di Heidegger. Uno dei risultaticoncreti di questo innovatico percorso filosofico fu la realizzazione della Cehilannel 1974 nel quale ebbe modo di elaborare una contro-storia del cristianesimolatino-americano partendo dai poveri. Non sorpende — allora — l’adesione diEd alla sinistra peronista di cui — p.e. — condivideva pienamente l’anti-impe-rialismo USA. L’alttentato ai suo danni (ottobre del 1973) fu la conseguenza delfatto che Ed attraverso la docenza universitaria indottrinava le menti dei giovaniattentao al quale rispose con la Declaracion De Morelva la piu chiara elaborazio-ne filosofica politica della filosofia della liberazione scritta nel 1975. A livello pe-dagogico la riflessione di Ed non si discosta da quella di Paolo Freire. Proprionel ’75 l’ennesima svolta autoritaria porto alla espulsione dall’universitadi Ed ealla successiva censura dei suoi volumi.

Il suo forzato elisio in Messico gli consentira di istituzionalizzare la filosofiadella liberazione con la fondazione della AFYI nel 1982 e di chiarire le proprieposizioni molto critiche verso Althusser, ed anche verso Marx.

Lo studio sistematico — anche a livello filologico — delle opere di Marx gliconsentira di comprendere la grande efficacia della critica marxiana al capitali-smo e la centralita del concetto di popolo nella riflessione di Mao — gli consen-tira di legittimare sul piano teorico la sua adesione alla sinistra peronista. Sotto ilprofilo della prassi politica l’adesione di Ed al FN di Porto Alegre non e per nul-la sorprendente ne tanto meno piu ritenersi sorprendente la sua adesione al ’68messicano (o il desiderio di veder incriminato Kissinger per crimini contro l’u-manita).

Proprio a livello politico Ed ha espresso il suo entusiasmo per i primi passidella Rivoluzione sandinista, per la rivoluzione cubana e soprattutto per quellazapatista (proprio riflettendo su queste rivluzioni Ed non ha mai posto sullo stes-so piano studenti e popolo ma ha ritenuto di dover attribuire esclusivo peso ri-voluzionario al popolo) cosı come ha qualificato come totalitaria la politica diSharon (fra l’altro — sia detto a margine — non e certo casuale che ben 17 ar-ticoli in lingua italiana di Ed siano apparsi proprio sulla rivista ‘‘Concilium’’!).

Definiti i militari come poveri utili idioti, Ed esprima una valutazione estre-mamente positiva della politica cubana (a tal punto che esprime il desiderio an-dare a vivere a Cuba!) e un giudizio assolutamente negativo della politica diBush che definisce fondamentalista cristiana analoga — per pericolosita — aquella talebana.

162

Page 163: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Parte Settima

Page 164: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 165: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. PREMESSA

Con questa breve sezione abbiamo voluto illustrare le posizioni politico-filo-sifico, di noti intellettuali italiani e non nel contesto dell’anti-globalizzazione, del-l’eco-pacifismo, del pacifismo femminista e della filosofia della politica. Il lettoreattento — ancora una volta — avra modo di prendere atto della sostanziale omo-geneita delle argomentazioni attuate dagli autori contro — p.e. — l’istituzionemilitare, contro le istituzioni politiche globaliste e contro il realismo politico al-l’insegna del pacifismo seppure diversamente articolato.

165

Page 166: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. GUERRA E DIRITTO NELLA RIFLESSIONEGIURIDICO-POLITICA DI DE FIORES *

1. Contesto

Il contesto politico nel quale il volume dell’A. si colloca e certamente quellodel pacifismo laico di sinistra.

Sotto il profilo dell’orientamento metodologico nell’ambito del diritto inter-nazionale e della politica estera i debiti vanno equamente distribuiti tra Ferrajoli,Zolo e il Centro Riforme per lo Stato associazione che si muove all’interno dellasinistra diessina e dle PRC.

2. Analisi

Cerheremo — per quanto ci sara possibile — di riassumere gli aspetti di mag-giore rilievo dell’opera.

Secondo l’A. il diritto e stato costretto ‘obtorto collo’ a confrontarsi con lenuove guerre e con la loro globalizzazione. Nel nostro Paese, durante il conflittoin Iraq e in Kosovo, l’utilizzo da parte dell’esecutivo di ipocrite locuzioni e statovolto a raggirare l’art. 11 della nostra costituzione.

Cosı come in tema di sovranita,quella del Parlamento e stata svuotata di signi-ficato attraverso il ricorso ai decreti-legge. Al di la di queste considerazioni, co-piose interpretazioni politico-giuridiche hanno cercato di minare alla base l’in-dubbio fondamento pacifista (p. 27) della nostra Costituzione. A tale propositol’A. dissente in misura radicale con quanti hanno cercato di cosituzionalizzare lenuove forme di guerra a livello giuridico. Infatti, il rapporto diritto/guerra non sipresta — per l’A. — a equivoci di sorta:

1) la guerra e una sospensione dei diritti come dimostrano chiaramente iprovvedimenti dell’amministrazione Bush;

2) provvedimenti (USA Patriot) che — seguendo Ramonet e Vidal — viola-no palesemente l’habeaus corpus in modo inacettabile;

166

* L’Italia ripudia la guerra, Ediesse e CRS.

Page 167: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3) in particolare l’a. sottolinea — con particolare enfasi — il rischio di crimi-nalizzazione del dissenso no-global da parte di Cia e Fbi (p. 33) e ritieneinammisibili i Tribunali militari istituiti ad hoc da Bush (come la prigionedi Guantanamo);

4) quanto ai provvedimenti presi in Italia questi ricalcano quelli dell’UnioneEuropea e sono talmente generici da consentire indiscriminati abusi;

5) per ovviare a tutto cio l’intervento del presidente della Repubblica e quel-lo della Corte costituzionale possono offrire una adeguata soluzione al ri-spetto di un nocciolo duro di diritti che devono essere tutelati anche incasi di guerra.

Indubbiamente il ripristino della inviolabilita dei diritti e ampiamente com-promessa dalla metamorfosi della Nato (p. 53) che colloca a latere l’ONU (lacui abdicazione fu gia evidente in occasione del bombardamento USA sulla Li-bia e dell’attacco di Israele cui campi palestini in Libano). Ebbene di fronte allaguerra permanente e a quella preventiva l’ONU finisce solo per svolgere un ruo-lo di ‘‘protettrice della pax americana, custode del dopoguerra’’ (p. 57). A questopunto legittimare moralmente la guerra — p.e. in occasione della necessitadicontrastare il terrorismo — equivale a non comprendere che l’uso della forzanulla ha a che vedere con la morale ma semmai — come ricordare Heller(p. 68) — ‘‘con la ridistribuzione del potere e della ricchezza’’. Richiamarsi alloraal concetto di guerra giusta risuta tipico di chi ha fatto venire meno il rispetto deldiritto internazionale. A tale proposito l’A. respinge — con forza e sdegno — lalegittimita della guerra giusta sia nella accezione neo-tomista che in quella diWalzer allo scopo di sottolinerae che — dopo la abdicazione dell’ONU —non rimane che l’Impero (citando in modo significativo Negri e Mortellaro)che attua una guerra di aumentamento (come quella in Afghanistan) e non guer-re umanitarie (espressione questa che nasconde la volonta — da parte della Natoe degli USA — di attribuirsi il ruolo di difensori del diritto e quindi — citandoZolo — di imporre la propria egemonia). Recuperare la lezione filosofica diRousseau e di Kant (rigettando quella di Hegel e quella di Austin) ci consentiradi comprendere la necessita di trasformare l’oridinamento giuridico internazio-nale in una comunita giuridica universale secondo il dettato di Kelsern (superan-do le non poche ambiguita dello stesso filosofo, superamento reso possibile dalcontributo di Heller). Allora e solo allora — sara comprensibile contestualizzarein modo giuridicamente efficace l’internazionalismo, il pacifismo giuridico e re-legare la ‘‘guerra fuori della storia’’.

A tale proposito non puo essere accettabile che la guerra torni ad essere unostrumento ordinario della politica o torni ad essere il dispositivo naturale per latutela dei diritti umani. In questo senso l’A. — oltre a rifiutare la lezione di Wal-

167

Page 168: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

zer e quella di Habermas — condivide la riflessione di Rodota, di Zolo e di Lu-ciani secondo il quale un governo mondiale gia esiste ed e quello del FMI e dellaBanca Mondiale. In conclusione, le osservazioni critiche dell’A. sono assoluta-mente speculari a quelle di gran parte degli autori precedentemente analizzati(e fra l’altro significativo che la casa editrice del saggio sia la stessa del Rapporto2004 che abbiano preso in considerazione) poiche hanno in comune una chiaraconnotazione anti-USA e anti-militarista. D’altra parte, alcuni fra i piu rilevantiriferimenti dell’A. sono intellettuali come Zolo, Ferrajoli, Chomsky, Negri eMortellaro il cui terreno comune — al di la delle differenze nell’ambito dellapars costruens — e analogo.

168

Page 169: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. GUERRA E DIRITTO NELLA RIFLESSIONEFILOSOFICO-POLITICA DI ZOLO *

L’A. sottopone al proprio orientamento ideologico e metodologico la guerradel Kosovo allo scopo sia di smascherare le ‘ipocrisie umanitarie’ sia di riaffer-mare la sovranita del diritto in un’ottica anti-USA (analoga a quella di Mortella-ro). E scontato che il contesto politico-ideologico dell’A. sia analogo a quello diDe Fiores, rientri cioe nell’ambito della sinsitra pacifista (Zolo infatti si e formatopoliticamente anche grazie alla collaborazione con la rivista ‘Testimonianza’ diBalducci).

Allo scopo di evitare qualsiasi equivoco l’A. delegittima il concetto stesso stes-so di iustum bellum ripreso da Walzer ritenendo che questo sia ‘‘un tipico stru-mento di autolegittimazione della guerra (p. 43). Al di la delle afferamzioni deileaders politici — coinvolti nella guerra del Kosovo (e fra questi Clinton, Al-bright, Blair e D’Alema) — l’A. compie una interessante rassegna delle opinionidi noti politologi a proposito delle reali cause della guerra per giungere alle se-guenti conclusioni:

1) questa guerra e nata per emarginare l’Europa;2) per controllare i corridoi che da Oriente a Occidente collegano l’Asia al

Mediterraneo (in particolare il corridoio n. 8);3) per controllare l’area euro-asiatica in funzione anti-CSI adottando una sor-

ta di federalismo egemonico

e infine

4) per legittimare l’allargamento della NATO che progressivamente eroderal’ONU legittimando ‘‘la volonta egemonica degli USA’’ per consentirle‘‘l’esercizio di una sovranita planetaria’’ (p. 65).

Tutto cio avviene poiche il consiglio di sicurezza dell’ONU (nonostante i suoilimiti) distribuisce il potere internazionale in modo ‘‘democratico’’ ostacolandoin questo modo l’egemonia USA. Proprio con questa guerra l’ONU e stata an-cora una volta emarginata attuando una vera e propria aggressione ai danni della

169

* Chi dice umanita, Einaudi.

Page 170: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

ex-repubblica jugoslavia e sovvertendo in tal modo il diritto internazionale (l’A.parla esplicitamente di ‘‘autentica eversione del diritto internazionale’’ p. 89).

Nell’illustrare le riflessioni di Cassese sulla opportunita di trasformare l’ecce-zione in regola — allo scopo di contestualizzazione giuridicamente la guerraumanitaria — Zolo ritiene opportuno chiarire che non solo la guerra modernanon puo essere in alcun modo interpretata come una sanzione giuridica ma —sotto il profilo delle conseguenza operative — puo essere assimilata al terrorismo(p. 114). Quanto al Tribunale dell’Aia ‘‘ha dato prova di un pregiudizio positivopoiche — p.e. — non ha avviato alcuna indagine nei confronti dei comandi dellaNATO’ (p. 139) che ha pianificato l’uso dell’uranio impoverito ‘‘violando leConvenzioni di Ginevra oltre alla Convenzione dell’Aia del 1954’’ (pp. 145/146). In definitiva, il Tribunale dell’Aja non e stato altro che uno strumento pu-ramente giuridico (p. 156) e quindi del tutto pirvo di legittimita. In conclusioneper l’A.:

1) la guerra e stata incommensurabile e contradditoria rispetto alla tutela deidiritti umani;

2) il loro rispetto non puo essere affidato ad alcuna alleanza militare;3) l’alternativa percorribile e il dialogo interculturale;4) le conseguenze di ogni guerra sono la devastazione ambientale e l’imple-

mentazione dell’odio;5) non e accettabile che il potere internazionale sia nele mani di una ristretta

oligarchia;6) la guerra umanitaria ha emarginato l’ONU e ha sovvertito il diritto inter-

nazionale in mano dell’imperialismo USA.

L’unica legittima e valida reazione a questo orrore sono state le manifestazio-ni a Seattle.

170

Page 171: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. LA GLOBALIZZAZIONE NELLA INTERPRETAZIONEDI RAMONET *

Secondo l’A. il fatto che il mondo attuale abbia conosciuto il trionfo del libe-rismo e un fatto nefasto. Contro di esso le proteste di Seattle sono state sacro-sante mentre il Pentagono — affetto dalla solita paranoia — puntava l’indiceproprio contro il dissenso criminalizzandolo.

Tutte queste proteste hanno trovato nelle ONG e in determinate associazioniuna adeguata risposta al predomio delle oligarchie finanziarie (la repressione chene e seguita e inacettabile!) e in particolare degli USA che attuano una logicaimperialista (americanizzando il mondo per esempio).

Nella seconda voce del dizionario — Allende — il leader politico viene defi-nito come la prima vittima della globalizzazione e come colui che avvio una de-mocrazia autentica nel contesto del socialismo mentre le corporations, la Cia e laBanca Mondiale erano intente a distruggere il nuovo Cile.

Nella terza voce — Altermondialismo — gli A. elogiano le alternative perse-guibili rispetto alla globalizzazione:

1) economia solidale;2) sviluppo sostenibile;3) solidarieta nazionale e4) governanza democratica a livello mondiale.

Nella quarta voce — Asse del Male — gli A. — oltre a rifiutare radicalmentetale catalogazione — contrappongono un’altra asse del Male: quello della globa-lizzazione che precede a tre livelli. Uno di questi e il livello ideologico che si con-solida attraverso la manipolazione dell’opinione pubblica attuata da centri di ri-cerca assai precisi (come l’Heritage Foundation o il Cato Institute).

Nella quinta voce — ATTAC — gli A. formulano una sorta di autoelogio —assai compiaciuto — sottolineando che — in ultima analisi — Attac vuole libe-rare le persone dal virus liberista.

Nella sesta voce — Black Bloc — gli A. compiono una difesa assai sottile la

171

* Piccolo dizionario della globalizzazione, Ramonet/Chao/Wozniak, Edizioni Sperling & Kuf-fer, 2000.

Page 172: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

dove sottolineano che l’uso di mascherarsi durante le manifestazioni e stato utileper sottrarsi alle identificazioni.

Nella settima voce — Manu Chao — pur ricordando che — guarda caso! —il cantante ha accettato di essere socio fondatore onorario di Attac — gli A. for-mulano nei confronti del suo impegno politico un vero e proprio elogio.

Nell’ottava voce — Chavez — gli A. non solo ne difendono l’operato ma simostrano particolarmente soddisfatti della paura mostrata dagli USA per la po-litica estera inaugurata.

Nella nona voce — CNSTP — viene difesa una forma di nuovo sindacalismoe viene difesa la lotta del CP contro gli OGM.

Nella decima voce — FMI — tutto l’operato della organizzazione e condan-nato radicalmente sia per le conseguenze sia perche esso rappresenta ‘‘la strut-tura mondiale dell’imperialismo moderno’’ (p. 165).

Nella undicesima voce — FS — il programma del Forum mondiale e — ov-viamente — difeso a trecentosessanta gradi perche rappresenta una sorta dicoordinamento mondiale anti-liberista. Nel suo ambito trova spazio anche Fran-ce Libertes l’associazione di Danielle Mitterand la cui prassi antagonista e parti-colarmente cara agli autori.

Nella dodicesima voce — Genova — gli A., oltre a definire la citta ligure la‘Seattle d’Europa’, osservano correttamente il radicamento profondo nel nostropaese dell’associazionismo laico e cattolico (che e stato il motore propulsivo dellamanifestazioni) e ne difendono le istanze (non dopo aver elogiato l’attivita di In-dymedia).

Nella tredicesima voce — Giovanni Paolo II — attraverso una lettura parzialee faziosa insieme gli A. vorrebbero fare del Papa una sorta di difensore dell’anti-globalizzazione.

Nella quattordicesima voce — Guerra di occupazione — dopo aver elogiatoil programma e la prassi di Greenpeace (pp. 221/222). Gli A. sostengono chel’interrentismo USA e la conseguenza di una grave crisi finanziaria alla qualegli USA riprendono con la guerra, che consentira loro di controllare e risorse pe-trolifere (p.e. del Golfo). A conclusione della voce gli A. auspicano — implici-tamente — una contrapposizione europea con gli USA che faccia da contro-al-tare all’egemonia USA, contrapposizione — aggiungiamo noi — che per raffor-zarsi dovra tenere conto dell’America Latina (di Lulax e Chavez in particolare),della Cina e della Russia. In particolare gli A. — a piu riprese — pongono l’en-fasi sulla opportunita storica che Germania e Francia hanno di contrapporsi allapolitica unilaterale USA.

Nella quindicesima voce — dopo aver elogiato Chomsky e la Klein — gli A.non risparmiano elogi alla Rete di Lilliput.

Nella sedicesima voce — dopo aver elogiato Lula e Marcos — gli A. difen-

172

Page 173: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

dono il progetto di creare un osservatorio permanente sulla manipolazione infor-mativa delle corporations e dell’imperialismo.

Nella diciassettesima voce, dopo aver condannato senza mezzi termini leONG asserite alle comporations o all’imperialismo USA (come ad Haiti), gliA. riconoscono il ruolo determinante delle ONG tradizionali e di quelle nuove(come ATTAC e il FS) che daranno un contributo determinante alla lotta controil neoliberismo.

Nella diciottesima voce — elogiata l’opera meritoria di Moore — gli A. si sof-fermano a sottolineare il ruolo determinante del pacifismo attuale (laico e catto-lico) ricordando il contributo di La Pira, della CND in UK, di Capitini e soprat-tutto di quello attuale che — con il FS — ha acquisito una dimensione planeta-ria.

Nella diciannovesima voce — condannato il Patriot ACT con organizzazioneanaloghe a quelle gia viste con il giurista italiano De Fiores — le critiche rivoltealle reali finalita del Plan Colombio e del Plan Panama sono rotte e non lascinoadito a dubbio.

Nella ventesima voce — dopo aver elogiato programma e prassi del MST —gli A. non risparmiamo elogi al nuovo protagonismo della societa civile che si eorganizzata attraverso le ONG.

Nella ventunesima voce — terrorismo — gli A. — come gia aveva fattoChomsky — sostengono che proprio gli USA hanno promosso una delle formepiu spietate di terrorismo, quelle anti-comunista e l’espressione ‘azione terrori-sta’ puo esere usata sia per Begin (ex capo dell’Irgun) che per le FARC.

Nella ventuduesima voce — Tute bianche — gli A. sottoineano la positivacapacita di creare legami o fare rete con altri movimenti dimostrando la loro abi-lita.

Analoghe valutazioni vengono formulate nei confronti di Ya Basta! e dellozapatismo nei cui confronti gli A. mostrano la massima fiducia.

173

Page 174: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. LA RIFLESSIONE ANTI-REALISTADI EKKEHART KRIPPENDORF *

Se fino a questo momento la politica si e costruita a partire da paradigmi di-sumanizzati (caratteristici d’altronde del realismo politico) l’unica alternativaperseguibile e una politica estera dal basso promossa ‘‘da gruppi sociali che siintromettono nelle faccende interne degli Stati’’ per tutelare p.e. i diritti umaniviolati. Uno dei primi esempi furono le ONG anglosassoni sorte tra il 1843 e il1846 mentre per venire ai giorni nostri, non c’e dubbio che AI (nata nel 1961)abbia attuato questa politica dal basso Concretamente — a partire dal ’91 — laUPO rappresenta — secondo l’A. — una delle migliori forme di alternativa allapolitica tradizionale almeno quanto l’HCA. Ma uno degli eventi che risquotel’entusiasmo dell’A. e la manifestazione del febbraio 2003 grazie alla quale si ecostruita informalmente una societa mondiale dal basso. Al di la delle condannescontate rivolte ai provvedimenti anti-terrorismo di Bush, l’A. auspica una Euro-pa completamente differente da quella attuale, un’Europa che attui ‘‘una coope-razione sociale, economica e culturale’’ grazie alla quale sara possibile battere ilterrorismo. Quanto alla guerra in Kosovo — guerra criminale — l’entrate inguerra della Germania e inammissibile tanto quanto inaccetabile che un ex-verdepacifista quale Fischer abbia potuto dare il proprio plauso. Un adeguato pro-gramma alternativo ci e offerto dall’A., programma che per la sua essenzialitapuo agevolmente essere riassunto nel modo seguente:

1) essere di sinistra equivale a protestare contro tutte le ingiustizie (privilegi,sfruttamenti e divisione della societa). Marx ha certamente fornito una in-terpretazione scientifica della disuglianza;

2) essere di sinistra significa mettere in discussione il potere e non aspirare aconseguirlo poiche le strutture gerarchiche non sono accettabili (ndr risul-ta abbastanza chiaro che l’A. sta riformulando l’ottocentesco programmaanarchico!). Proprio per questa ragione l’anti-militarismo e nel Dna dellasinistra radicale;

3) se cio e vero la non violenza e la disubbidienza civile sono metodi indi-

174

* Ekkehart Krippendorff, Critica della politica estera.Ekkehart Krippendorff, L’arte di non essere governati.

Page 175: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

spensabili per la sinistra e per questa ragione si deve rifiutare qualsiasicompromesso tattico e qualsiasi istituzionalizzazione all’interno di un par-tito.

Alla luce delle considerazioni precedenti quali sono le valutazioni dell’A. sulleistituzioni militari?

Vediamole in breve

1) le spese militari sottraggono risorse a quelle della sanita e dell’istruzione;2) i danni ambientali determinati dalle FA sono elevatissimi;3) le FA rappresentano la parte piu oscura della storia;4) Stato e FA sono una unita indissolubile;5) la politica attuata da Adenauer fu un errore macroscopico e fatale insieme;6) l’educazione militare mira a spersonalizzare e a disumanizzare l’individuo;7) l’unica reale funzione della istituzione militare — al di la della usuale de-

magogia — e ‘‘la conquista e il consolidamento del potere’’ (p. 236);8) nonostante le apparenze e proprio l’apparato militare a controllare le prin-

cipali scelte economiche e sociali;9) allo stato attuale questa istituzione e un vero e proprio cancro (...) poiche

‘‘si riproduce a spese della societa civile’’ (p. 237).

In conclusione per l’A. l’istituzione militare: ‘‘e la piu pericolosa e piu avversaalla vita (fra le altre istituzioni ndr) e anche la piu onerosa che mai sia stata in-ventata’’ (p. 240).

E dunque mai esistita nella storia recente una alternativa? Per l’A. la rispostae positiva poiche proprio Gandhi ne rappresenta la concreta realizzazione. Checosa ha Gandhi se non la vittoria della morale sulla politica? Anche gli aforismidi Lao-tzu sono una buona alternativa almeno quanto le riflessioni di Schiller.

Sulla educazione estetica autentica formazione in grado di deligittimare pote-re e dominio.

175

Page 176: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6. LA RIFLESSIONE ECOPACIFISTA DI ARN NAESS *

Quale implicazioni determina — sul piano politico — l’ecosofia? Attraversoquali strumenti l’ecosofia puo trovare concreta applicazione? A questi crucialiinterrogativi l’A. risponde nel modo seguente:

1) tutti coloro che praticano l’ecologia profonda devono impegnarsi politica-mente;

2) gli attivisti devono conoscere la meccanica del potere all’interno delle cor-porations;

3) i partiti verdi devono avere al loro interno esperti in diversi settori o am-biti;

4) le politiche economiche di USA e dell’URSS sono risultate fallimentari euna alternativa ad esse e il decentramento;

5) l’attivista deve promuovere il proprio dissenso nei confronti della massifi-cazione del termpo libero.

A livello di modalita operative quella per eccellenza non potra che essere l’a-zione diretta non violenta indicata da Gandhi (pp. 184/186) e a livello di finalitagenerale certamente la piu importante e quella di attuare una ‘‘trasformazioneradicale della nostra societa industriale’’ (p.e. attraverso la realizzazione di unpartito ad hoc) realizzata attraverso piccoli passi servendosi del socialismo qualepars destruens rispetto al capitalismo.

Infatti l’ecologia profonda — oltre a proporre l’abolizione della proprieta —mira ‘‘a una democrazia diretta’’ e ad applicare un disarmo unilaterale propo-nendo la DPN al’interno della Nato (e forse questa una delle proposte piu biz-zarre che abbiamo mai preso in considerazione).

Complessivamente l’abbinamento dell’ecosofia alla non violenza si attua in uncontesto squisitamente religioso (p. 247) e anti-cartesiano (oltre che anti-raziona-listico).

176

* Arn Naess, Ecosofia.

Page 177: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7. LA RIFLESSIONE SULLA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVAE SULLA NON VIOLENZA DI ALDO CAPITINI *

Solo la non violenza (da adesso NV ndr) e in grado di valorizzare l’individuosenza escludere uno strettissimo legame con i propri simili. Al contrario Stati,partiti e sette usano una forma tradizionale di potere (la coercizione p.e. o la tor-tura) e creano una falsa democrazia (p. 90). Certo nella pars destruens Marx eLenin ci hanno fatto comprendere la possibilita di superare la falsa democraziama le loro riflessioni sono impregnate di autoritarismo (come si evince dalla pos-sibilita — contemplata dai loro sistemi — di ricorrere alla violenza rivoluziona-ria).

Al contrario, la democrazia alla quale mirano, dovra costruirsi sulla non vio-lenza. La guerra, infatti, e un’assurda manifestazione della natura (ed e certa-mente la piu crudele) e va completamente rifiutata. Tuttavia — precisa in modosignificativo Capitini — il salto dalla violenza classica alla non violenza non potranon passare che attraverso una fase intermedia e cioe la guerriglia (che e limita-tamente giustificabile quando nasce dagli oppressi). Perchela ANV sia efficacesara opportuno che venga attuata da un numero elevato di persone che ‘‘bloc-chino il potere con le tecniche non violente’’ (p. 94) (D’altronde e propria la per-sistenza della guerra all’interno degli stati ad impedire l’affermarsi della ANV).In defintiiva mentre la guerriglia e una scelta immediata al contrario la ANV efrutto di una lunga preparazione interiore; mentre la guerriglia riconosce i limitidella democrazia rappresentativa proponendo il partito unico (Capitini pensa aLenin e a Castro) al contrario la ANV vuole attuare la massima democratizzazio-ne, abbinata al metodo elettorale, attraverso ‘‘un vastissimo controllo’’ (p. 98);mentre la guerriglia non ha alcuno scrupolo nell’eliminare la liberta altrui, al con-trario la ANV non puo accettare una conseguenza cosı devastante. Rispetto alleleggi e importante che la norma giuridica razionalizzi ma e altrettanto importante— come nel caso dell’ODC e della pena capitale — ubbidire attivamente (secon-do l’espressione di Kant) cioe rifiutare di accettare leggi ingiuste attraverso laANV adottando un atteggiamento onesto e manifesto. Ma tutto cioe accettabilesolo nella misura in cui si fonda la ANV sulla teoria della compresenza che ci

177

* Aldo Capitini, Il potere di tutti.

Page 178: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

consente di aprirci all’altro e che ci consenta di disporre — accanto alla realtadella natura e della storia — anche di una realta trascendente. Concretamentela ANV si puo attuare solo attraverso la partecipazione comunitaria — che altronon e che la democrazia partecipata che abbiamo gia avuto modo di illustrarecioe attraverso la realizzazione di una ‘‘vastissima rete di organi dal basso’’(p. 110) che oltrepassi sia il capitalismo che il comunismo, che ci metta nelle con-dizioni di ridurre la durata del potere e accettare il diritto di revoca, che ci con-senta di creare organismi intermedi per aumentare il controlo e diminuire il ri-schio del centralismo e, infine, che consenta alla ’public opinion’ di proporre ecriticare. Fra le conseguenze piu evidenti di questo progetto avremo

1) il rifiuto integrale delle F.A.;2) il conseguente rifiuto della guerra, della guerriglia e della tortura e infine3) il rifiuto della religione tradizionale 1.

Se si applica tutto cio al problema specifico del Terzo Mondo le proposteconcrete dell’A. si possono agevolmente sintetizzare nel seguente modo:

1) la lotta per la liberazione va condotta usando la ANV e infine2) creando una federazione orizzontale e non violenta di regioni del Terzo

Mondo per riuscire ad esercitare una forte pressione sull’ONU.

Quanto alle conseguenze nell’ambito di un qualsiasi stato, queste possono —in breve sostanza — ridursi ad una: i COS dovranno ‘‘creare una mobilitazionepermanente’’ per controllare tutti gli aspetti della politica (interna ed estera) ecriticare gli aspetti negativi o denunciarne le nefandezze. Nel settore universita-rio questa nuova forma mentis attuata dalla NV, portera a rivedere profodamen-te l’attuale politica universitaria che dovra ispirarsi alle seguenti forme:

1) l’educazione civica degli studenti universitari e essenziale (anche per com-battere il qualunquismo dilagante);

2) assicurare la piena liberta di coscienza di docenti e studenti;3) docenti e studenti dovrebbero dedicarsi alla educazione popolare (al di

fuori del contesto universitario);4) gli studenti dovrebbero contribuire all’autogoverno dell’universita;5) attuare lavori di gruppo all’interno dei dipartimenti;6) attuare una educazione — da parte dei docenti — ad personam con l’aiuto

di assistenti e laureandi;

178

1 E fondamentale osservare che queste conclusioni - solo in parte - traggono ispirazione dalleriflessini di Lenin sulla Comune di Parigi mentre i riferimenti fondamentali per l’A. fuorno Cristo,San Francesco, Gandhi e M.L. King autori presso i quali la religione svolge un ruolo preminente.

Page 179: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7) creare — con gli studenti — commissioni di controllo sugli esami e sullavita universitaria in generale.

A tale proposito — proprio nel gennaio-febbraio del ’68 — l’A. prese aper-tamente le difese di quegli studenti che avevano occupato l’universita proponen-do loro una serie di riforme:

1) era necessario organizzare assemblee di frequente con deleghe rinnovabilio revocabili;

2) il giuramento allo stato da parte dei docenti non poteva essere piu accet-tabile e infine

3) era necessario introdurre la logica non violenta anche nell’ambito unniver-sitario come in quello sindacale (contesto che dovrebbe avere un maggioreprotagonismo).

Particolarmente significativo e l’articolo dell’agosto del 1963 poiche — conparticolare enfasi Capitini — oltre a ribadire la centralita del metodo non violento— formula una critica radicale alla societa attuale che si e costruita secondo unalogica oligarchica alla quale, i cittadini consapevoli, devono opporre la tecnicaNV e della disubbedienza civile. Per incrementare tutto cio l’educazione 2 svolgeun ruolo decisivo, educazione che dovra essere attuata in tutti i contesti possibili.

In definitiva non bisogna avere alcuna remora nell’opporsi allo Stato Imperoe al neo-capitalismo attraverso una rivoluzione che cambi ‘‘il possesso del potere,le strutture della societa e gli animi delle persone’’, insomma una rivoluzione lacui radicalita e analoga a quella anarchica.

Naturalmente rispetto agli approcci classici della rivoluzione, l’A. opta perl’abbinamento tra non violenza e democrazia diretta (non violenza — la ribadia-no — che deve collocarsi all’interno di uno specifico contesto metafisico quellodella compresenza) in opposizione all’ipocrisia dell’occidente, ai cappellani mili-tari che tradiscono il vangelo, per creare — in alternativa — comunita autonomea partire da piccoli gruppi che ‘‘possono fondersi su posizioni strenue, fare emer-gere orientamenti chiari e ostinati, anche se saranno detti utopistici’’ (p. 446).

179

2 Proprio l’educazione e un aspetto particolarmente significativo - poiche- e all’interno dellestrutture esistenti che l’educatore-profeta puo attuare una formazione assai lontana da quella usua-le e che possiamo sintetizzare nel modo seguente:

1) l’aspetto democratico della scuola e la prima condizione per una scuola riformata;2) il maestro dovra togliere dai testi scolastici tutto cio che vi sia di militarista e di imperialista;3) bisognera porre l’enfasi sui movimenti della pace per dare una lettura diversa della storia;4) bisognera dividere la classe in gruppi per abituarli alla libera discussione e alla critica della

realta esistente;5) e infine sara necessario porre l’ enfasi sul ruolo cruciale dell’ONU.

Page 180: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

8. LA RIFLESSIONE FILOSOFICO-POLITICADI GIULIANO PONTARA *

Che sulla scena mondiale si siano affacciati nuovi protagonisti (ONG, movi-menti per la pace) non c’e dubbio.

E cio e un buon rimedio di fronte al dilagare delle nuove guerre che altro nonsono che la manifestazione piu eclatante della violenza che:

1) riduce la possibilita di mediazione e2) riduce la possibilita di giungere a compromessi accettabili.

Violenza che alimenta la deumanizzazione, che porta alla distorsione dei fattie alla manipolazione del pensiero attraverso la propaganda, che rafforza il ruolodelle istituzioni autoritarie per eccellenza: quelle militari. le quali vedono raffor-zare il loro ruolo grazie alla diffusione planetaria del capitalismo la cui natura eprofondamente totalitaria (sia sul lato economico che dal punto di vista dellapropaganda). E chiaro che alcuni dei rimedi da prendere in considerazionenon potranno che essere: l’educazione alla pace, l’arte della diplomazione tradi-zionale e popolare, la drastica riduzione delle spese militari, la conversione del-l’industria bellica, l’abbinamento della democrazia al socialismo (secondo la for-mula capitiniana) per realizzare una morale e un sistema giuridico planetario. Inparticolare, la realizzazione di una morale planetaria richiedera la costruzione diuna personalita non violenta le cui caratteristiche principali dovranno essere:

1) la proibizione di metodi di lotta violenti;2) la capacita di individuare la violenza a vari livelli;3) la capacita empatica (cioe la capacita di identificarsi con i piu deboli e

avere il desiderio che la sofferenza altrui cessi);4) il rifiuto della morale formalistica dell’obbedienza (che ha raggiunto il

proprio apice nel nazismo) che dovra essere rivolto a tutte le struttureautoritarie (si veda p.e. l’esempio di don Milani) promuovendo la dovenecessario ‘‘atti di disobbedienza e di insurbordinazione civile non vio-lenta’’ (p. 54);

5) la fiducia negli altri che porta al conseguente rifiuto del principio e del-

180

* La personalita non violenta / Guerre, disubbedienza civile, non violenta /.

Page 181: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

l’equilibrio di potenza, al rifiuto di disumanizzare l’altro e quindi al rifiu-to del potere militare che ha giustificato la militarizzazione della societa el’imperialismo;

6) la disponibilita al dialogo che presuppone la modestia e la consapevolez-za di non avere la verita assoluta in campo etico-politico;

7) la mitezza con la quale si devono rifiutare le dicotomie tra vincitore e vin-to e tra amico e nemico;

8) il coraggio o la non violenza del forte;9) l’abnegazione non violenta che, come ricordava Gandhi (p. 66), si deve

far carico delle sofferenze altrui;10) la pazienza.

Tuttavia l’A. (p. 68) dopo aver sottolineato quanto ideale sia il ritratto dellapersonalita non violenta, nella pagina successiva precisa che in determinate situa-zioni il ricorso alla violenza armata sia lecito. La costruzione di una tale perso-nalita puo essere innata — oltre che di origine familiare — all’interno della scuo-la (come indicato da Capitini), istituzione questa che dovrebbe educare alla vi-gilanza critica verso l’ideologia imperante (da attuarsi fra i 15/20 anni), chedovrebbe promuovere una societa democratica e non violenta anche attraversoil lavoro di gruppo in classe, che dovrebbe favorire il controllo dal basso, e infinela dissacrazione della guerra e del militarismo 1.

Quali tecniche dovra attuare la personalita non violenta per affermare il pro-prio punto di vista? Oltre alle tecniche non violente la disubbidienza civile (daora DS ndr) dovra essere ampiamente usata. Ma perche vi sia DS e necesssariopartire da presupposti precisi:

1) la DS deve essere rivolta alle leggi esistenti e deve essere una trasgressioneinternazionale;

2) la DS deve avere una natura morale (il soggetto che la pratica lo fa perchein coscienza ritiene che la norma sia moralmente non accettabile);

3) lo scopo della DS deve essere quasi sempre politico (p.e. l’ODC) e4) la DS deve possedere — inoltre — le seguenti caratteristiche:

a) deve essere pubblica;b) deve essere notificata prima che avvenga;c) deve attuarsi in modo non violento e infined) il soggetto che la pratica deve sottomettersi volontariamente alle puni-

zioni che gli verrano inflitte.

181

1 Al di la della demagogia dispensata dall’A., la visione che emerge e finalizzata a sabotare ilsistema dall’interno attuando una vera e propria guerra psicologica.

Page 182: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

L’A. — per illustrare — la propria tesi cita due noti esempi:

a) quelle di alcuni attivisti che entrarono all’interno della DCC nel ’69 aWashington e

b) Leanon del Comitato dei 100 in UK nel ’61.

Sotto il profilo filosofico la DC presuppone:

1) la distinzione tra diritto e morale e2) la distinzione tra Stato e individuo

Distinzione vanificata da Hegel e affermata con forza da Locke e Mill.Alla luce di questa filosofia, quale valutazione potra dare mai l’attivista che

pratica la DS sulla guerra? Un giudizio di radicale condanna naturalmente. Qua-le valutazione — infine — dara nei confronti della dottrina delle guerra giusta?

La risposta e prevedibile: ‘‘(...) in base ai principi della dottrina della guerragiusta nessuna guerra moderna puo essere dichiarata giusta’’ (p. 53) e quindi nes-suna guerra puo avere una legittima morale.

182

Page 183: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

9. LA RIFLESSIONE POLITICO-RELIGIOSA DI ‘‘RE NUDO’’ *

Ci sembra utile portare avanti la nostra riflessione sull’antagonismo eco-paci-fista illustrando la tesi di intellettuali che hanno saputo abbinare in modo origi-nale la controcultura (p.e. la rivista ‘Re Nudo’) con la riflessione religiosa diOsho. Inoltre, questa breve analisi ci permettera di dimostrare quanto una partedella new age abbia anticipato alcune tematiche analoghe a quelle del movimen-to no-global. Procediamo in senso contrario — rispetto alla impostazione del vo-lume — iniziando il nostro discorso dalla Appendice prima (‘‘Frammenti di unprogramma possibile’’). In primo luogo, gli A. risconoscono il loro immenso de-bito di riconoscenza all’opera di Osho (p. 70) grazie al quale hanno compresocome solo la scienza e l’arte — affrancate dalla attuale dimensione — sarebberoin grado di governare in modo rivoluzionario il mondo spazzando via la politicache ancora adesso si costruisce sulla logica della potenza e/o del dominio. In se-condo luogo — gli A. in modo sfumato e ambiguo — propongono una serie dialternative ai contenuti educativi attuali, alternative che altro non sono che quellepraticate nell’Ashram di Osho a Poona (in India): dalla bioenergetica alle tecni-che di consapevolezza sensoriale (pp. 73/75). In terzo luogo, a livello di politicaestera, propongono la sospensione delle ricerche connesse all’uso bellico dellaenergia nucleare, il superamento della ‘‘potere militare per risolvere i problemi’’(p. 76) (in alternativa basterebbe un unico esercito sotto l’egida ONU), l’appli-cazione di una politica di stretto controllo delle nascite, la radicale riconversionedel servizio militare in servizio civile e la trasformazione ‘‘delle caserme in grandilaboratori per un armonico sviluppo fisico e neutrale’’ (in altri termini in centridi meditazione Osho) caserme — che detto per inciso — sono paragonate ai la-ger nazisti (p. 78), la legalizzazione di tutte le droghe e lo stanziamento di fondiper produrre droghe con effetti collaterali minimi (p. 82). In quarto luogo, purriconoscendo il valore del comunismo (della cui scomparsa certo non si rallegra-no!) dimostrano anche un vivissimo apprezzamento verso il movimento anarchi-co.

In altri termini auspicano la realizzazione del socialismo privo delle implica-

183

* A.V., Politica e Zen. Un nuovo manifesto.

Page 184: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

zioni nefaste ampiamente note. In quinto luogo, dopo aver formulato una inter-pretazione della scienza cara all’irrazionalismo novecentesco, sottolineano (p. 99)il contributo determinante del femminismo (pp. 99/101). In sesto luogo, percambiare la realta attuale, sarebbe opportuno rendersi conto della profonda dif-ferenza tra Oriente e Occidente e come la filosofia dell’Oriente sia di gran lungamigliore di quella occidentale. In generale, attraverso la meditazione (secondo lemodalita di Osho) e possibile decondizionarsi profondamente. Importante am-missione questa poiche ci consente di comprendere chiaramente quanto fonda-mentale sia il lavoro psicologico da compiere su se stessi. Non e un modo eufe-mistico per affermare che chi condivide questa impostazione deve attuare — lovoglia o meno — una guerra psicologica contro il sistema?

A dimostrazione di cio (v. pp. 19/24) l’attacco al concetto di Stato in quantotale e analogo a quello portato avanti (dal 1600!) degli anarchici.

184

Page 185: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

10. LA RIFLESSIONE FEMMINISTA DELLA RUDDICK *

Dopo aver paragonato nazismo e maccartismo, dopo aver precisato la propriacondivisione relativa alla filosofia della conosocenza delle Women Ways of Kno-wing (fortemente relativista) e aver riconosciuto il proprio debito verso la Hart-sock, formula (p. 172) una precisazione fondamentale sulla violenza: un autenti-co pacifismo non violento deve combattere la violenza a tutto tondo e in qual-siasi contesto. In particoare negli USA la retorica guerraf ondaia si combinacon la burocrazia professionalizzata e la tecnologia dando esito ad una miscelaesplosiva.

Al militarismo misogeno (che svilisce la donna), all’indottrinamento perversocompiuto dalla istituzione militare (indottrinamento che snatura il soggetto), alpensiero militarista per il quale il corpo e privo di reale autonomia perche stru-mento per fini ‘superiori’, l’A. contrappone la lezione della Woolf, della Coldi-cott per giungere alla conclusione — in un’ottica di pacifismo femminista — chesolo la pratica materna e in grado di sconfiggere il pensiero militarista poiche es-sa spontaneamente adotta una forma mentis non violenta. La donna che si fapromotrice della NV deve ispirarsi a ‘‘quattro ideali: rinuncia, resistenza, ricon-ciliazione e difesa della pace’’ (p. 200). Anche per l’A. il riferimento a Gandhi ed’obbligo soprattutto in relazione al concetto di Ahimssa e alla resistenza passiva(p. 209). Significativamente l’A. sottolinea l’importanza dei contributi di Sharp edi Muller (nota 3, p. 227) — riconoscimento fondamentale per le nostre finalita-ma ricorda soprattutto l’eroica resistenza delle madri argentine e cilene.

185

* Sara Ruddick, Il pensiero materno.

Page 186: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

11. NOTE SULLA CONFLITTUALITA NON CONVENZIONALEIN DANILO DOLCI

Secondo lo studioso norvegese Galtung l’antagonismo dolciano era rivolto alrifiuto dello Stato capitalistico, al rifiuto della Chiesa autoritaria, alla critica ra-dicale delle gerarchie e tale posizione si concretava ora attraverso una pedagogiamaieutica anti-autoritaria ora attuando lotte che costruissero alternative attraver-so l’ANV ora, infine, progettando una societa alternativa. In questa direzione, lapromozine dell’ODC, la realizzazione di centri popolari autogestiti, e dunquelontani da un’organizzazione gerarchica, costituiscono strumenti tipici della con-flittualita non convenzionale che l’A. applichera in Sicilia (come aveva fattoGandhi in India o Capitini a Perugia). E significativo, dal nostro punto di vista,che l’opera dolciana abbia riscosso particolare consenso presso Freire e Chom-sky (fra gli altri). Anche la fondazione di una radio libera del 1970 rientrava nelpiu ampio progetto di costruire alternative antagoniste alla societa del dominiotanto quanto l’anti-militarismo radicale, le azioni di denuncia, le marce popolaril’utilizzazione — alternativamente — del digiuno individuale o di quello colletivola realizzazine di un centro antagonista — come il Centro Studi e Innovative diPartinico e il Centro sperimentale di Mirto attraverso i quali attuera in modocoordinato sia l’ANV che la Guerra psicologica — e infine — la realizzazionedi una democrazia dal basso (analoga a quella capitaniana) 1.

186

1 E estremamente significativa la ripresa in USA, UK e Italia di una strategia volta a promuo-vere e incoraggiare il dissenso all’interno delle F.A. (attuato durante la guerra del Vietnam in USAe dai PID in Italia durante gli anni Settanta). A tale proposito, di estremo interesse sono le asso-ciazioni americane quali Veterans For Peace, Military Families Speak Out, Gold Star Families ForPeace e l’Iraq Veternas Against the War. In Italia l’assocazione ‘‘Un ponte per...’’ sta usando mo-dalita operative analoghe a quelle dei PID quali:

1) istigazione alla disobbedienza;2) contro-informazione attraverso proiezione di film o pubblicaizone di volumi (quale quello

di Rushton, ‘‘Riportiamoli a casa: il dissenso militare nelle forme armate USA’’;3) proposizione di convegni (con quello organizzato a Roma il 28 marzo 2006 da ‘‘Un ponte

per...’’ e coordinati dallo stesso Rushton).L’insieme di queste tecniche — che furono usate anche durante la I e la II Guerra Mondiale dagli

anarchici e dai socialisti — mira a creare profonde fenditure all’interno delle F.A. alleate paralizzan-dole. Al di la della efficacia di questa campagna specifica c’e — fra gli stessi pacifisti — chi onesta-mente riconosce come la gran parte delle nobilitazione contro le guerre non realmente servite.

Page 187: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

L’insieme di questa strumentazione doveva servire ad attuare una contrappo-sizione frontale alla logica del dominio che per l’A. si realizzava attraverso:

1) la segretezza;2) la manipolazione delle informazioni;3) l’uso dello spionaggio;4) collocando nei punti chiave uomini malleabili;5) promuovendo scienziati irresponsabili;6) promuovendo la violenza;7) trovando convenzione e complicita con le gerarchie ecclesiastiche.

In particolare Dawley (cocordinatore dello ‘‘Steering Committee of Histo-rians Against the War’’) afferma che una valutazione realistica della efficaciadei movimenti contro la guerra non puo che portare ad una semplice conclusio-ne: i movimenti per la pace non hanno, fino a questo momento, contribuito afermare nessuna delle guerre attuate dagli USA dall’invasione delle Filippine allaguerra del Golfo.

187

Page 188: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

12. STATO E LIBERTA SECONDO ROTHBARD *

Secondo, MURRAY ROTHBARD massimo esponente dell’anarco-capitali-smo del novecento, lo stato costituisce l’istituzione in assoluto piu pericolosaper l’affermazione e l’ampliamento della liberta individuale.

Prendendo spunto dalla scuola austriaca di VON MISES e soprattutto dell’a-narco individualismo di TUCKER, THOREAU, e SPOONER l’autore connotalo stato nel modo seguente:

1) lo stato ha mascherato la sua attivita criminosa per secoli con una altiso-nante retorica;

2) lo stato ha commesso omicidi di massa chiamandoli guerre;3) per secoli lo stato ha costretto la societa civile a prestare sevizio nelle forze

armate attraverso la coscrizione, vera e propria schiavizzazione perpetuatain modo sistematico;

4) lo stato ha rapinato a mano armata il comune cittadino attraverso la tas-sazione;

5) la democrazia rappresentativa, al di la della demagogia professata dai suoidifensori, non e altro che una oligarchia di natura parassitaria e fondamen-talmente criminale.

L’unica alternativa attuabile non puo che essere l’estinzione graduale dellostato svuotandolo di potere e significato in ogni ambito pubblico e privatoche ha occupato — dalla istruzione alla difesa, all’economia — per sostituirlocon il mercato. Una operazione di tale portata non potra che richiedere un tem-po di lunga durata e non potra che essere realizzata attraverso l’educazione —leggi guerra psicologica — rivolta ai piccoli imprenditori, agli studenti, alla classemedia operaia e alle minoranze etniche attraverso l’usuale strumentazione: lapropaganda in ambito universitario, la pubblicazione di periodici e volumi e l’or-ganizzazione di partiti che sappiano erodere dall’interno il santuario statale.

188

* Fonte: Murray Rothbard, Per una nuova liberta, Liberlibri, 2004 (pp. 409-431).

Page 189: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

13. LA DIPLOMAZIA DAL BASSOCOME ALTERNATIVA AL REALISMO POLITICO *

Secondo Simona Sharoni, femminista israeliana e docente di PEACE ANDCONFLICT RESOLUTION STUDIES presso la SCHOOL OF INTERNA-TIONAL SERVICE della AMERICA UNIVERSITY, l’unica alternativa — allogoro modello politologico del realismo politico perseguibile — e indubbia-mente la diplomazia dal basso non per la con — osservazione dello staus quoma per il cambiamento strutturale. Sotto questo profilo, l’antagonismo attuatodai movimenti sociali e il ruolo delle ONG si stanno rivelando sempre piu in gra-do di incidere nel contesto della politica interna ed internazionale. Queste ulti-me, in particolare, grazie all loro natura transnazionale, sono in grado di tutelarel’interesse pubblico realmente al contrario degli stati o dell’ONU. Concretamen-te l’autrice cita l’esempio dei BEATI e, in particolare, la marcia per la pace daTrieste a Sarajevo e l’Intifada (p. 63) come esempi di diplomazia popolare odal basso. Nel momento in cui la cittadinanza sara resa consapevole della possi-bilita di trasformare radicalmente l’arena della politica internazionale, l’azionedegli stati subira una ristrutturazione profonda, ristrutturazione che sara tantopiu profonda quanto piu le istituzioni informali della diplomazia popolare saran-no capaci di confederarsi fra loro a livello internazionale (p. 72) contro le tenden-ze autoritarie dello stato, delle multinazionali e del complesso militare industriale(p. 73).

189

* Fonte: Simona Sharoni, La logica della pace, EGA, 1997.

Page 190: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 191: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Parte Ottava

Page 192: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 193: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. IL DISSENSO NON CONVENZIONALENELLA RIFLESSIONE POLITICA

DI LINGUA INGLESE

Premessa

Lo scopo di questo breve studio non e ne quello di fornire al lettore una ana-lisi esaustiva della riflessione politica anglo-americana di ispirazione anarchicadel nostro secolo, ne quello di presentare uno studio sistematico sull’anti-milita-rismo nel contesto della comunita scientifica italiana. Il nostro scopo e stato assaipiu semplice: individuare un terreno comune — p.e. l’anti-militarismo, la disob-bedienza civile, l’azione non violenta — nelle riflessioni di intellettuali significa-tivi della cultura anglo-americana. Di conseguenza le esclusioni si sono rese ne-cessarie ed indispendabili ;quanto al dissenso in ambito scientifico, questo hatrovato spazio in questo studio per l’esistenza di numerosi elementi di continuitastorica e di ideologia: il contributo di Russell alla nascita del movimento Pug-wash, il dissenso anti-nucleare del filosofo inglese e, piu in generale, il suo an-ti-militarismo.

Ebbene, tutti questi aspetti hanno profondamente influenzato sia la matura-zione di una posizione anti-militarista nella realta scientifica italiana del nostrosecolo sia le riflessioni di Fieschi sulle responsabilita politiche della scienza.

193

Page 194: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. LA RIFLESSIONE POLITICA DI CHOMSKY

1. La societa attuale

Non c’e dubbio che la societa attuale — rispetto a quella degli anni Settanta— sia migliorata sia in relazione all’ampliamento dei diritti che all’aumento dellatolleranza e della comprensione reciproca. Ma tutto cioe stato possibile graziead un antagonismo continuo e costante nel tempo che dovra arrivare — prestoo tardi — a modificare strutturalmente il potere e il dominio. Figure significa-tive come Rosa Parks dimostrano — tra l’altro — che, partendo da un determi-nato backround, e possibile incidere in modo significativo sulla struttura del po-tere.

Per il raggiungimento di tale obiettivo la linea strategica seguita dal New Par-ty o comunque di un partito costruito sulla falsariga dell’NDP canadese o del PTbrasiliano, potrebbe offrire buone possibilita in direzione del cambiametno au-spicato. Il dato decisivo da sottolineare e comunque l’ampliamento della demo-crazia, ampliamento che ‘non deve attuarsi nell’ombra’ ma deve cambiare la so-stanza (p.e. il contributo del PKI indonesiano e stata fondamentale) creando,giorno per giorno, mutamenti significativi per arrivare ad una societa libertaria(Zinn afferma che gli attivisti dovrebbero diventare dei marotoneti) come fanno— p.e. — i villaggi autonomi in India o i centri sociali in Colombia creando me-dia alternativi 1 (l’A. pur riconoscendo a breve termine l’efficacia di Marcos sot-tolinea che a lungo termine la capacita di incidere verra meno).

2. La formazione politica

Le brevissime note sopra riportate non devono sorprendere il letore, dal mo-mento che sono la conseguenza di un percorso politico coerente che inizia nel

194

1 In particolare l’A. riconosce la grande rilevanza del MST e del PT che definisce ‘‘il piu gran-de partito operaio del mondo dotato di una straordinaria organizzazione’’ mentre rivolge menzionipesanti all’OLP controbilanciate dall’entusiasmo per Ramos Horta e Gusmao, artefici della indi-pendenza di Timoy est e nei confronti di Scheizer fondatore dell’East Timor Action Network.

Page 195: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1947 quando incontro Zelig Harris che determino una svolta signficiativa sotto ilprofilo della crescita professionale e dal punto di vista politico.

Per quanto concerne l’aspetto politico, la lettura degli scritti di Rosenberg —lettura che avrebbe lasciato un segno duraturo — fu svolta proprio dietro indi-cazione di Harris.

Infatti, oltre all’approccio squisitamente empirico attuato da Rosenberg, l’A.comprese l’efficacia di un’analisi della realta storica di tipo marxiano lontanodall’irrigidimento metodologico di Lenin (nei confronti del quale avrebbe in se-guito manifestato la propria ostilita) e vicina all’interpretazione luxemburghiana.

Un altro elemento di rilievo — nel suo percorso formativo — fu svolto dalCouncil For Arab - Jewish Cooperations 2 e in particolare da Melman.

A parte lo spontaneismo rivoluzionario della Luxemburg, la guerra civile spa-gnola e la riflessione politiche (oltre che naturalmente linguistiche) di Humboldtlo orientarono verso un socialismo libertaio che si sarebbe concreato ora nei ki-butz israeliani ora negli esperimenti consiliari jugoslavi.

A partire dal 1961 l’impegno militante lo portera a criticare in modo spietatotutta la politica estera americana (conducendolo a qualificare la maggior parte deileardes politici, americani — insieme ai tecnorati come MacNamara, Rostow o aiconsiglieri come Kissinger — come veri e propri criminali — e a sostenere — sep-pure criticamente il movimento studentesco in qualita di intellettuale antagonista 3,antagonismo il suo che non gli impedı di essere un critico lucido delle ‘teorie’diMarcuse e di Fromm e che gli consentı tuttavia di essere sempre solidale con i mo-vimenti di base. A tale proposito, basti pensare all’influenza che esercito sull’A.l’attivista Dunn (segretaria generale della CND dal ’58 al ’67), l’SNCC, le BlackPanther (l’a. partecipo al funerale di Fed Hampton a Chicago nel 1969), la casaeditrice South End Press (che ha pubblicato una buona parte dei volumi dell’A.)e la rivista ZMagazine (il cui fondatore — Mike Albert — fu in qualita di studente— un membro attivo del gruppo studentesco R. Luxemburg di cui l’A. era consi-gliere). Dall’insieme di queste esperienze culturali e politiche emerge un profiloben preciso dell’intellettuale: nella misura in cui l’intellettuale e colluso con le isti-tuzioni perde qualsiasi credibilita. Al contrario, l’uomo di cultura deve seguire leindicazioni bakuniane. Alla luce di questa tesi non sorprende ne il sostegno chel’A. diede al rifiuto della leva (durante la guerra del Vietnam) ne il sostegno al sa-botaggio contro la guerra (p.e. nell’ottobre del 1969 difese l’azione diretta di ungruppo di attivista di Milwaukee che brucio i registri negli uffici di leva).

195

2 Sia chiaro — tuttavia — che l’approccio al problema ebraico dell’A. e stato sempre anti-sio-nista.

3 Partecipando per esempio alla marcia sul Pentagono nel ’67, firmando appelli o petizioni,promuovendo picchettaggi o svolgendo conferenze.

Page 196: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. Intellettuale

L’intellettuale deve fare comprendere alla societa civile che il riappropriarsidella propria esistenza, contro chi deteneva il potere, e un sacrosanto diritto ecioe possibile grazie alla realizzazione di gruppi di base (come l’SNCC o i Free-dom Riders), purche si sia consapevoli che queste fondametali esperienze di perse non costituiscono un’azione rivoluzionaria.

Anche l’uso della violenza — come p.e. per Zinn — e in alcuni casi legittimoper quanto nella maggior parte delle situazioni di resistenza l’uso della non vio-lenza possa rivelarsi efficace. Ad ogni modo, la combinazione di varie tattichepuo risultare ancora piu utile, puo risulatare opeativamente valida ;altrettantoimportante sarebbe la realizzazione di un partito che si facesse portavoce diistanze antagoniste (come il PT), un partito insomma in grado di superare l’at-tuale sistema economico che adotta una capillare pianificazione 4.

Una delle figure esemplari del passato, alla quale un autentico intellettualedovrebbe ispirarsi, e Bakunin 5 il quale previde che due sarebbero state le cate-gorie di intellettuali: la prima avrebbe cercato di controllare le masse mentre laseconda avrebbe servito gli interessi del padronato.

Insomma la conquista del potere — anche da parte dell’intellettuale —implica un modus operandi oramai canonizzato: brutalita, cinismo, crudeltaetc.

In relazione al ruolo dell’intellettuale nei confronti delle istituzioni fermativa,questo deve assumere una posizione di assoluta contrarieta alle modalita tradi-zionali di formazione poiche non sono altro che forme — piu o meno raffinate— di indottrinamento. Al contrario, l’intelletuale deve ‘‘insegnare alla gente apensare da sola’’, deve farsi portavoce di un pensiero critico e indipendente 6

che induca la societa civile a comprendere gli enormi benefici che deriverebberoda un ampliamento del potere. In questa direzione, il conseguimento della liber-ta di parola ha comportato secoli di lotta, lotte alle quali hanno contribuito an-che intellettuali dissidenti — come Debs — o movimenti come quello per i diritticivili 7. Ebbene, affinche l’ampliamento suddetto trovi modo di concretizzarsi ilpiu possibile, risulta indispensabile formulare una critica radicale al concetto di

196

4 La retorica del libero mercato e — per l’A. — solo squallida demagogia cosı come l’anarco-capitalismo e solo una aberrazione teorica che, se realizzata porterebbe alla reciproca distruzione.

5 Il marxismo non puo costituire un’alternativa poiche — p.e. — la credenza in leggi storichee puramente illusoria tanto quanto il concetto di dialettica e incomprensibile.

6 In questa direzione la scuola deweyana ha dato contributi decisivi.7 Allo stato attuale, il cyberattivismo — di cui numerosi intellettuali fanno largo uso — e

un’ottima scelta tattica perche ‘‘diviene un inestimabile strumento di organizzazione politica edi informazione’’.

Page 197: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Stato 8 istituzione — questa — che deve essere abbattuta ma solo sul lungo pe-riodo poiche allo stato attuale, a causa delle privatizzazioni e della devolution, ilrafforzamento del Welfare State e indispensabile perche consente numerosi edindispensabili benefici.

Ad ogni modo, fin dal 1967, l’A. fu estremamente chiaro nell’indicare nellaresistenza un dovere indispensabile per l’intellettuale poiche costituiva (e costi-tuisce) una efficace tattica per influenzare la politica (si pensi alla organizzazionenazionale Resist nata negli anni ’80 per organizzare la resistenza alla leva).

4. Disubbidienza civile

A partire dagli anni Sessanta, l’A. si fece portavoce della disubbidienza civile(da ora DC ndr), sostenendo — p.e. — la legittimita delle argomentazioni deiBerngan (che giustificano anche l’uso del sabotaggio) e rigettando senza mezzitermini le repliche di giornalisti asserviti al potere come Greeley. La leceita del-l’azione diretta — infatti — risulta ampiamente giustificabile se e in grado di ar-restare le decisioni politiche (come l’invasione in Indocina), se contribuisce a fareprendere coscienza alla societa civile che un atteggiamento di passivita o di in-differenza costituisce una scelta di oggettiva complicita con le scelte governati-ve 9. Al contrario la resistenza studentesca — concretizzatasi p.e. nello scioperogenerale nel 1969 — riuscı a porre un freno alle decisioni dell’esecutivo (ridi-mensionando p.e. l’invasione della Cambogia), tanto quanto la distruzione deiregistri di lega contribuı a spezzare l’ossequio conformistico verso il potere daparte della giovani generazioni.

La DC trovo modo di originarsi e di ampliarsi grazie al contributo decisivo delmovimento studentesco degli anni Sessanta, movimento che contribuı a ‘‘dissipa-re l’atmosfera di compiacimento che regnava nella vita intellettuale americana’’.

5. Universita e dissenso

Grazie al movimento studentesco vennero proposte modifiche strutturali del-

197

8 Ma naturalmente questa critica deve essere affiancata da atteggiamenti propositivi qualiquelli che ebbero modo di attuarsi con il movimento dei diritti civili ‘‘anche ha dato un contributoindispensabile alla societa americana’’.

9 Un esempio di acquisizione di consapevolezza politica fu l’ospitalita concessa dagli studentidel MIT ad un soldato disertore nel 1968 e le prime inchieste sulle convivenza tra universita e ini-ziative militari.

Page 198: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

l’universita quali: l’ampliamento della democrazia all’interno dell’istituzione uni-versitaria, ‘‘La redistribuzione del potere e la riduzione dei vincoli posti alla li-berta degli studenti’’, la necessita di fare circolare le risposte (rompendo in talmodo la seguitezza di alcune di esse) anche attraverso la reciproca collaborazio-ne, la necessita di superare — sulla ricerca — obiettivi angusti e mediocri e diimpedire che l’istituzione universitaria perpetuasse il privilegio sociale 10.

Inoltre, il dissenso — all’interno dell’universita — fu in grado di rivelare co-me la presunta neutralita del corpo accademico fosse al contrario oggettiva com-plicita con le istituzioni politiche, economiche e militari. Infatti, l’universita —per l’A. — potra dare il proprio contributo alla societa e alla cultura solo se di-verra un dispositivo di critica della ideologia dominante, solo se sara capace diopporsi alla ‘‘voce dominante che in qualsiasi societa e quella dei beneficiari del-lo status quo’’. Insomma anche per l’A. — come per Ricouer — il contributocomplessivo del movimento e stato quello — con buona pace di Kennan, Glazere Brznezinski — di opporsi alla centralizzazione tecnocratica proponendo in al-ternativa un controllo del potere dal basso e una democrazia partecipata.

6. Anarchia

Partendo dalla definizione di Rocker — secondo il quale ‘‘l’anarchia si batteper il libero ed incondizionato sviluppo delle forze individuali e sociali’’ affran-candosi dalla ‘‘tutela ecclesiastica e politica’’ — anche l’A. sostiene non solo lanecessita — da parte dell’uomo libero — di smantellare tutte le forze di autoritae di oppressione — ma sottolinea altresı la pericolosita di credere che il marxi-smo sia in grado di farci conseguire questi ambiziosi traguardi 11.

Al contrario l’unica via percorribile e quella del socialismo libertario per ilquale ‘‘i rapporti di produzione capitalistica, il lavoro salariato, la competitivita,l’ideologia dell’individualismo possessivo vanno considerati qualcosa di profon-damente disumano, socialismo libertario che fa propri gli aspetti migliori del li-beralismo e del socialismo, socialismo libertario che — infine — auspica il con-trolo dell’economia nelle mani di libere associazioni volontarie di produttori perusare le parole di Fourier 12.

198

10 In altri termini per l’A. quanto piu l’universita si avvicina all’ideale humboldtiano tanto piucreativa e democratica sarebbe divenuta.

11 A tale proposto, le critiche rivolte alla deriva autoritaria del marxismo sono analoghe a quel-le di Rockers, Bakumm, Buber, Pelloutier.

12 Alla luce di queste motivazioni, l’A. interpreto il maggio ’68 come un movimento in gradodi rivitalizzare il comunismo consiliare.

Page 199: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7. Pacifismo rivoluzionario

Con questa espressione l’A. fa riferimento alle riflessioni di Muste, ed in par-ticolare al concetto di non violenza rivoluzionaria, grazie al quale e possibile tra-valicare l’acquiesciezna carattersitica degli oppressi identificandosi con le lottedelle massa per arrivare ad un autentico progresso sociale. Infatti, solo superan-do l’abitudine al conformismo e all’ubbedienza e rinunciando al potere sara pos-sibile cambiare in meglio e profondamente la societa.

Concretamente Muste applico queste sue riflessioni analizzando la crisi inter-nazionale del dicembre del 1941, crisi che sfocera nella guerra - che definira co-me un conflitto tra due gruppi di potenze per la sopravvivenza e il predomio.

L’eventuale vittoria degli alleati — che Muste previde avrebbe consentito agliUSA di conseguire un vero e prorpio predominio mondiale obiettivo questo ana-logo a quello hitleriano. L’unica scelta percorribile — per Muste e per l’A. —sarebbe stata quella di consentire a tutte le nazioni un accesso eguale ai mercati,di ridurre drasticamente le spese militari e di promuovere una Federazione distati internazionali.

199

Page 200: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. ASPETTI BIOGRAFICI DI EMMA GOLDMAN*

E difficile negare quanto determinate sia stata sull’A. l’influenza dell’anar-coindividualismo americano (sia sufficiente pensare a figure come Emerson,Phillips, Thoreaeu 1 che considero il piu grande anarchico americano, una dellepoche ‘‘stelle solitarie lontane dall’orizzonte delle folle’’) tanto e vero che ancheper l’A. la liberta aveva una dimensione squisitamente interiore volta a prendereposizione in modo radicale nei confronti delle costruzione fittizie della societa,nei confronti dei carcerieri dell’anima. Ma e altrettanto arduo negare l’influenzadell’anarcomunismo e del socialismo nella formazione del pensiero dell’autrice 2.A tale proposito l’incontro con Beckman e con Most — nel 1889 — sara decisivonell’orientare le future scelte politiche di Emma. In particolare — come riconob-be la stessa A. — fu proprio Most ad introdurla nell’anarchismo (con le opera diBakumn) e allo studio del marxismo — e fu sempre Most — e in seconda battutaBerkman — a farle comprendere la rilevanza della violenza rivoluzionaria 3.Quanto all’influenza di Berkman, questa fu sı decisiva non solo sotto il profiloteorico ma sotto l’aspetto morale: la forza, la tenacia, la fede totale in un’ideale,la intransigenza dell’anarchico russo plasmarono positivamente Emma. Sotto ilprofilo operativo l’organizzazione dello sciopero del 1890, in collaborazionecon i Pioneers of Liberty, fu la prima positiva esperienza di attivista non violenta,sciopero al quale seguı — nel 1893 — il comizio tenuto presso Union Square (inseguito al quale fu incarcerata). L’incontro con la Michel e con le opere di Freudle consentirono di comprendere la rilevanza di una sessualita libera, della neces-sita di oltrepassare la concezione monogamica spingendola a difendere Wilde;lalettura delle opere di Nietzsche la rafforzarono nella bonta dell’individualismoanarchico, mentre l’incontro nel 1900 con Rocker la convinsero della legittimita

200

* Le informazioni sulla vita di Emma sono state desunte dal saggio di Paolo Salvatores ‘RedEmma’.

1 E interessante osservare come nei confronti di Tucker l’A. nutrisse una viva diffidenza e anti-patia.

2 Si pensi al discorso della socialista Greie che Emma udı nel 1887 e grazie al quale acquisı unaprima forma di consapevolezza politica.

3 Proprio insieme a Berkam organizzo un attentato dinamitardo contro l’imprenditore Frick.

Page 201: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

dell’anarco-individualismo. Infine l’incontro con Robin (in Francia) la persuase-ro della assoluta necessita dei contraccettivi per la emancipazione della donna edella utilita di promuovere le scuole libere alla Ferrer.

Un’altra tappa decisiva sara l’omicidio del presidente McKinley (1901) che laindurra a prendere coscienza della inutilita della violenza terroristica 4, la fonda-zione della lega permanente per la liberta di parola e la nascita — il 1º marzo1905 — della sua rivista (che durera per 12 anni) ‘‘Mother Earth’’.

L’insieme di queste esperienze la indussero ad operare una sintesi tra anarcoindividualismo e anarco-comunismo, una sintesi comunque assai instabile perchesbilanciata sul versante individualista. Particolarmente singificativo fu l’episodio— svoltosi durante il giro di conferenze in America - del soldato Buwalda che— persuaso dalle riflessioni anti-militariste di Emma — aderı al movimento anar-chico 5. Sotto il profilo editoriale la pubblicazione — nel 1911 — del saggio‘Anarchismo, femmismo e altri saggi’ rappresenta una tappa significativa nella ri-flessione dell’A. dal momento che — grazie ad esso — ebbe l’opportunitadi dareunita al suo pensiero e di gettare le basi del femminismo attuale 6. Fra l’altro — inquesto saggio — ebbe la possibilita di chiarire come la liberazione o la emancipa-zione della donna si dovessero concretare non nel volto ma nel rifiutare a chiun-que il diritto di decidere sul proprio corpo, nel rifiutarsi di partorire (se non quan-do lo avesse desiderato) e infine nel liberarsi dal condizionamento dello Stato edella Chiesa. Per quanto concerne l’anarcosindacalismo degli IWW — pur dimo-strando loro la massima solidarieta umana — non condivise la centralita del sin-dacato nel processo rivoluzionario (pur attribuendosi un ruolo importante).

Un altro tema, che svolse un ruolo importante nel pensiero dell’A., fu la ra-dicale opposizione al primo conflitto mondilae (opposizione che Kropotkin noncondivise) condanna insieme agli IWW, al Socialist Party e al National Civil Li-berties Bureau — che raggiunse il proprio apice con la fondazione della No-Conscription League nel 1917, associazione volta a promuovere l’ODC.

A seguito della campagna anti-militarista dalla ‘‘Mother Earth’’ Emma fu ar-restata e processata nel giugno del ’17 7 — processo che l’A. ebbe l’abilita di

201

4 Maturazione dovuta anche all’isolamento che dovette patire e determinata dalla promulga-zione di normative repressive contro il movimento anarchico come quella del 3 marzo del 1903.

5 La rilevanza di questo episodio e dovuta ad una semplice constatazione: l’efficacia della pro-paganda e quindi della Psychological Warfare.

6 In questo saggio p.e. definı ‘‘Il matrimonio come un accordo economico o una sorta di con-tratto assicurativo; condanno l’ipocrisia del puntasemo che imponeva, alla donna nobile, l’asisten-za sessuale e condanno la completa sottomissione della donna alla Chiesa e allo Stato’’, p. 208.

7 Quanto alla rivoluzione d’ottobre questa fu in un primo momento salutata con entusiasmomentre in un secondo momento venne dall’A. condannata a causa dela deriva autoritaria del re-gime bolscevico.

Page 202: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

sfruttare a suo vantaggio per propagandare le proprie idee — e condannata nelluglio dello stesso anno a due anni di detenzione che duro solo 20 mesi grazieall’abilita dell’avvocato Weinberg. Intanto, le istituzioni — preso atto della par-ticolarita del’anarchica — attuarono una campagna di disinformazione 8 nei con-fronti dell’A. coordinata dal procuratore Palner e da Hoover che riuscirono —grazie alla collaborazione del Ministero del Lavoro — a farla espellere insieme adaltri 200 radicali.

202

8 Tecnica che abbiamo avuto modo di sottolineare nelle appendici precedenti del volume.

Page 203: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. LA RIFLESSIONE POLITICA DI EMMA GOLDMAN *

L’individuazione dei caratteri fondamentali della sua riflessione e assai agevo-le poiche l’A. non presenta alcun tratto ne di originalita teorica - eccettuata l’en-fasi sulla problematica femminile che tuttavia riprenderel’impostazione dell’a-narchismo classico - ne di innovazione operativa dal momento che la Goldmansi servı dello strumento della propaganda (orale e scritta) il cui utilizzo fu sempreassai ampio nel contesto sia dell’anarchismo che del socialismo.

Secondo l’A. l’anarchia e stata (ed e) ‘‘la forza innovatrice piu rivoluzionaria eintransigente’’ che sia mai esistita poiche grazie ad essa l’essere umano impara apensare in modo critico e ad agire — di conseguenza — in modo libero — no-nostante che tutti i contesti politici, entro i quali si muove, siano autoritari. Gra-zie ad essa l’essere umano prende coscienza che ‘‘dio, lo Stato e la societa nonesistono’’ e che l’unico aspetto che veramente conta e l’autonomia dell’individuo(il vero pilastro della societa). Alla luce di queste premessa, l’individuo anarchico— sul piano economico — non potra mai accettare la pianificazione ma combat-tera per costruire un’economia fondata ‘‘sulle associazioni produttive e distribu-tive volontarie’’ che — naturalmente — non potranno ne dovranno essere gestitedallo Stato che — per citare Emerson — e fondamentalmente tirannia. Nulla disoprendente d’altronde perche lo stato trae il proprio alimento dall’‘‘annulla-mento della liberta’’ che si attua attraverso le normative giuridiche e le sanzionied esige una societa ‘‘monotona, apatica e ubbidente’’. Obiettivi — questi — chelo stato puo raggiungere solo attraverso l’indottrinamento e la minaccia (o l’uso)del terrore (che trova nei tribunali, nelle istituzioni militari e poliziesche i suoipiu accaniti servitori).

L’alternativa non e il socialismo riformistico che confida nelle istituzioni par-lamentari (la storia del parlamentarismo e per l’A. ‘‘storia di fallimenti e di scon-fitte’’) ma l’azione diretta che ‘‘sfidi apertamente tutte le leggi’’ grazie alla qualesi e affermato il suffragio universale, il sindacalismo e lo sciopero generale. Azio-ne diretta che ha trovato il proprio apice — politicamente parlando — solo nel-l’anarchia che — e qui l’A. usa espressioni escatologiche — e l’unica ‘‘teoria del-

203

* Il testo di riferimento e il saggio ‘‘Anarchismo, femminismo e altri saggi’’.

Page 204: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

l’armonia, la grande, impetuosa liberta che sta costruendo il mondo annuncial’Alba’’.

Patriottismo

La valutazione — in termini generali — che l’A. ne da e analoga a quella diTolstoj per il quale era ‘‘il principio che giustifica l’addestramento degli assassinisu vasta scala’’.

Anche il patriottismo e una forma di superstizione (analoga a quella religiosa)ma — a differenza della religione — ‘‘e creata artificialmente’’ per legittimaremenzogne e falsita e — concretamente — toglie all’individuo fiducia e la dignita— in se stesso.

Dal momento che il patriottismo e la conseguenza piu rilevante del naziona-lismo, e evidente che l’arroganza e l’egoismo ne costituiscono i tratti salienti co-me e altrettanto evidente che debba essere la povera gente a farsi carico di difen-derlo (mentre le classi dirigenti coltivano una vocazione cosmopolita che alimen-ta i loro affari) e a farsi cavia di tutte le conseguenze che la sua difesa comporta(dalla coscrizione obbligatoria alle tasse che alimentano la crescita della spesa mi-litare).

Una delle piu evidenti cause del patriottismo e il sorgere della guerra che vie-ne alimentata dalle classi dirigenti per tutelare e ampliare i propri investimenti eche riduce il povero soldato o ad una vita di ‘‘sottomissione servile’’ 1 o a diven-tare carne da macello. Proprio per l’insieme di queste motivazioni, l’attivistaanarchico dovra promuovere l’anti-militarismo, grazie al quale riuscira a fare col-lassare il capitalismo che si puo perpetuare soprattutto grazie all’esercito, e dovrafarlo all’interno delle F.A. incoraggiando la diserzione e l’ODC e dovra — infine— contribuire alla realizzazione di scuole (come quella di Ferrer) nelle quali l’an-ti-militarismo sara esplicitamente premesso.

204

1 In queste considerazioni come non sentire l’eco delle riflessioni di Emerson e Thoreau?

Page 205: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. LA RIFLESSIONE POLITICA DI GOODMAN

Il volume dal quale desumeremo le informazioni necessarie al nostro percorsoe una raccolta di saggi intitolata ‘‘Individuo e comunita’’.

1. Scuola e universita

L’A. mostro un interesse spiccato nei confronti della riflessione pedagogica diDewey soprattutto perche questa avrebbe gettato le basi delle Free schools comequella di Neill. Da questa esperienza l’A. trasse indicazioni pedagogiche fonda-mentali:

1) la liberta — da parte del discente — di stare o non stare in classe

e

2) la centralita dell’assemblea democratica.

Partendo da queste proposte, l’A. pose l’attenzione sul ruolo della formazioneincindentale e sulla opportunita di promuovere la liberta del bambino. Anchenello specifico settore della riforma universitaria le proposte dell’A. sono voltea riaffermare con forza la decisiva importanza del decentramento e dell’anti-autoritarismo (aspetti questi desunti da Illich e Lister) riforme queste che getta-rono le basi per realizzare piccole universita indipendenti, decentrate sulla falsa-riga della New School For Social Research ma soprattutto sul modello del BlackMountain College — durata per 25 anni — dalla quale uscirono i primi laureatiappartenenti alla Beat generation, riforme grazie alle quali ogni controllo estre-mo e ogni gestione burocratica vennero meno.

2. Pace

Come e noto l’A. fu in strettissimi rapporti con Beck e Malina 1 e la sua in-

205

1 D’altra parte furono propri i fondatori del Living Theatre a mettere in scena alcuni opioniteatrali dell’A.

Page 206: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

fluenza — in senso anarco pacifista — fu determinante. Insieme a loro — e aiCatholic Worker — promosse nel ’60 la celebre iniziativa denominata ‘Scioperomondiale della pace’ allo scopo di indurre i leaders politici a fare cessare la coldwar, allo scopo di fare comprendere alla societa civile la non ammissibilita di una‘nazione nucleare’ 2, a fare comprendere chiaramente come lo stato di perenneemergenza portasse alla dissoluzione del contratto sociale, alla corsa dei riarmoe alla legittimazione di un sistema mentale paranoico (come quello di coloro cheapplicavano la teoria dei giochi alla guerra). Proprio per queste motivazioni, l’A.auspico che lo sciopero coinvolgesse tutte le categorie sociali — ed in particolarei sindacati — che aderendo avrebbero paralizzato l’economia; inoltre espressel’auspicio che la societa civile avrebbe compreso il ruolo rilevante degli ideali co-munitari e del decentramento.

3. Anarchia

Che l’orientamento dell’A. fosse dichiaramente anarchico — alla luce diquanto detto — e fino troppo agevole da comprendere. In particolare, partendodalla lezione di Godwin e rifiutando apertamente la concezione autoritaria delM/L e del troskismo, l’A. chiariva il senso della rivoluzione anarchica: la conqui-sta della liberta — di pensiero e di azione — attraverso il dencentramento e ilsuperamento dell’autoritarismo per conseguire l’autoregolazione spontanea. Sot-to il profilo ideologico l’anarco-pacifismo concretizza questi aspetti poiche con-sente — p.e. — l’indebolimneto della autorita verticistica dello Stato. L’avvicina-mento dei giovani a questo approccio fu salutato con gioia dall’A. mentre la de-riva leninista della New Left fu considerata nefasta. Ad ogni modo, grazieall’orientamento anarco-pacifista, la societa civile — ed in particolare i giovani— avrebbero compreso l’importanza cruciale della democrazia partecipativacioe di una democrazia che ci induce a riflettere — p.e. — sulla intrinseca assur-dita di decisioni politiche prese dall’alto 3 e imposte dall’alto senza neppure con-sultare la societa civile. A tale proposito, l’a. ripetutamente insiste sul paralleli-smo tra autoritarismo comunista e autoritarismo capitalista sottolineando in po-lemica aperta con la sinistra M/L americana la vicinanza ideologica delle rivoltestudentesche cecke, polacche e jugoslave all’anarchia. Tuttavia, al di la delle que-stioni di merito, la filosofia politica che anima le nuove generazioni e positiva.

206

2 Com’e noto durante la guerra del Vietnam collaboro anche con Muste e Dellinger control’entrata in guerra USA.

3 Un esempio illuminante di cio ci viene offerto dalla tecnocrazia che sta portando gli USA alladeriva.

Page 207: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Poiche e rivolta al rifiuto dell’autorita, all’accettazione del decentramento,della non violenza (in prevalenza), all’eliminazione della presenza militare nelleuniverita e in ultima analisi all’attuazione di tutte quelle idee che hanno trovatomodo di esprimersi — in forma piu umana sistematica nei classici del pensieroanarchico.

Complessivamente la progettualita utopica dell’A. consisteva nell’ampliaregradualmente gli spazi di liberta concessi dalla democrazia liberale in direzionedel decentramento complessivo, della descolarizzazione del pacifismo e della re-sistenza alla leva concretizzando dunque alcune istanze anarco-comunitarie sulmodello kropotkiniano 4, istanze che troveranno modo di prendere forma —in parte — nell’esperimento beat, nel Free Speech Movement e nella rivoltadi Berkeley.

207

4 4 Nonostante che — sul piano storico — le proposte dell’A. siano assai piu vicine a quelle diWarren, Spocker e Tucker.

Page 208: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6. LA RIFLESSIONE POLITICA DI WARD

Il volume che prenderemo in considerazine e la raccolta di saggi intitolata‘‘La pratica della liberta’’.

1. Anarchia

Che il principio di autorita costituisca il fondamento della obbedienza, daparte della societa civile e — per l’A. — un dato di fatto. Contro di esso, cioela gerarchia e il potere e insorta l’anarchia che trovo in Godwin, Proudhon,Kroptokin modo di esprimersi - in forma teoricamente sistematico - e nel ’68 tro-vo modo di concretizzarsi attraverso il decentramento e l’autogestione, praticheassai lontane dal comunismo autoritario (p. 10) e dal socialismo laburista dei pri-mi anni del novecento (che sarebbe poi diventato un carrozzere burocratico), in-capaci di comprendere — fra l’altro — che e lo Stato 1 a dover essere abbattuto.Ecco che allora l’indebolimento dello Stato, attraverso la resistenza civile (peresempio contro le alleanze tra industrie e gerarchia militare) e un dovere impro-rogabile per un anarchico, resistenza che deve manifestarsi soprattutto in occa-sione di conflitti militari dal momento che e nella guerra che lo Stato trova ‘‘lapropria apoteosi’’ (p. 21) e che deve prendere forma in centri di potere alterna-tivi di natura reticolare (p.e. la comune o il sindacato) che praticano l’azione di-retta grazie alla quale la societa civile strappa il potere a coloro che ‘‘prendonodecisioni per nostro conto’’ (p. 23). Le istituzioni alternative dovranno alloracreare un ordine spontaneo sulla falsariga dei pop festival, della Alder, di Wood-stock o della primavera di Praga, ordine che implica l’assenza di una autorita sta-bile e quindi di una leadership gerarchica. D’altra parte, l’inefficienza delle strut-ture gerarchiche e palese (p. 51) e la si puo anche indirettamente desumere dallecomunita eschimesi, dalle comunita tobriandesi e dagli studi piu recenti di ciber-netica. L’insieme di questi esempi conferma la validita di organizzazione sponta-nee come la CND e le ‘Spie per la Pace’ (la cui pratica antagonista anticipa gli

208

1 Lo Stato e una condizione o un certo tipo di rapporto tra uomini fondato sull’autorita e sullagerarchia come ricordare Lahdauer p. 18.

Page 209: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

attuali movimenti no-global), conferma cioe come migliora di persone — riunitein gruppi di affinita — possano riuscire e spiazzare l’istituzione 2.

2. Famiglia e scuola

L’A. — oltre a difendere la rivoluzione sessuale — la interpreta come una di-mostrazione evidente della validita dell’anarchia poiche ‘‘implica il rifiuto di at-tribuite allo Stato’’ qualsiasi legittimita in relazione alla vita sessuale e consenteall’individuo di riprenersi in mano la propri autonomia decisionale agevolando ilcammino dell’individuo verso la liberta.

Facendo proprie le riflessioni di Comfort, Leach, Cooper e della HawkesZinn non attribuisce alcun valore alla famiglia giudicata — al contrario — unaistituzione repressiva. In alternativa le case per bambini (proposte da Paul e JeanRitter) sono un passo significativo in direzione del superamento della fmaigliatradizionale poiche danno la possibilta di scegliere tra diverse figure genitoriali.

In relazione all’istituzione scolastica questa — propria perche perpetua l’as-setto politico ed economico della societa, proprio perche costituisce lo strumen-to per eccellenza per condizionare la gente — va reinterpretata alla luce delleriflessioni di Godwin, di Illich e Bakumin, riflessioni che — secondo l’A. — han-no avuto modo di concretizzarsi sulla Prestolee School grazie al contributo diO’Neil o nelle iniziative di Freire e di Dolci. Ad ogni modo, l’intellettuale anar-chico deve essere consapevole che l’auto-educazione, le rivolte studentesche —con la loro attivita spontanea e autodiretta — cosituiscono l’esempio migliore didissoluzione dell’istituzione tradizionale.

3. Lo Stato e l’anarchia

Di fronte a questa volonta eversiva, gli apparati repressivi staranno forse aguardare? Decideranno spontaneamente di ‘calarsi le braghe?’ Se — per l’A.— la reazione violenta degli apparati statali e nella sua prevedibilita non ammis-sibile — quella degli oppressi potra essere diversamente modulata cioe potra ser-virsi ora dell’approccio riformistico ora di quello rivoluzionario (pp. 203/204).

209

2 A tale proposito diversi — anche se poco noti — episodi storici lo provano chiaramente: gliscioperi di massa dell’affitto o le lotto dirette per la casa come quella di King Hill nel Kent.

Page 210: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7. LA RIFLESSIONE POLITICA DI ZINN

Per illustrare l’orientamento politico antagonista del celebre storico di sinistraZinn prenderemo in considerazione i volumi: ‘‘Disobbedienza e Democrazia’’ e‘‘Non in nostro nome’’ evidenziandone le tematiche principali.

1. Violenza

Contrariamente alle riflessioni di Machiavelli e Hobbes, l’A. e convinto che laviolenza sia prevalentemente causata dal contesto sociale (nonostane le presunteargomentazioni scientifiche di E.O. Wilson). Secondo Zinn, al contrario, dentrol’essere umano coesistono l’istinto di pace e di violenza in eguale misura. In par-ticolare, attraverso l’empatia (attuata nell’esperimento di Milgram) dimostra lapossibilita, da parte dell’essere umano, di ribellarsi con coscienza al semplice sta-tus quo (nonostante gli studi etologici di Ardrey e Morris). Non e — dunque —alla natura umana che bisogna guardare ma alle nostre culture che — per tute-lare i privilevi delle classi dominanti — hanno artificialmente creato false catego-rie dicotomiche che alimentano una perenne violenza che troppo spesso conducealla guerra, a favore della quale sono sorte non solo le istituzioni militari e tribu-nali ad hoc per reprimere il dissenso (l’A. fa esplicito riferimento alle diserzionidella I Guerra Mondiale e del Vietnam) ma anche letture faziose della storia vol-te a normalizzare l’esistenza della guerra e a marginalzzare le azioni di resistenza.

2. Resistenza

Che le istituzioni attuali debbano profondamente mutare e una necessita im-prorogabile e l’unico sistema per riuscirsi e quello di ricorrere alla rivoluzione(seppure in casi determinati come p.e. quella cubana) alle insurrezioni (comequella delle ferrovie del 1877), alla creazione di associazioni sindacali realmenteantagoniste e anti-capitalistiche (come l’IWW) ma soprattutto dell’azione direttanon violenza (che comprende sit-in, marce, picchettaggi etc.).

La sua efficacia e presto spiegata:

210

Page 211: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1) disturba lo status quo;2) rende manifesta la rabbia degli oppressi;3) denuncia l’inefficacia delle riforme gradualistiche e infine4) obbliga le classi politiche ad agire repentivamente per evitare degenerazio-

ni violente.

3. Antagonismo politico

Anche l’antagonismo ha bisogno di una nuova formulazione, alla quale e pos-sibile pervenire facendo riferimento alla New Left e quindi ai movimenti no-war,ai movimenti per i diritti civili, a organizzazioni come la CIO ma all’interno di uncontesto filosofico di tipo anarco-marxista che sappia amalgamare l’anti-autori-tarismo, l’abolizione dello Stato e l’estinzione di ogni coercizione. (storicamentesecondo Zinn un buon esempio e offerto dal Black Power).

Dando per scontata l’avversione dell’A. per il liberalismo (e quindi per la de-mocrazia rappresentativa) Zinn poneva l’enfasi ora nel 1969 sui negri quale sog-getto rivoluzionario (in anni piu recenti sui movimento no-global) indicando nel-le tattiche di guerriglia politica una metodologia adeguata alla sovversione graziealla quale si sarebbero potute creare TAZ all’interno delle istituzioni. Indipen-dentemente dagli auspici politico-rivoluzionari di Zinn, l’importanza della matri-ce anarchica nella genesi del pensiero dellla storia USA e ulteriormente confer-mata dalla centralita della figura di Read al quale l’A. dedico un articolo apolo-getico nel 1971, articolo nel quale non risparmiava elogi alla Goldmann e aWinstanley e — naturalmente — alla filosofia anarchica in quanto tale capacedi ‘‘perseguire la miscela di ordine e spontaneita’’, in grado di ‘‘porre in armoniacon noi stessi, con gli altri e con la natura’’ (p. 397, filosofia sorta ‘‘nei giorni piusplendidi della civilta occidentale’’ (p. 388).

Se questa ereditae stata — in parte — fatta propria dalla New Left negli anni’60/’70 (ed e stata in parte tradita e normalizzata) la nascita del movimento no-global costituisce la rinascita di quelle aspettative, movimento nel quale l’A. hapreso parte attiva a partire dagli anni ottanta (contro — p.e. — la politica di Rea-gan contro il Nicaragua, contro la guerra del Golfo e dell’Iraq) indirizzando ipropri strali verso l’FBI, verso la Cia, verso le istituzioni militari in toto e nei con-fronti delle corporations.

4. Obbedienza

L’obbedienza alla legge deve venire meno quando ci si trova a dover subire

211

Page 212: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

una palese ingiustizia (come nel caso dell’atto di disobbedienza civile fatto daO’Brian nel ’66) poiche i fini verso i quali indirizzare la propria vita non possonoche essere la liberta e la felicita e, nella misura in cui stato e leggi ostacolano pe-santemente questi traguardi, la resistenza e legittima (Zinn cita il personaggio diFurore). D’altronde, come si puo pretendere o esigere il rispetto della leggequando questa e costantemente violata da chi ne dovrebbe essere il tutore? Per-che — si domanda pleonastiamente l’A. — Hiss e stato condannato per falsa te-stimonianza e Helms — ufficiale Cia — e stato assolto? 1 Le azioni esemplari diKing e quelle altrettanto significative di Berrigan (ma meno note) sono azioni didisobbedienza sacrosante. D’altra parte, di fronte a oligarchie che decidono lelinee guida della politica estera del proprio paese (senza neppure consultare lasocieta civile), cosa ci si puo aspettare se non la resistenza? C’e semmai da ram-micarsi per il fatto che le azioni di resistenza siano cosı poco numerose rispettoalla frequenza con la quale la societa civile si sottomette alle leggi piu ingiuste (einteressante rilevare che un gran numero di esempi di amori di opposizioni si siaverificate nel contesto dell’istituzione militare).

Frequenza che solo qualche carismatico personaggio (come Tolstoj e Tho-reau) riesce a interrompere. Il nostro reale problema consiste proprio nella faci-lita con la quale la societa civile finisce per assuefarsi alle ‘regole del gioco’, alleregole di uno Stato che adotta una sorta di bipolarismo totalitario (p. 266) tra-dendo completamente la Bill of Rights (che — al contrario — solo gli attivisti)come la Goldman, l’IWW tengono viva). D’altronde — per l’A. — esiste un di-vario incolmabile tra le parti migliori della societa civile e le istituzioni, la mag-gior parte delle quali (dalla Cia all’Fbi, da quelle militari a quelle politiche perarrivare alle convivenze tra magistratura e corporations) sono sia da criticaresia da rifiutare 2 poiche in ultima analisi ‘‘stato e politica stanno dalla parte deiricchi e dei potenti’’ e il capitalismo e solo la storia dello sfruttamentoe su scalaplanetaria.

5. Anti-realismo politico

Che l’A. rigetti i presupposti del realismo politico e alla luce di quanto dettoovvio. Al contrario, le motivazioni che porta a sostegno del proprio punto di vi-

212

1 Come insegna la tradizione socialista e anarchica la legge tutela i privilegi dei piu potenti eperseguita i piu deboli per reati incomprenibili. L’A. allude al reato di bruciare la bandiera USA oalle manifestazioni anti-patriottiche.

2 Kissinger, Nixon, Rockefeller sono solo criminali istituzionalizzati mentre attivisti politici co-me Sinclair sono eroi perseguitati.

Page 213: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

sta non sono altrettanto scontate. Chi condivide i presuppsti del Realismo poli-tico (da ora in poi RP) tende ad accettare lo status quo e tende a rifiutare un sanoscetticismo che ci mette nelle condizioni di comprendere l’impossibilita di avereuna visione comprensiva della realta e nello stesso tempo ci mette nelle condizio-ni di comprendere come ogni descrizione sia anche una prescrizione. In secondoluogo, una interpretazione della realta storica anti-realista denuncia — a chiarelettere — l’inacettabilita di ogni politica che pretenda il conseguimento e l’am-pliamento del potere (al di la della retorica relativa all’interesse nazionale). Pro-prio servendosi dell’arte dell’inganno — o della volpe direbbe Machiarelli — leelites mantengono la stabilita del potere. In particolare il ruolo dei consiglieri eanche quello di costruire menzogne raffinate (l’A. cita Schlesinger Jr), inganniche hanno trovato in Kissinger un maestro ineguagliato. D’altronde, le motiva-zioni addotte per legittimare l’uso dell’atomica, risultano palesemente false vistoche l’unica reale motivazione era l’accrescimento del potere, accrescimento alquale — p.e. — hanno contribuito scienziati come Teller o von Braun — accre-scimento al quale la poltica USA ha dato un contributo determinante con la dot-trina Monroe. Naturalmente lo strumento d’elezione, per questo nefasto traguar-do, e lo strumento della guerra che per l’A. ‘‘e un male troppo grande per potereessere giusta’’, uno strumento che — fra l’altro — reprime il dissenso che si ma-nifesta contro il suo ultimo (d’altra parte anche la demogogia relativa alla guerragiusta e solo una sciocca menzogna). L’unica soluzione possibile e la manifesta-zione del dissenso, attraverso la diserzione (che l’A. difende), la guerriglia 3 (cheattua una violenza selettiva), attraverso la resistenza non violenta ma anche attra-verso la contro informazione come quella attuata dall’A. allorche reinterpreta lastoria americana — e in particolare la II Guerra Mondiale e il Vietnam — allaluce dell’anti-realismo.

213

3 Zinn, a tale riguardo, afferma che esistono situazioni nelle quali ‘‘un uso limitato e miratodella violenza’’ puo essere giustificato.

Page 214: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

8. NOTE SUL DISSENSO DI RUSSELL

Fin dalla prima Guerra Mondiale, l’A. espresse chiaramente la propria ade-sione al pacifismo raccogliendo — nel luglio del 1914 — numerose firme perpersuadere la classe dirigente inglese a dichiararsi neutrale. La lettera del 15 ago-sto dello stesso anno fu ancora piu esplicita: infatti in essa espresse una condannanetta del patrottismo che avrebbe condotto la nazione ad un inutile massacro.Tuttavia la posizione di Russell non accolse mai le istanze del pacifismo radicaleperche era persuaso che la guerra fosse legittima come arma di difesa. Per evitaredi ricorrere ad essa espressa la speranza che la nascita di un’organizzazione intel-letutale avrebbe posto fine alla guerra, proposta alla quale affianco la difesa dellaresistenza passiva (come indicato da Tolstoy). Nel 1916 l’A. lavoro a fianco dellaNo Conscription Followship — di cui divenne il suo portavoce — e grazie allaquale difese il renitente Everet. Sempre nello stesso anno — insieme a KatherineDudley — scrisse una lettera a Wilson per promuovere la pace tra le nazioni. Nelgennaio del 1918, in una lettera al ‘‘The Tribunal ’’, l’A. invito al boicottaggio ilavoratori di una fabbrica d’armi presente nel South Wales, a causa della quale fucondannato a sei mesi di prigione. Anche per l’A,. l’educazione avrebbe potutosvolgere un ruolo rilevante se fosse stata volta al controllo degli istinti aggressivi ese fosse stata affiancata — a livello politico — da una sorta di parlamento dellenazioni in grado di risolvere pacificamente i conflitti. L’insieme di questi stru-menti avrebbe potuto dare un colpo mortale al militarismo — causa di codardia,amore per il dominio e per il sangue — e al capitalismo vera causa delle guerremoderne 1.

L’inizio della guerra fredda fu fonte di enorme preoccupazione per l’A. alpunto che — a partire dal 1º marzo 1954 con l’esperimento nell’atollo di Bikini— Russell arrivo a considerare gli USA assai piu pericolosi della Russia. Per pre-venire il rischio di una guerra nucleare — nell’agosto del 1954 — l’Assocazioneparlamentare per il governo mondiale invio una lettera per sensibilizzare le elitescontro il rischio nucleare e — a attivare dal 1957 — il suo attivismo anti-nucleareche si concretizzo nella conferenze Pugwash, nella direzione della CND, nel cer-

214

1 Un esempio concreto di pacifismo nazionale lo trovo nell’atteggiamento neutrale della Da-nimarca durante il II conflitto mondiale.

Page 215: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

care una coesione di intenti e metodi fra le varie associazioni pacifiste, nell’inci-tare alla disobbedienza civile (agosto nel 1961), nel cercare una soluzione dicompromesso tra Kennedy e Kruscev durante la crisi di Cuba e tra Nehur e Ena-li (nel novembre del 1962) per la soluzione del problema del Kashimir. Durantela guerra del Vietnam — e piu esattamente nel 1966 — chiese l’istituzione di untribunale internazionale per incriminare gli USA per crimini contro l’umanita.

215

Page 216: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

9. NOTE SUL DISSENSO PACIFISTA DI A.J. MUSTE

Come e noto la svolta politica dell’A. si concretizzo a partire dal 1914 quan-do, divenuto pastore della chiesa congregazionale, non pote accettare — sotto ilprofilo morale e religioso — l’entrata in guerra dell’Europa, alla quale contrap-pose un misticismo quackeriano — che lo allontanera definitivamente dalla chie-sa congrezialista a partire dal 1917. L’allontanamento lo mise nelle condizioni diimpegnarsi con l’Unione dei diritti civili americana e lo indusse a tutelare — nel1919 — gli scioperanti tessili di Lawrence. A partire da questa esperienza di dis-senso sindacale, l’A. nel 1920 divento direttore del Collegio di Brookwood emuovendosi nell’ambito della riforma sindacale, contribuı alla fondazione nel1929 della CPLA che, nel volgere di pochi anni, sarebbe diventata una dellepiu importanti organizzazioni comuniste rivoluzionarie dei lavoratori, organizza-zioni dalla quale nacque — in collaborazione con Janes Cannon — il Partito deilavoratori trotzkisti. Tuttavia — a seguito del viaggio fatto in Europa nel 1936per incontrare Trotsky — muto profondamente il proprio orientamento ideolo-gico aderendo al pacifismo religioso non violento e divenendo — nel 1940 —segretario esecutivo della FOR (incarico che mantenne fino al 1953), organizza-zione con la quale difese l’eguaglianza razziale, i diritti civili, i renitenti alla leva(durante la II Guerra Mondiale) e alla quale affianco il Comitato di Azione nonviolento 1. Anche la marcia della pace del 1961 — da San Francisco a Mosca —svolta con lo scopo di promuovere il disarmo unilaterale fu una tipologia di con-flittualita non violenta analoga a quella capitiniana, tanto quanto il sostegno dato— con la Brigata Mondiale della Pace — ai movimenti di liberazione nello Zam-bia e in Tanzania 2 o alla dimostrazione pacifica svolta a Saigon 3 nel 1966 perprotestare contro la guerra del Vietnam 4. In conclusione, l’A. seppe abbinare

216

1 Con il quale protesto per contro gli esperimenti nucleari nel Pacifico anticipando — sotto ilprofilo delle modalita operative — Greenpeace.

2 Qui — in stretta collaborazione con Scott e Narayan — realizzera un centro di addestramen-to per l’azione non violenta.

3 Qui ebbe modo di incontrare i piu autorevoli rappresentanti del buddhismo e del cattolice-simo antimilitarista.

4 Nel gennario del ’67 incontrera HO Chi Minn ad Hanoi per instaurare una trattativa politicavolta a porre fine al conflitto.

Page 217: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

— lo ribadiamo — in un’ottica di pacifismo radicale la lotta per la giustizia so-ciale con quella per i diritti civili, utilizzando l’ampia gamma delle modalita ope-rative tipiche della conflittualita non convenzionale.

217

Page 218: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

10. NOTE SUL DISSENSO DI ALDOUS HUXLEY

Il saggio oggetto del nostro interesse — nella vasta produzione dell’A. — e‘‘Scienza, liberta e pace (edito nel 1946 alla conclusione della II Guerra Mondia-le).

Come per altri volumi presi in considerazione in questo saggio riorganizzere-mo il contenuto del testo huxleyano secondo una logica tematica non alfabetica.

Scienza e Potere. Nel corso dell’epoca moderna il connubio tra S & T ha con-sentito agli Stai di conseguire una coercizione amplissima attraverso l’applicazio-ne in ambito militare contribuendo a ridurre la liberta individuale.

Potere e informazione. Contrariamente alle comuni illusioni la stampa e tutt’al-tro che libera poichee asservita ai potentati economici e ai partiti politici. Anchela radio possiede una liberta fasulla ed esercita un potere superiore a quello dellacarta stampata determinando una progressiva assuefazione psicologica da partedella societa civile.

Capitalismo. L’economia capitalistica ha trovato nella Finanza e nella industriacentralizzata i suoi piu preziosi alleati. D’altra parte anche nel socialismo di Statola centralizzazione sarebbe o analoga o addirittura superiore privando in tal mo-do la societa civile di qualsiasi liberta. Anche lo scientismo — che vorrebbe su-perare le angustie ideologiche del capitalismo e del socialismo — e destinato afallire perche porterebbe la societa a una sorta di dittatura tecnocratica(pp. 49/50).

Nazionalismo. Anche questa e una ideologia sommamente errata poiche condu-ce ‘‘alla negazione della morale’’ negando l’esistenza di un unico Dio e negandovalore all’essere umano. I suoi principi sono incompatibili con la dignita umana.

Gli attori della politica estera. Al di la della retorica coloro che pianificano lapolitica estera hanno una puntualita da gangster e la loro intelligenza non vaal di la di quella di un delinquente di 14 anni. Proprio per questo i conflittitra Stati non sono altre che conflitti tra bande di gangesters rivali (pp. 59/61).

218

Page 219: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Coscienza. Proprio attraverso di essa gli Stati nel corso dei secoli sono riusciti aportare avanti i loro obiettivi di conquista. La sua nascita si spiega con l’esigenzadi ‘‘irrigimentare e controllare i suoi sudditi’’ (p. 62).

Preparazione alla guerra. Questa ha sempre fornito — e sempre fornira —un’ottima occasione per ‘‘sviare l’attenzione del popolo dai prori interessi a quel-li esteri e militari’’ soprattutto attraverso un’accurata propaganda irraggiante al-l’odio.

Alternative. In primo luogo la comunita scientifica dovrebbe fare ODC e quin-di rifiutarsi di prestarsi ad essere utilizzata a farne della crescita dell’apparatobellico; in secondo luogo — di fronte alla scienza applicata una futura organiz-zazione internazionale di scienziati e tecnici dovrebbe farsi carico di elaborareun codice di condotta che vieti l’uso della applicazione militiari; in terzo luogo,sostituire la fonte energetica usuali con quelle alternative (eolica e solare) cercan-do di valutare i pro e i contro dell’uso pacifico dell’esigenza nucleare; in quartoluogo l’umanita dovrebbe dedicarsi — a livello religioso — al culto di una reli-gione perenne (diremmo massonica, ndr) per superare tutte le divisioni; in quin-to luogo scartando a priori qualsiasi opposizione al sistema violento — adattarel’ANV e l’unico metodo di resistenza accettabile; in sesto luogo sara necessariosopprimere il male all’interno dell’anima individuale, ‘‘per sopprimere la tenta-zione della potenza, la tentazione delle idolatrie’’ (p. 15); in settimo luogo saraopportuno — in opposizione al centralismo dello Stato — valorizzare ‘‘l’autono-mia dei gruppi, l’organizzazione cooperistica indipendente, l’autonomia econo-mica regionale’’ (p. 17). Infine l’essere umano dovra rendersi conto che il pro-gresso tecnico e pura illusione poiche l’aspetto centrale e quello dello spirito.

219

Page 220: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

11. NOTE SULLA CONFLITTUALITA NON CONVENZIONALEIN HERBERT MARCUSE *

Ben lungi dal voler esporre in modo sistematico la riflessione filosofico-poli-tica dell’autore, ci limiteremo ad indicare quali debbano essere le modalita ope-rative dell’antagonismo.

Partendo dalla costatazione dell’esaurimento politico sia della democraziarappresentativa che della forma partito, l’autore — consapevole della immuniz-zazione del sistema di fronte ai movimenti emergenti degli anni sessanta e settan-ta, formula l’auspicio di una contaminazione teorico-operativa proficua tra anar-chismo e marxismo sottolineando come il terreno di lotta non potra che essereda un lato, il contesto extraparlamentare attraverso la realizzazione di controisti-tuzioni (radio, televisioni, stampa etc.) locali e non, usando tutta la gamma delletattiche della conflittualita non convenzionale: picchetti, boicotaggi, sit-in, tea-chin e dall’altro lato la organizzazione di campagne politiche a favore di candi-dati progressisti — promuovendo in tal modo una infiltrazione all’interno delleistituzioni parlamentari; entrambe queste modalita operative dovranno esserecoordinate da gruppi che non riproducano al loro interno le dinamiche gerarchi-co-autoritarie tipiche dei partiti di massa. Complessivamente l’A. ritiene che solouna combinazione tra riformismo gradualistico e radicalismo possa fare implode-re il sistema su lungo periodo.

220

* Fonte: Herbert Marcuse, Oltre l’uomo ad una dimensione, Il manifestolibri, 2005 (pp. 286/287).

Page 221: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

12. IL DISSENSO NON CONVENZIONALENEL CONTESTO DEI NETWORK AMERICANI

1. Alternet

Nato come network indipendente nel 1998 benche sia associato all’IMI - hatrovato in Bernard, Blain, Caruso, Greenwold e la Triano i suoi piu significativiesponenti. Come la gran parte dei network anti-global anche Alternet promuove:

1) la difesa dell’ambiente secondo una interpretazione ecologista radicale;2) i diritti umani secondo l’interpretazione di HRW;3) la liberta di espressione del dissenso

e

4) pubblicazioni progressiste.

A livello di modalita operativa antagonista, il network statunitense coordina emobilita l’attivismo attraverso manifestazioni, dibattiti via e-mail e possiede oramai un bacino di utenti che travalica il milione di persone. E evidente che i prin-cipali bersagli di Alternet siano i mass-media reazionari e la pubblicistica perio-dica militarista. A tale scopo, attraverso le armi della guerra psicologica, il net-work attua campagne contro-informative contro le istituzioni per alimentare ildissenso interno.

2. IAC

Nato nel ’92 grazie a Ramsley Clark si e dimostrato essere uno dei piu attivinetwork antagonisti americani che fra le sue finalita vi sia l’opposizione all’impe-railismo USA e in particolare alla guerra attualmetne in corso in Iraq e ampia-mente prevedibile. Piu interessante sono le campagne finalizzate a difendere idiritti delle minoranze sessuali, a protestare contro le sanzioni USA nei confrontidi Cuba e la campagna di DC organizzata a Puerto Rico contro la presenza del-l’US Navy.

221

Page 222: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. USLAW

Nata nell’ambito del sindacalismo antagonista americano, l’USLAW non usamezzi termini nel criticare:

1) la manipolazione del governo USA delle paura per legittimare in tal modoi provvedimenti del Patriot Act;

2) la progressiva erosione dei diritti;3) la indubbia pericolosita della nuova dottrina della sicurezza nazionale nei

confronti della democrazia;4) la partecipazione alla guerra in Afghanistan e in Iraq

e

5) l’utilizzazione della guerra come volano per l’economia.

In alternativa, propone un ritorno al socialismo di Stato finalizzato al ripristi-no del Welfare State e sostiene la assoluta necessita di utilizzare le risorse econo-miche destinate alla guerra a favore di una nuova politica sociale ed economica.

4. PGA

Anche il PGA e uno dei piu noti e influenti network antagonisti. Sorto a Gi-nevra nel febbraio del ’98 come coordinamento di network anti-globalizzazione,e divenuto in breve tempo una delle piu efficeienti reti globali volte a promuo-vere la cultura dell’antagonismo al capitalismo attraverso l’azione diretta e la DC.

A tale scopo, e stato in grado di coordinare ben 6 dimostrazioni in cinquediversi continenti contro il G8, l’OMC e la BM. Come recita il Manifesto — re-datto nel 2002 e assai piu articolato rispetto allo statuto originario — il PGApromuove la resistenza di base (ovunque si manifesti), si batte contro una con-cezione autoritaria e patriarcale della famiglia, si esprime a favore di una econo-mia decentrata, rifiuta la mercificazione della cultura e l’utilizzazione della ricer-ca scientifica a favore del capitalismo, proponendo come alternativa l’accesso li-bero della societa civile alla ricerca scientifica.

Infine, di fronte alla militarizzazione 1 dello Stato e alla politica della NATO,il PGA indica nella educazione antagonista una possibile via di uscita dal tunnel

222

1 Interessante l’articolo di Frei — del 2000 — nel quale l’attivista di Alternet chiede che Bushvenga processato per crimini contro l’umanita da un tribunale analogo a quello di Norimberga.Tale richiesta rientra coerentemente nella unitaria contro-informazione americana ed europea vol-ta a individuare profondi elementi di continuita tra il nazismo e la attuale politica americana.

Page 223: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

capitalista. A livello di referenti culturali il PGA si fa portavoce della opinionedei piu noti intellettuali antagonisti: Chomsky, Klein, Shiva, Vidal, Wallerstein,Ramonet mentre a livello di alternativa globale esprime il proprio plauso alleproposte di Ademosky.

223

Page 224: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 225: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Parte Nona

Page 226: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 227: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. PREMESSA

Allo scopo di evitare dannosi equivoci — che potrebbero inficiare la serietametodologica del nostro lavoro — e opportuno precisare che non e nostra inten-zione fornire una introduzione storico-politica o filosofica politica degli autoriconsiderati perche lo scopo del nostro lavoro e quello di individuare solo queglielementi che sottolineano la centralita della conflittualita non convenzionale nel-l’ambito della riflessione gandhiana e mandeliana.

227

Page 228: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. MODALITA OPERATIVE DELLA CONFLITTUALITANON CONVENZIONALE IN GANDHI

1. La dissobedienza civile

Secondo l’A. la DC e la ‘‘la violazione non violenta civile delle leggi immoralie oppressive’’. Esplicitamente l’A. fa riferimento a Thoreau al quale attribuisce ilmerito di avere coniato l’espressione e di avere dato un contributo determinanteallo sviluppo della DC. Tuttavia, allo scopo di ampliare il raggio di azione dellaDC, l’A. ne legittima l’uso nei confronti di tutte le leggi ingiuste. Naturalmentecome la non collaborazione anche la DC fa parte del Satyagrah ma, a differenzadella non collaborazione, essa puo essere praticata soltanto ‘‘da pochi elementiselezionati’’.

Concretamente essa si puo attuare:

a) rifiutandosi di pagare le tasse;b) rifiutandosi di riconoscere l’autorita dello Stato;c) entrando nelle zone militari;d) organizzando picchettaggi nelle zone proibite.

Se la DC e di massa questa puo attuarsi:

1) solo in una ‘‘atmosfera di calma’’;2) ‘‘puo essere praticata per fini egoistici’’;3) richiede un’elevata capacita di autocontrollo4) deve essere praticata in modo aperto.

Indipendentemente dal fatto che la DC sia individuale o di massa, questa puoessere difensiva e offensiva. Quella offensiva si attua nella mancanza di rispettodeliberato verso le leggi mentre quella difensiva si articola attraverso la ‘‘forma-zione di corpi volontari, l’organizzazione di manifestazioni pubbliche e la pub-blicazione di articoli’’ che incitino alla DC.

2. Le brigate non violente

Per attuare al meglio la DC sarebbe opportuno creare ‘‘un esercito volontario

228

Page 229: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

non violento composto da migliaia di uomini’’ che su lungo pericolo possa sosti-tuire sia l’esercito che la politica.

Le BNV devono:

1) impegnarsi in attivita costruttive;2) devono cogliere ogni occasione per ‘‘riconciliare le comunita tra loro’’;3) devono ‘‘sviluppare una campagna a favore della pace’’.

I requisiti dei volontari delle BNV sono:

1) fede in Dio;2) fede assoluta nella non violenza;3) rispetto per tutte le religioni;4) ogni volontario deve essere una persona di provata lealta ed onesta;5) i membri fra di loro devono coltivare rapporti fraterni;6) ogni membro deve avere gli stessi diritti;7) la formazione di un carattere moralmente forte e tenace e indispensabile;8) nessun volontario deve portare armi;9) deve essere disposto a farsi uccidere piuttosto che uccidere;

10) il volontario della BPN deve dedicarsi ‘‘a curare i malati, a salvare le per-sone in pericolo e a pattugliare i luoghi minacciati’’ e infine

11) il volontario delle BPN ricevera un’educaizone allo yoga.

3. Tecniche non violente

In questo contesto l’A. ha incluso il picchettaggio, il boicottaggio, il sabotag-gio e lo sciopero.

Picchettaggio. Deve avvenire in modo silenzioso, non si devono usare espressio-ni offensive nei confronti dell’avversario, e necessario distribuire materiale pro-pagandistico in quantita elevata, bisogna porsi in modo ottimistico rispetto agliscopi che ci proponiamo e bisogna evitare — quando si svolge il picchettaggio— di effettuarle creando cordoni che impediscano il passaggio.

Boicottaggio. Bisogna applicarlo in modo tale da paralizzare le attivita centralidi uno stato (applicandolo p.e. alle scuole e ai tribunali) evitando che esso si tra-muti in boicottaggio di rappresaglia — tipologia ritenuta dall’A. non conforme aiprecetti della NV — o in boicottaggio sociale. Al contrario, tecnicamente parlan-do, il boicottaggio politico e ampiamente legittimo.

Sabotaggio. Questa tecnica di opposizione deve essere rifiutata perche violentae perche si attua in forma clandestina.

229

Page 230: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Sciopero. E evidente che l’unica forma di sciopero valido — per l’A. sia quellonon violento che deve alternarsi a regole chiare e semplici:

1) deve esistere ‘‘un motivo reale di scontento’’;2) chi sciopera deve essere in grado di mantenersi a livello economico;3) a livello di programma lo sciopero deve rendere pubbliche le proprie ri-

chieste;4) lo sciopero non violento deve evitare azioni sediziose;5) gli scioperi economici sono sı legittimi ma devono essere usati come ultima

ratio;6) anche gli scioperi politici sono validi ma devono essere praticati in modo

autonomo da quelli economici.

4. La lotta non violenta come opposizione alla invasione 1

Chi pratica sinceramente la NV non puo prestare servizio militare e deveostacolare la presenza militare straniera nel modo seguente:

1) impedendone il passaggio creando ‘‘alle frontiere un muro vivente di uo-mini e donne che invitino l’invasione a passare su di loro’’;

2) rifiutandogli qualsiasi rifornimento;3) preferendo la propria morte alla sottomissione;4) la non violenza deve essere praticata con la convinzione che possa conver-

tire anche i despoti piu sanguinari;5) la lotta non violenta deve essere praticata anche partendo dal presuppo-

sto che il despota prima o poi si stanchera di uccidere gli attivisti non vio-lenti;

e infine

6) l’attivista non violento deve andare incontro alla morte severamente.

230

1 A tale proposito l’A. invintera il popolo inglese — nel luglio del 1940 — ad attuare il propriometodo contro la dittatura hitleriana: ‘‘Vi invito a combattere il nazismo senza armi (...) a lasciareloro che si impadroniscano della vostra della isola e (...) se non vi lasciaranno uscire, voi insiemealle vostre donne e ai vostri figli vi lasciarete uccidere piuttosto che sottomettervi’’. Una indicazio-ne analoga la diede, nell’ottobre del ’38, ai cecoslovacchi e, nel novembre dello stesso anno, agliebrei tedeschi.

Page 231: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. Il dissenso politico

Se e doveroso criticare le ingiutizie socio-economiche nel mondo e altrettantoevidente — per l’A. — che queste non potranno esser risolte ricorrendo alla vio-lenza (in tal senso il ricorso alla violenza, da parte dei bolscevichi, fu completa-mente rigettato da Gandhi). Indubbiamente l’eliminazione della proprieta priva-ta costituisce un primo passo nella direzione di superare le ingiustizie tantoquanto il consegimento della eguaglianza economica. A tale proposito, l’A. con-divise una sorta di socialismo religioso non violento grazie al quale il capitalismodovra essere superato (la sua adesione all’ideale socialista sara resa esplicita —p.e. — nell’aprile del ’40) come dovra essere superata l’attuale forma di demo-crazia che costituisce ‘‘un paravento per mascherare le tendenze marxiste e fasci-ste dell’imperialismo’’. La democrazia auspicata dall’A. dovra essere strutturatacome ‘‘un cerchio oceanico al cui centro dovra trovarsi l’individuo’’ e nella qualeil decentramento sara attuato a livello di villaggio (nel cui ambito il lavoro dellaKhaddar sara determinante).

A livello etico-politico la centralita dell’individuo e fondamentale per l’A. co-me e fondametnale il conseguimento di uno spirito critico elevato — a tal puntoda accettare solo l’autorita della ragione e della voce interiore — unitamente allaassoluta necessita di cooperare con gli altri (anche attraverso il lavoro manuale lacui importanza in Gandhi e assai rilevante). Tutto cio sara possibile solo in uncontesto sociale che rifiuti l’industrializzazione moderna che, per affermarsi, ne-cessita della violenza (per proteggere i macchinari), della volonta di egemonia edella realizzazione di un ambito lavorativo alienante.

A tale proposito, l’A. pur condividendo gran parte delle critiche marxiane alcapitalismo (come condivise anche l’analisi delle cause delle guerre) non accettomai ne l’espropriazione ne lo strumento della lotta di classe perche entrambiavrebbe comportato l’uso della violenza rivoluzionaria. Poc’anzi parlavamo dellacentralita dell’individuo: ebbene per l’A. l’individuo puo esprimersi liberamentequanto piu il potere dello Stato viene limitato. Non desta alcuna sorpresa allora— se l’A. — su lungo periodo — auspicasse — come Thoreau e Proudhon —l’estinzione dello Stato, mentre su breve periodo auspicasse la realizzazione diuno stato non violento.

6. Formazione

La gran parte degli specialisti concordano nel ritenere che le influenze cultu-rali determinanti nella elaborazione del pensiero dell’A. siano state le seguenti:

231

Page 232: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1) la religione Giaimista e il principio del Ahisma;2) la riflessione tolstojana sulla non violenza;3) la riflessione evangelica;4) la Bhagavadgita e l’Upinishad (a partire dal 1909);5) le riflessioni politiche di Ruskin;6) le riflessioni dell’anarco individualista Thoreau e del trascendentalista

Emerson.

7. Distinzione tra Satyagraha e Resistenza passiva o Duragraha

Anche confrontandosi con Ghose l’A. dovette chiarire tale distinzione e lofece nel seguente modo: mentre la S. si affida alla verita, ed ha quindi un fonda-mento religioso 2 — ed esclude l’uso di qualsiasi forma di violenza — al contrariola resistenza passiva non ha un fondamento ne metafisico ne religioso, non esclu-de l’uso della forza e che ne fa uso diviene impaziente perche desidera vendicarsidel nemico, costruisca la propria azione sulla rivalsa, soggiace al peccato e allaarroganza, alla collera e al disprezzo.

232

2 Colui che pratica la S. ‘‘deve essere capace di amare la creatura piu crudele come ama sestesso’’ e cioe possibile solo se la punizione personale e stata raggiunta.

Page 233: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. MODALITA OPERATIVE DELLA CONFLITTUALITANON CONVENZIONALE IN MANDELA

L’analisi — necessariamente sintetica — del percorso antagonista dell’A. ciconsente di illustrare l’efficacia — sul piano strettamente strategico ed alienada qualsiasi presa di posizione politica — dell’utilizzo della conflittualita nonconvenzionale in tutta la sua complessa articolazione.

1. Orientamento ideologico

Il nazionalismo moderato ha costituito l’elemento ideologico di base di tuttala elaborazione politica dell’A. insieme all’utilizzo — esclusivamente sotto il pro-filo metodologico — del materialismo dialettico. Entrambe le componenti (il na-zionalismo e il materialismo) sono state situate contestualmente all’interno di unacornice giuridica di tipo democratico parlamentare.

2. Modalita operative

In un primo momento — seguendo apparentemente la lezione di Gandhi —Mandela attuera la resistenza passiva (a partire dal 1946) inserita in una organiz-zazione di massa ma priva dei presupposti religiosi gandhiani. In realta, il riferi-mento a Gandhi fu puramente formale come si evince chiaramente dalla consa-pevolezza — da parte dell’A. — che il metodo non violento doveva essere calibra-to a seconda delle circostanze e non doveva essere usato in modo indiscriminato.

In un secondo momento — di fronte alla reazione delle autorita — l’A. pro-mosse l’abbinamento della resistenza passiva alla disobbidienza civile, facendolargo uso del boicottaggio, dello sciopero e della astensione dal lavoro, attraversoun coinvolgimento trasversale a livello politico e sociale organizzato secondo unalogica a cellule (presenti in modo capillare sul territorio).

In una terza fase — preso atto della inefficacia sia della RP che della DC —promosse la formazione di una organizzazine clandestina guerrigliera (la MK)che praticava tutta la gamma tipica della guerra non convenzionale (organizzatasulla falsariga del FLN algerino) passando dal sabotaggio al terrorismo.

233

Page 234: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Dal punto di vista addestrativo l’esperienza dei sei mesi maturata a contattocon i gruppi guerriglieri etiopi (ed in particolare sotto la direzione di Befikadu)sara operativamente decisiva e completera la formazione teorica che aveva svoltoda autodidatta sui testi di Roca, Reitz, Mao, Che Guevara e Castro.

A livello di pianificazione operativa tattica, i bersagli delle azioni terroristichedel MK rientravano pienamente nella manualistica delle guerriglia e cioe attaccoa installazioni militari, a centrali elettriche, a linee telefoniche e infine a collega-menti viari.

Nella quarta fase, trattandosi di una organizzazione clandestina, l’A. condusseuna doppia vita dedicata ora alla guerra non ortodossa — e alle riunioni clande-stine — ora alla organizzazione di comizi pubblici, alla stesura di manifesti po-litici dalle persuasive idealita (si veda p.e. la Carta della Liberta) ora alla costru-zione di alleanze internazionali — occulte e non — volte al sostegno economico,politico e militare (sia sufficiente fare riferimento ai numerosi viaggi fatti in Etio-pia, Egitto, Tunisia, Sierra Leone, Liberia, Ghana e Senegal) ora alla sensibiliz-zazione politica conseguita con il viaggio in UK (dove prese contatto con gior-nalisti simpatizzanti e rappresentanti politici della sinistra laburista inglese) oraall’indottrinamento politico rivolto alle giovani generazioni, ora infine al coinvol-gimento delle donne in manifestazioni di massa (particolarmente efficaci sul pia-no simbolico).

Nella quinta fase prima di essere imprigionato, l’A. ebbe la capacita politica diservirsi dell’aula del tribunale per ridicolizzare e demonizzare insieme l’avversa-rio applicando le tecniche tradizionali della guerra psicologica, tecniche che ver-ranno congelate per un lungo periodo durante gli anni di detenzione.

3. Modalita operative delle istituzioni

In primo luogo, le istituzioni politiche promulgarono leggi ispirate all’apar-theid e quindi alla separazione sociale su base etnica; in secondo luogo, di frontealla graduale escalation di dissenso, anche le istituzioni politico militari attuaronouna strategia flessibile e graduata che si concretava ora nella proibizione di de-terminate organizzazioni politiche (si pensi all’efficacia del Soppression of Co-munism Act) ora nella infiltrazione di informatori ora nell’utilizzo di provocatoriper creare o alimentare dissidi interni; in terzo luogo, di fronte alla estensionesociale e geografica del dissenso le contromisure divennero piu repressive e siesplicarono nell’utilizzo della legge marziale, nella interdizione pubblica dei dis-sidenti, delle perquisizioni, nelle repressioni manu militari dell’opposizione finoalla realizzazione di riserve etniche che ampliavano il raggio d’azione dell’apar-theid. In quarto luogo, di fronte al sorgere del terrorismo, le istituzioni attraverso

234

Page 235: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

una progressiva militarizzazione del territorio, una repressione tipica delle ope-razioni di counter-insurgeney (repressione via terra e via aerea secondo le moda-lita delle forze speciali britanniche contro l’IRA), attivarono le squadre specialisenza porre loro vincoli giudicamente paralizzanti. In quinto luogo, le scelte po-litiche furono ispirate a scelte pragmatiche non disgiunte dal finanziamento clan-destino rivolto a gruppi paramilitari eterodiretti (come l’IFP e l’INKATA) e dal-l’intelligence per esercitare un’adeguata pressione politica interna volta a contra-stare la prosecuzione dell’attivita terroristica.

235

Page 236: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. NOTE SULLA CONFLITTUALITA NON CONVENZIONALEIN M.L. KING

1. Formazione culturale

A partire dal 1944 il saggio di Thoreau sulla DC esercito sull’A. una influenzadeterminante poiche gli permise di comprendere come non collaborare al malefosse fondamentale e come la DC potesse diventare uno strumento utilissimoper l’affermazione dei diritti civili. Sotto il profilo teologico Rauschenbusch consen-tı all’A. di comprendere la organicita del messaggio evangelico mentre Mounier co-stituira il completamento teorico necessario permettendogli di comprendere chesoltanto la ‘‘persona e reale’’. Quanto a Niebuhr, pur riconoscendone la grandezzaintellettuale, non fu — a parere dell’A. — in grado di capire che il vero pacifismo‘‘e una coraggiosa sfida lanciata contro il male dal potere dell’amore’’ (p. 29). Tut-tavia solo l’opera e la prassi di Gandhi costituiranno una vera e propria rivoluzionesulla vita di King grazie al concetto di Satyagraha, di resistenza non violenta e gra-zie alla possibilita di estendere l’amore evangelico a livello globale.

Anche gli scritti di Muste eserciteranno un’influenza maggiore di quanto l’A.non fu disposto a riconoscere. Sotto il profilo della innovazione tecnica dellaANV (e delle tecniche non convenzionali ad essa connesse) le innovazioni dell’A.furono assenti.

2. Modalita operative

In breve furono le seguenti:

1) boicottaggio (economico e non) volto a superare la segregazione razziale;2) assemblea degli attivisti attraverso la quale i partecipanti prendevano co-

scienza della propria dignita e della possibilita di decidere del propriodestino;

3) ciclostilati e bollettini interni;4) creazione di organizzazioni territoriali a base tematicha (p.e. la MIA);5) resistenza non violenta ‘‘attraverso la quale si disarmava l’avversario in-

debolendone il morale e pungolandone la coscienza’’ p. 101;

236

Page 237: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6) coinvolgere sempre la stampa locale e nazionale nelle manifestazionipubbliche;

7) lasciare sempre aperta la possibilita di contrattare con le autorita locali enazionali;

8) creare — la dove fosse possibile — un rapporto di fiducia con le autoritadello Stato;

9) sit-in;10) promuovere marce diurne o notturne coese nei metodi e negli obiettivi;11) usare i conti per dare coraggio agli attivisti e creare un clima di coesione;12) lettere-manifesto nelle quali gli aspetti essenziali del messaggio erano piu

volte ribaditi ed accompagnate da riferimenti religiosi;13) l’azione diretta e indispensabile per creare una crisi acuta nell’avversario

in modo tale da determinare in lui una tensione cosı alta da farlo cederefino a costringerlo ad affrontare la situazione;

14) gli attivisti devono essere educati all’uso sia della DC che all’uso dellaANV;

15) durante le manifestazioni la presenza dei poliziotti puo essere utile so-prattutto in caso di repressioni degli attivisti;

16) per determinare il collasso delle istituzioni carcerarie basta riempirle cioebasta promuovere arresti di massa;

17) promuovere azioni di pressione politica a livello locale o nazionale;18) fomentare il contrasto tra le istituzioni (p.e. tra la Camera dei Rappresen-

tanti e la delegazione dello Stato del Missisipi o tra le forze di polizia lo-cale e l’FBI);

19) coinvolgimento trasversale delle componenti religiose per globalizzare lerivendicazioni e per moltiplare l’effetto sulla opinione pubblica;

20) istigazione alla DC (sia nel caso della sgregazione razziale che nella oppo-sizione alla guerra).

3. Organizzazioni

L’A. — nella sua prassi non violenta — fara ampio uso di preesistenti orga-nizzazioni:

1) NAACP;2) SNCC;3) SCLC;4) Comunita di base religiose appartenenti alal cheisa americana metodista;5) Interdineminational Alliance della chiesa metodista;

237

Page 238: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6) ACHR

e infine

7) CORE

4. Connotazione ideologica

La posizione dell’A. si puo agevolmente connotare nel modo seguente:

1) Anti-segregazionista e anti-razzista;2) pacifista non violenta;3) anti-militarista (dagli anni Sessanta in poi);4) anti-marxista;5) anti-imperialista;6) a favore dell’ODC;7) contrario alla politica controrivoluzionaria americana in America Latina

e nel Sud est asiatico;8) assolutamente contrario alla teorizzazione e all’uso della violenza per

promuovere i diritti civili;9) a favore di un sistema economico misto;

10) assolutamente contrario all’anarchismo;11) a favore dell’ODC.

5. Reazione delle istituzioni

In gran parte furono analoghe a quelle delle associaiozni razziste come ilKKK e la John Birch Society:

1) vessazioni;2) intimidazioni;3) attentati terroristici;4) repressione violenta di manifestazioni pacifiche;5) diffamazione;6) pestaggi individuali;7) organizzazioni di contro-manifestazioni;8) intercettazioni telefoniche e postali (da parte dell’FBI);9) istigazione alla violenza allo scopo di rompere ogni coesione interna negli

attivisti;

238

Page 239: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

10) strumentalizzazione politica a fini elettorali (p.e. Kennedy o Johnson)11) eliminazione fisica degli attivisti.

6. Avversari o concorrenti (diretti e non)

Malcon X, Carmichael e i Black Power furono i concorrenti piu pericolosi perla leadership di King determinando profonde divisioni interne al movimento ne-gro.

Sotto il profilo ideologico Fanon e Lumumba non poterono trovare accoglien-za favorevole presso King a causa della centralita che la violenza rivoluzionariarivestiva all’interno del loro programma politico. Anche la ambigua neutralitadell’AFL-CIO suscito in King un profondo disappunto.

7. Nemici

Per quanto questa espressione non sarebbe stata gradita all’A., al di la dellaretorica pacifista ed evangelica, esistettero soggetti o istituzioni irriducibilmenteavversi alle ragioni di King. Vediamo in breve quali furono:

1) il KKK;2) la John Birch Society;3) gran parte delle forze di polizia locale (ed in particolare Clark e Rainey);4) i magistrati collusi con le ragioni del razzismo;5) il Partito Repubblicano (ed in particolare Goldwater);6) non pochi esponenti della Chiesa cattolica bianca indifferenti o addirittura

ostili alle rivendicazioni di King

e infine

7) Hoover direttore dell’FBI.

239

Page 240: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. POSTILLA

Riteniamo opportuno, da un punto di vista storico, chiarire la natura delleorganizzazioni vere, le modalita operative del dissenso dell’A. e la sua imposta-zione ideologica.

1. Organizzazioni

Prima dell’A. esisteva la NAACP nata nel 1909 dal Congresso di Niagara pro-mosso da Du Bois e di natura integrazionista. Con King nasce la SCLC fondatanel gennaio del 1957 con una connotazione di centro. Quanto al CORE (fondatoa Chicago nel 1943) che praticava l’azione diretta non violenta e al SNCC, an-ch’esso fondato da King, queste due organizzzazioni ampliavano il loro raggirod’azione comprendendo anche i diritti civili nel loro insieme.

Al contrario, le organizzazioni vere che praticarono l’uso della violenza rivo-luzionaria — e che quindi rientrano sia nella Agitazione sovversiva che nel ter-rorismo — furono il Black Power (fondato nel 1966 da Carmichael), il Movimen-to di Azione Rivoluzionaria (di Williams), i Musulmani Neri anti-integrazionisti eMalcom X anti-integrazionista e a favore della violenza.

2. Connotazione ideologica

Per l’A. la fede cristiana, oltre a costituire un fondamentale principio di sal-vezza personale, era ritenuto fondamentale come elemento di coesione sociale.Non a caso la impostazione data dall’A. al movimento fu incentrata sull’azionee sul perdono. A livello politico King, assunse una posizione di neutralita politicache venne meno di fronte al programma apertamente razzista del candidato pre-sidenziale repubblicano Goldwater. Proprio per questo l’A. fece convergere i vo-ti dei neri su Jonhson. Per quanto concerne la natura esatta del suo integrazio-nismo ,questo si differenzio da quello del NAACP poiche non era di natura eco-nomico politica ma religiosa e quindi strettamente legato alla dignita dell’uomocristianamente intesa. A tale proposito la genesi del razzismo — per l’A. non era

240

Page 241: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

da individuarsi all’interno delle istituzioni ma nell’ambito religioso: il peccato erainfatti la natura cristiana dalla quale scaturivano tutte le forze di odio. Adesso era— dunque — necessario contrapporre l’amore. Di qui il rifiuto dell’uso dellaviolenza e il rifiuto di edificare uno stato negro indipendente o un partito esclu-sivamente negro. Queste ‘soluzioni’ avrebbero infatti accentuato la contrapposi-zione tra persone incrementando l’odio.

3. Modalita operative

In linea di massima l’uso delle tecniche tipiche della ANV determinava:

1) il disagio psicologico delle elite al potere costringendole a prendere in esa-me il problema sollevato;

2) permetteva di sostituire l’odio con l’amore causando vergogna e imbaraz-zo delle elite del potere;

3) consentiva la formazione di una massa agente cosciente in grado di desta-bilizzare il gruppo di potere e di trasformare la passivita della opinionepubblica in ribellione;

4) permetteva, attraverso l’azione diretta, di accelerare il riconoscimento deidiritti civili costringendo l’avversario a cedere attraverso una sorta di guer-ra di logoramento.

241

Page 242: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 243: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Parte Decima

Page 244: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 245: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. IL DISSENSO ANTI-MILITARISTANELLA COMUNITA SCIENTIFICA ITALIANA

DEL NOVECENTO

L’opposizione netta e priva di compromessi alla collaborazione (o non piut-tosto connivenza e complicita?) tra ricerca scientifica e ricerca militare ha trovatomodo di esprimersi lucidamente sia negli Atti del convegno tenutosi il 22 maggio2001 — a cura del Centro Studi e Ricerche per la Pace dell’Universita di Trieste— che nel volume di Fieschi intitolato ‘‘Macchine da guerra’’. Da questa ampia edettagliata documentazione e possibile trarre alcune considerazioni sul dissensoanti-militarista:

1) Proprio perche la comunita scientifica ha specifiche competenze e tenutaa informare la societa civile sull’insieme delle problematiche connesse alrapporto tra ricerca scientifica e ricerca militare;

2) la comunita scientifica non puo assumere un atteggiamento asettico madeve prendere posizione di fronte al coinvolgimento della scienza in am-bito militare — come accadde durante la guerra del Vietnam — e pren-dere una posizione che sia di chiara condanna;

3) dal momento che la ricerca scientifica (soprattuto quella applicata)puo svilupparsi solo in un contesto assai articolato — vale a direquello politico, industriale e bancario — il dissenso politico non po-tra che manifestarsi anche nei confronti del sistema di potere nel suoinsieme;

4) la ricerca scientifica asservita alla deterrenza nucleare e non solo immo-rale ma precaria per la stessa sicurezza nazionale;

5) lo scienziato responsabile moralmente deve rifiutarsi di partecipare per-sonalmente alla ricerca militare;

6) quegli scienziati che lavorano presso istituti di ricerca non militari devo-no rifiutarsi di portare avanti ricerche finanziate da fonti militari o checomunque impongono la non divulgabilita dei risultati conseguiti;

7) come espressione di dissenso esplicito — a conclusione delle nostre ricer-che — dovremmo aggiungere sulla sezione ‘‘ringraziamenti’’ una nostradichiarazione dalla quale emerga chiaramente che non si sono utilizzatifondi militari;

245

Page 246: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

8) dovremmo convincere i nostri colleghi — impegnati sul fronte militare— che i loro contributi sono forieri di nefaste conseguenze per l’umanita;

9) e necessario — proprio di fronte alla minaccia dell’uso delle mini-nukes edell’SDI — promuovere un disarmo nucleare totale e quindi proibiretutte le esplosioni nucleari sperimentali;

10) e opportuno ostacolare la modernizzazione della strumentazione miltia-re;

11) la comunita scientifica deve rifiutarsi di collaborare a tutti quei progettidi ricerca che violano i trattati internazionali;

12) la comunita scientifica deve prendere atto che i finanziamenti militarisviano la ricerca scientifica verso scopi non essenziali;

13) accettare anche in minima parte finanziamenti militari significa accettareuna sorta di corruzione legale;

14) sarebbe opportuno — attraverso adeguate pressioni — persuadere laclasse politica della necessita di ridurre drasticamente i finanziamenti allaricerca militare e al ministero della difesa;

In conclusione, questo breve elenco — chiaramente ispirato alle riflessionipacifiste di Russell e Einstein, alle iniziative del Movimento Pugwash e a quelledel Bollettino degli Scienziati atomici — costituisce un invito esplicito al boicot-taggio e alla ‘diserzione’ e fa proprie le sottili armi della Psychological Warfare.

Ad ulteriore supporto di questa tesi, sia sufficiente fare riferimento alla intro-duzione degli Atti redatta da Federico Della Valle responsabile del Centro Studidi Trieste. Ebbene, l’A. — dopo aver ampiamente citato Boff — ritiene che siaagevolmente individuabile un comune denominatore tra le finalita del convegnoe quelle del Centro Studi:

1) il rifiuto incondizionato della guerra;2) la non neutralita della coscienza;3) il conseguimento della pace — e il suo mantenimento — costituiscono va-

lori imprensindibili;4) fra gli immani danni del capitalismo vi e anche quello legato alla sopraffa-

zione ambientale;5) l’attuale modello di sviluppo si fonda sulla violenza e alimenta la guerra;6) la guerra viene usata soprattutto dalla amministrazione USA — come vo-

lano economico e infine la NATO legge il problema della immigrazione inun’ottica di sicurezza e non come un problema da affrontare in modo so-lidaristico.

246

Page 247: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. IL DISSENSO DELL’USPID

Nata nell’82 — presso il Dipartimento di Fisica della Universita di Bari — sipropone — sotto il profilo formale — come finalita principale lo studio dellecomplesse problematiche legate alla strategia nucleare, al controllo degli arma-menti e all’impatto che tutto cio determina a livello di politica internazionale.Sotto il profilo sostanziale, l’USPID promuove una interpretazione anti-militari-sta e affine — ideologicamente parlando — a quella del pacifismo nostrano (nona caso collabora con il CISP di Pisa e con l’Archivio Disarmo).

L’attivita antagonista si attua nell’esprimere il proprio radicale dissenso inmerito alla legittimita morale delle collaborazione, oramai stretta, tra RicercaScientifica e Ricerca Militare.

Secondo Petroni la comunita scientifica dovrebbe:

1) esercitare adeguate pressioni sulla classe politica per ostacolare qualsiasicollaborazione tra Scienza e apparato militare

2) dovrebbe sottolineare la irresponsabilita di tutti coloro che collaboranocon l’apparato militare (p.e. con la DARPA USA)

3) dovrebbero rendere noto all’opinione pubblica che il mantenimento di unapparato scientifico-militare porta inesorabilmente alla militarizzazionedella politica estera e al consolidamento di gruppi di potere.

Partendo dalle medesime premesse, Cotta Ramusino propone — seguendosia le indicazioni del Manifesto Russell-Einsten che quelle del PUSWASH —:

1) lo smantellamento delle armi nucleari;2) considera la Nuclear Posture Revew del ’95 un ritorno inammissibile alla

logica della cold war;3) condanna — alla stressaa stregua — il riarmo nucleare russo;4) propone il ritiro incondizionato ed immediato delle BG1 dal territorio eu-

ropeo e delle bombe nucleari tattiche allo scopo di contribuire alla dsiten-sione tra NATO e Russia

e infine

5) propone la denuclearizzazione del Mediterraneo.

247

Page 248: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. IL DISSENSO DEL PUGWASH

1. Le finalita della associazione nelle parole di Rotblat

Di questa associazione internazionale — fra le piu prestigiose nel contestodella comunita scientifica — prendederemo solo in considerazione alcune signi-ficative riflessioni di Rotblat (premio Nobel nel ’95 per la pace):

1) partendo dalla centralita del Manifesto Russel-Einstein 1, l’A. sottolineaanche oggi l’urgenza di coinvolgere la comunita scientifica internazionalenel denunciare la strategia della dissuasione nucleare;

2) l’A. ritiene insostenibile il ricorso alla guerra come strumento di risolu-zione dei conflitti ed, in particolare, sottolinea l’assoluta necessita di abo-lire qualsiasi armamento nucleare;

3) propone la estensione ai paesi europei e non dell’art. 9 della Costituzionegiapponese;

4) pone l’enfasi sulla centralita della istruzione e sulla opportunita di attuareadeguate pressioni sui mass-media per sensibilizzare l’opinione pubblica;

5) rileva la necessita di sfruttare tutte le opportunita offerte dalla diploma-zia internazionale per sensibilizzare le elites politiche;

6) avanza la proposta — radicale nelle implicazioni — di superare il com-plesso militare industriale;

7) non accetta la politica nucleare della NATO8) chiede la concreta applicazione del piano Baruc e della risoluzione ONU

del ’46 contro l’uso delle armi nucleari;

248

1 L’antimilitarismo del celebre scienziato tedesco ebbe modo di esprimersi in modo eloquentenel breve saggio ‘Societa e persona’ (tratto dal volume ‘Come io vedo il mondo’), dove ebbe mododi definire il servizio militare obbligatorio come ‘‘il sintomo piu vergognoso della mancanza di di-gnita personale’’ (p. 15).

Quanto alla esistenza della istituzione militare — questa da lui esplicitamente disprezzata —espresse l’auspicio che venisse soppressa al piu presto in quanto la considerava una vera e propriavergogna. Anche a proposito dell’industria militare ebbe parole di fuoco ritendola la principaleresponsabile dei conflitti internazionali, cosı come condanno senza mezzi termini l’asservimentodella scienza ad interessi militari.

Page 249: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

9) rifiuta in modo radicale la dottrina Rumselfd (e quindi la possibilita del-l’uso delle mini-nukes);

10) condanna la politica nucleare di Chirac (perche in linea con quella di DeGaulle);

11) contesta la legittimita morale e giuridica del pacchetto di provvedimentianti-terrorismo presi da Bush (e sistematizzati nel Patrioct Act) dopo l’11settembre;

12) giudica fallimentare la gestione del dopo Iraq e del dopo Afghanistanproponendo in alternativa una gestione a guida ONU e infine

13) evidenzia le ripetute violazioni — da parte USA — del diritto internazio-nale.

2. Strumenti

Lo strumento, in prima battuta, usatao dal P. si e concretizzato nella organiz-zazione di conferenze annuali e, in seconda battuta, attraverso l’uso di petizioni olettere aperte ai leaders politici. Un esempio eclatante e stata la lettera, inviata daHinde, a Blair in merito alla inacettabilita di praticare la detenenza nucleare sulterritorio inglese attraverso la realizzazione dei Trident.

249

Page 250: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. IL DISSENSO DEL CISP

Nato nel ’98 all’interno della Universita di Pisa, si propone di attuare uno stu-dio multidisciplinare della pace avvalendosi di una equipe stabile di quaranta do-centi e aspirando ad essere un punto di riferimento — nel panorama italiano —per gli studi della pace a livello accademico a partire da presupposti ispirati alpacifismo non violento di Gandhi, Lanzo del Vasto e Capitni.

La finalita statuaria e rivolta allo studio della dinamica dei conflitti allo scopodi prevenirli o risolverli attraverso una metodologia non violenta. Concretamenteil CISP ha svolto un ruolo rilevante nella istituzionalizzazione della DPNV, nel‘reclutare’ ODC per consentire loro di svolgere il servizio alternativo (in concor-renza con l’ARCI e la Caritas), nel promuovere dunque il servizio civile naziona-le, nel realizzare progetti di cooperazione tra ONG palestinesi ed israeliane e in-fine nel dare supporto agli ODC israeliani (cioe ai militari renitenti). A livello dicollaborazione, i legami di maggiroe rilievo sono con l’USPID, le PBI, il CIPA eil Centro Gandhi.

Allo scopo di delineare la filosofia del CISP sara sufficiente illustrare — sin-teticamente — le riflessioni di Altieri e Drago.

Secondo Altieri

1) e divenuta oramai improrogabile la necessita di costruire alternative con-crete alle istituzioni militari attraverso la DPNV;

in secondo luogo;

2) qualsiasi ricercatore serio che voglia attuare questa finalita dovra fare rife-rimento non solo agli studi di Galtung e Sharp ma soprattutto alle rifles-sioni di Gandhi, Capitini, Del Vasto e di tutto l’antagonismo poliltico cheha caraterizzato gli anni Sessanta e Settanta (dal movimento dei diritti ci-vili al femminismo);

3) l’approccio agli studi per la pace dovra tenere conto della realta’ politicaallo scopo di contrapporvisi in modo radicale;

4) la finalita politica su lungo periodo degli studi per la pace dovra esserequella di farci conseguire il ‘people empowerment ’ che altro non e che— guarda caso — l’omnicrazia capitiniana

250

Page 251: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

e infine

5) gli studi per la pace dovranno sottrarre terreno agli approcci militari mar-ginalizzando le istituzioni militari.

Per quanto concerne Drago le sue riflessioni hanno una connotazione espli-citamente politica. Infatti lo studioso:

1) lamenta la scarsita di fondi elargiti alla DPNV e critica esplicitamente lacomposizione dell’UNSV ritenendo che la presenza di ufficiali sia del tut-to fuori luogo e che, al contrario, il suddetto ufficio dovrebbe essere ge-stito da personalita di indiscutibile valore (fra le quali include se stesso,lecolleghe del CISP e le associazioni cattoliche piu intransigenti e visceral-mente anti-militariste quali Pax Christi e i Beati);

2) in secondo luogo critica la legittimita della sinistra europea in quanto ora-mai compromessa ampiamente con il militarismo;

3) auspica la istituzionalizzazione della obiezione fiscale.

Inoltre l’A. vede con preoccupazione

4) il consolidarsi dei rapporti tra la scuola Sant’Anna e il CEMISS, realzioniche procedono verso una evidente militarizzazione (basti riflettere — pro-segue l’A. — sulla inaudita contro offensiva militare relativa ai corsi di lau-ra in Scienze Strategiche) alla quale

5) non si puo che contrapporre la laurea in Scienza per la pace;

infine

6) l’alternativa indicata dall’A. e il modello non violento di difesa che sara ingrado di porre in essere una autentica rivoluzione.

251

Page 252: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. IL NUOVO MODELLO DI DIFESAALLA LUCE DELL’IDEOLOGIA PACIFISTA

1. I rischi del Nuovo modello di difesa * secondo Accame

Secondo Accame (presidente dell’ANA-VAFAF) il NMD varato nel ‘91 im-plica una vasta gamma di rischi 1 per l’Italia e piu esattamente:

1) l’Italia potrebbe volersi proiettare in operazioni di polizia internazionale;2) con il NMD il CSM acquista pieni poteri — autopontenziondosi quindi - e

consegue una ampia autonomia rispetto al vertice polico;3) l’inserimento del nostro paese, all’interno del NMD, portera — presto o

tardi — a svuotare di significato l’art. 11 della costituzione;4) i rischi ipotizzati dal NMD (rivelatesi assolutamente esatti ndr.) costitui-

scono una motivazione fittizia volta ad incrementare le spese militari;5) lo stanziamento di fondi — per il NMD — rischia di passare ‘sotto il naso’

del parlamento;6) il NMD intende — in realta — alimentare la tensione internazionale;

e infine

7) la presenza in una eventuale ‘Europa degli eserciti’ ci fara assistere ‘‘al na-scere di una politica bellicistica di cui neppure all’epoca fascista si era vistovisto l’eguale’’.

2. L’antagonismo sindacale all’interno dell’Aermacchi

Intorno agli anni Ottanta nacque, nel contesto della Aermacchi di Varese, ‘ungruppo di attivisti anti-militaristi’ grazie al sostegno della FLM in un primo mo-mento e della FIOM-CISL in un secondo momento, gruppo informale che pro-mosse ‘‘collette di solidarieta con popoli e movimenti vittime del fuoco delle ar-

252

* Da ora in poi in sigla NMD.1 I rischi paventati dall’Aa. sono, dal nostro punto di vista, opportunita che — fra l’altro con

buona pace di Accame — si sono realizzate (in buona parte a partire dagli anni novanta).

Page 253: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

mi italiane’’ attraverso tecniche di conflittualita non convenzonale (scioperi, di-giuni e collettivi) per giungere nel 1986 alla disubbidienza civile attraverso l’a-perta adesione — di alcuni suoi componenti — all’ODC (congiunta all’usodel digiuno di cinque giorni ‘‘contro gli euromissili e la corsa al riarrmo’’) eper denunciare nel 1988 l’Aermacchi in quanto industria violatrice degli embar-ghi ONU contro Iran e Iraq. La reazione — nel gennaio del ’91 — del direttivoaziendale fu largamente prevedibile: l’attivazione della cassa integrazione dellacellula di lavoratori anti-militaristi, espulsioni che crearono le condizioni per lanascita — nel ’91 — del ‘Comitato cassaintegrati Aermacchi per la pace e il di-ritto al lavoro’, il quale — grazie ai preziosi contributi del MIR, della Cisl, delleAcli e del Comitato contro la guerra del Golfo di Busto Arsizio — riuscı a por-tare le proprie lagnanze fino alla XI Commissione del lavoro del Parlamento, at-traverso una struttura a rete; e — nel ’93 — a formulare una proposta di leggeregionale per la promozione della riconversione della industria bellica (formal-mente presentata da una coalizione politica traversale di centro-sinistra). Anchea seguito di questa iniziativa, prese avvio l’’Osservatorio sull’industria militare’.

A distanza di breve tempo, onde evitare l’ulteriore incremento di licenzia-menti, l’Aermacchi riucı ad esercitare una pressione eguale (per intensita) e con-traria (per le finalita) sulle istituzioni politica-sindacali volta a favorre l’approva-zione — in tempi brevi — del NMD. L’operazione raggiunse l’auspicato obiet-tivo — soprattutto grazie alla lobby sindacali FIM-FIOM e UILM (sic!)

3. L’alternativa non violenta al NMD

In primo luogo, sotto il profilo ideologico — come si evince in prima battutadalla bibliografia — l’interpretazione data dagli A. del NMD e di tipo eco-paci-fista ed e suffragata dalle analisi dei periodici: ‘Giano’, ‘il Manifesto’, ‘Metaforaverde’, dalla rivista capitiniana ‘Azione non violenta’ e infine dagli studi di Alle-gretti editi dalle edizioni Cultura della Pace. Quanto alle istituzioni politico-cul-turali nel cui ambito si muovono gli autori queste sono: la FLM-cisl, l’Ires e laRete di Formazione non violenta e l’IPRI ,mentre gli strumenti di comunicazionedi massa attraverso i quali hanno promosso una strategia di contro informazioneanti-militarista sono stati: ‘Alfazeta’ (periodo ufficiale della CISL), Radio popo-lare e ‘Avvenimenti’.

In secondo luogo, nel saggio finale l’A. — Nanni Salio (segreatrio dell’IPRI)— propone un’alternativa radicale (seguendo le indicazioni di Galtung e Sharp)al modello di difesa tradizionale che agevolmente possiamo riassumere nel modoseguente:

253

Page 254: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1) l’attuazione — a livello politico — della non violenza non solo costituisceun reale pericolo per il totalitarismo dell’Est ma anche per il capitalismooccidentale;

2) una reale comprensione della NV ci consentira di comprendere la naturaprofondamente sovversiva che lo connota;

3) infatti il movimento per la pace che si fa portavoce della non violenza, hacome suo principale scopo quello di costruire una societa civile profonda-mente diversa da quella attuale perche in grado di risolvere le varie tipo-logie di conflitti in modo non violento;

4) contrariamente ai modelli di difesa tradizionale, adattare a livello politicola difesa non violenta, equivale a conferire alla societa civile la possibilitadi risolvere i conflitti, dimostrando in tal modo quanto profondamente le-gata sia la non violenza alla democrazia partecipativa;

5) proprio per queste motivazioni e opportuno che il modello dell’HCA siaesteso e rafforzato cosı come e opportuno democratizzare l’ONU istituen-do nel suo contesto forze di intervento non violento. Un esempio in questadirezione ci viene offerto dalla presenza delle PBI in zone di guerra comeil Guatemala, lo Sri Lanka o delle organizzazioni come i Volontari dellapace.

254

Page 255: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6. L’ANTI-AMERICANISMO RIVOLUZIONARIONEL CAMPO ANTI-IMPERIALISTA

Sorto nell’agosto del 2000, il CAI si struttura secondo una modalita a rete ecostituisce un network transnazionale volto a contrastare la globalizzazione im-perialistica attraverso un coordinamento snello e flessibile.

La connotazione ideologica del CAI e dichiaratamente socialista rivoluziona-ria — quindi assai lontana dall’antagonismo non violento — e aspira ad avereuna dimensione internazionalistica.

I soggetti rivoluzionari, oltre a essere quelli della tradizione M/L (e cioe i con-tadini e i proletari) sono anche tutti gli sconfitti o i discriminati del globalismoattuale.

Concretamente il CAI ha dato voce e sostegno sia alla Resistenza Irachena (alMovimento popolare di Moqtada al-Sadr e all’Alleanza Patriottica Irachena inparticolare) sia alla resistenza rivoluzionaria delle FARC-EP, che a quella del-l’FBL-EL bolivariana. Scontato e prevedibile insieme anche il sostegno alla po-litica di Chavez, al PC-ML greco, ai vari comitati (europei e non) pro resistenzairachena, all’IRSP irlandese e infine ai partiti comunisti di Svezia e Norvegia.

Nel nostro paese collabora con alcuni esponenti del PRC e del PdCI ma so-prattutto con i COBAS. Le due piu significative reazioni delle istituzioni sonostate: l’accusa di associazione con finalita terroristica rivolta a un autorevoleesponente del CAI e la dura presa di posizione di 44 esponenti del CongressoUSA contro l’esplicito sostegno del CAI alla resistenza irachena, presa di posi-zione che si e concretizzata nel chiedere alle autorita italiane di mettere fuori leg-ge il CAI.

255

Page 256: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7. IL DISSENSO ANTAGONISTA NEL CENTRO GANDHI

Nato nel 2000, il centro promuove:

1) l’opposizione radicale alla guerra;2) il superamento dell’attuale sistema economico;3) la realizzazione — secondo il progetto di Capitini — della omnicrazia

e

4) l’educazione alla mondialita.

Il contesto culturale nel quale opera e quello ispirato alle riflessioni di Gand-hi, Capitni, Tolstoj e Lanza del Vasto.

Allo scopo di analizzare gli aspetti contenutistici ci sembra opportuno pola-rizzare la nostra attenzione su alcuni articoli apparsi nella pubblicazione perio-dica del Centro: i Quaderni del Satyagraha.

1. Tolstoj

Personaggio centrale, nell’ambito del pacifismo mondiale, costitusca per Gaz-zen un punto di riferimento imprescindibile per la riflessione sulla non violenza.

Infatti la non resistenza al male e il centro delle riflessioni del letterato russo epartendo soprattutto da questa riflessione Gandhi — nel 1894 — si convertı allanon violenza abbandonando il suo precedente sentiero.

2. Kossovo

L’A. — Abate — sottolinea come la presenza della non violenza nel contestokossovaro — attraverso il movimento di riconciliazione — abbia portato un con-tributo rilevante. In particolare, pone l’enfasi sull’eccezionale valore delle lottenon violente attaute dalle popolazioni albanesi — alludendo al contributo diKurti — al lavoro rilevante di Ismajli e infine alle potenzialita rilevanti che avreb-be avuto il Corpo europeo civile se fosse stato costruito. Al contrario, le iniziative

256

Page 257: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

del governo italiano e quelle del governo francese — in merito a quale istituzioneavrebbe dovuto coordinare questo Corpo — sono state assolutamente nefaste.

3. DPN

La discussione relativa alla proposta dell’On. Realacci e assai significativa poi-che rivela — da parte di determinate lobby cattoliche e di sinistra (ARCI, ACLI,CdO e LegaAmbiente) — la volonta di collocare il Servizio civile all’interno delTerzo Settore svuotandolo — secondo il Centro Gandhi — di qualsiasi signifi-cato autenticamente pacifista e soprattutto delegittimando la DPN.

Proprio perchesussiste tale lo scopo, il Centro Gandhi ha invitato numerosepersonalita a sottoscrivere un appello a favore della istituzionalizzazione dellaDPN, appello al quale hanno aderito: Drago - Gallo - Zanotelli e numerosi fran-cescani (sic!)

4. Il comitato DCNANV (e i complotti oscuri)

La DPNV si inserisce — osserva Drago — nell’ambito del concetto di tran-sarmo indicato da Galtung che prevede su breve periodo la compresenza sia del-la difesa armata che di quella non armata. Ebbene l’istituzione del comitatoDCNANV nel 2004 rappresenta il primo esempio di istituzionalizzazione dellaDPNV nonostante la inacettabile militarizzazione del peackeeping, l’evidentemilitarismo del governo berlusconi e l’incapacita del centrosinistra di opporvisi.

Uno dei primi passi da compiere non potra che essere la formazione quoti-diana della gioventu. Ma la parte piu consistente dell’articolo — e involontaria-mente autoironica — e la dettagliata narrazione di tutti i contrasti interni al Co-mitato che ne hanno decretato la paralisi operativa, dietro quale l’A. vede la oc-culta presenza dei partiti e delle F.A. che si sarebbero accordati per sabotare larealizzazione della DPNV.

5. La militarizzazione dopo l’11 settembre

Gallo osserva come la progressiva militarizzazione delle istituzioni americanedopo l’11 settembre e il progressivo affermarsi dello Stato penale, stiano giun-gendo a delle nefaste conseguenze come si evince d’altronde chiaramente dal Pa-trioct Act. Indubbiamente il movimento no global costituisce una realta estrema-mente vitale e in grado di contrapporsi ‘‘alla crescente militarizzazione’’.

257

Page 258: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Un esempio concreto della sua vitalitaci e offerto dalla militanza di Zanotelli eStrada e dalla centralita della opzione non violenza. Se la societa civile sapra faretesoro di tutte questi insegnamenti allora si trovera nelle condizioni di difendereanche i diritti umani dall’ideologia della nazionalista.

258

Page 259: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

8. IL DISSENSO ANTAGONISTANELLA FONDAZIONE VENEZIAPER LA RICERCA SULLA PACE

La nostra finalita sara quella di comprendere quale impostazione viene attua-ta dalla Fondazione per la comprensione delle problematiche internazionali, percapire cioe a partire da quali presupposti politico-culturali la Fondazione legge larealta del mondo contemporaneo.

In primo luogo, la nomina del nuovo Presidente della Fondazione Mons. No-his avvenuta nel dicembre del 2004, dimostra ampiamente il profondo radica-mento della Fondazione nell’ambito della gerarchia cattolica italiana.

In secondo luogo, analizzando l’attivita professionale degli autori dell’Annua-rio che (prenderemo in considerazione quello del 2005) rappresenta il documen-to piu autorevole per comprendere scopi e metodologia di approccio della Fon-dazione — saremo in grado di capire — agevolmente — quale approccio possia-mo aspettarci.

A tale proposito, la gran parte degli autori dell’Annuario orbita nel contestodi determinate pubblicazioni periodiche e case editrici ampiamente note — inItalia — per il loro impegno anti-militarista, pacifista non violento e anti-ameri-cano impegno che si colloca in un contesto politico connotato chiaramente: quel-lo della sinisttra antagonista e del cattolicesimo anti-militarista, no-global.

Allo scopo di suffragare quanto sostenuto elencheremo qui di seguito rivista,case editrice, centri di ricerca e associazioni notoriamente militanti: Un potenper..., PeaceLink, EMI, Unimondo, Mosaico di Pace, Opal, Missione oggi, Mi-cromega, Adista, Ed. cultura della pace, DeriveApprodi, Nigrizia, Guera e Pace,Giano, Aprile, Avvenimenti e Centri di Ricerca per la pace di Viterbo.

Significativa — poi — la presenza di due uomini politici — Gallo e Tanza-nella — gravitanti nell’area della sinistra piu intransigente sulle problematichedella pace, della guerra e delle spese militari.

Passiamo adesso ad analizzare — brevemente — le riflessioni degli autori in-torno e problematiche specifiche.

1. Forze Armate e Scuola

Luca Kocci (redattore Adista) — dopo aver sottolineato — con disappunto e

259

Page 260: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

sconcerto insieme — che negli USA il JROTC prosegue inesorabilmente e che an-che in Italia si sono realizzate iniziative analoghe — rileva con entusiasmo l’esisten-za di associazioni — targate USA — che oppongono resistenza al reclutamento.

Significativa la conclusione: ‘‘l’inequivocabile indizio di un tendenza inquie-tante che vede le F.A. all’assalto delle scuole. E se gli USA sono il modello diriferimento verso cui il nostro Paese tende, si tratta allora di segnali da non tra-scurare ma da guardare e da controllare con la massima attenzione’’ 1.

2. Pace e Chiesa cattolica

Tanzanella (parlamentare dissidente nel centro della sinistra cattolica e stori-co della teologia) — dopo aver sottolineato il ‘peccaminoso’ coinvolgimento del-la Banca di Roma nel commercio di armi (esaltando l’opera meritoria di denun-cia di riviste come Mosaico di Pace etc.) e dopo aver ricordato che la violazionedell’art. 11 e oramai una drammatica costante della politica estera italiana, espri-me il proprio radicale dissenso sul mantenimento dell’ordinamento militare inseno alla chiesa cattolica e il proprio entusiasmo per le costruttive iniziative diPax Christi e per le posizioni del vescovo Nogaro.

3. Dissenso informatico

Gubitosa (segretario di Peacelink) — sottolinea come l’uso delle tecnologieinformatiche si sia rivelando decisivo per il pacifismo non violento. Auspica— indirettamente — che l’hackerismo italiano si consolidi e che le esperienzedi telestreet si moltiplichino (nonostante le indicazioni contrarie degli Interni).

4. Guerra globale

Gallo (senatore) — condanna senza mezzi termini il NMD e rileva la inestri-cabile connessione tra guerra e terrorismo (giacche si alimentano vicendevol-mente).

In altri termini, la politica deve collocare la guerra fuori dall’ordine interna-zionale.

260

1 Dall’insieme di queste osservazioni si evince che sono le associazioni pacifiste a dovere con-trollare le istituzioni militari (un interessante capovolgimento!) e che le scuole sono ‘proprieta’ del-le associazioni anti-militariste.

Page 261: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Carnevali e Sciuto rispettivamente di Adista e Avvenimenti sottolineanano co-me questo aumento non faccia altro che sottrarre risorse ai settori cruciali e —con sconcerto — rilevano come i paesi nel Consiglio di Sicurezza ONU siano glistessi che alimentano il commercio di armi. In conclusione, la volonta di control-lare le zone strategiche del pianeta da parte USA e uno scopo immorale (natu-ralmente secondo una interpretazione anti-realistica — ndr).

In merito al ruolo USA in Iraq — Giacche della rivista Proteo — sottolinea ilbenessere delle industrie militari USA grazie alla guerra e quello delle industrielogistiche. Seguendo un’analisi marxiana l’A. conclude affermando che la guerrasia oramai divenuta la continuazione della politica con altri mezzi

Quale ruolo per la Svizzera nel contesto della politica internazionale? A giu-dicare dal progetto Esercito XXI sembra che la neutrale Svizzera voglia diventare‘‘una sorta di milizia per la NATO’’. Secondo l’A. — Reina — e proprio questo ilpericolo paventato dal GSSE (gruppo pacifista svizzero) che fra l’altro accusa laclasse politica di avere bloccato ‘‘la politica di disarmo’’. Naturalmente l’A. guar-da con preoccupazione a tale eventualita.

5. Antagonismo in America Latina

Zaneletta responsabile della Scuola della pace di Lucca — dopo aver datouna valutazione radicalmente negativa della politica messicana — indica nellescelte zapatiste la chiave di una possibile svolta finalizzata ‘‘a creare una forte ba-se popolare che controbilanci le spinte moderate di un eventuale governo di si-nistra’’.

Anche in Colombia le basi popolari danno segni di grande vitalitase e veroche — osserva Torres (teologo colombiano) — i Nasa stanno portando avantiun progetto di autonomia nei confronti dello Stato, dei partiti e nei confrontidel sistema capitalistico, critica che e analoga a quella del movimento zapatistatanto quanto la proposta di una democrazia assembleare. In sostanza, l’A. facen-do proprie le tesi espresse da Borda nel lontano 1966 auspica che tali iniziativecostituiscano il futuro della Colombia.

6. USA e Israele

Scaglione commenta indirettamente le scelte di politica estera anche dagliUSA e di Israele attraverso un collage di citazioni che ne evidenziano le implica-zioni nefaste soprattutto sotto il profilo del rispetto dei diritti umani e dell’equi-librio internazionale.

261

Page 262: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7. Cronologia

Gli autori — Alessandroni e Kocci — commentano, con ironia e con preoc-cupazione, una serie di avvenimenti di particolare interesse per il nostro paese.Un’iniziativa — p.e. Defence TV — non e dagli autori particolarmente graditamentre le dimostrazioni contro Bush a Roma raccolgono il loro plauso; il trasfe-rimento dell’US Navy a Napoli e visto con preoccupazione, la benedizione dellaportaerei italiana e letta come un gesto inconcepibile (a mo di commento gli A.riportano le considerazioni di don Tonio), la resistenza irachena e positiva, lacommercializzazione delle armi nel mondo da parte dell’Italia e vista come unatto contrario al diritto e alla morale; in merito alle spese militari gli A. riportanola proposta di Sbilanciamoci che le vorrebbe ridurre radicalmente e, a propositodella iniziativa di protesta contro la parata dei Lagunari, gli A. sottoscrivono leaffermazioni di Casarini. Quanto all’Iraq, gli A. si fanno portavoci di tutte quelleassociazioni che hanno ostacolato la riforma dei codici militari, che hanno chie-sto l’abdicazione dell’ordinariato militare — e che sostengono la legittimita dellaObiezione Fiscale alle spese militari. E doveroso segnalare che gli A. — fra lerighe — fanno comprendere la loro predilizione per Pax Christi riportando nu-merose volte le dichiarazioni del direttivo.

262

Page 263: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

9. TOM BENETOLLO E L’ANTAGONISMO NON VIOLENTODELL’ARCI

1. Note biografiche

Nato a Peraga (provincia di Padova) incomincera a militare nel PCI nel 1970,divenendo in seguito segretario regionale della FGCI. Dal 1971 diverra respon-sabile esteri della organizzazione giovanile del PCI incarico che manterraal 1987,quando — a causa di forti dissensi con il vertice del DS lascera l’incarico — perentrare nell’ARCI di cui assumera la presidenza nel 1997 fino alla morte, avve-nuta nel 2004.

2. Formazione politica

La formazione ricevuta sara quella tipica della scuola di partito del PCI im-prontata dunque ad un viscerale anti-americanismo e anti-atlantismo. Il sorgeredel movimento no-global consolidera le posizioni di estrema sinistra (assai pros-sima a quelle del Manifesto e del PRC) in aperto dissenso con quelle del verticedei DS.

3. Connotazione ideologica

Fin dalla fondazione della rivista ‘Collettivo’ (sorta negli anni settnta) la po-sizione dell’A. oscillo contradditoriamente tra l’antagonismo radicale della estre-ma sinistra europea ed USA (a tale proposito la predilezione per le Black Panterse Malcom X fu esplicita) e l’entrismo della sinistra istituzionale, ambiguita poli-tica che ha mantenuto fino alla sua prematura scomparsa.

4. Modalita operative

In generale l’A. si servı delle tecniche tipiche della azione non violenta.Nello specifico, in breve, le modalita usate furono le seguenti:

263

Page 264: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1) Marcia della pace;2) supporto ai profughi attraverso network istituzionali (p.e. il Consorzio

italiano di solidarieta);3) invio di delegazioni estere a scopo politico-informativo;4) boicottaggio (p. contro le installazioni missilistiche a Comiso);5) raccordo con Network no-global (p. il GSF e il FSE);6) disubbidienza civile;7) raccordo tra le associazioni cattoliche (Pax Christi e i Beati), con quelle

no global — come il GSF e l’FSE — e la sinistra diessina, i Verdi e Ri-fondazione comunista;

8) utilizzazione del Terzo Settore per creare enclavi anti-liberiste e per au-mentare il potere di penetrazione politica dell’ARCI;

9) cooperazione internazionale decentrata per contrastare la real politik de-gli Stati;

10) promozione di una rete euroepea no-global;11) collaborare strettamente con il sindacato per connotare politicamente il

lavoro atipico;12) sostegno agli scioperi generali del sindacato.

E scontato che come presidente ARCI e cofondatore della Associazione perla Pace abbia svolto una costante;

13) guerra psicologica attraverso la propaganda e la disinformazione.

5. Avversari

In primo luogo tutti coloro che — all’interno dei DS — hanno premesso unasvolta moderata prendendo le distanze dalla sinistra interna.

6. Nemici

In breve:

1) le istituzioni militari;2) la Nato;3) la politica estera USA e UK;4) la politica di Berlusconi;5) il liberismo e quindi il WTO e l’FMI;6) il realismo politico;7) i Black Bloc;

264

Page 265: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

8) il servizio militare professionale;9) gli aumenti di bilancio per la Difesa;

10) le gerarchie politicamente conservatrici del Vaticano (Ruini e Opus Dei).

7. Alleati

Sinteticamente:

1) la sinistra cattolica;2) la sinistra diessina;3) Pax Christi e i Beati;4) Verdi e PRC;5) la CGIL;6) il Forum del Terzo Settore;7) il GSF e il FSE;8) Acli;9) Times For Peace (network internazionale).

8. Contenuti ideologi

Anche in questo caso procederemo brevemente:

1) l’A. si era detto a favore della democrazia partecipativa e del bilanciopartecipativo sulla falsariga di quello di Porto Alegre;

2) l’A. si espresse in modo nettamente contrario al ricorso della guerra inKosovo e in Iraq;

3) espresse aperto dissenso nei confronti del concetto di guerra giusta;4) si disse a favore della estensione dell’art. 11 anche alla Costituzione eu-

ropea;5) non ebbe indugio alcuno ad auspicare una profonda riforma dell’ONU

per renderla piu incisiva;6) espresse l’auspicio che le associazioni di una certa autorevolezza potesse-

ro trovare modo di esprimersi anche all’interno della Unione europea;7) si oppose all costruzione del Muro voluto da Israele;8) non condivise il pacifismo ambiguo di certuni dirigenti nel centro-sini-

stra;9) non indugio ad esprimere il proprio entusiastico appoggio alla OTPOR;

10) si oppose radicalmente all’uso della guerra per contrastare il terrorismoislamico;

265

Page 266: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

11) espresse la speranza che l’economia ritornasse a fare propria la scelta key-nesiana;

12) infine la sua militanza fu volta ad esercitare rilevanti pressioni politichesui DS (ma anche sulla Margherita) allo scopo di portarli ad avere un le-game piu stretto con i movimenti e quindi a indurli a spostarli su posi-zioni piu radicali. [Operazione questa che se fosse stata portata avanticon il nuovo governo ne avrebbe aumentato la instabilita ndr.].

9. Riferimento bibliografico

Il tempo del cambiamento e ora, supplemento al ‘‘l’Unita’’ 2005.

266

Page 267: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Parte Undicesima

Page 268: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 269: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. NOTE SULLA RIFLESSIONE FILOSOFICO-POLITICADI ERNESTO BALDUCCI

1. Parte prima

Se non c’e dubbio che l’opera di Maritain abbia influenzato il giovane Bal-ducci (a partire dal ’45) altrettanto rilevante sara l’influenza di La Pira (allorasindaco dc di Firenze) del quale — fra l’altro dira ‘‘(...) incarnava la qualita de-l’ascetica cristiano e (...) nei confronti del comunismo ha rappresentato un’alter-nativa di tipo nuovo’’ (Il cerchio che si chiude, Manetti, 1986, p. 31). Ma natural-mente l’apporto maggiore che ebbe modo di dare La Pira all’A. fu la centralitadell’ecumenismo e della pacificazione sociale. Altrettanto rilevante — come sot-tolineato dall’a. stesso — il contributo dato da Mounier che gli permise di supe-rare la teologia neo-scolastica indirizzandolo verso la cultura teologica e filosoficamoderna. La fondazione nel ‘58 della rivista Testimonianze (alla quale collabora-rono pacifisti intransigenti come Gozzini e Zolo) e la solidarieta dimostrata versogli operai delle Officine Galileo e della Nuova Pignone, lo porranno in una po-sizione di implicita opposizione alla chiesa istituzionale che — attraverso il santoUfficio — provvide a farlo allontanare da Firenze.

2. Parte seconda

Mantenendo fede alla sua concezione ecclesiale e pacifista, nel ’63 Balduccimanifesto la propria solidarieta agli obiettivi, la necessita di disobbedienza peri cristiani verso lo Stato e infine auspico che l’odc fosse giuridicamente legittima-ta.

La condanna — dietro denuncia della Regione Militare Tosco-Emiliana —non espiata determino l’isolamento dell’A. nonostante l’aperta solidarieta di Pi-stilli (con il quale aveva collaborato gia nel ’50).

3. Parte terza

L’approdo nel 1965 alla Badia Fiesolana costituira una svolta di radicale im-

269

Page 270: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

portanza poiche — fra l’altro — gli consentira di coordinare la sinistra testimo-nianze e perche questa diventera il pulpito dal quale attuare una campagna dicontro informazione a livello nazionale grazie alla quale — fra l’altro — avvierail dialogo a sinistra (costruito a partire da un’ottimismo antropologico su baseprofetica).

4. Parte quarta

Infatti ottimismo antropologico e apertura al marxismo costituiranno l’ele-mento caratterizzante della riflessione dagli anni settanta, periodo nel quale av-viera proficuamente un filtro culturale con Garaudy e approfondira anche l’ope-ra di Bloch. Concretamente tutto cio lo condurra a difendere la resistenza delpopolo vietamita (e a ritenere gli USA — insieme a Basso e a Russell — crimi-nalmente responsabili della guerra) e a promuovere le ECP attraverso le qualisperava di potere formare (noi diremmo attuare una scelta di guerra psilogicaattraverso la contro informazione) le nuove generazioni al suo pacifismo intran-sigente che coniughera all’etrocentrismo critico l’ispirato dai lavori di De Marti-no.

Grazie alle riflessioni di Freud, Spengler, Lanternari , l’A. muovera una cri-tica, dai toni apocalittici alla cultura europea accusata di aver praticato nel corsodei secoli la discriminazione etnica portando al progetto di dominio sulla terra— possibile anche grazie al razionalismo illumista e al capitalismo. Se le critichedel marxismo rivolte al capitalismo sono condivisibili dall’A., e tuttavia chiaro ilsuo rifiuto sia nei confronti del capitalismo che nei confronti del comunismo so-vietico, nei confronti delle quali ideologie la rivolta giovanile del ’68 e la nascitadi culture alternative a quelle dominanti, saranno per Balducci un sintomo dellacrisi oramai prossima della civilta occidentale.

5. Parte quinta

Proprio attraverso la critica della civilta occidentale, l’A. perviene alla chiaracomprensione della centralita del tema della pace (fra gli anni ’80 e ’90) che co-stituisce per l’A. una svista di ‘‘principio architettonico per la costruzione di unmodello’’ alternativo a quello usuale (L. Grassi, E. Balducci, maestro di pace inTestimonianze n. 361, 1994, p. 8), che consenta all’uomo di oggi il superamentodelle differenze e gli permetta di avviarsi verso la realizzazione di un’utopia con-creta (nel senso di Bloch) cioe quella dell’uomo planetario che si contrapponeradicalmente al realismo politico.

270

Page 271: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Proprio confrontandosi con il realismo politico, l’A. giunse al radicale rifiutodella guerra giusta e — concretamente — al rifiuto dell’intervento militare inIraq e in Kosovo e ad accogliere le proposte provenienti dalla teologia di Boffe di Dussel 1 (si veda a tale riguardo l’opera dell’A.: Le tribu della Terra: orizzonte2000, ECP, 1991 e l’articolo apparso su Testimonianze, n. 327, 1990, pp. 13-14dal titolo Il debito e la crisi del Capitalismo) e quelle eco-politiche di Morin.

Anche l’assoluta centralita dei diritti umani — centralita determinata dal fattoche grazie ad essi la ragione si puo manifestare nella Storia del mondo e in fondovolta a contrapporsi alla centralita — nel realismo politico — della forza e dellaastuzia di machiavellica memoria. Grazie a questo riconoscimento l’ONU rap-presenta il primo esempio di costruzione di una civilta sul diritto e non sullaguerra (EB, Un’altra via, ECP, 1994, p. 9).

Altrettanto determinante sara il tema della coscienza che non dovra essere piuinterpretata come subordinata alle strutture del potere, ma che al contrario do-vra ritornare ad essere principio creativo ed elemento costitutivo della storia, co-scienza che aprendosi all’Altro (secondo una lettura che Balducci mutua da Le-vinas) sara nelle condizioni di costruire un ethos cosmopolitico che consentiraall’umanita di superare la dicotomia amico/nemico e di rigettare in modo defi-nitivo l’uso delle armi come strumento adatto per la soluzione dei conflitti. Allaluce di quest’ultima riflessione, la politica verra radicalmente trasformata per di-ventare una ‘‘tecnica per costruire un futuro misurato sulle nuove possibilita delgenere umano’’ (EB, Le Ragioni delle Speranze, Coines Edizioni, 1977, p. 121)grazie alla quale la societa civile ritrovera il suo protagonismo e la citta — acco-gliendo le riflessioni di La Pira — diventera l’espressione piu evidente di una so-lidarieta che non potra mai esprimersi nello Stato.

271

1 Di quest’ultimo centrale per Balducci sara il contributo in relazione alla centralita del TerzoMondo come palese dimostrazione del fallimento del capitalismo.

Page 272: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. PACE E NON VIOLENZASECONDO CIPRIANI E MINERVINI

Per illustrare le problematiche pacifiste che vengono formulate in un contestointerpretativo prossimo alla Caritas 1, prenderemo in rapido esame la preziosaopera dal titolo ‘‘L’Abecedario dell’obiettore’’ (ed. La Meridiana 1995) costruitaintorno a voci strutturate in ordine alfabetico (ordine che solo in parte seguire-mo).

1. Armamenti

Secondo gli autori ‘‘la logica economica che considera le armi come una mer-ce (...) e ovviamente in contraddizione con le esigenze umane e sociali’’ dal che sene deduce agevolmente che coloro che le producono e che ne fruiscono sono daconsiderarsi veri e propri criminali.

2. Biblica

Secondo gli autori — che portano a sostegno numerosi passi della Bibbia —la non violenza implica il ‘‘rifiuto assoluto di uccidere poiche (...) la vita umana esacra e inviolabile’’.

3. Conflitto

Partendo dall’interpretazione galtunghiana, l’A. rifiuta la doppia morale delconflitto che esisterebbe nelle societa capitalistiche e nelle quale la religione ela pedagogia sono strumenti volti a rafforzare il consenso interno alle istituzionidi potere. Al contrario, l’uso della non violenza sarebbe in grado di porre termi-ne alle varie forme di violenza tanto quanto la realizzazione — all’interno dell’O-NU — di un corpo non armato e non violento.

272

1 Diego Cipriani e responsabile della Caritas nazionale per l’ODC.

Page 273: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. Difesa popolare non violenta

Concretamente la non violenza puo trovare una sua adeguata forma di istitu-zionalizzazione attraverso la realizzazione della DPN che porterebbe — sul lun-go periodo — all’abolizione delle F.A. L’A. conclude sottolineando che in ognicaso — con buona pace dell’ONU — ‘‘ogni guerra e eticamente politicamente,ecologicamente ed economicamente improponibile’’.

5. Ecumenismo

Uno strumento considerato idoneo dall’A. per la soluzione dei conflitti pro-viene dalla CEC sorta nel 1948 uno strumento provenienete dunque dal contestoreligioso istituzionale.

6. Femminile

L’autentica cultura femminile — che naturalmente e quella del femminismo— rende il servizio militare assolutamente incompatibile con la natura autenticadella donna che e anti-militarista.

7. Guerra

Partendo dalla costatazione in base alla quale la partecipazione italiana allaguerra del Golfo ha costituito una sconcertante violazione della Costituzione,concretamente dobbiamo muoverci nella direzione dell’ODC e nella istituzionedi forze non violente di pace.

8. Lotte sociali non violente

Emulando — seppure sinteticamente Sharp — l’A. elenca le varie tipologie diconflittualita non convenzionale usate soprattutto in Italia. In particolare, diestremo interesse, per il nostro lavoro, sono quelle contro il nucleare (attuatevia contro informazione, manifestazioni di protesta, blocchi stradali e ferroviari,referendum), quelle contro la militarizzazione, quelle per il riconoscimento del-l’ODC e della obiezione fiscale, quelle degli studenti ‘‘che hanno portato alla de-mocratizzazione dell’universita e della scuola’’ quelle delle donne (in particolare

273

Page 274: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

‘‘la partecipazione delle donne alle lotte anti-militariste’’) e infine quelle delle co-munita cattoliche di base.

9. Riconversione

Se l’abolizione della guerra e il nostro scopo su lungo periodo — sostiene l’A.— a breve termine dobbiamo riconvertire le industrie militari attraverso inizia-tive politiche vote a esercitare pressioni per la riduzione delle spese militari e peril divieto di esportazione di armi del nostro paese.

10. Umani Diritti

Dopo aver riconosciuto la assoluta centralita e inviolabilita dei diritti umani,l’A. propone una democratizzazione dell’ONU, attraverso:

1) la tutela internazionale dell’ODC sotto l’egida dell’ONU;2) la creazione di una forza non violenta,3) una presenza piu incisiva delle ONG presso gli organi decisionali delle

istituzioni internazionali.

Quest’ultimo aspetto — ossessivamente ribadito dai pacifisti — e di partico-lare importanza perche ci mette nelle condizioni di comprendere la volonta dipotere alla quale aspirano — al di la dei richiami demagogici all’amore fraterno— numerose ong (cattoliche in particolare).

11. Societa e Difesa popolare non violenta

Secondo Zanotelli, il nostro sistema economico ‘‘investe in morte’’ e proprioper questo — sottolinea Drago — la nostra societa ‘‘deve essere cambiata radi-calmente anche a costo di una lotta dura, prolungata e difficile’’. Insomma ‘‘oc-corre pensare ad un rivolgimento totale della societa (...) che elimini i grandi cen-tri di potere istituzionale e industriale’’ consentendo in tal modo l’autogoverno.

Attraverso la DPNV — secondo Drago e Minervini — e possibile esercitareun reale antagonismo nei confronti della civilta occidentale, poiche essa attiva unprocesso che disarticola determinate istituzioni di potere attraverso una alleanzatra soggetti sociali di base — che hanno attuato una conflittualita non conven-zionale — e strutture istituzionali (partiti, sindacati e chiese). Una delle conse-guenze piu evidenti e la non legittimita del concetto usuale di sicurezza nazionale

274

Page 275: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

che — sostiene Papisca — ‘‘risponde alla vocazione strutturalmente imperialisti-ca’’ di uno Stato. L’alternativa — prosegue l’A. — e individuabile ‘‘nell’operatodi espressioni organizzate di international civil society’’ e nei numerosi networkstransnazionali e quindi — p.e. — nel superamento — sotto il profilo antropolo-gico — del binomio militarismo/sessismo.

12. Chiesa e istituzioni militari

Come ebbe modo di documentare storicamente Spadolini, la chiesa si opposein modo radicale alla creazione degli eserciti moderni. A tale proposito Messoriricorda, opportunamente, come durante il Concilio Vaticano I, quaranta vescovisi opposero agli eserciti di massa e come Leone XIII condanno la leva obbliga-toria.

In modo significativo, l’A. riconosce che dietro questa ferma opposizione daparte della Chiesa, altro non c’era se non la profonda avversione allo Stato.

275

Page 276: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. PACE E GUERRA NEL SAGGIO DI MAZZOLARI‘‘TU NON UCCIDERE’’ *

Pubblicato nel 1955 puo considerarsi un documento fondamentale per lacomprensione del cattolicesimo pacifista attuale. Per analizzarlo lo suddividere-mo in brevi sezioni titolate.

1. Guerra

A chi e in mano la guerra? Secondo l’A. la risposta e semplice: e in mano aimilitari, ai politici e ai banchieri. Se solo l’opinione pubblica mondiale fosse coe-sa nel denunciarli porremmo fine ad essa.

2. Guerra e giustificazione

La guerra non puo essere cristianamente difesa poiche e ‘‘un peccato’’ (p. 25).Dobbiamo prendere esempio da martiri come Metzeger — per condannare

ogni tentativo di invocare il nome di Dio per legittimarla. La costanza della guer-ra rivela come il messaggio evangelico non sia penetrato a sufficienza nelle co-scienze degli uomini. Infatti una comprensione autentica del Vangelo ci consen-tiradi comprendere come chi la promuove sia — al di la delle parole — un vero eproprio ateo.

3. La causa della guerra

Non puo che essere la miseria la prima causa della guerra. Essa sperpera inmodo criminale risorse che potrebbero essere investite per risolvere i numerosiproblemi dell’umanita. Le altre due cause sono da individuarsi nella natura uma-na portata — quando si allontana o rinnega il Vangelo — all’irrazionalita e allabellicosita (p. 35).

276

* San Paolo 1991.

Page 277: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. Amore e vendetta

Contrariamente alla morale pagana e farisea, quella cristiana — di fronte alnemico — assume un atteggiamento rivoluzionario: quello dell’amore e del per-dono (p. 38).

5. Guerra difensiva

La guerra difensiva e una espressione priva di senso — perche tutte le argo-mentazioni a sostegno — si fondano sull’egoismo dell’avere e non sull’amore chedona in modo disinteressato.

6. La Giustizia giuridica

Se il contributo del diritto alla causa della pace e importante, e tuttaviacondizionato storicamente perche non lascia spazio alla misericordia. Al con-trario il messaggio evangelico e rivolto all’uomo in quanto tale ed e trascen-dente.

7. Perdono

Il vero cristiano deve sapere perdonare e deve sapere riconoscere che concetticome Stato, nazione, democrazia etc. divorano l’uomo poiche sono prodotti dalquel mostro che e Moloch.

8. La logica della Forza e l’alternativa

Chi puo negare che la storia umana sia stata regolata dalla ‘‘gara del piu for-te che divora continuamente uomini e citta’’ (p. 50)? Chi puo negare che laguerra sia opera del diavolo? Contro tutto cio il cristiano deve opporre lasua morale: quella di che vince lasciandosi uccidere, quella di chi e consapevoleche la guerra non solo non ha mai risolto alcuna forma di ingiustizia ma al con-trario l’ha aumentata insieme all’intolleranza e alla irreligiosita. Proprio perquesto il cristiano deve prestare la propria fedelta all’ordine eterno e non aquello temporale nei confronti del quale l’atto di disobbedienza e legittimo.

A tale scopo, la teologia deve metterci nelle condizioni di ‘‘smascherare e di

277

Page 278: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

colpire tutte quelle forme mentali (...) che preparano da lontano (...) le guerre 1’’(p. 77).

9. La non violenza

Essa e il rifiuto attivo del male cosı come essa costituisce il rifiuto della indif-ferenza e del cinismo. Il suo profeta e il suo martire e stato Cristo. Chi la praticanon puo che essere contro il realismo politico, contro l’egoismo camuffato daidealismo. Chi la attua non puo che essere un autentico sovversivo. Chi la con-cretizza, con la sua azione, non puo che porsi al di la del comunismo e del ca-pitalismo: ‘‘la pace in bocca ad un comunista o ad un capitalista e una contrad-dizione’’ (p. 85)

10. Armamenti

Se sinceramente si vuole la pace su questa terra la corsa agli armamenti deveessere arrestata poiche le armi — come l’arte della guerra — servono ad uccidere(p. 88).

11. Al di la delle barriere

Il cristiano che pratica la non violenza deve rifiutare qualsiasi artificiosa con-trapposizione tra oriente e occidente perche il cristiano si colloca al di fuori dellalogica temporale e quindi non puo accettare di farsi proteggere ‘‘dal braccio se-colare’’ (p. 90) ma deve al contrario perdonare superando la logica pagana del-l’amico/nemico.

12. Attivarsi

Allo scopo di superare questa barbara logica secolare e atea, il cristiano nonviolento deve trasformare in azione politica la azione profetica (p. 99). Come?‘‘(...) creando un movimento di resistenza cristiana alla guerra, rifiutando l’obbe-dienza agli ordini (...) aiutando i movimenti federalistici’’ (pp. 101/104).

278

1 Neppure le guerre rivoluzionarie possono essere legittimate (p. 79) secondo l’A.

Page 279: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

13. Conclusione

Che il pacifismo — almeno quello esposto in tale saggio — sia di matrice ire-nica e indubbio. Altrettanto indubbia e l’esortazione dell’A. a rivoltarsi contro loStato (e quindi contro le istituzioni militari) ed e altrettanto evidente (al di la del-la anticipazione del pacifismo di don Milani) che la conflittualita non convenzio-nale promossa dall’A. abbia anticipato in modo chiarissimo le scelte di organiz-zazioni come Pax Christi e i Beati organizzazioni che, d’altronde, si richiamanoesplicitante al messaggio di don Mazzolari.

279

Page 280: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. NOTE SULLA RIFLESSIONE NON VIOLENTADI LANZA DEL VASTO

Se oramai — per riconoscimento unanime — l’opera e la prassi non violentadi del Vasto e considerata di capitale importanza per la storia del pacifismo inquale modo si e concretizzato l’impegno operativo e teorico dell’A. nel contestodella non violenza?

Nell’affrontare la questione algerina l’attivismo pacifista si rivelo in tutta lasua importanza. A partire dal ’57 (Pacification en Algerie ou mensonge et violen-ce) la condanna della guerra di Algeria fu netta tanto quanto netta sara la suacondanna nei confronti della volonta colonizzatrice francese. Ma interessanti so-no gli aspetti specifici sottolineati dall’A.:

1) in questa guerra l’esercito francese alternava la distruzione alla ricostru-zione rivestendo il ruolo di aguzzino e benefattore allo stesso tempo;

2) l’impatto psicologico che ebbero le atrocita commesse in Algeria su gio-vani militari francesi fu devastante per il loro equilibrio psicologico;

3) sotto il profilo della denuncia la posizione dell’A. non si distinse da quel-la di Mounier e di Camus;

4) l’A. diede sempre il profilo sostegno a tutti coloro (come il Gen. Paris)che si rifiutarono di normalizzare la tortura;

5) l’A. propose — di fronte all’indifferenza alla complicita delle istituzioni— di organizzare uno sciopero di massa della durata di otto giorni, scio-pero che avrebbe dovuto essere attuato dalla massa operaia (la quale in-vece collaborava facendo la guerra in fabbrica);

6) la posizione di del Vasto puo essere raffrontata con quella del reverendoDelarlie cappellano militare della 10ª divisione paracadusti allo scopo dievidenziare con chiarezza l’esistenza di posizioni diametralmente opposteall’interno della Chiesa;

7) la condanna dell’A. della V Repubbllica — ed in particolare di De Gaulle— fu netta ed analoga a quella di Mazzolari, condanna che l’A. speravaavrebbe portato alla fine della guerra di Algeria;

8) per accelerarne la fine l’A. fu infaticabile nel portare avanti una campa-gna di contro informazione e altrettanto nell’invitare alla diserzione o aldigiuno pubblico (che l’A. pratico per venti giorni);

280

Page 281: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

9) come buona parte della stampa di sinistra anche l’A. paragono i metodiadottati dai francesi a quelli della Gestapo;

10) di fronte alla scontata obiezione che i guerriglieri dell’FNL adottavano latortura l’A. seccamente rispose — alludendo chiaramente al Vangelo —che ‘‘i torti altrui non ci giustificano’’ poiche ‘‘l’atrocita non castiga l’a-trocita ma la fa raddoppiare’’;

11) le denunce dell’A., e di buona parte della Chiesa, induranno Camus amanifestargli stima e affetto;

12) l’A. non ebbe timore alcuno — durante il ’59 — nel denunciare l’as-soluta illegittimita dei poteri speciali tributati ai prefetti. A tale propo-sito l’azione di Pyronnet, che permise un coinvolgimento ampio perprotestare contro le residenze, trovo proprio nell’A. un entusiasta so-stenitore;

13) la crescita della protesta, le numerose testimonianze contrarie alla guerrada parte cristiana portarono al riconoscimento dell’ODC, riconoscimen-to di cui Del Vasto fu uno dei piu accaniti sostenitori;

14) l’opposizione dell’A. non poteva non rivolgersi anche alla corsa degli ar-mamenti e non poteva non tradursi che attraverso la logica della non vio-lenza: l’incursione pacifica — con i discepoli dell’ARCA — nella fabbricadi Marcoule (dove si stava portando a termine la bomba francese) fu unesempio eclatante di dissenso non violento;

15) proprio sulla corsa degli armamenti il pensiero di Del Vasto non mancodi essere chiaro: come si poteva parlare di equilibrio del terrore? Non eraassurda questa espressione tanto quanto ‘‘evocare la rontondita del qua-drato o il biancore del nero’’?;

16) invocando la teoria della guerra giusta si era cercato di annullare la dis-suasione atomica contro la quale l’A. sottolineara che l’opposizione almale si attua attraverso un ‘‘bene eguale e appropriato’’. In fondo perl’A. — come per Gandhi — ‘‘nell’ingiustizia e meglio essere vittimache colpevole’’ e l’unica soluzione possibile rimase l’azione diretta nonviolenta ‘‘la sola difesa coraggiosa e ragionevole della patria’’.

17) Azione di cui fara ampio uso Simone de Gebelin (moglie dell’A.) a par-tire dal ’59 proprio contro l’industria Marcoule azione abbinata al digiu-no (come quella di Roma).

Per quanto concerne la posizione pacifista dell’A. sotto il profilo teorico sonoquesti gli aspetti che riteniamo piu appropriati:

1) con Gandhi anche l’A. rifiuta la modernita alla quale contrappone la co-munita dell’ARCA;

281

Page 282: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2) la visione della storia dell’A. e indubbiamente escatologica 1 con implica-zioni apocalittiche;

3) non c’e dubbio che l’A. abbia reinterpretato la filosofia gandhiana razio-nalizzandola alla luce della teologia;

4) con Gandhi anche l’A. era persuaso che la non violenza dovesse muoversiin due direzioni: quella della ricerca interiore e quella che partiva dalla so-cieta civile;

5) l’A. era persuaso che l’assenza di una filosofia non violenta, all’interno del-la civilta attuale, avesse portato a interpretare da Natura come un oggettoda sfruttare;

6) una delle difficolta per concretre la non violenza nella civilta attuale dipen-deva dalle convenzioni sociali e dalla legalita formale;

7) solo attraverso un ritorno al Bene sara possibile liberarsi dal male, sarapossibile cioe superare la propria istintualita animale per giungere al con-seguimento dell’amore.

Ma a partire da cosa e possibile pervenire a questo cambiamento epocale?Partendo dall’analisi dell’Apocalisse 13, l’A. arriva alla consapevolezza che lascienza — diventando una vera e propria istituizione — abbia preteso di regolarel’intero sviluppo dell’umanita determinando la nascita delle armi di distruzionedi massa. E proprio questa diabolica Forza che l’A. crede di individuare nell’A-pocalisse 13 reinterpretandola alla luce della sua filosofia. L’alternativa concretanon potra che essere la costituzione di piccole comunita che attuino relazioniumane basate sull’amore evangelico capaci quindi di modificare strutturalmentel’intera societa. Al di la del riferimento specifico alla Bibbia, l’insieme delle rifles-sioni dell’A. sulla non violenza possono essere agevolmente estese a qualsiasi re-ligione (proprio come aveva fatto Gandhi) dal momento che la non violenza co-stituisce una premessa indispensabile per mettere in pratica i precetti di qualsiasireligione e creare un nuovo modello di civilta — basato sullo sviluppo armonicotra uomini (dal momento che per l’A. la non violenza e un progetto politico ri-voluzionario volto anche a cambiare il modo di fare politica).

Sotto il profilo strettamente teologico, l’A. era persuaso che proprio Cristo

282

1 Interpretazione mutuata dallo studio di autori quali Dahieleu, Marcel, Buyere, Ellul che loportera a rifiutare il concetto stesso di progresso e a condividere una visione ascendente e a spiraledella storia — assai vicina a quella di Benjamin — ma che le portera soprattutto a prevedere chel’avvento del Regno di Dio si sarebbe attuato solo dopo la distruzione delle istituzioni politichemoderne, distinzione alla quale la Comunita dell’ARCA avrebbe dato un contributo fondamentaleattraverso un modus rivendi radicalmente altro rispetto a quello della civilta attuale, un modus vi-vendi alternativo che si era realmente ora presso i Guarani del Paraguay ora presso i Tolstoiani inRussa e infine presso i Gandhiani d’India.

Page 283: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

fosse l’esempio migliore di non violenza e di conseguenza — sul piano operativo— il vero cristiano non poteva che delegittimare qualsiasi forma di guerra. Pro-prio incontrando Gandhi in India (ribattezzato dall’A. il novello Cristo), l’A.prende atto della possibilita di cambiare strutturalmente societa a partire dallanon violenza attraverso comunita economiche autogestite che dimostrino la pos-sibilita concretare una autentica alternativa alla realta del mondo attuale e cheattuino lotte sociali non violente opponendosi — p.e. — alla costruzione di tec-nologie belliche e promuovendo — al contrario — l’ODC.

Bibliografia

Pacification en Algerie ou mensonge et violence, Harmattan, Paris 1988Che cos’e la non violenza, Jaca Book, 1990Per evitare la fine del mondo, Jaca Book, 1981

283

Page 284: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. L’OSSERVATORIO INTERNAZIONALE DELLA ODADREKDI FRONTE ALLA GUERRA DEL KOSSOVO

Il volume 1 analizza — secondo l’ottica della sinistra antagonista — sinistraben radicata nel mondo accademico — le reali finalita della guerra del Kossovoattuando una contro informazione (dunque attuando una modalita tipica dellaguerra psicologica) attraverso i contributi di Rivera (Universita di Bari), Accame,Oliva, Gallerano (Universita La Sapienza), Persichetti (latitante della sinistra ex-traparlamentare), Modugno, Baracca (Universita di Firenze), Paleologo (Univer-sita di Palermo), Ambrosino (corrispondente del ‘‘il Manifesto’’), Tarozzi (Uni-versita di Bologna), Portelli (Universita La Sapienza) e Cesaretto (Universita LaSapienza).

Incominciano dal contributo della Rivera.

1. Rivera

Secondo l’A. la guerra del Kosovo (da ora in poi gk ndr) — ben lungi dall’es-sere una guerra umanitaria — e stata al contrario un evento criminale ben ma-scherato dalla propaganda attuata dalle agenzie di marketing allo stesso modo gliequipaggi degli aerei che hanno effettuato i bombardamenti non sono altro cheuna ‘‘banda di assassini’’ e non un team di tecnici — come avrebbe voluto farcicredere la propaganda — che svolgono il loro dovere con efficiente professiona-lita!

Una guerra questa che ricorda anche troppo chiaramente le vecchie guerrecoloniali (p. 60), una guerra che ha segnato ‘‘la debache della sinistra al potere(...) in una sostanziale accettazione del dominio imperiale’’ (p. 61).

2. Accame/Oliva

Anche gli A. — ma cio era assolutamente prevedibile — rifiutano la retorica

284

1 AV, Il rovescio internazionale, Odadrek 1999.

Page 285: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

umanitaria della gk e, allo stesso modo della Rivera, emettono una sentenza di

condanna senza appello nei confronti della sinistra di potere che ha tradito il

suo anti-mililitarismo storico.

3. Gallerano

Dopo una dotta rassegna relativa alle riflessioni di Klausewitz e Liddle Hart

sul nesso guerra/politica, l’A. citando le affermazioni di Luttwak, arriva alla sor-prendente conclusione che gli USA rappresentano il miglior esempio di un cata-

strofico ‘‘estremismo di fondo del capitale’’ ad una politica volta — insomma —

drammaticamente e semplicemente a dominare (p. 104).

In conclusione, quale contributo originale l’A. porta rispetto alle analisi del

marxismo anni settanta? Semplicemente nessuno.

4. Persichetti

Dopo aver esposto, in modo chiaro e senza demagogia, le principali scuole di

pensiero delle relazioni internazionali, anche l’A. esprime una valutazione sarca-

stica nei confronti dalla attuale classe dirigente nazionale e non, proveniente in

gran parte dalla sinistra marxista dagli anni settanta (particolarmente ironico e ilgiudizio su Blair, p. 125) e formula un giudizio di dura condanna nei confronti

del diritto di ingerenza osservando che la logica che lo regola e: ‘‘estremamente

aggressiva, dicotomica, semplicistica ed eccentrica’’ (p. 128), logica questa che

trova una sua legittimazione nell’eticismo panpenalista e il suo nemico nell’auto-

determinazione.

5. Modugno

Servendosi dell’analisi di Sweezy anche l’A. ritiene che la guerra costituisca

uno strumento essenziale alla sopravvivenza dell’Impero USA dal momento

che solo un investimento massiccio nella industria militare consente di contrasta-

re le crisi economiche. D’altronde, e proprio Umberto Agnelli a confermarlo,non tanto indirettamente, in una intervista che l’A. riporta solo in parte ma in

modo assolutamente consono. E che dire — infine — del sintetico profilo bio-

grafico di Milosevic (p. 141) dal quale emerge chiaramente quanto inverosimile

sia il ritratto demagogico fattore dai media?

285

Page 286: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6. Baracca

Come suo costume l’A. si sofferma sulla dimensione ambientale che la guerraha prendendo come termine di paragone le implicazioni sull’ambiente dellaGuerra del Golfo. Non senza ironia si domanda — al di la del fatto che questaguerra rientra nella lotta per il controllo delle risorse — quale senso possa avere,da parte delle superpotenze, decidere la riduzione delle emissioni se per le guer-re le nazioni determinano danni ambientali enormi.

7. Paleologo

Dopo aver osservato la rivoltante ipocrisia di quei paesi — come l’Italia —che intrattenevano buoni rapporti con la Serbia di Milosevic — l’A. sottolineacome una delle cause dell’intervento sia facilmente individuabile nella volontaUSA di marginalizzazione la Russia creando i presupposti per un ritono al climadella cold war.

8. Ambrosino

L’A. si sofferma — da un lato — sul denunciare il divario esistente tra il pro-gramma politico della coalizione tedesca rosso-verde e la volonta interventista edall’altro lato sottolinea la futilita delle argomentazioni di Grass e Habermas.

9. Cesaratto

L’A. — come Zolo — (commentato dalle scrivente nelle parti precedenti) in-dividua quattro cause di questa guerra: dal controllo strategico dei corridoi, al-l’accerchiamento della Russai, alla volonta di incrinare l’unificazione europea fi-no alla volonta di sostituire l’ONU. Seguendo questa direzione anche Carraro(nella Appendice 1) fornisce motivazioni analoghe sulle cause della guerra.

286

Page 287: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6. INFORMAZIONE, SCIENZA E GUERRASECONDO IL COMITATO SCIENZIATE E SCIENZIATI

CONTRO LA GUERRA *

Analogamente ai volumi precedenti anche in questo caso svolgeremo una sin-tetica rassegna delle principali riflessioni degli autori.

1. D’Orsi

L’A. (Universita di Torino) dopo aver passato brevemente illustrato alcuneopinioni di noti intellettuali europei sulla guerra, giunge alla conclusione chele istituzioni militari sono sempre alla ricerca di intellettuali in grado di legittima-re l’ interventismo militare (p. D.Annunzio, Marinetti) o in grado di diventareconsiglieri del principe (p. 21). Al contrario gli intellettuali indipendenti sonotutti coloro che — nel corso della storia recente o meno — si sono schierati con-tro i rigurgiti militaristi degli Stati (l’A. cita, a mo’ di esempio, l’appello contro laguerra del Kosovo lanciato da Lori, Pivano etc.).

2. Savio

Dal punto di vista strettamente accademico e possibile trovare una valida al-ternativa al ricorso della guerra, affrontando le problematiche conflittuali inun’ottica completamente diversa e lontanissima dall’usurato paradigma del rea-lismo politico: lo studio scientifico della pace del quale — l’A. del Centro Studi‘Sereno Regis’ — e nel nostro paese un noto tecnico. Indubbiamente la sua pre-dilezione e rivolta alla rete Transcend fondata da Galtung nel 1990.

3. Barone, Marenco e Martocchia

Gli A. — appartenenti rispettivamente all’Universita di Roma, all’Esea e allaSissa — attribuiscono l’origine della gk alla esigenza di conseguire l’egemonia dei

287

* Contro le nuove guerre, Odradek, 2000.

Page 288: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Balcani, da parte USA, per l’importanza decisiva del corridoio cinque e otto. Unruolo — sovente sottovalutato — rilevante e stato svolto dalle agenzie USA dimarketing che hanno portato avanti una sottile campagna di disinformazionecercando di dare una parvenza di legittimita — come d’altronde ha fatto in mo-do grossolano D’Alema — ad un intervento che altro non e stato che una occu-pazione in piena regola (p. 50).

4. Peyretti

Come, concretamente, contrastare la disinformazione ufficiale? Secondo l’A.— del Centro Studi ‘Sereno Regis’ — e possibile farlo seguendo le indicazioni diGaltung che sollecita gli attivisti pacifisti a creare network informativi autonomistrettamente collegati a internet, allo scopo di promuovere una efficace controinformazione che potrebbe diventare, in seguito, un vero e proprio giornalismodella pace (si pensi in Italia a Peacelink o a Warnews). Significativo che l’A. ri-conosca come ‘Avvenimenti’, ‘Rinascita’ e ‘il manifesto’ siano giornali impegnatiper la pace! In altri termini: la informazione e corretta se risponde ai presuppostidel pacifismo ma, al contrario, se e costruita dalle istituzioni (p.e. quelle militari)e certamente falsa o omissiva.

Dopo una serie di articoli — che documentano la pericolosita per l’uomo eper l’ambiente dell’uso delle munizioni contenenti uranio impoverito — segueun saggio a cura dei Medici contro la tortura nel quale — al solito — le istituzionimilitari sono criticate senza mezzi termini. Proprio contro la militarizzazione inatto dello Stato deve organizzarsi una societa civile consapevole.

5. Di Fazio

L’A. — dell’Osservatorio astronomico di Roma — prende atto che il petrolio,e allo stato attuale, la piu preziosa fonte energetica a causa della quale ‘‘l’attualesistema di mercato sta trascinando l’umanita in una folle corsa verso un livello didistruzione mai vista’’. L’alternativa? L’utilizzo sistematico delle fonti alternative,e il cambiamento profondo dell’attuale sistema economico potrebbero farci evi-tare un esito drammatico per la sopravvivenza contrariamente alle ridicole pro-poste del FMI e della WB volte soltanto a mantenere intatta la crescita econo-mica attuale.

Sia Baracca (dell’INFN) che Polcaro (del CNR-IAS) sottolineano la spavento-sa crescita della spesa militare americana (dal dimostrato ritorno alla politica nu-cleare fino ai nuovi scenari aperti dall’SDI e dalla cyber-war) contro la quale —

288

Page 289: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

pare — non ci sia sufficiente opposizione internazionale. Accanto agli investi-menti elevatissimi vengono effettuati — soprattutto da parte USA — investimen-ti militari di minore entita volti a perfezionare le armi non letali sorte per con-trollare un territorio nel quale la popolazione pratica una lotta armata rudimen-tale o una lotta non convenzionale.

L’ultimo saggio e una sorta di coronamento del volume e nel contempo efrutto di una scelta politica precisa da parte del curatore Massimo Zucchetti.

Scritto da Gualdron — membro delle FARC-EP — costituisce un atto di ac-cusa durissimo nei confronti degli USA 1 che vorrebbero la balcanizzazione delconflitto ma che in realta diverra ‘‘una vietnamizzazione del conflitto grazie allapartecipazione di un ampio ventaglio di organizzazioni e settori sociali’’ (p. 264).

Il senso dell’articolo — nel contesto del volume — e chiaro: la difesa dellaguerra rivoluzionaria colombiana.

In conclusione, grazie alla grammatica della guerra psicologica (ed in partico-lare alla contro informazione) le istituzioni militari, il capitalismo, la politica este-ra USA e quella della Nato sono condannate senza mezzi termini secondo un cli-che propagandistico caratteristico comune alla stampa comunista degli anni Cin-quanta e di quella della sinistra extraparlamentare degli anni Settanta.

289

1 In particolare nei confronti del Gen. Wilhem e del Gen. McCaffrey.

Page 290: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7. NEUTRALISMO E DISARMO NUCLEARENELLE RIFLESSIONI DI EDWARD THOMPSON

Proprio per tale ragione un rapido esame della raccolta di articoli pubblicatiin lingua italiana costituisce un importante punto di riferimento per la compren-sione della contro informazione attuata non solo dall’A. ma, implicitamente, an-che dal movimento anti-nucleare europeo.

1. Contro la dissuasione nucleare

L’origine della dissuazione e facilmente individuabile nella volonta USA siadi attaccare per primi la Russia che di dimostrare la superiorita militare USA(p. 6). Non poche delle riflessioni strategiche sulla dissuasione sono o meri im-brogli teorici o costituiscono un pericolosissimo ritorno alla barbarie. Tuttocio ha contribuito — in modo decisivo — alla progressiva militarizzazione equindi alla crescente influenza del complesso militare-industriale. L’unica al-ternativa e la formazione di una nuova alleanza tra la societa civile e gli stu-diosi per ‘‘filare la trama della pace’’ per evitare che ‘‘ogni cultura e ogni po-litica abbiano fine’’.

2. Liberta di informazione e movimento anti-nucleare

L’A., dopo aver illustrato i tentativi abortiti di varare un pacchetto di nome— da parte del governo della Thatcher — volte a limitare la liberta di informa-zione sottolinea l’ampia estensione delle intercettazioni illegali dei servizi di sicu-rezza ai danni della societa civile e pone l’enfasi sul lavoro di alto valore fatto datutti quegli scienziati ed intellettuali che hanno cercato di rendere trasparentel’informazione e di divulgare tutte quelle notizie utili per comprendere la logicadel potere. Naturalmente il contributo determinante e stato dato dal movimentoanti-nucleare (iniziato con il rifiuto della Danimarca di ospitare i Cruise) che,p.e., in Olanda ha trovato modo di esprimersi al meglio grazie ad un’alleanza tra-sversale tra i partiti di sinistra e le chiese concretizzatasi attraverso petizioni ecortei. Solo in un secondo momento la mobilitazione sviluppatasi in UK grazie

290

Page 291: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

ai sindacati e al partito laburista — a partire dal 1980 — in tutta Europa attra-verso una campagna comune ha formulato le seguenti richieste:

1) bloccare i Cruise, i Pershing II e gli SS-20;2) creare zone denuclearizzate;3) creare le condizioni per una reale liberta di informazione tra Est e Ovest

e

4) aprire una breccia all’interno dei media a favore del movimento per la pa-ce.

3. La genesi della cold war

Secondo l’A. la causa della cold war andrebbe ricercata ‘‘nella frattura centraletra gli uomini, nel polo assoluto di potere’’ (p. 49) insomma nella elite al potere(politica e militare) che, per rendere accettabile la dissuasione nucleare, ha prima‘‘sterminato il processo democratico decisionale’’ (p. 59) e poi ha creato un vero eproprio sistema di sterminio le cui caratteristiche sono fra l’altro analoghe a quelledel militarismo e dell’imperialismo nel quale l’ideologia anti-comunista svolge unruolo determinante. Proprio per la sua connotazione ideologica, il sistema dellosterminio nucleare crea al proprio interno una reazione di avversione che, grazieal movimento no-nuclear, acquistera una portata internazionale, movimento chepromuovendo l’internazionalismo e il neutralismo arrivera a minacciare il sistemadi potere occidentale sovietico 1, sistema che — attraverso il confronto militarepotenziale — ‘‘rinnova continuamente le sorgenti del totalitarismo’’ legittimandole attivita illegali dei servizi di sicurezza, ‘‘consolidando le burocrazie repressive distato e limitando lo spazio per i diritti umani’’ (p. 113). In fondo, i due sistemi sisono trovati d’accordo anche nel tacciare di eversione i movimenti democraticiperche ‘‘non vogliono che facciano causa comune’’ (p. 118).

4. Neutralismo

La posizione neutralista — che ha trovato in uomini come Albrecht, Faber,de Smaele, in Bahre e in Coates alcuni noti esponenti — al di la della propagan-

291

1 Secondo l’A. entrambi i sistemi vanno verso una progressiva militarizzazione — per quanto ilmilitarismo possa benissimo esistere in una democrazia — e proprio contro di essa si basse il mo-vimento anti-nucleare europeo, proprio per espellere le armi e le basi nucleari dall’Europa, proprioper il ritiro incondizionato delle armi nucleari USA e URSS.

Page 292: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

da volta a screditarlo — costituisce una scelta politica fondamentale per il mo-vimento no-nuclear poiche favorisce ‘‘la causa della liberta e della pace’’ (p. 130)e — a sua volta — il movimento per la pace e il disarmo favorisce l’unica verasicurezza, attraverso un’alleanza politica trasversale che comprende socialisti,sindacalisti, liberali, religiosi ed ecologisti.

5. Conclusione

Nonostante l’indubbia efficacia del movimento no-nuclear in Europa e negliUSA, su lungo periodo i suoi scopi di denuclearizzazione globale sono misera-mente falliti a causa della rinnovata fiducia nella politica nucleare Nato (da partedei vertici militari europei e non), a causa dell’ampliamento della NATO (con-trariamente alle aspettative di uno suo scioglimento auspicato da tutto il movi-mento no-nuclear) e infine a causa della estensione dell’intervento NATO attra-verso le Forze di Proiezione Rapida. Quanto agli USA e all’URSS — pur prose-guendo nello smantellamento graduale degli arsenali atomici in ottemperanza aitrattati internazionali — non solo non hanno rinunciato alla politica nucleare mane hanno perfezionato la tecnologia.

292

Page 293: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

8. L’ETICA PLANETARIA SECONDOIL DIPARTIMENTO DI FILOSOFIADELLA UNIVERSITA DI MACERATA

Sotto il profilo teoretico lo scopo del volume (‘‘Etiche della mondialita’’) equello di individuare gli aspetti essenziali di un’etica planetaria, un’etica in gradodi superare la dimensione conflittuale del mondo attuale, un’etica che ‘‘orientil’agire di governi, popoli, gruppi e singoli secondo un nucleo comune di criterie di valori’’ (p. 200). Facendo riferimento alle riflessioni di noti filosofi e teologiquali Jaspers, Jonas, Henrich, Hosle, Apel, Morin, Huber, Reuter, Balducer,Boff, e Levinas.

Per conseguire tale ambizioso obiettivo e necessario il superamento della mo-rale conseguenzialistica e dell’etica del male minore che concretamente svuota disignificato la ‘‘dimensione normativa del discorso morale’’ (p. 203). Proprio pertale motivazione, l’etica conseguenzialistica accetta di legittimare le guerre o per-sino le torture purche siano in grado di ‘‘evitare danni maggiori allo stato’’ cheattua tali scelte. Il bersaglio degli autori e insomma agevolmente individuabilenelle riflessioni di Walzer e Nye ritenute responsabili di aver legittimato la guerrain Iraq. In altri termini, l’etica planetaria della quale discutono gli A. dovrebbe,al contrario, legittimare le posizioni pacifiste e anti-militariste su base filosofica.

Non a caso, al di la dei riferimenti — sempre positivi — alle opere di Zolo, ilvolume illustra la riflessione di autori — quali Boff e Balducci — le cui posizioniideologiche rispondono pienamente a quelle del pacifismo anti-militarista (e —aggiungiamo — anti-americano). Ad ogni modo, ritornando alla etica planetariadegli autori, quali caratteristiche dovrebbe possedere? La prima caratteristicadovrebbe essere quella della dimensione dialogica, la seconda dovra essere quelladella giustificazione normativa alla quale l’etica planetaria deve fare riferimentoper trovare una sua legittimazione; la terza caratteristica dovra consentire all’e-tica planetaria di svolgere una funzione normativa ed infine l’esercizio della cri-tica dovra esser fondamentale per delegittimare qualsiasi etica o politica che vo-glia giustificare ‘‘il sacrificio della vita o dei diritti di chiunque in nome di un be-ne superiore’’ (p. 206). Facendo proprio la tesi di Levinas, gli A. condividono ilprimato dell’altro sull’io, il superamento dell’etica individualistica medesima(quella di Locke e Hobbes p.e.), il rifiuto del realismo politico e quindi il rifiutodella ‘‘legittimazione della Real politik in nome di un’etica della responsabilita’’p. 225), il rifiuto della globalizzazione economica e, al contrario, l’accettazione

293

Page 294: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

della filosofia che alimenta i nuovi movimenti della pace (p. 232) e la accettazio-ne dell’opera dei centri di informazione alternativa sulla mondialita. Insomma, amo’ di conclusione, gli A. auspicano un superamento radicale dell’attuale model-lo di sviluppo e un radicale superamento della concezione della politica comearte del dominio.

294

Page 295: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Parte Dodicesima

Page 296: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 297: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. ODC: UNA CONFLITTUALITA NON CONVENZIONALELEGALIZZATA

1. Premessa

Il volume che prendiamo in considerazione — oltre ad offrirci una vasta ras-segna di opinioni espresse da numerosi ex ODC Caritas — dimostra quanto ra-dicato sia oramai divenuto l’anti-militarismo all’interno delle istituzioni (religio-se, universitarie, industriali, politiche, giuridiche etc.) e quanto siano considerate‘normali’ e ‘legali’ le tecniche della conflittualita non convenzionale.

2. Cavagna

L’A. — fondatore del GAVCI nel 1977 e del CEFA — fu uno dei primi afare formazione nell’ambito dell’ODC e — allo scopo di protestare contro la leg-ge del ’72 — promosse un digiuno per 27 giorni, si incateno all’Altare della Pa-tria per ‘‘protestare contro il taglio delle 2000 lire giornaliere per la formazione(p. 18) e occupo in modo non violento il Ministero della Difesa Insomma l’A.fece uso di modalita operative tipiche della conflittualita non convenzionale.

3. Chiavacci

L’A. — deputata nelle liste dei progressisti — ricorda l’ostruzionismo dell’M-SI e la collaborazione — parziale — del PDS nei confronti della Legge dell’ODCnel ’92.

4. Codrignani

L’A. — presidente della LOC — dopo aver difeso le battaglie di Capitini afavore dell’ODC, ricorda l’uso fatto di una tecnica tipica della contro informa-zione: il volantinaggio in virtu del quale denunciava l’assurdita della Festa del 4novembre. L’A. propone di tutelare — anche in Italia — eventuali casi di diser-

297

Page 298: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

zione (come ad Israele). Interessante — infine — rilevare come l’autrice, in qua-lita di parlamentare della sinistra indipendente, abbia partecipato piu volte allaCommissione Esteri e Difesa.

5. Drago

Allievo di Del Vasto, vicepresidente del MIR e presidente del Comitato, ri-vendica con orgoglio cattolico la lunga marcia verso le istituzioni passando attra-verso la LOC e sottolinea la legittimita della battaglia della Caritas contro il Mi-nistero della Difesa ai tempi di Spadolini.

6. Fabbrini

Dopo sei mesi di carcere per la sua ODC al servizio militare, divenuto vice-presidente del MIR, riconosce nell’intervista che ad influenzarlo profondamentefurono le azioni agli scritti di Balducci, Milani e La Pira. A tale riguardo, assaisignificativa ci pare una affermazione dell’A., secondo il quale ‘‘non c’e un obiet-tore che non si muovesse da ragioni religiose’’, e cio testimonia la radicale avver-sione alle istituzioni militari presente all’interno del cattolicesimo.

7. Gozzini

Primo esempio — nel ’62 — di ODC cattolico, riconosce la profonda in-fluenza esercitata sulla sua scelta di Balducci e da Mazzolari e soprattutto — nel-la intervista — sottolinea la esistenza — all’interno della Chiesa — di una lungatradizione anti-militarista. Inoltre, ricorda la sua militanza all’interno del gruppodi studio che faceva capo a Panzieri. Tuttavia — ai fini del nostro lavoro — fon-damentale e l’ammissione dell’A. di aver promesso azioni di contro informazionerelativamente ai disertori pacifisti americani (p. 41) e l’auspicio che il pacifismoradicale sia chiamatooggi acostruire un progettoalternativodi societa’’ (p. 1).

8. Monterubbianesi

Fondatore della Comunita di Capodarco, svolse fin dal 1969 il ruolo di pro-tettore degli ODC nascondendoli a Capodarco e promuovendola a livello istitu-zionale in un secondo momento. Rileviamo come — ancora una volta una strut-

298

Page 299: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

tura cattolica — abbia rivestito un ruolo determinante nella promozione di unacultura anti-militarista e sotamzialmente anti-statalista.

9. Paolicelli

E significativo che l’A. — fondatore dell’AONV — riconosca che durante lacampagna per l’approvazione della legge sull’ODC, solo il Manifesto e Avveniredimostrarono il loro appoggio.

10. Venditti

Anche l’A. riconosce il contributo determinante di Capitini e La Pira — oltreche Sereno Regis presidente del MIR — alla sua formazione; ma tuttavia il datorilevante da evidenziare e che l’A. e un membro della Corte costituzionale e cheha modificare profondamente il Codice Militare di pace e di guerra. Questo di-mostra l’indubbia efficacia di una guerra di logoramento portata fin dentro leistituzioni.

11. Battaglia

Direttore della Caritas di Ragusa, l’A. e un alto prelato della Chiesa cattolicache senza mezzi termini arrivo ad appoggiare le proteste anti-Comiso.

12. Bazzarri

L’A. — presidente della Fondazione don Gnocchi — riconosce come deter-minante l’esistenza di scuole di formazione socio-politica promosse dalla Caritasa favore degli ODC e sottolinea altresı il ruolo determinante svolto a loro favoredal Card. Martini. D’altronde, proprio all’interno della Caritas, esiste un appo-sito Dipartimento volto alla ‘‘Educazione alla pace e alla mondialita’’fondamen-tale ed autorevole strumento di guerra psicologica anti-militarista.

13. Nervo

Presidente onorario della Fondazione Zancan sottolinea un dato storico di

299

Page 300: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

grande rilievo: nel ’76 — durante il Convegno ecclesiale — all’interno della VICommissione passo all’unanimita la promozione del servizio civile.

14. Piovanelli

Cardinale dal 1985, l’A. negli anni settanta si fece promotore di manifestazio-ni di proteste contro le Officine Galilei di Firenze, cioe contro le industrie mi-litari.

15. Tavassi

Anche l’A. — membro della Commissione nazionale delle Pari opportunita— ricorda la storica decisione della VI Commissione del Convegno Ecclesialedel 1976 sottolineando l’ampio consenso che ricevette la decisione di promuove-re l’ODC, da parte di tutte le maggiori associazioni cattoliche.

16. Tubino

Padre storico della Caritas di Genova, promosse nel maggio del 1989, unamanifestazione di protesta contro la Mostra Navale Bellica allestita nella citta li-gure riuscendo ad impedire che si svolgesse nuovamente.

17. Girardi

Anche l’opinione dell’A. — ex direttore dell’IRES di Trento — e di estremointeresse per comprendere quanto scontato sia l’anti-militarismo all’interno delleistituzioni.

A conclusione dell’intervista, l’A. esprime l’esigenza di continuare a promuo-vere una cultura contro l’esercito e contro la guerra nonostante l’ODC sia stataistituzionalizzata.

18. Lusetti

Deputato della Margherita e stato — come et-ODC e ex DC — uno dei prin-cipali promotori nell’area democristiana della ODC.

300

Page 301: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

19. Milanese

Ex vicedirettore della Caritas di Udine, perfeziono — negli anni ’80 — leprincipali tecniche di non violenza — con la benedizione di Mons. Battisi —e all’interno della Universita promosse — in occasione della guerra in Iraq —un seminario di 15 giorni autogestito sull’educazione alla pace.

20. Russi

Sostituto procuratore a Bari, oltre ad aver svolto l’ODC presso la Caritas ba-rese, e un convinto sostenitore della DPNV.

21. Zuccato

Dirigente FIAT ha svolto l’ODC negli anni ottanta presso la Caritas di Tori-no.

301

Page 302: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. NOTE SULLA RIFLESSIONE PACIFISTA DI TOLSTOJ *

Non c’e dubbio alcuno che la meditazione pacifista dell’A. abbia trovato ilproprio fondamento nella religione e piu esattamente nello studio del Vangeloche — fra l’altro — gli consentira di avallare ulteriormente il proprio anarchismopolitico e di giustificare la profonda avversione verso le chiese accusate di avereconsapevolmente travisato il messaggio di Cristo. Proprio riflettendo sul Vangelol’A. giungera a individuare nella non resistenza al male la chiave di volta del mes-saggio cristiano e a comprendere la fondamentale importanza dell’ecumenismo(grazie al quale giunse a formulare un giudizio entusiastico di Confucio e Lao-Tse) e della dimensione profetica (grazie alla quale era convinto di poter preve-dere per l’Europa e il mondo solo stragi e sciagure). Se la complessa articolazio-ne del messaggio evangelico fosse stata accolta dalle giovani generazioni alloraqueste avrebbero potuto agevolmente rinunciare alle superstizioni del patriotti-smo, della scienza, del socialismo e della religione istituzionalizzata. In partico-lare, del Vangelo era indispensabile capire la portata rivoluzionaria della non re-sistenza al male e quindi del perdono nei confronti del nemico (non resistenzagia praticata dai Quaccheri).

Il male — infatti — non si puo che sconfiggere con l’amore e attraverso la nonpartecipazione (p.e. al servizio militare o alla politica) grazie alla quale la violenzasara isolata e perdera forza gradualmente. Ma un’operazione cosı elevata spiri-tualmente, presuppone che colui che la pratica attui una profonda trasformazionedentro se stesso, giungendo a rifiutare ogni forza di violenza (quella praticata p.e.dai tribunali, dalle carceri e dalla pena di morte). A proposito della violenza de-terminata dalla guerra questa e sempre determinata da 4 semplici cause:

1) le ingiustizie economiche;2) l’esistenza della casta militare e3) l’esistenza delle religioni false

e

4) l’esistenza dello Stato.

302

* Tolstoj - il profeta, Ed. Gabrielli, 2000.

Page 303: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

A tale proposito il rifiuto dello Stato fu assoluto e di chiara matrice anarchicatanto quanto radicale fu la critica alle false democrazie che danno solo l’illusionedella liberta (conseguibile solo attraverso l’autogoverno). Gli unici strumenti le-gittimi — per un cristiano — per abbatterlo sono la disobbedienza civile e la noncollaborazione (attraverso cioe tecniche tipiche della conflittualita non conven-zionale) che porteranno alla realizzazione di piccole comunita agricole. La solu-zione violenta proposta da anarchici e marxisti e la conseguenza di una evidentemalafede: non la liberazione dal male si propongono costoro ma il conseguimen-to del potere perche la loro azione nasce dalla ambizione e dalla invidia versocoloro che il potere lo esercitano.

[Come gia ripetutamente detto non e nelle nostre intenzioni esporre la storiadel pacifismo e della non violenza attraverso i suoi protagonisti ma semplicemen-te quello di individuare gli aspetti essenziali della conflittualita non convenziona-le].

303

Page 304: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. NOTE SULL’ANTI-MILITARISMODEL PARTITO RADICALE ITALIANO

Anche il PRI — come gran parte della sinistra radicale europea — ebbe mo-do di manifestare un atteggiamento di intransigente anti-militarismo in alterna-tiva al quale veniva indicato il pacifismo militante. Nello specifico gli esponentidel PRI — e fra questi in particolare Cicciomessere e Pannella — espresserochiaramente:

1) l’esigenza di riconvertire le strutture militari in civili;2) la necessita di portare l’Italia fuori dalla NATO;3) la necessita di promuovere a livello nazionale un movimento anti-militari-

sta in grado di creare uno iato tra istituzioni militari e Societa civile;4) la necessita di demilitarizzare e denuclearizzare la Sardegna;5) l’utilita — a livello di contro informazione — di promuovere marce anti-

militariste;6) l’assemblea e la improrogabile necessita di promuovere l’approvazione

della CDC;7) l’opportunita di promuovere un referendum abrogativo dei codici militari

e della normativa relativa ai tribunali e alle carceri militari.

Sul piano strettamente operativo — i collegamenti con contesti anarchici ebeatnik indussero (fra il ’66 e il ’67) alcuni militanti radicali ad attuare una tipicatecnica di contro informazione: il volantinaggio contro la parata militare del 2giugno. In secondo luogo, la marcia Milano, Vicenza svolta nel ‘67 fu finalizzataa sensibilizzare l’opinione pubblica e a creare uno spazio di collaborazione anti-militarista con anarchici e M/L e numerosi membri di comunita ecclesiali. Sottoil profilo strettamente politico i valori che ispiravano la loro prassi conflittualefurono indubbiamente la profonda avversione ai valori militari, l’avversione alpeso politico occulto esercitato dall’intelligence, l’assoluta contrarieta all’esisten-za stessa della industria militare e la pericolosita individuata nelle modificazionistrategiche del pensiero militare.

A tale proposito proprio il Congresso anti-militarista (organizzato a Milanonel novembre del 1989) promuoveva, senza mezzi termini, la dissoluzione dell’e-sercito e osservava come le F.A. stessero oramai rivolgendo la loro attenzione alcontrasto violento della lotta di classe. Tuttavia, uno dei contributi di maggiore

304

Page 305: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

efficacia, dati all’organizzazione politica anti-militarista fu il peso esercitato all’in-terno della parlamento, peso politico che si concretizzo — nel 1972 — nel pro-porre che il finanziamento all’ODC prevenisse dalla Difesa in modo tale da sot-trarre risorse alla spesa militare. Proprio a partire dagli anni Settanta le modalitaoperative non conflittuali raggiunsero il loro apice attraverso:

1) i digiuni di protesta;2) le pressioni sul parlamento inviando migliaia di cartoline alla Commissione

Difesa della Camera;3) l’azione diretta a favore degli obiettori processati;4) la lotta di protesta all’interno delle carceri militari (si pensi a quella di Cic-

cionessere nel ’72);5) politiche per aumentare la pressione e sulle istituzioni parlamentari attra-

verso la creazione di alleanze trasversali con LC, comunisti, socialisti che— p.e. — riuscirono a indurre Pertini a far approvare con urgenza (anchegrazie allo sciopero della fama di Pannella 1 e Gardin) la prima legge sul-l’ODC [della Lega per la promozione dell’ODC].

Un altro contributo — politicamente rilevante — sara la realizzazione dellaLOC 2 nel 1973 all’interno della quale — nel volgere di breve termine verra com-battuta una ‘‘guerra’’ per l’egemonia politica!

Bibliografia

Angelo Bandinelli, Anti-militarismo, ‘‘La Prova Radicale’’, n. 1, 1977.Roberto Cicciomessere, Diario di ricordi di Peschiera, ‘‘La Prova Radicale’’, n. 4, 1972.

305

1 La protesta fu dall’esterno sostenuta anche da celebrati intellettuali quali Sartre, Silone e inparticolare da Balducci.

2 Proprio grazie alla LOC — nel ’75 — venne proposta la istituzionalizzazione della DPNV.

Page 306: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 307: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Parte Tredicesima

Page 308: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 309: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. PREMESSA

Come piu volte sottolineato — nel corso del volume — la conflittualita nonconvenzionale ha — storicamente — avuto modo di concretarsi attraverso l’azio-ne non violenta, la disobbedienza civile ma anche attraverso la Psycological War-fare che ha trovato modo di esprimersi con particolare efficacia nel cinema 1.Premesso, che non e certo nostra intenzione illustrare l’evoluzione della controinformazione anti-militarista nel corso di tutta la storia del cinema contempora-neo, faremo riferimento solo ad alcuni casi paradigmatici dai quali emergerannoriflessioni 2 che abbiamo avuto gia modo di illustrare nelle parti precedenti.

309

1 Cinema a parte e utile ricordare che anche la musica svolge un ruolo di estremo rilievo nellaguerra psicologica. Si pensi al gruppo ChumbaWamha sorto nel 1985 — e in particolare a canzonicome ‘‘Mr. Heseltine Meets His Public’’ — ai Rage Against the Machine nato nel 1990 — e all’al-bum ‘‘The Battle of Los Angeles’’ — a quello ‘‘Evil Empire’’ —, ai 99 Posse e all’album ‘‘La vidaque vendra’’ gruppo che ha collezionato un numero elevato di imputazioni penali.

2 Piu nel dettaglio: l’antimilitarismo, l’anticapitalismo e il terzomondismo.

Page 310: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. L’ANTIMILITARISMO IN STANLEY KUBRICK *

Come e noto Pathsof Glory fu prodotto nel 1957 ed ebbe come oggetto laprima guerra mondiale (piu precisamente la guerra di trincea tra tedeschi e fran-cesi nell’agosto del 1916). Sia il Gen. Mireau che il Gen. Broulard appiano comepersonaggi cinici, disinteressanti alla vita o alla morte dei loro soldati ma interes-sati a giocare con le loro vite per questioni di potere e di carriera tanto quanto ilmaggiore Santi-Auhan che considera i soldati esseri inferiori. Quanto alla citazio-ne di Samuel Johnson ‘‘il patriottismo e l’ultimo rifugio delle canaglie’’ questaviene fatta proprio da un ufficiale — Dax — allo scopo di mostrare l’assenzadi coesione gerarchica oltre naturalmente a mostrare il disprezzo del registra ver-so ideali privi di valore. Un ulteriore prova del processo di degradazione, tipicodelle istituzioni militari, ci viene offerto dal regista quando l’accusa di Paris nonviene considerata attendibile perche la parola di un soldato non e assimilabile aquella di un ufficiale. L’apice del disprezzo della vita umana da sacrificarsi in no-me del proprio potere viene raggiunto dal registra quando mette in bocca a Mi-reau l’ordine di bombardare le proprie linee e quando chiede che vengano fuci-lati 100 uomini per punizione. La scelta del numero dei soldati viene fatta su ba-se paramente arbitraria tanto quanto arbitraria sara la decisione di fucilare fusettanta.

Arbitrarieta che decreta — ancora una volta — la degradazione umana allaquale giunge il potere militare, degradazione che trova modo di manifestarsi nel-l’affermazione di Broulard secondo il quale l’esecuzione dei tre soldati servira co-me capo espiatorio.

Se fino a questo momento Broulard era persuaso che se si fosse comportatocome un abile opportunista solo a conclusione della vicenda si rende conto ditrovarsi di fronte ad uno sciocco idealista sentimentale.

Come in tutti i film di Kubrick anche in questo emergono temi ricorrenti ilcui significato e lampante: il binomio uomo/animale (i soldati vivono nelle trin-cee stipati come animali, i prigionieri sono rinchiusi nella stalla), il teatro (la cortemarziale e infatti organizzata come un teatro), il gioco (gli ufficiali che giocano

310

* Fonte: www.kubrick.it (sito italiano).

Page 311: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

con i soldati e il pavimento del castello che ha un disegno a scacchiera), il potere(al quale viene immolata la vita umana) e l’integrita morale (espressa da pax cheproprio per questo verra compatito da Broulard).

Conclusione

Sotto il profilo storico e interessante sottolineare come sia la Francia che gliUSA — dietro pressione delle istituzioni militari — lo proibirono confermandocosı implicitamente la dirompente efficacia del messaggio del registra.

Il dottor Stranamore, prodotto nel 1964, concretizza non solo la fobia del re-gista di fronte ad una eventuale guerra nucleare (allora tutt’altro che inverosimi-le!) ma costituisce una spietata satira nei confronti dell’apparto militare america-no. Uno dei protagonisti che si presta a rappresentare la fobia anticomunista del-l’establishment USA e indubbiamente il Gen. Ripper che — in preda alla follia— legittima l’inizio della guerra nucleare accusando i comunisti di volere conta-minare i preziosi fluidi vitali degli americani. Il dottor Stranamore simboleggia lafollia dei tecnocratici e strateghi della guerra nucleare che disputano di apocalit-tiche distruzioni come se si trattasse di un innocuo gioco. Ancora piu significa-tiva la proposta di Stranamore — fatta nella War Room — di trasferire in caso diconflitto nucleare in appositi pozzi sotterranei un numero limitato di individuiselezionati, proposta che assai chiaramente evoca una sorta di nazismo all’ame-ricana (non a caso, mentre parla, il braccio meccanico di Stranamore si anima dasolo ripetendo il saluto nazista); il maggiore Kong (a capo del B-52) rappresentala follia patriottica che si spinge fino a cavalcare la bomba atomica come un cow-boy durante un rodeo e il Gen. Turgidson ossessionato dalla competizione con irussi e disinteressato delle conseguenze di una guerra nucleare. Ora — al di ladelle colonne sonore collocate in chiave ironica (da Try A Little Tenderness aWhen Johnny Comes Marching Home Fine a We’ll Meet Again) e del cartellodella base di Burpelson (Peace Is Our Profession) — e evidente che il film pongal’enfasi non solo sulla estrema fragilita delle misure di sicurezza in caso di guerranucleare (argomento sul quale l’A. si documento) ma soprattutto voglia farcicomprendere — molto realisticamente — come pur essendo giunti alla sogliadi un conflitto nucleare gli uomini di potere (tecnocrati, militari e politici)non abbiano imparato nulla dai loro tragici errori.

Full Metal Jacket, prodotto nel 1987, sottolinea con particolare enfasi la pro-gressiva disumarizzazione delle istituzioni militari durante il Vietnam disumaniz-zazione che trova nel suicidio di Palla di Lardo, nelle atrocita viste da Joker nella

311

Page 312: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

assoluta anormalita di Animal Mother, nell’addestramento coordinato dal ser-gente istruttore Hartman, nelle parole di Joker rivolte a Palla di Lardo (‘‘Il corpodei marines (...) vuole dei killer’’) nella concezione della donna (la prostituta chesi fa pagare cinque dollari) e infine nella trasformazione di Raferman e Joker indue assassini, esempi illuminanti. Altrettanto possiamo affermare dell’importan-za attribuita dal registra alla caduta dei valori quali l’empatia (annullata dallosguardo fisso emblema della nullificazione dell’Altro), l’onesta intellettuale (lapropaganda di guerra promessa dalla redazione ‘‘Stars anbd Stripes’’), la rivalita(Joker non puo diserrere tra bene e male ma deve seguire la ratio della guerra:uccidere o farsi uccidere), la tenerezza (il tenente Touchdown nel raccogliere unconiglio di pezza salta su una mina) e infine la compassione (quando Animal Mo-ther spara dall’elicottero in modo indiscriminato contro i civili).

312

Page 313: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. L’ANTAGONISMO RIVOLUZIONARIONEL CINEMA NOVO * 1

La contro informazione attuata — durante gli anni ’60 — dal CN trovo inRocha, in Guerra, in Farias, in Saraceni e in Dos Santos i suoi massimi interpre-ti.

Un cinema questo anti-americano, anti-capitalistico e soprattutto anti-hollyw-hodiano (‘‘La Fox, la Paramount, la Metro sono i nostri nemici’’, p. 62), un ci-nema che si fara portavoce della tragedia del popolo brasiliano e dovra tradursiin violenza rivoluzionaria.

Il CN promuoveva, infatti, un cinema di guerriglia l’unico strumento grazie alquale l’uomo puo riacquistare la capacita di sognare, grazie al quale ‘‘ciascuno esignore di se stesso, perche nessuno e servo di qualcuno’’ (p. 66) 2.

A tale proposito Rocha dira: ‘‘Un’estetica della violenza [alludendo alla suaestetica] e rivoluzionaria e il momento in cui il colonizzatore si accorge dell’esi-stenza del colonizzato (...) L’unico antidoto al sistema e l’anarchia, intesa comeassenza di dominio’’ (pp. 74/76).

D’altronde, proprio Bunuel e Pasolini costituiranno riferimenti determinatinella poetica di Rocha e, se e cosı, non desta alcuna sorpresa come il realismocritico (la definizione e di Bertelli) dell’A. lo conduca a provare solo disprezzoverso i proprietari terrieri, la borghesia, la Chiesa, i militari in quanto ‘‘aperta-mente ostili alla crescita culturale del popolo e artefici della repressione’’

313

* Pino Bertelli, Glauber Rocha, La Fiaccola, 2002.1 Il lettore non provi particolare sconcerto nell’osservare il brusco passaggio da Kubrick a Ro-

cha poiche quest’ultimo lo stimava profondamente. Proprio riflettendo su ‘‘Paths of Glory’’ Rochane comprendera l’importanza tecnica.

2 Nell’ICAIC cubano trovera ‘‘l’unico laboratorio sperimentale di cinema nel mondo grazie alquale vennero prodotti ottimi film secondo un modello di neorealismo socialista tropicale. Proprioa Cuba Rocha trovera ‘‘una civilta giovane’’ capace di opporsi al modello borghese. Insomma at-traverso l’ICAIC Rocha sperava che si potesse esportare sui mercati cinematografici del mondouna visione terzomondista e rivoluzionaria. L’impegno militante dell’A. lo portera gia nel 1965ad essere arrestato per aver manifestato contro la dittatura militare brasiliana allora governatada Castelo Branco. Due anni dopo, nel 1967, ‘‘Terra em Transe’’ sara proibito dalla giunta militarein tutto il Brasile mentre sara giudicato all’Habana ‘‘il miglior film dell’anno dalla critica cubana’’(p. 213). La centralita dell’opera dell’A. sara proprio riconosciuta nel 1984 quando l’Encuentro del’Intelectuales por la Soberaina di Cuba gli rendera pubblico omaggio.

Page 314: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

(p. 106) 3. Contro tutto cio un’opera d’arte autenticamente rivoluzionaria devecambiare l’assetto politico esistente e condurre l’uomo verso una unita cosmica,un’opera d’arte deve essere insomma uno strumento di rivolta contro l’imperia-lismo in tutte le sue espressioni. Da questo punto di vista ‘‘Il Dio Nero e il dia-volo biondo’’ — prodotto nel 1964 — e certamente paradigmatico poiche e unvero manifesto del Cinema Novo, ma anche una appassionata difesa del connu-bio rivolta/religione della liberazione e una critica feroce alla repressione che tro-va in ‘‘Antonio das Mortes’’ una esemplificazione chiara e al quale fanno da con-trappunto Donna Santa (la guerriglia) e il prete guerrigliero. A tale proposito echiarissimo il giudizio dell’A.: ‘‘La rivoluzione brasiliana sara possibile solo dal-l’incontro di neutralita mistiche e non politicizzate con neutralita politicizzate’’(p. 164). Quasi a ribadire la radicale avversione al coliniaslimo — nel ‘‘Leone asette teste’’ prodotto nel 1970 — questo viene raffigurato come un leone a setteteste e i protagonisti riflettono chiaramente la situazione drammatica del TerzoMondo (dall’agente della Cia al mercenario tedesco, al guerrigliero etc.) e la suasoluzione nella lotta rivoluzionaria: Pablo, giustizia l’agente della Cia ed e pro-prio l’emblema della forza liberatoria della rivoluzione quanto la marcia deiguerriglieri nel cuore della boscaglia.

314

3 Non a caso Rocha, Andrade e Carneiro saranno imprigionati per aver opposto un netto ri-fiuto alle richieste di autocensura da parte della giunta militare.

Page 315: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. L’ANTIMILITARISMO IN MARCO BELLOCCHIO

Non c’e dubbio che l’unico film adatto ad illustrare la personale interpreta-zione del regista italiano su questo tema sia ‘‘Marcia trionfale’’ prodotto nel1976, film che si svolge all’interno della Caserma Sterago. Qui il comandantedi compagnia Cap. Asciutto e il mondo militare sono il simbolo di tutta la controinformazione M/L degli anni Settanta:

1) la delirante conformita al regolamento che si concretizza nell’ordinare aPasser di procurarsi il basco anche ammazzando, se necessario;

2) l’autoritarismo che si manifesta anche durante l’ispezione delle reclute;3) la degradazione sessuale (all’esterno della caserma si muovono prostitute

e omosessuali);4) il nonnismo (preparare gavettoni, fare baciare a una recluta la stecca con

in cima un preservativo);5) il disprezzo della donna, ritenuta solo una puttana (infatti Asciutto con-

siderava la moglie Rosanna una puttana che tentera invano di violenta-re);

6) il machismo autoritario (il pianto di Passeri viene qualificato dal Cap.Asciutto come tipico di uno smidollato);

7) la violenza che si concretizza quando il Cap. Asciutto picchia Passeri perindurlo a reagire;

8) la scarsa virilita del militare (infatti la moglie Rossanna tradisce il marito);9) la violenza legittimata (Passeri non denuncia ai superiori il Cap. Asciut-

to);10) il sadismo (il Cap. Asciutto, venuto a sapere del tradimento, ammanetta

la moglie);11) l’omerta (l’uccisione del Cap. Asciutto — mera fatalita — viene coperta

da Passeri).

Complessivamente il ritratto che emerge dell’istituzione militare e finalizzatoa mostrarne:

1) la dimensione concentrazionaria;2) l’assenza di liberta;

315

Page 316: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3) la necessita di distruggerla (proprio lo stesso regista avra modo di dirloesplicitamente, nel volume Marcia Trionfale, Einaudi, 1976);

4) la dimensione fascista;5) la sperimentalizzazione dell’individuo;6) la sottomissione acritica;7) l’educazione letta come dominio e indottrinamento.

Conclusione

E significativo sottolineare come il ritratto — assolutamente negativo — cheemerge della istituzione militare sia il risultato di una precisa ottica politica e siaanalogo alla gran parte delle valutazioni di cui abbiano avuto modo di discuterelungamente nelle parti precedenti. Tuttavia Bellocchio ha avuto il ‘pregio’ diesplicitare la volonta di distruggere l’istituzione militare, franchezza che assaispesso e mancata a numerosi pacifisti nostrani che prediligono ipocrite perifrasi.

316

Page 317: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Parte Quattordicesima

Page 318: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 319: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. PREMESSA

Quanto decisivo sia stato l’antagonismo attuato dalla CND o l’antagonismocontro la Guerra d’Algeria e presto detto: la conflittualita non convenzionale,che in questi movimenti ha trovato modo di esprimersi, ha non solo anticipato— per modalita operative — il sessantotto ma — indubbiamente — gli attualimovimenti no-global. Anche a livello di programma politico (l’anti-militarismo,l’anti-attantismo, la critica alla democrazia rappresentativa, la stampa alternativa,la formazione di una sinistra radicale e politicamente trasversale al di fuori delleorganizzazioni burocratiche dei partiti tradizionali, l’anti-nuclearismo etc.) questi‘movimenti’ presentano caratteri organizzativi che anticipano in modo impres-sionante quelli attuali. Una nota conclusiva infine: il programma varato dalGen. Gehelen e stato quello che indubbiamente ha avuto il maggiore successodimostrando — fra l’altro — quanto fondamentale sia un’accurata attivita di in-telligence svolta a livello professionale e non certo improvvisata o affidata a per-sonale poco qualificato o genericamente qualificato.

Proprio per questa ragione abbiamo deciso di riportare alcune sue analisi di-venute oramai un classico nell’ambito della counter-intelligence e — sia dettochiaramente — pienamente condivisibili.

319

Page 320: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. LA CONFLITTUALITA NON CONVENZIONALENELLA CMD E DEL COMITATO DEI 100

1. Origini

Grazie al contributo di Russell e Priestly nacque la CND il 15 gennaio del1958, mentre il comitato dei 100 nacque due anni dopo allo scopo di radicaliz-zare la prassi contestataria.

2. Connotazione ideologica della CND e del Comitato dei 100

Connotazione indubbiamente eterogenea poiche abbracciava laburisti dissi-denti, pacifisti (laici e religiosi), attivisti dei diritti civili, anti-militaristi radicalinon violenti, attivisti coordinati dal DAC, non violenti gandhiani, intellettualidella ‘‘New Left Rewiev’’, anarchici.

3. Programma politico

Sinteticamente il programma dei due raggruppamenti puo essere agevolmen-te sintetizzato nel seguente modo:

1) rinuncia assoluta all’uso e alla produzione delle armi nucleari;2) stipulazione di una convenzione per il disarmo nucleare unilaterale;3) sospensione dei ruoli dei ricognitori dotati di armi nucleari;4) proibizione assoluta di esperimenti nucleari;5) eliminazione delle basi militari NATO,6) ritiro della UK dall’alleanza militare della NATO;7) proibizione dell’addestramento di truppe sul territorio inglese;8) realizzazione di zone denuclearizzate controllate dall’ONU e infine9) proibizione di trasferimento di know-how.

4. Professioni e provenienza sociale

Un numero elevato di partecipanti svolgeva attivita legate al pubblico impie-go mentre un numero non trascurabile di attivisti svolgeva libere professioni.

320

Page 321: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Tuttavia la componente piu intransigente proveniva dall’ambiente intellettua-le e studentesco. L’appartenenza sociale comprendeva prevalentemente la bor-ghesia (dalla piccola all’alta borghesia).

5. Modalita operative non conflittuali

Anche qui precedevano in modo sintetico e schematico:

1) articoli su periodici a diffusione nazionale (p.e. il ‘‘New Statesman’’);2) petizioni;3) dibatti pubblici;4) pressioni politiche sul Labour Party;5) marce (che, dal ’58 al ’60, oscillazione da 2500 a 150 mila);6) divulgazione di notizie riservate;7) spionaggio (praticato dal Comitato dei 100);8) sit-in;9) invito al boicottaggio.

6. Alleanze politiche

Queste furono molto precarie e problematiche, in particolare quelle relative alLabour Party. Altre organizzazioni, che furono oggetto di cooptazione da partedella CND, furono i sindacati (dalle Trade Unions agli USDAW, AEU e MUR).

7. Il Nemico

Facilmente individuabile nella classe politica, nella democrazia rappresentati-va — poiche incapace di tradurre in azione politica le esigenze reali della societacivile —, nelle istituzioni militari nazionali e NATO, negli strateghi nucleari e nelgiornalismo compiacente.

8. Reazione delle istituzioni

Da parte del Labour Party si attuo la tattica — efficace e di lunga tradizione— di riassorbire l’antagonismo di base neutralizzandolo; da parte delle istituzio-ni militari — a parte l’intelligence sugli attivisti — si attuo l’arresto (che, p.e., nelsettembre del 1901 raggiunse la cifra rilevante di 1600 dimostranti).

321

Page 322: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. LA CONFLITTUALITA NON CONVENZIONALEDI FRONTE ALLA GUERRA DI ALGERIA

1. Origini

Dal ’55 al ’56 diverse manifestazioni, autonome e non etero dirette, organiz-

zate da un numero ristretto di militari contro la coscrizione obbligatoria. Solo in

un secondo momento il dissenso si amplio e venne organizzato (dal ’57 al ’62).

2. Programma

In un primo momento non ne ebbe alcuna. Solo nella fase di ampliamento e

di organizzazione la caratterizzazione ideologica divenne fondamentale, caratte-

rizzazione che si puo agevolmente riassumere nei punti seguenti:

1) le ragioni della guerra erano inaccettabili poiche si trattava di violare il di-

ritto di auto-deteminazione di un popolo;

2) la guerra proseguiva a causa di una neutralita neo-coloniale;

3) le tecniche usate dalle FA francesi violavano tute le convenzioni interna-

zionali a cominciare da quelle relative alla tortura;

4) i metodi di repressione interna del dissenso erano fascisti;

5) l’OAS andava debellata;

6) bisognava solidariezzare con il FNL.

3. Organizzazioni del dissenso

In breve:

1) Comitato di Azione e Informazione;

2) Comitato di Azione degli Intellettuali; Comitato Universitario; Comitato

di Resistenza spirituale; Comitato di Maurice Audin (dal ’58 al ’62); Lega

dei diritti dell’uomo; Azione civica non violenta; UNEF; FEN; CFTC;

FO; MAF; FUA; JRO; Manifesto dei 121; Rete Jeanson.

322

Page 323: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. Modalita operative del dissenso

Sinteticamente:

1) resistenza passiva;2) manifestazioni;3) blocco dei convogli ferroviari (sabotaggio);4) comizi;5) petizioni;6) conferenze stampa;7) manifesti di solidarieta con l’FNV e di dissenso;8) insobordinazione all’interno delle FA;9) diserzione;

10) sostegno economico al FLN;11) trasporto di documenti falsi a sostegno del FNV;12) ospitalita clandestina ai militanti del FLN;13) alleanze politiche (p.e. tra l’UENEF , la CGT, il FEN, la CFTC e l’UNE-

MA algerino);14) attivita editoriale e giornalistica attraverso l’Express, France, Observa-

teur, Les Temps Moderns, Esprit, Cahiers de Temoignages Chretiens Al-ger Repubblician, la Reforme e Testimonze e Documenti (appartenentiall’editoria alternativa);

15) utilizzazione di sedi istituzionali in funzione antiagonista (si veda l’esito— ridicolo per le istituzioni francesi! — del processo alla Rete Jeansondavanti al Tribunale Militare di Parigi).

5. Connotazione ideologica

Sinteticamente:

1) Pacifismo laico e religioso;2) attivismo a favore dei diritti civili;3) sinistra ufficiale;4) sinistra extraparlamentare;5) anarchici.

6. Reazione delle istituzioni

1) Arresti mirati o di massa;

323

Page 324: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2) attivita di intelligence (p.e. su Alger Repubblician e la Rete Jeanson);3) sequestro di pubblicazioni e di documenti compromettenti;4) eliminazione fisica ufficiosa degli attivisti piu pericolosi (p.e. di Maurice

Audin).

7. Composizione sociale e attivita professionale

Naturalmente amplissima perche andava dalla massa operaia e studentescaall’alta borghesia nel mondo accademico. Gran parte degli attivisti appartenevao a partiti o a sindacati e comprendeva soprattutto intellettuali.

324

Page 325: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. LA CONFLITTUALITA NON CONVENZIONALECONTRO IL RIARMO ATOMICO IN GERMANIA

1. Origini

Nel gennaio del 1955 una vasta coalizione protesto contro le decisioni del go-verno e del Parlamento tedesco e piu esattamente contro la Costituzione del ’54contro il riarmo e l’adesione della RFT alla Nato nello stesso anno.

2. Programma

In breve:

1) contro lo Stato autoritario e militarista di Adenauer;2) contro la NATO e la sua politica di riarmo;3) contro le installazioni militari NATO;4) contro gli armamenti atomici;5) a favore della unificazione tedesca;6) opzione neutralista;7) realizzazione di ampie zone denuclearizzate.

3. Organizzazioni

Indubbiamente vasta ed eterogenea perche comprendente la SPD, la DGB, laChiesa protestante, e il mondo della cultura orientato politicamente in senso an-ti-militarista (si pensi a Weber o a Gollwriter) e nello specifico il mondo scien-tifico (si pensi alla Dichiarazione di Gottinger firmata da diciotto scienziati). Tut-tavia l’apice del dissenso si concreto con la marcia contro la morte atomica (nelmarzo del ’58) secondo una modalita a rete che acquisı un profilo via via semprepiu autonomo rispetto all’SPD che, nel giro di pochi anni, tradı il suo program-ma iniziale.

325

Page 326: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. Connotazione ideologica

In breve:

1) attivisti non violenti;2) pacifisti non violenti e anti-militaristi;3) sinistra socialista (una buona parte della base della SPD);4) sinistra sindacale.5. Modalita operative

Il dissenso, sorto emulando il CND anglosassone, non si servı di tecniche nonconvenzionali originali. Infatti il repertorio era gia stata ampiamente sperimenta-to: appelli, scioperi, marce (quella di Pasqua in particolare per la sua massicciapartecipazione).

6. Reazione delle istituzioni

In breve:

1) riassorbimento istituzionale attraverso l’SPD;2) contro informazione governativa volta ad accreditare una gestione etero-

diretta dell’antagonismo;3) attivita assai efficace di intelligence da parte del Gen. Gehlen che sman-

tello l’antagonismo politico.

7. Bibliografia

Per la stesura di questa appendice abbiamo fatto riferimento esclusivamenteal saggio di Teodori Massimo, Storia della nuova sinistra, il Mulino (1976) e, inparticolare, alla Parte prima (dal cap. I al cap. III).

326

Page 327: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Parte Quindicesima

327

Page 328: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 329: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. PREMESSA

Non dovrebbe destare sorpresa alcuna trovare in un volume come questa or-ganizzazione ampiamente nota a livello internazionale per il loro antagonismoecologico. Infatti l’ambiente e ormai diventato uno dei terreni di scontro princi-pale il capitalismo globalizzato e le intramontabili ideologie antagoniste per ec-cellenza quali le varie forme di anarchia e le varie tipologie di neo-marxismo allequali si coniugano le tematiche e gli approcci operativi del pacifismo degli anniSessanta e Settanta.

Page 330: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. ANTAGONISMO ECOLOGICO

Anche determinate interpretazioni dell’ambiente risultano utilissime nel con-trastare una realta ritenuta sempre piu inaccettabile, nel portare avanti una guer-ra psicologica volta a cambiare l’uomo e il modo dell’uomo di rapportarsi allanatura.

Un approccio ecologico-radicale che si ispiri all’ecologia profonda — che e an-che una visione filosofica — religiosa del mondo — non potra che sottolineare lanecessita di contrastare l’ideologia dominante della societa industriale attuale,non potra che valorizzare una visione spirituale della realta naturale e quindi saraportata a enfatizzare quelle religioni (come il buddismo o il taoismo) che hannodimostrato di avere una consapevolezza ecologica superiore rispetto a una visio-ne normalistica della realta. Capitalismo e/o militarismo saranno quindi conside-rati escrescenze cancerose da debellare.

Sotto questo profilo anche l’ecologia sociale di Bookchin 1 sottolinea che, soloattraverso una trasformazione radicale della sociata attuale, sara possibile porsiin modo nuovo verso l’ambiente, progettare una societa di cooperazione non ge-rarchica (nel senso di Kropotkin), attuare una societa che tenga conto delle ana-lisi economiche di Marx e della visione comunitaria di Goodman, creare una po-litica che si schieri a fianco delle sinistre extraparlamentari europee in funzioneanti-imperialistica. Altrettanto radicale e l’eco femminismo 2 per il quale l’anti-mi-litarismo, l’anti-capitalismo, l’anti-razionalismo sono presupposti fondamentalitanto quanto un concezione anti-androcentica tipica dell’Occidente. Anche ilbioregionalismo nasce in opposizione al capitalismo e il sito opposto ideologicoconsiste sul fare comprendere come la organizzazione sociale migliore sia quellaanarchica (tanto e che Snyder sottolinea come la Bioregione sia contro il regime

1 Sia detto chiaramente che l’ecologia sociale e tutt’altro che una interpretazione originale poi-che e il frutto di una sintesi dell’anarchia kropetkiniana-goodmaniana con l’analisi marxista deglianni settanta come dimostra chiaramente l’alternativa — prospettata dall’A. — del municipalismolibertario.

2 Secondo l’ecofemminismo all’ambientalismo tradizionale sfugge la peculiare connessione tral’oppressione delle donna e della natura, oppressione che risale alla coniazione monoteista e che siconcretizza attraverso una logica di dominio binaria. Proprio per superare tutto cio l’ecofemmini-smo si mobilita per l’abolizione del capitalismo, del patriarcato e delle strutture di dominio.

Page 331: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

perche essenzialmente anarchica). Fra l’altro — sia detto per inciso — il radica-lismo ambientalista contemporaneo si spinge al punto di valorizzare, a livello pe-dagogico filosofico, le interpretazioni del cosmo dei nativi nord-americani, degliaborigeni australiani, e degli hawaiani e a rivalutare — contro la concezione ba-coniana-cartesiana del razionalismo occidentale — le interpretazioni buddhiste(si vedano gli studi di de Silva), taoiste (si pensi alle riflessioni di Palmer) e in-duiste grazie alle riflessioni dei fratelli Engel.

Una delle conseguenze piu evidenti dell’ambientalismo radicale e il diversoapproccio al mondo animale che ha portato Singer e Reagan a gettare le basi del-l’animalismo secondo il quale il consumo e la vivisezione degli animali sono voltia ledere la dignita di essere vivente dell’animale. E evidente dunque che la sceltavegetariana si impone come scelta obbligata.

331

Page 332: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. NOTE SULL’ANTAGONISMOANTI-VIVISEZIONISTA RADICALE

1. Origini

I due piu autorevoli predecessori dell’attuale anti-vivisezione radicale (da orain poi in acronimo AV ndr) furono Bell e Harwen. In Italia solo con Ciaburri (lasua principale opera intitolata ‘‘La vivisezione’’ e nel 1929) l’antagonismo AV hatrovato il suo principale teorico e organizzatore (sempre del ’29 e infatti la fon-dazione della UAI o Unione anti-vivisezionista italiana) mentre con la scritta diHans Ruisch intitolato ‘‘Imperatrice nuda’’ edito nel 1976 l’AV ha avuto riso-nanza internazionale.

2. Nemici

In breve per l’AV radicale le istituzioni e/o le pratiche mediche da contrastaresono:

1) la pratica della vaccinazione;2) le industrie farmaceutiche;3) la farmacologia definita ‘‘un garbuglio di superstizioni di nozioni trabal-

lanti e contraddittorie’’;4) la Bantam Books di New York;5) la stampa elvetica;6) la classe politica (p.e. Furgler);7) Garattini;8) Istituzioni capitalistiche.

3. Alleati

In breve:

1) le associazioni AV come la LAN, la LAV, la LAI e la LEA;2) una parte della sinistra istituzionale (p.e. il socialista Fiandrotti);

332

Page 333: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3) la LIMAV;4) Maraini;5) Franz Weber;6) UAI.

4. Modalita operative

Sinteticamente:

1) pubblicazioni di saggi;2) dibattiti pubblici;3) articoli su quotidiani nazionali e non;4) petizioni;5) istituzionalizzazione dell’ODC per la vivisezione con la legge 413 del ’93;6) denunce (p.e. quella della LAN del 1977);7) prassi non violenta.

5. Avversari

1) Il gradualismo di Singer;2) la BUAV.

6. Reazioni delle istituzioni

1) Repressione giudiziaria;2) relazione a mezzo stampa;3) infiltrazioni all’interno delle leghe AV per portarle alla paralisi (p.e. la

BUAV inglese o Singer sponsorizzato dalla Rockfeller Foundation);4) Elargizioni di fondi cospicui alle Leghe o Associazioni animalista non vi-

visezioniste.

7. Programma AV

Secondo l’AV radicale la

1) la vivisezione va condannata sia sul piano etico che scientifico;2) la vivisezione avvantaggia solo le industrie farmaceutiche;

333

Page 334: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3) la genesi delle malattie ha cause alimentari, sociali, ecologiche;4) la spesa americana e svizzera per la vivisezione e paurosamente elevata;5) l’alternativa alla medicina su base farmacologia sono la dietetica, l’igieni-

smo, la psicoterapia, l’omeopatia, il vegetarismo, la macrobiotica, l’ago-puntura, la pranoterapia, l’oligoterapia, l’aromaterapia etc.;

6) abdizione radicale della sperimentazione animale;7) le multinazionali farmaceutiche sono state grazie agli investimenti di Rock-

feller e Rothschild;8) le multinazionali farmaceutiche devono essere eliminate (e fra queste: la

Farben, Bayer);9) e necessario denunciare la pericolosa infiltrazione delle multinazionali far-

maceutiche all’interno del Parlamento europeo e dell’ONU.

8. Conclusioni

L’AV radicale rientra sia all’interno dell’ecologismo radicale che nel contestodell’anti-capitalismo. Sotto questo profilo, l’AV radicale si oppone alle multina-zionali farmaceutiche nazionali e sopranazionali indicando nell’abolizione del ca-pitalismo tout court una delle vie maestre cambiare in meglio il mondo.

334

Page 335: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. NOTE SULL’ANTAGONISMO RADICALE DELL’ALF

1. Connotazione ideologica

Facendo riferimento alla documentazione disponibile su loro sito internetnon c’e dubbio che la loro visione del mondo possa essere caratterizzata nel mo-do seguente:

1) animalista radicale (fondamentali sono le riflessioni di Tom Regan);2) vegetariana;3) anti-vivisezionista in modo radicale;4) anti-capitalista;5) ecologico-radicale (infatti alcuni autori di riferimento sono Bookchin e Ca-

pra).

2. Struttura

Come la maggior parte delle organizzazioni che attuano una conflittualita nonconvenzionale anche l’AFL possiede una struttura a rete che e il risultato di cel-lule autonome e clandestine. Questa logica organizzativa non consente o comun-que ostacola ogni tentativo di infiltrazione.

3. Modalita operative

In linea di massima l’uso della violenza e abbinato all’uso delle tecniche tipi-che della conflittualita non convenzionale e, piu precisamente:

1) boicottaggio economico;2) lettere di denuncia e protesta alla stampa;3) proteste e dimostrazioni;4) incendi a laboratori di sperimentazione;5) liberazione degli animali della prigionia dei laboratori;6) lettere esplosive;

335

Page 336: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7) minacce rivolte esclusivamente al personale addetto alla vivisezione;8) atti vandalici nei confronti di edifici che ospitano laboratori che praticano

la vivisezione.

In definitiva l’uso della violenza viene legittimato solo come uno strumentoadeguato in talune circostanze ritenute particolarmente gravi.

4. Reazione delle Istituzioni

Allo stato attuale i provvedimenti piu duri sono stati presi dagli USA che han-no giudicato l’AFL una delle piu pericolose reti terroristiche a livello internazio-nale attraverso l’FBI e dall’UK via MI5.

336

Page 337: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. NOTE SULL’ANTAGONISMO DI GREENPEACE

1. Origini

Stando alla ricostruzione di Weyler, GP (acronimo per Greenpeace, ndr) na-sce nel 1971 a Vancouver grazie a Bohlern (sostenitore dell’ODC in occasionedella guerra del Vietnam). Stowe (uno dei primi attivisti che si mobilito controi sottomarini nucleari) e Cote. La matrice ideologica secondo Weyler sarebbe darintracciarsi nella cultura dei Quackers (e delle loro tecniche di ANV e di resi-stenza passiva), nella cultura hippy era soprattutto nell’ecologia radicale e nel pa-cifismo.

2. Connotazione ideologica

Nelle campagne promosse e dalla documentazione disponibile sul loro sitointernet risulta che possa essere caratterizzata nel seguente modo:

1) ecologista radicale;2) pacifista.

3. Modalita operative

Indubbiamente GP fa largo uso di tecniche tipiche della conflittualita nonconvenzionale e fra queste segnaliamo:

1) uso di grandi striscioni con messaggi chiari e concisi;2) dimostrazione pubblica e non violenta;3) interposizione con canotti;4) massima pubblicizzazione della protesta;5) contro informazione campagne e documentazione fotografica o video;6) denuncia legale;7) petizione;8) la sensibilizzare l’opinione pubblica;

337

Page 338: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

9) il servirsi delle agenzie di stampa e dei piu rinomati periodici;10) le pressioni sulle istituzioni politiche e scientifiche (p.e. quelle di Mac

Taggart sullo scienziato russo Velikov);11) concerti con stars internazionali per amplificare l’importanza dei loro

messaggi;12) produzione di LP (p.e. l’album Breakthrough uscito nel 1989) a dimo-

strazione della efficacia sotto il profilo della guerra psicologica della mu-sica.

4. Alleati

In breve:

1) la CITES;2) l’IWC;3) il WWF;4) Amis de la Terre;5) la Women’s International League for peace and Freedom;6) il Campo di Pace di Greenham common in UK;7) Pax Christi.

5. Principali campagne

GP e nata proprio in occasione dei tests nucleari americani e francesi (tra il ’71e il ’72) contro i quali non si e stancata di opporsi. In secondo luogo la campagnacontro i rischi del nucleare pacifico; in terzo luogo contro gli OGM. In quartoluogo contro le industrie che lucrano sui prodotti ricavati dall’uccisione delle ba-lene; in quinto luogo contro la deforestazione praticata dall’industria del legnonel Congo, in sesto luogo contro i rischi del trasporto su nave di scorie radioat-tive o petrolio e contro i rischi delle industrie chimiche. Particolarmente signifi-cativa per il nostro lavoro quella contro la violazione del TNP da parte USA econtro la politica nucleare NATO e americana (ci riferiamo alla NPR varatada Rumsfeld) che si e concentrata nel chiedere il disarmo nucleare unilateralee il ritiro dal territorio europeo di tutti gli ordigni nucleari (in particolare le bom-be B-G1). Altrettanto significativa la denuncia di una assenza totale di democra-zia all’interno della NATO.

338

Page 339: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6. Reazione delle istituzioni

Lo spionaggio rimane lo strumento per eccellenza (si pensi alla DGSE) uni-tamente all’interposizione in mare della Guardia costiera e della Marina militare.

Particolarmente significativo l’affondamento della RW svolto dal DGSE su in-carico del Ministro della Difesa francese. Anche l’espulsione e stata utilizzata (daparte del governo francese nei confronti di McTaggart). Tuttavia la tecnica piuusata e stata quella di svuotare politicamente le iniziative di GP procedendo nel-le proprie decisioni e non permettendo quindi il conseguimento di alcun risulta-to pratico.

7. Bibliografia

Tutte le informazioni tratte sono state desunte dai rispettivi siti internet.Uti-lissime sono le analisi della EGE proprio sulle scelte poste in essere dal movi-mento.

339

Page 340: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6. CONSIDERAZIONI FINALI

Come abbiamo avuto modo di osservare la maggior parte di questi ‘players’cioe associazioni, riviste telematiche o cartacee, intellettuali hanno praticato, epraticano, una conflittualita non convenzionale che si serve ora della informazio-ne warfare ora della guerra psicologica ora, infine, della disobbedienza civile.

Qualsiasi stato, a democrazia rappresentativa, deve oramai prendere atto chel’insieme di questa organizzazioni costituisce una sorta di Quinta InternazionaleInformale (informale perche non ha ancora una struttura analoga a quella delKominform) e rappresenta un pericolo di elevato livello assimilabile al terrori-smo per il mantenimento e l’ampliamento del potere da parte delle istituzionipolitiche, economiche e militari (siano queste nazionali o sopranazionale comela NATO, l’FMI etc.). Opportuna in ultima analisi sarebbe un strategia transna-zionale in particolare modo euro-americana che attui una serie di contromisure alivello di counter intelligence analoghe a quelle messe in matto dall’OPC e dal-l’IRD durante la cold war e che soprattutto sappia trarre profitto dagli studi re-centi della EGE francese che non a caso ha rielaborato le strategia di guerra psi-cologica della cold war per far fronte all’avanzata della mondializzazione e del-l’antagonismo.

340

Page 341: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Appendice I

Page 342: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 343: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. VOCI PER UN DIZIONARIO DEL SESSANTOTTO *

Beskeley. Il Free Speech Movement, nato il 2 ottobre del ‘64 presso l’Universita di Ca-lifornia allo scopo di dare forma ad una pluralita di associazioni universitarie, era costi-tuito da un comitato esecutivo che consentira a SAVIO di divenire un agitatore efficace,ebbe come sua precipua finalita la politicizzazione della realta studentesca (nonostante laferma opposizione del rettore Kerr) servendosi di modalita operative tipiche della Con-flittualita non convenzionale: sit-in, assemblee, disubbidienza civile, guerra psicologica,sciopero (quello dal 3 al 7 dicembre), boicottaggio (attraverso l’astensione dalle lezioni),l’anti-militarismo (come nel caso della rivolta del ’66 contro l’ufficio di reclutamento dellaMarina). Nonostante l’assenza di una precisa connotazione ideologica M/L e sindacale, lospontaneismo studentesco si fece promotore di ideali che diverranno patrimonio comunedel ’68 (almeno a livello programmatico): solidarieta, anti-autoritarismo, pacifismo, etc.

SDS. Sorta come associazione studentesca della SPD stringera una alleanza nel ’65 conla SDS americana per protestare contro la guerra del Vietnam. Come l’omologa ameri-cana anche quella tedesca formulera una critica impietosa al sistema universitario (si ve-dano le riflessioni di Preuss e Offe) e alla GRUNDGESETZ che fu una legittima reazio-ne allapolitica legislativo della CPU. Nel volgere di breve tempo la Freire Universite diBerlino diverra la base rossa della sinistra extraparlamentale tedesca e, in particolare,della SDS. All’interno della universita quale verra praticata una articolata e diffusa vio-lenza che tocchera l’apice con l’attacco alla sede del gruppo editoriale Springer del qualeverranno distrutti gli uffici. Solo con l’approvazione ampia e trasversale della legislazionedi emergenza la coesione delle associazioni studentesche verra meno dando esito allascissione tra Sds e Apo e, in un secondo momento, alla proliferazione di gruppi settariextraparlamentari che si frantumarono — rafforzando le istituzioni — o scelsero la viadella lotta armata dando vita alla RAF.

PISA. Nel febbraio del ’67 per protestare contro la Riforma universitaria Gui, ‘‘Il potereoperaio’’ occupa l’Universita formulando una piattaforma rivendicativa nota come le ‘‘Tesidella Sapienza’’. La legittima repressione delle forze dell’ordine compattera l’opposizionestudentesca e ne allarghera la base coinvolgendo assistenti e docenti. Tale occupazione co-stituisce un evento di rilievo perche per la prima volta una occupazione diversa da quelletradizionali finira per egemonizzare la protesta e contribuira al declino della LIGI. Nono-

343

* Fonte: A. Longo/G. Monti, Dizionario del ‘68, Editori Riuniti, 1998.

Page 344: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

stante le accuse formulate dalla magistratura la massa studentesca attuera tecniche tipichedella conflittualita non convenzionale lanciando sassi contro la stazione della polizia e oc-cupando i binari della stazione (episodi questi che rientrano nella agitazione sovversiva).

ROMA. A partire dal febbraio del ’68 scattera l’occupazione della Facolta di Lettere edi Architettura alla Sapienza, occupazione in gran parte praticata dal Cento anti-imperia-lista Che Guevara — di cui Scalzone e Piperno saranno gli esponenti piu noti. La lottaideologica era di natura extraparlamentare. Significativa la presenza del gruppo degli ‘‘uc-celli’’ che metteranno in campo pratiche antagoniste abbastanza originali. Con modalitasimili alle proteste delle altre universita le occupazioni, i controcorsi e la connivenza condocenti e assistenti, avra lo scopo di sovvertire in modo pressante l’istituzione universita-ria. In breve tempo, l’egemonia della protesta sara dell’Unione ML e di POTOP. Gliscontri raggiungeranno una maggiore intensita nel gennaio del ’68 a causa della presenzadi NIXON in visita nella capitale, proteste che ben presto saranno destinate a scemare.

TORINO. Con modalita operative analoghe anche a Torino vi saranno occupazioni, etentativi di trattative rese vane dalla intransigenza eversiva della massa studentesca. Perquanto concerne la saldatura tra operai e studenti avverra con la stessa modalita di quelledelle altre universita.

WOODSTOCK. Nell’agosto del ‘69 si svolse uno dei rilevanti raduni di rock di quelperiodo nel quale — per tre giorni — 250mila giovani sperimentarono uno stile di vitaalternativo basato sulla droga, sul sesso libero e sulla danza. Concretamente non fu altroche una momentanea evasione dalla routine del consumismo capitalistico del tutto privodi effetti sotto il profilo del contrasto del sistema capitalistico, mentre sul fronte del pro-fitto capitalistico — paradossalmente — fu assai proficuo per le case discografiche! In-somma W. fu l’emblema di come la riutilizzazione a fini capitalistici dell’anti-fascismofosse proficuo.

Scontri. Forse i due conflitti piu noti tra studenti e forze dell’ordine si verificarono nelmese di marzo del ’68 e si svolsero a Milano e a Roma. Le modalita operative furono inbreve le seguenti: intimidazione (l’ultimatum di Capanna al rettore Franceschini), scontrisorti tra studenti e forze dell’ordine, sit-in, blocco del traffico, sciopero della fame e vio-lente sassaiole. Entrambi gli scontri — quello della Cattolica e quello di Valle Giulia —dimostreranno in modo irreversibile come l’uso della violenza fosse divenuto oramaiusuale ed ampio.

Cinema. Al pari di numerosi altri settori — l’avvocatura, la magistratura, il giornalismo— anche il cinema non poteva sfuggire alla politicizzazione promossa dall’ANAC che at-tuera nel ’68 una occupazione non violenta presto risolta dall’intervento delle forze del-l’ordine. Neanche a dirlo i principali animatori di questa occupazione saranno Bertolucci,Ferreri, Pontecorvo, Zavattini reigstri la cui connotazione ideologica era fin troppo espli-cita. Anche la Biennale di Venezia avra uno svolgimento simile per finalita e modalita.

344

Page 345: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Maggio francese. I principali players antagonisti saranno: l’IS, Cohn-Bendit, il Movi-mento del 22 marzo, l’Unef, la Cgt, la Cfdt, la FO, la Fer e realta operaia mentre le prin-cipali tecniche usate rientreranno nell’ambito della agitazione sovversiva: dal boicottag-gio, agli scontri, alle barricate, alle sassaiole, all’uso delle molotov, allo sciopero generale,alla occupazione delle fabbriche, delle universita e di interi settori della citta. Concreta-mente, il maggio francese rappresentera il pericolo piu evidente per la stabilita del siste-ma, pericolo che venne meno per la diversita degli scopi degli agitatori (riformistici eanti-gollisti quelli del sindacato, rivoluzionari quelli delle associazioni extraparlamentari)e per la abilita politica di De Gaulle.

Citta del Messico. A differenza dei paesi occidentali, a Citta del Messico il PRI fu ingrado — grazie alle sinergie di esercito e polizia — di reprimere rapidamente l’opposi-zione studentesca coordinata dal Comitato di sciopero. Infatti in meno di un mese — dal1 ottobre del ’68 al 3 ottobre dello stesso anno — ogni spazio antagonista verra per leggechiuso fino al 1977. La scelta repressiva fu possibile grazie ad un perfetto accordo tra leistituzioni politiche e quelle militari che troppo spesso venne a mancare nelle altre de-mocrazie occidentali.

Rettori universitari. Non mancarono certo gli esempi di rettori integri e capaci di opporsiall’antagonismo eversivo, quali Romeo, Pupi e Agostino d’Avack. La loro risolutezza con-sentı un riscatto — seppur parziale — della classe docente in gran parte compromessa econvivente con l’eversione (basti pensare a come esempio paradigmatico a Negri). E —rimanendo in ambito universitario — come non sottolineare la coraggiosa presa di posi-zione di Paratore che dimostrera ampiamente nel documento del febbraio del ’68?

Anti-autoritarismo. L’istanza anti-autoritaria svolta alla Scuola, alla Fabbrica, alla Fami-glia e spesso al concetto di Stato e di gerarchia non presentera caratteri per nulla originaliperche sara una rielaborazione — consapevole e non — della filosofia politica anarchica.

Assemblea. Nonostante, Viale e Rostagno avessero compreso la possibilita che l’assem-blea si trasformasse in una forma di democrazia partecipativa fittizia, non furono — neifatti — in grado di evitarlo al punto che nel volgere di breve tempo i modelli centralizzatie autoritari ritornarono a causa della formazione di gruppi fanaticamente politicizzati.

Black power. Inizialmente network di associazione nere — tra le quali il CORE e la Sncc —sorse per iniziativa di CARMICHAEL e MEREDITH allo scopo di contrapporsi al riformi-smo gradualistico di King e propose una secessione su base razziale da conseguirsi attraversol’uso della violenza (anche in termini insurrezionali) partendo dall’assunto della impossibi-lita di collaborazione con i bianchi. Non certo a torto l’FBI lo prese sotto la sua ‘protezione’.

Collettivi. Se allo stato nascente i collettivi si fecero portavoci della filosofia anarchica,anch’essi — proprio come l’assemblea — finirono per divenire una incubazione di isti-tuzione autoritarie — analogamente alle formazioni di estrema sinistra.

345

Page 346: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Contro-informazione. Strumento essenziale della guerra psicologica del ’68 si concretoora sotto forma di critica della informazione ufficiale. Ora sotto forma di informazionealternativa ora attraverso una articolazione innovativa dei medium (dai volantini ciclosti-lati, ai documenti di ispirazione maoista, al teatro di guerriglia etc.) ora attraverso l’uti-lizzo della sperimentazione linguistica.

Corteo. Oltre che per dare visibilita alle istanze delle associazioni, furono utili per pro-muovere la contro informazione (a suon di slogan delatori), per intimidire l’interlecutoreavversario o per preparare modalita operative sovversive (occupazioni, scontri con le for-ze dell’ordine, devastazioni, saccheggi, etc.)

Case editrici. Indubbiamente la Einaudi (come le collane ‘‘il nuovo politecnico’’, i ‘‘Pa-perbacks’’) e la Feltrinelli — dal ’68 al ’70 in particolare — contribuirono a promuoverein modo capillare e efficace la contro informazione — traducendo le opere di FANON,MAO, Che Guevara, Trotskj, Malcom X etc. — e diventando il punto di riferimento perun’intera generazione di studenti. In altri termini — al di la del giudizio di merito dellesingole opere — la attivita editoriale delle due case editrici fu di grandissima efficacia 1.

Imperialismo. Efficace categorie ideologica, che servira alla massa studentesca e alla in-telligentia per inquadrare la realta del mondo di allora e per attuare una lettura fanati-camente politicizzata della realta — cioe visceralmente anti-americana e anti-militarista 2.

Molotov. Che la violenza fosse nel DNA delle organizzazione extraparlamentari lo proval’ampia diffusione che ebbe la molotov a partire dal maggio del ’68 e lo prova la sua utilizza-zione attuata dal ‘New York review of books’ e successivamente dal periodico ‘La Sinistra’.

Occupazione. Una delle innumerevoli forme attraverso le quali si esprime la conflittua-lita non convenzionale, ha avuto come scopo non solo la promozione della protesta maanche l’autogestione a fini politici delegittimando in tal modo le istituzioni all’interno del-le quali si svolgevano. In definitiva costituisce una variante del saccheggio dal momentoche i players che la attuarono utilizzarono le istituzioni occupate per finalita eversive.

Sit-in. Una delle piu diffuse tecniche di conflittualita non convenzionale abbinata alteach-in e all’hauting fu ampiamente usata da Gandhi, da King e poi dagli studenti diBerkeley, e del Michigan e della Cattolica di Milano. Per quanto non violenta costituıuna forma di assembramento sedizioso (per usare la fraseologia di Pisano) volto in buo-na sostanza a subentrare alle istituzioni.

346

1 Certamente anche la Samona e Savelli — sorta nel 1963 — pubblicando Reich, Fromm masoprattutto le opere di Guerin, Mandel e Maitan contribuı alla formazione politica dei militant. Sipensi — a tale proprosito — all’impatto che esercito il volume ‘‘La strage di Stato’’, tenendo contodel fatto che gli editori militarono nella corrente trotskista del PCI.

2 La rivista Monthly review si fara portavoce proprio dell’anti-imperialismo e dell’antimilita-rismo piu viscerale sia della edizione inglese che in quella italiana non risparmiando elogi alla guer-riglia in America Latina e alla rivoluzione culturale di Mao.

Page 347: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. IL SESSANTOTTO SECONDO L’INTERPRETAZIONEDI FO E DI PARINI *

E interessante l’ammissione degli autori secondo la quale il tentativo di attuare larivoluzione in Italia fu effettivamente svolto (anche se non riuscı). Rivoluzione chenacque dalla esigenza di reagire ai golpe europei ed extraeuropei ma soprattutto dallavolonta di prendere il potere. La divisione manichea del mondo ne fu una evidenteconseguenza: da un lato i ‘‘buoni’’ e dall’altro i ‘‘cattivi’’ cioe le forze dell’ordine,le istituzioni militari, i democristiani, i missini, i servizi segreti, i docenti e i magistratireazionari etc. Uno dei bersagli — il termine e quanto mai appropriato — dell’anta-gonismo sessantottino fu certamente la scuola ed, in particolare, il liceo, la selezioneclassista e la necessita di trasformarla radicalmente insieme alla societa anche attraver-so l’uso della violenza rivoluzionaria. A tale proposito, piu volte gli A. sottolineanocome — storicamente — i punti di riferimento non furono i pacifisti americani o ilpacifismo gandhiano ma i maggiori protagonisti della guerriglia del nostro secolo,e, fra questi MAO, CHE GUEVARA, HO CHI MIN e i maggiori gruppi guerrigliericome i TUPAMAROS. Concretamente questa progettualita eversiva prese forma tra-mutando sia il PARINI che il BERCHET in vere e proprie ‘‘basi rosse’’ svuotando defacto l’istituzione formativa di qualsiasi autonomia rispetto al settarismo e al fanatismopolitico del Movimento. Non a caso il punto di riferimento costante fu l’azione diCapanna.

L’estrema politicizzazione raggiunta dal Movimento indusse buona parte di quellagenerazione a utilizzare la musica rock (in particolare quella degli Stones e degli Zeppe-lin) come strumento di guerra psicologica volta a stimolare la violenza cosı detta rivolu-zionaria (l’espressione e naturalmente mistificante!) tanto quanto una determinata pro-duzione cinematografica (alludiamo p.e. a PETRI e al film EASY RIDER) la cui valenzaanti-sistema era una delle caratteristiche principali.

Proprio all’interno di questa ottica — da cultura antagonistica — la lettura diautori quali SARTRE, REICH, HESSE o PREVERT procedeva di pari passo conl’uso delle spranghe, delle molotov e della radicale contestazione dei dirigenti scola-stici anche se appartenevano alla sinistra istituzionale (a riprova dell’elevato tasso disettarismo presente nel movimento). Il tempo impiegato all’interno delle istituzioniformative servı anche a comprendere l’importanza dell’arte della persuasione perprendere il potere (non solo all’interno delle assemblee) e per imporre la politiciz-zazione attraverso la scelta di determinte tematiche (politicizzazione che precedeva

347

* Jacopo Fo e Sergio Parini, ’68, Feltrinelli, 1997.

Page 348: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

parallelamente a quella svolta da LC, AO e POTOP delle industrie milanesi,e tori-nesi) 1.

Per quanto concerne l’Autonomia operaia, le riflessioni degli A. sono di un certo ri-lievo perche sostengono — onestamente — come la logica contestatrice che la sorregge-va fosse in realta leninista e come la prassi attuata fosse apertamente convivente come lalotta armata 2.

Altrettanto rivelatrici sono le affermazioni relative alla prima azione armata attuatanel gennaio del 1970 da parte del MS a San Babila e della progressiva militarizzazionedel servizio d’ordine del MS a partire dall’omicidio di Saltarelli. Che la violenza fosseoramai diventata di uso comune (almeno quanto l’uso delle droghe leggere) e dimostratadai preparativi di guerra della primavera del ’73 (cap. XI), dalle armi dei katanga ai mi-litanti di AO, dalla prassi eversiva di lotta comunista e da quella di LC nei confronti delleforze dell’ordine (p. 87).

A livello di modalita operativa antagonista l’esperienza maturata dei TUPAMAROSe dai WEATHERMAN risulto fonte di ispirazione per la attuazione della agitazione sov-versiva e del terrorismo. Fondamentale fu l’attuazione del sequestro del giudice SOSSIda parte delle BR che non a caso fu accolto con entusiasmo da tutta la sinistra antago-nista e istituzionale (entusiasmo che ebbe modo di manifestarsi in modi differenti). Pro-prio sul largo uso della violenza gli A. sottolineano come questa avesse giocato un ruolofondamentale della tradizione comunista e che, di conseguenza, non potesse destare al-cuna sorpresa il suo uso indiscriminato tra il ’68 e il ’77. A tale riguardo Autonomia ope-raia (sia Roma che a Milano) ne fece largo uso e la sua nascita fu resa possibile anchedalla confluenza degli ex appartenenti al gruppo Gramsci, a POTOP e soprattutto alCollettivo dei Volsci vero e proprio antesignano della agitazione sovversiva pre-terrori-stica.

Per concludere, rimase un mistero come, dopo aver vissuto dall’interno esperienze ditale natura, gli A. possano concludere negando la profonda continuita’ tra ‘68 e ’77.

348

1 A tale proposito proprio gli A. sottolineano l’importanza — in termini involontariamenteironici — del lavoro di inseminatura attuato dalle sette comuniste.

2 Osservazioni queste che smentiscono esplicitamente le versioni date da NEGRI.

Page 349: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. ASPETTI STORICO-IDEOLOGI DEL SESSANTOTTO *

1. L’estensione geografica

Non c’e dubbio alcuno che il ’68 ebbe una estensione mondiale coinvolgendo l’Eu-ropa, il Nord e il Sud America e i paesi dell’Est (p.e. la Jugoslavia). Non a caso, al di ladelle specificita nazionali, la rivolta studentesca ebbe una portata mondiale come osservola Arendt (pur tenendo conto delle pertinenti osservazioni di ARON e di BAUMAN sul-le diversita ideologiche che mobilitarono gli studenti dell’Est e quelli dell’Ovest). A taleproposito, l’esistenza di una evidente corrispondenza, a livello di modalita operative ti-piche dell’azione non violenta della conflittualita non convenzionale, prova l’esistenza diun sostrato comune che non inficia il carattere policentrico e reticolare — come osservaGERLACH — del movimento.

2. Il superamento delle logiche geopolitiche tradizionali

Una delle costanti che emerge con maggiore chiarezza da uno studio comparato deivari movimenti e indubbiamente l’esplicito rifiuto di logiche geopolitiche tipiche — p.e.delle riflessioni di CARMICHAEL, degli slogans anti-NATO nel nostro paese o dellavolonta di estendere il conflitto vietnamita a livello mondiale.

3. Diversita

Una conseguenza evidente del superamento di cui sopra fu certamente — p.e. l’esal-tazione della lotta armata nel TERZO MONDO letto come profondamente altro aspettoall’Occidente, che condusse non pochi attori del movimento a criticare radicalmente lesvolte autonome occidentali e i presunti golpe italiani e, di contro, a elogiare i sistemiautonomi largamente presenti nel TERZO MONDO.

4. L’anti-razionalismo

349

* Fonte: Peppino Ortoleva, I movimenti del ’68 in Europa e in America, Editori Riuniti, 1998.

Page 350: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Fu certamente assai diffuso e determinato dalle seguenti cause:

1) le degenerazioni del nazionalismo attraverso il fascismo e il nazismo;2) il fatto che il nazionalismo fosse una ideologia rilevante per determinate istituzioni

(quali quelle politiche e militari);3) il fatto che il nazionalismo fosse uno strumento di grande rilevanza per la legitti-

mazione del consenso;4) il fatto che il nazionalismo avesse determinato veri e propri genocidi.

5. Il localismo

Il rifiuto del nazionalismo determino come logica conseguenza:

1) l’elogio dell’indipendentismo e del separatismo (dalle mobilitazioni della Barbagiaall’ULSTER);

2) la riscoperta del dialetto;3) la strenua difesa dell’autonomia contro la logica centralistica..

6. La direzione generazionale

Con questa espressione facciamo riferimento alla giovane eta degli attivisti (compresafra i sedici e i trent’anni) che attuarono una:

1) ribellione contro la autorita politica letta come illegittima e costituita sulla menzo-gna (opposizione per nulla originale poiche mutuata dal movimento anarchico eu-ropeo e americano) alla quale contrapponevano l’elogio di una democrazia altra(analoga alla Comune di Parigi) servendosi:1a) della irriverenza da applicarsi contro le tradizioni;2a) della dimensione ludica a livello contestativo;

4) una contestazione della meccanica alienante della realta che programmava la lorodella vita;

5) una feroce critica alla necessita di adeguarsi alla realta.

Inoltre sottolinearono

6) la necessita di spazi autonomi (come le comuni, i quartieri riservati) — anche quiricalcando gli esperimenti anarchici — anche attraverso modalita estreme comel’insurrezione o il terrorismo.

Naturalmente erano consapevoli della assoluta necessita di:

7) rifiutare qualsiasi tipo di integrazione o comunque di utilizzazione da parte dellalogica consumistica come erano consapevoli della utilita di

8) richiamarsi al passato attraverso l’elogio degli IWW, del movimento anarchicospagnolo, della resistenza, dello spontaneismo e della opportunita di adottare nuo-vi linguaggi grafici, musicali e cinematografici.

350

Page 351: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7. La critica alle istituzioni formative

Concretamente il rifiuto delle istituzioni formative si costituiva a partire

1) dalla esaltazione della prassi politica all’interno della istituzione contro gli impe-dimenti burocratici;

2) della difesa della scuola di massa letta come strumento di emancipazione;3) dal rifiuto che l’universita diventasse (come e diventata) parte integrante del si-

stema;4) dal rifiuto della selezione classista;5) dalla persuasione che solo una educazione altra potesse realmente emancipare

l’individuo;6) dal rifiuto della asimmetria tra docente e discente;7) dalla realizzazione di una scuola quadri fortemente politicizzata e intollerante;8) dal superamento delle vecchie associazioni universitarie (p. l’unione goliardica

italiana);9) dalla contestazione delle modalita del vecchio esame;

10) dalla progressiva dissoluzione delle barriere tra il modus vivendi intra-universi-tario e l’extraunivesitario;

11) dal rifiuto dei logori programmi dai quali veniva esclusa la attualita;12) dall’uso del dibattito politico-culturale all’interno delle aule scolastiche e univer-

sitarie;13) dalla difesa dell’autodidattica collettiva;14) dal rifiuto della lezione cattedratica;15) dalla consapevolezza della impossibilita di una conoscenza neutrale;16) dalla utilita della occupazione praticata con le modalita operative dell’agitazione

sovversiva;17) dal radicale rifiuto dell’indottrinamento autoritario;18) dalla consapevolezza di essere un soggetto — come massa studentesca — auto-

nomo e portatore di esigenze specifiche (p.e. in Italia attraverso una strategia dialleanze secondo le modalita della Terza internazionale) come sottolineato daidocumenti dell’Universita di Trento e dalle tesi della Sapienza;

19) dalla volonta di fare dello studente un attivista rivoluzionario che doveva conte-stare il capitalismo a partire dalla istituzione formativa;

20) dalla necessita di ‘deporre’ il docente attraverso modalita operative progressiveche andavano dalla agitazione sovversiva alla azione non violenta;

21) dalla consapevolezza maturata — solo in un secondo momento — della irrilevan-za della istituzione formativa quale vettore di prassi rivoluzionaria;

22) dalla urgenza di modificare in modo strutturale e non riformistico la istituzioneformativa;

23) dalla necessita di conseguire un reale egualitarismo contro la fittizzia selezioneattraverso i controcorsi, attraverso una educazione critica, attraverso una nuovafondazione politica della sinistra extraparlamentare;

24) dalla necessita di legare strettamente conoscenza e azione politica per giungere ad

351

Page 352: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

una reale presa di coscienza. In realta, al di la della dimensione effimera di non po-che proposte alternative — a comunicare da quella dei controcorsi — e al di la delfatto che paradossalmente l’autoeducazione si costruiva su tematiche alla ‘moda’, laistituzione formativa divenne un trampolino di lancio per un nuovo protagonismopolitico, culminato nella prassi extraparlamentare, nel terrorismo e infine sulle isti-tuzioni politiche tradizionali ma divenne soprattutto il luogo per eccellenza, per su-perare le istituzioni politiche, sociali, economiche e militari attraverso una rieduca-zione totalmente caratterizzata dalla intolleranza e dal fanatismo politico.

8. Il sapere alternativo e critico

Quali contenuti nuovi sorsero con il ’68?In primo luogo, la internazionalizzazione delle idee fu una delle caratteristiche piu

evidenti almeno quanto le innovazioni delle forme della interanzionalizzazione stessa. Al-ludiamo al paperback e al tascabile consentendo — a costi assai contenuti — allo stu-dente l’accesso ai classici delle scienze umane o della filosofia, creando dunque una in-dustria culturale vera e propria anche nei confronti della stessa elaborazione del movi-mento e confermando implicitamente la naturale capacita di trasformare in mercequalunque prodotto culturale. Da questa consapevolezza sorse la critica al libro-totem(frutto dell’assimilazione acritica della rivoluzione culturale cinese) critica che si riveleraauto-contraddittoria dal momento che proprio il movimento gettera le basi per una fe-ticizzazione dei testi marxisti, leninisti, stalinisti, maoisti e cheguevaristi, giungendo adun vero e proprio integralismo politico-culturale secondo il quale la cultura autenticaera di sinistra a causa del quale non pochi docenti e/o intellettuali di sinistra erano rite-nuti in flagrante contraddizione a livello di prassi politica (si vedano ad esempio le criti-che rivolte a Adorno e a Habermas).

In secondo luogo, l’enfasi posta sulla importanza dell’attivita politica si trasformoben presto in una politicizzazione totalmente e profondamente intollerante. In terzo luo-go, il movimento non poteva accettare la disuguaglianza culturale ne poteva condividerel’utilizzazione del sapere quale strumento di asservimento al potere (in particolare aquello politico, economico e militare). In quarto luogo, il movimento sottolineava comel’insieme del sapere fosse rivolto alla repressione e/o al contenimento del dissenso. Inquinto luogo, l’esigenza di creare spazi alternativi procedeva di pari passo con la convin-zione che le istituzioni avrebbero ben presto riassorbito l’antagonismo. In sesto luogo, ilrifiuto di un sapere neutrale (rifiuto determinato dalla presa di coscienza che l’oggettivitamascherava l’asservimento del sapere) portera il movimento ora ad una politicizzazionedella scienza ora alla negazione della oggettivita in quanto tale. In settimo luogo, l’intel-lettuale doveva essere spietatamente critico verso le istituzioni o altrimenti non era affat-to un intellettuale ma un servo consapevole o meno del sistema.

In ottavo luogo, la socializzazione del sapere — l’esaltazione del collettivo per inten-derci — portera ad una critica impietosa e fanatica del lavoro individuale letto come pe-ricolosamente borghese.

352

Page 353: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

In nono luogo, l’utilizzazione dell’anti-psichiatria e della psicoanalisi nuovamente let-ta, consentı al movimento di destrutturare la identita dell’io (letta come fittizia), di rite-nere falsa la demarcazione tra normalita e patalogia, di rivalutare culturalmente e poli-ticamente la follia psichica, di valorizzare pratiche sessuali alternative anti-monogamiche(smascherando false istituzioni come il matrimonio) portando in tal modo alla politiciz-zazione della sessualita, alla centralita del suo ruolo anche per cambiare il mondo (l’in-cremento del turpiloquio era proprio finalizzato a smascherare l’ipocrisia bigotta dellacultura borghese anche se ben presto divenne pura e semplice volgarita fine a se stessa).

In decimo luogo, il movimento auspicava la realizzazione di un rinnovamento pro-fondo dell’umanita ispirato al socialismo utopico, al socialismo libertario, al socialismomaoista, leninista, castrista che trovo , p.e. in Che Guevara, una vera e propria incarna-zione, che trovo nella critica feroce ed unilaterale della civilta occidentale una sua con-cretizzazione.

Disgraziatamente questa esigenza portera i suoi sostenitori a perdere di vista la ferreadinamica della realta e a farli diventare utili strumenti in mano a quelle potenze che ave-vano tutto l’interesse a fomentare l’opposizione all’Occidente. In undicesimo luogo, laprogettualita di un ordine nuovo era storicamente scarsamente originale dal momentoche la controcultura sessantottina riprendeva e/o rielaborava aspetti del cristianesimonella sua fase iniziale, dell’anarchismo europeo del seicento e dell’ottocento, del sociali-smo utopistico, del programma dei livellatori e zappatori inglesi.

La democrazia assembleare (sia quella teorizzata dal Manifesto di PORT HURONche quella del comunismo dei consigli) — p.e. era una riedizione della logica anarchicae comunitaria che presto si tramuto o in un autoritarismo leaderistico o in una ferocecontrapposizione di punti di vista che vanificava la possibilita di giungere a conclusionicomuni. Oltretutto la democrazia assembleare — democratica solo formalmente (comerilevo lo stesso ROSTAGNO) — costituı uin ottimo trampolino di lancio e un’ottimapalestra per future e radiose carriere politiche (al di la delle mistificazioni intellettualidi TOURAINE e MORIN). In dodicesimo luogo, la struttura dei movimenti — struttu-ra che ha anticipato quella dei movimenti no global attuali — era a forma reticolare (inparticolare quella del Black Power e quella del movimento studentesco).

9. Il ruolo dei partiti

In generale il movimento manifesto sempre una posizione fortemente critica nei con-fronti dei partiti letti come strumenti di dominio e/o indottrinamento e volti al consoli-damento del conformismo e alla assuefazione alle regole del sistema dominante.

D’altra parte il sistema dei partiti — nella maggior parte dei casi — accolse con osti-lita le motivazioni e le modalita operative del dissenso studentesco, ostilita alla quale ilmovimento seppe costruttivamente contrapporre sia media alternative (p.e. la LiberationNews Service o la New England Free Press) che soprattutto negli USA avevano unaautorevole tradizione alle spalle ed erano ispirate alle teorie semiotiche del dadaismo,delfuturismo e del surrealismo). A livello di modalita operative, l’opposizione si concreto

353

Page 354: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

anche attraverso il boicottaggio economico o l’occupazione (si veda per esempio l’azio-ne, tipica della agitazione sovversiva, dell’Sds tedesco contro SPRINGER), attraverso larealizzazione di films a 16 mm , di documentari relativi alle manifestazioni, attraverso larealizzazione di reti cinematografiche indipendenti o del magnetofono portatile fino al-l’uso di una spontaneita linguistica lontana dagli artifici della demagogia ufficiale. In bre-ve le altre caratteristiche della nuova sperimentazione si attuarono attraverso

1) l’uso di dibattiti dopo le proiezioni;2) l’uso del Kitsch e della cultura di massa;3) l’uso di una terminologia sboccata a scopo trasgressivo e anti-borghese;4) la realizzazione di produzione cinematografiche a carattere collettivo ispirate alle

riflessioni di VERTOV e BRECHT;5) l’uso del film — documento (come La Reprise DU TRAVAIL AUX USIHES

WORHDER del giugno del ‘68);6) o del film-saggio (come LAHORA DE LOS HORNOS );7) o della parodia del clip.

In definitiva il movimento promosse una contro informazione non meno faziosa eintransigente di quella ufficiale, (d’altronde l’obiettivita non era forse una mistificazio-ne?) una contro informazione volutamente connotata come ‘guerra controinformativa’cioe — nella nostra terminologia — come guerra psicologica che ben presto venne assi-milata dalla cultura dominante (p.e. la trasgressione sessuale divenne pornografica).

10. L’opposizione al sistema

Questa doveva essere permanente (come sottolineava DUTSCHKE) proprio comeaveva indicato MAO e si concretava ora attraverso le tecniche dell’azione non violenta(terminate da Thoreau e Gandhi) ora - assai piu spesso - attraverso l’agitazione sovver-siva.

A tale proposito, il rifiuto della guerra convenzionale — letta con tipica manifesta-zione dell’imperialismo — si accompagno alla esaltazione (e alla pratica) della guerrigliainterpretata nell’ottica maoista e che guevarista. Quanto alla condanna della istituzionemilitare e della tecnocrazia fu sempre letta e radicale (almeno quanto l’anti-americani-smo e il rifiuto del realismo politico come griglia interpretativa della realta storica) tantoche agevolmente possiamo parlare di anti-militarismo radicale. Una delle conseguenzepiu evidenti sara la contrapposizione teorica tra un mondo storico connotato dalla op-posizione e dall’autoritarismo e una realta rivoluzionaria che spesso trovo nel terzo mon-do il proprio luogo privilegiato; oppure la politicizzazione che ossessivamente portava ilmilitante a etichettare qualunque manifestazione di pensiero e di azione secondo le ca-tegorie bipolari di destra e sinistra. Ideologicamente parlando, al di la delle differenze tral’antagonismo anglo-americana e la nuova sinistra francese, italiana e tedesca, il sociali-smo (in tutta le sue forme da quello autoritarie a quella libertine) e l’anarchia (da quelloeuropeo a quello americano) erano indubbiamente i punti di riferimenti storici impren-

354

Page 355: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

scindibili. Quanto al rapporto con i partiti comunisti e i sindacati, questo fu costruitoall’insegna ora della reciproca diffidenza e ostilita ora della collaborazione. L’utilizzo— storicamente infondato — della specifica categoria storica del fascismo per connotaretutti i fenomeni culturali conservatori fu una delle conseguenze di una lettura fanatica-mente politicizzata della storica incapace — spesso — di distinguere le varie tipologie disistema politico (in Italia, p.e., i vari governi democristiani erano fascisti tanto quantoquelli dei regimi latino-americani.) Fra l’altro, questo uso disinvolto e fallace delle cate-gorie storiche, e fatto proprio anche dall’attuale movimento anti-globalizzazione.

La demonizzazione dell’avversario (l’uomo politico, le forze dell’ordine particolar-mente disprezzate, la magistratura non progressista) fu uno dei procedimenti ideologicimaggiormente usati almeno quanto l’ossessione per golpe imminenti e l’uso della dietro-logia che vedeva nei poteri occulti (servizi di sicurezza in primis) la genesi del male.

Altrettanto radicale sara il rifiuto della democrazia rappresentativa e del partito controi quali le modalita operative saranno ora l’azione diretta ora quella del logoramento orala rivoluzione violenta letta come obiettivo realmente perseguibile grazie alla quale la so-cieta nuova e l’uomo nuovo avrebbero trovato modo di realizzarsi (come negare, a taleproposito, la dimensione millenaristica di questa speranza?)

E che dire della famiglia borghese che fu sottoposta ad una critica impietosa aprendola strada alla legittimazione del divorzio, della convivenza svincolata dal potere dello Sta-to e della chiesa?

Come trascurare il ruolo della violenza letta ora come strumento offensivo ora comestrumento difensivo di fronte alla repressione (legittima e doverosa aggiungeremo noi)delle forze dell’ordine? Come sottovalutare — a tale proposito — l’uso di tecniche daguerriglia urbana del maggio del ’68 a Parigi che avrebbero dovuto condurre ad una in-surrezione generale? Infatti proprio alla fine del ’68 la degenerazione militarista getterale basi — in America e in Europa — della lotta armata in nuce gia presente sotto il pro-filo strettamente ideologico gia durante il ’68. A tale proposito, la demonizzazione delleforze dell’ordine fu radicale almeno quanto quella della NATO interpretata come il‘braccio armato dell’imperialismo USA in Europa’, interpretata cioe secondo i dettamidella propaganda della cold war (piu specificamente secondo l’approccio sovietico). Ilpanpoliticismo — altra caratteristica determinante del ’68 — portera ad una estrema po-liticizzazione della avvocatura, della magistratura politicizzata che avra — di lı a breve —conseguenze nefaste almeno quanto la sindacalizzazione della polizia. Accanto alla mitiz-zazione del guerrigliero o dei movimenti guerriglieri (da Villa a Che Guevara, da Fanona quello vietnamita), l’operaio — come la fabbrica — vennero strumentalmente — dei-ficati per sottolineare la funzione rivoluzionaria — in un’ottica operaista per esempio —accanto a quella dello studente con il quale avrebbe dovuto stringere un’alleanza di ferroper innescare la rivoluzione.

Concretamente si tratto di un vero e proprio indottrinamento ideologico - analogo aquello del socialismo e dell’anarchismo, volto a istigare l’operaio contro il padronato lo-cale e contro il sistema capitalistico tout court.

Proprio il sistema capitalistico era visto come la principale incarnazione del male, unsistema economico questo che fu d’altra parte oggetto di riflessioni analoge a quelle della

355

Page 356: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

tradizione socialista e marxista. Ma il male aveva molteplici volti e fra questi il carcereche non poteva che essere accettato (l’approccio riformistico era troppo marcatamenteborghese per essere condiviso) almeno tanto quanto l’istituzione militare (recuperandostancamente l’anarchismo e il pacifismo iberico) e quella manicomiale. Proprio rifletten-do sulle carceri e sui manicomi il movimento individuo negli esclusi di queste istituzioniun altro soggetto rivoluzionario.

Un altro aspetto tutt’altro che marginale fu la realizzazione di comunita nelle quali sipoteva sperimentare liberamente un modus vivendi altro rispetto alla corretta societa, unmodus vivendi autentico che poteva anche implicare l’assenza di opposizione violenta ola presenza della resistenza passiva ma anche la non partecipazione alla societa dominan-te.

In buona sostanza si progettarono comunita autogestite all’interno delle istituzioni(delle fabbriche, delle universita, della citta) o all’esterno delle istituzioni traendo ispira-zioni dalle esperienze di FOURIER e PROUDHON per giungere infine a comunita po-litico-religione ante signane della new age.

11. Conclusione

Nonostante le varie sperimentazioni, la rinascita all’interno del movimento di gruppio politici piu o meno organizzati rese vana l’alternativa utopica proposta tanto quanto lariaffermazione della divisione tra intellettuali e popolo. L’antagonismo tra azione nonviolenta e agitazione sovversiva che aveva connotato ampiamente tutto il movimento,venne meno a favore della lotta armata. L’esigenza di superare la democrazia fittizia— quella rappresentativa — si trasformo nella realizzazione di gruppi fortemente accen-trati e fortemente gerarchizzatii (come i gruppi terroristici quali la RAF e le BR). Quantoalla persistenza nel nostro paese del movimento, questa fu determinata ora dalla convi-venza ora della superficialita della classe politica e del potere sindacale che vanificaronoda facto l’ottimo lavoro di intelligence promosso dall’Ufficio Affari Riservati (attraversola DIGOS e poi l’UCIGOS) e dalla Difesa (dall’Arma al SID). A tale proposito — siasufficiente ricordare la reazione di buona parte della classe politica italiana, vile, incapacedi comprendere la portata reale del movimento sotto il profilo della stabilita delle istitu-zioni e dell’ordine pubblico e la connivenza di fronte alla relazione del prefetto MAZZA— che aveva lucidamente compreso — come d’altronde MIGLIO, ROMEO, MONTA-NELLI — la deriva eversiva del movimento e la esplicita legittimazione e copertura daparte del personale docente e degli intellettuali.

356

Page 357: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. L’INTERPRETAZIONE DEL SESSANTOTTOE DEL SETTANTASETTE DI MORONI *

Sarebbe indubbiamente un grave errore sottostimare la portata eversiva di non pochiavvenimenti che precedettero e anticiparono il ’68. Si pensi — a mo’ di esempio — allosciopero del giugno del sessanta e alle successive manifestazioni la cui composizione diclasse sara di estremo interesse per comprendere il ruolo cruciale svolto dalla simbiosidi ex-partigiani (soprattutto appartenenti all’ANPI e al settore della ‘Resistenza tradita’),studenti della FGCI e operai ampiamente sindacalizzati, simbiosi che svolgera una sortadi antecedente rispetto alle manifestazioni future, come dimostra la repentina radicaliz-zazione dei manifestanti che travalichera gli angusti limiti imposti dalla Cgil. Altrettantasignificativa sara la manifestazione filocubana del ’61, sorta sotto gli auspici della base delPci milanese, che si concretizzera in uno duro scontro fisico tra polizia e manifestanti alquale — ancora una volta — prenderanno parte gli studenti. In particolare, la natura anti-americana e — lo ribadiamo — filocubana costituira un elemento costante in tutti i mo-menti extraparlamentari — dal ’68 al ’77 — almeno tanto quanto centrale risultera la di-mensione operaista, di estrema sinistra e anti-politica codificata dai ‘Quaderni Rossi’, larilevanza della rivoluzione culturale cinese per il M/L e la contro informazione attuatadalla musica alternativa (si pensi all’Equipe 84, ai Rockers e soprattutto ai Nomadi e allaPravo) e dalla influenza della Beat Generation. Proprio la cultura americana rivestira unruolo decisivo — sia nel contesto dell’anti-militarismo che in quello delle rivolte sociali —nel condizionare profondamente intere generazioni — attraverso la Einaudi, la De Dona-to e la Feltrinelli. Si pensi — a mo’ di esempio — alla abile campagna di disinformazionepremessa dalla Einaudi in merito alla questione nera campagna volta a sostenere la leceitadella insurrezione del Black Panter Parthy — o al Cantacronache nato nel ’58 con lo sco-po di attuare una sistematica contro informazione attraverso la musica politicizzata (p.e. icanti di protesta del popolo italiano, per i motti di Reggio Emilia o le basi americane diAssunti del ’66). Al contrario l’abbinamento tra pensiero marxiano e pensiero anarchicocaratteristica della IS (sosta nel 57 a Cosio d’Arroscia) trovera scarsa eco nel ’68 per esseresuccessivamente recuperata nel ’77. Un altro elemento determinante nel condizionarel’interpretazione della realta delle giovani generazioni fu certamente ‘il complottismo ita-lo-americano’ che trovera nel volume di Faenza (‘‘Il Malaffare’’) un testo di riferimentoprezioso per la successiva contro informazione anti-americana e anti-militarista. La demo-nizzazio dell’intelligence americana e italiana diverra un leit-motiv costante per la culturaantagonista e per la propaganda della sinistra istituzionale.

357

* N. Balestrini/P. Moreni, L’orda d’oro, Feltrinelli 1988.

Page 358: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Eventi altrettanto significativi saranno lo sciopero di Genova del 1960 e la rivolta diPiazza Statuto del ’62 in quanto costituiranno veri e propri episodi di insurrezione fon-damentali per comprendere il ruolo cruciale che la violenza operaia e studensca rivestiranel ’68 e nel ’77, realta operaia che — non a caso — sara oggetto di pesantissimi e mol-teplici condizionamenti non solo da parte dell’ala piu radicale della CGIL ma soprattut-to da parte dei ‘‘QR’’ e di ‘‘Classe operaia’’ e dunque di Moltaldo, e Panzieri e Tronti,realta operaia che mostrera la sua pericolosita anche in occasione dello sciopero dell’ot-tobre del ’63 alla FIAT. Commenta MORONI: ‘‘(...) lo sciopero prende la forma di unantagonismo di classe che esprime i tempi e l’intensita dello scontro politico di classe’’(p. 144). Storicamente le prime organizzazioni M/L diverse dal PCI che attueranno unasistematica strumentalizzazione della massa operaia — in nome di un autentico lenini-smo maosta — saranno il gruppo M/L di Calo e Duse (sorta nel ’62 a Padova) e le Edi-zioni Oriente sorte nel ’63 a Milano , esperienze che culmineranno nella fondazione del’64 della rivista Nuova Unita e nel ’65 della pubblicazione ‘‘Il Comunista’’ entrambe col-locate alla sinistra estrema del Pci. Solo nel ’66 nascera il primo partito M/L autonomodel Pci nato come Pcd’I M/L e la prima Federazione castrista portera a incitare le nuovegenerazioni alla pratica della guerriglia sulla falsa riga di Mao e del Che. La legittimitadella violenza rivoluzionaria diverra un punto fermo almeno quanto la militarizzazionedel guerrigliero e la falsificazione della realta operata nei confronti del Che e di Torre-s,falsificazione che condurra numerosissimi giovani ad un approccio privo di qualsiasisenso della realta come dimostrano ampiamante la fraselogia presa in prestito acritica-mentente dal lessico rivoluzionario. Dissertare di ‘rovesciamento dello stato’, auspicarela formazione di ‘un movimento rivoluzionario’ erano espressioni cosı usate da risultareben presto ridondanti 1.

Non diversamente d’altronde dalla enfasi posta sulla non neutralita della scienza checondurra l’intelligenza a recuperare l’irrazionalismo ottocentesco! Dicevamo dell’usodiffuso della violenza: questa consolidarsi cosı a lungo nel nostro paese, a causa dellaconvivenza di larga parte del governo con le istanze sovversive del MS e dell’antagoni-smo extraparlamentare e della intrinseca debolezza del sistema italiano che — p.e. —spinse il governo al rilascio degli studenti arrestati durante gli scontri a Valle Giulia eche costrinse il rettore a riaprire l’universita di Roma 2. Debolezza che consentira —fra l’altro — la nascita e l’affermarsi di Magistratura democratica, degli ‘‘avvocati-com-pagni’’ (p. 344), e dei giornalisti democratici e soprattutto di Soccorso Rosso vero e pro-

358

1 Contrariamente alla interpretazione di Bianchi che legge nel ’68 ‘‘uno spartiacque epocale’’l’auspicato esito rivoluzionario fatto proprio dal MS e dalle organizzazioni extraparlamentari nonpote giungere a compimento sia per il congenito estremismo irrealistico sia per la capacita del si-stema capitalistico di fagocitare e trasformare a proprio vantaggio qualsiasi opposizione anchequella piu radicale.

2 Indubbiamente l’insuccesso della cultura extraparlamentare nell’abbattere il sistema fu an-che determinato dalla dispersione dei gruppi antagonisti, dal loro settarismo che li porto a farsi con-correnza reciproca in modo spietato finendo per indebolire il raggiungimento dell’obiettivo finale.L’insieme di questi elementi condurra i raggruppamenti extraparlamentari a estinguersi in brevetempo.

Page 359: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

prio network antagonista ante-litteram. Quanto all’affermarsi della lotta armata — al dila del mancato riconoscimento della sua reale matrice politica e alla dietrologia complot-tistica — questa non costituı una deriva irrazionale ma una coerente scelta ideologicarispetto alle premesse poste nel ’68. D’altronde la rivista ‘Sinistra proletaria’ (nota del1970 a cura del CPM) — vera e propria antesignana delle BR — non aveva preso forseorigine dai CLUB? E i suoi fondatori non provenivano forse ‘‘dall’esperienza dell’Uni-versita di Trento’’ (p. 387)? E, infine ‘‘il concetto di lotta di lunga durata non era giastato teorizzato sempre nel contesto della Universita di Trento come opportunamentericorda MORONI? La gran parte dei militanti di POTOP, LC e del CPM non avevanoconcordamente deciso di dotarsi di adeguata strutture politico-militari? La scelta di usa-re la guerriglia urbana, quale strumento privilegiato per l’offensiva anti-capitalistica daparte di CAP di Feltrinelli e del CPM, non era la conseguenza delle premesse postegia nel ’68? La pubblicazione apertamente terroristica di ‘‘Nuova Resistenza?’’ (natanel 1971) non trovo — anche nella base del Pci condivisione ideologica? D’altronde dal-la scissione dal PCI e dalla FCGI non provenivano Franceschini e Gallinari (p. 401)?

Non furono LC e POTOP a dare ampio spazio — segno questo di convivenza — alleazioni terroristiche dei GAP? (p. 404) E a proposito dei GAP, Feltrinelli non era forseun entusiasta ammiratore di CASTRO che gia era stato ampiamente mitizzato dalla di-sinformazione pubblicistica nel ’68? Il movimento ‘‘Dannati della terra’’ — dal qualeprenderanno origine i NAP — non era stato legittimato da LC? (p. 418). A tale propo-sito, MORONI — dopo aver indicato brevemente le differenze a livello di comprensionee natura sociale tra i NAP e le BR — mostra una non sorprendente solidarieta con i ter-roristi nappisti riuscendo a trasformarli in vittime della repressione! Insomma un vero eproprio ribaltamento di ruoli, nel quale le forze dell’ordine e la magistratura rappresen-tano ‘‘la faccia cattiva e perversa’’ della realta! Sulla stessa scia si muovano NEGRI eCASTELLANO in relazione all’autonomia formulando una criptica e mistificante inter-pretazione del movimento del ’77. Ad ogni modo — prendendo entrambe le interpre-tazioni in considerazione — emergono alcuni punti fermi circa la genesi del ’77 e le suemodalita operative: secondo Negri l’area dell’Autonomia sorse dei comitati autonomi deiVolsci che ebbero una natura spontaneistica e il cui radicamento sociale proveniva dacontesti diversi ‘‘ospedalieri, ferrovieri, operai dell’energia, studenti fuori sede di RO-MA’’ e dalla articolata simbiosi tra gli ex-militanti del gruppo Gramsci, di POTOP edi LC dalla quale reclutarono i Comitati Comunisti rivoluzionari. Tuttavia la caratteri-stica ideologica piu rilevante NEGRI la individuava nella dimensione leninista-militari-stica dell’Autonomia Operaia organizzazione emersa chiaramente gia nel 1973.Insomma— a parte i Volsci romani — l’area dell’Autonomia fu il risultato della coesistenza deiCPS e dei periodici ROSSO, Senza Tregua, Potere operai per il Comunismo, e infinedi Attraverso nato nel ’75. Al di la della interpretazione di Castellano i dati informativiche risultano esserci preziosi sono certamente i seguenti:

1) non poche problematiche dell’Autonomia furono anticipate dai Quaderni Rossi;2) il Comitato operaio studenti della Bassa padovana costituı un prezioso tassello nel-

l’ambito dell’Autonomia dal momento che le proteste, il sabotaggio, gli scioperiarticolati costituivano le principali forme di conflittualita non convenzionale;

359

Page 360: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3) la facolta di scienze politiche padovane sara il laboratorio principale della teoriz-zazione eversiva dell’Autonomia a partire dal ’75 e l’egemonia — a colpi di mo-lotov — sara rapidamente conseguita;

4) nello stesso anno si diffondera la illegalita di massa ai danni dei democristiani edella istituzione universitarie;

5) l’anno successivo — nel 1976 — l’uso della espropriazione proletaria e la praticadei seminari autogestiti diverranno forme antagoniste costanti;

6) nelllo stesso anno la nascita di Radio Sherwood rappresentera un potente mezzodi disinformazione.

Quanto alla ricostruzione formulata da MORONI, questa si puo agevolmente com-prendere nel modo seguente:

1) il ’77 fu certamente critico nei confronti della mitologia del sessantotto2) il movimento prese atto della impossibilita oggettiva di portare il PCI su una via

rivoluzionaria e della scarsa autonomia di DP;3) la critica al riformismo politico venne radicalizzata dal movimento del ‘77;4) i Circoli del proletariato giovanile saranno l’anima dell’Autonomia;5) il radicamento dei Circoli fu reso possibile anche dall’appoggio di di LC;6) i CPG rivendicarono esplicitamente l’uso della violenza, la pratica della vigilanza anti-

missina e anti-istituzionale, la requisizione degli edifici, la liberizzazione della droga,l’esproprio dei supermercati, l’occupazione delle universita a scopo provocatorio;

7) i CPG presero atto della opposizione sia del PCI che della CGIL alle praticheconflittuali messe in atto e si resero conto che un gran numero di intellettualidi sinistra — come ASOR ROSA e SANGUINETI — si erano oramai pedissequa-mente adeguati alla linea istituzionale;

8) i principali soggetti sociali dell’Autonomia saranno i precari, gli studenti e gli ope-rai;

9) come durante il ’68 anche nel ’77 le Universita divennero vere e proprie basi rossein costante stato di fermento che verra a radicalizzarsi dando esito a scontri a fuo-co con le forze dell’ordine;

10) il varo della Legge Reale e l’istituzione delle Carceri speciali furono interpretaticome strumenti di inammissibile repressione (rilevante ammissione poicheneconfermava l’efficacia);

11) le considerazioni sul ruolo degli intellettuali autogestiti — valutazioni volte a sot-tolineare la pericolosita politica culturale — formulata dalla Trilateral Commis-sion nel 1975 — furono lette come reazionarie;

12) la risoluzione e l’efficacia della controffensiva degli Interni furono interpretatecome una pericolosa deriva reazionaria (confermando in tal modo la loro effica-cia);

13) rispetto alla lotta armata l’Autonomia mostro convivenza e complicita. Opportu-namente — a conclusione del volume — gli A. condividono ampiamente l’inter-pretazione di VIRNO sugli esiti dell’antagonismo contemporaneo, valutazioniche sottolineano la centralita dei COBAS e dei CSAO considerati veri e proprieredi del movimento del ’77.

360

Page 361: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. IL SESSANTOTTO SECONDO L’INTERPRETAZIONEDI MARIO CAPANNA *

Allo scopo di comprendere lucidamente l’interpretazione dell’autore utilizzeremouna griglia interpretativa analoga a quella usuale.

Formazione culturale e referenti ideologici. I primi passi nel contesto della cultura altafurono compiuti attraverso la lettura di MARX e dei piu autorevoli ‘‘teologi cattolici’’dal cui studio non trassero alcuni giovamento (al contrario di quello svolto su Don Mi-lani, Torres e Balducci). Nell’ambito della riflessione politica di estrema sinistra operai-sta l’influsso dei Quaderni Rossi e dei Quaderni Piacentin fu indubbiamente rilevanteper legittimare la necessita di una simbiosi tra lotta studentesca e operaie. Sul fronte del-la pubblicistica estera la Monthly Review fu indispensabile per approfondire la dinamicacapistalistica americana e i Quaderni dell’Editrice Oriente per consolidare una interpre-tazione critica e dogmatica della Cina. A tale proposito, la riflessione sulla rivoluzioneculturale cinese (e in particolare quella sull’opera delle Guardie rosse e sulla Comunedi Shangai) si colloca all’interno di una interpretazione storica priva di imparzialita e fi-nalizzata a screditare la politica sovietica . Inoltre nel volume dell’A. manca qualsiasi pre-sa di coscienza critica a posteriori sulla dimensione profondamente reazionaria della ri-voluzione cultura cinese ed e assente qualsiasi autocritica sugli innumerevoli elogi tribu-tati a Stalin dei documenti ufficiali del MS.

L’assurdo abbinamento tra i valori democratici e il desiderio di pace — a parole de-cantati — da un lato e la difesa ad oltranze dell’OLP, della guerriglia vietcong, di quelladel Che e del Black Power dall’altro lato costituiscono una caratteristica tutt’altro chemarginale anche per il MS. Quanto al riconoscimento tributario ai Provos, e in partico-lare a Savio e a Rubin, questo era scontato e prevedibile dal momento che gran partedelle metodologie antagoniste furono mutuate proprio dall’esperienza americana.

Alleati. La rete di alleanze costituita nel corso di anni fu nel contempo solida e ampia:l’Anpi (e in particolare Pesce, Moscatelli e Vidali), la base della CGIL, i CLUB Pirelli, gliavvocati democratici (quali Spazzali, Pecorella e Tanzi), i giornalisti (Cederna, Bocca,Stajcenok, Rise), i deputati della sinistra (in particolare Scalfari e), i Comitati dei giuristidemocratici, quelli dei giornalisti per la liberta e infine quelli dei docenti come Menepa-ce, Paci, etc.

L’interpretazione spontanea e/o predefinita di questi players fu in grado — sovente

361

* Fonte: Mario Capanna, Formidabili quegli anni, Rizzoli, 1994.

Page 362: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

— di attuale un rilevante pressing politico e di movimentare la public opinion ai dannidelle istituzioni politiche. A tale proposito Mazza e Guida — due noti questori — furo-no rapidamente cassati.

Rivali. Indubbiamente la gran parte delle altre sette M/L ed in particolare AO.

Nemici. Naturalmente l’insieme di quelle istituzioni politiche nazionali e non che osta-colarono o reagirono con la repressione (attraverso la promulgazione dello Stato diemergenza politico) di fronte alla avanzata dell’antagonismo: dalle istituzioni politichequali la DC, l’MSI, a quelle politico-militari quali la NATO, la polizia, i Carabinieri, iquestori e i prefetti, alla stampa conservatrice (dalla ‘‘La Notte’’ a ‘‘Berghen’’, a Monta-nelli), alle singole figure di leaders politici (quali Saragat e Spadolini, Kissinger e Rea-gan), alle istituzioni politiche presidenzialistiche (come il gollismo che aveva rapidamen-te liquidato il maggio francese) e) fino ai raggruppamenti conservatori informali quali fula Maggioranza silenziosa.

Strumenti. Un’ampia gamma di strumenti antagonisti fu usata:

1) la violenza offensiva/difensiva dei Katanga;2) la Pychological Warfare: attraverso la contro informazione dei RAP e del BOD

della Statale, attraverso l’utilizzazione ideologica della resistenza, attraverso l’inter-pretazione della legittima repressione come vero e proprio strumento reazionario,attraverso l’usuale denominazione dell’avversario come fascista, attraverso la co-stante mistificazione della realta o attraverso il voluto travisamento del significatodel concetto di democrazia;

3)il sabotaggio interno delle istituzioni secondo l’insegnamento gramsciano (all’inter-no della Universita Statale di Milano e di buona parte delle scuole superiori di Mi-lano);

4) promuovendo la disubbidienza e lo sciopero a getto selvaggio nelle fabbriche;5) attuando minacce e intimidazioni;6) promuovendo e osservando la disobbedienza civile e l’illegalita.

362

Page 363: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6. NOTE SUL DISSENSO CATTOLICO *

Il MS della Cattolica di Milano — e la solidarieta manifestata verso di esso da partedi don GIAVAZZI e don CUMINETTI — fu una delle prime forme attraverso le qualisi concreto il dissenso cattolico in Italia. Al di la della natura culturale — che fu appuntocattolica — di non pochi leaders (fra i quali la CAGOL, SORBI, BOATO e lo stessoCAPANNA) non pochi militanti della contestazione studentesca provenivano dalleACLI e dalla FUCI e — in breve tempo — scavalcarono a sinistra la gran parte dei mi-litanti di provenienza comunista promuovendo tecniche tipiche della conflittualita nonconvenzionale. Fra le quali: le assemblee autogestite, la disinformazione (nell’ambito del-la quale la manipolazione interpretativa — p.e. delle opere di MARITAIN —, la disin-formazione sistematica delle vicende storiche contemporanee e della loro attivita antago-nista giocarono un ruolo determinante) e la graduale costituzione di alleanze trasversalicon il mondo associativo-sindacale e politico (per garantirsi una adeguata protenzione difronte alle prevedibili reazioni delle autorita accademiche e di quelle di pubblica sicurez-za).

Indubbiamente non poche delle contestazioni promosse poterono attecchire (e dif-fondersi in modo capillare da universita a universita) grazie alla connivenza-complicitadi docenti, assistenti e ricercatori, all’autoritarismo di cui diedero prova tutte le organiz-zazioni studentesche (da Trento a Milano), e all’ampio uso della violenza verbale (minac-ce, improperi, diffamazioni) e di quella fisica (dal lancio di cubetti di porfido contro lapolizia alla violenza teppistica contro il dissenso di studenti e docenti). Proprio l’insiemedi queste modalita — frutto della contaminazione tra conflittualita non convenzionale econflittualita tradizionale — indussero le autorita accademiche ed ecclesiali a considera-re il sedicente antagonismo cattolico fuori dalla tradizione religiosa (nonostante il fattoche questo avesse riscosso larghi consensi presso settori non marginali della realta poli-tico-sindacale cattolica). Una forma di dissenso cattolico, parallelo a quello laicale, fucertamente quello ecclesiale agli inizi del ‘69 che prese forma attraverso manifestazionidi dissenso pubblico, lettere di protesta, marce, congressi, (p.e. quello della FUCI), do-cumenti di contro informazione, case editrici (Jaca Book, Feltrinelli, Gribaudi, Querinia-nai, Dehoniana, EMI), associazioni (Mani tese), comunita alternative (l’Isoletto, Capo-darco), leaders carismatici in grado di manipolare il consenso (Balducci, don Mazzi, pa-dre Biot) e reti informali di solidarieta internazionale con l’America Latina (dal Cile alBrasile) grazie alle quali si attuo una vera e propria contaminazione con le metodologie

363

* R. Beretta, Il lungo autunno, Rizzoli 1998.

Page 364: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

e l’ideologia di TORRES, GUETIERREZ, Dussel e BOFF che divennero in breve tem-po il corrispettivo — nell’ambito dell’antagonismo religioso — di Che Guevara, HOCHI MIN e GIAP. Sotto il profilo ideologico il dissenso cattolico addito — in modocontraddittorio — il pacifismo con la difesa della guerriglia vietcong, MARX con CRI-STO, il messaggio evangelico con quello della Rivoluzione cinese, compiendo vere e pro-prie incesti politico-culturali a livello che furono possibili soprattutto grazie alle case edi-trici autogestite che misero in atto una vera e propria guerra psicologica contro la chiesaufficiale, gli USA, le istituzioni militari nazionali e sovranazionali finendo per diventarestrumenti — ora inconsapevoli ora consapevoli — della politica anti-occidentale di Cubae dell’Urss.

364

Page 365: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7. L’INTERPRETAZIONE DEL SESSANTOTTOSECONDO PAUL GINSBORG

Che il ’68 fosse stato un rilevante tentativo di rovesciare i valori dominanti dell’epocacon lo scopo di impedire la interiorizzazione dei valori della societa dominante, e un da-to oramai acquisito almeno quanto l’abbinamento della rivoluzione culturale civile con ilterrorismo della teologia della liberazione e delle esperienze guerrigliere in America La-tina.

Ma questo coagulo ideologico — al contrario di cio che pensa l’A. — non fu unamiscela straordinariamente possente ma, semmai, straordinariamente devastante. Ancheil ricorso alla violenza non fu determinato — come sostiene l’A. a p. 239 — dalla repres-sione poliziesca ma fu la conseguenza diretta dei presupposti marxisti-leninisti e maoisti.A riprova di cio, lo stesso A. riconosce — contraddittoriamente — che l’uso della vio-lenza entro tra i valori e le azioni del movimento, al punto che oramai la connotazioneeversiva del movimento era un dato acquisito. A livello di contenuti ideologici l’A. rico-nosce — non senza malizia — che erano vecchi al meno quanto la rivoluzione russa(p. 242) dal momento che erano prevalentemente leninisti (si pensi a POTOP e a Avan-guardia operaia); a livello di mobilitazione il loro fanatismo frenetico creo le condizioniper una ampia coscienza antagonista anche nei ceti medi. Tuttavia ben presto — comeera d’altra parte prevedibile — divennero ‘‘(...) divennero rapidamente delle versioni inpiccolo dei principali partiti politici, con le loro gerarchie (...) e con presuntuosi leade-rismi’’ (p. 243) non comprendendo che l’applicazione acritica dei modelli terroristici al-l’Italia era semplicemente privo di realismo storico. Una delle innumerevoli conseguenzenefaste della fanatica politicizzazione — contrariamente all’opinione dell’A. — fu la na-scita di Magistratura democratica e dei Proletari in divisa che cercarono di fare collassareil sistema dall’interno. In definitiva — ancora una volta in radicale dissenso con l’A. — il’68 fu non un tentativo straordinario ma un tentativo allucinatorio di cambiare la realtaverso derive eversive. L’esito terroristico non rappresento dunque una sorpresa ancheperche — come sottolinea con onesta intellettuale l’A. — ‘‘la diffusa giustificazione diuna violenza proletaria e rivoluzionaria rappresento un terreno fertile per il fiorire delterrorismo’’ (p. 273). La dove la nostra valutazione non puo concordare con quella del-l’A. e nella presunta differenza tra il movimento e la lotta armata: quest’ultima utilizzoeffettivamente la violenza non limitandosi a proclami o a istigazioni. Ebbe — insomma— la drammatica coerenza di passare dalle parole ai fatti 1. L’estremismo ideologico del-

365

1 Sia sufficiente — a titolo di esempio ricordare che all’interno dei NAP militarono alcuni ap-partenenti a LC.

Page 366: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

l’A. si rivela tuttavia la dove rimprovera (p. 286) al PCI di Berlinguer di essere divenuto‘‘il piu zelante difensore delle tradizionali misure di legge e di ordine’’, dando il proprioappoggio alla legge Reale. Dal nostro punto di vista — al di la del ‘merito’ tattico delPCI — il dato che sottolineare e al contrario un altro: l’irresponsabilita e la connivenzadi buona parte della classe politica italiana impedirono fino al ’75 di approvare decreti diemergenza quando nel paese esistevano gia da molti anni le condizioni per varare la leg-ge Reale alla quale non a caso il PCI si era inizialmente opposto. Per quanto concerne ilmovimento del ’77, anche l’A. fa sua la tradizionale interpretazione secondo la qualequesto movimento aveva due anime delle quali quella di autonomia operaia rappresen-tava l’ala militarista. Quanto grave fosse la situazione nel nostro paese la si evince da undato assai semplice: dopo la morte accidentale di LORUSSO (nel marzo del ’77) Bolo-gna fu pattugliata da blindati, un provvedimento — questo — che si prendeva solo incaso di pericoli pre-insurrezionali.

Anche, dunque, l’assenza di risolutezza da parte della classe politica fu una delle con-cause che consentı la lunga durata dell’estremismo e la sua trasformazione in terrorismo,assenza che venne meno grazie alla Legge Reale e al nucleo anti-terrorismo del Gen. Dal-la Chiesa.

Bibliografia

Paul Ginsborg, Storia d’Italia dal dopoguerra ad Oggi, Einaudi 1989.

366

Page 367: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

8. L’INTERPRETAZIONE DEL SESSANTOTTOSECONDO PIERO BERNOCCHI *

Contrariamente alla vulgata tradizionale per l’A. non esiste uno iato tra il ’68 e il ’77 enon esiste neppure un divario tra il terrorismo della estrema sinistra e quello che lo Statoavrebbe praticato 1.

Accostamento questo che costituisce proprio un tipico risultato di una percezioneideologica della realta come si evince dalla convinzione dell’A. sulla validita delle prin-cipali idealita che animo il movimento — quali p.e. l’anti-capitalismo — sulla assolutavalidita delle analisi marxiane formulate cent’anni prima. Nel sottolineare quest’ultimoaspetto l’A. non si accorge di incorrere in un evidente paradosso determinato dalla inu-suale attualita dell’analisi marxiana (a ben cent’anni dalla scomparsa del filosofo di Tre-viri). Proprio l’anti-capitalismo costituı un tema portante sia del ’68 che del ’77 almenotanto quanto la critica impietosa del forma partito che ben presto si rivelera priva di fon-damento e che si tradurra nella realizzazione di organizzazioni apparentemente diversedai partiti ma concretamente analoghe ad essa, che finiranno per vanificare l’autogover-no delle masse popolari, il consiliarismo, la democrazia diretta esaltando acriticamente laCina che — gli adepti della ‘nuova’ religione anti-capitalistica lo avrebbero scoperto poi— presentava caratteri simili all’URSS, mitizzando la guerriglia dell’America Latina e delSud est (senza comprenderne le inevitabili atrocita), marginalizzando le lotte di libera-zione nell’Europa dell’Est in un primo momento e boicottando in un secondo momento‘‘tutte le proproste innovative in sostegno delle rivolte popolari nei paesi del socialismoreale’’ (come riconosce onestamente Bernocchi) (p. 33). La percezione — in altri termini— faziosa fino al fanatismo della realta storica indurra i players delle ‘nuove’ avanguardiea ignorare volutamente le efferatezze politiche che venivano perpetuate all’Est, a demo-nizzare l’occidente (e in particolare gli USA e Israele) e a deificare le esperienze politichein Algeria, a Cuba, in Jugoslavia, in Irlanda etc. In altri termini il movimento non fu ingrado di teorizzare un modello politico economico alternativo a quello comunista ne funelle condizioni di costruire alternative credibili e durature del partito-Stato. Come d’al-tronde non fu in grado di prendere coscenza della vitalita e della proteiformita del Ca-pitalismo prevedendone — ripetendo dunque pedissequamente la previsione marxiana— la stagnazione e l’estinzione e ignorandone al contrario la capacita di assorbimento.

Proprio a proposito del partito-Stato il commento dell’A. e — a ragione — caustico:

367

* Piero Bernocchi, Per una critica del ’68, Massari, 98.1 Semmai bisognerebbe porsi l’interrogativo del perche la reazione dello Stato tardo a concre-

tarsi.

Page 368: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

‘‘per cercare una sistemazione le migliaia di piccoli Lenin si misero in cerca di un pro-letariato da dirigere e scelsero la via dei tanti partitini’’ (p. 68). Quanto alla reciprocaconcorrenza tra i vari ‘partitini’ questa fu esasperata perche volta ad esercitare un mo-nopolio esclusivo ‘‘per la conquista della rappresentanza’’ (p. 72), conquista per l’egemo-nia che in non pochi casi — p.e. con LC — si risolse nella confluenza all’interno del si-stema parlamentare dopo aver esaltato per anni la leceita della guerriglia (confluenza chefu determinata dall’opportunismo, dalla volonta carrieristica e non certo da una matu-razione politica). Rappresentanza composta dal proletariato che ben presto prese le di-stanze dalle velleita della estrema sinistra costringendola a rivolgere altrove le proprieattenzioni strumentali. Per quanto concerne il nesso sessantotto/terrorismo la profondafiliazione — affermata da numerosi protagonisti di quella stagione — costituisce un pre-zioso contributo alla storiografia contemporanea e contribuisce a negare validita storicaalle tesi che vorrebbero presentare l’uso della froza come puramente difensivo di frontealla repressione dello Stato (che — lo ribadiamo — tardo a manifestarsi determinandouna vera e propria esclation della violenza terroristica). Proprio il rifiuto del pacifismo(ammesso contradditoraimente dallo stesso autore a p. 134) costituisce la conferma del-l’uso ampio — e tutt’altro che difensivo — della violenza, uso d’altronde ampiamentelegittimato dalla tradizione M/L (con MARX e soprattutto con LENIN), dalla esaltazio-ne dalle guerriglie del Che, dalla mitizzazione delle azioni di Tupamoros e dell’IRA.

368

Page 369: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

9. INTRODUZIONE AL MOVIMENTO STUDENTESCO

Parte prima

A partire dal ’67/’68 anche in Italia si sviluppa il movimento studentesco grazie allaesperienza guerrigliera vietnamita, alla rivoluzione di MAO - e quindi alla centralita dellaguerra di popolo — alla fondamentale importanza della figura del Che, alla alternativarappresentata da CUBA e infine ai movimenti di liberazionei del Terzo Mondo, muta-menti storici — questi — che saranno assimilati acriticamente e dogmaticamente.

Al di la del contesto internazionale, la nascita dal centro-sinistra verra letta in terminiassolutamente negativi perche rappresentera un cedimento alla DC. Al contrario, la vi-talita indotta — perche eterodiretta — dalla massa operaia era interpretata come un ele-mento capace di fare collassare il sistema dall’interno. Quanto al contesto scolastico erainterpretato come una struttura fatiscente, priva di protagonismo politico, o detto in altritermini, era incapace di farsi portavoce di un cambiamento rivoluzionario.

Ben presto la Statale di Milano perse i suoi caratteri originali per divenire una vera epropria ‘base rossa’ (per utilizzare la terminologia maoista) in cui l’esercizio della sovra-nita passo in mano al MS fanaticamente politicizzato di matrice M/L e maoista — chetento — riuscendosi per breve periodo a radicalizzare il sindacato per creare una allenzacon la classe operaia in funzione anti-capitalista e per egemonizzare gran parte dellescuole superiori milanesi (gettandole nel caos). E significativo osservare che la basedel PCI aderı massicciamente alle iniziative antagoniste del MS ed e altrettanto indica-tivo che nei documenti ufficiali del MS la polizia e i fascisti fossero sempre abbinati comea suggerire la loro connivenza. Non a caso la legittima repressione istituzionale delle for-ze dell’ordine era interpretata come una manifestazione di cripto fascismo se non di fa-scismo vero e proprio. A proposito del quale, riprendendo la interpretazione del VIICongresso dell’Internazionale Comunista, si affermava che il fascismo fosse organizzatoe diretto dal Capitalismo finanziario confermando con tale lettura la strumentalizzazioneideologica della categoria storica del fascismo e avvallando in tal modo una lettura fumo-sa della storia che avra larga fortuna della storiografia di sinistra del novecento.

Quanto diretta fosse l’influenza del comunismo tradizionale al MS lo prova un altrodato: la centralita della figura di Stalin e delle risoluzioni della III Internazionale. Con-cretamente — dunque — l’alterantiva alla democrazia borghese avrebbe dovuto esserelo stalinismo abbinato al maoismo.(un rimedio peggiore del male potremmo dire!). Pro-prio tale binomio dimostrava quanto irrealistiche fossero le istanze del MS, quanto fos-sero cioe prive di una percezione chiara della realta storica. Paradossale che il MS par-lasse di esigenza di scientificita alludendo ai nuovi contenuti da introdurre dei program-

369

Page 370: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

mi scolastici, una scientificita che altro non era che un indottrinamento martellante edintollerante. Quanto connivente e vile insime fosse gran parte della classe politica italia-na, lo dimostra anche la crescita del MS che, a partire dal 71/72, incomincera ad esten-dersi a livello nazionale attraverso un fronte unico 1 sulla falsariga della linea politica del-la III Internazionale — e a programmare metodologie didattiche di indottrinamentoquali le scuole quadri e le RAP varianti tecniche della disinformazione e quindi della Psy-warfare. Al di la del nemico globale — cioe il capitalismo — il nemico interno era cer-tamente la DC che perpetuava da 25 anni una vera e propria dittatura di classe contro laquale era necessario servirsi di una guerra di logoramento, aprendo spazi di democrazia(leggi: utilizzando la massa studensca in funzione antagonista). A tale proposito il camuf-famento linguistico, caratteristico di tutta la sinistra extraparlamentare, arrivava al puntodi rendere equipollenti termini come democrazia e comunismo trascurando un semplicedato di fatto: la dove il comunismo si era affermato — come in URSS e in CINA — lademocrazia era stata sic et simpliceter annullata. In ogni caso, l’offensiva del MS trovorisposta del tutto inadeguate perche troppo soft, troppo preoccupate di salvaguardare ipresunti diritti degli studenti. A riprova di cio si pensi alla farsa — tipicamente italiana— del ‘comitatone’ che avrebbe dovuto risolvere le problematiche della Statale di Mila-no, comitato al cui fallimento contribuirono non pochi docenti conniventi con il MS el’ambiguita del PCI 2 che portera non a caso sulla proprie spalle le maggiori responsabi-lita per il rafformazione del MS, della sinistra extraparlamentare e per la nascita del ter-rorismo.

Prova ne sia il fatto che nel volgere di breve tempo il MS raggiunse l’egenomia dellaStatale di Milano — unitamente ad Avanguardia Operaia — e di buona parte delle scuo-le milanesi emarginando e sovente scavalcando la FGCI, grazie alla solerzia delle squadredi propaganda, ma anche grazie ad una struttura 3 di natura leninista e anti-spontaneista(non a caso nei documenti ufficali — al di la della demagogia — il ruolo del centralismodemocratico era ritenuto determinante anche per contrastare il fascismo) che seppre gui-dare la massa studentesca. Quanto all’uso della violenza questa — nei documenti uffi-ciali — viene presentata come ‘legittima autodifesa dalle aggressioni della polizia e delfascismo’ e mai come gratuita (falsando, in tal modo ancora una volta la realta) mentrenei confronti del pacifismo il rifiuto fu letto coerentemente con la natura ideologica delMS.

Parte seconda

Non c’e dubbio che il rifiuto della figura del docente fosse anche la conseguenza del-la negazione della struttura familiare patriarcale e del ruolo politico della figura dell’in-

370

1 Non a caso alle assemblee popolari erano spesso invitati particolarie magistrali democratiti.2 Non a caso il 7 giugno del 1973 l’UNITA difendeva il MS affermando che questo era oramai

una spina nel fianco del fascismo.3 Struttura gestita dal quadriumvirato composto da Capanna, Viale, Liverani e Guzzini.

Page 371: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

segnante letta come cinghia di trasmissione del potere. Al contrario il docente dovevamettere in discussione il proprio ruolo gerarchico e porsi sullo stesso piano dell’educan-do in omaggio ad un astratto e livellante egualitarismo. La politicizzazione estrema delMS — e non solo — portera alla formulazione di tesi deliranti quali: ‘‘la scienza borghe-se e intrinsicamente reazionaria’’ non a caso condivisa proprio dal filosofo Paci oppure‘‘la salvezza dell’uomo e affidata al proletariato’’ formulata da MACCACARO. Ma por-tera anche a trasformare le istituzioni formative in efficaci strumenti di propaganda, diindottrinamento e quindi di contro informazione (o meglio di disinformazione) che sifaranno portavoci dell’estremismo politico (in particolare di quello M/L e maoista)del controllo delle masse (quelle degli studenti e quelle degli operai) e della instaurazionedella dittatura del proletariato che avrebbe dovuto portare alla distruzione dello statoborghese. Per raggiungere questo obiettivo manifestamente eversivo era necessario acce-lerare la fine della DC (‘‘il partito dell’imperialismo’’) tanto quanto quella dell’imperia-lismo USA la cui fine immenente era d’altronde agevolmente osservabile. L’incapacita dicomprendere la complessita della realta si poteva individuare anche nell’utilizzo della ca-tegoria storica del fascismo, che doveva essere interpretata alla luce della Terza Interna-zionale, interpretazione del tutto priva di consistenza e di credibilita scientifica. D’altraparte, proprio la politicizzazione conduceva a risultati storici deliranti in base ai quali ilfascismo esisteva nelle democrazie ad alta industrializzazione ma non era presente neiregimi totalitari cinesi e russi! (l’acuto senso critico del MS veniva meno insomma p.e.di fronte alle conseguenze operative del leninismo e alle tesi di DIMITROV indubbia-mente uno dei burocrati sovietici piu citati nei documenti del MS).

Quanto all’interesse per le organizzazioni sindacali questo era dettato dalla esigenzadi servirsi dei consigli di fabbrica per creare all’interno delle industrie situazioni insur-rezionali sulla falsariga delle riflessioni gramsciane.

La stessa assunzione acritica mostrata nei confronti di MARX, LENIN, DIMITROVfu estesa — ovviamente — a MAO la cui interpretazione storica era ritenuta una vera epropria teorica scientifica in grado di individuare le leggi oggettive della storia. Il rifiutodei corsi tradizionali universitari avrebbe portato il MS a realizzare i celebri RAP chefinirono per esercitare un controllo autoritario sui testi, sul lavoro di ricerca. Nel conte-sto delle scuole superiori — oltre a proporre la eliminazione del latino e del greco — ilMS si fece latore di rappresentazioni teatrali ideologiche (‘‘la lotta fra i popoli oppressi el’imperialismo’’ per esempio), di incontri con le masse operaie coinvolgendo genitori einsegnanti democratici (leggi: di estrema sinistra o comunque comunisti), di promuovereassemblee svincolate dalle limitazioni del Ministro Misasi (troppo reazionario), trasfor-mando proprio l’assemblea nell’unica legittima istituzione in grado di garantire l’ordina-to svolgimento dei contro-corsi e di denunciare i docenti reazionari (denunciati — osser-vano noi — a chi? A quale istituzione?)

A livello di orientamento politico internazionale i RAP dovevano farsi difensori en-tusiasti della lotta palestinese, della netta opposizione ad Israele, della difesa delle lotteguerrigliere in America Latina contro la Cia e il Pentagono, della esaltazione della eroicaresistenza del LAOS e della CAMBOGIA, anche attraverso la organizzazione di mobi-litazioni di massa a favore dei ‘popoli oppressi’ e di Allende.

371

Page 372: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

A livello di politica interna e di sicurezza, il MS si muoveva nella direzione non di ungradualistico riformismo ma di una netta opposizione alla esistenza stessa delle forze del-l’ordine (una ‘macchina’ questa che andava spezzata per citare MARX); quanto poi allesentenze della magistratura il MS si fece portavoce non solo della innocenza di VAL-PREDA ma di una indagine autonoma — assai fantasiosa — sulla morte sospetta diFELTRINELLI che venne attribuita ad oscuri complotti di stato. Quanto alle relazionicon il PCI, queste furono assai contraddittorie ma pur tuttavia improntate la dove esi-stevano i margini ad una concreta collaborazione in funzione anti-democristiana, anti-americana, anti-NATO etc. D’altronde, proprio il PCI procedeva secondo un copioneche ROMEO ebbe modo di definire del ‘pompiere piromane’. In definitiva, al PCI ven-ne rimproverato il suo moderatismo (pur essendo in stretto contatto con il KGB!) e lasua volonta di mediazione. Insomma gli venne rimproverato di essere troppo poco M/L,di avere imboccato oramai la via della social-democrazia. D’altra parte, anche ai compa-gni del ‘‘Il Manifesto’’ veniva rimproverato di avere esplicitamente rinnegato la lezioneM/L per accettare lo spontaneismo , l’approccio reazionario della scuola di Francofortee l’anarchismo ribellista. Un’accusa analoga venne formulata nei confronti di Avanguar-dia Operaia che era rea di non applicare -nell’analisi storica -il DIAMAT e di condivi-dere posizioni trotzkiste.

Parte terza

L’estrema politicizzazione del MS non fu certo casuale dal momento che non pochidirigenti del MS erano ex-iscritti ai partiti di sinistra oppure ancora iscritti ma in posi-zione critica — come sottolineava ASOR ROSA. Politicizzazione talmente fanatica dascavalcare a sinistra il PCI, la FGCI e il sindacato (in particolare la FIOM-CGIL) eda prendere il posto dei partiti anti-borghesi. Proprio ASOR ROSA esprimeva una va-lutazione complessivamente positiva del MS la dove sottolineava ‘‘che l’apertura di unfronte universitario puo avere in se un valore politico notevolissimo, se le giustificazioni,i modi e le scadenze della lotta tendono chiaramente a scavalcare la dimensione riformi-stica’’ (lo studioso in altri termini auspicava una svolta rivoluzionaria del MS). Oltretuttol’estremismo intelletualistico — e irresponsabile — di ASOR ROSA lo condusse ad au-spicare il conseguimento di un maggior coordinamento nazionale del MS. Non sorpren-de dunque la rapidita e la ampia legittimazione di cui godette il MS: proprio la classeuniversitaria sostenne, incoraggio e spesso scavalco l’estremismo del MS contribuendoal colasso dell’Universita. D’altra parte ROSTAGNO, precisava che la lotta contro lascuola era in realta una lotta contro tutto il sistema, una lotta che vedeva nella magistra-tura, nella polizia, nei partiti del corpo docente, nella Chiesa i suoi principali nemici.L’uso della violenza 4 diventava allora pienamente legittimo (l’occupazione ne era un

372

4 Se e certo sconcertante che ancora oggi CAPANNA, abbia il coraggio di affermare — p.e.nel volume ‘Formidabili quelli anni’ — che la violenza del MS fu determinata da quella poliziesca ealtrettanto significato che a posteriosi abbia compreso che sul piano strategico tra la contestazione

Page 373: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

esempio eclatante) o per citare CARMICHAEL: ‘‘Non vogliamo mangiare alla vostra ta-vola, vogliamo rovesciarla’’ — tanto quanto l’uso del picchettaggio davanti alle scuole ealle fabbriche e di tutta la gamma di tecniche tipiche della agitazione sovversiva (RO-STAGNO si doleva che la lotta studentesca non fosse riuscita a coinvolgere nel processoeversivo la classe operaia!).

La difesa della legittima illegalita era fatta proprio anche dal PSIUP che vedeva inessa il superamento di qualsiasi deriva riformistica (di qui l’elogio degli scioperi a gattoselvaggio della RENAULT, delle jacquerie francesi, degli scioperi di guerriglia della AU-STIN, della BMC etc.). Va tuttavia riconosciuto che quando il MS collocava a latere laideologicizzazione e il fanatismo politico era nelle condizioni di demistificare spietamen-te — e validamente — la vacuita della universita italiana. Si pensi — p.e. — al documen-to della Universita di TORINO la dove osservava — ironicamente — che le conquistescientifiche originali della universita erano nulle essendo una rimasticatura di argomentigia noti. La dove — per esempio — rilevava che nelle facolta universitarie ‘‘si scrivonolibri, saggi (...) che non dicono assolutamente nulla di nuovo, che sono riadattamenti ac-cademici (...) quando non addirittura traduzioni di scritti di docenti stranieri’’. Come ne-gare l’attualita di queste osservazioni?

Bibliografia

La Rivolta Studentesca, da Problemi del Socialismo, supplemento al n. 12, 1970Movimento Studentesco - Storia e documenti, Bompiani 1973

373

e la rivoluzione esistevano profonde differenze. Al contrario di Capanna, MUGHINI ha giusta-mente sottolineato come da parte dalle sette e dei gruppi ci fosse stata una rielaborazione psicoticadella realta che condusse la contestazione direttamente verso il terrorismo. D’altra parte da qualecontesto politico provenivano i terroristi se non da quello dei movimenti?

Page 374: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

10. ASPETTI DELLA CULTURA UNDERGROUNDTRA GLI ANNI SESSANTA E SETTANTA

Accanto al settarismo fanaticamente polticizzato dei gruppi extraparlamentari esistevaun contesto politico-culturale che traeva esplicita ispirazione dalla Beat Generation, e dallacomune intellettuale di San Francisco. La sua principale finalita era quella di costruire unasocieta parallela ma reale rispetto a quella usuale fondata — almeno a livello di proclamaideologico — su valori altri quali la solidarieta, l’anti-comunismo, l’anti-autoritarismo, l’an-ti-militarismo e il pacifismo che, in modo assurdamente contraddittorio, si abbinavano allaesaltazione della guerriglia vietgong, a quella algerina, alla difesa della lotta armata (delleBR, della RAF, dei TUPAMAROS). In altri termini, l’accostamento di Gandhi e Russell afigure come Che Guevara e HO CHI MIM risultava essere una costante nell’ambito del-l’underground italiano. Altre tematiche ricorrenti furono le liberta sessuale sia nell’ambitoetero che nell’ambito omosessuale, la critica feroce sia alla forma partito che al concettostesso di Stato, l’uso del fascismo come categoria metastorica (da applicarsi indistintamen-te alle democrazie liberali come allo stalinismo), la legalizzazione della droghe e la sua spe-rimentazione, la demercificazione del lavoro, la riscoperta della religione orientale (budd-hismo e zen in particolare) in funzione anti-occidentale e anti-razionalista, la esaltazionedella disubbidienza civile, la valutazione della religione mono e politeista in chiave misticae anti-istituzionale, la opportunita di promuovere controcorsi o consigli di operai e studen-ti, l’esoterismo e l’astrologia, la necessita di realizzare comuni alternative e una alimenta-zione — vegetariana e/o macrobiotica — alternativa a quella consumistica.

Le modalita operative, attraverso le quali si dispiego l’antagonismo underground, fu-rono in buona sostanza le seguenti:

1. l’abbigliamento alternativo e provocatorio;2. la disubbidienza civile;3. la provocazione — via happening — ironica e sarcastica;4. la guerra psicologica via il detourement pubblicitario, la grafica irriverente,l’abbi-

namento delle tecniche futuriste con quelle dadaiste, l’uso dei graffiti murali, lasperimetnazione artistica (dall’evironment al minimalismo dalla land art alla bodyart), la realizzzione di case editrici alternative (p.e. Stampa alternativa), riviste (co-me, p.e., ‘‘Mondo Beat’’ o ‘‘LIBLI’’), e l’uso della musica contestatrice (dalla mu-sica rock alla pop music) e, in ultima analisi, attraverso tutto l’armamentario tipicodella conflittualita non convenzionale e della agitazione sovversiva.

Gli intellettuali che si fecero portavoce dell’undergroud e che ne apprezzarono gliaspetti politici e semiologici furono la Pivano e la Morante e successivamente Fornari,-Gatto, Ungaretti e coloro che gravitavano intorno alla rivista ‘‘Quinici’’.

374

Page 375: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

A livello politico fu indubbiamente Pannella a comprenderne — seppure criticamen-te — le potenzialita politiche. Quanto alle principali aggregazioni — prevalentemen in-formali — furono sostanzialmente le seguenti:

1) I Bastardi;2) i Beathk’s fondati da Mariani e Ronchetti;3) il Gruppo Palumbo nato a Milano nel ’67 con Scarpelli;4) il C13;5) la comune di Baraghini a Roma e quella di Ovada;6) il SIMA sorto nel ’68 a Milano allo scopo anche di promuovere l’arte psichedelica,

il pensiero orientale, l’uso dell’LSD nella scia delle esperienze di Leary e Kesey.

In quanto ai luoghi di aggregazione questi furono:

1) il Piper club di Roma;2) il locale Beat 72 Ore si promuovevano spettacoli, reading di poesi ed esecuzioni

musicali

e

3) il Tantra di Roma.

Infine in merito alle principali riviste dell’underground queste furono:

1) Mondo Beat che con Di Russo promuovera il modus operandi dei Provo;2) Onda Verde;3) la rivista Situazionismo fondata da Carlo Oliva;4) PIANETA Fresco (diretta dalla Pivano e da Giusberg);5) Uccelli, sorta a Roma nel 1968;6) Carte segrete — nata nel ’67 — e principale sponsor della cultura provo e in par-

ticolare del manuale hippy di Bronsteen;7) Fuori! nata con Pezzena nel ’72 per difendere la cultura gay e lesbica;8) Rosso vivo — fondata nel ’74 e conclusa nel ’76 — fu diretta da Paccino che po-

larizzava l’attenzione del lettore sulla problematica ambientalis ed anti-nucleare;9) Re Nudo (nata nel ’70 e tutt’ora in attivita) diretta da Valcarenghi, che rappresen-

to il principale strumento dei pop-concerti, dell’abbinamento tra estrema sinistrae controcultura con una particolare attenzione per la cultura orientale e infine

10) UBU che, nata nel ’70, cessera di esistere l’anno dopo, e la cui specifica partico-larita ideologica consistera nel difendere la lotta armata e nel dare l’esplicito so-stegno al terrorismo delle BR, da TUPAMAROS della RAF e da Wateherman. Alivello di case editrici Stampa Alternativa, Arcana e in parte la Feltrinelli gestiran-no monopolitisticamente il mercato editoriale dell’underground.

Se a livello di contenuti ideologici l’underground dovette tutto alla tradizione beatamericana, sotto il profilo delle tecniche comunicative la lezione dadaista e futurista saraindubbiamente decisiva. Dal punto di vista delle pratiche operative antagoniste, l’under-ground italiano le mutuo sic et simpliciter dalla controcultura americana (sia sufficientel’ampio pensiero che l’ampio uso dell’happening e delle varie tipologie di provocazionefurono proprio il portato tipico della tradizione USA).

375

Page 376: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

11. ASPETTI DELLA CONTROCULTURA *

Se non c’e dubbio che gran parte della controcultura sorse negli USA, e altrettantoindubbio che la sua diffusione raggiunse l’Australia e l’Europa in breve tempo. Dopo la‘‘cultura’’ Beat quella Punk costituı l’alternativa piu’ nota e maggiormente praticata. At-traverso quali modalita interpretative ebbe modo di esprimersi? In primo luogo attraver-so una percezione ferocemente critica nei confronti dei valori usuali. In secondo luogo,l’eternizzazione del presente (il punk vive nell’oggi e per l’oggi non per il passato) esclu-de radicalmente la dimensione del futuro la cui valenza temporale e negata alla radice dalmomento che la speranza rivolta al futuro e priva di qualsiasi senso per il punk. L’op-posizione al sistema si concreta anche un uso ampio della violenza (non a caso il richia-mo all’anarcoindividualismo e assai presente della costellazione ideologica punk). Al dila delle mistificazioni intellettuali volte a dare una interpretazione intellettualistica (ri-chiamandosi ora alla Heller ora all’opera di Deleuze/Guattari), il punk non propone al-cun modello alternativo al sistema che desidera abbattare. Il vestiario provocatorio, lariscoperta dell’esotico — abbinato in modo kitch al moderno — e la valorizzazionedel concetto di collettivo contrapposta alla forma partito alla osservazione-movimento,sono strumenti di antagonismo politico che invece di abbattere il sistema contribuisconoa facilitare la capacita di riassorbimento — via pubblicita — del sistema e della strategiadella massimalizzazione attuata dallo stesso e alla quale contribuiscono implicitamentegli stessi punk. L’uso delle droghe (leggere o meno) e dei tattuaggi se — in un primomomento — esercitarono un impatto di rottura, vennero rapidamente fatti propri dalmercato e soprattutto dalla media-alta borghesia che se ne servı come simbolo di eccen-tricita. Anche la strategia territoriale dei CSAO (che fin dalla loro origine si sono postesul piano della illegalita e orizontalita’ affermando teoricamente di praticare la democra-zia diretta) sono divenuti o centri di reclutamento politico (soprattutto per il PRC) ocentri eversivi la cui efficacia fu assolutamente limitata del tempo e non ha determinato— fino ad oggi — alcun cambiamento strutturale all’interno del sistema di potere. Perquanto concerne poi la capacita di riassorbimento, ai fini della mercificazione la stessamusica RAP — inizialmente musica di rottura in quanto volta a esprimere la condizionedi discriminazione razziale dei paesi americani, e divenuta un fenomeno di consumo. In-fine, la strategia di Ray per superare l’attuale empasse dell’antagonismo — che si concre-ta nel riproporre il concetto di nomadismo di Guattari — e destinata ad essere solo unautopia estetizzante e assai lontano dal poter incidere in profondita nel sistema di potere.

376

* Fonte: P. Pardi, La cultura giovanile, Xenia, 1997.

Page 377: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

12. L’INTERPRETAZIONE DEL SETTANTASETTESECONDO PIERO BERNOCCHI *

In primo luogo, l’A. conferma la composizione di classe del M// (di cui abbiamo giadiscusso) precisando certo l’ampiezza ma nel contempo sottolineando la centralita dellavoratore precario e della classe docente. In secondo luogo, i CP - come gia osservatoda Moroni/Balestrini - gettarono le basi dei CSAO - con buona pace dei critici oppor-tunisti e delle teorizzazioni da fantapolitica di Negri - e del sindacalismo antagonista.

In terzo luogo, l’A. avvalla la vulgata storica secondo la quale l’impennata del terro-rismo - e la conseguente formazione del partito armato - fu determinata non dalla volon-ta dei players di abbattere il sistema (passando in tal modo dalle parole ai fatti) ma dalbinomio Cossiga/Pecchioli. Infatti, proprio la ritrovata lucidita politica del Pci e la suavolonta di collaborare (tardivamente con la DC nella repressione capillare dell’antagoni-smo eversivo) permise allo Stato di riprendere il controllo.

D’altronde, quanto elevata fosse la volonta di fare saltare il sistema lo si evince dalledichiarazione dell’A. a proposito del celebre Convegno di Bologna ove: ‘‘si svolge la piugrande manifestazione di simpatia dei contenuti delle BR (...) che mai ci sia stata in Ita-lia’’. Accanto ai CSAO e al sindacalismo antagonista, il movimento della Pantera rappre-senterebbe per l’A. un buon erede dell’antagonismo del ’77 e sarebbe foriero di autenti-che possibilita di cambiamento (che al contrario non si sono mai attuate e che si sonoestinte in breve tempo con buona pace degli autori).

Nella seconda parte del volume, l’A. argomenta sul ’77 attraverso una precisa scan-sione cronologica ampiamente commentata. Dall’analisi di essa emergono dati significa-tivi sul ’77:

1) l’epicentro del ’77 furono indubbiamente le universita;2) Pecchioli comprese rapidamente la gravita dell’evolversi della situazione verso la

deriva terroristica invocando legittimanente una rapida soluzione;3) gran parte di coloro che sarebbero confluiti nel ’77, compresero chiaramente la

pericolosa efficacia sia della Legge Reale che dei provvedimenti cossighiani relativi all’or-dine pubblico;

4) nel volgere di breve tempo buona parte della sinistra istituzionale prese le distanzeda quella antagonista non trovando spazio di manovra ne di strumentalizzazione politica(alludiamo al Pci, al Pdup e alla CGIL)

377

* Piero Bernocchi, Dal ’77 in poi, Massari, 1997.

Page 378: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5) gran parte delle modalita operative del ’77 saranno ancora quelle del ’68: i cortei(violenti o meno),le occupazioni (con relativa interruzione di pubblico servizio) almenoquanto analoghe saranno le contromisure delle Forze dell’ordine (p.e. lo sgombero for-zato);

6) Cossiga, in qualita di Ministro degli Interni, inquadrera legittimamente il movi-mento del’Autonomia nel contesto del costante turbamento dell’ordine pubblico facen-dolo diventare un problema di politica interna;

7) la prossimita tra l’autonomia e la lotta armata verra esplicitamente confermata du-rante l’assemblea del 27 febbraio presso l’universita di Roma dove ‘‘partono slogan ineg-gianti alla lotta armata clandestina e alle Brigate Rosse’’;

8) la criminalizzazione e/o la demonizzazione della legittima repressione delle Forzedell’ordine, sara promossa anche dalle radio libere (elemento questo di evidente novitarispetto al ’68), mentre, a partire dal mese di marzo, l’invocazione di una svolta militari-sta subira una ulteriore impennata rispetto al mese precedente, svolta che prendera con-creta forma con il lancio di molotov contro il Ministero di Giustizia e contro il Comandodella Regione Lazio. Questi e altri episodi di poco successivi, porteranno la politica acontrollare militarmente il quartiere di San Lorenzo nell’aprile del ’77, indurranno Cos-siga a legittimare la risposta armata delle Forze dell’ordine che prendera forma - nelmaggio dello stesso anno - attraverso l’uso di mezzi blindati. Infine, la progressiva escla-tion di violenza portera - nel mese di maggio a Milano - ad uno scollamento tra l’areadell’America e l’antagonismo soft di DP e del MS e a divisioni irriducibili tra LC e l’Au-tonomia nel settembre del ’77. Poco tempo dopo - nella seconda settimana di ottobre - lasede dell’Usis e di isituzione tedesca - verranno prese di mira da sassaiole per dimostraresolidarieta verso la morte dei membri della RAF.

378

Page 379: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

13. L’INTERPRETAZIONE DEL SETTANTASETTEDI DERIVE E APPRODI *

Anche l’antologia di scritti sul ’77 edita da Derive e Approdi costituisce un punto diriferimeneto di estremo interesse per le nostre finalita.

Del Bello. Non casualmente connota il ’77 usando espressioni inequivocabili: ‘insor-genza’ e ‘emergenza sociale antagonista’. Anche in riferimento alle modalita operativespecifiche attraverso le quali prese forma il ’77 le espressioni sono pregnanti: guerrigliae sabotaggio. Un ulteriore conferma — dunque — della estensione capillare della violen-za. Altrettanto rilevante e l’ammissione della importanza dell’Istituto di Scienze politichedi Padova, vero e proprio centro di elaborazione eversiva, per la formazione della Auto-nomia padovana. A conclusione della breve relazione l’A. sottolinea l’attualita della pra-tica sovversiva che dovrebbe essere in grado di costruire nuovi spazi sociali. A nulla —dunque — sono servite le sconfitte del M77, sconfitte che hanno lasciato solo odio e ran-cori ma non prudenza e senso della realta.

Pifano. Uno dei fondatori del Collettivo dei Volsci, rileva come tutta la prima partedegli anni Settanta fu una crescita ininterrotta di antagonismo eversivo (l’autore fuper nove mesi detenuto) che tuttavia non riuscı a concretizzarsi in un movimento poli-tico autonomo e coeso tale da esercitare un peso significativo.

D’altra parte, il forte dissenso all’interno del movimento, relativo alla pratica dellaclandestinita e della violenza, non aiuto certamente l’intesa fra le varie anime del movi-mento. Resta comunque un dato: l’uso della violenza fu ritenuto pienamente legittimo:‘‘che il 12 marzo fosse sfociato in mille episodi di violenza per noi era un fatto positivo’’(p. 368). D’altronde una parte - considerata autorevole — della intellighienza francese simobilitera in difesa dell’antagonismo eversivo degli avvocati (come Spazzali), degli intel-lettuali (come Negri e Bravo), degli editori (p.e. Bertani) nel luglio del ’77, intellettualiche avevano — e che avrebbero — contribuito alla promozione della psychological war-fare, soprattutto attraverso la filosofia della politica. Non da meno saranno gli intellet-tuali che promuoveranno una efficace contro informazione attraverso Radio Alice cheverra chiusa (azione inusitata in un panorama ultrapermissivo come quello italiano), edi coloro che incitavano a praticare il sabotaggio in fabbrica (‘‘Rosso’’, giugno ’77).

A tale proposito, Infante polemicamente ricorda come la critica reazionaria abbia at-tribuito al ’77 due diverse tipologie di terrorismo: quello piccolo della Autonomia, e

379

* A.V., Settantasette, Derive e Approdi, 1997.

Page 380: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

quello grande delle formazioni brigatiste interpretazione questa con la quale concordia-mo.

Tuttavia la riflessione piu significativa e certamente quella relativa all’esito del ’77,riflessione drammaticamente realistica e condivisibile. Secondo l’A., non pochi dei mili-tanti del ’77 finirono per disilludersi trasformandosi in ferventi craxiani, altri si rassegna-rono, altri ancora o finirono in galera o morirono di overdose o di Aids. Una ammissioneper certi versi analoga a quella di Infante fu formulata ante-litteram dal numero di mag-gio del ’77 di ‘‘A/ttraverso’’ (p. 183) nel quale gli autori dell’articolo si rendevano contoche il sistema si era ben attrezzato per stroncare la resistenza antagonista sia sotto il pro-filo militare che sotto quello psicologico. Nonostante questa realistica presa di coscienza— a conclusione del medesimo articolo — gli autori auspicarono la progettazione di unasovversione a carattere globale che avrebbe dovuto prendere avvio su piccola scala.Su-perfluo osservare che non avra alcun successo 1. Persino Negri — p. 89 — ammette chela sottovalutazione della capacita repressiva dello Stato fu fatalmente sottovalutata e checio porto alla sconfitta e alla eliminazione di una intera generazione. Ma nonostante que-sta sincera affermazione — e dunque inusuale per un intellettuale di estrema sinistra —Negri contradditoriamente rifiuta la sconfitta teorica sostenendo la validita dell’analisicompiuta dal movimento del ’77. In definitiva per non pochi ex protagonisti del ’77,il sindacalismo antagonista (quello dei CLUB e dei COBAS), i CSAO e il movimentono-global rappresentano — o potrebbero rappresentare — la prosecuzione delle idealitadel ’77. Questa ‘saldatura’ generazionale e di estremo interesse poiche concretamenteesiste una precisa e non casuale continuita tra le modalita operative e la progettualitaeversiva del ’77 e una parte del movimento no-global.

380

1 Non a caso numerosi protagonisti e/o esponenti del ’77 — p.e. Bifo a p. 168 — leggono neiCSAO la possibilita di una riscossa del modus operandi del ’77 e auspicano in realizzazione di al-cuni obiettivi proposti dal movimento.

Page 381: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

14. IL MOVIMENTO DEL SETTANTASETTESECONDO LA CASA EDITRICE ODADREK *

La casa editrice Odadrek pubblico un saggio significativo sul ’77 dal quale desume-remo preziose informazioni a partire dalla testimonianza orale di alcuni significativi pro-tagonisti dell’antagonismo del ’77.

Partendo dall’assunto che il ’77 fu indubbiamente un mix di cecita e di eversione dacondannarsi integralmente — contrariamente alle mistificanti ricostruzioni operaiste eautonome — e possibile individuare alcune caratteristiche essenziali:

1) i soggetti della eversione furono in buona sostanza il proletariato (quello romanoin particolare), i lavoratori dei servizi e gli studenti (universitari e della scuola su-periore);

2) l’accentuata militarizzaizone dello scontro;3) il rifiuto della forma partito e della democrazia rappresentativa;4) il movimento del ’77 fu senza dubbio un movimento politico;5) la critica impietosa agli innumerevoli compromessi della CGIL e del PCI di fronte

al capitalismo;6) la condanna del lavoro nero e precario concretizzatasi in attacchi armati (ben 35).

Passiamo, ora, ad illustrare nel dettaglio le riflessioni di alcuni protagonisti.Il percorso di MULIUCCI e indubbiamente paradigmatico: ex iscritto al PCI e alla

CGIL, principale responsabile dei CAO, promotore di Radio Onda Rossa, anti-militari-sta e anti-americano radicale, e tra i portavoce dei COBAS.

Anche l’A. concorda nell’osservare che il movimento del ’77 (da ora in poi M77 ndr)avesse compreso la centralita del lavoro precario nel contesto del lavoro nero e precario.

Assai difficilmente il M77 avrebbe potuto dunque accettare la svolta ‘moderatrice’ diAsor Rosa bollato non a caso come venduto e traditore. Altri temi dominanti, nell’am-bito della prassi antagonista del M77, furono l’occupazione di case, gli espropri, le auto-riduzioni delle bollette, la realizzazione di spazi occupati e autogestiti (i futuri CSAO), lenecessita di agire attraverso scontri armati, contro i missimi e le forze dell’ordine (conrelativi morti e feriti), la necessita di presidiare militarmente interi quartieri o Universita(p.e. l’Universita di Roma era sotto il controllo di comitati autonomi operai come il quar-tiere di San Lorenzo era controllato dal Collettivo di via dei Volsci) e l’utilita di fare con-tro informazione anche attraverso la Radio (p.e. Radio Onda Rossa e Radio Citta Futu-ra).

381

* Una sparatoria tranquilla, ed. Odradrek, 1997.

Page 382: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

In definitiva l’Autonomia finı per orbitare attorno a tre istituzioni tramutate in basirosse: il Policlinico di San Lorenzo, l’Universita di Roma e il quartiere di San Lorenzovere e proprie zone franche a sovranita limitata per le forze dell’ordine. Quanto all’usodella violenza questa, si concretava attraverso l’uso delle spranghe, delle rivoltellate e del-le molotov che erano di uso comune. Se interessante risulta l’osservazione dell’A., in basealla quale la saldatura con il movimento anti-nucleare e anti-NATO fu assai significativa(celebre la mobilitazione a Montalto di Castro), altrettanto significativa e l’ammissionedella legittimita della devastazione di numerose sedi dell’MSI, del FUAN e della CISNAIe di come, complessivamente, il M77 avesse prospettato scenari rivoluzionari.

I dissensi — forti — certo non mancarono e si rivolsero alla Rossanda e a Negri in par-ticolare. Di quest’ultimo, l’A. ricorda come fosse sostanzialmente autoreferenziale e assailontano dall’Autonomia. Sull’aspetto della continuita ideologica tra comunismo e brigati-smo, l’A. conferma come il PCI conoscesse bene le BR mentre in quello dei legami interna-zionali e di estremo interesse l’ammissione che una parte del M77 avesse sostenuto militar-mente il Fronte Popolare Palestinese. Non meno significativa e l’ammissione in modo deci-sivo svolto dai COBAS sia nel contesto della propaganda anti-nucleare e anti-americana.

Le riflessioni di MORDENTI (ex membro dell’autonomia, poi di DP e attuamentedel PRC) formula una analoga considerazione poiche in primo luogo afferma l’importan-za fondamentale del conflitto di classe anche nel ’77, perche conferma la profonda con-tinuita tra sessantotto e settansette con il PID, il femminismo, Magistratura Democrati-ca, le radio libere, l’ambietalismo radicale e l’anti-nuclearismo, ma anche perche affermaesplicitamente che nel M77 la violenza fosse divenuta a tal punto costante da essere usatapersino nei confronti delle componenti scissioniste del movimento finendo per essereusata come strumento di fronteggiamento nell’ambito del terrorismo. Terrorismo che— secondo una inversione schizoide della realta — sarebbe anche la diretta conseguenzadell’ondata repressiva (fra l’altro pienamente legittima). In tal modo, ancora una volta siconferma il tentativo — patetico in realta — di presentare il terrorismo come una rea-zione alla violenza reazionaria. Nonostante questo macroscopico travisamento della real-ta, l’A. non puo misconoscere — in quanto dissidente dell’Autonomia — l’opportuni-smo che creo il M77 in merito all’uso della violenza ‘‘cioe ad inseguire forme di sponta-neismo violentista (...)’’ che finı per sostenere la prassi delle BR.

Anche nei confronti della reazione del mondo universitario — reazione che porteraal rafforzamento della selezione, al numero chiuso e all’aumento delle tasse — l’A nonpote fare a meno di riconoscerne il successo. Proprio per reagire di fronte a questo inau-dito e inammissibile — per l’A. — successo delle istituzioni, venne riproposta la classicastrategia della strumetalizzazione: prendendo atto dell’ampia precarieta del mondo dellavoro attuale quale ghiotta opportunita per servirsene a fini politici? Trasformare il di-sagio sociale in antagonismo politico non e stata forse una costante prerogativa delleideologie eversive?

Passiamo ad illustrare le considerazioni di MODUGNO curatore della Monthly Re-view.

Secondo l’A. la continuita tra ’68 e ’77 e scontata: basti pensare alle armi che ‘‘gira-vano dal ’69 (...) le carni erano quelle da compagni che facevano i servizi d’ordine e si

382

Page 383: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

difendevano’’ (p. 101) o basti pensare anche alla critica impietosa e radicale del compro-messo tra DC e PCI che l’A. ritiene equipollente al fascismo secondo un logoro clicheche vede la DC e il fascismo come due facce della stessa medaglia e che le attribuiscela formazione di una vera e propria banda armata che avrebbe fatto centinaia di morti(p. 106)! Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un capovolgimento della realta checonferma come la percezione della realta — da parte dei militanti piu fanatici — fosseallucinatoria. D’altra parte proprio PICCIONI militante bierre conferma — senza tantigiri di frasi — la presenza — ampia e diffusa — delle BR all’interno dell’Autonomia.

Anche ANDREA — dopo aver ‘definito’ il M77 un movimento politico rivoluziona-rio — lo connota come un soggetto autonomo dal PCI e dal Sindacato, movimento incui la violenza fu inevitabile (p. 197). Ma alla fine anche l’A. deve riconoscere il fallimen-to di tutta la sinistra radicale . Spunti interessanti ci vengono offerti da CESARE cheserenamente ammette che nel ’77 numerosi studenti di appena 14 anni usavano bombemolotov (p. 219) confermando per l’ennesima volta quanto comune e diffusa fosse lapratica della violenza. Sottolinea MAURIZIO (p. 247), tra le componenti del M77:‘‘Era una dinamica: giusta o sbagliata, pero esisteva, di conflitto, anche militare fra di-verse componenti’’. D’altra parte, addittando lo Stato come nemico principale(p. 248) e rifiutando l’entusiasmo del PCI, che cosa ci si poteva attendere? Come ci sipuo sorpendere di fronte ad affermazioni dirette come quelle di PIERA e FRANCESCOper i quali la violenza era una condizione successiva e legittima quando veniva utilizzataper assaltare la sede dei Fascisti? Ad ulteriore riprova di quanto detto pensiamo ai nu-merosi slogans coniati in questo periodo. Per quanto concerne il mondo della violenzaarmata da parte dell’operaio pensiamo agli slogan seguenti: ‘‘Cosa vogliamo compagni?Basta! Cosa vogliano? / Tutto! Portare l’attacco al cuore dello Stato / Tutto il potereall’operaio armato!’’; ‘‘Lo stato borghese si abbatte e non si cambia!’’; ‘‘Mirafiori ce l’hainsegnato / proletariato in lotta, proletariato armato!’’; A proposito di Kossiga: ‘‘Cossigae Berlinguer, si sparano in bocca / la donna proletaria non si tocca!’’ e della DC: ‘‘Scudocrociato / fascismo di Stato!’’; ‘‘La sede DC deve essere bruciata / non ci accontentere-mo della passeggiata!’’; ‘‘DC assassina / Tutte le stragi come piazza Fontana / mano fa-scista, regia democristiana’’.

Quanto agli slogans sulla polizia questi presentano non casuali analogie con quellidell’MSI: ‘‘Se vedi un punto nero, polizia assassina!’’; ‘‘Se vedi un punto nero spara avista, o e un carabiniere o un fascista!’’; ‘‘E se il carabiniere spara / lupara! lupara! /

Se spara il poliziotto / P38, P38’’; ‘‘Carabiniere / sbirro maledetto / te la spegniamonoi la fiamma sul berretto!’’

Infine sulla legittimita della lotta armata basteranno pochi ed eloquenti slogans:‘‘Contro la DC, contro il fascismo / Lotta armata per il comunismo!; ‘‘Dalle carceri edai penitenziari / Nuclei armati proletari!’’; ‘‘Rosse, rosse, brigate rosse! Come basteraun solo slogan per indicare la solidarieta con la lotta armate internazionale: ‘‘ETA, IRA,BR, padroni e imperialisti / scavatevi le fosse!’’. Di fronte a tutto cio ci si puo solo ram-maricare che le scelte repressive arrivarono tardivamente. Se — al contrario — fosserostate poste in essere a partire dal ’69 molte derive estremiste sarebbero state evitate oquanto meno contenute. Ma la vilta di una parte considerevole della politica lo impedı.

383

Page 384: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

15. NOTE STORICHE SUL MOVIMENTODEL SETTANTASETTE

Parte prima

Un ruolo indubbiamente rilevante fu svolto dall’Autonomia che sorta nel 1973 graziea Negri (ex iscritto al PSI e co-fondatore di POTOP con Piperno e Scalzone) divenne unpunto di riferimento per gran parte del movimento del ’77, anche grazie alla autorevo-lezza della rivista ROSSO (che ebbe sede a Milano). Proprio da questa pubblicazioneemersero con chiarezza la centralita della problematica della violenza che si concretizze-ra nella esaltazione degli espropri, degli assalti a banche e a supermercati. Indubbiamen-te fu la citta di PADOVA, e in particolare l’Universita del capoluogo, a rivestire un ruolodeterminante per l’Autonomia che nel volgere di breve tempo finı per costituire un le-game con l’area terroristica (come ebbe modo di rilevare VENTURA) facendosi promo-trice, presso la Facolta di scienze politiche di PADOVA, di azioni tipiche dell’agitazionesovversiva: violenze fisiche, intimidazioni, che crearono un clima di terrore facendo ve-nire meno ogni reazione. Naturalmente anche la contro informazione - svolta p.e. a BO-LOGNA da Radio Alice - rivestı un ruolo rilevante nel sobillare e indottrinare le masse afavore dell’Autonomia. Solo con i processi condotti da Calogero, da Gallucci e Amatonell’83 si incominciarono a comprendere la reale portata dell’Autonomia che sara con-notata come una associazione sovversiva con lo scopo di insorgere contro lo Stato, por-tando in tal modo alla condanna di Negri e Scalzone nel giugno del 1987. Condannealtrettanto severe verranno inflitte nei confronti di Alunni e Barese che verranno ricono-sciuti colpevoli di banda armata, attentati dinamitardi e selvagge devastazioni.

Per non pochi interpreti — piu o meno autorevoli — il ’77 fu una sorta di paraboladiscendente della gran parte dei movimenti determinata anche dai numerosi dissensi al-l’interno della sinistra extraparlamentare. Sia sufficiente pensare alle critiche rivolte dalgruppo: ‘‘il Manifesto’’ all’Autonomia o alle prese di posizione del PCI che, di fronteall’Autonomia, prese una posizione di netto e radicale dissenso che non gli impedı tut-tavia di tollerare la grande manifestazione dell’Autonomia a Bologna, nel settembre del1977. O alla crescita delle divergenze tra LC e l’Autonomia — divergenze frutto solo difanatico settarismo e di smania di protagonismo di fronte ad una rivoluzione che si pen-sava oramai imminente. Al di la delle distinzioni e/o dei contrasti non c’e dubbio chetutti i vari raggruppamenti — in un modo o nell’altro — fossero figli della tradizionecomunista (p.e. Vesce proveniva proprio dalle sezioni del PCI) almeno quanto le orga-nizzazioni terroristiche avevano trovato la loro genesi nelle fabbriche (p.e. della MagnetiMarelli di Milano) e soprattutto nei movimenti che d’altronde parlarono a piu riprese diricorso alla lotta rivoluzionaria e di partito armato. A tale proposito alcune affermazioni

384

Page 385: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

di POTOP sono assai significative: nel n. 35 del 1970 della rivista POTERE OPERAIOsi parla esplicitamente di violenza rivoluzionaria cosı anche, nel documento dell’UfficioInternazionale di POTOP del 1973, si afferma — la necessita di superare l’inefficientespontaneismo di massa per produrre le condizioni della lotta armata e del terrorismo dimassa. In generale, al di la di queste specifiche affermazioni, la indubbia responsabilitadiretta o indiretta per la nascita della lotta armata e il suo sviluppo, vanno attribuiti nonsolo al contesto operaio ma anche — e soprattutto — al contesto della intellettualita an-tagonista universitaria ed extra universitaria (si pensi a NEGRI, VESCE, FERRARIBRAVO). D’altronde non fu proprio NEGRI — nel 1974 — ad affermare che la lottaarmata rappresentava il suo autentico momento strategico? E non fu sempre NEGRI —nel 1978 — a sostenere che la vittoria dell’Autonomia nasceva da una capillare estensio-ne del contropotere di massa? Al di la delle capziose distinzione tra l’Autonomia e le BR,in realta la loro unica e reale differenza era nelle modalita operative di praticare il terro-rismo: quello brigatista si attuava attraverso un elevato volume di fuoco mentre quellodell’Autonomia si attuava in forma piu frammentaria e dispersiva. . Tornando alla genesidella lotta armata, qualsiasi studioso, intellettualmente onesto, non potra non riconosce-re che questa aveva un rilevante insediamento sociale e non potra non riconoscere l’im-portanza politico-strategico sia del ’68 sia delle opere di Feltrinelli (alludiamo a ‘‘Italia1968: guerriglia politica’’ e allo scritto ‘‘Estate 1969’’). Quanto al ruolo del movimentodel ’77 come non rilevare che proprio questo fornira alle BR — e non solo — un numerodi rilievo di dissidenti e un notevole radicalmente sociale? Alcuni semplici dati confer-meranno la nostra analisi: la preistoria delle BR oltre che trovare nel gruppo dell’appar-tamento dei giovani comunisti di Reggio Emilia di Franceschini una prima forma em-brionale, trovera nella esperienza sovversiva dell’Universita di Trento da parte di CUR-CIO e della Cagol una prima chiara manifestazione; il secondo dato e relativo ai capistorici delle BR (cioe a Moretti, Alunni) la cui genesi politica e individuale proprionel 1969. Il terzo dato — apparentemente indiretto — fu la pubblicazione del secondo‘documento teorico’ delle BR proprio sulla rivista di POTOP. Un altro dato rilevante —particolarmente sottolineato del Gen. Della Chiesa — era la capillare presenza delle BRnella zona industriale torinese (d’altronde anche nel caso di Prima Linea l’epicentro dellaloro attivita fu rappresentato dalla citta piemontese e anche nel loro caso i quadri pre-venivano dal ’68 gia da LC). In conclusione la lotta armata nel suo insieme (BR, NAP,Prima linea etc.) derivo dalla sinistra extraparlamentare poiche — come sottolinea GAL-LI — prese precisi connotati ideologici: ‘‘la violenza come levatrice della storia, il partitocome avanguardia militante della classe, la propaganda armata, il fuorilegge come ribellesociale’’ rafforzati dal contesto internazionale a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta(Nuove Questioni di Storia Contemporanea, Vol. IV, p. 953, Ed. Marzorati, 1985). Tut-tora — a differenza di Galli — noi siamo pienamente persuasi della gravissima respon-sabilita della sinistra istituzionale sia per il suo garantismo sia per la comune matriceideologica.

385

Page 386: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

16. NOTE SULL’ALA CREATIVADEL MOVIMENTO DEL SETTANTASETTE *

Anche nei confronti del movimento del ’77 un’ampia solidarieta da parte degli intel-lettuali non venne meno. Sia sufficiente riflettere su quella apertamente manifestata daSartre, Foucault, Deleuze e Guattari. Sotto il profilo strettamente ideologico l’ala crea-tiva si connoto per un accentuato nichilismo abbinato ad un’utopia estetizzante e al re-cupero del mito dell’artista come soggetto folle e sradicato. Naturalmente la dimensioneeversiva non venne meno ma ebbe — semplicemente — modo di esprimersi attraversomodalita semiotiche analoghe all’underground degli anni Sessanta: la sintesi tra dadai-smo, futurismo e surrealismo bretoniano diede vita all’ampio uso del detourrement, del-la psicogeografia, del cut-up, all’uso dello sberleffo, della irrisione, della esaltazione delladimensione ludica e della festa, della poesia-collage, all’humour noir surrealista, alla fe-roce satira politica, alla creazione di falsi giornali, alla produzione di nonsense per man-dare in corto circuito la menzogna della comunicazione consumistica. Indubbiamente lepubblicazione piu note, cioe quelle che faranno ampio uso di queste tecniche, sarannoZUT (sorta nell’ottobre del ’76 a Roma ad opera di Pasquini), A/Traverso (sorta del ’75a Bologna ad opera di Bifo e Sanotti) e Senza Famiglia (della quale l’opera dissacatrice diSade trova modo di radicarsi ampiamente in funzione visceralmente polemica contro lamorale cattolica e borghese in toto). Infine, accanto al rifiuto del lavoro e all’ampio usodegli espropri proletari, la frammentazione del soggetto rivoluzionario in tanti attorieversivi ci consente di utilizzare la metafora del rizoma quale efficacia strumento inter-pretativo del movimento del ’77. In definitiva, l’ala creativa riappropriandosi — comegia aveva fatto l’underground — delle innovazioni delle avanguardie artistiche letterarieriesce a dare forma — semanticamente originale — all’eversione.

386

* Fonte: Claudia Solaris, Il movimento del ’77, AAA ed. 1994.

Page 387: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Appendice II

Page 388: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 389: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. PREMESSA

Nonostante siano passati oltre quarant’anni, il documento del Gen. Gehelen conser-va tutta la sua legittimita poiche mostra - lucidamente - la strategia della sovversione por-tata avanti attraverso la guerra psicologica dal partito comunista sovietico, strategia chetrova numerose affinita con quelle promosse da Cuba nel mondo contemporaneo e dalmovimento no global (rimando a tale riguardo al volume ‘‘La guerre cognitive’’, ed. La-vauzelle e in particolare al cap.V redatto da Prats della Ecole de guerre economique).

Per quanto concerne il saggio del Col. Pisano, tratto dalla ‘‘Rivista Marittima’’, il suosignificato nel contesto del volume e assolutamente evidente: l’agitazione sovversiva e isodalizi internazionali costituiscono due chiavi di lettura fondamentali per inquadrare laCNV.

389

Page 390: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. ORGANIZZAZIONI E ASSOCIAZIONI INTERNAZIONALIDEL PATTO DI VARSAVIA

L’estrema varieta delle associazioni e delle organizzazioni, degli organismi e delle basidi cui il comunismo internazionale si serve come di veicoli della sua attivita in patria eall’estero induce a ritenere che sia non solo utile ma addirittura necessario passare in ras-segna le diverse categorie in cui essi sono classificabili. A tal fine ho deciso di catalogarlisecondo un criterio che, pur evitando i fuorvianti schematismi cosı frequenti in altre in-dagini, valga a dimostrare come la ragnatela internazionale tessuta dall’apparato comuni-sta intorno all’intero globo sia come un organismo vivo e pulsante. La classificazione deveessere tale da tener conto di tutti i legami stabiliti da queste organizzazioni, nonche dellaloro capacita — tipica del modo in cui il comunismo lavora all’estero — di intrecciarsi emescolarsi con altre. Penso sia superfluo aggiungere che la fitta rete di rapporti con altreorganizzazioni attraverso la quale operano gli strumenti impiegati dagli agenti del comu-nismo internazionale e proprio cio che rende cosı difficile tanto per il politico espertoquanto per l’uomo della strada comprendere il reale significato di ogni singola operazioneo rendersi conto dell’enormita del pericolo che incombe sul mondo non comunista.

Le seguenti associazioni e organizzazioni sono controllate e coordinate direttamenteda Mosca, e sono parte integrante della grande strategia comunista: le undici organizza-zioni internazionali a estensione mondiale che possono essere definite ‘‘organizzazioni difacciata’’, e delle quali mi occupero piu avanti in modo dettagliato; varie organizzazioninazionali con compiti di natura ausiliaria e meno scoperta che operano in stretto collea-mento con le suddette organizzazioni internazionali o in modo autonomo, e a volte soloper un periodo di tempo limitato durante il quale perseguono uno scopo specifico; infi-ne, i partiti comunisti legali e illegali.

Queste associazioni e organizzazioni sono coadiuvate da vari enti stranieri che sottola copertura di attivita fittizie fungono da basi e punti di controllo. Quasi senza eccezio-ne esse sono capaci di intraprendere operazioni in modo autonomo e di condurre cam-pagne politiche. Io le suddivido nelle seguenti categorie: missioni diplomatiche comuni-ste e altri organismi ‘‘ufficiali’’, come le missioni e le agenzie commerciali, nonche i grup-pi di assistenza tecnica; istituzioni semi-ufficiali come scuole e ospedali finanziate in altripaesi da fondi statali messi a disposizione da paesi comunisti, o almeno appoggiate daessi; ‘‘residenze’’ e organi dei servizi segreti comunisti, il cui lavoro di spionaggio ‘‘clas-sico’’ spesso non e che una parte esigua della loro attivita.

Nell’esecuzione di campagne politiche e di altre operazioni tali associazioni, organiz-zazioni ed enti di vario genere fanno ricorso in larga misura a metodi e tattiche sufficientidi per se a permettere agli ‘‘addetti ai lavori’’ di capire, o almeno di prevedere con unbuon margine di sicurezza, quali sono gli obiettivi a lungo termine che essi perseguono.In ogni caso la loro funzione e di sovvertire l’ordine amministrativo e sociale dei paesi

390

Page 391: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

non-comunisti e di indebolirne o distruggerne il potenziale nazionale. Propaganda e agi-tazione politica, infiltrazione e diversione, sovversione e sabotaggio sono i metodi con cuisperano di portare alla vittoria. Anche troppo spesso questi metodi hanno avuto successo.

Tra i piu discussi degli strumenti di attuazione e di appoggio dei piani su scala mon-diale di Mosca vanno annoverate le undici organizzazioni internazionali ‘‘di facciata’’ che irussi controllano e finanziano generosamente per condurre, sotto un’abile copertura,operazioni di vasta portata. Questo sistema di organizzazioni di massa accuratamente mi-metizzate e integrato e rafforzato da un certo numero di attive associazini quale, ad esem-pio, l’Organizzazione di solidarieta afro-asiatica. Le undici associazioni internazionali rac-colgono centinaia di milioni di persone, ripartite nei piu diversi tipi di organizzazioni esotto gruppi. In passato i russi le hanno ripetutamente utilizzate su un ampio fronteper sviluppare aspetti particolari delle loro campagne propagandistiche, ma se ne sonoanche avvalsi per portare avanti campagne denigratorie legate a vari avvenimenti accadutiin Occidente, e per minare alle fondamenta la posizione della Germania occidentale.

L’elevato numero di queste organizzazioni e la rete di tentacoli che si insinuanoovunque sulla superficie dell’intero globo consentono ai capi sovietici di passare conestrema rapidita da una campagna all’altra.

Per quanto diverse in termini di funzioni, obiettivi e modus operandi, le undici as-sociazioni manifestano un certo numero di aspetti comuni. Piu avanti analizzero nei det-tagli il ruolo particolare dell’ultima delle associazioni elencate nella tabella, la Federazio-ne Internazionale dei Combattenti della Resistenza, operante nella Germania occidenta-le. Se si eccettua questa federazione, che fu fondata nel 1951, e il quartier generale delConsiglio Mondiale della Pace, fondato nel 1949, tutte queste organizzazioni videro laluce negli anni dell’immediato dopoguerra.

Sotto l’attenta e abile direzione di Mosca, nacquero nel 1945 e nel 1946 dalla fusionedi associazioni e leghe locali che operavano nei diversi paesi e tra le quali, naturalmente,figuravano a quel tempo anche numerose organizzazioni di ispirazione non-comunista.Sono perfettamente convinto che in molti casi questi gruppi erano animati dalle migliorie piu nobili intenzioni, e che le campagne da loro promosse erano non solo giustificate,ma addirittura necessarie dal punto di vista dei paesi interessati; ma d’altra parte non c’edubbio che i comunisti seppero muoversi con estrema accortezza nei confronti di questenuove associazioni nazionali, riuscendo in brevissimo tempo ad assumerne il controllo ea incanalarne deliberatamente le scelte politiche nella direzione voluta da Mosca. Piu epiu volte io e i miei colleghi dell’Organizzazione, allora ai suoi primi passi, ci accorgem-mo di quanto stava accadendo: sfruttando questi gruppi ‘‘borghesi’’ i comunisti riusci-rono rapidamente a infiltrarsi nell’intero ‘‘campo borghese’’ dei paesi prescelti. Da quelliche i russi chiamarono gli ‘‘utili idioti’’ degli anni ’50, vere e proprie marionette la cuiinettitudine contribuı spesso in misura determinante ad accelerare il processo di disinte-grazione voluto dai comunisti che ne manovravano i fili, e uscita la nuova generazione dicollaboratori e simpatizzanti consapevoli degli anni ’70, certo assai piu utili ai comunistiper l’attivita sotterranea che oggi vanno sviluppando. In ogni caso, fu la miriade di pic-coli gruppi che spuntarono come funghi in tutto il mondo venticinque anni fa a renderepossibile la fulminea crescita delle associazioni internazionali di ispirazione comunista.

391

Page 392: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Molti di questi piccoli gruppi nazionali si disillusero piu rapidamente di quanto aves-sero previsto gli istigatori e i fiancheggiatori comunisti, quando si accorsero che i posti-chiave nei quartieri generali erano in mano comunista e che in breve tempo i russi neavrebbero assunto il completo controllo. I posti lasciati ai rappresentanti dei gruppi ‘‘na-zionali’’ erano al piu posti di carattere onorario, la cui scarsa importanza era evidente findall’inizio. Mentre per queste e altre ragioni numerosi gruppi e associazioni si discioglie-vano, ne emersero di nuovi che presero il loro posto, adottando spesso una linea politicaautonoma; numerose di queste nuove associazioni sorte nel mondo libero si fusero conaltri gruppi di analoga ispirazione per dare vita a federazioni internazinali marcatamenteanti-comuniste. Tuttavia durante questa fase l’unica che riuscı a contrapporsi efficace-mente alle organizzazioni comuniste operanti su scala mondiale fu la Federazione inter-

I VEICOLI DEL COMUNISMO INTERNAZIONALE

Quartieri Iscrittigenerali

Federazione Sindacale Mondiale Praga 138 milioni in 56 paesiConsiglio Mondiale della Pace Helsinki Piu di 100 comitati per la pace a

livello nazionaleFederazione Mondiale Budapest 100 milioni in 180 organizzazionidella Gioventu Democratica giovaniliUnione Internazionale degli Studenti Praga 4 milioni in 87 organizzazioniFederazione Internazionale Berlino Est 200 milioni (secondo i comunisti)delle Donne Democratiche in 90 paesiFederazione Mondiale Praga 7,65 milioni in 25 paesidei Sindacati degli InsegnantiOrganizzazione Internazionale Praga 140.000 in oltre 100 paesidei GiornalistiOrganizzazione Internazionale Praga Sottogruppi in 19 paesidella Radio e della TelevisioneAssociazione Internazionale Bruxelles Circa 50 branche e sottogruppidegli AvvocatiDemocratici Federazione Mondiale Londra 300.000 in 51 paesidei Lavoratori della ScienzaFederazione Internazionale Vienna 4 milioni in 470 organizzazioni indei Combattenti della Resistenza 20 paesi

nazionale dei sindacati liberi, che si sviluppo rapidamente fino a diventare, nella secondameta degli anni ’60, altrettanto forte della sua avversaria comunista in termini di influen-za e di numero di aderenti.

Alcuni lettori si saranno forse chiesti quale sia la logica che sta dietro la particolaregraduatoria in cui ho collocato le undici organizzazioni mondiali, dato che essa differisceda quella consueta. In effetti, il principio a cui mi sono attenuto e stato quello di mettereai primi posti le organizzazioni piu attive. Questa piccola correzione rivela di per seunfatto che non puo apparire sorprendente: quasi tutte le organizzazioni piu attive —

392

Page 393: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

che sono poi quelle piu pericolose per il mondo libero — hanno sede a Praga (ben cinquesu undici). Questa concentrazione geografica, alla quale in Occidente si e prestata troppopoca attenzione, puo essere considerata come un vero e proprio quartier generale, nondissimile dal vecchio Cominform, e fa apparire la Cecoslovacchia come una specie di ‘‘so-cio giovane’’ dell’Unione Sovietica nell’amministrazione di queste grandi organizzazioni.

Non ho bisogno di aggiungere che una delle ragioni che nel 1968 spinsero i russi aoccupare il paese con la forza fu la preoccupazione di mantenere sotto il loro stretto con-trollo questa roccaforte del comunismo internazionale.

Esaminando piu da vicino l’elenco si scopre inoltre che una delle organizzazioni piuimportanti ha il suo quartier generale a Helsinki: il Consiglio Mondiale della Pace, con lesue potenzialita virtualmente inesauribili, ha sede in un paese che, pur non appartenen-do ufficialmente all’impero comunista, dipende dai russi come nessun altro. Il fatto chedue organizzazioni internazionali siano riuscite a mantenere le rispettive sedi in paesi chesono membri della NATO mi offre l’occasione di attirare l’attenzione su stratagemmi dimimetizzazione adottati non solo dell’opinione pubblica di questi paesi, ma anche di in-numerevoli uomini politici occidentali sulla vera natura di una macchina come quella co-munista che e stata ideata e lavora per un unico scopo: sottoporre la mente occidentale aun incessante attacco da dietro una cortina di innocua attivita e provocare cosı il declinoe la caduta della societa occidentale.

Apparentemente le organizzazioni mondiali comuniste possono ancora affermare diessere organizzazioni-madre ‘‘non allineate’’. Esse fanno rilevare che i non-comunisti cheoccupano posizioni di apparente rilievo sono la maggioranza.

E anche perfettamente vero che a queste organizzazioni mondiali aderiscono nume-rosi gruppi, in particolare quelli di paesi africani e del resto del Terzo Mondo, che rap-presentano davvero interessi comuni e che sotto l’occhio vigile dei rispettivi governi to-talitari, gelosi della loro sovranita, si sforzano davvero di tenere sempre presenti le realiesigenze particolari delle loro nazioni e si battono con grande vigore e decisione per ve-derle soddisfatte. Il loro interesse nelle organizzazioni-madre comuniste dipende esclu-sivamente dall’assistenza che ricevono, soprattutto sotto forma di attrezzature e facilita-zioni per la formazione di futuri leaders.

Ma e proprio qui, a mio avviso, che dobbiamo scorgere uno dei maggiori pericoli rap-presentati da queste organizzazioni mondiali. I futuri leaders dei paesi sottosvilupppativengono formati prevalentemente nei paesi comunisti dopo essere stati in buona parte re-clutati attraverso le innumerevoli ed efficienti ramificazioni delle grandi organizzazioni in-ternazionali. Il lavoro di formazione viene svolto principalmente nell’Unione Sovietica enella Germani orientale; la Cecoslovacchia, con i suoi magnifici centri di formazione diPraga e Zlin, ha avuto il permesso di collaborare nuovamente a questo programma di for-mazione di quadri solo in modo molto graduale dopo gli avvenimenti del 1968. Da nume-rosi elementi si puo arguire che questa speciale attivita di formazione e portata avanti conmetodi estremamente raffinati e con l’insegnamento della psicologia. Poiche agli inizi i ten-tativi di indottrinamento diretto si dimostrarono abbastanza spesso controproducenti, orai comunisti non annettono una particolare importanza a questo sistema di formazione. Og-gi i benefici che ricavano sono indiretti: i] contenuto politico dei testi usati per insegnare le

393

Page 394: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

lingue, ad esempio, e le conclusioni che gli ospiti ricaveranno dall’osservazione diretta delsistema socialista. Di solito gli studenti provenienti dai paesi sottosviluppati non hanno al-tro termine di raffronto all’infuori delle rispettive terre di origine, cosicche quasi sempre sene vanno dal paese comunista che li ha ospitati per qualche anno con l’impressione di ave-re scoperto nel ‘‘socialismo’’ (che e poi comunismo) un sistema estremamente efficace perpianificare e controllare una societa che aspiri ad essere moderna. A questo punto essi so-no gia dei combattenti addestrati pronti a battersi per la causa comunista. Una volta rien-trati nel paese d’origine essi diventano le forze ‘‘progressiste’’ all’inerno dell’apparato sta-tale o di una varieta di altre orgaizzazioni, elementi che, a seconda di come spira il vento,possono essere rapidamente trasformati in promotori di fermento e di rivoluzione.

Il secondo pericolo inerente a queste organizzazioni mondiali e l’influenza permanen-te che esse esercitano su quanti vi aderiscono. Esse esistono da venticinque anni, eppurel’unico episodio che ha suscitato qualche protesta e stata l’occupazione della Cecoslovac-chia, e anche questa volta le obiezioni sono venute quasi esclusivamente dalle organizza-zioni con sede a Praga. A parte questo caso speciale, tutte le organizzazioni hanno sem-pre appoggiato la politica sovietica senza riserve, dimostrando questo appoggio con ri-soluzioni, raccolte di fondi, manifestazioni e campagne. Raramente per influenzarel’opinione pubblica esse fanno uso di metodi ‘‘diretti’’: di solito preferiscono lavorarein modo indiretto, spesso quasi impercettibile; ed e appunto questo che rende la loroazione cosı efficace a lungo termine.

Noi siamo sempre stati convinti della necessita di tenere sotto attento esame l’opera-to delle organizzazioni mondiali controllate dai comunisti per il fatto che dal contenutodelle loro campagne propagandistiche e di agitazione politica e spesso possibile ricavareindicazioni sui futuri spostamenti di accento della politica comunista a lungo termine.

Spesso ulteriori indicazioni sugli spostamenti geografici del punto focale della poli-tica estera sovietica potrebbero essere desunte dagli intensi movimenti della ‘‘diplomaziaviaggiante’’ delle organizzazioni mondiali; purtroppo l’Occidente tende a dedicare scarsaattenzione a queste indicazioni.

Poiche mi sarebbe impossibile nell’ambito di questo libro passare in rassegna ad unaad una tutte le organizzazioni mondiali e le rispettive attivita, devo limitarmi a illustrarepochissimi casi. Personalmente ho sempre considerato la Federazione sindacale mondialequella piu rigidamente controllata e allo stesso tempo quella piu dinamica. Tuttavia sulpiano dell’efficacia generale il Consiglio Mondiale della Pace mi sembra ancora piu peri-coloso, anche se il Movimento per la Pace comunista non rende noti dati esatti sul nume-ro degli aderenti, preferendo sbandierare numeri fittizi di compagni di strada e simpatiz-zanti non molto lontani dal miliardo. L’aspetto piu importante del Consiglio Mondialedella Pace — nonche della Conferenza Cristiana della Pace e dell’Istituto Internazionaleper la Pace, l’una e l’altro legati a questa organizzazione-madre — e che gli obiettivi cheesso proclama sono assolutamente irreprensibili. Non stupisce quindi che questi veicolidell’attivita comunista mondiale possano vantare la collaborazione di innumerevoli per-sonalita chiaramente non-comuniste. Tra queste personalita figurano molti uomini digrande fama e levatura mondiale, i quali ovviamente credono davvero che la coesistenzasia praticabile, tanto nello spirito quanto nella lettera, anche nel campo della politica.

394

Page 395: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Secondo informazioni a mia disposizione la Conferenza Cristiana per la Pace e ormaidiventata un residuo del passato. Essa fu costituita da alcuni teologi cecoslovacchi nel1958 con l’approvazione dell’Ufficio di Stato cecoslovacco per gli affari Religiosi. Il pa-dre dell’idea fu un professore protestate di teologia, Hromadka, morto nel 1969, la cuiintenzione era di dare vita, ‘‘nell’interesse delle generazioni attuali e di quelle future’’, aun Congresso Cristiano Mondiale per ‘‘condannare la produzione di ogni tipo di armi estrumenti per la distruzione di massa’’ e per ‘‘porre all’ordine del giorno l’esigenza dipace’’. Il Consiglio Ecumenico cecoslovacco avrebbe provveduto a convocare nel1958 eminenti personalita delle chiese cristiane, indipendentemente dalle differenze dinazionalita o di credo, per mettere a punto i piani necessari in vista della creazione diquesto Congresso Mondiale. La Conferenza Cristiana per la Pace diede vita a comitatinazionali in un gran numero di paesi, toccando il punto piu alto della sua attivita conle Assemblee di Tutti i Cristiani per la Pace.

Il professor Hromadka credeva che a lungo termine comunismo e cristianesimoavrebbero potuto riconciliarsi. Il cristianesimo, disse una volta, doveva tenersi prontoper il momento in cui si sarebbe rivelato necessario ‘‘riempire di nuova sostanza cristia-na’’ il ‘‘vuoto spirituale’’ delle masse comuniste. L’occupazione sovietica della Cecoslo-vacchia distrusse questa illusione. E distrusse anche il lavoro di Hromadka, poiche quan-do egli protesto senza paura contro la violenza esercitata ai danni della sua madrepatria,il capo della chiesa ortodossa russa si affretto a rimproverarlo con dure parole per i suoitimori. Hromadka morı deluso e rassegnato.

Secondo dati forniti dal manuale delle organizzazioni internazionali pubblicato nel1969 nella Germania orientale, in quell’anno il Consiglio Mondiale della Pace impiegava475 persone, delegate dalle associazioni mondiali e da altre organizzazioni. Il Consiglio,fondato il 21 aprile 1949, lavorava in stretto collegamento con comitati nazionali per lapace operanti in un centinaio di paesi.

Per chiarire la natura del Consiglio Mondiale della Pace non posso fare di meglio checitare alcuni brani tratti dallo stesso manuale. Esso offre la piu chiara dimostrazione dicome dietro un aspetto luminoso e invitante batta spesso un cuore spregiudicato e con-sacrato alla causa sovietica:

‘‘L’attivita del Consiglio Mondiale della Pace e appoggiata dalle organizzazioni nazio-nali per la pace esistenti in quasi tutti i paesi del mondo e da vari organismi interna-zionali e nazionali che sono interessati a difendere la pace ma organizzativamente nonappartengono al movimento mondiale per la pace. Il Consiglio Mondiale della Pacecontribuisce all’espansione del movimento per la pace, e non risparmia alcuno sforzoper far sı che questo movimento attragga nelle sue file rappresentanti di ogni classe,indipendentemente dal loro credo politico e religioso’’.

Fin qui e un programma nel quale forse solo la fastidiosa ripetizione della parola ‘‘pa-ce’’ potrebbe dare adito a qualche sospetto. Ma il manuale prosegue:

‘‘Dal 16 al 19 dicembre 1961 si svolse a Stoccolma una conferenza del ConsiglioMondiale della Pace che fu una delle piu importanti e rappresentative nella storiadell’organizzazione. Le risoluzioni approvate alla conferenza di Stoccolma costitui-

395

Page 396: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

scono un importante contributo al fine di mobilitare larghi strati dell’opinione pub-blica di ogni paese e di unirli nella lotta contro ff pericolo di una guerra mondialenucleare. La conferenza dichiaro che la pace mondiale e seriamente minacciata dallamancanza di un definitivo trattato di pace tedesco e dalla rinascita del militarismo edel revisionismo nella Germani occidentale. Essa auspico la mobilitazione di vastisettori dell’opinione pubblica mondiale nella lotta per l’avvio di negoziati che portinoalla stipulazione di un Trattato di pace tedesco’’.

Il tono e ora completamente diverso. Non appena si arriva a sfiorare il problema te-desco, l’elemento di sovversione diventa penosamente chiaro; con questi discorsi il ‘‘pa-cifico’’ Consiglio Mondiale della Pace si affianca alle altre organizzazioni impegnate nellacampagna mondiale di denigrazione contro la ‘‘Germania di Arldenauer militarista e re-visionista’’ degli anni ’50 e ’60.

‘‘Dal 10 al 15 luglio 1965 si tenne a Helsinki il Congresso Mondiale sulla Pace, sull’In-dipendenza nazionale e sul Disarmo generale. Il Congresso, convocato in un momentoin cui la situazione internazionale era particolarmente complessa — escalation dell’ag-gressione imperialista in Vietnam, occupazione di Santo Domingo da parte di truppeamericane, richieste sempre piu sfrontate dei generali di Bonn per la concessione di arminucleari alla Germania occidentale, lotte delle forze patriottiche in Angola. Mozambico,penisola Araba e cosı via — il Congresso era consapevole della speciale importanza dellerisoluzioni che avrebbe approvato. A differenza di precedenti incontri di questi combat-tenti per la pace, il congresso di Helsinki fu caratterizzato dall’eccezionale ampiezza deimovimenti e delle organizzazioni rappresentati. Ai gruppi per la pace uniti nel ConsiglioMondiale per la Pace si affiancarono esponenti di molti gruppi internazionali autonomi,che in alcuni casi portavano con se proprie e particolari convinzioni religiose o pacifiste.Complessivamente parteciparono alla conferenza 1.470 rappresentanti di organizzazio-ni nazionali provenienti da 98 paesi di tutti i continenti e delegati di 18 organizzazioniinternazionali. Anche se alcuni dei problemi affrontati sollevarono vivaci discussioni,tutti i partecipanti approvarono all’unanimita i documenti finali (la Risoluzione sul Viet-nam e la Dichiarazione Generale), dando cosı vivente testimonianza del fatto che di fron-te alle gravi tensioni provocate dall’aggressione delle forze imperialiste, tutti coloro che sipreoccupano della salvaguardia della pace possono porre al di sopra di ogni altro inte-resse l’obiettivo di mobilitare i loro concittadini nella lotta contro i guerrafondai, e ser-rare le file per raggiungere questo fine’’.

Questo brano dimostra con particolare chiarezza come gli ‘‘amici della pace’’ cosıradunati siano incoraggiati a vedere tutti i problemi internazionali del momento sottola luce voluta dai russi.

‘‘Il tema del Congresso sulla Pace, sull’Indipendenza nazionale e sul Disarmo gene-rale e di porre l’accento sull’unita e la compattezza di tutti i grandi movimenti demo-cratici il cui obiettivo comune e oggi rappresentato dal libero progresso dell’Umani-ta. In tale contesto grande importanza deve essere annessa alla Dichiarazione Gene-rale, nella quale si dimostra che la responsabilita dell’attuale tensione internazionalericade sugli imperialisti, sui loro tentativi di piegare le lotte nazionali dei popoli per la

396

Page 397: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

liberta, sulla loro decisione di accelerare la corsa al riarmo e portare avanti i prepa-rativi per una nuova guerra mondiale. Il Congresso discusse i problemi dei movimen-ti di liberazione nazionale e il rapporto di interdipendenza che esiste tra di essi e lalotta per la pace tra tutte le nazioni’’.

Il caso del Consiglio Mondiale della Pace mostra con particolare chiarezza come i co-munisti riuscirono durante gli anni ’60 a rompere l’isolamento dell’immediato dopoguerra,e come personalita animale dalle migliori intenzioni fornirono loro, spesso senza render-sene conto, il ‘‘fuoco di copertura’’ — se mi e permesso di emulare la terminologia incoe-rentemente marziale impiegata per descrivere le campagne dei movimenti per la pace — dicui i comunisti avevano bisogno.Sinceri pacifisti hanno unito i loro sforzi a quelli di devoticristiani e di altre persone e organizzazioni profondamente ansiose di migliorare le condi-zioni sociali in tutto il mondo, per lavorare all’interno del Consiglio Mondiale della Pace onei comitati nazionali ad esso affiliati, e ancora oggi essi si rifiutano di aprire gli occhi da-vanti alla realta, e cosı di convincersi che con la loro attivita servono non gia la causa dellapace, bensı indirettamente quella della trasformazione rivoluzionaria del mondo.

A questo proposito vale la pena di ricordare che un paese neutrale come l’Austriaritenne di doversi dissociare dal Consiglio Mondiale della Pace e il 2 febbraio 1957ne chiuse il quartier generale, dopo che esso era gia stato espulso dalla Francia nel1951, due anni dopo la fondazione ufficiale del Consiglio, per attivita incompatibilicon gli interessi della Francia. Questo atteggiamento dei nostri vicini illustra piu di qual-siasi discorso la bonta del loro istinto politico. Esso dimostra come nel difendere i lorointeressi gli austriaci siano sorretti da una determinazione che purtroppo non sempre siriscontra qui in Occidente.

Come il Consiglio Mondiale della Pace, anche la Federazione Mondiale della Gioven-tu Democratica agisce allo soperto e conduce le sue campagne con slogan la cui innocuaterminologia ha lo scopo di mascherare l’efficienza di questa organizzazione come stru-mento nella lotta ingaggiata dal comunismo internazionale. Vediamo, ad esempio, che co-sa accade al Nono Festival Mondiale Giovanile dello Sport svoltosi a Sofia, la capitale del-la Bulgaria, tra il 28 luglio e i16 agosto 1968 ciascuna delle due meta della Germania viinvio una propria delegazione, e una di queste, la Legge Federale della Gioventu dellaGermania occidentale, ingaggio una memorabile battaglia. (E appunto per la presenzadella delegazione della Germania occidentale che ho scelto questo particolare caso).

Nella pubblicita che precedette l’inizio del Festival comparvero termini e frasi — ri-guardanti, ad esempio, i ‘‘diritti politici, economici, sociali e culturali della gioventu’’, i‘‘diritti dei giovani e degli studenti a partecipare attivamente alla vita politica’’, i ‘‘dirittial lavoro e all’addestramento professionale’’ e alla ‘‘democratizzazione dell’istruzione’’— che potevano essere considerati ‘‘progressisti’’ solo nel senso peggiorativo del terminee che quindi, inevitabilmente, suscitarono i sospetti degli esperti in materia. Come forsemolti lettori ricorderanno ancora, per tutta la durata del Festival si registrarono violentidibattiti e discussioni, con il risultato che ne gli ospiti bulgari ne le organizzazioni chedietro le quinte avevano realmente patrocinato la manifestazione (la Federazione Mon-diale della Gioventu Democratica e l’Unione Internazionale degli Studenti) riuscirono a

397

Page 398: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

realizzare gli obiettivi che si erano prefissi, e cioe a far approvare tutte le risoluzioni cheavevano gia preparato in anticipo.

Per i miei ex colleghi del servizio segreto e per me stesso nella veste di osservatoreesterno (a quel tempo mi ero appena ritirato dall’attivita) l’avvenimento fu ragguardevo-le sotto due aspetti. Da una parte esso confermo ancora una volta l’importanza annessadal movimento comunista all’infiltrazione politica nel cervello della gente, anche in cam-pi che noi siamo sempre stati abituati a considerare estranei alla politica; ma d’altra parteesso dimostro come durante i precedenti giochi svoltosi a Vienna nel 1959 e a Helsinkinel 1962 i nostri giovani sarebbero stati ampiamente in grado di sostenere un pubblicoconfronto con i comunisti purche ci si tosse preoccupati di prepararli, almeno in unacerta misura, in vista di tale confronto.

E risaputo che la Federazione Internazionale dei Combattenti della Resistenza non euna delle piu importanti tra le organizzazioni comuniste; ma, come ho gia avuto occasio-ne di accennare, essa si rivelo per noi una spina nel fianco particolarmente fastidiosa conun’attivita che culmino in una serie ininterrotta di campagne denigratorie contro il go-verno della Germania occidentale che duro fin verso la fine degli anni ’60; queste cam-pagne erano dirette sia contro il paese nel suo complesso, definito ‘‘militarista, revisio-nista e neo-fascista’’, sia contro particolari categorie della popolazione come ufficiali,giudici e alti funzionari dello stato, sia infine contro specifici individui, fatti oggetto diogni genere di calunnie. Sebbene questo periodo di campagne diffamatorie sia ormaiuna cosa del passato, io ripenso a esso come a uno dei periodi in cui il mio servizio se-greto ottenne alcuni dei suoi piu grandi successi nella lotta contro il comunismo inter-nazionale su questo particolare fronte: procurandoci notizie segrete, analizzando., concura l’abbondante flusso di informazioni rese pubbliche dalle stesse organizzazioni inter-nazionali comuniste e portando in salvo le persone piu esposte, riuscimmo a rendere alnostro paese e ad altri paesi dell’Europa occidentale un vizio che non passo inosservato.

In collaborazione con altre organizzazioni riuscimmo a smascherare menzogne messein circolazione nel quadro di queste ininterrotte campagne, e quindi a privare delle loroarmi piu pericolose quelli che le avevano escogitate. Mi piacerebbe molto entrare neidettagli delle campagne scatenate dai comunisti per diffamare alcuni nostri generali dellaBundeswehr come Heusinger, Speidel Foertsche, le cui posizioni chiave all’interno siadelle forze armate tedesche sia della NATO costituivano bersagli primari per i tentatividi sovversione della Federazione Internazionale dei Combattenti della Resistenza. Le or-ganizzazioni propagandistiche controllate dai sovietici divulgarono con cura libri. Opu-scoli pamphlet contenenti una dosata mistura di autentici documenti del tempo di guer-ra con altri contraffatti, allo scopo di coinvolgere questi ufficiali in crimini di guerra na-zisti. Anche se la cosa potrebbe indubbiamente rivestire un notevole interesse per unaparte dei miei lettori — e in particolare per quelli interessati per ragioni professionalia conoscere i metodi con cui lavorava il io il servizio segreto — la mancanza di spazioe le esigenze della sicurezza nazionale non mi consentono di diffondermi sulle contromi-sure che adottammo per neutralizzare le campagne denigratorie ispirate dai comunisti.

Reinhard Gehlen

398

Page 399: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. LA CONFLITTUALITA NON CONVENZIONALE

Delimitazione del fenomeno

E notevolmente piu agevole delimitare i confini della conflittualita non convenziona-le con riferimento a fenomeni antitetici, piuttosto che tentare di formulare una definizio-ne di questo termine elusivo e privo di codificazione. Infatti, essa si differenzia nel modopiu assoluto e categorico tanto dalla contesa democratica quanto dal classico campo dibattaglia, aspetti che tratteremo prima di proporre una definizione della conflittualitanon convenzionale.

Che la conflittualita non convenzionale esuli dalla contesa democratica e fin troppoovvio.La contesa democratica si svolge in modo pacifico, ordinato e rispettoso dei dirittie della dignita altrui persino nei rapporti tra maggioranza e opposizione. Fanno statonon solo il voto per le assemblee rappresentative e il referendum popolare, ma anchel’esercizio di tutti gli altri diritti civili.

Altrettanto ovvia e la differenza tra la conflittualita non convenzionale e il classicocampo di battaglia, dove si svolge la guerra in senso stretto, ossia un conflittualita trapiu Stati riguardante il perseguimento e la difesa di propri interessi vitali.

Non va pero dimenticato che il termine guerra viene con crescente disinvoltura utiliz-zato pure in senso lato anziche tecnico. Con frequenza ci si ricorre per qualificare compor-tamenti intrapresi, o misure adottate, per fronteggiare situazioni di qualsiasi natura repu-tate negative. Risaltano, in tal senso, i nobili propositi di guerra alla fame, alle malattie, allacriminalita etc. Spesso, con pari elasticita, si impiega questo sostantivo con riferimento acontese, sia incruente sia violente, tra gli antagonisti piu disparati che spaziano, quindi, dailitiganti processuali alle imprese commerciali concorrenti, alle bande criminali rivali.

Sintomatico del problema terminologico riguardante il significato e la portata sia delvocabolo guerra sia dell’espressione conflittualita non convenzionale, e il titolo assegnatoal loro recente e pregevole volume, Le Nuove Guerre, da Umberto Rapetto e Roberto DiNunzio.

In questo contesto, sono particolarmente istruttive due sezioni de Le Nuove Guerrededicate, appunto, al tema della guerra in senso stretto e in senso lato con riferimentoalle manifestazioni conflittuali contemporanee. Gli Autori confrontano quanto espressa -rispettivamente da Jean e Mini.

Secondo Jean, come citato gli Autori, la guerra costituisce l’espressione cruenta di unconflitto, fra Stati o fra gruppi politico-sociali organizzati, in cui viene impiegata la forzamilitare per imporre a un avversario la propria volonta, possibilmente attraverso la con-vinzione (guerra virtuale e guerra limitata), ma se necessario con la distruzione (guerra di

399

Page 400: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

annientamento). All’uso della forza si accompagnano sempre forme non cruente di lotta:economica, psicologica e cosı via.

Secondo Mini, cosı citato dalla stessa fonte, la guerra e oggi qualsiasi contrapposizio-ne posizione di volonta fra organizzazioni che impieghino qualsiasi mezzo violento ocoercitivo (scontri armati, guerra fredda, coercizione palese od occulta) per imporre ilproprio interesse o punto di vista.

Commentano Rapetto e Di Nunzio che le due definizioni nella sostanza possonosembrare uguali, ma a ben guardare, nella seconda ci deve far riflettere la scomparsa del-l’aggettivo ‘‘militare’’ e la comparsa di ‘‘qualsiasi contrapposizione di organizzazioni’’.

Essi poi concludono, parzialmente citando Mini, che nella guerra, vista in questa ot-tica (...) scompare la ‘‘limitazione degli attori’’ che vedeva impegnati soltanto Stati e or-ganismi politico-sociali.

Fatte le distinzioni che precedono e considerati i problemi lessicali, possiamo preli-minarmente proporre che la conflittualita non convenziona comprende prevalentementeuna serie di manifestazioni eversive o violente che violano, a seconda della fattispecie, ildiritto interno di singoli stati o le norme di diritto internazionale.

Rientrano nell’ambito della conflittualita non convenzionale metodiche che, seppurelecite o ai limiti della legalita, stridono con i comportamenti tradizionalmente recepitidalla societa civile.

Manifestazioni del fenomeno

Sotto l’aspetto pratico,quali sono dunque le manifestazioni ragionevolmente ricondu-cibili, alla conflittualita non convenzionale? Sulla base di osservazioni empiriche e com-parativistiche soggetta a divergenti interpretazioni, riteniamo di poter annoverare in que-st’ambito l’agitazione sovversiva, il terrorismo, l’insorgenza, la guerra civile, il colpo distato,la costituzione di reti e sodalizi clandestini o semiclandestini a livello internaziona-le, il ruolo di stati cosiddetti canaglia, la disinformazione.

L’agitazione sovversiva viene praticata da elementi appartenenti a partiti, movimentisia parlamentari che extraparlamentari, sia di piccole sia di considerevoli dimensioni, mi-ra al raggiungimento di fini ideologici, politici, politico-sindacali, politico-confessionali olegati a singole cause specifiche. Si avvale per lo piu , ma non esclusivamente,di mezzinon cruenti, ancorche illeciti o scorretti, fra cui la propaganda tendenziosa e la disinfor-mazione,l’incitamento a non osservare le leggi o talune di esse,gli assembramenti e i cor-tei lesivi dello ordinato svolgimento della vita sociale e dei processi economici, l’occupa-zione d’immobili e i disordini di piazza.

Nella maggior parte dei casi, il ricorso alla violenza si esaurisce in atti vandalici o neldanneggiamento o distruzione di beni pubblici e privati; ma, con minore frequenza,comporta anche lesioni alle persone. Abituali sono, invece, le minacce.

Fra le tattiche utilizzate dagli agitatori sovversivi rientra l’inserimento di gruppuscoliin manifestazioni di varia specie e consistenza, inclusi raduni, comizi e cortei, con l’in-tento di provocarne la degenerazione.

400

Page 401: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

A seconda delle strategie prescelte o dipendendo da circostanze particolari, solo ele-menti di determinate aggregazioni oppure la totalita di coloro ad esse appartenenti pra-ticano l’agitazione sovversiva. Alcune organizzazioni, sedicenti o anche superficialmenterispettose della legalita costituzionale, si dotano, a latere, di strutture, impostate su or-dinamenti cellulari o di altra natura, per porre in essere l’agitazione sovversiva,operandocosı su scala binaria.

L’indottrinamento martellante e subdolo e — l’infiltrazione nelle istituzioni di ogninatura — rientrano nelle metodiche degli agitatori, i quali si dotano altresı di strumentimediatici che spaziano dalle pubblicazioni, anche di natura semiclandestina, alle trasmis-sioni radiofoniche, ai siti internet.

Come emerso in numerose occasioni (fra le piu recenti risaltano le proteste contro laglobalizzazione), l’agitazione sovversiva accomuna militanti protesi verso la resistenzapassiva e la disubbidienza civile a veri e propri facinorosi entrambi affiancati da compa-gni di strada armati puramente di buone intenzioni.

Contrariamente alle manifestazioni di protesta spontanee, anche a livello di sommos-se, che sorgono in reazione a situazioni ambientali obiettivamente o soggettivamente ne-gative causate da fattori storici, sociali, religiosi, economici o politici, l’agitazione sovver-siva, pur attivamente sfruttandoli tutti, e il prodotto di un fattore sovrastante:la presenzadi una o piu sottoculture composte da estremisti di stampo radicale o rivoluzionario.

Queste sottoculture si ispirano a varie fonti di pensiero politico. Due fonti sono di na-tura fortemente ideologica, sinistra e destra, ma sia l’una che l’altra sono caratterizzate dadiverse sfumature. L’estremismo di sinistra si suddivide in marxista-leninista, anarchici,internazionalista o dedito a cause sociali o ambientali specifiche. Quello di destra abbrac-cia correnti neo-naziste, nazionaliste-o contro-separatiste. Una terza fonte e di natura et-nico-nazionalista o etnico-separatista, la cui tendenza ideologica puo orientarsi sia a sini-stra s destra. Altra fonte e poi quella politico-confessionale anche denominata teocratici.

Nella pratica, la visione politica di molti attivisti e spesso superficiale o nebulosa, ilche incrementa la loro pericolosita.

Va infine notato che l’agitazione sovversiva normalmente si svolge ad opera di aggre-gazioni di diverse matrici che operano contemporaneamente e separatamente negli stessio diversi contesti geografici, ancorche con difforme intensita e incisivita.

Un’altra manifestazione di conflittualita non convenzionale e la costituzione di reti osodalizi semiclandestini o clandestini a livello internazionale, che permette ad attori ever-sivi e violenti di incidere sia all’interno di singoli Stati sia a livello geopolitico regionale oa raggio ancora piu ampio.

La casistica include strutture prevalentemente di supporto ideologico, tecnico e logi-stico, nonche iniziative operative vere e proprie. Rientrano in questo fenomeno gli auto-proclamati partiti comunisti combattenti — tanto del recente passato quanto in statoembrionale di rivitalizzazione — sempre protesi a dar vita al fronte arti-imperialista in-ternazionale; le attivita multinazionali di Soccorso Rosso e di altre organizzazioni dediteall’agitazione sovversiva ed all’appoggio a favore di gruppi terroristici; i casi di collabo-razioni rientranti nella sfera politica dell’estrema destra; i vari simpathy group con legami

401

Page 402: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

internazionali che alimentano le componenti paradossalmente aggressive dei movimentipacifisti, ecologici e anti-globalizzazione.

Concludiamo questa panoramica delle manifestazioni di conflittualita non conven-zionale con alcuni cenni sulla disinformazione, la quale rientra nell’ambito piu vasto del-la propaganda, ossia la direzione o manipolazione intenzionale di notizie per ottenere unrisulto specifico. Piu specificamente, la disinformazione abbraccia l’alterazione dei reso-conti, la falsificazione di documenti e corrispondenza, l’impiego di agenti d’influenza,l’emissione di notiziari clandestini e la creazione di organizzazioni di facciata. Lo scopofondamentale e quindi quello di disseminare notizie fuorvianti, incluse voci, insinuazionie falsita a vantaggio dell’attore e ai anni dell’obiettivo preso di mira.

Va sottolineato che a ism orinazione non e un’arma in esclusiva dotazione degli Stati,i quali dispongono di servizi d’intelligente almeno potenzialmente in grado di agire connotevole perizia in questo settore. Essa si propone, particolarmente nell’attuale contestostorico caratterizzato da martellamenti mediatici, come un mezzo alla portata di qualun-que centro d’interessi intento a raggiungere i propri scopi influenzando e sfruttando unao piu componenti della compagine sociale. L’aspetto piu deleterio della disinformazionee il potenziale impatto psicologico sull’opinione pubblica a scapito dell’ordine pubblicointerno, della sicurezza nazionale e della collaborazione internazionale.

VittorFranco Pisano

402

Page 403: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. PREMESSA

Allo scopo di illustrare l’incidenza e la rilevanza che il nuovo antagonismo riveste nel-la realta attuale, abbiamo scelto alcune significative relazioni di intelligence — quella delSisde, quella della polizia federale svizzera, quella della Bfv tedesca e, infine, alcune ri-levanti considerazioni dell’analista francese Baud sulla dimensione asimmetrica in Gand-hi e nei Black bloc unitamente al contributo di Lucas/Tiffreau — analisti strategici dellaEcole de Guerre Economique-relativo alla sovversione psicologica di Attac.

403

Page 404: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. DOCUMENTO N. 1A COME ANARCHIA IN TUTTE LE SUE ANIME

L’analisi si propone di ripercorrere a grandi linee la storia piu recente dell’anarchismo inItalia, attraverso le parole e le iniziative dei suoi esponenti piu rappresentativi, approfonden-do al contempo i principi che costituiscono il patrimonio fondante dell’ideologia anarchica.

1. La ‘‘FederazioneAnarchica Informale - Cooperativa Artigiana Fuoco e Affini’’

Nel periodo dicembre 2003/gennaio 2004, l’invio di plichi esplosivi al Presidentedella Commissione Europea, Prof. Romano Prodi, e a esponenti e rappresentanze del-l’Unione sancisce l’avvio di una campagna di lotta contro il nuovo ordine europeo lanciatadalla neocostituita ‘‘Federazione Anarchica Informale - Cooperativa Artigiana Fuoco eAffini (occasionalmente spettacolare)’’, con l’adesione delle sigle piu note del panoramaeversivo di matrice anarchica, gia responsabili di diverse ed eclatanti azioni in Italia eall’estero.

Le ‘‘Cellule contro il Capitale, il Carcere, i suoi Carcerieri e le sue Celle’’, la stessa‘‘Cooperativa Artigiana’’, la ‘‘Brigata 20 luglio’’ e ‘‘Solidarieta Internazionale’’, in unasorta di ‘bozza programmatica’, allegata al messaggio di rivendicazione, illustrano i trattidistintivi del nuovo organismo, che si propone di aggregare singole persone o gruppiideologicamente affini accomunati dalle pratiche di attacco al dominio, i quali si incontra-no nel solo momento specifico dell’azione e della sua preparazione.

Ci troviamo di fronte, quindi, ad una Federazione, struttura orizzontale e non verti-cistica, di matrice anarchica, in radicale opposizione a qualunque cancro marxista, sirenaincantatrice che incita alla liberazione degli oppressi per sostituire un dominio ad un altro,in cui il tipo di relazione tra soggetti e Informale, finalizzato, cioe, esclusivamente all’at-tuazione di un’iniziativa.

Per entrare a far parte della federazione occorre riconoscersi nell’inderogabile prin-cipio della solidarieta rivoluzionaria, intesa come azione armata, attacco a strutture e uo-mini responsabili della detenzione del compagno, e aderire alle cosiddette campagne rivo-luzionarie, compiendo azioni che, seppure attuate secondo modalita e tempi propri, siinseriscano in campagne di lotta prestabilite.

L’immagine di questa organizzazione elastica, che opera all’insegna di una sostanziale‘liberta d’azione’ dei singoli soggetti rivoluzionari, accomunati esclusivamente da un le-game di natura solidaristica, in che misura corrisponde effettivamente al patrimonioideologico anarchico, cosı come ci e stato tramandato dai suoi esponenti piu autorevoli?

404

Page 405: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. Bonanno e la lotta contro l’attivita repressiva dello Stato

Le linee ideologiche, politiche e operative fondanti l’attivita del movimento anarcoin-surrezionalista sono rintracciabili nella produzione teorica di Alfredo Maria Bonanno 1,teorizzatore dell’uso della violenza rivoluzionaria nel quadro di una strategia di attaccoallo Stato.

Il nr. 18 (novembre-dicembre 1977) della rivista bimestrale ‘‘Anarchismo’’ 2, di cuiBonanno e direttore responsabile, riporta un brano illuminante per cio che riguarda lefinalita del movimento: Siamo per la distruzione dello Stato, cio significa che siamo perla distruzione fisica (non verbale) di quelle istituzioni e di quelle persone che lo Stato rap-presentano e realizzano. Siamo contro i poliziotti, contro i magistrati, contro i burocrati, con-tro i sindacalisti, contro i padroni. Non siamo soltanto contro il controllo poliziesco, controla giustizia borghese, contro la tecnoburocrazia, contro il sindacalismo, contro il capitalismo;siamo proprio in forma concreta contro quelle persone e quelle cose che, nella realtadi tutti igiorni, quelle forme ideologiche realizzano, facendole diventare strumenti di repressione.

E proprio l’attivita repressiva dello Stato a costituire il tema centrale delle iniziative edella propaganda del movimento, connotata da un atteggiamento di vittimismo giudizia-rio tendente a evidenziare presunti pregiudizi ed abusi nell’operato delle Forze dell’Or-dine e della Magistratura, con l’asserita complicita dei mass-media.

Nell’opuscolo di Bonanno intitolato ‘‘Carcere e lotte dei detenuti’’ 3, l’apparato pe-nitenziario viene definito un’istituzione totale, il luogo in cui l’individuo, privato dellapropria dignita, e soggetto ad un processo di costante e progressiva spersonalizzazione,che gli preclude per il futuro qualsiasi tipo di reinserimento nella comunita sociale.

La campagna contestativa non lascia spazi al dialogo, ritenuto funzionale ed organicoal potere di omologazione del sistema, rispetto al quale occorre replicare con l’azionediretta e distruttiva nella prospettiva di annientare il potere coercitivo: La miglior solu-zione possibile e in fondo la sola praticabile per quel che riguarda il carcere e la sua com-pleta distruzione.

Ma il carcere e solo il riflesso di una societa civile che comunque ci controlla, ci sor-veglia e ci obbliga a scelte che nulla hanno a che vedere con le nostre inclinazioni e inostri desideri piu autentici. Il carcere e parte integrante di un sistema statale che sene serve come strumento per la salvaguardia dei propri equilibri, la cosiddetta ‘pace so-ciale’: ne e quindi una parte integrante, ma solo una parte. Limitarsi alla distruzione delcarcere non e sufficiente, occorre andare alla radice di un potere che ne permette l’esi-stenza, in breve, occorre abbattere il sistema capitalistico nelle sue varie forme.

405

1 Il 20 aprile 2004, la Corte di Cassazione ha confermato la sua condanna, emessa il 1º feb-braio 2003 dalla Corte di Assise d’Appello di Roma nel quadro del procedimento penale relativoall’Organizzazione Rivoluzionaria Anarco-Insurrezionalista — O.R.A.I., a 6 anni di reclusione edal pagamento di una multa per i reati di propaganda ed apologia sovversiva, concorso in rapinaaggravata e violazione della legge sulle armi.

2 Autorizzazione del Tribunale di Catania n. 434 del 14.1.1975.3 Edito nel giugno 2000 a cura delle ‘‘Edizioni Anarchismo’’ — Catania.

Page 406: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. Bonanno e la lotta contro i simboli del progresso capitalista

Bonanno parte da una serie di obiettivi minimi, strutture del dominio sparse sul ter-ritorio riferibili al progresso capitalista, elencate in dettaglio sulle pagine di’’Anarchi-smo’’ e del supplemento ‘‘ProvocAzione’’, incentrato sostanzialmente su questioni di ca-rattere anti-militarista e ambientalista, con particolare attenzione alla lotta contro le cen-trali nucleari: Sosteniamo gli interventi diretti sarebbero da privilegiarsi le struttureminimali e cio perche proprio su queste strutture si basa la diffusione nel territorio del ca-pitale che si identificano in: cavi, fili, condotti, tubi, centraline, antenne, tralicci, pali, centridi smistamento, centri di ricerca, ecc.. .

Nel nr. 55 (dicembre 1986) della rivista, poi, sedicenti ‘‘Operatori Rivoluzionari’’ for-niscono minuziose istruzioni per sabotare un traliccio dell’ENEL.

E in questa logica si collocano coerentemente le campagne di ecoterrorismo controtralicci ENEL, ripetitori televisivi e di telefonia mobile compiuti nell’Alta Versilia tra il1987 ed il 1992, in Toscana tra il 21 e 22 gennaio 2003, in segno di solidarieta con l’e-coterrorista elvetico Marco Camenisch 4, e, nel primo semestre del 2004, nel viterbese,nel pesarese ed in provincia di Sondrio.

Tante singole azioni, dunque, che si inseriscono in un piu ampio progetto globale disovvertimento sociale, compiute da gruppi di affinita, unita autogestite composte da po-chissimi elementi, che nascono in virtu di situazioni contingenti ed operano fuori da ogniforma organizzata di coordinamento.

La scelta degli obiettivi, pur demandata, nello specifico, all’autonomia di ogni singologruppo, viene indirizzata dalle campagne propagandistiche svolte sulle pubblicazionid’area o in relazione a circostanze significative per il movimento (ad es. strutture giudi-ziarie in occasione di processi al movimento, Forze dell’Ordine in seguito ad arresti dimilitanti, obiettivi del capitalismo durante dimostrazioni di piazza etc.).

4. Il ‘Black Bloc’

L’espressione piu evidente e attuale di tale strategia puo essere individuata nelle compo-nenti anarcoidi del movimento anti-global, identificate dai media con il termine di ‘blackbloc’, che simboleggiano un fenomeno di aggregazione temporanea di singoli soggetti e/o gruppi di affinita, i quali si riuniscono con finalita aggressive in occasione di determinatemanifestazioni di protesta, con obiettivi limitati nel tempo e diversi da gruppo a gruppo.

L’ideologia di riferimento del ‘black-bloc’ riflette gli aspetti maggiormente significa-tivi dell’impianto libertario oltranzista, basato su un profondo disprezzo verso i valori e isimboli della societa borghese, considerati del tutto inconciliabili con la liberta ed il be-nessere del singolo individuo.

406

4 Camenisch e stato estradato in Svizzera nell’aprile 2002, dopo aver scontato 12 anni di re-clusione in Italia per tentato omicidio e per alcuni attentati ai danni di tralicci ENEL, compiuti inToscana tra il 1989 ed il 1991. Il 4 giugno 2004 e stato condannato dalla Corte d’Assise di Zurigo a17 anni di reclusione per omicidio.

Page 407: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

In un ‘‘Comunicato di una sezione del Blocco Nero di Seattle’’ 5, si legge: Noi riaffer-

miamo che la distruzione di proprieta non e un’azione violenta, a meno che non ci perda la

vita qualcuno o qualcuno ne abbia danno (fisico). Secondo questa definizione la proprieta

privata specialmente la proprieta privata delle multinazionali (chiaro) e in se stessa infini-

tamente piu violenta di ogni azione rivolta contro di essa Con il ‘‘distruggere’’ la proprieta

privata, noi ne convertiamo il suo limitato valore e ne espandiamo il valore d’uso. Una ve-

trata di un megastore diventa una fessura attraverso la quale passa una ventata di aria fre-

sca nell’atmosfera oppressiva di un ipermercato... .

Un disprezzo che si traduce, quindi, nell’uso della violenza contro le grandi proprieta

(banche, multinazionali, supermercati, etc.), giudicato funzionale ad eliminare la violen-

za e l’oppressione del sistema capitalistico, e nell’opposizione violenta alle Forze dell’or-

dine, considerate servi assassini del potere preposti a reprimere la lotta del movimento.

5. L’organizzazione clandestina

Si tratta di una militanza che viene condotta su un doppio livello, palese e occulto (gli

stessi militanti partecipano alle manifestazioni e poi si riuniscono in gruppi di affinita per

compiere le operazioni), e in conformita al principio di corrispondenza tra teoria e pras-

si, gia applicato dallo stesso Bonanno all’interno del gruppo eversivo anarco-comunista

‘‘Azione Rivoluzionaria’’, che, a partire dal 1976, si e reso responsabile di numerose azio-

ni terroristiche nel centro-nord.

Tale principio e ampiamente illustrato in un ‘‘Contributo per un progetto rivoluzio-

nario libertario’’, redatto da ‘‘Azione Rivoluzionaria’’ per ‘‘Anarchismo’’ 6, nel quadro di

un’analisi dei compiti prioritari spettanti alle organizzazioni combattenti per istituire un

collegamento tra la guerriglia in fabbrica e la lotta anti-istituzionale, laddove si afferma

che nell’organizzazione clandestina si saldano teoricamente e praticamente i nuclei che van-

no a svilupparsi in fabbrica e quelli attivi nel territorio, contro i servizi essenziali del capi-

tale, le banche, le immobiliari, i massmedia, le caserme, le carceri.

Alle obiezioni mosse da piu parti dell’Autonomia, secondo cui un’organizzazione di

questo tipo rischia di creare guerriglieri di professione che operano in totale scollamento

dal resto del movimento, precludendo cosı ogni possibilitadi far crescere l’autorganizza-

zione delle lotte, possibile solo vivendo la vita di tutti gli altri e con loro arrivare alla lotta

armata, gli autori oppongono la creazione e la diffusione dei cosiddetti nuclei di contro-

potere, definiti piccoli nuclei che lavorano autonomamente nelle diverse situazioni, combat-

tono, intervengono, difendono, sono parte del lavoro politico di massa, che riconoscono

nella struttura organizzativa clandestina il loro anello di raccordo.

407

5 Tratto da ‘‘Tactical Media Crew’’ <[email protected]>.6 Nr. 25 (gennaio-febbraio 1979).

Page 408: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6. La ‘‘Federazione Anarchica Italiana’’ (F.A.I.)

Le tesi oltranziste portate avanti da Bonanno e dal gruppo gravitante intorno ai pe-riodici ‘‘Anarchismo’’ e ‘‘ProvocAzione’’ sono all’origine di una presa di distanza da par-te dell’organizzazione anarchica storica ‘‘Federazione Anarchica Italiana’’ (F.A.I.), chenon ne condivide gli obiettivi e le metodologie di lotta.

La spaccatura si fa evidente in occasione del Convegno della F.A.I. a Bologna (mag-gio 1987), sul tema ‘‘Dualismo organizzativo’’, incentrato sul problema dell’insurrezio-nalismo come elemento connotante l’ideologia anarchica, quando l’ala piu oltranzista ac-cusa la ‘‘Federazione’’ di aver abbandonato le teorie anarchiche in favore di una sterilesocialdemocrazia.

Nel 1988, poi, in risposta ad un comunicato in cui alcune componenti moderate delmovimento libertario, tra cui la F.A.I. e il circolo ‘‘Ponte della Ghisolfa’’ di Milano,prendono le distanze da tre attacchi anti-nucleari compiuti dagli anarchici il 13 aprilenel capoluogo lombardo, la redazione milanese di ‘‘Anarchismo e di ‘‘ProvocAzione’’puntualizza quanto segue: Noi riconosciamo tali azioni anti-nucleari come anarchiche e in-surrezionaliste e solidarizziamo apertamente con i compagni che le hanno messe in atto, incoerenza con quanto da sempre sosteniamo sulla necessita della pratica degli obiettivi dif-fusi sul territorio e dell’attacco radicale contro la tecnologia dell’atomo riteniamo questepratiche di sabotaggio utili a far crescere la coscienza degli sfruttati in senso rivoluzionariocontinueremo a sostenere coerentemente e con dignita queste posizioni e tutto quanto icompagni faranno in questa direzione.. senza alcun timore, come si conviene a degli anar-chici rivoluzionari non addomesticati, ma in lotta contro lo Stato e il capitale, non abbiamopaura di affrontare a viso aperto la repressione.

La ‘‘Federazione Anarchica Italiana’’, che si costituisce nel settembre 1945 duranteun congresso nazionale anarchico a Carrara, alla teoria insurrezionale come pratica rivo-luzionaria per l’abbattimento dello Stato democratico oppone il metodo del gradualismorivoluzionario, in base al quale l’obiettivo finale della destrutturazione del potere vieneperseguito attraverso un graduale inserimento nelle diverse lotte sociali suscettibili di ag-gregare le istanze delle classi sfruttate e oppresse.

La struttura organizzativa della F.A.I. si configura come un insieme di organismi auto-nomi, situati in tutto il territorio nazionale e legati tra loro da una intesa federativa, noncheda una serie di commissioni ad hoc su tematiche di tradizionale interesse dell’area liberta-ria, quali l’anti-militarismo, l’anti-clericalismo, le politiche sociali e del mondo del lavoro.

Queste ultime, in particolare, hanno assunto sempre maggior rilievo negli ultimi tem-pi con la progressiva perdita di rappresentativita dei sindacati tradizionali e la sostanzialeidentita operativa fra le recenti lotte spontanee di alcuni comparti lavorativi e la prassianarchica dell’azione diretta.

In occasione del XXIV Congresso della F.A.I., svoltosi a Imola (BO) nel gennaio2003, nel ribadire la validita dello sciopero generale come strumento di lotta per trasfor-mare in modo radicale la societa, e stato criticato l’operato delle gerarchie vecchie e nuovenell’organizzazione delle lotte dei lavoratori, sottolineando la necessita dell’unita sinda-cale a partire dalle strutture del sindacalismo di base.

408

Page 409: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

L’autorganizzazione di base dei lavoratori e delle masse popolari, infatti, rappresen-terebbe la via verso l’insurrezione reale, cioe la trasformazione radicale dello stato presentedelle cose in senso egualitario e libertario.

7. Insurrezione e rivoluzione

Ma in cosa consiste l’insurrezione reale? Perche gli anarchici piu che alla rivoluzioneguardano all’insurrezione come mezzo per eliminare tutti i mali causati dalla societa ca-pitalistica?

Nella bozza redatta da Bonanno in vista di alcune conferenze da tenere in Grecia nel1993, presso il Politecnico di Atene e presso la Facolta di Lettere dell’Universita di Tes-salonica 7, compare un paragrafo dedicato alla ‘‘Organizzazione rivoluzionaria anarchicainsurrezionale’’ O.R.A.I., da lui teorizzata, in cui vengono illustrati i tratti distintivi diun’organizzazione di matrice anarchica.

Bonanno, innanzitutto, tiene a specificare che l’aggettivo rivoluzionaria contenutonella sigla e inesatto e che l’imprecisione e dovuta alla difficolta di tradurre dall’italianoin greco il termine informale, che piu propriamente si adatta ad una formazione di im-pronta libertaria, priva di quei rigidi organigrammi e parametri immutabili nel tempo,propri della ‘banda armata’.

La ‘banda armata’ di derivazione marxista, la sirena incantatrice che incita alla libera-zione degli oppressi per sostituire un dominio ad un altro tanto odiata dalla ‘‘FederazioneAnarchica Informale’’

Cio che caratterizza una struttura insurrezionalista, spiega Bonanno, e che il suo am-bito di intervento e sempre strettamente correlato alle lotte specifiche che le classi subal-terne portano avanti nel quotidiano per migliorare le proprie condizioni di vita sotto ilprofilo economico, sociale o ambientale, ed e finalizzato a veicolare situazioni reali didisagio verso uno sbocco insurrezionale di massa.

Questo processo viene illustrato molto chiaramente nel primo numero (settembre-di-cembre 2003) della ‘‘Rivista anti-autoritaria ‘‘NIHIL’’ 8, curata dall’anarco-insurreziona-lista sardo Costantino Cavalleri 9, dove si afferma che: L’insurrezione generalizzata puoscaturire dall’intervento costante di entita rivoluzionarie, presenti nel territorio, come taliriconosciute e formalmente e informalmente operanti, anche in modo visibile, che riesconoa penetrare ed essere parte (qualitativamente e non necessariamente in termini quantitati-vo-numerici) attiva e credibile nel sociale.

409

7 I testi sono raccolti in ‘‘Nuove svolte del capitalismo’’, edito nell’aprile 1999 a cura delle‘‘Edizioni Anarchismo’’ Catania.

8 Supplemento ‘‘Quadrimestrale di dibattito, analisi, approfondimenti storici, teorici, metodo-logici’’ al bollettino ‘‘Anarkiviu’’, autorizzato con reg. n. 18/89 del Tribunale di Cagliari.

9 Figura di spicco degli ambienti isolani, Cavalleri e molto attivo nel campo dell’editoria e del-la pubblicistica d’area, incentrata, in particolare, su tematiche legate al settore carcerario, all’indi-pendentismo ed a questioni locali di carattere ambientale.

Page 410: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Partecipazione attiva, dunque, alle lotte per la casa, per il lavoro, per l’aumento delsalario, contro la guerra, contro lo sfruttamento delle risorse naturali tanti piccoli fuochi,sparsi un po’ ovunque, che innescano l’incendio finale!

Ne sono esempi concreti la partecipazione degli anarchici all’occupazione della cavadi Muros (SS), come parte della mobilitazione di protesta contro la concessione, ad ope-ra della Regione Autonoma della Sardegna, dell’impianto minerario per l’estrazione delcaolino, considerata causa di danni alla salute della popolazione locale e di depaupera-mento delle risorse naturali nell’isola; la grande attenzione dell’antagonismo isolano perle campagne contestative contro l’attivita del poligono interforze di San Lorenzo (CA),utilizzato anche per sperimentazioni missilistiche, cui vengono imputati i numerosi casidi leucemia e alterazioni genetiche riscontrati tra militari e abitanti della zona; o ancorala protesta contro la base americana nell’arcipelago de La Maddalena (SS).

8. Cavalleri e la questione sarda

In Sardegna, del resto, il contesto sociale e storicamente caratterizzato da senso diisolamento e di malessere nei confronti dello Stato italiano, recepito quale Stato coloniz-zatore responsabile della oppressione culturale ed economica dell’isola. E cio ha alimen-tato forme radicali di antagonismo, agendo come ‘collante’ tra spinte separatiste ed ideo-logie anarchiche e marxiste-leniniste, non esenti da contaminazioni con elementi politi-cizzati della criminalita sarda, ‘specializzati’ in sequestri di persona.

In relazione al sequestro e all’assassinio di Mirella Silocchi (luglio-dicembre 1989), adesempio, sono state processualmente accertate responsabilita di elementi anarco-insurre-zionalisti, tra i quali Francesco Porcu 10 e Gregorian Garagin (gia militante di gruppi ter-roristici armeni) 11.

Inoltre, l’ostile diffidenza verso lo Stato e le sue espressioni piu significative, che co-stituisce un aspetto fondante del patrimonio ideale di matrice anarchica, ha favorito laprogressiva crescita del movimento anarco-insurrezionalista locale, che piu volte ha ten-tato di proporsi come punto di riferimento di tutte quelle forze che intendono lottarecontro il potere centrale.

E cosı Cavalleri, dalle pagine del suo ‘‘Su Gazetinu de sa luta kontras a sas presones’’ 12,pubblicizza il libro autobiografico di Antonio Soru 13 e divulga il pensiero politico di Matteo

410

10 Il 1º febbraio 2003 e stato condannato alla pena dell’ergastolo dalla Corte d’Assise di Appello diRoma per i reati di associazione sovversiva e banda armata, nel quadro del citato procedimento penalerelativo all’‘‘O.R.A.I.’’. La sentenza e stata confermata il 20 aprile 2004 dalla Corte di Cassazione.

11 E stato condannato alla pena di 30 anni di reclusione per i reati di associazione sovversiva ebanda armata nel quadro del medesimo procedimento penale. Anche questa condanna e stata con-fermata il 20 aprile 2004 dalla Corte di Cassazione.

12 Nr. 2 (luglio-agosto 2001). Il periodico viene edito come supplemento al citato bollettino‘‘Anarkiviu’’.

13 Coinvolto nel sequestro dell’imprenditore milanese Marzio Ostini, conclusosi con l’uccisio-ne dell’ostaggio, e stato arrestato nel 1988 e condannato all’ergastolo.

Page 411: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Boe 14, pubblicando una sua lettera dal titolo ‘‘Per il Fronte di Liberazione Nazionale SardoDalla lotta contro le galere all’assalto dell’imperialismo’’, in cui l’autore auspica la costitu-zione di un fronte che sappia coniugare istanze separatiste, ambientaliste ed anti-militariste,precisando che: Le vittime non siamo solo noi carcerati ma anche chi si vede espropriato dienormi fette del proprio territorio per la creazione di parchi, chi deve subire servitu militari’’.

E sempre Cavalleri, nell’estate 2002, cura la pubblicazione di un ‘numero unico’ daltitolo ‘‘Zornale pro su Fruntene de Liberatzione Natzionale Sardu ARREXINIS RAIKI-NAS RADICI’’, in cui rilancia la proposta di un Fronte tra singoli soggetti, gruppi o for-mazioni dell’antagonismo isolano che, pur essendo di diversa matrice ideologica, voglia-no aderirvi come entita rivoluzionaria anti-capitalista ed anti-mperialista, con il fine del-l’autodeterminazione del popolo sardo.

A questo riguardo, l’anarchico sardo specifica che l’obiettivo centrale dei rispettiviprogrammi di lotta al sistema e costituito dalle politiche colonialiste delle Istituzioni cen-trali e attribuisce priorita assoluta all’azione rispetto a sterili dibattiti teorici e ideologici,rimarcando che, nell’ottica insurrezionalista, la prassi della lotta armata non costituiscein se la panacea dei mali sociali ma, per avere una sua validita, deve essere ancorata al-l’interno delle mobilitazioni delle fasce sociali piu deboli.

9. Gli anarchici e le avanguardie armate

E il leitmotiv che permea gran parte dell’opera di Bonanno — il quale, peraltro, in‘‘Anarchismo’’ e ‘‘ProvocAzione’’ ha sempre dato ampio spazio ai contributi di Cavallerisul fenomeno Sardegna e che nel tempo ha ulteriormente acutizzato quel divario insu-perabile tra la pratica della lotta armata inserita all’interno di una strategia di stampoanarchico e la strategia lottarmatista delle tradizionali avanguardie combattenti, quest’ul-tima considerata dagli anarchici totalmente inaccessibile alle masse e del tutto avulsa daun contesto di lotta reale.

Si tratta di un problema strettamente connesso alla questione delle avanguardie, pro-pria delle organizzazioni strutturate secondo i tradizionali parametri di stampo brigati-sta, verso le quali gli anarchici nutrono un profondo e ‘genetico’ disprezzo, per la loropretesa di porsi al di sopra delle masse e di guidarle verso la rivoluzione.

Gli anarchici non si considerano avanguardia di nessuno, rifiutano qualsiasi tipo digerarchia o ‘potere decisionale’ che provenga dall’alto e la loro lotta e parte integrantedella mobilitazione di massa.

Qualche analogia, in questo senso, potrebbe sussistere con le tesi ispirate alla c.d. ‘se-conda posizione’ delle Brigate Rosse 15, fondate sull’imprescindibilita del dialogo con lemasse, l’avversione al militarismo fine a se stesso ed un uso piu ragionato, ‘politico’, dellearmi, che prevede azioni di basso profilo ad alto contenuto simbolico, vale a dire la pro-

411

14 Esponente di spicco della criminalita sarda, e rinchiuso nel carcere di Spoleto (PG) per reaticonnessi al sequestro di persona.

15 Espressione coniata per definire la corrente ‘movimentista’ delle B.R., che faceva capo aGiovanni Senzani.

Page 412: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

paganda armata (anche le azioni dirette degli anarchici privilegiano il valore simbolicodell’azione rispetto alla successiva rivendicazione politica).

L’irriducibile odio verso le avanguardie di tipo militarista e chiaramente percepibiledalle parole di Bonanno nella sua ‘‘Autodifesa al processo di Roma per banda armata,etc.’’ 16: Non e tanto che la mia immacolata coscienza di anarchico sia turbata dal fattoche qualcuno ha detto che potrei essere capo di una organizzazione, quanto che si possa pen-sare che tutto quello per cui ho combattuto negli ultimi trent’anni della mia vita sia ricon-ducibile a una striminzita, miserabile, ristretta condizione di banda armata. E questo chemi muove molto di piu allo sdegno. Una banda armata e cosa troppo piccola per racchiu-dere il mio desiderio di liberta, il mio desiderio di sconvolgere l’esistente.

Ed e lo stesso odio che muove gli anarchici di Rovereto (TN), subito dopo l’omicidioBiagi, a giustificare l’azione B.R. contro il comune nemico di classe, prendendo, al contem-po, le distanze dalla formazione brigatista, accusata di mirare esclusivamente al potere ed aldominio, in veste di direttivo e coscienza dello scontro sociale: la societa divisa in classi nonpuo passare attraverso il controllo di uno Stato, anche se questo Stato si chiama Operaio 17.

10. I Barbari di Crisso e Odoteo

D’altronde e da questi ambienti che hanno origine le piu recenti ed incisive contesta-zioni a tutte le ideologie di derivazione marxista-leninista, raccolte nell’opuscolo ‘‘Barba-ri L’insorgenza disordinata’’ 18, redatto da ‘‘Crisso e Odoteo’’ 19.

Il testo, redatto con largo uso di argomentazioni di carattere storico e filosofico, con-siste in una critica puntuale e articolata, nell’ottica anarchica, del volume di A. Negri eM. Hardt ‘‘Impero’’, definito fabbrica ontologica e macchina linguistica del nuovo sogget-to europeo rappresentato dal movimento ‘no-global’, con particolare riferimento all’areadei ‘Disobbedienti’.

Gli autori sostengono che, dopo la caduta del muro di Berlino (1989), l’Impero, or-mai privo di nemici esterni, si trova a dover salvaguardare la propria esistenza di fronte apericoli che nascono all’interno dei suoi stessi confini ad opera di quei sudditi che, restiia sottomettersi alle regole di omologazione del sistema, fomentano guerre civili e conflittisociali suscettibili di turbarne gli equilibri.

Per contrastare tali minacce l’Impero, da un lato mantiene intatta la sua funzione repres-siva, conferendo alle operazioni belliche la nuova veste di operazioni di polizia e, dall’altro, siserve di emissari (Negri e Hardt) che, mediante la solita stantia e spuntata arma intimidatoriadel terrorismo intellettuale, tentano di porsi come forza dimediazione fra le tensioni sovversivee le esigenze dell’ordine sociale, portando i movimenti nell’alveo istituzionale.

412

16 Edito nell’aprile 2000 a cura delle ‘‘Edizioni Anarchismo’’ — Catania.17 Nr. 12 (aprile 2002) della pubblicazione ‘‘Adesso-Foglio di critica sociale’’ — C.P. 45 —

Rovereto (TN).18 Pubblicato nel 2002 a cura delle ‘‘Edizioni NN’’ — Catania.19 Pseudonimi di Massimo Passamani, leader dell’area anarchica di Rovereto (TN) e Andrea

Ventrella, figura di rilievo dell’area anarchica torinese.

Page 413: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

DOCUMENTO 1A:L’EVERSIONE ANARCHICA

Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri - Sezione Anti-crimine di Roma

Roma, 19 dicembre 1994

Oggetto: Nota informativa di servizio ad uso interno relativa a una possibile attivita investigativada esperire sul conto dell’eversione anarchica

Da molto tempo diversi organi di Polizia Giudiziaria avevano piu volte denunciato l’esistenzasul territorio nazionale di una vasta organizzazione criminale con finalita eversive di matrice anar-chica, strutturata in modo composito, ordinata anche se non necessariamente con gerarchie di tipomilitare pur tuttavia ordinata con gerarchie almeno di fatto, la cui operativitae stata ipotizzata nel-l’ambito delle indagini espletate su ordine e per conto di alcune Procure della Repubblica Italiana,in special modo di quella di Firenze. Tali indagini, protrattesi nel corso degli anni, se hanno messoin luce l’altissima pericolosita sociale degli appartenenti al sodalizio politico-criminoso in oggetto,raramente hanno assunto tuttavia carattere probatorio di una certa rilevanza penale.

Gli sforzi delle A.G. sono stati il piu delle volte vanificati, mentre tale aggregazione eversiva hacontinuato a cercare proseliti attraverso la diffusione dell’ideologia insurrezionalista che ne e all’o-rigine, il cui esponente principale e da identificarsi in BONANNO Alfredo Maria. Ed e proprioper la riconosciuta pericolosita sociale intrinseca di tale ideologia basata sulla estremizzazione deiprincipi anarchici, che si ritiene urgente intensificare l’attivita investigativa ed esecutiva e metterein atto possibili procedure finalizzate ad arrestarla, per impedirne l’ulteriore pernicioso spargimen-to. Compito oggi reso piu agevole alla luce dei recenti avvenimenti che andiamo a prendere in con-siderazione.

Per prima cosa si cerchera ora di illustrare cronologicamente i successi riportati contro l’ever-sione anarchica negli ultimi venti anni, tenendo conto dell’evoluzione ideologica dell’area in esame.

Dobbiamo qui cominciare dallo smantellamento dell’organizzazione denominata ‘‘AZIONERIVOLUZIONARIA’’, resasi responsabile di una lunga serie di attentati, ferimenti, tentativi disequestro tra il 1976 e i primi anni 80; smantellamento coronato con i processi celebrati nel giugnodel 1982 a Firenze e nel gennaio del 1983 a Milano, che portarono alla condanna di numerosi mi-litanti di ‘‘A.R.’’ fra cui ricordiamo FAINA Gianfranco, GEMIGNANI Roberto, MELONI San-dro, MONACO Angelo, VALITUTTI Pasquale.

Per poter comprendere l’ideologia che muoveva il gruppo eversivo in esame, significative ap-paiono le affermazioni contenute in opuscoli e volantini di ‘‘A.R.’’. Secondo gli estensori: ‘‘Il mo-vimento non rinvia lo scontro alle classi ma lo assume in prima persona. L’azione e diretta.

Qualunque siano i risultati oggettivi, i risvolti soggettivi sono fondamentali. L’azione direttarende gli individui consci di se stessi in quanto individui che possono mutare il loro destino e ri-

413

Page 414: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

prendere il controllo della propria vita’’. Accanto alle sempre presenti critiche del capitalismo edelle sue conseguenze, gli estensori esortavano e propugnavano l’azione: ‘‘Quello che vogliamoe portare una critica distruttiva dello stato, attraverso l’uso della violenza rivoluzionaria, la lottaarmata, la propaganda del fatto. Vogliamo accelerare i tempi e allargare il fronte interno delloscontro per arrivare a una destabilizzazione dello Stato. [...] La critica delle armi e oggi l’unicaforza che puo rendere credibile qualsiasi progetto. Creare, organizzare 10 -100 -1.000 nuclei Ar-mati!’’

Un particolare interesse presentano gli aspetti organizzativi del gruppo, siccome l’approccio diAZIONE RIVOLUZIONARIA con gli altri movimenti rispecchia, a grandi linee, temi e formula-zioni che verranno ripresi successivamente dal noto BONANNO Alfredo Maria: ‘‘la nostra e unaorganizzazione rivoluzionaria in cui i vari gruppi di sono riuniti a livello locale, o dall’incontro divarie vicende personali, sulla base di una affinita tra le varie esperienze e concezioni dei compagni.

Gruppi d’affinita che mantengono la loro autonomia e liberta d’azione e in cui i rapporti tracompagni non sono di pura efficienza bensı caratterizzati da un massimo di conoscenza, intimita efiducia reciproca’’. Le medesime tematiche, gia care al gruppo terrorista guidato da FAINA Gian-franco, si possono ritrovare infatti negli scritti del BONANNO, che riprende i concetti di ‘‘gruppiinformali’’, di ‘‘unita autonome di base’’, di ‘‘strutture autogestite’’, dotate di un minimo di orga-nizzazione e di analisi politica, che nascono secondo la situazione e che richiamano alla ‘‘conflit-tualita permanente’’, alla ‘‘autogestione’’ e All’‘‘attacco’’, gratificato tramite l’‘‘Azione Diretta’’.

Giova inoltre ricordare che dall’enunciato di ‘‘AZIONE RIVOLUZIONARIA’’ emerge chia-ramente la forte polemica esistente all’interno del piu vasto movimento anarchico, accusato di es-sere ‘‘senza strategia e senza tattica’’. Allo stesso modo va ricordato quanto avvenuto a Forlı, du-rante il convegno anti-militarista tenutosi nel 1988, quando il BONANNO e gli altri appartenentiall’area insurrezionalista vennero tacciati di ‘‘terrorismo’’ ed estromessi dalla sala.

Ma se la cattura dei membri di ‘‘A.R.’’ ha rappresentato un duro colpo per l’eversione anar-chica, non ha comunque significato la sua scomparsa.

Dopo anni di relativa calma, dovuti senz’altro al bisogno di riorganizzare le proprie forze, ver-so la fine degli anni ’80 si e registrato una ripresa degli attentati di matrice anarchica, indirizzati inspeciale modo contro obiettivi dell’ENEL come i tralicci. Le indagini condotte all’epoca focaliz-zarono l?attenzione fin dal primo momento sulla frangia piu oltranzista del movimento anarchicodetta insurrezionalista, e facente capo proprio al predetto BONANNO Alfredo Maria.

Sul conto del BONANNO va precisato che gia nel rapporto giudiziario preliminare nr. 160/1datato 25.03.1980, del Nucleo Operativo del Gruppo Carabinieri di Firenze, il BONANNO ve-niva indicato quale appartenente ad ‘‘AZIONE RIVOLUZIONARIA’’, secondo le dichiarazionepoi rivelatesi insufficienti del collaboratore PAGHERA Enrico. In data 23 e 26.03.1980 venivanotratte in arresto, in esecuzione di altrettanti provvedimenti cautelari, 19 persone ritenute apparte-nenti all’organizzazione eversiva in questione. Tra queste figuravano BONANNO Alfredo Maria,WEIR Yean Helen, DI MARCA Carmela, RUBERTO Paolo, MARLETTA Salvatore, e CASA-MENTI Patrizia. Il BONANNO, la WEIR e il MARLETTA erano, inoltre, accusati di sei rapinein danno di notai bolognesi. Ma il 30.06.1980 il Giudice Istruttore del tribunale di Bologna dispo-neva la scarcerazione degli arrestati per insufficienza di indizi, ed il 03.04.1981 veniva emessa neiloro confronti sentenza di non doversi procedere per non aver commesso il fatto, per quanto ri-guardava le rapine e l’imputazione di banda armata.

Orbene, nel dicembre 1986, proprio sul numero 55 di ‘‘ANARCHISMO’’, la rivista di cui il

414

Page 415: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

BONANNO e il direttore responsabile, veniva pubblicato un articolo a firma di sedicenti ‘‘Ope-ratori Rivoluzionari’’ che forniva minuziosa istruzione corredata da illustrazione grafiche, su comesabotare un traliccio dell’ENEL. L’anno successivo, il 1987, iniziavano i primi attentati in dannodelle strutture dell’ENEL, solo in parte rivendicati. Attentati che continueranno anche negli anni aseguire e le cui perizie tecniche hanno permesso di stabilire che in piu di un’azione la tecnica usatadagli attentatori per tranciare le aste del traliccio coincide esattamente con quella citata nel sum-menzionato articolo.

Nel gennaio del 1987 sorgeva il mensile anarchico ‘‘PROVOCAZIONE’’ di cui il BONANNOfigurava come direttore, che sosteneva la necessita di portare ‘‘attacchi agli obiettivi piu semplici epolverizzati nel territorio’’ e che portera una seria frattura all’interno dell’anarchia proprio a causadelle differenti opinioni espresse sul tema dell’ecologia, intesa come lotta alle centrali nucleari (infor-mativa nr. 6915/126 datata 15.10.1992, della Sezione Anti-crimine di Firenze, allegata agli atti delproc. pen. nr. 796/92 e 274/92 R.G. della Procura della Repubblica presso il tribunale di Massa).

Proprio su ‘‘PROVOCAZIONE’’ e sulla rivista ‘‘ANARCHISMO’’ verra sviluppata la strate-gia di attacco alla Stato ed al capitale, strategia che vedeva la perpetrazione di atti di sabotaggio neiconfronti di ‘‘strutture minimali’’ come espresse BONANNO, quali azioni dirette immediate postein essere da ‘‘gruppi informali’’ di persone che nascono secondo la situazione e si richiamano alla‘‘conflittualita permanente’’.

Nell’anno 1988 venivano perpetrati, complessivamente, nr. 32 attentati in danno di struttureENEL, alcune dei quali rivendicati da anarchici.

Sul fronte delle indagini va rilevata solo la denuncia da parte della Questura di Forlı della giacitata CASAMENTI siccome sospettata di aver costruito assieme ad altri anarchici il movimento‘‘Figli della Terra’’, che aveva rivendicato alcuni di questi attentati ai tralicci. Denuncia che anchein questo caso non assumera rilevanza penale. In quell’occasione la DIGOS di Bologna ritenevaindividuare e segnalare a quell’A.G., per una possibile partecipazione al compimento di attentatiENEL perpetrati in quella provincia, altri soggetti gravitanti nell’area in esame risultati in contattocon la casamenti, tra cui figurava CAMPO Orlando, che gia aveva curato la distribuzione delleriviste ‘‘ANARCHISMO’’ e ‘‘PROVOCAZIONE’’ per conto del BONANNO, FANTAZZINI

Horst e Loris, e SCOPPETTA Maria Grazia.

Nel 1989 l’unico arresto registrato contro l?eversione anarchica e stato l’arresto del BONAN-NO Alfredo in flagranza di rapina aggravata, avvenuta in data 02.02.1989 in danno della oreficeriaGiuseppe PLEBANI, commessa in Bergamo in concorso con STASI Giuseppe.

Ma nel corso del medesimo anno venivano commessi, complessivamente, nr. 27 attentati indanno di impianti ENEL e strutture varie, di cui solo tre, avvenuti tutti il 19 maggio, venivanorivendicati con volantini anarchici. Nel corso del 1990 verranno invece perpetrati, complessiva-mente, nr. 28 attentati, ma tutti collocati nella palude della anonimita politica. In data05.12.1989 la Procura della Repubblica di Firenze ordinava una serie di perquisizioni personalie domiciliari nei confronti di CAMPO Orlando, LO VECCHIO Angela Maria, GIZZO Antonio,SASSOSI Emma, BARCIA Giovanni, BONANNO Alfredo, SCOPPETTA Maria Grazia, POR-CU Pierleone e RUBERTO Paolo, nell’ambito delle indagini per gli attentati ai tralicci. Le perqui-sizioni davano esito negativo. Nello stesso periodo CAMPO Orlando veniva sottoposto a fermo diP.G. poiche gravemente sospettato della rapina di Bergamo in concorso col BONANNO e lo

415

Page 416: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

STATI, ma successivamente scarcerato. Nell’ottobre del 1989 la Digos di Firenze segnalava al-l’A.G. competente anche SCROCCO Rose Anne come possibile responsabile degli attentati ai tra-licci, essendo stata ivi identificata in compagnia dei suddetti CAMPO Orlando, BARCIA Giovan-ni, LO VECCHIO Angela Maria nonche di tale DE BALSI Luigi.

Contro tutti questi soggetti non vennero raccolte indizi sufficienti da motivare la richiesta diemissione di ordinanze di custodia cautelare ma verranno presto implicati, assieme a GRAGO-RIAN Garagin, nelle indagini relative al sequestro SILOCCHI grazie alla identificazione di alcunidi loro avvenuta contestualmente all’arresto del noto PORCU Francesco, allorche il PORCU eraricercato per il sequestro di Esteranne RICCA. In data 23.06.1990 infatti il PORCU Francescove-niva tratto in arresto in Roma, via Giovannopoli nr. 65. Nel corso dell’operazione all’interno dellostabile dove il predetto si nascondeva, venivano identificati SCROCCO Anne Rose, LO VEC-CHIO Angela Maria, BARCIA Giovanni e CONDRO? Salvatore (v.d.s. foglio nr. 2050/61/B/89/1^/CRIM datato 25.06.1990 della locale Criminalpol). Tale circostanza fortuita asseconderail felice avvio e il conseguente esito delle indagini relative al sequestro di Mirella SILOCCHI, sor-retto dal rinvenimento nel maggio 1991 di un arsenale nella cantina di via Cristoforo Colombo nr.310 sita in Roma intestata a BAR>CIA Giovanni (informativa nr. cat A4/91/DIGOS datata12.05.1991 della locale DIGOS).

L’anno 1991 segnera una tappa importante per i successi ottenuti dalle forze di polizia controla struttura aggregativa di interesse. In data 19.03.1991 GREGORIAN Garagin veniva colpito damandato di cattura e in data 22.09.1991 anche CAMPO Orlando veniva tratto in arresto. Controdi loro la Corte d’Assise del Tribunale di Parma emettera in data 16.06.1993 sentenza di condan-na, comminando 22 anni di reclusione al CAMPO, l’ergastolo a GREGORIAN e alla SCROCCOAnne Rose (sottrattasi alla cattura con il BARCIA Giovanni, anch’egli ricercato). Per averne accla-rata la responsabilita nel sequestro di Mirella SILOCCHI, unitamente ad un gruppo criminale dimatrice sarda ed al gia citato DE BLASI Luigi, deceduto in data 24.08.1989 nell’esplosione diun’autobomba in via Prenestina a Roma. Il BARCIA verra invece assolto.

Anche nell’ambito delle indagini sugli attentati in danno alle strutture ENEL, l’unico parzialerisultato contro gli autori degli attentati si e avuto in data 05.11.1991, quando in localita ‘‘Cinqua-le’’ del comune di Montignoso (MS), due militati della locale Stazione Carabinieri traevano in ar-resto, dopo essere stati attinti da colpi di arma da fuoco, il noto terrorista svizzero CAMENISCHMarco (alias NAF Walter), gia pregiudicato per attentati dinamitardi commessi in danno di unacentrale elettrica e in danno di un traliccio dell’alta tensione ed evaso dal penitenziario di Regen-sdorf/Zurigo nel dicembre del 1981. In data 17.04.1993 il CAMENISCH Marco veniva condan-nato ad anni 12 di reclusione per detenzione e porto di arma da fuoco ed esplosivi, lesioni aggra-vate nonche per l’attentato avvenuto l’11.07.1991 al traliccio ENEL sito in Montignoso.

Cio nonostante gli attentati ai tralicci continueranno ancora negli anni successivi, sempre senzaalcuna rivendicazione, e senza che le indagini effettuate diano qualche risultato.

Ed e proprio dal 1991, anche a seguito dell’arresto del predetto FANTAZZINI Horst e delnoto TESSERI Carlo (avvenuto il 03.01.1991 per rapina), che non si avevano piu riscontri positivinella lotta all’eversione di matrice anarchica, che invero ha ripreso vivacita con gli attentati incen-diari contro le sedi STANDA delle citta di Firenze, Brescia, Trento, Modena, Roma, e Milanocommessi in data 01.07.1994, e quelli di Verona del 2 e 4 luglio successivi rivendicati dagli anar-chici.

416

Page 417: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Come su accennato, a conclusione di piu fasi investigative, il BONANNO Alfredo Maria e ri-

sultato essere figura di particolare rilievo del movimento anarchico, e piu in particolare della sua

frangia insurrezionalista, redattore responsabile della rivista ‘‘ANARCHISMO’’, del mensile‘‘PROVOCAZIONE’’ e piu recentemente del settimanale ‘‘CANE NERO’’, nonche autore di nu-

merosi articoli pubblicati sul periodico ‘‘G.A.S.’’. Gia successivamente al 1988 si e assistito allanascita di iniziative di propulsione dell’ideologia in esame, quali la costituzione di nuovi centri so-

ciali autogestiti ed all’evoluzione, in senso anarchico-insurrezionalista, di quelli gia esistenti, che si

pongono come punto di coagulo ed elaborazione delle istanze piu radicali del pensiero anarchico.In tale contesto numerose sono le iniziative realizzate da quest’area nel sociale, che culminano in

attivita di denuncia/protesta di vario genere, tra cui danneggiamenti ed occupazioni di immobili.Manifestazioni di un coacervo antagonista che, anche per il carattere estremamente composito dei

partecipanti, non travalicano il livello di ‘‘allerta sociale’’, rientrando in un livello di contestazione

palese e pubblico. Dette attivita, quindi, pur determinando potenziali tensioni per l’ordine pubbli-co, non comportano, di per se stesse, un pericolo per le Istituzioni dello Stato, ma costituiscono

non di meno un primo passo verso il compimento di attivita delittuose.

A questo proposito si ritiene opportuno evidenziare che, nel periodo seguente gli arresti avve-

nuti in provincia di Trento lo scorso settembre (di cui parleremo successivamente), si e assistito al

proliferare di attivita di solidarieta nei confronti degli imputati in questione.Queste si sono estrinsecate, oltre che con la presenza fisica di simpatizzanti alle udienze pre-

liminari, anche con incontri organizzati presso i vari centri sociali presenti sul territorio nazionale,con la pubblicazione di articoli su periodici dell’area, quale ad esempio ‘‘CANE NERO’’, con la

diffusione di volantini e stampati e con la costituzione di un ‘‘COMITATO DIFESA ANARCHI-

CI’’, associazione finalizzata a sostenere dal punto di vista giuridico e finanziario tutti gli anarchicicoinvolti in questioni giudiziarie, intestata al noto ANZOINO Mario di Torino.

Attivita queste senz’altro lecite, ma che si puo affermare rappresentino l’anticamera del crimi-ne, come dimostrato dalla presenza del BARCIA e dello STASI alle udienze del processo VALA-

STRO, dalla presenza dello STRATIGOPOULOS alle udienze del processo BONANNO e STA-

SI e infine dalla presenza del GUGLIARA alle udienze del processo CAMENISH.

All’interno di questa realta antagonista, nel tempo, si e rilevata una estremizzazione della pro-

testa con una conseguente recrudescenza del livello qualitativo delle azioni. Si e pervenuti di fronte

ad una progettualita eversiva realizzata attraverso azioni delittuose e sostenuta da una radicalizza-zione dei contenuti sovversivi della produzione editoriale di propaganda, che si manifesta median-

te la stampa di volantini, documenti, e periodici alternativi, a circolazione interna tra cui la rivista‘‘ANARCHISMO’’ diretta dal predetto BONANNO, il giornale ‘‘PROVOCAZIONE’’ a cui col-

laboravano attivamente anche RUBERTO Paolo, PORCU Pierleone, SCOPPETTA Maria Grazia

e GIZZO Antonio, il settimanale ‘‘CANENERO’’ che risulta stampato come supplemento alla ri-vista ‘‘ANARKIVIU’’, il cui direttore responsabile si identifica in CAVALLERI Costantino, presso

l’abitazione del MOREALE Stefano, coredattore unitamente alla SCOPPETTA, al BONANNO,al PASSAMANI Massimo di Rovereto e alla RANERI Rosa Gabriella, e il periodico ‘‘GAS Grup-

po Anarchici Spaziali’’, il cui direttore responsabile e il DI GIOVANNI Severino (in via di iden-

tificazione) e la cui distribuzione viene curata dal MANTELLI Guido. Per cio che attiene la pub-blicistica dell’area, bisogna notare che non c’e il ben che minimo accenno al dialogo con le istitu-

zioni, anzi vi si rileva un inasprimento del carattere irriducibilista dell’ideologia che si estrinsecacon una pericolosa attivita di istigazione e di apologia dei reati strumentali al conseguimento

del fine di eversione dell’Ordinamento Costituzionale.

417

Page 418: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

In questo contesto si colloca l’azione propulsiva del BONANNO, tesa a costituire, all’internodella manifesta e piu ampia area in esame, una organizzazione rivoluzionaria anarchica oltranzi-stainsurrezionalista che, per quanto attenuata dall’iniziativa lasciata ai singoli, si pone tuttavia inuna inevitabile posizione di contrasto con la dottrina anarchica classica. Si tratta quindi di aggre-gare, in un livello occulto e compartimentato, tutti quei soggetti i quali, pur continuando una pa-lese attivita politica all’interno del movimento antagonista, partecipando a manifestazioni, incontri,dibattiti, contestualmente si organizzano e si strutturano per compiere attivita criminose.

Le analogie tra i principi ideologici e le linee organizzativo-programmatiche che sostenevanoall’epoca ‘‘AZIONE RIVOLUZIONARIA’’ e le formulazioni del BONANNO, espresse nella re-lazione pubblicata sul nr. 72 della rivista ‘‘ANARCHISMO’’ del maggio 1993, in seguito ad inter-venti pubblici effettuati in Grecia nel gennaio 1993, risultano sintomatiche nella teorizzazione del-l’organizzazione rivoluzionaria anarchica insurrezionale strutturata in ‘‘gruppi di affinita’’, ‘‘nucleidi base’’ e ‘‘coordinamenti’’, costituiti ‘‘da un numero non molto esteso di compagni, legati assie-me da una approfondita conoscenza personale’’. Il campo di azione di tali strutture e costituitodalle lotte di massa che, se pur caratterizzato da un aspetto intermedio e non direttamente ed im-mediatamente distruttivo, devono tener sempre presente lo scopo finale che resta comunque quel-lo dell’‘‘attacco’’ al nemico di base, individuato in ogni singola struttura, individui ed organizza-zioni dello Stato e del capitale.

In cio vi e una coerente, intima pericolosita per l’ordine costituzionale e sociale del nostro Sta-to, che non puo assolutamente venir ulteriormente tollerata.

Si ritiene per questa ragione opportuno evidenziare l’iter investigativo ed esecutivo avviato dalsettembre 1994 in seguito all’arresto per rapina aggravata di cinque appartenenti all’area sovver-siva di interesse e sollecitato anche da alcuni elementi di fatto (informativa nr. 148/6 di prot.llo del15.11.1994) accertati nel corso delle indagini successivamente esperite dalla locale Sezione Anti-crimine. Nella mattinata del 19 settembre 1994, veniva perpetrata una rapina ai danni dell’istitutodi credito Cassa Rurale di Serravalle-Chizzola, frazione di Serravalle di Ala (TN). Nell’immediatez-za del reato, l’Arma di Rovereto (TN) traeva in arresto BUDINI Antonio, TESSERI Carlo, STRA-TIGOPOULOS Christos, WEIR Yean Helen e TZIOUTZIA Evangelia. Tutti gli arrestati eranonoti per essere legati all’ideologia anarchica, e in particolare si fa notare come il BUDINI sia statogia implicato in passato nelle indagini di P:G: relative alle bande armate ‘‘AZIONE RIVOLUZIO-NARIA’’ e ‘‘C.O.L.P’’ e risulti convivente con RICCOBONO Giuseppina, gia legata sentimental-mente al noto GEMIGNANI Roberto, latitante in Francia perche appartenente ad ‘‘A.R.’’. il TES-SERI sia stato gia condannato per una rapina commessa in concorso con FANTAZZINI Horst eCAMPO Orlando, nonche sia stata rinvenuta in una cantina da lui acquistata una impronta papil-lare del GREGORIAN Garagin. Lo STRATIGOPOULOS sia stato identificato nel corso del pro-cesso contro BONANNO e STASI. Infine va notato come la WEIR sia la moglie del predetto BO-NANNO Alfredo Maria. In data 30.09.1994, il Tribunale di Rovereto, con rito direttissimo, emet-teva la sentenza di condanna ad anni 6 di reclusione per TESSERI Carlo, e ad anni 5 di reclusioneper BUDINI Antonio, STRATIGOPOULOS Christos, WEIR Jean Helen. La TZIOUTZIAEvangelia veniva assolta e scarcerata.

Codesta Sezione Anti-crimine, in relazione al coinvolgimento del TESSERI Carlo, avviava at-tivita di controllo nei confronti di alcune persone con lui in contatto. L’attivita di osservazione con-sentiva di individuare un gruppo di persone collegate alla ex moglie del TESSERI, LO FORTECristina, e successivamente identificati in GIZZO Antonio, SASSOSI Emma, intestataria delle

418

Page 419: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

‘‘Edizioni Anarchismo’’, NAMSETCHI Mojdeh, legata sentimentalmente e convivente col TES-SERI Carlo, ANDREOZZI Tiziano e GUGLIARA Salvatore.

In particolare, il giorno 10.10.1994 in largo degli Osci, un’autoradio del locale Nucleo Radio-mobile procedeva al controllo del GUGLIARA Salvatore, dell’ANDREOZZI Tiziano e del GIZ-ZO Antonio. Durante il controllo all’interno di un borsone asseritamente di proprieta del GU-GLIARA Salvatore, veniva rinvenuto materiale esplodente, la fotocopia di un foglio recante leistruzioni per il confezionamento di un ordigno esplosivo ad innesco chimico, materiale documen-tale ideologico riconducibile all’anarchismo, nonche una agendina telefonica nel cui ultimo foglioera stata disegnata a penna una pianta indicante la caserma ‘‘Guido Reni’’ che ospita la SezioneVolanti della Polizia di Stato della Questura di Roma. Considerate le acquisizioni investigativeemerse, accertati i rapporti intercorrenti tra il GUGLIARA Salvatore e le altre persone in esame,tenuto conto della presenza, tra il materiale ideologico, dei volantini di solidarieta per gli anarchiciresponsabili della rapina di Serravalle Chizzola (TN) nonche del breve periodo di tempo trascorsodalla celebrazione del processo dinanzi al Tribunale di Rovereto (TN), si puo ben ipotizzare chefosse in preparazione un attentato dinamitardo ritorsivo contro la Polizia di Stato.

Tenuto conto di quanto precede, la locale Sezione Anti-crimine decideva di incrementare lasua attivita di controllo dei soggetti fino a quel momento identificati. Fin da subito l’attenzionesi e focalizzata sulla NAMSETCHI Mojdhe, legata sentimentalmente col TESSERI Carlo, nataa Teheran il 9.09.1974, e denunciata dalla Polizia Ferroviaria di Roma, unitamente al TESSERIil 16.01.1994, alla Procura presso la Pretura di Orvieto per violazione dell’art. 347 e 465, per averalterato la data di emissione e di scadenza del biglietto ferroviario.

A differenza degli altri personaggi gia citati la NAMSETCHI non sembra essere connessa al-l’anarchismo.

Non ha quindi alcun vincolo ideologico che la saldi agli altri sospettati. Inoltre dopo l’arrestodel TESSERI, la sua disponibilita economica e venuta meno poiche, nel contesto delle attivita diosservazione in parola, si e potuto accertare che la NAMSETCHI ha iniziato ad intrattenere iclienti di un locale notturno sito in Cerenova (Civitavecchia) dalle 22.00 di sera fino alle 04.00del mattino. Dalla valutazione di questi elementi il personale di codesta Sezione A.C. ha decisodi avviare contatti con la NAMSETCHI, in vista di una sua possibile collaborazione con gli ope-ratori dell’Arma. L’incarico e stato espletato dal Nucleo Operativo di Civitavecchia ed ha avutoimmediato riscontro. Come previsto, la NAMSETCHI ha palesato non avere alcuna propensioneper le ideologie anarchiche ed ha ammesso di attraversare un periodo difficile, dichiarandosi di-sponibile a fornire qualsivoglia contributo alle acquisizioni dell’A.C.. Si apre a questo punto la pos-sibilita di cristallizzare infine tutte le indagini condotte sul conto dell’eversione anarchica negli ul-timi dieci/quindici anni, che fino ad ora non avevano dato risultati soddisfacenti in sede penale.

Si ritiene doveroso far presente come il legame sentimentale che unisce la NAMSETCHI alTESSERI e la responsabilita del suddetto TESSERI nella rapina di Rovereto che vede sua correala WEIR Jean, moglie del BONANNO Alfredo, permettono di delineare un quadro di indagini damettere a profitto. In particolare si delinea la probabilita di agevolmente operare pressione sullaNAMSETCHI, riconosciuta elemento vulnerabile e psichicamente duttile, affinche la predetta de-ponga su fatti di natura criminale commessi dal TESSERI e da altri anarchici, fra cui il BONAN-NO.

Se la testimonianza a carico non dovesse assumere sufficiente carattere probatorio, si puo ipo-tizzare una chiamata di correita, secondo un metodo gia collaudato in altri procedimenti da diverseA.G., assicurando come da consuetudine alla NAMSETCHI l’applicazione del programma di pro-

419

Page 420: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

tezione per i collaboratori di Giustizia. Si permette di suggerire l’ambientazione di attivita crimi-nali come rapine nella zona di Trento, dove il TESSERI, la WEIR, il BUDINI e lo STRATIGO-POULOS sono gia stati condannati per il medesimo reato, elemento questo che costituisce in sesignificativo precedente in ambito penale.

Il successivo riconoscimento del tribunale giudicante la legittimita della NAMSETCHI per-metterebbe di ipotizzare il reato di banda armata o anche solo di associazione sovversiva per tuttigli anarchici, gia identificati come partecipanti del sodalizio criminoso e legati alle ideologie insur-rezionaliste del BONANNO, portando come elementi a carico determinanti le dichiarazioni resedalla NAMSETCHI.

Alla luce di quanto riferito, si ritiene opportuno puntualizzare alcuni aspetti di primaria impor-tanza.

Un’associazione si costituisce in quanto piu soggetti convengono di recare un contributo invista di uno scopo comune che si realizza attraverso la consumazione di diversi reati, ritenuti utilisia politicamente, come gli attentati, sia materialmente, per la sopravvivenza del gruppo, come lerapine e i sequestri di persona. Nel caso in esame, lo scopo comune accettato dagli associati e quel-lo dell’attacco allo Stato e al capitale, cosı come enunciato e propugnato dal BONANNO e daglialtri appartenenti dell’area insurrezionalista. La scelta e la delineazione degli obiettivi da colpireper il raggiungimento dello scopo ultimo, costituiscono una delle multiformi attivita di program-mazione che, in questo caso, si risolve in un evidente concorso psichico nei singoli attentati dove, aldi la delle singole, materiali responsabilita individuali, si ritrovano sia una pluralita di agenti, legatidal vincolo della volonta di cooperare alla commissione del reato, sia l’esecuzione dell’elementooggettivo del reato da parte di taluno dei concorrenti, sia, infine, il contributo causale alla verifi-cazione del fatto che puo avvenire, come nel caso degli attentati ai tralicci, anche nelle forme delladeterminazione degli obiettivi e dell’istigazione, entrambe presenti nella strategia eversiva enuncia-ta dal BONANNO.

E chiaro che una organizzazione con finalita politiche, una volta ripudiato il metodo democra-tico e scelto quello della lotta armata, dovra commettere una serie di reati necessari per la soprav-vivenza e l’operativita di una organizzazione armata e segreta. Sono questi presupposti fondamen-tali gia percepiti del BONANNO nella sua analisi del ‘‘lavoro del rivoluzionario’’, pubblicata nelgennaio 1988 sul nr. 59 di ‘‘ANARCHISMO’’, nella quale definiva privo di senso quel progettorivoluzionario privo dei ‘‘mezzi necessari’’ per renderlo significativo.

In definitiva, per quanto le attivita di acquisizione probatoria esperite nel corso di questi annidai vari organi di P.G. non forniscano oggettivi elementi sufficienti per l’individuazione materialedei responsabili degli attentati di matrice anarchica, si puo presuntivamente ritenere che siano staticommessi da soggetti gravitanti nell’area in esame, con il concorso quanto meno psichico di tuttigli altri appartenenti. Come gia accennato in precedenza, per quanto la manifestazione pubblicadell’ideologia insurrezionalista non costituisca in se un illecito, e possibile ritenerla tuttavia dinon comune capacita criminogena, tale quindi da giustificare un procedimento giudiziario nei con-fronti di tutti i suoi simpatizzanti.

Alla luce di quanto sopra, si reputa di primaria importanza l’espletamento di un lavoro inve-stigativo di prevenzione, da realizzare sull’intero territorio nazionale, finalizzato alla individuazionedegli attuali contatti e frequentazioni tra i presunti appartenenti alla struttura organizzativa di in-teresse ed alla acquisizione degli elementi utili al completamente del quadro probatorio nei con-

420

Page 421: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

fronti degli affiliati. Tutti i soggetti gia identificati come legati a vario titolo all’area eversiva in que-stione potranno cosı confluire all’interno di codesta indagine investigativa. I risultati di simile at-tivita investigativa dovranno poi concordarsi e intrecciarsi con quelli di varie vicende giudiziarie,episodicamente assoggettate a diverse competenze ma in realta originate in sostanza dalla stessarealta ideologica. Tanto piu che anche eventuali responsabilita su fatti delittuosi incipienti potran-no costituire ulteriore prova delle finalita della organizzazione insurrezionale anarchica in esame edella attribuzione di responsabilita personali per i fatti reato, oggetto delle indagini in via di pro-gressione.

Si reputa urgente e necessario, altresı, al fine di impedire il progredire della progettualita sov-versiva in esame, l’intensificazione dell’attivita di osservazione e controllo nei centri sociali e neinoti punti di aggregazione sovversiva, ricorrendo ove si ritenga necessario a sollecitazioni diversi-ficate da esercitare su talune persone gravitanti nei predetti luoghi di incontro. E ormai accertatoinfatti, considerate le acquisizioni investigative fin qui emerse e tenuto conto dell’impunito prose-guito, tra l’altro, dell’attivita di proselitismo che i predetti continuano a svolgere per conquistarenuovi simpatizzanti, che si tratta di fare il possibile per impedire all’eversione anarchica di portareavanti il proprio ambiguo progetto insurrezionale. E questo il compito che siamo chiamati adespletare nel prossimo periodo temporale, in armonia con l’A.G. che sara competente.

Accertamenti ed annotazioni a cura del Cap. V. Pagliccia, M.C. A. Costantini, M.C. G.F. Fi-notti, M.O. F. Brizzi e Brigg. A. Miserendino, M. Sorrenti e E. Guida.

Il Ten. Colonnello Comandante della Sezione Rosario Narimpietri

421

Page 422: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6. DOCUMENTO N. 2INFILTRATI E GUERRA PSICOLOGICA

SCONFISSERO LE PANTERE NERE

Informatori a pagamento, infiltrazione di agenti per fomentare liti interne, omicidi,blitz a ripetizione e spregiudicato uso dei mezzi di informazione: operando con questimetodi, al confine della legalita, fra la seconda meta degli anni Sessanta e l’inizio dei Set-tanta, gli agenti dell’FBI misero fuori combattimento le ‘‘Pantere Nere’’ ovvero l’orga-nizzazione di militanti afroamericani che si proponeva di sovvertire l’ordine pubblico.Il precedente delle ‘‘Pantere Nere’’ viene studiato dalla comunita di intelligence ameri-cana in quanto presenta alcune analogie con il pericolo posto dalle cellule di terroristiislamici sul fronte interno: oggi, come allora, il pericolo viene da gruppi di cittadini ame-ricani che, accomunati da forti motivazioni ideologiche, operano in maniera organizzatasul territorio nazionale, ponendo gravi minacce alla sicurezza collettiva, e puntano sulleopere di beneficenza per rafforzarsi sul territorio e reclutare nuovi seguaci.

1. Il partito delle Pantere Nere

Il Black Panther Party for Self-Defence (Partito delle Pantere Nere per l’Autodifesa)nasce nell’autunno del 1966 a Oakland, in California, per iniziativa di tre militanti na-zionalisti neri rivoluzionari — Huey Newton, Bobby Seale e Richard Aoki — coautoridi un programma in dieci punti che si propone come obiettivo politico la totale autono-mia degli afroamericani e legittima l’uso della violenza per proteggersi dai soprusi deibianchi. Ideologi della black liberation, i tre fondatori rifiutano l’approccio di MartinLuther King favorevole all’integrazione nella societa americana e perseguono inveceuno scontro frontale con quella che definiscono la ‘‘struttura di potere razzista bianco’’.

Se Martin Luther King e non-violento, le Pantere Nere si organizzano in cellule diautodifesa richiamandosi agli scritti di Malcom X in cui si invocava la sollevazione delleminoranze ‘‘con tutti i mezzi necessari’’.

Cio che aiuta le Pantere Nere a reclutare e il risentimento della comunita afroame-ricana per gli atteggiamenti razzisti della polizia definita ‘‘forza di occupazione’’: nel1966 appena 16 dei 661 ufficiali di polizia di Oakland sono afroamericani mentre i di-sordini che avvengono da Los Angeles a Birmingham, Alabama, hanno come sfondo glieccessi degli agenti nei confronti dei neri, soprattutto nei quartieri poveri.

Al fine di far fronte a tali eccessi le Pantere Nere organizzano pattuglie di volontari— le Copwatch — che seguono a distanza i poliziotti per sorvegliarne i comportamenti.

Spesso i volontari sono armati e gli scontri con gli agenti causano numerose vittime.

422

Page 423: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Questi episodi spingono i Dipartimenti di Polizia a moltiplicare l’assunzione di agentiafroamericani che, con il passare del tempo, diventano decisivi nel fronteggiare i militan-ti armati nelle strade. Nel 1972, quando le Pantere Nere cessano di esistere come gruppoorganizzato, nei piu importanti Dipartimenti di Polizia d’America non c’e piu spropor-zione fra il numero di agenti bianchi ed afroamericani.

Altra caratteristica delle Pantere Nere e, sin dalla fondazione, l’impegno nelle comu-nita piu povere dei maggiori centri urbani — dalla California a Chicago, a New York —per distribuire cibo, vestiti, aiuti di ogni tipo e spesso anche lezioni gratuite nelle scuole,al fine di diffondere idee e programmi del ‘‘nazionalismo nero’’ il cui obiettivo e raggiun-gere la ‘‘totale indipendenza sotto la protezione delle Nazioni Unite’’ ed arrivare cosı adecomporre gli Stati Uniti.

2. I cinque pilastri del Cointelpro

Nell’agosto del 1967 l’FBI ricorre al programma segreto denominato Cointelpro(Counter Intelligence Program) per neutralizzare tutti i gruppi del nazionalismo neroe l’anno seguente il direttore dell’FBI, Edgar Hoover, definisce le Pantere Nere come‘‘la piu grave minaccia alla sicurezza interna della nazione’’ perche ‘‘si tratta di militantiformatisi sugli insegnamenti marxisti-leninisti e dei comunisti cinesi che aggredisconoagenti di polizia e girano negli Stati Uniti per diffondere un vangelo di violenza non solonei ghetti ma anche fra gli studenti dei college, delle universita ed anche dei licei’’.

Con l’obiettivo di smantellare queste cellule l’Fbi vara nell’ambito del Cointelpro unpiano di intervento senza precedenti, il cui fine e di sfruttare la stessa violenza delle Pan-tere Nere per neutralizzarle.

Sono cinque le direttive d’azione prescelte: infiltrare agenti ed informatori non soloper spiare gli attivisti politici ma per minare l’unita delle cellule, spingendole a combat-tersi fra loro; diffondere false notizie tanto con lettere e telefonate anomine che con ar-ticoli sui giornali; sfruttare ogni cavillo legale per rendere la vita impossibile agli attivisti;istigare la violenza fra le Pantere Nere e gli altri gruppi militanti; organizzare irruzioni edarresti al fine di decimare l’organizzazione.

3. La guerra dell’FBI

Il metodo scelto e quello di ‘‘intensificare il grado di animosita’’ tra le Pantere Nere ei gruppi rivali, come ad esempio i Blackstone Rangers diChicago, inviando lettere ano-nime che svelano complotti, agguati ed intrighi.

Il fine e di spingere i Rangers a vendicarsi attaccando i leader delle Pantere Nere in-nescando cosı una guerra per bande capace di decimareentrambe le fazioni.

Qualcosa di simile avviene anche nella California del Sud dove l’FBI usa le lettereanonime per insinuare sospetti fra i ranghi delle Pantere Nere: alcune missive contengo-no vignette che ironizzano sui leader piu in vista mentre altre fomentano i dissidi con ilgruppo rivale degli United Slaves.

423

Page 424: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Il risultato e uno scontro fra gang che porta all’eliminazione di quattro capi delle lo-cali Pantere Nere, da parte degli United Slaves nell’area di San Diego, con gli agenti fe-derali impegnati a monitorare ogni singolo scontro ma senza mai intervenire.

Quando fra il 1975 ed il 1976 la commissione Intelligence del Senato di Washingtonconduce l’inchiesta sul ‘‘Programma segreto dell’FBI per distruggere le Pantere Nere’’ ladeposizione del vicedirettore dell’FBI, James Adamas, esclude che siano mai state adot-tate decisioni per ‘favorire la violenza’ ma in realta cio che i lavori del Congresso svelanoe tutt’altro.

Nel maggio del 1970, ad esempio, documenti dell’FBI di Los Angeles provano chegli agenti ritenevano di poter capitalizzare dalla reciproca ostilita fra i gruppi nazionalistineri e dal dilagare delle lettere anonime. E non era che la cima dell’iceberg.

L’FBI non lesina mezzi per spingere i diversi gruppi nazionalisti a farsi la guerra: gra-zie agli informatori si fanno circolare false notizie su rivalita inesistenti e si diffondonoelementi di disaccordo fra i leader mentre in alcuni casi ai membri della gang al soldo de-gli agenti viene letteralmente ordinato di eliminare le Pantere Nere con esecuzioni mirate.

L’ufficio dell’FBI a San Diego sperimenta una nuova tattica: prima spinge gli UnitedSlaves ad uccidere due membri delle Black Panthers e poi fa arrivare a casa di altre Pan-tere Nere vignette ironiche sugli assassinati firmate proprio dagli United Slaves.

Il fine e accelerare quanto possibile la gang war e quando occasionalmente i rivaliconcordano delle tregue — come avviene nella California del Sud nel 1969 — arrivasempre un nuovo omicidio a ravvivare le tensioni dormienti.

Da un memorandum della polizia di San Diego, del 18 settembre 1969, trapela unacerta soddisfazione: ‘‘Omicidi, agguati ed un alto tasso di violenza continuano a preva-lere nell’area del ghetto a sud-est di San Diego ed un’importante parte di questa situa-zione di rivolta e attribuibile al nostro programma’’.

A rivelarsi ‘‘produttive’’ sono in primo luogo le vignette che vengono diffuse sottoforma di volantini o graffiti sui muri: illustrano tradimenti, inefficienza, complicitacon la polizia e nel complesso pungono l’orgoglio tanto delle Pantere Nere che degliUnited Slaves, spingendoli nel baratro di una faida infinita e letale.

E lo stesso schema operativo che viene applicato a Chicago, dove i rivali delle Pan-tere Nere sono i Blackstone Rangers: il 18 dicembre del 1968 uno scontro frontale se-guito ad un agguato si conclude con l’arresto di 17 militanti dei due gruppi. Otto giornidopo i leader rivali provano ad incontrarsi per siglare il cessate il fuoco ma e un infor-matore dell’FBI a far fallire il tentativo.

La stessa tattica si ripete in altre citta americane ed il risultato e un indebolimentocomplessivo delle Pantere Nere, obbligate a difendersi da piu gang rivali contempora-neamente. E a questo punto che Hoover sovrappone alle attivita gia in corso il tentativodi trasferire le rivalita ed i dissensi all’interno delle stesse Pantere Nere.

Nel marzo del 1969 l’FBI recapita ai capi di Chicago delle lettere anonime in cui siafferma che un certo gruppo di militanti vuole disertare e contemporaneamente a SanDiego sono delle telefonate anonime a denunciare alcune Pantere Nere come degli‘‘agenti della polizia’’ mentre a Los Angeles un’ondata di arresti mira a far allontanaredal partito le reclute piu giovani ed inesperte.

424

Page 425: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

La detenzione di Huey Newton in un penitenziario della California serve per far or-ganizzare all’FBI una falsa corrispondenza con i rappresentanti delle Pantere Nere in Al-geria, Francia e Scandinavia al fine di delegittimare i gruppi all’estero.

Spesso i militanti sospettano che dietro dispute, false notizie — come l’alleanza conalcune associazioni di omosessuali — e rivalita ci sia la mano della polizia ma l’assenza diprove concrete e le difficolta nelle comunicazioni non giovano alla tenuta del grupponazionalista nero. I colpi piu duri vengono messi a segno grazie agli informatori.

Nel maggio del 1969 Alex Rackley, 24enne membro del gruppo di New York, vienetorturato ed ucciso dai suoi compagni perche sospettato di essere un informatore e neldicembre seguente i federali fanno irruzione nella notte nella casa di Chicago di FredHampton, principale organizzatore cittadino, mentre tutti i presenti sono addormentatiessendo stati drogati dall’informatore William O’Neal.

Hampton viene ucciso, al pari della sua guardia del corpo, mentre altri vengono tra-scinati in mezzo alla strada e malmenati.

L’altro pilastro del Cointelpro sono le attivita per la distruzione dell’immagine pub-blica delle Pantere Nere: attori, cantanti e uomini d’impresa che si erano espressi in pub-blico a loro favore vengono contattati, convocati nei commissariati ed ammoniti sui ri-schi di complicita con ‘‘gruppi criminali’’ cosı come alle Chiese che avevano ospitatoeventi di beneficienza viene chiesto di cessare ogni sostegno al fine di ‘‘garantire la sicu-rezza di chi frequenta le funzioni religiose’’.

Decimato da arresti, omicidi e defezioni il partito delle Pantere Nere continua adavere nel proprio giornale un punto di forza ed e cosı che nel maggio del 1970, gli ufficidell’FBI di Chicago, Los Angeles, Miami, Newark, New Haven, New York e San Diegolanciano un’operazione congiunta per sabotare una circolazione che supera le centomilacopie e puo raggiungere le centoquarantamila.

E la sede di San Diego che scopre come il giornale Black Panther gode di esenzionifiscali non dovute: una volta abolite, il nuovo peso finanziario viene aggravato da unatassa ‘‘raramente adoperata’’ che impedisce di svolgere attivita commerciali in aree resi-denziali.

A cio si aggiungono le pressioni sulla United Airlines — la compagnia aerea che tra-sporta il giornale — affinche faccia pagare a Black Panther il costo piu alto possibile perla spedizione di pubblicazioni. L’effetto si sente dopo pochi mesi: diminuiscono le copiestampate e quelle distribuite.

Ma non e ancora il colpo del ko e cosı Hoover muove un’altra pedina, riuscendo at-traverso articoli di stampa, a mobilitare il sindacato dei distributori dei giornali affincherifiuti del tutto di consegnare Black Panther. Per reagire i militanti si affidano alle radiomentre i leader fondatori come Seale si lanciano in tournee di comizi, ma nel primo casol’FBI riesce a far trasmettere in ritardo i programmi registrati mentre nel secondo spessoavvengono attentati dinamitardi, i cui autori riescono sempre a dileguarsi.

L’ultima stretta dell’FBI, fra il 1971 ed il 1972, arriva attraverso la cooperazione con iDipartimenti di polizia: l’obiettivo e pedinare ossessivamente i membri rimanenti dellaPantere Nere fino a quando non incorrono in banali violazioni di legge — a cominciare

425

Page 426: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

dalle infrazioni del traffico — per fermarli ed arrestarli in continuazione, mettendoli sot-to una crescente pressione psicologica.

Decimate dagli arresti, lacerate dalle liti interne ed oberate da costi crescenti, le PantereNere vengono abbandonate da molti militanti che preferiscono unirsi al Black LiberationArmy mentre altri — come nel caso di Eldgride Cleaver — si spostano su posizioni piu mo-derate decretando di fatto la fine dell’organizzazione originaria che aveva avuto il piu altomomento di popolarita durante i Giochi Olimpici del 1968 quando i velocisti afroamericanisul podio della premiazione avevano alzato i pugni al cielo in segno di protesta.

Maurizio Molinari

426

Page 427: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7. DOCUMENTO N. 3RAPPORTO SULL’ESTREMISMO DEL 25 AGOSTO 2004

1. Il concetto di estremismo

Con il termine di estremismo si indicano qui di seguito i movimenti politici che ri-fiutano i valori della democrazia liberale e dello Stato di diritto. Il presente rapporto ri-prende percio la definizione adottata nel nostro rapporto del 1992. Questa breve defi-nizione e qui di seguito esemplificata.

2. Estremismo, rifiuto dell’ordine democratico-liberale

In generale si definiscono estremisti i movimenti, i partiti, le idee, le attitudini e icomportamenti che rifiutano lo Stato democratico costituzionale, la separazione dei po-teri, il sistema di partiti pluralistico e il diritto all’opposizione. Alla discussione politicagli estremisti preferiscono la suddivisione tra amico e nemico e di conseguenza rifiutanocategoricamente le opinioni e gli interessi altrui, credendo in determinati obiettivi o co-stanti socio-politiche apparentemente inconfutabili.

Gli estremisti non si definiscono come tali. Spesso sfruttano per i loro fini le conqui-ste dell’ordine democratico-liberale, contro cui si oppongono, quali la liberta d’opinione,di stampa, di religione e di riunione nonche la protezione giuridica.

Essenziale e l’opposizione ai valori fondamentali e all’ordine democratici e non la po-sizione politica periferica del fenomeno estremista. Le opinioni dissidenti sono inevitabiliin ogni tipo di societa. Esse tuttavia diventano estremiste nel momento in cui qualcuno,da una posizione marginale, da solo o insieme ad altri, pretende di parlare per un note-vole numero di persone o per tutti e di conseguenza tenta di imporre alla maggioranza,anche con la violenza, le sue posizioni spesso unilaterali.

La tradizione politico-giuridica svizzera, a differenza di quella tedesca, non conosce ilconcetto di anti-costituzionalita. Contrariamente a quanto avviene nei Paesi in cui sonostate ampiamente sviluppate le istituzioni preposte alla protezione della costituzione, inSvizzera il solo tentativo da parte di un gruppo organizzato di abolire la democrazia, idiritti umani o lo Stato di diritto non e sufficiente per porlo sotto la sorveglianza degliorgani preposti alla protezione dello Stato. Affinche cio sia permesso e necessario che,

427

Page 428: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

per raggiungere il suo scopo, un gruppo faccia uso, sostenga o sia disposto a ricorrerealla violenza.

Nel diritto penale il termine stesso di violenza e impreciso e controverso. Il denomi-natore comune della definizione e costituito dalla descrizione della violenza come azionefisica diretta contro un’altra persona mediante l’uso della forza. Non vi e invece accordosulla questione se il termine di violenza debba essere esteso al di la dell’azione fisica ecomprendere, ad esempio, anche le pressioni psicologiche. Qui di seguito la violenzae definita come l’uso attivo, individuale o collettivo, di coercizione fisica con il corpoo altri mezzi, per ottenere un determinato scopo. Tale definizione non include ne il com-portamento passivo, ne le circostanze strutturali.

Sono disposti alla violenza gli estremisti che attraverso le loro opinioni politiche e leloro apparizioni pubbliche manifestano una predisposizione alla violenza, anche se permotivi strategici e tattici non sempre agiscono in modo militante. In questo i gruppi pre-disposti alla violenza si distinguono dagli estremisti violenti che fanno costantemente ri-corso alla violenza. Contrariamente alle affermazioni degli estremisti, la loro violenza none diretta esclusivamente contro oggetti.

3. Estremismo e radicalismo

E importante distinguere il termine di estremismo da altri due concetti: radicalismo eterrorismo. Spesso il termine «radicalismo» e ancora oggi usato come sinonimo di estre-mismo. Esso tuttavia si riferisce piuttosto ai mezzi con cui s’intende imporre un obiettivopolitico, mentre con il termine estremismo si indica l’obiettivo e il pensiero politico stesso.

Il termine radicalismo indica quindi la risolutezza e la coerenza dell’atteggiamentopolitico, ma non gli obiettivi politici dei protagonisti. Il termine inoltre non implica ne-cessariamente un atteggiamento anti-democratico o la predisposizione alla violenza, diconseguenza puo essere impiegato per descrivere l’intensita di un’opinione politica,ma non per indicare il contenuto di quest’ultima.

4. Estremismo e terrorismo

Un altro termine in stretta relazione con l’estremismo e quello di ‘‘terrorismo’’.Alcuni esperti di terrorismo lo definiscono addirittura come ‘‘forma di lotta dell’e-

stremismo politico’’ o come forma di estremismo politico che mira all’abolizione delloStato costituzionale democratico per mezzo dell’uso sistematico della violenza. Con iltermine di terrorismo si indicano le attivita i cui obiettivi o mezzi sono anti-democratici.

La caratteristica principale e costituita dal tentativo d’imporre le proprie esigenze,non condivise dall’opinione pubblica, per mezzo dell’uso della violenza e con l’intenzio-ne di diffondere paura e terrore. Da questo punto di vista il terrorismo puo essere con-siderato quale ultima conseguenza dell’estremismo politico, ma non come sinonimo pertutte le forme di violenza con motivazioni politiche.

428

Page 429: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

5. Presenza nei mass-media

Il terrorismo e l’estremismo hanno un altro denominatore comune: entrambi punta-no sull’effetto mediatico e di conseguenza tentano coscientemente di suscitare l’interessedei mezzi di comunicazione di massa. Un metodo per raggiungere l’obiettivo e l’uso del-la violenza. Tra gli estremisti che tentano di suscitare l’interesse dei mass media vi sonosia la tifoseria violenta, sia gli skinhead, sia gli attivisti mascherati del Black Block. Imass-media in questi casi si trovano di fronte a un dilemma: da una parte devono ren-dere conto delle attivita estremiste i disordini, gli attacchi, i misfatti ecc. per informarel’opinione pubblica ed esprimere lo sgomento e la solidarieta con le eventuali vittime,dall’altra, attraverso la diffusione di queste informazioni gli estremisti raggiungono il loroobiettivo e si sentono corroborati nella loro attivita.

In occasione di eventi seguiti dai mass-media e quindi sempre piu probabile chescoppi la violenza. La presenza dei mass-media internazionali offre infatti l’opportunitaideale per spettacolari azioni di disturbo.

6. Cause dell’estremismo

Alla questione sulle cause dell’estremismo si puo rispondere solo a livello scientifico.Pur non costituendo un’analisi sociologica, il presente rapporto riferisce sui risultati

di alcuni studi in materia. Nell’ambito della sociologia non e sufficiente definire l’estre-mismo come un fenomeno anti-democratico, poiche si analizzano in primo luogo le re-lazioni tra la societa, lo Stato costituzionale e l’estremismo. Di conseguenza, se ci si oc-cupa di estremismo straniero, le cause vanno ricercate nei Paesi di origine degli estremi-sti. I tentativi di spiegazione piu invalsi, anche se non indiscussi, si basanosull’osservazione del fenomeno a lungo termine e si rifanno alle teorie della modernizza-zione e della secolarizzazione, anche se queste ultime, oggi, non considerano piu tali pro-cessi come unidirezionali, univoci e irreversibili.

7. La modernizzazione quale causa dell’estremismo

L’individualizzazione e uno dei modi in cui si manifestano i processi di modernizza-zione o di secolarizzazione. Alcuni fenomeni ambivalenti quali la disintegrazione socialee l’abbandono di tradizioni nonche la perdita o lo relativizzazione di valori, norme e mo-di di agire, sono gli effetti dell’individualizzazione. Sviluppi paralleli a quelli constatati inambito sociale si possono osservare anche in seno al sistema economico (sempreche nonsi ritenga lo sviluppo economico all’origine dello sviluppo sociale). Per gli individui tuttiquesti fenomeni comportano maggiori liberta, ma anche nuove costrizioni. Questi pro-cessi sono osservabili a livello individuale, ma per quanto concerne l’estremismo assumo-no particolare rilievo soprattutto gli esclusi dalla modernizzazione. A questo proposito si

429

Page 430: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

possono elencare sia le conseguenze dell’esclusione, quali la paura di non sopravviverealla concorrenza economica, di perdere il proprio status sociale, la solitudine e il sensod’esclusione, di smarrimento, d’impotenza, la noia, la mancanza di prospettive, la fru-strazione, sia le strategie piu o meno efficaci per ricostruirsi un’identita in queste condi-zioni. Tra coloro che sono svantaggiati dalla modernizzazione sarebbero da annoverareanche gli estremisti, per quanto si tratti di un dato empiricamente non e sempre confer-mato.

In base al coinvolgimento individuale si possono tuttavia comprendere le reazioniestremiste. Gli estremisti di destra tentano di compensare la perdita dell’identita indivi-duale e collettiva con un’idea oltranzista di comunita razziale, popolare e nazionale, cheesclude sistematicamente, con il ricorso alla violenza, tutti coloro che non vi apparten-gono. All’altro estremo politico, lo stesso fenomeno si esprime mediante il romanticismosociale e le idee utopiche, con gli stessi effetti d’intolleranza e di violenza.

La conclusione piu importante da trarre sull’estremismo e che si tratta di un fenome-no intrinseco alla societa. Celebri interpretazioni del terrorismo di destra ne parlano co-me di un ‘‘fenomeno del centro’’ vedendone le cause nella predisposizione e nell’incli-nazione al ‘‘carattere autoritario’’.

Le predisposizioni caratteriali o le disuguaglianze sociali possono essere il punto dipartenza anche nelle teorie che non sono sociologiche o improntate su teorie sociali,ma che si concentrano sui processi politici. Con il termine di «populismo» usato anchein politica si possono ad esempio designare le strategie politiche che suscitano paure la-tenti o che, riconducendo le disuguaglianze sociali a questioni etniche, influenzano lapercezione dei problemi in funzione dei propri interessi. Esempi di siffatte strategie sipossono trovare in seno a tutte le forze politiche. Senza muovere rimproveri di strumen-talizzazione e situandosi a un livello teorico piu elevato, le teorie fondate sull’analisi deldiscorso giungono ad argomentazioni analoghe.

8. La secolarizzazione all’origine dell’estremismo

Con il termine di secolarizzazione si designa il processo di erosione della religione inseno alla societa oppure il trasferimento delle convinzioni religiose dalla sfera pubblica epolitica all’ambito delle opinioni individuali e, di conseguenza, alla sfera privata. La li-berta di religione e di culto, garantita dallo Stato, suggella questo processo e crea diffi-colta quando si scontra con convinzioni religiose che non accettano questa situazione,come ad esempio l’estremismo religioso. Le conseguenze della secolarizzazione sono si-mili a quelle della modernizzazione, con un’eccezione: il fondamentalismo religioso sipuo definire sia come una reazione eccessiva delle religioni tradizionali al processo disecolarizzazione, sia come un tentativo di fondamentalizzazione e quindi di politicizza-zione della religione in una societa secolarizzata.

430

Page 431: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

9. Estremismo di sinistra

Il termine estremismo di sinistra include il comunismo, il marxismo, il leninismo, al-cune correnti del socialismo e dell’anarchia. Dal punto di vista della storia delle idee que-ste ideologie hanno in parte le stesse radici, pur differenziandosi in modo assai netto epur essendo sin dagli inizi in parte in lotta tra di loro. Il loro obiettivo comune era ed etuttora di sconfiggere il sistema capitalista.

Il movimento anarchico delle origini, assolutamente anti-autoritario e contrario aqualsiasi tipo di struttura organizzativa, si prefigge un ritorno a una presunta situazionedi armonia originaria. Oggi sono soprattutto i cosiddetti autonomi a farsi portavoce diquest’ideologia. Essi non dispongono tuttavia di una visione del mondo completamentematurata e scevra di contraddizioni e percio i denominatori comuni del movimento degliautonomi sono l’anti-fascismo e la critica alla globalizzazione, che allo stesso tempo rap-presentano un forte punto di contatto con altri estremisti di sinistra (soprattutto neomar-xisti e leninisti). Anche le altre ideologie di estrema sinistra summenzionate che si fon-dano sul marxismo presentano alcune caratteristiche settarie, se confrontate con i partitial potere negli ex Stati comunisti.

10. Cronologia

Il crollo del blocco dei Paesi dell’Est e la disfatta delle dittature comuniste hannoavuto ripercussioni sia organizzative che programmatiche anche sull’estremismo di sini-stra dei Paesi occidentali. In Svizzera tuttavia, negli ultimi anni gli estremisti di sinistrahanno trovato temi con cui sono riusciti a mobilitare sempre piu persone, soprattuttogiovani. Alcune tematiche centrali riescono invero gia da tempo a fomentare il potenzialedi contestazione. Tra queste vi sono da una parte le azioni di solidarieta o di commemo-razione per i terroristi detenuti all’estero o per i movimenti di liberazione come gli Za-patisti in Messico o i gruppi estremisti in Medioriente, dall’altra la critica al sistema, lalotta di classe e la richiesta di spazi autonomi. Le tematiche con il piu alto potenziale dimobilitazione tuttavia si sono rivelate l’anti-fascismo, in reazione al diffondersi dell’estre-mismo di destra, e la critica alla globalizzazione. Negli scontri fra estremisti di sinistra edi destra sono spesso stati gli estremisti di sinistra a ricorrere per primi alla violenza. Unampio ventaglio di avvenimenti nazionali e internazionali piu o meno legati a queste te-matiche e servito da pretesto per atti di violenza da parte dei gruppi di estrema sinistra.

11. Adozione delle rivendicazioni degli anti-globalizzatori da parte degli estre-misti di sinistra

Soprattutto l’adozione delle rivendicazioni del movimento degli anti-globalizzatori haallargato il campo d’azione dell’estrema sinistra, prima piuttosto isolata, assicurandole

431

Page 432: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

un’affluenza di nuovi simpatizzanti. In questo ambito contestatario, i primi disordini sisono verificati su piu giorni, nel maggio 1998, in occasione dell’incontro celebrativo del-l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) a Ginevra. Gli incidenti durante lamanifestazione organizzata dalla People’s Global Action (PGA) hanno causato danniper circa 5 milioni di franchi. Nel 1999, con l’interruzione dell’alimentazione di energia,e stato per la prima volta oggetto di un attacco anche il Forum economico mondiale(WEF) a Davos, svoltosi per decenni senza alcun incidente. Dopo che i gravi incidentiverificatisi in occasione della conferenza ministeriale dell’OMC a Seattle (novembre/di-cembre 1999) avevano di nuovo evidenziato il potenziale di mobilitazione della tematica,la critica alla globalizzazione e divenuta definitivamente una delle rivendicazioni piu im-portanti dell’estrema sinistra e in particolare del Revolutionarer Aufbau Schweiz (RAS).Dal punto di vista degli estremisti di sinistra, la manifestazione contro il WEF 2000, or-ganizzata dalla Coordinazioneanti-OMC,dalRevolutionarerAufbauZurich(RAZ)edaal-treorganizzazioni,e stata un successo, avendo provocato danni per circa 100 000 franchi.Il successo e stato per questi gruppi la conferma di trovarsi sulla strada giusta e li ha por-tati a coinvolgere maggiormente le cerchie che gravitano intorno alla Reithalle di Berna.

Nel 2001 gli atti di violenza sono aumentati non solo a livello internazionale (verticeUE di Go teborg nel giugno 2001, vertice G8 a Genova nel luglio 2001), ma anche alivello nazionale. La manifestazione contro il WEF 2001, svoltasi a Zurigo, ha causatodanni per circa 700 000 franchi. Persino il WEF 2002, nonostante si sia svolto a NewYork, ha provocato diverse azioni di protesta in alcuni luoghi della Svizzera. Il netto au-mento della violenza soprattutto in occasione di grandi eventi e tuttavia da ricondurreanche ad altre cause. A partire dal nuovo millennio un notevole numero di nuovi mem-bri, di sostenitori occasionali e di simpatizzanti tra i 16 e i 25 anni di etasi e aggiunto allacerchia degli estremisti di sinistra che nella maggior parte dei casi facevano parte del mo-vimento sin dagli anni Settanta e Ottanta. Le nuove leve sono meno politicizzate e agi-scono piu in relazione a determinati eventi.

Da allora si delinea, in modo sempre piu marcato, un conflitto generazionale con lafascia dirigente, di 4045 anni in media, tanto piu che nelle organizzazioni di estrema si-nistra manca la generazione intermedia.

Allo stesso tempo continua a delinearsi la tendenza a intessere reti di contatto apren-do nuove possibilita di mobilitazione. Servono da modello in parte le alleanze formate adhoc in occasione delle proteste contro la globalizzazione all’estero, per le quali Internetassume un’importanza sempre maggiore. E stato cosı riattivato il Soccorso Rosso, un’or-ganizzazione di autodifesa dell’estrema sinistra nata negli anni Settanta, che organizza ilsostegno giuridico durante e dopo i disordini e si occupa degli estremisti di sinistra de-tenuti in Svizzera e all’estero. Oltre all’ideologia estremista, alla scarsa disponibilita aldialogo e soprattutto all’accresciuta aggressivita, anche la flessibilita, la buona organizza-zione e la rapida mobilitazione sono le caratteristiche di un movimento che, per provo-care disordini, si basa sempre meno su eventi organizzati da terzi, allestendoli semprepiu di propria iniziativa.

432

Page 433: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Nel corso dell’estate del 2003 gli attacchi contro la polizia perpetrati dagli ambientidella Reithalle hanno assunto dimensioni senza precedenti. Un ulteriore esempio di ac-cresciuta propensione alla violenza si e verificato in concomitanza con il WEF 2003. No-nostante le concessioni delle autorita alla vigilia dell’evento, il comitato organizzativodell’Alleanza di Olten, sostenuto dai membri del RAZ, non ha voluto distanziarsi dagliatti di violenza, impedendo in definitiva la manifestazione organizzata dall’alleanza stes-sa. Il WEF si e infine chiuso con i gravi disordini verificatisi a Berna e danni materiali percirca 600 000 franchi. Il medesimo scenario si e ripresentato a margine del vertice del G8a Evian (maggio/giugno 2003), nel corso del quale i disordini a Losanna e Ginevra han-no causato danni per 7,5 milioni di franchi.

12. Partecipazione ai tumulti da parte di teppisti apolitici

Durante i disordini summenzionati si e assistito a un fenomeno gia verificatosi nelcorso della manifestazione violenta seguita alle celebrazioni per il 1º maggio 2002 a Zu-rigo.

Un numero sempre maggiore di teppisti apolitici e di curiosi, che non appartengonoal fronte di estrema sinistra, partecipano ai disordini o sfruttano queste occasioni percompiere reati di altro tipo. Cosı nel 2003 a Berna, ma soprattutto a Ginevra e Losanna,ingenti danni materiali sono stati causati dai saccheggi.

Considerando quest’evoluzione il modello proposto nel 2002, basato sulla triplicestrategia di dialogo, distensione e intervento, ha avuto effetti contrastanti. La strategiae stata applicata con successo nei confronti dei manifestanti anti-globalizzatori che, an-che se non rifiutano del tutto la violenza, hanno per lo meno un atteggiamento critico neisuoi confronti. E invece fallita nei confronti degli estremisti di sinistra non disposti aldialogo e nei confronti dei simpatizzanti apolitici tendenti alla piccola criminalita, tantopiu che questi ultimi non sono identificabili alla vigilia delle manifestazioni. Un cambiodi strategia e stato adottato soltanto in occasione del WEF 2004, quando alcuni anti-glo-balizzatori militanti hanno bloccato un treno (in seguito completamente devastato davandali) a Landquart: la polizia ha controllato minuziosamente i passeggeri, applicandocosı una strategia basata soprattutto sull’intervento.

Il Forum economico mondiale WEF 2004 ha segnato una svolta anche da un altropunto di vista. Viste le esperienze dell’anno precedente con l’Alleanza di Olten, nonsi e potuta trovare un’organizzazione disposta ad organizzare, nonostante gli inviti deimilitanti, una grande manifestazione, nesi e svolta una dimostrazione centrale di una cer-ta dimensione. E cosı venuto a mancare un elemento che avrebbe attirato l’attenzionedei mass-media.

Cio nonostante, per il futuro non si puo presumere un cambiamento di atteggiamen-to o un indebolimento da parte del fronte dei militanti. E invece piu probabile che ilmovimento degli estremisti di sinistra, sempre piu isolato all’interno degli anti-globaliz-

433

Page 434: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

zatori, si orienti fondamentalmente verso una strategia ancora piu radicale. Una primaconferma di questa tendenza la si e avuta il 21 febbraio 2004 a Berna e dintorni, doveun gruppo denominato Kinder der Freiheit Kommando Landquart ha provocato dannimateriali per oltre 100 000 franchi a undici filiali di banche svizzere e imprese multina-zionali. Danni di tale entita si erano in precedenza registrati solo nel corso di disordiniverificatisi a margine di manifestazioni. Una novitae rappresentata anche dal fatto chel’azione di rivendicazione non e stata spontanea, bensı accuratamente organizzata ed ese-guita con notevole ritardo.

13. Bersagli della violenza

Per molto tempo gli atti di violenza sono stati rivolti esclusivamente contro obiettividi alto valore simbolico dello Stato o dell’economia nonche contro rappresentanze diplo-matiche di altri Stati, filiali di ditte straniere, istituti bancari o compagnie aeree e controgli edifici di organizzazioni internazionali malviste, come ad esempio l’OMC. Gli attac-chi si sono spesso verificati alla vigilia di grandi eventi legati alla globalizzazione. In basea un volantino distribuito in occasione di una manifestazione non autorizzata «contro ilcapitale e il suo Stato» a Zurigo, doveva tuttavia valere il principio per cui gli atti di vio-lenza dovevano sempre avere una relazione con lo scopo o con il contenuto di un’azione.

In quest’ottica gli estremisti giustificavano entro un certo limite anche gli attacchi al-l’integrita fisica rivolti ad esempio contro gli esponenti sempre piu numerosi dell’estre-mismo di destra e, soprattutto in occasione di manifestazioni, contro gli agenti della po-lizia quali rappresentanti visibili dello Stato capitalista.

A partire dal 2003 la militanza rivolta contro le persone ha tuttavia assunto un altrolivello qualitativo. Durante la manifestazione di Berna, svoltasi dopo il WEF il 25 gen-naio 2003, un agente di polizia e stato attaccato con razzo illuminante e in occasione diuna manifestazione contro la repressione a Basilea (15 novembre 2003), tre agenti hannoriportato gravi ferite, dopo essere stati attaccati con acido solforico. La stessa sostanzaera in possesso anche di alcuni partecipanti a una manifestazione contro il WEF svoltasia Winterthur il 10 gennaio 2004.

14. Protagonisti

Quanto rilevato a proposito dell’estremismo di destra si puo applicare anche al latoopposto dello schieramento politico. Pure in questo caso il movimento, ideologicamentenon unitario e organizzato in modo frammentario, e composto da numerosi gruppi. Ana-logamente a quelli dell’estrema destra, anche questi gruppi sono interconnessi, poichealcune persone fanno parte o sono membri di piu gruppi. Nonostante l’antagonismo sto-rico tra alcune correnti quali il movimento anarchico e il comunismo, all’interno dei mo-vimenti di estrema sinistra vi e tuttavia un livello di cooperazione sorprendente. Gli

434

Page 435: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

estremisti di sinistra di orientamento neomarxista o leninista sono ad esempio spesso at-tivi anche negli ambienti anarchici.

15. Dimensioni dell’estrema sinistra

Nel quadro delle disposizioni legali attuali applicabili ai servizi d’informazione e dellapolizia, e difficile indicare le dimensioni dei movimenti degli estremisti di sinistra in Sviz-zera. Se si tiene conto solo del RAS/RAZ, della Coordinazione anti-OMC e del BlackBlock nonche del fatto che solo a Ginevra vi sono 300 squatter (persone di orientamentoautonomo e anarchico che occupano abitazioni abusivamente) ascrivibili all’estrema si-nistra, si giunge a un totale di circa 2450 estremisti di sinistra. Si puo inoltre ritenere chein Svizzera vi siano altri 200 neomarxisti, squatter e autonomi anarchici. Supponendoche, di queste 2650 persone, un quarto sia membro di piu gruppi contemporaneamente,ne risulta un totale di 2 000 estremisti di sinistra. Questa cifra non tiene conto delle cen-tinaia di sostenitori occasionali e simpatizzanti del Black Block con un notevole poten-ziale di violenza che appoggiano gli estremisti anche senza essere coinvolti ideologica-mente. Qui di seguito si esamineranno i gruppi piu importanti, dal Revolutionarer Auf-bau, al Komitee gegen Isolationshaft fino alla Coordinazione anti-OMC e al Black Block.

16. Revolutionarer Aufbau Schweiz (RAS) / Revolutionarer Aufbau Zurich(RAZ)

Il Revolutionarer Aufbau, di orientamento marxista-leninista, e di gran lunga il grup-po di estrema sinistra piu importante, piu violento e anche piu influente nell’ambito del-l’estremismo di sinistra in Svizzera. Finora si e limitato ad effettuare attacchi contro edi-fici e installazioni di alto valore simbolico, servendosi di sacchetti di vernice o di fuochid’artificio trasformati in cariche esplosive. Il gruppo e tuttavia favorevole al terrorismo emanifesta in generale sempre maggiore propensione alla violenza.

Il Revoluzionarer Aufbau e nato alla fine del 1992 in seguito alla fondazione, nellostesso anno, dell’Aufbau Vertrieb, un servizio per la vendita di pubblicazioni a carattererivoluzionario. Si e fatto notare per la prima volta pubblicamente nel febbraio del 1993,in occasione di un processo nei confronti della sua fondatrice ed esponente di punta An-drea Stauffacher. Il gruppo e stato creato nell’intento di riempire il vuoto politico venu-tosi a creare in seno agli ambienti svizzeri dell’estrema sinistra in seguito al crollo delblocco comunista.

Non si sa molto sulla struttura organizzativa del Revolutionarer Aufbau. Il suo mo-dello e stata la tedesca Rote Armee Fraktion (RAF), scioltasi nel 1998 dopo 28 anni diattivita. I circa 50 esponenti di spicco del Revolutionarer Aufbau erano gia attivi neglianni Settanta e Ottanta e intrattenevano intensi contatti con gli ambienti terroristici del-l’epoca.

435

Page 436: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Il Revolutionarer Aufbau Schweiz (RAS) e indubbiamente dominato dal Revolutio-narerAufbauZurich(RAZ),ma e presente anche a Berna(RABe)e a Basilea(RABa).Di con-seguenza i suoi membri provengono prevalentemente dalle regioni di Zurigo, Berna eBasilea. Queste constatazioni potrebbero tuttavia in futuro non corrispondere piu ai fat-ti: dopo la decennale dominanza del RAZ, le attivita del gruppo sono in crescita non soloa Berna e Basilea, ma anche a Ginevra. Inoltre, nell’ambito di una nuova strategia decen-tralizzata anche citta piu piccole come Lucerna, San Gallo, Soletta, Friburgo o Zugovengono coinvolte in cosiddette «azioni di resistenza». Il RAS conta circa 80 membricon un’eta media di 40 anni.

L’eta media dei membri del RAZ e tuttavia notevolmente piu alta rispetto a quelladei membri delle sezioni di Berna e Basilea. I simpatizzanti del RAS hanno in media circa20 anni.

Il RAS conta diversi sottogruppi16 che godono di ampia autonomia nella scelta delletematiche su cui concentrare le loro attivita. Il ventaglio dei temi trattati e in generalemolto ampio e comprende la politica di pace, il conflitto in Medioriente, la globalizza-zione, l’imperialismo, la struttura patriarcale della societa, le lotte dei lavoratori in Sviz-zera e all’estero, le questioni legate all’asilo e ai rifugiati, il sostegno di prigionieri politici,l’anti-fascismo o la questione curda. Con l’impiego di slogan, il RAS lotta per una societasenza classi, rivolgendo le proprie azioni contro il capitalismo e le sue strutture portanti(banche, grandi aziende nonche autorita statali quali la polizia, la giustizia ecc.). Comemezzi di propaganda il RAS ha a disposizione il giornale Aufbau (dal 1996; pubblicatoquattro volte all’anno), canali radiofonici (LoRa a Zurigo, Kanalratte a Basilea), un pro-prio sito Internet, un giornale murale e i volantini del Roter Motor.

Il RAS ha contatti con la Reitschule di Berna, con la REBELL, con la Phase 1 (en-trambe di Lucerna), con il Subversiver Freundeskreis (ex Revolutionare Jugend) di Zugononche con gruppi di estrema sinistra in Ticino. Segnatamente nell’ambito del SoccorsoRosso, singoli esponenti mantengono intensi contatti con gruppi esteri dalle idee analo-ghe, soprattutto in Italia e in Germania.18 Le attivita a livello internazionale si concen-trano soprattutto sullo scambio di informazioni e sul summenzionato Soccorso Rosso.Allo stesso tempo, in Svizzera il RAS partecipa anche alle manifestazioni di gruppi turchie curdi con idee analoghe. La presenza del gruppo e particolarmente marcata in occa-sione delle famigerate manifestazioni a margine delle celebrazioni del 1 maggio a Zurigo,ma anche durante altri eventi offuscati da atti di violenza, alle quali, su istruzioni delRAS, partecipa anche il Black Block.

17. Komitee gegen Isolationshaft (KGI)[Comitato contro la detenzione in cel-le d’isolamento]

Anche il Komitee gegen Isolationshaft (KGI; ex Komitee gegen Vernichtungshaft)mira a una societa senza classi. Nel 1974 il gruppo si e formalmente unito con il Soccorso

436

Page 437: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Rosso. Nel 1981 tuttavia, per un breve periodo, il movimento ha assunto il nome di Ve-rein Rechtsauskunftsstelle Anwaltkollektiv, segnalando in questo modo la rottura con ilSoccorso Rosso.

Il KGI, i cui membri sono presenti quasi al completo anche in seno al RAS, e un’or-ganizzazione molto esclusiva che dal 1990 conta fra i suoi membri un numero semprecrescente di persone appartenenti alla classe medio-alta, che in ambito professionale oc-cupano posti di responsabilita, sviluppando una struttura sempre piu elitaria. Come altrigruppi di orientamento rivoluzionario, anche il KGI e soggetto ad un certo invecchia-mento: attualmente l’eta media si aggira attorno ai 40 anni. Il nucleo centrale del gruppoconta meno di 20 attivisti, ma e tuttavia in grado di mobilitare fino a 200 persone. Il KGIe parte di una rete formata da molte organizzazioni con idee analoghe in Svizzera e al-l’estero e intrattiene contatti a livello internazionale con gli esponenti di diversi gruppiestremisti e terroristici, in parte oggi sciolti.

18. Coordinazione anti-OMC

La Coordinazione Anti-OMC, che ha la sua sede principale a Berna e contatti in par-ticolare a Basilea, Ginevra, Losanna, Lugano e Zurigo, e stata costituita da ambientiautonomi, femministi e zapatisti. L’organizzazione si autodefinisce difenditrice della di-gnita umana e della giustizia sociale e rifiuta il capitalismo, l’imperialismo, la globalizza-zione nonche le discriminazioni di ogni tipo. Ha una partecipazione fissa di una ventinapersone, appartenenti alla classe media e medio-alta, la cui eta media si aggira attorno ai30 anni, di cui circa la meta donne. Grazie agli ottimi contatti con i gruppi locali di estre-ma sinistra la Coordinazione anti-OMC puo mobilitare fino a 200 persone e nonostanteil numero costante dei membri, il potenziale di mobilitazione e in crescita.

La Coordinazione anti-OMC e priva di una gerarchia ben definita. Intrattiene stretterelazioni con gli autonomi della Reithalle di Berna e con gruppi di estrema sinistra a li-vello locale. Vi sono inoltre collegamenti con il RAS/RAZ. Negli ultimi tempi le sue at-tivita si concentrano sempre maggiormente sulla politica d’immigrazione, dopo che lospostamento del WEF a New York (2002) aveva causato una crisi d’identita. L’atteggia-mento di fondo della Coordinazione Anti-OMC e caratterizzato da una spiccata predi-sposizione alla violenza, che nel corso degli ultimi tre anni si e concretizzata in un forteaumento di reati commessi alla vigilia di grandi manifestazioni sul tema della globalizza-zione. Non si puo escludere un’ulteriore radicalizzazione.

19. Black Block

Il Black Block non e un’organizzazione, bensı piuttosto una base operativa eteroge-nea che si forma in occasione di singoli eventi o manifestazioni. Si tratta di un assembra-

437

Page 438: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

mento di gruppi di orientamento anarchico e autonomo, privo di strutture e imprevedi-bile, che si forma di volta in volta ad hoc. Il Black Block agisce in maniera molto mobilee flessibile, i suoi componenti sono vestiti di nero, si coprono il volto e si distinguono perla sempre crescente propensione alla violenza. Un comportamento marziale e una pre-cisione quasi militare garantiscono al gruppo l’effetto psicologico voluto e la presenzanei mass-media: dal 2001 il Black Block e noto a una larga fascia dell’opinione pubblica.

E diretto da un piccolo gruppo di esponenti del RAS/RAZ o della Coordinazioneanti-OMC. In generale sono attivisti politici a dirigere il gruppo e a scegliere gli obiettivia cui mirare. Anche i facinorosi apolitici finiscono, volenti o nolenti, per seguire le de-cisioni del gruppo dirigente.

Il Black Block conta circa 850 attivisti. Due terzi sono di sesso maschile e l’eta mediasi aggira attorno ai vent’anni. Provengono da tutte le fasce sociali e da tutta la Svizzera,anche se in prevalenza da Zurigo (domicilio del 49% degli attivisti) e da Berna (20%).

Se al Black Block si applica un modello suddiviso in quattro cerchie, il nucleo internosi compone di circa 50 esponenti dell’estrema sinistra, mentre della seconda cerchia (C)fanno parte almeno 100 attivisti, membri di diversi gruppi di orientamento prevalente-mente anarchico e autonomo. Una terza cerchia (B) conta piu di 700 attivisti militanti,probabilmente solo in parte spinti da motivazioni politiche, mentre alla quarta cerchia(A) appartengono alcune centinaia di persone, sostenitori occasionali, violenti, in preva-lenza apolitici e che agiscono soltanto a margine di eventi. Se gli ambienti di estrema si-nistra, e non altri gruppi, organizzano una manifestazione nel corso della quale potreb-bero verificarsi atti di violenza, a causa del piu elevato contenuto politico della manife-stazione, le cerchie A e B non vi partecipano affatto o solo raramente.

Non avendo una struttura organizzativa, il Black Block stesso non intrattiene relazio-ni con l’estero, ma persone di contatto possono mobilitare i suoi attivisti anche per ma-nifestazioni al di la del confine svizzero.

Il Black Block si rivolta contro lo Stato e la societa e lotta in particolare contro la‘‘repressione’’ da parte dell’apparato statale. Di conseguenza, il gruppo dirige le sueazioni soprattutto contro la polizia e le altre autorita, prendendo consciamente in con-siderazione l’eventualita di commettere reati. La risposta alla questione, ripetutamentedibattuta, se il fenomeno ancora poco studiato dei Black Block sia di carattere politicoo meno, dipende dalla definizione di ‘‘politica’’. Se con il termine s’intende la politicaistituzionale, allora il Black Block e apolitico, poiche non partecipa al processo democra-tico, a meno che l’attacco alle istituzioni politiche stesse non sia considerato un modo dipartecipazione. Se invece si considera la diffusione nei mass-media come elemento delprocesso democratico, allora si deve parlare di un fenomeno politico. I temi di rilevanzapolitica infatti vengono sollevati e discussi, anche se in una forma che esclude il dialogocon larghe fasce della societa. I reati commessi durante le azioni non sono invece di ca-rattere politico in senso stretto. La risposta e controversa anche se si considerano le mo-tivazioni dei protagonisti. Queste vanno dalla questione del potere o del bene comune, al

438

Page 439: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

perseguimento di interessi specifici fino a motivi prettamente privati. Solo in quest’ulti-mo caso si tratta di una motivazione apolitica e a volte anche puramente criminale, comenel caso dei saccheggi.

20. Situazione e rischi attuali

Contrariamente al nazionalsocialismo, il marxismo non e mai stato sconfitto militar-mente, ne i suoi protagonisti giudicati in base al diritto internazionale pubblico. Non vi estata percio una condanna analoga dell’ideologia marxista e manca tuttora un’elabora-zione complessiva del fenomeno dal punto di vista storico. Per questi motivi e a causadei cambiamenti verificatisi a livello mondiale negli ultimi 15 anni, ben assai il marxismo,dopo aver per decenni suscitato paura, non epiu stato considerato un pericolo o e statoperlomeno sottovalutato. Di conseguenza, in molti casi si e trascurato di osservare, comeinvece sarebbe stato necessario, gli ambienti marxisti e ci si e concentrati sull’estremismodi destra. Dal 1992, nell’ambito dell’estremismo di sinistra sono tuttavia aumentati sia gliincidenti, sia il potenziale di violenza, sia il numero dei seguaci dei gruppi marxisti eanarchici.

21. Rischi per la sicurezza interna

A causa dei suoi obiettivi e dei suoi metodi, l’estremismo di sinistra costituisce unrischio da non sottovalutare per la sicurezza interna della Svizzera, tanto piu che riescecontinuamente a fare proprie, radicalizzandole, determinate rivendicazioni, abusandoperaltro delle istituzioni dello Stato e dei diritti democratici. Per raggiungere i propriobiettivi, una parte rilevante degli estremisti mostra un elevato potenziale di criminalitae non esita a collaborare con elementi violenti o, perlomeno, a offrire loro una base d’a-zione.

Altri due fattori non vanno sottovalutati. Da una parte, contrariamente a quello didestra, radicato soprattutto nelle regioni di campagna, l’estremismo di sinistra, essendoin primo luogo un fenomeno urbano, si concentra, nonostante la sua strategia decentra-lizzata, in grandi citta come Zurigo, Basilea, Berna e Ginevra e di conseguenza sui centrinevralgici dell’economia e della politica svizzera. Degna di nota e, d’altra parte, anchel’estrazione sociale degli esponenti del movimento marxista: molti di loro appartengonoalla classe media e, grazie alla loro posizione sociale, possono far valere la propria in-fluenza, il che e tanto piu preoccupante in quanto alcuni di loro continuano a intratte-nere contatti con gli ambienti terroristici.

Pur rappresentando un fattore perturbatore di determinanti eventi e manifestazioni,il Black Block non costituisce di per se un pericolo per la sicurezza interna della Svizzera.

I suoi collegamenti con il nucleo centrale dei gruppi di estrema sinistra, costituiscono

439

Page 440: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

tuttavia un certo potenziale di pericolo, poiche il gruppo potrebbe servire da base di re-clutamento nel caso di una ripresa delle attivita terroristiche di estrema sinistra all’estero.

Nonostante la tendenza a formare reti di contatto internazionali, non vi sono tuttaviaal momento segni di rinascita di un movimento di simpatizzanti del terrorismo di estre-ma sinistra analogo a quello degli anni Settanta e Ottanta.

La difficile situazione finanziaria e lo stato per molti versi precario in cui si trova lanostra societa assicureranno anche in futuro all’estrema destra affluenza di nuovi mem-bri e un aumento del potenziale di mobilitazione. In base alle conoscenze attuali e pre-vedibile che a margine di eventi di grande impatto mediatico, continueranno a verificar-si, intensificandosi, atti violenti ed e probabile che negli sforzi per mantenere l’ordine ela sicurezza in occasione di grandi eventi internazionali, le forze dell’ordine giungerannosempre piu ai limiti delle proprie capacita.

La mancanza di disponibilita al dialogo e la crescente radicalizzazione da parte degliestremisti di sinistra lasciano poco spazio ad un approccio creativo del problema. Gliestremisti di sinistra rappresentano attualmente un pericolo considerevole.

440

Page 441: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

8. DOCUMENTO N. 4IL POTENZIALE DI VIOLENZA

DEL MOVIMENTO ANTIGLOBALIZZAZIONE

Luglio 2001

Dipartimento federale di giustizia e poliziaUfficio federale di polizia

Problema

Il presente rapporto analizza la possibile futura evoluzione delle persone e dei gruppiviolenti all’interno del movimento anti-globalizzazione. Esso si propone di fungere dabase per l’elaborazione di strategie generali e di concrete possibilita d’intervento nei con-fronti del movimento summenzionato.

Estensori

Il rapporto e stato redatto su incarico del Comitato per la sicurezza del Consiglio fe-derale, in seno a un gruppo di lavoro interdipartimentale presieduto dal Servizio di ana-lisi e prevenzione (SAP) dell’Ufficio federale di polizia (UFP), e si basa su contributi delSAP stesso, dell’Ufficio per l’analisi della situazione e l’individuazione tempestiva, delServizio di sicurezza federale e del Corpo delle guardie di confine.

Informazioni principali

1. Le tesi del movimento anti-globalizzazione servono attualmente da fondamentoideologico e strumento critico del sistema soprattutto agli esponenti della sinistrache si oppongono al neoliberismo e al sistema capitalistico.Tra gli avversari della globalizzazione figurano nel contempo anche esponenti con-servatori. Per un terzo gruppo, in se apolitico, la ‘‘globalizzazione’’ costituisce lavalvola di sfogo delle piu diverse incertezze e paure individuali, come pure di unmalessere generico.

2. Stando alle dichiarazioni di esponenti radicali anti-globalizzazione, il tema in que-stione puo essere riagganciato alla lotta di classe propugnata dai movimenti anti-

441

Page 442: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

mperialisti degli Anni Settanta e funge da trait d’union tra gruppi moderni e ve-terorivoluzionari. Le due fazioni sono accomunate dall’accettazione o addiritturadal ricorso consapevole alla violenza, ritenuta legittima e indispensabile al raggiun-gimento degli obiettivi del movimento.

3. Vi e la possibilita che il movimento anti-globalizzazione, la cui matrice e oggi per-lopiu pacifica, dia vita a un nucleo di attivisti disposti a ricorrere alla violenza.Le esperienze passate dimostrano che all’interno di simili formazioni gli esponentiradicali tendono piu celermente e con maggior disinvoltura a far uso della violen-za.

4. Le azioni dei militanti violenti anti-globalizzazione travalicano i confini cantonali enazionali: esse sfruttano costantemente e in modo consapevole le occasioni offerteloro dal contesto internazionale. Una piu stretta cooperazione nazionale e interna-zionale delle autorita preposte alla sicurezza costituisce il presupposto indispensa-bile affinche sia possibile seguire e valutare gli sviluppi in tale settore e adottare lemisure preventive necessarie.

5. Con le misure e gli strumenti di cui attualmente si dispone e pressoche impossibileosservare in modo efficace tali gruppi, parte dei quali e dotata di strutture clande-stine. La legislazione vigente limita le possibilita delle autorita preposte alla sicu-rezza di intervenire preventivamente sulle dinamiche violente. Di norma, le misurepreventive possono quindi essere adottate soltanto quando dette dinamiche si tro-vano gia in una fase avanzata.

6. Occorre prestare maggiore attenzione alle rivendicazioni e alla disponibilita al dia-logo degli esponenti dichiaratamente non violenti del movimento anti-globalizza-zione.Essi vanno attivamente sostenuti nell’opera di differenziazione dai gruppi violenti.

1. Introduzione

Sempre piu spesso, le conferenze legate a questioni globali in materia di economia,finanza, ambiente e diritti umani sono accompagnate da dimostrazioni piu o meno vio-lente.

Alla base di tali fenomeni vi e il movimento anti-globalizzazione sorto a meta degliAnni Novanta, il quale spesso sfrutta tali meeting quale cassa di risonanza della propriacontestazione. Ne sono esempi concreti le Conferenze dell’OMC di Ginevra 1998 o diSeattle 1999, come pure i convegni di Praga (assemblea annuale di FMI e Banca mon-diale, dicembre 2001), Nizza (vertice UE, dicembre 2000), Napoli (Global Forum, mar-zo 2001), Quebec City (summit delle Americhe, aprile 2001) o Goteborg (vertice EU,giugno 2001).

Le dimensioni assunte dalle sommosse sia a Seattle che a Praga, all’origine di disagiconsiderevoli e sfociate nell’interruzione prematura dei convegni, testimonia del poten-ziale di violenza insito nel movimento di protesta.

442

Page 443: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Anche la Svizzera, quale Paese ospitante di conferenze e convegni internazionali dirisonanza mondiale, si e piu volte vista confrontata con tale fenomeno relativamente re-cente. L’annuale Forum economico mondiale di Davos, in particolare, e da tre anni nelmirino delle proteste. E possibile che anche i convegni futuri siano posti dinanzi a pro-blemi analoghi.

Il presente rapporto esamina il movimento anti-globalizzazione nel suo complesso,focalizzando inoltre la sua attenzione sul fenomeno dei gruppi violenti. A tal fine, essoabbozza la struttura internazionale di tali gruppi all’interno del movimento e la loro stra-tegia operativa.

In linea di principio, il rapporto non si occupa delle organizzazioni e delle personeche esprimono pacificamente e nel rispetto della legge il proprio dissenso nei confrontidella globalizzazione; esso si limita tutt’al piu a farne menzione.

Non sono oggetto del presente esame neppure i gruppi di oppositori e di esiliati diPaesi specifici che in passato hanno sfruttato conferenze internazionali per i loro fini, adesempio per sferrare attacchi contro i rappresentanti dei rispettivi Paesi d’origine.

2. Contestazione della globalizzazione

2.1. Origini

Le radici dell’attuale movimento anti-globalizzazione vanno ricercate da un cantonella ribellione zapatista messicana, esplosa il 1º gennaio 1994 in concomitanza con l’en-trata in vigore del Trattato di libero scambio nordamericano (NAFTA). I negoziati OC-SE (1995-1998) circa l’accordo multilaterale sugli investimenti (MAI), divenuti di pub-blico dominio soltanto nella primavera del 1997, provocarono dal canto loro un’ondatadi protesta mondiale da parte delle organizzazioni ambientaliste e di sviluppo, come pu-re delle associazioni di consumatori e dei sindacati.

2.2. Definizione di globalizzazione secondo gli oppositori

Per i suoi avversari, la globalizzazione consiste nell’estendere all’intero pianeta un or-dinamento economico capitalista fondato sulla concorrenza e sulla massimizzazione deiprofitti e in cui le grandi multinazionali esercitano il loro influsso per il tramite dellestrutture statuali. Agli occhi degli oppositori, la concentrazione del potere economicoe dei suoi profitti contrasta con la solidarieta sociale e con gli interessi dei singoli Stati,la cui economia e lasciata in balia di entita non governative (si vedano ad es. gli accordicommerciali sui prodotti del Terzo mondo).

Nuova critica di sinistra al sistema e al capitalismoNumerosi attori del movimento anti-globalizzazione si inseriscono nella tradizione

della nuova sinistra o dei neomarxisti attivi principalmente negli Anni Settanta. Per tali

443

Page 444: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

persone, riveste primaria importanza soprattutto la globalizzazione del capitale e del ca-

pitalismo in quanto sistema economico e sociale. Per i movimenti della sinistra classica, il

capitalismo era ed e tuttora considerato un sistema economico che calpesta gli interessi

degli sfruttati affinche i privati possano appropriarsi delle ricchezze prodotte quale plu-

svalore. La classe dominante che beneficia di tali ricchezze starebbe cercando di conser-

vare ed espandere costantemente tale sistema (identificato nel neoliberismo) al fine di

mantenere le disparita e garantire il proprio profitto.

Per tale fascia di oppositori, la globalizzazione costituisce un progetto messo delibe-

ratamente in atto dalla classe dominante per accrescere l’appropriazione del plusvalore

prodotto e garantire la stabilita del sistema. La contestazione della globalizzazione da

parte di tali gruppi puo quindi essere vista come una rivisitazione della vecchia critica

anti-mperialista al sistema e al capitalismo, risalente ai tempi in cui il mondo era diviso

in due blocchi ideologici contrapposti. A tal proposito va rilevato che il termine di

‘‘sfruttato’’ non comprende piu soltanto la classe operaia, come prevedeva la teoria mar-

xista classica. Tale nozione abbraccia ora, a seconda dell’orientamento tematico degli

oppositori, anche le donne, i bambini, i Paesi in via di sviluppo, l’agricoltura, i persegui-

tati e gli oppressi (minoranze etniche, linguistiche e religiose, dissidenti politici, ecc.) o

addirittura gli animali e la natura in generale.

In sintesi, l’azione degli attivisti di sinistra anti-globalizzazione e diretta principal-

mente contro tre obiettivi: le organizzazioni economiche e finanziarie sovranazionali e

internazionali (in particolare OMC, FMI, Banca mondiale, ma anche l’UE e, in misura

minore, l’ONU), le conferenze internazionali (ad es. G8, WEF), le multinazionali (in

particolare quelle statunitensi, ad es. i grandi istituti bancari e le grandi aziende dell’a-

limentazione o informatiche).

Secondo gli avversari della globalizzazione, le organizzazioni sovranazionali, le con-

ferenze internazionali e le multinazionali (come pure le autorita politiche e le istituzioni

dei singoli Stati) sono strumentalizzate e controllate dalle elite dominanti.

Il passaggio dalla contestazione del sistema a quella della globalizzazione non e ri-

scontrabile solo sul piano ideologico e teorico, ma anche sul piano fisico; spesso tra

gli attivisti anti-globalizzazione si ritrovano le stesse persone o gruppi - o i loro diretti

successori - che negli Anni Settanta erano attivi nelle cerchie neomarxiste contestatarie.

Anti-americanismo ed ecologia

Per numerosi attivisti, la globalizzazione si traduce tra l’altro nell’acquisizione di

aziende locali da parte dell’economia piu sviluppata e forte sul piano finanziario, vale

a dire l’economia statunitense, le multinazionali americane o le organizzazioni sovrana-

zionali controllate dagli Stati Uniti. Ne deriverebbe una graduale americanizzazione, dal

profilo economico, sociale e culturale, dei vari sistemi economici mondiali.

In altri termini, la globalizzazione sarebbe una forma di imperialismo strisciante sta-

tunitense.

444

Page 445: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Tale critica mossa alla globalizzazione va certo intesa quale corrente particolare e

contemporanea all’interno della critica classica nei confronti del sistema, del capitalismo

e dell’imperialismo prodotta dalle sinistre. Vi sono tuttavia anche punti di contatto con

la multiforme contestazione anti-globalizzazione proposta dalle fasce conservatrici (si ve-

da la sezione corrispondente).

Un’altra corrente particolare della critica al sistema teorizzata dalla sinistra ecostituita

dagli ambientalisti anti-globalizzazione. Secondo tali attivisti, la globalizzazione consiste

nella strumentalizzazione e nello sfruttamento spregiudicati della natura e delle scienze

naturali a fini di profitto (leggasi ingegneria genetica, esperimenti sugli animali, ecc.).

Autonomi / gruppi anarchici

I partiti e i gruppi anarchici perseguono per definizione il crollo delle strutture esi-

stenti.

Poiche ai loro occhi la globalizzazione e divenuta una realta di fatto e, di conseguen-

za, si e innegabilmente tramutata in una struttura immanente, correnti anarchiche sono

individuabili anche all’interno del movimento anti-globalizzazione.

Tali correnti non si ispirano alle classiche ideologie neomarxiste, bensı chiedono una

fondamentale ridiscussione di tutte le strutture e dei valori dominanti, liberando com-

pletamente l’individuo dalle costrizioni immanenti al sistema. Nel mirino della contesta-

zione delle correnti anarchiche non vi sono dunque i potenti o le elite economiche, bensı

le organizzazioni sovranazionali, le conferenze internazionali e le multinazionali, rispet-

tivamente la globalizzazione in se, quale fenomeno astratto, elementi ritenuti strutture

immanenti che, in quanto tali, vanno abbattute.

Critica di stampo conservatore

Anche alcune cerchie conservatrici appoggiano il movimento anti-globalizzazione

fermo restando che, nel presente contesto, il termine ‘‘conservatore’’ abbraccia tutti

gli esponenti dell’arena politica miranti alla conservazione.

Per la destra, la globalizzazione e vista da un lato come l’annullamento e la distruzio-

ne — inconsapevoli o sistematici — dell’autonomia, dell’autodeterminazione, della de-

mocrazia, delle differenze culturali e delle tradizioni dello Stato (nazione), dall’altro

del commercio e dell’agricoltura locali.

La sinistra, invece, non paventa in se una perdita dell’autonomia dello Stato (nazio-

ne), bensı quella delle proprie possibilita di partecipazione. In Svizzera e stato raggiunto

un grado elevato di partecipazione politica ed economica. Agli occhi di tali oppositori,

sul piano sovranazionale tali possibilita sono quasi totalmente assenti.

Secondo le cerchie conservatrici anti-globalizzazione, a prescindere dalla loro collo-

cazione politica, le organizzazioni sovranazionali, le conferenze internazionali e le multi-

nazionali minacciano la sovranita dello Stato (nazione), la democrazia, le differenze cul-

turali e le tradizioni, come pure le possibilita locali di partecipazione politica ed econo-

mica.

445

Page 446: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Malcontento senza una matrice specificaIn particolare le proteste di massa contro la conferenza dell’OMC di Seattle, nel no-

vembre/dicembre 1999, coalizzarono non solo le fazioni piu diverse, ma anche gruppi dipersone non organizzati o addirittura individui in se apolitici che spesso non avevanoaffatto idea di quali fossero i compiti, le strutture e le procedure dell’OMC.

Per tali attivisti, la parola ‘‘globalizzazione’’ rappresenta in modo indifferenziato l’in-tera gamma dei mali e dei pericoli mondiali: poverta, fame, lavoro minorile, manipola-zione genetica, distruzione dell’ambiente, tagli salariali, egemonia. A tali ingiustizie, de-signate specificamente, si sovrappone poi un’ulteriore dimensione: per tali persone, laparola ‘‘globalizzazione’’ e sinonimo di un sentimento generico e indefinito di insicurez-za personale, di dipendenza e di impotenza nei confronti dei processi politici, economicie sociali. In tal caso, la globalizzazione e il capro espiatorio e la personificazione di unmalessere personale. Ancor piu difficile da comprendere e poi l’attuale elevata propen-sione dei giovani alla violenza. La violenza giovanile si manifesta spesso, inoltre, con ac-cessi di rabbia apparentemente priva di senso e diretta contro oggetti oppure in forme diestrema aggressivita nei confronti delle persone. Ne consegue — a prescindere dal retro-terra politico o ideologico — un aumento degli atti di vandalismo perpetrati in occasionedi eventi pubblici, quale che sia la natura di questi ultimi.

2.3. Obiettivi del movimento anti-globalizzazione

La strategia degli avversari della globalizzazione, ammesso che si possa parlare di unastrategia comune e consapevole nel vero senso della parola, puo essere sintetizzata nelmodo seguente:

A breve termine, e necessario perturbare o addirittura impedire lo svolgimento dieventi specifici come conferenze, vertici o convegni di organizzazioni sovranazionalio di multinazionali. Occorre poi arrecare danno alle singole aziende, ad es. medianteil boicotto, il danneggiamento materiale o attacchi informatici da parte di hackers.A medio termine, si mira allo scioglimento o quantomeno alla riforma e alla demo-cratizzazione, in uno dei sensi proposti e auspicati dagli attivisti anti-globalizzazione,delle organizzazioni sovranazionali o delle conferenze come l’OMC, il FMI o il WEF.Lo screditamento specifico di localita o Paesi ospitanti puo essere perseguito qualestrumento atto al conseguimento di tali riforme o addirittura quale obiettivo in se.A lungo termine, occorre istituire e sviluppare meccanismi di decisione sovranazio-nale alternativi, come pure ridimensionare o addirittura eliminare le disuguaglianzesociali, economiche ed ecologiche tra gli Stati e all’interno di essi. Gli specifici obiet-tivi di lungo termine dei singoli attivisti differiscono in modo piu o meno consistentea seconda dell’orientamento politico e del campo d’attivita. Detti obiettivi possonoessere descritti soltanto in modo sommario; anche gli strumenti destinati al raggiun-gimento degli obiettivi sono raramente esposti con chiarezza e secondo una strategiacoerente.

446

Page 447: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

3. Composizione del movimento di protesta

Gli attivisti anti-globalizzazione formano una ‘‘coalizione ad hoc dalla molteplice ma-trice ideologica’’, la cui base consensuale consiste nel rifiuto dell’attuale forma di globa-lizzazione economica. Una delle altre caratteristiche principali e costituita dall’intercon-nessione e dalla cooperazione sovranazionali.

3.1. Categorie

In linea di principio, i rappresentanti del movimento provengono dai gruppi piu di-versi, i quali possono essere sommariamente inseriti nelle categorie seguenti. Una porzio-ne significativa di essi si occupa principalmente del tema dei rapporti Nord-Sud (coope-razione allo sviluppo, gruppi di solidarieta a favore di Paesi dell’America latina o medio-rientali).

A causa della recessione e della crisi economica, sono coinvolti dall’oggetto della pro-testa anche i gruppi che si occupano di questioni sociali (associazioni di disoccupati,gruppi che s’impegnano a favore dei diritti della donna, cooperative locali).

Sono universalmente rappresentati da diverse formazioni militanti anche le associa-zioni di protezione degli animali e dell’ambiente.

Gli autonomi provenienti da centri locali autogestiti partecipano spesso anche alledimostrazioni concernenti altri temi. I loro locali servono spesso da luogo di riunioneper sedute di preparazione e fungono da luogo di incontro o di ritrovo per altri gruppio singoli individui.

Una porzione importante di partecipanti e reclutata all’interno di gruppi anti-fascistidi estrema sinistra. Nell’ambito di tali cerchie, l’uso della forza e spesso ritenuto un mez-zo legittimo per il raggiungimento di un obiettivo (si veda piu sotto).

Gli anarco-sindacalisti recitano un ruolo di primo piano soprattutto nel resto d’Eu-ropa, dove la loro ideologia puo vantare profonde radici storiche.

I gruppi anti-globalizzazione ‘‘puri’’ si occupano principalmente della globalizzazio-ne e delle sue ripercussioni negative. La loro fondazione risale perlopiu alla seconda me-ta degli Anni Novanta.

3.2. Forme di organizzazione

All’interno del movimento anti-globalizzazione sono riconoscibili quattro struttureorganizzative principali, le quali si distinguono per il diverso grado di coesione.

I gruppi preesistenti e permanenti che, a fianco di altre problematiche, si occupanodella globalizzazione in modo piu o meno intenso, impegnandovisi di conseguenza.

Rientrano in tale categoria in particolare i gruppi di estrema sinistra, i quali conside-rano la globalizzazione una nuova forma di oppressione e di sfruttamento capitalista.

I gruppi sorti sulla scia dell’opposizione alla globalizzazione, spesso fondati in occa-sione di una conferenza corrispondente e da allora dotati di strutture permanenti. Taliassociazioni costituiscono un’alleanza internazionale, dai legami perlopiu alquanto tenui,di organizzazioni preesistenti attive in Paesi diversi. Ai fini dell’adesione a tale ‘‘associa-

447

Page 448: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

zione mantello’’, riveste importanza essenziale la presenza di un consenso minimo su de-terminati principi. Spesso, esse si servono di reti aperte, le quali offrono le infrastrutturenecessarie alla comunicazione e al coordinamento. A volte si assiste alla costituzione disezioni nazionali o regionali, le quali si esprimono sia in patria che all’estero sulle riper-cussioni a loro dire negative della globalizzazione.

Le reti ad hoc, che si attivano soltanto in occasione di eventi specifici o periodica-mente e sono in parte composte di rappresentanti di altri gruppi permanenti. In occa-sione di un evento determinato, tali alleanze assolvono perlopiu compiti di coordina-mento e logistici sul piano locale (viaggio, alloggio, organizzazione di centri di ritrovopresso i luoghi della protesta, raccolta di informazioni, ecc.).

Nei restanti periodi dell’anno, spesso tali reti esistono soltanto virtualmente, sottoforma di sito Internet.

I gruppi di lavoro ad hoc, costituiti in occasione di eventi determinati. Tali pool, de-nominati anche gruppi d’affinita, si costituiscono spontaneamente e adempiono a inca-richi determinati all’interno della rispettiva organizzazione di protesta, ad esempio l’at-tivita autonoma di contro informazione o l’informazione mirata di altri mass media, l’or-ganizzazione della dimostrazione o di altre attivita, ecc.

4. La questione della violenza

La grande maggioranza degli attivisti anti-globalizzazione sostiene le proprie rivendi-cazioni in modo pacifico (esempio: il 21.4.2001 a Quebec City si sono contati oltre30’000 dimostranti pacifici contro appena 2’000 teppisti). Il fatto che numerosi gruppiche agiscono principalmente o esclusivamente in modo pacifico non si distanzino in mo-do chiaro e coerente dall’uso della violenza non consente tuttavia di operare una chiaradistinzione tra l’ampia maggioranza dei gruppi pacifici e l’esigua minoranza dei violenti.

4.1. Legittima difesa o addirittura strumento indispensabile?

Le cause relative vanno ancora una volta ricercate nel retroterra neomarxista su cuipoggia l’azione di una parte degli attivisti. Gia secondo la nuova sinistra degli Anni Set-tanta, ciascuna azione diretta contro gli organi dello Stato, fosse essa pacifica o meno, eraespressione di una reazione legittima alla violenza: la vera violenza originaria era infattiesercitata dall’apparato statale e dalla classe dominante (violenza strutturale).

Gli odierni attivisti anti-globalizzazione ricorrono a un’argomentazione analoga: laviolenza propriamente detta — nei confronti di individui svantaggiati, di fasce della so-cieta, di Stati o della natura — e opera delle organizzazioni sovranazionali, delle multi-nazionali e della classe dominante (sul piano economico e politico). Di conseguenza, ilricorso alla violenza nella lotta contro tali ingiustizie non sarebbe nient’altro che legitti-ma difesa, logica e inevitabile conseguenza di un sistema in se violento.

Gli attivisti dell’ala anarchica, invece, non ricorrono ad argomentazioni analoghe — il

448

Page 449: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

loro scopo principale e la liberazione dell’individuo da tutte le imposizioni del sistema e lalotta contro le strutture immanenti. Per poter raggiungere tali obiettivi e produrre in tal mo-do una societa migliore, ogni mezzo e legittimo. In se, anche il principio della non violenza ela morale politica predominante sarebbero poi parte delle strutture immanenti e quindi, se-condo logica, il loro sovvertimento non solo e auspicabile, ma addirittura necessario.

Per ragioni di solidarieta e di lealta, altri gruppi moderati e sino ad ora pacifici nonhanno sino ad oggi volutamente preso le distanze dal ricorso alla violenza in quanto, a det-ta di tali formazioni, i loro obiettivi sono gli stessi dei gruppi violenti e possono essere rag-giunti soltanto con l’azione congiunta di tutti gli attivisti. Non ci si puo quindi permettereche il fronte anti-globalizzazione si spacchi a causa di divergenze sulle modalita d’azione.

5. Modalita d’azione / modelli d’intervento

Gli eventi che hanno fatto da cornice alle conferenze internazionali hanno dimostratoche le forme di protesta violenta sono organizzate e pianificate in modo professionale.

In tale contesto, recitano un ruolo non trascurabile soprattutto i ‘‘professionisti delledimostrazioni’’ che operano in loco quali ‘‘istruttori’’. Se si tralasciano alcuni dettagli,l’azione si svolge sempre secondo il modello seguente.

5.1. Preparazione in vista di un evento

Per la mobilitazione gli attivisti anti-globalizzazione fanno capo ai mezzi di comuni-cazione moderni; mediante Internet e la posta elettronica, ad esempio, viene lanciato unappello a partecipare alla dimostrazione e a compiere azioni.

A seconda dei casi, si organizzano incontri preparatori sul piano nazionale e interna-zionale gia diversi mesi prima dell’evento ufficiale. Da un lato, tali convegni servono adallacciare contatti tra i diversi gruppi, dall’altro consentono di assegnare in anticipo de-terminate funzioni mediante la suddivisione dei compiti. Agli incontri che hanno luogopoche settimane prima dell’evento sono spesso presenti istruttori specialisti, i quali assi-curano la formazione dei futuri dimostranti, istruendoli sulle forme di protesta piu effi-caci dal profilo mediatico.

Sono costituiti in anticipo anche piattaforme d’azione e gruppi di lavoro (gruppi d’af-finita). Si tratta di norma dei gruppi seguenti: logistica (alloggio, finanze, procacciamen-to del materiale), media (informazione e influenza sui media), tattica e procedure (pre-parazione della dimostrazione e formazione relativa, altre azioni), consulenza giuridica(comportamento nei confronti della polizia, durante il viaggio e il passaggio della fron-tiera, assistenza giuridica in caso di necessita), manifestazioni generiche (eventi culturali,concerti, ecc.).

Taluni team, soprattutto i responsabili dei rapporti con i media, danno inizio alle loroattivita gia svariate settimane prima dell’evento in questione, con l’obiettivo di dare al-l’informazione nazionale e internazionale un indirizzo a essi favorevole (cfr. appendice:struttura organizzativa tipo degli attivisti anti-globalizzazione).

449

Page 450: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Si procede infine alla creazione di centri di ritrovo e d’informazione (centri di con-vergenza).

Tali centri offrono alloggio ai partecipanti alla protesta arrivati in loco in anticipo efungono da centro di informazione e di coordinamento durante le dimostrazioni.

E emerso che tali centri recitano un ruolo di primo piano in particolare per quel checoncerne lo svolgimento di azioni di protesta con un’ampia partecipazione di dimostran-ti, flessibili e/o che si svolgono nell’arco di piu giornate.

Risulta invece arduo individuare e controllare l’organizzazione clandestina interna, laquale e assicurata mediante la posta elettronica e incontri segreti. In tale ambito le azioniviolente vengono a volte discusse e pianificate gia in una fase antecedente.

Colui che intende prendere parte a tali incontri deve di norma identificarsi. A volte,tali pianificazioni segrete si tramutano in atti di sabotaggio o in altre azioni intimidato-rie, le quali sono parte integrante della strategia di disturbo. In tal modo, si intende in-durre il maggior numero possibile di rappresentanti a disdire la loro partecipazione allaconferenza, ridimensionando l’importanza di quest’ultima o provocandone l’annulla-mento.

5.2. Azioni durante l’evento

Parallelamente all’evento ‘‘ufficiale’’, nei luoghi in cui questo si svolge o nelle imme-diate vicinanze hanno luogo i cosiddetti ‘‘Global Actions Days’’. Tali manifestazionicomprendono veglie di protesta, conferenze, concerti e altri happenings.

I gruppi violenti sfruttano la protezione offerta dalla dimostrazione, in se pacifica,per l’attuazione delle proprie scaramucce urbane. Un centro di ritrovo, sito nelle imme-diate vicinanze del luogo di protesta e munito di e-mail e telefoni cellulari, funge spessoda vera e propria centrale operativa preposta alla direzione delle singole cellule mobili(‘‘cluster’’). In tale contesto, si compiono azioni anche in aree piu lontane il cui legamecon l’evento vero e proprio e soltanto indiretto, il che rende difficilmente prevedibili lesuddette azioni.

Un elemento chiave della strategia degli attivisti anti-globalizzazione e costituito dal-l’attivita di contro informazione. Tale attivitae spesso garantita in modo permanente e intempo reale, lungo tutto l’arco dell’evento, da un servizio stampa autonomo, tra le cuifila figurano a volte professionisti retribuiti. A seconda delle possibilita, si provvede inol-tre anche a fornire ad altri media informazioni selezionate e materiale audio e video. Talemateriale, sfruttato a sostegno della posizione dei dimostranti, documenta la reazionedella polizia alle provocazioni e scredita le misure di sicurezza adottate.

Gli attivisti anti-globalizzazione ‘‘rimasti a casa’’ organizzano infine azioni dimostra-tive di solidarieta all’interno dei rispettivi Paesi. Tali proteste prendono spesso di miraedifici del Paese ospitante l’evento (rappresentanze diplomatiche, succursali di imprese,ecc.).

5.3. Nuove forme di azione

Negli anni scorsi sono state riscontrate nuove forme di protesta:

450

Page 451: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

‘‘Tute Bianche’’: dimostranti in tute da lavoro bianche e muniti di spesse imbottitureche cercano di forzare il cordone di polizia caricandolo come un ariete.‘‘Reclaim the Streets’’: le vie (di circolazione) pubbliche vengono occupate illegal-mente per tenervi delle feste.‘‘Free Train Actions’’: i dimostranti organizzano viaggi in treno fino al luogo dellaprotesta senza pagare quanto dovuto per il trasporto.‘‘Azioni su Internet’’: la rete offre nuove opportunita d’intervento. A fianco degli ef-fettivi danni finanziari causati da tali azioni, non vanno sottovalutati i danni alla re-putazione derivanti dalle lacune palesate nel dispositivo di sicurezza. Si tenta in talmodo di screditare organizzatori e organizzazioni.Attentati clandestini e atti di sabotaggio: in Svizzera hanno avuto luogo prevalente-mente atti di sabotaggio contro infrastrutture. L’esempio delle azioni condotte daimilitanti animalisti contro un’azienda di sperimentazione sugli animali in Gran Bre-tagna dimostra tuttavia che la cerchia degli oppositori e in grado di compiere azionidi piu ampia portata.

6. Valutazione / possibilita di radicalizzazione

6.1. Su scala mondiale / internazionale

Il potenziale di minaccia su scala mondiale va considerato stabile o in crescita. Perquel che concerne la capacita di mobilitazione, soprattutto in relazione con eventi chesi svolgono periodicamente (ad es. l’assemblea primaverile del FMI e della Banca mon-diale del 28./29.4.01), di recente si sono tuttavia avvertiti anche sintomi di affaticamento.

6.2. Rischio di radicalizzazione?

Ci si chiede in sostanza con quale grado di probabilita e a quali condizioni i tumultiche fanno attualmente da cornice alle azioni di protesta pacifiche anti-globalizzazionepotranno acuirsi o addirittura prendere la forma di un vero e proprio movimento terro-ristico. A tal fine, occorre operare una distinzione tra violenza pubblica, vale a dire i bennoti atti di teppismo, e violenza clandestina, in altri termini gli attentati terroristici insenso stretto, indipendenti da eventi concreti come conferenze o dimostrazioni. Nel pre-sente caso, il rischio di una radicalizzazione consiste nella costituzione di uno zoccoloduro la cui azione assume i connotati della cospirazione.

Movimenti terroristici di sinistra consolidatiTaluni gruppi terroristici o estremisti attivi negli Anni Settanta si sono riciclati nella

lotta anti-globalizzazione e prendono parte alle azioni di detto movimento. Cio potrebbeavere conseguenze di due tipi:

La contestazione della globalizzazione potrebbe fungere da nuovo fondamento‘‘ideologico’’ e da giustificazione del loro programma, inducendoli a intensificarenuovamente l’azione.

451

Page 452: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Essi potrebbero mettere il loro know-how a disposizione di nuovi gruppi, dediti spe-cificamente alla lotta anti-globalizzazione.

Nuovi gruppiSi osserva una tendenza alla radicalizzazione di alcuni gruppi sorti dopo gli Anni Set-

tanta con obiettivi politici distinti e di recente attivi anche in seno al movimento anti-glo-balizzazione.

Un esempio e dato dall’Animal Liberation Front (ALF): la sua struttura, consistentein piccole cellule assai mobili e attive in numerosi Paesi dell’Europa occidentale e negliStati Uniti, e la sua strategia di comunicazione ricordano quelle di talune formazioni ter-roristiche. Di fatto, l’ALF aveva gia attirato su di se l’attenzione negli Anni Ottanta, ren-dendosi protagonista di attentati dinamitardi professionali. Negli Anni Novanta, singoliesponenti europei e nordamericani hanno utilizzato mezzi ancor piu radicali, come ag-gressioni fisiche, incendi e minacce sistematiche nei confronti di commercianti di pellic-ce, macelli, ristoranti, veterinari e istituti di ricerca medica.

In sintesi, si puo affermare che taluni gruppi sono dotati di una struttura che ram-menta quella delle formazioni terroristiche. Detti gruppi sembrano inoltre essere in pos-sesso del relativo know-how e, attraverso contatti diretti, potrebbe verificarsi un ulterio-re trasferimento di conoscenze, esperienze e persone.

Presupposti di un ulteriore radicalizzazioneAlle condizioni seguenti, e possibile che si costituisca un nucleo di irriducibili dispo-

sti al ricorso alla violenza e all’utilizzo di strumenti terroristici:

Gli attivisti anti-globalizzazione hanno la sensazione che le loro rivendicazioni conti-nuino a godere di troppo scarsa considerazione, di modo che in essi si acuisce il senti-mento di impotenza nei confronti del sistema politico, economico e sociale.

La recessione mondiale in atto accresce le differenze di reddito (tra individui e/o Sta-ti), la disoccupazione e lo sfruttamento delle risorse naturali, inasprendo le tensioni so-ciali e il sentimento generale d’insicurezza.

Il ricorso alla violenza ai fini dell’affermazione di determinate rivendicazioni incontrasempre piu il favore degli attivisti anti-globalizzazione pacifici e della popolazione oquantomeno e ritenuto meno riprovevole (tale tesi si afferma ad es. grazie all’argomentodella legittima difesa).

Il ventaglio di strumenti degli oppositori militanti continua a comprendere azioni diestremismo violento (tale evoluzione e probabile).

Qualora tali condizioni dovessero realizzarsi, e possibile che nei prossimi 2-5 anni da-gli esponenti di sinistra del movimento anti-globalizzazione scaturisca un nucleo di atti-visti violenti - sia cio il prodotto di un fenomeno a se stante oppure il risultato di contatticon formazioni terroristiche di sinistra preesistenti e della loro ‘‘riattivazione’’.

E invece meno probabile un’analoga evoluzione degli esponenti conservatori, poicheessi recitano un ruolo di secondo piano all’interno del movimento anti-globalizzazione e

452

Page 453: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

hanno sempre rifiutato il ricorso alla violenza (tale affermazione non riguarda le forma-zioni di estrema destra, che il presente rapporto non si cura di analizzare piu a fondo inquanto tali gruppi si occupano in modo tutt’al piu marginale della critica alla globaliz-zazione).

6.3. Ripercussioni sulla sicurezza in Svizzera

Alla luce del fatto che il movimento anti-globalizzazione travalica i confini nazionali, imeeting organizzati in Svizzera dovrebbero continuare a vedersi confrontati con tale fe-nomeno.

I convegni nelle citta maggiori o in zone di confine (Basilea, Berna, Ginevra, Zurigo)sottendono rischi supplementari a causa del ‘‘turismo delle dimostrazioni’’.

7. Possibilita d’azione / raccomandazioni

1. Occorre promuovere il dialogo con gli attivisti pacifici e prestare maggiormente epiu seriamente attenzione alle loro rivendicazioni. Quale segno di buona volontada parte della Confederazione, tale disponibilita al dialogo non dev’essere profes-sata soltanto nei confronti dei gruppi che hanno chiaramente preso le distanze dalricorso alla violenza, ma anche nei confronti delle formazioni che, pur non essen-dosi distanziate dall’uso della forza, non si sono tuttavia rese protagoniste di atti diviolenza.

2. La radicalizzazione degli attivisti anti-globalizzazione va scongiurata mediante unaperto dibattito politico sulla problematica della globalizzazione.

3. La cooperazione nazionale e internazionale va intensificata al fine di scambiare in-formazioni e dati sulle organizzazioni e le attivita degli attivisti violenti.

4. In caso di avvenimenti gravi, gli organi incaricati della salvaguardia della sicurezza(polizia, autorita preposte al controllo delle frontiere, giustizia) devono poter di-sporre di strumenti incisivi che permettano loro di procedere in modo efficacee, se possibile, preventivamente contro agitatori riconosciuti. Tali strumenti devo-no comprendere anche misure preventive contro gli appelli alla violenza o ad altrireati lanciati per il tramite di canali diversi (provvedimenti contro i gestori o gliofferenti di siti Internet nonche contro produttori e distributori di materiale pro-pagandistico, ecc.).

5. In materia di estremismo politico violento, vale lo stesso principio applicabile alterrorismo: la contromisura piu efficace e la prevenzione. Occorre pertanto istitui-re le basi legali e approntare le risorse necessarie a garantire una prevenzione ef-ficace, e cio prima che si sia costituito un nucleo di attivisti violenti.

453

Page 454: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

9. DOCUMENTO N. 5RELAZIONE SULL’ESTREMISMO ANARCO-COMUNISTA

IN GERMANIA

Left-Wing Extremist Endeavours

I. Overview

Left-Wing Extremist Developments

The ultimate aim of left-wing extremists is to eliminate the existing legal and socialorder of the Federal Republic of Germany — which they defame as capitalist, imperialistand racist — and to replace it by a totalitarian socialist/communist society or by whatthey see as a society ‘‘free from rulers’’ — i.e. anarchy. Extreme left-wing political actionis determined by revolutionary/Marxist or anarchistic ideologies. The action forms cho-sen by some groups range from public rallies and open agitation (with flyers, placards,periodicals, electronic communication media) to attempts at gaining influence in bodiesand institutions of society and to participation in elections; other groups see infractionsof the law, including acts of violence committed openly or covertly (e.g. vandalization,violent riotous assemblies, bodily injuries) as a way of achieving their political objective-s.As compared to the previous year, the total number of acts of violence rose not insig-nificantly. Arson attacks which were covertly prepared and carried out, and the persis-tently large number of bodily injuries and breaches of the public peace are clear indica-tions of the unbroken large violence potential of left-wing extremists. The public debateon how to fight extreme right-wing endeavours more effectively has not induced leftw-ing extremists to step up their activities against — actual or supposed — rightwing ex-tremists; rather, the number of such acts of violence remained constant. As in previousyears, the major part of militant actions were carried out by the ‘autonomist’ scene, aheterogeneous movement without a uniform ideological/strategic concept, but in agree-ment on their readiness to use violence, in accordance with their tactical assessment ofthe ‘‘scope for effectively mediating their intentions’’. However, the activities centred onthe various issues of controversy/confrontation did not always trigger the expected re-sponse and mobilization. Despite problems due to structural differences, traditionallyrevolutionary-Marxist organizations, such as the Deutsche Kommunistische Partei(DKP — ‘‘German Communist Party’’) and the Marxistisch-Leninistische Partei Deutsch-lands (MLPD — ‘‘Marxist-Leninist Party of Germany’’), continued to focus on continu-ously pursued class struggle, to culminate in the revolutionary break with existing con-ditions, but their public effect and influence is almost nil.On the other hand, the Trotz-kyite Linksruck-Netzwerk [‘‘Left-Swing Network’’] was very much in evidence, at leastoptically, during many protest actions and, on these occasions, succeeded in systemati-

454

Page 455: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

cally recruiting young members. So far, the Partei des Demokratischen Sozialismus (PDS— ‘‘Party of Democratic Socialism’’) — adapted to the political party system in the Fed-eral Republic of Germany and accepted in many cases — has not altered its ideological/political profile. The new PDS Chairperson expressly spoke out against any ‘‘social-de-mocratization’’ of the Party (cf. Chapter IV, no. 2.1, below) and against the ‘‘path of re-conciliation with the powers that be’’.

II. Overview in Statistics

1. Organizations and Members/Supporters

In 2000, the structure and manifestations of organized left-wing extremism did notchange much as compared to the previous year. Membership gains have not entirely setoff the losses experienced by individual groups; the overall number of members/ sup-porters has slightly fallen.At the end of 2000, after deduction of multiple membershipcases, about 33,500 persons (1999: 34,200) were reckoned among the membership ofsuch organizations and other associations which are found to pursue left-wing extremistendeavours. This also includes supporters of the Kommunistische Plattform (KPF —‘‘Communist Platform’’) of the ‘‘Party of Democratic Socialism’’ (PDS) who are esti-mated to number up to 2,000. The PDS, according to its own figures, has some88,600 members (1999: 94,000). At the end of 2000, the spectrum of left-wing extre-mists willing to use force — mainly in groups of anarchistic orientation — comprisedup to 7,000 persons, of whom about 6,000 usually identify themselves as ‘autonomists’.In the case of Marxist-Leninist, Trotzkyite and other revolutionary-Marxist associations,developments took a different course: some groups attracted new supporters whileothers had to face losses. Altogether, these organizations had about 27,000 members.In some sectors, they are supported by organizations under extreme left-wing influence,which numbered some 14,500 members at the end of that year.

Left-Wing Extremist Potential *)

1998 1999 2000Groups Persons Groups Persons Groups Persons

Violence-inclined left-wingextremists **)

66 7,000 65 7,000 ***) 61 7,000 ***)

Marxists-Leni-nists and otherrevolutionaryMarxists ****)

Core andsubsidiaryorganizations

43 28,400 44 27,700 43 27,000

influencedorganizations

34 18,000 34 18,000 34 15,000

Total 143 35,400 18,000 143 34,700 18,000 138 34,000 15,000

455

Page 456: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1998 1999 2000Groups Persons Groups Persons Groups Persons

After deductionof multiplemembershipcases

approx.34,700

approx.13,500

approx.34,200

approx.13,500

approx.33,500

approx.11,500

‘‘Party of Demo-cratic Socialism’’(PDS) *****)

approx.96,500

approx.94,000

approx.88,600

Some of these figures are estimated and rounded off.� The statistics do not only include identified perpetrators or suspects, but also those left-wing extremists in

whose case there are only indications suggesting their willingness to use violence. Included are only groupswhich have firmly established structures and have been active for some time.

� The mobilization potential of the ‘‘scene’’ includes an additional number of several thousands.� Including the KPF (‘‘Communist Platform of the PDS’’). To these are added the members of other left-wing

extremist groups within the PDS.� On account of its ambivalent appearance, the PDS is listed separately in the above table.

2. Criminal Offences / Acts of Violence

In 2000, left-wing extremists again committed criminal offences in order to attaintheir political aims; such offences included arson and property damage to the amountof millions of deutschmark. The number of criminal offences in which left-wing extre-mists were identified — or, in view of the circumstances of the given offences, were sus-pected — as the perpetrators or as accomplices, increased by 4% to 3,173 (1999: 3,055).These included 827 acts of violence (1999: 711); this represents an increase by about16%. The number of militant actions against right-wing extremists, or supposedright-wing extremists, i.e. 300 actions, remained constant as compared to the previousyear (299). The following overview only conveys an incomplete picture of the actual ex-tent of extreme left-wing violence; on account of the often incomparable forms and tar-gets of violence — street militancy on the part of left-wing extremists, while right-wingextremist attacks are often targeted against individuals — a comparison with criminaloffences in the extreme right-wing area can be made to a limited extent only. Also,the penal provisions applying to left-wing extremism are not as far-reaching as those re-garding so-called ‘propaganda offences’ committed in an extreme right-wing context.

Overview of Acts of Violence and Other Criminal Offences with Provenor Suspected Left-Wing Extremist Background *)

1999 2000

Acts of violence:Homicide 0 0Attempted homicide 0 4Bodily injury 215 260Arson 68 58Causing a detonation by explosives 0 1Breach of public peace 269 321Dangerous interventions with railroad,air, ship and road traffic

19 44

456

Page 457: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1999 2000

Resistance to law enforcement personnel 140 139

Total 711 827

Other criminal offences:Criminal damage to property 1,246 1,292Coercion/th reat 73 75Other offences 1,025 979

Total 2,344 2,346

Total number of offences 3,055 3,173

*) The figures are based on data provided by the Federal Office of Criminal Police (Bundeskriminalamt BKA)(as of 1 February 2001).This overview includes both committed and attempted offences. Each offence was counted only once. Forinstance, if during a breach of the public peace, bodily injury offences were committed at the same time,only the breach of the public peace is shown as an offence in the statistics. If several criminal offences werecommitted, only the more serious offence was counted.

Acts of Violence with Proven or Suspected Left-Wing Extremist Background Targets

— Total, of which:— left-wing extremism against right-wing extremism— anti-NPP campaign— other extremist targets[left column right column]1 Jan. - 31 Dec. 1999 1 Jan. - 31 Dec. 2000

Acts of Violence with Proven or Suspected Left-Wing Extremist Background in the Lander

— 1 Jan. - 31 Dec. 2000— 1 Jan. - 31 Dec. 1999

Berlin BrandenburgLower Saxony Saxony-AnhaltNorth Rhine/Westphalia ThuringiaBaden-Wurttemberg Mecklenburg-Western PomeraniaHamburg BremenBavaria Rhineland-PalatinateSaxony Saarland Schleswig-HolsteinHesse

Acts of Violence with Proven or Suspected Left-Wing Extremist Backgroundper 100,000 inhabitants — by Land

— 1 Jan. - 31 Dec. 2000— 1 Jan. - 31 Dec. 1999[replace commas in all figures by points, e.g. Berlin 11.65]

BerlinHamburgSchleswig-Holstein Lower SaxonySaxonyBremenBrandenburg

457

Page 458: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Saxony-AnhaltThuringiaHesseBaden-Wurttemberg Mecklenburg-Western PomeraniaNorth Rhine/Westphalia BavariaRhineland-Palatinate Saarland

Overview of Acts of Violence committed by Left-Wing Extremists against Right-Wing Extremistsor Supposed Right-Wing Extremists

1999 2000Homicide 0 0Attempted homicide 0 3Bodily injury 141 177Arson 20 22Causing a detonation by explosives 0 1Breach of public peace 108 81Dangerous interventions with rail-road, air, ship and road traffic

3 3

Resistance to law enforcement personnel 27 13

total 299 300

*) The figures are based on data provided by the Federal Office of Criminal Police (Bundeskriminalamt —BKA) (as of 1 February 2001).

III. Violent Left-Wing Extremism

Also for the year 2000, it is to be noted that — since the dissolution of the ‘‘RoteArmee Fraktion’’ (RAF — ‘‘Red Army Faction’’) — no extreme left-wing/terrorist struc-tures capable of action 139) have developed in Germany, which would have been able toplan and carry out serious attacks, including murder. However, the internal security ofthe Federal Republic of Germany continues to be threatened by violence-inclined left-wing extremists, especially from the anarchistically oriented ’autonomist’ scene. Withinthat scene, small groups have formed, which mostly — for reasons of protection againstpenal prosecution — no longer operate under a uniform ’trade-mark name’ and, instead,carry out attacks under constantly changing designations (’no-name’ militancy, ’noname’terrorism; cf. no. 1.4 below).

Structure: groups exist in almost all major cities, especially in the conurbations ofBerlin, Hamburg and the Rhine-Main area, but also in smaller university cities likeGottingenSupporters: up to 7,000 (as in 1999)Publications: more than 50 scene publications; of particular importance are paperssuch as ‘‘INTERIM’’ (Berlin) and ‘‘RAZZ’’ (Hanover), but increasingly also ‘‘youthjournals’’ which for the major part are distributed free of cost

458

Page 459: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1. ’Autonomists’

1.1 Potential / Self-Perception / Action Forms / Media Autonomists: the largest potentialof left-wing extremists prepared to use violence

For years, the number of persons considered to belong to the militant ’autonomist’scene — nationwide more than 6,000 — has remained at more or less the same leveldespite a slight decline in numbers; losses resulting from ‘‘withdrawal to private life’’are largely set off. ’Autonomists’ continue to form the by far largest share of the overallpotential in the field of violence-inclined leftwing extremism, and are responsible for themajority of acts of violence with left-wing extremist motives (including bodily injury andcovertly prepared arson attacks).

A pertinent characterization of the autonomists’ self-image was given by two formermembers of the scene which is a heterogeneous movement without a uniform ideologicalor strategic concept:

‘‘Autonomists represent a conglomerate mainly of Sponti and Italo hotch-potchgroups. Catchphrases of the autonomist movement — which are given varying mea-nings and substance by the various sub-groups — are: self-determination, first-per-son politics, collective identity versus individual identity, solidarity, action takes prio-rity over theory, no hierarchies, socialrevolutionary, everyday changes, independence... and various anti-attitudes such as anti-imperialism and anti-Fascism. Positive atti-tudes are — more often than not — more difficult to define and refer to free spacesand to counterculture blueprints for the fields of music and arts, and for living andworking together.’’

Agreement on the willingness to use violence’Autonomists’ base their efforts on diffuse fragments of anarchistic and Communist

ideology and propagandize resistance against public authorities, and disrespect of regu-latory systems. An ‘‘anti-fascist’’, ‘‘anti-capitalist’’ and ‘‘anti-patriarchal’’ attitude is takenas the consensual basis. They find their ‘‘free private spaces’’, for instance, in flat-sharingcommunes of like-minded people, often in squats or ‘‘legalized’’ houses.

Despite all differences: ’autonomists’ are agreed on the willingness to use violence inenforcing their political aims. This is justified as the allegedly required counter-violenceagainst the ‘‘structural violence’’ of a ‘‘system of coercion, exploitation and oppression’’.

This approach is illustrated very clearly by a ’position paper’ distributed in the springof 2000 by a group describing itself as clandestine:

‘‘As we see it, the need for militant practice derives already from the ... political si-tuation. ... By this, we don’t only refer to covert, militant actions but to all forms ofprotest and resistance which, in terms of both ideology and practice, largely rejectany dialogue with the System’s representatives. ... In our view, political militancyis the basis and prerequisite of the development of a new left-radical awareness.’’(‘‘INTERIM’’, no. 502, of 13 May 2000, pp. 13 seqq.).

The paper goes on to say that a victory over the existing system could be achievedonly with ‘‘non-integrable forms and concepts of politics’’.

459

Page 460: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Types of action by militant ’autonomists’The forms of ’autonomist’ violence are many and various: it is directed against ob-

jects or persons (e.g. right-wing extremists, police officers, ‘‘henchmen’’ and ‘‘profiteersof the System’’), is either committed spontaneously or planned covertly on the longterm, and ranges from destructive acts directed at cars and buildings, attacks on ‘‘Nazis’’and their infrastructure, militant anti-NPP [‘‘nuclear power plants’’] actions and violentdemonstrations involving use of stones and other missiles, to arson and bomb attacks.

For ’autonomists’, an important criterion in selecting forms and targets of action ba-sically is the extent to which the given action will ‘‘mediate their intentions’’. They oftenorient themselves by changing issues of controversy and confrontation; and they joincurrent campaigns in order to bring the subject-matter of such campaigns to the centreof public awareness and to ‘‘accompany them with militant actions’’. In a round of talkson the ‘‘future of militant politics’’, an activist calling himself ‘‘Antonio’’, in placardstyle,described his own experience in this area:

‘‘We have had an active part in all sorts of issues, ranging from Antifa [anti-fascism]and anti-racist activities to antistate and anti-capitalist campaigns. ...Wherever there is a hotspot, wherever a lot is happening, wherever socialist move-ments and campaigns exist, there will be support rendered with militant meansand intervention.’’ (‘‘INTERIM’’, no. 498, of 30 March 2000, p. 5)

Street riotsA special form of violence are street riots. On such occasions, ’autonomists’ often

show up as so-called ‘‘black blocks’’, uniformly dressed in ‘‘combat gear’’ of martial ap-pearance and wearing balaclavas [hatred hoods]. Street riots often are a sequel of pro-tests against right-wing extremists and regularly occur in the course of demonstrationson the ‘‘Revolutionary 1st of May’’, especially in Berlin. In 2000, too, Berlin was thescene of major outrages. In the course of the riots following the demonstrations, policeofficers and operations vehicles were massively attacked with bottles, stones and firecrackers. Rowdies using ‘‘small groups’’ tactics erected barricades, set fire to containers,and vandalized bus stations. The clashes continued till late into the night.This ‘‘smallgroups’’ concept is seen by ’autonomist’ violent offenders as sound, time-tested tacticsfor causing the maximum of damage to property in the course of such street riots, with aminimum risk of being apprehended. In-scene ‘‘recommendations’’ state that inconspic-uous groups of four or five could easily and quickly smash windows of banks and shops;and they could leave the scene of action long before the police would arrive there.Whenpreparing for major militant demonstrations, ’autonomists’ increasingly make assess-ments beforehand of the relative strength of their own forces and those of the police.Thus, especially during protest actions against processions [meetings] of right-wing ex-tremists, militant ‘‘Antifas’’ [‘‘anti-fascists’’] increasingly propagandize decentralized ac-tion concepts. By legal means, it is claimed, there practically was no way of preventing‘‘Nazi rallies’’:

Given the protection provided by the ‘‘cops’’, it was not possible during a demon-stration to get at the ‘‘Nazis’’. Therefore, opportunities for effectively ‘‘becoming active’’

460

Page 461: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

often presented themselves only before or after rallies during the arrival and departureof participants. The aim was to cause as much material damage as possible to ‘‘Nazis’’,for instance damage to private cars or buses.‘‘Clandestine militant’’ action — i.e. attackscovertly prepared and carried out — is designed and planned much more methodicallythan mass militancy; such attacks — mostly directed against property — are often jus-tified in letters claiming responsibility.

Thus, in the night of 16/17 January, unidentified offenders who called themselves‘‘militante zele’’ [‘‘militant cell’’] carried out an attack with incendiary devices, set forignition time delay, on the power supply facility of an installation of the Bundes-grenzschutz (BGS — ‘‘Federal Border Police’’) in Berlin-Grunewald. The perpetratorsstated that the reasons for their attack were the importance and function of the BGS inan increasingly insulated Europe; thus the BGS was a classical target of militant anti-ra-cist politics:

‘‘The aim of our attack on a BGS structure is to make the violent nature of this racistinstitution visible and to identify it as such. We hope ... to have shown in this waythat it is possible to put up resistance also to this project of the ruling establishment;moreover, the aim is to motivate others to take further action.

Although these are times when little can be, or is, moved, militant interventions arean indispensable means for expanding left-radical experience and for implacably ta-king action against the ruling centres of power.’’

MediaFor communication purposes, the ’autonomist’ scene has always made use of its own

media: in addition to the ‘‘time-tested’’ and, as before, most important methods of ex-changing information the rough scene pu blications, i ntercon nected mailbox systemsand ‘‘info shops’’ — ’autonomists’, of course, nowadays also make use of the Internetand of cellular phones.

Modern information and cryptographic technologies — as well as the free-of-chargeencryption software ’Pretty Good Privacy’ (PGP) — greatly benefit the largely clandes-tine activity of left-wing extremists, heighten their manoeuvrability, and make intelli-gence operations difficu lt for security authorities.

1.2 ‘‘Traditional’’ AutonomistsThe majority of militant ’autonomists’ can be assigned to the ‘‘traditional’’ category

(as opposed to ‘‘organized’’, cf. no. 1.3 below). In line with their self-perception, ‘‘tradi-tional’’ autonomists, as a matter of principle, display a hostile attitude towards hierar-chies and organization; they reject authoritative decision-making bodies and powersto give instructions.Unlike most of the other left-wing extremist groups, ‘‘traditional’’autonomists do not engage in specific recruitment of new members; newcomers tothe scene must try on their own to make contacts and seek acceptance. In a discussionwith militant comrades, a female activist pointed out the importance of new members/supporters to the continued existence of the scene; she emphasized:

461

Page 462: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

‘‘that it is necessary to organize a transition, a ’change of the guards’; that politicalexperience, structures and practical knowledge must be built up, but passed on aswell. ... Only then will it be possible ... to pass the baton. This is the only way inwhich continuity of the basis can be ensured while further developing the underlyingconcepts.’’ (‘‘INTERIM’’, no. 498, of 30 March 2000, p. 10)

However, the rejection of organization and hierarchies by this spectrum does notpreclude violent action that is co-ordinated with regard to the targeted issues — andis deliberately ‘‘incalculable and uncontrollable’’. Often, on the sidelines or after theend of demonstrations, such eruptions of violence will occur where hooligans using’small groups’ tactics cause considerable damage to property, e.g. to the buildings ofbanks and department stores (cf. no. 1.1 above). Lately, also the number of traditional’autonomists’ increases who — in view of a phase of weakness, mainly in terms of con-cepts, undergone by the scene — advocate a more binding form of organization, espe-cially as regards anti-fascist structures. Thus, a paper issued in September by the Leipzig‘‘Bandnis gegen Rechts’’ [BgR — ‘‘Anti-Right Alliance’’] consisting of members of the’autonomist’ scene stated:

‘‘If, as the BgR, we wish in the coming years to return to the past standard of invol-vement in politics, we will need a nationwide organization. ... In this way, we are re-nouncing our detached attitude towards the developments regarding the organiza-tion of nationwide Antifa’’. For the same reasons as well as for tactical reasons, in-creasing efforts are made to promote co-operation within alliances with othergroups of society. Thus, in the scene paper ‘‘INTERIM’’ (no. 509 of 7 September,pp. 5 seqq.), ‘‘Autonome Traditions-Antifas’’ [‘‘Autonomous Tradition-Based Anti-Fascists’’] wrote:

‘‘If we could have an Antifa of our own design, it would be one working in conti-nuous, responsive groups. ... Its tasks cover intensive youth work as well as nation-wide networking and organization in order to bundle forces. Even though it is a wea-risome and thankless job, the tasks of the Antifa include a permanent search for al-lies. ... In view of all these purposes, we consider militancy to be an indispensableinstrument.’’

1.3 ‘‘Organized’’ Autonomists AA/BO continues to be the most powerful organizationalset-up

Already in the early 90’s, criticism of the non-committal nature of ’autonomist’ struc-tures and of the ephemeral approach taken by autonomist ‘‘politics’’ had led to intensivedebates within the scene. Subsequently, various approaches were developed for testingso-called organizational models within the ’autonomist’ camp.

While most other attempts very soon ended in failure, the organizational set-upwhich, until this day, has been the most important one is the militant ‘‘AntifaschistischeAktion/Bundesweite Organisation’’ (AA/BO — ‘‘Anti-Fascist Action/Nationwide Orga-nization’’) founded in Wuppertal in the summer of 1992.

The main organizational task as seen by the protagonists of this association was to

462

Page 463: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

raise awareness of their tenets and positions. This included tactically motivated plans tomake use of widecoverage media reporting, to issue press releases, to launch their ownmedia activities (newspapers, events/meetings, broadcasting features) and to create a‘‘counterculture’’ [alternative culture] intended to delineate alternatives for society inits entirety.

At the end of 2000, AA/BO membership comprised seven groups, inter alia the‘‘Antifaschistische Aktion Berlin’’ (AAB — ‘‘Anti-Fascist Action Berlin’’), the ‘‘Auton-ome Antifa (M)’’ from Gottingen, and the ‘‘Antifa Bonn/Rhein-Sieg’’. The AA/BO seesitself as a ’rally movement’ and as a ’counterbalance’ to the fragmentation of the leftwing, and offensively propagandizes resistance against the existing ‘‘ruling system’’.

Groups from the AA/BO, occasionally playing a prominent part, took part in manydemonstrations, including violent ones. Thus, in November the AAB called upon sup-porters to participate in the Silvio Meier Demonstration143) which is held every year inBerlin — which in 2000 resulted in riots; this appeal included statements as the follow-ing:

‘‘We’ve had enough of it, and we won’t put up with the present state of affairs — notwith Nazi terror and state — sponsored racism, not with Germany and, least of all,with capitalism! FOR a strong revolutionary youth movement! Together we own thefuture!’’

AA/BO ‘‘politics’’ continue to be characterized by ‘‘youth work’’ that reaches intoschools. To this end, AA/BO makes use of ‘‘Jung-Antifa’’ [‘‘young anti-fascists’’] groupsinstructed by it and of publications under its influence.However, there are also many’autonomists’ who disapprove of the AA/BO. One of the reasons in addition to thecadre-like structure is their behaviour which is perceived as a dominant manner. Often,they are reproached for patronizing and for monopolizing. In 2000, the AA/BO wentthrough a distinct phase of weakness, which not only paralyzed its political work butalso had an impact on its mobilization capability. The main reason for this developmentis the reproach made by parts of the ’autonomist’ Antifa scene to the AAB [‘‘Anti-Fas-cist Action Berlin] — one of the most important member groups of the AA/BO — forprotecting a presumed rapist among their ranks and not having excluded him uncom-promisingly. This ‘‘reproach with protection of an offender’’ triggered a policy debateon the subject of sexism, split the AA/BO into two camps, and in the meantime has re-sulted in the withdrawal of several groups from the Organization. At present, there is notelling whether this development will ultimately jeopardize the AA/BO’s continued ex-istence, or whether the AA/BO will succeed in finding a way out of the crisis.An emer-ging organization existing side by side with the AA/BO, but with a less rigid orientation— the ‘‘Bundesweites Antifa-Treffen’’ (B.A.T. — ‘‘Nationwide Antifa Meetings’’) whichwas created in 1993 — failed, as in previous years, to become a significant alternativewithin the camp of organized ’autonomists’.

1.4 Autonomist Structures with Emerging Terrorist ElementsIn some areas within the ’autonomist’ camp, components have been active for years,

which cross the line to terrorist violent action. These small groups operate clandestinely,

463

Page 464: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

i.e. covertly, and from a basis of ‘‘legality’’ [instead of going underground]; the tracesleft by them after attacks seldom lend themselves to evaluation and analysis, and in orderto protect themselves against penal prosecution, they give themselves constantly chan-ging names in their letters claiming responsibility for actions.For them, militancy isthe indispensable, direct expression of their antagonism toward the ‘‘System’’. Thus,in a letter claiming responsibility, a ‘‘militante autonome gruppe’’ [‘‘militant autonomistgroup’’] made the following statement with reference to an arson attack on the buildingof the Brandenburg Constitutional Court and of the Potsdam Administrative Court on30 January:

‘‘For decades, there have been continuous repressive measures taken by the stateagainst left-wing and left-radical structures in the FRG; but organized and militantresistance against such repression has been just as continuous. Therefore, we attac-ked ... an institution, which is representative of the state machinery and of its interest— legalized, as it were — in criminal prosecution, with an ignition-delayed incendia-ry device. ... In order to generate the required pressure, the various forms of resistan-ce must key in with one another and mutually reinforce each other. A militant prac-tice is an essential instrument in this undertaking.’’ (‘‘INTERIM’’, no. 493, of 10 Fe-bruary 2000, p. 18)

In Hamburg, two ‘‘anti-racist’’ attacks were, within a period of a few days, com-mitted against representatives of the ‘‘deportation machinery’’:

— in the night of 9/10 March, unidentified perpetrators committed an arson attackon the car of a medical health officer who is responsible, inter alia, for assessingthe eligibility of asylum-seekers for deportation; the car which was parked in thedriveway to her house was gutted by the attack; her home was damaged;

— in the night of 12/13 March, unidentified offenders threw stones and paint bot-tles at the home of the Chairman of the Board of [the German airline] DeutscheLufthansa AG.

In letters claiming responsibility — which obviously were written by the same per-sons — the victims were defamed as ‘‘accessories’’ and/or as profiteers of racist depor-tation practices; one of the letters goes on to say:

‘‘As long as they feel safe and stay undisturbed, they will lightheartedly continue todo their filthy job. ... One of the responses to the RZ/Rote Zora trial also is the con-tinuation of militant attacks on the German refugees policy.’’(‘‘INTERIM’’, no. 497,of 23 March 2000, pp. 10 seq.)

Year after year, attacks carried out by ’autonomist’ groups using a terrorist MOcause property damage and economic consequential loss to the tune of millions ofdeutschmark (arson and bomb attacks, sabotage against telecommunications and datanetworks and against high-voltage pylons, grapnel attacks on railway tracks of DeutscheBahn AG [German Railways]). Such damage is regularly included by such perpetratorsin their calculations.

464

Page 465: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. Other Militant Left-Wing Extremists of Internationalist Orientation Action priori-ties: international networking concerning the ‘‘prisoner issue’’

In addition to the [militant] ’autonomists’, there is a second complex of violence-in-clined left-wing extremists which comprises groups and individuals, mostly of anti-im-perialist and internationalist orientation — mainly activists coming from structures oncenear to the ‘‘Rote Armee Fraktion’’ (RAF — ‘‘Red Army Faction’’), who see commitmentto the cause of ‘‘political prisoners’’ and support for the Kurdish ‘‘liberation struggle’’and also for the Kurdistan Workers’ Party (PKK) as their priorities for action.

The set-up that for years has been the most active in this area is the initiative ‘‘Lib-ertad!’’ which draws, inter alia, on the support of members of the Frankfurt group ‘‘KeinFriede’’ [‘‘No Peace’’]. As ‘‘Libertad!’’ sees it, the ‘‘prisoner issue’’ is the starting pointfor building an international network of ‘‘radical and revolutionary forces out of grass-roots and liberation processes’’.

In the summer of 2000, ‘‘Libertad!’’ — with a special issue of the newspaper ‘‘So oderSo’’ [‘‘either this way or the other’’], the mouthpiece of the organization — launched acampaign against the introduction of ‘‘incommunicado detention and solitary confine-ment’’ prisons in Turkey. Under the motto ‘‘Kein Stammheim am Bosporus’’ [‘‘NoStammheim +) on the Bosporus’’], the article claims that, with the adoption of the Eur-opean prison standard, political prisoners in Turkey were now faced with what ‘‘wellfor-tified democracy’’ in Germany — but also in France and Spain — has practised for quitesome time already, i.e. maximum security wards, incommunicado detention and solitaryconfinement. ‘‘Libertad!’’ continues to say:

‘‘It is only by resistance and protest that solitary confinement can be prevented inTurkey. The special wards and incommunicado cells are, not least, inscribed inthe revolts and struggles of the radical and militant left-wing movement of West Ger-many. ... The ‘Libertad!’ campaign calls upon all progressive-minded, democratic,left-wing initiatives and people to fight, with their ideas and capabilities, for the pro-tection of prisoners and against incommunicado prisons.’’

‘‘Kurdistan Solidarity’’Another action priority — which continues to lose importance — in the anti-imperi-

alist spectrum is support for the Kurdish liberation struggle and for the ‘‘KurdistanWorkers’ Party’’ (PKK). After the arrest of the PKK general chairman, Abdullah ALAN,in February 1999, the agitation and activities of German Kurdistan activists have beenfocussed on the death sentence passed against ALAN in Turkey and on his release.

In local ‘‘Kurdistan Solidarity Groups’’ under the umbrella of Informationsstele Kur-distan (ISKU — ‘‘Information Office Kurdistan’’), militant left-wing extremists lookafter presumed PKK supporters detained in Germany, organize so-called human rightsdelegations to Turkey, and agitate against the Federal Government on account of its al-leged support for Turkey in the fight against the PKK.Since the PKK’s policy shiftwhich ALAN had pushed on from his prison — i.e. abandonment of the military optionin favour of a political initiative - large segments of the German Kurdistan Solidarity

465

Page 466: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

movement have undergone a ’crisis of meaning’ and an identity crisis. This applies, inparticular, to those activists who — partly at a high personal risk — stayed in the Kurd-ish settlement area for training or combat operations with the PKK guerrilla; so far, thePKK has been their model for their own revolutionary struggle.

On 28 November, a trial was opened by the Stuttgart Oberlan desgericht [Higher Re-gional Court of Appeal] against Andrea KLUMP who for many years had been on thewanted list as a presumed RAF member and had been arrested in Vienna on 15 Septem-ber 1999. She is accused of membership in a terrorist association and of attempted mur-der. KLUMP previously — together with Horst Ludwig MEYER who also had been onthe wanted list as an RAF member and who was killed during a shoot-out with policeofficers — had been apprehended by the police in Vienna.

Since 17 October, two presumed former members of the Revolution Zelen (RZ —‘‘Revolutionary Cells’’) 145) who had been arrested in 1999 and 1998, respectively, havebeen before the Frankfurt/Main Oberlandesgericht on charges of aiding and abettingmurder and of jointly committed murder, respectively. The two were accused of havingparticipated in the preparation and/or perpetration of the attack against the Conferenceof the oil ministers of the OPEC nations, held in Vienna in December 1975. In that in-cident, three security officers had been killed; the six-man terrorist command had beenable to fly to Algeria, together with the OPEC Ministers as their hostages.

3. Traditional Anarchists

Classical anarchistic ideas are propagandized, in particular, by groups of the — al-legedly non-violent — ‘‘grassroots movement’’ and by the German section, Freie Arbei-terInnen Union (FAU — ‘‘Free Workers Union’’), of the internationally organized anar-chosyndicalist Internationale ArbeiterInnen Assoziation (IAA — ‘‘International WorkersAssociation’’ (IWA)). Membership of the grassroots spectrum — and of the FAU-IAA— is at present estimated to comprise about 180 persons. Regional focal points are Ber-lin, Hamburg and Hesse. Activities were initiated almost exclusively by the ‘‘grassrootsmovement’’.

The ‘‘grassroots movement’’ comprises a large variety of socalled non-violent actiongroups, training collectives and other circles. The movement strives for ‘‘radical socialupheaval’’ whereby ‘‘all forms of authority and dominion’’ are to be eliminated ‘‘bypower from below’’. ‘‘Hierarchy and capitalism’’ are to be replaced by a ‘‘self-organized,socialist economic order’’. The state is to be replaced by a ‘‘federalist grassroots-demo-cratic society’’. With the aim of destroying ‘‘state-authority and power structures’’, themovement’s supporters propagandize and practise the concept of ’civil disobedience’.While its activists in this context call themselves non-violent, they narrow the term ofviolence down to violence ‘‘causing injury to persons’’; acts of violence against propertyare considered legitimate.Priority subjects included the World Economic Summit inPrague (cf. Chapter V, no. 2, below), ‘‘anti-militarism’’ and resistance against peacefulnuclear activities (cf. Chapter V, no. 3, below).In the run-up to the campaign againstthe World Economic Summit, Internet items referred to the Europe-wide mobilization

466

Page 467: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

of the European ‘‘grassroots movements’’. A ‘‘Prague Resume’’ by a group which maybe assumed to be part of the ‘‘grassroots movement’’ criticized the preparation and or-ganization of the campaign and recommended the development of a nationwide net-work patterned on the U.S. ’Direct Action Network’ (DAN), and training ranging from‘‘blockade and sabotage’’ to ‘‘communications guerrilla and Internet hacking’’.

IV. Political Parties and Other Groupings

1. ‘‘German Communist Party’’ (DKP) and Periphery

1.1 Deutsche Kommunistische Partei (DKP — ‘‘German Communist Party’’)Founded: 1968Headquarters: Essen (North Rhine/Westphalia)Chairman: Heinz STEHRMembers: 4,500 (1999: 5,000)Publication: ‘‘Unsere Zeit’’ (UZ — ‘‘Our Times’’), circulation: 8,500; weekly

15 th Party ConventionThe most important event of the year for the DKP was its 15th Party Convention

held in Duisburg-Rheinhausen on 2-4 June. The delegates endorsed the pre-Conventionmain motion submitted by the Party’s Executive Committee and entitled ‘‘Die DKP —Partei der Arbeiterklasse — Ihr politischer Platz heute’’ [‘‘The DKP — The party of theworking classes — Its place in politics today’’] which was described by Nina HAGER,the subsequently elected new vice-chairperson, as an important building block for a newparty programme. Another paper endorsed at the Convention is entitled ‘‘Handlungsor-ientierung: Widerstand gegen Kriegspolitik, Sozial-und Demokratieabbau’’ [‘‘Orientationfor action: resistance against warmongering policies and against dismantling of the socialsystem and of democracy’’] and, based on the ‘‘Thesen zur programmatischen Orientier-ung der DKP’’ [‘‘Propositions for programmatic guidance of the DKP’’] (1993) and onthe 1996 ‘‘Action Programme’’, contains guidelines for political analysis and discussionin the near future.

The positive response by foreign Communists, which as at preceding Party Conven-tions was considerable, is reflected by the participation of 33 ‘‘brother parties’’ and ‘‘lib-eration movements’’ from 30 countries; another 17 had sent messages of greeting. In —party tension — still experienced at the 14th Party Convention in 1998 - was no longer inevidence.

The media took no notice of the event: the Party, which politically is largely isolated,has practically no place in public perception and awareness.

The DKP has not changed its ideological orientation. In the endorsed main motion,it adheres to Marxism-Leninism as an action guideline and confirms its support for arevolutionary victory over the existing social order:

467

Page 468: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

‘‘The DKP’s aim is Socialism as the first step on the way to a classless communistsociety. It aims at the radical break with capitalist conditions of ownership and po-wer, with the focus on the working classes as the decisive forces bringing about socialchange. The basis of the DKP’s action is the scientific theory of Marx, Engels andLenin, which it develops further within the limits of its capabilities.’’ (‘‘DKP-Informa-tionen’’, no. 3/00 — June 2000, p. 24)

Further decrease in DKP membershipParty membership continued to decrease. After the re-issue of party membership

cards, the DKP has 4,500 members. As stated by the Party, the main reason for the ne-gative trend is the members’ very high average age of 58 years as a result of the unevenage structure. The small number of new members — less than 1,000 since 1990 — is notenough to set off losses. The members of the DKP are organized in 280 party groups —of which 12 are established as groups at plants and companies — which in turn aregrouped in 110 Kreis and 14 Bezirk organizations. In Mecklen burg-Western Pomerania,Saxony-An halt, Thuringia and Saxony, the small number of basic organizations areguided by ‘‘Coordination Councils’’.

FinancesAs before, the DKP has problems with ensuring a balanced funding system. It re-

peatedly appealed to its members to be honest in paying their membership fees andto make donations more generously. In its Report and Statement of Account preparedin accordance with Section 23 of the Political Parties Act, it reported an income in 1999to the amount of 2.7 million deutschmark, of which 1.1 million DM were donations.

International relationsIn addition to the encounters during its 15th Party Convention, the DKP cultivated

its relation with ‘‘brother parties’’ by many and various contacts on other occasions:DKP functionaries met for talks with representatives of the Communist Parties of Bo-hemia and Moravia, Greece, Hungary, Iraq, Israel, Italy, Japan, Kurdistan, Luxemburg,Spain and Yugoslavia .The DKP was represented at an international scholarly confer-ence of the Czech Communists on the 10th anniversary of the foundation of the CPof Bohemia and Moravia: the focus of that conference was on problems of internation-alism in view of ‘‘imperialist g lobalization strategies’’. The Party’s Chai rman took partin a meeting hosted in Athens on 23-25 June by the Greek CP for 60 Communist andLabour Parties from 52 countries on the subject of ‘‘Erfahrungen der Kommunisten mitBundnissen und Zusammenarbeit’’ [‘‘Experience of Communists as regards alliances andco-operation’’]. Following long-standing tradition, DKP delegations visited party con-ventions and press parties of Communist and Socialist Parties, inter alia in Austria, Den-mark, France, Greece, Portugal, Serbia, Spain, Japan, Russia and Cyprus. With regardto the issue of internationalism, the DKP continued to attach special importance to so-lidarity with Communist Cuba. Leading functionaries visited this country to prepare thefourth solidarity project which had been endorsed by the DKP Party Convention: to-

468

Page 469: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

gether with the Cuban CP, a children’s clinic in Cardenas (Matanzas Province) isplanned to be renovated and rebuilt in the year 2001.

Close relations with the Sozialistische Deutsche Arbeiterjugend (SDAJ)Close co-operation continued to be maintained by the DKP with the ‘‘Sozialistische

Deutsche Arbeiterjugend’’ (SDAJ — ‘‘Socialist German Workers’ Youth’’), with about300 members. At the 15th National Congress of the SDAJ (in Gladbeck, on 29/30 Jan-uary), the newly elected National Chairman Jurgen WANGLER stressed the point thatthe DKP was not just any ally among many but, on account of shared weltanschauung[world view; ideology], the commonly pursued socialist goal, shared history and multi-farious experience, it held a special position within the spectrum. Nevertheless, theSDAJ was an autonomous and independent youth association and not a party-depen-dent youth organization.Like the DKP, the SDAJ calls for a ‘‘revolutionary break’’ withthe existing social order. On this point, the SDAJ ‘‘Zukunftspapier’’ [‘‘Prospective Doc-trine Paper’’] agreed by the 15th National Congress states the following:

‘‘The build-up of a socialist order of society can only be achieved by fighting the ca-pital’s fierce resistance ... . It is only by conscious class struggle of the working classesthat the capital’s power can be forced back and overcome. A revolutionary breakwith the capitalist conditions of ownership and power can only be achieved andmaintained if the majority of the population are convinced of the need for such arevolution and, in addition, are also prepared to take an active part in it. In orderto convince the majority of the working classes of the need for a revolutionary break,it will be necessary to ... repress the capital’s ideological influence and to spread classconsciousness as well as findings of scientific socialism among the working classes.We see spreading of class consciousness as an essential task of the SDAJ.’’ (‘‘Zukunft-spapier’’ [‘‘Prospective Doctrine Paper’’], of the SDAJ, p. 31)

On 9-12 June, the SDAJ held its traditional ’Whitsuntide camp’ in Ahaus (NorthRhine/Westphalia) on the premises of the citizens’ action group ‘‘Kein Atommul inAhaus’’ [‘‘No nuclear waste in Ahaus!’’]. Participants heard presentations, and had dis-cussions, on subjects such as imperialism, anti-fascism and policies regarding youngworkers. There was no notable response to the activities of DKP-oriented students withthe aim of pursuing communist politics at colleges and universities through the Assozia-tion Marxistischer StudentInnen (AMS — ‘‘Association of Marxist Students’’) which hasbeen active for about three years.

1.2 ‘‘Vereinigung der Verfolgten des Nazi-regimes - Bund der Antifaschistinnen und Anti-faschisten’’ (VVN-BdA — ‘‘Union of Victims of Nazi Persecution — Alliance of Anti-Fascists’’)

Founded: 1947Headquarters: Frankfurt/Main (Hesse)National Executive Secretariat: Hanover (Lower Saxony)Members: about 5,000 (1999: 6,200)Publication:

469

Page 470: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

The ‘‘Vereinigung der Verfolgten des Naziregimes — Bund der Antifaschistinnen undAntifaschisten’’ (VVN-BdA — ‘‘Union of Victims of Nazi Persecution — Alliance ofAnti-Fascists’’) remained the association with the largest membership within the spec-trum of extreme leftwing ‘‘anti-fascism’’. This Union continues to be essentially deter-mined by a traditionally orthodox-Communist wing. Within its bodies and groupings,the political tone was set, as before, by active DKP members and by persons close tothis Party. Regarding the VVN-BdA’s self-perception, a re-elected National Spokesmanobserved: ‘‘The VVN-BdA is, and continues to be, a pluralist alliance organization ofanti-fascists of different origins and different views. Therefore, it should be possibleto put up with fundamental differences of opinion to the extent that these will not pre-vent joint action against neo-fascism and war.’’ (‘‘antifa-rundschau’’, no. 44, October-December 2000).

Ideological orientation of the VVN-BdAOn 7-8 October, the VVN-BdA held their National Congress in Fran kfurt/Main,

under the motto ‘‘Antifaschismus: Verpflichtung fur die Zukunft — Gegen den Schluss-strich’’ [‘‘Anti-Fascism: A commitment for the future — Rejection of the demand formaking a clean break’’]. By a vast majority, the 132 delegates adopted a pre-Congressmain motion on ‘‘Erfordernisse des Kampfes gegen rechts’’ [‘‘Requirements of the fightagainst right-wingers’’] that rejected the anti-totalitarian consensus of the Basic Law— a consensus directed against both right-wing and left-wing extremism ali ke: ‘‘Weare against any equation whatsoever of Nazi opponents, on the one hand, and of neo-Nazis and right-wing extremists, on the other. Any equation of Left and Right playsdown right-wing violence, weakens the resistance forces and fosters neo-Nazism....The hotbed of right-wing extremism is constituted, in addition to the continued exis-tence and revival of nationalism, racism and anti-Semitism, by rigorous capitalist marketradicalism with its antisocial consequences and effects, and by neo-liberal strategieswhich promote rather than suppress right-wing extremism.The breeding ground ofright-wing extremism is the contempt of the law as manifested by the CDU’s blackmoney dealings — and the concomitant purchase of political power — as well as bythe ruthless disregard for the Basic Law and for international law in the case of thewar waged against Yugoslavia. ...

The hotbed [for right-wing extremism] has evolved from issues and keywords per-taining to official politics. The cues and impulses for radical right-wing violence ul-timately were provided by warnings against allegedly imminent ’foreignization’,against ’overburdening’ by refugees, against ’flooding’ by, and ’glutting’ with, forei-gners, against the ’crowded boat’ , against ’criminal activity by foreigners’ and against’useless’ people who must be ’quickly thrown out of the country’.’’ (‘‘antifarund-schau’’, no. 44, October-December 2000)

The delegates endorsed an initiative-related motion under which the ‘‘urgentlyneeded merger’’ of the VVN-BdA with its East German partner organization Verbandehemaliger Teilnehmer am antifaschistischen Widerstand, Verfolgter des Naziregimesund Hinterbliebener — Bund der Antifaschisten (VVdN-BdA — ‘‘Association of Former

470

Page 471: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Participants in Anti-Fascist Resistance, Victims of Nazi Persecution, and Surviving De-pendants — Alliance of Anti-Fascists’’, is to be pursued in the course of the year 2001.At the leadership level, joint initiatives, appeals and actions were agreed. Also, a Gemein-same Arbeitsgruppe (GAG — ‘‘Joint Working’’) slogan ‘‘the boat is full’’ (referring toGermany as an immigration country) used in the context of the influx of asylum-seekersand refugees [Translator’s Note]Group’’) was established with the task of developingthe necessary discussions and steps of the work programme for the creation of a ‘‘com-mon all-German and all-generation organization of anti-fascists’’.

Once more, the VVN-BdA confirmed its ‘‘open policy of alliances’’ in relation to ex-treme left-wing associations and violence-inclined Antifa groups. At a joint press confer-ence with the VVdN-BdA on 21 August, the two organizations presented an ‘‘Initiativezur Untersttzung antirassistischer und antifaschistischer Arbeit vor Ort’’ [‘‘Initiative tosupport anti-racist and anti-fascist activities on the ground’’]. In that context, a VVN-BdA national spokesman appeal-ed to the politically responsible leaders to seek co-op-eration with other groups, even though these might be politically troublesome; thus, also’autonomist’ anti-fascists would have to be included in broad-based anti-right alli-ances. 158) Their partisanship for violence-inclined ’autonomist’ anti-fascists was con-firmed by the VVN-BdA national spokespersons:

‘‘We feel solidarity with anti-fascist youth movements which, in their concern regar-ding ominous right-wing developments, do not confine their position-taking to mereverbal expressions of dismay, but take their anti-fascim to the streets — and, for thisvery reason, are increasingly being branded as criminals.’’ (‘‘antifarundschau’’, no. 43,July-September 2000, p. 9)

In keeping with this line, VVN-BdA functionaries led a ‘‘Spontandemonstration einesbreiten Bundnisses’’ [‘‘Spontaneous demonstration by a broad-based alliance’’] in Berlinon 9 January; this alli-ance included members of the militant Antifaschistische AktionBerlin (AAB — ‘‘Anti-Fascist Action Berlin’’), of the DKP and of the ‘‘Party of Demo-cratic Socialism’’ (PDS); the demonstration was directed against the ban imposed on thecommemoration events notified for 9 January on the occasion of the 81st anniversary ofthe murdering of the KPD functionaries Rosa Luxemburg and Karl Liebknecht; violentexcesses occurred in the course of the demonstration. On 5 February, members of theVVN-BdA and of the youth organization VVN-Jugend — formed as the so-called VVN-Block especially for this purpose — took part in a nation-wide demonstration held inBerlin under the motto ‘‘Fur das Leben und die Freiheit von Mumia ABU-JAMAL undalen politischen Gefangenen. Abschaffung der Todesstrafe!’’ [‘‘For the Life and Freedomof Mumia ABU-JAMAL and of All Political Prisoners. Abolishment of the Death Pen-alty!’’]. The demonstration had been organized by ‘‘Mumia ABUJAMAL-Solidaritats-gruppen’’ coming from the ’autonomist’ and anti-imperialist spectrum. Participation,in addition to violence-inclined ’autonomists’, also included DKP and PDS membersand foreign left-wing extremists. At the final rally, a presentation was given by a nationalspokesman of the VVN-BdA. In 1998, the Baden-Wurttemberg Land Association of theVVN-BdA had conferred honorary membership to Mumia ABU-JAMAL who had beenconvicted in the U.S. on the charge of having murdered a policeman.

471

Page 472: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

1.3 Other Organizations

1.3.1 Marx-Engels-Stiftung e. V. (MES — ‘‘Marx-Engels Foundation (reg’d)’’)Founded: 1979Headquarters: Wuppertal (North Rhine/Westphalia)Members: about 35Chairman: Robert STEIGERWALD

The Marx-Engels-Stiftung e. V. (MES — ‘‘Marx-Engels Foundation (reg’d)’’) contin-ued to deal with the ‘‘research on the scholarly work of Karl Marx and Friedrich Engelsand its historical effectiveness’’. Its ‘‘Promotional Association’’ had a membership ofabout 600 — mostly scholarly cadres of the Deutsche Kommunistische Partei (DKP —‘‘German Communist Party’’) and of the Partei des Demokratischen Sozialismus (PDS— ‘‘Party of Democratic Socialism’’). The MES continued its co-operation with theDKP’s History Commission and with the Marxistischer Arbeitskreis zur Geschichte derdeutschen Arbeiterbewegung bei der Historischen Kommission der PDS [‘‘Marxist Work-ing Panel on the History of the German Labour Movement’’, of the PDS History Com-mission] by jointly hosting and organizing a number of meetings.In December, theFoundation elected the old-Communist Robert STEIGERWALD, a prominent partyideologist of the DKP, as its new Chairman. The former chairman had not stood forelection. The Executive Secretary — who favoured a wider opening to the PDS —was not re-elected to the Executive Committee and lost his post.

1.3.2 Bundesausschuss Friedensratschlag (‘‘Federal Committee Peace Consultation’’)Founded: 1996 (as ‘‘Arbeitsausschuss Friedensratschlag’’ - AFriRA [‘‘WorkingGroup Peace Consultation’’])Headquarters: Kassel (Hesse)Members: 50Publications: ‘‘Friedenspolitische Korrespondenz’’ (FRIKORR - ‘‘Peace Policy Cor-respondence’’)

The Bundesausschuss Friedensratschlag [‘‘Federa l Committee Peace Consultation’’]continues to be decisively influenced by left-wing extremists. Its main activist PeterSTRUTYNSKI (an Assistant Professor of Kassel University) and most of the other func-tionaries come from the ‘‘German Communist Party’’ (DKP) and from the DKP’s frontorganization Deutsche Friedensunion (DFU — ‘‘German Peace Union’’) which dis-banded in the early 1990s. In its practical political work, it strives to continue the tradi-tional Communist ’peace struggle’ 159). Such efforts manifested themselves, in particular,in the project of a ‘‘European Tribunal on NATO’s War in Yugoslavia’’ which was sup-ported by the Bundesausschuss Friedensratschlag. In Berlin in October 1999, it heldmeetings in Hamburg on 16 April and in Berlin on 2-3 June 160) and on that occasiontook sides with the Milosevic regime in Yugoslavia. The ‘‘accused’’ politicians of theWestern defence alli-ance were branded as the instigators of a war of aggression andas war criminals.

472

Page 473: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

2. Partei des Demokratischen Sozialismus (PDS - ‘‘Party of Democratic Socialism’’)

Founded: 1989/90 (the former GDR party SED [‘‘Socialist Unity Party of Germa-ny’’] was re-named ‘‘PDS’’Headquarters: BerlinParty chairperson: Gabriele ZIMMERMembers: about 88,600 (1999: about 94,000), of whom more than 4,000 in the WestGerman LanderPublications: (selection) ‘‘DISPUT’’, month ‘‘Pressedienst’’, weekly; ‘‘Miteilungen derKommunistischen Plattform der PDS’’, monthly; ‘‘Marxistisches Forum’’, publishedon an irregular basis; ‘‘PDS International’’, quarterly

Even ten years after its adaptation and renaming as a consequence of German unity,the ‘‘Partei des Demokratischen Sozialismus’’ (PDS — ‘‘Party of Democratic Socialism’’)presents an ambivalent image: although the Party, in its outward appearance, does notpresent itself as a Marxist-Leninist party, actual indications do exist that it pursues ex-treme left-wing endeavours as defined in the Federal Act on the Protection of the Con-stitution [Act on the Co-operation of the Bund and the Lander with regard to Protec-tion of the Constitution, and on the Federal Office for the Protection of the Constitu-tion]. The existence of extremist trends/movements within the Party is also provided forin both the programme and the Statutes of the PDS. These groups are represented onimportant bodies (inter alia, on the Party’s Executive Committee, on the Party Council,and on the Programme Commission). Also, on the basis of a defined allocation formula,delegates are sent to Party Conventions. In addition, there is co-operation with otherextreme left-wing organizations, including violence-inclined groups in Germany andabroad. Even though the PDS runs for elections and takes part in parliamentary workat all levels, it also stresses the requirement for ‘‘extra-parliamentary struggle’’ — andeven accords priority to this form of activity. Overall, the Party’s attitude towards essen-tial elements of the free democratic fundamental order continues to be ambivalent.

2.1 General Developments

Party ConventionsNotwithstanding the discussion on tactical-strategic matters, no changes were made

to the Party’s basic programmatic policies either at the Party Convention in Monster (3rd

session of the 6th Party Convention, on 7-9 April) or at the Cottbus Party Convention(1st session of the 7th Party Convention on 14/15 October).The ambivalence notedabove is reflected by the fact that, on the one hand, the Party has inserted itself intothe democratic social order, but that, on the other hand, it adheres to socialism andwishes to overcome the social order which it qualifies as capitalist. Yet, in view of itsroots, its programmatic bases and, in particular, its conscious toleration of openly extre-mist forces within the Party (cf. no. 2.2 below), there has been no indication so far thatthe substance actually given by the Party to these aims is in line with the parameters laiddown in the Basic Law and that the PDS, in its entirety, will pursue this aim as part of

473

Page 474: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

democratic change.Thus, with reference to the Party’s programmatic debate, the ‘‘Ratder Alten beim Parteivorstand der PDS’’ [‘‘Council of Elders of the PDS Executive Com-mittee’’] stated, inter alia:

‘‘As a Socialist Party, we must point out the System-immanent limits of ’modern ca-pitalism’, i.e. the historical need for overcoming it. We subscribe to the basic values ofsocialism — as they were convincingly designed already in the 19th and 20th Centuries... and, notwithstanding the deficiencies which are still open to criticism, have beenapplied in practice for decades.’’ (‘‘PDS-Pressedienst’’, no. 12, of 24 March 2000)

Moreover, the spokesman of the PDS Party Council and National Executive Secre-tary, Dietmar BARTSCH, asserted, inter alia, that:

‘‘... the majority of the Programme Commission [of the PDS] have never denied thatthe threat to mankind’s civilization and culture has its causative origin in capitalismand that the power structures of the capitalist type, which have their roots in the exi-sting conditions of ownership, must be overcome ...’’ (‘‘junge Welt’’, of 30 March2000). As stated by Andre BRIE, who is a PDS Member of the European Parliamentand for many years has been the Party’s election campaign manager, our society mustbe changed ‘‘in terms of quality, i.e. in a revolutionary sense’’. This also was explicitlystated by the Programme Commission of the PDS. Nor does the fact that the PDSstands in elections and, in some of the Lander, is a party in government imply any de-parture from the Party’s programmatic objectives. In an article in the daily paper‘‘Neues Deutschland’’ which indirectly discussed the relationship of politics of theday [current affairs] and of the ultimate socialist goal, Judith DELLHEIM — whois a member of the Party’s Executive Committee — stated the following, inter alia:

‘‘Success at the polls and participation in governments cannot overthrow the gene-ralet-up, but they must be used as a means of strengthening opposition againstthe powers that be and against the established social system.’’ (‘‘Neues Deutschland’’,of 2 March 2000)

Extra-parliamentary struggleAs stated in its party platform, the PDS sees the ‘‘extra-parliamentary struggle for

social changes as a decisive factor’’ 165). That struggle continues to take precedence overparliamentary work. In this respect, Winfried WOLF — a member of the PDS parlia-mentary group in the German Bundestag — made the following comments, inter alia:

‘‘As a socialist force, the PDS knows ... that resistance must always come from below— from grassroots movements, ... from environmental initiatives and initiativesagainst genetic engineering, from anti-fascist associations and groups. However, thisimplies at the same time: Parliaments are our ’kicking leg’. Our ’pivot leg’ must bethe extra-parliamentary movement and action. ... Only if we have this awareness ofthe primacy of extra-parliamentary action, will we gain — the all-important — accessto young people who, at least in parts, also are rebellious in an anti-capitalist sense.’’(‘‘Marxistisches Forum’’, no. 3 2/33, of September 2000)

474

Page 475: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

The weekly paper ‘‘Jungle World’’ quoted the Party’s Vice-Chairman DietherDEHM as calling upon the West [German] comrades to use, as a matter of principle,‘‘municipial parliaments as the platform for class struggle’’.

2.2 Extremist Structures within the PDSThe programme and statutes of the PDS, as before, allow the formation of associa-

tions of varying orientation, including openly extremist groups, within the Party; thePDS sees this as ‘‘pluralism’’. Therefore, the PDS considers itself a ‘‘trend-rallying party’’.

Study on ‘‘the development of PDS strategy’’According to a study dated 2 June 2000, entitled ‘‘Die PDS-Strategiebildung im Span-

nungsfeld von geselschaftlichen Konfliktlinien und politischer Identitat’’ [‘‘The develop-ment of PDS strategy in the field of tension of social conflict lines and of political iden-tity’’], the Communist and orthodoxly Socialist forces within the Party were no longer ableto obtain a majority, but had relatively great veto power. It was not possible to conduct in-party quarrels as an anti-Communist fight — i.e. against the Kommunistische Plattform derPDS (KPF — ‘‘Communist Platform of the PDS’’) or against the Marxistisches Forum derPDS [‘‘Marxist Forum of the PDS’’]. An attack against them would always be seen as anattack on the identity of the majority of members and would mobilize the latter against theparty leadership. Changes to the identity of the PDS and to its external and domestic pol-icy strategies would have to take account of this interplay of forces if the PDS did not wantto risk its disintegration. The same note is struck in statements by leading functionaries ofthe PDS on the subject of extremist structures such as the KPF. Thus, at the Party Con-vention in Cottbus, the newly elected Chairperson Gabriele ZIMMER is quoted by thedaily paper ‘‘Neues Deutschland’’ of 13/14 May as saying that she assumed most of the Par-ty’s Communists to be democrats. In an interview with the newspaper ‘‘Tagesspiegel’’ of 4April, the Party’s National Executive Secretary Dietmar BARTSCH said that he really didnot see what could possibly be conceived as extremist about the KPF; within the PDS,there was room for Communists and Social-Democrats alike.Speaking to members ofthe KPF and of the Marxistisches Forum at the Party Convention in Cottbus, GabrieleZIMMER called for the tracing of a path to Communist society:

‘‘I’m not deterred by the bugaboo which part of the media and of the political classmake the KPF out to be. ... In our efforts to create a better society, we belong toge-ther as long as we do not move against one another within this Party.’’ (‘‘DISPUT’’)no. 10, of October 2000)

Kommunistische Plattform der PDS (KPF)The ‘‘Communist Platform of the PDS’’ (KPF), which as before adheres to the re-

volutionary tradition of the labour movement, is represented on important Party bodies;thus, Sahra WAGENKNECHT, a member of the KPF’s National Co-ordination Coun-cil, was elected a member of the Party’s new Executive Committee by a majority of votes(more than 60%) at the Party Convention in Cottbus. As before, the KPF has its ownstructures in almost all of the Lander.. Commenting on the ‘‘Aufgaben der KPF nach dem

475

Page 476: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Monsteraner Parteitag’’ [‘‘Tasks of the KPF after the Party Convention in Monster’’] atthe 3rd session of the 9th National Conference held in Berlin on 29 April, FriedrichRABE, one of the KPF spokespersons, offered his view that the Communist claim tobring about qualitative social change was over and done with — that it was unfounded.Capitalism was not capable of solving one single problem of mankind; no matter whathappened, problems would become more critical. The fact that Socialists and Commu-nists at present were not able to radically change this situation, did not relieve them ofthe duty to continue the struggle.

Marxistisches Forum der PDSThe Marxistisches Forum der PDS [‘‘Marxist Forum of the PDS’’] - a union of Com-

munist-oriented members and sympathizers of the PDS -succeeded in consolidating itsorganizational structure. In December 1999, the Marxistisches Forum Sachsen [‘‘MarxistForum of Saxony’’] was founded as a Land-wide working party affiliated to the Execu-tive Committee of the Saxony Land PDS.

Detlef JOSEPH, a member of the Forum and of the PDS Party Council, stood up forretaining the goal of ‘‘ultimately eliminating capitalist society and building up a socialistsociety’’.

Neither did other members of the Forum make any secret of their fundamental an-tagonism toward parliamentary democracy; this included propagandization of the needfor a revolutionary transition from capitalist to socialist society; thus, a member of the‘‘Marxist Forum’’ stated:

‘‘The existing systems of parliamentary democracy conduct mankind straight todeath. ... Bourgeois democracy is not a class-neutral institution. Another error yetis to expect to achieve socialism by democratic means. As if the bloodhounds Noske,Franco, Pinochet, and others, had not been enough to mark the trail. The victims ofthe Paris Commune, of the October Revolution and of the Sandinist Revolution ...clearly testify to the type of democracy which capitalism concedes to socialists.’’(‘‘Marxistisches Forum’’, no. 25, of January 2000)

Events organized by the Forum met with wider response within the PDS, as is evi-denced by the respective numbers of participants. Thus, 165 persons attended a ‘‘scho-larly’’ conference held by the ‘‘Marxist Forum’’ in Berlin on 16 September on the subjectof ‘‘Zur Programmdebate der PDS. Positionen — Probleme — Polemik’’ [‘‘Regarding thePDS’s programme debate. Positions — Problems — Polemics’’].

Youth structures close to the Party[ solid], the youth organization close to the PDS, whichwas founded in mid —1999 — its name is an acronym of ‘‘sozialistisch, links und demok-ratisch’’ (‘‘socialist, left and democratic’’) — continues being built up; at present, it has itsown structures in 14 Lander. Leading functionaries of the PDS launched an appeal forsupport of the youth organization. At the Party Convention in Cottbus in October, LotharBISKY, who at that time was the Party’s Chairman, addressed the delegates:

‘‘Comrades! Having [ solid], we now have a youth organization with the PDS. This

476

Page 477: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

gives great pleasure to all of us, but practical support is still missing. What I suggest,therefore, is that we should halve our joy and double our practical support for [ ‘so-lid] in the Kreise, Lander and at the federal level.’’ (‘‘DISPUT’’, no. 10, of October2000). At this Party Convention, a member of the National Council of Spokesper-sons of [ solid] was elected a member of the PDS Executive Com mittee. [ solid] re-peatedly supported anti-fascist alliance demonstrations, such as the rally ‘‘Freine anti-faschistische Jugendkultur’’ [‘‘For an anti-fascist youth culture’’] in Konigs-Wuster-hausen (Brandenburg) on 17 June and the nationwide large-scale demonstrationheld in Berlin on 7 October under the motto ‘‘Gemeinsam gegen Rechts — Wegmit der NPD-Zentrale — Faschismus ist keine Meinung, sondern ein Verbrechen’’[‘‘Join forces against the Right — Abolish the NPD headquarters — Fascism isn’tan opinion but a crime’’]; participants were, inter alia, the militant AntifaschistischeAktion Berlin (AAB — ‘‘Anti-Fascist Action Berlin’’).

2.3 Participation in Elections

Landtag electionsIn the elections to the Schleswig-Holstein Landtag (27 February) and to the North

Rhine/Westphalia Landtag (14 May), the PDS clearly missed its envisaged entry intoa Parliament of a West German Land. The Party which in both elections ran for the firsttime got 1.4% and 1.1% of the votes in Schleswig-Holstein and North Rhine/ Westpha-lia, respectively. According to ‘‘Unsere Zeit’’, the party organ of the Deutsche Kommu-nistische Partei (DKP — ‘‘German Communist Party’’), 12 of the 37 direct candidatesof the PDS in North Rhine/Westphalia were members of the DKP, including a formermember of the Party’s Executive Committee local government elections During the localelections in Thuringia (14 May) — i.e. election of Lander [Landrat : chief executive of-ficial of a Kreis], chief burgomasters and mayors — the PDS, as in the 1994 local elec-tions, obtained a Land-wide total of 12.5% of the votes.

2.4 Co-operation with German Left-Wing Extremists outside the Party Relationship withthe DKP

As before, the PDS’s relationship with the Deutsche Kommunistische Partei (DKP —‘‘German Communist Party’’) has been characterized by a combination of critical atti-tudes and solidarity; its contacts with the DKP are many and various: they range fromthe participation in Party Conventions to talks, co-ordination of legislative proposals andelectoral agreements.

The report from the DKP’s point of view read as follows: ‘‘During the period underreview, representatives of the [DKP] Executive Committee had talks with members ofthe PDS Executive Committee and reported about their talks in the UZ [the party paper‘‘Unsere Zeit’’ — ‘‘Our Times’’]. There had been talks in the autumn of 1998 and in thespring and autumn of 1999. The DKP Chairman accepted the invitations ... to attendthe PDS Party Conventions in Berlin in 1999 . ... During such talks, both sides showa high degree of political objectivity which prevails over the occasionally heated discus-

477

Page 478: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

sions on various occasions.’’ (Progress Report of the Party’s Executive Committee to the15th Party Convention of the DKP [held in Duisburg on 2-4 June, 2000]).The DKPChairman Heinz STEHR took part as a guest in the PDS Party Convention in Cottbus(14/15 October) and — as reported by the DKP’s central organ ‘‘Unsere Zeit’’ [UZ —‘‘Our Times’’] of 20 October — had a brief talk with the newly elected PDS Chairper-son Gabriele ZIMMER: it had been agreed that the two parties would engage in fair andopen co-operation and would have discussions within the framework of their respectiveProgramme Commissions.

Co-operation also with ’autonomists’ The PDS — individual representatives as well assub-divisions or structures of the Party — co-operates with other left-wing extremists,including violence-inclined individuals. This was the case, in particular, with demonstra-tions — supported by so-called anti-fascist action alliances — against actual or assumedextreme rightwing activities. Thus, a member of the PDS parliamentary group in theBerlin Chamber of Deputies notified, to the competent authorities, an alliance demon-stration under the motto ‘‘Smash Fascism! Fight Racism! Fur eine antifaschistische revo-lution Jugendbewegung’’ [‘‘Smash Fascism! Fight Racism! For an anti-fascist youth mo-vement’’] which was to be held in Berlin on 25 November; mobilization for this demon-stration had mainly been pursued by ’autonomist’ fascists.

Resolution ‘‘PDS und der Antifaschismus’’At the Party Convention in Cottbus, the delegates adopted a Resolution on ‘‘PDS

und der Antifaschismus’’ [‘‘PDS and Anti-Fascism’’] (cf. Chapter V, no. 1, below).The Resolution stated, inter alia, that neo-Nazism, far-right violence, xenophobia, ra-

cism and anti-Semitism have always been essential and more or less legal elements of thepolitical system of the Federal Republic and, also in the GDR, have had their niches andscope for covert action. [It went on to say that] the PDS supported all efforts aimed atforging broad-based alliances at all levels. Praise was also due to those youth groups —obviously referring to the ’autonomist’ Antifa — who, while often left on their own andbranded as criminals, in the street and in other ways put up resistance against neofascismand racism. It was the Party’s responsibility to give them solidarity-based political andfinancial support.

‘Autonomist’ Antifa as an important political forceIn the view of some PDS functionaries — such as the Vice-Chairman of the PDS

Saxony Land Association — the groups of the ’Autonomist’ Antifa played a significantrole in dealing with rightwing extremism.Angela MARQUARDT, a PDS Member of theGerman Bundestag, gave the following reason for her planned participation in the de-monstration ‘‘Gemeinsam gegen Rechts — Weg mit der NPDZentrale — Faschismusist keine Meinung, sondern ein Verbrechen’’ [‘‘Join forces against the Right — Abolishthe NPD headquarters — Fascism isn’t an opinion but a crime’’] held in Berlin on 7October in which also the militant Antifaschistische Aktion Berlin (AAB ‘‘Anti-FascistAction Berlin’’) took part: ‘‘It [the Antifaschistische Aktion Berlin] is only one of many

478

Page 479: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

anti-fascist groups branded as criminals ... Rather, this [antifascist] struggle will requireon-site tedious painstaking detailed work as has been carried out by Antifa groups fordecades. ... Until this day, they have been fighting for a society which will exclude racismand discrimination against minorities. Quite often, they will be maligned as anarcho-si-tuationists.’’ (‘‘PDS-Pressedienst’’, no. 41, of 13 October 2000).Alliance policies and ac-tion forms within the framework of ‘‘antifascism work’’ were, however, subjects of con-troversial debate also within the Party. In addition to supporters of co-operation withleft-wing extremists prepared to use violence, there also were party members who tooka critical stance regarding such co-operation.

2.5 International Connections Conference of the ‘‘Communist Party of Bohemia and Mo-ravia’’

According to the self-image of the PDS, internationalism is one of the Party’s roots;among the activities covered by internationalism are the participation of delegations inParty Conventions, participation in conferences, talks and encounters with foreign Com-munist Parties and attendance at press parties given by official party papers. The PDS Ex-ecutive Committee regularly issues Party press reports about their international activities.

Against the background of the political integration of European nations, a memberof the ‘‘Arbeitsgemeinschaft Frieden und Internationale Politik beim Parteivorstand derPDS’’ [‘‘Working Group ‘Peace and International Politics’ of the PDS Executive Com-mittee’’], at a conference held by the ‘‘Communist Party of Bohemia and Moravia’’(CPBM — Komunistick Strana ech a Morava —) in the Czech Republic in May, ex-plained the aims pursued with such co-operation:

‘‘The Socialist-Communist forces in Europe have ... good reasons for endorsing thefurther European unification. ... As a first step, it is essential to fight for a socialistfuture on the territory and within the framework of the capitalist system ... The ou-tlook for a Socialist Europe will depend on how the left-wing — Socialist-Commu-nist — forces will recover the political capacity to act, on a programmatic basis yet tobe developed, so that they will put themselves in the position to exert a decisive in-fluence on the further course of developments.’’ (‘‘PDS-International’’, no. 2/2000)

Solidarity activities for CubaThe PDS maintains intensive contacts with the Parti Communiste Francais (PCF)

[‘‘French Communist Party’’ (FCP)]. Thus, in late March, a delegation led by the thenParty Chairman BISKY attended the FCP’s 30th Party Convention. In May, the Chair-men of the two Parties had talks in Paris. Also, there were increasingly closer contactswith the KSM [‘‘Communist Party of Bohemia and Moravia’’], with which a Co-ordina-tion Group for Cross-Border Cooperation had been set up in May at the suggestion ofthe PDS Honorary Chairman Hans MODROW.

Also in 2000, support for Cuba which continues to adhere to Socialism was an im-portant subject of PDS activities.

The Vice-Chairman Diether DEHM took part in the [2nd] ‘‘World Solidarity withCuba Conference’’ (Havana, 10-14 November). In his speech, he pointed out the poli-

479

Page 480: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

tical importance of solidarity with Cuba, which was not a purely unselfish act of charitybut would also provide measurable benefits to people working in our country in the‘‘struggle against common enemies’’. To advance this struggle, he launched an appealfor the networking of resistance.Solidarity work within the Party is carried out mainlyby the Arbeitsgemeinschaft Cuba SI beim Parteivorstand der PDS [shortle: AG Cuba SI— ‘‘Working Group ‘Cuba SI’ of the PDS Executive Committee’’]. During the debateat the Party Convention in Monster in April about the ‘‘Strategy and current tasks of thePDS in its struggle for overcoming the social-economic underdevelopment of ’Southern’countries’’, a delegate of the AG Cuba SI took the view that internationalism was a com-mitment to international solidarity with the masses rising in rebellion throughout theworld against political oppression and social exploitation. Also, he pleaded for accep-tance of many and various forms of resistance, and also for the political and militarystruggle in Colombia.

3. Marxistisch-Leninistische Partei Deutschlands (MLPD - ‘‘Marxist-Leninist Party ofGermany’’)

Founded: 1982Seat of the CentralCommittee: Gelsen kirchen (North Rhine/Westphalia)Chairman: Stefan ENGELMembers: less than 2,000Publications: ‘‘Rote Fahne’’ (RF — ‘‘Red Flag’’), weekly; ‘‘Lernen und Kmpfen’’(LuK — ‘‘Learning and Fighting’’), several issues per year; ‘‘Revolutionarer Weg’’(‘‘Revolutionary Path’’), published on an irregular basis; ‘‘REBELL’’, magazine ofthe youth association ‘‘Rebel’’, monthly

The Marxistisch-Leninistische Partei Deutschlands (MLPD - ‘‘Marxist-Leninist Partyof Germany’’) which orients itself by Stalin and Mao Zedong, continued to be politicallyisolated and without any effect or influence even among the extreme left-wing spectrum.-Nevertheless, after its VIth Party Convention in late 1999, this organization which has asegregated and sect-like structure, claimed that its [political] future would be excellent.

The Party continued to subject its remaining cadres to periodic [political] cleansingand to make inexorable claims on their financial resources and on their spare time. Never-theless, its activities diminished. It defined participation in the May elections to the NorthRhine/Westphalia Landtag as one of its action priorities. In order to be able to launch theagitation — which in the Party’s view was called for, but which had completely bypassedpublic attention — it also employed cadres from other federal states. The result — lessthan 6,000 votes (0.1%) — had for weeks been celebrated by its official party organ‘‘Rote Fahne’’ [‘‘Red Flag’’] as an outstanding electoral success.Also in its ‘‘internation-alist work’’, the MLPD had to accept setbacks. In the summer of 2000, the Maoist-ter-rorist Communist Party of the Philippines (CPP) broke with the MLPD-dominated‘‘Conference of Marxist-Leninist Parties and Organizations’’ after the ideological avant-garde claims of both the MLPD and the CPP had resulted in irreconcilable positions.

480

Page 481: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. Trotskyite Groups

Approximately 25 Trotskyite groups and circles are active in the Federal Republic; forthe major part, they are directed by one of the numerous international umbrella organi-zations. On account of the small number of supporters and scarcity of resources, the ma-jority of these groups kept a low profile. Overall, the membership — 2,350 persons — ofGerman left-wing extremists organized within Trotskyite structures has stayed at thesame level. The most active Trotskyite group with the largest membership is the Sozialis-tische ArbeiterGruppe (SAG — ‘‘Socialist Workers’ Group’’), the German section of theumbrella organization International Socialists (IS; headquarters in London). The SAGwhich also presents itself as the Linksruck-Netzwerk (LR — ‘‘Left-Swing Network’’),in agreement with the parameters set by the umbrella organization [IS], fancies itselfto have a part in an upswing of revolutionary fights. It called for the build-up of aNew Left and recommended the approaches of streamlined organization, revolutionarydiscipline and unity of action. In this context, it openly declared its support for anticon-stitutional aims: ‘‘We intervene in the battles against the outgrowths of capitalism. Wewant to strengthen these fights by bundling them as a movement against the entire sys-tem. Linksruck tries to work from the experience with past and current resistance and totranslate it into a theory. A theory - for explaining both the world in which we live and theways of unhinging that world.’’ (‘‘Linksruck — Aktivisten-Handbuch’’ [‘‘Linksruck — Ac-tivists’ Manual’’), p. 4). On nearly all occasions of ‘‘left-wing’’ protest action, the LRmade, at least optically, a massive appearance with banners of uniform design. However,the group used these public appearances primarily for the purpose of recruiting youngpeople for its own organization. In order to be able to centrally control such recruitmentwhich, in instances, had been criticized as obtrusive, the LR designated ‘‘recruitment of-ficers’’ within its local groups. The main task of the latter is comprehensively to registerand look after contacts and interested persons. The Organization did, indeed, draw newsupporters. Some 1,200 supporters (1999: 1,000 to 1,100) are organized in 35 localgroups. More than 15 groups operating under the name of ‘‘MOVE’’ engage in univer-sity-based and youth work.Democratic principles are not applied within this organiza-tion: political guidance is laid down by the umbrella organization and implemented bya ‘‘Bundeskoordination’’ [‘‘National Co-ordination Body’’] with headquarters in Ham-burg. Internal discussions will, in the sense of ‘‘democratic centralism’’, be tolerated onlyfor the purpose of presenting a uniform position to the outside. Thus,the LR ‘‘Aktivisten-Handbuch’’ [‘‘Activists’ Handbook’’] states that, without unity of action, discussion wasonly an end in itself: ‘‘Democracy will only come into being when it leads up to bindingdecisions — binding on all members of the organization’’. Deviations from the ‘‘line’’would not be tolerated. Newly recruited members are fit into the centralist discipline,and heavy claims are made on their resources. With some 300 members, the SozialistischeAlternative Voran (SAV — ‘‘Socialist Alternative Forward’’) — which is the German sec-tion of the Committee for a Workers’ International (CWI; headquarters in London) — isthe second largest Trotskyite formation in Germany. It has local groups in more than 20towns and cities, with Rostock, Berlin, Siegen and Aachen as the focal points. In the sec-ond half of 2000, this organization moved its national headquarters from Cologne to Ber-

481

Page 482: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

lin. The reason given was that Berlin was increasingly becoming the centre of protest; thiswas where political developments within the left-wing spectrum manifested themselvesfirst. The Organization continued to have plant-based and trade-union work as one ofits work priorities.The re-activation of the front organization Jugend gegen Rassismusin Europa (JRE — ‘‘Youth against Racism in Europe’’) proceeded sluggishly. The Unionwhich has only some 60 members and supporters publishes the ’anti-fascist’ newspaper‘‘No pasarn’’. In Germany, two groups are affiliated with the ‘‘IV. Internationale/Secretar-iat Unifie’’ (with headquarters in Paris) which is the Trotskyite umbrella organizationwith the richest tradition:

— the Vereinigung fur sozialistische Politik (VSP — ‘‘Union for Socialist Politics’’)which, however, scarcely develops any activities of its own. Its few supporters arecontent with publishing the bi-weekly paper ‘‘Sozialistische Zeitung’’ (SoZ) andotherwise are committed to the Trotskyite-control led ‘‘anti-globilization’’ networks‘‘Euro-March’’ and ATTAC 192); — the small Revolutionar-Sozialistischer Bund (RSB- ‘‘Revolutionary Socialist Union’’), which was founded in 1994 as a break-awaygroup of the VSP, was more agile and active. It perceives plantbased and trade-unionwork as one of the priorities of its political endeavours to ‘‘build up a Socialist Wor-kers’ Party’’.

5. Rote Hilfe e. V. (RH - ‘‘Red Aid (reg’d)’’)

Founded: 1975Headquarters: Gottingen (Secretariat)Members: about 4000 (1999: 3,500)Publications: ‘‘Die Rote Hilfe’’, quarterly

Rote Hilfe e. V. (RH — ‘‘Red Aid (reg’d)’’) sees itself as a ‘‘left-wing protection andsolidarity organization, independent of any party and cutting across various move-ments’’. It primarily assists supporters of the extreme left-wing scene who, in the contextof political activities, have come into conflict with the law. As stated by RH, financialsupport such as subsidies to attorney’s and court fees and funding aid for finesamounted to a total of some 250,000 deutschmark in the years 1999/2000. Financial pro-blems - which had given cause to internal differences about an allegedly too generousspending policy and finally had led to the resignation of the cash manager — seemedto have been overcome by the end of the year.Out of solidary with the detainees comingfrom the Rote Armee Fraktion (RAF — ‘‘Red Army Faction’’), the RH prepared a com-prehensive documentation which, in addition to the RAF’s history and portraits of itsmembers, covers the call for unconditional ‘‘release of political prisoners coming fromthe RAF’’. Also, as part of the campaign in favour of the Black Panther member MumiaABU-JAMAL who in the U.S. was convicted for having murdered a policeman, the RHparticipated in activities around the 18th of March — which for several years has in ex-treme left-wing circles been commemorated ‘‘worldwide as the Day of Political Prison-ers’’ — and took part in solidarity initiatives for detainees belonging to the groupsaround the Revolutionare Zelen [RZ — ‘‘Revolutionary Cells’’]/Rote Zora.

482

Page 483: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

6. Bund der Antifaschisten (Dachverband) e. V. (BdA — ‘‘Association of Anti-Fa-scists (Umbrella Organization), reg’d’’)

Founded: 1990Headquarters: BerlinChairman: Heinrich FINK

The Bund der Antifaschisten (Dachverband) e. V. (BdA — ‘‘Association of Anti-Fas-cists (Umbrella Organization (reg’d))’’), which was founded in 1990 in what then wasstill the GDR, relies on the tradition of orthodox-Communist anti-fascism. It confessesto adherence to the ‘‘anti-fascist and internationalist guiding models’’ of the GDR’s anti-fascism, and feels committed to keep the ‘‘anti-fascist heritage’’ alive in future genera-tions. The BdA continued its efforts to establish an all-German ‘‘anti-fascist’’ organiza-tion. So far, it has managed to unite its member and grassroots organizations with theLand Associations of the Interessenverband ehemaliger Teilnehmer am antifaschistischenWiderstand, Verfolgter des Nazi-Regimes und Hinterbliebener e. V. (IVVdN — ‘‘InterestAssociation of Former Participants in Anti-Fascist Resistance, Persecutees of the NaziRegime and Surviving Dependants (reg’d)’’) in Thuringia (October 1998), Saxony(March 1999) and in Mecklenburg-Western Pomerania (January 2000). An amalgama-tion at the central level was accomplished at the 5th Conference of Delegates of theIVVdN in Berlin on 25 March where a new umbrella organization was established witha joint executive committee. At the same time, the IVVdN adopted the name of the newumbrella organization, i.e. Verband ehemaliger Teilnehmer am antifaschistischen Wider-stand, Verfolgter des Nazi-Regimes und Hinterbliebener e. V. (VVdN-BdA — ‘‘Associa-tion of Former Participants in Anti-Fascist Resistance, Persecutees of the Nazi Regimeand Surviving Dependants — Alliance of Anti-Fascists’’). The delegates of both associa-tions declared their intention that, by intensifying their co-operation, they would as soonas possible strive to bring about a merger with the Vereinigung der Verfolgten des Nazir-egimes — Bund der Antifaschistinnen und Antifaschisten (VVN-BdA — ‘‘Union of Vic-tims of Nazi Persecution — Alliance of Anti-Fascists’’) (cf. no. 1.2 above).Also, the de-legates pleaded for the integration of the militant ’autonomist’ Antifa movement; theyunderlined this position by adopting a unanimous resolution:

‘‘We are joined in solidarity with the anti-fascist youth movements who, in their con-cern regarding right-wing developments, do not confine themselves to verbal expres-sions of dismay, but take their anti-fascism to the streets — for which they are increa-singly being criticized.’’ (‘‘antifa’’, no. 4/April 2000, published by the IVVdN — re-named VVdN-BdA as of 25 March 2000; see also no. 1.2 above). One of thevicechairpersons confirmed that this [movement] included ‘‘a number of quiteyoung and autonomist anti-fascists as well’’: ‘‘These links do exist, and we’re tryingto develop them further. The views as to the forms of struggle and the aims differconsiderably. Thus, it is also essential that these differences in opinion be facedout.’’ (‘‘junge Welt’’, of 27 March 2000, p. 3). The BdA structures already includeAntifa groups who call themselves ’autonomists’ or resemble ’autonomist’ Antifa as-sociations. The BdA, in its turn, supported, or was part of, many ‘‘anti-fascist’’ allian-

483

Page 484: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

ces such as ‘‘Antifa-Workcamps’’, ‘‘Antifaschistische/Antirassistische Ratschlage’’[‘‘Anti-fascist/Anti-racist Consultation Groups’’], ‘‘Bundnisse gegen Rechts’’ [‘‘Al-liances against the Right’’] and took part in rallies/demonstrations and appeals whichalso involved democrats in addition to groups belonging to, or influenced by, left-wing extremism. Together with the VVN-BdA, the BdA organized the ‘‘V. Antifa-Jugendtreffen’’ [‘‘Vth Antifa Youth Meeting’’] held in Berlin on 8 January on thekey subject of ‘‘Antifaschismus nach dem Jugoslawienkrieg der NATO’’ [‘‘Anti-Fa-scism after NATO’s War in Yugoslavia’’]; as stated by the organizations, the meetingwas attended by more than 200 persons, including participants from the ’autonomist’spectrum, members of the VVN-BdA, the ‘‘Party of Democratic Socialism’’ (PDS),the ‘‘German Communist Party’’ (DKP), the Sozialistische Deutsche Arbeiterjugend(SDAJ — ‘‘Socialist German Workers’ Youth’’), the JungdemokratInnen/Junge Linke(JD/JL — ‘‘Young Democrats/Young Leftists’’) and the militant youth group’R.O.T.K. .P.C.H.E.N.’ im und beim BdA [the youth organization of the BdA]. WithBdA support and in co-operation with ’autonomist’ Antifa groups, ’R.O.T.-K..P.C.H.E.N.’ organized — inter alia — the ‘‘12. Antifa-Workcamp’’ held at the Bu-chenwald Concentration Camp memorial site and attended by some 200 personsfrom all parts of the Federal Re-public and from Poland; among the participants we-re members of the ’autonomist’ and anti-imperialist scenes, of Rote Hilfe (RH —‘‘Red Aid’’), the PDS, the VVN-BdA and the SDAJ.

V. Fields of Operation

1. ‘‘Anti-Fascism’’

For groups in the area of left-wing extremism, ‘‘anti-fascism’’ increasingly has be-come a focus of action — also in the course of the public debate on the fight againstright-wing extremism and xenophobia. The ultimate aim of the ‘‘anti-fascist struggle’’of leftwing extremists, in the last analysis, is to abolish the free democratic constitutionalorder of society — maligned as a ‘‘capitalist system’’ — and thus to eliminate the pre-sumed roots of fascism.

The Partei des Demokratischen Sozialismus (PDS — ‘‘Party of Democratic Social-ism’’), too, insinuated that neo-Nazism, far-right violence, anti-foreigner hostility [xeno-phobia], racism and anti-Semitism had ‘‘always been essential and, more or less, legalelements of the political system of the Federal Republic’’. As compared to the GDR,the FRG had made a less clear break with ‘‘the social bases and the Elites of the Nazidictatorship’’. The PDS further claimed that the ‘‘billy club [sledgehammer argument]of totalitarianism’’ was used to equate the GDR with the Nazi regime in order to justifythe intolerant ’settlement of accounts’ with the GDR’s anti-fascist heritage, and the re-pressive measures taken against active anti-fascists (cf. Chapter IV, no. 2.4, above). Atthe same time, the PDS — taking an approach similar to that of the associations of tra-ditional anti-fascism which are also affiliated with the Deutsche Kommunistische Partei(DKP — ‘‘German Communist Party’’) (cf. Chapter IV, nos. 1.2 and 6.1) — advocated

484

Page 485: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

the integration of the ’autonomist’ Antifa movement, and confirmed that it would giveits solidarity-based support to the movement in political and financial terms.In the con-text of a renewed debate about the present state and prospects of ’autonomist’ Antifapolitics, the Autonome Antifa (M), a member group of Antifaschistische Aktion/Bundes-weite Organisation (AA/BO — ‘‘Anti-Fascist Action/Nationwide Organization’’) un-equivocally stated in a pamphlet of August/September 2000:

«A bourgeois state cannot effectively fight either racism or ’rightwing extremism’,but leads to the creation of both. Going against Nazis as manifestations of bourgeoissociety can only be done in the form of anti-state resistance. Only fighting the roots— from which not only the brown scum springs — will hold out a prospect of libe-ration — not from Nazis alone. ‘‘At the closing event of an ‘anti-fascist alliance de-monstration’’ in Gottingen on 29 January, a — masked/hooded — activist of Auto-nome Antifa (M) was applauded for her claim that: ‘‘It is a must to fight fascists —with all means available. But it is just as urgently required to fight a State which hasalready resumed its practice of enforcing its interests in world politics by actively en-gaging in warfare; a State which shares the responsibility for torture, hunger anddeath worldwide ... a State which, by increasingly dismantling the social system, re-duces more and more people to poverty and, at the same time, continues to developits authoritarian police apparatus. ...Get organized in revolutionary Antifa groups!Put up resistance! Fighting fascism means fighting the capitalist system!’’. Parts ofthe ’autonomist’ Antifa scene see a chance for their own political work in the currentdebate carried on across all of society on the subject of right-wing extremism. Thus,an article in the scene paper ‘‘INTERIM’’ said that the current development actuallywas the best that could happen to the radical left; without having initiated that de-bate, the radical left could profit from it and could try to gain influence. Neverthe-less, politicians of the democratic parties are reproached with hypocrisy and for sta-ging a media spectacle; they are said to be exclusively interested in the reputationand attractiveness of Germany for business and as a production site; moreover, Naziterror was a welcome pretext for further developing a fortified state.In practice, thedirect fight against extreme right-wing political parties and other groups remained inthe foreground of ‘‘revolutionary Antifa policies’’; in this regard, ‘‘Revolutionary An-ti-Fascists’’ from Duisburg stated on the Internet . ‘‘This means that we will offensi-vely oppose the Nazis and attack and smash their structures! To us, resistance inconcrete terms means to fight them with all means and at all levels. This covers bothmilitant confrontation where this is required, and showing that their ideology, cha-racterized by contempt for human beings, is not liberating but is based on oppres-sion and exploitation. ‘‘Priority targets were cars and meeting places of right-wingextremists, as well as ‘‘Faschokneipen’’ [‘‘Fascist beer joints’’] and ‘‘Nazi-Laden’’[‘‘Nazi shops’’]. Actions ranged from graffiti to vandalism and serious arson attacks.Militant attacks were also directed against transport contractors and tour operatorswho take right-wing extremists to events. Thus, in Mhlheim (North Rhine/Westpha-lia) on 24 April, the windscreens of several coaches were smashed (causing materialdamage of more than 60,000 deutschmark). The unidentified perpetrators called the

485

Page 486: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

targeted coach operator a ‘‘decisive wheel of the racist mechanism’’, and threatenednot to let up until no operator would provide any more transport services. On thesame day, fire was set to a coach in Alfdorf-Kapf (Baden-Wurttemberg); the materialdamage amounted to some 165,000 deutschmark. In a letter claiming responsibility,‘‘autonomist Antifas’’ reproached the bus operator for favouring and aiding thespreading of right-wing extremism. The letter ended with the slogans: ‘‘Fight fascistsand their supporters! ... Do away with the fucking system!’’ (‘‘INTERIM’’, no. 501,of 4 May 2000). Nor do militant Antifas stop at bodily assaults on presumed right-wing extremists. In instances, they will arm themselves for such attacks with strikingweapons and proceed with great brutality, and accept the risk that their victimsmight suffer serious, permanent injuries.In Berlin on 12 March, a group of ma-sked/hooded persons attacked three presumed right-wing extremists who plannedto take part in a rally of the Nationaldemokratische Partei Deutschlands (NPD —‘‘National-Democratic Party of Germany’’). The attackers sprayed their victims withan irritant gas and coshed them. One person suffered serious head injuries. On 29July, unidentified offenders with truncheons attacked two persons who presumablywere members of the extreme right-wing scene. The attackers aimed their blows atthe heads of their victims and maltreated those lying on the ground by kicking them.On 12 August, a group of masked/hooded ’autonomists’ assaulted two presumedmembers of the extreme right-wing scene. The attackers maligned their victims as‘‘Nazis’’ and attacked them with baseball bats and other striking implements. Oneof the victims suffered life-threatening injuries.The Berlin-based group AUTONO-ME MILIZ [‘‘Autonomous Militia’’] which in the past repeatedly claimed responsi-bility for militant actions, gave the following cynical and point-blank justification forviolence against persons, including murder: ‘‘to us there is no doubt about it: this is afascist state. this is also why we think that, in certain cases, bodily injury or killing afascist functionary of the state may be considered legitimate. and what about the na-zis. ... these fascist swine kill people. why then shouldn’t they, too, be attacked aspersons, be injured, and even more???! is this not legitimate as well? self-protectionin our view is self-defence.’’ (‘‘INTERIM’’, no. 501, of 4 May 2000). During demon-strations and mass rallies of extreme right-wing organizations, militant left-wing ex-tremists often seek direct confrontation with ‘‘fascists in boots’’ in the street. Often,they will act as small militant groups so as to be incalculable and flexible.’Autono-mist’ Antifas from Berlin declared that in their view, a concept was absolutely neces-sary, ‘‘which will enable us to get at the Nazis directly. Our strength is that we areincalculable. ... Everything is possible, provided that organized and purposefulgroups are on the move.’’ (‘‘INTERIM’’, no. 499, of 6 April 2000). The calls for di-rect confrontation with right-wing extremists were also put into practice. Thus, inBerlin on 12 March, militant leftwing extremists protested, in part violently, againsta march organized by the NPD. They threw stones at policemen, erected barricadesand tried to crash through police barriers. A statement published in the scene paper‘‘INTERIM’’ said that these protests could have been even more effective: ‘‘In addi-tion, every rally should be as unattractive and expensive as possible — not only for

486

Page 487: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

the Nazis, but also for the municipality. Thus there were many opportunities tosmash the windows of suitable targets (banks, posh shops, chain stores, ...); but theseopportunities were wasted. And nothing has (yet?) been heard of any attacks againstNazis.’’ (‘‘INTERIM’’, no. 497, of 23 March 2000). As part of a broad alliance for-med by the entire spectrum of leftwing extremism, many ’autonomist’ groups andrevolutionary-Marxist organizations as well as representatives and bodies of thePDS — in addition to non-extremist organizations — supported a demonstration‘‘GEMEINSAM GEGEN RECHTS — Weg mit der NPDZentrale — Faschismus istkeine Meinung, sondern ein Verbrechen!’’ [‘‘JOIN FORCES AGAINST THERIGHT — Abolish the NPD headquarters — Fascism isn’t an opinion but a crime’’]which took place in the Berlin district of Kopenick on 7 October (about 4,000 par-ticipants). During a demonstration at the ‘‘deportation clink’’, a group of demonstra-tors tried forcibly to gain access to the premises. Policemen were attacked by some70 demonstrators with stones, bottles and pales. Prior to the concluding rally in thevicinity of the NPD headquarters, more stones were thrown at the task forces. 21officers were injured. In a statement published on the Internet the militant Antifa-schistische Aktion Berlin (AAB — ‘‘Anti-Fascist Action Berlin’’), the chief initiatorof the demonstration, struck a positive balance:

‘‘The fact that, with this demonstration, so many participants clearly pointet out thelink existing between neo-fascist terror and state-controlled racist policies, is a suc-cess of the alliance’s mobilization efforts ... . ‘‘Activities under the aspect of ‘anti-ra-cism’ were not only directed against the State and its representatives (cf. Chapter III,no. 1.4,above) but, in particular, against the airline Lufthansa and its role in the de-portation of rejected asylum seekers. Thus, groups and individuals from the ’autono-mist’ scene took part in the campaign ‘‘Deportation class — gegen das Geschat mitAbschiebungen’’ [‘‘Deportation Class — no more profiteering by deportations’’]which had been initiated by the nationwide network ‘‘kein Mensch ist ilegal’’ [‘‘noperson is illegal’’] which is sponsored mainly by democratic groups and organiza-tions. A press release disseminated over the Internet called for suspension of depor-tations by Lufthansa planes, and the airline was reproached for making itself ‘‘theobsequious minion of the State’s savage deportation practice’’. In connection withthe discussion about work permits [so-called ‘‘green cards’’] for foreign computerexperts in Germany, left-wing extremists insinuated that politicians and public au-thorities would in future make permanent residence permits for foreigners conditio-nal on the usefulness of these people for German industry. An appeal by ’autono-mist’ groups to attend an anti-racist demonstration in Augsburg on 4 November sta-ted: ‘‘The racist Nazi thugs divide people into categories of German and un-German— valuable and unworthy — lives. The racists within the Government agree on thebasic approach, i.e. the exclusion of non-usable non-Germans from society.’’

2. Protests against ‘‘Globalization’’ and ‘‘Neo-liberalism’’ IMF Summit in Prague

A shared field of action of left-wing extremists were protests against the globalization

487

Page 488: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

of world economy and the resultant social sequels. International institutions like theWorld Bank and the International Monetary Fund (IMF), but also summits of suprana-tional unions like the European Union (EU), are seen as a symbol of worldwide capit-alism.

Thus, violent protests were also directed against the 55th IMF Meeting (18-30 Sep-tember), the World Bank Meeting and the Annual Meeting of the IMF Board of Gov-ernors (25-28 September) in Prague. Anti-globalization activists had mobilized partici-pants worldwide for these protests, modelled on the actions against the Ministerial Con-ference of the World Trade Organization (WTO) in Seattle (U.S.) in November 1999.

Participants in the actions in Prague were, in particular, individuals from the’autonomist’ scene and the anarchist ‘‘grassroots movement’’, and Trotskyites of theLinksruck network (the German section of the Trotskyite umbrella organization ’Inter-national Socialists’ with headquarters in London), members of the PDS and DKP, andaction groups for development policy, initiatives of out-of-work persons, and students’associations.

An appeal distributed over the Internet by the Rote Antifaschistische Aktion Leipzig(RAAL — ‘‘Red Anti-Fascist Action Leipzig’’) stated, inter alia:

‘‘In global terms, capitalism has gained strength as never before in its history. Thelogical consequence are inhumane developments. But now more than ever, it is es-sential ... that the mechanisms be pointed out and attacked. ... Together, we can ma-ke sure that a ’second Seattle’ will focus on new lines in the heart of Europe. Resi-stance must at all events be taken to the streets. In this spirit: UP WITH INTERNA-TIONAL SOLIDARITY! ABOLISH CAPITALISM !

‘‘global action day’’ According to press reports, a demonstration march in Prague on26 September — propagandized worldwide as the ‘‘S26 — global action day’’ — drew aparticipation of temporarily up to 7,000 persons, including several hundred left-wing ex-tremists from Germany. ’Autonomists’, anarchists and Trotskyites tried to force theirway to the place of the Conference; they managed for some hours to prevent partici-pants [in the Conference] from leaving the building. In the paper ‘‘junge Welt’’ of 6 Oc-tober, an actively involved demonstrator (apparently using a pseudonym) reportedabout the clashes with the police: the Czech special units had been exposed to a volleyof pales and a hail of hurriedly unburied stones. A number of Molotov cocktails hadbeen thrown. Although water cannons and gas grenades had been used [by the police],the [demonstrators’] general mood had been unmarred, and the sporting spirit unbro-ken.The clashes continued until the evening hours in downtown Prague where consid-erable damage to property was caused. Although participation fell considerably short ofthe number of demonstrators expected by the organizers, and the desired broad effectfailed to materialize among the extreme left-wing spectrum, the actions in Prague werecelebrated as a success by some activists. An author using the pseudonym of Nepomukwrote in the ‘‘GrossRaumzeitung’’:

‘‘Prague was different. What is important for the revolutionary idea is the experiencethat it is possible to organize things differently but just as effectively as the present

488

Page 489: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

system. However, there were problems as well: the breakdown of the entire commu-nications system (mass SMS, CB radio, pirate radio stations, etc.) in the afternoon ofthe global action day. This breakdown thwarted focused and purposive action. Peo-ple just roamed around the downtown disctrict — throwing stones and Molotovcocktails. ... All things told, that day nevertheless was successful! Still, we shouldthink about goals and networking structures and improve the existing ones. Weare, after all, a movement from below, capable of accepting criticism, and able tolearn. This is the advantage we have over the ruling system.’’ (‘‘GrossRaumzeitung’’,no. 1, of 16 October 2000)

3. Campaign by Left-Wing Extremists against Nuclear Energy and the Use of GeneticEngineering

Opposition against peaceful uses of nuclear energy continued to be the most impor-tant action field for militant left-wing extremists. Despite the conclusion of the Agree-ment between the Federal Government and Power-Supply Companies of 14 June, theso-called Nuclear Energy Consensus, this focus of action has not changed. On the con-trary, large segments of the extreme leftwing anti-NPP scene reject this Agreement; theConsensus was qualified as ’fraudulent labelling’ and as kowtowing by the Greens incomplete deference to the pro-nuclear lobby, and a new phase of extra-parliamentaryopposition was announced.In a flyer comprising several pages, the extreme left-wingAnti-Atom-Plenum (AAP — ‘‘Anti-Nuclear Plenary’’) of Berlin called upon the anti-nu-clear movement to continue their resistance to the ‘‘nuclear State’’: ‘‘Enough has beensaid! Movement arises out of movement, and each day offers new and unexpected op-portunities for putting one over on the nuclear state. ...No CASTORs, no resistance -this notion was developed without [taking account of] the resistance put up at nuclearsites. And without considering the fact that also interim storage depots at such sites will,at some time or other, require new casks, namely empty containers. And these can beblocked by people just as well as filled containers. Therefore: get maps of Biblis, Phi-lippsburg and Neckarwestheim; enter your names in the alert lists, and form bands!Get everything else — as usual — at the do-ityourself store.’’ Until September, however,a considerable degree of weakness in terms of organization and mobilization was to benoted among the structures of extreme left-wing orientation within the anti-) nuclearpower plant NPP movement. This is corroborated by the fact that, for more thantwo years (since March 1998), there have not been any CASTOR transports which couldhave been exploited by leftwing extremists as points of crystallization and of referenceand contact for the mobilization of resistance.Doomed to failure were attempts toachieve greater mobilization by starting a discussion on other aspects regarding peacefuluses of nuclear energy. Blockades against transports of uranium hexafluoride (UF6), in-ter alia to the uranium enrichment plant in Gronau (North Rhine/Westphalia), whichhad been announced by various anti-nuclear initiatives with the aim of at least disruptingthe supply of the required nuclear fuel to nuclear power plants, either failed to come offor remained ineffective on account of the small number of participants. Nevertheless,militant anti-NPP activists preserved their ability and willingness to carry out attacks

489

Page 490: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

— including covertly prepared action. Thus, in the night of 16/17 February, unidenti-

fied offenders removed the fixing screws on the access track to the Biblis (Hesse) nucle-ar power plant (NPP) over a length of about 50 m and raised part of the rails by about90 cm. In a letter claiming responsibility and entitled ‘‘Sofortige Stilegung der Atomanla-

gen — Kapitalismus zerlegen’’ [‘‘Immediate decommissioning of nuclear installations! —Dismantle capitalism!’’], the offenders announced that they intended — by means of a‘‘blockage strategy’’, i.e. a [nuclear waste] disposal emergency — to enforce the immedi-

ate phaseout of nuclear energy:

‘‘It is planned that in the summer one of the first CASTOR transports approved bythe Red-Green coalition will go, via this spur line, to the Ahaus interim storage site

for reactor fuel. ... Unlike the Red-Green camp, we see a blockage strategy, eitherlegal or illegal, as a means to enforce the immediate phaseout of nuclear energy.The next CASTOR [train] will not reach its destination! ...Destruction of the CA-

STOR track underlines our determination not to stand by idly to watch the ongoingoperation of nuclear installations for another thirty years and more. ‘‘Increased mo-

blization took place after specific plans for the resumption of nuclear waste tran-sports from the nuclear power plants (NPPs) in Philippsburg (Baden-Wurttemberg),Biblis (Hesse) and Stade (Lower Saxony) to the nuclear fuel reprocessing plant in La

Hague (France) had become known.Following the declaration of the nationwide‘‘CASTOR ALARM’’ by various anti-nuclear initiatives in early September, some1,000 and about 500 anti-nuclear activists — including violence-inclined ’autono-

mists’ — demonstrated in the Philippsburg area on 15 October and 18 October, re-spectively. The attempt made by 30 to 50 demonstrators to make a hollow under thetrack to the NPP was stopped by the police.The developments regarding the extre-

me left-wing struggle against nuclear energy was parallelled by that of the commit-ment — which decreased as compared to previous years — of left-wing extremists

within the movement against bio-engineering and genetic engineering, which is orga-nized and supported mainly by non-extremist action groups. In this action field, too,left-wing extremists are trying to engage in agitation and action with regard to sub-

jects of controversial public debate and thus to exploit these subjects for their anti-constitutional aims. Like their resistance to the use of nuclear energy, their resistanceto genetic engineering — as acknowledged by them quite openly — is only a means

serving the purpose of abolishing the political system in Germany. At the same time,however, the spectrum of extreme left-wing protest manifests a high degree of accep-tance especially of forms of militant resistance against genetic engineering. Priority

targets of militant opponents of genetic engineering continued to be — althoughon a decreasing scale — outdoor test fields which are difficult to safeguard, whereproperty damage and economic consequential loss caused by the destruction of tran-

sgenic seeds and plants amounted, in individual cases, to several hundred thousandsof deutschmark. Also, considerable material damage (about 1.5 million deutschmark)

was caused by an arson attack committed against a mobile research laboratory inGieflen in the night of 3/4 May.

490

Page 491: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

4. ‘‘Fight against EXPO 2000’’

The ‘‘fight against EXPO 2000’’, the world exhibition (1 June - 31 October 2000) inHanover, remained a focus of attention of leftwing extremists, but did not meet with thehoped-for response and did not result in the anticipated broad mobilization. In a ’post-mortem’ review, they had to concede that — by contrast with the subjects of CASTORtransports and ‘‘fascist rallies’’ — they had not succeeded in presenting the world exhi-bition as a clearly outlined enemy stereotype. From January until November, a totalnumber of 325 politically motivated offences were committed in Lower Saxony in con-nection with the world exhibition; during the same period, another 44 offences werecommitted in this context outside Lower Saxony. In Berlin-Tempelhof on 27 February,the group AUTONOME MILIZ [‘‘autonomist militia’’] (cf. no. 1, above) set fire to theprivate car (Daimler-Benz) of the EXPO Commissioner of Berlin Land. In a letter claim-ing responsibility, the perpetrators agitated that: EXPO 2000, behind the mask of pro-gress and development, hid the absolute exploitation of man and of nature. The inten-tion of its initiators was to boost acceptance of racism, human selection, destruction ofthe environment, and war. This disgusting mise en scene was pushed ahead by theEXPO Commissioner of the Land Before and at the opening day, disruptive actionsand acts of sabotage occurred on an increasing scale

In the night of 23/24 May, unidentified perpetrators carried out an action against atest field of genetically modified colza in Neustadt (Lower Saxony). They laid out cut-offplants over a large surface to write ‘‘EXPO NO!’’; this caused material damage to thetune of millions of deutschmark. In a letter claiming responsibility, the offenders wrote:

‘‘By mowing down this test field, we oppose the designs of the future which as ofnext week are planned to be presented at the EXPO 2000 exhibition under the mot-to ‘‘Mensch — Natur — Technik’’ [‘‘Humankind — Nature — Technology’’]. ...This is to encourage the participants in the Anti-EXPO Demonstration on 27May and the activists of the action day ‘‘EXPO lahmlegen’’ [‘‘Paralyse the EXPO!’’]on 1 June!’’

On 27 May, about 1,000 persons, mostly from the extreme leftwing spectrum, tookpart in a demonstration held in Hanover under the motto ‘‘Die Beherrschung verlieren —EXPO NO!’’ [‘‘Losing control — EXPO NO!’’]. They expressed their protest on ban-ners and with chanted slogans like ‘‘EXPO sabotieren’’ [‘‘Sabotage the EXPO!’’] and‘‘Gentechnologen — EXPO-Strategen, wir werden euch das Handwerk legen’’ [‘‘Geneticengineers — EXPO strategists: we’ll put a stop to your game’’]. Apart from verbal at-tacks, the demonstration was peaceful. In the early hours of 1 June, unidentified personsblocked the Hamburg-Hanover and Gottingen-Hanover railway tracks with burningmotor-car tyres. A grapnel hook was found in the supporting cable of the overhead sys-tem of a suburban fast train [commuter railways] in Hanover. During a train stop inWedemark (Hanover Landkreis), unidentified persons blocked a current collector withbarbed wire; this caused a short circuit (property damage: about 200,000 deutschmark).In the course of the day, there were several attempted blockades and demonstrations. Inaddition to bomb threats, there also were minor acts of sabotage in the Hanover city

491

Page 492: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

area (inter alia, use of fast-setting glue to put ticket vending machines out of operationgluing up of light barriers in commuter railway carriages; activation of emergency brakesin trains). Fire was set to about 30 rubbish containers.In the night of 4/5 June, uniden-tified persons carried out a grapnel attack on the Hamburg-Hanover railway line nearCelle (Lower Saxony) and against the line in the reverse direction; this attack causedconsiderable delays. In the same night, a grapnel attack was committed against the Han-over-Bielefeld railway line; the track was closed to traffic for two and a half hours. Aletter by ’autonomist’ groups claiming responsibility, which was received by the Germanpress agency dpa in Hanover on 6 June, obviously refers, inter alia, to these two offences:

‘‘We definitely see our action as a contribution to the actions to prevent the openingof the EXPO ... . Moreover, we want to give a warning to the railway company: thenext Castor [train] is sure to arrive!’’

After the opening of EXPO 2000, the number of violent actions rapidly declined.

In the scene paper ‘‘INTERIM’’ of 5 October, an antimperialistische aktion (aia —‘‘anti-imperialistic action’’) claimed responsibility for having deposited an ignition-de-layed incendiary device targeted against the power supply of the training centre ofthe Daimler Ch rysler AG in Ludwigsfelde-Genshagen (Brandenburg) during the nightof 29/30 August. The unnamed authors agitated that: the EXPO, which was supportedby the ‘‘war industry combine’’ Daimler Chrysler AG, was the ideological and symbolicpoint of crystallization of the various systems — presented in a humane cloak — for se-curing dominion. Projects like the EXPO fulfilled the role of procuring acceptance,among the masses, of the imperialist policies of the IMF/World Bank, the World TradeOrganization (WTO) or EU summits:

‘‘It is this function which makes the Expo a truly ’successful enterprise’ and thus,reversing the argument, the central target of left-radical anti-imperialist resistance.’’

For the major part, the efforts of extreme left-wing anti-EXPO activists to preserve,beyond the duration of the world exhibition, the structures created during the campaignfor exchanges of views on ‘‘emancipation policies’’ would seem to have come to nothing.

VI. Propaganda and Communications Media

1. Publishers, Distribution Companies, and Periodic Publications

In 2000, nearly 40 publishing houses and distribution companies serving a left-wingextremist audience disseminated newspapers, journals and books. The total number oftheir periodical publications — some 230 — and the total number of copies — about 8million — have remained constant as compared to the previous year.

2. New Communications Media

Left-wing extremists also make use of electronic communication media such as the

492

Page 493: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Internet and mailboxes for the purpose of disseminating their political concepts to as

many addressees as possible, improving communication within the extreme left-wing

scene, and accelerating the progress of the organization process.In addition to the

WorldWideWeb (www), left-wing extremists make use of other services as well, such

as E-mail, mailing lists and newsgroups. For internal communications, use continues

to be made of mailbox systems.

2.1 Internet

Almost the entire extreme left-wing spectrum is by now represented on the Internet.

In addition to larger left-wing extremist organizations, such as the Kommunistische Par-

tei Deutschlands (KPD — ‘‘Communist Party of Germany’’), Deutsche Kommunistische

Partei (DKP — ‘‘German Communist Party’’), Assoziation Marxistischer StudentInnen

(AMS — ‘‘Association of Marxist Students’’) or the Trotskyite Linksruck-Netzwerk

(LR — ‘‘Left-Swing Network’’), also ’autonomist’ groups such as the Antifaschistische

Aktion Berlin (AAB — ‘‘Anti-Fascist Action Berlin’’), the Autonome Antifa (M) of Got-

tingen or the Bundnis gegen Rechts Leipzig (BgR Leipzig — ‘‘Leipzig Anti-Right Alli-

ance’’) exploit the opportunities provided by the Internet. The various homepages pre-

sent their content in a rather austere form, but extremely professionally. In designing

their Internet sites, left-wing extremists focus on the prompt dissemination of informa-

tion and on the serviceability of the items offered, rather than on any ‘‘show effects’’.

While the Internet sites of larger extreme left-wing organizations — especially poli-

tical parties — mostly provide extensive information about the respective organization

and about its programmatic concepts, etc., the sites of ’autonomist’ groups usually cover

calls for participation in demonstrations, information on other events and information

on (presumed) extreme right-wing organizations/ individuals, and many links to Internet

sites mainly covering extreme left-wing subjects.The Internet projects ‘‘nadir’’, ‘‘Parti-

san.net’’ and ‘‘DIE LINKE SEI-TE’’ have developed as so-called information portals.

Such portals provide for central collection of information, partly classed under headings

such as specific subjects and focal issues, on the activities and perspectives of left-wing

extremists, and make such information available to Internet users. Other portal sites, e.g.

‘‘P.u.K.’’ (‘‘Politik und Kultur’’ — ‘‘Politics and Culture’’) from Gottingen are being

built up.The Internet was used mainly for the dissemination of reports and appeals

for participation in demonstrations with reference to the subjects of ‘‘anti-fascism’’,

‘‘anti-racism’’, ‘‘anti-EXPO’’ and ‘‘anti-globalization’’. Also, the situation of political

prisoners, the ‘‘Kurdish liberation struggle’’ and ‘‘disruptive action’’ against the public

oath-taking ceremonies for recruits were subjects covered on the Internet.

2.2 Mailboxes

A large number of left-wing extremist groups continue to use commercial mailbox

systems, in addition to the Internet. These systems — especially when used as closed

user networks — are, as before, of significance for the exchange of information among

politically like-minded people.

493

Page 494: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

10. DOCUMENTO N. 6ASIMMETRIA E CONFLITTUALITA NON CONVENZIONALE

NELL’ANTAGONISMO GANDHIANO E ANARCHICO *

1. Formes d’asymetries

Les strategies asymetriques visent davantage a influencer et a inflechır qu’a conque-rir. Elles recherchent plutot l’effondrement de systemes et de processus, que la destruc-tion des societes. allea necessitent un solide ancrage dans l’espace humain et dans l’in-fosphere, ou l’asymetrie peut s’exercer.

Comme pour toute strategie, les strategies asymetriques utilisent une_combinaisoninterattive des trois dimensions vues plus haut :

— la finalite, la maniere et les moy. Les principales formes de guerres asymetriquesutilisees de facon independante ou en combinaison sont

La non-violenceLa violence politiqueLe terrorisme

ne partie de la guerre de l’information

Dans la majeure partie des cas, on trouve une relation lineaire entre la forme et lafinalite du conflit. La revolution marxiste en est sans doute la forme la plus elaboree,combinant plusieurs strategies asymetriques, en un seul processus.

Les moyens utılises varient eux aussi selon la finalite du conflit.Il est ainsi relativement improbable qu’un mouvement separatiste, ou qu’une organi-

sation criminelle, utilise l’arme nucleaire contre son ‘‘pays-hote’’. En revanche, des mou-vements religieux d’obedience apocalyptique, comme la sette AUM Shinrı Kyo au Ja-pon, n’ont pas de reticences concernant l’emploi d’armes de destruction massive, carelles ne font qu’accelerer un processus apocalyptique qu’elles considerent ineluctable.

2. La non-violence

La non-violence, non pas celle du pacifisme europeen militant des annees 80, pro-nant un naif desarmement general des democraties face aux dictatures, mais la non-vio-lence en tant que strategie d’action constitue l’archetype d’une strategie asymetrique.

494

* Tratto da Jacques Baud, La guerre asyimmetrique, editions Du Rocher, 2003, pp. 108-114.

Page 495: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Il ne s’agit pas ici de strategie etheree, mais d’unie reelle maniere de combattre. Miseen oeuvre avec succes par Gandhi a la fin des annees 40 en Inde, la non-violence est unestrategie qui transcende l’emploi de la violence et ‘‘desarme’’ litteralement l’adyersaire.

Elle oppose la volonte aux armes et est vraisemblablement la ‘‘forme de combat asy-metrique’’ la plus difficile a contrer.

‘‘La non-violence ne consiste pas a renoncer a toute lutte reelle contre le mal. La non-violence est au contraire contre le mal une lutte plus attive et plus reelle que la loi dutalion, dont la nature meme a pour effet de developper la perversite. J’envisage pourlutter contre ce qui est immoral une opposition mentale et par consequent morale. Jecherche a emousser completement l’epee du tyran, non pas en la heurtant avec unacier mieux effile, mais en trompant son attente de me voir lui offrir une resistancephysique. Il trouvera chez moi une resistance de l’ame qui echappera a son etreinte.Cette resistance d’abord l’aveuglera et ensuite l’obligera a s’incliner. Et le fait de s’in-cliner n’humiliera pas l’agresseur, mais l’elevera’’

On se trouve des lors dans une situation typique du conflit asymetrique, ou a chaqueaction, l’adversaire ‘‘symetrique’’ deteriore sa propre situation polıtique. Pour etre effi-cace au pian strategique, la non-violence ne doit pas constituer une ‘‘strategie par de-faut’’, mais l’une des strategies disponibles pour repondre a une situation donnee.

‘‘La non-violence a pour condition prealable de pouvoir frapper. C’est un refrene-ment conscient et deliberedu desir de vengeance que l’on ressent. La vengeanceest toujours superieure a la soumission passive, effeminee et impuissante, mais la ven-geance est aussi faiblesse.La non-violence n’est pas un masque pour les laches, mais la verta supreme des bra-ves...La non-violence suppose la capacite prealable de pouvoir frapper.’’

Comme on le constate, il ne s’agit pas d’une strategie de l’impuissance, mais une stra-tegie deliberee de non-emploi de la force.

Trouvant ses racines dans les philosophies orientales, le refus delibere d’appliquerune superiorite physique reste largement incompris en Europe, ou la ‘‘non-violence’’exclut cette ‘‘condition prealable de pouvoir frapper’’. Ceci s’explique egalement parle fait qu’en Europe, le lien ‘‘pacifisme — non-violence — desarmement’’ est un objec-tif en soi, et non une strategie de resolution de problemes, comme ce fut le cas pourGandhi.

La force de la non-violence comme methode de guerre asymetrique reside dans lacomplexitede la reponse a lui donner, car non seulement cette posture s’inscrit dansle temps, mais elle suppose que celai qui l’emploie accepte de tout perdre.

Tout comme dans l’instruction a la violence, il faut apprendre l’art de tuer, dansl’instruction a la non-violence il faut apprendre l’art de mourir.

Ce que l’on pourrait interpreter tres rationnellement ici comme l’exploitation de lapuissance mediatique pour fonder une strategie — et qui pourrait d’ailleurs a notreepoque fonctionner de cette maniere — est, en faıt, une de marche philosophique plus

495

Page 496: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

profonde ‘‘qui vient du cceur et ne saurait venir d’un appel de la raison’’.L’essence asymetrique de la non-violence peut etre resumee tres simplement par:

Il n’existe pas de defaite dans la non-violence.

Ne cherchant pas a conquerir, la strategie non-violente n’offre rien a perdre. On setrouve ainsi dans un jeu du type ‘‘qui perd gagne’’ qui defie les strategies occidentaleshabituelles, mais qui s appuie sur une culture, des structures de societe, une notionde la vie et surtout une perception du temps en inadequation avec la ‘culture et la visionoccidentales. C’est donc une strategie difficilement transposable parce que pratiquementııgrer dans la Weltanschauung’ occidentale. impossible ante

3. Le Black Bloc

Le Black Bloc illustre assez bien les manifestations contemporaines de la violence po-litique. Contrairement a une opinion largement repandue — et aux affirmations de cer-tains services de renseignements — le Black Bloc n’est ni une structure, ni une organisa-tion, ni un reseau, ni une ideologie. Elle represente une fonctionnalite au sein d’une ma-nıfestation, associee a une strategie d’action de nature asymetrigue.

Situee aux confine de l’‘‘incivilte’’, de la guerilla urbaine et du terrorisme, strategied’u Black Bloc a ses origmes s les manifestations des groupes autonomes des annees80 en Allemagne.

Elle fai son apparition aux Etats-Unis lors de manifestation contre la guerre du Golfeen 1991, et a ete mise en oeuvre dans toutes les manifestations contre la mondialisation.L’appartenance de certains de ses theoriciens au mouvement Eugene cree aux Etats-Unis par Colin Clyde et John Zerzan’ tend a faire assimiler le Black Bloc a une ideologieanarchiste. Toutefois, ses artisans se recrutent parmi les divers mouvements d’extremegauche, autonomes ecologistes ou anarchistes, et se defendent de representer une ideo-logie particuliere. En fait, ile sont davantage un assemablage de mercenaires’’ provenantdes divers mouvements anti-mondialisation prets a fonctionner comme groupe ‘‘dechoc’’ au profit de l’ensemble de la manifestation.

Le sommet de l’Organisation Mondiale du Commerce de Seattle (30 novembre1999), la reunion du Fonds Monetaire International a Washington (16-17 avril 2000),la convention du Parti republicain a Philadelphie (1º-2 aout 2000) et le sommet duG8 a Genes (21 juillet 2001) ont ete quelques-unes des occasions qui ont permis auBlack Bloc d’atteindre une notoriete mondiale.

La gestion strategique des Black Blocs est assuree a travers les chat-rooms (forums dediscussion) sur Internet.Le regroupement des equipes et la strategie sont discutes et fixesquelques heures avant l’action. Lors du sommet du G8 aGenes, les tentatives de la po-lice italienne de penetrer les chat-rooms sous le pseudonyme de ‘‘Crudelia’’ afin d’inter-cepter les plans des Black Blocs ont ete rapidement identifiees et immediatement pu-bliees sur le Net, accompagnees de fausses informations destinees a induire la policeen erreur.

496

Page 497: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Sur le terrain, la strategie du Black Bloc preconise l’engagement de petites cellules de5-20 personnes qui, generalement, se connaissent et coordonnent leur presence et leurstrategie operationnelle avant l’action. L’action tactique est decidee sur place quelquesminutes avant le declenchement de la manifestation.

Masques et vetus de noir, les ‘‘membres’’ du ‘Black Bloc defilent avec drapeaux(noirs) et tambours, non sans rappeler des armees d’un autre temps. Leur presenceau sein de la manifestation principale est organisee de maniere theatrale et methodique.

Malgre une apparente desorganisation, les manifestations anti-mondialisation fontl’objet d’une coordination et d’une conduite spontanee et efficaces, malgre des modesd’action qui se renouvellent rapidement. Les prıncipes strategiques sont identiques etseule la tactique differe reellement. L’organisation a l’interieur de la manifestation s’ar-ticule autour de fonctions (appeles ‘‘blocs’’) et non autour de groupes. A Prague, leBlack Bloc etait insere dans le ‘‘Bloc Bleu’’ (ou ‘‘Blue Bloc’’), constitue d’elements po-litiques ‘‘dure’’. A Genes, le Black Bloc etait insere dans la manifestation principale, en-toure par des membres du ‘‘Bloc Rose’’ (ou ‘‘Pink Bloc’’) qui constituait pour l’occasionun groupe de ‘‘Tactical Frivolity’’, dont la fonction est de faire diversion et de favoriserla sortie et l’entree du Black Bloc dans le cortege. Le Black Bloc ne fait qu’initier lechaos, puis se retire rapidement des que la situation degenere, laissant les autres mem-bres de manifestation aux prises avec les forces de l’ordre

Leurs actions sont enregistrees sur video, afin d’etudier et d’ameliorer les tactiques.Les ormes action changent au cas par cas, mais suivent une strategie generale axee

sur la creation d’un esprit de solidarite, contre la repression policiere,en creant une situ-ation chaotique, qui sert de tremplin a la protestation. Par la provocation et une grandemobilite tactique, les ‘‘combattants’’ du Black Bloc cherchent a briser la cohesion desforces de police et a les entrainer dans des affrontements qui permettent au ‘‘gros dela manifestation’’ de se developper. Utilisant parfois - et meme souvent - la violence,la destruction et le saccage, parfois la violence verbale et la menace de violence, la stra-tegie change selon les lieux et les participants.

Afin de s boliser son succes, le Black Bloc etablit des ‘‘Zones autonomes temporai-res’’ (ZAT) ephemeres qui permettent simplement aux manifestants de materialiser unobjectif, meme si elles ont une valeur plus symbolique que territoriale. La simple des-truction ou le saccage d’un magasin peut constituer un ZAT.

Composantes du mouvement anti-mondialisation aGenes (juillet 2001)

Bloc RoseLe ‘‘Bloc Rose’’, initialement forme par des mouvements homosexuels radicaux (co-

mete Revolutionary Radical Queer), regroupe les forces non-violentes. Il se composeprincipalement du Reseau Lilliput, ne en 1999 a 1’inıtiative d’Alex Zanotalli quicomprend les groupes Consumatori Consapevoli Rlciclanti Compatibili CooperazioneTerzo Mondo, Nigrizia, Manitese, Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau,Pax Christi, Beati i costruttori di pace, Rete Radie Resch, WWF-Italia, Associazione Bot-teghe del Mondo, Bilanci di Giustizia, Centro Nuovo Modello di Sviluppo.

497

Page 498: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Bloc JauneLe ‘‘Bloc Jaune’’ regroupe les forces de desobeissance civile, parmi lesquelles, prin-

cipalement les Tenues Blanches,et Ya Basta!, qui soutient l’action de l’EZLN au Chia-pas.

Les Tenues Blanches, qui pronent le forcement des barrages policiers en ville de ma-niere non-violente, se deploient avec casques, boucliers et masques a gaz. Dans une ‘‘De-claration de guerre aux puissances de l’injustice et de la misere’’.

Bloc BleuLe ‘‘Bloc Bleu’’ regroupe les ‘‘inflexibles’’. En Italie, il se confon avec le Reseau pour

es roats globaux et est associe a la Confederation Cobas et quelques centrales sociales ducentre-sud du pays.

Bloc RougeEsentiellement composedu Reseau anti-imperialiste, il etait represente par des mou-

vements pronant la defense de Milosevic et du nationalisme serbe.

Apres l’engagement, Internet est egalement utilise a des fins de manipulation ou depropagande, pour prolonger et exploiter l’action des Black Blocs. Peu apres les violentesmanifestations de Genes, la photo du jeune Carlo Giuliani, tue par un carabinier, estimmediatement publiee sur le Net, avec un film des evenements.

La vraie dimension asymetrique du Black Bloc est qu’il sert principalement les inte-rets polıtiques d’autres mouvements, qui revendiquent des methodes pacifistes, en ex-ploitant les ‘‘brutalites policieres’’ provoquees par les ‘‘mercenaires’’ du Black Bloc.

Ces derniers se ‘‘sacrifient’’ pour disloquer le dispositif policier et provoquer desbrutalites policieres indiscriminees, et en assumant la responsabilite de l’emploi de laviolence.

Les manifestants ‘‘pacifiques’’ sont ainsi victimises. Brutalite et mondialisation peu-vent arasi etre associees et discrediter l’action du gouvernement. Ceci explique pourquoimeme les composantes ‘‘pacifistes’’ du mouvement contre la mondialisation acceptent etsoutiennent le role du Black Bloc.

La strategie du Black Bloc est ainsi de creer des ‘‘martyrs’’, qui vont legitimer l’actionanti-mondialisation. Des mouvements comme ATTAC et d’autres peuvent ainsi profiterde ce ‘‘paravent’’, critiquant la violence, mais evitant d’exclure les fauteurs de troublesavant les evenements, afin de pouvoir stigmatiser les violences policieres par la suite etainsi beneficier e la sympathie de l’opinion.

498

Page 499: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

11. DOCUMENTO N. 7GUERRA PSICOLOGICA E ANTAGONISMO IN ATTAC *

1. La genese d’Attac

Dans un editorial intitule ‘‘desarmer les marches’’, Ignacio Ramonet denonce tour atour le pouvoir des marches financiers et des entreprises transnationales, ainsi que lesgrandes institutions telles le Fonds Monetaire International (FMI), l’Organisation pourla Cooperation et le Developpement Economique (OCDE), et l’Organisation Mondialedu Commerce (OMC). Succedant au GATT en 1995, cette derniere est devenue, selonl’auteur, une institution dotee de pouvoirs supranationaux et placee hors de toutcontrole de la democratie parlementaire. Il fustige son autorite a legiferer au niveaumondial, en matiere de droit du travail, d’environnement ou de sante publique. Il exigeson abrogation car elle constitue une entrave manifeste a la liberte du commerce.

Le second semestre de l’annee 1997 marque le debut de la crise financiere qui frappeles pays emergents Gomme la Thaılande puis la Coree du Sud. Le brusque retrait decapitaux par les investisseurs internationaux, precipite la chute de l’Asie orientale.

En aout 1998, les places financieres internationales assistent a la plus grave crise eco-nomique depuis 1929. Ignacio Ramonet accuse les marches et s’interroge sur les conse-quences de cette dereglementation, ‘‘le desarmement du pouvoir financier doit devenirun chantier civique majeur’’. Son projet consiste a dissuader certains operateurs de spe-culer sur les devises a concurrence de 1800 milliards de dollars par jour, alors que lesechanges de biens et de services reels s’elevent a seulement 6000 milliards de dollarspar an. A cet effet, il preconise l’introduction ‘‘d’un grain de sable’’ dans les transactionsfinancieres. Cela consisterait a taxer toutes les transactions sur le marche des changesafin de les stabiliser et de creer ainsi de nouvelles recettes pour la communaute interna-tionale. Ce grain de sable s’appelle la taxe TOBIN.

Prix Nobel d’economie, l’Americain James TOBIN avait constatedes les annees 1970que la bulle financiere due ala speculation allait se developper d’une maniere exponen-tielle, il envisageait deja d’appliquer une taxe de 0,05% a chaque transaction financieresur le marche des changes. Cette taxe contraindrait certains speculateurs a restreindrefortement leurs frequents echanges de monnaies et permettrait ainsi de constituer uneepargne de quelques 170 milliards de dollars par an au profit des pays les plus de favo-rises. Outre l’aspect pedagogique de cette mesure dont, la mise en ceuvre serait d’apres

499

* Tratto dal volume Guerre economique et information, di Lucas/Tiffreau, Edition Elliples,2001, pp. 159-172.

Page 500: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

lui tres aisee, I. Ramonet pronelacreation d’une ‘‘organisation non gouvernementalemondiale dont l’action serait articulee avec les organisations syndicales, les associationsculturelles, sociales et ecologiques ainsi que les partir politiques’’.

Elle exercerait ainsi une forte pression civique aupres des gouvernements pour l’ins-tauration de cette taxe: appelee ATTAC (Action pour une Taxe Tobin d’Afide aux Ci-toyens).

L’objet de cette association consisterait rait a imposer cet ‘‘impot mondial de solida-rite’’.

Creee officiellement le 3 juin 1998 l’association ATTAC s’oppose a la dictature desmarches, au nom d unge sociale et d’urie solidarite internationale refusant tonte penseeeconomique unique. et toute oligarchie financiere. Pour son President, Bernard Cassen,un remplacement progressif du pouvoir politique par le pouvoir financier est en train des’operer. Il importeo* donc que les citoyens s’initient au fonctionnement des marches,aux mecanismes economiques pour s’arroger les moyens d’agir afin que l’economie nesoit plus une affaire d’experts car ‘‘les dirigeants craignent les citoyens informes’’.

Constituee autour de cette taxe TOBIN, idee populaire puisqu’il s’agit de reduire lesinegalites economiques et sociales, ses dirigeants realisent rapidement que cette mesureest insuffisante pour freiner la mondialisation financiere qui repose sur un systeme co-herent et structure.

L’association va rapidement elargir son champ d’action et s’immiscer dans les nou-veaux debats de societes que constituent les organisme genetiquement modifies (OGM),les fonds de pensions, l’organisation mondiale du commerce (OMC),la dette des pays dutiers monde...L’ acronyme ATTAC est alors modifie et devient: ‘‘Association pour la Ta-xation des Transactions financieres pour i l’Aide aux citoyens’’.

Le but devient la Tutte par l’information et par l’action citoyenne, contre les multi-ples aspects de la domination de la sphere financiere sur toutes les formes de l’activitehumaine. En d’autres termes il s’agit de repondre a la ‘‘dictature des marches par lareappropriation collective de l’avenir de notre monde.’’

2. Les objectlfs

La Tutte par l’information et par l’action citoyenne ne doit pas demeurer a l’etat dedoctrine; il convient des lors d’assurer sa mise en ceuvre operationnelle. L’action meneea Seattle lors de la conference ministerielle de l’OMC en decembre 1999 a demontre quele reseau des citoyens existait; cependant cette victoire associative qui ‘‘temoigne del’emergence d’alternatives internationale’’ — ne sera profitable a l’association ATTACque si elle obtient le statut du ONG. Ce statut legitimerait en effet ses actions futures,et lui permettrait alors de devenir un interlocuteur privilegie des istitutions nationales etinternationales. C’est pourquoi il importe en premieu lieu de:

— Structurer le mouvement,— Rassembler les autres associations progressistes,— Susciter la confiance parmi les adherents,

500

Page 501: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

— Interesser les hommes politiques,— Avoir un discours ‘‘citoyen’’ et mobilisateur,— Associer des medias prealablement acquis aux nouveaux debats.

3. L’organisation

Grace a l’appui des relais associatifs et syndicalistes territoriaux et sous l’autorited’une direction nationale assistee d’un conseil scientifique, Un structureen reseau a vo-cation internationale apparaıt et donne naissance a des comites locaux.

‘‘Profitez des subventions des collectivites locales afin de vous constituer en associa-tions; si vous constituez un bureau informel, contactez telle personne au siege’’;

Cette creation doit respecter plusieurs criteres:

— contacter les representants regionaux afin de les associer a cette creation,— Nommer un coordinateur provisoire,— Demander au siege national la liste des adherents du secteur choisi— Informer et former les adherents— Nommer des coordinateurs electroniques indispensables a la circulation des in-

formations a tous les niveaux. Le conseil scientifique travaille en coordinationavec des — groupes d’etudes et de reflexions afin d’elaborer une base documen-taire et des dossiers thematiques necessaires a l’appui de manifestation ou de reu-nions publiques. Mouvement d ’education populaire, son financement est mis enpiace loca ement, par le sıege national. Un auto-financement a base de badges etde publications est encourage.Cependant,le tresorier doit etre un representantdes structures fondatrices d’ATTAC.

Les mots d’ordre ou les argumentaires edites par le siege sont diffuses grace a cesgroupes locaux qui deviennent alors des caisses de resonance. Les grandes ecoles (Nor-mal Sup, Ponts et chaussees, Sciences-PO les tmiversites (reteil Nanterre, Saint-Denis. .)adherent a la coordination des comites etudiants et I ‘yceens et possedent leur petit jour-nal ‘‘Attactique’’.

L’association comete aujourd’hui vingt deux mille adherents, cent cinquanta comiteslocaux et cinquanta municipalites qui, apres une deliberation prise en Conseil municipal,ont decide d’adherer en versant une cotisation annuelle de mille francs. Le maillage actifet l’animation de ce reseau repose sur un site Internet denomme Glocal,‘‘Bienienvenuesur. le site Glocal, ATTAC a la dimension locale’’.

Le site http://www.attac.org, tres bien documente, offre aux internautes, diverses in-formations pratiques pour creer un groupe locai ou s’inscrire sur des listes de discussionfrancophones. Apres une page d’accueil proposant en quelques lignes les grandes etapesde sa fondation, une chronique mensuelle intitulee ‘‘grain de sable’’ rassemble de nom-breux textes d’actualites completes par quelques breves. (Un calendrier relata les diffe-rentes manifestations prevues au mois d’octobre 2000). Quatre rubriques Association,Economie, Mondialisation et Propositions presentent un grand nombre de themes sur

501

Page 502: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

la vie de l’association, les mefaits de l’ideologie dominante sur l’economie,la captation detous les champs de l’activite hunaine par les enterprises transationales chantres de lamondialitation financiere et de la taxe Tobin qui animerait des logiques de resistanceet redonnerait des marges de manoeuvre aux citoyens.

Des dossiers thematiques ainsi qua des etudes de fond comme la finance contre lesretraites ‘‘ou economie politique des OGM ef leurs enjeux’’ fournissent une documenta-tion precise.

Trois mille pages traduites en huit langues etrangeres donnent la mesure des infor-mations presentees ainsi aux adherents et aux sympathisant.Les communications s’effec-tuent sur le reseau Associatif et Syndical.

L’association, dont l’adhesion n’est possible que par cooptation (selon l’article 7 deses statuts), a parfaitement compris l’interet que souleve son reseau: c’est l’Internet ducitoyen. Militant et solidaire, il met en ceuvre un niveau minimum de confidentialite im-peratif pour toutes les associations progressistesl. A cette fin, un certain nombres d’outilsinformatiques ont ete installes permettant de garantir la teneur des messageries et deslistes electroniques des pages situees dans la partie ‘‘provee’’ du R@S sont seules accessi-bles aux membres identifies. Le cas echeant le recours a des courriers postaux classiquespourvoit a l’absence de liaison.

4. L’argumentaire

La page d’accueil presente l’argument principal: ‘‘Les consequences de la speculationfinanciere ne sont pas virtuelles, elles sont la dans de nombreux domaines proches denous: budget et dette de votre commune, culture, services publics, les agriculteurs’’.

Des liens hypertexte renvoient aux actes du colloque national organisea Morsang surOrge (Essonne) les 28 et 29 janvier 2000 sur le theme: ‘‘quand le locai est confronte a lamondialisation liberale. Les collectivites, ancrages du sursaut citoyen’’. L’argumentaireest reduit a sa plus simple expression: le danger est omnipresent — Il sous — tendune forte mobilisation et reclame un engagement de tous les instants.

5. La propagande

A l’issue de ce colloque, a ete adoptee une declaration en forme d’appel aux citoyenset a leurs elus mais aussi aux fonctionnaires territoriaux, syndicalistes et specialistes de lapolitique de la ville.La mondialisation financiere pese sur le vie locale’’. ‘‘nous vivons lamontee des ınegalites et des segregations, la mise a mal des principes d’egalite et de sol-darite’’. Cette declaration met en cause une entreprise francaise qui a profitede ses-liensprivilegies avec l’administration nationale et communautaire, pour s’arroger une situ-ation quasi-monopolistique sur le marche de Feau. Il importe donc de rompre au plusvite avec la ‘‘marchandisation’’ de cet element vital pour l’homme. ‘‘Face a une mondia-lisation marchande qui exclut de plus en plus d’individus et qui perpetue un etat d’in-

502

Page 503: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

fracitoyennete du au sentiment de perte de controle, d’impuissance, de fragmentation del’existence, la culture et Part peuvent etre des terrains privilegies. Il est donc urgent[que] les villes mettent en place des activites et moyens favorisant la creation-culturelleet artistique: ‘‘L’accent est donc mis sur une prise de conscience afin de developper unenouvelle democratie locale face a la mondialisation liberale.

L’objectif initial, la taxe Tobin, qui aurait refrenee une speculation ehontee sur lemarche des changes, a fait place a la taxation de toutes les transactions financieres; a pre-sent il s’agit de preserver les domaines de l’activite humaine des menaces engendrees parla domination de la sphere financiere. Ce glissement d’une proposition de taxe vers unemobilisation de masse, renforce la motivation des adherents dar — il — s’agit de leurpropre avenir et de celui de leurs enfants. L’appel de Morsang est un appela la mobilisa-tion, un veritable discours de propagande, au sens premier du terme.

6. L’appel a la majorite plurielle

Cette demarche s’inscrit dans les traditionnelles actions aupres des ‘‘groupes cles’’qui revetent une importance strategique ou tactique particuliere. Il ne convient pasici, de les dissocier ou de les paralyser, mais au contraire de les federer et les dynamiser.

L’action envers la majorite plurielle s’inscrit donc dans ce cadre.Une petition nationale lancee au premier semestre 1999 en direction des pouvoirs

publics franqais et europeens avait pour finalite d’interpeller les elus sur la necessited’instaurer la taxe Tobin. Lionel Jospin alors candidat aux elections presidentielles de1995 avait plaide pour l’instauration de cette taxe. En mai 1998 lors de la conventiondu parti socialiste francais, cette mesure fut inscrite dans la plate-forme pour les elec-tions europeennes: ‘‘Plusieurs deputes europeens ont d’ailleurs deepose un resolutionallant dans ce sens au Parlement de Strasbourg. Globalement, la communaute poliquede gauche etait favorable a l’instauration de cette taxe.Le 16 juin 1999, cinq deputesde la majorite plurielle accompagnes par una soixantaine d’elus sympathisants, annon-caient la creation d’un comite ATTAC au sein de l’Assemblee nationalel. Sensibilisesa la taxe Tobin, ces parlementaires refusaient egalement de laisser l’economie mondia-lisee aux mains des seuls experts d’autant que le 23 juin, etait prevu un debat sur l’Or-ganisation Mondiale du Commerce. Ces elus deposerent un amendement au projet de‘‘loi de Finances pour 2000’’, un article 985 bis au Code General des Impots instituanta compter du ler juillet 2000, ‘‘une taxe speciale sur les operations, au comptant ou aterme, portant sur les devises, dont le taux est fixea 0,05%’’.

Lors du debat parlementaire prevu le dimanche 24 octobre 1999 a 3 heures du ma-tin, seuls onze deputes sur les cent vingt quatre membres du comite ATTAC de l’Assem-blee etaient presents alors que les ‘‘anti-Tobin’’ ne rassemblaient que dix sept des leurs;les deputes partisans de la taxe Tobin manquerent cette nuit la, une occasion unique defaire passer cet amendement. Finalement au mois d’aout 2000, le ministre de l’Economieet des Finances, Laurent Fabius, annon ait officiellement que la taxe Tobin etait tres de-licate a mettre en oeuvre, et ne pourrait atteindre les buts fixes.

503

Page 504: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

7. Les relais mondiaux

Si cette demarche de lobbying aupres des hommes politiques s’est averee inoperante,elle a neanmoins permis un grand nombre de rencontres avec d’autres organisations in-ternationales exprimant les memes preoccupations. Ainsi, au mois de juin 1999, a l’oc-casion des journees mondiales de l’association ATTAC, un millier de militants venus de80 pays se son retrouves a l’universite de Paris VIII Saiıs Denis. Etaient presents desEquatoriens etc. — Ces derniers manifestaient contre la societe d’assurances francaisesAxa qui ayant cree un joint venture en Coree refuse I’implantation de leur synadicat; deleurs cotes les Equatoriens critiquaient les pratiques du groupe petrolier fran ais Elf. Al’issue du defile parisien cloturant ces journees, Bernard Cassen declarait ‘‘nous avonscree un vrai mouvement d’education populaire. Les journees mondiales Gomme la ma-nifestation, c’est le passage a de nouvelles etapes’’.

Apres une premiere annee d’existence, ATTAC devient de facto un organitation in-ternationnale sans structure hierarcichiqye ni centre geographique. Elle est constituee.de reseaux independants et autonomes dont les objectifs convergent avec ceux des nou-veaux mouvements tels ‘‘le Comite pour l’Annulation de la Dette des ays du i — onde’’(CADTM), ‘‘le forum des alternatives’’, ‘‘la coordination contre l’accord multilateral surl’investissement’’ (AMI).

Selon les dirigeants de l’association, les reseaux etrangers qui. developpent leurs pro-pres motifs d’oppositions au neoliberalisme (dette publique, plans d’ajustement structu-rel du FMI...) doivent trouver localement la reponse appropriee a leur combat; le Bresilpar exemple s’est vu impose par le Fonda Monetaire Internatinnale (FMI), une augmen-tation des taux d’interet de sa dette. Une coordination existe cependant afro de federertoutes les energies populaires, citoyennes et democratiquesl Gomme ce fut le Gas lorsdes negociations internationales de l’Organisation Mondiale du Commerce (OMC) aSeattle en decembre 1999.

Etroitement associee a des organisations progressistes syndicales, culturelles, socialeset ecologiques, souterrue par des elus appartenant majoritairement a la gauche pluriellefrancais,bien representee aupres des collectivites-locales, ATTAC est une association ac-tivisi dont la vocation est devenir le fer de lance de la lutte contre la mondialisation. Ja-louse de son independance et de son autonomie, e e se refuse a une quelconque recu-peration politique. En revanche elle exerce son influence sur les hommes politiquesqui estiment que cette nouvelle societe civile prendra a terme un essor ‘‘planetaire’’ selonl’expression de Bernard Cassen.

Un examen plus attentif des methodes d’action de cette association nous rappellecelles du Komintern; peut etre faut il y voir le calque d’une ideologie Marxiste lieeaux personnalites fondatrices, issues de milieux politises de gauche unire d’extreme gau-che (Tliers-mondısme, trotskisme, CGT).

— Nous observons en effet que le discours presente s’adresse principalement auxindividua dont l’insertion dans la societe actuelle s’avere tres delicate: chomeursen fin de droit, jeunes dont l’education est absente, intellectuels en rupture deban. Ces categories aux connaissances economiques souvent inexistantes, repre-

504

Page 505: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

sentent un terreau favorabIe a cette propagande qui les exhorte ase reapproprierl’auvenir du Monde.

— Les ennemis sont ici identifies et codndamnes — ce n’est plus l’Etat bourgeois, cesont les transnationales qui s’arroggent des droits regaliens, — Les comites lo-caux appuyes par des mouvements associatifs ou syndicaux territoriaux, sontcharges de diffuser les textes elabores par le siege centrai, de recruter des sympa-thisants (fonctionnaires, elus des collectivites locales, eleves de grandes ecoles etd’Universites), et de preparer les mouvements sociaux: ils s’apparentent aux sec-tions de la IIIe Internatinnale placees aupres de chaque parti frere, chargees demissions identiques et gardiennes de l’orthodoxie socialiste. Lereseau Internet(dont l’information est filtree par les dirigeants) est au’ourd’hui le moyen le plusrapide de contacter tous les mouvements luttant contre cette mondialisation fi-nanciere. La presse ecrite et la publication d’ouvrages (Le Monde diplomatique,Le Monde libre) assurent l diffusion nationale de tous les textes.

Finalement cette propagande s’accompagne d’un projet de renovation de l’ensemblede la societe actuelle: ‘‘Une democratie locale forte et organiee permettra de creer unenouvelle societe civile planetaire temoignant de l’emergence d’alternatives internationa-les’’.

L’ennemi d’aujourd’hui est clairement identifie, il s’agit de la mondialisation liberale,qti il importe de combattre en s’attaquant aux firmes multinationales. Ce florilege debonnes intentions ne doit pas masquer la realite: Un nouvel internationalisme est entrain de naitre, tres different de celui des annees soixante. Selon Christophe AguittonSecretaire General de l’association, ‘‘il s’agit maintenant de changer le monde maissur des objectifs concrets’’. L’esprit du parti mondial unifie et centralise n’est peut etrepas si lointain ... Les evenements futurs nous eclaireront sur la viabilite des nouvellesformes de cultures subversives, ou au contraire si elles sont vouees a l’echec commele furent les precedentes tentatives en la matiere.

505

Page 506: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 507: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

BIBLIOGRAFIA

Sezione A

Prima di passare all’elenco alfabetico dei volumi, cui quali abbiano fatto riferimento, ci corre l’ob-bligo per una questione di trasparenza ed onesta intellettuale chiarire che l’utilizzo di internet estato fondamentale per la stesura dei seguenti argomenti:

Parte prima (abbiamo utilizzato i testi in lingua inglese in formato pdf tratti dal sito della RandCorporation relativi alla netwar);

Parte seconda (l’analisi della documentazione su Porto Alegre e stata mutuata dal sito del WSF inlingua inglese);

Parte quarta (le analisi relative all’ACC e all’IGC sono state possibili esclusivamente facendo ri-ferimento ai rispettivi siti internet);

Parte sesta (fondamentale e stato il contributo di internet per la stesura delle parti relative a PaxChristi e dei Beati);

Parte ottava (relativamente ai networks USA l’utilizzo dei loro rispettivi siti internet e stato asso-lutamente decisivo);

Parte decima (le informazioni sull’USPID, sul PUGWASH, sul CESP come quelle relative alCentro Gandhi e al Campo Anti-imperialista sono state interamente desunte dai rispettivi sitiinternet).

Parte tredicesima (per Kubric abbiamo fatto riferimento al sito italiano di riferimento)

Parte quindicesima (l’antagonismo verde e stato ricostruito partendo dai rispettivi siti internet edai rapporti dell’intelligence americana e francese)

Appendice seconda (le relazioni del SISDE,della Polizia federale svizzera e della BFV sono statedesunte dai rispettivi siti internet)

Sezione B

R. Altieri, La rivoluzione non violenta, Ed. BFS, 2003.A.V., Ambiente e Guerra, Ed. Odradek, 2003.A.V., Politica e Zen, Feltrinelli, 2000.A.V., Affinita sovversive, Derive Approdi, 2005.A.V., Nuovo ordine internazionale Militare, Ega, 1993.A.V., Pratiche costituenti, Derive Approdi, 2005.A.V., Piccolo Dizionario della globalizzazione, Sperling & Kupfer, 2003.A.V., Rapporto sui diritti globali, Ediesse. 2003.A.V., A Sud. Il sangue della terra, Derive Approdi, 2006.

507

Page 508: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

A.V., Global, no global e new global, Laterza, 2002.

A.V., La democrazia dei movimenti, Rubettino, 2003.

A.V., Il messaggio di Aldo Capitini, Guerra, 1999.

A.V., Armati di sogni siamo invincibili, Piemme, 2005.

E. Balducci, Educazione e Liberta, Piemme, 2000.

R. Barsky, Noam Chomsky, Data News, 2004.

M. Bernardi, Educazione e liberta, Fabbri, 2002.

P. Bernocchi, Dal sindacato ai Cobas, Erre Emme, 1993.

L. Borghi, La citta e la scuola, Eleuthera, 2000.

L. Boff, Come fare teologia, Cittadella, 1986.

L. Boff, Ecologia, mondialita e mistica, Cittadella, 1993.

A. Capitini, Il potere di tutti, Guerra, 1999.

N. Chomsky, I nuovi mandarini, Einaudi, 1968.

N. Chomsky, Per ragioni di Stato, Einaudi, 1968.

N. Chomsky, Capire il potere, Tropea, 2002.

N. Chomsky, Il bene comune, Piemme, 2004.

L. Cici, La teologia della liberazione in America Latina, Franco Angeli, 1999.

R. Dalton, Gandhi, ECIG, 1993.

De Fiores, L’Italia ripudia la guerra, Ediesse e CRS, 2004.

De Giuseppe, Giorgio La Pira, Centro Ambrosiano, 2002.

De Renzi/R. Fieschi, Macchine da guerra, Einaudi, 1995.

Fondazione Venezia per la Ricerca sulla Pace, Terre di Mezzo, 2005.

Fraquelli, A destra di Porto Alegre, Rubettino, 2005.

Freire P., La pedagogia degli appressi, Ega, 2002.

Gandhi, Teoria e pratica della non violenza, Einaudi, 1996.

Gheddo/Beretta, Davide e Golia, San Paolo, 2001.

Goodman P., Individuo e comunita, Eleuthera, 1995.

Krippendorf E., Critica della politica estera, Fari, 2004.

Krippendorf E., L’arte di non essere governati, Fari, 2005.

King M.L., Autobiografia, Mondadori, 2000.

Lancisi R., Alex Zanotelli, Piemme, 2003.

Lash K., Culture Jam, Mondadori, 2003.

Lombardi M., Cobas, Sorera, 1989.

Lourau R., Lo stato incosciente, Eleuthera, 1988.

Mandela N., Lungo il cammino verso la liberta, Feltrinelli, 1994.

Milani L., L’obbedienza non e piu una virtu, Editrice Fiorentina, 1965.

Mina G., Un mondo migliore e possibile, Sperling & Kupfer, 2005.

Mariani A., La pedagogia sotto analisi, Unicopli, 2004.

Naess E., Ecosofia, Red

Negri/Hardt, Moltitudine, Rizzoli, 2003.

Pontara G., Guerra, disobbedienza civile e non violenza, Ega, 1996.

Pontara G., La personalita non violenza, Ega, 1996.

508

Page 509: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

E. Ruddik, Il pensiero materno, Red, 1993.

Sharoni S., La logica della pace, EGA,1997Social Watch, Rapporto 2004, Emi, 2004.

Trasatti F., Lessico minimo, Eleuthera, 2006.

Vecchio P., Pacifisti e obiettori, Studium, 1999.

Wainwright H., Sulla strada della partecipazione, Ediesse, 2005.Ward C., La pratica della liberta, Eleuthera, 2000.World Watch Institute, Stato del Mondo, Ed. Ambiente, 2004.

Zinn H., Disobbedienza e democrazia, Il Saggiatore, 1998.Zinn H., Non in nostro nome, Il Saggiatore, 2000.Zolo D., Chi dice umanita, Einaudi, 2001.

Sezione C

Giano, n. 34/35, 2000.Latino America, n. 4-2000, n. 1/2-2001, n. 1/3/4-2002, n. 1-2003.Micromega, La primavera dei movimenti, n. 2-2002.Quaderni, Satyagraha, n. 9-2006.Rivista Marittima, Conflitti non convenzionali nel mondo contemporaneo, 2002.

Sezione D

A.V., L’Abecedario dell’Obiettore, Ed. La Meridiana, 1995.A.V., Il rovescio internazionale, Odradek, 1999.A.V., Contro le nuove guerre, Odradek, 2000.A.V., Etica e politica, Ega, 1993.Agnoletto A., Prima persona, Laterza, 2003.Anonimo, Io sono un Black bloc, Deriva Approdi, 2002.Archivio Disarmo, Le guerre del silenzio, Ediesse, 2005.A. Fossi/Valli, I giorni della Colombia, Ed. San Paolo, 2003.

Balducci E., Le ragioni della speranza, Koines Edizioni, 1977.Balducci E., Il cerchio si chiude, Marietti, 1986.Balducci E., Le Tribu della Terra: orizzonte 2000, Ecp, 1991.Balducci E., Un’altra via, Ecp, 1994.Testimonianze, n. 327, pp. 13/14, 1990.Testimonianze, n. 361, p. 8, 1994.Bandinelli A., Anti-militarismo da ‘‘La Prova Radicale, n. 1-1997.Belloccio M., Marcia trionfale, Einaudi, 1976.Bertelli P., Glauber Rocha, Edizione La Fiaccola, 2002.

Ciccionessere R., Diario di ricordi di Peschiera da ‘‘La Prova Radicale’’ n. 4-1972.Caritas, Voci sull’ODC, Edizioni La Meridiana, 2004.

Dolci D., Esperienze e Riflessioni, Laterza, 1974.Del Vasto L., Pacification en Algerie ou mensonge et violence, Edition Harmatan, 1988.Per evitare la fine del mondo, Jaca Book, 1981.L’Arca aveva una vigna per vela, Jaca Book, 1980.

509

Page 510: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Che cos’e la non violenza, Jaca Book, 1990.

Educazione e Pace, Paravia, 1992.

Huxley A., Scienza, liberta e pace, Medusa, 2002.

Ilari Virgilio, Storia militare della prima repubblica, Ed. Nuove Ricerche, 1994.

Marcuse H., Oltre l’uomo ad una dimensione, Il manifestolibri, 2005Mazzolari P., Tu non uccidere, Edizioni San Paolo, 1991.

Salvatores P., Red Emma, Tip.Le.Co., 1999.

Teodori M., Maledetti americani, Mondadori, 2002.Thompson E., Opzione zero, Einaudi, 1982.Tolstoj, Il Profeta, Edizioni Gabrielli, 2000.

Sezione E

A.V., Una sparatoria tranquilla, 1997.A.V., Settantasette, Derive e Approdi, 1997.

Balestrini N./Moroni P., L’orda d’oro, Feltrinelli, 1988.Beretta R., Il lungo autunno, Rizzoli, 1998.Bernocchi P., Dal ’77 in poi, Massari, 1997.Bernocchi P., Per una critica del ’68, Massari, 1998.

Curcio R., Si allontanavano alla spicciolata, Sellerio, 1996.Capanna M., Formidabili quegli anni, Rizzoli, 1994.

De Martino/Crispigni, Mondo Beat, Castelvecchi, 1997.Dongo A./Monti G., Dizionario del ’68, Editori Riuniti, 1998.

Ginsborg P., Storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi, Einaudi, 1989.Grandi A., Storie di Potere Operaio, Einaudi, 2003.

Niccolai R., Quando la Cina era vicina, Bfs, 1998.

Ortoleva Peppino, I movimenti del ’68 in Europa e in America, Editori Riuniti, 1998.

Pardi P., La controcultura giovanile, Xenia, 1997.

Salaris C., Il movimento del Settantasette, A.V. ed., 1994.

Vecchio concetto, vietato obbedire, Rizzoli, 2005.Vettori G., La sinistra extraparlamentare in Italia, Newton Compton, 1973.

Jacopo Fo/Parisi Sergio, ’68, Feltrinelli, 1997.

Sezione F

Jacques Baud, La guerre asyimmetrique, Editions Du Rocher, 2003.Lucas/Tiffreau, Guerre economique et information, Edition Elliples, 2001.

510

Page 511: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES
Page 512: THE ANTAGONISM IDEOLOGICAL Á. THE LIGHT OF THE STRATEGIC STUDIES

Finito di stamparenel mese di giugno 2007

dalla New Press s.n.c.22100 Como - via Carso, 18/20

Tel. 031 30.12.68/69 - fax 031 [email protected]