Tesina realtà e apparenza
Transcript of Tesina realtà e apparenza
Federica Di Federica Di GiuseppeGiuseppe a.s. a.s.
2007/20082007/2008Classe 3 AClasse 3 AClasse 3 AClasse 3 A
(Apparire è la regola. Essere è l ’eccezione.)
Il prob l ema d i no i uomin i non è i l
c e r v e l l o , b ens ì i nos t r i s ens i .Se r ius c i s s imo ad
as s e condar l i megl i o r ius c i r emmo a v ede r e la r ea l tà c e la ta d i e t ro
l ’apparenza .A vo l t e
un ’ombra r i e s c e ad ave r e
mo l to p iù fas c ino de l l ’ ogge t to
che la t rasme t t e .
ITALIANOLuigi Pirandello
STORIAHitler e Mussolini
tra propaganda e realtà
INGLESEOscar Wilde
FISICAI l tubo catodico
MATEMATICAI l concetto di infinito
GRECO-LATINOEuripide-Seneca
La figura di Fedra
SCIENZELe stelle : luminosità
assoluta e relativa
FILOSOFIA
Schopenhauer
La fa co l tà d ' i l l ud e r c i
ch e l a r ea l tà d ' ogg i
s i a l a so l a v e ra ,
s e da un can to c i so s t i en e ,
da l l ' a l t r o c i p r e c ip i t a
in un vuo to s enza f i n e ,
p e r ch é l a r ea l tà d ' ogg i è
d e s t i na ta
a s cop r i r e l ' i l l us i on e doman i .
E la v i t a non c on c l ud e .
Non può con c l ud e r e .
Se doman i con c l ud e , è
f i n i t a .
Pi rand e l l o“Uno , ne s suno , c en t omi la”
“Il p ia c e r e d e l l ’ o n e s tà”
"Ciò che conosciamo di noi stessi non è che una parte di quello che noi siamo. E tante e tante cose, in certi momenti eccezionali,
noi sorprendiamo in noi stessi, percezioni, ragionamenti, stati di coscienza che sono veramente oltre i limiti relativi della nostra esistenza normale e cosciente."
Concezione vitalisticaConcezione vitalistica: : la realtà tutta è “vita, flusso la realtà tutta è “vita, flusso
continuo, incandescente, continuo, incandescente, indistinto”, eterno divenire, indistinto”, eterno divenire,
incessante trasformazione da uno incessante trasformazione da uno stato all’altrostato all’altro
Tutto ciò che si stacca da tale flusso si irrigidisce,
inizia a “morire”, si cristallizza, assume “forma individuale”
L’uomo è parte indistinta dell’ “universale ed eterno fluire della vita” ma tende a cristallizzarsi in
forme individuali creando una personalità che è pura
illusione.
La forma è la maschera, l'aspetto esteriore
che l'individuo-persona assume nella società per
propria volontà o perché gli altri
così lo vedono e lo giudicano.
Essa è determinata dalle convenzioni sociali,
dall’ ipocrisia, che è alla base dei rapporti umani.
La vera realtà è nessuna, tra realtà e non-realtà ci sono due distinte dimensioni:
- realtà oggettiva, esterna agli individui e apparentemente uguale e valida per tutti
- realtà soggettiva, la particolare visione che ne ha il personaggio, dipendente dalle condizioni individuali e sociali
condanna dell'individuo a recitare sempre la stessa parte, imposta dall'esterno, sulla base
di convenzioni che reggono l'esistenza della massa
"A noi uomini… nascendo, è toccato un tristo privilegio: quello di sentirci vivere” Il fu Mattia Pascal, 1904
Presa di coscienza Presa di coscienza dell’inconsistenza dell’individuo: dell’inconsistenza dell’individuo:
smarrimento e doloresmarrimento e dolore
L’individuo soffre ad essere fissato dagli altri in forme in cui
non può riconoscersi.
Le forme sono sentite come una trappola, la stessa società è un’ “enorme pupazzata” dominata dalle buone maniere, costruzione
artificiosa e fittizia.
Il protagonista, Vitangelo Moscarda, scopre che gli altri
hanno un’immagine di sé diversa da quella che egli si è creato di se
stesso.
Scopre di non essere “uno”, ma di essere “centomila”, nel riflesso
delle prospettive degli altri, quindi “nessuno”.
Il protagonista, Angelo Baldovino, “decide” di provare il piacere di essere
onesto in una società che non rende affatto
facile esserlo: la sua non è l’onestà solamente formale,
che, invece, gli è stata richiesta.
Egli è disposto a sposare
"p e r f i n ta una donna , ma su l s e r i o l ’ on e s tà "
”Signo r mar che s e , i n e v i t ab i lmen t e
no i c i co s t ru iamo . Mi sp i ego , i o en t ro qua , e
d i v en t o sub i t o , d i f r on t e a l e i , que l l o che d e vo e s s e r e p e r l a r e l az i on e ch e d ebbo c on t ra r r e
con l e i”
Per ogni persona il soggetto deve assumere, recitare una parte diversa per non deludere
gli altri e soprattutto per non essere considerato pazzo e per adeguarsi ad una
società di “buone maniere”
Il mondo è fatto di apparenze e finte identità e spesso ciascuno si crea una
maschera che lo possa proteggere
Talvolta l’uomo scopre di indossare una maschera che non coincide con l’immagine
che egli ha di sé.
Talvolta l’uomo è costretto dal contesto sociale a costruirsi una maschera, a
mascherare la realtà dietro una falsa apparenza.
Pirandello vive in un’età, quale quella fascista,
in cui le convenzioni sociali condizionano l’individuo che spesso confonde, anche volutamente,
l’apparenza con la realtà.
“E’ Maya ,
i l v e l o i nganna t o r e , ch e
av vo lg e g l i o c ch i d e i mo r ta l i e
fa l o r o v ed e r e un mondo d e l
qua l e non può d i r s i n é ch e
e s i s ta , né che non e s i s ta ;
p e r ch é e l l a ra s s om ig l i a a l
sogno , ra s somig l i a a l
r i f l e s so d e l s o l e su l l a sabb ia ,
ch e i l p e l l eg r i no da l on tano
s camb ia p e r a cqua ; o ch e
ra s s omig l i a a l l a c o r da ge t t a ta
a t e r ra che eg l i p r end e p e r un
se rpen t e .”
Schopenhaue r “Il mondo c ome vo l on tà e
rapp re s en taz i on e”
Fenomeno Parvenza,
realtà deformata (velo di Maya),rappresentazione
puramente soggettiva
Noumeno Realtà che si nascondedietro al velo di Maya:
la volontà
Attività formali della mente umana
Spazio – tempo - causalità
Fenomeno Realtà conoscibile
attraverso le forme a priori della struttura
conoscitiva umana
Noumeno “La cosa in sé”
pensabile, ma non conoscibile
Attività formali della mente umana
Io penso – 12 categorie 2 forme a priori(spazio e tempo)
Il mondo come rappresentazione“Il mondo è una mia rappresentazione: questa è una verità che vale in
rapporto a ciascun essere vivente e conoscente (…) “
Il mondo circostante esiste sempre e soltanto
in relazione al soggetto percipiente
Rappresentazione2 metà inseparabili
OGGETTO:ciò che è conosciuto
SOGGETTO:ciò che tutto conosce
REALTA’:insieme di
rappresentazioni ordinate con:
TEMPOforma a priori
che collega le rappresentazionisecondo il nessodella successione
SPAZIOforma a priori
che collega le rappresentazionisecondo una determinata
posizione
CAUSALITA’categoria che dà conto
dell’ “attività” chela materia compie
secondo nessi di causa-effetto
Il mondo come volontà
Fenomeno = oggetto per il soggetto
Realtà visibile = apparenza, illusione
All’uomo il corpo è dato come
oggetto tra oggetti “ (…) qualcosa di immediatamenteconosciuto da ciascuno, e che viene designato con il nome di volontà”.volontà oscura
energia del mondo,forza cieca e a-razionale,
unica, eterna
“La volontà, in tutti i gradi del suo fenomeno,
dai più bassi ai più alti, manca affattod’un fine ultimo e d’uno scopo;continuamente aspira, perché
aspirare è la sua unica essenza;non è quindi capace
di nessun appagamento finale”.
“E’ davvero incredibile come insignificante e priva di senso,
vista dal di fuori,e come opaca e irriflessiva,
vista dal di dentro,trascorra la vita di tutta l’umanità.
E’ un languido aspirare e soffrire (…)”.
Allegoria del castello
Schopenhauer intende fuoriuscire dal la dimensione i l lusor ia squarc iando
i l velo di Maya cos ì da giungere al la rea ltà.Egli r icorre a l l ’al legoria del
““caste l lo c i rcondato dal l ’acqua con i l ponte levatoio so l levato”
che i l viandante può osservare da tutt i i lat i
pur r imanendone sempre fuori .
L’uomo può esaminare la realtà da tutti i punti di vista, ma ne rimane sempre fuori. Solamente il corpo, unica realtà che gli viene concessa, non solo come immagine, gli consente di andare al di là
delle illusioni.
Peop l e say s ome t imes
tha t b eau ty i s on ly
supe r f i c i a l .
That may b e s o , bu t a t l e a s t
i t i s no t s o supe r f i c i a l a s
though t i s .
To me , b eau ty i s th e wonde r
o f th e wonde r s .
It i s on ly sha l l ow peop l e who
do no t judge by appearan c e s .
The t ru e mys t e ry o f t he wo r l d
i s the v i s i b l e , n o t th e
i n v i s i b l e .
Os ca r Wi lde “Il r i t ra t t o d i Dor ian Gray”
Difference between appearance and reality through a painting
Dorian appears forever young, beautiful, nice
He mantains his apparent innocence and purity but mainly his extraordinary
beauty.
The painting reveals or externalizes what Dorian conceals: his conscience, his aging, his moral
corruption and psychological decadence. The picture stands for the dark side of Dorian's
personality.
The story is profoundly allegorical: it is a 19th-century version of the myth of Faust, the story of a man who sells his soul to the devil so that all his desires might be satisfied.This soul becomes the picture, which records the signs of time, the corruption, the horror and the sins concealed under the mask of Dorian's timeless beauty.
Dorian is cruel, vicious, depraved
Wilde is critical towards the Victorian moralism where the appearance is more important than the being.
- Moral puritanism prevalent in the Victorian age insists that the moral fibre is what really makes the man
- Period of unprecedented material progress and imperial expansion
- Prejudices: beautiful people are considered moral people; ugly people immoral
- Exasperated and ostentatious piety expecially in sexuality even if it’s only an appearance
- Prosperity and stability proved to belong only to privileged classes -The poor lived in segregated areas with squalor, disease and crime
The portrait is the symbol of immorality of the Victorian middle-class
Dorian is the symbol of bourgeois ipocrisy with its falsity hidden by good manners
Oscar Wilde in The picture of Dorian Gray, exactly in a letter of 1894, said: “Basil is what I think to be. Henry is what the world thinks about me.
Dorian is what I supposed to be ”.
“Fed e l tà , d ed i z i on e
e s i l enz i o
d e v ono e s s e r e a l l a ba s e
d i una grand e naz i on e” .
Hi t l e r
“Era n e c e s sa r i o fa r c i s t ra da con
la v i o l e nza , c on i l sa c r i f i c i o , c on
i l sangu e ; e r a n e c e s sa r i o s tab i l i r e
un o r d i n e e una d i s c i p l i na v o l u t i
da l l e mas s e , ma impos s i b i l i da
o t t en e r e con una propaganda
a l l ' a cqua d i r o s e , c on pa ro l e ,
paro l e e an co ra pa ro l e e c on
ingannevo l i ba t tag l i e
pa r l amen ta r i e g i o rna l i s t i ch e” .
Musso l i n i
Hi t l e rMusso l i n i
“Ques t ’ uomo go f f o e impacc i a to , i n capace d i t r o va r e l e pa ro l e… è un uomo qua lunque , vo lga r e .
Pe r l a magg io r e d e l t empo sono pe r s on e comun i , da nu l l a ; impro vv i samen t e s c endono i n e s s i , c ome da l c i e l o , a l cun e fa co l tà e s t ran e e a l l a l o ro no rma l e pe r sona l i t à ; a l cun e po t enz e f o r s e l i i n vadono , f o r z e i n f e rna l i d e l l e qua l i i l
l o ro c o rpo è s o l o un i n vo lu c ro p ro v v i s o r i o”1912: direttore de “L’Avanti”
1919: fondatore dei Fasci di combattimento
1922: capo del governo1933
: capo d
el govern
o
1934: ca
ncelliere
e capo d
i stato
1938: co
mandante
delle for
ze armate
LA GERMANIA DIVENTA NAZISTA:nasce il mito del FÜHRER
L’ITALIA DIVENTA FASCISTA:nasce il mito del DUCE
- Squadre denominate SA al servizio del partito nazional socialista, trasformate poi in SS
- Programma “contro”: contro i governanti di Weimar, la democrazia, i comunisti, gli “inferiori” (slavi,negri ed ebrei)
- FUHRERPRINZIP (principio del capo): il fuhrer è fonte suprema del diritto, interprete delle aspirazioni del popolo, personaggio carismatico
- Mito della razza ariana: l’arianesimo, espressione di una razza conquistatrice e superiore, si è conservato nel popolo tedesco benchè inquinato dalle “razze inferiori”
- Mito dello spazio vitale: costruire un nuovo stato tedesco esteso ad oriente a danno dei popoli slavi e del comunismo
- Politica autoritaria esercitata con l’appoggio del Gran Consiglio del Fascismo, della Milizia e della polizia segreta (OVRA)
- Controllo dell’informazione (leggi fascistissime, nuovi istituti nel mondo del cinema)
- Diffusione di immagini del duce e dell’emblema del fascio littorio
- Imperialismo coloniale affinchè l’Italia diventi la nazione guida dell’Europa
- Mito dell’ “uomo nuovo”: creazione di un nuovo uomo asservito al sistema totalitario fascista e pronto a combattere per la grandezza nazionale
- Mito dell’uomo fascista forte, atletico, aggressivo e fedele al duce che “ha sempre ragione”
“Chiude t e i vo s t r i o c ch i a l la p i e tà!
Ag i t e con bru ta l i t à! La rag ion e è d e l p iù fo r t e”
1939
“Dopo la Roma de i Cesar i , dopo que l la d e i Papi , c ’ è ogg i una Roma, que l la fas c i s ta , la qua l e con l a s imul t an e i tà d e l l ’ an t i c o e de l mode rno s i impone
a l l ’ ammiraz ion e d e l mondo”1934
“ E’ un individuo ‘qualunque’: indeciso, vanitoso, ipocondriaco, a volte
semplicemente inadeguato di fronte a scelte più grandi di lui”
Fu un assiduo lettore dei classici greci, amante della natura e della cultura, appassionato di musica.
Andava a cavallo, nuotava, giocava a tennis, tirava di scherma.
Fu sempre sobrio, attento che la sua salute si mantenesse salda, mai avido
di denaro
In contrasto con l’idea che egli aveva di sé e con l’immagine pubblica, agì
spesso da comprimario e visse tormentato dai dubbi e dal timore di
rimanere solo.
Amava mostrarsi sportivo, guidava automobili ed aerei, si fece fotografare a torso nudo
a trebbiare il grano.
Imperialista più per ambizione personale che per autentica
convinzione ideologica
“ Hitler non è solo un uomo, è qualcosa di collettivo.
Non è un individuo; è una nazione intera. Tolta la dimensione politica rimane poco o niente.”
Si pensava che attribuisse grande valore alla dimensione pubblica e
non conoscesse alcuna vita privata, nè avesse niente a che fare con le donne. Solo la prima cosa era vera: egli aveva un’amante, Eva Braun,
che viveva tranquillamente con lui al Berghof. Ebbe anche altre storie
discrete.
L’ascetismo giocò un ruolo importante nell’immagine che di sè Hitler diffondeva nell’intera Germania. Secondo la leggenda, a cui molti danno credito, non fumava, non beveva, nè mangiava carne. Beveva spesso
birra e vino diluito, aveva una speciale passione per le salsicce bavaresi.
Sembra che egli si comportasse come un
tiranno in casa propria, era
“terribilmente ruvido” con la moglie Clara e raramente le
rivolgeva parola. Generalmente si
limitava a urlare e sgridare i figli.
Hitler amava i cani e gli piaceva controllarli e dominarli. La femmina di pastore tedesco di Hitler, Blondi, gli offrì la cosa più vicina all’amicizia che egli avesse mai avuto. “Ma con i suoi cani, così come con ogni essere umano con cui venisse a contatto”, scrive Ian Kershaw, “qualsiasi relazione era basata sulla subordinazione al suo dominio”.
“ (…) ca c c e r ò i l f e r r o
i n qu e s t o p e t t o s c e l l e ra t o . . .
ho d e t t o i l f a l s o
e i l c r im in e vaghegg ia to
da l m io f o l l e cuo r e l ' ho i n v en ta to
i o”Sene ca , Phaed ra
“Oh! Che c o s ’ è ma i que s ta
ta vo l e t t a appe sa a l l a sua ca ra
mano? Vuo l e i nd i ca r e qua l ch e
co sa d i nuo vo? Ma fo r s e
l ’ i n f e l i c e ha s c r i t t o l e su e
d i spo s i z i on i su l no s t ro
ma t r imon i o e su i no s t r i f i g l i ,
r i v o l g endom i una p r egh i e ra? Sta ’
s i c u ra , i n f e l i c e : non c ’ è donna che
en t r e rà n e l l e t t o e n e l l a casa d i
Te s eo”
Eur ip i d e , Ippo l i t o
Sen e caEur ip i d e
“Ce r ch i amo d i t r o va r e una v i a ono r e vo l e p e r u s c i r e da l l a
cond i z i on e i n cu i m i t r o vo”Ippo l i t o , Eur ip i d e
Per Fedra l’amore per Ippolito è una malattia ormai ineliminabile la cui soluzione è solamente
un’autodistruzione di se stessa.“κατέσχετο έρωτι δεινώ τοĩς εμοĩς
βουλεύμασιν”Ippolito, Euripide
L’amore di Fedra per Ippolito è voluto da una divinità: Afrodite per vendicare l’eccessiva dedizione di
Ippolito alla caccia e al culto di Artemide ed il suo rifiuto verso ogni dimensione amorosa, scatena nella
matrigna una terribile passione.
Fedra ignara di tale realtà si tormenta per il suo amore incestuoso, che compromette, per altro, anche
la sua apparenza di donna “perbene”
“ (…) e l’infelice piangendo straziata sotto gli stimoli dell’amore, si consuma in silenzio: nessuno di
quella casa sa di che male ella soffre”Ippolito, Euripide
L’opinione della gente e le convenzioni sociali la condizionano totalmente; la sua etica aristocratica le impone di vivere rispettando l’immagine che gli altri
hanno di lei: il suicidio è una necessità.
“Io trovo un unico rimedio alla mia disgrazia, tanto da assicurare ai miei figli una vita onorata, e che io mi risollevi un po’ in
confronto alla caduta che ho compiuto. Non produrrò disonore alla mia casa di Creta, e non
mi presenterò a Teseo disonorata”.
Teseo crede alla moglie e si illude che Fedra sia una donna per nulla malvagia, di animo nobile. L’uomo decide infatti di chiedere la morte di
Ippolito che appare colpevole per vendicare la moglie apparentemente vittima.
La divinità rivela la verità e spiega a
Teseo il reale svolgimento dei fatti.
Nella tavoletta Fedra riporta le apparenti ragioni
del suo suicidio: Ippolito ha abusato di lei.
La tavolette contenente la “falsa verità” rappresenta l’estremo tentativo di una donna
che preferisce salvare la sua reputazione piuttosto che la sua vita.
Fedra è colta dal rimorso dell’atto compiuto, comprende di essere schiava
delle apparenze e della convenzioni sociali e rivela la verità al marito.
“Io che ho perseguitato, rigido vendicatore, un falso crimine, e sono
precipitato, così, dentro un vero delitto”.
Phaedra, Seneca
Dopo aver dichiarato il suo amore a Ippolito ed essere stata respinta
per salvare il proprio onore, accusa il figliastro davanti a Teseo di
averla violentata
“Chi fu, parlami, l’uomo che ha distrutto il nostro onore?”“L’uomo che tu non puoi
immaginare”
“Ιππòλυτος έυννης τñς εμñς έτλη θιγεĩν βιά”
Ippolito, Euripide
“Βοã βοã δέλτος άλαστα”
“che Ippolito non la veda più, luce del giorno e scenda, giovane, così, tra i morti,
furibondi contro il suo padre”
Eur ip id e
Seneca
Sci enzeLe s t e l l e : l umino s i tà a s s o lu ta e
r e l a t i va
Quando a l z i amo
g l i o c ch i a l c i e l o
pe r o s s e r va r e un qua lunque
co rpo c e l e s t e l um ino so ,
e f f e t t u i amo un v i agg i o n e l t empo
s enza r end e r c en e c on to .
È come ap r i r e un l i b r o d i s t o r i a
ch e r i po r ta d i s o r d i na tamen t e l e
v i c end e a c cadu t e i n un t empo
r e l a t i v o a l l o spaz i o ch e c i s epara
da l l e s t e s s e . La r ea l tà
con t empo ran ea d e l l ’Uni v e r so è
dunque a s sa i d i v e r sa da l l a r ea l tà
pe r c e t t i va ch e n e abb iamo p e r ch é
po s s i amo o s s e r va r e so l o c i ò ch e
ha eme s s o o r i f l e s so una qua l ch e
rad ia z i on e i n un p r e c i s o momen to
de l pas sa to p iù o meno r emo to i n
r e l az i on e a l l a d i s tanza de l l a
fon t e .
Le stelle producono energia apprezzabile
attraverso la misura della loro luminosità.
Luminosità assoluta o
intrinseca (L)
energia emessa nell’unità di tempo, la cui
misurazione diretta è impossibile in quanto le stelle non sono tutte
equidistanti dalla Terra
Luminosità relativao
apparente (l)
luce apprezzabile dalla Terra
l = K · L/d
magnitudine visuale (m):magnitudine apparente apprezzata ad
occhio nudo.Non tiene conto di
- dimensioni dell’astro- distanza dalla Terra
magnitudine assoluta (M):magnitudine calcolata portando
tutte le stelle ad una distanza di 10 parsec (d)
magnitudine: misura della quantità di luce che proviene da un corpo celeste e
dipende dalla distanza dell’astro, dalla sua grandezza e dalla sua
temperatura
m— = dM
"L’ i n f i n i t o !
Nessun a l t r o p rob l ema
ha ma i s co s s o c o s ì p ro f ondamen t e
l o sp i r i t o umano ; n e s suna a l t ra
i d ea ha s t imo la to c o s ì
p ro f i c uamen t e i l suo in t e l l e t t o ; e
tu t t av i a ne s sun a l t ro con ce t t o ha
magg i o r b i s ogno d i
ch ia r i f i ca z i on e che qu e l l o d i
i n f i n i t o”(Dav i d Hi lb e r t )
In f i n i t o :
un ’appar enza n e l l a r ea l tà ,
una r ea l tà n e l l a mat emat i ca
Matemat i caIl con c e t t o d i i n f i n i t o
PIANO FISICO - REALE
INFINITO = illusione di aumentare o diminuireindefinitamente una qualsiasi quantità:
APPARENZA
PIANO LOGICO - MATEMATICO
INFINITO = grandezza operativa non più fittizia:
REALTA’
Limite di una funzione
Limite finito di una funzione per x che tende all’infinito
Lim f (X) = l
x ∞
Per x tendente all’infinito, la funzione y = f(x) ha per limite l se, comunque si scelga un numero positivo ε, arbitrariamente piccolo, si può determinare, in corrispondenza ad esso, un intorno di infinito tale che, per ogni x di tale intorno, si abbia
│f (x) – l < ε│
Limite infinito di una funzione per x che tende ad un valore finitoLim f (X) = ∞
X c
Per x tendente a c, la funzione y = f(x) ha per limite infinito se, comunque sia fissato un numero positivo M arbitrariamente grande, si può determinare, in corrispondenza ad esso, un intorno completo di c tale che, per ogni x di tale intorno, escluso al più x = c si abbia
│f(x) > M │
“
Fis i caLa fo rmaz i on e d e l l e immag in i n e l
t e l e v i so r e : i l t ubo ca to d i c o
L’ar t i f i c i a l e d i v e n ta
r ea l e , l ’ appar i r e d i v e n ta
e s s e r e .
La s i t uaz i on e s i
ro v e s c i a .
È ve ro , r ea l e ,
s i gn i f i ca t i v o
c i ò ch e compare i n
t e l e v i s i on e . Tut t o i l r e s to
non e s i s t e .
per la formazione delle immagini in un televisore a colori o in bianco e nero
- Tubo catodico in cui è praticato un vuoto spinto
- Elevata differenza di potenziale elettrico tra catodo e anodo
EMISSIONE DI RAGGI CATODICIelettroni prodotti dal catodo e diretti in un fascio verso uno schermo in prossimità
dell’anodo.
Lo schermo è rivestito di materiale fluorescente che eccitato dall'energia degli
elettroni emette luce.
Nelle tv a colori viene emesso un fascio per
ciascun colore
Nei televisori e nei monitor la superficie è scandita secondo una matrice predefinita di
righe successive, chiamata raster, e l'immagine è creata
modulando l'intensità del fascio elettronico.
Gli elettroni passano attraverso anodi di forma opportuna, che focalizzano il fascio fino a renderlo di sezione puntiforme. Se lungo il percorso del fascio di elettroni si pongono ( esternamente al tubo ) delle piastre elettricamente cariche o degli elettromagneti, il fascio verrà deviato a seconda del segnale elettrico a esse applicato.
- un catodo (polo negativo) piccolo elemento metallico riscaldato
all'incandescenza che emette elettroni per effetto termoelettronico
un anodo (polo positivo)
- dispongono di tre catodi (1) con tre sistemi di focalizzazione (complessivamente detti cannoni elettronici), che generano un fascio per ciascun
colore (2) (in realtà i fasci sono invisibili, la corrispondenza con il colore dipende
esclusivamente da quale fosforo viene colpito).
-utilizzano differenti tipi di fosfori (7 e 8 nella figura a destra) in grado di emettere
i colori rosso, verde e blu, disposti
in sottili strisce parallele (tecnica aperture grille)
a gruppi di punti (tecnica shadow mask)
sono facilmente visibili osservando uno schermo acceso da una distanza molto ravvicinata.
- sono dotati, a breve distanza dallo schermo, di una maschera metallica forata (6) con la funzione
di assorbire gli elettroni che non siano sulla traiettoria esatta per raggiungere il fosforo corretto (7) e che causerebbero altrimenti
confusione nei colori visualizzati