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Giornata di Formazione a Montecitorio Classi 4A classico, 4D Scientifico, 4C e 4D Liceo Economico-Sociale A.S. 2016/2017 Titolo: Donne di sana e robusta Costituzione L'uguaglianza e le pari opportunità: famiglia, lavoro, società nel terzo millennio Relazione introduttiva: - Motivazioni e finalità del lavoro - Gruppo di lavoro - Progetti del POF d’Istituto - Metodologie e strumenti - Collaborazioni esterne - Modalità di diffusione del prodotto - Sviluppo tesina - Fonti Motivazioni e finalità: Acquisire una conoscenza concreta delle istituzioni italiane, del Sistema Costituzionale e del lavoro della Camera dei Deputati e dell’Assemblea del Senato. Rendere gli studenti protagonisti di una riflessione profonda e completa sulle istituzioni italiane ed europee attraverso una didattica interdisciplinare e integrata rispetto alle nuove tecnologie informatiche e multimediali. Favorire le competenze critiche, relazionali e di cittadinanza. Sviluppare ulteriormente un aspetto del progetto MIUR “ Lezioni di Costituzione” per il quale il Liceo ha già inviato la propria candidatura . Partecipanti: Studenti coinvolti – Gruppo interclasse Classi : 4A Classico– 4D Scientifico - 4C e 4D Liceo Economico Sociale Gruppo di lavoro: Responsabile: Silvia SURIANO ( Storia e Filosofia ) Docenti dell'equipe: Stefania Rossi ( Greco Italiano Latino), Alessio Oggiano (Storia dell'Arte), Rossella Gregori (Scienze Umane e Filosofia), Antonella Perugi (Scienze Umane e Filosofia), Patrizia Colì (Scienze Motorie), Laura Ghiotto (Filosofia e Storia), Pino Eliseo Staropoli (Diritto ed Economia), Loredana Costa ( Religione), Marina Vignolo (Matematica e Fisica) Docenti esterne: Aurora PITTAU (docente di francese in pensione, inoltre rappresentante di UNITRE Lavagna-SNOQ Tigullio ), Veronique Ferrucci (docente di diritto dell'IIS Natta di Sestri Levante) Studenti delle classi sopraindicate LICEO SCIENTIFICO CLASSICO SCIENZE UMANE MARCONI – DELPINO Piazza Caduti di Nassiriya 14 – 16043 CHIAVARI (GE) Tel. 0185 363057/0185 308385 – Fax 0185 325187 C.F. 90066960106 – email: [email protected] Liceo Classico: Salita Gianelli 6 – 16043 CHIAVARI (GE) Tel./Fax 0185 309864-65

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! !!!!Giornata di Formazione a Montecitorio !

Classi 4A classico, 4D Scientifico, 4C e 4D Liceo Economico-Sociale A.S. 2016/2017 !!Titolo: Donne di sana e robusta Costituzione L'uguaglianza e le pari opportunità: famiglia, lavoro, società nel terzo millennio !Relazione introduttiva:

- Motivazioni e finalità del lavoro - Gruppo di lavoro - Progetti del POF d’Istituto - Metodologie e strumenti - Collaborazioni esterne - Modalità di diffusione del prodotto - Sviluppo tesina - Fonti !

Motivazioni e finalità: • Acquisire una conoscenza concreta delle istituzioni italiane, del Sistema

Costituzionale e del lavoro della Camera dei Deputati e dell’Assemblea del Senato. • Rendere gli studenti protagonisti di una riflessione profonda e completa sulle

istituzioni italiane ed europee attraverso una didattica interdisciplinare e integrata rispetto alle nuove tecnologie informatiche e multimediali.

• Favorire le competenze critiche, relazionali e di cittadinanza. • Sviluppare ulteriormente un aspetto del progetto MIUR “ Lezioni di Costituzione”

per il quale il Liceo ha già inviato la propria candidatura . !Partecipanti: Studenti coinvolti – Gruppo interclasse Classi : 4A Classico– 4D Scientifico - 4C e 4D Liceo Economico Sociale

Gruppo di lavoro: • Responsabile: Silvia SURIANO ( Storia e Filosofia ) • Docenti dell'equipe: Stefania Rossi ( Greco Italiano Latino), Alessio Oggiano (Storia

dell'Arte), Rossella Gregori (Scienze Umane e Filosofia), Antonella Perugi (Scienze Umane e Filosofia), Patrizia Colì (Scienze Motorie), Laura Ghiotto (Filosofia e Storia), Pino Eliseo Staropoli (Diritto ed Economia), Loredana Costa ( Religione), Marina Vignolo (Matematica e Fisica)

• Docenti esterne: Aurora PITTAU (docente di francese in pensione, inoltre rappresentante di UNITRE Lavagna-SNOQ Tigullio ), Veronique Ferrucci (docente di diritto dell'IIS Natta di Sestri Levante)

• Studenti delle classi sopraindicate

LICEO SCIENTIFICO CLASSICO SCIENZE UMANE MARCONI – DELPINO

Piazza Caduti di Nassiriya 14 – 16043 CHIAVARI (GE) Tel. 0185 363057/0185 308385 – Fax 0185 325187

C.F. 90066960106 – email: [email protected] Liceo Classico: Salita Gianelli 6 – 16043 CHIAVARI (GE)

Tel./Fax 0185 309864-65

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Progetti del POF d’Istituto: “Costituzione e Cittadinanza”: Il progetto si inserisce all'interno della macro-area del nostro POF-PTOF (Piano Offerta Formativa 2016-2017 – Piano Triennale Offerta Formativa 2016-2019) che contiene i progetti disciplinari-curricolari, rispondenti agli obiettivi di processo, relativi al consolidamento della competenze chiave di cittadinanza. Il tema “Cittadinanza e Costituzione” è promosso dal nostro liceo, il quale si avvale di lezioni ad hoc presentate dai docenti di storia e da esperti di Costituzione che, da tempo, danno un contributo di conoscenza e di crescita prezioso per i nostri studenti. Adesione al concorso indetto da MIUR - Parlamento della Repubblica Italiana per i bandi“ Lezione di Costituzione” e “Giornata di formazione a Montecitorio”. Inoltre un gruppi interclasse (con alcuni elementi in comune alla squadra di questo progetto) partecipa al concorso nazionale MIUR a.s.2016-17: “Parlamento Europeo Giovani” !Metodologie e strumenti: Visita del sito della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Conoscenza della Costituzione Italiana. Incontri e seminari con esperti del tema e di Carta Costituzionale ed eventualmente con parlamentari italiani ed europei.Ricerche ed approfondimenti. Bibliografia, sitografia e filmografia. Simulazioni e giochi di ruolo, tecnica di brainstorming e confronto dialogato. Strumenti tradizionali e materiale on line, hardware e software a disposizione, connessione internet !Collaborazioni esterne: Comuni del territorio, Provincia di Genova e Regione Liguria. Parlamentari ed Europarlamentari della Liguria. Associazione “ Magistrati”. Altre associazioni sensibili al tema, sul territorio e non solo: Unitre, Snoq – Se non ora quando, Udi, Città Internazionale delle donne (Trastevere Roma), SIL (Società Italiana Letterate), Archivio dei Movimenti -sezione donne (Biblioteca Berio GE), Non una di meno. !Prodotto: Tesina (invio immediato) Per precisione e completezza di informazione anche quest'anno, se selezionati o meno, porteremo a termine il nostro lavoro complessivo, pubblicando in primavera tutti i lavori dei ragazzi sulla pagina http://progettocittadinanzaecostituzione2017.blogspot.it/ !Modalità di diffusione locale: Sito della scuola. Blog sopraindicato. Assemblee studentesche. Giornali e Tv locali. !Sviluppo della tesina Il lavoro, che coinvolge noi ragazzi del Liceo “Marconi-Delpino”, riguarda l'uguaglianza di genere e il diritto alle pari opportunità, e parte dal fondamentale articolo 3 della nostra Carta Costituzionale, che al Comma 1 recita che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, tema ulteriormente arricchito dagli articoli 4, 29, 30, 31, 37, 48, 51. Questi sono stati punti di partenza per illustrare in classe la riflessione condivisa e costruire la tesina di approfondimento da noi qui proposta. !Verranno analizzati diversi ambiti in termini sociologici, culturali e statistici, per comprenderne le caratteristiche in rapporto ai diritti delle donne: lavorativo, scolastico,

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familiare. Si focalizzerà lo sguardo sulla situazione locale del nostro territorio, attraverso interviste e testimonianze di esperti e specialisti. Attenzione si darà al problema del femminicidio, molto attuale nella cronaca italiana. Ma anche alla condizione delle donne migranti, in quanto portatrici di uno status giuridico particolare e complesso. Inoltre fin dall'inizio, si lavorerà nelle singole discipline sulla storia delle donne, su biografie eccellenti, sul contributo esemplare dato dalle figure femminili in ambito scientifico, artistico, umanistico, religioso, musicale, sportivo, cinematografico. Contenuto prioritario resteranno i principi fondamentali della Costituzione Italiana, l' art. 3 e tutti gli altri articoli sopraindicati. Si analizzeranno le istituzioni italiane ed europee, e le espressioni della società civile che promuovono il rispetto della donna, la difesa dei diritti civili e sociali in tutti i contesti della vita reale, la dialettica costruttiva dell'ascolto, del confronto nel rapporto con l'altro. !Il progetto, concorrendo alla selezione, effettuata dagli Uffici Scolastici Regionali prima e in sede romana poi, delle classi che intendono da gennaio a maggio 2017, partecipare al percorso formativo presso la Camera dei Deputati (come specificato dall'allegato 5A al punto 2.1 e 2.2), è in itinere e verrà eventualmente implementato e arricchito, nonché vedrà l'integrazione delle domande da porre direttamente ai parlamentari coinvolti. Le successive sezioni, di approfondimento tematico, si intrecciano per rendere lo sviluppo vario e consentirci di attraversare i diversi ambiti disciplinari e culturali alternando un ordine sia sincronico che diacronico. Ci teniamo a sottolineare che quest'anno, ancor più dello scorso, il lavoro è stato di squadra, coinvolgendo tante diverse discipline scolastiche e culturali e non esclusivamente quelle giuridiche. Inoltre si è lavorato e si lavorerà “sul campo” attraverso interviste, incontri, letture, simulazioni, dibattiti. Si è cercato sistematicamente, in modo guidato e dialogato, di far emergere uno sguardo critico che partisse dall'analisi delle norme per poi spostare lo sguardo sulla realtà e sulle proposte costruttive per il futuro. !PRIMA PARTE – Le basi giuridiche (cornice imprescindibile) divisa in due sezioni: !1- LA NOSTRA REPUBBLICA PARLAMENTARE, IL LAVORO DELLE CAMERE. Il lavoro parte fattivamente dalla conoscenza della nostra Carta Costituzionale sulla quale è regolata la nostra vita di persone, uomini e donne, e di cittadini italiani. La Carta che i PADRI FONDATORI e MADRI FONDATRICI prepararono dopo la lotta di liberazione, alla fine della Seconda Guerra Mondiale , e promulgarono il 1° Gennaio 1948, fu una sintesi felice di diverse posizioni, basate sul principio di sussidiarietà e di democrazia, pluralista e con un impianto regionalista, ma non federalista , che affermava fermamente l’unità del paese. In classe si esamina la prima parte della Carta, che contempla i principi fondamentali che sono in numero di dodici, tutti importantissimi e chiarissimi. In essi si mette in evidenza il ruolo della persona, i suoi diritti e i suoi doveri, nonché il rispetto delle regole e quindi l’importanza dell’educazione alla legalità. Il nostro lavoro si sviluppa laboratorialmente in quanto alle lezioni in classe si integrano ricerche individuali. !Questa prima parte, necessaria, si snoda attraverso un viaggio addentro alla Costituzione e ai concetti fondamentali di Cittadinanza e Legalità. Le basi sono quelle dello studio del Diritto, anche in quei curricoli, come quello del liceo classico e scientifico, che non ne prevedono la presenza disciplinare nel piano degli studi quinquiennali. Ecco come è stato enucleato e si sviluppa il tema. !

1. Nella scoperta della nostra Carta ci siamo soffermati sulle altre parti e in special modo sull’Ordinamento della Repubblica e il ruolo del Parlamento, del Presidente della Repubblica, del Governo, della Magistratura e degli Enti locali , analizzando particolarmente quanto è di competenza del Parlamento attraverso il sito specifico. Abbiamo scoperto che “La Costituzione

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italiana stabilisce che la sovranità appartiene al popolo, cioè a tutti i cittadini, che la esercitano nelle forme e nei limiti che la Costituzione stessa indica. Una delle più importanti forme di espressione della sovranità popolare è l'elezione del Parlamento Esso è composto dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica , che hanno eguali compiti e poteri , per questo si parla di “bicameralismo perfetto”

2. Il Parlamento è un'Istituzione centrale nel nostro sistema costituzionale, esso infatti approva le leggi, indirizza e controlla l'attività del Governo, svolge attività di inchiesta su materie di pubblico interesse, concede e revoca la fiducia al Governo; inoltre in seduta comune, integrato dai delegati regionali, elegge il Presidente della Repubblica e, in seduta comune, elegge una parte dei giudici della Corte costituzionale e dei componenti del Consiglio superiore della magistratura”.

“La Camera esamina e approva le leggi, sia di iniziativa del Governo, sia di iniziativa parlamentare (singoli deputati e senatori - ciascuno nella Camera a cui appartiene), sia di iniziativa popolare (50.000 elettori), sia ancora d'iniziativa del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro o dei Consigli regionali. Durante il procedimento legislativo, ogni testo è esaminato da una delle 14 Commissioni permanenti o da una Commissione speciale, prima di essere discusso dall’ Assemblea. La Camera delibera anche su ogni revisione della Costituzione”.

All’interno di un’assemblea d’istituto abbiamo deciso di invitare alcuni parlamentari della nostra regione, Deputati e Senatori, con i quali vorremo approfondire ulteriormente le conoscenze sul lavoro dei parlamentari ma ai quali porremo anche tante domande perché i giovani sono lontani mille miglia dal loro mondo. Chiederemo loro come stanno operando per dare a noi giovani italiani ed europei una positiva prospettiva di futuro.

Parlamento Il Parlamento della Repubblica Italiana è l'Organo previsto dalla Costituzione titolare della funzione legislativa, cioè del potere di approvare le leggi. Ha una struttura bicamerale perfetta, in quanto è composto da due Camere che hanno le stesse funzioni: il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati. !Camera dei deputati La Camera dei Deputati insieme al Senato della Repubblica formano il Parlamento italiano. La Camera è composta da 630 membri, dodici dei quali eletti nella circoscrizione estero: tali membri vengono detti deputati. La sede della Camera dei Deputati è Palazzo Montecitorio. !Senato della Repubblica Il Senato della Repubblica è una delle due assemblee che, insieme alla Camera dei deputati, costituiscono il Parlamento italiano. Il Senato è composto da 315 membri eletti tra i cittadini italiani che abbiano compiuto i 40 anni d'età, e da alcuni senatori a vita e senatori di diritto e a vita. Il Senato della Repubblica è eletto su base regionale e i senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età. La sede del Senato della Repubblica è Palazzo Madama a Roma. !

3. Il percorso di una legge La Costituzione stabilisce che la funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere (art. 70). Ciò significa che per divenire legge un progetto deve essere approvato nell'identico testo da Camera e Senato. Il procedimento di formazione della legge (il così detto iter) si articola perciò in fasi successive: ➢ la presentazione del progetto di legge (iniziativa legislativa) ➢ l'approvazione della Camera a cui è stato presentato per prima ➢ la trasmissione del testo all'altra Camera e la sua approvazione nella medesima

formulazione o con modifiche: se viene modificato, il progetto passa da una Camera all'altra, finché non venga approvato da entrambe nell'identica formulazione (è la così detta navette)

➢ la promulgazione da parte del Presidente della Repubblica (che può rinviare la legge alle Camere per un riesame), la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale e la sua entrata in vigore.

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Alla Camera i principali passaggi, nella procedura ordinaria, sono i seguenti: ➢un progetto di legge, composto da uno o più articoli e preceduto da una relazione illustrativa, può essere presentato dal Governo, da ciascun deputato, da almeno 50.000 elettori (si tratta delle leggi d’iniziativa popolare), dal Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro o dai Consigli regionali. Alla Camera, i testi presentati dal Governo vengono definiti disegni di legge, mentre tutti gli altri vengono denominati proposte di legge; ➢Il progetto di legge viene dapprima assegnato alla Commissione parlamentare competente per materia, che svolge un'istruttoria, prepara un testo da sottoporre all’Assemblea e presenta una relazione (per questo si dice che la Commissione opera in sede referente). Nella sua attività istruttoria, la Commissione può stabilire di trattare insieme due o più progetti (che sono detti abbinati) per presentare un'unica relazione e un solo testo l'Assemblea. A tal fine può scegliere uno dei progetti come testo base della discussione o può procedere - eventualmente incaricando un Comitato ristretto - alla stesura di un testo unificato dei diversi progetti. Durante l'esame, la Commissione acquisisce i pareri di altre Commissioni, che si riuniscono in sede consultiva per formulare osservazioni e avanzare suggerimenti sulle parti del progetto di loro competenza. Nella Commissione competente in sede referente possono essere presentate proposte di modifica (gli emendamenti) su cui la Commissione delibera. Sono acquisiti, anche attraverso audizioni di non parlamentari, le opinioni e i dati ritenuti necessari e il Governo partecipa all'istruttoria e alla elaborazione del testo. Al termine del proprio lavoro, la Commissione incarica un relatore di preparare la relazione per l'Assemblea, che riporta il testo predisposto dalla Commissione; possono essere presentate relazioni di minoranza da parte di deputati che non condividono il risultato del lavoro della Commissione. In vista della discussione in Aula viene nominato un Comitato dei nove che comprende i relatori e i rappresentanti dei gruppi della Commissione che ha svolto l'esame in sede referente. ➢La discussione in Assemblea inizia con la illustrazione del testo da parte del relatore e con l'intervento del rappresentante del Governo; seguono quelli dei deputati che intervengono sulle linee generali del provvedimento, esprimendo la posizione dei gruppi. Vengono poi esaminati i singoli articoli del progetto, votando gli emendamenti presentati al testo predisposto dalla Commissione. Nella fase finale, dopo l'esame di eventuali ordini del giorno (che sono documenti di indirizzo al Governo sul modo in cui dovrà essere applicata la futura legge) e, dopo le dichiarazioni di voto finale, si procede alla votazione del progetto nel suo complesso. !Oltre al procedimento ordinario (che per alcune tipologie di iniziative legislative, indicate dalla Costituzione e dal Regolamento della Camera, va necessariamente seguito) sono previsti due procedimenti abbreviati: ➢L’esame e l’approvazione del progetto di legge in Commissione in sede legislativa. Con tale procedura viene attribuito a una Commissione l’esame e l’approvazione definitiva di un progetto di legge (il progetto è però rimesso all’Assemblea se il Governo o un decimo dei deputati o un quinto della Commissione lo richiedono); ➢L’esame da parte della Commissione in sede redigente. In tal caso la Commissione, a ciò appositamente incaricata dall'Assemblea, prepara un testo del progetto di legge per l'Assemblea, la quale però si riserva solo il voto degli articoli e il voto finale, senza poterlo modificare. !Una volta approvata da entrambi i rami del Parlamento nello stesso identico testo, la legge dev’essere promulgata dal Presidente della Repubblica (che può però rinviarla, con messaggio motivato, alle Camere per una nuova deliberazione). Il rinvio presidenziale riapre il procedimento legislativo e, se la legge viene nuovamente approvata, essa deve essere promulgata. Dopo la promulgazione, la legge viene pubblicata. !La pubblicazione avviene ad opera del Ministro della giustizia e consiste tecnicamente nell'inserzione del testo nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana e nella pubblicazione dello stesso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. !La legge entra in vigore - e diviene quindi obbligatoria per tutti - il quindicesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, a meno che la legge stessa non prescriva un termine minore o maggiore. La data della legge è quella del decreto di promulgazione, il numero quello della sua inserzione nella Raccolta ufficiale. !

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Un progetto presentato al Senato e da questo approvato viene trasmesso alla Camera ed esaminato secondo la stessa procedura seguita per quelli che iniziano il proprio cammino alla Camera. Il testo è perciò stampato come gli altri progetti, assegnato ad una Commissione e l’iter segue il percorso sopra descritto. !Nel caso di un progetto già approvato dalla Camera e che torna a Montecitorio perché il Senato vi ha apportato delle modifiche, l'esame alla Camera riguarda le sole parti modificate. Nel nostro sistema di bicameralismo perfetto, la spola di un progetto di legge fra i due rami del Parlamento (la così detta navette) continua fino a quando i due rami del Parlamento non concordano nell'approvare un testo perfettamente identico. Le leggi del Parlamento, in particolari circostanze, possono essere sostituite da "leggi" del Governo. Non si chiamano però leggi, bensì e ma sostanzialmente hanno la stessa efficacia della legge. L’esistenza di questi atti rompe il monopolio legislativo delle Camere, creando un concorrente nel Governo. In ogni caso, i procedimenti previsti per l'uno e per l'altro di questi "atti con forza di legge" assicurano la supremazia politica del Parlamento sulle scelte del Governo. Il decreto legislativo è un atto che il Governo delibera dopo aver ricevuto una delega da parte del Parlamento. La legge di delega deve limitare il potere del Governo in tre punti: nell' oggetto (il Governo non può regolare quello che vuole), nel tempo (non può farlo quando vuole), nei principi e criteri direttivi (non può farlo come vuole) (art. 76 della Costituzione). Il decreto legislativo si usa per l'approvazione di testi importantissimi, come i codici, composti da centinaia e talora migliaia di articoli, che le Camere (anche attraverso le loro commissioni) non riuscirebbero a esaminare se non in un arco di tempo estremamente ampio. !Il decreto-legge, invece, è un atto che il Governo approva direttamente, sotto la propria responsabilità, in casi straordinari di necessità e urgenza, quando l'intervento parlamentare risulterebbe tardivo. Si pensi a provvidenze a favore di popolazioni colpite da cataclismi o a misure economiche che devono entrare in vigore immediatamente per evitare speculazioni. Pag. 5 Il decreto governativo, però, deve essere convertito in legge dal Parlamento con una legge che deve essere approvata entro i 60 giorni successivi. Se non vi è questa conversione, il decreto si considera come mai entrato in vigore e i suoi effetti vengono eliminati fin dall'inizio. L’intervento del Parlamento è qui successivo (a differenza di quanto accade nel decreto legislativo, ove è preventivo), ma è ugualmente efficace nel garantire la subordinazione del Governo agli orientamenti delle Camere. Negli anni passati si è assistito a un abuso del decreto-legge. Esso è stato impiegato dal Governo anche in casi in cui non c'erano necessità né urgenza per varare provvedimenti ritenuti politicamente importanti oppure solo per evitare le lungaggini parlamentari e le insidie del procedimento legislativo ordinario (emendamenti, scarsa compattezza della maggioranza, insabbiamenti). Le Camere hanno protestato e, talora, hanno reagito all'abuso negando la conversione. Questa distorsione si è attenuata negli ultimi anni, grazie anche a una sentenza del 1996 della Corte costituzionale, che ha interdetto al Governo la riproposizione dei decreti non convertiti in legge. !L’altro grande settore di attività delle Camere è il controllo e l'indirizzo del Governo. Gli strumenti principali sono: ➢

l e inter r ogazioni, d om ande d e i parla m

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e n ta r i s u i c om po r ta menti t e nu t i d a l G ov e rn o , alle qual i esso deve risponde re;

➢l e interpell a nz e , d om ande sulla posizion e che i l G ov e rn o intende assu mere d i f r on t e a certi avve n im ent i ,

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l e qual i hann o q u in d i u n v a lo re politico e possono mett e re in question e l a linea d e l G ov e rno;

➢l e m oz i on i , docu menti che m i rano a p rom uover e l a d i scuss i on e sull' oper a to d e l G ov e rn o e

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che s i conc l udono con u n v o to , d i indirizzo pe r i l futur o o di cens u ra d e l pass a to ( l e m oz i on i p i ù impo r tanti sono quel l e d i fiduc i a e sfidu c ia , d i c u i s i parle rà a p roposi t o della vita d e l G o

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v e rno );

➢l e i n ch i este, c u i si è g i à accenna t o rigua rdo alle c ommissio n i parla me n tari. !

4. Come giovani dell’era della globalizzazione abbiamo cercato se nella Carta vi è stata una previsione al riguardo e la “ abbiamo scoperta” nell’ART. 11 che recita: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. !Abbiamo capito qual è stato l’obiettivo primario dei padri fondatori, dopo una guerra terribile, ma abbiamo percepito pure la loro lungimiranza e ci siamo ritrovati fermamente in questo articolo, perché noi siamo cittadini italiani ed europei che vogliono contare oggi e domani in Italia , in Europa e nel mondo.

Abbiamo deciso quindi di partire alla scoperta di quanto questo articolo ci permette.

5. Abbiamo trovato anche che l'azione del Parlamento italiano in relazione alle attività dell'Unione europea si sviluppa sotto tre principali profili:

● la partecipazione alla formazione delle politiche europee;

● l’attuazione della normativa dell’Unione europea nell'ordinamento interno;

● la cooperazione interparlamentare.

I relativi strumenti e procedure sono disciplinati dai regolamenti parlamentari e dalla legge n. 11 del 2005; la cooperazione interparlamentare è regolata in gran parte dalla prassi, nonché da linee guida concordate nella Conferenza dei Presidenti dei parlamenti dell'Unione europea.Il Trattato di Lisbona, che riforma i vigenti Trattati istitutivi della CE e dell'UE, è stato ratificato dai 27 Stati membri ed è entrato in vigore il 1° dicembre 2009. In Italia la ratifica del Trattato è stata approvata dal Senato all'unanimità (286 voti a favore su 286 presenti) il 23 luglio 2008 e dalla Camera dei deputati, il 31 luglio 2008, sempre all'unanimità (551 voti a favore su 551 presenti).Il Trattato, prevede nuove forme di partecipazione dei parlamenti nazionali al processo decisionale

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UE, per le quali dovranno essere definite modalità attuative sia a livello dell'Unione europea, sia all'interno dei singoli parlamenti.

6. Diritti umani e diritto internazionale

Il diritto internazionale ha per lungo tempo ignorato i rapporti tra lo Stato e l’individuo (a eccezione delle norme sulla protezione diplomatica), sulla base del principio della ‘non ingerenza degli affari interni’, sicché la tutela dei diritti umani rientrava nella sfera di competenza interna di ogni singolo Stato. Solo in seguito alle flagranti violazioni dei diritti umani commesse durante il secondo conflitto mondiale, la loro tutela è divenuta oggetto di norme internazionali, sia pattizie che generali.

La Carta delle Nazioni Unite (1945) già conteneva, nel preambolo, riferimenti ai diritti fondamentali dell’uomo ed esortava le nazioni (art. 1) a sviluppare relazioni amichevoli, fondate sul diritto all’autodeterminazione dei popoli, e a promuovere e incoraggiare il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali per tutti, senza distinzione di razza, sesso, lingua o religione. Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea generale adottò inoltre, con risoluzione 217 (III), la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che, pur non avendo carattere vincolante, pose le basi per l’affermazione di tali diritti a livello internazionale. Tra questi, vanno anzitutto ricordati i diritto diritti civili e politici (cosiddetti di ‘prima generazione’, di matrice occidentale), che comportano soprattutto obblighi di astensione per gli Stati: il diritto alla non discriminazione, all’integrità fisica, alla vita, alla libertà personale, di pensiero, di religione. Ci sono poi i diritti economici, sociali e culturali (cosiddetti di ‘seconda generazione’, propugnati in passato dai paesi socialisti), che comportano obblighi di agire da parte degli Stati: diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione.Negli anni 1970, i paesi in via di sviluppo sostennero l’esistenza di diritti collettivi, o della solidarietà (cosiddetti di ‘terza generazione’), tra cui il diritto allo sviluppo, alla pace, a un ambiente salubre. Questi ultimi possono essere considerati diritti solo in senso lato, in quanto è difficile individuare il titolare degli obblighi corrispondenti, configurandosi piuttosto quali interessi collettivi delle comunità. In seguito si è venuta delineando una ‘quarta generazione’ di diritti umani, connessi all’impiego delle nuove tecnologie soprattutto nel campo della genetica e dell’informatica. Tale classificazione ha carattere descrittivo e non indica una gerarchia, in quanto i diritti umani riconosciuti a livello internazionale si caratterizzano per essere indivisibili e interdipendenti.

Le convenzioni sui diritti umani. Vanno menzionate le numerose convenzioni in materia stipulate grazie all’azione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite: la Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio (1948); la Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale (1965); il Patto sui diritti civili e politici (con due Protocolli addizionali) e il Patto sui diritti economici, sociali e culturali (entrambi del 1966); la Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna (1979, con un Protocollo facoltativo); la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti (1984); la Convenzione sui diritti del minore (1989, con due Protocolli facoltativi). Tra gli accordi stipulati a livello regionale occorre infine ricordare: la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (1950, integrata da 14 Protocolli), che ha istituto la Corte europea dei diritti umani, cui possono rivolgersi direttamente gli individui; la Convenzione americana dei diritti umani (1969); la Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli (1981).

2- IL TEMA DELLE PARI OPPORTUNITÀ !Lettura dell'Art.3 della Costituzione della Repubblica Italiana «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.»

Spiegazione.

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L'articolo è stato affrontato e spiegato nel suo complesso prima.L’articolo è sicuramente uno dei principi più significativi della Costituzione Repubblicana: esso è il portato dei valori che discendono dalla rivoluzione francese (Liberté, égalité et fraternité) e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. La proclamazione del principio di uguaglianza segna una rottura decisa nei confronti del passato, quando la titolarità dei diritti e dei doveri dipendeva dall’estrazione sociale, dalla religione o dal sesso di appartenenza. Nell’art. 3, bisogna distinguere il primo comma che sancisce l’uguaglianza in senso formale, dal secondo che riconosce l’uguaglianza in senso sostanziale. Eguaglianza e non discriminazione. Nel nostro sistema si ha l'uguaglianza formale in base all'art 3 comma 1 della Cost, secondo il quale non si devono trattare in modo diverso i soggetti in base alla loro razza, religione, sesso ecc. Si ha anche l'uguaglianza sostanziale (art. 3 comma 2 Cost.) per cui lo Stato deve eseguire azioni positive in modo da far si che l'uguaglianza sia messa in pratica. Si deve distinguere tra diseguaglianza antigiuridica e le disparità economiche e sociali. !Si è cercato poi di focalizzare l'attenzione sul tema dell'uguaglianza di genere e le pari opportunità per le donne. Nuovamente partendo dalla Costituzione attraverso questo percorso.

• art 4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Tema del lavoro • art 29 La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul

matrimonio.

Il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.

Tema della famiglia • art 30 E` dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se

nati fuori del matrimonio.

Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti.

La legge assicura ai figli nati fuori del matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima.

La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità.

Tema della famiglia • art 31 La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la

formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose.

Protegge la maternità, l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.

Tema della famiglia • art 37 La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni

che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.

La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato.

La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione.

Tema del lavoro • art 48 Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore

età.

Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.

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Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

Tema del diritto di voto • art 51 Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e

alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge.

La legge può, per l'ammissione ai pubblici uffici e alle cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non appartenenti alla Repubblica.

Chi è chiamato a funzioni pubbliche elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro.

Tema dell'eleggibilità Immediatamente, stimolati dall'insegnante, esponiamo una serie di considerazioni che vanno ad ampliare e restituire la giusta complessità al tema scelto. Come emerge dall'analisi di questi articoli della Costituzione i temi dell'uguaglianza di genere viene regolata soprattutto in ambito lavorativo, familiare e sociale. Qui bisogna evitare ogni discriminazione. ! Cosa significa discriminazione? La violazione del principio di uguaglianza si chiama discriminazione (è la disuguaglianza antigiuridica. Non è un trattamento diverso qualsiasi ma è un trattamento diverso e peggiore basato su un fattore di discriminazione. La discriminazione è un concetto di relazione e si basa su un giudizio comparativo) e si ha la discriminazione diretta e indiretta. I fattori di discriminazione sono vari; il primo in ordine di tempo è quello di genere per cui si ha una disciplina separata. In Italia è vietato dalla Costituzione appunto che prevede la parità tra lavoratori e lavoratrici e dalle direttive comunitarie. Si ha una direttiva comunitaria per la parità salariale per le lavoratrici e i lavoratori nel 1975, che dà attuazione all'art 119 del trattato della comunità europea. Si ha il trattato di Amsterdam del 1997 che dice la stessa cosa. Un'altra direttiva è entrata in una legge interna del 2006 che fa parte del Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, modificato dalla direttiva del 2006 Refusion e dal Jobs Act.. Gli altri fattori cominciano con l'entrata in vigore del trattato di Amsterdam nel 1999, bastato sul trattato della comunità europea (nel 2000 si hanno le direttive sulla razza, etnia, religione, convinzioni personali, orientamento sessuale, età ed handicap). Si hanno due definizioni per la discriminazione di genere (direttiva Refusion):

• diretta: si ha un nucleo centrale forte che è la nozione oggettiva di discriminazione in base agli effetti e non all'intenzione dell'agente. È presunta in via assoluta, non ammette nessuna giustificazione;

• indiretta: la definizione deriva dalla giurisprudenza della Corte di giustizia. Gli elementi essenziali di questa definizione sono: situazione di svantaggio, la presenza di una misura neutra e l'effetto di disparità di trattamento di questa misura. Ad esempio si ha la discriminazione indiretta quando in un concorso si ha lo stesso punteggio per uomini e donne in prove di idoneità fisiche.

La discriminazione diretta si basa sull'uguaglianza formale, quella indiretta su quella sostanziale. Per gli altri fattori la distinzione tra diretta e indiretta è uguale. In questi casi la discriminazione diretta può essere giustificata solo da sicurezza pubblica, tutela dell'ordine pubblico, prevenzione dei reati, tutela della salute dei diritti e delle libertà (lo dice la Corte di giustizia. Si indebolisce il carattere assoluto del divieto); quella indiretta può essere giustificata da una finalità legittima. Le molestie (soprattutto quelle sessuali, si ha anche dalla direttiva comunitaria refusion del 2006) erano qualificate come lesioni della personalità morale del lavoratore e della lavoratrice e quindi si violava l'obbligo contrattuale del datore di lavoro della sicurezza, art 2087 cc. Alcuni giudici le hanno considerate come una discriminazione di genere e quindi come una giusta causa di dimissioni, 2119 cc (“Recesso per giusta causa. Ciascuno dei contraenti può recedere dal contratto prima della scadenza del termine, se il contratto è a tempo determinato, o senza preavviso, se il contratto è a tempo indeterminato, qualora si verifichi una causa che non consenta la prosecuzione anche provvisoria, del rapporto. Se il contratto è a tempo indeterminato, al prestatore di lavoro che recede, per giusta causa compete l'indennità indicata nel secondo comma dell'articolo precedente. Non costituisce giusta causa di risoluzione del contratto il fallimento dell'imprenditore o la liquidazione coatta amministrativa dell'azienda”). Oggi la nozione comunitaria di molestie è: comportamenti indesiderati che violano la dignità delle persone in relazione ad un aspetto della loro identità. Il diritto interno si è adeguato a questa definizione con il codice delle pari opportunità del 2006. Questa discriminazione ha due differenze rispetto alle altre:

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1) la definizione: è una nozione sia soggettiva (ci deve essere lo scopo di ledere la dignità) che oggettiva (deve essere l'effetto di un comportamento oggettivamente indesiderato). L'elemento soggettivo può anche non esserci e si ha comunque la molestia se è presente quello oggettivo (l'indesideratezza del comportamento);

2) le molestie non richiedono comparazioni, a differenza delle altre discriminazioni. Discriminazione di genere e tutela antidiscriminatoria. La discriminazione per genere ha una disciplina separata (Carta dei diritti fondamentali art 23 e Cost italiana art 37); è un fattore multiplo, trasversale e plus factor. L'uguaglianza tra di genere ha si è realizzata completamente negli anni 60 circa (le donne hanno avuto il diritto di accedere alla magistratura nel 63). Prima la questione femminile era vista più come protezione che come uguaglianza. Si parte dal 1850 con la nascita delle fabbriche; prima del fascismo si è tolta l'autorizzazione maritale e avevano tante possibilità di impiego, anche pubblico; nel fascismo si torna indietro (non potevano insegnare storia, filosofia e economia nelle superiori) ma si aveva una protezione per le lavoratrici madri per l'interesse della sanità della razza. L'art 37 primo comma Cost dice che: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.”. Si distingue la tutela della madre e la parità salariale. Per quanto riguarda la parità salariale si ha una copertura comunitaria nel trattato istitutivo del 1957 della CEE. Anche grazie ad una pronuncia della Corte di Cassazione si ha un mutamento di interpretazione dell'art 37 Cost e si passa da una parità salariale per parità di rendimento a una parità salariale per parità di qualifiche (mansioni del medesimo livello professionale). Nel 1977 il Parlamento emana la legge di parità: divieto di discriminazione diretta o indiretta per questioni di sesso nell'accesso al lavoro. Ci sono delle eccezioni individuate dal diritto comunitario con una formula ampia mentre il nostro diritto interno le individua in modo rigido (derogabile dalla contrattazione collettiva in materia di lavori pesanti) come ad esempio le eccezioni che riguardano la moda, l'arte e lo spettacolo. Altre eccezioni stanno scomparendo come ad esempio il lavoro notturno e l'età di pensionamento, la corte di giustizia della UE condanna l'Italia per discriminazioni ingiustificate. Eliminando la discriminazione diretta e indiretta con le misure repressive non si garantisce una effettiva parità; lo Stato deve attuare azioni positive come ad esempio le quote (l'azione più forte) definite come “riserva a favore del genere in situazioni di svantaggio di un trattamento preferenziale nell'accesso al lavoro”. Si hanno riferimenti con il secondo comma dell'art 3 Cost, la legge 125 del 1991 e la legge del 2006. sulle quote intervengono sia la Corte di Giustizia europea e la Corte Costituzionale (quote rosa, per la materia elettorale) perché ci si chiedeva se erano legittime; la risposta è stata si se sono temporanee e proporzionate (Corte di Giustizia). La lotta contro le discriminazioni di genere usa:

1) le istituzioni: interviene anche il Jobs Act. L'istituzione principale a livello nazionale è il CNPO (Comitato nazionale parità e opportunità), che si trova presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali; ha compiti propositivi (fa proposte), il suo potere di fare progetti di azioni positive (con i relativi finanziamenti) è stato dato ad una speciale Commissione. Con il Jobs Act si modifica la rete delle Consigliere o Consiglieri di parità, nominati dal Ministro del lavoro. Sono membri di diritto del CNPO e hanno oltre a compiti promozionali e propositivi il potere di svolgere inchieste indipendenti. Con il Jobs Act si riduce il loro margine di indipendenza e si peggiora il trattamento economico. I Consiglieri possono promuovere azioni in giudizio;

2) le azioni in giudizio: legge del 2006 modificata dal Jobs Act. Si ha una parziale inversione dell'onere della prova a carico del ricorrente, se riesce a fornire al giudice elementi, anche presi da dati statistici, di discriminazione (fumus di discriminazione) la prova che non sussistono sta al convenuto. Si può avere un ricorso individuale o un ricorso collettivo. Quello individuale può essere ordinario o di urgenza sul modello dell'art 28 Statuto dei lavoratori (“Repressione della condotta antisindacale. Qualora il datore di lavoro ponga in essere comportamenti diretti ad impedire o limitare l'esercizio della libertà e della attività sindacale nonché del diritto di sciopero, su ricorso degli organismi locali delle associazioni sindacali nazionali che vi abbiano interesse, il pretore del luogo ove è posto in essere il comportamento denunziato, nei due giorni successivi, convocate le parti ed assunte sommarie informazioni, qualora ritenga sussistente la violazione di cui al presente comma, ordina al datore di lavoro, con decreto motivato ed immediatamente esecutivo, la cessazione del comportamento illegittimo e la rimozione degli effetti. L'efficacia esecutiva del decreto non può essere revocata fino alla sentenza con cui il pretore in funzione di giudice del lavoro definisce il giudizio instaurato a norma del comma successivo. Contro il decreto che decide sul ricorso è ammessa, entro 15 giorni dalla comunicazione del decreto alle parti, opposizione davanti al

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pretore in funzione di giudice del lavoro che decide con sentenza immediatamente esecutiva. Si osservano le disposizioni degli articoli 413 e seguenti del codice di procedura civile. Il datore di lavoro che non ottempera al decreto, di cui al primo comma, o alla sentenza pronunciata nel giudizio di opposizione è punito ai sensi dell'articolo 650 del codice penale. L'autorità giudiziaria ordina la pubblicazione della sentenza penale di condanna nei modi stabiliti dall'articolo 36 del codice penale”) e la lavoratrice può farsi appoggiare dai sindacati per avere il risarcimento dei danni anche non patrimoniali. L'azione collettiva può essere proposta dalla Consigliera e tutela interessi a agire diversi; le due azioni non sono sovrapponibili. In questo caso si può agire anche quando non siano individuabili i singoli lavoratori o lavoratrici lesi in modo immediato e diretto. L'azione in giudizio può essere preceduta dalla richiesta di fare un piano di rimozione delle discriminazioni accertate;

3) le sanzioni: in base alla Direttiva del 2006 Refusion devono essere proporzionate e adeguate a svolgere una funzione deterrente. !

Tema della CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO Tutela della maternità e divieto di discriminazione. L'attuazione dell'art 37 della Cost primo comma è avvenuta con una serie di leggi a partire da quella della 1977 (legge di parità) fino al Jobs Act (che prevede misure volte a tutelare la maternità e le forme di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro). Il diritto interno non collegava la maternità alla discriminazione, le fonti comunitarie si, in particolare la Corte di Giustizia (gender plus: fattore di discriminazione delle donne feconde). Con la Direttiva Refusion e il codice delle pari opportunità (2006) anche l'Italia la riconosce come un fattore di discriminazione di genere. La tutela delle lavoratrici madri. Il testo di riferimento è il TU del 2001 modificato dal Jobs Act. Le misure di tutela sono estese anche alla madre affidataria o adottiva e al padre, e sono:

1) congedo di maternità (prima chiamata astensione obbligatoria): due mesi prima al parto e tre mesi dopo. Si può optare per una diversa distribuzione. Si ha la sospensione del periodo post partum per il periodo di ricovero del bambino. Si deve comunicare lo stato di gravidanza all'INPS. L'indennità è dell'80% dello stipendio;

2) divieto di licenziamento: dall'inizio del periodo della gravidanza fino al periodo post partum del congedo di maternità e fino al compimento di un anno di età del bambino;

3) salute e sicurezza: dall'inizio della gravidanza fino a sette mesi dopo il parto non possono fare lavori faticosi, pericolosi e insalubri ma devono essere adibite ad altre mansioni, se la mansione è inferiore si ha il diritto alla retribuzione precedente. Se non si ha una mansione inferiore si sta a casa tutto il tempo;

4) divieto di lavoro notturno: dall'inizio della gravidanza fino all'anno di età del bambino. Per le madri o i padri di un bambino di età inferiore ai tre anni non si ha il divieto ma il diritto di non lavorare, se si è un genitore single si ha diritto fino ai 12 anni o se il bambino è disabile.

Maternità e paternità: la disciplina dei permessi e dei congedi. Queste misure sono estese anche al padre (in alternativa alla madre e a volte in proprio) e sono:

1) riposi o permessi giornalieri e congedi per la malattia del figlio: prima era un diritto solo della madre perché era finalizzato all'allattamento; adesso sono finalizzato all'assistenza diretta del bambino e ciò fa si che il diritto si estende alle madri adottive, affidatarie e i padri. Può chiedere il congedo per assistere alla malattia del figlio sia la madre che il padre, alternativamente;

2) congedi di paternità obbligatori e facoltativi: il padre ha l'obbligo di congedo per la durata di un giorno (obbligo proprio) e la facoltà del congedo di due giorni durante i primi 5 mesi dal parto, ci vuole il consenso della madre. Ha la retribuzione piena e questi due giorni vengono tolti al congedo obbligatorio della madre. Se la madre muore, o altre cause di impossibilità di adempiere alla cura del bambino, al suo all'obbligo di congedo subentra il padre (congedo di paternità).

Conciliazione tra vita professionale e vita familiare: il congedo parentale. È un diritto proprio di ciascun genitore. È sancito dalla Carta dei diritti della UE nell'art 33. È il diritto di astenersi dal lavoro nei primi 12 anni di vita del bambino per un periodo complessivamente non superiore ai 10 mesi. I 10 mesi diventano 3 anni se il bambino ha un handicap (legge 104). Interessante ma discutibile il fatto che la madre dopo il congedo di maternità per gli 11 mesi successivi e in alternativa al congedo parentale possa ricevere i voucher per i servizi di baby-sitting. Il valore è di 600 euro per 6 mesi. Resta la possibilità al padre di un massimo di 5 mesi di congedo senza indennità. Il congedo parentale dà una retribuzione pari al 30% della retribuzione piena.

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!Trattati ancora il tema delle molestie spesso confuse con il mobbing, le molestie ambientali, la questione dell'obbligo di sicurezza, la violazione della dignità della persone. Tema molto attuale e normato recentemente quello delle dimissioni in bianco. Infatti, la norma del Jobs act impedisce alle aziende di praticare questa inaccettabile consuetudine: far firmare, al momento dell'assunzione, un foglio in bianco che sarà compilato con la data delle dimissioni quando il lavoratore o la lavoratrice non servono più. Un ricatto, dunque, che pesava sulla testa delle persone fin dall'assunzione. E che riguardava soprattutto le giovani donne, cacciate nel momento del matrimonio o della prima gravidanza. !Inquadrando internazionalmente la questione, il tema della discriminazione di genere deve essere recepito in un’ottica di tutela della dignità umana. Si parte dalla discriminazione di genere sul tema del lavoro e si arriva alla tutela della persona in nome dei principi di libertà uguaglianza e solidarietà, proclamati dalle dichiarazioni dei diritti del ‘700 (Stati Uniti e Francia) e del ‘900 ( Convenzione di Filadelfia-OIL, Dichiarazione ONU, Principi Fondamentali Costituzione italiana, CEDU- Consiglio d’Europa,Carta dei diritti U.E.) !Ulteriore passo avanti si è fatto con lo Statuto dei lavoratori del 1970 che è una specie di Carta dei diritti fondamentali e indisponibili garantiti a tutti i lavoratori, un grande traguardo. !!!SECONDA PARTE – “Donne di sana e robusta Costituzione” Abbiamo già avuto modo di lavorare sul tema delle pari opportunità attraverso diversii approfondimenti. Siamo partiti dalla STORIA. !Per quanto riguarda la disciplina storica è imprescindibile l'approfondimento del termine storico “femminismo”. !La storia ufficiale del femminismo inizia nell’Ottocento ed è stata divisa in tre diverse fasi - dette “ondate” - che corrispondono ad altrettante generazioni di donne decise a battersi per i propri diritti. Ogni ondata ha portato con sé nuove priorità, nuovi metodi e nuove protagoniste. Ma esiste anche una preistoria del femminismo. Basta pensare alla Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, voluta dalla femminista ante-litteram Olympe de Gouges nel 1791, in piena Rivoluzione Francese. La prima ondata, le suffragette e il diritto di voto. Il termine “femminismo” viene coniato nell’Ottocento per battezzare il neonato movimento per l’emancipazione delle donne. A incarnarlo erano le suffragette, che lottavano per ottenere l’allargamento del suffragio - cioé del diritto di voto - anche alle donne. L’epicentro delle loro battaglie è la Gran Bretagna: è qui che nel 1865 nasce il primo comitato per l’estensione del diritto di voto. All’epoca solo gli uomini potevano partecipare alla vita politica, mentre le donne erano relegate in casa, e l’immagine delle suffragette britanniche che marciano su Manchester e Londra per rivendicare il diritto di partecipare alla dimensione pubblica desta grande scalpore in tutta Europa. In questa fase il femminismo si concentra quasi esclusivamente su rivendicazioni di natura politica, ma le suffragette vogliono anche la parità tra uomini e donne nel diritto di famiglia. In Italia ancora non esiste un movimento strutturato, ma alcune donne - ad esempio Clara Maffei e Cristina Belgiojoso - partecipano attivamente al Risorgimento, dimostrando di avere tutte le carte in tavola per contribuire alla vita politica del Paese. Quasi ovunque, però, le suffragette devono aspettare decenni per vedere risultati concreti: il suffragio viene esteso alla popolazione femminile solo nel ‘900. In Europa il primo Stato a permettere alle donne di votare è la Finlandia nel 1906. La Gran Bretagna concede il suffragio alle sue cittadine solo nel 1918, mentre le italiane e le francesi devono aspettare addirittura fino al secondo dopoguerra. Negli Stati Uniti le donne tagliano l’agognato traguardo nel 1920. La seconda ondata, gli anni Sessanta Il movimento femminista si risveglia negli Stati Uniti negli anni ‘60 del Novecento. Dopo la guerra gli Usa conoscono un boom economico ancor più esplosivo di quello europeo, e la prosperità contribuisce a logorare le vecchie strutture sociali, già messe in discussione durante il conflitto, quando le donne avevano sostituito gli uomini impegnati al fronte nelle fabbriche. I temi cari alle

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femministe della seconda ondata sono nuovi, e spesso scandalosi per l’epoca: si parla di sessualità, di stupro e violenza domestica, di diritti riproduttivi, ma anche di parità di genere sul posto di lavoro. Sono anni di cambiamenti rivoluzionari: basta pensare che nel 1961 negli Stati Uniti viene messa in commercio la pillola contraccettiva, che permette alle donne di controllare la propria fertilità in modo facile, discreto e soprattutto autonomo. Anche in Italia il movimento femminista prende forma e per la prima volta assume dimensioni di massa. Negli anni ‘70 le piazze del nostro Paese vengono invase dalle donne, decise a rivendicare diritti ancora negati, come quello di divorziare o di interrompere una gravidanza indesiderata. Le battaglie per l’aborto e il divorzio sono le più famose, ma non le uniche. Le femministe italiane si battono anche per modernizzare il diritto di famiglia, ad esempio rimuovendo il cosiddetto delitto d’onore, che assicurava pene ridotte agli uomini che assassinavano la moglie adultera. !Si parlerà nello specifico poi di:

− la festa dell'8 marzo, tra “falso e vero” storico − le suffraggette inglesi − le “ventuno costituenti” elette a rappresentare le istanze del mondo femminile italiano − biografie eccellenti ( Tina Anselmi, Agnese Moro, ecc) − I premi NOBEL Aung San Suu Kyi (politica birmana, biografia straordinaria) e Malala

(giovane pakistana in lotta per il diritto femminile allo studio) !!La LETTERATURA ITALIANA non può essere trascurata. !Nell'universo letterario italiano la nostra riflessione può ruotare attorno a due nuclei

− le letterate ed il posto che hanno ricoperto nella storia della letteratura del nostro paese: dalla Serao al premio Nobel Deledda, dalla Morante alla Ginzburg, dalla Aleramo a Dacia Maraini.

− La figura della donna nell'opera dei letterati e letterate italiani: dalla Beatrice dantesca a Lucia Mondello, dalla Marianna Ucria descrittaci da D. Maraini alla contemporanea, provocatoria ed interessante invenzione delle “personagge” voluta dal SIL, Società Italiana Letterate.

L'editoria contemporanea per ragazzi e le eroine della saghe (es. Hunger Games) !FILOSOFIA !“Tutto ciò che è stato scritto dagli uomini sulle donne deve essere ritenuto sospetto dal momento che essi sono ad un tempo giudici e parte in causa” I. Kant La filosofia ha un ruolo molto importante in questa riflessione. Anche in questo caso ci muoviamo sul doppio livello: importanti donne filosofe, e la donna e la sua emancipazione quali oggetti della riflessione moderna e contemporanea. !Ecco brevemente alcune importanti filosofe del Novecento. EDITH STEIN (1891-1942) Nata da una famiglia di commercianti ebrei, studiò filosofia a Gottinga con Husserl (il fondatore della corrente filosofica chiamata "fenomenologia", che anticiperà alcuni temi dell’esistenzialismo) e ne divenne assistente. Dopo aver letto la Vita di S.Teresa d’Avila , si convertì nel 1922 al cattolicesimo e nel 1934 si fece suora carmelitana. Nel 1942 fu deportata ad Auschwitz e qui morì poco dopo. E’ stata proclamata "beata" nel 1987. L’originalità del pensiero filosofico di E.S. si nota già dalla sua tesi su Il problema dell’empatia (1917) : per la S. l’empatia è "l’esperienza di soggetti altri da noi e del loro vissuto". La S. si è anche distinta per i suoi molti scritti che trattano il tema della femminilità . Ella ritiene che il movimento femminista tedesco, con la Costituzione di Weimar, abbia raggiunto appieno tutti i suoi obiettivi. Le donne sono state poste su un completo piano di parità con gli uomini. In ultimo , nei suoi scritti più chiaramente mistici, la S. ritiene che l’amore sia la forza motrice dello stesso pensiero. SIMONE WEIL (1909-1943) Nacque a Parigi da una famiglia ebrea non praticante. Studiò filosofia e per alcuni anni insegnò al liceo. Poi, spinta dalla sua passione per gli "altri", si dimise e lavorò come operaia. Allo scoppio della guerra civile spagnola (1936) si unì ai militanti anti-franchisti ma,

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per un incidente, fu costretta a rientrare in Francia. Nel 1938 avvenne la sua conversione religiosa anche se, fino all’ultimo, non volle mai accettare il Battesimo. Morì nel sanatorio di Ashford in Inghilterra. Nel saggio L’Iliade, poema della forza (1939), esalta il modo in cui l’uomo greco viveva la guerra e il suo terribile gioco senza infingimenti, accordando eguale rispetto al vinto e al vincitore, provando sgomento per la distruzione di una città. Nello studio su Dio in Platone (1940), Platone viene da lei considerato il padre della mistica occidentale. In Platone Alla virtù si affianca la possibilità della grazia, cioè della salvezza che viene da Dio. Nei pensieri raccolti sotto il titolo L’amore di Dio (scritti tra il 1940 e il 1942), W. svela il suo misticismo : "non tocca all’uomo cercare Dio e credere in lui : egli deve semplicemente rifiutarsi di amare quelle cose che non sono Dio. Un tale rifiuto non presuppone alcuna fede. Si basa semplicemente sulla constatazione di un fatto evidente : che tutti i beni della terra … sono finiti e limitati, radicalmente incapaci di soddisfare quel desiderio di un bene infinito e perfetto che brucia perpetuamente in noi". HANNAH ARENDT (1906-1975) Nata ad Hannover da una famiglia ebrea, studiò filosofia con i più importanti filosofi tedeschi del tempo (Husserl, Heidegger, Jaspers). A causa delle persecuzioni antisemitiche si trasferì in Francia e qui collaborò col Movimento Sionista. Nel 1940 fu arrestata ma riuscì a fuggire e emigrò negli Stati Uniti, dove rimase per tutto il resto della vita. L’analisi del fenomeno del totalitarismo in tutte le sue forme è alla base del lavoro intellettuale della A. Ne Le origini del totalitarismo (1951) la A. vide nel totalitarismo di questo secolo un fenomeno nuovo, che rompe con qualsiasi altra tradizione precedente. Anni dopo, in un’altra opera intitolata Eichmann a Gerusalemme. La banalità del male (1963), la A. modifica la sua opinione dicendo che il male che ha fatto per esempio l’aguzzino Eichmann è spiegabile nel modo seguente : il male non è più qualcosa di eccezionale ma fa parte di noi e delle persone che ci sono vicine. Nel 1958 apparve La condizione umana (Vita activa in italiano), sintesi più filosofica del suo pensiero. Il mondo d’oggi è il mondo della tecnica. Si guarderà il film “Hannah Arendt” (2013) di M. Von Trotta SIMONE DE BEAUVOIR (1908-1986)Nata a Parigi da una giovane e agiata coppia borghese, Simone visse una fanciullezza serena. Si iscrisse alla Sorbona per studiare filosofia e qui nel 1929 conobbe Sartre, con cui condivise tutto il resto della vita : il loro fu un rapporto "aperto", mai formalizzato col matrimonio, ma molto duraturo e fecondo di amicizia ed affetto. Dopo l’università, Simone si mise ad insegnare fino al 1943, quando decise di dedicarsi interamente all’attività letteraria. Morì sei anni dopo la scomparsa di J.-P.Sartre. Dal punto di vista filosofico, le sue opere più importanti furono Pirro e Cinea (1944), Per una morale dell’ambiguità (1947) e anche Il secondo sesso (1949), il suo scritto forse più famoso, opera composita tra saggio e trattato. Scrisse anche molte opere di narrativa,tra cui ricordiamo : Memorie di una ragazza per bene, I Mandarini, Una morte dolcissima, La terza età (che è un acuto saggio sulla vecchiaia) ecc. Per la pensatrice francese, teoresi e racconto non possono e non devono essere divisi. A spingere la de B. verso il suo peculiare stile di pensiero fu, da una parte, l’influsso dell’esistenzialismo, dall’altra la sua condizione di donna le suggeriva questa come la via più giusta per inserirsi nella cittadella dei filosofi senza smarrire la propria identità di donna e di persona. Il secondo sesso è diviso in quattro parti : nella prima si analizza l’essere-donna dal punto di vista naturalistico, delle scienze. La seconda sezione affronta l’essere donna dal punto di vista della storia : su base storica, la donna è stata una "presenza-assenza", una presenza reale assente alla storia che è storia scritta e fatta dagli uomini, dal sesso maschile. La terza parte è dedicata allo studio della immagine della donna proposta dai miti più antichi fino all’immagine femminile creata dalla letteratura. La quarta parte, infine, è una analisi del "vissuto" femminile, descritto in forma evolutiva attraverso le varie età della vita, dall’infanzia alla vecchiaia. La condizione femminile del presente è, per la de B., quella di una astratta eguaglianza contrapposta ad una concreta ineguaglianza. MARTHA NUSSBAUM: è una filosofa e accademica statunitense contemporanea, studiosa di filosofia greca e romana, filosofia analitica, filosofia politica, etica, femminismo e diritti degli animali, L'opera della Nussbaum si è spesso focalizzata sulle ineguaglianze di libertà e opportunità tra uomini e donne, e ha sviluppato una personale forma di femmnismoche trae

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ispirazione dalla tradizione liberale, enfatizzando però il fatto che il liberalismo implica un ripensamento radicale dei rapporti tra i sessi di quelli interni alla famiglia. Altro importante ambito di indagine sono le emozioni. La Nussbaum ha infatti avallato la teoria "Neo-stoica" delle emozioni, secondo cui esse sarebbero delle valutazioni che attribuiscono alle cose e alle persone esterne un particolare valore per il soggetto agente, fatto di estrema importanza per lo sviluppo della persona. Su tali basi ha proposto le analisi di dolore, compassione, amore e, successivamente, di disgusto e vergogna. !LE DONNE E L’ARTE: DA OGGETTO A SOGGETTO Dal Rinascimento in poi le donne che volevano praticare il mestiere di artista non potevano né frequentare le accademie né le botteghe degli artisti: la strada per loro era quindi preclusa. Le eccezioni riguardavano figlie o parenti di artisti affermati e influenti che le “raccomandavano” tra mille pregiudizi: in tutti i modi non potevano avere committenze dirette e quindi vendere opere, non potevano affrontare certe tematiche come soggetti storici e men che meno nudi maschili. Alcune donne pittrici diventate comunque famose, dal Rinascimento in poi, sono

▪ Sofonisba Anguissola (‘500): il padre la sponsorizza e lei opera addirittura alla corte spagnola, è ammirata e celebrata dai suoi contemporanei

▪ Lavinia Fontana (fine ‘500, inizi ‘600): anche lei raccomandata dal padre pittore, diventa una celebre ritrattista

▪ Artemisia Gentileschi (‘600): figlia del famoso Orazio, seguace di Caravaggio, emulò il padre e quindi lo stile caravaggesco; divenne purtroppo famosa anche per lo stupro da parte di un pittore rivale del padre, oltre che per le sue indubbie capacità tecniche

▪ Rosalba Carriera (prima metà del ‘700): divenne ritrattista ufficiale dell’aristocrazia veneziana e degli stranieri illustri arrivati con il Grand Tour in visita alla città. Riscosse enorme successo anche nelle corti europee tanto che dovette avvalersi di numerosi aiuti in bottega per far fronte alle molteplici committenze

▪ Berthe Morisot (seconda metà dell’800): in un’epoca in cui era ancora inusuale ambire a diventare pittrice, la donna riesce a esporre con gli Impressionisti nella Parigi di fine secolo, ricevendo però critiche ancora più impietose dei colleghi maschi diventati poi celebri

▪ Camille Claudel (fine’800, inizi ‘900): in un periodo in cui la scultura era ancora roba per soli uomini lei riesce a frequentare un’accademia a Parigi e ad entrare come modella e apprendista nello studio del celebre Auguste Rodin del quale diventerà musa, assistente e amante. Autrice di sculture emozionanti, dopo la rottura del rapporto con Rodin, soffrì di disturbi nervosi e crisi persecutorie per i quali l’arcigna madre la internò in manicomio, rifiutandone l’accoglienza in casa anche dopo che i medici la ritennero guarita. Morì dopo trent’anni di assurda “reclusione”.

Nel Novecento l’emancipazione artistica femminile è ormai un dato di fatto a partire dall’ icona messicana Frida Khalo e dall’altrettanto celebre pittrice polacca Tamara de Lempicka. Per tutto il secolo si sono susseguite tante figure importanti e oggi l’arte contemporanea è una “questione” che esula dal sesso dell’artista. !La drammatica storia di Camille Claudel è narrata in un film del 1988 “Camille Claudel” con Isabelle Adjani e Gérard Depardieu e in un altro del 2012 “Camille Claudel 1915” con Juliette Binoche. Esiste anche un lungometraggio “Berthe Morisot” del 2013 con Marine Delterme e diversi documentari e film su Artemisia Gentileschi incentrati soprattutto sul processo per lo stupro ai suoi danni da parte del pittore Agostino Tassi !

Sofonisba Anguissola: Partita a scacchi

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" Lavinia Fontana: Ritratto di Antonietta Gonzalez !

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" Artemisia Gentileschi: Giuditta e Oloferne !

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" Camille Claudel: L’abbandono (particolare) !!

Anche le colleghe di MATEMATICA hanno dato il proprio contributo. Inserendo un breve percorso sul rapporto tra le donne ed il mondo scientifico dall'antichità ad oggi.Il percorso inizierà con la celebre figura di Ipazia: La più rilevante figura di matematica e filosofa che viene tramandata dall’antichità greca è quella di Ipazia, di tendenze neoplatoniche, morta verso il 415 d.C. Fu figlia del matematico e astronomo Teone di Alessandria e si interessò lei stessa di scienze. Si recò ad Atene ed ebbe una notevole influenza negli ambienti filosofici unificando il pensiero matematico col neoplatonismo. Di religione pagana, ma fautrice della distinzione e autonomia fra filosofia e religione, acquistò prestigio anche negli ambienti politici, frequentando il prefetto romano Oreste. Ciò le attirò il rancore degli ambienti cristiani e un giorno Ipazia fu aggredita per strada e uccisa da un gruppo di fanatici. L’episodio della drammatica morte della donna ha colpito scrittori di diverse epoche: il più recente è stato Charles Péguy(1873-1814),che l’ha immortalata come l’ultima e pura erede del pensiero greco. Con visione del film dedicato. E si chiuderà con l'incontro con la prof.ssa Sara Sesti e la sua “università delle donne” che studia e pubblica diversi testi sul rapporto tra le donne e il mondo della scienza. Le donne e la scienza sembrano procedere su cammini distanti: le scienziate insignite del premio Nobel sono solo undici in più di un secolo; il numero di donne cui vengono affidati ruoli di rilievo nella ricerca e nelle istituzioni è molto esiguo, malgrado da anni gli istituti scientifici delle università registrino una massiccia presenza femminile. Come spiegare questo paradosso?

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Le donne non amano la scienza? La scienza non si adatta alle donne? Le vite delle scienziate sembrano dimostrare, fin dall'antichità, che è vero il contrario e che probabilmente sarebbe più corretto chiedersi perchè la conoscenza e la pratica scientifica abbiano così a lungo e apertamente escluso il pensiero femminile.

Il Progetto della prof.ssa Sesti parte da questi presupposti. Emanazione della ormai decennale rassegna di film e documentari scientifici Vedere lo Scienza, che annualmente propone in diverse città d'Italia sessioni di proiezioni scientifiche, Sguardi sulle donne di scienza offre la possibilità di proiettare, in contesti quali congressi e simposi, filmati scientifici incentrati sulla figura di donne scienziate e sul ruolo della donna nella ricerca e pratica scientifica. Le proiezione di filmati sulle biografie di alcune scienziate come Vandana Shiva, Mileva Maric-Einstein, Rosalind Franklin, Marie ed Irène Curie, Rita Levi Montalcini, può costituire un momento di riflessione e contribuire a interrogarsi su stereotipi e pregiudizi che sovente hanno un ruolo non secondario nelle scelte di uomini e donne.

La letteratura greca: LA COSA PIU' BELLA (κάλλιστον) !

Percorso: ruolo e valore della figura femminile nella cultura letteraria greca antica, in particolare nella poesia lirica (VII secolo a.C.) e nel teatro tragico e comico (V secolo a.C.). !Contenuti: La lirica: Saffo. Vita e opere; la lingua e lo stile. Lettura di alcuni testi, fra cui Inno ad Afrodite, La cosa più bella, L'ode sublime, i "notturni". Dai testi emerge la voce della poetessa Saffo: nei suoi frammenti trova espressione artistica un mondo di affetti, sentimenti, ideali e abitudini di vita "al femminile". Il teatro Tragedia. I grandi autori del teatro tragico ateniese del V secolo a.C hanno spesso messo al centro delle loro opere straordinarie figure femminili di grande spessore drammaturgico. Lo sguardo rivolto a questi scrittori si soffermerà in particolare sulle opere in questo senso più rilevanti. Eschilo: il primo grande personaggio femminile (la regina Atossa nei Persiani); Le supplici e Le coefore. Sofocle: Antigone, Elettra e Le Trachinie. Euripide: più di tutti gli altri autori, dà voce alle donne (Alcesti, Ecuba, Elettra, Le Baccanti), mettendo addirittura in bocca a Medea il primo grande discorso sulla questione di genere. Nei tragici i personaggi femminili diventano il "mezzo" con cui gli autori approfondiscono le tematiche politiche, morali, civili e culturali che stanno loro a cuore, talora con un elevatissimogrado di approfondimento psicologico; sulla scena tragica emergono alcune figure diventate esemplari, quali Antigone (uno dei personaggi letterari più riletti e risemantizzati nel corso dei secoli) o Elettra, la matricida, Medea, l'assassina dei propri figli, figure ancora oggi problematiche e perturbanti. Commedia nuova: Aristofane. "La fabbrica del comico" del grande autore ha prodotto alcuni personaggi femminili di grande forza: Lisistrata ("colei che scioglie gli eserciti"), Tesmoforiazuse e Ecclesiazuse (Le donne in assemblea, con il bel personaggio di Prassagora, "colei che parla in piazza"), grazie alle quali si contrappongono, almeno sulla scena, il maschile ed il femminile. !L'EDUCAZIONE FISICA Lo sport non essendo direttamente regolato dalla Carta del 1948 (alcuni studiosi giustificano ciò con la volontà dell’Assemblea Costituente di ripudiare la visione dello sport così come idealizzata dal Fascismo come “strumento per una gioventù o addirittura per una razza migliore”), trova un’ampia e diffusa tutela indiretta - ma per questo non meno efficace - con riferimento principale ai canoni di libertà e dignità dell’individuo (art. 2 della Costituzione) nonché al tipo di organizzazione sportiva maggiormente idonea alla realizzazione della persona umana. Art. N. 3 della Costituzione Italiana: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. !Le prime opportunità per le donne in ambito sportivo !L’emancipazione femminile nello sport !

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Le pari opportunità nella carriera sportiva contemporanea !• I giochi olimpici dell’antichità erano riservati solo agli uomini, ma le donne furono escluse

anche dalla prima edizione delle Olimpiadi dell’era moderna, tenutasi ad Atene nel 1896. La loro partecipazione, secondo de Coubertin, sarebbe stata “poco pratica, priva di interesse, antiestetica e scorretta”.

• Olimpiadi - Parigi 1900. Le donne furono ammesse ai giochi per la prima volta, concorrendo in discipline come il tennis su prato e il golf. La biografia straordinaria della prima campionessa olimpica Charlotte Cooper (1870-1966).

• Da allora le donne vennero ammesse a un numero sempre maggiore di discipline fino ad arrivare alle Olimpiadi di Londra 2012, dove con l’introduzione della boxe femminile, non vi sono più sport che non vedano la partecipazione delle donne. Fino alle Olimpiadi di quest’anno che hanno visto per la prima volta le atlete di tre paesi islamici: Qatar, Brunei e Arabia Saudita.

• Cinque nomi di donne che dalle Olimpiadi di Amsterdam del 1928 a quelle di Rio de Janeiro del 2016 hanno fatto la storia: ▪ Betty Robinson, “la donna che visse due volte”, prima atleta donna a vincere i 100 m

piani nelle Olimpiadi di Amsterdam del 1928 battendo le cosiddette “ragazze di Mussolini”.

▪ Ondina Valla, “il sole in un sorriso”, la donna che partecipò alle Olimpiadi di Berlino del 1936, in cui per la prima volta fu concesso alle donne di correre in pantaloncini;

▪ Wilma Rudolph, “la gazzella nera”, poverissima, malata, discriminata dalla società raziale americana, ventesima di ventidue figli, vinse le Olimpiadi di Roma del 1960 in tre discipline atletiche ad appannaggio degli uomini: 100m, 200m e staffetta 4x100m

▪ Nadia Comaneci “la libellula dei Carpazi”, l’incarnazione ginnica della perfezione, vince a soli 14 anni con la statura di m 1,53 e un peso corporeo di peso di 39 kg, le Olimpiadi di Montreal nel 1976. La prima atleta ad aver ottenuto in una competizione olimpionica il massimo punteggio da parte di tutti i giudici.

▪ Federica Pellegrini “la donna dei record”, moderna, indipendente, consapevole di sé, sfrontata, social e regina del gossip. !

In ultimo una disciplina molto importante in questa lunga e trasversale riflessione sul diritto all'uguaglianza e le pari opportunità da parte delle donne: le SCIENZE UMANE!Modalità e strumenti di questa disciplina ne rendono l'approccio coinvolgente e dialogato. I ragazzi partecipano più direttamente attraverso giochi di ruolo, simulazioni, brainstorming (tratti da “I diritti delle donne”, di Amnesty International 2016) Ecco i temi trattati :

• Le differenze di genere • il sesso e il genere come costrutto sociale • la rivoluzione culturale del Novecento e la ridefinizione dei ruoli tra uomo e donna • i relativi mutamenti della famiglia • J.S.Mill ed Ariet Taylor L altra meta del cielo: l'emancipazione delle donne tra 800 e 900 • sociologia della famiglia e il cambiamento del ruolo della donna all'interno della famiglia • potere e disuguaglianza. le differenze di genere e la discriminazione che si è sempre

verificata nei confronti delle donne. particolare accenno al mondo del lavoro !!!!!!Alcuni brani utilizzati e relativi a, nell'ordine, FILOSOFIA,ITALIANO e SCIENZE UMANE

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«In molte parti del mondo alle donne manca il sostegno per funzioni fondamentali della vita umana. Sono infatti meno nutrite degli uomini, meno sane, più vulnerabili alla violenza fisica e all’abuso sessuale. […] Se decidono di entrare nel mondo del lavoro incontrano gravi ostacoli, tra cui l’intimidazione da parte della famiglia o del consorte, la discriminazione sessuale nel reclutamento, le molestie sessuali sul posto di lavoro, spesso senza possibilità di ricorrere efficacemente alla legge. Il più delle volte ostacoli simili impediscono la loro effettiva partecipazione alla vita politica. In molti stati le donne non godono di piena uguaglianza di fronte alla legge: non hanno gli stessi diritti di proprietà degli uomini, gli stessi diritti di stipulare contratti, gli stessi diritti di associazione, di mobilità e libertà religiosa» (p. 15). Detto ciò, le discriminazioni coinvolgono tutte le donne, persino, in quei paesi che invece dovrebbero garantire parità di diritti tra i sessi. In questo libro viene, quindi, a delinearsi una riflessione che unisce una forma di femminismo che rientra negli interessi dell’autrice, ad uno studio sullo sviluppo delle capacità umane che nell’analisi di Nussmabum si concentra sulla situazione della persona, nello specifico, delle donne che «troppo spesso […] non sono trattate come fini a pieno diritto, come persone con una propria dignità, degne di essere rispettate dalle leggi e dalle istituzioni; esse sono invece trattate come meri strumenti dei fini altrui, ossia come riproduttrici, badanti, oggetti sessuali, agenti della prosperità familiare generale» (pp. 15-16).

Martha C. Nussbaum, Diventare persone. Donne e universalità dei diritti, il Mulino, Bologna 2011

LA BALLATA DELLE DONNE Quando ci penso, che il tempo è passato,le vecchie madri che ci hanno portato,poi le ragazze, che furono amore,e poi le mogli e le figlie e le nuore,femmina penso, se penso una gioia:pensarci il maschio, ci penso la noia.Quando ci penso, che il tempo è venuto,la partigiana che qui ha combattuto,quella colpita, ferita una volta,e quella morta, che abbiamo sepolta,femmina penso, se penso la pace:pensarci il maschio, pensare non piace.Quando ci penso, che il tempo ritorna,che arriva il giorno che il giorno raggiorna,penso che è culla una pancia di donna,e casa è pancia che tiene una gonna, e pancia è cassa, che viene al finire, che arriva il giorno che si va a dormire.Perché la donna non è cielo, è terracarne di terra che non vuole guerra:è questa terra, che io fui seminato,vita ho vissuto che dentro ho piantato,qui cerco il caldo che il cuore ci sente,la lunga notte che divento niente.Femmina penso, se penso l'umanola mia compagna, ti prendo per mano:E. Sanguineti

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“Tutte le condizioni sociali e naturali concorrono a rendere press’a poco impossibile una ribellione generale delle donne contro l’autorità degli uomini. La loro posizione ne è ben diversa da quella delle altre classi di sudditi. I loro padroni ne esigono assai maggiore servitù. Gli uomini non s’appagano dell’obbedienza delle donne. Essi si arrogano un diritto anche sui loro sentimenti. Tutti, i più brutali eccettuati, vogliono avere nella donna che è loro strettamente unita, non una schiava sol-tanto, ma una favorita. Conseguentemente, essi nulla trascurano per educare il suo spirito al servilismo. I padroni d’altri schiavi, contano sul timore che ispirano essi stessi, o che ispira la religione, per assicurarsi la loro obbedienza. I padroni delle donne vogliono più dell’obbedienza, per cui han rivolto a profitto dei loro disegni tutte le forze dell’educazione. Tutte le donne si allevano dall’infanzia nella credenza che l’ideale del loro carattere è l’antitesi di quello dell’uomo: esse sono educate a non volere da sè medesime, a non condursi dietro la volontà loro, ma a sottomettersi e cedere all’altrui. Ci si dice, in nome della morale che il dovere della donna è di vivere per gli altri,ed in nome del sentimento che la natura lo vuole: s’intende ch’ella faccia abnegazione completa di sè stessa, ch’ella non viva che dei suoi affetti, cioè dei soli affetti che le si permettono dall’uomo al quale è unita, o dai figli che costituiscono fra lei e l’uomo un vincolo novello ed irrevocabile. Che se noi poniamo mente dapprima alla spontanea attrazione che avvicina i due sessi, e poscia alla totale sottomissione della donna all’autorità del marito, dalla grazia del quale ella tutto aspetta, piaceri ed onori, e finalmente alla impossibilità nella quale si trova di cercare e di ottenere l’obietto primario delle umani aspirazioni,l’estimazione, non che tutti gli altri beni sociali, altrimenti che pel tramite di lui, noi ci capacitiamo ben tosto, che sarebbe d’uopo di un miracolo, perché il desiderio di piacere all’uomo non divenisse nell’educazione e nella formazione del carattere della donna una specie di stella polare. Una volta possessori di questo poderoso mezzo d’influenza sullo spirito delle donne,gli uomini se ne sono serviti con un egoismo istintivo, come del mezzo supremo di tenerle soggette. Essi insegnano loro essere la debolezza, l’abnegazione, l’abdicazione di tutte le loro volontà nelle mani dell’uomo come l’essenza il segreto della seduzione femminile. È forse lecito dubitare, che le altre catene che l’umanità ha riuscito a spezzare non sarebbero durate fino ai dì nostri se si avesse avuto altrettanta cura di piegarvi gli spiriti? Se si fosse dato per obiettivo all’ambizione di ogni giovinetto plebeo ottenere il favore di qualche patrizio,ad ogni giovine servo quello del suo signore; se divenire il servitore di un grande e dividere i suoi personali affetti ed i suoi onori fossero state le ricompense proposte al loro zelo, sei migliori ed i più ambiziosi avessero potuto aspirare alle più alte distinzioni e ricchi premi, e se una volta questi premi ottenuti, il servo ed il plebeo fossero stati separati da un muro di bronzo da tutti gli interessi che non si concentravano nella persona del padrone, da ogni sentimento, da ogni desiderio,che quelli non fossero che con esso lui dividevano, non vi sarebb’egli stata fra i signori ed i servi, fra i patrizi ed i plebei una distinzione tanto profonda quanto quella degli uomini e delle donne? Tutt’altri che un pensatore avrebbe creduto che questa distinzione fosse un fatto fondamentale ed inalterabile della natura umana. J. Stuart Mill, La servitù delle donne, pag. 20-21

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!TERZA PARTE – i nostri interlocutori sul tema: la dialettica sul territorio e “di attualità” !A breve, vi saranno incontri organizzati dalla scuola, con esperti del tema sopraindicato ed espressione del mondo civile, sociale e politico nazionale e locale. Categorie di riferimento:

− Parlamentari ed europarlamentari nazionali e originari del territorio − Associazione magistrati − Avvocati civili/penali che si occupano in particolar modo di donne vittime di reati − Mondo sindacale e Associazionismo dedito al tema − Giornalisti e professori e accademici esperti sul tema

Gia avvenuti e calendarizzati − Festival dell'Eccellenza al Femminile (23 novembre 2016) partecipazione a ….. − 2 febbraio 2017 con la giovane scrittrice serba Elvira Mujcic che ci narrerà la Guerra

nell'Ex Jugoslavia con gli occhi di donna − Giudice costituzionale ed ex Ministro della Repubblica la dott.ssa Fernanda Contri !

Attraverso il dialogo, inteso come pratica di confronto dialettico, di arte maieutica, di crescita di ogni componente attraverso l'ascolto delle opinioni altrui e dell'esposizione delle proprie, vogliamo giungere all'enucleazione dei seguenti snodi centrali, costruendo un nostro percorso che sia al contempo glossario/lessico di base e opportunità costruttiva di approfondimento attraverso focus o coppie di termini pre-individuati. Eccoli:

− diritto del lavoro e diritto di famiglia − diritto europeo/comunitario − diritti umani !

QUARTA PARTE – L'Europa !L'Europa e la normativa sulle pari opportunità Le fonti di diritto primario dell’Unione Europea Trattato di Roma del 1957 – art.119 CEE (oggi art.157 TFUE) Trattato di Amsterdam (1997) inserito all'art.2 TCE PRINCIPIO DI PARITA' TRA UOMINI E DONNE Trattato di Lisbona (2009) attribuisce valore vincolante alla carta dei diritti umani !Nel percorso che ha segnato il passaggio progressivo dalla Cee all’unione europea la prospettiva sulla parità di genere, prima limitata alle questioni economiche, si è ampliata a tutti i settori di competenza, diventando trasversale. !direttiva 76/207 cee - attuazione del principio di parità di trattamento tra gli uomini e le donne, per quanto riguarda l’accesso al lavoro, la formazione, la promozione professionale e le condizioni di lavoro (recepita con la legge n. 903/1977 e con la legge n. 125 del 1991, riformata dal d.lvo n.196/2000) direttiva 79/7/cee - attuazione del principio di parità di trattamento tra gli uomini e le donne in materia di sicurezza sociale direttiva 92/85/cee - attuazione misure di miglioramento sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrice gestanti, puerpere o in puerpere o in periodo di allattamento direttiva 96/97/ce (di modifica della direttiva 86/378/cee) attuazione del principio della parità di trattamento tra uomini e donne nei regimi professionali di sicurezza sociale; direttiva 97/80/ce riguardante l’onere della prova nei casi di discriminazione basata sul sesso; direttiva 2002/73/cee relativa all’attuazione del principio di parità di trattamento tra gli uomini e le donne per l’accesso al lavoro, alla formazione ed alla promozione professionale direttiva 2004/113/ce parità di trattamento per l’accesso a beni e servizi e loro fornitura;direttiva 2006/54/ce (cosiddetta rifusione) attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego direttiva 2010/41/ue (che abroga la direttiva 86/613) parità di trattamento nell’attività autonoma

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direttiva 2010/18/ue (che abroga la direttiva 96/34/ce) accordo quadro in materia di congedo parentale concluso da business europe, ueapme, ceep e ces !Tabella di marcia per la parità tra uomini e donne (periodo 2006/2010) - 6 settori di intervento: • indipendenza economica uguale per le donne egli uomini; • conciliazione della vita privata e professionale; • rappresentanza uguale nell’assunzione delle decisioni; • eliminazione di ogni forma di violenza basata sul genere; • eliminazione degli stereotipi legati al genere; • promozione della parità fra le donne e gli uomini nelle pratiche esterne e di sviluppo.

Con la strategia per l’uguaglianza tra donne e uomini (periodo 2010-2015) vengono confermate le 5 priorità tematiche individuate nella carta per le donne (8 marzo 2010): !

➢ pari indipendenza economica; ➢ pari retribuzione per lo stesso lavoro o per un lavoro di pari valore; ➢ parità nel processo decisionale; ➢ dignità, integrità e fine della violenza sulle donne; ➢ parità tra donne e uomini nelle azioni esterne. !

CAMBIO DI PROSPETTIVA Soprattutto a partire dalla direttiva 2002/73 (di modifica della direttiva 76/207) si assiste ad un passaggio dal divieto di discriminazione al principio di parità di trattamento (già affermato nel trattato di Amsterdam e nella carta dei diritti di Nizza) viene operato un cambio di prospettiva: da una visione in termini negativi ad una affermazione in termini positivi del principio di pari opportunità

Noi, liceo “Marconi Delpino” e l'istituzione Europa

Noi stiamo già vivendo in una dimensione europea e la percepiamo attraverso la scuola che da anni ha attivato scambi culturali con altre scuole europee e soggiorni studio sistematici (Spagna, Polonia, Danimarca, Francia, Inghilterra, Irlanda) e visite al Parlamento di Strasburgo e di Bruxelles, ma anche attraverso lo studio dei programmi nonché la quotidianità fatta di informazioni che passano per i canali giornalistici tradizionali e la simultaneità della “rete”

Ribadiamo l'impegno del nostro liceo anche nel concorso/progetto “Parlamento Europeo Giovani – a.s. 2016/17” le cui finalità, da noi accolte pienamente sono: promuovere lo sviluppo di una più vasta dimensione europea tra i giovani; promuovere la comprensione e la consapevolezza dell’eterogeneità di culture e comportamenti a livello nazionale ed europeo; promuovere lo studio e la conoscenza delle basi del diritto; promuove lo studio e la conoscenza tra i giovani della normativa europea e delle sue Istituzioni attraverso lo studio e l’approccio critico a problematiche e situazioni concrete del panorama comunitario; incoraggiare i giovani a interessarsi al processo democratico e ai problemi di attualità a livello europeo e mondiale.

Ad ogni modo finora abbiamo avuto modo di trattare – nelle varie occasioni scolastiche di approfondimento nonché per programma curricolare - il tema dell'Europa e dell'europeismo in particolare sotto il punto di vista STORICO: la nascita dell'identità europea, la Rivoluzione Francese e la Carta dei Diritti dell'uomo e del cittadino, l'europeismo ottocentesco e i suoi esponenti principali (Mazzini), le due guerre mondiali, il bipolarismo europeo nella logica della guerra fredda, il manifesto di Ventitene, il discorso di Schumann, la nascita della CECA, CEE, UE e tutti gli organismi (Parlamento Europea, Commissione Europea, Banca d'Europa, ecc) che ne hanno fatto parte fino ad arrivare alla scelta economica della moneta unica (euro) e in ultimo alle crisi recenti (con particolare attenzione alla Grecia, alla Gran Bretagna, all'Italia e al risorgere di movimenti anti-europeisti e espressione di un acceso nazionalismo).

Abbiamo come Liceo il progetto futuro di poter visitare il Parlamento Europeo di Strasburgo per poter vedere da vicino come vi si lavora in modo da avere una concreta percezione dell’Europa da parte dei giovani e per far sì che ciò ci induca a sentirci cittadini attivi dell’UE, intesa come comunità dei valori, dei diritti, dei doveri e delle opportunità . Noi pensiamo all'Europa unita voluta

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dai padri fondatori, un’Europa aperta ai popoli e capace di integrare tradizioni e cultura e di appianare contrasti sociali, in una prospettiva di tolleranza e di rispetto dei diritti degli uomini stessi e dei popoli.

E ancora l'opportunità di fare intercultura e aprirsi a metodi e contenuti nuovi attraverso la metodologia integrata del CLIL pratica ormai obbligatoria in tutte le classi quinte (in quelle del nostro liceo in lingua inglese) significa aprirsi più attrezzati a questa sfida.

Nel corso di questo nostro impegno, con ricerche, incontri , visite e letture anche in varie discipline ( consideriamo ad esempio anche l’apporto della civiltà latina alla formazione della coscienza civica ) sarà dunque interessante approfondire questo aspetto per conoscere che cosa ci può riservare il futuro, ma anche perché noi in Europa vogliamo restarci e vogliamo contare: questa è la nostra sfida! Consapevoli dei valori che ci caratterizzano e tra cui la promozione dell'uguaglianza e delle pari opportunità rappresenta una priorità importante.

Classe 4 A classico , Liceo Marconi-Delpino, a.s. 2016-17

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FONTI !BIBLIOGRAFIA

- La Costituzione della Repubblica Italiana

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- Storia delle donne in occidente, a cura di G.Duby e M. Perrot, Laterza, Bari Roma, 1990 - Le donne entrano in scena: dalle suffraggette alle femministe, A. Goledamann, Giunti, FI

1996 - Le italiane dal Risorgimento ai nostri giorni, cento cinquant'anni di storia nazionale

raccontati attraverso le biografie delle protagoniste della politica, della cultura, della scienza, dell'economia e dello sport, a cura del Telefono Rosa, Castelvecchi, Roma, 2010

- 1946, le donne, la Repubblica, P. Gabrielli, Donzelli editore, 2009 - Sui diritti delle donne, Wallstonecraft M, Corriere della Sera ed, Milano, 2010 - 1946-2006: testimonianze a sessant'anni dal diritto di voto alle italiane, Leonardo ed, Milano

2006 - Diventare persone. Donne e universalità dei diritti. M. Nussabaum, Il Mulino Bologna, 2001 - Dossier tematico: donne, istituzioni e pari opportunità, a cura della biblioteca del Consiglio

Regionale della Lombardia, 2008 - La donna italiana. 1861-2000 il lungo cammino verso i diritti. E.Sarogni, Ed Pratiche, Parma

2004 - CEDAW, La convenzione delle donne: la convenzione delle Nazioni Unite controno ogni formai

di discriminazione sulle donne, Presidenza del Consiglio dei ministri, Edizioni Zecca dello Stato Roma, 2002

- Donne, migrazioni, diversità: l'Italia di oggi e di domani, Presidenza del Consiglio dei ministri, Edizioni Zecca dello Stato Roma, 2002

- Impariamo a stare insieme: la Costituzione al femminile. Un'esperienza di integrazione, interazione e partecipazione attiva, a cura di Luigia cassina, Ed Lavoro, Roma, 2009

- Un gioco da ragazze: come le donne rifaranno l'Italia, M. Terragni, Rizzoli, Milano, 2012 - Il corpo delle donne, L. Zanardo, Feltrinelli, Milano, 2011 - La resistibile ascesa delle donne in Italia: stereotipi di genere e costruzione di nuove identità, F.

Zayczjk, Il saggiatore, Milano, 2007 - Il fattore D: perchè il lavoro delle donne farà crescere l'Italia, M. Ferrera, Mondadori, Milano,

2008 SITOGRAFIA !

− http://www.camera.it/leg17/1 Sito della Camera dei deputati del Parlamento Italiano (XVII Legislatura)

− h t t p : / / w w w . a m n e s t y . i t / f l e x / f i l e s / 1 / 4 / c / D . 6 c 0 4 c 1 4 11 0 0 f 9 8 b 7 b 6 2 f /DirittiDonne_Guida_insegnanti_superiori_DEF.pdf

h t t p : / / w w w . a m n e s t y . i t / f l e x / f i l e s / b / 6 / 8 / D . f 3 e c 2 4 a 7 1 3 6 2 c a c 9 b 7 5 5 /DirittiDonne_Fascicolo_studente_superiori_DEF.pdf Ottime dispense ricche di spunti tematici, esercizi, idee per la didattica, formulato sia per l'insegnante che per lo studente

− www.unesco.it − www.osce.org !!!

NORMATIVA DI RIFERIMENTO • Dichiarazione Universale dei diritti umani, • Patto sui diritti civili e politici, • Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, Titolo , • Trattato sull'Unione europea (TUE) 1992. • Convenzione di Istanbul (2011): La Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la

lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica • Costituzione Italiana

FILMOGRAFIA (da cui attingere per almeno un paio di visioni, lasciando le restanti facoltative) !• L'onorevole Angelina, L. Zampa, Italia, 1947 • Riso amaro, G. De Santis, Italia, 1949 • Io la conoscevo bene, A. Pietrangeli, Italia, 1965

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• Io sono mia, S. Scandurra, Italia, 1978 • Processo per stupro (1979), documentario di Loredana Rotondo (disponibile su Youtube) • Il colore viola, S. Spielberg, Usa, 1986 • L'Albero di Antonia, M. Gorris, Olanda, 1995 • Festen – Festa in famiglia, T. Vintemberg, Danimarca, 1998 • Bread and roses, K. Loach, Inghilterra, 2000 • Il cerchio, J. Panahi, Iran, 2000 • Frida, J. Taymor, Usa Canada Messico, 2002 • Mi piace lavorare-Mobbing, F. Comencini, Italia 2003 • La bestia nel cuore, C. Comencini, Italia, 2005 • Il segreto di Esma, J. Zbanic, Bosnia Erzegovina, 2006 • Volver, P. Almodovar, Spagna, 2006 • Vogliamo anche le rose, documentario di Alina Marazzi, Italia Svizzera, 2007 • Tutta la vita davanti, Virzì, Italia, 2008 • We want sex, N. Cole, Inghilterra, 2010 • The Help, T. Taylor, Usa, 2011 • Hannah Arendt, di M. Von Trotta, Germania, 2013 • 7 minuti, M. Placido, Italia, 2016 !!!!!!!!!!