Tesi Bianchini su Polo Chimico - Appendice VI

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XLVI APPENDICE VI POLO CHIMICO: QUALE FUTURO?

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APPENDICE VI

POLO CHIMICO: QUALE FUTURO?

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INCONTRO CON L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE E LEGAMBIENTE – LIMITO 24/5/2006

In data 24/5/2006 si è svolta presso il Centro civico di Limito di Pioltello (MI) una serata organizzata da Legambiente e la Lista per Pioltello per informare i cittadini sulla situazione del Polo chimico, in modo particolare riguardo all’area ex-Sisas, e sugli scenari futuri della stessa area. All’incontro sono intervenuti:

• Giuseppe Fallini – Legambiente, Lista per Pioltello (eletto poi Assessore all’ecologia) • Walter Finazzi – Legambiente, Lista per Pioltello e Assessore all’ecologia uscente • Mario DeGaspari – Sindaco di Pioltello uscente e consigliere provinciale di Milano • Antonello Concas – Assessore al bilancio e candidato sindaco (poi eletto) di Pioltello • On. Monguzzi – Legambiente, Consigliere regionale e deputato dei Verdi • On. Alfonso Gianni – Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo

L’assessore Finazzi apre l’incontro riportando la situazione dell’area ex -Sisas. L’area in oggetto ha una estensione di 390.000 m2 di cui 1/3 sul territorio di Pioltello e i 2/3 sul quello di Rodano, è stata inserita nella Finanziaria del 2000 come sito di interesse nazionale, questo ha comportato che su l’area si concentrassero attività e programmi per la bonifica. Due in particolare sono state le operazioni eseguite: la perimetrazione e la caratterizzazione dell’area. A tutte le aziende del Polo Chimico (area ex-Sisas + altre aziende presenti: Air Liquid, Carlo Erba, Antibioticos, ecc.) vennero chiesti dei piani di bonifica, da quali si evinse che il costo di una simile operazione avrebbe comportato un esborso dai 120 milioni ai 150 milioni €. Benché la “macchina” si fosse messa in moto i costi proibitivi frenarono ogni operazione di bonifica, fino a che l’UE, attraverso la Commissione Giustizia, ha imposto al nostro governo la bonifica della suddetta area, pena una multa, a partire dal giorno 1 luglio 2006, di 10 milioni € + una somma tra i 200.000 e i 400.000€/giorno fino a bonifica iniziata. In questi ultimi anni il Comitato Tecnico della Regione Lombardia ha monitorato il territorio e verificato i piani di bonifica, se non ché nel dicembre 2005 il curatore fallimentare dell’azienda Sisas (fallita nel 2001) sostenne di avere terminato i fondi e di non essere più in grado di gestire l’area, il che avrebbe comportato la mancata funzione di quelle strutture fondamentali come le pompe e le centraline elettriche che permettono di mantenere il livello della falda acquifera al di sotto di quello delle discariche (in modo particolare della Discarica C), la cui conseguenza sarebbe stata un inquinamento allarmante di tutta la falda (che raggiunge la zona di Lodi). I comuni di Pioltello e Rodano attraverso il Consorzio Est di Milano (CEM) sono subentrati al curatore fallimentare, sovraintendendo l’area con dei tecnici e attingendo a fondi di emergenza. Il CEM mantiene le strutture sopracitate in funzione con un alto dispendio di soldi, benché sia stato studiato e quindi applicato un sistema per ridurre al minimo il consumo di elettricità e dell’impianto di pompaggio. Il piano per la bonifica della Discarica C esiste ed è già pronto, alla UE l’inizio di tale bonifica sarebbe sufficiente per non multare il nostro paese, ed ora gli sforzi si stanno concentrando in questa direzione. I comuni di Pioltello e Rodano assieme alla Regione Lombardia stanno acquistando il terreno ex-Sisas, poiché un ente pubblico non può accedere ad un area privata se non con l’intervento del proprietario, (che però in questo caso ha dichiarato fallimento), e sono attivi da diverso tempo sia in provincia che in regione per “pubblicizzare” tra industriali e grandi società l’acquisto dell’area. Alcuni anni fa si era proposta la società Energheia per l’acquisto dell’area e l’installazione di una centrale per il teleriscaldamento, la proposta venne bocciata all’unanimità dal consiglio comunale per diversi motivi, non ultimo quello della priorità della bonifica del territorio. Il Sindaco di Pioltello Mario DeGaspari, presa la parola, descrive ai cittadini le strategie “politiche” dell’amministrazione comunale degli ultimi anni e dell’imminente futuro a riguardo del destino dell’area ex-Sisas. Da anni ormai l’Italia ha rinunciato alla pianificazione territoriale, non si decide più, come una volta, il destino di un’area interrogando tutti i livelli della cittadinanza, dai cittadini al consiglio comunale, dalle aziende alle associazioni ecc., ma ci si mette ormai già d’accordo con le grandi proprietà immobiliari su cosa destinare nelle aree di interesse. In Lombardia una legge ha abolito la stesura dei piani regolatori, lasciando solo degli strumenti di indirizzo per trattare con i “proprietari” (immobiliari, imprenditori, grandi società). Un’altra legge sulle aree industriali ha deciso che se sul territorio è presente un’area inquinata, un privato può presentare un progetto di bonifica ed uno di edificazione per recuperare le spese. L’amministrazione di Pioltello vorrebbe invece un progetto complessivo sulla bonifica e sull’edificazione, preso di comune accordo e seguendo precise regole che non avvantaggino uno (ente, privato, azienda) a scapito dei cittadini o del paese stesso. Si rende quindi necessario un progetto politico forte per imporsi sui privati che vedono l’area come una fonte di sfruttamento. È necessario passare dalle parole ai fatti, passare dalle proteste e dalle richieste alla

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fase di decisione su come intervenire nell’area ex -Sisas, con una iniziativa politica per raggiungere questo obiettivo. Attraverso vari canali si sta facendo conoscere quest’area ed il suo enorme valore (grande estensione, grande importanza logistica: vicinanza all’aeroporto di Linate, alla linea ferroviaria ed alla futura stazione di Porta di Milano, alle provinciali Rivoltana e Cassanese), per fare sapere che la cittadinanza di Pioltello vuole e chiede un progetto importante in quell’area, un’operazione simile alla Fiera Rho-Pero sorta su di un ex-territorio industriale fortemente inquinato. È stata quindi attivata una forte iniziativa politico-culturale e di marketing perché avvenga in quella zona qualcosa di interesse e di importante che ripaghi gli abitanti della zona dei decenni di inquinamento da parte della Sisas e dell’intero Polo Chimico. Un breve intervento di Fallini ricorda che esiste già un tentativo di alcuni privati di acquisire l’area ex-Sisas, che hanno richiesto in Regione Lombardia un progetto di destinazione della suddetta area, fondamentale rimane comunque un accordo di programma con queste persone e con chiunque abbia interesse all’acquisto dell’area. L’On. Monguzzi ricorda i decenni di “battaglie politiche” da parte di Legambiente, dei comitati cittadini e dei due comuni (Pioltello e Rodano), contro la Sisas ed il polo chimico, fino all’attuale condizione che richiede da parte di tutti (cittadini, comitati, comuni ed enti pubblici) uno sforzo in termini sì economici ma anche di idee. È necessario che ogni progetto di destinazione dell’area ex-Sisas abbia una fattibilità, che abbia un senso logico e che sia in armonia non solo con il territorio ma anche (e soprattutto) con i suoi abitanti. Le recenti proposte della società Energheia per una centrale del teleriscaldamento e della società che gestisce l’Ortomercato per un trasferimento dell’ortomercato di Milano sono state scartate, in quanto avrebbero portato solo un incremento del flusso di automezzi e camion, quindi traffico, smog ed inquinamento, mentre, come precedentemente affermato, è in atto una politica delle amministrazioni che vuole ”risarcire” i cittadini con un progetto di alto profilo culturale o sociale. Sono presi ad esempio l’area della fiera Rho-Pero, o ad Arese dove c’è un progetto di stabilire un polo di fabbricazione dell’auto ecologica (ad H). Quello che si tenterà di evitare è un non corretto comportamento da parte degli acquirenti interessati, cioè quello di acquisire sì l’area, ma bonificare un pezzo per volta, costruendo appena possibile su ogni pezzo appena bonificato, col rischio che la bonifica non venga portata a conclusione interamente, ma solo parzialmente e con le aree bonificate immediatamente edificate. Il progetto dovrà quindi avere un basso impatto ambientale. L’On. Alfonso Gianni ribadendo i medesimi concetti esposti dal sindaco e dall’on. Monguzzi afferma l’importanza di un concorso di idee che coinvolga i cittadini assieme all’amministrazione e agli enti coinvolti. Un’iniziativa che verrà tentata sarà quella di proporsi come nuova destinazione della sede RAI di Milano, ora in C.so Sempione ma in via di trasferimento, o del Tribunale di Milano, portando quindi un’azienda ed un’attività di forte impatto culturale e sociale. La conclusione dell’incontro è affidata al candidato sindaco Antonello Concas che, dopo aver riportato un ricordo personale del padre di un vecchio amico rimasto vittima di un incidente alla Sisas, propone un modello europeo che suggerisca una soluzione in tutte le “Sisas” europee, in quanto sono numerose le situazioni in tutta Europa analoghe a quella in discussione. Viene ribadita l’intenzione da parte dell’amministrazione di pensare ad un “risarcimento” per la cittadinanza per i decenni di disagio pagati, con una destinazione “nobile” per l’area (viene nuovamente fatto riferimento alla sede Rai e al Tribunale di Milano), di alto livello sociale, culturale ed economico. Un ulteriore esempio portato è quello del progetto del comune di Sesto S.Giovanni nell’area ex-Falk di portare un centro per la costruzione di BUS ecologici ad H.

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28 settembre 2001 – Manifestazione di Legambiente c/o Polo Chimico di Pioltello Intervento del dr. Giovanni Moretti, medico di Seggiano di Pioltello, membro di

Legambiente

“Conosco di vista la gran parte di voi essendo nato a Limito (fraz. di Piotello, nda), abbiamo ormai 50 anni di storia fatta di fiaccole, di puzze, di ogni sorta di inquinamento compreso il mercurio che andavamo a raccogliere qui dietro. 50 anni in questa situazione, 50 anni di lotte…non vorrei ora ritornare sui particolari, tanti fatti che ci hanno coinvolto anche personalmente, in maniera anche abbastanza dura certe volte (il dottore si riferisce ad una causa miliardaria intentatagli dalla Sisas negli anni ’90, nda), perché sarebbe un discorso lungo e non è questo il momento per parlane. Però, sicuramente questo discorso della memoria, del raccogliere una specie di libro bianco su questa storia, può aiutare a capire al sofferenza di questo paese rispetto a questo Polo Chimico, perché il polo chimico è cresciuto un po’ con Limito, aveva una funzione anche sociale, io ricordo quando don Alfonso (ex parroco di Limito, nda), faceva il selettore per gli operai della Sisas e questa era considerata una forma di privilegio, aiutava le persone ad avere un lavoro qui. Per cui c’era anche questo tipo di aspetto, dobbiamo vedere complessivamente la situazione, capire che la sofferenza che c’è stata e i morti che ci sono stati, perché poi alla fine questo tipo di operazione che abbiamo alle spalle ha comportato nel corso dei decenni che decine e decine di persone sono morte per avere lavorato qui dentro, e a cui non è stato riconosciuto nessun diritto…io questo voglio ricordarlo a tutti, perché anche i tentativi che abbiamo fatto all’epoca per fare delle cause, alla fine sono state tutte insabbiate, si sono fermate e non se ne è mai ricavato niente. Perché, voglio ricordare, chi ha lavorato qui dentro aveva un rischio di morire di tumore al polmone cinque volte più elevato rispetto al resto della popolazione. Questo è stato riportato nelle riviste scientifiche, però non è stato sufficiente poi per portare avanti un’azione legale. Anche la popolazione di Limito per de cenni ha pagato in termini di salute il rischio, circa doppio del resto della popolazione, di tumore al polmone . La cosa persiste, nel senso che i risultati dell’inquinamento passato non è che non agiscono più, cioè chi ha respirato l’aria quando c’era la torre Balke (vecchio impianto Sisas, nda) negli anni ’60 e ’70, ed anche successivamente fino a metà anni ’80, è stato esposto a questo rischio in maniera sensibilmente maggiore rispetto al resto della popolazione. Io credo sia importante capire che questa zona di Limito, Rodano, Seggiano, che gravita attorno a questa area, ha pagato un prezzo in termini di sofferenza e in termini di salute importante, perché poi accanto al problema del tumore al polmone, che è stato il problema più grosso, c’è tutto il discorso di malattie respiratorie, delle allergie , di una serie di problemi che, devo dire per essere onesto, nel corso degli anni si sono un po’ stemperati, causati da un’aria malsana generale in cui il polo chimico faceva da fattore centrale e che ora è diventato uno dei tanti fattori, mentre il traffico sta diventando il problema principale. (Seggiano e Pioltello oltre ad essere vicine al Polo chimico, sono adiacenti a due strade provinciali a grande percorrenza, nda). […] Dal punto di vista della salute il discorso che ci rimane è legato al problema dell’acqua, una mina grossissima, è stato detto e ripetuto, e non c’è bisogno di essere dei medici per capire il problema generato da una quantità enorme di sostanze diverse che si trovano nelle discariche. Migliaia di sostanze diverse che vengono da prodotti di produzioni più svariate e dai tentativi di produzione, dalle prove, perché ci sono degli impianti che hanno funzionato solo qualche mese, poi hanno smesso e hanno buttato tutto lì dentro. Quindi lì dentro c’è di tutto e nessuno sa esattamente cosa, si sa che ci sono decine e decine di sostanze cancerogene che sono lì a bagno in quegli ex fontanili svuotati e che fino a quando non verranno sistemati saranno per le prossime generazioni, soprattutto quelle che vanno a valle del polo chimico tra l’altro, quindi da qui ad andare fino nel lodigiano, una spada appesa la testa col filo che può spezzarsi da un momento all’altro. Questa è una situazione di emergenza nazionale su cui dobbiamo chiedere un intervento, bisogna che in scala tutti i vari politici, dalle amministrazioni locali, alle provinciali e regionali, si rendano conto che è una situazione di emergenza su cui è necessario intervenire. È quindi un problema per la salute su cui credo debba esserci un discorso prioritario a progetti come il ponte sullo stretto di Messina, prima di pensare ad altre opere faraoniche, bisogna che in Italia si scrivi una lista delle cose più importanti da fare per la salute, intervenire e metterci i soldi, ciò è assolutamente fondamentale. […] Questo è un po’ il senso per cui dobbiamo fare sentire la nostra voce, questa area è troppo vicina al paese per non cercare di darle una soluzione diversa.”