TERRA - quotidiano del 09/06/2011

16
FLICKR/MARIATERESAT. Anno VI - n. 136 - giovedì 9 giugno 2011 - E 1,00 Da oggi Terra e LA7 insieme per l’ambiente www.la7.it www.terranews.it Il giorno nero del governo Bocciata l’istituzione di un comitato di coordinamento delle iniziative, presieduto da Berlusconi. contro il malaffare. E la Lega vota no alla proposta, poi approvata, che obbliga i funzionari pubblici a giurare fedeltà alla Carta costituzionale Politica Maggioranza battuta per due volte consecutive al Senato su altrettanti emendamenti al ddl anticorruzione Garzia a pagina 3 Segue a pagina 4 Rossella Anitori Segue a pagina 4 Domenica 12 e lunedì 13 giugno i cittadini italiani saranno chiama- ti a pronunciarsi su temi di gran- de rilevanza per la loro vita ed il loro futuro attraverso quattro re- ferendum. Le norme da abrogare riguardano la reintroduzione del nucleare (già bocciato per via re- ferendaria negli anni Ottanta) tra le opzioni energetiche del nostro Paese, l’obbligo della privatizza- zione per le società che gestisco- no acquedotti e rete di distribu- zione, la possibilità di fare profit- ti sull’acqua pubblica da parte dei privati, infine il legittimo impe- dimento per alcune alte cariche dello Stato che rompe il principio costituzionale della “legge ugua- le per tutti i cittadini”. Attraver- so il voto popolare e la partecipa- zione attiva dei cittadini sarà pos- sibile risolvere problemi sui quali si è innescato, nel corso degli ulti- mi anni, un duro scontro politico e spinto il Paese verso scelte sba- gliate e dannose per la vita quoti- diana degli italiani, per il loro fu- turo, per la qualità stessa della nostra democrazia. Tre giorni all’apertura delle urne e l’Italia è in fermento. Da Nord a Sud non cessano le mobilitazioni, le bandiere appese alle finestre au- mentano e l’invito a recarsi a vota- re impazza sul web. In alcuni casi cadono anche gli steccati politici e partitici. È successo ieri, davanti a Montecitorio. Il leader dei Verdi Angelo Bonelli e il deputato del Pdl Fabio Rampelli hanno spiegato in- sieme le ragioni del sì, sottolinean- do l’importanza del voto referen- dario. Un messaggio che giunge da più parti. «Innesca l’effetto domi- no», esorta un video postato a ri- petizione su facebook, «fate atten- zione a non sovrapporre le schede» avverte un utente, «perché sono come carta copiativa». Il passapa- rola non si ferma: per vincere il re- ferendum di domenica 12 e lune- dì 13, basta raggiungere il quorum. Non c’è tempo da perdere. I comi- tati che si battono per l’acqua pub- blica e contro il nucleare lo sanno bene: ogni giorno è utile e le piaz- ze continuano a riempirsi. Even- ti a cascata in tutte le città italia- ne, banchetti informativi a Napoli, dibattiti, manifestazioni a Roma, a Milano e a Bari. ove è finito il petrolio? Quali conseguen- ze avrà sull’ecosistema? Mike Weigel sor- ride impugnando il timone della lancia del Wildlife&Fishery Department, che tutela la pe- sca e la fauna della Louisiana. Evita accuratamen- te di rispondere alla domanda che tutti si pongono quando si parla del più grande disastro petrolife- ro mai avvenuto: la fuoriuscita di 5 milioni di bari- li di petrolio dal pozzo della piattaforma Deep Wa- ter Horizon, esplosa il 20 aprile 2010. L’imbarcazio- ne di alluminio approda lungo le coste di Billy Bay nella grande Baia Barataria. uardando alle evidenze e ai dati propo- sti e analizzati nel Rapporto sui diritti globali 2011, una prima considerazione che emerge è che la crisi non è uguale per tut- ti. Scontata, forse. Giacché da tempo ci siamo abituati a considerare la diseguaglianza un da- to di fatto. Come bene annota in un interven- to nel volume Gianni Tognoni, della Fondazio- ne Basso: si può anche quantificare e denun- ciare la diseguaglianza, poiché ormai viene as- sunta come inevitabilità, ma «è l’uguaglianza il termine proibito». Golfo del Messico, un anno dopo la marea nera «Noi sindaci votiamo sì» Uguaglianza, termine proibito ai tempi della crisi D G Reportage Diritti Emanuele Bompan da Grand Isle Sergio Segio direttore Ass. SocietàINformazione 9 7 7 2 0 3 6 4 4 3 0 0 7 1 0 6 0 9 Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma Criminalità Batterio killer Inchiesta 2 Anche il Piemonte in mano alla ‘ndrangheta. Lo dimostra l’operazione Minotauro: arrestati ieri 150 affiliati ai clan calabresi 3 L’epidemia si poteva evitare. La biologa Ilaria Capua spiega come neutralizzare il batterio che ha gettato l’Euro- pa nel panico 5 Le ombre e i conflitti di interessi del Gse, monopolista di Stato che deve far partire le rinnovabili ma favorisce l’Enel Segue a pagina 6 Referendum, meno tre. Si moltiplicano gli appuntamenti a sostegno dei sì in tutte le città d’Italia. La politica si mobilita con iniziative bipartisan. Romano Prodi: «Anche io andrò a votare» Questione di quorum Segue a pagina 7

description

 

Transcript of TERRA - quotidiano del 09/06/2011

Page 1: TERRA - quotidiano del 09/06/2011

fli

ck

r/m

ari

ater

esat

.

Anno VI - n. 136 - giovedì 9 giugno 2011 - E 1,00

Da oggi Terra e LA7 insieme per l’ambiente

www.la7.it www.terranews.it

Il giorno nero del governoBocciata l’istituzione di un comitato di coordinamento delle iniziative, presieduto da Berlusconi. contro il malaffare. E la Lega vota no alla proposta, poi approvata, che obbliga i funzionari pubblici a giurare fedeltà alla Carta costituzionale

Politica Maggioranza battuta per due volte consecutive al Senato su altrettanti emendamenti al ddl anticorruzione

Garzia a pagina 3

segue a pagina 4

Rossella Anitori

segue a pagina 4

Domenica 12 e lunedì 13 giugno i cittadini italiani saranno chiama-ti a pronunciarsi su temi di gran-de rilevanza per la loro vita ed il loro futuro attraverso quattro re-ferendum. le norme da abrogare riguardano la reintroduzione del nucleare (già bocciato per via re-ferendaria negli anni Ottanta) tra le opzioni energetiche del nostro Paese, l’obbligo della privatizza-zione per le società che gestisco-no acquedotti e rete di distribu-zione, la possibilità di fare profit-ti sull’acqua pubblica da parte dei privati, infine il legittimo impe-dimento per alcune alte cariche dello stato che rompe il principio costituzionale della “legge ugua-le per tutti i cittadini”. attraver-so il voto popolare e la partecipa-zione attiva dei cittadini sarà pos-sibile risolvere problemi sui quali si è innescato, nel corso degli ulti-mi anni, un duro scontro politico e spinto il Paese verso scelte sba-gliate e dannose per la vita quoti-diana degli italiani, per il loro fu-turo, per la qualità stessa della nostra democrazia.

tre giorni all’apertura delle urne e l’italia è in fermento. Da Nord a sud non cessano le mobilitazioni, le bandiere appese alle finestre au-mentano e l’invito a recarsi a vota-re impazza sul web. in alcuni casi cadono anche gli steccati politici e partitici. È successo ieri, davanti a montecitorio. il leader dei Verdi angelo Bonelli e il deputato del Pdl fabio rampelli hanno spiegato in-sieme le ragioni del sì, sottolinean-do l’importanza del voto referen-dario. Un messaggio che giunge da più parti. «innesca l’effetto domi-no», esorta un video postato a ri-petizione su facebook, «fate atten-zione a non sovrapporre le schede» avverte un utente, «perché sono come carta copiativa». il passapa-rola non si ferma: per vincere il re-ferendum di domenica 12 e lune-dì 13, basta raggiungere il quorum. Non c’è tempo da perdere. i comi-tati che si battono per l’acqua pub-blica e contro il nucleare lo sanno bene: ogni giorno è utile e le piaz-ze continuano a riempirsi. even-ti a cascata in tutte le città italia-ne, banchetti informativi a Napoli, dibattiti, manifestazioni a roma, a milano e a Bari.

ove è finito il petrolio? Quali conseguen-ze avrà sull’ecosistema? mike Weigel sor-ride impugnando il timone della lancia del

Wildlife&fishery Department, che tutela la pe-sca e la fauna della louisiana. evita accuratamen-te di rispondere alla domanda che tutti si pongono quando si parla del più grande disastro petrolife-ro mai avvenuto: la fuoriuscita di 5 milioni di bari-li di petrolio dal pozzo della piattaforma Deep Wa-ter Horizon, esplosa il 20 aprile 2010. l’imbarcazio-ne di alluminio approda lungo le coste di Billy Bay nella grande Baia Barataria.

uardando alle evidenze e ai dati propo-sti e analizzati nel Rapporto sui diritti globali 2011, una prima considerazione

che emerge è che la crisi non è uguale per tut-ti. scontata, forse. Giacché da tempo ci siamo abituati a considerare la diseguaglianza un da-to di fatto. come bene annota in un interven-to nel volume Gianni tognoni, della fondazio-ne Basso: si può anche quantificare e denun-ciare la diseguaglianza, poiché ormai viene as-sunta come inevitabilità, ma «è l’uguaglianza il termine proibito».

Golfo del Messico, un anno dopo la marea nera

«Noi sindaci votiamo sì»

Uguaglianza, termine proibito ai tempi della crisi

D GReportage DirittiEmanuele Bompan da Grand Isle

Sergio Segiodirettore Ass. SocietàINformazione

977

2036

4430

07

10

60

9Sp

ed. in

Abb

. Pos

t. D.

L. 35

3/20

03 (c

onv.

in L

. 27/

02/2

004 n

. 46)

art.

1 com

ma 1

DCB

- Ro

ma

Criminalità Batterio killer Inchiesta2anche il Piemonte in mano alla ‘ndrangheta. lo dimostra l’operazione minotauro: arrestati ieri 150 affiliati ai clan calabresi

3l’epidemia si poteva evitare. la biologa ilaria capua spiega come neutralizzare il batterio che ha gettato l’euro-pa nel panico

5le ombre e i conflitti di interessi del Gse, monopolista di stato che deve far partire le rinnovabili ma favorisce l’enel

segue a pagina 6

Referendum, meno tre.Si moltiplicano gli appuntamenti a sostegnodei sì in tutte le città d’Italia.La politica si mobilita con iniziative bipartisan. Romano Prodi: «Anche io andrò a votare»

Questionedi quorum

segue a pagina 7

Page 2: TERRA - quotidiano del 09/06/2011

giovedì 9 giugno 20112

Il pullman con gli arrestati esce dalla Caserma Cernaia di Torino

>>Primo piano>>

Criminalità

Val di Susa

Reggio Calabria Giuseppe Pigna-tone - è la sistematicità del rap-porto tra potere politico e orga-nizzazione mafiosa. Il voto di scambio avveniva a qualsiasi li-vello. Si tratta di episodi singoli, purtroppo numerosi, di politici che intrattengono rapporti con l’ambiente mafioso. Questi vanno al di là degli schieramenti politici: ne abbiamo accertati di orienta-menti opposti».Tra questi, il Gip ha richiesto la custodia cautela-re per Nevio Coral, ex sindaco di Leinì e suocero dell’ex assesso-re piemontese alla sanità Ferre-ro, coinvolta solamente la scorsa settimana nello scandalo tangen-ti. L’ex sindaco è ritenuto come «soggetto bene collocato nell’area che non aveva problemi ad incon-trarsi con gli affiliati» e viene defi-nito nell’ordinanza come “bigliet-to da visita dell’ndrangheta”. Tra gli amministratori pubblici, che seppur non indagati com-paiono nelle migliaia di pagine dell’ordinanza, ci sono due asses-sori della giunta Cota: Caterina Ferrero, che ha rimesso la dele-ga alla sanità in seguito all’avviso di garanzia della settimana scor-sa per turbativa d’asta, e l’asses-sore al lavoro Claudia Porchietto. Quest’ultima fotografata durante l’incontro avvenuto nel periodo prelettorale del 2009 nel bar Italia a Torino già teatro di riunioni tra ndranghetisti, con Franco D’Ono-frio, ritenuto uomo di punta del “Crimine” di Torino.

a più grande operazione di mafia in Piemonte ne-gli ultimi anni ha scoper-chiato la fitta rete di con-

tatti tra la ‘ndrangheta, il mondo degli affari e la politica piemon-tese. Centocinquanta arresti. Be-ni sequestrati per 117 milioni di euro e sigilli a dieci aziende ope-ranti nel campo dell’autotraspor-to e dell’edilizia. Que-sto il bilancio dell’ope-razione Minotauro co-ordinata dalla Procura di Torino e che ha coin-volto, oltre al capoluo-go piemontese, anche le province di Milano, Modena, Reggio Cala-bria. Un’indagine nata dalle dichiarazioni dei due colla-boratori di giustizia Rocco Vara-calli e Rocco Marando e che ha messo a nudo un sistema di po-tere profondamente radicato nel territorio torinese. Il sistema ave-va le sue basi nei comuni del-la cintura torinese dove da an-

Anche il Piemonte in mano alla ‘ndranghetaSimone Bauducco

L

Criminalità L’operazione Minotauro ha portato all’arresto di 150 persone tra Torino, Milano, Modena e Reggio Calabria. Tra questi, un ex sindaco. Svelati legami con la politica regionale

ni le nove “locali” presenti eser-citavano le proprie attività illega-li. Tra i settori privilegiati quello del gioco d’azzardo, dell’estorsio-ne e dell’edilizia. Ed è proprio in quest’ultimo ramo che si concen-travano le richieste di taglieggia-mento e le minacce in un clima

di profondo silenzio e di omertà. Lo testimonia un episodio emer-so dalla lettura delle carte dell’in-chiesta: il sequestro di un respon-sabile della sicurezza dello Spre-sal, “colpevole” di aver guardato troppo a fondo nel cantiere edi-le gestito da una potente famiglia

locale. L’indagine, inoltre, con-ferma come ormai la ‘ndranghe-ta sia infiltrata al livello più alto, quello politico. «Il dato oggettivo - ha spiegato il Procuratore Capo di Torino Giancarlo Caselli, pre-sente alla conferenza stampa in-sieme con il Procuratore Capo di

l progetto va avanti, ci sarà un presidio delle forze dell’ordine, ma non ci sarà l’utilizzo

dei militari». Con queste paro-le il ministro dell’Interno Rober-to Maroni ha concluso il vertice sulla sicurezza di ieri mattina a Torino. Punto principale all’ordi-ne del giorno la gestione dell’“af-faire Tav”. Se le dichiarazioni del ministro da un lato lasciano a bocca asciutta le richieste di uso dell’esercito per l’avvio dei can-tieri provenienti da buona parte del mondo politico e imprendi-

«I

Tav, scongiurata l’ipotesi di militarizzare i cantieri

Val di Susa La scadenza per l’inizio dei lavori si avvicina e i contestatori presidiano ancora l’area. Il ministro Maroni: «Questione di ordine pubblico», il sindaco Fassino: «Tutto pur di rispettare i tempi»

Dagli atti emerge il sequestro non denunciato di un addetto alla sicurezza in un cantiere

toriale, dall’altro lato il ministro ha ammesso che il Tav è diventa-ta una questione di “ordine pub-blico”. In Val di Susa la politica sembra aver abbandonato il suo ruolo tradizionale di mediazio-ne tra le parti, mentre a Torino la tensione continua a salire. Per la terza settimana di fila, gli abi-tanti della valle hanno presidia-to l’area del cantiere dormendo nelle tende in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine. Nel capo-luogo piemontese invece, conti-nua a crescere il fronte dei favo-revoli all’impiego della forza per

sgomberare i cittadini. In prima fila il Pd che attraverso il suo re-sponsabile giustizia Andrea Or-lando aveva avanzato la propo-sta di dichiarare lo stato di “area strategica di interesse naziona-le” per giustificare l’uso milita-re. Una proposta raccolta e ri-lanciata anche da altre forze po-litiche. Il sottosegretario alla Di-fesa Guido Crosetto del Pdl, in-terpellato sul problema Tav, di-chiarava che «L’esercito è uno strumento del Paese, se qualcu-no chiede alle Forze Armate di intervenire, loro interverranno.

Una minoranza non può impe-dire la costruzione della grande opera». Lo seguiva il neosindaco Fassino: due giorni fa, al termine della prima riunione della sua giunta, ha annunciato l’inten-zione di «richiedere al governo di compiere tutti i passi e gli atti necessari per garantire nei tem-pi previsti di dare corso all’avvio dei lavori». L’inizio dei lavori sta diventando un’ossessione per il mondo politico. Il titolare del Vi-minale ha poi aggiunto che tutto «Sarà fatto nei tempi previsti per rispettare il calendario, per que-

sto nei prossimi giorni prefetto e questore, insieme al dipartimen-to di Ps, studieranno le misu-re più adeguate per far partire il cantiere nei tempi previsti e ga-rantire che non ci possano esse-re atti di violenza di nessun tipo fatti da chicchessia, che possano bloccare o impedire la realizza-zione di un’opera che è stata de-cisa e si deve fare nei tempi pre-visti». I tempi iniziano a stringe-re e, dopo che la prima scadenza del 31 maggio non è stata rispet-tata, ora si guarda al 30 giugno. Entro la fine del mese, l’Unione Europea ha richiesto all’Italia e alla Francia la firma di un accor-do bilaterale, ma la condizione posta dal governo francese è le-gata proprio all’apertura del can-tiere. Nel frattempo, in Val di Su-sa le ruspe non si sono ancora vi-ste e rimangono le tende dei val-susini. «Da qui – promettono dal presidio della Maddalena – non ci muoveremo». s.b.

Continua l’attacco militare nell’area della residenza del colonnello. La Nato ha chiesto agli alleati non impegnati nelle operazioni in Li-bia di dare un contribuito per alleggerire i Paesi in prima linea. Il se-gretario generale dell’Alleanza Atlantica Rasmussen, ha ribadito che le operazioni continueranno «sinché Gheddafi non smetterà di rap-presentare una minaccia per il suo popolo». Le truppe del generale intanto avanzano verso Misurata, dieci i morti tra i ribelli.

Ancora raid su Tripoli, Gheddafi attacca Misurata

La Procura di Roma apre un’inchiesta

Libia Poste

©D

I MA

RCO

/AN

SA

© A

NSA

Page 3: TERRA - quotidiano del 09/06/2011

giovedì 9 giugno 2011 3>>Primo piano>>

Dal Transatlantico

Salute

sione fiscale. Le compatibilità europee hanno fin qui costret-to il Pdl, dopo le recenti sconfit-te elettorali, a pensare al proprio rilancio più in termini soggetti-vi (la nomina di Angelino Alfa-no a segretario del partito) che di programma di governo. La Lega insiste intanto sulla pro-posta di spostare di alcuni mini-steri al nord. Il ministro Calde-roli si è recato in Cassazione per

presentare la richiesta di una proposta di legge di iniziativa popolare in questo senso. La raccol-ta delle firme partirà do-menica 19 giugno nel tra-dizionale raduno leghista a Pontida. Malgrado il governo abbia scelto sui referendum la li-

nea della libertà di scelta, se fosse raggiunto il quorum con la con-seguente vittoria dei sì sulla boc-ciatura di nucleare, privatizzazio-ne dell’acqua e legge sul legittimo impedimento, i già innumerevoli problemi del centrodestra sareb-bero destinati ad aumentare.

overno battuto due vol-te al Senato. Due episodi significativi proprio per-ché avvenuti a Palazzo

Madama, dove Pdl e Lega dispon-gono di una maggioranza più lar-ga che alla Camera. L’esecutivo è andato sotto la prima volta nel-la votazione su un emendamen-to del senatore Lucio Malan, Pdl, al disegno di legge anticorruzio-ne. Si prevedeva l’istituzione di un comitato di coordinamen-to delle iniziative anticorruzio-ne presieduto addirittura dal pre-mier. L’opposizione ha contesta-to la proposta. La maggioranza è stata battuta con 133 no, 129 sì e 5 astenuti. Secondo ceffone po-co dopo - 131 no, 129 sì e 4 aste-nuti - su un altro emendamento del Pdl, sostenuto per giunta dal governo (prevedeva la rotazio-ne dei dirigenti al centro e in pe-riferia). Fin qui le due bocciature del governo. Arriva infine un ter-zo episodio: la Lega, sempre al Se-nato, ha votato contro un emen-damento bipartisan al disegno di legge anticorruzione che prevede l’obbligo per «coloro che occupa-no cariche pubbliche o assumo-no pubblici impieghi» a giurare fedeltà alla Costituzione italiana. L’emendamento è passato con 214 sì, 30 no e 11 astenuti. In attesa dell’esito dei referendum di domenica e lunedì prossimi il governo è dunque in panne. Ver-

Governo sotto due voltesul ddl anticorruzione

Aldo Garzia

G

Dal Transatlantico Ieri giornata nera per la maggioranza, battuta in Senato su due emendamenti. Il primo prevedeva un comitato di coordinamento guidato dal premier Berlusconi

tice segreto e improvviso marte-dì sera tra Berlusconi, Bossi, Tre-monti e Calderoli. Nel summit si è discusso soprattutto di econo-mia. Un vertice resosi necessa-rio dopo le raccomandazioni del-la Commissione europea all’Italia in vista della legge finanziaria del

2012. Sui conti pubblici - ha av-vertito Bruxelles - il governo ita-liano deve varare nuovi interven-ti strutturali. Si annuncia perciò una manovra correttiva che po-trebbe prevedere il blocco degli stipendi pubblici fino al 2014, ol-tre a qualche condono (per esem-

pio, sulle cosiddette “case fanta-sma” che non risultano negli uffi-ci catastali). Se il governo doves-se seguire alla lettera le indica-zioni di Bruxelles, non ci sareb-bero margini per ridare slancio all’esecutivo con qualche prov-vedimento che riduca la pres-

n’epidemia come quella tedesca, capace di sfrut-tare i meccanismi della globalizzazione che muo-

vono la catena di distribuzione de-gli alimenti, può essere evitata at-tivando un sistema di condivisio-ne pubblica in tempo reale delle informazioni sul dna dei batteri. La biologa Ilaria Capua non è una “pericolosa” no global, ma una ri-cercatrice che di emergenze sani-tarie se ne intende. Direttrice del Centro di riferimento per l’Aviaria per la Fao e l’Oie all’Istituto Zoo-profilattico delle Venezie, nel 2006 ha avviato una “battaglia” per con-vincere l’Organizzazione mondia-le della sanità a modificare il siste-ma di condivisione dei dati gene-tici sui virus responsabili dell’in-fluenza. Battaglia vinta nel 2011 quando è stato riconosciuto il va-lore la banca dati Gisaid da lei ide-ata, nella quale sono registrate e

Federico Tulli

U «Epidemia killer, così eviteremo la prossima»

Salute Ilaria Capua, direttrice all’istituto Zooprofilattico delle Venezie del centro di riferimento per l’Aviaria per World organization for animal health e Fao: «Condividere i dati genetici pubblicamente»

La Lega vota contro l’obbligo per gli statali di giurare fedeltà alla Costituzione

immagazzinate in tempo reale le mappe genetiche di tutti i virus dell’influenza (aviaria e umana) in circolazione nel mondo. Professoressa Capua, il batte-rio di escherichia coli in tre set-timane ha provocato 25 morti e oltre 2400 contagi, riducendo al collasso la sanità tedesca. Co-me è potuto accadere? Sappiamo che il batterio E. co-li è un colonizzatore dell’appara-to digerente dei bovini, nei qua-li non provoca malattie, e che si diffonde nella catena alimen-tare umana portato da vegeta-

li, ad esempio irrigati con acqua contaminata da materiale fecale o da fertilizzanti. Ciò che anco-ra non si conosce è l’origine del ceppo batteriologico. Quando si tratta di crisi di questo tipo, la cosa peggiore che può succede-re è che ci colgano di sorpresa. Come del resto è accaduto. La crisi poteva essere evitata? Il modello da seguire in Europa è quello adottato in tutto il mondo per controllare la diffusione del vi-rus dell’influenza. Si tratta di un approccio integrato che mette in relazione la ricerca che si occupa

della salute animale e quella che studia la salute umana. In Ue ab-biamo i Centri europei per il con-trollo delle malattie che lavorano sulla “rete” umana, e l’Autorità eu-ropea per la sicurezza alimentare impegnata sul fronte della salute animale. A testimonianza del fatto che Bruxelles porta avanti la linea di una gestione unica della que-stione, i due organismi incrociano i loro dati. Ma questo avviene solo una volta l’anno. È normale che serva così tanto tempo per individuare l’origine di un ceppo epidemico?

I meccanismi della globalizzazio-ne che portano il cibo sul nostro tavolo sono molto complessi. Tro-vare la fonte del contagio tra deci-ne di prodotti diversi, passati attra-verso “mille” diversi canali di ap-provvigionamento alimentare, è quindi complicato. Occorre antici-pare le mosse del batterio, sensibi-lizzando i ricercatori a condivide-re in tempo reale i dati del moni-toraggio effettuato sui singoli pro-dotti. Un approccio improntato al-la trasparenza che consente di evi-tare ingenti costi sia dal punto di vista sanitario che commerciale.

Arrestato ieri Ludovico Ucciero, imprenditore casertano «vero e pro-prio concorrente esterno del clan dei Casalesi». Grazie al loro appog-gio, si sarebbe «aggiudicato sistematicamente appalti e commesse per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti», durante l’emergenza, fi-nanziando poi i «capizona» del gruppo Bidognetti. Ucciero, già noto alle cronache giudiziarie, si occupava anche del trattamento del per-colato, dei fanghi dei depuratori, dell’espurgo degli scarichi fognari.

Code e disagi agli sportelli. Per fare luce sulla lunga notte delle Po-ste italiane, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine, per ora senza ipotesi di reato né indagati. Secondo l’Ad Massimo Sar-mi, a mandare in tilt il sistema sarebbe stato il nuovo software usa-to dall’azienda. Sarà ora il procuratore aggiunto Nello Rossi del pool reati informatici, a cui è stata affidata l’iniziativa giudiziaria, a chia-rire se in questa vicenda ci siano profili di tipo penale.

In manette imprenditore vicino ai Casalesi

Rifiuti

© D

I MEO

/AN

SA

Page 4: TERRA - quotidiano del 09/06/2011

giovedì 9 giugno 20114

Nella Capitale alle 13 nei pres-si di Piazza di Spagna è previ-sta una “gavettonata” pro-refe-rendum, alle 15 invece l’appun-tamento è con “il miglio nu-do” a Via Sant’Ambrogio, una corsa nudista verso Monteci-torio: a Milano alle 17 è previ-sto un incontro di sensibilizza-zione sui temi del referendum, a Bolzano alle 17.30 parte una “biciclettata” per la città di tut-te le forze che appoggiano i re-ferendum, Ancora: a Trento al-le 18 inizia un concerto, a Pado-va invece si terrà uno spettaco-lo teatrale “per liberare l’acqua e cancellare il nucleare”. ad Asco-li la proiezione del film “L’acqua dei Sibillini, sangue della terra”, a Napoli si apre “Ma la notte...sì”: una notte insonne a spasso per il centro storico tra spetta-coli e musica. A mobilitarsi pe-rò non sono solo i grandi cen-tri: da Pontinia (Latina) a Cava dei Tirreni (Salerno) fino a Mot-tola (Bari) si succedono happe-ning, volantinaggi e assemblee

pubbliche. In più, domani a Vel-letri, in provincia di Roma, città simbolo della lotta contro l’ar-senico, una pericolosa sostan-za contenuta nell’acqua potabi-le distribuita nella zona, sarà in-vece la volta di una marcia con-tro la privatizzazione dei servi-zi idrici; a Campobasso è sta-ta convocata una critical mass,

Mariagrazia Midulla, del Comi-tato “Vota sì per fermare il nu-cleare” è fiduciosa sull’esito del referendum: «Di energie in cam-po ce ne sono tante e le possi-bilità di riuscita sono molte ma non per questo bisogna smettere di darsi da fare: a ognuno di noi spetta di convincere un indeci-so. Quello di domenica è un ap-

© M

oN

ALD

o/L

APR

eSSe

>>Primo piano>>

Referendum, meno treDi corsa verso il quorumAnitori dalla prima

Al voto Dal Nord al Sud del Paese si moltiplicano le iniziative a sostegno della consultazione popolare del 12 e 13 giugno per «liberare l’acqua e cancellare definitivamente il nucleare»

puntamento importante, il refe-rendum è l’occasione per inver-tire la rotta, per mettere fine alla strategia nucleare del governo e al business che nasconde, per ri-badire la necessità di preservare i beni comuni e promuovere un modello di sviluppo sostenibile e partecipato». La mobilitazio-ne, intanto, continua.

omano Prodi è stato il premier italiano che nel 2007 diede vita all’accor-do tra l’enel ed edf, che

allora riguardava però esclusiva-mente la costruzione di un nuo-vo reattore in Francia. Riguardo all’Italia, l’ex presidente del Consi-glio ritiene che «il treno nucleare ormai lo abbiamo perso e quando si è perso un treno è molto diffici-le corrergli dietro. Quanto costa? Quali sono le incertezze nel fu-turo? Ne abbiamo bisogno aven-do capacità produttive in ecces-so? Dobbiamo rispondere a tutte queste domande, poi si potrà di-re sì o no». Al precedente referen-dum del novembre 1987 «sono stato uno dei pochissimi a votare a favore del nucleare, perché l’Ita-lia aveva una capacità tecnica che ora non c’è più», continua Prodi.

Alessandro De Pascale

RMa ora la situazione è profon-damente mutata. Quanto agli altri quesiti ambientali, per l’ex leader dell’Unione «il problema dei servizi fondamentali è serio, beni come l’acqua sono un altro discorso rispetto alle privatiz-zazione». Anche perché a livello europeo «la direttiva dice che l’acqua non è un prodotto commerciale, al pari de-gli altri, ma un patrimo-nio che va protetto, dife-so e trattato come tale, come strumento di equi-librio del territorio».Professore, questo we-ekend andrà a votare per i referendum?Sicuramente. Ritengo sia un diritto civi-co e di conseguen-za un dovere de-mocratico da eser-citare per partecipare alla

propria vita nazionale. Secondo lei il quorum verrà raggiunto?Mi auguro che la maggioranza degli italiani vada a votare. Il che non è scontato visto che agli ulti-mi referendum hanno avuto tan-te difficoltà ad attrarre gli eletto-ri e di conseguenza il risultato è

stato diverso. Spero che que-sta consultazione abbia meno problemi, ma il quo-rum resta l’aspetto e l’inter-rogativo più importante, e

in tutta onestà spero sia raggiunto, dato il grande entusia-smo che sto re-gistrando per il voto di domeni-ca e lunedì. Cosa pensa dei quesiti?

Ribadisco che il problema è andare a

votare, il resto verrà da solo. Que-sti sono sicuramente temi da re-ferendum, cioè i grandi orienta-menti del Paese.C’è stata una corretta informa-zione ai cittadini sul voto? Finora assolutamente no. Del resto pendeva un giudizio del-la Corte. Quindi la spiegazione dei quesiti e di cosa c’era in bal-lo poteva infatti partire solo do-po la pronuncia dei giudici. ora che è arrivata ritengo però che l’informazione si possa e si deb-ba fare. Spero quindi che venga avviata un’adeguata campagna informativa. Nel caso vincano i sì, il risulta-to avrà delle conseguenze sul governo?Preferisco fermarmi qui, non vo-glio andare oltre il tema specifi-co. Tutto il resto non fa parte del-la mia attuale attività. In corrido-io ho parlato anche troppo.

«Domenica e lunedì andiamo tutti a votare»

Intervista A colloquio con l’ex premier Romano Prodi: «Su questo appuntamento registro un grande entusiasmo. Adesso spero ci sia un’adeguata campagna informativa, finora assente»

Chi teme l’esito dei referen-dum da mesi ha messo in at-to una strategia, sino ad ora fallita, tesa ad evitare il rag-giungimento del quorum ne-cessario (in Italia per essere validi, a differenza di altri Pa-esi, è necessario che si rechi-no alle urne la metà più uno degli aventi diritto). Il pri-mo obbiettivo di questo no-stro appello è quindi quello di far esprimere, attraverso il loro voto, il maggior nume-ro di cittadini possibile. Tan-to più in una regione come la nostra, la Calabria, dove sto-ricamente la partecipazione elettorale è inferiore alla me-dia nazionale. Sarebbe un se-gnale importante di riscatto e di volontà di contare che i ca-labresi non devono farsi sfug-gire. Inoltre la nostra regione ha tanti buoni motivi in più per esprimersi con quattro sì al referendum: ha grandi po-tenzialità nelle energie rin-novabili, ancora largamen-te sprecate, e un territorio ad alto rischio sismico oltre che esposto, in tante aree, al dissesto idrogeologico che lo rendono incompatibile con la scelta nucleare; sulle pro-prie spalle ha già sperimenta-to la privatizzazione dell’ac-qua, ricevendone solo i danni (aumento spropositato delle tariffe di cui si è occupata an-che la Corte dei Conti), men-tre nulla è stato fatto per ave-re una seria gestione pubbli-ca del sistema idrico integra-to; infine in una Calabria ad alta penetrazione mafiosa e dove la legalità per molti è considerata un optional riaf-fermare il principio che la leg-ge è uguale per tutti è una ga-ranzia culturale, prima anco-ra che istituzionale, da difen-dere con grande forza. ecco perché come sindaci calabre-si, certi di interpretare i sen-timenti di tanti che non sia-mo per ragioni di tempo riu-sciti a contattare, invitiamo i nostri concittadini e tutti i ca-labresi ad andare a votare. A mobilitarsi perché in tanti lo facciano, esprimendo la loro scelta consapevole e senten-dosi partecipi con il loro di-retto contributo della stagio-ne nuova che sta animando il nostro Paese.

Gianni Speranza, sindaco di Lamezia Terme; Nicola Bel-

castro (Cotronei); Renato Bel-lofiore (Gioia Tauro); Luca

Branda (S. Agata D’Esaro); Mimmo Ceravolo (Laureana

di Borrello); Carolina Girasole (Isola Capo Rizzuto); Mimmo

Lucano (Riace); Giovanni Manoccio (Acquaformosa);

Salvatore Migale (Cutro); Elisabetta Tripodi (Rosarno);

Peppino Vallone (Crotone)

«Noi sindaci votiamo sì»

© SCRoBogNA/LAPReSSe

Angelo Bonelli e Fabio Rampelli ieri a Montecitorio

Segue dalla prima

Page 5: TERRA - quotidiano del 09/06/2011

giovedì 9 giugno 2011 5

Inchiesta

ne da energia nucleare (come ha denunciato la società Esperia Spa e hanno confermato alcune inter-rogazioni parlamentari). Inoltre, il Gse ha permesso anche all’Enel di emettere certificati verdi, so-stenendo dunque con incentivi le centrali idroelettriche che, al con-trario di quelle fotovoltaiche ed eoliche, sono già oggi molto red-ditizie e non avrebbero bisogno di

sostegno. Una deci-sione, quella del ge-store, che ha susci-tato grandi polemi-che. Non solo per-ché in questo mo-do vengono di fatto distrutti tutti i pic-coli e medi produt-tori di energia pu-

lita. Ma anche perché tra Enel e Gse c’è un rapporto strettissimo. Quasi tutti i dirigenti dell’ente di controllo (che nasce dalle cene-ri del Grtn, Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, un tem-po proprietà di Enel) provengono dal colosso dell’elettricità, com-preso l’amministratore delegato Nando Pasquali.

Pavia nell’impianto del-la Riso Scotti l’elettricità prodotta con rifiuti tossi-ci si trasformava miraco-

losamente in energia pulita. Tut-to “merito” dei funzionari del Gse, l’ente che avrebbe dovuto verifica-re che le fonti fossero davvero rin-novabili. Grazie a una loro firma sui certificati, l’energia che usciva dall’inceneritore risultava “verde” e quindi riceveva incentivi e veni-va pagata molto di più sul merca-to. Secondo la Procura di Milano la truffa dell’elettricità sporca, ven-duta come pulita, ha fruttato alla Riso Scotti Energia oltre 17 milio-ni di euro tra il 2005 e il 2009. Quel-la dei funzionari dei Gestore dei servizi elettrici, pe-rò, non sarebbe sta-ta una semplice di-sattenzione. Stando all’inchiesta coor-dinata da Ilda Boc-cassini, di mezzo ci sarebbero tangen-ti per oltre 130mila euro. «Tutto il Gse va lubrificato», spiega in un’inter-cettazione telefonica, pubblicata nell’ordinanza di custodia caute-lare, Nicola Ostellino, consulente (arrestato) di Assoelettrica, l’asso-ciazione che mette insieme i pro-duttori di energia italiani. Dal can-to suo, la dirigenza del Gse si di-chiara parte lesa, precisando di es-sere «estranea rispetto a eventua-li comportamenti attuati da sin-goli». Insomma, se dovesse esse-re davvero dimostrata la corruzio-ne, si tratterebbe soltanto di “me-le marce”. Ma all’interno del Gse, che è allo stesso tempo soggetto erogatore degli incentivi e sogget-to controllore, quante mele marce potrebbero nascondersi?

Il grande monopolistaPoco conosciuto dal grande pub-blico, ignorato dai grossi mezzi di informazione, il Gestore dei ser-vizi elettrici ha un ruolo centrale nelle politiche energetiche italia-ne. Istituito nel 1999 con il decre-to Bersani che in Italia ha intro-dotto la liberalizzazione del set-tore elettrico, è una società per azioni, al 100 per cento di proprie-tà del ministero dell’Economia. Il suo compito essenziale è far cre-scere la produzione di energia pu-lita in Italia. A questo scopo gli vengono affidati ogni anno oltre 6 miliardi e mezzo di euro, che pro-vengono dall’aliquota A3, paga-ta dagli italiani nella bolletta del-la luce. E nel campo delle energie rinnovabili il Gse in Italia gode di poteri pressoché assoluti e con-trolli limitatissimi: concede gli in-centivi per gli impianti che pro-ducono energia da fonti rinnova-bili, acquista dai produttori l’elet-tricità girandola sul mercato ed emette e vende i certificati verdi. Ma soprattutto è il Gestore a de-cretare se l’energia è pulita o no. Lo fa attraverso un certificato che si chiama Iafr, che qualifica gli im-

pianti alimentati con fonti rinno-vabili (da cui l’anagramma).

Senza controlliI funzionari del Gse sono dun-que tenuti a verificare che quan-to dichiarato dai produttori corri-sponda alla realtà: nel caso di Riso Scotti Energia, avrebbero dovuto accertare che l’elettricità prodot-ta dall’inceneritore derivava effet-

tivamente da bio-masse e da scarti di riso e non da rifiu-ti generici o addi-rittura pericolosi. Ma quando il Gse rilascia un certifi-cato, non c’è nes-sun ente al di so-pra che può con-

trollare ed eventualmente con-testare l’operato della società. Neppure l’Autorità per l’energia e il gas, che sarebbe l’organo di vi-gilanza: «L’autorità non ha il po-tere di verificare la validità del-la certificazione rilasciata dal Gse», ha risposto in una delibera del 10 gennaio a una società che aveva presentato un ricorso.Non sempre però le decisioni del Gse sono corrette. Nel 2009, ad esem-pio, l’Unione Europea sbugiar-dò i dati forniti sulla produzione di energia verde. Il Gestore faceva passare per energia pulita anche l’elettricità prodotta con l’incene-rimento dei rifiuti. Senza questo “gioco di prestigio” l’Italia non sa-rebbe stata infatti in grado di rag-giungere la quota del 20 per cento stabilita dall’Europa per l’utilizzo di fonti rinnovabili. Il nostro paese avrebbe rischiato una multa. Ma

il Gse d’altronde non è un organi-smo autonomo, ma dipende diret-tamente dal governo. Allo stesso modo hanno fatto molto discute-re le misure contenute nel provve-dimento conosciuto come “Salva Alcoa”, difeso e voluto fortemente dalla dirigenza del Gestore dei ser-vizi elettrici. «Si è finito purtroppo con il favorire numerose truffe nel settore», spiega Massimo Sapien-za, presidente di Asso Energie Fu-ture, che riunisce centinaia di pro-duttori nel campo del rinnovabile. La nuova normativa, che rientra in un pacchetto di misure adotta-te dal governo per salvare i dipen-denti della multinazionale ame-ricana in Sardegna, ha reso mol-to più bassi i controlli nell’iter au-torizzativo per il riconoscimento delle centrali fotovoltaiche. Se pri-ma per vedersi riconosciuto il di-ritto agli incentivi bisognava indi-care il numero di serie di ogni sin-golo pannello, con il “salva Alcoa” questo è diventato facoltativo. «E così si è arrivati a oltre 60mila ri-chieste. Il Gse non è riuscito a va-lutare se tutte le dichiarazioni cor-rispondevano al vero e ha affidato

© A

NSA

>>Primo piano>>

Tutte le ombre del GseColosso senza controlli

Giorgio Mottola

A

Inchiesta L’indagine sull’inceneritore di Riso Scotti coinvolge anche il Gestore dei servizi elettrici, il grande monopolista che amministra oltre 6 miliardi di euro per sostenere le rinnovabili

una parte dei controlli a società di consulenza esterne», ricorda Sa-pienza. Anche in questo caso, chi dà gli incentivi è lo stesso soggetto che controlla.

Il caos dei certificati verdiAncora più paradossale è la ge-stione dei certificati. Vengono as-segnati alle aziende che produco-no energia utilizzando fonti rin-novabili in base al-la quantità di CO2 non emessa. Le in-dustrie che, inve-ce, utilizzano fon-ti fossili (petrolio, carbone e gas) so-no tenute ad acqui-starli dalle impre-se che ne dispon-gono. La supervisione della com-pravendita spetta appunto al Gse. Sotto agli occhi del gestore, da di-versi anni, sta andando avanti una truffa da 500 milioni di euro. Molte aziende, per evitare di pa-gare il certificato verde, importa-no energia dall’estero, che, gra-zie alle garanzie di origine, risul-ta verde, ma che in realtà provie-

Società per azioni, ma interamente controllata dal governo, ha il doppio ruolo di erogatore di fondi e controllore

Nel rilascio dei certificati verdi ha favorito Enel penalizzando i piccoli e medi produttori di energia pulita

Centrale termoelettrica di La Casella. Comune di Castel San Giovanni (Pc)

Page 6: TERRA - quotidiano del 09/06/2011

giovedì 9 giugno 20116

In alto a sinistra, noci di petrolio intrappolate dalla materia organica a Tarball. A destra in alto, bagnanti in una spiaggia di Grand Isle. A fianco, il Memo-riale degli undici operai morti du-rante l’esplosione della piattaforma Deepwater hori-zon a Grand Isle

>>Esteri>>

Viaggio nel Golfo del Messico un anno dopo la marea nera

La grande Baia Barataria è un’insenatura nella quale le palu-di del delta del Mississippi incon-trano il Golfo del Messico. Si trova tra i porti di Venice e Grand Isle, due luoghi diventati simbolo del-la marea nera. «Mettetevi questi calzari per non rovinarvi le scar-pe - raccomanda Weigel - qui c’è ancora petrolio», avverte inaspet-tatamente. «Ormai si è sedimen-tato, formando uno strato catra-moso denso come burro d’ara-chidi». Infatti prendendo in ma-no una zolla di terreno, vediamo uscire liquido nero fresco. C’è ne ovunque. Non lontano, su Man-grove Island, i pellicani sono in-tenti a pattugliare i nidi. A miglia-ia svolazzano intorno al reticolo di Mangrovie, molte rinsecchite o già morte. «Non sappiamo se so-

Bompan dalla prima Foto di Giada Connestari

Reportage Terra torna nell’area di New Orleans, colpita dalla più grande fuoriuscita di greggio della storia. Tra biodiversità marina a rischio, economia e pesca distrutte e residenti ammalati

tre anni tornerà ad essere quello di prima». In tanti ringraziano la Bp, anzi, i suoi assegni di risarcimen-to danni da 1.000 a 5.000 dollari con i quali cercarono di far passa-re ai residenti la voglia di avviare costose class action. «I turisti so-no tornati e le spiagge sono bian-che come mai prima», assicura Jo-sie Cheramie, responsabile dell’uf-ficio turistico di Grand Isle. Sulla spiaggia qualche tenda, bambini che giocano, pescatori che scru-tano l’orizzonte in lontananza. «I problemi iniziano proprio quan-do il petrolio non si vede più, visto che la gente dimentica in fretta», spiega Darryl Malek-Wiley, diret-tore dell’organizzazione ambien-talista Sierra Club della Louisiana. «La marea nera per ora rimane vi-

va solo nella memoria di coloro che aspettano un risarcimento e di chi non si è mai fatto inganna-re dagli occhi», aggiunge. Bill Nun-gesser, presidente della provincia di Plaquemine Parish, una delle più colpite, non si è mai piegato ai diktat della Bp. Nell’intervista che ha rilasciato a Terra, al termine di una riunione sulla preparazione per l’emergenza uragani, è un tor-rente in piena: «La marea nera è ancora qui, c’è ancora petrolio. In questi giorni inizia la stagione dei tornado e il greggio che si nascon-de sotto la superficie potrebbe es-sere portato sulla costa da venti e moti ondosi. Inoltre la Bp non ha lasciato nessun equipaggiamento per fronteggiare una nuova emer-genza, questa compagnia è stata e

tuttora è un’irresponsabile», attac-ca il presidente della provincia.

Una marea di danniSecondo il direttore di Sierra Club in Louisiana, Malek-Wiley, c’è poi la questione dei problemi di sa-lute correlati al disastro e all’uso dei dispersanti chimici. «Centina-ia di persone - denuncia - anco-ra oggi soffrono di sanguinamen-to dal naso, vomito, nausea, stra-ni sintomi. Un ragazzo di 22 anni perfettamente in salute ha avuto la pessima idea di an-dare a nuotare nono-stante la marea nera, ha iniziato ad accusa-re malesseri, oggi si ri-trova su una sedia a rotelle e nessuno sa dire perché. Sono so-prattutto coloro che hanno lavorato nelle operazioni di pulizia a soffrirne», conclude Malek-Wiley. Le indagini sanita-rie tuttora mancano. E molte per-sone affette da problemi di salu-te (respiratori o tumori) non han-no potuto rilasciare commenti in quanto processo con la Bp. Ma a giudicare dal numero di class ac-tion, i malati sono in crescita. An-che l’economia è stata contami-nata. «Questo è il momento chia-ve per capire gli effetti economi-

ci - ammette Nungesser, governa-tore di Plaquemine Parish - e non sappiamo se il pesce sarà com-mestibile in futuro, cosa che po-trebbe compromettere sia questa attività che il turismo. Se si ripe-te quanto successo in Alaska, do-ve dopo anni i pesci hanno inizia-to ad ammalarsi, siamo rovina-ti». E anche qui qualche caso stra-no caso si inizia a registrare. Abby Cheramie racconta di aver pesca-to decine di pesci con una strana infezione alle pinne: «Colpa del

petrolio?», chissà. Gli stessi rimborsi della Bp non sono arriva-ti a tutti. «Io non ho visto un soldo - de-nuncia la proprieta-ria del ristorante Sa-ra’s di Grand Isle - in quanto chi ha gli av-

vocati si è fatto rimborsare subi-to, gli altri hanno ottenuto pic-coli assegni o addirittura nul-la». Una fonte interna all’ammi-nistrazione della Louisiana, che vuole rimanere anonima, ritiene che «entro il prossimo anno ver-rà ogni richiesta di rimborso: la Bp ha messo sul piatto 5 miliar-di di dollari, forse ne metteran-no altrettanti e poi diranno “ora è tutto pulito, l’economia è rista-bilita, possiamo andare via”».

Gli ecologisti del Sierra Club: «Centinaia di persone lamentano strani sintomi»

no state uccise dal petrolio, cer-to è una moria strana», ammette la nostra guida. I pellicani ci scru-tano da lontano. «Aspettiamo di contare le uova per valutare se il greggio e gli agenti chimici han-no avuto effetti sulla riproduttivi-tà degli uccelli e sulla loro salute. Useremo foto satellitari e faremo indagini a campione. Ma nelle ca-tene alimentari, come dimostrato in altri incidenti come quello del-la petroliera Exxon Valdez, posso-no volerci decenni prima che gli effetti devastanti si mostrino in pieno». Chiediamo se hanno regi-strato fenomeni anomali tra i pe-sci. «Ultimamente sono stati tro-vati numerosi delfini morti, ma è troppo presto per fare una cor-relazione scientifica tra petrolio, solventi e salute del bioma mari-no», risponde Weigel.

Il petrolio invisibileLa marea è scomparsa tre volte. Prima dal mare quando la British Petroleum (Bp), con l’uso abbon-dante di dispersanti chimici, ha fatto scomparire le infinite lingue oleose dalle acque del Golfo scin-dendole in una miriade di picco-li agglomerati. Da allora l’attenzio-ne della stampa è scemata. Il poz-zo è stato chiuso e per gestire i 20 miliardi di dollari dei risarcimen-ti della Bp hanno nominato un re-sponsabile federale. Si sono anche diffuse voci sulle truffe ai danni del gigante petrolifero, ma poi non si è saputo più nulla. La crisi della marea nera durerà ancora a lungo, del resto i tempi della natura sono molto distanti da quelli dei media, anche se è scomparsa dai pensie-ri della gente. «Vogliamo guarda-re oltre», conferma Joseph Patton, chef dello storico Bourbon House, nel quartiere francese di New Or-leans. «Le nostre ostriche sono ot-time - ricorda - e il pesce in due o

Page 7: TERRA - quotidiano del 09/06/2011

giovedì 9 giugno 2011 7

Dossier

a crisi globale ha trovato un’Italia «anestetizzata» dal punto di vista eco-nomico-finanziario, cer-

to, ma anche sul fronte di diritti, welfare, sviluppo ed ambiente. Il Paese, in crisi nella crisi interna-zionale, non ha saputo proporre un ripensamento dei modelli ac-celerando gli effetti della “politica del cerotto” rappresentati dall’im-poverimento e dalla crescita del-le disuguaglianze. Con questo ri-goroso giudizio, le oltre mille pa-gine del Rapporto sui Diritti globa-li 2011 presentato ieri nella sede centrale della Cgil collegano, gra-zie a dati e statistiche attingendo altresì a storie significative, i mo-vimenti internazionali alle pecu-liarità del caso italiano. Il lavoro periodico pubblicato da Ediesse raggruppa gli interventi di mol-te associazioni tra cui Arci, Ac-tionAid, Antigone, Legambien-te e Fondazione Basso che, cia-scuna nel proprio ambito d’azio-ne, ha visto aumentare disparità sociali e diminuire gli aiuti. I tagli al welfare sono ovunque eviden-ti, ridotti nell’intervallo dal 2008 a oggi del 78,7 per cento, «pas-sando da 2.527 milioni stanziati nel 2008 ai 538 milioni della legge di stabilità 2011». Significa che il Fondo per la non autosufficienza è stato azzerato insieme a quel-lo per l’inclusione degli immigra-ti, nato sotto il governo Prodi; in via d’esaurimento il Fondo na-zionale per le politiche sociali, il sostegno all’affitto e quello all’in-fanzia, nonostante siano arrivati a oltre 1 milione e 700mila i mi-nori in condizione di povertà re-lativa. Il pensiero corto dell’in-vestimento nel Terzo settore si è trasferito, su scala internaziona-le, nella riduzione massiccia de- ©

AP/

LAPr

ESSE

Italia ferma a un modello di sviluppo insostenibileDina Galano

L

Dossier Presentato ieri a Roma dalla Cgil il Rapporto sui diritti globali 2011. Tutti i numeri e i volti di un’economia anestetizzata e di una società sempre più diseguale e disgregata

gli aiuti alla cooperazione al pun-to che il segretario di ActionAid Italia, Luca De Fraia, parla di «ac-canimento italiano» quando «al-tri Paesi conservatori, come la Gran Bretagna, hanno fatto scel-

te diverse». Perfino la Cina, sot-tolinea Sergio Segio curatore del dossier, «sta presentando già dal prossimo mese interventi di so-stegno alle famiglie e maggiori di-ritti sindacali». rispetto all’Euro-

pa, poi, il tasso di sovraffollamen-to delle carceri italiane «è secon-do soltanto a Bulgaria e Cipro e questi numeri», sottolinea il pre-sidente dell’Associazione Antigo-ne Patrizio Gonnella, «sono il se-

>>Diritti>>

Meno prevedibile è la constatazione che le misure prese a seguito della crisi globale non solo hanno premiato i suoi responsabili, ma hanno accuratamente evitato ogni mutamento di rotta quanto a modelli di sviluppo, di produzione e di consumo. C’è un dato macroscopico che vale più di molti discorsi: tra il 2007 e il 2009 banche e istituti finanziari nel mon-do hanno perso 851,6 miliardi di dollari (più della metà negli Usa) e hanno rice-vuto aiuti pubblici dai governi addirittura

superiori, 873 miliardi dollari. Tanto che hanno ricominciato a distribuire preben-de e bonus milionari ai propri manager, come nulla fosse successo. Invece, gli ef-fetti delle bolle speculative, l’onda lunga dei mutui subprime, l’inquinamento del-le economie sono assai tangibili e pesano sulla condizione di centinaia di milioni di persone. Dal 2008 al 2011 le voci prin-cipali di spesa sociale hanno visto tagli complessivi del 78,7%. È un dato italiano ma la tendenza è la stessa in molti Paesi europei, così come negli Usa. Per salvare il sistema finanziario, si stanno letteral-mente massacrando welfare e protezioni sociali, tagliando pensioni, sanità, scuo-la, diritti. La grande crisi, prima finanzia-ria e poi economica, è divenuta crisi poli-

tica e di sistema. L’ipertrofia dello svilup-po ha fatto bancarotta fraudolenta. Il ne-oliberismo si è dimostrato un sistema di rapina e di subordinazione del bene co-mune alla religione fondamentalista di un profitto per pochi, immediato, senza regole né limiti. Il “movimento dei movi-menti”, del resto, denunciava inascolta-to i rischi di questo sistema fin da Seat-tle nel 1999.Ma, un po’ come avviene per il berlusco-nismo, il modello tenta di sopravvivere a se stesso. Così che la crisi non può che continuare, le bolle speculative moltipli-carsi e l’economia predatoria nella logica della shock economy prosperare. Mentre a quella economica si affianca e intrec-cia, sempre più grave, la crisi climatica,

con tutti i fenomeni correlati: dai profu-ghi ambientali alla questione alimenta-re, dai riflessi in termini sanitari e di mor-talità alle calamità - si fa per dire - natu-rali. Ancora timidi, ma presenti, i segnali in controtendenza, a partire dalla cresci-ta della green economy e dai nuovi mo-vimenti e fermenti giovanili, nel Sud del Mediterraneo e in Europa. Purché que-sti riescano a costituire effettiva solleci-tazione al mutamento di paradigmi, al-la conversione ecologica dell’economia e verso una svolta solidale e di equità nei rapporti tra il Nord e i Sud del mondo. So-no queste le precondizioni per uscire dal vicolo cieco della modernizzazione re-gressiva e per garantire davvero il futuro, del pianeta e di chi lo abita.

Se la crisi aumenta le diseguaglianze

gnale di una profonda disegua-glianza che produce violazioni di diritti». Dalla riunione di ieri, cio-nonostante, è arrivato l’unani-me sostegno al voto referendario sentito come ineluttabile prova

della tenuta di «un modello di svilup-po alternativo» nel Paese. I movimen-ti per l’acqua pub-blica», nota il presi-dente dell’Arci Pao-lo Beni, costituisco-no «innanzitutto un punto di svolta cul-

turale che si auspica avrà effetto nelle dinamiche di discussione pubblica». Fukushima, non certo un incidente da sfruttare sull’on-da dell’emotività bensì «occasio-ne per spiegare e capire le conse-guenze possibili di una scelta nu-cleare», secondo Maurizio Gub-biotti di Legambiente. Seguendo il pensiero di Hannah Arendt, se è vero che va difeso «il diritto ad avere tutti i diritti», si deve rico-noscere che si sta assistendo al-la «generalizzazione delle viola-zioni» su scala globale: «diritto alla vita, alla salute e all’ambien-te sano sono connessi e trasver-salmente rivendicati», insegna Simona Fraudatario della Fonda-zione Basso. Nel 2010 si sono con-tati oltre 40mila ecoprofughi nel mondo e la cifra di 250mila per-sone in fuga da calamità naturali entro il 2050 sembra sempre più stimata per difetto. La Green eco-nomy è uno dei settori che esco-no vincenti dal bilancio 2010, vet-tore di «conversione sostenibile a portata di mano» e primo tassel-lo nella marcia alla Green revolu-tion. rispetto agli impegni vinco-lanti di riduzione delle emissioni, tuttavia, l’Italia delle “grandi ope-re” si conferma «un Paese dalle strategie miopi».

Segio dalla prima

Dalle associazioni un appello unitario per i referendum, diventati «un importante momento di crescita culturale»

Page 8: TERRA - quotidiano del 09/06/2011

giovedì 9 giugno 20118

© S

CIA

KY/A

nSA

Cinque quesiti per l’ambienteVerso il voto Domenica 12 e lunedì 13 giugno per i milanesi la chiamata alle urne è doppia: c’è anche il referendum consultivo

ltimissimi giorni di mo-bilitazione per i refe-rendum cittadini prima della “doppia” chiama-

ta alle urne che interesserà i mi-lanesi nel fine settimana del 12 e 13 giugno. Enrico Fedrighini, membro del comitato promoto-re MilanoSìMuove ed esponente dei Verdi milanesi, disegna con Terra la Milano del futuro, quel-la Milano che prenderebbe vita con il superamento del quorum e la vittoria del “sì”. Perché andare a votare per i cinque referendum cittadini?Perché sono un’occasione irripe-tibile per cambiare radicalmen-te Milano sugli aspetti ambien-tali che oggi la città presenta, a partire dal traffico e dallo smog, dalla carenza di verde, dall’ener-gia che viene prodotta e consu-mata in città, dal punto di vista del sistema dei navigli e dalla ge-

Anna Pellizzone

U

l 12 e 13 giugno, negli stes-si giorni in cui si voterà per i referendum naziona-li, i milanesi saranno chia-

mati alle urne anche per espri-mere il proprio parere su cin-que quesiti cittadini di stam-po ambientalista. I referendum proposti dal comitato “Milano-SìMuove”, delineano una possi-bile trasformazione urbana che interessa i sistemi della mobili-tà, dell’energia, del verde, delle acque e dell’utilizzo dello spa-zio cittadino che potrebbero portare Milano a diventare cit-tà all’avanguardia per il rispet-to dell’ambiente e per la qualità della vita. A differenza di quelli nazionali sono consultivi e per essere validi devono raggiun-gere il quorum del 30 per cen-to degli aventi diritto al voto. Di seguito vengono presentati nel dettaglio i 5 quesiti. Scheda di colore marrone: ri-duzione di traffico e smog attra-verso il potenziamento dei mez-zi pubblici, l’estensione di “eco-pass” e la pedonalizzazione del centro : «Volete voi che il Comu-ne di Milano adotti e realizzi un piano di interventi per potenzia-re il trasporto pubblico e la mo-bilità “pulita” alternativa all’au-to, attraverso l’estensione a tutti gli autoveicoli (esclusi quelli ad emissioni zero) e l’allargamen-to progressivo fino alla “cerchia ferroviaria” del sistema di acces-so a pagamento, con l’obiettivo di dimezzare il traffico e le emis-sioni inquinanti».Vota sì chi è favorevole all’esten-sione di Ecopass e alla pedona-lilzzazione del centro cittadino. Provvedimenti atti al potenzia-mento dei trasporti pubblici e delle piste ciclabili; all’estensio-ne del bike sharing e al prolun-gamento sino all’1,30 del servi-zio di metropolitane. Al poten-ziamento dei servizi taxi e al di-vieto di circolazione nelle ore critiche dei mezzi commercia-li per carico e scarico entro la cerchia dei Bastioni. Vota no chi non vuole che l’amministrazio-ne si impegni a realizzare i pro-getti oggetto del referendum nu-mero uno.

Scheda di colore azzurro: raddoppiare gli alberi, il ver-de pubblico cittadino e ridur-re il consumo di suolo. «Vole-te voi che il Comune di Milano adotti tutti gli atti ed effettui tut-te le azioni necessarie a: ridur-re il consumo di suolo destinan-do almeno il 50 per cento del-le grandi superfici oggetto di ri-qualificazione urbanistica a ver-de pubblico ed escludendo l’as-segnazione di diritti edificato-ri a fronte della realizzazione di

Erica Sirgiovanni

I

«Per un cambio radicale»Intervista Parla Enrico Fedrighini, esponente dei Verdi e membro del comitato MilanoSìMuove

stione di quello che vi verrà la-sciato in eredità dall’Expo. Cosa presenta di nuovo que-sta consultazione cittadina?Questi referendum rappresenta-no un’iniziativa importante an-che per quanto riguarda la par-tecipazione dei cittadini, chia-mati a dare degli indirizzi sul fu-turo della città e quindi ad esse-re degli attori diretti. In Italia è la prima volta dei referendum cit-tadini riguardano una visione complessiva della città, con al centro la qualità ambientale. Quali sono i temi dei quesiti?nel primo quesito si prevede l’ap-plicazione estesa a tutti i veicoli di una forma di pedaggio urba-no vicina alla congestion charge di Londra. Ogni centesimo rica-vato dal pedaggio sarà finalizza-to ad acquistare autobus, tram, a realizzare piste ciclabili, corsie per i mezzi di trasporto pubbli-co, per alimentare una riconver-sione ecologica del sistema del-

la mobilità urbana, un nodo cen-trale per Milano, oggi perenne-mente fuori legge per quanto ri-guarda l’inquinamento. Votando sì al quesito sul verde si aprirà finalmente la possibilità di riconvertire un territorio che ormai è quasi per il 70 per cento urbanizzato e cementificato.Se il quesito sull’energia puli-ta passerà sarà possibile mette-re fuori legge le centrali a gasolio e dare incentivi e sviluppo alle energie rinnovabili, mentre per quanto riguarda la consultazio-ne su Expo l’aspetto centrale è il mantenimento del parco agroa-limentare, che consentirebbe di evitare l’ennesima realizzazione di quartieri residenziali a 10mi-la euro al metro quadrato. Infi-ne i cittadini saranno chiama-ti a decidere sulla riqualificazio-ne del sistema idrico dei navi-gli. Milano è una città che galleg-gia sull’acqua, ma oggi purtrop-po ce ne si accorge solo quan-

do il Seveso e il Lambro esonda-no. Milano deve riscoprire il suo rapporto con il sistema dell’ac-qua che può essere un elemen-to anche di valorizzazione turi-stica di aree che adesso sono as-solutamente degradate, come ad esempio la Darsena.Quali sono i prossimi appun-tamenti per sostenere i “sì”?L’appuntamento è domani alle 1830 in piazza Duomo, per un comizio conclusivo della cam-pagna dei 5 referendum. Poi al-le 20 si partirà con una biciclet-tata per la città. Bisogna votare, e votare sì.

“servizi” che comportino consu-mo di suolo; preservare gli albe-ri e le aree verdi esistenti; garan-tire il raddoppio del numero di alberi e dell’estensione e delle aree verdi e la loro interconnes-sione entro il 2015, assicurando che ogni residente abbia a di-sposizione un giardino pubblico con aree attrezzate per i bambi-ni a una distanza non superiore a 500 metri da casa?»Vota sì chi chi vuole il raddop-pio degli alberi e delle aree verdi all’interno del territorio comu-nale, chi desidera che almeno la metà della superficie degli in-

terventi di riqualificazione ven-ga destinato a verde pubblico. Vota no chi non vuole che l’am-ministrazione si impegni a rea-lizzare le opere oggetto del que-sito numero due.

Scheda di colore viola: con-servare il futuro parco agroali-mentare dell’area Expo «Vole-te voi che il Comune di Milano adotti tutti gli atti ed effettui tut-te le azioni necessarie a garan-tire la conservazione integra-le del parco agroalimentare che sarà realizzato sul sito Expo e la sua connessione al sistema delle

aree verdi e delle acque?»Vota sì chi vuole che il Comu-ne si impegni a garantire il man-tenimento integrale del par-co agroalimentare anche do-po l’esposizione universale del 2015. Vota no chi non vuole che l’amministrazione si impegni in tal senso.

Scheda di colore blu: rispar-mio energetico e riduzione del-la emissione di gas serra. «Vole-te voi che il Comune di Milano adotti il piano per l’energia so-stenibile ed il clima che lo im-pegni negli obiettivi europei di

«Se passerà il quesito sull’energia pulitasarà possibile mettere fuori legge le centrali a gasolio e incentivare lo sviluppo delle energie rinnovabili»

Terra Milano A cura di Anna Pellizzone ed Erica SirgiovanniInfo: [email protected]

riduzione di almeno il 20 per cento delle emissioni di gas re-sponsabili dell’effetto serra nel dimezzamento delle principali emissioni inquinanti connesse al riscaldamento degli edifici. Vota sì chi desidera che il Co-mune adotti il piano per l’ener-gia sostenibile perseguendo gli obiettivi indicati dall’Ue. Chi desidera che vengano sostitui-ti gli impianti di riscaldamento a gasolio degli edifici comunali entro il 2012 e quelli privati en-tro il 2015, promuovendo così la conversione al teleriscaldamen-to. Vota no chi non ha interesse che il Comune realizzi gli obiet-tivi oggetto del quesito.

Scheda di colore rosa: riaper-tura del sistema dei navigli mi-lanesi.«Volete voi che il Comune di Milano provveda alla risiste-mazione della Darsena qua-le porto della città ed area eco-logica e proceda gradualmente alla riattivazione idraulica e pa-esaggistica del sistema dei na-vigli milanesi sulla base di uno specifico percorso progettuale di fattibilità?».Vota sì chi vuole che il Comu-ne si impegni nel ripristino della Darsena anche come area ecolo-gica e si riattivi gradualmente il sistema dei navigli sotto il pro-filo idraulico e di tutela del pae-saggio. Vota no chi non ha inte-resse che il Comune realizzi gli obiettivi oggetto del quesito.

Page 9: TERRA - quotidiano del 09/06/2011

giovedì 9 giugno 2011 9

Rifiuti, la Provincia è immobileIl caso Continua il confronto tra Caldoro e de Magistris sulle soluzioni alla crisi. Intanto, il presidente Cesaro rimane nell’ombra

rosegue la mobilitazio-ne dei Verdi della Cam-pania in vista dei referen-dum del 12 e del 13 giugno:

il presidente degli ecologisti, An-gelo Bonelli, domenica scorsa a Napoli ha presentato l’iniziativa dei “Camper Antinucleare”, pro-mossa dal gruppo locale dei Gio-vani Verdi. Due furgoncini, partiti da Piazza del Plebiscito, gireran-no per il resto della settimana per il capoluogo partenopeo, distri-buendo materiale informativo sul nucleare e sull’acqua, improvvi-sando di volta in volta eventi pub-blici, in modo tale da invogliare la cittadinanza a recarsi alle urne. «Bisogna raggiungere il quorum a tutti i costi, soprattutto a Napo-li e in Campania», spiega il com-missario regionale dei Verdi Fran-cesco Emilio Borrelli. E per soste-nere la battaglia il pizzaiolo napo-letano Gino Sorbillo ha realizzato

Francesco Servino

P

elezione di Luigi de Ma-gistris ha portato con sé una nuova visione della gestione dei rifiuti a Na-

poli. Per la prima volta da anni si risente parlare di nuovi pia-ni e di un nuovo impegno con-tro la perenne crisi. I punti chia-ri sono sicuramente il no all’in-ceneritore ma anche una pro-messa forte sulla raccolta diffe-renziata ed un nuovo impegno sulla riduzione dei rifiuti, oltre a richieste ben precise sulla dota-zione impiantistica necessaria, come gli impianti per l’umido o per lo sfruttamento dei materiali post consumo fino alle isole eco-logiche. Il governatore Caldoro inizialmente aveva deciso di at-taccare il piano del nuovo sinda-co, ma già oggi primo cittadino e presidente di Regione potreb-bero incontrarsi per avviare un confronto sui piani e sul futuro della città. Tra i punti che ver-ranno affrontati, ci saranno cer-tamente impianti e smaltimento rifiuti, ma nessuno pare ricorda-re che queste sono competenze della Provincia di Napoli. La Re-gione, infatti, ha un ruolo di pro-grammazione generale, mentre, ad oggi, il Comune deve solo ge-stire la raccolta, ed a normativa vigente a fine anno anche la rac-colta dovrebbe passare alla Pro-vincia. Cesaro e Caliendo, rispet-tivamente presidente ed asses-sore all’Ambiente della Provin-

Francesco Iacotucci

L’

Ecco gli sconti per chi va a votareReferendum I Verdi: «Omaggi in parchi gioco, ristoranti, negozi e lidi a chi presenta la tessera elettorale». Mobilitate le emittenti locali

la pizza speciale “batti quorum”. La nota più bella di questa cam-pagna referendaria è senza dub-bio la grossa partecipazione gio-vanile: un movimento organizza-to, fatto di banchetti informativi, volantinaggi porta a porta, flash mob e iniziative di vario tipo si è verificato come mai prima d’ora, a riprova che la voglia di prende-re parte a un cambiamento detta-to dall’insofferenza e dai continui tentativi di minare la democrazia portati avanti dal governo è dav-vero forte. «Invitiamo i napole-tani e i cittadini di tutta la Cam-pania ad andare prima a votare e poi ad andare al mare», dice il le-ader nazionale Bonelli. «è di fon-damentale importanza raggiun-gere il quorum e invito tutti i ra-gazzi e le persone che si stanno impegnando a fare informazio-ne sui referendum a non mollare proprio ora: serve un ultimo gran-de sforzo che ci consentirà, alla fi-ne, di far prevalere l’espressione

della volontà del popolo». Molto attivi anche i Verdi di Portici, che con l’assessore all’Ambiente Fran-co Santomartino hanno organiz-zato una distribuzione di volan-tini sulle spiagge, approdando sui lidi con i gommoni di Greenpea-ce: domani sarà la volta di un cor-teo che lambirà le strade princi-pali del paese. Stand illustrativi e iniziative verranno portati avan-ti anche a Quarto, Marano, Giu-gliano e Terzigno (dove è prevista una pedalata ecologica). Lo scrit-tore Maurizio De Giovanni, nel frattempo, sta preparando un ap-pello da far sottoscrivere a tutti gli uomini di cultura napoletani. E si mobilitano anche le radio napole-tane (Radio Marte Stereo, Radio Club 91 e CRC Targato Italia): lo speaker Gianni Simioli, di Radio Marte Stereo, si impegnerà a pub-blicizzare nei prossimi giorni un evento ideato da Borrelli e dal ne-oeletto consigliere municipale dei Verdi al Vomero, Marco Gaudini:

una pizza, un gelato o addirittura un bagno a mare per spingere ad andare a votare. «Per tutta la set-timana molte radio campane in-viteranno i cittadini ad andare a votare ai referendum. L’informa-zione che non sta fornendo il ser-vizio pubblico la faremo noi», av-verte Simioli. «Dobbiamo andare tutti a votare e possibilmente per il Sì perchè questi referendum so-no fondamentali per il futuro del nostro paese». «Abbiamo avuto la disponibilità da diversi ristoranti, pizzerie, caffetterie, parchi gioco, negozi di gadget e addirittura lidi balneari napoletani», annuncia-

no Borrelli e Gaudini, «a promuo-vere un’iniziativa per sostenere il raggiungimento del quorum. I napoletani che presenteranno al-la cassa dell’esercente che aderi-sce all’iniziativa, la settimana suc-cessiva al referendum, i certifica-ti elettorali timbrati che attestano l’esercizio del voto avranno dirit-to a un omaggio ogni due acqui-sti pagati. In poche parole, pre-sentando alla cassa, ad esempio di una pizzeria, tre certificati elet-torali timbrati, invece di pagare tre pizze se ne pagheranno due». Un modo geniale per invogliare i cittadini a votare per i referen-dum: ovviamente avranno dirit-to all’omaggio sia le persone che voteranno a favore sia quelle che voteranno contro i quesiti refe-rendari. Per maggiori informazio-ni sulle iniziative dei Verdi è pos-sibile consultare i siti www.verdi-campania.it, www.verdi.it o invia-re una mail all’indirizzo [email protected].

cia di Napoli, sono stati impe-gnati nella presentazione del bi-lancio della SapNa, la società de-putata a gestire lo smaltimento dei rifiuti e contemporaneamen-te hanno aumentato le tasse per i costi troppo elevati dello smal-timento rifiuti. Nel bilancio della SapNa poco si riesce a capire sul-lo stato dei conti: ufficialmente il bilancio si è chiuso con un pas-sivo di 175mila euro, ma molte sono le voci lasciate vaghe, co-me la questione dei lavoratori di bacino, le fatture non paga-te o i crediti non riscossi, cifre che comunque non giustifica-

no gli aumenti previsti a carico dei cittadini nel corso del pros-simo anno. Rincari che tra l’al-tro non graveranno direttamen-te sulla Tarsu ma sulle aliquo-te dell’Enel, delle assicurazio-ni, dell’imposta di trascrizione e sul quella per la tutela ambien-tale. Tali aumenti quindi non so-lo non paiono avere una diretta giustificazione nell’aumento dei costi attuali o previsti, ma non sono stati preceduti da alcuna azione volta a ridurre i costi o ad ottimizzare i flussi. Inusuale quindi il tavolo istituito tra Re-gione e Provincia, ma a quanto

pare è fondamentale che si crei un canale di programmazione, capace di affrontare in maniera positiva e propositiva la “nor-malizzazione” dell’emergenza rifiuti. I primi obiettivi devono essere lo sblocco dei fondi per la differenziata e l’accelerazione della costruzione degli impian-ti di compostaggio, poi, a con-ti fatti si vedrà se gli incenerito-ri previsti sono utili oppure no e quindi si potrà valutare se non valga la pena di investire su al-tri fronti, per esempio sul recu-pero degli scarti o sulla riduzio-ne dei rifiuti.

Si moltiplicano le iniziative per invitare gli elettori a recarsi alle urne il 12 e il 13 giugno. L’impegno di Radio Club 91, Crc targato Italia e Radio Marte stereo

Terra NapoliA cura di Francesco Emilio BorrelliInfo: [email protected]

L’assessorato ai Trasporti e alle Attività produttive del-la Regione Campania infor-ma che dal 13 giugno pros-simo i biglietti orari del si-stema regionale integrato dei trasporti Unicocampa-nia della fascia U - quella che consente di effettuare gli spostamenti tra Napoli e i diversi comuni della re-gione - avranno una vali-dità temporale più ampia, ossia potranno essere uti-lizzati per una durata mag-giore di quanto era previ-sto fino a oggi. In partico-lare, il biglietto orario U1, di recente introduzione, passerà da una validità di 100 minuti a una durata di 120 minuti, mentre quelli dalla fascia U6 alla U11 ( fi-nora di 180 minuti) esten-deranno la propria durata dal 13 giugno come segue: U6, 190 minuti; U7, 200 mi-nuti; U8, 210; U9, 220; U10, 230; U11, 240. Da lunedì prossimo (13 maggio) gli utenti potranno utilizza-re alle nuove condizioni i vecchi titoli di viaggio già in circolazione.

Più durata perticket “Unico”

Trasporti

Page 10: TERRA - quotidiano del 09/06/2011

giovedì 9 giugno 201110

Lugo sud a rischio lottizzazioneTerritorio I piani urbanistici tolgono aree pubbliche alla comunità per fare cassa. La denuncia dei Verdi-Costituente ecologista

oi della area verdi-costituente ecologi-sta vorremmo riapri-re la discussione (an-

che in vista del prossimo in-contro del 10 giugno) sui pro-getti (Masterplan) per il futu-ro assetto del quartiere Lugo sud, (presentati nell’incontro del 31 maggio, a cui erano pre-senti, oltre ai cittadini, il Sinda-co, l’assessore all’edilizia, i rap-presentanti del quartiere), ela-borati dal gruppo di architetti di Torino di “Avventura Urba-na”, in base alle proposte pre-sentate nelle riunioni prece-denti dagli abitanti del quartie-re. Abbiamo condiviso in linea generale le linee strategiche per il quartiere di Lugo sud, ma quando siamo arrivati all’even-tuale spostamento, per moti-vi di spazio, dell’attuale centro sportivo (campo ed attrezzatu-re sportive vicino al Maracanà), nella incredulità generale è ri-saltata fuori la vecchia propo-sta, più volte bocciata dagli abitanti del quartiere, di preve-dere nell’attuale campo di cal-cio, una “bella lottizzazione” a forma quadrangolare che ver-rebbe contrabbandata come la nuova piazza (una piazza edifi-cata?) o il centro di riferimento del quartiere. A parte ogni con-siderazione questa area deve essere lasciata, a nostro pare-re, come area pubblica a dispo-sizione della comunità per ser-vizi futuri per il quartiere e per tutta la città (area verde attrez-zata utile anche per le neces-sità del polo scolastico previ-sto nell’area Venturi, una scuo-la dell’infanzia o di altro livel-lo con allegata area verde, o via

Efrem Bardelli

N

Ordine degli Architetti di Bologna ha lanciato un concorso internaziona-le di idee per ridisegna-

re il rapporto tra città e campa-gna. Il rurale è sempre stato uno spazio di conquista, colonizzato da insediamenti residenziali e in-dustriali. Case, capannoni, strade e cavalcavia da sempre conten-dono alla campagna luoghi che diventano poi territori invasi da cemento, costruzioni e asfalto. Oggi le nostre periferie assomi-gliano a zone senza una precisa identità, portano i segnali di un conflitto irrisolto tra densità ur-bana e natura circostante. Se ne-gli ultimi anni abbiamo assisti-to al preoccupante dilagare del-la “marmellata” insediativa verso gli spazi agricoli (sprawl urbano, come dicono gli urbanisti) ora sta progressivamente maturan-do la consapevolezza che il suo-

Marino Cavallo

L’

La campagna va in cittàIniziative L’Ordine degli architetti di Bologna lancia un concorso per promuovere gli spazi rurali

lo è una risorsa finita e irriprodu-cibile. è possibile invece una città amica del territorio rurale? Forse per attuare questa inversione di rotta è davvero necessario capo-volgere la logica che guida il rap-porto tra città e campagna. Non deve più essere la città ad assog-gettare e sottomettere lo spazio agricolo, ma deve essere invece la campagna a invadere la città, le piazze, gli edifici, i quartieri e le strade. In questo modo la cultu-ra della lentezza, della sobrietà e della pazienza possono diventare valori in grado di diffondersi nelle nostre metropoli, abituate a tem-pi parossistici e rigidamente seg-mentati. Questo vuol dire bloc-care la cementificazione, riqua-lificare le zone industriali e arti-gianali, rendere belle e piacevoli le aree perturbane. O fare gli orti nei palazzi, nelle aree coltivabili e magari sui tetti. C’è bisogno in-somma di idee e di progettualità, e proprio per questo l’Ordine de-

gli Architetti ha chiamato a rac-colta persone e gruppi in grado di sviluppare e concepire nuove idee architettoniche e urbanisti-che, in sintonia con l’ambiente e con l’abitare ecologico del territo-rio e dei suoi spazi. La partecipa-zione a questo concorso è aper-ta a tutti i laureati in architettura, design e ingegneria, sia singolar-mente che in gruppo. Si posso-no presentare fotografie, grafici, disegni, collage, tutto quello che può delineare quella nuova con-cezione di territorio che gli orga-nizzatori del concorso chiamano Ruralcity, città-rurale o, addirit-tura, rurale che invade la forma urbana. Il bando e la documen-tazione possono essere scaricati al seguente indirizzo: http://con-corsi.archibo.it/ruralcity. Gli ela-borati devono essere inviati dal 7 giugno al 15 luglio prossimi e la comunicazione dei risultati da parte della giuria è prevista per il 30 luglio. In seguito, durante il Sa-

lone dell’Edilizia di Bologna (Sa-ie), saranno esposti i progetti e premiati i vincitori. Sono in palio tre premi: il primo di 2.000 euro, il secondo di 1.500 euro e il terzo di 1.000 euro. A decidere i proget-ti più meritevoli sarà una qualifi-cata giuria di cui fanno parte, tra gli altri, Aldo Cibic, Mario Cuci-nella, Richard Ingresoll, architet-ti, professionisti e studiosi che da anni riflettono e dibattono sui te-mi del rapporto tra architettura e territorio. Sarebbe bello che da Bologna, sulla scorta di queste idee, nascessero volontà concre-te e progettualità in grado di rive-dere il modello attuale di svilup-po urbano e territoriale. Proget-ti di nuova concezione, capaci di introdurre la qualità del paesag-gio, il piacere estetico e l’impatto ecologico come indici per defi-nire le priorità e le scelte sull’uso del suolo, un bene preziosissimo e limitato, da non sprecare, pro-prio come l’acqua.

Terra Emilia Romagna A cura di Arianna Bianchi e Paolo Gallettiwww. verdiemiliaromagna.org

discorrendo). Non si sa da do-ve sia saltata fuori questa pro-posta, dal momento che non se ne è mai discusso e nessu-no degli abitanti del quartiere ha mai espresso un simile desi-derio. D’altra parte il giustifica-re una nuova lottizzazione con la necessità di fare cassa con gli oneri di urbanizzazione raccol-ti, è civilmente inaccettabile, in quanto porta inevitabilmen-te alla cementificazione delle

aree più belle ed appetibili del paese. Non riteniamo neanche che sia una esigenza del quar-tiere di avere un suo centro, in quanto esiste già un centro per tutti ed è il centro storico di Lu-go, (Lugo sud non deve diven-tare un ghetto), dal momento in cui, rimossi gli ostacoli at-tuali, attraversando facilmente e velocemente la linea ferrovia-ria, si giunge rapidamente nel centro storico. Abbiamo invece

valutato positivamente il resto del programma (teorico, vedre-mo poi la pratica): creazione di nuovi servizi per il quartiere (e per tutta la città) con il riutiliz-zo delle aree dismesse o in via di dismissioni lungo l’asse ferro-viario (ex acetifico Venturi, Ce-pal ecc); previsione di una pista ciclabile adeguata ed autono-ma dal percorso stradale veico-lare; superamento della barrie-ra ferroviaria rendendola per-

meabile in più punti; migliora-mento e razionalizzazione del-la viabilità interna al quartiere ed invece passaggio del traffico pesante e di attraversamento all’esterno del quartiere; qua-lificazione edilizia di Lugo sud (non sarebbe meglio applicarla a tutta la città?), adottando tut-ti i sistemi di risparmio energe-tico, riutilizzando prima l’esi-stente e poi eventualmente, creando nuove aree di espan-sione prevedendo lottizzazio-ni con ampie aree cortilive e ad orti, mantenendo le caratteri-stiche abitative che qualifica-no il quartiere: tranquillità, in-tegrazione ed apertura verso la bella campagna circostante ecc. Alcuni altri aspetti andreb-bero poi valutati meglio: la ne-cessità di percorsi ciclopedona-li integrati che colleghino le va-rie aree verdi, sportive, ricreati-ve e religiose; l’utilità di barrie-re verdi e barriere anti-rumore tra la ferrovia e le abitazioni ci-vili ad essa adiacenti; la neces-sità di migliorare il già costru-ito sottopasso ciclo-pedonale di stazione che dovrebbe esse-re prolungato sotto viale Oriani per evitare la necessità dell’at-traversamento della sede stra-dale, mentre dalla parte oppo-sta andrebbe meglio risolta la rampa di accesso per evidenti insufficienze, con conflitto tra cicli e pedoni ed unica direzio-ne di accesso verso sud.

(www.verdilugo.it)

Page 11: TERRA - quotidiano del 09/06/2011

giovedì 9 giugno 2011 11

© S

co

tt

Fred

ric

kSo

n/

ap

lapr

eSSe

Terra Emilia Romagna

«Stiamo distruggendo la biosfera»Incontri Parla Aldo Sacchetti, lo studioso che con il suo libro L’uomo antibiologico innescò il referendum contro i pesticidi del 1987

l suo libro fondamentale L’uo-mo antibiologico. Riconcilia-re società e natura pubblica-to da Feltrinelli nel 1985 e ri-

stampato fino al 1997 è purtroppo fuori catalogo, ma si trova in ven-dita su internet e in lettura nelle biblioteche. Un classico del pen-siero ecologista. roba forte, non adatta a stomaci delicati, abituati alle attuali minestre riscaldate dei pallante o dei latou-che. negli anni ottanta, Sacchetti fece centina-ia di lezioni in tutta ita-lia nelle Università Ver-di (quelle vere!) e propo-se una visione ecologi-sta matura non succu-be di certo positivismo semplicista che alligna-va anche in legambien-te. Suo il conteggio dei possibili legali residui di ben oltre cento pesticidi presenti in una sola me-la: paradosso che inne-scò il referendum contro i pesti-cidi del 1989 che purtroppo man-cò il quorum perché improvvida-mente abbinato a quello contro la caccia che vide il boicottaggio dei cacciatori, ancora fortissimi. Ma 18 milioni di italiani votarono per abolire i pesticidi. Sacchetti, pur rifacendosi a ivan illic, Georgescu roegen, prigogine, forte della sua decennale esperienza di medico igienista, responsabile dell’igiene pubblica e di studioso ricercatore,

Paolo Galletti

I

rovate nella pausa pran-zo a gustare il menù a 2 o 3 scelte biologiche, ori-ginali e convenienti. di-

menticherete che è solo lune-dì. oppure a cena: il menù al-la carta che comprende com-binazioni creative abbina-te alla carta dei vini delle col-line emiliano-romagnole. il bi-strot ristorante bio, aperto nel 2008, in Via Fratelli rosselli 18, a Bologna (vicino alla stazione) è una grande innovazione nel settore della ristorazione bolo-gnese. l’idea è nata da una pre-cedente esperienza nel campo bio con naturaSì, ristopizzeria, che vedeva protagonisti gli at-tuali gestori. .«così abbiamo creduto nel biologico e abbia-mo realizzato il nostro sogno, sperimentando con successo una nuovissima tipologia di ri-storante bio in città», dicono i

Ferdinanda Useri

P

A Bologna piace biologico Ristorazione Il bistrot Zenzero vicino alla stazione è l’esempio di un trend gastronomico in forte ascesa

proprietari Marco e nadia. in-gredienti per ottenere un buon risultato? ecco la lista: Biodi-versità nella scelta dei prodot-ti da abbinare, prodotti freschi di stagione, contare sulle pro-prie risorse, ridurre lo spreco, rapporto qualità-prezzo-tempo (rivolto principalmente a chi si deve adeguare ad una veloce pausa pranzo che può spende-re 8 o 9 euro per due o tre scel-te), cortesia, filiera corta a km 0. Ma il successo è dovuto al fatto che credono nel biologi-co. e in effetti il clima del loca-le, sempre pieno, (alla sera pre-notare è indispensabile) rende l’idea di un biologico allegro e creativo, dove si riscopre il pia-cere di gustare piatti sani e bel-li, lontano da certi toni un poco quaresimali e punitivi, di risto-ranti dove la dieta sembra una imposizione più che una gioio-sa conquista. «Fin dalla prima settimana d’apertura abbiamo

notato una crescita d’affluen-za - raccontano nadia e Mar-co- fino a pensare che l’abitudi-ne al biologico, anche nella re-altà bolognese del tortellino, stava espandendosi non solo verso vegetariani, salutisti, ve-gani, animalisti, ma anche tra-sversalmente, verso famiglie, ragazze/i, che nel fine settima-na prenotano per gustare con la dovuta calma il piacere di abbandonarsi ai sapori antichi. chi lo desidera può trovare an-che la carne di manzo o di pol-lo. anche il settore impiegati-zio in genere, decide di guada-gnare uno scalino in più di salu-te, impiegando la propria pau-sa-pranzo nel migliore dei mo-di». la preparazione dei piat-ti viene fatta con cura, in una grande cucina attrezzata, sen-za tabelle di menù settimanali prestabilite, ma tenendo conto del giusto fabbisogno giornalie-ro di proteine 30 per cento, car-

boidrati 40 e grassi 30 e della di-sponibilità dei prodotti freschi di stagione. Si accontentano così non solo i vegetariani che possono fare la loro scelta libe-ramente. le preziose “materie prime” provengono da aziende biologiche e biodinamiche co-me la fattoria di Vaira per i lat-ticini e ortaggi, la Selva di tirli per i prodotti da forno, Sun Soy Food per i derivati della soia, la rete di ecor, c.a.B., oltre che ri-fornirsi, secondo le quantità di-sponibili, dai mercati biologici o dai gruppi di acquisti solidali. tutto certificato rigorosamen-te bio. per i vini la scelta gra-vita sull’emilia romagna, dal pignoletto al lambrusco del-la corte d’aibo, ai vini rossi ro-magnoli di paolo Francesconi, e quelli di Galassi Maria di For-lì e cesena. Salute! (Zenzero, di nadia Boraggini e Marco Gotti. Via fratelli rosselli 18, Bologna. tel 051 5877028)

ni suoi scritti sull’argomento: l’im-pegno militante non viene meno. Ma la conversazione verte inevi-tabilmente sulla sorte della socie-tà industriale e sulla sua crisi. do-po millenni di civiltà agricola po-chi secoli di società industriale stanno distruggendo la biosfera. Una accelerazione storica trop-po forte che ha sostituito a ciò che nasce quello che si produce con le macchine. «la sorte dell’uomo è legata soltanto al capitale biolo-

gico del pianeta: non dipende dal-la quantità di energia e di risorse abiotiche di cui egli potrà dispor-re, ma da quella che l’omeostasi delle biosfera e del suo organismo gli consentiranno di degradare» (L’uomo antibiologico, pag. 127) con lo sviluppo industriale diven-tiamo schiavi di quello che si pro-duce e tendenzialmente tutti gli anticorpi vengono schiacciati, so-stiene Sacchetti. oggi la cancero-genesi industriale, ampiamente

documentata ne L’uomo antibio-logico viene affiancata dal perico-lo costituito dalle onde elettroma-gnetiche, telefonini. Wifi, radio. il campo elettromagnetico attraver-sa i muri, figuriamoci i nostri cor-pi. l’alzheimer per Sacchetti ha a che fare con le onde elettroma-gnetiche che oggi ci attraversano ovunque. il problema non è mori-re, ma l’enorme sofferenza dovu-ta alle malattie degenerative co-me il cancro e l’alzheimer. Gandhi disse che invidiava i cristiani che hanno un dio che permette loro di chiamarlo padre e quindi devo-no considerare gli uomini come fratelli. oggi Sacchetti si conside-ra cristiano a modo suo, ma già ai tempi de “l’uomo antibiologico” San Francesco d’assisi era tra gli ispiratori. collabora alla rivista La perdonanza dei padri celestinia-ni de l’aquila. Si può essere scien-ziati e religiosi, sostiene. oggi lo sviluppo industriale non nascon-de più i danni ecologici alla terra. Ma nasconde la differenza tra ciò che nasce e le macchine. Siamo in una tra le società più materialiste della storia. appunto, caro aldo, ma come uscirne? «la transizio-ne da un modello di esistenza for-temente dissipativo a un sistema sociale a bassa entropia, fondato sull’autoregolazione al minimo di bisogni e consumi - tale da man-tenere il pareggio con la natura - può definirsi regresso solo da chi considera pura ipocrisia l’omag-gio a Gesù, Francesco d’assisi, Gandhi. Un’attitudine di vita fru-gale e tesa a privilegiare i bisogni dello spirito è in realtà l’unico mo-dello alternativo capace di garan-tire insieme il nostro equilibrio fi-sio-psichico e il superamento del-le crisi che una crescita puramen-te materiale ha scatenato nella società e nell’ecosfera».

propone una sintesi innovativa tra elementi scientifici d’avanguardia, ricchezza di conoscenze sul cam-po e visione sociale e politica in-novativa. Ventisei anni dopo rileg-gere questo libro lascia basiti per la capacità di analisi e di previsio-ne e per la proposta sociale e po-litica di cambiamento. incontria-mo aldo Sacchetti, che oggi ha 86 anni, nella sua casa di Bologna. è preoccupato per il referendum antinucleare e mi consegna alcu-

Page 12: TERRA - quotidiano del 09/06/2011

Le Dolls di Volpe sbarcano in LagunaArte Con “Future Pass-From Asia to the World” l’artista puteolano presenta alla Biennale di Venezia il suo stilnovismo psichedelico

uture Pass - From Asia to the World, evento collate-rale della 54 Biennale di Venezia, sarà un’impor-

tante vetrina per le Dolls di Ange-lo Volpe, giovane artista puteola-no, che strizza l’occhio alle ragaz-ze di Harajuku. Esperienza pitto-rica ricca di metafore e simboli-smi la sua. Così come la donna-angelo, celebrata dai poeti stilno-visti, sublima l’amore ed il desi-derio maschile, le sexy Dolls del furbo Mr. Fox, sublimano il de-siderio consumista della socie-tà contemporanea e la mercifi-cazione del corpo femminile, in opere d’arte dal forte appeal. Un linguaggio ironico e diretto che si avvale di un cromatismo sgar-giante, le dolls sembrano invita-re l’osservatore ad entrare in un mondo di piaceri facili ed effime-ri. Sesso, cibo, accessori di lusso, sono iconograficamente spam-mati su tela, adoperando una tec-nica pittorica del XV secolo. Oltre all’aspetto ludico ed ammiccan-te, queste Dolls sembrano voler risvegliare il senso critico dell’os-servatore, attraverso chiari riferi-menti alla subdola didattica con-sumista del messaggio pubblici-tario ed agli effetti “massificanti” dei moderni canoni estetici.È una provocazione?Il mio intento è di raccontare la realtà, senza dogmatismi ed utilizzando una chiave di lettu-ra ironica, più che drammati-

Erica Prisco

F

on capita a molte band di prendere un aereo e volare verso New York con lo scopo di far

ascoltare la propria musica. Suc-cede raramente, e la maggior par-te delle volte succede a personag-gi che rivelano lo scarto tra la mu-sica “reale”, quella che vibra nelle città portando avanti “discorsi” e storie affascinanti da raccontare, e quella “di facciata” e “di rappre-sentanza”. Così capita che a New York ci vada Gigi D’Alessio, che al Radio City Music Hall ha portato uno spettacolo dal titolo “Gigi, tu vuo’ fa’ l’Americano”. Poi, alle volte, capita che su quell’aereo ci salga anche chi rappresenta una realtà, una ricerca, una passione palpa-bile. I Mantra (il nome è molto più lungo e ci sarà perdonato il dove-re di brevità), band campana di cui Il Levante online si è già occu-

Alessio Strazzullo

N

Musica La giovane band campana racconta la sua esperienza nella Grande Mela, tra collaborazioni eccellenti e nuovi progetti

pato sono da poco tornati in Italia dopo una parentesi a New York. «Mantra a New York, grazie ad una compilation alla quale ave-vamo partecipato a settembre. Si trattava di una raccolta fondi per Mick Karn, storico bassista dei Ja-pan, purtroppo recentemente de-ceduto per cancro. La compila-tion era curata - hanno spiegato i quattro componenti della band - da una label d’oltreoceano e fi-guravamo insieme a grandi arti-sti come Bill Laswell (produtto-re artistico di Yoko Ono, Iggy Pop) o Colin Edwin (bassista dei Por-cupine Tree). Avevamo dato due brani, “The Ship” e “Blanca”, da qui è iniziato un intensa coopera-zione con Howard Wulkan, cura-tore di questa compilation che da subito ci ha apprezzati e ci ha vo-luti assolutamente a New York». La band ha tenuto una serie di showcase popolati da giornalisti ed addetti ai lavori, ed è entrata in

contatto con colleghi famosi: «Ab-biamo conosciuto persone fanta-stiche alle varie serate quali Dana Schechter, bassista e cantante nei Bee and Flowers e negli American Music Club e Pete Simonelli degli Enablers che ci hanno invitati a suonare a casa loro». Il loro pros-simo disco, masterizzato a New York e atteso per settembre, è ca-ratterizzato dall’utilizzo dei synth («ne compaiono molti, molti di più rispetto al primo disco» han-no detto) e l’approccio di Adriana Salomone, voce della band, è sta-to influenzato dall’ascolto di mu-sica soul e jazz. Nel caso in cui vi troviate a passare per New York, «una metropoli multiculturale dove puoi ascoltare i Radiohead in filodiffusione nei bagni dei ri-storanti e allo stesso tempo tro-vare fantastici rapper in metropo-litana», la band vi consiglia una playlist da ascoltare: Lauryn Hill - “I gotta find piece of mind (un-

Il Levante A cura della redazione de Il Levante, direttore Margherita Ranaldo

Il gruppo ha tenuto una serie di showcase ed è entrato in contatto con Dana Schechter, cantante e bassista nei Bee and Flowers

ca o moralista. I riferimenti alla globalizzazione, lo spirito sarca-stico con cui racconto l’eccessi-va mercificazione mediatica del corpo femminile e la costruzio-ne fiabesca dell’opera, sono par-te di un dialogo con l’osservato-re. Voglio offrire uno spunto di ri-flessione, proporre un confron-to di idee, evidenziando le ambi-guità di una società che sedotta dal finto benessere, consuma e si consuma al tempo stesso.

Le sue allegorie, sono frutto di una feconda contaminazio-ne culturale: una mescolanza di anime e manga giapponesi, toy culture, grafica pubblici-taria e NewPop, unita alla pu-ra venerazione per le fashion-dolls tipo Pullip e Blythe.Sì, cerco di contaminare i diversi linguaggi. Sicuramente il mio im-maginario è stato influenzato da una certa estetica asiatica, tipica dei cartoni animati, così come

dall’immediatezza e dalla sinte-si proprie della formula pubblici-taria. La mia ricerca artistica ri-flette alcune delle scelte di una generazione “cartoon” immatu-ra e materialista, istruita dalla Tv commerciale. Mentre le mie Dol-ls sono in parte ispirate al mon-do delle Pullip e delle Blythe, per costruire una coerente metafora di “donna-oggetto” dalla plastifi-cata femminilità.L’esperienza Future Pass, at-

traverso l’elaborazione di di-cotomie spazio-temporali, of-frirà una panoramica su un “nuovo mondo” artistico cen-trato in Asia, le cui suggestio-ni rappresentano un nuovo trend dell’arte contempora-nea internazionale. Come s’in-serisce la sua opera in questo contesto?“Future Pass” ribadisce in un cer-to senso, quanto è stato messo in luce da “Animamix”. Nel 2009, sono stato invitato da Victoria Lu (direttore artistico del MO-CA - Museum of Contemporary Art di Shangai- e curatrice di Fu-ture Pass ndr) a partecipare alla Biennale “Animamix”: un evento itinerante tra Taiwan e Cina che ha raccolto le opere più rappre-sentative di questa cultura asia-tica forte, capace di annullare i confini nazionali ed influenzare anche l’estetica occidentale. Un movimento eclettico, multime-diale, con artistiprovenienti da tutto il mondo e da tutti i settori dell’industria cre-ativa. La collaborazione con Vic-toria Lu e Felix Schöber è poi con-tinuata: a Venezia sarò presente nella sezione Virtuale/Reale con un dittico di notevoli dimensio-ni. La pittura si reinventa, le con-taminazioni di media e linguag-gi codificano nuove istanze cre-ative: la contemporaneità, non è data dal mero utilizzo di moderni strumenti espressivi quanto dalla capacità di far dialogare tra loro differenti “forze” culturali.

New York col suono dei Mantra

giovedì 9 giugno 2011

Un linguaggio ironico e diretto che si avvale di un cromatismo sgargiante. Le bambole sembrano invitare ad entrare in un mondo di piaceri facili ed effimeri

12

plugged in NY”), Nas - “NY state of mind”, Sufjan Stevens - “Chicago”, James Blake - “Limit to your love”, Blonde Redhead - “My plants are dead”, Interpol - “Pioneer to falls”, Alicia Keys - “Fallin”, Arcade Fire - “Suburban War”. Pezzi che solo apparentemente stonano con la produzione musicale della band, ascoltati durante il viaggio verso e attraverso la grande mela.

www.myspace.com/themantraa-bovethespotlessmeltmoonwww.levanteonline.net/cultura/musica

Page 13: TERRA - quotidiano del 09/06/2011

Campania Creativa

Salerno primavera

L’Infernapoli di Lanzetta

Oggi sul sito

Rassegne

Il libro

Il Levante

A Pioppi nel vivo del mareCilento A colloquio con Luigi Maria Valiante, direttore del nuovo museo dedicato alle bellezze marine

erre dall’enorme poten-ziale inespresso, luoghi magici non valorizza-ti; vincoli, ostacoli, con-

traddizioni mescolati ad amore, passione, competenza e risulta-ti. Un intruglio di fattori così ete-rogeneo da non sembrare possi-bile, ma che rasenta la regola se ci si sposta in luoghi d’Italia co-me la Campania. Il Museo vivo del mare e l’associazione Mare-nostrum sono l’esempio perfet-to per fotografare questa realtà e, al tempo stesso, le possibili stra-de che condurrebbero ad un net-to miglioramento. Abbiamo de-ciso di parlarne con il direttore del museo, nonché responsabile scientifico dell’associazione Ma-renostrum, Luigi Maria Valiante.Direttore, da quando la colla-borazione con Marenostrum è stata da lei ripristinata, il museo ha finalmente ripreso a “vivere”: quali, secondo lei, sono e sono stati i fattori più importanti?Grazie all’impegno di Dario Mot-tula, di Gianfranco Pollaro e del gruppo di Biologia marina, abbia-mo avviato, nel giugno 2010, una capillare opera di manutenzio-ne delle vasche degli acquari, re-stituendo così alla struttura una dignità museale. Da qui è nata la possibilità di spingere il comune di Pollica a formalizzare, per l’an-no in corso, un incarico all’asso-ciazione per la gestione degli ac-

Giuseppe Carfora

T

i è detto molto emoziona-to e felice Giuseppe Avo-lio, disegnatore e scrittore, alla presentazione del suo

primo libro Non sarò mai più l’ul-timo della classe alla Feltrinelli express di piazza Garibaldi.All’incontro hanno partecipato Mimmo Carratelli, Paolo De Pa-ola, Giancarlo Dotto, Gianluca Gifuni, Francesco Marolda, Lu-igi Necco, Marco Ottaiano, au-tori tra l’altro di alcuni dei testi presenti nel libro, nonché l’edi-tore Tullio Pironti. Un libro per

Giuseppe Riccardi

S

L’Asino che tornò a volareLibri Giuseppe Avolio con Non sarò mai più l’ultimo della classe racconta i successi del Napoli calcio

condividere e ricordare tra tifo-si i momenti più importanti di quest’avventura calcistica ini-ziata 7 anni fa. La raffigurazio-ne in copertina di un asino con le sembianze di superman è as-solutamente emblematica del momento a dir poco felice che il gruppo e i sostenitori stanno attraversando. La scelta stessa dell’asino, come simbolo della squadra, aveva già di per sé una valenza ironica, e questo la dice lunga sul bizzarro umore par-tenopeo. Sono lontani i tem-pi in cui “o’ ciucciariello” ave-va un significato derisorio, oggi quell’asino ha ripreso a volare, è diventato uno dei primi del-la classe, ironia della sorte, ap-punto. Le vignette cariche di sa-tira illustrano i momenti salien-ti della “resurrezione” sportiva che la squadra e i tifosi hanno vissuto in questi ultimi anni e li fissano su carta. Dalla disfat-

ta ai play off con l’Avellino, alla promozione in serie A nel 2007, fino all’ultima qualificazione di-retta in Champions League, se n’è fatta di strada. I disegni di Avolio costruiscono di fatto un percorso emotivo che la squadra e la città hanno com-piuto in simbio-si in questi ultimi anni, perché è co-sa indiscussa al-meno tra i tifo-si autoctoni, che l’andamento del-la Napoli città re-sti sempre pro-fondamente con-dizionato dallo stato della pro-pria squadra di calcio. 110 vi-gnette selezionate per rivivere e caratterizzare in modo comi-co e divertente gli eventi più si-gnificativi dell’impresa del cal-

cio Napoli con tutti i suoi prota-gonisti: Hamsik, Blasi, De San-ctis, Lavezzi, Cavani e lo stesso presidente De Laurentiis, che si è mostrato tra i narcisisti più turbati dinanzi alla sua rappre-

sentazione, a suo dire lo rende più vecchio. 110 vi-gnette per sotto-lineare quanto il mondo calcisti-co possa conside-rarsi in realtà una fonte infinita di materiale comico. 110 vignette, per sdrammatizzare e ridere, per guar-dare anche al cal-cio moderno del-

le partite truccate, delle scom-messe, degli ingaggi milionari in modo diverso, forse più leg-gero ma mai banale: il potere dell’ironia.

Le vignette cariche di satira illustrano i momenti salienti della “resurrezione” sportiva che la squadra e i tifosi hanno vissuto

Si terrà il 14 giugno, al Com-plesso Universitario di Mon-te Sant’Angelo a Napoli, la rassegna conclusiva del pro-getto Creative Clusters. I gio-vani creativi presenteranno, per la prima volta, le loro in-tuizioni imprenditoriali. Le 5 migliori idee verranno pre-miate con la pre-incubazio-ne nell’area Spin-Off Nurse-ry del Polo Tecnologico di Campania Innovazione. At-teso lo spazio di web confe-rence con il Capo dello Stato Giorgio Napolitano.

www.levanteonline.net/cul-tura/eventi

Fino alla fine di giugno, un ricco calendario di spet-tacoli, eventi e appunta-menti per vivere Salerno. Grazie alla collaborazio-ne di scuole, associazioni ed enti locali non c’è gior-no privo di emozioni per il “Primavera Salerno Festi-val”. Musica, teatro, dan-za, poesia, mostre, visi-te guidate, degustazioni enogastronomiche, arti-gianato offrono esperien-ze indimenticabili a citta-dini e turisti.

www.levanteonline.net/cultura/eventi

Infernapoli nasce da un’idea germogliata nel-la mente dell’autore dopo l’incontro con Roberto Sa-viano, con le sue parole, che accompagnavano una copia di Gomorra fattagli recapitare personalmen-te: «A Peppe Lanzetta, che per primo ha messo mani e viso all’inferno». Lanzet-ta conserva la capacità di partorire storie grottesche, sopra le righe eppure in-trise di verità, parlando al presente con più di cento pagine di cronaca nera.

www.levanteonline.net/cul-tura/libri

bagni per i disabili.Direttore, dove bisogna indivi-duare le cause di tutto ciò?«Entrambe le situazioni sono fi-glie dello stato di semiabbandono in cui ho trovato il Museo. Nono-stante le mie lamentele, ci siamo dovuti spesso scontrare con “esi-genze locali” che ne hanno ritar-dato la soluzione. Più volte il co-mune è stato sollecitato affinché prendesse una decisione sul de-stino del Museo della dieta e su tutte le altre esigenze. Proprio in questi giorni, comunque, stanno giungendo buone notizie da tutti i fronti che ci spingono a guardare con ottimismo al futuro».

ne ambientale dell’area. Tra qual-che giorno, per esempio, saranno avviati i primi Campi Studio Oa-si Blu “La Punta”, che, attraverso diverse attività permetteranno ai partecipanti di poter apprezzare le nostre bellezze».Nello stesso palazzo Vinciprova di Pioppi dimora, oltre al Museo vi-vo del mare, il Museo vivente della dieta mediterranea che, a dispet-to delle sue potenzialità, riversa in uno stato di incompiutezza. Inol-tre, la struttura presenta delle pre-occupanti anomalie come le cata-ste di sedie che occupano la fac-ciata che dà sul mare, la scarsa pulizia dei locali e la mancanza di

quari e per la didattica rivolta al-le scuole. Presso il Museo, grazie al contributo dell’Università di Na-poli Federico II, abbiamo allestito un laboratorio di biologia marina grazie al quale i nostri ricercato-ri portano avanti progetti di ricer-ca sulle peculiarità biologiche pre-senti lungo le coste cilentane.Ad aprile è stata siglata la con-venzione per il riconoscimento dell’Oasi “La Punta” tra l’asso-ciazione Marenostrum e il Wwf Oasi: cosa significherà per voi e per il territorio?Stimoli e occasioni di crescita: l’ac-cordo con il Wwf ha già permes-so l’avvio di progetti di promozio-

giovedì 9 giugno 2011 13

Page 14: TERRA - quotidiano del 09/06/2011

giovedì 9 giugno 201114

(quelli che vanno dalla Grecia della guer-ra civile alla Germania della caduta del Muro, fino ai tempi attuali del passag-gio al nuovo millennio) né le storie priva-te dei personaggi (interpretati tutti da at-tori magnifici, da Michel Piccoli a Bruno Ganz, da Irene Jacob a Willem Dafoe), che qui con i loro tormenti personali appaio-no solo uno sbiadito riflesso dei “grandi” avvenimenti mondiali. La caduta del co-munismo fa crollare altri miti. Quello di Brecht, per esempio, che Angelopoulos in conferenza stampa ammette di voler su-perare, perché non più in grado di spiega-re il presente e di voler tornare all’esem-pio della tragedia greca. Come quando ne

La recita, il suo capolavo-ro, il regista, riattualiz-zando il mito degli Atridi, riusciva a far coincidere, magistralmente, storia privata e Storia collettiva. Trasformando così il suo stile personale in visione del mondo universale.

© G

REEN

PEA

CE/

AN

SA

>>Creatività>>

Angelopoulos, ritornoalla tragedia greca

Ken l’ambientalista

héo Angelopoulos non ha biso-gno di presentazioni. Il grande regista riscopritore del Mito e della Storia greci è in sala

con il suo ultimo film, La polvere del tem-po (in ritardo di due anni rispetto alla pre-sentazione al Festival di Berlino), secon-da pellicola di una trilogia, che torna ad indagare le azioni tragiche di un popolo e dell’umanità tutta. Chi lo ama lo apprez-za proprio per questa sua ricerca origina-lissima sul Tempo, in cui passato e futuro s’incontrano nell’eterno presente del Mi-to, che rende universale le azioni dei pro-tagonisti della Storia. Questo si traduce in una scelta che vede le ellissi temporali

Alessia Mazzenga

T

CinemaIl grande regista della Storia e del Mito porta in sala La polvere del tempo. Ultima fatica presentata fuori concorso al Festival di Berlino nel 2009

(il saltare da un episodio ad un altro sen-za un ordine cronologico) e soprattutto il piano sequenza (la tecnica cinematogra-fica per cui l’uso del montaggio è ridot-to al minimo) alla base della sua estetica, che in lui diventa poetica. «Lavorare con i piani sequenza non fu una decisione logica – racconta il regista nel pressbook di presentazione del film ora in sala -. Ho sempre pensato che fos-se una scelta naturale. Un bisogno d’inte-grare il tempo naturale nello spazio, co-me unità di spazio e tempo. Il bisogno del cosiddetto “tempo morto” tra azione e at-

tesa dell’azione, che in genere viene elimi-nato dalle forbici del montatore, per far-lo funzionare musicalmente, come pau-se. Un concetto dell’inquadratura come cellula vivente che inala, esprime la pa-rola principale ed esala. Una scelta affa-scinante e pericolosa che continua an-cora oggi». E che permette allo sguardo dello spettatore di vagare libero in un’in-quadratura che non si accontenta di mo-strare il significato apparente di un’azione ma che richiede la ricerca calma e quindi profonda del senso. L’indagine sul Tempo di Angelopoulos è anche la ricerca di un

tempo dell’inquadratura, che corrispon-da ad una memoria interiore, che senza soluzione di continuità comprenda mi-to, storia, presente, passato e futuro in un continuum mai frammentato.Tutto questo si ritro-va nell’ultima fatica del grande autore ma in mo-do più cristallizzato, tan-to da apparire quasi un freddo esercizio di stile, un contenitore che non riesce ad interpretare né i grandi fatti della Storia

on esco con le ragazze com-plici della deforestazione». Il palestrato Ken lascia la sua Barbie. Il compagno stori-

co della bambola per eccellenza scopre la doppia vita della sua compagna, complice

non solo della distruzione delle foreste indonesiane, ma anche serial killer del-le tigri di Sumatra. Nel fil-mato il bel Ken, davanti al-la realtà, va su tutte le furie e interrompe la sua inter-vista. La denuncia ha fatto il giro del mondo ed è alla base della nuova campa-gna di Greenpeace per di-fendere le foreste indone-siane. Il video mostra un Ken amante dei prodot-ti di bellezza e del gossip,

Pierpaolo De Lauro

«N to della distruzione delle foreste pluviali. La App si difende affermando: «Siamo or-gogliosi di utilizzare carta riciclata e stia-mo cercando di promuoverne l’utilizzo», ma sul banco restano ancora le conces-sioni di ettari di foreste indonesiane at-tive fino al 2015. Per ridurre le emissioni di Co2, infatti, l’Indonesia ha messo in at-to una moratoria sulle nuove concessioni. Le ricerche di Greenpeace, però, hanno di-mostrato che ci sono milioni di ettari (cir-ca 30) verranno comunque convertiti in piantagioni industriali per la polpa di cel-lulosa. Quasi la metà di queste aree è clas-sificata come habitat delle ultime popola-zioni di orango. Inoltre, la conversione di una superficie forestale così vasta causerà un’accelerazione dei cambiamenti clima-tici e spingerà all’estinzione la tigre di Su-matra. Non resta che scrivere alla Mattel e far sentire la nostra voce.

«Lavorare con i piani sequenza è stata una

scelta naturale. Un bisogno d’integrare il tempo naturale nello

spazio, come unità di spazio e tempo»

ma che in fondo nasconde una coscienza ambientalista. L’associazione provoca col-pendo uno dei simboli dell’infanzia delle bambine di tutto il mondo. Sul banco de-gli imputati, però, non c’è la bionda e pro-cace Barbie ma il packaging che la contie-ne, insieme a quello di tanti altri giocatto-li realizzati dalla Mattel (tra gli accusati anche Hasbro, Disney e Lego). Gli involu-cri di carta sono prodotti dalla APP, l’Asian pulp and paper, accusata della distruzio-ne delle foreste pluviali nel Sud Est asiati-co. Grazie a una vera inchiesta, con tanto di analisi di laboratorio, verifiche sul cam-po e incrocio dei dati, Greenpeace è riu-scita a smascherare il contenuto degli in-volucri. L’associazione in laboratorio ha verificato la presenza di MTH, legno mi-sto tropicale, e solo la Asian Pulp e Paper produce polpa di cellulosa con queste ca-ratteristiche utilizzando piantagioni frut-

IniziativeGreenpeace lancia la campagna contro la Mattel. Nel packaging delle Barbie c’è materiale proveniente da foreste pluviali indonesiane distrutte dalle multinazionali della carta

Page 15: TERRA - quotidiano del 09/06/2011

giovedì 9 giugno 2011 15>>Commenti>>

Ecomercati e acquisti verdiTre proposte per Napoli

Organo ufficiale d’informazionedella Federazione dei VerdiReg. Trib. di Roma n. 34 del 7/2/2005Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 c. 1 DCB - RomaLa testata fruisce dei contributidi cui alla legge 7/10/ 1990 n. 250via del Porto Fluviale, 9/a - 00154 Romatel. 06.45.47.07.00 - fax [email protected] - www.terranews.it

Direttore responsabile: Luca BonaccorsiCondirettore: Enrico FontanaDirettore editoriale: Giovanni NaniVicedirettori: Vincenzo MulèValerio Ceva GrimaldiRedazione: Rossella Anitori, Diego Carmignani, Susan Dabbous, Pierpaolo De Lauro, Alessandro De Pascale, Alessia Mazzenga, Alessio Nannini, Paolo Tosatti, Federico Tulli Grafica: Andrea Canfora, Alessio Melandri,Gianluca Rivolta, Monica Di BrigidaIllustrazioni: Alessandro Ferraro

Web content management: Francesca RicciComitato scientifico: Vanni Bianchi, Angelo Bruscino, Valerio Calzolaio, Marcello Cini, Franco Corleone, Derrick de Kerckhove, Anna Donati, Gianluca Felicetti, Vincenzo Ferrara, Paolo Galletti, Marco Gisotti, Carlo Alberto Graziani, Umberto Guidoni, Giulio Marcon, Stefano Masini, Gianni Mattioli, Giorgio Parisi, Francesca Sartogo, Eddy Salzano, Danilo Selvaggi, Massimo Serafini, Alex Sorokin, Mario Tozzi undicidue srl via del Porto Fluviale, 9/a - RomaPresidente: Luca LaurentiAmm. delegato: Roberto PresciuttiConsiglieri: Luca Bonaccorsi, Roberto Presciutti

Stampa: New Poligraf Rome srl Stabilimento: via della Mola Saracena Fiano RomanoDistribuzione: S.E.R. srl - Tel. 081-5845742E-mail: [email protected] di pubblicità:Poster pubblicità & P.r. srlSede legale, direzione generale:via Angelo Bargoni, 8 - 00153 - romaTel.06 68896911 - Fax 06 58179764E-mail: [email protected]

Chiuso in redazione alle ore 19.00

acqua pubblica, la mobilitazione dei geologi

L’acqua è un bene limitato e un giorno potrebbe non basta-re più anche in Italia. La quan-tità e la disponibilità di questa risorsa primaria saranno tra i principali problemi ambienta-li da affrontare in futuro non troppo lontano. Infatti, le fon-ti utilizzabili di acqua dolce si stanno riducendo sempre di più a causa dell’inquinamento e del continuo incremento dei consumi, sia agricoli, che indu-striali e domestici. “Fino all’ul-tima goccia”, sarà questo il ti-tolo del Primo Forum Naziona-le sull’Acqua voluto e organizza-to dal Consiglio Nazionale dei Geologi. Roma ospiterà l’even-to a Ottobre in un momento in cui non ci saranno i riflettori ac-cesi dai referendum su tale pro-blematica, proprio perché vo-gliamo continuare a mantene-re alta l’attenzione. In quella se-de presenteremo una mozione agli organi competenti e varie proposte. Nella realtà comples-sa del nostro Paese la fruibilità del bene acqua è caratterizza-ta da discontinuità territoriali, qualitative e quantitative. Una nuova coscienza deve guidare le scelte operative per una ge-stione equilibrata delle risorse idriche, in un contesto sempre più condizionato da problema-tiche pressanti: fabbisogno cre-scente, inquinamento, cambia-menti climatici, desertificazio-ne. Nel Nord Italia gli usi civili dell’acqua sono soddisfatti pre-valentemente dalle acque di fal-da. Mentre al Sud viene ad ave-re una fondamentale importan-za l’uso delle acque provenien-ti da invasi artificiali. I consumi medi in Italia di acqua passa-

no dai 300-400 litri/persona al giorno per le grandi realtà me-tropolitane (Roma, Milano, To-rino, Genova, Napoli) ai 150 li-tri/persona al giorno per esem-pio nelle zone della Sicilia inter-na (dove viene razionata). Que-sti consumi non sono in linea con le direttive dell’Onu, che vorrebbe garantire, nei prossi-mi anni, ad ogni abitante del-la Terra 40 litri/persona al gior-no, per una popolazione previ-sta di oltre 10 miliardi di abitan-ti. Si vengono a creare situazio-ni di disequilibrio. Un altro pro-blema fondamentale da affron-tare è rappresentato dalle rile-vanti perdite dei sistemi di cap-tazione e distribuzione delle ac-que dolci estratte, per cui l’Ita-lia risulta avere valori tra i più alti in Europa. L’agricoltura è il settore nel quale vi è il maggior consumo e il maggior fabbiso-gno d’acqua, impiegata nell’ir-rigazione. Prevedere i consu-mi è abbastanza complicato. La Conferenza Nazionale delle Ac-que ha stimato che per una su-perficie totale di 3.345.000 et-tari irrigati vengono consuma-ti circa 25 miliardi di mc annui, di cui l’80% in Italia settentrio-nale, il 4,2 % in Italia meridiona-le e insulare e il rimanente 1.4% in Italia Centrale (tali dati sono comunque confermati da suc-cessivi aggiornamenti curati da IRSA, CNR e ISPRA). I fabbiso-gni industriali variano a secon-da delle diverse tipologie degli impianti: studi dell’IRSA han-no ipotizzato un valore annuo complessivo di circa 5-7.5 mi-liardi di metri cubi che per il prossimo futuro (2020) dovreb-be praticamente raddoppia-re arrivando a circa 13 miliardi mc annui. Tali consumi potreb-bero essere abbattuti notevol-mente prevedendo una sempre

maggiore diffusione del riciclo dell’Acqua. Ed i geologi chiama-no tutti ad una profonda sensi-bilizzazione. Lo faranno in mo-do incisivo giungendo da tut-ta Italia al Primo Forum Nazio-nale sull’Acqua organizzato dal Consiglio Nazionale ed in pro-gramma a Roma il 18 e 19 Otto-bre. Strumento imprescindibile alla base di ogni pianificazione è la conoscenza. La figura pro-fessionale del geologo può e de-ve fornire tutte le informazioni tecnico-scientifiche necessarie all’individuazione dei problemi e alla elaborazione delle solu-zioni. E sono proprio questi gli obiettivi del Forum organizzato dal Consiglio Nazionale dei Ge-ologi: conoscere, analizzare, ri-solvere, perché in questa mate-ria non ci si può basare su dilet-tantismo e approssimazione.

Gian Vito Graziano, Presidente Consiglio Nazionale dei Geologi

adoc, no all’aumento del canone rai

Aumentare il canone per recu-perare i mancati introiti pub-blicitari con la chiusura di An-nozero è un’ipotesi assurda. I consumatori non sono limoni da spremere per far fronte alle inefficienze e alla cattiva gestio-ne del servizio pubblico, al con-trario chiediamo che il costo del canone venga ribassato. Data la situazione di crisi delle famiglie non riteniamo assolutamente proponibile qualsiasi aggravio di spesa del canone. Inoltre, cre-diamo che ogni multa inflitta alla Rai debba ricadere non sui cittadini ma sui dirigenti e am-ministratori responsabili.

Carlo Pileri, presidente Adoc

Il tuo alleatoquotidianoogni mattinaa casaA partireda 8,33 euro al mese

Bollettino postale: C/C n°: 62474630, intestato a: Undicidue srl,• causale: Inserite la tipologia di abbonamento scelta• conto corrente: Undicidue srl, Banca di Credito Cooperativo di Roma,• IBAN IT 55 M 08327 03221 000000002587• Per pagamenti su Internet: visita www.terranews.it•

Pagamenti tramite bonifi co, bollettino postale, oppure su internet tramitetutte le principali carte di credito e carte prepagate.

www.terranews.it

AbbonatiFORMULA STANDARDDurata: 12 mesiPrezzo: 20 euro/mese(per un totale di 240 euro all’anno)

FORMULA 6 MESIDurata: 6 mesiPrezzo: 22,50 euro/mese(per un totale di 135 euro a semestre)

FORMULA SOSTENITORIDurata: 12 mesi Prezzo: 500 euro/anno

CartaceoFORMULA SEMESTRALEDurata: 6 mesiPrezzo: 9,16 euro al mese(per un totale di 55,00 euro a semestre)

FORMULA ANNUALEDurata: 12 mesi Prezzo: 8,33 euro al mese(per un totale di 100,00 euro)

On line

Scegli la tua formulaAbbonatiAbbonati

Caro Luigi de Magistris,la tua campagna elettorale è stata caratterizzata da una vasta partecipazione. Pro-prio questo rinnovamento, attuato attraverso il coinvol-gimento diretto dei cittadini napoletani, mi spinge a scri-verti a proposito di tre tema-tiche importanti, degne d’at-tenzione. La prima riguarda l’adozione di criteri innovativi nell’ac-quisto di beni e servizi da parte della pubblica ammi-nistrazione: il Green Public Procurement (GPP) rappre-senta un’opportunità per mettere in atto una concre-ta strategia di sviluppo so-stenibile. È infatti l’insieme di valutazioni di carattere ambientale nelle procedure di gare pubbliche, uno stru-mento per scegliere quei pro-dotti e servizi che hanno un basso, o nullo impatto sulla salute e sull’ambiente. Gre-en significa acquistare un bene/servizio, tenendo con-to degli effetti che avrà nel corso dell’intero ciclo di vita, dall’estrazione dalla materia prima allo smaltimento. L’obiettivo, da una parte, è quello di diminuirne impat-to ambientale, dall’altra, di innescare un “effetto traino” sull’eco-mercato. In Italia so-no già 800 i comuni che uti-lizzano questo metodo per assegnare appalti nel setto-re delle mense scolastiche e ospedaliere, prediligendo prodotti locali, stagionali e di agricoltura biologica. La

seconda tematica riguarda l’adozione di politiche inno-vative nei servizi di welfare. L’agricoltura sociale, combi-nata ai metodi di agricoltura biologica, può diventare vo-lano di integrazione nella so-cietà civile: è uno strumento partecipativo che reintegra persone svantaggiate, me-diante il loro impiego e l’im-pegno nel settore. In partico-lare, nella gestione dei parchi e dei giardini comunali, si-gnifica realizzare tre risulta-ti insieme: la qualificazione del territorio, la salvaguardia dell’ambiente e la tutela della salute pubblica.Terzo importante tema è l’in-dividuazione di spazi da de-stinare al commercio di qua-lità; utilizzare aree della cit-tà attualmente in abbando-no per la creazione di mer-cati di prodotti bio, equoso-lidali e tipici offrendo ai na-poletani la possibilità di ac-quistare prodotti di qualità a prezzi sostenibili.Adottare queste strategie, dunque, sarebbe l’occasione per accreditare Napoli come punto di riferimento di una politica sostenibile che met-te in primo piano i cittadi-ni, la qualità della vita e l’am-biente.

*TP OrganicsCoordinatore Europeo della

piattaforma per la promozio-ne della ricerca in Agricoltura

ed Alimentazione Biologica

Eduardo Cuoco*

Page 16: TERRA - quotidiano del 09/06/2011

giovedì 9 giugno 201116©

Vin

cen

zo P

iazz

a/s

xc©

get

ye1/

sxc

>>Scienza>>

il futuro dei nostri mari tra pesca ed effetto serra

on è stato di certo un anno da incorniciare per il Pianeta Blu: dalle disastrose conseguenze

dell’incidente sulla piattaforma Deepwater Horizon nel golfo del Messico, alle perdite in mare di acqua radioattiva dalla cen-trale nucleare di Fukushima, ciò che poteva peggiorare le condi-zioni dell’ecosistema marino si è concretizzato. e se la giorna-ta Mondiale degli oceani, cele-brata ieri, aveva il compito oltre che di sensibilizzare sullo stato di salute dei mari, anche quello di fare il punto della situazione, fra acidificazione dei mari, au-mento delle temperature, ed ec-cessivo sfruttamento delle risor-se ittiche, il resoconto è sembra-to avere i connotati di una sven-tura annunciata.Una tesi che infatti è stata così illustrata da Julia Marton-Lefe-vre, direttrice generale dell’Unio-ne mondiale per la conservazio-ne della natura (iucn): «guar-dando indietro agli ultimi dodi-ci mesi dell’anno, non si può dire che sia stato un bel periodo per gli oceani. La marea nera e l’in-cidente nucleare giapponese ci ricordano quali siano le minac-ce di grande scala per gli oceani, ma anche tragicamente per le

Alessio Nannini

N

Ambiente Nel corso della Giornata mondiale degli oceani è stato fatto il punto sulla situazione. Disastri industriali, turismo e sfruttamento delle risorse ittiche minacciano la biodiversità

in occasione della gior-nata mondiale degli oce-ani, il Wwf ha presenta-to la settimana delle tarta-rughe marine, che si terrà dal 14 al 19 giugno. Uno fra gli animali simbolo del ma-re verrà celebrato con mo-stre, laboratori, monitorag-gio delle spiagge, e inizia-tive speciali nei porti e nei lidi. nei centri di recupe-ro gli esperti e i volontari spiegheranno al pubblico alcune piccole accortezze per preservare uno dei te-sori più preziosi del mare. Una prima anticipazione della turtle week si è svol-ta già ieri all’oasi Wwf Du-ne degli alberoni, nel Lido di Venezia, dove insieme a oltre duecento ragazzi del-le scuole il Wwf ha libera-to alcuni esemplari di tar-tarughe marine in collabo-razione con la capitaneria di Porto di Venezia e Dire-zione Marittima del Vene-to e il corpo Forestale del-lo stato. inoltre nei prossi-mi giorni, in concomitan-za con la nuova campagna Mare del Wwf, sarà lancia-ta una speciale piattafor-ma web.

La Turtle week del Wwf

Iniziative

comunità che abitano nelle vi-cinanze». sui disastri industria-li e la gestione della pesca si era esposto recentemente il Wwf, specificando come le aree di “al-to mare”, quelle cioè al di fuo-ri delle giurisdizioni nazionali e che occupano oltre i due ter-zi degli oceani, siano fortemen-te a rischio. circa il 65 per cento degli stock di pesce che lì hanno il loro habitat naturale è in regi-me di sovra-sfruttamento (si sti-ma che al mondo un pescherec-cio su due sia di troppo); la pe-

sca a strascico, largamente dif-fusa, favorisce la scomparsa del-le barriere coralline di profon-dità e dei piccoli crostacei che in essa vivono, e che a loro vol-ta sono cibo primario di molte specie di pesci – fenomeno a cui si aggiunge pure la cattura acci-dentale di delfini, squali, tarta-rughe marine, e i pericoli relati-vi al trasporto di merci via mare: perdite di carburante o rilascio di sostanze chimiche delle verni-ci (nove scambi commerciali su dieci si svolgono su rotte marine,

per un totale di circa cinquan-tamila navi mercantili al gior-no). Ma sotto minaccia sono an-che le coste, interessate per l’80 per cento dal turismo (nel Medi-terraneo è stato stimato che, in meno di un ventennio, gli attuali 220 milioni di turisti annuali do-vrebbero raggiungere una quota vicina ai 350 milioni), e dall’in-quinamento derivante dalle at-tività terrestri: scarichi delle fo-gnature, pesticidi usati in agri-coltura, oggetti in plastica e im-mondizia varia.

entro un secolo la ricchezza delle specie nelle barriere coral-line potrebbe essere impoverita per colpa della presenza sem-pre maggiore di anidride car-bonica negli oceani e dal pro-gressivo aumento della tempe-ratura delle acque. Lo afferma-no gli studiosi dell’Università di Miami, che hanno condotto uno studio sulle emissioni na-turali di co2 dai vulcani sotto-marini in Papua nuova guinea e i loro effetti sulla barriera co-rallina indo-Pacifica.

Previsioni

Corallo a rischio per l’effetto serra