Tempo pessimo per votare si lagnò il presidente di seggio ... · C’era una volta una bambina che...

23
Didattica della lettura e della scrittura II

Transcript of Tempo pessimo per votare si lagnò il presidente di seggio ... · C’era una volta una bambina che...

Didattica della lettura e della scrittura II

Tempo pessimo per votare si lagnò il presidente di seggio della sezione elettorale quattordici dopo aver chiuso violentemente il parapioggia inzuppato ed esserci tolto un impermeabile che a ben poco gli era servito nell’affannato trotto di quaranta metri da dove aveva lasciato l’auto fino alla porta da cui col cuore in gola era appena entrato spero di non essere l’ultimo disse al segretario che lo aspettava qualche passo in dietro al riparo delle raffiche che sospinte dal vento allagavano il pavimento manca ancora il suo supplente ma siamo in orario tranquillizzò il segretario se continua a piovere così sarà una vera impresa se arriveremo tutti disse il presidente mentre si trasferivano nella sala dove si sarebbe svolta la votazione. salutò per prima i colleghi di seggio che avrebbero fatto gli scrutatori poi i rappresentanti di lista e i loro rispettivi supplenti usò l’attenzione di adottare per tutti le stesse parole non lasciando trasparire nel viso né nel tono della voce alcun indizio che consentisse di cogliere le sue personali tendenze politiche e ideologiche.

«Saggio sulla lucidità» José Saramago

Tempo pessimo per votare, si lagnò il presidente di seggio della sezione elettorale quattordici dopo aver chiuso violentemente il parapioggia inzuppato ed esserci tolto un impermeabile che a ben poco gli era servito nell’affannato trotto di quaranta metri da dove aveva lasciato l’auto fino alla porta da cui, col cuore in gola, era appena entrato. Spero di non essere l’ultimo, disse al segretario che lo aspettava qualche passo in dietro, al riparo delle raffiche che, sospinte dal vento, allagavano il pavimento. Manca ancora il suo supplente, ma siamo in orario, tranquillizzò il segretario, Se continua a piovere così sarà una vera impresa se arriveremo tutti, disse il presidente mentre si trasferivano nella sala dove si sarebbe svolta la votazione. Salutò per prima i colleghi di seggio che avrebbero fatto gli scrutatori, poi i rappresentanti di lista e i loro rispettivi supplenti. Usò l’attenzione di adottare per tutti le stesse parole, non lasciando trasparire nel viso né nel tono della voce alcun indizio che consentisse di cogliere le sue personali tendenze politiche e ideologiche.

«Saggio sulla lucidità» José Saramago

Aspetto molto poco normativizzato

Testo può essere analizzato in quanto troppa (sovraccarico di ) o poca (scarso di) punteggiatura

Esercizio stilistico o “difetto di scrittura”

LA SCUOLA PRESENTA COME NORMATIVO CIÒ CHE NORMATIVO NON È

La punteggiatura sembra progredire dai LIMITI ESTERNI del testo verso l’interno

Quando compare all’interno del testo si concentra:

all’interno o ai margini dei frammenti di discorso diretto

all’interno di una lista di elementi della stessa categoria (nomi, onomatopee, interiezioni)

ai confini fra episodi della narrazione

Punto . 43%

Virgola , 17%

Due punti : 12%

Virgolette “ ” 11%

Trattino _ 3,5%

Segni ! ? 4%

( ) … ; - 1%

C’era una volta un bambino di nome Cappuccietto Rosso, e un giorno è andato da sua mamma a farli dare da mangiare per sua nonna e dopo averlo preso si mette in cammino dopo quando era nel bosco a un certo punto è salto fuori un lupo poi quando siamo giunti alla casa della nonna il lupo mangiò la nonna di cappuccietto Rosso e poi il lupo si vestì da nonna per cappuccietto Rosso le chiese perché ai gli occhi cosi grandi, per vederci meglio rispose il lupo e perché ai la bocca così grande, per mangiarti melio e poi alla fine si mangiò anche cappuccietto Rosso e poi un cacciatore ce passava da quelle parti vide la cassa della nonna e poi a preso le sue forbici e a taliato la pancia e poi e saltato fuori Cappuccietto Rosso tutto contento poi gridava tira fuori anche mia nonna e il cacciatore poi a tirato fuori anche mia nonna poi abbiamo bevuto un po’ e poi siamo andati tutti a dormire.

C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso a cui la mamma dice: - Cappuccetto rosso prendi quel cestino e portalo alla nonna che è malata, e non passare dal bosco c’è il lupo! : - Ma il bosco è così bello e io non ho paura del lupo. La bimba passò dal bosco, così incontrò il lupo. Il lupo chiese alla bimba: - Dove stai andando bella bimba? : - Sto andando dalla nonna per pranzo. : - Vuoi fare una gara con me ? : - Volentieri! : - Prendi la strada a destra che è la più corta invece io prendo la piu lunga. Il lupo arriva primo perché ha detto una bugia a Cappuccetto rosso il lupo salta sul letto e mangiò la nonna. Il lupo si travestì da nonna e aspettò. Finalmente Cappuccetto Rosso arrivò. Entrò e disse a la nonna: - Nonna che occhi grandi che hai! : - Per vederti meglio bambina mia, : - Che braccia lunghe e che bocca grande! : - E questa bocca serve per mangiarti meglio! il lupo mangiò anche la piccola ma proprio in quell’istante un cacciatore sentì dalla casa russare terribile ma quel cacciatore seppe subito che quel russare era del lupo prese il suo fucile e sparò al lupo prese il coltello aprì la pancia del lupo e fece uscire la nonna e Cappuccettto Rosso.

C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rosso, e un bel giorno la mamma le dà un cestino con dentro una torta e lo shiampan. la mamma le dice: - Stai attenta al lupo cattivo Cappuccetto rosso: - Si mamma. Ciao! e si mette in camino. arrivata a un bel prato, decise di raccogliere i fiori. a un certo punto arriva il lupo: - Dove vai? A casa della nonna: - Ciao ho fretta. Arrivato a casa della nonna se la pappa. Arriva cappuccetto rosso apre la porta e Dice: - Ma nonna che braccia lunghe che ai per abbracciarti meglio, che naso lungo che ai per anusarti meglio, che bocca lunga che ai per mangiarti meglio! am: - Ho fatto uno spuntino delizioso. Dilì passava il cacciatore, amico della nonna. Si avvicinò alla porta e sentì russare. apre la porta e uccide il lupo, escono Cappuccetto rosso e la nonna, egli corre a dire tutto alla mamma.

C’era una volta una bambina che si chiamava cappuccetto rosso e un giorno andò a trovare la nonina che si trovava dallaltra parte del bosco.

Ad un tratto vide un animale, questo lupo li disse: “dovevai tutta sola nel bosco”?

Vado a trovare la mia nonnina.

“Senti cappuccetto rosso, facciamo una gara”? Va bene.

Il lupo arrivato alla casetta bussò e disse “sono io cara nonnina la tua nipotina”.

Entrò il lupo e in un bocone se la mangiò.

Dopo un po’ arrivò cappuccetto rosso, entrò e disse: che occhi grandi e che bocca grande ai e il lupo rispose per mangiarti meglio! Ma cuel giorno per caso passò davanti alla casetta e vide il lupo. Li tagliò la pancia e uscì cappuccetto rosso e la nonnina.

La quantità e la varietà di segni impiegati

L’eventuale specializzazione di qualche segno per certi spazi testuali

La pertinenza della punteggiatura usata

La stabilità nell’uso della punteggiatura

La coordinazione o assenza di coordinazione fra i segni di punteggiatura, la distribuzione degli spazi e l’uso delle maiuscole o altre artifici grafici

Messa in rilievo di titolo e fine della storia

Presenza all’interno di elenchi o liste

Presenza nel confine fra la presentazione dei personaggi e l’inizio della storia

Delimitazione di episodi (temporali, ambientali)

Presenza all’interno del discorso diretto (“marcatura per contrasto”, chiusura unità domanda risposta, dopo il verbo dichiarativo)

Presenza al confine tra discorso diretto e l’inizio della narrazione

Due amici andavano per la medesima strada a un tratto videro un orso uno si arrampicò lesto su un albero e vi rimase nascosto l’altro che era sul punto di essere preso si lasciò cadere a terra e fece il morto l’orso gli si avvicinò e lo fiutò dappertutto ma questi tratteneva il respiro e l’orso a quanto si dice non tocca i cadaveri quando la belva si allontanò quello che si era arrampicato sull’albero scese e domandò all’amico che cosa ti ha detto l’orso all’orecchio mi ha detto di non fare più viaggi con amici che scappano nel momento del pericolo.

Enrico (2°): ci vuole il punto, ma non si va a capo perché la frase è troppo breve

Andrea (2°): ci vuole il punto, ma non a capo, perché è troppo presto

Lorenzo (2°): anch’io ho messo la virgola per non fare due frasi troppo brevi

Elisa (3°): all’inizio è meglio partire con una virgola Sara (3°): non va bene la virgola, è appena stato messo

il punto Silvana (3°): sono passate 11 parole ed è troppo per

mettere la virgola Marta (3°): bisogna andare a capo almeno qualche

volta

Marina (2°): ho messo la virgola perché leggendo ho sentito la necessità di fermarmi solo un po’

Marco (2°): si mettiamo sempre il punto non si legge più bene: ci dobbiamo fermare troppo spesso

Anna (2°): ho messo il punto perché ho sentito la necessità di fare una pausa più lunga

Luca (3°): perché “ad un tratto” si sente anche nel parlare, c’è una sosta

Matteo (3°): virgola perché ci vorrebbe una pausa breve

Federica (3°): non si dice tutto in un colpo, bisogna fare una sosta

Enrico (2°): ho messo punto a capo per staccare le due parti della storia: la prima riguarda i due amici, la seconda riguarda l’orso

Sara (2°): io sono per la virgola, perché prima dice cosa fa uno e poi cosa fa l’altro e non sono due cose tanto diverse che bisogna mettere il punto

Federico (3°): abbiamo messo punto e virgola, che non è uguale al punto perché separa quello che fa uno da quello che fa un altro, ma non proprio del tutto perché la situazione è la stessa

Giulio (3°): punto a capo perché entra in scena un nuovo personaggio che è una specie di antagonista

Federica (3°): perché si parla dello stesso argomento ma dell’altro bambino

Un topolino correva sul corpo di un leone. Si risvegliò e cercòdi acchiapparlo e il topolino gli rispose. Se mi lasci libero ti sarò riconoscente.

Freddy Un topo correva sul dorso di un leone che si svegliò e lo acchiappò,

ma il tipo gli disse risparmiami, ti sarò riconoscente. Alen

Un topolino correva sul corpo di un leone. Ad un tratto il leone si svegliò e stava per mangiare il topo. E lui disse: non mi mangi, non mi mangi. Mi risparmi, vedrà che le sarà riconoscente.

Mattia Un giorno un topo stava camminando sulla pancia di un leone. Il

leone sentì un rumore sulla sua pancia, si svegliò e lo acchiappò e il topo disse – Ti prego, risparmiami. Ti sarò riconoscente.

Valentina Un topolino correva sulla pancia di un leone. Poi il leone si svegliò

e con le sue zampe afferrò il topo e lo voleva mangiare, ma il topo gli disse “Ti supplico, non mangiarmi. Ti sarò

Alessia

“Come avete capito che erano le parole pronunciate dal topo?

Valentina e Beatrice l’hanno capito dalla parola disse. Così pensano anche Mattia e Vanessa, Vladi e Freddy, io e Leonardo, Alessia e Martina, Simone e Ludovico.

Francesco e Ferdinando dalla parola rispose.

Alessia e Marta dalle parole ti supplico e ti prego.

Ma l’abbiamo capito anche dai segni - , “ ” , :

E allora le VIRGOLETTE?

Cercando su altri libri abbiamo osservato che dopo I DUE PUNTI invece della LINEETTA, si usano LE VIRGOLETTE scritte IN BASO

DISCORSO DIRETTO

Il topo disse:- Se non mi mangi, ti sarò

riconoscente.

OPPURE

Il topo disse: «Se non mi mangi, ti sarò riconoscente».

Dal tono delle voce della maestra, dalla storia e anche dalle virgolette

La maestra prima ci ha letto la storia e noi l’abbiamo capita, poi anche per le virgolette

Le parole pronunciate erano tra virgolette e anche perché prima c’era scritto DISSE

Perché, prima delle parole pronunciate, ci sono parole: il topolino disse o il leone disse

L’abbiamo capito dalle storia, leggendola: un personaggio parlava all’altro personaggio

Perché c’è scritto che il leone e il topo dicono delle parole

Abbiamo capito da qualche segno di punteggiatura

No, alcuni non hanno messo niente, altri hanno messo le virgolette in basso o in alto, altri ancora hanno messo i due punti e poi le virgolette, altri, dopo aver chiuso le virgolette, hanno messo il punto e, infine, alcuni hanno messo la lettera maiuscola dopo i due punti. Abbiamo notato anche che le virgolette non sono scritte allo stesso modo

Abbiamo cercato sui libri i modi in cui gli scrittori

fanno capire che qualcuno sta parlando. Usano i segni di punteggiatura in questo modo: prima mettono i due punti, poi, a capo, una linea e, alla fine, il punto. Dopo la linea usano sempre la lettera maiuscola.

Per fare capire in un testo scritto che le parole riportate sono proprio quelle pronunciate da qualcuno che parla gli scrittori introducono le parole con i due punti ( : ) e le chiudono tra virgolette alte (“ ”) o virgolette basse (« »).

l’uomo allora disse: “sono stanco!”

oppure

l’uomo allora disse: «sono stanco!»

Altre volte, invece delle virgolette, dopo i due punti fanno una lineetta ( - )

Piero chiese: - Scusi, dov’è piazza Mazzini?

Felice: ma è una cosa vecchia, che abbiamo fatto anche in terza.

Io so che ne abbiamo parlato a partire della classe terza, ma parlarne di nuovo non ci farà male di certo e poi se è una cosa vecchia non dovresti fare nessun errore.

….

Elisa: (legge) inserisce la punteggiatura necessaria. “Il pittore Tranquillo Verona doveva fare il ritratto di un’anziana signora questa signora per sembrare più giovane…”

Fermati un attimo e pensa se possiamo già inserire la punteggiatura.

Elisa: possiamo mettere il punto dopo un’anziana signora.

Perfetto. Siete tutti d’accordo?

Bambini: sì.

Bene allora proseguiamo, Davide continua tu.

Davide: (legge) “questa signora per sembrare più giovane si tingeva i capelli ogni volta arrivava…”, aspetta ci vuole il punto o la virgola dopo capelli.

Punto o virgola, riflette bene. Dimmi che cosa indicano il punto e la virgola?

Davide: allora il punto indica una pausa, non mi viene … no lunga ma … forse ecco, mentre la virgola debole.

Molto bene, quindi secondo quello che hai appena detto cosa è più corretto inserire?

Davide: fammi leggere … il punto!