TEMPO E SPAZIO. - cinemaescuola.files.wordpress.com · • ripetere in ogni pagina il logo e il...
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TEMPO E SPAZIO.
D I D A T T I C A C O N L E T I C
di Dante Albanesi
1 . a m b i e n t i d i a p p r e n d i m e n t o
2 . c o n d i v i s i o n e d e i c o n t e n u t i
3 . a p p r e n d i m e n t o a t t i v o e c o l l a b o r a t i v o
4 . f l i p p e d l e a r n i n g
T E M P O E S P A Z I O .
D I D A T T I C A C O N L E T I C
1 . a m b i e n t i d i a p p r e n d i m e n t o
2 .
3 .
4 .
cosa sono le T.I.C. ?
Tecnologie dell‘Informazione e della Comunicazione Information and Communication Technology - sigla inglese: I.C.T.
L'insieme dei metodi e delle tecnologie che realizzano i sistemi di
trasmissione, ricezione ed elaborazione di informazioni (tecnologie digitali comprese).
La scuola prevede appositi percorsi
di formazione e utilizzo delle TIC per le diverse discipline.
L'uso della tecnologia nella gestione delle informazioni assume una crescente importanza strategica.
informatica
sono i due pilastri su cui si regge la
società dell'informazione
telecomunicazione
contenuti e obiettivi ?
• analizzare i cambiamenti indotti dalle TIC nella propria disciplina
• ricercare le buone pratiche d’uso delle TIC e progettare un intervento
formativo
• uso dei motori di ricerca e dei siti web
• reperire risorse in rete
• valutazione e scelta di software e strumenti didattici
• uso dei blog nella didattica
• conoscenza di semplici strumenti per progetti collaborativi in rete
• creazione di materiali per la didattica della propria disciplina
Quale ruolo svolgono le TIC nel realizzare
apprendimenti individualizzati e collaborativi ?
• profilo demografico, tecnologico, culturale
• profilo motivazionale, tipologie di contenuti, curriculum
• profilo dell’interattività: come si muove, come usa il sito
• descrizione degli strumenti e del suo equipaggiamento
• Trasferimento di conoscenza
• Apprendimento collaborativo
• Trasferimento in ambiente virtuale del percorso
curricolare
• Supporto alla didattica tradizionale
O b i e t t i v i
• di classe
• disciplinare
• di istituto
• di rete
Livel lo U t e n z a
ambiente di apprendimento
• navigabilità
• utilità attesa
• completezza dei contenuti
• comprensibilità delle informazioni
• efficacia comunicativa
• attrattiva grafica
• ridurre la dissonanza tra materiali presentati e aspettative
• coerenza interna (lessicale, grafica, comportamentale) in ogni parte del sito
• garantire la permanenza della struttura d’insieme del sito
• garantire la reperibilità delle informazioni (anche a distanza di tempo)
ambiente: le buone qualità
Jakob Nielsen,
informatico (1993)
• Facilità di apprendimento. Istruzioni ridotte (quasi) a zero
• Efficienza d’uso. Soddisfare pienamente gli scopi per cui sono stati progettati
• Facilità di comprensione. Processi automatici di azione e riconoscimento
• Reversibilità degli errori. Ridurre l’impatto dell’errore sul risultato finale
• Soddisfazione nell’uso. Rendere piacevole e confortevole l’interazione
«Usabilità»: i 5 requisiti
• Utilizzo di Controlli GUI (= Graphical User Interface) non standard: l’adozione di tale
comportamento – ad esempio nel caso di links, scrollbars, radio buttons, etc. – potrebbe
confondere il navigatore, almeno quanto l’uso di elementi che somigliano a controlli GUI
standard e invece non lo sono;
• Inconsistenza: uso di termini o comandi diversi per definire uno stesso elemento. Al
contrario è bene attribuire un medesimo nome ad un medesimo elemento posto nella
medesima posizione;
• Non far percepire all’utente cosa può fare con gli elementi a sua disposizione sullo
schermo. Il navigatore dovrebbe sempre sapere cosa può o non può fare in una pagina.
Per questo motivo la possibilità di effettuare un drag and drop può non essere
immediatamente percepita mentre l’uso di controlli standard risulta più intuitivo;
• Non fornire agl utenti un Feedback di risposta alle loro azioni (il che li lascia nella scomoda
posizione di supporre cosa sta accadendo o cosa accadrà);
• Adottare messaggi di errore incomprensibili. É consigliabile spiegare sempre ai navigatori il
motivo di un errore e possibilmente anche come ovviare al problema. I messaggi di errore,
infatti, costituiscono a loro modo una forma di feedback;
• Richiedere più volte le stesse informazioni. Visto che oggi i computer sono in grado di
memorizzarle, bisognerebbe evitare di costringere chi naviga a reinserire più volte i
medesimi dati;
• Non fornire valori di default in caso di scelte multiple. Fornire un suggerimento di base può
velocizzare le operazioni e aiutare i neofiti e gli indecisi;
• Catapultare l’utente all’interno di un’applicativo senza previa spiegazione del
funzionamento, presumendo che ne conosca già le modalità o che sia in grado di
comprenderle immediatamente. Sfortunatamente molti utenti non leggono le istruzioni
prima di utilizzare le applicazioni e questo non aiuta: può essere utile, per questo motivo,
un buon uso della sintesi;
• Non indicare in quale modo le informazioni raccolte verranno utilizzate. Ciò può ingenerare
nell’utente preoccupazioni sulla tutela della propria privacy e, nei casi peggiori, addirittura
indurlo ad abbandonare il sito;
• Fornire una visione dei contenuti nel modo in cui questi vengono percepiti “dall’interno”
dell’azienda che li offre piuttosto che dal punto di vista di un osservatore esterno. Sarebbe
bene esporre i contenuti con la massima chiarezza e gradualità possibile.
progettazione: 10 errori da evitare
Tullio De Mauro,
linguista
Le parole sono fatte, prima che per essere dette, per essere capite: proprio per questo, diceva
un filosofo: "gli Dei ci hanno dato una lingua e due orecchie".
Chi non si fa capire viola la libertà di parola dei suoi ascoltatori. È un maleducato, se parla in
privato e da privato. È qualcosa di peggio se è un giornalista, un insegnante, un dipendente
pubblico, un eletto dal popolo.
Chi è al servizio di un pubblico ha il dovere costituzionale di farsi capire.
Il dovere di farsi capire
L’organizzazione visiva del sito
è fondamentale per l’accesso
alle informazioni.
• Profondità: struttura stretta e lunga. Permette un livello informativo maggiore ;
• Larghezza: struttura ampia e stretta. Rivela l’intera organizzazione sin dall’inizio.
Una buona gerarchia è il risultato del bilanciamento tra larghezza e profondità
Problema: il rapido invecchiamento delle tecnologie.
Spesso il docente è obbligato a produrre software in proprio; ma ciò richiede
competenza e tempo.
struttura ipertestuale
• organizzare i collegamenti tra le pagine
• organizzare i contenuti da inserire
• disporre le varie parti all’interno delle singole pagine
• uso di un formato standard per tutte le pagine del sito
• mantenere sempre in evidenza l’ente di riferimento del sito
• utilizzare i colori dell’ente per gli sfondi e i pulsanti delle pagine
• ripetere in ogni pagina il logo e il nome dell’ente
• indicare nella parte bassa della pagina: nome ed e-mail del curatore del sito e
la data di revisione della pagina
Struttura ipertestuale
Il sito progettato dal docente riproduce vari connotati del mondo scolastico:
• Tutorato. Il sito accompagna gli allievi in un processo di apprendimento,
svolgendo un ruolo "cerniera" tra le esigenze della classe e quelle del docente
• Modularità. Il sito presenterà una serie di «moduli», un insieme di esperienze
di apprendimento, costruite generalmente in forma di «unità didattica».
• Flessibilità.
• Contestualizzazione. Aderenza al contesto scolastico
• Interazione e apprendimento collaborativi.
• Comunicazione personalizzata.
Design dell’ambiente
1. in rete
Il luogo dove si realizzano le attività di
apprendimento:
riflettere
analizzare
discutere
sbagliare
correggere
confrontarsi con il docente tutor e con il
gruppo
2. individuali
• accesso alla biblioteca
• ai percorsi di approfondimento
• esercitazioni guidate
• test di autovalutazione
3. di interazione
Discussioni in modalità sincrona e asincrona:
e-mail, chat, forum
4. di collaborazione
Accesso ai laboratori virtuali per attività di
gruppo
Le attività dell’Ambiente
T E M P O E S P A Z I O .
D I D A T T I C A C O N L E T I C
1 .
2 . c o n d i v i s i o n e d e i c o n t e n u t i
3 .
4 .
Risorse educative aperte (OER)
Materiali didattici in formato digitale, resi
disponibili con una licenza aperta, che
ne permetta il riutilizzo, la modifica e la
distribuzione.
Si tratta di un'iniziativa promossa dalla
comunità mondiale per
l‘educazione come bene comune.
Creative Commons
GNU
Free
Documentation
License
Risorse educative aperte: esempi
http://www.innovascuola.gov.it/
http://gold.indire.it/gold2/
http://www.raiscuola.rai.it/
http://195.120.198.109/
http://www.sloop2desc.eu/
http://www.atuttascuola.it/
http://docenti.skuola.net/
http://docenti.skuola.net/
Risorse educative aperte
• Licenza Creative Commons
• Strutturare i testi. Comunicare per essere capiti
• Valorizzare le diversità presenti a scuola
• Testare i prodotti
• Creare oggetti gradevoli, accessibili, coinvolgenti
• Tracciare percorsi nuovi per favorire differenti fruizioni sensoriali
(es.: sottotitolazione partecipata)
• Favorire il riuso e la diffusione (testi, immagini, video)
• Interoperabilità, apertura alla partecipazione
Contenuti e privacy
• L'uso di cellulari e smartphone è in genere consentito per fini
strettamente personali (es.: registrare le lezioni)
• Spetta agli istituti scolastici regolamentare o vietare l’uso dei
cellulari
• Non si possono diffondere immagini, video o foto su internet, senza il
consenso delle persone riprese
• La diffusione di filmati e foto che ledono la riservatezza e la dignità
delle persone può far incorrere lo studente in sanzioni disciplinari e
pecuniarie, o perfino in veri e propri reati
• Informare e documentare
• Pubblicare: tecniche, idee,
procedimenti, percorsi,
indicazioni, quesiti, tutorial
• Favorire la partecipazione di
altri docenti, altre scuole
• Organizzare l’informazione
• Favorire il riuso
• Centellinare l’informazione,
limitandola agli aspetti
generali
• Chiudere l’informazione
significativa in cassetti chiusi
• Utilizzare aree riservate ove
depositare idee e prodotti
• Rendere difficile la reperibilità
dei materiali
• Utilizzare licenze con tutti i
diritti riservati
Trasparenza: bene comune
Digital Rights Management
Adobe DRM
Tecnologia di Adobe utilizzata dagli
editori di eBooks. Opera come una
specie di "lucchetto" del documento.
Gli eBook con DRM hanno formato
originario .acsm e vanno "sbloccati"
con un software specifico: Adobe
Digital Editions. Tale procedura
necessita la creazione di un account
Adobe e l’autorizzazione dei propri
dispositivi (fino ad un massimo di 6)
alla copia del file.
Sistemi per la gestione e protezione del copyright digitale. Aggiungono
informazioni criptate al file, proteggendo i diritti d’autore dalla pirateria in rete.
Social DRM (Watermarking)
Metodo non invasivo per la protezione
dei contenuti. Non limita l’utilizzo del
file, ma inserisce all’interno dell’eBook
alcune informazioni su chi lo ha
acquistato (nome, indirizzo, e-mail), in
modo da poter risalire a lui in caso di
diffusione illegale del file.
La Legge 22 aprile 1941, n. 633 istituisce la tutela delle opere dell’ingegno di
carattere creativo, che appartengano alla letteratura, alla musica, alle arti
figurative, all’architettura, al teatro, al cinema. Il diritto d'autore consiste in una
serie di diritti esclusivi di utilizzazione economica dell'opera e di diritti morali
a tutela della personalità dell'autore.
Nasce automaticamente con la creazione dell’opera e decade dopo 70 anni dalla
morte dell’autore, quando l’opera diventa di dominio pubblico. Il diritto può
essere anche ceduto dall’autore stesso. www.dirittodautore.it
Diritto d’autore: la legge
Art. 70 della Legge 633/1941, aggiornata nel 2009.
• 1. Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro
comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di
discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano
concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera; se effettuati a fini di
insegnamento o di ricerca scientifica l'utilizzo deve inoltre avvenire per finalità
illustrative e per fini non commerciali.
• 1-bis. E' consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo
gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso
didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro.
• 3. Il riassunto, la citazione o la riproduzione debbono essere sempre
accompagnati dalla menzione del titolo dell’opera, dei nomi dell’autore, dell’editore
e, se si tratti di traduzione, del traduttore.
Diritto di citazione
• NON fare il copia/incolla integrale di un articolo
• Limitare la citazione solo a piccoli estratti evidenziandole con un font
opportuno
• Inserire sempre la fonte da cui è tratta la citazione, sia all’interno della
citazione stessa, sia in fondo al post.
• Evitare di linkare documenti da scaricare sul proprio sito. Fare in modo che il
PDF venga scaricato direttamente dal sito del suo proprietario.
Diritto d’autore: buone pratiche
• E’ vietato pubblicare fotografie su internet senza il permesso del soggetto
ritratto, nemmeno inserendo il link, a meno che le foto non abbiano la licenza
Creative Commons, con la licenza d’uso delle foto e dicano espressamente che
si può copiare senza permesso. Alcune varianti di Creative Commons permettono
la copia, ma deve essere riportato l’autore, il link o altro.
• E’ vietato modificare le foto di altri, storpiarle, alterarle, ecc… a meno che non
si usino foto libere da copyright e senza restrizioni, o a meno che non si
posseggano le autorizzazioni.
Diritto d’autore: fotografia
• E’ vietato utilizzare musica, canzoni, poesie, video, ecc… protette da copyright,
a meno che non si tratti di brevi citazioni correttamente attribuite.
• La SIAE (Società Italiana Autori ed Editori) consente di acquistare licenze di
utilizzo per l’utilizzo di musiche di sottofondo.
• Per inserire musica da scaricare o ascoltare in un sito web, è necessario prima
ottenere dalla SIAE una licenza e corrispondere un compenso, per gli autori e gli
editori delle musiche.
Diritto d’autore: musica
Licenze Creative Commons
• Attribuzione 3.0
• Attribuzione - Non opere derivate 3.0
• Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0
• Attribuzione - Non commerciale 3.0
• Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 3.0
• Attribuzione - Condividi allo stesso modo 3.0
aggiungi dettagli
Drupal
Un CMS per la scuola
Permette in maniera facile e veloce di inserire, modificare e cancellare i contenuti
che compongono il sito web (documenti, immagini, video).
I CMS open source più utilizzati sono: Drupal, Plone, Wordpress, Joomla.
Sono utili per la creazione di siti scolastici, con una buona cura dell’architettura
dell’informazione, del menu, delle categorie e dei tag per descrivere i
contenuti. Sono caratterizzati da una «navigazione ad albero».
Sistema Gestione Contenuti
Content Management System (CMS)
• Archiviare i propri contenuti in rete
• Rendere visibili i contenuti (a un pubblico generale o selezionato)
• Raccogliere feedback sui propri contenuti
• Condividere i contenuti con i propri “amici”
• Segnalare contenuti, anche prodotti da altri
• Partecipare a gruppi interessati a contenuti specifici
Social media: obiettivi
siti di Photo-sharing
• www.flickr.com (2004, proprietà Yahoo! dal 2005)
• www.photobucket.com (2003)
• www.picasa.com (2002, proprietà Google dal 2004)
• www.instagram.com (2010, proprietà Facebook dal 2012)
• www.pinterest.com (image&video curation, dal 2010)
www.dailymotion.com
www.vimeo.com (2004)
www.youtube.com (2005, comprato da Google nel 2006 per $1,65 Mdi)
- 3°sito più visitato al mondo
- Si stima che nel 2007 abbia usato banda equivalente a quella dell’intero
internet nel 2000.
- Ogni secondo viene caricata un'ora di video
siti di Video-sharing
• www.slideshare.net
- creato nel 2006, acquisito da LinkedIn nel 2012
- sito di slide, infografiche, documenti in vari formati
R.Polillo – Aprile 2014
siti di Slide-sharing
”Digital libraries”
• www.scribd.com (2007)
• www.issuu.com (2006)
R.Polillo – Aprile 2014
siti di Document sharing
Visibilità
Come rendere visibili i propri contenuti?
Ranking
Quali contenuti vengono resi più visibili dal servizio perché considerati più
rilevanti?
YouTube esamina soprattutto il «tempo di visione» (watch time).
Flickr valuta la "interestingness" della fotografia, calcolato mediante un
"reputation system".
Tag
Associazione di etichette (tag) scelte liberamente dall’autore dell’immagine. Le
tag non sono una tassonomia, ma riflettono il punto di vista di chi li definisce
Visibilità, Ranking, Tag
T E M P O E S P A Z I O .
D I D A T T I C A C O N L E T I C
1 .
2 .
3 . a p p r e n d i m e n t o a t t i v o e c o l l a b o r a t i v o
4 .
Utilizzo del computer
in due modalità
OFF LINE
strumento isolato, non
connesso in rete
connesso
a Internet
TIC: ricerca e condivisione dell’informazione
ON LINE
Codici non-linguistici di comunicazione
Molti insegnanti tendono a privilegiare il codice verbale orale e scritto,
ritenendo che la parola sia il sistema più flessibile,
adatto a comunicare qualsiasi situazione, emozione, sentimento, idea.
Ciò offre un’idea riduttiva della complessità della comunicazione,
che può realizzarsi attraverso molti altri canali.
Per una buona attività didattica, l’insegnante deve:
- saper utilizzare i differenti sistemi di segni;
- saperli utilizzare alternandoli in funzione di diverse situazioni;
- saper guidare gli alunni all’uso consapevole degli strumenti di comunicazione.
VERBALE
Utilizza una logica di tipo sequenziale, procedendo
in modo lineare e trattando una sola situazione per
volta.
ICONICO
Immagine. Può essere percepita e fruita nella sua
interezza e può trasmettere più messaggi
contemporaneamente.
VERBO-ICONICO
Unione di testo scritto e immagine fissa
(manifesto, fumetto, testo informatico).
Integrandosi, danno maggiore efficacia e forza alla
comunicazione.
Il «testo allargato»
Il «testo allargato»
IPERTESTO
Pur utilizzando il codice linguistico,
l’ipertesto è caratterizzato da link,
cioè da collegamenti previsti
dall'autore tra le diverse parti.
Il lettore può quindi procedere in
modo non strettamente sequenziale,
ma seguendo associazioni di pensieri.
La sua libertà è però sostanzialmente
solo quella concessa dall'autore.
IPERMEDIA
Pur utilizzando il codice linguistico,
l’ipertesto è caratterizzato da link, cioè
da collegamenti previsti dall'autore tra
le diverse parti.
Il lettore può quindi procedere in modo
non strettamente sequenziale, ma
seguendo associazioni di pensieri.
La sua libertà è però sostanzialmente
solo quella concessa dall'autore.
Mappe concettuali e ricerca
La costruzione di mappe ci rende consapevoli di cosa sappiamo già e di cosa
stiamo veramente cercando. Ciò riduce molto i tempi, evitando percorsi inutili.
Mappe concettuali: Cmaptools - Cayra - Mindomo Desktop - Xmind
Caratteristiche di una mappa concettuale (secondo nome Novak):
• nodi concettuali: ciascuno di essi rappresenta un concetto elementare,
descritto con una etichetta apposta ad una figura geometrica.
• i nodi concettuali sono collegati mediante relazioni, in genere rappresentate
come frecce, dotate di un’etichetta descrittiva.
• struttura di tipo reticolare: può non presentare un "preciso punto di
partenza".
Cercare in rete non basta: in classe è necessario discutere e valutare il
materiale raccolto, anche in riferimento all’autorevolezza della fonte.
Il sito da cui proviene la risorsa è gestito da un ente riconosciuto?
Le fonti delle informazioni sono dichiarate?
Le informazioni sono verificabili?
Compare il nome dell’autore (e-mail, bio-bibliografia, curriculum)?
Verifica delle fonti
Esercitazione:
Ricerca dei principali siti web dedicati alla propria disciplina
Uso dei motori di ricerca più adatti all’ambito disciplinare
Sperimentare le differenze tra i vari motori di ricerca
Valutare i siti visitati in termini di: Attendibilità, Autorevolezza, Aggiornamento
Aggiornamento
Il sito ha un pratica di rinnovamento costante (date di creazione/revisione/ aggiornamento)?
Contenuto
Lo scopo e i destinatari della risorsa sono chiari?
Il sito presenta informazioni originali o è una raccolta di link? I link sono aggiornati?
Il linguaggio è corretto e appropriato ai temi trattati?
Originalità
Il contenuto è reperibile in altra forma o altri luoghi (siti, libri, supporti elettronici)? Possiede
qualcosa in più o di diverso: aggiornamenti, integrazioni, approfondimenti?
Utilizzabilità
(È l’ambito specifico di Internet.) La risorsa può essere usata con facilità? Richiede programmi
particolari? L’interfaccia è comprensibile? Ci sono motori di ricerca all’interno del sito? Esiste
una mappa del sito? È a pagamento? Richiede una registrazione?
Autorevolezza di un sito
Condivisione dell’informazione
tra studenti
apprendimento
collaborativo
tra docenti
scambio di informazioni
condivisione di materiali
condivisione di esperienze
elaborazione di progetti comuni
forme varie di cooperazione
viene superato l’isolamento del docente
internet non è solo una
superstrada dell’informazione,
che approda rapidamente
a ogni libro e a ogni
biblioteca del mondo
internet elimina spazi e distanze: trasforma il mondo in un villaggio globale,
superando le antiche convenzioni di SPAZIO e TEMPO
è anche
comunicazione e socializzazione,
tramite modi e forme
totalmente inedite
TIC come amplificatore della comunicazione
la comunicazione in rete può essere di due tipi:
SINCRONA A-SINCRONA
CHAT (chiacchierata)
Comunicazione in tempo reale. Essendo una
scrittura veloce, i testi possono presentare vari
errori di battitura. Per velocizzare la comunicazione,
si usano abbreviazioni di vario genere.
comunicazione sincrona
VIDEO-CONFERENZA
Collegamento a distanza sincrono, in modalità audio-
video. Riproduce le tecniche della comunicazione in
presenza.
comunicazione a-sincrona
Messaggi spediti tramite posta elettronica.
Il linguaggio è più formale di quello delle
chat, perché si ha più tempo per comporre
il messaggio. Al testo possono essere
allegati anche dei file di vario tipo.
NEWSGROUP
Somiglia a una bacheca pubblica dove gli
utenti leggono, inseriscono e rispondono ai
vari messaggi. Sono divise per argomenti.
FORUM
Comunicazione di gruppo in tempo
differito sui più svariati argomenti
MAILING-LIST (lista di discussione)
Utilizza la posta elettronica. Basta iscriversi
a una mailing-list e i messaggi inviati
arriveranno a tutte le caselle postali degli
iscritti.
In queste comunità l’apprendimento è inserito in un’esperienza sociale.
Si annulla l’isolamento del singolo (o della classe)
si valorizzano i rapporti di gruppo
si favorisce il processo di costruzione della conoscenza
Viene creato un ambiente di apprendimento costruttivista,
nel quale l’alunno costruisce il proprio sapere, lavorando in gruppo e
usando molteplici strumenti comunicativi e informativi.
Le TIC creano delle
comunità virtuali di apprendimento tra alunni appartenenti a scuole e paesi diversi
che condividono progetti e collaborano ad un obiettivo comune
l’alunno è portato a:
confrontarsi
aiutarsi
scambiarsi opinioni
cercare insieme soluzioni
il docente rende più efficace la
propria comunicazione,
tramite immagini, suoni,
video, presentazioni
PowerPoint, a supporto della
lezione frontale
Le TIC facilitano la comunicazione anche in progetti di
didattica collaborativa
tra classi
dello stesso istituto
nell’ambito
della stessa classe
Secondo Kaye, cosa NON è apprendimento collaborativo?
un modello educativo tradizionale
• che si basa sulla trasmissione del sapere
• dove la principale attività di apprendimento è lo studio individuale
• dove le fonti di informazione sono i libri e il docente
• dove l’autorità e la conoscenza si identificano con il docente
apprendimento collaborativo
Perché ci sia una efficace collaborazione o cooperazione, ci deve essere una reale
interdipendenza tra i membri di un gruppo nella realizzazione di un
compito, un impegno nel mutuo aiuto, un senso di responsabilità per il
gruppo e i suoi obiettivi e deve essere posta attenzione alle abilità sociali e
interpersonali nello sviluppo dei processi di gruppo.
(Anthony Kaye, ricercatore Open University)