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III PILASTRO Informativa al pubblico al 31.12.2018 LISIMM Leasing Immobiliare S.p.A

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III PILASTRO

Informativa al pubblico al 31.12.2018

LISIMM

Leasing Immobiliare

S.p.A

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III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2018

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Sommario

PREMESSA ........................................................................................................................................................................ 3

TAVOLA 1: OBIETTIVI E POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO ............................................................................... 4

TAVOLA 2: AMBITO DI APPLICAZIONE ........................................................................................................................ 12

TAVOLA 3: FONDI PROPRI ............................................................................................................................................ 13

TAVOLA 4: REQUISITI DI CAPITALE ............................................................................................................................. 16

TAVOLA 5: ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI CONTROPARTE ....................................................................................... 19

TAVOLA 6: RETTIFICHE DI VALORE SU CREDITI........................................................................................................ 20

TAVOLA 7: RISCHIO OPERATIVO ................................................................................................................................. 25

TAVOLA 8: ESPOSIZIONI AL RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE NON INCLUSE NEL PORTAFOGLIO DI

NEGOZIAZIONE ............................................................................................................................................................... 26

TAVOLA 9: POLITICHE DI REMUNERAZIONE .............................................................................................................. 27

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PREMESSA

Le vigenti disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari (Circolare della Banca d’Italia n. 288/2015), al

fine di rafforzare la disciplina di mercato, prescrivono per i medesimi intermediari specifici obblighi informativi

in grado di rappresentare esaurientemente al mercato stesso il loro livello di adeguatezza patrimoniale, il loro

profilo di rischio e le caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione e controllo. Le informazioni da

pubblicare sono di carattere sia qualitativo sia quantitativo. Secondo il principio di proporzionalità, la ricchezza

e il grado di dettaglio delle informative sono calibrati sulla complessità organizzativa e sul tipo di operatività

della Società.

La presente informativa è resa in adempimento della normativa di Vigilanza che prevede per gli intermediari

finanziari iscritti nel nuovo Albo unico ex art. 106 TUB l’obbligo di pubblicazione delle informazioni inerenti

l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti

all’identificazione, alla misurazione, al controllo e alla gestione dei rischi, nonché fornire elementi informativi

sulle prassi e politiche di remunerazione.

Al fine di garantire il rispetto della normativa di Vigilanza in tema di informativa al pubblico, la Società si è

dotata di specifiche procedure organizzative.

Le disposizioni di vigilanza prudenziale applicabili sono raccolte nella Circolare 288 del 3 Aprile 2015 e nelle

disposizioni cui la stessa Circolare fa riferimento: Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR) e regolamenti della

Commissione europea recanti le norme tecniche di regolamentazione o di attuazione.

Per la redazione del presente documento si è fatto altresì riferimento agli Orientamenti ABE sulla rilevanza,

esclusività e riservatezza e sulla frequenza dell’informativa ai sensi degli articoli 432, paragrafi 1 e 2, e 433

del regolamento (UE) n. 575/2013.

Il documento è organizzato in sezioni informative di natura qualitativa, dove sono illustrate le metodologie e

gli strumenti utilizzati dalla Società per garantire requisiti patrimoniali adeguati ai rischi assunti, ed in sezioni

di natura quantitativa, dove sono fornite informazioni sull’adeguatezza patrimoniale e i rischi assunti con

l’ausilio di tabelle esplicative.

Il presente documento è pubblicato nel sito internet aziendale (www.lisimm.it) con cadenza annuale.

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TAVOLA 1: OBIETTIVI E POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO

Informativa qualitativa

Al fine di un efficace presidio dei rischi il Consiglio di Amministrazione di Lisimm S.p.A. definisce le linee

strategiche in materia di gestione e controllo dei rischi con l’obiettivo di realizzare una politica di gestione

dei rischi integrata ed omogenea con le politiche di crescita aziendali.

Modello organizzativo

Il processo di gestione, monitoraggio e presidio dei rischi definito dalla Società prevede il coinvolgimento

delle seguenti funzioni aziendali:

- Organi Sociali (con specifico riferimento al Consiglio di Amministrazione ed Amministratore

Delegato);

- Funzione di II° livello (con specifico riferimento alle attività di Risk Management e Compliance);

- Internal Audit;

- Area Amministrazione e IT.

Su tutti i processi aziendali vengono svolti i controlli previsti dalle disposizioni di vigilanza, che nel loro

insieme compongono il sistema dei controlli interni (controlli di linea, controlli di conformità, controlli sulla

gestione dei rischi, attività di revisione interna). In particolare:

- i controlli di linea sono controlli di primo livello eseguiti dalle singole unità operative;

- i controlli di II livello, che riportano direttamente al Consiglio di Amministrazione, sono svolti

dall’ufficio Funzioni di II°livello e comprendono le attività di Risk Management e Compliance;

- i controlli di III livello sono svolti dalla funzione di revisione interna che riporta direttamente al

Consiglio di Amministrazione.

Obiettivi e politiche di gestione dei rischi

La Società annualmente procede a rivedere la propria mappatura dei rischi, determinando in particolar

modo la rilevanza che gli stessi assumono nella situazione complessiva. Nel corso del 2018 è stato

adottato il Regolamento di valutazione e misurazione dei rischi che garantisce un presidio più efficace

nella gestione dei rischi che impattano sull’operatività aziendale e nella valutazione della adeguatezza

patrimoniale.

La mappatura dei rischi adottata in sede di ultima rendicontazione ICAAP è la seguente:

Rischio Pilastro Rilevanza Modalità di

gestione Modalità di

misurazione

Rischio di credito I pilastro Media Quantitativa Metodo

standardizzato semplificato

Rischio di mercato I pilastro Non Applicabile N.a. N.a.

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Rischio operativo I pilastro Bassa Quantitativa Metodo Base

BIA

Rischio di concentrazione

Altri rischi Alta Quantitativa Granularity Adjustment

Rischio di tasso di interesse

Altri rischi Bassa Quantitativa Allegato C, 288

Rischio di liquidità Altri rischi Bassa Qualitativa Valutazioni

interne

Rischio strategico Altri rischi Media Qualitativa Valutazioni

interne

Rischio reputazionale Altri rischi Bassa Qualitativa Valutazioni

interne

Rischio leva Altri rischi Bassa Qualitativa Valutazioni

interne

Rischio residuo Altri rischi Non Applicabile N.a. N.a.

Rischio base Altri rischi Non Applicabile N.a. N.a.

Rischio di

trasferimento Altri rischi Non Applicabile N.a. N.a.

Rischio derivante da cartolarizzazioni

Altri rischi Non Applicabile N.a. N.a.

Rischio Paese Altri rischi Non Applicabile N.a. N.a.

Ciò premesso, la Società:

• misura i rischi quantificabili secondo la seguente metodologia:

a) rischio di credito: tramite Metodo Standardizzato;

b) rischio operativo: tramite Metodo Base (BIA – Basic Indicator Approach);

c) rischio di concentrazione single name: utilizzando gli algoritmi proposti nell’allegato B (Circ.

288 del 3 aprile 2015, Titolo IV, Capitolo 14);

d) rischio di tasso di interesse: utilizzando gli algoritmi proposti nell’allegato C (Circ.288 del 3

aprile 2015, Titolo IV, Capitolo 14);

• valuta il rischio strategico, il rischio di reputazione, il rischio di liquidità, ed il rischio leva. Tale

valutazione viene effettuata:

a) per il rischio strategico, attraverso la verifica del rischio organizzativo di non conformità e

dell’adeguatezza delle procedure di pianificazione strategica;

b) per il rischio di reputazione, tramite la verifica della conformità operativa delle attività svolte

rispetto alle norme cogenti;

c) per il rischio di liquidità mediante l’analisi dei flussi finanziari attesi in entrata ed in uscita;

d) per il rischio di leva finanziaria mediante l’analisi dell’attivo e del capitale di classe 1.

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Di seguito e con riferimento ai principali rischi ai quali è esposta la Società sono illustrati i processi per

la gestione, misurazione e attenuazione degli stessi.

A mitigazione dell’esposizione ai rischi, la Società valuta periodicamente l’efficienza ed efficacia dei

controlli e delle procedure interne avvalendosi dei modelli regolamentari allo scopo predisposti e delle

relazioni degli organi e funzioni di controllo ed affianca, per i soli rischi misurabili, l’allocazione di misure

di capitale economico (capitale interno individuale), la cui somma algebrica (capitale interno

complessivo), debitamente sottratta dal capitale proprio (capitale complessivo) contribuisce a

determinare l’adeguatezza del capitale per fronteggiare i principali rischi aziendali.

1. Rischio di credito

Il rischio di credito rappresenta il rischio di incorrere in perdite a motivo dell’inadempienza o

dell’insolvenza della controparte nei confronti della quale esiste un’esposizione, generando una

corrispondente diminuzione del valore della posizione creditoria; esso è collegato, in via principale, al

portafoglio leasing della Società. Nell’ambito della determinazione del rischio di credito, la Società adotta

il modello di quantificazione standard previsto per il primo pilastro, facendo proprie le segmentazioni e

le ponderazioni previste dalla metodologia standard per la valutazione del rischio di credito.

Questo metodo prevede la suddivisione delle esposizioni in diverse classi, a seconda della natura della

controparte ovvero delle caratteristiche tecniche del rapporto o delle modalità di svolgimento di

quest’ultimo.

2. Rischio mercato

Il rischio di mercato rappresenta il rischio di incorrere in perdite, a causa dell’avverso andamento dei

prezzi di mercato, che possono derivare da posizioni incluse nel portafoglio di negoziazione nonché da

posizioni in materie prime e valute.

Stante l’operatività della Società non si ritiene significativo il rischio in argomento.

3. Rischio operativo

Il rischio operativo si configura come il “rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla

disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni”. A differenza degli

altri rischi di primo pilastro – per i quali ci si basa su una scelta consapevole di assumere posizioni

creditizie o finanziarie che consentano di raggiungere un determinato profilo di rischio/rendimento

desiderato – i rischi operativi sono assunti implicitamente nel momento stesso in cui si decide di

intraprendere un’attività di impresa e, quindi, sottesi allo svolgimento dell’intera operatività interna.

Per la determinazione del capitale interno a fronte del rischio operativo, la Società adotta il modello

Base di quantificazione dei requisiti patrimoniali previsto per il primo pilastro, rappresentato dal 15%

della media triennale dell’Indicatore rilevante, così come definito nel Regolamento (UE) N. 575/2013.

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4. Rischio di liquidità

Per rischio di liquidità si intende il rischio che la Società non sia in grado di adempiere alle proprie

obbligazioni alla loro scadenza; più in dettaglio, il rischio di liquidità può includere le seguenti

componenti:

• liquidity mismatch risk: rischio di non conformità tra gli importi e/o le tempistiche dei flussi

finanziari in entrata e in uscita;

• liquidity contingecy risk: rischio che eventi futuri inattesi possano richiedere un ammontare di

liquidità maggiore di quello previsto in uno scenario "going concern";

• market liquidity risk: rischio che la società possa incorrere in perdite per liquidare assets ritenuti

liquidi in condizioni normali di mercato e che sia costretta a mantenerli in assenza del mercato

stesso;

• operational liquidity risk: rischio di inadempimento degli impegni di pagamento per errori,

violazioni, interruzioni o danni dovuti a processi interni, persone, sistemi o eventi esterni, pur

rimanendo solventi;

• funding risk: rischio di un potenziale aumento del costo del finanziamento a causa del

cambiamento del rating (fattore interno) e/o allargamento dei credits spreads (fattore esterno).

Al fine di delineare e valutare correttamente il rischio di liquidità in seno alla Società, la stessa ha

predisposto la c.d. maturity ladder.

Le disposizioni interne e la gestione della tesoreria garantiscono alla Società un sistema di sorveglianza

della posizione finanziaria netta mediante il monitoraggio della struttura delle scadenze (maturity

ladder), che, come illustrato, consente di valutare l’equilibrio dei flussi di cassa attesi, contrapponendo

i flussi in entrata ai flussi in uscita attesi.

5. Rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario

Il rischio di tasso di interesse strutturale si configura come “il rischio di subire una riduzione del valore

economico aziendale derivante da variazioni potenziali dei tassi di interesse”.

Le esposizioni al rischio di tasso (fonti del rischio) sono rappresentate dagli elementi dell’attivo e del

passivo sensibili alle variazioni dei tassi di interesse.

Le disposizioni di vigilanza pongono quale soglia di attenzione una percentuale di incidenza del rischio

tasso di almeno il 20% sui fondi propri.

6. Rischio di concentrazione

Il rischio di concentrazione per singole controparti o gruppi di clienti connessi (“single name”) si configura

come il “rischio legato alla possibilità che l’insolvenza di un solo grande prenditore di credito o di diversi

prenditori tra loro collegati possa determinare perdite tali da compromettere la stabilità

dell’intermediario”.

Con riferimento alle posizioni potenzialmente esposte al rischio, occorre identificare le informazioni da

acquisire ai fini della misurazione del grado di esposizione al rischio stesso, per il quale occorre fare

riferimento alle classi di attività “imprese e altri soggetti”, alle esposizioni verso imprese rientranti nelle

classi di attività “scadute” e garantite da immobili, “esposizioni in strumenti di capitale”, nonché alle “altre

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esposizioni”. Ai fini della determinazione del capitale interno a fronte del rischio di concentrazione per

singole controparti o gruppi di clienti connessi è utilizzato l’algoritmo regolamentare del Granularity

Adjustment. La Società data la prevalente attività verso clientela retail può anche valutare di considerare

tutta la clientela al fine del calcolo del requisito patrimoniale del rischio di concentrazione.

7. Rischio strategico

Il rischio strategico è inteso come “il rischio derivante da cambiamenti del contesto operativo o da

decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto

competitivo”.

Per la gestione e mitigazione di tale rischio la Società ha previsto i seguenti presidi organizzativi:

• processo di pianificazione pluriennale eseguito su base triennale;

• processo di controllo di gestione.

Le scelte strategiche sono valutate e approvate dal Consiglio di Amministrazione.

8. Rischio reputazionale

Il rischio reputazionale è inteso come “il rischio derivante da una percezione negativa dell’immagine

dell’azienda da parte di clienti, controparti, azionisti, investitori o Autorità di Vigilanza”.

La gestione del rischio di reputazione si realizza attraverso una politica di credito volta ad una prudente

gestione delle relazioni con i diversi stakeholder al fine di minimizzare il verificarsi di eventi che la

espongano al rischio di reputazione.

Il rischio di reputazione rappresenta un rischio "secondario", essendo scatenato da fattori di rischio

originari ascrivibili al rischio operativo (in particolare legale) e al rischio strategico. Pur essendo un

rischio "secondario", le perdite associate al rischio reputazionale possono essere molto più alte rispetto

a quelle imputabili all'evento di rischio originario.

°°°°°

Il Consiglio di Amministrazione ha formulato un giudizio di adeguatezza in merito alla gestione dei rischi

nei suoi diversi profili (politica dei rischi coerente con il modello di "business", assunzione dei rischi nei

limiti predeterminati, misurazione e valutazione dei rischi di primo e di secondo pilastro, controllo dei

rischi).

Di seguito si riporta un quadro d’insieme delle misure di cui al Resoconto ICAAP 2018:

RISCHI MISURABILI ATTUALE

IPOTESI DI STRESS

SU VALORI

ATTUALI

1. Rischio di credito e di controparte 2.762.017 2.824.992

2. Rischio operativo 296.342 296.342

4. Capitale interno (rischio di primo pilastro) (1+2+3) 3.058.359 3.121.334

5. Rischio di concentrazione 515.863 522.387

6. Rischio di tasso di interesse 9.298 13.946

7. Capitale interno (rischio di secondo pilastro) (5+6) 525.161 536.333

8. CAPITALE INTERNO COMPLESSIVO (4+7) 3.583.520 3.657.667

9. Fondi propri 15.482.163 15.482.163

10. Eccedenza dei fondi propri rispetto ai requisiti obbligatori (9-4) 12.423.804 12.360.829

11. Eccedenza dei fondi proprio rispetto ai requisiti complessivi (9-8) 11.898.643 11.824.496

12. Cet 1 ratio 30,37% 29,76%

13. Total capital ratio 30,37% 29,76%

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Sistema di reporting dei rischi

Il sistema interno di “reporting” dei rischi adottato dalla Società prevede che i risultati della misurazione

dei rischi di primo e di secondo pilastro in ottica attuale (capitale interno dei singoli rischi e capitale

interno complessivo dei rischi considerati nel loro insieme), nonché i risultati della misurazione del

capitale complessivo (somma delle componenti patrimoniali) vengano rappresentati periodicamente agli

organi aziendali, anche per l’assunzione delle eventuali azioni correttive, da parte delle rispettive unità

deputate alla misurazione stessa e per il tramite dell’unità deputata al controllo rischi. I risultati della

misurazione dei rischi di primo e di secondo pilastro anche in ipotesi di stress vengono rappresentate

agli organi aziendali in sede di predisposizione del resoconto ICAAP.

Le metodologie adottate per la realizzazione delle prove di stress sono calibrate sulla natura di ciascun

rischio rilevante per l’attività della Società e risultano coerenti con i vari metodi utilizzati per la

misurazione attuale e prospettica dei predetti rischi.

Per quanto attiene lo stress testing sono state implementate analisi di sensibilità relative ai seguenti

fattori di rischio: credito, concentrazione e tasso di interesse. Si tratta di analisi tese a verificare l’impatto

sulla situazione patrimoniale della Società di variazioni “estreme”, ma comunque plausibili, di un fattore

di rischio singolarmente valutato:

1. per la misurazione del capitale interno a fronte dei rischi di credito in ipotesi di stress la

Società ha ipotizzato una migrazione del portafoglio “esposizioni verso imprese” del 20% nel

portafoglio “esposizioni in default”. Di conseguenza in ipotesi di stress sono diminuiti i requisiti

prudenziali sul portafoglio regolamentare delle esposizioni alle imprese a fronte di un aumento

del portafoglio verso esposizioni in default.

2. per la misurazione del capitale interno a fronte del rischio di concentrazione in ipotesi di

stress, lo stress test adottato dalla Società definisce uno scenario avverso ipotizzando, a parità

di volumi di portafoglio in essere, la riduzione del 20% del numero dei clienti con minori

esposizioni e ripartendo i volumi dei clienti usciti tra i primi 10 clienti.

3. per la misurazione del capitale interno a fronte del rischio di tasso di interesse, la Società,

in considerazione anche degli attuali scenari relativi ai tassi di interesse, ha ipotizzato una

situazione avversa costituita dello shock della curva dei tassi pari a 300 punti base.

Sistema di “governance”

Gli assetti organizzativi e di governo societario della Società risultano disciplinati dagli articoli dello

Statuto Sociale

Consiglio di Amministrazione

Lo Statuto sociale prevede che lo stesso sia amministrato da un Consiglio di Amministrazione composto

da un minimo di 3 ad un massimo di 7 membri. Il Consiglio di Amministrazione della Società

coerentemente con quanto previsto dalle disposizioni di vigilanza, alla data del 31.12.2018 è composto

da 5 membri, tali da garantire adeguata dialettica interna nell’assunzione delle decisioni, assicurando,

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secondo criteri di proporzionalità, una equilibrata ripartizione tra componenti esecutivi e non esecutivi.

La composizione dell’organo è inoltre ispirata a principi di funzionalità, evitando un numero pletorico di

componenti.

Di seguito si riporta l’elenco dei componenti del Consiglio di Amministrazione alla data del 31.12.2018

con l’indicazione del numero e della tipologia di incarichi detenuti da ciascuno in altre società o enti.

Cognome e Nome Carica sociale Numero di altri

incarichi

Società/Ente Tipologia

Mastropietro Enrico Presidente Consiglio

di Amministrazione

1 1) SOCIETA' FUNIVIE DELLA MADDALENA

S.P.A.

1) PRESIDENTE CONSIGLIO

AMMINISTRAZIONE

Gervasoni Sergio Consigliere delegato 4 1) GERVIMM DI LIDIA BUELLI & C. S.N.C.

2) QUENZA S.R.L.

3) PIAZZA VECCHIA S.A.S. DI SERGIO

GERVASONI & C.

4) PORTISOLA S.R.L.

1) SOCIO

2) CONSIGLIERE

3) SOCIO ACCOMANDATARIO

LEGALE RAPPRESENTANTE

DELLA SOCIETÀ

4) AMMINISTRATORE UNICO

Gervasoni Bruno Consigliere 13 1) GERVIMM DI LIDIA BUELLI & C. S.N.C.

2) PRATOALTO S.R.L.

3) UNI GASKET S.R.L.

4) MANIFATTURA GUARNIZIONI COLOMBO

& C. S.P.A

5) AGENZIA GENERALE PUBBLICITA' SRL

6) BOAT HOUSE S.R.L.

7) FONDERIE ARIOTTI S.P.A.

8) ARIOTTI FONDERIE S.R.L.

9) PULLEGA E MATTIOLI S.P.A.

10) SICO SOCIETA' ITALIANA CARBURO

OSSIGENO S.P.A.

11) DAICOLOR ITALY S.R.L.

12) DELTA S.R.L.

13) GEDIS S.R.L.

1) SOCIO

2) AMMINISTRATORE UNICO

3) SINDACO

4) PRESIDENTE CONSIGLIO

AMMINISTRAZIONE CONSIGLIERE

5) CONSIGLIERE

6) CONSIGLIERE

7) PRESIDENTE DEL COLLEGIO

SINDACALE

8) SINDACO

9) SINDACO SUPPLENTE

10) SINDACO

11) SINDACO SUPPLENTE

12) AMMINISTRATORE UNICO

13)SOCIO UNICO

Bosisio Massimo Antonio Consigliere 5 1) DMORE REAL ESTATE INDUSTRIA 4.0

S.R.L.

2) INNEXTO INVESTMENT COMPANY S.R.L.

3) DMORE DEVELOPMENT 4.0 S.R.L.

4) DMORE HOUSING 4.0 S.R.L.

5) THE SURFER S.R.L.

1) CONSIGLIERE

2) CONSIGLIERE

3) CONSIGLIERE

4) CONSIGLIERE

5) CONSIGLIERE;

VICE PRESIDENTE CONSIGLIO DI

AMMINISTRAZIONE

Consoli Claudio Consigliere 1 1) CARMARENT S.R.L. 1) AMMINISTRATORE UNICO

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Politica di selezione dei membri del Consiglio di Amministrazione e loro effettive conoscenze,

competenze ed esperienze

Gli amministratori sono scelti in base ad esperienza, professionalità e conoscenza. Il Consiglio di

Amministrazione, pertanto, accerta il possesso dei requisiti di onorabilità e professionalità, previsti

dall’art. 26 TUB, di tutti i suoi membri e l’insussistenza delle cause di incompatibilità e decadenza. Gli

amministratori restano in carica 3 esercizi e sono rieleggibili.

Flussi informativi sui rischi diretti al Consiglio di Amministrazione

La dimensione della Società permette un flusso continuo di informazioni tra le funzioni operative e gli

organi di vertice.

Le informazioni sulla gestione dei rischi che vengono trattate periodicamente nelle sedute del Consiglio

di Amministrazione sono riferite alla qualità creditizia delle esposizioni, alle dotazioni patrimoniali della

Società, ai reclami pervenuti e a questioni inerenti la disciplina dell’antiriciclaggio.

Per quanto riguarda le Funzioni di Controllo, la reportistica verso gli organi societari è costituita

principalmente:

- dai Piani delle Attività;

- dalle relazioni periodiche;

- dalla Relazione ICAAP;

- dall’Informativa al Pubblico.

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TAVOLA 2: AMBITO DI APPLICAZIONE

Informativa qualitativa

I dati illustrati sono le risultanze e le evidenze del Bilancio di Esercizio al 31.12.2018 nonché dei flussi

segnaletici oggetto di trasmissione a Banca d’Italia di Lisimm – Leasing Immobiliare SpA.

La Società non è oggetto di consolidamento e non consolida nessuna entità.

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TAVOLA 3: FONDI PROPRI

Informativa qualitativa

Il 1° gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova disciplina armonizzata per gli intermediari finanziari

contenuta nel Regolamento (UE) 26.06.2013 n. 575 (CRR – Capital Requirements Regulation) e nella

Direttiva (UE) 26.06.2013 n. 36 (CRD IV – Capital Requirements Directive) che traspongono negli stati

dell’Unione Europea gli standard definiti dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (c.d. Basilea

3). Con l’iscrizione della Società all’Albo Unico di cui all’articolo 106 del TUB, anche gli intermediari

finanziari iscritti, devono rispettare le disposizioni contenute nelle precedenti circolari secondo quanto

descritto nella Circolare della Banca d’Italia 288/2015.

I coefficienti patrimoniali minimi da rispettare per la Società, ai sensi dell’art. 92 CRR, risultano essere i

seguenti:

- coefficiente di capitale primario di classe 1 pari al 4,5% (CET1 ratio);

- coefficiente di capitale totale pari al 6% (Total capital ratio).

I fondi propri sono composti dalle seguenti componenti:

1. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET 1)

Il Capitale primario di classe 1 della Società è composto, in particolare, dai seguenti elementi positivi e

negativi:

a. il capitale;

b. le riserve;

c. le riserve da valutazione presenti nel prospetto della redditività complessiva (OCI);

d. l’utile di esercizio.

Vi rientrano anche gli impatti generati dal “regime transitorio” sulle voci che compongono il CET1.

2. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1)

Non sono presenti strumenti di AT1.

3. Capitale di classe 2 (Tier 2 – T2)

Non sono presenti strumenti di Tier2.

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Informativa quantitativa

TAVOLA 3.1 - I FONDI PROPRI

Valori espressi in migliaia di €

Voci/valori Importo 31/12/2018

A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) prima dell'applicazione dei filtri prudenziali

15.674

di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie

B. Filtri prudenziali del CET 1 (+/-)

C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A+/- B) 15.674

D. Elementi da dedurre dal CET1 192

E. Regime transitorio - impatto su CET1 (+/-)

F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) (C-D+/-E) 15.482

G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio

di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie

H. Elementi da dedurre dall'AT1

I. Regime transitorio - impatto su AT1 (+/-)

L. Totale Capitale aggiuntivo classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) (G-H+/-I)

M. Capitale di classe 2 (Tier 2 - T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio

di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie

N. Elementi da dedurre dal T2

O. Regime transitorio - Impatto su T2 (+/-)

P. Totale capitale di classe 2 (Tier 2 - T2) (M-N+/-O)

Q. Totale fondi propri (F+L+P) 15.482

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pag. 15

TAVOLA 3.2 - RICONCILIAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE - PROSPETTO ANALITICO

Valori espressi in migliaia di euro

Capitale Primario

di classe 1

Capitale aggiuntivo

di classe 1Capitale di classe 2

10. Cassa e disponibilità liquide 1 - - -

30. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 90 - - -

40. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 30.594 - - -

40.a Crediti verso banche 265 - - -

40.b Crediti verso società finanziarie 289 - - -

40.c Crediti verso clientela 30.040 - - -

80. Attività materiali 12.858 (191) - -

90. Attività immateriali 0 - - -

100. Attività fiscali 868 - - -

100.a a) correnti 72 - - -

100.b b) anticipate 796 - - -

120. Altre attività 221 - - -

Totale Attivo 44.632 (191)

Voci del Passivo e del Patrimonio Netto

10. Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato 25.782 - - -

10.a Debiti 25.782 - - -

10.b Titoli in circolazione 0 - - -

20. Derivati di copertura 21 - - -

60. Passività fiscali 1.542 - - -

60.a correnti 44 - - -

60.b differite 1.498 - - -

80. Altre passività 1.153 - - -

90. Trattamento di fine rapporto del personale 116 - - -

110. Capitale 6.000 6.000 - -

120. Azioni proprie 0 - - -

140. Sovrapprezzi di emissione 1.460 1.460 - -

150. Riserve 6.446 6.446 - -

160. Riserve da valutazione 1.758 1.768 - -

170. Utile (Perdita) d'esercizio 353 - - -

Totale Passivo e Patrimonio netto 44.632 15.483

Valori di bilancio al

31/12/2018Voci dell'Attivo

Importi ricondotti nei fondi propri

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pag. 16

TAVOLA 4: REQUISITI DI CAPITALE

Informativa qualitativa

La misurazione dei rischi e del capitale complessivo deve avvenire nel rispetto delle regole al riguardo

deliberate dagli Organi competenti.

In tale contesto, l’unità deputata al controllo rischi provvede, sulla base delle informazioni fornite dalle

unità responsabili dei processi per la misurazione dei rischi, a verificare l’effettiva misurazione dei rischi

e le metodologie adottate rispetto a quelle disciplinate nei regolamenti dei processi per la

misurazione/valutazione dei rischi stessi.

In sintesi, per l’applicazione dei predetti criteri occorre svolgere le seguenti attività:

a. verifica della misurazione dei rischi di primo pilastro;

b. verifica della misurazione/valutazione dei rischi di secondo pilastro;

c. verifica della misurazione del capitale.

La valutazione dei rischi non misurabili previsti nel processo ICAAP è svolta con modalità valutative e

tramite attività di gestione e mitigazione dei rischi stessi.

Per la valutazione dell’adeguatezza attuale viene presa in esame la situazione economico-finanziaria

della Società alla data di riferimento. La Società, come previsto anche dalle Disposizioni di vigilanza per

gli intermediari finanziari, in qualità di “intermediario minore” ha usufruito della possibilità di non calcolare

il capitale interno ed il capitale complessivo in ottica prospettica. L’autovalutazione dell’adeguatezza

patrimoniale è realizzata tenendo conto dei risultati distintamente ottenuti con riferimento alla

misurazione dei rischi e del capitale in ottica attuale, in ipotesi di normalità e di stress.

L’esito dell’autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale è sintetizzato in un giudizio qualitativo (in

seguito anche “giudizio di adeguatezza”) con riferimento alla situazione aziendale relativa alla fine

dell’ultimo esercizio chiuso.

La valutazione dell’adeguatezza patrimoniale e la formulazione del relativo giudizio si basano sui

seguenti indicatori:

a) Coefficiente di Capitale primario di Classe 1 (CET1 Capital Ratio) in rapporto ai requisiti

patrimoniali obbligatori;

b) Coefficiente di Capitale Totale (Total Capital Ratio) in rapporto ai requisiti patrimoniali obbligatori.

Per ciascun indicatore, sulla base dei valori assunti in ottica attuale e delle soglie di valutazione definite,

viene formulato uno specifico “giudizio di adeguatezza” come di seguito articolato: adeguato,

parzialmente adeguato, in prevalenza inadeguato, inadeguato.

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pag. 17

Informativa quantitativa

Si riporta in questa sezione il valore dei requisiti patrimoniali regolamentari determinati a fronte del

rischio di credito e di controparte e del rischio operativo nonché le risorse patrimoniali a copertura dei

rischi indicati. Inoltre vengono riportati i coefficienti patrimoniali rappresentati dal “CET 1 Capital Ratio”

e dal “Total Capital Ratio”.

Con riferimento al rischio di credito e di controparte, nella tavola sottostante viene riportato il requisito

patrimoniale di ciascuna classe regolamentare di attività secondo quanto previsto per la metodologia

standardizzata.

TAVOLA 4.1 - RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE - METODOLOGIA STANDARDIZZATA

TAVOLA 4.2. - RISCHIO OPERATIVO

I requisiti patrimoniali determinati a fronte del rischio operativo sono:

Rischio Operativo

Descrizione Anno Importo

Indicatore rilevante 2016 1.940.044

Indicatore rilevante 2017 1.793.223

Indicatore rilevante 2018 2.193.578

Media indicatore rilevante triennio 2016-2018 1.975.615

Requisito patrimoniale regolamentare 296.342

Portafogli Regolamentari

Requisito

patrimoniale

rischio di credito

31/12/2018

Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni centrali e Banche centrali 119.335

Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Regionali e Autorità locali -

Esposizioni verso o garantite da Banche Multilaterali di sviluppo -

Esposizioni verso o garantite da Intermediari Vigilati 3.175

Esposizioni verso o garantite da imprese 1.711.518

Esposizioni al dettaglio -

Esposizioni in stato di default 151.054

Esposizioni verso Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) -

Esposizioni in strumenti di capitale 4.504

Altre esposizioni 772.431

Totale requisito 2.762.017

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pag. 18

TAVOLA 4.3. - REQUISITI PATRIMONIALI: RIEPILOGO

Importi non ponderatiImporti

ponderati/requisiti

Importo 31/12/2018 Importo 31/12/2018

A. ATTIVITÀ DI RISCHIO 50.973 46.289

A.1 Rischio di credito e di controparte

1. Metodologia standardizzata 50.973 46.289

2. Metodologia basata sui rating interni

2.1 Base

2.2 Avanzata

3. Cartolarizzazioni

B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA

B.1 Rischio di credito e di controparte 2.762

B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del credito

B.3 Rischio di regolamento

B.4 Rischi di mercato

1. Metodologia standard

2. Modelli interni

B.5 Rischio operativo 296

1. Metodo base 296

2. Metodo standardizzato

3. Metodo avanzato

B.6 Altri requisiti prudenziali

B.7 Altri elementi del calcolo

B.8 Totale requisiti prudenziali 3.058

50.973

30,37%

30,37%C.3 Totale fondi propri / Attività di rischio ponderate (Total capital ratio)

Categorie/Valori

C. ATTIVITÀ DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA

C.1 Attività di rischio ponderate

C.2 Capitale primario di classe 1 / Attività di rischio ponderate (CET 1 capital ratio)

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III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2018

pag. 19

TAVOLA 5: ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI CONTROPARTE

Informativa qualitativa

Il rischio di controparte configura una particolare tipologia di rischio creditizio che insiste, in particolare,

sugli strumenti derivati finanziari e creditizi e sulle operazioni attive e passive di pronti contro termine e

di prestito di titoli.

Attualmente la Società non risulta esposto al rischio anzidetto.

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pag. 20

TAVOLA 6: RETTIFICHE DI VALORE SU CREDITI

Informativa qualitativa

A partire dal 1° gennaio 2015 sono state riviste le definizioni delle categorie di crediti deteriorati da parte

della Banca d’Italia.

Tale revisione si è resa necessaria al fine di adeguare le classi di rischio precedentemente in vigore alla

definizione di “Non Performing Exposure” (NPE), introdotta dall’Autorità Bancaria Europea (“EBA”) con

l’emissione dell’Implementing Technical Standards (“ITS”), EBA/ITS /2013/03/rev1, del 24 luglio 2014.

Ad ogni chiusura di bilancio i crediti in portafoglio sono sottoposti ad impairment test, per verificare se

ricorrono evidenze sintomatiche dello stato di deterioramento della solvibilità dei debitori.

L’impairment test sui crediti si articola in valutazioni specifiche, finalizzate all’individuazione dei singoli

crediti deteriorati (impaired) ed alla determinazione delle relative perdite di valore.

I crediti sottoposti a valutazione analitica secondo la normativa di vigilanza si suddividono nelle seguenti

categorie:

- sofferenze: crediti verso soggetti in stato di insolvenza o in situazioni sostanzialmente

equiparabili;

- inadempienze probabili: crediti verso soggetti per i quali si giudica improbabile l’adempimento

integrale delle proprie obbligazioni creditizie, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione di

garanzie;

- esposizioni scadute deteriorate: esposizioni scadute da oltre 90 giorni.

I criteri per la determinazione del valore recuperabile dei crediti si basano sull’attualizzazione dei flussi

finanziari attesi per capitale ed interessi, al netto degli oneri di recupero e di eventuali anticipi ricevuti;

ai fini della determinazione del valore attuale dei flussi, gli elementi fondamentali sono rappresentati

dall’individuazione degli incassi stimati, delle relative scadenze e del tasso di attualizzazione da

applicare.

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III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2018

pag. 21

Informativa quantitativa

TAVOLA 6.1. - DISTRIBUZIONE DELLE ESPOSIZIONI PER PORTAFOGLI REGOLAMENTARI E

TIPOLOGIA DI ESPOSIZIONI

TAVOLA 6.2. - DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DELLE ESPOSIZIONI PER CASSA E FUORI

BILANCIO RIPARTITE PER TIPOLOGIA DI ESPOSIZIONI

Le esposizioni della Società sono attività di rischio per cassa erogate verso clienti con residenza in

Italia.

Portafogli Regolamentari/Tipologie di esposizioni

Attività di

rischio per

cassa

Garanzie

rilasciate ed

impegni

Totale

Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Centrali e Banche centrali 867.891 867.891

Esposizioni verso o garantite da Amministrazioni Regionali e Autorità locali

Esposizioni verso o garantite da organismi del Settore Pubblico

Esposizioni verso o garantite da Banche Multilaterali di sviluppo

Esposizioni verso o garantite da Intermediari Vigilati 264.587 264.587

Esposizioni verso o garantite da imprese 28.544.966 28.544.966

Esposizioni al dettaglio

Esposizioni in stato di default 2.127.830 2.127.830

Esposizioni verso Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR)

Esposizioni in strumenti di capitale 75.071 75.071

Altre esposizioni 12.875.244 12.875.244

Totale esposizioni 44.755.589 0 44.755.589

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III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2018

pag. 22

TAVOLA 6.3. - DISTRIBUZIONE PER SETTORE DI ATTIVITA’ ECONOMICA DELLA

CONTROPARTE

TAVOLA 6.4. - DISTRIBUZIONE TEMPORALE PER DURATA RESIDUA CONTRATTUALE DELLE

ATTIVITÀ E PASSIVITÀ FINANZIARIE

Valori in migliaia di euro

Settore di attività economica della controparte Valori al 31/12/2018

Agricoltura, silvicoltura e pesca 67.549

Attività manifatturiere 11.655.844

Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento 418.016

Costruzioni 3.517.700

Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli 2.300.156

Trasporto e magazzinaggio 562.718

Servizi di alloggio e ristorazione 571.848

Servizi di informazione e comunicazione 5.400.580

Attività immobiliari 2.933.580

Attività professionali 3.491.596

Attività amministrative e di servizi di supporto 650.019

Istruzione 58.473

Sanità e assistenza sociale 72.225

Attività artistiche, di intrattenimento e divertimento 13.270

Altre attività di servizi 50.664

Varie 1.429.001

Totale al 31/12/2018 33.193.239

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ta

A.1 Titoli di Stato

A.2 Altri Titoli di debito

A.3 Finanziamenti -

A CLIENTELA 2.559.198 132.957 1.244.081 2.145.231 6.059.141 3.891.152 4.826.850 6.796.899 1.386.825 2.868.097 -

A BANCHE 264.587

A.4 Altre attività

Passività per cassa

B.1 Debiti verso:

- Banche 78.305 111.007 252.955 425.542 921.239 3.015.155 2.418.795 1.329.468

- Enti finanziari

- Clientela

B.2 Titoli di debito

B.3 Altre passività

Operazioni "fuori bilancio"

C.1 Derivati finanziari con

C.2 Derivati finanziari senza

C.3 Finanziamenti da ricevere

C.4 Impegni irrevocabili a

erogare fondi

- Posizioni lunghe 222 272.188

- Posizioni corte 158.115 114.295

C.5 Garanzie finanziarie rilasciate

C.6 Garanzie finanziarie ricevute

Voci/Scaglioni temporali

Attività per cassa

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III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2018

pag. 23

TAVOLA 6.5. - ESPOSIZIONI CREDITIZIE VERSO CLIENTELA: VALORI LORDI E NETTI

A. Esposizioni

creditizie per

cassa

a) Sofferenze 1.873 1.091 782 714

oggetto di

concessioni

b) Inadempienze 927 578 349

probabili

- di cui: esposizioni

oggetto di

concessioni

c) Esposizioni scadute 877 129 748

deteriorate

- di cui:

esposizioni

oggetto di

concessioni

d) Esposizioni 3.766 90 3.676

scadute non

deteriorate

- di cui: esposizioni

oggetto di

concessioni

e) Altre esposizioni non

deteriorate25.125 639 24.486 23

- di cui: esposizioni

oggetto di 138 2.486

concessioni

TOTALE A 3.677 28.891 2.527 30.041 737

B. Esposizioni

creditizie fuori

bilancio

a) Deteriorate

b) Non deteriorate

TOTALE B

TOTALE A+B 3.677 28.891 2.527 30.041 737

2.624

- di cui: esposizioni

Tipologie

esposizioni/valori

Esposizione lordaRettifiche di valore

complessive e

accantonamenti

complessivi

Esposizione Netta

Write-off

parziali

complessivi*

DeteriorateNon

deteriorate

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III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2018

pag. 24

TAVOLA 6.6. - ESPOSIZIONI CREDITIZIE VERSO BANCHE ED ENTI FINANZIARI: VALORI LORDI

E NETTI

TAVOLA 6.7. – DISTRIBUZIONE DELLE ATTIVITA’ FINANZIARIE PER PORTAFOGLI DI

APPARTENENZA E PER QUALITA’ CREDITIZIA (VALORE DI BILANCIO)

TAVOLA 6.8. – DISTRIBUZIONE DELLE ESPOSIZIONI CREDITIZIE LORDE PER AREA

GEOGRAFIA DELLA CONTROPARTE

La Società opera in prevalenza con clientela residente in Lombardia, e nello specifico nelle province di

Bergamo, Brescia e Milano.

Valori in migliaia di euro

A. Esposizioni

creditizie per

cassa

a) Sofferenze

oggetto di

concessioni

b) Inadempienze 312 62 250

probabili

- di cui: esposizioni

oggetto di

concessioni

c) Esposizioni

scadute

deteriorate

- di cui:

esposizioni

oggetto di

concessioni

d) Esposizioni

scadute non

deteriorate

- di cui: esposizioni

oggetto di

concessioni

e) Altre esposizioni

non deteriorate304 304

- di cui: esposizioni

oggetto di

concessioni

TOTALE A 312 304 62 554

B. Esposizioni

creditizie fuori

bilancio

a) Deteriorate

b) Non deteriorate

TOTALE B

TOTALE A+B 312 304 62 554

Tipologie

esposizioni/valori

Esposizione lordaRettifiche di valore

complessive e

accantonamenti

complessivi

Esposizione NettaWrite-off parziali

complessivi*

Deteriorate Non deteriorate

- di cui: esposizioni

1. Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato 781 599 748 3.676 24.789 30.593

2. Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva 90 90

3. Attività finanziarie designate al fair value

4. Altre attività finanziarie obbligatoriamente valutate al fair value

5. Attività finanziarie in corso di dismissione

Totale 31/12/2018 781 599 748 3.676 24.789 30.683

Totale 31/12/2017 700 375 568 1.423 24.242 27.308

TotalePortafogli/QualitàInadempienze

probabiliSofferenze

Esposizioni

scadute

deteriorate

Esposizioni scadute

non deteriorate

Altre esposizioni

non deteriorate

AREA GEOGRAFICA IMPORTO

Nord Ovest 27.318

Nord Est 1.825

Centro 1.151

Isole 300

Totale 30.594

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III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2018

pag. 25

TAVOLA 7: RISCHIO OPERATIVO

Informativa qualitativa

Per la misurazione del requisito patrimoniale sul rischio operativo la Società ha adottato il metodo base

(“Basic Indicator Approach” - BIA).

Tale metodologia prevede che il requisito patrimoniale sia calcolato applicando un coefficiente

regolamentare (15%) al margine di intermediazione.

Con riferimento al 31.12.2018 il requisito per il rischio operativo è commisurato a 296 mila euro.

Informativa quantitativa

TAVOLA 7.1. - RISCHIO OPERATIVO

Rischio Operativo

Descrizione Anno Importo

Indicatore rilevante 2016 1.940.044

Indicatore rilevante 2017 1.793.223

Indicatore rilevante 2018 2.193.578

Media indicatore rilevante triennio 2016-2018 1.975.615

Requisito patrimoniale regolamentare 296.342

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III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2018

pag. 26

TAVOLA 8: ESPOSIZIONI AL RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE NON INCLUSE NEL PORTAFOGLIO

DI NEGOZIAZIONE

Informativa qualitativa

Il rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario si configura come il rischio di incorrere in perdite nelle

posizioni allocate in tale portafoglio dovute alle avverse fluttuazioni dei tassi interesse di mercato. Esso si

riferisce ai vari strumenti finanziari dell’attivo e del passivo, diversi da quelli del portafoglio di negoziazione,

sensibili alle variazioni dei tassi di interesse (titoli di debito dei portafogli delle "attività finanziarie disponibili

per la vendita" e delle "attività finanziarie detenute sino alla scadenza", crediti e raccolta).

Per la misurazione del rischio di tasso di interesse insito nelle attività e passività del portafoglio bancario è

stata adottata, nell’ambito dell’ICAAP, la metodologia prevista dalle vigenti disposizioni di vigilanza in

materia.

L’esposizione della Società al rischio di tasso d’interesse e il relativo indice di rischiosità vengono calcolati

con frequenza annuale.

Informativa quantitativa

TAVOLA 8.1. - CAPITALE INTERNO E INDICE DI RISCHIOSITA’

Vita residua Attività Passività Posizione NettaFattore di

ponderazione

Importo

ponderato

a vista e/o a revoca 22.578.034 753.224 21.824.810 0,00 0

fino a un mese 2.295.436 1.629.997 665.439 0,08 532

da oltre 1 mese a 3 mesi 3.454.777 5.965.232 (2.510.455) 0,32 (8.033)

da oltre 3 mesi a 6 mesi 813.154 13.600 799.554 0,72 5.757

da oltre 6 mesi a 1 anno 456.402 151.582 304.820 1,43 4.359

da oltre 1 anno a 2 anni 41.773 41.773 2,77 1.157

da oltre 2 anni a 3 anni 4.504 4.504 4,49 202

da oltre 3 anni a 4 anni 1.183 1.183 6,14 73

da oltre 4 anni a 5 anni 0 7,71 0

da oltre 5 anni a 7 anni 0 10,15 0

da oltre 7 anni a 10 anni 39.600 39.600 13,26 5.251

da oltre 10 anni a 15 anni 0 17,84

da oltre 15 anni a 20 anni 0 22,43 0

oltre 20 anni 0 26,03 0

29.684.863 8.513.635 21.171.228 9.298

A. Totale capitale interno a fronte del rischio di tasso di interesse 9.298

15.482.163

0,06%

B. Fondi propri

C. Indice di rischiosita' (A/B)

Page 27: LISIMM Leasing Immobiliare S.p€¦ · Il rischio di credito rappresenta il rischio di incorrere in perdite a motivo dell’inadempienza o dell’insolvenza della controparte nei

III Pilastro - Informativa al pubblico al 31.12.2018

pag. 27

TAVOLA 9: POLITICHE DI REMUNERAZIONE

Informativa qualitativa

La Società applica il CCNL del Commercio per i dipendenti.

Attualmente non sono presenti specifiche policy in materia di remunerazione

- Remunerazione degli amministratori: la remunerazione dei membri dell’Organo Amministrativo è

rappresentata dalla componente fissa, determinata sull’importanza del ruolo svolto e dell’impegno

richiesto per l’espletamento delle attività. L’importo della remunerazione fissa dei membri del

Consiglio di Amministrazione è stato fissato dall’Assemblea dei Soci che ha facoltà di variarne gli

importi. L’importo per ogni amministratore è deciso dal Consiglio di Amministrazione stesso sulla

base dell’impegno profuso.

- Remunerazione del Collegio Sindacale: la remunerazione dei membri del Collegio Sindacale non è

in alcun modo collegata ai risultati economici ottenuti dalla Società. L’emolumento corrisposto ai

sindaci è rappresentato da una componente fissa determinata sulla base del ruolo svolto e

sull’impegno profuso per le attività espletate. L’importo della remunerazione fissa dei membri del

Collegio Sindacale è stato fissato dall’Assemblea dei Soci che ha facoltà di variarne gli importi.

- Remunerazione del personale dipendente: al personale della Società viene riconosciuta una

retribuzione fissa determinata dal CCNL maggiorata di eventuali integrazioni allo stipendio legate

all’esperienza maturata.