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CONVEGNO Educazione fisica e formazione. Modelli storici e prospettive attuali. Venerdì 22 giugno 2012 – ore 10.30 Salone Bottiglieri - Palazzo Sant’Agostino Via Roma 104 - Salerno

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Convegno Provincia di Salerno

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CONVEGNOEducazione fisica e formazione.

Modelli storici e prospettive attuali.

Venerdì 22 giugno 2012 – ore 10.30Salone Bottiglieri - Palazzo Sant’Agostino

Via Roma 104 - Salerno

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LE ORIGINI DELLO SPORT PARALIMPICO

STOKE MANDEVILLE

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Elementi storici e dimensioni educative e formative dello sport per disabili

Lo sport dedicato ad atleti diversamente abili si è sviluppato prevalentemente dopo la Seconda Guerra Mondiale, sia a livello Internazionale che a livello Nazionale. In ambito internazionale, il noto neuro-chirurgo Ludwig Guttmann, è stato il primo a proporre in Inghilterra la pratica sportiva ai reduci di guerra che avevano riportato una lesione midollare, i quali venivano ricoverati presso la “Spinal Injuries Unit” di Stoke Mandeville, tale pratica poi avrà modo di svilupparsi nel resto del mondo. Grazie dunque allo sport, i pazienti paraplegici del Dr. Guttmann, che è stato definito da Papa Giovanni XXIII il “De Coubertin dei disabili", cominciarono a sviluppare la muscolatura delle braccia e delle spalle, riuscendo a raggiungere repentinamente risultati migliori rispetto a quelli della normale chinesiterapia.

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Tali attività suscitarono enorme scalpore, medici e tecnici di tutto il mondo visitarono il centro di Stoke Mandeville per imparare tali metodologie riabilitative. Nel 1952 per la prima volta i Giochi di Stoke Mandeville divennero internazionali. Era nata dunque la Federazione Internazionale dei Giochi di Stoke Mandeville (ISMGF), che da allora organizza ogni anno una manifestazione sportiva comprendente vari sport, come il nuoto, le corse, i lanci, il tiro con l'arco, la pallacanestro, la scherma, il tennis-tavolo, il tiro a segno, le bocce.Tali Giochi hanno fatto crescere sempre di più il numero di partecipanti, ed oggi quasi tutti i Paesi del mondo fanno partecipare i propri atleti. Poiché l'attività dell'ISMGF era limitata alla organizzazione di Giochi solo per atleti affetti da patologie del midollo spinale, ben presto disabili di altro genere, quali i ciechi e soprattutto amputati, avvertirono l'esigenza di associarsi per poter partecipare anche essi a manifestazioni sportive.

Federazione Internazionale dei Giochi di Stoke Mandeville (ISMGF),

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ICC - Comitato Internazionale di Coordinamento

Nel 1964 fu così fondata l'ISOD, in seguito si formarono l'IBSA ed il CP-ISRA, associazioni che si occupavano rispettivamente di amputati, ciechi e cerebrolesi in un tempo successivo, l'ISOD ha allargato le proprie competenze anche ad altre patologie invalidanti.Successivamente, ISMGF, ISOD, IBSA e CP-ISRA fondarono un comitato internazionale di coordinamento (ICC) delle organizzazioni sportive mondiali per i disabili, preposto alla codifica ed alla stesura delle regole tecniche ed organizzative dei Giochi paralimpici. Dal 1991 l'ISMGF ha modificato la propria denominazione che è diventata ISMWSF (International Stoke Mandeville Wheelchair Sports Federation).

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Cronostoria delle Paralimpiadi

Ripercorrendo cronologicamente le Paralimpiadi Internazionali citiamo le più importanti: •1964 - Olimpiade per disabili a Tokio, con 390 partecipanti; •1968 ben 750 atleti su sedia a rotelle presero parte ai Giochi di Ramat Gan (Tel Aviv), località offerta da Israele per indisponibilità di Città del Messico con 25.000 persone alla cerimonia di apertura nello stadio di Gerusalemme;•1972 - Giochi ad Heidelberg (Germania), con più di 1.000 partecipanti;•1976 - In occasione dei Giochi Olimpici di Montreal, i Giochi per disabili ebbero luogo a Toronto, e per la prima volta vi parteciparono atleti membri dell'ISOD; si videro quindi, tra i 1500 partecipanti, gareggiare anche atleti non vedenti ed amputati;•1976 si sono svolti i Giochi Olimpici Invernali per disabili a Ornskoldsvik (Norvegia);•1980 - 2500 sportivi disabili presero parte ai Giochi di Arnhem (Olanda); •1984 - le Paralimpiadi si svolsero in parte a New York (1750 atleti) ed in parte ad Aylesbury (Gran Bretagna, 1100 partecipanti);•1988 - a Seul (Corea del Sud), importante manifestazione successiva alle Olimpiadi, durante la quale gareggiarono ben 3200 atleti provenienti da 65 Nazioni, al cospetto di un pubblico di 100.000 persone.

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I CODICI DI CLASSIFICAZIONE

I codici di classificazione sono definiti dalle Organizzazioni Internazionali di sport per disabili che fanno parte dell'Assemblea Generale del IPC. Essi si presentano normalmente nella forma tipo XXyy, dove XX rappresenta una o due lettere che indicano la disabilità e yy indica una o due cifre che rappresentano il grado di handicap dell'atleta. Più basso il numero, più alto il grado di discapacità. La Cerebral Palsy International Sport and Recreation Association (Associazione internazionale dello sport e del divertimento per paralisi cerebrale) definisce otto classi di handicap per atleti affetti da danni cerebrali, contrassegnate dal prefisso CP (Cerebral Palsy, ovvero paralisi cerebrale).L'International Blind Sport Association (Associazione internazionale dello sport per ciechi) definisce due categorie per atleti con problemi di vista, contrassegnate dal prefisso B, Blindness, ovvero cecità.

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I CODICI DI CLASSIFICAZIONE

L'associazione utilizza per la classificazione un metodo basato sui sessantesimi: si esprime la capacità visiva di un individuo in una forma del tipo x/60 per indicare che egli vede a una distanza di x metri le stesse cose che una persona normale vedrebbe a 60 metri di distanza. Inoltre viene anche considerato l'angolo visivo che riesce a coprire la vista della persona in oggetto. In questo modo si definiscono tre classi:• B1: un atleta che non percepisce la luce in nessuno dei due occhi o che la percepisce ma non è in grado di riconoscere la forma di una mano da alcuna distanza o direzione;• B2: un atleta che può riconoscere la forma di una mano e può vedere chiaramente con un parametro di 2/60 o inferiore, e il cui campo visuale è minore di 5°;• B3: un atleta può riconoscere la forma di una mano e vede chiaramente con un parametro che varia dai 2/60 ai 6/60 e che inoltre ha un campo visuale sopra i 5° ma sotto i 20°.

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Contestualmente alle Paralimpiadi si affermerà a livello internazionale, nello stesso arco temporale fino ai giorni nostri, Special Olympics, un programma internazionale di allenamento sportivo e competizioni atletiche rivolto a ragazzi ed adulti, con disabilità intellettiva. Lo “Special Olympics” International, viene fondata, precisamente nel 1968, negli Stati Uniti per volontà di Eunice Kennedy Shriver, sostenitrice per più di 3 decenni del miglioramenti delle persone con ritardo mentale, in occasione dei Primi Giochi Internazionali tenutisi a Chicago, Illinois. Qualche anno prima, e più precisamente nel 1960, Eunice Kennedy aveva organizzato una giornata di gioco e sport esclusivamente per disabili e si accorse immediatamente che questi ragazzi erano molto più capaci nelle attività fisiche di quanto molti esperti ritenessero. Nei primi anni lo Special Olympics, fu finanziato dalla Fondazione Kennedy e da vari enti. Attualmente la Fondazione Kennedy non sostiene più economicamente lo Special Olympics ma continua a condividerne i principi e ad estenderli in tutto il mondo.

Lo “Special Olympics” International

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Lo “Special Olympics” International

«…Eunice Kennedy Shriver, durante i giochi mondiali del giugno 1999 in North Carolina disse:"Trent' anni fa dicevano che non eravate in grado di correre i 100mt.Oggi, voi correte la maratona.Trent'anni fa, dicevano che dovevate rimanere chiusi negli istituti.Oggi siete di fronte alle televisioni di tutto il mondo.Trent' anni fa, dicevano che non potevate dare un valido contributo all'umanità.Oggi, voi riunite sullo stesso terreno dello sport nazioni che sono in guerra..."…».

Il 2000 è l’anno della "Campagna per Special Olympics", che pone obiettivi senza precedenti per aumentare la partecipazione degli atleti e di raccogliere più di $ 120 milioni per un periodo di cinque anni. Nell'ambito della "Campagna per Special Olympics", l'attore Arnold Schwarzenegger si unisce agli atleti dello Special Olympics per accendere la fiamma della speranza alla Grande Muraglia della Cina. La Cina pertanto, si impegnò ad aumentare il numero di atleti da 50.000 a 500.000 entro il 2005.

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Passando ora all’esperienza italiana; l’Italia ha rivestito un ruolo importante in questa storia. Infatti se il movimento paralimpico internazionale deve la sua nascita al dottor Ludwig Guttmann, il “padre” dello sport terapia e del paralimpismo, in Italia è stato invece il dottor Antonio Maglio. Senza la sua totale dedizione, che durò dal 1935 anno di conseguimento della laurea in medicina e chirurgia all’Università di Bari fino al giorno della sua scomparsa avvenuta a Roma il 7 gennaio del 1988, Roma e l’Italia non avrebbero avuto il privilegio di aver dato i natali ai Giochi Paralimpici estivi, oltre al fatto che migliaia di persone disabili in Italia devono alle sue intuizioni la loro salute, il prolungamento delle aspettative di vita ed il loro reinserimento nella società civile.Egli è stato l’ideatore ed il propugnatore della prima Olimpiade per atleti paraplegici.

IL PARALIMPISMO IN ITALIA

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IL PARALIMPISMO IN ITALIA

Antonio Maglio propose una nuova concezione della disabilità attuando, come nei paesi più evoluti quali la Germania e l’Inghilterra, nuovi metodi terapeutici per i pazienti neurolesi. I risultati dei suoi metodi ebbero immediatamente un riscontro positivo: riduzione del tasso di mortalità ed attenuazione degli stati depressivi dei soggetti che ebbero la fortuna di essere tra quelli, ospiti del Centro Paraplegici di Ostia “Villa Marina” che fu aperta nel giugno del 1957 per volere dell’Inail; di questa Antonio Maglio fu vicedirettore nonché primario del Centro stesso. Questo divenne presto famoso in tutto il Paese e all’estero. Egli fece esattamente quello che Ludwig Guttmann praticò a Stoke Mandeville ovvero ampliò i programmi moltiplicando le attività fisiche attraverso numerose discipline sportive ed, incentivò lo spirito agonistico, quale sprone a reagire e ritrovare se stessi e le proprie abilità, promuovendo il nuoto, la pallacanestro, il tennis-tavolo, il getto del peso, il lancio del giavellotto, il tiro con l’arco, la scherma e la corsa in carrozzina.

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Grazie per l’attenzione…

La storia di Martin McElhatton, ci ha permesso di raccontare una parte della sua vita fatta di sacrifici, lavoro, dolore fisico e psicologico.

“Dove non arriva il corpo… arriva la mente… e dove non arriva la mente… arriva l’anima. Lo sport è lo spirito in movimento - Spirit in motion”.