Tecnica Bancaria (Cagliari - 2017)€¦ · sono per il cliente i rendimenti e per la banca i costi...
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Agenda: «episodio pilota»
• Il contesto macroeconomico
• Tassi bassi e volatilità
• Le «regole» in ambito bancario
• La solidità nelle banche
• Principi base quando si investe
Il contesto di
riferimento:
debito pubblico,
ricchezza delle
famiglie, status
quo del sistema
bancario
3
Il debito pubblico italiano
4
Finanza pubblica: fabbisogno e
debito (15 Febbraio 2017)
«E’ un fatto
che, alla
lunga, i
debiti non
vengano
pagati»
V. Mathieu, Filosofia del denaro
Ovvero … i diversi modi per
ripagare i debiti pubblici
La ricchezza delle famiglie italiane
5
Ricchezza
complessiva
stimata da Banca
d’Italia (fine 2014)
ad oltre 9.000
miliardi di euro
3.897 miliardi di euro in attività finanziarie di cui:
Depositi bancari = 714,2
Conti correnti = 521,9
Risparmio postale = 357,4
Obbligazioni bancarie = 235,6
Prestiti dei soci alle cooperative = 15,6
Fondi comuni di investimento = 376,0
Riserve tecniche di assicurazione = 803,8
Lo stato di salute delle banche italiane
Fonte: Bollettino Statistico Banca d’Italia I 2016, IV 2015, IV 2014
Qual è il problema?
Le sofferenze e crediti deteriorati
Qual è il problema?
Il business
bancario
tradizionale
non rende più
Il Sole 24 ore
Le prospettive future
• Fusioni e aggregazioni
• Chiusura di sportelli
• Impatto delle nuove tecnologie
• Ridefinizione del modello di business
Ricerca di nuove tipologie di ricavi
Il trend tecnologico
11
Sportello: 1-2 volte
all’anno
Previsioni di utilizzo dei diversi canali distributivi
bacari
Call center: 5-10 volte
al mese
Bancomat: 3-5 volte
al mese
Tablet: 7-10 volte al
mese
Mobile: 20-30 volte al
mese
12
Il trend tecnologico
Tassi bassi e
volatilità dei
mercati: che
fare?
Troppo rischioso? Beh allora ci sarebbe…..
• NTMA (National Treasury Management Agency) irlandese, scadenza 2116 al
2,35%
• Belgio, scadenza 2116 al 2,5%
8 Aprile 2015
• Mexico sold the world’s first 100-year government notes in euros
• The country offered 1.5 billion euros ($1.62 billion) of debt due in March
2115 with a 4.2 percent yield to maturity
Tassi bassi e volatilità dei mercati azionari
Un rendimento «normale»
Il Sole 24 Ore
L’insostenibile leggerezza dei tassi
negativi
Il Sole 24 Ore
Una marea di regole
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European Banking Union: Background
What does it mean? In a nutshell:
Moro 2015, (to restoring confidence in euro area financial markets): The same rules to banks in different countries;
Common resolution process for troubled banks (Single Resolution Mechanism - SRM);
From national deposit guarantee funds to a common deposit guarantee fund (single deposit guarantee scheme - European Deposit Insurance Scheme EDIS);
The role of European Central Bank (Single Supervisory Mechanism - SSM);
From Basel III to Basel IV.
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New players
and authorities
European Systemic Risk Board
Starting from November 2014 ECB
became the supervising authorities
on any significant credit istitutions
European Supervisory
Authorities (ESA)
• EBA (ESMA)
• EIOPA
Joint Committee
National Supervisory
more significant
banks (129) (> 30 MLD of total asset) less significant banks
The new framework
New rules for the banks (new banks?)
Bank Recovery and Resolution Directive (BRRD)
European Banking Authority (EBA)documents and Asset Quality Review (AQR)
and many more….
In Italy: Bail-in rules (2015)
Banche popolari reform (2015)
Cooperative bank reform (2016)
The guarantee on securitisation of Non Performing Loans (namely GACS) – with State scheme guarantee (the State will be remunerated in line with market condition using Credit Default Swap pricing) (2016)
Euro Banking structure
Going towards a more concentrated market
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014*
Banking groups
Stand-alone credit institutions
Source ECB Consolidated banking data
Euro Banking structure
Too big to fail (or too European to fail?);
Too small to control (for instance, reform of
Cooperative banking system in Italy).
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014*
Small
Medium-sized
Large
Source ECB Consolidated banking data
Le significant banks italiane
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Banca Carige S.p.A.
Banca Monte dei Paschi di Siena
S.p.A.
Banco Popolare
Banca Popolare dell’Emilia Romagna
Banca Popolare di Milano
Banca Popolare di Sondrio
Banca Popolare di Vicenza
Barclays Bank PLC (Italy)
Credito Emiliano S.p.A.
ICCREA Holding S.p.A.
Intesa Sanpaolo S.p.A.
Mediobanca – Banca di Credito
Finanziario S.p.A.
UniCredit S.p.A.
Unione di Banche Italiane (UBI)
Veneto Banca
La Bce aveva avvertito:
«Veneto Banca è a un bivio». La
svolta votata oggi permetterà
alla popolare di evitare il
commissariamento e le norme
sulla risoluzione bancaria
La riforma europea delle regole di gestione
delle crisi bancarie
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Perché
? • Evitare intervento tramite
bilancio pubblico (cioè
contribuenti) per il salvataggio
di una banca*.
• Intervento pubblico solo come
ultima possibilità
• Risoluzione interna in caso di
crisi di una banca
* I dati Eurostat indicano che, alla fine del 2013, gli aiuti ai sistemi
finanziari nazionali avevano accresciuto il debito pubblico di quasi 250
miliardi di euro in Germania, quasi 60 in Spagna, 50 in Irlanda e nei
Paesi Bassi, poco più di 40 in Grecia, sui 19 in Belgio e Austria e quasi
18 in Portogallo. In Italia, il sostegno pubblico è stato di circa 4 miliardi,
tutti ormai restituiti.
Bail-in
25
Come
funziona
Il Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria di Banca d’Italia, Dott.
Barbagallo, nel suo esame del disegno di Legge di delegazione europea 2014,
ha evidenziato come il bail-in «… consiste nella riduzione forzosa del valore
delle azioni e del debito della banca in crisi, e/o nella conversione di quest’ultimo
in capitale
Azzeramento del capitale e delle riserve (con relative perdite per gli azionisti)
Se necessaria, svalutazione o conversione degli strumenti aggiuntivi di capitale e delle altre categorie di debito subordinato
Se necessaria, svalutazione o conversione dei crediti non subordinati e non garantiti
Eventuale utilizzo dei depositi per l’importo eccedente i 100.000 euro
Eventuale utilizzo – come
estremo rimedio, da utilizzarsi
solo qualora le procedure
previste non siano sufficienti a
risolvere la crisi e a prevenire
effetti dannosi all’economia – da
parte di Banca d’Italia, anche
delle risorse del Fondo
nazionale di risoluzione,
tenendo così indenni talune
categorie di creditori, purché sia
soddisfatta la condizione che
azionisti e creditori abbiano
assorbito le perdite per un
ammontare pari almeno all’8%
del totale passivo.
Le esclusioni dal Bail-in
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Esclusioni permanenti Esclusioni facoltative
• i depositi protetti (cioè i depositi ammessi al rimborso da
parte di un sistema di garanzia dei depositi, fino a 100.000
euro)
• le passività garantite (covered bonds e altre passività sotto
forma di strumenti finanziari utilizzati a fini di copertura e
garantiti)
• le disponibilità detenute dalla banca per conto del cliente o in
virtù di una relazione fiduciaria (per esempio il contenuto
della cassetta di sicurezza o i titoli depositati in un conto
apposito) = Prodotti di risparmio gestito
• le passività interbancarie (con scadenza inferiore a 7 giorni)
• i crediti da lavoro
• i crediti per la fornitura di beni o servizi
• crediti nei confronti di autorità tributarie e previdenziali, a
condizione che si tratti di passività privilegiate ai sensi del
diritto applicabile
In circostanza eccezionali le Autorità di risoluzione
possono escludere, anche parzialmente, altre
passività tra quelle assoggettabili (eligible):
• Se non possono essere assoggettate in tempi
rapidi
• Se necessario per assicurare la continuità delle
funzioni essenziali
• Se necessario per evitare contagio, in
particolare con riferimento a depositi eligible
(cioè sopra i 100.000 euro) di persone fisiche
e di micro, piccole e medie imprese
• Qualora applicazione del bail-in a tali passività
determini distruzione di valore tale da imporre a
carico di altri creditori perdite maggiori rispetto al
caso in cui le passività in oggetto siano escluse
La priorità attribuita ai depositanti (depositor preference)
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• Depositi garantiti (fino a 100.000 euro)
• Depositi ammissibili (oltre i 100.000 euro) di persone fisiche, micro piccole e medie imprese
• Creditori chirografari e depositi ammissibili (oltre 100.000 euro) di soggetti diversi da persone fisiche, micro, piccole e medie imprese
Per «piccole e medie imprese» devono intendersi ai sensi dell’art. 2, par. 1, punto 107 della BRRD, le «piccole e medie
imprese quali definite in base al criterio del fatturato annuo di cui all’articolo 2, paragrafo 1, dell’allegato della
raccomandazione della Commissione n. 2003/361/CE», ovverosia le «imprese che occupano meno di 250 persone, il
cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di EUR oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni
di euro», tenendo conto che «nella categoria delle PMI si definisce piccola impresa un'impresa che occupa meno di
50 persone e realizza un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di euro».
C’è banca e banca:
indicatori di
solidità
28
29
Temi:
Criteri di gestione:
Criticità
Aspetti peculiari
La funzione monetaria del passivo
La banca universale: regionalismo vs
internazionalizzazione
Dagli aiuti di stato alle banche al bail-in
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Raccolta e trasformazione
Il ruolo delle banche nelle economie moderne
La differenza tra risparmio e investimento
L’evoluzione normativa
31
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La gestione della raccolta
In termini generali l’espressione “politica della raccolta” è sinonimo
dell’espressione “gestione del passivo”.
In un’accezione più ristretta, la politica o gestione della raccolta fa
riferimento all’attività di acquisizione da parte della banca di risorse
dalla clientela esclusivamente a titolo di debito.
Obiettivi della politica di raccolta
Crescita della
raccolta
Composizione della
raccolta
Stabilizzazione della
raccolta
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L’attività di raccolta diretta persegue obiettivi di dimensione
(volume) e di composizione che devono essere inquadrati:
Nel contesto delle
opportunità e
condizioni di mercato
• I bisogni e le preferenze della clientela in
ordine alla destinazione dei propri flussi di
cassa e alla composizione delle proprie
attività finanziarie concorrono a
determinare la domanda delle passività
prodotte dalla banca.
• Sono presenti altri soggetti che
competono per l’acquisizione di risorse
finanziarie a scopo di finanziamento, cioè
altre banche, altri intermediari finanziari, i
vari soggetti componenti il settore
pubblico, le imprese emittenti titoli di
partecipazione e di debito (azioni e
obbligazioni
34
Nell’equilibrio
dinamico e statico
complessivo
dell’intermediazione
creditizia poiché
esistono relazioni di
interdipendenza
evidenti tra:
• Dimensione degli impieghi e
dimensione della raccolta
•Composizione degli impieghi e
composizione della raccolta,
cioè fra struttura dell’attivo e
struttura del passivo della
banca
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Crescita
della
raccolta
La gestione della raccolta si propone
innanzitutto un obiettivo di crescita quantitativa
che si accompagna anche ad un obiettivo in
termini di costi che si vogliono e si possono
sostenere per acquisire le risorse finanziarie.
La capacità di acquisire risorse ad un costo
ragionevole è diventata negli anni più recenti una
delle variabili chiave della gestione di una banca.
E ciò non solo perché la raccolta è diventata
una risorsa scarsa e pertanto costosa, ma anche
in quanto le maggiori pressioni concorrenziali
che caratterizzano l’industria bancaria negli ultimi
anni impongono un controllo più rigoroso dei
costi, e tra questi anche di quelli finanziari.
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Composizione della raccolta
Le forme tecniche in cui può essere effettuata la raccolta diretta si differenziano da
diversi punti di vista, e in particolare per la natura dei contratti su cui si basano
Tale natura è spesso connessa agli obiettivi ricercati dal cliente, per la scadenza degli
impegni che le parti (banca e cliente) assumono, il modo in cui sono espressi quelli che
sono per il cliente i rendimenti e per la banca i costi dell’attività finanziaria posta in
essere con i contratti suddetti, la valuta (euro o valute estere) in cui tale attività è stilata
e in cui sono quindi assunti gli impegni contrattuali, la dimensione finanziaria di questi
ultimi, e le caratteristiche socio economiche del cliente.
La varietà di forme tecniche e la diversificazione dei fenomeni testè descritti sono
dovute essenzialmente al desiderio delle banche di disporre di una gamma la più
ampia e diversificata possibile di forme tecniche di raccolta, in modo tale da poter
soddisfare la gamma più varia e numerosa possibile di bisogni della clientela.
Esse hanno tuttavia sulla banca conseguenze molto specifiche, nel senso che le varie
forme di raccolta di cui si parla possono essere variamente utilizzate dalla banca e
impongono vari tipi di approccio sia in fase di raccolta, sia in fase di impiego. Esse
incidono anche diversamente sulla liquidità della banca e la loro diversa combinazione
influisce sulla stabilità della massa raccolta e sulla sua elasticità rispetto, per esempio,
all’andamento dei tassi di interesse, a quello dell’inflazione, all’andamento del tasso di
cambio dell’euro nei riguardi delle altre valute e via dicendo
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Composizione
della raccolta
Composizione coerente con il costo medio
programmato della raccolta, con il grado di
trasformazione delle scadenze e con il rischio di
tasso che la banca è disposta ad assumere nel
periodo di riferimento.
L’obiettivo in termini di volumi comporta quindi
anche la ricerca del mix di raccolta che
minimizza pro tempore i costi.
Una variabile chiave della gestione bancaria odierna è il controllo del
rischio di tasso. La banca deve costruire una struttura del passivo
flessibile, ovvero modificabile nel breve periodo al fine di sfruttare a suo
vantaggio le variazioni attese nella curva dei rendimenti o al fine di
correggere le conseguenze negative di previsioni errate sull’andamento dei
tassi.
Stabilizzazione
della raccolta
ovvero minimizzazione degli scostamenti del
suo andamento rispetto all’obiettivo
programmato.
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Le oscillazioni della raccolta - specie se non desiderate dalla banca - si
ripercuotono sulla liquidità e sulla tesoreria della banca stessa.
Tali oscillazioni comportano sempre dei costi e impongono un lavoro di
“manutenzione” della clientela particolarmente gravoso.
La stabilità della raccolta va combinata con
l’elasticità della raccolta!!!
= capacità della raccolta di adattarsi alle mutevoli condizioni interne (alla
banca) ed esterne (cioè riguardanti l’ambiente in cui la banca opera) che
possono esigere o comunque rendere convenienti e opportuni
cambiamenti anche importanti e rapidi del mix di operazioni di cui la
raccolta si compone. L’elasticità è una componente necessaria della
raccolta affinché essa possa essere stabile
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La trattazione della politica e della gestione della raccolta
impone due ulteriori considerazioni:
in quanto impresa, la banca deve rispettare stringenti
condizioni di equilibrio reddituale, cioè deve produrre
reddito mediante l’esercizio della propria attività di
intermediazione;
inoltre, deve rispettare egualmente stringenti condizioni
di equilibrio finanziario, cioè deve essere in grado di
fare fronte tempestivamente ed economicamente alle
obbligazioni (di pagamento o di rimborso) rappresentate
nelle passività o nei debiti assunti
40
In astratto, la soluzione del problema della dimensione
conveniente e opportuna della raccolta rispetto a quella degli
impieghi è facile.
Se si assume l’ipotesi che lo sviluppo dell’attività di impiego
(concessione di credito) comporti ricavi marginali (ponderati
per il rischio di insolvenza) decrescenti, e che viceversa lo
sviluppo della raccolta implichi costi marginali crescenti,
appare chiaro che – nell’aspetto reddituale – la dimensione
massima conveniente della raccolta è determinata dalla
situazione di equilibrio fra ricavo marginale (ponderato
per il rischio) degli impieghi e costo marginale della
raccolta
41
Nella realtà operativa l’identificazione di questo punto di
equilibrio è tutt’altro che agevole, perché la banca opera
su mercati di impiego e di raccolta variamente frazionati
e segmentati a causa della diversa mobilità della
domanda delle varie categorie di clientela e caratterizzati
da diversa intensità di concorrenza (si consideri per
esempio la possibile diversità tra aeree urbane e aree
rurali)
Comunque, in linea generale, il riferimento alla
menzionata situazione di equilibrio può essere
considerato sufficiente per inquadrare il problema
42
Più articolato e complesso si presenta invece il discorso
sull’equilibrio statico-dinamico fra la composizione degli
impieghi e quella della raccolta
Al riguardo conviene concentrare l’attenzione sul concetto di
struttura per scadenze.
Appare in prima approssimazione corretto affermare che
debba sussistere una condizione di corrispondenza (di
equilibrio o di matching) fra le scadenze dei contratti di
finanziamento (prestiti) e scadenze dei contratti di
indebitamento (depositi, obbligazioni, pronti contro termine)
43
Questo equilibrio di scadenza – generalizzabile nella
condizione di eguaglianza fra la scadenza media
ponderata dell’attivo e quella del passivo (che, si noti, non
impone necessariamente una di eguaglianza per importo e
scadenza fra singoli contratti di indebitamento e singoli
contratti di impiego) – apparirebbe opportuno dal punto di
vista del corretto governo dell’equilibrio finanziario, poiché
occorrerebbe evitare che la banca si veda impegnata a far
fronte al rimborso di passività prima che la naturale estinzione
(scadenza) degli impieghi effettuati renda disponibili i flussi
monetari (liquidità) allo scopo necessari
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L’osservazione della realtà delle strutture
patrimoniali delle banche (attivo-passivo) pone in
evidenza una situazione ben diversa
Nella generalità si rileva infatti che la struttura per
scadenze del passivo si configura con orizzonti
temporali assai più ravvicinati di quelle dell’attivo
In altre parole, la scadenza media ponderata
dell’attivo è notevolmente superiore a quella del
passivo
45
Infatti, fondandosi sull’osservazione della realtà, si è soliti dire
che la banca svolge sistematicamente una “funzione di
trasformazione delle scadenze” ed è in grado,
ciononostante, di mantenere dinamicamente una condizione
di equilibrio finanziario (sostenibile)
Rappresentando la situazione con parole ancora diverse:
l’operatività corrente della gestione bancaria nell’ambito
dell’intermediazione creditizia dimostra nei fatti che la politica
della composizione per scadenze della raccolta dispone di
notevoli gradi di libertà rispetto alla composizione per
scadenze degli impieghi
46
Occorre perciò esaminare le condizioni di
sostenibilità della menzionata trasformazione
delle scadenze esaminando con attenzione:
a) Le cause che la determinano e i motivi che la
rendono conveniente
b) I rischi che ne derivano
c) I modi con cui la banca riesce a governare questi
rischi, minimizzando il loro impatto sul proprio
equilibrio reddituale e finanziario
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Cause della trasformazione delle scadenze
Vanno ricercate primariamente nelle preferenze della clientela.
Da un lato le imprese finanziate esprimono mediamente fabbisogni
finanziari durevoli nel tempo e proiettati su orizzonti temporali non
ravvicinati (investimenti in capitale fisso e in parte capitale
circolante)
Dall’altro lato la clientela depositante esprime una marcata
preferenza per la liquidità, che deriva anzitutto dalla decisione di
mantenere e di disporre di adeguati fondi di cassa in forme tecniche
di deposito (i depositi in conto corrente) che hanno una specifica
funzione monetaria (moneta scritturale)
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Tutto ciò si riflette nella composizione del passivo
Ne deriva che la stessa configurazione delle domande della
clientela attiva e passiva impone alla banca condizioni di
raccolta che determinano una scadenza media ponderata
del passivo notevolmente più breve di quella dell’attivo
Se la banca attuasse politiche di raccolta finalizzate a
ridurre la trasformazione delle scadenze preferite dagli
agenti dell’economia reale, essa dovrebbe rinunciare a una
quota rilevante delle opportunità di raccolta e di impiego
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Occorre aggiungere che il bilanciamento delle scadenze non
sarebbe neppure conveniente dal punto di vista dell’equilibrio
reddituale della gestione bancaria.
Se si considera che la struttura per scadenze dei tassi d’interesse
esprime solitamente una funzione crescente, incorporando
remunerazioni maggiori per più lunghe durate, risulta evidente
che la trasformazione delle scadenze genera margini d’interesse
unitari – differenza tra ricavi per interessi attivi e costi per interessi
passivi, rapportata al totale dell’attivo finanziario – maggiori di
quelli che alternativamente si otterrebbero con strutture attivo-
passivo bilanciate
50
Rischi della trasformazione delle scadenze
La trasformazione delle scadenze comporta rischi specifici la cui
natura e dimensione devono essere comprese per spiegare il
contesto in cui la politica della raccolta diretta sviluppa le proprie
decisioni e azioni. In particolare si evidenziano:
1) Rischio di liquidità: la minore durata media del passivo rispetto
all’attivo può determinare situazioni di squilibrio finanziario, se i
flussi di cassa in uscita determinati dall’estinzione delle passività
superano o precedono nel tempo flussi di cassa in entrata derivanti
dal rimborso dei finanziamenti concessi
2) Rischio reddituale: diminuzione del margine di interesse unitario in
caso di variazioni sfavorevoli del livello di mercato dei tassi di
interesse.
51
Possibili soluzioni del problema del rischio di liquidità (vedi anche
oltre):
a) selezione della clientela potenziale in funzione delle scadenze
preferite. La banca potrebbe limitare l’attività di raccolta alla clientela le cui
preferenze di scadenza coincidono con quelle preferite dalla banca stessa.
Si tratta di un criterio fortemente restrittivo in termini di sviluppo dei volumi
di raccolta, poiché importanti segmenti di clientela risulterebbero esclusi, e
il criterio stesso contrasterebbe con l’opportunità di attuare una
trasformazione delle scadenze
52
b) Frazionamento della clientela effettiva. L’esperienza operativa
delle banche commerciali conferma ampiamente che mediante il
frazionamento della clientela si ottiene una stabilizzazione del
volume complessivo della raccolta indipendentemente dalla sua
struttura per scadenze. Sulla base di una intuitiva legge dei grandi
numeri, il frazionamento della clientela, associato all’aumento della
sua numerosità, riduce notevolmente la volatilità della massa dei
depositi a vista o a scadenza indeterminata, poiché aumenta la
probabilità che le variazioni negative dei singoli depositi siano
compensate dalle variazioni positive di altri depositi
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c) Diversificazione della clientela effettiva e potenziale. La politica
della raccolta può mirare a comporre la clientela allo scopo di
aumentare la probabilità che i suoi comportamenti finanziari
(prelevamenti e versamenti, estinzioni e accensioni di passività)
presentino valori di correlazione più bassi. In termini pratici ciò significa
che la banca deve attivare una appropriata segmentazione della
clientela, in modo da identificare gruppi, classi o cluster – segmenti -
caratterizzati da comportamenti finanziari omogenei, e
successivamente combinarli secondo il criterio della correlazione più
favorevole (negativa) ai fini della stabilità dell’intera massa della
raccolta
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Scelte sulla composizione della raccolta
La raccolta all’ingrosso può contribuire a
Migliorare gestione riserve di liquidità;
Soddisfare aumento inatteso di prestiti e/o crescita desiderata dei
prestiti
Ma non tutte le banche possono operare all’ingrosso!
I fondi all’ingrosso sono più volatili, sensibili alle modifiche di
reputation e dei tassi di interesse
I costi di raccolta sono più elevati
Raccolta all’ingrosso Raccolta al dettaglio
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Scelte sulla composizione della raccolta
Dal mass marketing al customized marketing
La politica di prodotto: innovazione di prodotto (introduzione di nuovi prodotti ma soprattutto restyling dell’esistente); logica di pacchetto; differenziazione
Politiche di price e non price competition
Uso di politiche di prezzo differenziate: esplicita; a forfait; mista
Il ruolo della promozione e pubblicità per strategia non price competition
La politica distribuiva: affiancamento di nuovi canali a quelli tradizionali
Raccolta all’ingrosso Raccolta al dettaglio
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Politiche di prezzo
Costi diretti rappresentati da interessi espliciti e
interessi impliciti (effetto valuta, differenziale fra prezzo
di vendita e costo produzione servizi monetari)
Costi indiretti: costi operativi e di personale (non
attribuiti a servizi monetari), differenziati per tipologia di
passività
Rilevanza dell’efficienza tecnico-operativa delle banche
Politiche commerciali delle banche
Approccio di breve periodo
Massimizzazione delle revenues
Scarsa attenzione alla retention
Approccio di lungo periodo
Retention selettive
Rapporto fiduciario
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La politica della raccolta Politica di prodotto
Innovazione di prodotto: nel settore finanziario le innovazioni sono facilmente imitabili
Differenziazione: logica bundling, ovvero si abbinano ai prodotti alcuni servizi accessori.
Politica di Prezzo
Tassi passivi. Puntare tutto sui tassi passivi può essere penalizzante in quanto la
competizione si sposta tutta sulla remunerazione (concorrenza sui tassi)
Occorre distinguere tra passività monetarie e non
Per le prime il tasso passivo non è una variabile fondamentale
Per le seconde è fondamentale il tasso passivo
Politica di distribuzione
Conta ancora la vicinanza fisica?
Negozi finanziari
ATM
POS
Sportelli bancari
Mobile banking
Internet banking
Politica di comunicazione
Commerciale ( invece di Istituzionale , Gestionale o Economico finanziaria)
Prima e dopo l’acquisto
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I principali strumenti di raccolta
Conti correnti di corrispondenza passivi
Depositi a risparmio
Conto deposito
CD e Buoni fruttiferi
PCT
Obbligazioni bancarie
Titoli strutturati
Securitisation e loan sale
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