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TASSE E CONTRIBUTI La Commissione europea (nella foto in alto, il presidente José Manuel Barroso) deve presentare l’indagine annuale sulla crescita, che fisserà i punti su cui lavorare nei mesi successivi ’agenda di rigore e sviluppo GIUGNO 12 13 14 15 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08 Contributi sociali Tasse sulla produzione Tasse sui redditi GENNAIO Entro marzo il Consiglio europeo elabora le linee guida di bilancio per la Ue e i singoli paesi. A metà aprile gli stati membri presentano i piani nazionali di riforma e i piani di stabilità e convergenza La Commissione elabora le raccomandazioni di politica economica e di bilancio per gli stati. Entro il mese, sia l’Ecofin che il Consiglio occupazione e affari sociali approvano le raccomandazioni RÉA Iltasso didisoccupazione in Italia nel 2010. In % Fonte: Eurostat Il rapporto rispetto al Pil nei paesi Ue SENZA IMPIEGO MARZO-APRILE Fonte: Istat G F M A M G L A S O N 8,3 8,4 8,5 8,3 8,2 8,4 8,7 MARKA ANSA

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12Il Sole 24 Ore

Lunedì10 Gennaio 2011 - N. 9

di Renato Brunetta

Che la crisi finanziaria sia finita, che lepossibili aggressioni speculative con-tro i debiti sovrani siano un pericolo

cessato, non lo ha sostenuto nessuno, e se loavesse fatto sarebbe stato smentito. Rispettoaidueannirecessivi,però,viviamounafasediripresa mondiale, anche se in Italia è ancoratroppocontenutaelenta,perragionistoriche,chenullahannoachefareconlacrisi.Questoè il nostro problema: adottare politiche pub-bliche, non necessariamente di spesa, intra-prendere cambiamenti strutturali, varare ri-formeistituzionali checonsentanodiaccele-rareilpassoeguardareconserenafiduciaallesfidedelpresenteedelfuturo.

Il 2011 sarà un anno decisivo per l’econo-mia.Eladirezioneincuiessaandràdipende-rà in modo cruciale dalla politica. Sono unconvinto liberista e so che non sono i gover-nichepossonodeterminaredasoli lacresci-ta economica. Ma vi sono fasi della storia incui i mercati aspettano segnali dalla politicael’annochesiaprenonpermetteràallapoliti-ca di seguire il detto inglese wait and see.Questovalesulpianoglobale,sulpianoeuro-peoesulpianonazionale.

L’agenda internazionale

La presidenza francese ha posto al centrodell’agenda del G20 per il 2011 la riforma delsistema monetario internazionale. Un temacruciale per almeno tre necessità: a) stabiliz-zarelavolatilitàdeicambiesuperareilperico-lodiunaguerravalutariaafiniprotezionisticichedanneggerebbeilcommerciointernazio-nale;b)offrireaipaesiconfortiriservevaluta-rie la possibilità di finanziare con minori ri-schidicambioipaesiconampidebitipubbli-ci, come chiedono i cinesi; c) determinare intalmodolecondizioniperlaconvergenzadel-lepolitichemacroeconomichetraStatiUniti,EuropaeCinainsostegnodellacrescita.Que-ste politiche oggi divergono fortemente, conuna Europa concentrata sul consolidamentofiscaleadifesadell’euroegliStatiUnitiimpe-gnatiasostenerelacrescitaconmezzimone-tari, cioè iniettando liquidità nei mercati. Ciòdetermina pericolidi inflazione erende indi-spensabileunaccordoglobaleperlacrescita.Solounamaggiorecrescitapuòpermetterediriassorbire la liquidità in eccesso senza infla-zione, ridurre i debiti senza recessione, e ri-durre gli squilibri globali. La globalizzazionenonèoperadimalvagi,sianobanchieriospe-culatorifinanziari,maunarealtàcherichiedeunacapacitàdeigovernidicoordinarelepoli-tiche con una visione strategica. Non sono imercati globalizzati a produrre i mostri, essinonappaionodalnullacomeneivideogiochi,ma sono in gran parte i prodotti delle cattivepoliticheedellecattiveregolamentazioni,so-nocioèfiglideigoverni.

L’agenda europea

All’agendainternazionaleècollegatal’agen-daeuropeachemettealprimopostounamo-difica della governance economica dell’Eu-ropa per conseguire i tre obiettivi principali

oggiindiscussione.Ilprimoèquellodelcon-solidamento fiscale e cioè come assicurarela convergenza rapida di tutti paesi europeiversounapoliticadibilanciocheconsentalasostenibilitàdi lungoperiododeidebitipub-bliciel’equilibriomacroeconomico.Ilsecon-doèquellodistabilireunmeccanismodiga-ranziaper idebitiaccumulatinelcorsodellacrisi in modo da assicurarne il finanziamen-to al riparo dalla volatilità dei mercati finan-ziari.L’emissionediEurobond,perfinanzia-re sia i debiti sovrani europei sia le grandiopere infrastrutturali, rientra in questa pro-spettiva.Il terzoobiettivo,cheècondiziona-todal perseguimento deiprimi due,è quellodi attuare politiche di sostegno alla crescitanonbasatesullaspesaindeficit,maevitandopolitichefortementedeflattiveeconglispa-zi necessari ad attuare le riforme necessarieadaumentare lacompetitività.Se il raggiun-gimentodiquestoterzoobiettivosibasasul-lacapacità diperseguire iprimidue,èancheveroche iprimi due richiedonoun impegnocredibile sull’obiettivo crescita. Ogni puntoinmenodi crescita rende necessario, infatti,aumentare l’avanzo primario per stabilizza-reidebiti,finoarenderequestosforzodista-bilizzazionenonpiùcredibile.

Nonèuncasoche imercati finanziarioggigiudicanoilrischiodisolvibilitàdeidebitiso-vrani, da cui dipende il premio al rischio ri-chiestoperillorofinanziamento,nonsolodaisaldicorrentidibilanciomadaltassodicresci-taprevedibileinbaseallacompetitivitàdeiri-spettivi paesi. Il circuito virtuoso descritto èl’unico possibile affinché non salti l’unionemonetaria, evento che sarebbe drammaticosia per i paesi europei economicamente piùfragilisiaperquelliconsideratipiùforti.L’eu-ro non è difendibile annunciando il pericolodelbaratrofinanziariomaoperandoperriav-viare la competitività delle economie euro-pee. Se quelli descritti sono i problemi da af-frontare,itempiadisposizioneperagiresonostrettie il rigidocalendario del"semestreeu-ropeo"rispecchiaquestaconsapevolezza.

L’agenda nazionale

Il semestre europeo chiarisce la correlazio-ne tra convergenza delle politiche di bilan-cio e convergenza delle riforme a sostegnodella crescita proprio prevedendo la conte-stualepresentazioneinapriledeiduedocu-menti che le contengono. L’Italia ha quindidi fronte quattro mesi cruciali per definirele politiche relative ai due processi di con-vergenzae questaè l’occasione perdefinirein questo orizzonte temporale, un pianocondivisodipoliticaeconomicachesi ispiri

aiconcettidi rigoree sviluppo.Maqualisonolecondizioninellequalique-

sto piano nazionale deve essere sviluppato?LaDecisionedifinanzapubblica2011-2013,ap-provata dal parlamento, delinea un quadrogiàcompatibilecongliobiettivieuropeiechequindinonrichiedemodifichesostanzialiperlaformulazionedelPianodistabilitàeconver-genza.Essaprevedechealegislazionevigen-te,e quindi inassenza di manovre aggiuntivedibilancio,ilrapportodeficit/pil,cheègiàog-gi tra i più bassi dell’Europa, si attesti entro il2013stabilmentesottoil3%echel’avanzopri-marioraggiungail2,6%delPil.Questolivellodell’avanzo primario assicura, secondo i cal-coli europei, la stabilizzazione del rapportodebito/pilelasuaprogressivariduzioneeciòsignificache,secondoleregoleattuali,nonso-no necessarie azioni aggiuntive rispetto aquelleadottate.

Èindiscussione,tuttavia,unanuovaregolaeuropeadirettaadaccelerareilprocessodiri-duzionedeldebito.Essaprevedeunobiettivoannuale di riduzione del rapporto debito/pilpari al 5% del divario di questo rapporto dalvalorediriferimentodel60percento.Seque-sta regola, che prevede fattori di correzionecomeiltassodicrescitadellaricchezzanazio-nale e il livello di indebitamento del settoreprivato, fosse approvata entro l’estate, il rap-porto debito/pil italiano dovrebbe ridursi apartire dal 2015 del 2,7 per cento l’anno e ciòimplicherebbe la necessità di ottenere unavanzo primario di bilancio non di molto su-perioreaquellogiàprevisto. Ilveronodoperlacredibilitàdiquestaprevisionedistabilitàeconvergenzadellafinanzapubblica italianaèche essa si basa sull’ipotesi che si raggiungaun tasso di crescita stabilmente superiore al2%findal2012.Seciònonfossesarebberone-cessarieulteriorimanovrecheciavviterebbe-roinunaspiraleditaglidibilancioerecessio-nealcuiterminec’èsoloildefault.Manonvièalcunmotivoperchéciòavvenga.Visonoog-gi le condizioni internazionali e di finanzapubblica nazionale perché la politica eliminigli ostacoli alla crescita. Questi ostacoli sononoti e sono anche indicati sia nella strategiaEuropa 2020 sia nella versione preliminaredelProgrammanazionalediriformaapprova-to dal Consiglio dei ministri del 5 novembre2010.

È necessario accelerare l’attuazione delleriforme strutturali, che non incidono sul bi-lanciomachepossonoaprireeliberalizzareimercati, far aumentare la produttività e lacompetitività complessiva del sistema. I 5punti del programma sui quali il governo haottenuto la fiducia delParlamentoafine set-tembredevonoessereattuati: fisco,federali-smo fiscale, giustizia, piano per il sud, sicu-rezza e immigrazione. È realizzabile in tem-pi brevi il programma già previsto di inter-ventiperlamodernizzazionedelpaese:sem-plificazioni legislativa e delle procedure bu-rocratiche,liberalizzazioni,apartiredaquel-ladeiservizidipubblicautilità, lariformadi-retta ad aumentare l’efficienza e a ridurre icosti della Pubblica amministrazione ancheattraverso la sua digitalizzazione. Tutto ciò

nonrichiedespesaaggiuntivamacrealecon-dizioniperlariduzionestrutturaledellaspe-sa.Èpossibileanche attuaregli investimentiinfrastrutturali programmati, il piano casa,l’accelerazionedeipagamentidellapubblicaamministrazione, promuovere l’estensionedellabandalarga.

Le riforme e la fiducia

Ungettitoaggiuntivodestinatoaquestefinali-tàpuòvenirenon solodalla lottaall’evasionefiscalemaanchedalladismissionedipartidelpatrimoniopubblicoedallastessariformafi-scale. La riforma fiscale non implicadi per séunariduzionecomplessivadelgettitofiscale.Ilprimoobiettivoèquellodieliminarelestor-tureesistenti, checoncentrano il prelievosuiredditi,inmododapremiarelaproduzionedireddito e quindi preparare le condizioni per-ché anche la pressione fiscale complessiva sipossaridurre.Dallepersoneallecosesiusadi-re. Sui principi che debbono guidare la rifor-ma i ministri di questo governo concordanoda oltre un decennio, ma consumatori e im-preseattendonounsegnalecheincidapositi-vamentesulleloroaspettative.

Ilnumerodegliinterventiè,quindi,ampioedègiàindividuato,maènecessarioelimina-re gli ostacoli politici alla loro realizzazione.Lafiduciadiconsumatorieimprese,cheè inaumento ma che va rafforzata perché la cre-scita si consolidi, richiede che i messaggi in-viati al paese dal governo non siano del tipo"ogginonsipuòfare".Alcontrariooggiside-veagire.Forsesarebbeutile immaginarean-che un indicatore di fiducia dei governi, cheregistri la fiducianeipropriprogrammi,nel-le cose attuate e nei risultati delle politicheavviate. La cosa peggiore è aver paura dellestesse riforme fatte, da quella dell’Universi-tàaquelladellaPubblicaamministrazione,efrenarlenonavendofiducianeirisultatiposi-tiviperilcuiconseguimentosonostatedise-gnateeapprovate.L’approvazionedellostes-so federalismo fiscale sembra frenato dallapaura,quasichesiacaduta lafiducianeisuoieffettipositivi.

Credo che la principale responsabilità diun Governo, soprattutto di fronte a una cosìgravecrisieconomicasiaquelladinonspecu-lareedinonlasciarechesispeculisullapaura.Dopo il voto di fiducia del 14 dicembre e l’in-consistenzapoliticadimostratadalleopposi-zioni unite solo nel tentativo di distruggere,maprivediqualsiasicredibilestrategiaalter-nativaperaffrontareibisognidelpaese,laten-tazioneavrebbepotutoesserequelladiunri-corsoalleurne.Sarebbestatounmodoperlu-crare sulla paura. Invece, si è scelta la stradadellaresponsabilitànelsegnodellastabilità.

La guerra alla crisi è stata condotta sinoracon politiche di "guerra". Adesso è giunto ilmomentodiaccompagnarelavigilanzabelli-caconmisurecheciaiutinoametterealsicu-roirisultatiraggiunti.

Per questo le riforme strutturali sono unanecessitàchedàsensoalrigore,nonunvezzoornamentale.Acominciaredalleriformeisti-tuzionali. Perché una democrazia sfilacciatae instabile è incapace della tempestività checrisicomequestarichiedono.Lastradadelfe-deralismoèunastradaobbligata,mainunpa-esecomel’Italiailfederalismononpuòregge-re l’impatto di una tensione disgregatrice, secontemporaneamentenonvieneequilibratoconilrafforzamentodeglielementiunitari, acominciaredaunsistemapresidenzialecheinostri più lungimiranti costituenti già auspi-cavanonel1948.

Ministroper laPubblicaamministrazioneel’innovazione

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TASSEE CONTRIBUTI

Il governo. La principale responsabilità che lo aspetta?Non speculare e non lasciare che si speculi sulla paura

LaCommissioneeuropea(nellafotoinalto, ilpresidenteJoséManuelBarroso)devepresentarel’indagineannualesullacrescita,chefisseràipuntisucui lavorareneimesisuccessivi

Per un’agenda di rigore e sviluppoIn Italia ripresa troppo contenuta e lenta, ora cambiamenti strutturali in tempi stretti

GIUGNO

12

13

14

1598 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08

Contributi socialiTasse sulla produzione

Tasse sui redditi

La road mapcomunitariadei prossimi mesiAppuntamentidecisiviper l’Europaenonsolo.L’agendadegliimpegniinambitocomunitariosiincrociaconlariformadelsistemamonetariointernazionalechelapresidenzafrancesedelG20hapostocomepriorità.Nelprimosemestreverrannofissateledirettricidellepolitichedibilancio.Toccherà,poi,aisingolistatirispettarleerealizzarleconcretamentenellasecondapartedell’anno.

LA GUERRA ALLA CRISIÈ giunto il momentodi accompagnare la vigilanzabellica con misure checi aiutino a mettere al sicuroi risultati raggiunti

GENNAIO

Il federalismo fiscale. L’approvazione sembra frenata,quasi che sia caduta la fiducia nei suoi effetti positivi

EntromarzoilConsiglioeuropeoelaboralelineeguidadibilancioperlaUeeisingolipaesi.Ametàaprileglistatimembripresentanoipianinazionalidiriformaeipianidistabilitàeconvergenza

LaCommissioneelaboraleraccomandazionidipoliticaeconomicaedibilancioperglistati.Entroilmese,sial’EcofincheilConsigliooccupazioneeaffarisocialiapprovanoleraccomandazioni

RÉAIltassodidisoccupazioneinItalianel2010.In%

Verso la meta. Quattro mesi cruciali nei quali serve un piano condiviso di politica economica ispiratoai concetti di rigore e sviluppo (nella foto, la Volkswagen Touareg di Carlos Sainz al Rally Dakar 2011)

Fonte: Eurostat

Il rapporto rispetto al Pil nei paesi Ue

SENZA IMPIEGO MARZO-APRILE

ERIC GAILLARD/REUTERS

UN ANNO DI RIFORMEIL CALENDARIO

Fonte: Istat

G F M A M G L A S O N

8,38,4

8,5

8,3

8,2

8,4

8,7

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