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Ta g Magazine A-ABBRONZATISSIMI Nel pieno dell’estate 2012 si rivalutano le tradizioni “vacanziere” degli anni Sessanta Ta g Primo bilancio della Amministrazione Antonacci Gigi TITA - Pag.5 TRADIZIONI “Benvenuti ad Adelfia. Paese dell’uva Regina” MUSICA Tormentoni Estivi Natura ed evoluzione nel corso degli anni #2 | Agosto-Settembre 2012 Periodico a cura dell’Associazione OPERA. Idee in Circolo - Adelfia L’essenza dell’informazione Dove eravamo tutti? di Vito MARIELLA - Pag.7 Il “volontariato” di un sindacalista d’altri tempi di Rosanna RUSCONI Daniela F. RUSCONI - Pag.8 1€

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il nuovo numero di TAG MAGAZINE

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A-ABBRONZATISSIMINel pieno dell’estate 2012 si rivalutano le tradizioni “vacanziere” degli anni Sessanta

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Primo bilancio della AmministrazioneAntonacciGigi TITA - Pag.5

TRADIZIONI“Benvenuti ad Adelfia.Paese dell’uva Regina”

MUSICA Tormentoni EstiviNatura ed evoluzionenel corso degli anni

#2 | Agosto-Settembre 2012Periodico a cura dell’Associazione OPERA. Idee in Circolo - AdelfiaL’essenza dell’informazione

Dove eravamotutti?di Vito MARIELLA - Pag.7

Il “volontariato”di un sindacalistad’altri tempidi Rosanna RUSCONI Daniela F. RUSCONI - Pag.8

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2 TagMagazine #2

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Direttore responsabileTrifone GarganoCaporedattoreDaniela F. RusconiVice CaporedattoreVito MariellaArt DirectorNicola AngiuliResponsabile Politica e AttualitàMimmo Cangialosi

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Periodico a cura deAssociazione OPERA. Idee in circolo

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operaidee

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TagMagazine #2 3

EDITORIALE

1 luglio 2011: cominciano a muoversi gli ingranaggi di una associazione culturale chiamata “OPERA. Idee in Circo-lo”. Un’associazione fatta di persone con esperienze e con competenze diverse, unite da un desiderio comune: risvegliare le menti creative, per ridare vigore alla cre-scita socio-culturale di Adelfia. OPERAre significa: rimboccarsi le maniche, per diventare cittadini attivi; informarsi scrupolosamente, per infor-mare oggettivamente; ideare eventi, per promuovere la nostra identità culturale. Quest’anno è stato una fucina di idee, che ci ha condotti alla creazione di un cantiere sempre attivo, dove non mancano scambi di opinioni, progetti entusiasmanti ed a volte anche qualche volo pindarico.OPERA è stata: Storia d’Italia, con la mostra “150: l’Italia creativa, gastronomica, culturale”; Disabilità, con l’ini-zio di un percorso di informazione; Solidarietà, con rac-colte di viveri e indumenti; Informazione, con la nascita di un progetto editoriale chiamato TAG Magazine … e tan-to altro. Tutto questo rappresenta il compimento di tanti piccoli percorsi intrapresi, fatti di ore di lavoro, notti insonni, fragorose risate e festeggiamenti, ma anche di ansie e di preoccupazioni trasformatesi in soddisfazioni e in sorrisi distesi.OPERA è, e continuerà a essere, un crogiuolo di “IDEE IN CIRCOLO”, al quale speriamo si aggiungano sempre nuo-vi ingranaggi, affinché questa piccola macchina cultura-le possa continuare a percorrere le strade impervie del nostro paese, con sempre minori difficoltà e con sempre maggiori risultati.Giovanni Falcone diceva «… Che le cose siano così, non

vuol dire che debbano andare così, solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cam-biare, vi è un prezzo da pagare, ed è, allora, che la stra-grande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare …».OPERA non è nata per lamentarsi di ciò che non va nel no-stro paese, o per puntare il dito contro qualcuno. OPERA è nata dal nostro bisogno di cambiamento, dalla voglia di agire per fare qualcosa per il nostro paese, perché Adelfia non è solo un paesino della provincia di Bari, ma è lo specchio, seppur piccolo, di una parte della nostra identità. Come cittadini di Adelfia e come associazione non vogliamo essere solo i vicini della grande città, in cui scappare per trovare un po’ di vitalità e di allegria. Ciò che vogliamo è rispolverare la “nostra” vitalità, ri-portare un po’ di colore nella routine grigia che ultima-mente caratterizza Adelfia, e, perché no, dare voce a chi ha tanto da raccontare e a chi ha talento da mettere a disposizione per cambiare il volto di questo paesino di provincia. Progetto presuntuoso? Speriamo di no, ma per realizzarlo non bastano la buona volontà e la voglia di cambiamen-to di una sola associazione, per questo OPERA è anche collaborazione, condivisione, cooperazione e confronto. Bisogna aprirsi al prossimo, accettare le differenze e sfruttarle per trasformarle in risorse. Le “idee in circolo” non sono solo quelle della nostra associazione, ma di un intero paese in fermento. Non fermiamo questo movi-mento, impariamo a gestirlo.

Daniela F. RUSCONI

OPERA: UN ANNO DI “IDEE IN CIRCOLO”

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POLITICA e ATTUALITÁ

4 TagMagazine #2

IL SUICIDIODEI PARTITII Partiti politici tradizionali cambiano voltoe lasciano spazio alle liste civiche

Il lento e inesorabile declino della credibi-lità dei partiti ha determinato negli ultimi anni un fiorire di liste cosiddette civiche, la cui natura e composizione, però, non si presentano in forme omogenee. Tutto è partito dall’esasperato leaderismo. Ca-valcando l’antipolitica alcuni soggetti po-litici hanno spinto all’identificazione del “capo” con il partito o con il movimento. Quando questa soluzione non è risultata sufficiente a raggiungere gli obiettivi pre-fissati si è passati alla sponsorizzazione di liste civiche di affiancamento nelle ele-zioni amministrative. Questa pratica che evidentemente consente risultati efficaci, nel tempo, è stata seguita da tutte le coa-lizioni. Di qui, uno svuotamento delle liste di partito e un conseguente proliferare di liste che consentono di accogliere un nu-

mero maggiore di candidati e, quindi, di voti. Il risultato, comunque, nella maggior parte dei casi, evidenzia che le liste di sup-porto non raggiungono mai grandi successi elettorali, ma, comunque, risultano solo utili al candidato Sindaco, ovvero al candi-dato Presidente di provincia, o al candida-to Governatore di regione. L’altro aspetto da sottolineare è che gli eletti delle liste civiche conquistano il loro seggio con un numero di preferenze molto più basso di coloro che partecipano, invece, nelle li-ste di partito, al cui interno serpeggiano comprensibili rivalità e malumori. A prima vista sembrerebbe che questo fenomeno, consentendo un’apertura a strati della so-cietà civile, sia positivo. Ma la pur breve esperienza maturata fa intravedere come limite e degenerazione il passaggio da

uno schieramento all’altro (peraltro, già fortemente presente nei partiti tradizio-nali, nelle liste civiche è diventata prassi quotidiana). Legittimo chiedersi a chi fac-ciano riferimento gli eletti di quelle liste. Nel migliore dei casi, al leader che le ha promosse; nel peggiore, agli interessi per-sonali. Negli ultimi mesi, ulteriori forme si affacciano nel panorama politico italiano: liste civiche nazionali con propri candidati premier (leggi Montezemolo), liste autono-me di movimenti (grillini), liste di affianca-mento (De Magistris – Emiliano), e, persino, movimenti che si costituiscono alla Regio-ne Puglia in gruppi che fanno capo al Presi-dente Regionale del P.D. Ma i partiti, dopo aver concorso a tutto ciò, hanno deciso di suicidarsi?

Mimmo CANGIALOSI

Primo anno di lavoro dell’Ufficio di Polizia Ediliziae Monitoraggio Ambientale Il 9 agosto 2011, a Adelfia, all’interno del corpo della Polizia Mu-nicipale, è stato istituito l’Ufficio di Polizia Edilizia e Monitoraggio Ambientale. L’azione di questo ufficio, grazie alla professionalità e all’efficienza dei due agenti responsabili, Vito Panarelli e Stefa-no Meli, è stata evidente sin da subito:

2011 (5 mesi)n.31 controlli presso cantieri in corso ed opere finitedenunce all’Autorità Giudiziaria per violazioni alle norme edilizie, di cui, n.13 soggetti per violazioni al D.P.R. n.380/2001; n.1 soggetto per violazioni all’art. 650 c.p., contestazione ditta appaltatrice per mancato recupero rifiuti mercato, controllo operatori commerciali, con diffida di n.1 ope-ratore per assenza di autorizzazione alla vendita.2012 (1°semestre)n.29 controlli presso cantieri in corso ed opere finite

n.7 segnalazioni danni a cosa pubblican.4 segnalazioni danni a cosa privatan.8 soggetti denunciati all’Autorità Giudiziaria per violazioni alle norme edilizien.1 soggetto denunciato all’Autorità Giudiziaria per reati contro la personaAttività di repressione per pratiche edili complementarin.8 constatazioni in materia ambientalen.2 ricognizioni discariche abusive su territorioDiffide a adempiere a ordinanze sindacali in materia ambientalen.2 interventi per problematiche connesse alla presenza dell’amian-ton.8 richiesta di addebito alla ditta appaltatrice per i R.S.U. n.130 verbali al CDSn.1 verbale per Dehors non autorizzato

Gigi TITA

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TagMagazine #2 5

Opere pubbliche, servizi e progetti

La stesura del bilancio 2012 ha tenuto conto di un convitato di pietra, “la crisi economica”, che ha condizionato l’azio-ne Amministrativa adelfiese, limitandone le possibilità espansive. L’introduzio-ne dell’IMU e il Patto di Stabilità hanno rubato la scena sulle entrate, lasciando poco a scelte e a divagazioni sulle usci-te. Bisogna sfruttare il momento di crisi per fermarsi e per ripartire, senza negare lo spreco, le inefficienze e le negligenze (esempi da non seguire). Le Opere Pubbli-che del piano triennale puntano al supe-ramento delle emergenze e allo sviluppo. La realizzazione definitiva del progetto delle aree a servizio sull’Alveo torrenti-zio (con le autorizzazioni ottenute) e la partecipazione al Bando Regionale per l’istituzione di un museo vanno in tale di-rezione; mentre, purtroppo, l’emergenza sanitaria, sociale e politica, evidente nel degrado di Piazza Leone XIII, rappresenta la direzione contraria. I servizi alla città

sono stati lasciati quasi inalterati, e, pur con un ridimensionamento del trasporto alunni, questo non dev’essere visto come un limite, ma come un’espansione dei di-ritti dei piccoli cittadini: meno scuolabus e più progetti di piedibus. È in atto una rivalutazione del patrimonio comunale, depurandolo dall’uso distorto. Non è più tempo di privilegi, o, peggio, di cliente-lismi, e il regolamento sulla concessione degli immobili di proprietà comunale è un passo in tale direzione. Questa panoramica sulle strutture non di-stolga l’attenzione dalla valutazione dei servizi comunali, iniziando dalla struttu-ra Comune, che si presenta logora, vec-chia e inefficiente nella sua missione di servizio al cittadino, e che spesso è fonte di spreco. Qualche passo nella direzione dell’efficacia e dell’efficienza si sta muo-vendo. La costituzione dell’ufficio am-biente ne è un esempio, che sta facendo scoprire ai cittadini che le regole esisto-

no! Nel settore agricoltura, si è passati dagli annunci propagandistici alle azioni concrete: il buon andamento e funziona-mento dello sportello agricolo ne è testi-monianza! Rilevanza strategica assume il controllo dei servizi comunali appaltati all’esterno, vera zavorra dell’economia comunale, basti pensare all’appalto del-la raccolta dei rifiuti (scaduto e in fase di nuova aggiudicazione), e alla manuten-zione dell’impianto della pubblica illu-minazione. La loro distorta applicazione sul territorio costituisce uno spreco e un danno alla comunità. Il Bilancio Comuna-le è la fotografia del tempo che viviamo, in cui nessuno può chiamarsi fuori, mag-gioranza o opposizione che sia. Il mo-mento richiede un impegno convergente, poiché occorre ricostruire un’istituzione nella sua autorevolezza e efficacia, con un servizio condiviso nelle regole.

Gigi TITA

PRIMO BILANCIO DELLA AMINISTRAZIONE ANTONACCI

POLITICA e ATTUALITÁ

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SALUTE

INqUINAMENTO AMBIENTALE E TUMORI«Nei nostri territori il tasso di mortalitàper cancro è tre volte maggiore della media regionale»

Il Dott. Giuseppe Nettis, medico specia-lista in Oncologia e Medicina Generale presso l’Ospedale regionale “Miulli”, ri-sponde alle nostre domande.

Dott. Nettis, quali sono le patologie che a oggi destano maggiore preoccupazio-ne sui nostri territori?L’indice di mortalità annua per tumore in Puglia è pari a 0.21/1000 abitanti, rispet-to ad una media nazionale di 0.28/1000 abitanti. A fronte di questo dato globale confortante, una recente ricerca ha evi-denziato come nei paesi limitrofi ad Adel-fia l’indice di mortalità per cancro oscilla da 0.6 a 1/1000 abitanti; ossia, 3-5 volte maggiore della media regionale e nazio-nale.

Vi è una stretta correlazione tra gli in-quinanti ambientali (in particolar modo le diossine) e alcune neoplasie?L’incidenza di patologie oncologiche, cardiovascolari e immunologiche ha ri-sentito negli ultimi 40 anni di due fattori essenziali: l’incremento della vita media e l’inquinamento ambientale legato allo sviluppo industriale ed al cambiamento degli stili di vita. Queste patologie, infatti, e le tumorali in particolare, necessitano di una pro-lungata esposizione dell’organismo e del DNA all’azione degli stimoli ambientali presenti nell’aria che respiriamo, negli alimenti e nell’acqua.Come si evince da alcuni dati elaborati dalle stazioni di monitoraggio dell’ARPA in Puglia, le emissioni di alcuni cancero-geni a livello industriale quali diossine, IPA etc, è da considerarsi nei limiti di tol-

leranza stabiliti per legge, tranne alcune circoscritte zone in provincia di Taranto e di Brindisi ad alto impatto industriale.

La regione Puglia ha istituito nel no-vembre del 2007 il Registro Tumori Pu-glia. Cosa dicono gli ultimi dati ufficiali rispetto ai nostri territori (Adelfia, Acquaviva delle Fonti, Casamassima, Valenzano)? Che tendenza è emersa in questi ultimi anni?In un Convegno promosso un anno fa cir-ca dalla Delegazione ANT di Adelfia si è tentato di dare alcune risposte agli in-terrogativi sollevati dai dati di incidenza locale di mortalità per tumore atipici; se da un lato le emissioni di inquinanti industriali, in particolare ad Adelfia, sia-no ritenuti i maggiori responsabili delle patologie cancerogene, particolare at-tenzione deve essere posta all’uso indi-scriminato e scorretto di prodotti chimici agricoli.

Quali le soluzioni e le prospettive per i cittadini che si sentono esposti ad un rischio ambientale eccessivo? La prevenzione primaria richiede scelte comuni e condivise, scelte prevalente-mente politiche: a uno sviluppo indu-striale che porti lavoro e benessere deve corrispondere un adeguato monitoraggio dei rischi ambientali che esso comporta;

la rapida risoluzione di problemi loca-li che possono esporre le popolazioni a esposizione prolungata a fattori cance-rogeni; un programma educativo volto al rispetto dell’ambiente; ecc. Prendere coscienza che i programmi di prevenzione primaria devono essere ap-plicati da ciascuno di noi, nessuno esclu-so. Smettiamola di pensare che i sacrifici e il rispetto delle regole siano giusti se a farli sono soltanto gli altri!

Per concludere, che consiglio si sente di dare ai cittadini di Adelfia, che in queste ultime settimane vivono in un perenne stato di preoccupazione?Atteniamoci almeno ai programmi di pre-venzione secondaria (gli screening per al-cune patologie ad alto impatto nelle po-polazioni a rischio), che, a onor del vero, il SSN sta realizzando su tutto il territorio nazionale con un oculato e adeguato im-pegno di risorse umane e economiche.

Vito MARIELLA

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È bastato che l’opificio “Ex SAPA” ritornasse a farsi sentire per porre sul piatto della discussione il problema dell’inqui-namento ambientale nel territorio di Adelfia. È bastato che l’Agenzia Regionale per la protezione e pre-venzione Ambientale (ARPA) abbia riscontrato la presenza di diossina nell’area nella zona adiacente all’“Ex SAPA” per far-ci riscoprire tutti difensori dell’ambiente e soci onorari del WWF, o di altre associazioni di categoria. Sono bastate poche righe su un giornale per far assumere a qualcuno le vesti di superscienziato esperto in tossicologia e oncologia, tanto da essere invitato da Bruno Vespa in perso-na, per una puntata speciale di “Porta a Porta”.Il problema della messa in sicurezza e della bonifica del sito “Ex SAPA” è un problema serio (non a caso tagmagazineweb.it ha informato i lettori puntualmente sull’intera vicenda), che va affrontato con la massima determinazione e tempestività da parte delle istituzioni competenti: Comune, Provincia, Asl, Regione Puglia.Ogni singolo cittadino, associazione, testata giornalistica ha il dovere di monitorare costantemente le diverse fasi che por-teranno alla bonifica del sito in questione e il diritto di esse-re informato tempestivamente su ogni risvolto della vicenda. Sono già trascorsi sette lunghi anni. Lungaggini burocratiche non sono più ammesse. È in gioco la credibilità e la salute di un’intera cittadina. L’inquinamento ambientale a Adelfia non è solo rappresentato dalla diossina rilevata dall’Arpa, l’“Ex SAPA”, purtroppo, è

solo la punta di un iceberg.In questi giorni un’unica domanda mi continua a frullare nella testa: fino a oggi, dove eravamo tutti?Dove eravamo quando hanno installato sulle nostre teste ben nove ripetitori di telefonia mobile che sprigionano giorno dopo giorno onde elettromagnetiche? Dove eravamo quando il nostro territorio si è trasformato in una discarica a cielo aperto? Dove eravamo quando la raccolta differenziata è di-ventata fiore all’occhiello di molti Comuni limitrofi (si veda Rutigliano)? Dove eravamo quando l’alveo torrentizio si tra-sformava in una palude di cemento e rifiuti?Alcuni di questi problemi sono tutt’oggi presenti e ben visibi-li, altri sono per fortuna in via di risoluzione.La vicenda “Ex SAPA” ci serva da monito. Mai più indifferen-ti. Siamo tutti responsabili. Riversiamo la stessa attenzione e partecipazione mostrata per la “EX SAPA” per affrontare i diversi problemi ambientali che attanagliano il nostro ter-ritorio. Adelfia non ha bisogno di supereroi imbellettati per l’occasione, né di capipopolo dell’ultima ora. Adelfia ha bi-sogno di cittadini e istituzioni corresponsabili della propria comunità e della salute di ogni suo componente.

Vito MARIELLA

DOVE ERAVAMO TUTTI?Siamo tutti responsabili del nostro territorio

Diossina rilevata presso “ex Sapa”

PCDD/F TE (Conc. Tossicità Equivalente)TOTALE 20 giugno 2012 -> 804 fg TE/mc

PCDD/F TE (Conc. Tossicità Equivalente)TOTALE 29 giugno 2012 ->339 fg TE/mc

Limiti massimi accettabili dall’OrganismoMondiale della Sanità (WHO98) sono di 120 fg/mc

fonte Arpa

AMBIENTE

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CULTURA e SPETTACOLO

IL “VOLONTARIATO” DI UN SINDACALISTA D’ALTRI TEMPIIgnazio Tanzi ci racconta la sua tenace lotta per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori

Un viaggio nella narrativa della New Economy

Nel pieno di una delle più gravi crisi econo-miche del terzo Millennio, forse, una realtà sociale e lavorativa in cui uomini e donne abbiano pari diritti e opportunità rappresen-ta solo un sogno. Più che un sogno per Igna-zio Tanzi questa è una speranza, un proget-to per cui rimboccarsi le maniche e lottare. Scendere in piazza, scioperare, rivendicare i propri diritti per poter compiere il proprio dovere è quello per cui sin dagli anni Ottan-ta il signor Tanzi lavora. Quello del sindacalista, però, non è un ‘me-stiere’, è volontariato, una vocazione che richiede pazienza, forza, tenacia e tanto tempo; spesso, a scapito della famiglia, ma «fortunatamente – ci dichiara Tanzi - la mia famiglia ha capito che la mia è una scelta di vita a cui non posso rinunciare». Erede del ‘validissimo’ Giacinto Paccellieri, il signor

Tanzi succede alla guida della sezione CGIL di Adelfia quando è ancora nel pieno della sua attività di bracciante agricolo, e avvia così il proprio riscatto sociale: «sono molto orgoglioso del mio percorso. Il sindacato mi ha dato molto, soprattutto la possibilità di evolvermi e di rimanere al passo con i pro-blemi che attanagliano il mondo del lavoro». Il lavoro svolto negli anni è stato molto in-tenso, mirato soprattutto al riconoscimento dei diritti dei lavoratori senza però dimenti-carne il rispetto dei doveri; a informare sui cambiamenti legislativi in modo costante ed esaustivo e a partecipare attivamente e ci-vilmente alle contestazioni di piazza locali e nazionali. La CGIL di Adelfia negli anni ha vi-sto alzarsi l’età media dei suoi iscritti, forse perché per molto tempo ha rappresentato quasi solo i braccianti agricoli, settore pre-

valente della nostra economia locale. I tem-pi sono cambiati e i giovani di allora, oggi anziani, continuano a vivere il sindacato perché sempre permeati dallo spirito com-battivo che tiene viva la voglia di insegnare ai più giovani e la necessità di far ascoltare la propria voce. Ignazio Tanzi, nonostante la sua veneranda età, mostra la stessa ‘ca-rica’ di quando era un giovanotto. Quella carica che lo porta ad affermare con forza e convinzione: «finché vivrò sarò sempre un sindacalista». Quella forza che gli ‘impone’ di salutarci con una frase da perfetto sin-dacalista: «non credo che i giovani abbiano tutto. Possono avere il ‘tutto’ materiale, ma la dignità di una persona è avere un lavo-ro...ricordatevelo ragazze»!

Daniela F. RUSCONIRosanna RUSCONI

quel che rimane del lavoro

Dal secondo dopoguerra e per tutti gli anni Ottanta del secolo scorso, il lavoro aveva trovato in scrittori come Bianciardi, Vol-poni, Parise, Silone, Mastronardi, Strati, Di Ciaula e altri i propri narratori. E oggi? Al tempo del lavoro precario, del lavoro a progetto, del lavoro che non c’è, del lavoro nero e flessibile, della riforma (o contro-riforma) dell’articolo 18, della new economy e della delocalizzazione globale, esiste una generazione di giovani narra-tori? Oggi, chi deve raccontare i sogni, la rabbia, i tic, le manie, le speranze, le de-lusioni, le frustrazioni di terzo Millennio?

Forniamo un minimo elenco di testi e di autori (senza alcuna pretesa di esaustivi-tà). Cominciamo con alcuni autori puglie-si: Alessandro Leogrande, con Uomini e caporali (2008), propone un (drammatico) reportage sui nuovi ‘schiavi’ delle campa-

gne del Sud; Omar di Monopoli, con Ferro e fuoco (2008), narra, con ritmi da thriller molto teso, di nuovi ‘schiavi’ nella Puglia del pomodoro, inventando un pastiche lin-guistico, tra dialetto e italiano, interes-sante e molto espressivo; Mario Desiati, con Ternitti (2011), adottando la forma tradizionale del romanzo, racconta di la-voro che non c’è e che, se c’è, come nel caso di Taranto (e dell’ILVA), pone mille in-terrogativi; Editori Laterza: Sono come tu mi vuoi, libro collettivo sulla multiforme realtà dei così detti lavori atipici; Fran-cesco Dezio, con Nicola Rubino è entrato in fabbrica (2004), rilancia il tema della ‘grande fabbrica’, pur nel mutato contesto post-industriale del lavoro precarizzato.

Michela Murgia, con Il mondo deve sape-re (2010), ha denunciato, in toni grotte-schi, la condizione lavorativa presso i call

center, in perenne oscillazione tra preca-riato e sfruttamento. Andrea Bajani, con Cordiali saluti (2005), mette in scena le vicende di un Killer che scrive lettere di licenziamento ben curate, pirotecniche e appassionate (quasi fossero lettere d’amo-re). Dello stesso Bajani: Mi spezzo ma non m’impiego (2006), è una sorta di viaggio-guida nel mondo del lavoro flessibile. Gior-gio Falco, Pausa caffè (2004): moltitudine di ‘voci’ provenienti dall’universo magma-tico del “lavoro-non-lavoro” (un ‘inferno’ senza speranza), sperimentando linguaggi e codici espressivi inediti. Giuseppe Culic-chia, con Tutti giù per terra (1994), mette in scena il ‘precario’, tra insicurezze e ma-nie. Edoardo Nesi, Storia della mia gente (2011): narra (tra romanzo e saggio-tratta-to) della fine dell’illusione del benessere in Italia.

Trifone GARGANO

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TagMagazine #2 9

Quando i turisti arrivano all’aeroporto di Bari-Palese trovano un grande cartello stradale che li riceve con un divertente “beat a c s ved”. Adelfia invece riceve i suoi “forestieri” con un elogio alla sua cultura agricola: “Benvenuti ad Adelfia. Il paese dell’uva Regina”. In quello che può sembrare un semplice cartello stradale si nasconde invece il vero volto del nostro paese. Il periodo estivo apre la stagione dell’uva, si sente parlare di uva bianca, nera, Vittoria, Pizzutella, Baresana, Red Globe, e della nostrana uva Regina.Tutti si trasformano in intenditori di uva, dai ragazzi, agli adulti, fino agli anzia-ni, perché tutti in un modo o nell’altro hanno una propria storia legata a questo frutto dai chicchi dorati. I ragazzi, finita la scuola, vivono la loro prima esperienza di lavoro grazie all’acinellatura. Un lavoro un po’ noioso, che richiede pa-

zienza, una postura scomoda, la sveglia alle 4 del mattino. Una seccatura che si trasforma in festa dopo il rito della co-lazione al bar e dopo l’incontro con le “squadre” di amici. La festa comincia quando si mettono i piedi nella terra an-cora fresca e si cammina sotto un tetto intrecciato di viti, da dove pendono me-ravigliosi grappoli d’uva nascosti tra le verdi foglie. “I men a lƏv” questo è il richiamo all’ordine impartito dai proprie-tari, a volte adulti, altre volte anziani, che si divertono a “torturare” un po’ i loro ragazzi con storie di quando erano piccoli e di quando questo lavoro di aci-nellatura lo facevano ad occhi chiusi, sen-za lamentarsi e soprattutto senza guada-gnarci nulla. “Voi ragazzi di oggi pensate solo a divertirvi. Ai miei tempi …” quante ramanzine che cominciano con questa frase e che finiscono sempre per inne-

scare divertenti siparietti o interessanti confronti generazionali. In questo perio-do la campagna adelfiese si trasforma in un luogo di scambio, in un momento di crescita, in un mondo ricco di valori che educa adulti e anziani, aiutandoli a risco-prire qualcosa di genuino in quei ragazzi che tanto criticano, ma che finiscono per viziare con un buon trancio di focaccia, che mette tutti d’accordo. Un nostro compaesano cantava «Perché noi qui abbiamo di bello, non di certo quel gran Pirandello; la buona uva, l’amore, il buon cuore, la terra e la semplicità». Credo sia importante continuare a tramandare i nostri semplici valori contadini, perché è in tanta semplicità che si nascondono le più significative e vere opportunità di crescita, tesoro inestimabile in un mondo troppo “reale” come il nostro.

Daniela F. RUSCONI

“BENVENUTI AD ADELfIA. IL PAESE DELL’UVA REgINA”Un modo originale per accogliere i “forestieri” e un bell’elogio alla nostra cultura cultura

TRADIZIONILA BOTTEGA DEI RICORDI

ALLE ANTICHE ARCATEAdelfia Via V. Veneto 32tel.0802473186 - cell.347.5719144

Ristorantepremiato 2011/12“miglior cucina tipica rivisitata”

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TORMENTONI ESTIVINatura ed evoluzione nel corso degli anni

Spiagge ballate, cuffie che suonano a ritmo d’estate. Lontano, il mare a con-fondersi nelle note di una nuova calda stagione. Cocktail di leggerezza e disinvoltura, a in-tonare le labbra dei musicanti sono moti-vi agili e lineari, i cosiddetti tormentoni. Rime morbide e essenziali melodie, suoni burleschi e versi scanzonati compongono uno scenario sonoro, cantato e decantato dalle frequenze radio e televisive. Ravvisabile nei termini di ‘fenomeno di costume’, il tormentone, vocabolo di co-niazione giornalistica, è la manifestazio-ne del prodotto dell’esperienza sensibile umana (i cui effetti si protraggono nel tempo e in maniera uniforme e costan-te), che diviene consuetudine. Di canora

natura nativa, il tormentone è trattazio-ne di ciclici eventi sociali; è affresco mu-sicale della realtà socio-politica e no.Anni sessanta. Quando venne mosso il primo passo sulla Luna, mentre in Italia esplodevano le insurrezioni popolari, i Beatles navigavano sulle note di un Yel-low Submarine; da noi, la grande Mina posava per una Tintarella di Luna; Gino Paoli assaporava… il Sapore di sale, e l’Acqua si faceva più Chiara e Azzurra per Lucio Battisti. Tendenze modaiole che vestono melodie nel mondo, armonie di confini stranieri che diventano refrain universali. Colonne sonore dell’estate dei tempi, composizioni destinate a vi-vere per generazioni o la battuta di una sola annata. La diffusione delle moderne

hit estive è tanto celere quanto caduca, perché? Le motivazioni potrebbero atte-nere alla commercializzazione dei suoni e all’assenza di testi immortali: le tema-tiche dei componimenti sono fatue e pre-carie, ma gli accenti sono spumeggianti, accesi, bagnano la pelle con figure briose e feline.E non importa quale sia il racconto di ogni canto, non importa quanta poeticità svelino i testi, è il ricordo di un’amicizia danzata sulle note di una vecchia o nuova estate, o un amore osannato sotto una luna che strepita modulazioni dance, a legare i cuori ad ogni singolo singolo.

Rosemary NICASSIO

Nata a Bisceglie, il 6 aprile 1990, Erica Mou - pseudonimo di Erica Musci - è una cantautrice italiana. Nel 2008 e nel 2009, pubblica il suo album di duetti “Bacio ancora le ferite”, di genere jazz, di cui è autrice, contenente la cover “Pensiero stupendo” di Patty Pravo. Nel 2011, par-tecipa alla terza edizione di HIT WEEK il più grande festival di musica italiana de-

gli Stati Uniti e si classifica al 2° posto come personaggio pugliese dell’anno. Nel 2012, partecipa al Festival di Sanremo nella categoria “Giovani”, arrivando se-conda, e vincendo i premi “Mia Martini” della critica, e per la sezione giovani Sala Stampa e Tv.

Giovanni PETRERA

MUSICA

Erica Mou: una promessa della musica italiana

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TagMagazine #2 11

Giuni Russo riassume in poche parole ciò che realmente piace agli italiani: «un’estate al mare, voglia di remare, fare il bagno al largo e vedere da lontano gli ombrelloni […]». Sveglia all’alba, si va al mare! Bisogna svegliare i bambini, vestirli e far sì che non bisticcino tra loro mentre i “grandi” ultimano i preparativi. C’è da caricare la macchina con ombrelloni, sdraio, sedie, tavolini e vet-tovaglie. Andare al mare vuol dire muovere una “carovana”. Che siano vicini di casa o zii e cugini, ci si sposta in tanti. L’organizza-zione della gita è ben strutturata e ha inizio il giorno prima. C’è da friggere per la parmigiana, da tagliare l’anguria, da mettere in fresco le bevande. Siamo negli anni Sessanta. Sono ancora in pochi a potersi permettere la “vacanza” o la “villeggiatura”; più che altro, si trascorrono delle giornate al mare. È una festa all’insegna dell’amicizia e della condivisione. In spiaggia si arriva presto, si sistemano ombrelloni e teli, poi, finalmente, tutti in acqua! Tra risate e bagni, il tempo scorre velocemente e è già mezzogiorno. Le teglie, le bibite, la frutta, imbandiscono i tavolini e sotto gli ombrelloni il pranzo ha inizio. Per gli adulti è il momento delle chiacchiere; mentre, i più piccoli contano i minuti che manca-

no alla corsa verso l’ultimo interminabile bagno, prima di tornare a casa. Col passare degli anni, siamo diventati più propensi alle comodità e un po’ di usanze sono andate perse. Usciamo di casa quando ormai il sole rende l’aria bollente, sperando di non im-batterci nel traffico. Sono diventati di moda lidi e spiagge super attrezzate. Non ci si sposta più con teglie, spiaggine e ombrelloni, basta un telo e la lozione solare. In spiaggia, musica, intratteni-mento e divertimento ci coinvolgono sin da subito. Tra un “gioco aperitivo” e balli di gruppo, la giornata scorre velocemente, anche se forse si è meno liberi e rilassati. Come si suole dire, non tutti i mali vengono per nuocere, e, forse, complice la crisi, si sta veri-ficando un’inversione di tendenza: le spiagge libere sono tornate a riempirsi, le auto sono nuovamente cariche di ombrelloni e te-glie… che dire di più se non «Tutti ar mare, tutti ar mare a mostra’ le chiappe chiare, co’ li pesci, in mezzo all’onne, noi s’annamo a divertì». Grabriella Ferri non sbagliava a cantare così. Torniamo a vivere un’estate più genuina e chissà forse sarà anche più diver-tente. Buone Vacanze!

Rosanna RUSCONI

ESTATE

Nel pieno dell’estate 2012 si rivalutano le tradizioni “vacanziere” degli anni Sessanta

A-ABBRONZATISSIMI

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