SUSSIDIO MESE DELLA PACE - GENNAIO 2017 · Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda...

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1 SUSSIDIO MESE DELLA PACE - GENNAIO 2017 IL PRESENTE SUSSIDIO CHE CONTIENE MATERIALE E ATTIVITA' PER VIVERE IL MESE DELLA PACE 2017, E' RIVOLTO A GRUPPI DI BAMBINI, GIOVANI, ADULTI, A GRUPPI CLASSE, SCUOLE, PARROCCHIE, ASSOCIAZIONI... E A CHIUNQUE VOGLIA METTERSI IN GIOCO PER MIGLIORARE IL MONDO DIVENTANDO COSTRUTTORE DI PACE.

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SUSSIDIO MESE DELLA PACE - GENNAIO 2017 IL PRESENTE SUSSIDIO CHE CONTIENE MATERIALE E ATTIVITA' PER VIVERE IL MESE DELLA PACE

2017, E' RIVOLTO A GRUPPI DI BAMBINI, GIOVANI, ADULTI, A GRUPPI CLASSE, SCUOLE,

PARROCCHIE, ASSOCIAZIONI... E A CHIUNQUE VOGLIA METTERSI IN GIOCO PER MIGLIORARE IL

MONDO DIVENTANDO COSTRUTTORE DI PACE.

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INDICE

Introduzione pag. 3

Il progetto di pace 2017 pag. 4

SUSSIDIO BAMBINI E RAGAZZI

Primo Incontro pag. 5 Secondo Incontro pag. 6

SUSSIDIO GIOVANISSIMI E GIOVANI

Primo Incontro pag. 10 Secondo Incontro pag. 11

SUSSIDIO ADULTI

Primo Incontro pag. 14 Secondo Incontro pag. 15

FESTA DELLA PACE pag. 17

ALLEGATI pag. 18

Link siti di approfondimento

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Introduzione

Carissimi, ancora una volta all’apertura dell’anno vi scriviamo per progettare, pensare e vivere

insieme il Mese della Pace 2017.

E’fondamentale tornare a riflettere e a confrontarci su un tema così attuale e importante come

quello della Pace perché crediamo fortemente che sempre la pace sia possibile. La pace è infatti

un «dono di Dio» da invocare, ma anche «un’opera da costruire» insieme, dai bambini ai ragazzi,

dai giovani agli adulti.

In modo particolare in questo anno, desideriamo accompagnare tutti a riscoprire la gioia di essere

operatori di pace, nella consapevolezza grande che imparare a costruire tale dono ci aiuta a fare

esperienza della bellezza di essere figli di Dio, pensati e amati da Lui.

Il presente sussidio curato dalla Tavola della Pace offre una proposta di cammino in preparazione

alla grande FESTA della PACE sabato 28 gennaio 2017 con alcuni incontri liberamente modificabili

e/o integrabili a seconda dello specifico.

A partire dal Messaggio del Papa di quest’anno per la 50a Giornata Mondiale della Pace “La non

violenza: stile di una politica per la pace” e dal passo evangelico delle Beatitudini abbiamo anche

creato un itinerario personale di preghiera che accompagni ciascuno giornalmente a vivere ed

essere costruttore di pace. Desideriamo essere “laici beati” capaci di accogliere la verità di noi

stessi, la bellezza di essere uomini e donne chiamati a vivere relazioni autentiche e vere, la

responsabilità della creazione di un mondo nuovo e bello.

Il giorno della Festa ci ritroveremo tutti insieme per continuare ad invocare in silenzio e con il

canto il dono della pace.

Lo slogan che abbiamo scelto “Costruiamo la Pace”, intende richiamare l’attenzione alla cura

dell’altro e all’importanza di non lasciare indietro nessuno nella costruzione di un mondo più bello

che può essere ancora casa per tutti e per ciascuno.

Buon Mese da Costruttori della Pace a tutti.

Gli amici della Tavola della Pace

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Il progetto di Pace 2017

“Costruiamo la Pace” lo slogan che abbiamo scelto quest’anno vuole ridirci la bellezza di costruire

la Pace insieme piccoli e grandi sostenendo chi si impegna ogni giorno per comprendere come

realizzare un mondo più bello.

L’anno scorso abbiamo conosciuto Ernesto Olivero, fondatore del SERMIG (Servizio Missionario

Giovani) che insieme ad altri amici si impegna a favore degli ultimi nella instancabile ricerca della

giustizia, della solidarietà, del bene comune e soprattutto della pace.

Abbiamo pensato che fosse bello e significativo continuare a sostenere il SERMIG ed in particolare

un progetto che ci coinvolge da vicino: il Coro dei giovani della Pace istituito in occasione del 5°

appuntamento mondiale dei Giovani per la Pace che si svolgerà a Padova il prossimo 13 maggio.

Il coro formato da 1000 persone, ha l'intento di portare una testimonianza di pace, dialogo e

amore attraverso la musica. Il coro non è un semplice progetto musicale, ma una metafora, un

metodo, uno spazio educativo e formativo. È l'immagine di una piccola comunità che per

comunicare sé stessa deve ricercare l'armonia, guardarsi dentro, guardare il volto dell'altro,

imparare a camminare allo stesso passo, per raggiungere così la "meta” e il cuore degli altri.

A questo ambizioso e bellissimo progetto hanno aderito anche i giovani della nostra diocesi

(appartenenti e non all’orchestra coro del’Azione cattolica) e noi vorremmo sostenerli anche

economicamente.

La raccolta dei fondi in questo mese della Pace verrà perciò devoluta al SERMIG ed ai giovani che

prenderanno parte al Coro.

I soldi verranno raccolti come ogni anno all’interno di un bussolotto che costruiremo a forma di

LANTERNA (cfr. Attività ragazzi 9-11 anni) e consegnati il giorno della Festa.

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SUSSIDIO BAMBINI E RAGAZZI

(età 4-14 anni) IDEA DI FONDO: Nel mese della Pace, i ragazzi riscoprono la bellezza della pace come dono e come impegno. In casa, con gli amici, ma anche con le persone più lontane, i ragazzi e i bambini capiscono che c’è bisogno di allenarsi per essere veri operatori di pace e che la pace è frutto santo del silenzio e della preghiera.

Primo incontro

ATTIVITA’ PER BAMBINI DAI 4 AI 5 ANNI (DETTI “PICCOLISSIMI”) E DAI 6 AGLI 8 ANNI Obiettivo: La pace è innanzitutto un regalo da accogliere, da scartare sempre con nuovo stupore. Vivere la pace in famiglia è un grande mosaico ricco di piccoli e importantissimi tasselli. Gli educatori/catechisti/insegnanti arrivano al gruppo con un grande pacco regalo. Il tempo di Natale è passato, alberi e presepi sono stati tolti dalle nostre case. Ma noi vogliamo continuare a regalare e fare festa, pieni di gioia per Gesù nato fra noi. Per iniziare, si racconta ai ragazzi questa storia:

Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli: “Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?”

“Gridano perché perdono la calma” rispose uno di loro. “Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?” disse nuovamente il pensatore.

“Bene, gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti” replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: “Allora non è possibile parlargli a voce bassa?”

Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore. Allora egli esclamò: “Voi sapete perché si grida contro un’altra persona quando si è arrabbiati?

Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare.

Quanto più arrabbiati sono, tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l’uno con l’altro. D’altra parte, che succede quando due persone sono innamorate?

Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini.

La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano,

solamente sussurrano. E quando l’amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi.

I loro cuori si intendono. E’ questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano.”

Infine il pensatore concluse dicendo: “Quando voi discuterete, non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li

possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare.”

Anche noi vogliamo imparare a sussurrare, a capire che la pace di Dio è quella di tanti piccoli gesti.

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Proprio per questo ai ragazzi viene chiesto di riempire questo misterioso pacco regalo arrivato al gruppo. Lo riempiranno con tutti i doni che sono stati capaci di fare in famiglia durante il tempo di Natale. Doni semplici come l’aver sorriso alla mamma tanto indaffarata, all’aver giocato con un cuginetto che faceva i capricci, etc… (Sempre spazio alla fantasia dei bambini che ci sono affidati!) Per i piccolissimi sarebbe opportuno che l’educatore porti un po’ di materiale che rappresenti quel dono (sotto forma di disegno da colorare che poi i ragazzi sceglieranno in base al proprio dono), per i 6-8 invece si può lasciare la scelta fra un disegno o un piccolo scritto o una frase. Il pacco regalo è ora pieno di bellissimi doni, che sembrano non fare rumore, ma sono molto preziosi per chi ci è vicino. ATTIVITA’ PER RAGAZZI DAI 9 AI 14 ANNI Obiettivo: Bisogna allenarsi per la pace. Come gli acrobati del circo, i ragazzi sperimentano col corpo e col cuore che tutto ciò che ci circonda ha bisogno di noi. Ai ragazzi viene proposto il gioco del… Limbo! Un gioco apparentemente semplice, ma nel quale saranno chiamati a coordinare corpo e cuore. I ragazzi, giocando uno alla volta, riflettono su una particolare situazione di pace/non pace. Chiaramente il filo sarà tenuto molto alto in una situazione “semplice” (e quindi per il ragazzo sarà molto facile passare sotto), mentre molto basso in una situazione difficile. Esempi (da variare in base all’età dei ragazzi e delle situazioni dei nostri gruppi, da inventare come sempre per dar spazio alla fantasia e all’unicità di ogni ragazzo che ci è affidato):

- Mi alzo e mamma è sorridente, mi ha preparato la colazione. Gioco e parlo con lei (Filo alto)

- Hanno preso in giro un mio amico e lui ha sofferto molto (ho fatto qualcosa/sono stato a guardare?) Filo basso

- So che potrei fare qualcosa per un amico, ma non credo sia nulla di urgente e non so ancora cosa fare… (Filo a metà)

Gli esempi possono essere moltiplicati all’infinito. Sarebbe bello se, non riuscendo a passare sotto un filo molto basso, i ragazzi ci chiedessero di riprovare. Infatti la pace ci chiede tanto allenamento, quindi lo stesso impegno messo per riuscire a non cadere sotto il filo andrebbe in realtà riportato nella vita di tutti i giorni, nelle situazioni generali che gli educatori ci hanno proposto. Una volta terminato questo momento di gioco, i ragazzi possono raccontare come lo hanno vissuto, se hanno pensato a qualcuno in particolare, a loro stessi, a un episodio accaduto realmente, per passare quindi dal generale al particolare. Essere operatori di pace non è facile! La pace non è frutto di urla o di clamore. Per questo l’educatore/insegnante chiede ai ragazzi di seguirlo in un altro luogo (una stanza a parte, meglio ancora la chiesa, davanti il tabernacolo) per affidare a Gesù nella preghiera tutte le situazioni scoperte-riscoperte durante l’incontro. Con una piccola preghiera, un canto, o nel silenzio il gruppo prega insieme, nella semplicità.

Secondo incontro ATTIVITA’ PER BAMBINI DAI 4 AI 5 ANNI (DETTI “PICCOLISSIMI”) E DAI 6 AGLI 8 ANNI OBIETTIVO: La pace ci chiede di impegnarci non solo in famiglia, ma in tutti gli ambienti che viviamo. Come degli acrobati, è il momento di metterci in gioco.

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Per iniziare si giocherà a campana.

(Esempio di bellissima campana ) Se i ragazzi non conoscono il gioco, fare qualche giro di prova è un’ottima idea!

Ogni ragazzo sarà chiamato a lanciare un dado. Facendo tutto il giro della campana, sarà chiamato a posizionarsi “al ritorno” sul numero corrispondente a quello che il dato ha …dato. Ad ogni casella corrisponde una persona che i ragazzi nella loro vita hanno visto o incontrato, ma che diversamente dell’incontro precedente, non fa parte della sua stretta cerchia familiare.

Casella 1: Amici stranieri (all’asilo/a scuola/ nello sport…) Casella 2: I nonni, gli anziani

Casella 3: I bambini che vivono nelle zone di guerra Casella 4: Il nostro parroco/ un sacerdote che vediamo spesso

Casella 5: Le persone povere e bisognose Casella 6: Chi è triste

A differenza del primo incontro in cui hanno riempito loro un pacco dono, questa volta saranno gli educatori a portare loro un regalo. In esso troveranno quattro atteggiamenti che, una volta posizionati nella casella, scelgono di avere verso queste persone.

Sole: una parola bella, Un sorriso Un fiore: un gesto Una nuvola una parola di conforto Nessuno di questi invece farei/direi

1gi

orn

2gi

orn

3

gior

4

gior

5

gior

6

gior

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Esempio: un ragazzo lancia il dado ed esce il numero 2. Fa tutto il giro della campana e al ritorno si posiziona sulla casella che gli è capitata. Il numero due corrisponde ai nonni, agli anziani. L’educatore mostra il contenuto di questo pacco dono e il ragazzo sceglie liberamente quale atteggiamento voler avere verso queste persone (Esempio: Lo abbraccerei: dunque fare un gesto, scelgo il fiore.) Nel caso dei piccolissimi (4-5 anni) il bambino può colorare il sole/fiore/nuvola/sorriso e poi posizionarlo all’interno di un cartellone. Nel caso dei 6-8, a questo momento può essere aggiunta una spiegazione del perché farebbero così, o se hanno pensato a qualcuno in particolare, preparando anche loro un bellissimo cartellone colorato. Nel primo incontro infatti abbiamo ricevuto dei doni: ma ora tocca a noi impegnarci e regalare agli altri qualcosa di prezioso, che non fa tanto rumore, ma… Fa la differenza! ATTIVITA’ PER I RAGAZZI DAI 9 AGLI 11 ANNI OBIETTIVO: La pace è frutto di silenzio e impegno, ma fa tanta luce. I ragazzi sono chiamati a preparare una bellissima lanterna. Con tanta fantasia e un po’ di aiuto degli educatori (su internet ci sono moltissimi suggerimenti utili), i ragazzi si impegnano a illuminare la marcia che vivranno insieme a tutta la diocesi. Andrebbe costruita per far in modo che possa ospitare al suo interno una candela/ una torcia. Ad essa andrebbe allegato anche il bussolotto per raccogliere le offerte di tutta la parrocchia da portare poi alla festa della pace. ATTIVITA’ PER I RAGAZZI DAI 12 AI 14 ANNI OBIETTIVO: I ragazzi si aprono alla scoperta di persone che hanno fatto della pace silenziosa una vocazione della propria vita. Riprendiamo uno stralcio del messaggio del Papa per la giornata della Pace 2017: “La nonviolenza praticata con decisione e coerenza ha prodotto risultati impressionanti. I successi ottenuti dal Mahatma Gandhi e Khan Abdul Ghaffar Khan nella liberazione dell’India, e da Martin Luther King Jr contro la discriminazione razziale non saranno mai dimenticati. Le donne, in particolare, sono spesso leader di nonviolenza, come, ad esempio, Leymah Gbowee e migliaia di donne liberiane, che hanno organizzato incontri di preghiera e protesta nonviolenta (pray-ins) ottenendo negoziati di alto livello per la conclusione della seconda guerra civile in Liberia.” Il Papa non parla solo di cattolici, anzi! L’educatore porta al gruppo del materiale su tre personaggi a sua scelta (minibiografie, foto, episodi curiosi/importanti, citazioni, spezzoni di film, video, etc…) Giorgio La Pira (Pozzallo, 9 gennaio 1904 – Firenze, 5 novembre 1977), politico e docente italiano, Sindaco di Firenze, membro dell’assemblea costituente, membro di Azione Cattolica. Il lavoro, la casa, la salute, la pensione, la protezione dei più deboli sono dunque gli obiettivi della politica, perché senza di essi l’uomo non è in grado di realizzare il suo fine ultimo. E, grazie a La Pira, questi obiettivi li ritroviamo anche nella nostra Costituzione, che obbliga le istituzioni a porsi come obiettivo l’eliminazione delle disuguaglianze di fatto fra i cittadini (art. 3, secondo comma).

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Martin Luther King Jr., nato Michael King Jr. (Atlanta, 15 gennaio 1929 – Memphis, 4 aprile 1968), è stato un pastore protestante, politico e attivista statunitense, leader dei diritti civili. Leymah Gbowee (Monrovia, 1º febbraio 1972) è una pacifista liberiana, organizzatrice di un movimento pacifista che condusse alla fine della guerra civile in Liberia nel 2003. Mahatma Gandhi (Porbandar, 2 ottobre 1869 – Nuova Delhi, 30 gennaio 1948) è stato un politico, filosofo e avvocato indiano. Khān Abdul Ghaffār Khān (Charsadda, 6 febbraio 1890 – Peshawar, 20 gennaio 1988), è stato un politico pakistano. Fervido musulmano e carismatico capo dei pashtun del nordovest dell'India britannica, nel 1929 fondò il primo esercito nonviolento della storia, i Khudai Khidmatgar[1] (i Servi di Dio). E di bellissimi esempi fortunatamente ne abbiamo a disposizione molti. L’aspetto importante sarebbe far capire ai ragazzi che queste persone erano di religioni diverse, ma la religione non separa mai: CI UNISCE! Un protestante, un induista, un cattolico, un musulmano condividono la stessa strada verso Dio, nella pace e accanto a chi ha bisogno. Divisi i ragazzi in tre piccoli gruppi e diviso il materiale in base ai personaggi scelti, ogni gruppetto si impegna a presentare agli altri tramite una scenetta, un dialogo o uno scritto cosa ha capito del personaggio assegnato. Al termine della presentazione, i ragazzi scelgono da ogni personaggio un impegno da far proprio e da portare quindi tanto alla Festa della Pace, quanto nella vita di tutti i giorni.

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SUSSIDIO GIOVANISSIMI E GIOVANI

(età: scuola superiore e università)

IDEA DI FONDO

L’idea di fondo è il voler rimettere al centro del discorso la Pace come dono che viene dall’alto, e

che vuole trovare spazio nel cuore dell’uomo. Il messaggio del Papa, incentrato sulla non violenza

attiva, declina questa realtà come dono e impegno allo stesso tempo, e ribadisce la centralità della

pace dei cuori per la costruzione della pace nel mondo.

Cristo dice: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati”

(Giovanni 15,12). Abbiamo bisogno di silenzio per accogliere queste parole e metterle in pratica.

Quando siamo agitati e irrequieti , abbiamo così tanti argomenti e ragioni per non perdonare e per

non amare. Ma quando “abbiamo calmato e reso quieta la nostra anima”, queste ragioni ci paiono

insignificanti. Forse qualche volta rifuggiamo il silenzio, preferendo qualunque rumore, parola o

distrazione, perché la pace interiore è una cosa rischiosa: ci rende vuoti e poveri, disintegra le

amarezze e ci conduce al dono di noi stessi. Silenziosi e poveri i nostri cuori sono ricolmati dello

Spirito Santo, riempiti con un amore incondizionato. Il silenzio è un umile ma sicuro cammino

verso l’amore.

Primo Incontro: la riscoperta del silenzio e dell’ascolto

ATTIVITA’ PER I GIOVANISSIMI E I GIOVANI

Si propone una camminata silenziosa nel quartiere consegnando questa breve lettura:

Chi cammina a lungo ama il silenzio. Esso gli permette di regolare il respiro sul ritmo dei suoi passi.

Gli fa udire anche il rumore dei suoi passi, diverso su un terreno friabile o sassoso, sulla ghiaia, o

sulla morbidezza del suolo erboso. Questa percezione del rumore dei passi fa parte del ritmo del

cammino. È, in modo misterioso, conversazione, alla quale si mescolano altri rumori della strada:

quello della cascata, del ruscello, uno scampanio, o i campanacci, un frammento di voce che gli

giunge. Chi lo ha emesso e in che circostanza? Quale vita lo circonda, che segue il proprio corso,

diverso dal suo? Tutto questo à lasciato alla sua immaginazione. Ma vi può essere anche,

all’intorno, il rumore più prosaico di un motore di macchina agricola, di moto, di automobile, di

camion. Che cosa fanno, dove vanno? Lui non lo sa. Ma si sente curiosamente solidale con loro,

così come la metà della terra nascosta lo è dell’altra che è ancora, o già, nella luce. A volte può

essere anche lo stridio di un animale in un cespuglio, oppure... le prime gocce di pioggia, che lo

obbligano a sostare. “Non è la scomparsa dei suoni che fa il silenzio, ma la qualità dell’ascolto, il

leggero pulsare della vita che anima lo spazio ... Il silenzio produce un’acuta sensazione di esistere.

Segna un momento di denudamento che permette di fare il punto, di raccogliere le idee di

ritrovare un’unità interiore, di risolversi a una decisione difficile. Il silenzio sfronda la persona e la

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rende di nuovo disponibile” (David le Breton). È così che lungo il cammino il pellegrino fa

rifornimento di interiorità, e non solo per il momento in cui dovrà riprendere il ritmo del

quotidiano, con la sua agitazione, ma anche per la propria esistenza personale, che da quel

momento sarà diversa. Come dice ancora un proverbio tuareg: “Il deserto è Dio, il silenzio è la sua

parola. E il pellegrino si nutre di questa parola”. Ne risulta che il pellegrino parla poco. A modo suo

è un po’ come i monaci, che conoscono troppo bene il valore del silenzio per permettere che si

perda. La parola che si inscrive in questo silenzio è buona. Il silenzio accoglie la parola in uno

scrigno di velluto, parola che può essere semplice, ma è comunque ricca, buona, ha spessore, è

umanità che si offre in condivisione. La chiacchiera è uno spreco, e sul silenzio del pellegrino non

può fare veramente presa. La parola, invece, è arricchente. È anche vigilanza. Quelle poche parole

che il pellegrino canticchia tra sé, anche quelle che scambia o che accoglie camminando, hanno

sapore di umanità. E forse sono sempre al confine con la preghiera. Il mormorio interiore è una

modalità di veglia, sullo stile di quelle evocate dai salmi per esprimere il fatto che l’orante trova

rifugio, di giorno o di notte, in parole molto semplici, in un desiderio del cuore. E in alcuni luoghi in

qualche misura legati al silenzio, che il pellegrino ama e ricerca, egli lascia che il suo cuore parli al

ritmo dei suoi passi, al ritmo del suo respiro, a meno che non custodisca semplicemente... il

silenzio (J. Nieuviart)

Ci si interroga successivamente nel gruppo su come sia stata vissuta l’esperienza del cammino

silenzioso...

Secondo incontro: La parola di Dio: tuono e silenzio

Cerca il silenzio in Dio

cerca il silenzio per Dio

vivi il silenzio in Dio

Egli scenderà presso di te

e troverà dimora come nel seno di Maria

e dal quel silenzio gravido e fecondo

Dio rinnoverà ogni cosa

dentro di te e fuori di te.

ATTIVITA’ PER I GIOVANISSIMI E I GIOVANI

Si analizza nel gruppo la figura del mediatore così come presentata nella scheda seguente

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Può essere utile la visione di uno dei seguenti film

Lettera a Padre Jacob – Postia pappi Jaakobille” (Finlandia, 2009) di Klaus Härö

Un film che lascia un forte impatto nello spettatore, dove emergono la carità cristiana, la gioia del

pentimento e del perdono, la necessità della fede, della preghiera, della direzione spirituale e della

grazia divina.

“The Good Lie” (Usa, 2014) di Philippe Phalardeau

Una riflessione su temi apparentemente superati dalla nostra società, benestante e ricca: il valore

della famiglia, il senso di gratitudine, l’umanità della fede cristiana, la forza della preghiera,

l’onestà, la fedeltà alla parola data, il sacrificio per l’altro…

“Uomini di Dio” (Francia, 2010) di Xavier Beauvois

Il film presenta un insieme di valori che difficilmente si trovano nella maggior parte dei film di oggi.

Il perdono come la più alta espressione di amore, la preghiera per gli altri e per le anime dei

defunti, la carità ai bisognosi, la comunicazione con Dio, la bellezza di essere da Lui ascoltati e

amati, e infine il martirio come ricompensa per una vita di amore e di fedeltà a Dio.

Mandariinid” (Estonia, 2013) di Zaza Urushadze

Apparentemente semplice, il film parla di temi profondi come la capacità degli esseri umani di

superare l’odio e il rancore, l’importanza della lotta per la pace e per la vita in mezzo

all’insensatezza della guerra, e l’amicizia, che può sorgere persino tra acerrimi nemici.

Si può inoltre presentare ai giovani la figura di Giorgio la Pira attraverso alcuni brani e pensieri reperibili fcilmente on line o al link http://acr.azionecattolica.it/pace/costruiamo-la-pace-2017

Tutta l’esistenza di Giorgio La Pira èstata improntata a tradurre “politicamente” l’attenzione ai poveri e ai deboli, la ricerca della pace, il dialogo e l’amore verso tutti.

Il suo impegno per la pace insegna che tutti possiamo essere operatori d pace: tutti abbiamo la

possibilità di costruirla attraverso l’impegno quotidiano delle nostre vite attivando e valorizzando

processi tesi a migliorare le nostre relazioni.

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SUSSIDIO ADULTI

Contenuto e idea di fondo

Se prendiamo come nostra guida il più antico libro di preghiera, il libro dei Salmi, notiamo due

principali forme di preghiera. Uno è un lamento, un grido di aiuto. L’altro è di ringraziamento e

lode a Dio. Ad un livello più nascosto c’è un terzo tipo di preghiera, senza domande o più esplicite

espressioni di lode. Nel Salmo 131, ad esempio, non c’è altro che tranquillità e fiducia: “Io sono

tranquillo e sereno …. spera nel Signore, ora e sempre.”

A volte la preghiera diventa silenziosa. Una tranquilla comunione con Dio si può trovare senza

parole. “Io sono tranquillo e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre” Come un

bambino soddisfatto che ha smesso di piangere ed è nelle braccia della madre, così può “stare la

mia anima” in presenza di Dio. La preghiera allora non ha bisogno di parole, forse neppure di

pensieri.

Come è possibile raggiungere un silenzio interiore? Qualche volta siamo apparentemente in

silenzio, e tuttavia abbiamo grandi discussioni dentro di noi, lotte con compagni immaginari o con

noi stessi. Calmare la nostra anima richiede una specie di semplicità. “Non mi tengo occupato con

cose troppo grandi o troppo meravigliose per me”. Silenzio significa riconoscere che le mie

preoccupazioni non possono fare molto. Silenzio significa lasciare a Dio ciò che è oltre la mia

portata e le mie capacità. Un momento di silenzio, anche molto breve, è come una sosta santa, un

riposo sabbatico, una tregua dalle preoccupazioni.

Il tumulto dei nostri pensieri può essere paragonato alla tempesta che colpisce la barca dei

discepoli sul mare di Galilea, mentre Gesù stava dormendo. Come loro possiamo sentirci senza

aiuto, pieni di ansietà ed incapaci di calmarci. Ma Cristo è abile nel venire in nostro aiuto. Come

rimprovera il vento e il mare e “ci fu una grande calma”, egli può anche donare calma al nostro

cuore quando è agitato dalla paura e dalle preoccupazioni. (Marco 4)

Rimanendo nel silenzio, confidiamo e speriamo in Dio. Un salmo ci suggerisce che il silenzio è

perfino una forma di lode. Siamo soliti leggere all’inizio del Salmo 65: “A te si deve lode, o Dio”.

Questa traduzione segue il testo greco, ma effettivamente il testo ebraico dice: “Il silenzio è lode a

te, o Dio”. Quando le parole ed i pensieri si fermano, Dio è lodato in un silenzio di stupore e

ammirazione.

Il percorso disegnato vuole essere come un cammino in altura, quando prima di fare il passo

successivo si rafforza il precedente. In questo senso lo schema è stato pensato come:

Silenzio → Silenzio e Ascolto → Silenzio, Ascolto e Preghiera → Silenzio, Ascolto, Preghiera e Canto

Primo Incontro: la riscoperta del silenzio e dell’ascolto

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La proposta per il I incontro con gli adulti è quello di ribadire la necessità vitale del silenzio del

cuore così come appena descritto. Dopo una breve introduzione si possono proporre

materialmente dieci minuti (o anche meno) di silenzio fisico (scegliere luogo adatto) per poi

elaborare secondo lo stile laboratoriale un vademecum del silenzio per laici. Molti consigli

utilissimi che ci vengono dai padri della Chiesa, e che non vanno posti in secondo piano perché

sono nutrimento spirituale irrinunciabile, sono spesso frutto di esperienza monacale o religiosa e

in molti casi difficili da armonizzare, vivere ed integrare nella nostra vita di laici. Ecco allora la

necessità con creatività di trovare delle strade da sperimentare durante il mese di Gennaio per

condire le proprie giornate di un momento di silenzio. Sottolineiamo che devono essere impegni

piccoli ma concreti da sperimentare tenendosi in contatto e in comunione col gruppo e mettendo

in comune le difficoltà e i frutti del silenzio (si può pensare anche ad una condivisione giornaliera

anche tramite le nuove tecnologie del momento di silenzio che sta per iniziare e della frase del

giorno che riempirà quel momento).

Secondo incontro: La parola di Dio: tuono e silenzio

Contenuto e idea di fondo

Sul Sinai, Dio parlò a Mosè e agli Israeliti. La parola di Dio fu preceduta ed accompagnata da tuoni

e lampi ed un sempre più forte suono di tromba (Esodo 19). Secoli dopo, il profeta Elia tornò sulla

montagna di Dio. Lì sperimentò tempesta,terremoto e fuoco, come era successo ai suoi antenati,

ed fu pronto ad ascoltare Dio che parlava nel tuono. Ma il Signore non era in nessuno di quei

potenti fenomeni familiari. Quando tutto il rumore terminò, Elia udì “il mormorio di un vento

leggero” e Dio gli parlò.(1 Re 19)

Dio parla con voce forte o in un mormorio silenzioso? Dobbiamo prendere come esempio le

persone riunite sul Sinai o il profeta Elia? Potrebbe essere un’alternativa sbagliata. I terribili

fenomeni connessi con il dono dei Dieci Comandamenti servono a mettere in evidenza quanto

questi ultimi siano seri. Accoglierli o rigettarli è una questione di vita o di morte. Vedendo un

bambino correre sotto una macchina è bene gridare il più forte possibile. In situazioni analoghe i

profeti riferiscono le parole di Dio per far vibrare le nostre orecchie.

Le parole dette ad alta voce sono certamente ascoltate: sono di effetto. Ma sappiamo anche che

difficilmente toccano i cuori. Sono rigettate piuttosto che accolte. L’esperienza di Elia mostra che

Dio non vuole impressionare, ma vuole essere capito ed accettato. Dio sceglie “il mormorio di un

vento leggero” per parlare. Questo è un paradosso: Dio è silenzioso e tuttavia parla.

Quando la parola di Dio diventa “il mormorio di un vento leggero” è più efficiente di altre cose per

cambiare i nostri cuori. La tempesta sul Monte Sinai spaccava le rocce, ma le parole silenziose di

Dio sono capaci di fare breccia nei cuori di pietra degli uomini. Per lo stesso Elia il silenzio

improvviso era probabilmente più spaventoso della tempesta e dei tuoni. In qualche modo le

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manifestazioni potenti di Dio gli erano familiari. Il silenzio di Dio lo disorienta, una cosa così diversa

da quella che aveva sperimentato in passato.

Il silenzio ci rende pronti ad un nuovo incontro con Dio. Nel silenzio la parola di Dio può

raggiungere gli angoli più nascosti dei nostri cuori. Nel silenzio, la parola di Dio dimostra di essere

“efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione

dell’anima e dello spirito” (Ebrei 4,12). Nel silenzio smettiamo di nasconderci di fronte a Dio, e la

luce di Cristo ci può raggiungere e guarire e trasformare anche quello di cui ci vergogniamo.

ATTIVITA’ PER GLI ADULTI

Per il II incontro vogliamo fare un passo ulteriore. Pur apprezzandone e riconoscendone il valore,

per il cristiano il silenzio non è fine a se’ stesso ma è la porta d’ingresso alla Parola di Dio che

cambia il nostro cuore.

Partendo dalla constatazione delle parole di Gesù riprese nel messaggio del papa: «Dal di dentro

infatti, cioè dal cuore degli uomini , escono le intenzioni cattive» (Mc 7,21), si tratta di fare

esercizio concreto dell’Ascolto che cambia il cuore in un processo lento, graduale ma inesorabile.

Possono aiutare a comprendere questa dinamica della vita cristiana gli altri brani citati sempre nel

messaggio del papa:

Matteo 5, 38-48; Luca 6, 27-38 e Lc 6,39-45; Giovanni 8, 1-11; Romani 12, 17-21.

Tra questi brani il consiglio è di sceglierne uno (la scelta può cadere anche su altri brani) e aiutati

dall’assistente o anche dai materiali reperibili online (seguono siti consigliati), fotografare una

dinamica ben precisa della vita cristiana: la distanza più o meno grande che c’è tra la nostra vita (il

nostro cuore, i nostri pensieri, la nostra mentalità) e la meta che Gesù ci indica e ci fa’ intravedere

alla fine del cammino. L’umile constatazione di questa condizione, lungi dallo scoraggiarci, deve

porci nella vera condizione dei discepoli che ascoltano e vedono il proprio cuore e la propria vita

cambiare grazie all’opera creatrice della Parola di Dio.

Possono essere utili per guidare un momento di Lectio (ma l’incontro si può strutturare anche in

modo diverso) i link che seguono “Il pane del silenzio è la Parola” e i commenti al Vangelo di Padre

Ermes Ronchi.

http://www.taize.fr/it_article7622.html

http://www.qumran2.net/parolenuove/commenti.php?criteri=1&autore=832 (va’ messo nel

campo “cerca” il brano scelto in sigla; es: Mt 5,38-48 oppure Lc 6,27-38 ecc.)

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SABATO 28 GENNAIO 2017

DALLA PREGHIERA... LA PACE

Ore 17,00 Ritrovo presso la Campana della Pace

a seguire tutti in marcia verso P.zza Risorgimento per la

FESTA DELLA PACE

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LINK SITI DI APPROFONDIMENTO

http://acr.azionecattolica.it/pace/costruiamo-la-pace-2017

https://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/peace/documents/papa-

francesco_20161208_messaggio-l-giornata-mondiale-pace-2017.html

www.sermig.org

http://www.taize.fr/it